Masseria San Biagio 2010

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SANTU LASI SAN BIAGIO un santo, una cappella, una masseria


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on accade di frequente che una masseria accolga una mostra. Molte hanno perduto l’originaria funzione produttiva e sono state spesso trasformate in strutture esclusivamente ricettive o adibite alla ristorazione. Ma una masseria

è stata in passato un organismo “vivente” fortemente legato alla cultura contadina della quale oggi riusciamo con sempre maggiore difficoltà a cogliere valenze e significati. Le masserie sono testimoni silenziose del lavoro e dei sacrifici della nostra gente. Non tutte sono state restaurate (non è questo il caso di “Santu Lasi”) con quell’amore e quel rispetto che meritano; un rispetto che significa anche salvaguardia del contesto, delle campagne con le loro colture, dei muri a secco, delle pajare, delle liame. Al di là della proprietà, le masserie sono patrimonio di un’intera comunità; ed è giusto quindi che vengano aperte in occasione di manifestazioni culturali promosse in stretta collaborazione fra pubblico (il Comune di Salve e la Provincia di Lecce) e privato. Ospitare poi nella masseria “Santu Lasi” a Salve una mostra dedicata a San Biagio è in un certo senso ricollegarsi alla vocazione originaria di queste strutture produttive. San Biagio, oltre che della gola, è protettore anche del lavoro nei campi, del mondo animale, dei cardatori di lana. Attività tutte che hanno avuto a Santu Lasi una certa importanza; lo testimoniano le sue fabbriche, i suoi recinti, i suoi jazzi, che i “leggeri” ma significativi interventi di manutenzione condotti di recente hanno contribuito a valorizzare e a rendere più leggibili. Antonio Gabellone, Presidente della Provincia di Lecce Simona Manca, Assessore alla Cultura


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a sempre i cristiani hanno collocato i santi non solo nella sfera celeste ma anche in quella del quotidiano. Il loro culto implica un senso di familiarità; e San Biagio è a Salve, insieme a San Nicola, un santo “di famiglia”; protegge dalle malattie della

gola, ma è patrono anche di molte categorie, fra le quali quella dei contadini. Il suo nome ricorda il grano (in francese “blé”) e un tempo in alcuni paesi si portava in chiesa un pugno di cereali che, benedetti e mescolati ai semi da spargere, assicuravano un buon raccolto. San Biagio (Santu Lasi) è il nome di un antico casale, ma anche di una cappella e di una masseria. La piccola ma significativa mostra che il Comune di Salve, insieme con la Provincia di Lecce, ha allestito nella masseria “Santu Lasi” ci aiuta a conoscere meglio il nostro territorio e a riscoprire le nostre tradizioni; perché, ne siamo convinti, la salvaguardia dei nostri beni culturali, per essere reale, deve passare attraverso una presa di coscienza della storia e delle consuetudini di un luogo. In quest’ottica si pone anche la benedizione e la distribuzione - grazie anche all’impegno del Comitato Feste della Parrocchia di San Nicola Magno - di alcuni pani e taralli prodotti in altri paesi (da Ruvo a Sant’Agata di Puglia) in occasione di questa festività. Anche questa iniziativa potrà costituire in futuro un’occasione per creare una rete positiva di relazioni; nel nome di San Biagio.

Vincenzo Passaseo Sindaco di Salve


SANTU LASI SAN BIAGIO

Il santo Poche sono le notizie certe sulla vita di San Biagio. Visse in Turchia tra il III e il IV secolo d.C. Nato da famiglia nobile ed educato al cristianesimo, fu vescovo di Sebaste, l’odierna città di Sivas in Armenia, e forse anche medico prima della sua consacrazione episcopale. Tanto incerta è la sua figura storica, tanto numerosi sono i miracoli a lui attribuiti. Per sfuggire alle persecuzioni dei cristiani, visse da eremita rifugiandosi in una grotta sui monti, dove guariva gli animali della foresta con il segno della croce. Scoperto da alcuni cacciatori, venne catturato e rinchiuso in prigione, dove continuò a operare guarigioni. Una donna gli portò il figlio che era sul punto di morire soffocato per aver ingoiato una lisca di pesce; Biagio gli impose le mani pregando e lo guarì (secondo un’altra versione avrebbe preso un pezzo di pane e lo avrebbe fatto ingoiare al ragazzo). Fra i tanti miracoli, merita di esserne ricordato un altro. Un lupo aveva portato via a una donna il suo unico maiale; questa chiese aiuto a San Biagio, offrendogli una gran quantità di candele; ma egli la invitò a riservarle per la chiesa che gli sarebbe stata dedicata; poco dopo il lupo, fattosi mansueto, riportò indietro la preda. Biagio fu decapitato intorno al 316, dopo essere stato a lungo torturato con pettini di ferro che gli straziarono le carni. Per i miracoli operati e la vastità dei patronati è uno dei quattordici santi ausiliari. La sua figura ha numerosi risvolti nel campo delle arti figurative, delle tradizioni e dei rituali.

I protettorati San Biagio è protettore contro varie malattie ma soprattutto, per la benedizione del bambino al quale si era conficcata la lisca di pesce, contro i mali della gola. In occasione della sua festa il sacerdote accosta alla gola dei fedeli due candele incrociate benedette il giorno della Candelora. Il potere taumaturgico del santo si estese nei secoli a numerose altre malattie: in Germania è invocato contro i mali della vescica, per l’affinità fra il suo nome e il termine che indica questo organo (blase). Cardatori e tessitori lo hanno assunto come loro patrono per la somiglianza dei loro strumenti con i pettini e gli uncini di ferro usati per il suo martirio. Alla vicenda del lupo e alla dimestichezza del santo


con gli animali si collega il suo protettorato sul bestiame, nonché quello sugli agricoltori. Altri patronati hanno origine da analogie o da assonanze; poiché il latino Blasius ricorda il tedesco blasen (soffiare), in Germania è patrono dei suonatori di strumenti a fiato; per l’assonanza Biagiobacio in molte regioni è il patrono dei fidanzati; per la somiglianza con il francese blé, grano, in Francia viene invocato prima del raccolto. San Biagio, infatti, è molto popolare nelle campagne e viene pertanto assunto come patrono dei contadini e delle realtà agricolo-pastorali. Ricorrendo la festività in un momento di passaggio dall’inverno alla primavera, un tempo, nel giorno della sua festa, in molti paesi dell’Europa meridionale si usava portare in chiesa un pugno di cereali che, benedetti, venivano poi mescolati a quelli della semina perché assicurassero un buon raccolto. In Puglia il culto, diffuso in quasi tutta la regione, trova accenti di maggiore intensità in Capitanata, soprattutto lungo gli itinerari della transumanza verso l’Abruzzo e il Molise, in Terra di Bari e nel territorio di Brindisi, in particolare a Ostuni e a San Vito dei Normanni. In alcuni paesi, come Calimera, è protettore dei carbonai: da qui deriva la tradizione di festeggiarlo in una radura ai margini di un antico bosco.

L’iconografia L’iconografia di San Biagio evoca alcuni momenti importanti della sua vita: il vescovo (con mitria, pastorale, libro), il taumaturgo, il protettore degli animali e della vita dei campi, il martire. In numerose raffigurazioni infatti San Biagio appare - sia a figura intera che a mezzobusto - in abiti e con le insegne vescovili, talvolta con in mano anche il pettine di ferro con cui fu torturato. Come accade per la quasi totalità degli antichi martiri, lo strumento di tortura è l’attributo più consueto per la sua identificazione. L’iconografia che più lo rappresenta sono i due ceri incrociati, in ricordo del rito istituito dal santo in occasione del miracolo della guarigione del bambino. Le vicende prodigiose della vita di San Biagio formano oggetto della maggior parte delle opere. La leggenda secondo la quale Biagio sarebbe stato in grado di avvicinare e di ammansire le belve, si diffuse rapidamente in tutta l’Europa e numerosi artisti presero a raffigurarlo seduto all’entrata di una grotta, nell’atto di accarezzare o di nutrire animali selvaggi.


UN SANTO TRA ORIENTE E OCCIDENTE

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1. San Giovanni Climaco con i santi Giorgio e Biagio. San Pietroburgo, Museo Russo. 2. San Biagio. Cassano Jonico. Cripta della Cattedrale.

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3. San Biagio. Carpignano Salentino. Cripta di Santa Cristina.

4-6. Tre rappresentazioni di San Biagio in veste di santo vescovo orientale.


IL SANTO VESCOVO

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1. San Biagio (bassorilievo; sec. XIII). Spoleto, Palazzo Comunale.

2. Madonna con bambino e confratelli, san Cleto, san Biagio, san Rocco e san Sebastiano, sant’Irene e san Leonardo (1537). Monogrammista ZT. Ruvo, chiesa del Purgatorio.

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3. S. Biagio e un santo vescovo. Bartolomeo Montagna. Verona, Museo di Castelvecchio (1504-1506 c.).

4. San Biagio (1523-26). Pandolfo Fancelli. Pisa, Duomo.

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5. San Biagio (1491). Hans Memling. Lubecca, Sankt-Annen-Museum.


IL SANTO VESCOVO

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1. San Biagio. Giambattista Tiepolo. Venezia, Museo di Ca’ Rezzonico. 2. Incoronazione di San Biagio. Giulio Romano.

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3. Gonfalone di S. Biagio (sec. XIX-XX). Castiglione a Casauria (Pescara), chiesa di S. Maria Assunta. 4. San Biagio. Pasquale Bianchi. Avetrana, Collegiata.

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5. San Biagio (1511-12 c.). Pedro Fernandez da Murcia. Barcelona, Museu Nacional d’Art de Catalunya.


cia.

IL SANTO VESCOVO

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1. Miracolo di San Biagio (ex voto; maiolica di Castelli, 1620). 2-3. San Biagio (incisioni dei secoli XVII e XVIII).

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4. San Biagio protettore di cittĂ (incisione; sec. XVIII).


IL SANTO VESCOVO

1. San Biagio. Torricella Sicura (Teramo), chiesa di San Bartolomeo.

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2. Busto di San Biagio (sec. XX). Alanno (Pescara), chiesa dell’Assunzione.

3. San Biagio (legno dipinto; sec. XIII). Chieti, Curia Arcivescovile. 4. Busto di San Biagio. Pietranico (Pescara), chiesa di San Rocco.

5. Macchina processionale con San Biagio (incisione; sec XIX). 6. Busto di San Biagio. Castiglione a Casauria (Pescara).


ec XIX). ra).

IL SANTO GUARITORE

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1. San Biagio guaritore, in alto, e scena del lupo che restituisce il maiale, in basso (affresco; sec. IX). Roma, basilica inferiore di S. Clemente.

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2. San Biagio. Scultura di Scuola portoghese (1475-1500). Collezione privata. 3. San Biagio venerato a Ogy per i mali degli occhi (incisione; sec. XVIII).

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4. San Biagio guaritore della gola (incisione; metĂ sec. XVIII). 5. Storie di San Biagio (pagina miniata; sec. XIV). Roma, CittĂ del Vaticano.


IL SANTO GUARITORE

1-12. Immaginette sacre con San Biagio che guarisce il bambino soffocato dalla lisca di pesce.


IL SANTO GUARITORE


IL SANTO ORANTE E INTERCESSORE

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1. San Biagio orante. Goriano Sicoli (L’Aquila), palazzo Paolucci. 2. Immacolata con i santi Biagio e Nicola. Pasquale Bianchi. Erchie, chiesa di S. Nicola.

3. San Biagio in gloria (1808). Sulmona (L’Aquila), Cattedrale. 4. San Biagio con i santi Pasquale, Chiara e Cristina in adorazione. Giovanni Stano. Lecce, Museo Provinciale Sigismondo Castromediano.

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5. Madonna della Sanità e i santi Biagio e Donato. Giovanni Papagiorgio (?). Manduria, chiesa di Santa Maria di Costantinopoli.


IL SANTO FRA GLI ANIMALI

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1. I santi Biagio e Spiridione con il gregge. Mosca, Museo Storico. 2. San Biagio. San Vito dei Normanni (Br), Cripta di San Biagio.

3. San Biagio nella caverna con animali e nel momento dell’arresto (1621). Palma de Majorca.

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4. San Biagio e il miracolo del porcello. Sano di Pietro. Siena, Pinacoteca Comunale.


IL SANTO E IL MARTIRIO

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1. Sano di Pietro, Martirio di San Biagio (sec. XV). Siena, Pinacoteca. 2. Gaspard de Crayer, Martirio di San Biagio (sec. XVIII). Bruxelles, Museo delle Belle Arti.

3. Gandolfino da Roreto (notizie fra il 1493 e il 1518). Storie di San Biagio (collezione Gruppo Bancario Sanpaolo).


IL SANTO E IL MARTIRIO

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Martirio di San Biagio. Pacecco De Rosa (1607 - 1656). Lecce, Museo Provinciale Sigismondo Castromediano.


IL SANTO CON I SANTI

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1. Madonna con i santi Giovanni Battista e Biagio (sec. XV). L’Aquila, Museo Nazionale. 2. San Biagio con i quattordici santi ausiliari in un’immaginetta sacra.

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3. Adorazione dei pastori con i santi Giovanni e Biagio (sec. XVI-XVII). Castel del Monte (L’Aquila), chiesa di San Marco. 4. Madonna con Bambino e i santi Biagio e Giacinto (1848). Casoli (Chieti).


IL SANTO FRA I SANTI

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1-4 . Giudizio Universale. Michelangelo Buonarroti. Veduta d’insieme e particolare con San Biagio. Città del Vaticano, cappella Sistina. 2-3. Il Paradiso. Nando di Cione. Veduta d’insieme e particolare con San Biagio. Firenze, chiesa di S. Maria Novella, cappella Strozzi.

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IL SANTO E LE RELIQUIE

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1 - 2. Bracci-reliquiari di San Biagio nel Duomo di Giulianova (1394) e a Vacri (Chieti). 3. Busto-reliquiario di San Biagio (sec. XVII). Teramo, Chiesa di S. Agostino. 4. Busto-reliquario di San Biagio (1641). Pescara, chiesa di S. Domenico.

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5. Cofanetto-reliquiario di San Biagio. Penne (Pescara). 6. Busto-reliquiario di San Biagio (sec. XVIII). Canzano (Teramo), congrega del SS. Sacramento. 7. Reliquiario di San Biagio. Namur, cattedrale di Sant’Albino.

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mento.

LA CAPPELLA E LA MASSERIA

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a cappella, di origini molto antiche, fu edificata sui resti di una costruzione altomedievale che, crollata nel XVII secolo, venne riedificata nel 1716; l’anno seguente fu donata la statua raffigurante San Biagio. Sulla porta d’ingresso è scolpito lo stemma del Comune di Salve risalente al 1717. Nelle absidi sono presenti tracce di affreschi dall’età bizantina in poi.

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La masseria sorge sul sito dell’antico casale di San Biagio. Un viale immette in un primo recinto con alcune mangiatoie - ricavate nello spessore degli alti muri a secco - e un palmento, al cui interno sono i resti di un apiario. Una porta consente poi di accedere nel cortile (con al centro una cisterna), sul quale prospetta l’edificio principale munito di caditoie per la difesa. Al pianterreno due arcate, precedute da un pergolato con colonne in pietra, sostengono un balcone continuo al primo piano, al quale si perviene mediante una scala esterna che, ramificandosi, consente di raggiungere anche il piano superiore di una torre colombaia cilindrica (1577) decorata in alto con una fascia di archetti alternati a mensole. Su un altro lato del cortile è un ambiente in origine adibito a mangiatoia. Sul retro della masseria sono altri spazi, chiusi e aperti, destinati al ricovero degli animali.


LA CAPPELLA E LA MASSERIA



Provincia di Lecce

Comune di Salve

Santu Lasi | San Biagio: un santo, una cappella, una masseria

Si ringraziano il Comitato Feste della Parrocchia di San Nicola Magno di Salve; il progetto “Viaggiando con le Pro Loco” per aver contribuito alla manifestazione insieme con le “Pro Loco” di Sant’Agata di Puglia (FG) e Ruvo di Puglia (BA), nonché con quelle di San Biagio Platani (AG) e Salemi (TP). Si ringraziano in particolare il sindaco Lorenzo Russo, l’amministrazione comunale di Sant’Agata di Puglia e Gerardo Lionetti; Vita Basile ed Elio Dongiovanni per i collegamenti con le “Pro Loco”; Corrado Cazzato, Giacomo Grande.

MoviMedia - Lecce

mostra e opuscolo a cura di Antonio Cassiano, Vincenzo Cazzato e Brizia Minerva Salve - masseria “Santu Lasi” - 3 febbraio 2010


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