4 minute read

Velocità, sostenibilità e investimenti: così la L.A.I.T. di Castellanza batte la crisi

Ho sempre creduto nella sostenibilità ambientale: l’immagine dell’azienda ne guadagna

L.A.I.T. Srl Via Monsignor Colombo, 34 - Castellanza Tel: 0331/48.20.95 email: info@lait-imballaggi.it | www.lait-imballaggi.it

Advertisement

Velocità, sostenibilità e investimenti: così la L.A.I.T. di Castellanza batte la crisi

È tutta una questione di tempo: come usarlo e, soprattutto, usarlo bene. Alla L.A.I.T. Srl (Lavorazione Artigiana Imballaggi Trasparenti) di Castellanza, l’epidemia da Covid-19 ha imposto un arresto che è durato tra le due e le tre settimane. Troppe per non pensare al Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato, attivato da subito per fare da “cuscinetto” ad una situazione imprevedibile e in parte rientrata «con la presenza alternata, e in sicurezza perché su “chiamata”, dei nostri collaboratori. Una volta messa in chiaro la situazione, soprattutto di fronte alle diverse richieste di lavorazioni da parte di clienti che stavano ripensando la loro produzione, lentamente si è rientrati tutti in azienda con il giusto distanziamento. Un momento di assestamento per capire come procedere», commenta Luca Ballarin, uno dei due soci della L.A.I.T..

Dall’età di cinque anni sempre in azienda. Con papà Ernesto

Poco più di quarant’anni, un diploma in Psicopedagogia in tasca e poi in azienda. In realtà, in azienda «dall’età di cinque anni» ad annusare l’aria di casa. Non una semplice passione, la sua. In officina, però, lui e papà Ernesto ci sono andati anche durante il picco più alto della pandemia perché «attraverso i contatti nella rete, alcuni produttori anche nuovi si sono fatti vivi. Alcuni si sono fermati, mentre altri – le imprese del settore farmaceutico e alimentare – hanno continuato a lavorare. Da parte nostra ci ha avvantaggiati la certificazione Moca, che abilita il contatto del materiale di imballaggio con il prodotto alimentare».

Lean production ed economia circolare: le scelte che fanno bene all’azienda

Però, il tempo è tiranno e il business corre sempre più sul filo dell’urgenza. Così alla L.A.I.T. si è ragionato sui punti di forza – la lean production è già una realtà – e su quello che potrebbe assicurare uno scatto nelle prestazioni: da un lato portare al proprio interno quelle lavorazioni fino ad oggi affidate a terzisti esterni e dall’altro puntare su un’organizzazione produttiva basata sull’economia circolare. Dice il giovane imprenditore: «Vorrei che i nostri scarti interni venissero recuperati e riutilizzati in modo maggiore. Il progetto legato all’economia circolare è nell’aria perché richieste in questo senso ci arrivano già dai nostri clienti e noi, su questa partita, ci siamo ma non come vorremmo. D’altronde, ho sempre pensato che il futuro di un’impresa fosse legato anche ad un aspetto di sostenibilità ambientale: è un impegno che fa bene all’immagine dell’azienda».

Puntare sulla rapidità e sugli investimenti

«In realtà, questo momento storico ci impone riflessioni ancora più legate alla velocità – dice Ballarin. E il tempo, che è una risorsa sempre più rara anche per chi produce, deve essere

ottimizzato. Da qui l’esigenza di una nuova organizzazione per non subire arresti di tempo nelle consegne da parte di terzi: questo ci permette di giocare non solo sulla rapidità ma anche sulla qualità del prodotto. Un must che da noi è sempre stato rispettato, perché lavoriamo su imballaggi che sono veri e propri “abiti su misura” con tanto di accessori (ganci, adesivi, concept grafico). Politene e polipropilene con i quali si può avvolgere di tutto: dagli ami da pesca ai cuscini. E se per i primi, che rientrano nell’ampio spettro dell’hobbistica, la confezione rappresenta il biglietto da visita di ciò che contiene il packaging, quindi deve essere lucente e accattivante, nel caso dei secondi ci viene richiesto di dare specifiche particolari al consumatore finale. Tutto questo richiede investimenti in nuovi macchinari e nuovi accessori. Senza trascurare la materia prima di altissima qualità e la cura nella realizzazione del prodotto: ogni passaggio è controllato nei minimi particolari».

Il tempo non basta mai: il dna della L.A.I.T. “corre”

Luca Ballarin, che con il tempo ha costruito un rapporto sfidante, sottolinea che «durante la pandemia di tempo non se ne è perso. Accantonando per un attimo il Covid-19, è dalla precedente crisi – quella del 2009 – che sono cambiate le commesse: prima erano inferiori di numero con una quantità di pezzi importante, poi siamo arrivati a tante, piccole commesse. Da allora, la nostra produzione è diventata più celere perché la gestione aziendale era già cambiata calibrandosi su tempistiche diverse. Questo ci è rimasto nel dna: non le nascondo, infatti, che anche prima della pandemia quando arrivava un ordine lo si portava quasi subito in produzione. Di conseguenza, anche la velocità è diventata un must della L.A.I.T.».

La comunicazione in rete per rimettere in pista i contatti

In questi ultimi mesi, un concetto ha interessato tutte le imprese: non si può scegliere di cambiare; lo devi fare. È anche per questo che nell’azienda di Castellanza la comunicazione è qualcosa di sempre presente ma alla quale dedicare i giusti approfondimenti. Luca Ballarin ne è convinto: «Abbiamo un sito – http://www.lait-imballaggi.it/ – e io ho aperto un account su LinkedIn. Nel prossimo futuro aprirò anche una pagina aziendale perché sono cambiate le modalità di ricerca del cliente: prima di contattarlo ti informi, ne vuoi sapere qualcosa in più, cerchi di costruirti una mappa per proporgli da subito quello che potrebbe soddisfare le sue esigenze. La “rete”, purtroppo o per fortuna, è indispensabile: anche un’azienda deve passare da lì. Per seguire la clientela in un certo modo e rimettersi in pista in modo nuovo».

2020

This article is from: