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Eleonora, in azienda per papà: «Tutta la forza l’ho trovata per lui»

Orgogliosa di essere donna in un’azienda meccanica: le sfide non finiscono mai

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Eleonora, in azienda per papà: «Tutta la forza l’ho trovata per lui»

Ha 58 anni, Mauro Mazzalovo, e da sette è su una sedia a rotelle: la moto gli ha cambiato la vita. Sua figlia Eleonora, 33 anni, di vite ne ha cambiate due: la sua, perché per entrare in azienda ha abbandonato il praticantato in uno studio da commercialista dopo la laurea in economia e commercio, e quella di suo padre. Perché ad aver accelerato il passo verso Industria 4.0 è stata lei: connessione macchine, controllo da remoto, magazzini automatizzati, gestionale di produzione, applicazione delle nuove tecnologie anche all’organizzazione aziendale.

Lo sprint che ci voleva tra tanta paura e qualche litigata

Lei con suo padre: «In ospedale ci ha passato un anno intero e poi è arrivata la riabilitazione – dice la giovane. Gli telefonavo per confrontarmi su quello che avrei voluto fare. Lui mi guidava e mi consigliava, ma in azienda – da sola – ci sono rimasta per due anni. Paura? Tanta. Era domenica quando mio padre si fece male; il lunedì ero già in azienda e il giorno dopo il primo guasto ad una macchina: in pochi mesi ho messo firme ovunque per due leasing. La forza l’ho trovata per lui». E il percorso non è ancora finito: «Quante litigate con papà, ma ora abbiamo trovato un equilibrio che ha portato ad un grande cambiamento: Industria 4.0 ci permette di affrontare i colli di bottiglia dell’organizzazione ed è un valore da comunicare ai clienti».

Niente oratorio, solo torni: «La meccanica è il mio mondo»

Se il motore della Mem Srl di Castelseprio è fatto da una squadra più che mai affiatata (dai dieci collaboratori del 2011 si è passati ai diciotto di oggi), la forza che muove Eleonora giorno dopo giorno è la passione per la tecnologia e l’insegnamento. Quello che ricevi in officina, al fianco di chi ne sa di più. La storia di Eleonora nasce da lontano: dal nonno che le diceva «la meccanica è il tuo mondo» e da papà Mauro, che diceva “no” all’oratorio feriale a favore dei torni. E così è andata: la giovane cresce in azienda, copia a mano i programmi per le macchine, quando un dipendente si ammala è lei a cambiarsi d’abito e a mettersi sui centri di lavoro. Perché, dice l’imprenditrice con spontaneità, «la meccanica è un bell’ambiente: è qualcosa di materiale, ti stimola a fare sempre meglio, ti mette alla prova con i nuovi linguaggi di programmazione e sai benissimo che dopo cento e cento volte, un lavoro può ancora migliorare». Allora è facile, per Mauro, abbandonarsi ad un complimento. Uno dei pochi in tutti questi anni: «Questa figlia è una vera soddisfazione».

Donna tra i maschi, ma ce l’ho fatta

Perché è stata lei, ancora una volta, a dire a suo padre una volta tornato in azienda che il mondo era cambiato. Erano gli anni in cui la crisi batteva forte, e in quel passaggio tra il 2012 e il 2013 accadde qualcosa di imprevedibile. Lo ricorda Mauro: «Ha sempre avuto ragione Eleonora: ero mancato dall’azienda per due anni e il modo di fare impresa era stato

completamente rivoluzionato. Io le dicevo che aveva abituato male i clienti; i clienti la chiamavano per dirle “speriamo che con il ritorno di tuo padre non si ricominci come prima”». Non è stato facile, anche perché Eleonora ama la meccanica ma si è trovata «donna tra i maschi. Se ci ripenso: mio padre che stava malissimo e io che dicevo ai collaboratori che avrebbero lavorato diversamente con schede di lavoro mai usate prima. In un primo momento penso che la considerarono come un’invasione di campo, e allora chiedevo a papà. Poi, però, la resistenza al cambiamento è caduta e senza di loro non ce l’avrei mai fatta: sono in gamba. Inoltre, come donna sono più che orgogliosa di Elena Castelli: lei di anni ne ha trenta e opera sui centri di lavoro, come me».

Eleonora detta “Emma”: il tempo libero passato alla fresatrice

Mauro ed Eleonora sono una squadra nella squadra: lui entrò nell’azienda del papà, Francesco Mazzalovo, nel 1988. E dice: «A 28 anni ho firmato il mio primo contratto per l’acquisto di nuove macchine. Allora alla Mem si producevano particolari per i refrigeratori industriali, poi siamo passati al valvolame e oggi ci stiamo concentrando sul settore dell’oleodinamica con componenti per i cilindri idraulici, le macchine della plastica e del vetro, quelle per il tessile e del packaging. L’adeguamento tecnologico è un must oggi come lo era allora. Però, quella prima firma: non vi dico la paura e capisco Eleonora». Che in azienda, proprio come papà, non conta le ore e lavora – se necessario – anche la domenica: «Gli amici dicono che lavoro troppo e mi prendono in giro: qualcuno mi ha soprannominato Emma (come la Marcegaglia), mentre altri dicono che voglio fare il Pil italiano tutto da sola. Se serve, però, il sabato mi metto al centro di lavoro e faccio esperienza perché so che a comandare la mia vita sono i mercati. Dove rendo meglio? Sulla fresatrice, la mia macchina preferita».

È tempo di export: avanti tutta

Eppure, dopo tanto impegno Eleonora non è ancora contenta. Ha studiato, ha scelto, ha dimostrato di potercela fare ma non si sente «realizzata. Per avere una mia specializzazione vorrei seguire un master sulla gestione dei rapporti con i clienti (perché considerano positivo il fatto che una donna si intenda di meccanica) o un audit per l’organizzazione interna dell’azienda. Inoltre, la nostra quota estera è piuttosto bassa: abbiamo un solo cliente ed è in Polonia. Il mio prossimo impegno sarà questo, ma la fresatrice non la lascio».

2019

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