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Il trolley “etico” made in Arcisate conquista i giganti del super lusso

Comportamenti e scelte green: la Certificazione Etica è un passo che coinvolge tutti

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Il trolley “etico” made in Arcisate conquista i giganti del super lusso

Difficile crederlo, ma a volte la colla si attacca ovunque. Anche al bilancio di una piccola realtà produttiva. Chiedetelo ad Alessio Travetti, che alla Travetti Srl – impresa di cinque dipendenti specializzata nella realizzazione di strutture in termoformatura e particolari per trolley e borse da viaggio – ha rallentato la propria produzione per circa quattro mesi per trovare una colla adatta 100% ecosostenibile.

La SA8000: l’etica si misura e si applica

A chiederlo all’imprenditore è stato un grosso brand della moda mondiale per l’applicazione della maniglia – prodotta dall’impresa di Arcisate – all’ultimo trolley nato per intercettare un target di pubblico giovane e smart. Questo poco tempo fa, considerato il fatto che da tre settimane il nuovo prodotto è stato lanciato sul mercato. La storia, però, non è cosa recente: «Lavoriamo con questo gruppo dal 2008, e nel 2014 ci è stata chiesta la Certificazione Etica SA8000. Se dovessi descriverla con un’immagine, è come se qui – ogni giorno – ci fossero tutti quegli organi che hanno il compito di controllare quello che fa un’azienda». Spieghiamo il perché: la certificazione SA8000, dove SA sta per Social Accountability, è uno standard internazionale che certifica alcuni aspetti legati alla gestione dell’impresa: il rispetto dei diritti umani, quello dei diritti dei propri dipendenti, la tutela contro lo sfruttamento dei minori, la sicurezza e la salubrità sul posto di lavoro. «Ma anche – aggiunge Alessio Travetti – la responsabilità aziendale in fatto di lavoro, paghe e orari, tutela ambientale e sistema manageriale. La SA8000 monitora tutto: non solo casi di discriminazione in base al sesso, all’età o alla religione ma anche casi di mobbing. E poi la gestione dei rifiuti, il clima aziendale, il versamento dei contributi, la tua responsabilità nei confronti del rispetto dell’ambiente. E i bilanci».

Da venti a due, cento contro cinque: la rivincita dei piccoli

In un’epoca in cui si sta spingendo su comportamenti e scelte green, la Certificazione Etica è un passo che «dapprima sconvolge, perché devi entrare in un ordine diverso di idee, e poi coinvolge tutti: titolari, collaboratori, fornitori, subfornitori (nel caso ce ne siano) e clienti. Si tratta di una “filiera virtuosa” che premia ciò che fai. Quindi quando ci è stato chiesto, noi ci siamo buttati». Ma prima di arrivare alla famosa maniglia con colla eco-friendly, la Travetti ha passato una selezione non facile. Lo ricorda l’imprenditore: «Il marchio aveva scelto venti imprese in tutto il mondo: siamo rimasti in due. Noi, con i nostri cinque dipendenti, e un’azienda tedesca che di lavoratori ne conta più di cento. Ci siamo aggiudicati la commessa, forse perché oggi uno fra i più grandi valori richiesti è proprio la dinamicità della piccola impresa e il suo essere resiliente a tutto».

L’audit, il codice etico e la lean production

Soddisfazione totale, ma per iniziare il percorso che porta alla SA8000 la Travetti ha dovuto sostenere un primo audit con Intertek, la società certificatrice esterna che ha “misurato” la corrispondenza dell’impresa di Arcisate con i parametri richiesti dalla certificazione etica: «In quattro voci abbiamo raggiunto il punteggio massimo del 100%; in una sola ci siamo arrestati al 98% perché l’azienda non aveva un codice etico. Che abbiamo redatto in pochissimo tempo e pubblicato sul sito www.travetti.com, dove comunichiamo con trasparenza l’impegno dell’azienda attraverso il valore dato alla persona, alla professionalità, alla lealtà, alla riservatezza e alla sostenibilità», prosegue il giovane. Intertek ha intervistato, separatamente e senza alcun preavviso, prima i titolari e poi i collaboratori: vieni pagato regolarmente? I termini contrattuali sono rispettati? Come si lavora in azienda? Ogni anno l’audit viene rinnovato, ed ora che la Travetti Srl è in linea con i parametri, la vera difficoltà «sta nel mantenerli. Non per un fatto di etica, ma esclusivamente economico. Se da un lato siamo riconosciuti come fornitore serio, affidabile e che lavora nel rispetto delle normative vigenti (non che prima non lo si facesse, ma ora ci sono documenti certificati da timbri e firme) dall’altro è come se tu dovessi sempre ricominciare da capo per un miglioramento continuo». Quello che qui alla Travetti si è fatto già anni fa introducendo, in azienda, la Lean production.

Accettare le nuove sfide a viso scoperto

Con la Certificazione Etica, però, si è fatto un passo in più «perché anche i consumatori hanno maturato una sensibilità etica. Per essere all’altezza, devi essere flessibile ed elastico. E dimostrare di volerti sempre mettere in gioco. Accettare le sfide a viso scoperto». I vantaggi sono di tutti: da un lato la grande casa che si avvale di un’impresa dotata di tutte le garanzie, dall’altro l’azienda che si sente più sicura e preparata in quello che fa e dall’altro ancora i suoi collaboratori, che lavorano ancora meglio.

Non scoraggiatevi: insistete

Conclude Alessio Travetti: «Quando eravamo nel pieno della certificazione, un dirigente della griffe ad un certo punto ci ha detto “non scoraggiatevi: insistete”. Ci ha dato una carica che è difficile spiegare. Una spinta motivazionale che ti porta ad un “punto di non ritorno” dove il profitto, a fine anno, passa in secondo piano. Certo l’utile è importante, ma con la SA8000 si ragiona diversamente pensando la tua azienda in prospettiva: dove saremo fra dieci o vent’anni? Miglioreremo ancora? E come lavoreranno i nostri collaboratori? Insomma, si fa impresa con maggiore consapevolezza e questo è quello che conta. Anche per i miei figli: quando li porto in azienda e gli spiego cosa stiamo facendo, mi sento responsabile del loro futuro. E dico loro che è importante essere attenti ai particolari. Nel lavoro come nella vita».

2019

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