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Dieci chili di carta e due settimane di lavoro: alle pmi la burocrazia “pesa”

Non sempre è facile trasmettere l’eccellenza che rappresenti

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Dieci chili di carta e due settimane di lavoro: alle pmi la burocrazia “pesa”

Quasi dieci chili di carta (quando il bando di gara interessa un progetto che alla Multi Medical Services Srl di Gavirate definiscono “piccolo”) e due settimane di lavoro – sette giorni su sette, giorno e notte – per predisporre i documenti (migliaia di fogli) di un impegno “colossale”: intere scatole piene di disciplinari, elaborati grafici, computi metrici, capitolati, schemi di contratto, lista delle forniture previste. Il tempo che passa dalla vincita di un bando alla realizzazione dell’opera si conta, a volte, in anni. E poi il monitoraggio continuo delle piattaforme regionali dove vengono pubblicati i bandi: alla MMS c’è una risorsa che si dedica tutti i giorni solo a questo. Infine, tanta e tanta pazienza. Perché la burocrazia, per le imprese, ha un suo peso che mette un freno alla competitività e al bilancio.

Da Pesaro a Correggio: la dura lotta tra qualità e prezzo

Danilo Torri, titolare con la sorella Floriana della piccola impresa, la sola in tutta la Lombardia che si occupa della progettazione, installazione, commercializzazione e assistenza post-vendita di apparecchiature per la sterilizzazione e la disinfezione ospedaliera, obbligatorie ovunque ci siano attività chirurgiche, dal 2004 (anno di costituzione dell’impresa: dieci dipendenti contando i titolari) ha eseguito progetti piccoli e grandi. Tra i primi, l’ultimo in ordine di tempo, c’è la fornitura in corso d’opera ad una struttura sanitaria della Regione Emilia; tra i secondi la centrale di sterilizzazione per l’Ospedale di Pesaro che in azienda ricordano ancora tutti. Tanto è stato duro il lavoro di raccolta e compilazione del materiale. Duro e complesso. A dirlo è Torri: «Il Nuovo Codice Appalti ha fissato il coefficiente di rapporto tra qualità e prezzo a 70/30%, eppure nelle gare il criterio che fa la differenza è ancora il secondo. Allora tra i nostri compiti c’è anche quello di istruire i nostri interlocutori sull’importanza e sull’efficacia di apparecchiature d’eccellenza che soddisfino in pieno le loro esigenze e garantiscano efficacia, efficienza dei processi ed affidabilità per molti anni».

La burocrazia che rende piatto il valore

Rivenditori per grandi marchi del settore (primi fra tutti MMM – Muenchener Medizin Mechanik GmbH – e poi Trilux, Dr. Weigert e Renosem), gli imprenditori sottolineano che «la qualità dei documenti è determinante per poter vincere le gare: ci vuole la massima attenzione per far risaltare il valore di quello che fai, anche se la carta appiattisce tutto. E non sempre è facile trasmettere l’eccellenza che rappresenti». Anche perché «nel pubblico, che fa il 70% del nostro fatturato, non c’è un vero responsabile della sterilizzazione – prosegue Danilo. Solitamente è la caposala a fare emergere il bisogno di una apparecchiatura. Questa ne parla al direttore sanitario che, a sua volta, si confronta con il direttore amministrativo. Il capitolato arriva dopo».

Il progetto che fa la differenza

E quando si vince, la Multi Medical Services progetta. Perché

è questo il plus valore dell’azienda di Gavirate. Ancora Torri: «La struttura ci consegna la “scatola vuota”, cioè gli spazi che andranno a comporre la centrale di sterilizzazione. Noi pianifichiamo, organizziamo e progettiamo i flussi di tutti i materiali che vanno sterilizzati passando da un’area sporca ad una pulita ad una, infine, sterile. Ma quando serve curiamo anche il replacement, cioè la riorganizzazione di strutture già dotate di apparecchiature di sterilizzazione». Per quanto riguarda la sterilizzazione, il processo a cui viene sottoposto il materiale è sufficientemente semplice perché può essere termica (con vapore saturo a 134 gradi; ogni ciclo dura 45 minuti) o chimica (per esempio con perossido di idrogeno).

Settore di nicchia, ma gli spazi vanno conquistati

Danilo, che gira l’Italia e il mondo (la MMM è un gigante del settore con 1.200 dipendenti, un fatturato di circa 200 milioni di euro nel 2017 e il 70% di share sul mercato tedesco), sa di rappresentare apparecchiature che sono l’espressione della più alta qualità in Europa. Mercato di nicchia? «Sì, lo è. Ma questo non vuol dire che non ci sia concorrenza. Però i primi sei mesi del 2018 sono stati buoni: abbiamo venduto sedici apparecchiature e nel nostro Paese, dal 2004 ad oggi, ne abbiamo installate più di duecento. Ovviamente con un gran lavoro di assistenza, perché ogni macchina ha una durata media che va dai venticinque ai trent’anni». La regione più attenta? «L’Emilia Romagna». Anche se l’Italia è lunga e stretta, e si va dalla Sicilia al Friuli-Venezia Giulia: «Gli spazi non mancano, il 90% dei contratti si chiude con gare pubbliche ma in alcune situazioni contano ancora tanto i rapporti personali».

Una famiglia di specialisti

Ma alla MMS le difficoltà si superano con una squadra che lavora con la complicità di una famiglia dove know-how, esperienze e professionalità – una risorsa è dedicata al disegno con cad e un’altra alla gestione dei tre tecnici che fanno assistenza lungo la nostra Penisola – sposano in pieno lo slogan della tedesca MMM: “Proteggiamo la salute dell’umanità”. Bandi permettendo.

2018

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