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Lei 28 anni, lui 24: storia del coraggio di due fratelli che da dipendenti diventano titolari

Nella nostra azienda nessun one-man show: l’unione delle persone fa la forza

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Lei 28 anni, lui 24: storia del coraggio di due fratelli che da dipendenti diventano titolari

«Quando sono andata dal notaio per firmare le carte ero incinta di 8 mesi e spaesata. Al mio fianco c’era mio fratello, che era molto più forte e deciso di me, però neolaureato, quindi anche lui stava imboccando una strada molto rischiosa. Siamo contenti di aver fatto quella scelta, 10 anni fa. Se non ci fossimo stati noi, probabilmente l’azienda ora non ci sarebbe più». È il 2009 quando Monica Torretta e il fratello Michele decidono di fare il grande passo e, davanti al notaio, firmano le carte per acquisire un ramo dell’azienda dove lavorano (che è per il 20% della madre). Nasce MTM Energia. Un’impresa titanica e folle, vista dai loro occhi. Lei 28 anni e un bimbo in arrivo. Lui 24 e una laurea in ingegneria meccanica fresca di stampa. Dopo 10 anni, l’azienda che progetta e produce impianti di cogenerazione è ancora proiettata verso il futuro e ha appena messo un piede in Europa. La ricetta dei fratelli Torretta? Aver rivoluzionato il modo di pensare e organizzare l’impresa.

Cambiare la mentalità aziendale: addio one-man show

«La prima cosa che abbiamo fatto – racconta Michele, che in MTM è anche technical manager – è stata quella di cambiare la mentalità aziendale alla quale eravamo abituati, che era il one-man show. Abbiamo cercato di trasformare l’azienda in un’impresa autonoma in grado di valorizzare procedure, metodo e prodotto, non la singola persona». Lo hanno fatto imparando a delegare in maniera adeguata e formulando delle procedure interne. Il tutto con un’ottica: alleggerire l’azienda, eliminando il superfluo e abbattendo i costi fissi. «La nostra idea è quella di avere, come dipendenti interni, quelle figure che mantengono in azienda il know-how, come ingegneri e responsabili di processo, che garantiscono continuità aziendale e un costante aumento del livello qualitativo. Le attività come la saldatura o le installazioni elettriche le affidiamo invece ad aziende specializzate». MTM alimenta quindi l’indotto della zona per la parte di costruzione, mentre si occupa direttamente della progettazione degli impianti, l’installazione e la manutenzione.

Dalla crisi alla ripresa grazie alle persone

Non è stato però sempre tutto rose e fiori. Dopo il botto iniziale, garantito nel 2010 anche dagli incentivi sugli oli vegetali (che fanno funzionare gli impianti di cogenerazione), anche per loro sono arrivati i momenti bui. «Nel 2012 – confida Monica – abbiamo avuto una crisi vera, con cassa integrazione parziale. I dipendenti da 10 sono scesi a 5. Poi pian piano ci siamo ripresi. La volontà di andare avanti, la competenza delle persone e la loro unione, sono stati fondamentali per arrivare dove siamo oggi». Monica mette l’accento sull’“unione delle persone” e lo fa per un preciso motivo. È laureata in psicologia e in azienda è HR manager. «La cosa più difficile in

questo momento è la gestione dei conflitti, riuscire ad avere il giusto punto di vista su tutti, capire se c’è una difficoltà e come risolverla. Non posso pensare che ci sia qualcuno che si sveglia la mattina e va a lavorare di malavoglia».

Dall’Egitto alla Francia, e non è finita qui

In dieci anni le cose sono cambiate molto. Un’azienda destinata a morire (dopo l’acquisizione infatti l’altra azienda è stata messa in liquidazione) è rinata dalle sue ceneri. Ci sono impianti MTM anche in Egitto e in Francia e la volontà è quella di consolidarsi sul mercato europeo. Al lavoro, comunque, si sa, ci sono alti e bassi. Ma c’è sempre quell’istante, anche piccolo, anche apparentemente insignificante, che ti fa dire: sì, ne vale la pena. Monica, quell’istante, ce l’ha bene impresso nella mente. «Ogni volta che il container con l’impianto installato se ne va via sul camion con la scritta in bella vista MTM Energia è un’emozione incredibile. Sono sicura che a tutti viene la pelle d’oca. È come un bimbo che è cresciuto e se ne va con le sue gambe. Quindi va bene, sforziamoci, preoccupiamoci, ma alla fine gioiamo del nostro lavoro».

2018

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