editoriale
Si fa presto a dire
SOSTENIBILITÀ Mai come quest’autunno si è vista la voglia di ripartire dopo le meritate vacanze. Con una pandemia non debellata, ma almeno sotto controllo. Con una situazione internazionale con molte tensioni politiche, ma con un’economia globale che ha ripreso la strada della crescita. Con un’Italia che si ritrova in uno scenario del tutto inedito: una sostanziale stabilità politica e una forte possibilità di spesa grazie ai fondi europei.
di Spectator
Ripartire quindi. Su nuove basi e con ambiziosi obiettivi. Non solo crescita, ma anche sostenibilità. Non solo benessere, ma anche equità. Non solo lavoro, ma anche sicurezza e fiducia. Si fa presto però a dire sostenibilità, rispetto per l’ambiente, impegno contro i cambiamenti climatici. Si fa presto, magari senza accorgersi che le soluzioni possono creare più problemi di quanti ne possano risolvere. Non può certo essere una soluzione la decrescita, il mito del ritorno alla natura, l’imposizione per legge della frugalità. Non può essere una soluzione quella di introdurre divieti e nuove tasse, frenare l’economia e mettere le redini al mercato. Troppo spesso l’ecologia ha puntato il dito contro l’attività dell’uomo mettendo in secondo piano il fatto che proprio intelligenza e ragione possono invece creare l’innovazione vincente. Un esempio? La plastica è ormai entrata nell’uso
corrente delle famiglie. È una componente della vita quotidiana. Si può certo renderne più razionale la produzione e l’uso. Ma per controllarne le ricadute sull’ambiente invece di una qualunque plastic tax non sarebbe meglio incentivare materiali e procedure per il riciclo? È così che si parla tanto dei danni (reali) dell’inquinamento e si parla poco dei benefici (ancor più reali) dell’economia circolare. Perché è possibile utilizzare gli scarti, i materiali usati, i residui di lavorazione come nuove materie prime. Così come è possibile allungare il ciclo di vita dei prodotti, progettarne fin dall’inizio il loro smaltimento, ricercare nuovi materiali, integrare le filiere produttive attorno ad obiettivi di sostenibilità. Con un paradigma da non dimenticare. È solo la crescita che può creare lo scenario favorevole dal punto di vista economico, oltre che tecnologico, per l’innovazione. Una crescita che può consolidarsi solo se le imprese vengono messe in condizione di superare i vincoli e di sfruttare le occasioni. Anche le imprese, come le persone, hanno bisogno di spinte gentili e di logiche win win più che di logiche burocratiche, procedure bizantine e tassazioni aggiuntive.