consigli per le imprese
Lidia Romeo
www.impreseterritorio.org
Evitare di porre l’attenzione sulle singole peculiarità per adottare uno schema logico standardizzato, crea una fotografia della situazione, più oggettiva, essenziale e quindi più utile a individuare la strategia più efficace per migliorare i risultati, le performance aziendali
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CHI SI MISURA CRESCE
Non abbiate paura del “voto” Conoscere, scegliere e imparare ad interpretare al meglio gli indicatori chiave di performance (di seguito Kpi) può essere una grande risorsa di rilancio per tutte le imprese, anche quelle medio piccole. Ne è convinto Matteo Casadio Strozzi, docente di Gestione dei sistemi produttivi del Politecnico di Milano, che distingue tra indicatori di performance standard e indicatori personalizzati dalle aziende. Utilizzare i principali indicatori di rendimento, capaci ciascuno di misurare con precisione le performance aziendali da diversi punti di vista, permette di fornire alle diverse realtà un quadro schietto della situazione, confrontabile e funzionale al miglioramento. «Il grande potere di queste misure standardizzate è quello di riuscire a riportare realtà anche molto diverse tra loro a un’analisi oggettiva della situazione per individuarne punti di forza ma anche e soprattutto criticità, perché un indicatore basso non è un brutto voto, ma una grande potenzialità di crescita su cui lavorare – precisa Casa-
dio Strozzi – Il grande potenziale di questi strumenti sta proprio nella capacità di riconoscere pregi e soprattutto limiti, perché riconoscere questi limiti significa sapere su cosa puntare per sfruttare i margini di miglioramento». Gli indicatori per misurare le prestazioni aziendali vengono costruiti a partire dagli obiettivi e dalla funzione che si vuole monitorare: per valutare la performance della logistica si prendono in considerazione, ad esempio, velocità e puntualità risposta. Altri indicatori misurano invece le performance produttive con significative differenze a seconda del settore che sono chiamate a descrivere. «In questo momento bisognerebbe utilizzare indicatori che puntano a migliorare l’efficacia dei sistemi produttivi, valutando ad esempio quanti prodotti risultano “buoni al primo colpo”, cioè quanta produzione esce in modo corretto, senza bisogno di rielaborazioni e senza scarti. Un concetto applicabile anche ai servizi o al settore commer-