Autorizzazione del Tribunale di Bologna n.6858 del 26.11.1998
Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Aut. MBPA/CN/BO/0008/2015.
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Dicembre 2020
Ottobre
in questo numero:
In questo numero:
SPECIALE FARETE 2024
AGENDA 2030 ONU
L’attività di Confindustria Emilia per uno sviluppo sostenibile
Intelligenza Artificiale e mercati in crescita al centro della due giorni dell’Associazione ASSEMBLEA PUBBLICA
PREMIO MASCAGNI 2020
Trentadue storie di tenacia, impegno e cultura d’impresa
Sul palco il presidente di Confindustria Emilia Caiumi, il presidente di Confindustria Orsini e un “Giro del mondo in 90 minuti”
PREMIO ESTENSE
PREMIO ESTENSE
Aquila d’Oro 2020 ex aequo a Pablo Trincia e Concetto Vecchio
Le interviste ai quattro finalisti e al vincitore del 40° Riconoscimento Gianni Granzotto ISSN 2785-3071
Future Calling...
Hai mai immaginato come sarà il futuro della comunicazione aziendale? È alla portata di tutti, credi a noi. Il futuro è più vicino di quanto pensi: il suo nome è PROXIMA. PROXIMA è la piattaforma di Unified Collaboration completa, smart, dinamica e multilevel che ti permette di:
connettere il team di lavoro in modo semplice e intuitivo; collaborare su progetti in tempo reale aumentare la produttività e l’efficienza aziendale; migliorare la comunicazione interna ed esterna all’azienda. integrare Microsoft Teams ai servizi di telefonia aziendale.
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(E spero tu lo abbia letto intonando Joe Strummer) :
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Trasformiamo le tue idee attraverso il Regenerative Design for Manufactoring, governiamo tutto il ciclo di vita, dalla sua ideazione e al suo mantenimento analizzando tutti gli impatti, economici, ma anche ambientali e sociali.
Garc SpA SB è un’impresa rigenerativa certificata B Corp che opera nel settore delle costruzioni come EPC (Engineering, Procurement, and Construction), gestendo il ciclo completo dell’edificio e garantendone, come O&M (Operation and maintenance), l’efficienza operativa.
Bellezza, sicurezza ed efficienza si fondono per dare vita al vostro progetto, migliorando il benessere di chi lo vive.
numero 65 ottobre 2024
DIRETTORE RESPONSABILE
Raffaella Mazzali
EDITORE
FARE S.r.l.
via San Domenico, 4 - 40124 Bologna tel. 051 6317111 - fax 051 356118
DIREZIONE E REDAZIONE
Confindustria Emilia Area Centro
ART DIRECTOR
Lorella Luccarini - Confindustria Emilia Area Centro
Sede legale e operativa: via San Domenico, 4 - 40124 Bologna tel. 051 6317111 - fax 051 356118 www.confindustriaemilia.it
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Poste Italiane S.p.A.
Spedizione in abbonamento Postale 70% Aut. MBPA/CN/BO/0008/2015. Gli articoli presentati possono non rispecchiare le posizioni di Confindustria Emilia che comunque li ritiene un contributo sul piano dell’informazione e dell’opinione
vita industriale di Marco Taddei, Laura Ansaloni, Silvia
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ABILITÀ,
Cari Colleghi,
l’undicesima edizione di Farete si è dimostrata, ancora una volta, un crocevia di incontri, persone, idee. Un esempio dell’unicità del nostro mercato manifatturiero, capace di dare valore e investire nel futuro, sia nella rivoluzione messa in atto dall’Intelligenza
Artificiale sia nella formazione delle nuove generazioni e nell’aggiornamento costante dei professionisti.
Sono assolutamente convinto che l’AI sia un elemento imprescindibile del nostro domani, e vorrei che la nostra Emilia fosse il pilota unico nell’adozione dell’Intelligenza
Artificiale nel manifatturiero. Pur con grandi ritardi sul fronte degli investimenti rispetto ai grandi paesi europei, dobbiamo concentrarci nell’adottare le soluzioni AI. Le nostre imprese, in questo aspetto, sono un unicum, un esempio da seguire.
Abbiamo voluto darne un esempio, a Farete, realizzando un villaggio dell’Intelligenza
Artificiale, in cui alcune aziende associate ne hanno mostrato concretamente l’impiego nella manifattura e nei servizi. Gli ospiti hanno potuto vedere in tempo reale come i prodotti e le parti si muovono lungo una catena di fornitura o negli hub logistici.
Aiutare i giovani a svilupparsi professionalmente, ma anche formarsi a ogni età: quella del lavoro e delle nuove competenze è una nostra assoluta priorità, perché a chiedercelo è la rivoluzione dell’AI. E proprio a Farete è stata annunciata una importante novità, in casa nostra: l’istituzione di un interlocutore unico, con l’integrazione di Nuova Didactica in Fondazione Aldini Valeriani, che dà vita così alla nuova Scuola di Industrial Management di Confindustria Emilia Area Centro, un centro di eccellenza formativo unico nel suo genere e tra i primi a livello nazionale.
Ma non solo, abbiamo annunciato anche l’avvio del progetto “Ti Oriento”, lo sportello di orientamento per i genitori che lavorano nelle nostre oltre 3.400 imprese associate (un bacino di 190 mila famiglie), per colloqui singoli con tutti i genitori. È fondamentale fornire strumenti utili ad aiutare i ragazzi nella scelta dei loro percorsi formativi successivi.
Anche questo significa fare impresa, perché sempre più l’attenzione alle persone e ai modelli organizzativi faranno la differenza nella competizione mondiale.
Valter Caiumi
Presidente
Confindustria Emilia Area Centro
Marco Taddei
Laura Ansaloni
Silvia Conforti
Raffaella Mazzali
Generoso Verrusio
AEMILIA WORKNET, AL FIANCO DELLE IMPRESE PER GESTIRE I RAPPORTI DI LAVORO
La sostenibilità nei rapporti di lavoro è un insieme di pratiche che mirano a creare un ambiente lavorativo equo, sicuro e rispettoso per tutti i dipendenti. Questo concetto non riguarda quindi solo la tutela ambientale, ma comprende anche aspetti sociali ed economici, come la protezione dei diritti dei lavoratori, l’equità retributiva, le opportunità di sviluppo professionale e la promozione del benessere generale. “In questo contesto assume un ruolo di fondamentale importanza l’Asse.Co, acronimo di ASSEverazione COnformità dei rapporti di lavoro, uno strumento di certificazione che consente alle imprese di dimostrare che i loro contratti rispettano determinati standard di qualità e legalità, riducendo così il rischio di contenziosi e sanzioni”. Parola di Nicoletta Meloncelli, CEO di Aemilia Worknet società tra professionisti che si occupa di consulenza del lavoro e gestione delle risorse umane con studi a Bologna, Ferrara, Modena e Venezia. “L’Asse.Co promuove la trasparenza e la fiducia tra datori di lavoro e dipendenti contribuendo a creare un ambiente di lavoro sostenibile e inclusivo. Questo processo di certificazione incoraggia le aziende a considerare l’impatto delle loro azioni non solo in termini economici, ma anche sociali e ambientali”, prosegue Meloncelli. L’asseverazione di conformità è una specifica certificazione che viene rilasciata dopo un processo di verifica che coinvolge consulenti del lavoro i quali, attraverso un’analisi approfondita, attestano la conformità dei contratti alle leggi e ai regolamenti applicabili. “Aemilia Worknet ha all’interno della propria struttura consulenti del lavoro che da anni effettuano due diligence nelle operazioni di acquisizioni aziendali e che hanno quindi maturato le specifiche competenze per poter guidare le imprese nel processo di asseverazione, partendo da un audit che fotografa la situazione aziendale, individuando eventuali criticità e, se del caso, adottando specifici correttivi per assicurare che la gestione del
vita industriale
personale sia conforme alle normative vigenti”, spiega il CEO di Aemilia Worknet. Quali sono i principali vantaggi per le imprese che ottengono l’Asse.Co? “Prima di tutto, l’asseverazione dei contratti offre una maggiore sicurezza giuridica, riducendo il rischio di contenziosi legali e sanzioni. Le imprese possono inoltre beneficiare di maggiori punteggi nell’assegnazione degli appalti e, non da ultimo, il miglioramento dell’immagine aziendale: dimostrare di essere una realtà virtuosa con un impegno concreto verso la legalità e la responsabilità sociale, migliora anche la reputazione dell’azienda sul mercato”, sottolinea ancora Meloncelli.
Le prospettive future sono molto promettenti perché le aziende che investono nella sostenibilità dei rapporti di lavoro si posizionano come attori responsabili e innovativi, pronti ad affrontare le sfide del futuro.
“Investire in relazioni di lavoro sostenibili non è solo un obbligo etico, ma una strategia vincente per affrontare le sfide del futuro, creando valore per tutti gli attori coinvolti; in un mercato sempre più attento alla sostenibilità e alla collaborazione tra imprese, queste aziende avranno un vantaggio competitivo significativo, attirando talenti e risorse, fidelizzando il proprio personale e garantendo ai terzi il pieno rispetto delle regole nella gestione delle risorse umane”, conclude il CEO di Aemilia Worknet, Nicoletta Meloncelli.
ANCE EMILIA LANCIA UN LABORATORIO
SULLA LEADERSHIP FEMMINILE
“Ciao a tutte… ho pensato che questa, anche se semplice, può essere proprio una frase da leadership al femminile: ‘convincere è meglio di vincere’. L’ho sentita dalla preside della scuola di mia figlia, una donna di grande carisma che da tanti anni dirige una scuola con gentilezza e determinazione. Mi ha colpita e me la sono scritta sulla scrivania perché mi piace l’idea di portare a casa dei risultati includendo il punto di vista degli altri piuttosto che imponendo il mio”. In queste poche righe, scritte al termine di una giornata lavorativa probabilmente piena e faticosa da un’imprenditrice all’interno di un gruppo Whatsapp in cui sono coinvolte altre diciotto donne che, come lei, sono ai vertici di aziende del settore edile, è annidato lo spirito che contraddistingue il laborato-
Nicoletta Meloncelli, CEO di Aemilia Worknet
rio permanente sul tema della leadership al femminile. Promosso con il prezioso supporto dell’associazione di cui fanno parte –ANCE Emilia Area Centro: i costruttori di Bologna, Ferrara e Modena – il laboratorio è nato per condividere esperienze, lavorare su temi comuni, generare idee per migliorarsi e migliorare l’ambiente in cui si opera quotidianamente, in un mondo storicamente e tipicamente maschile come quello edile. “Da persone che all’inizio non si conoscevano, è nato velocemente e in maniera naturale un contesto in cui si scambiano velocemente non solo informazioni legate al business, ma anche e soprattutto pensieri, esperienze ed emozioni, un laboratorio decisamente fuori dagli schemi, guidato dalla coach Eleonora Gennarini, psicologa del lavoro con esperienza pluriennale nella conduzione di gruppi e nello sviluppo di competenze manageriali, in cui le partecipanti hanno potuto sperimentare tra le varie tecniche anche quelle dello psicodramma”, spiega il gruppo di 19 imprenditrici. Il battesimo ufficiale del laboratorio si è tenuto lo scorso novembre nella sede bolognese di ANCE Emilia e a questo primo incontro ne sono seguiti altri anche a Ferrara e Modena per quello che è già diventato un appuntamento fisso e duraturo. “Giornate intere passate insieme, solo apparentemente sottratte all’attività d’impresa, con un ROI (return on investiment), volendo usare un temine noto a chi fa impresa, elevatissimo”, continuano le partecipanti al laboratorio. Fanno parte del laboratorio permanente sul tema della leadership al femminile contribuendo ad animarlo: Cinzia Anderlini dell’azienda Anderlini Luciano, Silvia Baietti di Link Studio, Ilaria Baraldi di Albanella, Erichetta Campagnoli di Campagnoli, Cristina Dallacasa di Costruzioni E. Dallacasa, Gaia Diegoli di Castello D’Argile Hotel e Campagnoli, Lena Ferrari di RS2 Architetti, Rossana Gabrielli di Leonardo, Stefania Galletti di Galletti Strade, Chiara Gandolfi di Clef, Emma Grassilli di Costruzioni E. Dallacasa, Cristiana Neri di Mario Neri, Lucia Polastri di Alchimia laboratorio di restauro, Mariella Raspadori di Riam, Giuseppina Romeo di DS Costructions, Rossella Roncon di Domino Costruzioni, Sonia Sottili di Co.im, Anna Tambini di NL Properties e Margherita Zaccarelli di AeC Costruzioni.
IDROGENO,
LA CHIAVE
DEL FUTURO DEL GRUPPO B&T PER IL DISTRETTO CERAMICO
La transizione energetica rappresenta la chiave di sviluppo necessaria perché il distretto ceramico possa continuare a crescere. Un processo che va sostenuto attraverso un’intensa e costante attività di Ricerca & Sviluppo. Oggi, il mix energetico (gas naturale, idrogeno e blending) sembra essere la migliore risposta percorribile per garantire una transizione sostenibile, soprattutto in quelle applicazioni fortemente energivore come trasporti, industrie del vetro e della carta, acciaierie e, naturalmente, la ceramica. Proprio grazie a ingenti investimenti in R&D, Gruppo B&T di Formigine, nel modenese, specializzato nella produzione di impianti “chiavi in mano” per l’industria ceramica e del quarzo agglomerato a livello mondiale, con una presenza capillare in tutti i mercati, dispone già di tecnologie all’avanguardia anche nell’utilizzo dell’idrogeno nelle proprie macchine termiche, con tre brevetti già depositati e case history di successo in Italia e in Europa.
“Investiamo da tempo sull’utilizzo dell’idrogeno”, dichiara Fabio Tarozzi, amministratore delegato e presidente di Gruppo B&T, “e quest’anno abbiamo realizzato un forno industriale per la cottura di lastre ceramiche alimentato dal 60% di idrogeno. Entro un paio d’anni saremo in grado di realizzare una linea completa su scala industriale composta da atomizzatore, essiccatoio e forno, alimentati da un minimo di 60% fino al 100% di idrogeno”. Una tecnologia che è già stata applicata nella ceramica portoghese Revigres, con il primo forno TITANIUM®H2 predisposto per il funzionamento con miscele di idrogeno al 60%, autoprodotto tramite elettrolizzatori ad alta portata e alimentati da un parco fotovoltaico. Revigrés, azienda portoghese attiva da oltre 46 anni nel mercato della produzione di piastrelle ceramiche, ha, infatti, scelto Gruppo B&T per realizzare una linea produttiva completa per gres porcellanato 100% green, composta da SUPERA® RAPIDA, un essiccatoio orizzontale a 7 piani, un forno TITANIUM®H2, una decoratrice digitale DRYFIX e stoccaggio automatico di ultima generazione. Una rispo-
sta concreta alla sostenibilità, che permette da subito un importante abbattimento di emissioni di CO2. “L’obiettivo della massima sostenibilità dei processi è stato centrale anche nel progetto che abbiamo realizzato di recente nel distretto ceramico per Nuova Riwal (Gruppo Casalgrande Padana). Si tratta di una linea completa applicata all’intero processo: la pressatura senza stampo SUPERA® Rapida e la cottura con un forno TITANIUM®H2 progettato da Gruppo B&T, alimentato da un sistema di combustione a miscela idrogeno/metano fino al 30% in volume, nonché la linea TORNADO di Ancora per la squadratura a secco ad altissime prestazioni”, evidenzia il presidente e AD dell’azienda. In futuro, secondo Gruppo B&T, sarà però fondamentale un approccio di larga scala: occorre continuare a investire sull’intera filiera energetica, dalla generazione (con impianti di produzione di energia rinnovabile delocalizzati e non), passando per il trasporto (idrogenodotti e riconversione degli esistenti a gas naturale) fino alla distribuzione nei diversi settori. “Dobbiamo essere pronti ad affrontare una sfida epocale guidando il cambiamento con un’azione sinergica di sviluppo tecnologico, nuove infrastrutture e politiche industriali intelligenti. Occorre un’unità di intenti tra tutti gli stakeholder della filiera e occorre continuare ad investire: noi siamo pronti a fare la nostra parte”, conclude Fabio Tarozzi.
vita industriale
Fabio Tarozzi, amministratore delegato e presidente di Gruppo B&T
La nostra comunicazione è insostenibile.
Non ricicliamo
Di certo, non lo facciamo con le idee. In ogni progetto, partiamo sempre da zero.
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Ogni brand deve differenziarsi dai competitor. Solo chi si distingue resta in mente.
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BANCOLINI SYMBOL, UN SUCCESSO IL CONVEGNO SULLA CODIFICA UDI
Un convegno di approfondimento sulla codifica UDI, che è stato introdotto negli Stati Uniti, nell’Ue e in molti altri Paesi con lo scopo di poter monitorare e rintracciare i dispositivi medici lungo l’intera catena di fornitura del sistema sanitario. A promuoverlo, il 5 giugno scorso nell’innovation center di GS1 Italy, a Milano, è stata Bancolini Symbol Società Benefit, l’azienda bolognese partner delle imprese nella transizione digitale con sistemi e soluzioni per l’identificazione automatica e la raccolta dati. Definito da organismi internazionali con il contributo di molti Paesi, il sistema di codifica UDI (Unique Device Identification) prevede che un codice unico, numerico o alfanumerico, debba essere associato a ciascun dispositivo medico fin dalla sua fabbricazione, secondo
un calendario che, dal 2021, ha previsto e prevede precisi step anche in base alla classe di appartenenza dei dispositivi. Prima di immettere un dispositivo sul mercato, ogni fabbricante deve assegnare l’identificativo unico UDI (proveniente da uno degli organismi di rilascio designati dall’Ue) al dispositivo e a tutti i livelli esterni di confezionamento, applicandolo anche tramite etichetta o marcatura. Il codice racchiude le informazioni sul dispositivo in questione. All’interno dell’Ue il fabbricante deve inoltre assegnare ai suoi dispositivi un identificativo UDI-DI di base con le informazioni relative, ad esempio, ai certificati, alla dichiarazione di conformità, ai documenti tecnici e alla sintesi delle prestazioni cliniche e di sicurezza. Questo fa
sì che ogni dispositivo medico possa essere tracciato e rintracciato durante tutto il suo ciclo di vita, dalla produzione all’impiego, fino allo smaltimento. Se, da un lato, la presenza del codice UDI sui dispositivi medici riduce drasticamente errori, sprechi e inefficienze a vantaggio del sistema sanitario e di tutta la collettività, dall’altro i produttori di dispositivi medici e l’indotto del settore si trovano di fronte a tutta una serie di questioni di non facile soluzione. Fornire delle risposte era, appunto l’obiettivo del convegno nel corso del quale Bancolini ha chiamato a intervenire numerosi attori. Sistemir, società di consulenza esperta di regolamentazione medicale europea e marcatura CE di dispositivi medici, ha offerto una panoramica sull’intero processo di ottenimento e implementazione della codifica UDI, evidenziando le principali problematiche riscontrate e come anticiparle. GS1 Italy si è soffermata invece sul supporto che l’organo di rilascio dà al fabbricante e sui principali elementi coinvolti nell’implementazione dello UDI attraverso GS1. Infatti GS1 Italy, che in Italia rappresenta GS1 Aisbl, è l’unico ente italiano abilitato dalla Commissione Europea per il rilascio dei codici UDI ed è il solo che, attraverso gli standard globali GS1, mette a disposizione della filiera healthcare un linguaggio comune valido in tutto il mondo per tutti i settori merceologici. Bancolini Symbol, da parte sua, con la collaborazione di Axicon, punto di riferimento mondiale nello sviluppo e produzione di verificatori di codici, ha illustrato il rigoroso percorso che va dalla creazione alla stampa e alla validazione del codice. Infine, Zebra Technologies, primario produttore di sistemi e soluzioni di acquisizione e identificazione dati, ha spiegato come le etichette dei dispositivi non sempre siano di facile interpretazione e a volte non rispettino le indicazioni della normativa, motivo per il quale è conveniente affidarsi a dispositivi di lettura intelligenti, in grado di interpretare i diversi barcode presenti nell’etichetta. La partecipazione al convegno da parte delle aziende produttrici di dispositivi
medicali è andata ben oltre le aspettative, segno dell’interesse riguardo al tema. Gli interventi del convegno sono stati raccolti in un video a disposizione delle aziende interessate.
BPR NUTRITION, IN PRIMA LINEA PER IL BENESSERE QUOTIDIANO
Quasi vent’anni fa, nel 2006, dalla passione per il fitness nasceva BPR Nutrition. Inizialmente, con l’apertura del primo negozio multi-brand a Modena, nel 2007, la commercializzazione di integratori alimentari per sportivi rappresentava il core business dell’azienda; successivamente l’attività si è poi ampliata al settore dell’alimentazione dietetica, diventando punto di riferimento per tutti coloro che sono amanti dello sport e del benessere fisico. Oggi BPR Nutrition si caratterizza per la grande attenzione alla qualità e all’innovazione dei propri prodotti a garanzia del benessere dei consumatori. Con l’headquarter a Modena, dove lavorano dieci persone, e un magazzino di 1.400 metri quadrati, l’azienda ha sviluppato un’efficiente rete commerciale grazie a due negozi di proprietà a brand “Forma e Salute” e 377 negozi specializzati in tutta Italia. Inoltre, presidia il canale della GDO attraverso una catena internazionale del settore sportivo. Qualità, innovazione, unicità ed esperienza sono da sempre le parole chiave che hanno decretato il successo di BPR Nutrition nel corso di questi anni. “La nostra filosofia è
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Il nostro Gruppo, leader europeo nel brokeraggio assicurativo, opera a livello internazionale con 500 uffici in 50 Paesi. Le imprese si affidano a noi perchè sappiamo prenderci cura dei loro rischi attraverso una consulenza qualificata e soluzioni assicurative su misura, affiancandole ogni giorno per qualunque tipo di esigenza.
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fornire prodotti di altissima qualità che supportino le esigenze nutrizionali e di performance degli sportivi e appassionati di fitness. Crediamo fortemente che una nutrizione adeguata sia la chiave per raggiungere i propri obiettivi sportivi e mantenere uno stato di salute ottimale, per questo promuoviamo uno stile di vita sano per il benessere fisico attraverso un’alimentazione corretta”, dichiara Marco Menziani, amministratore unico dell’azienda. In particolare, la società modenese offre una vasta gamma di integratori, suddivisi in diverse categorie tra i quali: integratori per lo sport, formulati per migliorare le performance atletiche quali proteine, gainer, amminoacidi e creatine; integratori legati al benessere generale tra cui multivitaminici, minerali e antiossidanti per supportare la salute quotidiana; prodotti a supporto del controllo del peso e nel raggiungimento di una forma fisica desiderata, come pro-energetici e drenanti e prodotti specifici per favorire il recupero muscolare. Per quanto riguarda l’alimentazione, nel 2009 BPR Nutrition è stata la prima azienda in Italia a introdurre l’avena nel settore sportivo e, nel 2014, è stata pioniera nella produzione di avena aromatizzata e di preparati per pancake completamente “made in Italy”. Oggi il portfolio prodotti dedicato a questo specifico settore è molto ampio e prevede: farine di avena e fiocchi d’avena baby aromatizzati anche nella versione senza glutine; preparati proteici per pancake; peanut butter e nuts butter, tutti ottenuti esclusivamente dalla cernita e dalla tostatura di arachidi e frutta a guscio di primissima scelta e disponibili in ben 14 differenti versioni e vari formati; infine, confetture dietetiche e creme proteiche di altissima qualità. “BPR Nutrition non è solo un’azienda di integratori alimentari e alimenti per sportivi, ma è un partner nel percorso verso il benessere. Con un impegno incrollabile per la qualità e l’innovazione continuiamo a ridefinire gli standard del settore, offrendo prodotti che fanno realmente la differenza nella vita delle persone. Perché il benessere non è solo una meta, ma è un viaggio, e noi vogliamo accompagnare e sostenere i nostri consumatori in ogni passo del loro percorso”, conclude Marco Menziani.
CRESCITA E INNOVAZIONE:
I RISULTATI POSITIVI
DI CAMST GROUP NEL 2023
Camst group, società cooperativa benefit tra le principali aziende in Italia nei servizi di ristorazione collettiva, ristorazione commerciale e fieristica, catering, banqueting e faci lity services, ha chiuso il bilancio d’esercizio 2023 con risultati estremamente positivi che ne consolidano la posizione. Sono stati presentati lo scorso 28 giugno a Bologna, in occasione dell’Assemblea annuale dei soci e a seguito delle otto assemblee territoriali, i dati relativi al bilancio d’esercizio 2023 che restituiscono un anno soddisfacente per l’azienda nata a Bologna e operativa sul mercato da circa ottant’anni. Il bilancio d’esercizio 2023 ha registrato, infatti, un ritorno di fatturato a livelli pre-pandemia, con ricavi di 887 milioni di euro per il gruppo (+54 milioni di euro sull’esercizio 2022) e un volume di pasti prodotti di circa 85 milioni. Risultati che confermano un andamento positivo anche per i primi mesi dell’anno in corso, con un aumento del margine operativo del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un obiettivo che è stato possi bile raggiungere anche grazie al lavoro siner gico di 11.201 dipendenti di Camst group e 10.494 dipendenti Camst cooperativa. La cooperativa, inoltre, conta oltre 10mila soci. “Sono molto soddisfatto dei risultati raggiunti nel 2023: abbiamo chiuso un bi lancio in positivo che avvalora anni di scel te votate al consolidamento, nonostante le difficoltà congiunturali economiche e sociali che hanno caratterizzato l’ultimo triennio”, commenta Francesco Malaguti, presidente di Camst. “Stiamo andando nella direzione giusta e da qui dobbiamo continuare per dare ulteriore impulso alle nostre attività, puntando sempre di più su innovazione e sostenibilità, ormai fortemente connesse l’una all’altra, grazie anche alla realizzazione
di nuove partnership e collaborazioni”. Nel corso dell’Assemblea è stato presentato il FoodLab, il nuovo centro di ricerca e sviluppo della ristorazione di Camst group, dedicato alla sperimentazione delle ricettazioni delle linee a marchio GI Gastronomia Italiana. “I risultati di crescita sono stati determinati anche grazie allo sviluppo del segmento del catering per i grandi eventi, in particolare in
vita industriale
Francesco Malaguti, presidente di Camst
Specializzati nelle logistiche distributive
Porrini Group progetta soluzioni di Logistic Transport su misura, accompagnando il cliente verso soluzioni personalizzate. A supporto della Supply Chain In & Out, la divisione Logistica studia e progetta Idee grazie ad una Business Unit di Giovani e motivati ingegneri logistici.
CIAO COMUNICAZIONE COMPRA
L’EX CINEMA CAVOUR DI MODENA
A fine 2023 l’agenzia CIAO Comunicazione ha comprato l’ex cinema Cavour di Modena. E dalla scorsa primavera la società modenese ne ha preso possesso. “Quando ci sono entrato per la prima volta me ne sono subito innamorato”, ha ricordato nei mesi scorsi sulle colonne della Gazzetta di Modena Matteo Seghedoni, amministratore delegato della società. “Ero alla ricerca del luogo giusto per la sede modenese della nostra azienda. Non volevo vetri, acciaio, direzionali. Volevo un luogo che ci facesse sentire a casa”. La nuova sede si chiama Casa Ciao. L’ex cinema di corso Cavour è stato venduto a Seghedoni dalla Diocesi, più precisamente dalla chiesa Santa Maria degli Angeli detta del Paradisino che ne era proprietaria. “Ci occupiamo di comunicazione in tutto il mondo, ma siamo molto legati alle nostre radici modenesi, perché qui ci sono le nostre emozioni”, sottolinea sempre sulla Gazzetta Matteo Seghedoni. “Dovevamo trovare un luogo per contenerle, per crearne di nuove”. Giovane imprenditore modenese, Matteo inizia a lavorare nel campo della comunicazione all’età di tredici anni quando, ancora a scuola, inventa un sistema innovativo per la condivisione dei caricabatterie dei cellulari, dando vita al primo progetto di crowdfunding in Italia. Fondatore di Ciao Comunicazione, agenzia di marketing e comunicazione, è stato attivamente coinvolto nel panorama economico e sociale nazionale e internazionale. Nel corso degli anni, ha collaborato attivamente con oltre un migliaio di clienti in tutto il mondo. La capacità di svolgere il suo ruolo di Art Director gli permette di comunicare e trasmettere efficacemente i valori e gli obiettivi della sua attività sia esternamente che all’interno del suo team. A oggi la squadra è composta da più di trenta colla-
boratori, per lo più under 30, che contribuiscono al continuo successo di Ciao Comunicazione. L’operazione di compravendita da parte di Seghedoni è stata completata davanti a un notaio a fine dicembre 2023. Lo stabile è del 1700 e fu da sempre un teatro, in continuità con la chiesa del Paradisino, tanto che nei libri di storia della città portava proprio lo stesso nome. Durante e dopo la Prima Guerra Mondiale si era trasformato in una sartoria di abiti militari e dal 1945 è rinato come cinema. “Un luogo che ha fatto sognare, sperare, emozionare, intriso di ricordi e memoria, linfa vitale per andare nell’unica direzione che intendiamo intraprendere: il futuro”, rimarca Seghedoni. “Non una sede, ma una dichiarazione d’amore per una città, per un territorio, un luogo dove chiunque può sentirsi a Casa. Di giorno sede di lavoro e accanto la possibilità di creare eventi, appuntamenti culturali, occasioni di incontro e di confronto. A casa devi stare bene, la casa deve essere confortevole, è la tua creatura e così la devi sentire”, conclude l’amministratore delegato di Ciao Comunicazione.
COESIA E PWR, AL VIA UNA NUOVA
PARTNERSHIP
Nuova partnership strategica per Coesia. Il Gruppo bolognese, colosso mondiale delle soluzioni industriali e di packaging avanzate, ha annunciato infatti a luglio scorso di aver acquisito una partecipazione di minoranza in PWR (Packaging With Robots), primaria azienda a livello internazionale nei sistemi di confezionamento automatico robotizzato per l’industria alimentare. Questa acquisizione mira a creare nuove opportunità di business facendo leva su sinergie tecnologiche e geografiche. Con PWR, infatti, Coesia amplierà il suo portafoglio prodotti per fornire una linea completa di soluzioni di packaging automatizzate basate su sistemi di visione e robotica, migliorando la produttività dei clienti e la flessibilità in processi produttivi complessi. Con una sede a Bellshill, nel Regno Unito, e una operativa nei Paesi Bassi, a Ede, PWR è punto di riferimento nelle soluzioni di packaging automatico robotizzato per il settore alimentare. L’azienda, con oltre 2.500 robot installati in tutto il mondo, serve diversi segmenti come bakery, confectionary, snack e pet food collaborando con produttori del settore alimentare per sviluppare soluzioni di confezionamento automatiche, ed è specializzata nelle grandi linee multi-robot con sistemi di visione e tecnologia Pick
vita industriale
Matteo Seghedoni, amministratore delegato di Ciao Comunicazione
ACMA FESTEGGIA CENTO ANNI
Spegne cento candeline l’Anonima Costruzioni Macchine Automatiche, Acma, azienda di Bologna del Gruppo Coesia e tra i fondatori della “Packaging Valley” emiliano-romagnola. Dal 1924 l’azienda è specializzata nella progettazione e produzione di macchine automatiche e sistemi per l’imballaggio di prodotti per il largo consumo.
Fondata il 31 luglio 1924 con un capitale di 350mila lire, Acma ha iniziato il suo viaggio sotto la guida del suo primo amministratore, Gaetano Barbieri. Da allora, l’azienda ha definito gli standard del settore, specializzandosi nella progettazione e costruzione di macchine automatiche per l’imballaggio di prodotti per la cura della casa e dell’igiene personale, prodotti dolciari e alimentari. Tra i primi successi dell’impresa si annoverano le rivoluzionarie macchine per l’incarto e per la dosatura di polveri, insieme alle innovative soluzioni per l’incarto di caramelle e di cioccolatini.
Il successo commerciale e le difficoltà della guerra. L’azienda si è distinta per una florida crescita fin dagli albori, sviluppando nuove tecnologie. Durante gli anni Venti del Novecento, Acma ha ottenuto numerosi brevetti per le sue invenzioni pionieristiche, incluso un dosatore per polveri e una macchina rotativa per stampare e piegare fogli. Un approccio di forte determinazione che ha consentito ad Acma di affrontare il difficile periodo della Seconda guerra mondiale con resilienza e innovazione, continuando a innovare nonostante i danni subiti dagli stabilimenti a causa dei bombardamenti. Negli anni immediatamente successivi alla Seconda guerra mondiale, Acma ha dato vita a un processo di “spin-off” unico nel panorama industriale. Le officine e il reparto tecnico dell’azienda, infatti, sono stati per decenni una culla di grandi talenti. Da lì sono usciti i visionari progettisti che, nel dopoguerra, hanno dato origine a tantissime aziende del distretto. Dopo la morte di Gaetano Barbieri nel 1959, Acma è stata acquisita da Emhart Ag, passando successivamente sotto il controllo di Emhart Industries, e, in seguito, di Barry-Wehmiller Companies Inc. Nel 1986 è entrata a far parte di quello che sarebbe poi diventata Coesia, un gruppo di aziende specializzate in soluzioni industriali e di imballaggio altamente innovative, che opera globalmente sotto la guida di Isabella Seràgnoli. Oggi, Acma rimane un punto di riferimento nel settore dell’imballaggio, con una reputazione consolidata per l’innovazione, l’affidabilità e la qualità dei suoi prodotti e servizi. La spinta verso la tecnologia è tuttora presente nel dna dell’a -
zienda: ne è recente testimonianza l’ingresso di Acma nel settore dell’e-commerce con l’E-SWL, attraverso una soluzione per la creazione di shipping bags. Acma propone a questo settore, caratterizzato negli ultimi anni da una crescita esponenziale, una soluzione sostenibile, flessibile e di facile utilizzo. L’E-SWL realizza buste personalizzate, in base alle dimensioni del prodotto e con stampa desiderata dal cliente, impiegando una ridotta quantità di imballaggio rispetto alle soluzioni comunemente presenti sul mercato, risultando quindi attenta al risparmio dei materiali e dunque alla sostenibilità.
È stato inoltre recentemente inaugurato “Acma Next”, un laboratorio di ricerca e sviluppo interno all’azienda. Qui, grazie a una sinergia unica tra creatività e competenze tecnologiche, vengono esplorate le nuove frontiere delle tecnologie per il packaging, orientate a sviluppare prodotti sempre più sostenibili e all’avanguardia. Acma Next va quindi oltre il concetto di laboratorio: è un incubatore di idee che trasforma visioni in realtà tangibili. L’impegno è anche in questo caso rivolto a superare le aspettative, mettendo sempre l’innovazione e la responsabilità al centro del lavoro.
“Questo importante anniversario”, dice Daniele Ponzinibbi, CEO di Acma, “non è solo un’occasione per riflettere sul nostro viaggio da una piccola impresa artigianale a un’azienda parte di un Gruppo industriale internazionale, ma rappresenta anche un momento per guardare all’Acma del futuro, che sarà guidata da tecnologie all’avanguardia attraverso la sperimentazione continua in ricerca e sviluppo. Da pionieri della Packaging Valley immaginiamo un domani ricco di soluzioni innovative e sostenibili, sempre al fianco dei nostri clienti”.
vita industriale
Daniele Ponzinibbi, CEO di Acma
& Place. PWR collaborerà prevalentemente con le aziende di Coesia ACMA, Volpak, R.A Jones e FlexLink, condividendo conoscenze e competenze, creando un potenziale di espansione nei settori della cura personale e dell’e-commerce. Inoltre, grazie all’esperienza e alle infrastrutture di Coesia, PWR, che è tradizionalmente presente soprattutto in Europa e Australia, punta a espandersi anche in Nord America. Già a settembre, durante le Fiere Fachpack e PPMA, PWR ha presentato il proprio portafoglio di prodotti tecnologici presso lo stand di Coesia. “Siamo entusiasti della partnership con PWR e di lavorare con il suo team. Le competenze di PWR nella robotica e nelle applicazioni del settore alimentare arricchiranno sensibilmente il nostro portafoglio. Insieme, miriamo a fornire una linea completa di soluzioni di packaging innovative e integrate in vari settori”, dichiara Alessandro Parimbelli, CEO di Coesia. “La collaborazione con Coesia ci consente di espandere la nostra presenza e la nostra impronta sul mercato. Siamo convinti che questa sinergia possa avvantaggiare i nostri clienti, promuovere l’innovazione e migliorare ulteriormente la nostra capacità di integrazione tecnologica”, sottolinea Peter Mellon, managing director di PWR. Con sede centrale a Bologna, il Gruppo Coesia è specializzato in soluzioni industriali e di packaging altamente innovative. Le società di Coesia sono ai vertici nei campi delle macchine automatiche avanzate, delle soluzioni di processo industriale e degli ingranaggi di precisione. I clienti di Coesia operano in diversi settori quali l’aerospaziale, la ceramica, la farmaceutica, l’elettronica, la sanità, l’automotive, il tabacco, gli alimentari, i beni di consumo e i beni di lusso.
COSEPURI, BILANCIO 2023 IN CRESCITA
Il Consiglio di Amministrazione della cooperativa bolognese Cosepuri ha presentato all’assemblea dei soci lo scorso giugno il bilancio dell’esercizio 2023, che ha fatto registrare un valore della produzione pari a 39,6 milioni di euro, con una crescita del 7,8% rispetto al 2022, e un utile di 228 mila euro. “Siamo riusciti a realizzare un’importante crescita complessiva dei ricavi, già manifestatasi peraltro anche nei due precedenti esercizi, che ci ha portato ben oltre il livello raggiunto nel 2019 prima della pandemia, nonché un risultato economico dell’esercizio positivo e significativo”, dichiara Gino Onofri, presidente della cooperativa, che opera da oltre 50 anni nel mercato del trasporto tramite quattro divisioni operative: auto e bus con conducente, autolinee e trasporto merci. “Lo sviluppo futuro deriverà dalla capacità di investire sull’innovazione tecnologica, di prodotto e di processo, sulla digitalizzazione, sulla diversificazione delle attività e sull’allargamento delle stesse su scala territoriale nazionale”. Con oltre 250 imprese associate, per un totale di circa 500 addetti coinvolti e un parco mezzi composto da autovetture berline o monovolume top di gamma, bus GT, veicoli adibiti al trasporto merci e autobus di linea, Cosepuri affonda profondamente le proprie radici nel tessuto economico della città. Dopo avere inizialmente sviluppato la propria attività in diverse città dell’Emilia-Romagna, per poi organizzare una rete nel settore noleggio con conducente lungo l’asse Torino-Milano-Bologna-Firenze-Roma, proponendosi ai mercati turistici e imprenditoriali locali tramite imprese associate o collegate, nel 2020 la cooperativa, attraverso un processo di creazione di sinergie e relazioni a livello regionale e nazionale, ha stipulato un accordo di partnership commerciale con Uber, piattaforma tecnologica all’avanguardia a livel-
lo mondiale, mettendo a disposizione una parte del parco veicolare operante nell’area della Città Metropolitana di Bologna al fine di soddisfare le richieste provenienti dalla clientela della multinazionale. È dei mesi scorsi l’ampliamento della collaborazione in esclusiva con Uber anche nelle città di Ravenna, Modena, Reggio Emilia, Parma e relative province. Quanto al trasporto collettivo, nonostante le difficoltà di reperimento del personale viaggiante, Cosepuri svolge con continuità servizi turistici, fissi e scolastici, i cui ricavi nelle diverse aree territoriali di operatività sono incrementati in misura notevole, servizi di trasporto di alunni disabili con apporto di personale addetto all’accompagnamento e assistenza a bordo, nonché servizi di trasporto pubblico di linea nei bacini di Bologna, Ferrara e Reggio Emilia. Per quanto riguarda la divisione merci, l’azienda ha posto le basi per diventare un player di riferimento nell’ambito del trasporto speciale sanitario-ospedaliero, fornendo alle strutture di Bologna e dell’Emilia-Romagna un efficace collegamento in termini di approvvigionamento dei materiali e delle attrezzature, di ritiro e consegna immediata a temperatura controllata di materiale biologico, campioni di laboratorio, referti e farmaci, con un monitoraggio in tempo reale dello stato dei ritiri e delle consegne. Infine, relativamente all’impatto dell’azienda con il territorio e ai rapporti con le persone, i dipendenti, i fornitori, i clienti e, in generale, con le comunità con cui è in relazione, la cooperativa ha avviato un percorso finalizzato all’adozione di misure in alcune specifiche
vita industriale
Gino Onofri, presidente di Cosepuri
aree di interesse, quali rispetto ambientale, mobilità sostenibile, parità di genere, diversità, inclusione, welfare e sicurezza dei dati, con l’obiettivo di impostare una policy sulla sostenibilità da integrare, unitamente alle linee guida SA 8000, nella propria Politica Qualità Ambiente.
CPL CONCORDIA, PAOLO BARBIERI
RICONFERMATO PRESIDENTE
L’assemblea dei soci di Cpl Concordia, gruppo cooperativo multiservizi modenese attivo nell’ambito delle energie tradizionali e rinnovabili, ha approvato lo scorso 7 giugno il bilancio 2023, con risultati fortemente positivi: valore della produzione a 326 milioni di euro, rispetto ai 328 del 2022; Ebitda a 28,3 milioni di euro, pari all’8,7% del valore della produzione (era stato di 24,8
idrogeno, fotovoltaico e biometano su cui l’azienda sta svolgendo un ruolo primario di attivazione a livello nazionale, anche abilitando le aziende clienti ai fondi pubblici, PNRR in particolare. Nel corso dell’assemblea si sono tenute le elezioni per il rinnovo del consiglio di amministrazione che ha visto la conferma di Paolo Barbieri al vertice della cooperativa. Il riconfermato presidente Barbieri ha commentato: “Quanto realizzato nel 2023 conferma la validità di un percorso di rilancio intrapreso negli ultimi anni e rappresenta una solida base per l’attuazione del nuovo Piano Strategico, approvato a dicembre 2023 dal Consiglio di amministrazione per il periodo 2024-2030. Il Piano prevede obiettivi di consolidamento e di crescita degli attuali business, dove il mondo dell’energia con l’efficientamento energetico e il global service a beneficio dei clienti e della collettività rimane il core di Cpl Concordia. Inoltre, prevede obiettivi di sviluppo di nuovi business, come l’idrogeno, il biometano e il fotovoltaico per coglie-
milioni nel 2022, corrispondente al 7,6%); investimenti a 12 milioni di euro, di cui 4,2 milioni nell’attività di gestione calore, 1,2 milioni nell’ambito della cogenerazione, 2,2 milioni per l’acquisto di mezzi e attrezzature, 2,6 milioni per l’acquisto e lo sviluppo di programmi applicativi sia per software a uso interno sia per il mercato; utile netto a 10,2 milioni di euro, rispetto a 6,3 milioni di euro del 2022. Il 2023 è stato caratterizzato dal consolidamento e crescita nelle attività tradizionali, servizi di gestione calore, global service energetico, costruzione impianti energia, cogenerazione, pubblica illuminazione, natural gas, billing e Gnl. Inoltre, Cpl Concordia ha mantenuto il focus su
to di 200 mila euro rispetto all’anno precedente. L’organico di Cpl Concordia, a fine 2023 era composto da 1.607 lavoratori, in crescita di 136 dipendenti rispetto al 2022. L’accelerazione dei processi di trasformazione energetica su tutti gli ambiti industriali e della pubblica amministrazione porta oggi Cpl Concordia a definire un nuovo e ambizioso piano di assunzioni per il 2024 che prevede l’ingresso di 100 nuove risorse rispetto al 2023.
CRIT, CON FEDEGARI AUTOCLAVI
SALE A 30
IL NUMERO DEI SOCI
La compagine sociale di CRIT, società specializzata nello sviluppo di progetti di ricerca, trasferimento di conoscenze tecnologiche e analisi di informazioni tecnico-scientifiche, si rafforza con l’arrivo di un nuovo socio
re le opportunità del mercato e contribuire ad una sana e vera transizione energetica. Pilastri fondamentali per il raggiungimento di questi obiettivi sono l’innovazione tecnologica e digitale, quale ad esempio la nuova sfida/opportunità rappresentata dall’Intelligenza artificiale, e il forte impegno verso la valorizzazione della componente umana, in quanto i soci e i dipendenti rimangono il valore intangibile più alto e potente della cooperativa”. Anche per l’esercizio 2023, la cooperativa ha previsto l’erogazione di somme ai soci a titolo di ristorno, grazie al raggiungimento dei parametri economici che ne consentono la distribuzione. Il ristorno proposto è di 1 milione di euro, in aumen-
attivo nel campo dell’innovazione applicata alla manifattura. L’assemblea straordinaria di CRIT dello scorso 22 maggio ha infatti deliberato l’ingresso tra le aziende socie di Fedegari Autoclavi, gruppo industriale italiano con sede a Pavia e forte vocazione internazionale, specializzato nella realizzazione di macchine e impianti per produzioni farmaceutiche critiche. Sale così a 30 il numero dei soci di CRIT, tra i quali figurano i nomi principali dell’eccellenza tecnologica italiana (con particolare riferimento all’Emilia-Romagna) e internazionale. CRIT è una società privata con sede a Vignola, in provincia di Modena, nata nel 2000, specializzata nella consulenza tecnico-scientifica
vita industriale
Paolo Barbieri, presidente di Cpl Concordia
Marco Baracchi, direttore generale di Crit e Giuseppe Fedegari, presidente di Fedegari Autoclavi
BONFIGLIOLI ENGINEERING, 50 ANNI DI ECCELLENZA NEL SETTORE PACKAGING
Bonfiglioli Engineering, punto di riferimento mondiale nel settore del controllo del packaging farmaceutico, alimentare e metallico, ha festeggiato con orgoglio il suo cinquantesimo anniversario.
Fondata nel 1974 a Vigarano Pieve, in provincia di Ferrara, l’azienda che dal 2013 fa parte del gruppo americano TASI Group ha attraversato cinque decenni di successi, crescita e innovazione, consolidando la propria posizione di riferimento nel mercato globale come player strategico nel settore del packaging secondario.
L’azienda estense è attiva a livello mondiale nel controllo del packaging farmaceutico, alimentare e metallico e ha sempre riservato molti sforzi all’innovazione e allo sviluppo tecnologico, riuscendo a consolidare il proprio ruolo di rilievo nel settore.
“Sin dall’inizio della propria attività, Bonfiglioli Engineering si è distinta per il suo spirito innovativo nella creazione di macchinari di eccellenza. L’azienda ha costantemente adottato un approccio attento e aperto alla realtà circostante, esplorando nuovi modi di operare non solo nel campo tecnologico, ma anche adoperandosi nel costruire la sua comunità e un ambiente lavorativo inclusivo e moderno per i suoi 80 dipendenti”, dichiara Andrea Cavanna, managing director di Bonfiglioli Engineering.
Flessibilità, inclusività e impegno sociale sono portati avanti in maniera sempre più consapevole e profonda. Nel 2023 Bonfiglioli Engineering ha, infatti, ottenuto con orgoglio la certificazione della parità di genere Pdr 125:2021, collocandosi così tra le prime società in Italia ad aver raggiunto questo importante traguardo che testimonia l’impegno quotidiano nel promuovere la diversità e l’inclusione all’interno dell’organizzazione e oltre.
In questo senso, il managing director Cavanna rimarca l’impe -
ad alto livello: grazie a uno staff composto da ingegneri e laureati in materie tecniche, supporta le imprese nei processi di innovazione di processo e di prodotto, favorendo il trasferimento di conoscenze tecnologiche tra le aziende socie. Fedegari è stata creata per volontà dei fratelli Fortunato e Gianpiero Fedegari nei primi anni Cinquanta a Pavia. Inizialmente dedita alla produzione di diversi manufatti di carpenteria, ben presto si specializza nella produzione di autoclavi per la sterilizzazione concentrandosi progressivamente sulle applicazioni in ambito farmaceutico e di laboratorio. Fedegari è oggi azienda di riferimento globale per le
gno per la realtà locale: “Bonfiglioli Engineering è anche un membro attivo e responsabile della comunità: collaboriamo con vari enti del territorio per promuovere lo sviluppo sostenibile e sostenere iniziative sociali come quelle dei Bambini delle Fate, de I Frutti dell’albero e della cooperativa Il Germoglio. Inoltre, da anni ospitiamo con regolarità gli studenti delle scuole superiori ferraresi per contribuire al loro percorso di crescita e sviluppo. Siamo impegnati a fare la nostra parte per rendere il mondo un posto migliore non solo attraverso il nostro lavoro, ma anche attraverso le nostre azioni”. Il 19 giugno scorso si è festeggiato presso la nuova sede di Via Vespucci 20, a Ferrara, il cinquantesimo compleanno dell’azienda con una serata aperta a tutti coloro che ne hanno contribuito al successo, in primis gli 80 dipendenti e i loro familiari, assieme ai partner economici e alla comunità locale. “Bonfiglioli Engineering guarda al futuro con fiducia e determinazione, pronta ad affrontare le sfide che verranno e a continuare a guidare l’innovazione nel proprio settore”, conclude Andrea Cavanna.
prestazioni e per l’affidabilità delle sue macchine con una produzione caratterizzata da un’estrema integrazione verticale. “L’ingresso di Fedegari nella nostra compagine sociale porterà valore a tutte le aziende dei nostri network, grazie in particolare alle sue competenze nel campo di un settore ad alto contenuto tecnologico come quello della sterilizzazione, dell’industria farmaceutica e del biotech. Confidiamo che questa nuova collaborazione possa portare contributi di rilievo per la crescita e l’innovazione delle aziende socie e della stessa Fedegari”, commenta con soddisfazione Marco Baracchi, direttore generale di CRIT. “Siamo entu-
siasti della collaborazione con CRIT, la cui comprovata esperienza di supporto alle imprese su sviluppo e innovazione tecnologica la rende un elemento prezioso per i nostri piani di sviluppo attraverso un controllo più sempre più profondo delle conoscenze scientifiche”, afferma Giuseppe Fedegari, presidente dell’omonimo gruppo industriale lombardo. “Contribuire attivamente alla messa a punto di innovativi prodotti medicinali sterili è oggi obiettivo strategico del nostro Gruppo, che non si accontenta più solo di crescere nei volumi ma sceglie i clienti con i quali fare nuove esperienze”. Con un volume d’affari pari a 115 milioni di euro
vita industriale
nel 2023 e una forte vocazione all’export (circa 85%), Fedegari è oggi presente in più di 100 Paesi in tutto il mondo ed è principalmente attiva con proprie filiali laddove si producono farmaci e dispositivi medici sterili. L’obiettivo dell’azienda è quello di essere sempre più coinvolta nella messa a punto dei processi sterili al fine di contribuire attraverso le proprie competenze ed esperienze alla realizzazione di farmaci più efficaci e sicuri. Questo implica sovente la messa a punto di soluzioni non convenzionali che, in un’epoca come l’attuale in cui il settore delle scienze della vita è globalmente attivo nello sviluppo di farmaci innovativi, sono strumentali per la produzione efficiente di prodotti medicinali personalizzati.
CUBBIT, COMPLETATO UN ROUND DI FINANZIAMENTO
DA 12,5 MILIONI DI DOLLARI
Cubbit, il primo enabler di cloud storage geo-distribuito, ha concluso un nuovo round di finanziamenti del valore di 12,5 milioni di dollari. La nuova raccolta di capitali consentirà alla società di potenziare la diffusione della propria tecnologia presso i service provider e le imprese europee, permettendo loro di avere il pieno controllo dei propri dati, delle infrastrutture IT e dei relativi costi. I capitali raccolti sosterranno, quindi, la crescita di Cubbit in Europa partendo dall’area DACH, dai paesi francofoni e dalla Gran Bretagna e contribuiranno ad accelerare ulteriormente l’adozione della tecnologia di Cubbit, già in rapida espansione in Europa con oltre 350 clienti business e supportata dalle molteplici partnership internazionali,
tra cui HPE, Equinix, Exclusive Networks e Leonardo. Parte dei fondi saranno inoltre impiegati per consolidare e potenziare l’ecosistema di applicazioni software compatibili con la tecnologia abilitante di Cubbit, a supporto di progetti in diversi settori strategici, tra cui ad esempio quelli in ambito aerospaziale, della difesa, della sicurezza informatica, della sanità e della pubblica amministrazione. A guidare il nuovo round di finanziamento ci sono LocalGlobe, fondo che con i suoi 19 unicorni in portafoglio si è affermato come primo in EMEA tra gli oltre 10.000 investitori valutati secondo il report Dealroom 2023, ed ETF Partners, fondo di venture capital tra i leader in investimenti in sostenibilità in Europa. Fra i nuovi investitori anche Verve Ventures, 2100 Ventures, Hydra (holding del gruppo Datalogic), Growth Engine, Eurenergia e Moonstone. Hanno reinvestito nella società anche Azimut Libera Impresa Sgr – Azimut Digitech Fund (supportato da FNDX), CDP Venture Capital SGR (attraverso il suo Fondo Evoluzione) e Primo Ventures; mentre come investitori individuali hanno aderito alcuni key executive del settore, tra cui Fabio Fregi, ex country manager Italia di Google Cloud, Joe Zadeh, ex VP product di Airbnb, e Duccio Vitali, fondatore di Alkemy. La società è stata supportata nell’attività di fundraising dall’advisor Growth Capital. “LocalGlobe ed ETF Partners sono VC europei di primo livello, e quello in Cubbit rappresenta il loro primo investimento in Italia. È una grande, ulteriore conferma del potenziale di scalabilità della tecnologia geo-distribuita di Cubbit. Negli ultimi anni siamo cresciuti in modo significativo e abbiamo stretto accordi chiave con player mondiali come Leonardo, HPE ed Equinix: ora è arrivato il momento di passare al livello successivo”, dichiara Stefano Onofri, co-CEO e co-fondatore di Cubbit. Statista stima che nel 2025 verranno prodotti più di 180 miliardi di Terabyte di dati e il 75% di questi sarà creato e processato all’edge. Questa crescita esplosiva aumenta le complessità nell’orchestrazione dei dati, esponendo le organizzazioni a maggiori rischi di attacchi
informatici, compromettendo la sovranità dei dati e incrementando i costi di gestione. L’AI e la produzione media amplificano ulteriormente questa crescita incontrollata, sollevando crescenti preoccupazioni in relazione agli scenari geopolitici e alla tutela delle informazioni sensibili. “Tutte le aziende del mondo si trovano, o si troveranno presto, ad affrontare la sfida della gestione di enormi quantità di dati. Queste imprese non hanno bisogno di un ulteriore cloud provider, ma di un cloud enabler che permetta loro di salvarli con una soluzione che si adatti alle loro policy e strategie IT. Le organizzazioni dovranno mantenere il pieno controllo sui dati, semplificare i flussi di lavoro e ridurre i costi. Il ruolo di Cubbit è di aiutarle a realizzare ciò che prima non era possibile”, conclude Alessandro Cillario, co-CEO e co-fondatore di Cubbit.
DATALOGIC ENTRA
NEL REGISTRO SPECIALE
DEI MARCHI STORICI ITALIANI
Datalogic, colosso bolognese attivo nei mercati dell’acquisizione automatica dei dati e di automazione industriale ha ottenuto l’iscrizione del proprio marchio nel Registro Speciale dei Marchi Storici di Interesse Nazionale. Un riconoscimento prestigioso che attesta l’eccellenza e la rilevanza di Datalogic, azienda da sempre tecnologicamente all’avanguardia. Il Registro Speciale dei Marchi Storici di Interesse Nazionale riconosce il valore storico e identitario dei marchi che hanno accompagnato lo sviluppo economico e sociale del Paese per almeno cinquant’anni. Un patrimonio inestimabile che rappresenta la forza e la tradizione del tessuto imprenditoriale italiano. “Essere entrati a far parte del Registro Speciale dei Marchi Storici rappresenta per Datalogic un traguardo importante”, afferma Valentina Volta, CEO di Datalogic. “Si tratta di un riconoscimento ufficiale che testimonia la nostra lunga storia di innovazione, eccellenza e impegno, non solo a livello nazionale”. L’ingresso di Datalogic in questo registro esclusivo rappresenta un ulteriore tassello nella storia di successo dell’azienda. Nata nel 1972 a Bologna, grazie all’intuizione e alla
vita industriale
DUE TORRI, 50 ANNI DI STORIA CON LO SGUARDO AL FUTURO
Due Torri, azienda bolognese del Gruppo Franceschelli (proprietaria anche del pallet network One Express e di More Value, che offre servizi dedicati alle aziende che vendono i loro prodotti tramite e-commerce e marketplace) attiva nel settore della logistica integrata, festeggia nel 2024 i suoi primi 50 anni di vita.
Era il 1974 quando fu fondata da Bruno Franceschelli con l’intento di focalizzarsi sul trasporto e sulla distribuzione di merci. Sono bastati, però, pochi anni per ingrandirsi e avviare anche il servizio di logistica di magazzino conto terzi. Ad oggi, Due Torri è un’azienda 100% italiana con oltre 65 lavoratori che opera nel business della logistica integrata e specializzata nella consulenza e gestione di tutte le attività e i processi di magazzino, nella distribuzione e nella progettazione dei servizi logistici personalizzati e su misura.
Due Torri arriva all’importante appuntamento dei 50 anni dopo aver iniziato il 2024 con l’apertura della sua terza sede a Verona che segue le due inaugurate nel 2022 e 2021 e della sua prima sede a Milano. Nuova veste anche online a seguito del rebranding completato a fine marzo. La strategia di rebranding segue l’evoluzione naturale dell’azienda da provider logistico a partner strategico in grado di supportare la crescita dei propri clienti anche attraverso nuovi servizi e consulenze personalizzate.
Due Torri gestisce la logistica di merci nel settore editoriale, cosmeceutico, biomedicale e farmaceutico, chimico, elettrico ed elettronico, alimentare secco, industriale, meccanico, tecnologico e fashion. Mentre, per quanto riguarda i canali distributivi, è presente nel B2B con servizi di logistica e trasporto per le imprese attive nella stessa catena produttiva, nella GDO, nella vendita al dettaglio grazie all’esperienza maturata nei canali retail e Ho.re. ca. e nell’e-commerce, offrendo anche i servizi di logistica e distribuzione presso i centri logistici di Amazon.
Le tematiche ESG sono da sempre care all’azienda e, tra gli obiettivi, c’è anche quello di sensibilizzare tutti i dipendenti, collaboratori, clienti e partner sui temi della sostenibilità. L’attenzione passa dallo smaltimento dei rifiuti alla sostenibilità dei magazzini, della supply chain e dei trasporti ottimizzando le tratte, favorendo il full truck load, il truck sharing e proponendo ai clienti il trasporto intermodale, distribuzione last mile sostenibile nei centri cittadini.
“Siamo un’azienda con una storia consolidata, con un passato ben
radicato e idee chiare per il futuro: l’innovazione è, e sarà, la protagonista della nostra crescita. La base del nostro successo degli ultimi 50 anni? Personalizzazione, qualità di servizio, vicinanza e ascolto al cliente. Sono elementi su cui continueremo a investire per dare valore aggiunto a tutti i nostri clienti e partner”, dichiara Andrea Franceschelli, vicepresidente e direttore generale di Due Torri.
L’occasione per festeggiare questi 50 anni è arrivata durante “Innovalab – Celebrate Edition”, la convention annuale organizzata dall’azienda in cui speaker e massimi esponenti italiani sono invitati ad approfondire i topic trend dell’anno. Le tavole rotonde organizzate allo Stadio Renato Dall’Ara di Bologna hanno messo il focus su quelli che saranno i trend della logistica per il 2024 e il 2025 oltre alle sfide che il settore sarà chiamato ad affrontare. “I dati emersi durante Innovalab 2024 confermano che il settore della logistica italiana è in continua crescita e trasformazione. In un momento in cui, nonostante le tensioni politiche mondiali, si respira ottimismo, la logistica deve saper seguire le esigenze del mercato e sfruttare le opportunità che gli si presentano come le possibili espansioni verso nicchie e mercati emergenti e la sempre maggior attenzione alle tematiche ESG. Il tema della sostenibilità può fare da leva per raggiungere un business più stabile grazie a una gestione sana e responsabile che permetta di guidare il cambiamento senza subirlo”, prosegue Andrea Franceschelli. I motivi per sorridere non mancano visto che la logistica conto terzi ha mostrato un trend di crescita quasi ininterrotto dal 2009 ad oggi: se nel 2009 il fatturato delle aziende di logistica italiane era di 71,2 miliardi di euro, nel 2023 tale cifra ha raggiunto 112 miliardi di euro con una crescita del 57%. Numeri che mostrano come le aziende di logistica siano un importante motore per il Paese. Per Due Torri questi primi 50 anni rappresentano, però, un punto di partenza e lo sguardo volge già al futuro. “Ci stiamo preparando ad ampliare nuovi mercati e il portafoglio servizi, l’internazionalizzazione è alla base degli obiettivi futuri. Apriremo anche una nuova sede in Lombardia e rinforzeremo i servizi doganali per i nostri clienti”, conclude Andrea Franceschelli.
vita industriale
visione del fondatore Romano Volta, Datalogic ha conquistato una posizione di rilievo globale nel settore dell’automazione, grazie a una costante attenzione all’innovazione e a un impegno profondo per la qualità. I prodotti Datalogic sono utilizzati in una vasta gamma di applicazioni, dall’industria manifatturiera ai trasporti e logistica, dalla vendita al dettaglio alla sanità. Con quasi tremila dipendenti e la presenza in 30 Paesi, Datalogic rappresenta una realtà fortemente radicata in Italia, ma con uno sguardo aperto sul mondo. “Questo riconoscimento rappresenta un ulteriore stimolo a guardare al futuro con sempre maggior entusiasmo e determinazione, per continuare a contribuire al successo della tecnologia made in Italy nel mondo ed è dedicato a tutti i dipendenti Datalogic che, con il loro talento, la loro dedizione e la loro passione hanno contribuito a costruire una realtà hi-tech innovativa e di successo”, conclude Valentina Volta. L’azienda bolognese è entrata nella storia per aver fatto la prima lettura “commerciale” di un codice a barre e per la nascita del famigerato “beep” che sentiamo da sempre quando siamo in cassa. Dalla sua prima scansione il codice a barre ha rivoluzionato il settore retail, che ha cominciato ad adottarlo per migliorare la produttività del punto vendita e la gestione dell’inventario riducendo così, allo stesso tempo, gli errori di prezzo e la fatica fisica dei cassieri. L’azienda è specializzata nella progettazione e produzione di lettori di codici a barre, mobile computer, sensori per la rilevazione, misurazione e sicurezza, Rfid, sistemi di visione e marcatura laser. Datalogic vanta oltre 50 anni di storia, durante i quali ha conseguito risultati unici:
Valentina Volta, CEO di Datalogic
più di 1.200 brevetti in diverse giurisdizioni, 10 centri di ricerca e sviluppo (in Italia, Stati Uniti, Vietnam, Cina e Germania), migliaia di partner prestigiosi e clienti distribuiti nei cinque continenti. Vicinanza e risposta tempestiva alle esigenze di ciascun cliente, unitamente a continua innovazione tecnologica e a una offerta di alta qualità, sono gli elementi distintivi alla base del successo di Datalogic da oltre 50 anni.
AVERARDO ORTA
RICONFERMATO
PRESIDENTE DI E.C.H.O.
L’imprenditore bolognese Averardo Orta, ideatore e amministratore delegato di Consorzio Colibrì e delegato Aiop Bologna, è stato riconfermato lo scorso giugno alla presidenza di E.C.H.O. l’European Confederation of Care Home Organisations. Fondata nel 1989 a Bruxelles, E.C.H.O. è la confederazione nata per promuovere, in accordo con le istituzioni europee, il miglioramento del comparto sociosanitario, l’assistenza nell’ambito della terza età, ma anche delle disabilità, attraverso il principio della cooperazione di tutte le associazioni di categoria degli stati membri dell’Unione. Durante l’assemblea Generale, che si è svolta a inizio estate a Bruxelles, sono stati riconfermati anche Bernard Meurer di BPA (Germania) nel ruolo di vicepresidente, Sebastiano Capurso di ANASTE (Italia) come tesoriere e Alberto Echevarria di FED (Spagna) in veste di segretario generale. Il direttivo eletto rimarrà in
I componenti del board
E.C.H.O. 2024
carica per il biennio 2024-2026. “Il grado di civiltà di una società si misura da quanto si prende cura dei più fragili. Per assistere dignitosamente la popolazione anziana fragile nei prossimi anni servono investimenti urgenti e politiche comunitarie dedicate. La Confederazione Europea delle strutture assistenziali è pronta a fare la propria parte per condividere a livello europeo esperienze e conoscenze specifiche necessarie alla creazione di un nuovo welfare in grado di affrontare le sfide che ci attendono”, ha dichiarato il presidente Averardo Orta durante l’assemblea. L’invecchiamento della popolazione sta diventando infatti sempre più rilevante, come sottolinea l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo economico) nel suo annuale “Health at a Glance 2023”. Al 2050, la popolazione di età pari o superiore a 80 anni raddoppierà in media nei Paesi membri dell’OCSE, dal 4,8 per cento al 9,8 per cento. In media, nei Paesi OCSE le persone di 65 anni potrebbero aspettarsi di vivere altri 19,5 anni. Per quanto riguarda l’aspettativa di vita per chi ha 65 anni, è superiore di circa 3,3 anni per le donne rispetto agli uomini. Un divario di genere che dal 2000 non è sostanzialmente cambiato. Stili di vita non salutari e fattori di rischio per la salute rimangono prevalenti, ad esempio il 19,5 per cento della popolazione adulta convive in media con l’obesità. Altra questione di forte interesse è che 21 milioni di persone nei Paesi OCSE sono affetti da demenza. Se le tendenze attuali continueranno, questo numero potrebbe aumentare di quasi il 50 per cento entro il 2040, raggiungendo quasi 32 milioni di persone in tutti i Paesi OCSE.
vita industriale
Giappone, Italia e Germania hanno la più alta prevalenza di demenza. Infine, c’è un divario nell’accesso alle cure. La trasformazione digitale dei sistemi sanitari offre opportunità per migliorare l’assistenza clinica, la ricerca e la gestione del sistema. Tuttavia, solo nel 42 per cento dei Paesi il pubblico può accedere e interagire con i propri dati attraverso i portali sanitari elettronici esistenti. “Su tutte queste sfide, E.C.H.O. continuerà a impegnarsi per il futuro e a lavorare al fianco delle istituzioni europee”, ha concluso nel suo intervento il presidente Averardo Orta.
ENERGY INTELLIGENCE:
PARTNER TECNICO DELLA
COMUNITÀ ENERGETICA CENTESE
Otto pmi locali, due onlus e il fondamentale contributo tecnico di Energy Intelligence: sono questi gli attori che hanno contributo alla nascita di “Cento CER”, la Comunità Energetica Rinnovabile promossa dal Comune di Cento, in provincia di Ferrara, uno dei primi in Italia a dare vita a una CER sul proprio territorio. Energy Intelligence, società di San Giovanni in Persiceto, alle porte di Bologna, attiva nei servizi alle imprese per la transizione energetica, ha giocato un ruolo cruciale nella realizzazione di questo progetto, fornendo non solo il contributo tecnico per lo studio di fattibilità e la costituzione della CER, ma anche una visione integrata della Comunità Energetica come nucleo unificante che prevede la collabo-
razione tra istituzioni, tessuto produttivo e cittadinanza. Al centro di questa visione c’è la programmazione degli investimenti territoriali e l’utilizzo di risorse e aree già disponibili per gli impianti, come tetti di aziende, capannoni industriali e zone non adatte alla coltivazione, preservando così le aree naturali. L’idea portante è stata quella di aggregare nella CER nuovi impianti fotovoltaici realizzati da imprese (membri produttori) che aumenteranno progressivamente l’energia green a disposizione e, parallelamente, bilanciare la crescita dell’energia condivisibile con l’aumento dei prelievi da parte dei membri consumatori (PA, enti no profit, associazioni, enti religiosi, commercianti e singoli cittadini) che entreranno progressivamente nella Comunità. Un meccanismo virtuoso con ricadute crescenti in termini di benessere del territorio e di partecipazione sociale. La prima configurazione di Cento CER è partita all’interno dei confini del territorio servito dalla cabina elettrica primaria di Cento: un’area corrispondente a circa 100 chilometri quadrati, di cui 90% nel territorio comunale centese, oltre ad altre aree appartenenti ad altri comuni limitrofi. In particolare, ci saranno tre produttori fotovoltaici per una potenza installata a tetto di circa 1,5 MWp e due onlus che consumeranno virtualmente e istantaneamente l’energia eccedente (non autoconsumata) e immessa nella rete elettrica dai produttori. Alla configurazione iniziale seguiranno altri nuovi impianti e altri consumatori. Entro il 2025 la CER di Cento potrebbe verosimilmente aggregare una potenza fotovoltaica di oltre 2,5 MWp di generatori fotovoltaici distribuiti principalmente sui tetti degli associati, generando energia condivisibile per oltre 1,35 mln kWh/anno, pari al consumo medio di circa 500 famiglie. Caratteristica peculiare della nuova CER sarà la possibilità di essere “replicata” sui territori adiacenti. La presenza di Comitati di Indirizzo Territoriale composti dalle diverse tipologie di soci
I fondatori di "Cento CER"
della CER (produttori, consumatori, associazioni e PA) garantirà un coordinamento nelle scelte di investimento e delle loro ricadute. “Cento CER rappresenta un autentico progetto di Comunità Energetica promosso da un Comune ma nato grazie alla volontà di otto imprese radicate nel territorio e decise a promuovere insieme uno sviluppo più sostenibile finalizzato anche a migliorare la qualità della vita delle persone che ci vivono. Promuovere e ottimizzare la redditività di modelli di produzione, consumo e accumulo di energia green distribuito sul territorio è una sfida totalmente in linea con la mission di Energy Intelligence che da subito ha voluto sostenere questa bella iniziativa”, afferma Luca Bonzagni, amministratore delegato dell’azienda bolognese.
FONDAZIONE FRI, FORMAZIONE E INNOVAZIONE
NEL SETTORE MODA
Lo scorso 31 maggio, Fondazione Fashion Research Italy (FFRI), polo didattico, espositivo e archivistico, che dal 2015 dalla sua sede di Bologna si dedica alla formazione, all’innovazione e alla valorizzazione dell’heritage nel settore moda, ha ospitato le studentesse e gli studenti dell’IPSAS Aldrovandi Rubbiani di Bologna, in occasione del fashion show digitale “Tradition and Tech SS25”. “Da sempre attenta alla formazione, uno dei valori in cui FFRI crede maggiormente, la Fondazione ha lanciato una sfida alle alunne e agli alunni dell’IPSAS Aldrovandi Rubbiani: creare una capsule collection digitale prendendo ispirazione dalle innumerevoli suggestioni dell’Archivio Tessile di FFRI”, racconta il Cavalier Alberto Masotti, presidente di Fondazione Fashion Research Italy. Da questa sfida è nato Tradition and Tech, il cui concept è il fitto dialogo tra tradizione e digitale per valorizzare il sapere manuale artigianale con la selezione di motivi che ricordano ricami e motivi classici del mondo tessile come pois, righe, quadrettati e animalier, creativamente rielaborati attraverso la realtà digitale. L’evento del 31 maggio ha rappresentato il momento finale dell’iniziativa che ha permesso alle studentesse e agli studenti partecipanti di dare spazio alla propria cre-
vita industriale
In alto: l'evento conclusivo del progetto presso la sede della Fondazione
Sotto: Irene Falco, la studentessa dell'IPSAS Aldrovandi Rubbiani che si è classificata al primo posto
atività, elaborando ciascuno il proprio outfit. Tutti i progetti in concorso sono stati valutati da quattro professioniste del settore che hanno decretato la collezione vincente. Durante l’appuntamento è stata premiata la studentessa Irene Falco, che a soli 15 anni è riuscita a conquistare la giuria e ad aggiudicarsi il primo posto: una licenza della durata di dodici mesi per continuare a progettare le sue collezioni con il software Clo3D. “FFRI ringrazia le giudici Giusi Epifani, fashion designer e direttrice didattica delle tre sedi di Next Fashion School by Carla Secoli; Rossella Piergallini, docente e coordinatrice del corso di Fashion Design all’Accademia di Belle Arti di Bologna; Manuela Borgomanero, modellista e stilista di La Perla; Claudia Vanti, fashion designer freelance; le docenti dell’istituto Aldrovandi Rubbiani, Sonia Zito e Stefania Quistelli, per aver scelto la Fondazione come stretto collaboratore del progetto”, continua il presidente della Fondazione. L’interesse che FFRI ripone nella formazione si evince anche dalla conven-
zione di partenariato stipulata nel 2022 con FITSTIC, Fondazione Istituto Tecnico Superiore Tecnologie Industrie Creative, che ha portato alla nascita di un nuovo ITS Moda, il “Tecnico Superiore di processo e prodotto moda hi-tech e sostenibile”, con l’obiettivo di formare i futuri protagonisti del settore tessile, che affiancheranno i team di stilisti e tecnici in tutte le fasi di sviluppo del prodotto. “Perseguendo la propria mission di stimolare l’evoluzione della filiera moda, FFRI contribuirà a caratterizzare il corso in prospettiva digital e green per formare nuove generazioni di professionisti in grado di rispondere alle nuove sfide di questo settore all’avanguardia”, conclude Alberto Masotti. Al termine del corso che avrà inizio entro ottobre 2024 e si concluderà entro il mese di giugno 2026, e con il superamento di un esame finale, sarà rilasciato il Diploma di specializzazione per le tecnologie applicate con la certificazione delle competenze corrispondenti al V livello del Quadro europeo delle qualifiche EQF.
FLODRAULIC EUROPE
RAFFORZA LA PRESENZA IN ITALIA ACQUISENDO CEIMU
Flodraulic Europe, punto di riferimento globale nelle soluzioni di automazione e tecnologie dei fluidi, presente in Italia con una sede a Pontecchio Marconi, nel bolognese, a luglio scorso ha annunciato l’acquisizione di CEIMU, azienda specializzata nella progettazione, dimensionamento e costruzione di impianti oleodinamici, di lubrificazione e di automazione per le più svariate applicazioni industriali. Con 14 dipendenti e un fatturato di 6.2 milioni di euro nel 2023, CEIMU rappresenta un’aggiunta strategica per rafforzare e diversificare l’offerta di Flo-
draulic nel settore industriale. La mission del gruppo di origine canadese, che ha chiuso il 2024 con un fatturato globale di 410 milioni di dollari e circa 770 dipendenti, è chiara: continuare a espandere la propria presenza mondiale e a migliorare il proprio portafoglio di soluzioni. “L’espansione di Flodraulic in Europa è parte di un disegno industriale mirato a individuare aziende altamente specializzate nei vari ambiti dell’oleodinamica e dell’elettronica, con l’obiettivo finale di rafforzare sempre più la nostra posizione di System Integrator” spiega Massimo Dovesi, presidente di Flodraulic Europe. CEIMU si distingue proprio per la progettazione e la realizzazione di impianti oleodinamici, di lubrificazione e di automazione per diverse applicazioni industriali come le macchine per l’iniezione della plastica e gli impianti siderurgici. La competenza di CEIMU nella produzione di pannelli pneumatici e serbatoi, inoltre, rappresenta un vantaggio competitivo per tutto il Gruppo Flodraulic. Avere la possibilità, infatti, di produrre internamente questa tipologia di prodotti implica maggiore flessibilità, controllo dei costi e tempistiche di fornitura ridotte. “Un ulteriore punto strategico dell’acquisizione di CEIMU è la territorialità: Flodraulic, già presente a Padova con uffici tecnici e commerciali, può disporre ora anche di una presenza produttiva a Verona che diventa così il centro nevralgico del Gruppo per tutto il Triveneto”, evidenzia ancora il presidente di Flodraulic Europe. Grandi progetti, dunque, per CEIMU che, all’interno di Flodraulic Europa, è pronta a intraprendere un nuovo capitolo di crescita e innovazione sotto la guida dell’amministratore delegato, Maurizio Valentini, che mantiene il proprio ruolo, riportando direttamente al presidente del Consiglio di amministrazione Dovesi. “È una nuova sfida che sono pronto ad affrontare con entusiasmo e passione”, afferma Valentini. “Sono certo che un Gruppo come Flodraulic possa rappresentare per CEIMU una grande opportunità di sviluppo strategico. In questo momento il mio pensiero e la mia personale riconoscenza vanno a Riello Elettronica, e in particolare al suo fondatore, il Cavaliere del lavoro Pierantonio Riello, che per tanti anni ha avuto il ruolo di socio di maggioranza investendo con lungimiranza nell’azienda CEIMU per portarla all’at-
vita industriale
tuale livello di competenza e profittabilità”. “È per me una grande gioia dare il benvenuto a CEIMU nel nostro Gruppo. Ho fortemente voluto e tenuto a questa acquisizione per molti motivi strategici e produttivi. Personalmente, ho apprezzato la storia di CEIMU e la notevole capacità imprenditoriale di Maurizio Valentini come gestore e persona di visione. Sarà sicuramente una sfida per me poter raggiungere nuovi traguardi ancora più ambiziosi, ma il team di Flodraulic Europe ha già dimostrato di sapere far crescere le aziende fino ad ora acquisite”, conclude Massimo Dovesi.
GRUPPO FLORIM PUNTA SULLA SOSTENIBILITÀ
CON 270 MILIONI INVESTITI
Anche nel 2024 il Gruppo Florim di Fiorano Modenese, che da oltre 60 anni produce superfici ceramiche per tutte le esigenze dell’edilizia, dell’architettura e dell’interior design, ha pubblicato il Bilancio di Sostenibilità. Giunto alla sua sedicesima edizione, il bilancio è il documento che descrive in modo trasparente i risultati ottenuti sul piano economico, sociale e ambientale nel
2023 e presenta gli obiettivi in programma per il prossimo futuro. “Il 2023 verrà ricordato per l’inizio di un ulteriore nuovo conflitto armato e per il protrarsi dell’instabilità geopolitica, con effetti negativi anche sull’economia. In tale contesto, pur avendo assistito ad una generale contrazione dei volumi rispetto al 2022, Florim, forte dei brillanti risultati conseguiti negli ultimi anni, ha continuato a guardare al futuro con ottimismo confermando il piano di investimenti che era iniziato l’anno precedente. Merita citare che nel biennio 2022-2023 sono stati realizzati interventi per oltre 270 milioni di euro sia nelle sedi italiane che in America principalmente mirati ad un rinnovo impiantistico”, questo il commento del presidente Claudio Lucchese nella lettera di presentazione del Bilancio di Sostenibilità agli stakeholder. Il profilo economico del Gruppo Industriale evidenzia nel 2023 un fatturato consolidato di 467 milioni di euro e investimenti pari a 121 milioni di euro, oltre 270 milioni nel biennio. Dato in significativa crescita rispetto al periodo precedente e in linea con il piano di rinnovo impiantistico avviato nel 2022 volto all’innovazione, al contenimento delle emissioni e al miglioramento della qualità del prodotto. In particolare, in tema ambientale, l’azienda ha realizzato una nuova vasca di grandi dimensioni (350m × 6,2m) nello stabilimento di Mordano, in provincia di Bologna, per la raccolta delle precipitazioni. Grazie anche agli impianti già pre-
senti, nel 2023 si sono potuti recuperare e riutilizzare circa 7 milioni di litri di acqua piovana. Continua anche la produzione di energia pulita con 127.000 metri quadrati di superfici coperte da impianti fotovoltaici con una potenza di 12,3 MWp. Dal 2012, anno di entrata a regime dei primi pannelli installati, Florim misura le emissioni di CO2 evitate grazie all’energia autoprodotta e all’acquisto di energia proveniente da fonti rinnovabili certificate raggiungendo in 12 anni 152.845t di CO2 non emessa (di cui 23.457t solo nel 2023). Da segnalare anche il progetto di superfici Carbon Neutral presentato nel 2023. Sono inoltre continuate le attività di responsabilità sociale con focus sui dipendenti e sul territorio grazie anche al contributo della Fondazione Ing. Giovanni Lucchese. Nel 2023 infatti, dopo dieci anni di intensa attività del Centro Salute e Formazione, è stato siglato un nuovo accordo con Ospedale di Sassuolo sempre rivolto alla formazione del personale medico e paramedico e al beneficio per i dipendenti Florim nell’accesso alle prestazioni sanitarie. Sono stati realizzati anche progetti specifici di sostegno per i danni dell’alluvione in Romagna e per il supporto ad Avis e Croce Rossa Italiana, assieme ad altre numerose attività di welfare aziendale. Florim dal 2020 è Società Benefit e certificata B Corp per il rispetto di alti standard di sostenibilità ambientale e sociale.
FESTIVAL RESPIGHI BOLOGNA, IL REGALO ALLA CITTÀ
DI FONDAZIONE MUSICA INSIEME
Che Bologna sia Città della Musica UNESCO dal 2006 è noto. Che, però, fino allo scorso anno non avesse un proprio festival musicale lo è decisamente meno. A colmare questo vuoto ha pensato Maurizio Scardovi, manager culturale, ideatore e direttore artistico del Festival Respighi Bologna. “Durante una tournée a Washington qualche anno fa, mi sono trovato a conversare con la presidente del John F. Kennedy Center for the Performing Arts. Scoprendo che ero di Bologna, mi collegò all’istante alla città natale di Ottorino Respighi immaginando che molte fossero le iniziative messe in moto
vita industriale
Un veicolo 100% elettrico del Gruppo Florim
come tributo al compositore. Dovetti, con un certo imbarazzo, deluderla”, racconta Maurizio Scardovi. E continua: “La sera seguente, nella stessa cornice, assistetti alla premiazione di John Williams, autore di colonne sonore indimenticabili, da Guerre Stellari a Indiana Jones. Nel breve discorso di ringraziamento rese omaggio proprio a Respighi, sottolineando come il poema sinfonico “I Pini di Roma” lo avesse influenzato. Quelle coincidenze, una di seguito all’altra, misero in moto un pensiero. Il tempo sospeso della pandemia mi ha dato l’opportunità di approfondire il tema. Ho studiato, mi sono documentato, ho messo in relazione il lavoro di Respighi con altre suggestioni artistiche e culturali fino ad arrivare a proporre il Festival a lui dedicato a Fondazione Musica Insieme, la storica società concertistica bolognese. Ed eccoci qui, giunti alla seconda edizione che abbiamo introdotto con il concerto in Piazza Maggiore lo scorso 9 giugno, insieme all’Orchestra del Conservatorio G.B. Martini con Laura Marzadori al violino, diretta da Giulio Arnofi. Lo scorso 14 luglio siamo stati invece in trasferta a Montese, borgo montano del modenese dove Respighi, viaggiatore instancabile con un forte legame verso le proprie radici, si riposava insieme
al fisico Righi, a Carducci, al matematico Pincherle”. Dal 22 settembre al 1° ottobre scorsi, il Festival Respighi è tornato poi a Bologna per completare la seconda edizione, testimonianza concreta che quel pensiero iniziale si è trasformato in movimento corale. Il 22 settembre si è tenuto all’Auditorium Manzoni il concerto inaugurale del Festival Respighi Bologna che ha visto la prima esecuzione assoluta del Concerto Dorico per violoncello e orchestra del compositore bolognese, da un manoscritto inedito completato e orchestrato da Giovanni Sollima, eseguito insieme all’Orchestra del Conservatorio Martini, diretta dal maestro Donato Renzetti. “Abbiamo accolto il progetto con entusiasmo sia perché ha un valore artistico evidente, sia perché da subito si è delineato come una manifestazione che poneva al centro il dialogo tra le eccellenze culturali del territorio - dal Conservatorio alla Toscanini, dai teatri, Manzoni e Duse in primis, alla Cineteca e al Museo della Musica”, spiega Alessandra Scardovi, presidente di Musica Insieme. Le istituzioni, Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna, sono state subito conquistate e i founding partners Alfasigma e Pelliconi, insieme a Banca di Bologna e Fondazione Cassa di Risparmio, hanno contribuito in maniera sostanziale, sostenendo da subito il Festival con convinzione. A patrocinare l’iniziativa AGIS, Confindustria Emilia Area Centro e l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
GALLIANI INDUSTRIE ACQUISISCE
THESSCO SAS E CONSOLIDA
LA POSIZIONE IN EUROPA
Galliani Industrie, gruppo con sede a Medicina, in provincia di Bologna, punto di riferimento nella lavorazione di argento, rame e alluminio, a luglio scorso ha annunciato l’acquisizione della rinomata azienda franco-inglese Thessco SAS. Questo importante accordo rappresenta un passo strategico per consolidare la posizione di Galliani Industrie come protagonista indiscusso nel mercato europeo del trattamento dei metalli. Thessco SAS, marchio storico nella lavorazione dell’argento, con una solida reputazione e una vasta esperienza nel settore delle leghe brasanti, è conosciuta a livello europeo per la qualità e l’affidabilità dei suoi prodotti industriali, tra cui nastrini, fili e barre in argento. “Questa acquisizione permette a Galliani Industrie, gruppo industriale fondato all’inizio del ventesimo secolo e che è ancora oggi, come in origine, a conduzione familiare, di ampliare ulteriormente la propria offerta e di penetrare più profondamente nei mercati europei”, spiega Marco Galliani, presidente e CEO di Galliani Industrie. Il gruppo Galliani Industrie, che già opera in questi mercati tramite Pietro Galliani, azienda produttrice di metalli non ferrosi semilavorati, e Pietro Galliani Brazing, realtà con oltre cento anni di esperienza nella creazione di leghe per brasatura, vede così rafforzata la propria posizione grazie alla complementarità dell’offerta di prodotti. “I prodotti da noi realizzati e la massima precisione e versatilità con cui adattiamo il risultato alle specifiche esigenze dei nostri clienti, ci danno la possibilità di servire una vasta gamma di mercati, con particolare attenzione ai cavi dati, alle batterie agli ioni di litio, ai fusibili elettrici, al settore medico, agli elementi riscaldanti e a molti altri”, continua il presidente e CEO del gruppo. Grazie all’acquisizione di Thessco SAS, molti clienti esistenti delle diverse aziende del gruppo possono ora beneficiare in modo incrociato dei nuovi servizi e prodotti, migliorando significativamente la competitività complessiva del gruppo. “La
Marco Galliani, presidente e CEO di Galliani Industrie
vita industriale
nostra acquisizione di Thessco SAS rappresenta una straordinaria opportunità per Galliani Industrie. Non solo consolidiamo la nostra presenza nel mercato delle leghe brasanti in argento e dei prodotti industriali in argento, ma creiamo anche sinergie che ci permettono di offrire una gamma di prodotti ancora più completa e di alta qualità ai nostri clienti. Siamo entusiasti delle prospettive future e dell’espansione che questa acquisizione porterà”, conclude Marco Galliani. Grazie a questa operazione strategica, Galliani Industrie si prepara a una fase di crescita ed espansione, mirando a diventare il punto di riferimento europeo nel settore. La combinazione delle competenze tecniche, dell’innovazione e della qualità dei prodotti offerti dalle aziende del gruppo assicura che i clienti ricevano soluzioni all’avanguardia e un servizio senza pari.
GRIMALDI ALLIANCE
CRESCE ANCORA E APRE
A BOLOGNA E RIMINI
Grimaldi Alliance, studio legale attivo a livello internazionale in oltre 60 giurisdizioni e presente ormai capillarmente in tutta Italia, a luglio scorso ha aperto due nuove sedi a Bologna e Rimini, che si aggiungono a quella storica di Parma, diventando così la realtà internazionale maggiormente rappresentata in Emilia-Romagna, dove conta di aprire a breve anche a Modena e Reggio Emilia. GA, studio legale globale che offre servizi di consulenza e assistenza a clienti nazionali e internazionali grazie al proprio team di esperti avvocati guidati dal global managing partner Francesco Sciaudone, ha infatti siglato un importante accordo per l’ingresso, dallo
scorso primo luglio, di tutti i professionisti delle sedi di Bologna e di Rimini dello Studio LS Lexjus Sinacta, con un team di circa 35 professionisti di cui nove partner, senior advisor e of counsel di eccellenza. Gianluigi Serafini, tra i fondatori di LS Lexjus Sinacta, sarà responsabile della sede di Bologna di Grimaldi Alliance, che continuerà le attività presso il suo ufficio di via della Zecca 1. Con Serafini, i partner Marco Bertini, Lorenzo Bianchi, Francesca Capodiferro, Maria Gaia Cavallari, Silvia Frattesi, Andrea Iurato, Franco Luigi Sabatini e Pietro Secchi. Con loro anche i counsel Marco Dugato, Paolo Bastia, Francesco Vella, Pietro Paolo Talamonti e i senior advisor Alessandro Bonfiglioli e Giuseppe Vegas. “Grazie a questo accordo, Grimaldi Alliance diventa uno studio legale, punto di riferimento nella regione Emilia-Romagna, con le professionalità, il know-how e le competenze per affiancare il tessuto imprenditoriale ed economico fondamentale per il Paese, che vede la presenza di imprese leader a livello nazionale e internazionale, con filiere produttive di eccellenza in diverse industrie”, dichiara Francesco Sciaudone, global managing partner di Grimaldi Alliance. Con Bologna, Parma e Rimini, Grimaldi Alliance può offrire servizi di consulenza legale e fiscale al mondo delle imprese dell’Emilia-Romagna che operano in settori chiave come food e packaging, meccanica e automotive, wellness e ingegneria edile. La rilevanza del presidio di GA in questa regione si spiega anche con l’essere la prima in Italia per innovazione e competitività, secondo la classifica del Transatlantic Subnational Innovation Competitiveness Index. “Siamo felici di accogliere professionisti di esperienza e competenza e di aprire con loro le nuove sedi di Bologna e Rimini. Si tratta di un importante passaggio strategico per Grimaldi Alliance, che così prosegue la crescita sul territorio italiano per presidiare con maggiore forza una regione, come l’Emilia-Romagna, così ricca di aziende e di eccellenze che competono sui mercati internazionali con i loro prodotti e i loro brand, esportando il made in Italy nel mondo”, commenta ancora Sciaudone. “L’opera-
zione è importante perché per la prima volta portiamo un grande studio internazionale a Bologna e in Emilia-Romagna. In questo modo, coniughiamo una forte presenza sul territorio con una struttura che ci consentirà di essere vicini alle nostre imprese, che per loro cultura sono multinazionali o fortemente esportatrici, praticamente in tutto il mondo”, sottolinea Gianluigi Serafini, responsabile della nuova sede Grimaldi Alliance di Bologna.
RETE DIAGNOSTICA,
A BOLOGNA E FERRARA
È “SALUTE PIÙ”
Il Gruppo Monti Salute Più, fondato a Bologna nel 1970 dal professor Antonio Monti, festeggia nel 2025 i 55 anni di attività
medica, imprenditoriale e culturale. Una delle realizzazioni più interessanti dell’ultimo periodo è la “rete dell’alta diagnostica dell’imaging”, che accomuna due centri di eccellenza: il Polo diagnostico Bodi di Bologna e il Polo sanitario Vitalis di Ferrara. I due centri sono collegati dall’integrazione dei sistemi Ris/Pacs e da un’unica organizzazione, che permette di mettere in rete una grande concentrazione di strumentazione diagnostica all’avanguardia, professionalità e varietà di esami. “I servizi sono proposti con un’ampia disponibilità di giorni e orari; i centri sono inoltre facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici (il Polo diagnostico Bodi è a brevissima distanza dalla stazione di Bologna centrale). L’offerta diagnostica
vita industriale
Gianluigi Serafini, responsabile della sede di Bologna di Grimaldi Alliance
di questi due centri, convenzionati con il servizio sanitario nazionale, nasce anche per permettere ai cittadini emiliano-romagnoli di effettuare esami e accertamenti senza recarsi fuori regione”, spiega Graziano Prantoni, general manager del Gruppo Monti Salute Più. Molte le macchine disponibili: Rm 3 Tesla nella sede di Ferrara; Rm 1.5 Tesla sia nella sede di Bologna che in quella di Ferrara; Tc multistrato a 128 banchi nella sede di Bologna; Tc multistrato a 16 banchi nella sede di Ferrara; Rm dedicata alle piccole articolazioni a 1,5 Tesla nella sede di Bologna; Rm aperta 0.4 Tesla per pazienti claustrofobici nella sede di Bologna; Rm aperta 0.25 Tesla per pazienti claustrofobici nella sede di Ferrara; mammografia e densitometria nella sede di Bologna. “Tra i molti esami all’avanguardia disponibili nella rete diagnostica spicca la Diffusion Whole Body. Si tratta di un’innovativa tecnica di risonanza magnetica adottata dall’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e del San Raffaele. L’esame permette di rilevare tessuti ipercellulari (ad esempio tumori maligni di soli 3-4 mm, metastasi nascoste/ silenti/asintomatiche, ecc.)”, evidenzia ancora Prantoni. Disponibile a Ferrara presso il Polo sanitario Vitalis, la Diffusion Whole Body è un esame di breve durata (circa 35 minuti) ed è proposto anche ai soggetti sani come forma di screening preventivo. Permette di studiare l’intero corpo umano senza radiazioni ionizzanti e senza mezzo di contrasto, ed è quindi possibile anche per le pazienti in gravidanza che non possono essere esaminate con altra tecnologia. Nel corso del 2024 il Polo sanitario Vitalis ha inoltre aumentato e differenziato la propria offerta di servizi ambulatoriali rivolti al territorio. Aperte per esempio le branche di cardiologia e reumatologia che si affiancano alle varie specialità già esistenti. “Fiore all’occhiello del centro è la terapia del dolore, che dopo una visita medica specialistica prevede la possibilità di infiltrazioni ecoguidate. Si tratta di infiltrazioni all’anca con acido ialuronico, infiltrazioni intrarticolari con ozono e acido ialuronico, e infiltrazioni paravertebrali con ozono, che offrono sollievo ai pazienti affetti da dolore cronico attraverso approcci mirati e minimamente invasivi”, conclude il general manager del Gruppo Monti Salute Più.
IMAS AEROMECCANICA, SOLUZIONI
AVANZATE CONTRO L’IMPATTO DELLE SOSTANZE INQUINANTI
Imas Aeromeccanica, azienda di Ozzano dell’Emilia, alle porte di Bologna, attiva da quasi 50 anni nella progettazione e realizzazione di impianti di aspirazione dell’aria, di impianti di filtrazione fumi e polveri per la lavorazione del legno, plastica, riciclo di materiali e biomasse, ha studiato diverse soluzioni di filtri e impianti per ridurre l’impatto delle sostanze inquinanti sulle persone e sull’ambiente. Gli inquinanti generati durante il lavoro con materiali compositi rappresentano una preoccupazione crescente a causa del diffuso utilizzo in varie industrie di questi materiali, costituiti da due o più componenti con proprietà diverse che, se uniti insieme, creano un materiale con prestazioni superiori rispetto ai componenti singoli. “Durante il processo di lavorazione dei materiali compositi, possono essere emessi nell’ambiente circostante diversi inquinanti che rappresentano un rischio sia per la salute umana che per l’ecosistema. La gestione e il controllo di questi inquinanti sono essenziali per proteggere la salute dei lavoratori e ridurre l’impatto ambientale”, spiegano dall’azienda. Alcuni di questi inquinanti includono polveri generate dalla lavorazione dei materiali compositi, che, se inalate, possono causare problemi respiratori gravi e danneggiare il sistema respiratorio. Le polveri sottili, in particolare, possono penetrare profondamente nei polmoni e aggravare condizioni preesistenti come l’asma. I composti organici volatili (VOC) rappresentano un altro gruppo di inquinanti: questi possono essere rilasciati nell’aria durante il processo di lavorazione di alcuni materiali compositi e contribuire significativamente all’inquinamento atmosferico e all’effetto serra. Le resine epossidiche, ampiamente utilizzate nei materiali compositi per le loro eccellenti proprietà meccaniche e adesive, possono emettere vapori nocivi durante la lavorazione. Infine, i fumi tossici possono essere generati da alcuni processi di lavorazione dei materiali compositi, come la lavorazione termica, e possono contenere sostanze chimiche pericolose per la salute. “Abbiamo studiato sia applicazioni in Bassa Pressione (mod. M23-M30-DT),
che macchine precise per Alta Pressione (mod. DAP) con specifiche costruttive resistive funzionali fino a 30.000Pa di depressione. Non ultimo, l’utilizzo di elementi filtranti a cartucce o maniche, innovativi quali nano fibre o altri materiali altamente tecnologici”, evidenziano ancora da Imas Aeromeccanica. Per affrontare il problema degli inquinanti generati durante il lavoro con materiali compositi, è, infatti, importante adottare misure di controllo delle emissioni e fornire adeguata formazione e protezione ai lavoratori che operano con tali materiali. “Approcciare questa tematica è assolutamente necessario a livello generale, farlo con competenza è invece materia che solo poche aziende riescono a fare, e noi di Imas Aeromeccanica abbiamo investito i nostri 49 anni di esperienza per proporre soluzioni altamente performanti, efficaci e soprattutto adatte a un mondo in continua evoluzione che vede nuovi materiali - e di conseguenza nuovi inquinanti - entrare nella vita quotidiana di tutti noi sottoforma di oggetti innovativi”, concludono dall’azienda di Ozzano dell’Emilia.
IMOLA RETAIL SOLUTIONS
ENTRA AL 100%
NEL GRUPPO SVEDESE ITAB
Imola Retail Solutions, la newco imolese nata dall’accordo di partnership tra il gruppo svedese ITAB e il gruppo Cefla, ha celebrato il suo terzo anniversario comunicando a luglio scorso di essere entrata a far parte al 100% del gruppo ITAB. La società, contando oltre 70 anni di esperienza nel settore
vita industriale
di arredamento retail, ha raggiunto negli ultimi tre anni numerosi successi, ampliando la propria presenza sul mercato e stimolando una crescita dei ricavi. L’ampliamento della gamma prodotti, grazie all’apporto messo in campo dal gruppo ITAB, ha permesso a IRS di presentarsi sul mercato non solo come venditore di scaffalature e banchi cassa, ma come solution provider che parte dalla progettazione fino alla realizzazione del punto vendita. Ciò ha permesso di arricchire l’offerta e di servire un mercato più ampio e diversificato. L’ottimizzazione dei processi aziendali ha portato a una maggiore efficienza e produttività, consentendo di offrire un servizio sempre migliore ai clienti. “Abbiamo registrato una crescita significativa in termini di fatturato e profitti, raccogliendo feedback positivi sia dai nostri clienti storici che dai nuovi. Nel 2023 l’azienda ha chiuso con un fatturato di più di 55 milioni di euro con un utile di 4 milioni”, dichiara Gilberto Frascaroli, presidente di Imola Retail Solutions. Durante il 2023, IRS ha intrapreso significativi investimenti, a partire dall’installazione di una nuova macchina automatica di lavorazione della lamiera, con l’obiettivo di ottimizzare il processo produttivo e permettere una maggiore personalizzazione del prodotto, fino all’implementazione di una propria infrastruttura informatica con un moderno software Erp. Inoltre, è stata avviata un’importante iniziativa di investimento mirata a migliorare gli impianti produttivi, con l’obiettivo primario di ridurre il consumo energetico e promuovere la sostenibilità. “Pur in un contesto attuale di grande incertezza, il nostro obiettivo rimane quello di consolidare la nostra presenza
nel settore, offrendo ai clienti un servizio a 360°. Parallelamente, ci stiamo espandendo in nuovi settori come l’Horeca, riconoscendo le opportunità di crescita e sviluppo che questo mercato offre. Condividiamo inoltre con il gruppo ITAB l’obiettivo di lavorare per un futuro sostenibile intensificando nel 2024 il nostro impegno in attività legate all’efficientamento energetico e alla sostenibilità economica, sociale e ambientale”, continua Frascaroli. “La partnership con Cefla degli ultimi tre anni ha giocato un ruolo fondamentale nel successo dell’azienda, favorendo il trasferimento di competenze maturate in settant’anni di esperienza nel settore. Il nostro impegno per il futuro è volto a diversificare le nostre competenze e ad adattarci ai cambiamenti, mantenendo sempre al centro l’eccellenza del prodotto e del servizio offerto, la soddisfazione del cliente e il benessere di tutti i nostri dipendenti”. “Siamo molto soddisfatti dell’operazione che il Gruppo Cefla ha compiuto tre anni fa. Con il tempo, la scelta che inizialmente non è stata compresa da molti, si è rivelata una conferma di quelli che per noi erano dei fondamenti strategici precisi alla base di questa operazione e che avevano l’obiettivo di affidare una delle nostre aree di business al player numero uno in Europa come presenza sul mercato per garantire continuità e prospettive di benessere migliori rispetto a quelle che stavamo vivendo. Sono stati anni positivi oltre le aspettative che hanno permesso anche di avere un aspetto occupazionale migliore del previsto”, commenta Gianmaria Balducci, presidente di Cefla.
ne dell’ingegner Carlo Ferrari, e attiva nella realizzazione di impianti industriali, meccanici, elettrici, di celle climatiche e di cleanroom. L’evento, che ha riunito colleghi, amici e famiglie per una giornata di divertimento, condivisione e allegria, ha rappresentato un’occasione preziosa per celebrare la grande famiglia aziendale dell’impresa modenese, nata ormai 107 anni fa e fortemente radicata nel territorio, grazie a un lungo percorso di esperienze, di successi ma anche di grandi fatiche, un insieme di avvenimenti che hanno permesso a Ing. Ferrari di crescere e di prepararsi alle sfide del futuro. “Obiettivo della giornata di condivisione, quello di rafforzare il senso di comunità all’interno dell’azienda, creando ricordi preziosi e consolidando i legami tra colleghi e famiglie, dimostrando, ancora una volta, l’importanza che hanno per noi i valori umani e il benessere dei dipendenti, proiettando un futuro luminoso e promettente per tutta la comunità aziendale”, racconta Pietro Ferrari, presidente dell’azienda che nel 2023 ha registrato un fatturato di 118 milioni di euro con 265 impiegati,
ING. FERRARI, GRANDE SUCCESSO
PER IL FAMILY DAY 2024
È stato celebrato a giugno scorso il Family Day 2024, fortemente voluto dalla famiglia Ferrari alla guida di Ing. Ferrari, azienda nata a Modena nel 1917 dall’impegno e la passio-
dei quali il 15% sono donne. Un’occasione per essere tutti insieme a chiudere gli ultimi anni così complessi e proiettarsi, invece, verso un futuro di ripresa e prosperità. L’iniziativa si è caratterizzata per l’atmosfera festosa e carica di entusiasmo, tra stand gastronomici e intrattenimento per grandi e bambini. Particolare attenzione è stata dedicata ai più piccoli, con un’area allestita con bolle di sapone giganti e un gonfiabile, dove i bambini hanno potuto giocare in totale sicurezza e allegria. Il pomeriggio è stato animato dalla presenza della divertente Cartoon Band, che ha intrattenuto tutti con le sue esibizioni. Ma il momento clou della giornata è arrivato con lo spettacolo di Paolo Cevoli, famoso
vita industriale
Da sinistra Filippo Gamberini, CEO IRS, Paolo Barbieri, CFO Cefla, Claudio Fedrigo, vicepresidente Cefla, Gianmaria Balducci, presidente Cefla, e Gilberto Frascaroli, presidente IRS.
conoscere competere crescere
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comico romagnolo, che ha intrattenuto tutti con un’esilarante performance basata sulla sua famiglia e il business case della “pensione Cinzia”. “Il Family Day 2024 è stato un’esperienza indimenticabile, un momento gioioso voluto con grande impegno dalla nostra famiglia per dare ai nostri dipendenti e alle loro famiglie l’occasione di trascorrere un pomeriggio spensierato e divertente insieme, e per consolidare i legami creati sul luogo di lavoro”, spiega ancora Pietro Ferrari. La vision di Ing. Ferrari è chiara: raggiungere mete ambiziose, essere avanguardia tecnologica e fornire i migliori servizi di general contracting per l’industria italiana, operando sempre con rigore tecnico, rispetto delle regole, dell’ambiente e del benessere delle persone. “Un obiettivo da raggiungere non solo attraverso l’armonizzazione tra le migliori soluzioni costruttive e impiantistiche e i bisogni di chi quotidianamente lavora e vive in uno spazio, ma anche attraverso il benessere e la collaborazione dei dipendenti, rafforzate da giornate come il nostro Family Day”, conclude il presidente di Ing. Ferrari.
IRIS CERAMICA ED EDISON NEXT
FIRMANO LA PRIMA LASTRA
CERAMICA CON IDROGENO VERDE
Iris Ceramica Group, realtà di Fiorano Modenese eccellenza a livello internazionale nella realizzazione di soluzioni innovative e grandi lastre in ceramica tecnica di alta gamma per il settore design, arredo e architettura, ed Edison Next, società del Gruppo Edison che accompagna clienti e territori nel loro percorso di decarbonizzazione e transizione ecologica, hanno annunciato a luglio scorso la realizzazione della prima lastra in
ceramica tecnica 4D al mondo attraverso l’impiego di una miscela di idrogeno verde –ossia idrogeno ottenuto utilizzando energia rinnovabile - e gas naturale. La lastra prodotta, nello specifico, ha una superficie di 3,2 metri di lunghezza, 1,6 metri di larghezza e uno spessore di 12 mm e si caratterizza per le sue quattro dimensioni - per questo definita Ceramica 4D - in cui alla tridimensionalità della materia e della venatura, che attraversa tutto lo spessore della lastra, si aggiunge la quarta dimensione della sostenibilità. Il sito di produzione è l’H2 Factory, il nuovo stabilimento di Castellarano, in provincia di Reggio Emilia, terminato nel 2023 - già dotato di tecnologie innovative e delle infrastrutture necessarie per l’utilizzo al 100% di idrogeno verde. Il processo industriale che si sta mettendo a punto rappresenta il primo risultato concreto del percorso di decarbonizzazione dell’industria ceramica che Iris Ceramica Group e Edison Next stanno compiendo congiuntamente. Terminata questa fase iniziale, l’H2 Factory verrà alimentata con percentuali maggiori di idrogeno verde prodotto grazie all’impianto all’avanguardia e su misura già progettato e in via di realizzazione da parte di Edison Next. “L’inizio di questa fase rappresenta un passo concreto verso il net zero per un settore industriale particolarmente energivoro come quello ceramico. Si tratta della dimostrazione che mettendo in campo tecnologia e innovazione, ma anche competenze e determinazione, si possono raggiungere risultati importanti anche in ambiti in cui la sfida risulta difficile, poiché richiede un ripensamento dell’intero processo produttivo e l’utilizzo di tecnologie più prospettiche, come l’idrogeno”, dichiara Giovanni Brianza, CEO di Edison Next. “Oggi segniamo un traguardo importante, un altro fatto concreto che testimonia il nostro impegno verso la decarbonizzazione del settore ceramico. Un progetto unico e all’avanguardia di valenza mondiale, che apre nuove prospettive alla manifattura hard-to-abate, dimostrando che si può fare”, sottolinea Federica Minozzi, CEO di Iris Ceramica Group. “La fase di test ci servirà per mettere a punto il processo di produzione per poi passare alla fase
successiva che ci permetterà di aumentare sempre più la percentuale di idrogeno verde fino al 50% con il sistema di produzione che Edison Next sta realizzando su misura per noi”. Per consentire l’avvio di questa prima fase sono state effettuate diverse attività propedeutiche: le opere civili per la predisposizione dell’area, l’installazione della blending unit, ovvero il sistema che consente la miscelazione del gas naturale con l’idrogeno verde, e la realizzazione di tutti i collegamenti necessari tra i diversi macchinari. Inoltre, è stato installato un impianto fotovoltaico di 1,3 MWp di potenza che vanno ad aggiungersi ai 2,5 MWp dell’impianto esistente.
1.500 PARTECIPANTI AL CONGRESSO INTERNAZIONALE ORGANIZZATO DA JDENTALCARE
Dentisti provenienti da tutto il mondo si sono riuniti a giugno scorso a Modena per il JDSymposium 2024, edizione record del congresso internazionale organizzato da JDentalCare, l’evento che negli anni è diventato un punto di riferimento a livello internazionale nel campo dell’implantologia dentale. Infatti, il JDSymposium è ormai tra gli appuntamenti più attesi dell’anno nell’ambito dell’implantologia dentale non solo in Italia, ma nel mondo. Giunto alla sua decima edizione, il congresso internazionale organizzato da JDentalCare rappresenta un viaggio all’interno dell’evoluzione tecnologica dell’implantologia che, quest’anno, ha coinvolto, un pubblico di oltre 1.500 dentisti, provenienti da oltre 45 Paesi del mondo, segnando così un nuovo record di partecipazione. “Quest’anno il JDSymposium ha festeggiato la sua decima edizione e ha raggiunto dei risultati incredibili. Anche questa volta abbiamo riunito a Modena tantissimi dentisti da ogni parte del mondo per parlare di innovazione in ambito implantare. Un’edizione record di un evento che negli anni è diventato un punto di riferimento a livello internazionale nel settore. Un successo nato dall’impegno e dal lavoro del nostro team e reso possibile dalla passione e dalla fiducia dei nostri partner in Italia e nel mondo”, afferma Giacomo Grandi, CEO di JDentalCare. Il format innovativo di tre giorni,
vita industriale
sperimentato per la prima volta nel 2023, si è confermato un successo anche quest’anno. Giovedì 20 giugno i congressisti hanno potuto prendere parte a diverse attività precongressuali nel corso di una giornata interamente dedicata a interventi dal vivo e sessioni pratiche su modelli per potersi cimentare in prima persona con nuovi protocolli chirurgici, apprendendo nuove tecniche e scoprendo così le ultime novità e tendenze nell’ambito dell’implantologia dentale. Un evento diffuso che ha visto il susseguirsi di numerose attività in contemporanea presso due location differenti della città: il JDentalCare Training Center e il nuovo RMH Hotel Raffaello. Venerdì 21 e sabato 22 giugno, invece, ha avuto luogo il congresso che per il terzo anno di fila è stato ospitato dal Forum Monzani di Modena. L’affluenza è stata molto ampia per entrambe le giornate che sono state incentrate sul concetto di innovazione in ambito implantare. È stato un viaggio immersivo scandito dai tre capisaldi “Learn. Make. Innovate”, volto ad apprendere e sperimentare protocolli innovativi per migliorare la propria pratica quotidiana. Un’occasione unica per promuovere lo scambio tra culture e generazioni differenti di professionisti con 31 relatori nazionali e internazionali che hanno condiviso il palco illustrando le ultime innovazioni nell’ambito della cura del mascellare atrofico e ponendo l’attenzione sul concetto di trattamento Maxilla-For-All®. Anche quest’anno non sono mancati momenti di svago e relax per i congressisti che hanno potuto partecipare a una simpatica lotteria, all’aperitivo musicale del venerdì sera e alla cena di gala presso la splendida cornice di Villa Forni, degustando la cucina tipica del territorio. Attraverso tutti
questi momenti e contenuti, il congresso JDentalCare ha di fatto raccontato l’innovazione: che cos’è e che cosa porta con sé. “L’innovazione richiede energia, coraggio e visione affinché possa superare i limiti e cambiare i vecchi paradigmi. JDentalCare si fa promotore di questi valori e si impegna ogni giorno a raccogliere queste sfide per sviluppare innovazione, un’innovazione nel campo dell’implantologia dentale tutta made in Italy, tutta made in Modena”, conclude Giacomo Grandi.
KASTAMONU ITALIA
HA INAUGURATO
IL NUOVO STABILIMENTO
Kastamonu Italia, azienda che fa parte della multinazionale turca Kastamonu Entegre, colosso mondiale nella produzione di pannelli truciolari e altri derivati dalla lavorazione del legno per l’industria del mobile, ha inaugurato un nuovo sito produttivo presso la sede di Pomposa, frazione del comune di Codigoro, in provincia di Ferrara. Al taglio del nastro, che è avvenuto a fine giugno scorso, hanno preso parte molte autorità tra cui Stefano Bonaccini, all’epoca presidente della Regione Emilia-Romagna, oggi europarlamentare, Gianni Michele Padovani, presidente della Provincia di Ferrara, e il sindaco di Codigoro, Alice Zanardi. Per il nuovo stabilimento, i cui lavori di costruzione sono iniziati a marzo 2023 e che si espande su una superficie di oltre 20.000 metri quadrati, sono stati utilizzati 8.000 metri cubi di calcestruzzo e ben 400.000 chilogrammi di armatura in ferro, per un investimento totale di quasi 30 milioni di euro. Oltre al fabbricato, altamente tecnologico, è stata inaugurata anche la nuova pressa di nobilitazione che potenzierà la produzione di articoli ad alto
valore aggiunto. Una volta a regime, si arriverà a 25 nuovi posti di lavoro, portando l’organico aziendale a 315 persone, di cui il 16% di presenze femminili. “Kastamonu Italia è uno dei cinque produttori di pannelli presenti nel mercato italiano e l’unica multinazionale di questo settore. Questo importante investimento conferma quindi il nostro impegno a essere protagonisti nel tessuto imprenditoriale ferrarese, con un focus particolare sulla zona di Codigoro: Per noi, infatti, l’Italia rappresenta un mercato strategico d’eccellenza e siamo orgogliosi di potere potenziare la nostra produzione qui. Questo nuovo investimento ci rende fiduciosi di poter raggiungere un numero più elevato di clienti, di esportare volumi superiori e di sfruttare di più il nostro Design Center di Pesaro; ringrazio il sindaco di Codigoro Alice Zanardi e tutte le autorità e persone che ci hanno supportato in questo ambizioso progetto”, ha dichiarato Ozoguz Esat Bayram, direttore generale di Kastamonu Italia. Kastamonu Italia nasce nel 2019 e fa parte del gruppo multinazionale Kastamonu Entegre che, con oltre 50 anni di storia ed esperienza nel settore dei pannelli truciolari, è il più grande produttore di pannelli di legno della Turchia e tra i principali produttori al mondo. In particolare, la sede produttiva di Codigoro realizza pannelli in truciolare grezzo, nobilitato e fornisce pavimenti in laminato, MDF, doorskins e worktops attraverso la rete commerciale di trading. Ad oggi le sedi operative in Italia sono cinque: oltre a Pomposa, Luserna San Giovanni e Frossasco, entrambe nel torinese, Piangipane, alle porte di Ravenna, e Pesaro. E proprio a Pesaro è stato creato il Design Center del Gruppo, in risposta alla sempre più frequente richiesta di personalizzazione
vita industriale
del mercato italiano. Il centro, che si estende su uno spazio espositivo di oltre 500 metri quadrati, ha un laboratorio attrezzato per la produzione di campioni oltre a uffici commerciali e marketing. Il Design Center nasce come spazio di interazione, formazione e sviluppo per tutto il Gruppo Kastamonu.
LABANTI E NANNI
MEDAGLIA DI BRONZO ECOVADIS PER LA SOSTENIBILITÀ
Labanti e Nanni, storica azienda di Anzola dell’Emilia, nel bolognese, punto di riferimento nella cartotecnica, conferma la grande attenzione alla sostenibilità ambientale, economica e sociale, ottenendo la medaglia di bronzo EcoVadis. Alla prima valutazione della prestigiosa piattaforma che valuta la Corporate Social Responsibility (CSR), Labanti e Nanni ha raggiunto lo score di 62 punti, collocandosi nel 35% delle realtà più
Fabio Bonacini, amministratore delegato di Labanti e Nanni
virtuose del proprio settore a livello globale nel 2024. Si tratta di un importante riconoscimento in quanto il modello di valutazione si basa su rigorosi standard condivisi a livello mondiale. EcoVadis è la prima piattaforma che consente alle aziende di monitorare non solo le proprie performance di sostenibilità, ma anche quelle dei vari fornitori, in 150 settori e 110 Paesi, per guidare le trasformazioni orientate all’ESG in tutte le catene di for-
nitura dei settori industriali. EcoVadis attribuisce un punteggio valutando 21 criteri di sostenibilità, suddivisi in quattro categorie principali: ambiente, lavoro, diritti umani, etica e acquisti sostenibili. In particolare, per Labanti e Nanni le sezioni dedicate ad ambiente, pratiche lavorative e diritti umani sono quelle che hanno contribuito maggiormente al conseguimento della medaglia di bronzo. Il rating EcoVadis conferma la costante attenzione di Labanti e Nanni nell’adozione di una governance aziendale etica, trasparente e responsabile, nonché l’impegno a intraprendere azioni idonee a migliorare continuamente le pratiche ESG e l’impatto sul clima. “Abbiamo scelto di valutare il nostro livello di sostenibilità con la piattaforma EcoVadis per avere una stima chiara e affidabile dei nostri processi”, spiega Fabio Bonacini, amministratore delegato di Labanti e Nanni e responsabile del Comitato ESG aziendale. “La medaglia di bronzo è un ottimo risultato, che premia l’impegno di tutto il team nel perseguire pratiche responsabili che riducano gli impatti sul Pianeta. Questo score rappresenta, però, per noi un punto di partenza nel percorso di ottimizzazione dei processi all’insegna della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Per il prossimo anno, con le attività in corso, puntiamo a migliorare ulteriormente il nostro punteggio. La valutazione EcoVadis rappresenta anche un importante fattore competitivo, infatti, sono sempre più numerose le aziende che richiedono ai propri fornitori di soddisfare una serie di requisiti etici e di sostenibilità per inserire valore ed eco-innovazioni nelle loro filiere globali”, evidenzia Bonacini. Nata nel 1953 come piccola bottega tipolitografica, Labanti e Nanni Industrie Grafiche e Cartotecniche è oggi un punto di riferimento nella cartotecnica, grazie alla spinta innovativa impressa dal management guidato da Antonio e Fabio
Bonacini e da Andrea Fanti. L’idea vincente, che ha portato la realtà bolognese a moltiplicare dipendenti e fatturato negli ultimi 25 anni, è stata la scelta fatta agli inizi degli anni 2000 di diversificare la produzione dalla carta stampata alla cartotecnica, passando attraverso tre acquisizioni di aziende bolognesi che operavano già nel settore del packaging di cartone teso. Nel 2017 è stata inaugurata la nuova sede operativa ad Anzola Emilia, che sorge su una superficie di oltre 24.000 metri quadri, dotata di macchinari all’avanguardia nella produzione del packaging.
LABIRINTO COMUNICAZIONE VINCE
IL PREMIO POPKA PER IL MIGLIOR PACKAGING ALIMENTARE
All’edizione 2024 del premio nazionale “Press, Outdoor & Promotion Key Award” è stata l’agenzia di comunicazione modenese Labirinto ad aggiudicarsi la vittoria nella categoria packaging alimentare con il suo progetto realizzato per il brand MATT del gruppo milanese A&D. La cerimonia di premiazione si è tenuta lo scorso 3 luglio, a Milano, in un contesto che ha visto in gara le più rinomate agenzie d’Italia con i progetti di comunicazione realizzati per i marchi più prestigiosi. Labirinto vanta 25 anni di esperienza e alcune tra le più prestigiose referenze per un’agenzia che lavora nel cuore nella food valley italiana. Dal 1999 ad oggi l’agenzia ha collaborato con numerosi marchi leader di mercato a livello nazionale tra i quali Caffè Cagliari, Fiorucci Salumi, Toschi, Dispensa Emilia, Salumificio Mec Palmieri, Sarchio e Casoni Fabbricazione Li-
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quori, sviluppando soluzioni creative ed efficaci che non solo sanno farsi interpreti dei valori del brand, ma catturano anche l’attenzione dei consumatori. L’agenzia modenese ha curato negli anni il design di packaging ed etichette per svariate tipologie di prodotti alimentari, competenza che si traduce in progetti accattivanti e funzionali, adattati a diversi materiali e formati di confezioni, garantendo sempre un’ottima resa visiva sugli scaffali e un incremento della notorietà del prodotto e dell’azienda. È dunque con orgoglio che Labirinto ha celebrato la sua vittoria per il progetto di redesign della linea di bevande vegetali e panificati di MATT: il celebre marchio col gabbiano, leader nella Grande Distribuzione del comparto salutistico. “Questo premio è certamente un riconoscimento importante per noi nell’anno del nostro venticinquennale; potrei dire che il package design è sempre stata una specializzazione della nostra agenzia ma la verità è che mettiamo la stessa passione e lo stesso expertise in ogni attività di branding: dalla progettazione della brand image fino alla promozione on e offline. Questa volta è stato premiato un progetto di packaging ma lo consideriamo solo un incoraggiamento a fare sempre meglio insieme alle aziende che ci danno fiducia”, ha dichiarato Benito Andrea Benassi, account director di Labirinto, ritirando il premio. Il POPKA è uno dei più autorevoli riconoscimenti nel campo della comunicazione, che premia l’originalità, l’efficacia del messaggio e la qualità estetica dei progetti in gara, grazie a una giuria composta da direttori creativi, marketing manager ed esperti della comunicazione. “Questa vittoria”, ha aggiunto Benassi, “è una testimonianza del nostro costante impegno nel fornire soluzioni creative che non solo catturano l’attenzione dei consumatori, ma comunicano efficacemente i valori fondamentali dei brand”. Il nuovo design ha portato un rinnovamento totale all’immagine dei prodotti MATT, mantenendo l’iconico gabbiano che identifica il marchio e introducendo un look elegante e minimalista. I nuovi pack della linea si distinguono sugli scaffali grazie a un appeal caratterizzato da colori vivaci e semplicità. Un intervento che ha assicurato a tutte le referenze una maggiore visibilità, con un’immediata ricaduta in positivo sui volumi delle vendite in GDO.
NUOVO ASSETTO SOCIETARIO, NASCE LAVOROPIÙ HOLDING
Lo scorso 21 giugno l’assemblea dei soci di Lavoropiù, oltre ad approvare il bilancio, ha confermato la presidenza di Enrico Fini con l’obiettivo di consolidare i risultati raggiunti e di progredire nell’innovazione dei servizi offerti. Il Consiglio di Amministrazione presenta dunque il seguente assetto: Enrico Fini con la carica di presidente, Giovanni Freddi in qualità di vice presidente, Tomaso Freddi presidente onorario e Daniele Ottavi come consigliere delegato. La novità significativa è la costituzione di Lavoropiù Holding di cui sarà presidente Giovanni Freddi. Questa azione strategica riflette la compattezza della compagine sociale, interamente composta dalle famiglie Fini e Freddi, ognuna con una quota del 50%. La stabilità degli assetti proprietari e la piena condivisione sulle future attività di sviluppo testimoniano la solidità e la visione comune per il futuro di Lavoropiù. Come spiegano dalla società bolognese, la costituzione della holding rappresenta un passo significativo per Lavoropiù che porterà numerosi vantaggi strategici e operativi. La nuova struttura permetterà una governance più solida e l’acquisizione di nuove opportunità di business. La holding favorirà lo scambio di know-how e best practice tra le diverse società del gruppo, stimolando l’innovazione e lo sviluppo di nuove soluzioni per i clienti. “Sono profondamente onorato di assumere la presidenza della nuova holding. La struttura solida e la condivisione di obiettivi tra le famiglie Fini e Freddi ci permetteranno di affrontare le sfide future con una base ancora più robusta”, ha commentato Giovanni Freddi, neo presidente di Lavoropiù Holding. Inoltre, per la prima volta nella sua storia, l’azienda bolognese ha superato i 200 milioni di euro di fatturato. Il bilancio 2023 si è chiuso con ricavi delle vendite e delle prestazioni pari a 204.455.883 euro, registrando un incremento del 6% rispetto all’esercizio 2022. “Questo risultato storico è una chiara dimostrazione della dedizione e del duro lavoro di tutte le nostre persone. Superare i 200 milioni di euro di fatturato segna un importante traguardo e ci motiva a continuare a innovare ed a migliorare i nostri servizi. Come evincibile dal primo bilancio consolidato della storia della no-
stra società, il contributo di Forpiù è risultato molto significativo in termini di redditività, consentendoci di rafforzare l’offerta formativa e di garantire percorsi di aggiornamento e qualificazione sempre più in linea con le esigenze del mercato del lavoro”, ha dichiarato Enrico Fini, presidente di Lavoropiù. Lavoropiù offre servizi avanzati alle imprese, tra cui somministrazione a tempo determinato e indeterminato, ricerca e selezione, formazione e supporto alla ricollocazione. A questi si aggiungono i numerosi servizi complementari con cui si integra la proposta sulla base delle ultime tendenze di mercato: amministrazione del personale, outsourcing, consulenza organizzativa e giuslavoristica, mobilità territoriale, talent attraction, social recruiting, formazione sulla salute e sicurezza.
Con 700 professionisti e oltre 100 sedi in 10 regioni italiane, l’azienda ha una presenza internazionale in Spagna, Regno Unito, Brasile e Hong Kong. Vanta una popolazione aziendale eterogenea e intergenerazionale, composta per oltre l’85% da Millennials e Gen Z. L’evidenza delle buone prassi adottate in ambito diversity, inclusione e pari opportunità ha portato a una serie di riconoscimenti che premiano l’operato della società: non solo la certificazione UNI/PdR 125:2022 per le pari opportunità e la ISO 30415:2021 per la diversità e l’inclusione, ma anche l’inserimento nell’Albo Metropolitano delle aziende Socialmente Responsabili del Comune di Bologna e il Certificato ELITE sulla Sostenibilità.
vita industriale
Enrico Fini, presidente di Lavoropiù, e Giovanni Freddi, presidente di Lavoropiù Holding
GRUPPO LB, LE NUOVE TECNOLOGIE
PER LA CERAMICA PRESENTATE A TECNA 2024
La volontà di innovare continuamente e la ricerca di eccellenza tecnologica sostenibile fanno parte del dna di LB, azienda del Gruppo industriale di Fiorano Modenese LB Technology, punto di riferimento mondiale nella progettazione e realizzazione di impianti per il trattamento delle materie prime nel settore ceramico e in svariati settori industriali, tra cui i premiscelati per l’edilizia, i fertilizzanti e il settore minerario. LB ha partecipato alla fiera internazionale Tecna, l’evento più importante al mondo per l’industria delle superfici, che si è svolta dal 24 al 27 settembre scorsi a Rimini. In questa occasione, LB ha presentato le più recenti tecnologie sviluppate per l’industria ceramica, tra le quali il nuovo sistema per la preparazione degli impasti LB Hybrid e i Kit Naturae e Multi-purpose per la realizzazione di effetti estetici e materici in tutta massa direttamente in fase di formatura del manufatto ceramico. Le soluzioni proposte da LB offrono molteplici vantaggi, tra cui il risparmio energetico e di risorse naturali e la creazione di effetti estetici unici che replicano quelli dei marmi e delle pietre, confermando ancora una volta la posizione di LB come azienda di respiro mondiale in termini di evoluzione e innovazione sostenibile di processo e di prodotto. “LB Hybrid rappresenta l’avanguardia nella preparazione
degli impasti ceramici all’insegna della sostenibilità. Questa tecnologia combina infatti la macinazione a secco con quella ad umido, ottimizzando i costi di produzione, limitando l’impatto ambientale e consentendo di ridurre il consumo energetico fino al 65%, il consumo di acqua fino al 70% e le emissioni in atmosfera fino al 65%”, spiegano dalla sede di Fiorano Modenese. “Il Kit Naturae nasce per soddisfare la crescente richiesta di lastre ceramiche in grado di riprodurre fedelmente gli effetti estetici delle pietre naturali. Questa tecnologia permette di ottenere prodotti con venature passanti, conferendo loro un aspetto autentico. Attraverso l’utilizzo di materiali diversi, come atomizzati colorati in massa a secco o ad umido, scaglie ed altri elementi, il Kit Naturae offre un’ampia gamma di possibilità creative”, sottolineano ancora da LB. Ultimissimo risultato della ricerca firmata LB è lo sviluppo del kit Multi-purpose, una soluzione versatile e compatta che consente di ottimizzare la produzione e ottenere effetti estetici molteplici, esclusivi e di alta qualità. “Compatibile con differenti tipologie di formatura, questo kit permette la creazione di grandi lastre in doppio caricamento, riducendo lo spazio necessario per l’installazione e semplificando la sostituzione durante i cambi di produzione. Il kit Multi-purpose combina in un’unica tecnologia i kit tradizionali, offrendo all’industria ceramica la possibilità di esplorare nuove dimensioni creative”, concludono da LB. Tutte le soluzioni tecnologi-
che si inscrivono nel posizionamento e nella strategia di LB, da sempre orientata all’eccellenza e impegnata a innovare guardando a un futuro industriale più sostenibile in termini ambientali e di efficientamento energetico. Il bilancio di sostenibilità che viene redatto annualmente rappresenta una testimonianza concreta degli sforzi incessanti e degli ingenti investimenti fatti dal Gruppo LB Technology in questo senso.
LDB ADVERTISING: IL VIAGGIO
TRA CREATIVITÀ, INNOVAZIONE E SINERGIA
Fondata nel 1962 da Elio Lega, Guido De Maria e Luigi Bettelli agli albori della pubblicità italiana, LDB Advertising, agenzia pubblicitaria 100% bolognese, si è evoluta costantemente per rimanere al passo con il cambiamento, trasformandosi e adattandosi ai tempi, mantenendo salda la sua identità e diventando un punto di riferimento nel settore. Guidata oggi dai fratelli Francesco e Filippo Bettelli, LDB Advertising è conosciuta e premiata per la creatività e la profes-
sionalità nelle produzioni di campagne TV, nelle campagne stampa e nelle gare creative, dimostrando una forte attenzione all’ADV tradizionale e ai nuovi media, con un team interno dedicato e altamente specializzato in brand strategy, media e digital. La missione dell’agenzia bolognese è chiara: fornire soluzioni creative che aiutino i brand a emergere in un mercato sempre più competitivo. “La creatività è nel nostro DNA”, spiega Fran-
vita industriale
Sopra, Francesco Bettelli, presidente e direttore creativo, a sinistra, Filippo Bettelli, amministratore delegato di LDB Advertising
IM.VA: 50 ANNI DI STORIA, DA BOTTEGA ARTIGIANA A ECCELLENZA INDUSTRIALE
Era il 1973 quando, da una semplice bottega artigiana per la lavorazione del ferro nasceva Im.va, azienda di S. Prospero, in provincia di Modena, fondata da Vanni Tinti e dal padre Imes, specializzata nella costruzione di serramenti, cancelli e basculanti per il comparto civile, e che il 31 maggio scorso, nella sede di S. Prospero in via Caduti sul lavoro, ha celebrato il mezzo secolo di attività.
“L’azienda Im.va, che si occupa di produzione di portoni industriali, ha festeggiato i 50 anni di attività sul territorio, contribuendo attivamente alla crescita del tessuto sociale della comunità, con oltre 70 dipendenti che lavorano e risiedono a San Prospero. È stato, quindi, un segno importante quello di aver celebrato questa ricorrenza proprio nei giorni in cui viene ricordato il sisma che ci ha colpiti dodici anni fa”, sottolinea l’amministrazione comunale di San Prospero, che ha preso parte ai festeggiamenti.
Per l’amministrazione comunale “è fondamentale promuovere e sostenere il nostro tessuto produttivo, che dopo il sisma del 2012 ha sofferto, ma non si è mai arreso. Celebrare l’attività di un’azienda nella settimana del terremoto, significa quindi ribadire quanto sia alto il valore che questi imprenditori hanno deciso di mettere in campo, per continuare a credere e ad investire nel nostro territorio, offrendo lavoro a decine di famiglie che in questo modo hanno potuto proseguire la loro vita qui, a San Prospero”.
In questo senso, il titolare dell’azienda Vanni Tinti rimarca l’importanza dei legami con il territorio: “La costruzione di chiusure tecniche è la nostra attività da ormai molti decenni. Una professionalità che ci consente di essere considerati oggi tra i maggiori produttori made in Italy in questo settore. Le nostre qualità – prosegue Tinti –hanno radici in un territorio famoso per l’elevata specializzazione e competenza del comparto manifatturiero: un ampio aggregato di industrie meccaniche, elettriche, metallurgiche e di lavorazioni meccaniche di precisione in grado di competere con i maggiori paesi industrializzati. Qui ci siamo formati, qui ci siamo evoluti nella realtà odierna: un’azienda con una gamma di chiusure, portoni, porte rapide tra le più complete per ogni settore di applicazione”. Lo scorso venerdì 31 maggio, Im.va ha dedicato un’intera giornata ad amici, clienti, fornitori e al team di lavoro. Le celebrazioni hanno previsto anche una visita agli stabilimenti produttivi e il saluto delle autorità civili e religiose. “Una festa che ci ha riempito il cuore ed emozionati per la sentita partecipazione. Ringraziamo le autorità che ci hanno onorato con la loro presenza. È stata una giornata fantasti-
cesco Bettelli, presidente e direttore creativo di LDB. “Non si tratta solo di avere idee brillanti, ma di saperle mettere in pratica in modo da ottenere risultati concreti. Questa è la vera essenza della ‘Creatibility’, ovvero la capacità di generare idee innovative ma anche di implementarle efficacemente per adattarsi meglio alle nuove sfide, e rappre-
Da sinistra Matteo e Sara Tinti assieme ai genitori Alba e Vanni Tinti, fondatore di IM.VA assieme al padre Imes
ca”, commenta ancora il titolare.
I 50 anni non sono solo un numero, ma un traguardo straordinario da festeggiare con orgoglio e entusiasmo, tant’è che Im.va li ha celebrati anche con una cena di gala nella splendida cornice di Villa La Personala, a Mirandola. Presenti alla cena di gala, oltre a tutti i dipendenti, anche fornitori, clienti, agenti e le istituzioni del territorio.
Nell’occasione, il titolare, insieme ai figli Matteo e Sara Tinti, ha raccontato il percorso dell’attività che trova inizio nel settore agricolo, poi nel settore dell’edilizia e infine come azienda punto di riferimento nel settore delle chiusure per il comparto industriale, attraverso un processo di internazionalizzazione che l’ha portata su nuovi mercati in tutto il mondo.
“Da parte dell’azienda, un particolare ringraziamento – tra gli altri - a monsignor Francesco Cavina, presente al taglio del nastro e alla benedizione, al sindaco di San Prospero Sauro Borghi e a Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia, che con i loro interventi hanno dato risalto e fierezza all’impresa e a tutte le autorità civili e militari presenti”, conclude Vanni Tinti.
Im.va guarda al futuro, pronta a dare continuità con la professionalità e la tenacia che contraddistingue la famiglia Tinti, disposta ad affrontare tutte le sfide del mercato, oggi più che mai viziato dalle guerre e dalle instabilità politiche.
senta il cuore pulsante della nostra missione”. Superato il 60° anniversario, LDB ha organizzato due eventi speciali per celebrare questo traguardo: “Talks. Shaping our Future”, una giornata di studi durante la quale professionisti del settore, aziende e accademici si sono riuniti per discutere dei nuovi trend, delle tecnologie digitali emergenti e
delle trasformazioni culturali, sociali e valoriali che stanno ridefinendo il panorama della comunicazione, e “Change!”, una presentazione del documentario autoprodotto che racconta il lungo viaggio di LDB e della creatività bolognese dagli anni Sessanta in avanti. “Entrambi gli eventi hanno rappresentato preziosi momenti di confronto per-
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ché ci hanno permesso di riflettere su dove stiamo andando, sulle nuove domande di responsabilità a cui dovremo rispondere, nel nostro mestiere di pubblicitari e in quello di persone del nostro tempo”, commenta Filippo Bettelli, amministratore delegato dell’agenzia. Negli anni, LDB si è sempre distinta per il suo spirito innovativo, abbracciando il cambiamento e facendone il suo punto di forza, sostenuta da un team di professionisti che lavorano insieme per sviluppare idee di successo. Sinergia di talenti in formazione costante, LDB si arricchisce delle professionalità e delle vocazioni di ognuno per trasformare visioni all’avanguardia in realtà concrete, garantendo risultati eccezionali e soluzioni di valore su misura per ogni cliente. “The Positive Change è per noi soprattutto una promessa: trarre dal cambiamento tutto ciò che è positivo, il plus che fa la differenza. Abbracciando questa filosofia non solo ci adattiamo, ma guidiamo anche il progresso, assicurandoci che ogni sfida diventi un’opportunità di crescita e miglioramento”, puntualizza ancora Francesco Bettelli. “Siamo un’agenzia digital-analogica: ci adattiamo al nuovo mondo senza tradire il nostro spirito creativo. Abbiamo raggiunto molti traguardi, ma siamo solo all’inizio. Il futuro è pieno di opportunità e noi siamo pronti a coglierle”, conclude Filippo Bettelli.
LEYTON ITALIA, INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ AL SERVIZIO DELLE IMPRESE
Nata più di 25 anni fa dalla perseveranza dei suoi co-fondatori François Gouilliard e Olivier de Beauminy, oggi Leyton è una delle maggiori società di consulenza indipendenti in materia di innovazione. Nel 2017 viene inaugurata a Milano Leyton Italia e, successivamente, vengono aperte altre sei sedi a Torino, Verona, Firenze, Roma, Napoli e Bari, dimostrando di essere una realtà in costante crescita, sia in termini di portafoglio clienti, che di organico, e superando la soglia dei 200 dipendenti in soli sei anni. Oggi, nel panorama della consulenza aziendale, Leyton Italia è un partner strategico che integra competenze legali, fiscali, previdenziali e tematiche ESG semplificando l’accesso
alle opportunità della finanza pubblica e garantendo il raggiungimento della sostenibilità finanziaria ed ambientale. Sul tema della sostenibilità finanziaria, Leyton aiuta le imprese a identificare e sfruttare le agevolazioni fiscali, focalizzandosi su innovazione, digitalizzazione, Industria 4.0 e Transizione 5.0, offrendo supporto anche nella pianificazione fiscale e promuovendo una gestione patrimoniale conforme alla normativa. Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, la società affianca le aziende nel percorso verso l’efficientamento energetico e la decarbonizzazione. In maniera trasversale, agevola le imprese nell’accesso a fondi europei, nazionali e regionali, aiutandole a interpretare correttamente le normative e affiancandole durante l’intero iter di lavoro, dalla presentazione della domanda, all’ottenimento del beneficio. Infine, offre, in materia di competenze previdenziali, una consulenza mirata a ottimizzare i costi del lavoro, migliorare i processi payroll e sviluppare strategie di welfare e formazione. Ma l’attività di Leyton Italia non si ferma qui: la società ha formalizzato l’iscrizione all’Albo degli Enti Certificatori per il Credito d’Imposta in R&S e Innovazione, per garantirne la conformità alle normative fiscali italiane. “La Certificazione tutela l’azienda rispetto a contestazioni di tipo tecnico, sulla qualificazione delle attività, da parte dell’Agenzia delle Entrate. Inoltre, esplica effetti vincolanti nei confronti dell’amministrazione finanziaria in relazione alla sola qualificazione delle atti-
vità inerenti a progetti di Ricerca e Sviluppo, innovazione, design e ideazione estetica, tranne nel caso in cui, sulla base di una non corretta rappresentazione dei fatti, la Certificazione sia stata rilasciata per una attività diversa da quella realizzata”, afferma Jacopo Bottazzi, business developer di Leyton Italia. In questo contesto, Leyton ha stretto una partnership con l’Institute for Transformative Innovation Research dell’Università di Pavia, che prevede il supporto certificativo dell’Università, e la creazione di un Osservatorio permanente sul tema della Certificazione del Credito d’Imposta, con l’obiettivo di diventare il punto di riferimento in Italia, incentivando il networking tra esperti di settore e opinion leader. Oltre a questo accordo la società ha stretto una nuova partnership strategica con Confindustria Emilia per favorire la cooperazione con le aziende associate, offrendo un supporto continuo in materia di sostenibilità finanziaria, ambientale e sociale.
MAKEITALIA CRESCE
CON I NUOVI SERVIZI DELLA SMART FACTORY
Non si arresta la crescita di Makeitalia. L’azienda modenese punto di riferimento per le imprese nella gestione della Supply Chain ha chiuso infatti il 2023 con un fatturato pari a 18,2 milioni di euro (+50% rispetto al 2022). “Oltre alla consulenza e ai servizi di temporary management, in crescita di anno in anno, abbiamo voluto integrare la nostra offerta investendo le competenze acquisite in una Smart Factory, completamente digitalizzata, per dare supporto ai nostri clienti nella gestione dei componenti di acquisto,
Roberto Ferrari, partner di Makeitalia
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Jacopo Bottazzi, business developer di Leyton Italia
compresa la movimentazione fisica. Il nostro cliente ha visibilità sull’intero processo e delega a noi tutte le attività di acquisto, pianificazione e gestione del fornitore, sapendo di contare sulla nostra esperienza per non avere ritardi nelle linee di montaggio”, afferma Roberto Ferrari, partner di Makeitalia. Makeitalia è nata nel 2008 e ha il suo core business nel Supply Chain Management. Si occupa della gestione e ottimizzazione della catena di fornitura, supportando i propri clienti in diverse aree che vanno dagli acquisti, alla logistica, dalla pianificazione, dal magazzino, ai trasporti e alla qualità. In particolare, l’azienda fornisce servizi nel campo della gestione della Supply Chain, tra cui: la consulenza (supportando il cliente sia nella fase di analisi, sia nella fase di implementazione), l’outsourcing, il temporary management e la formazione. Il 2023 ha visto l’acquisizione da parte dell’azienda di importanti clienti, lo sviluppo di nuove opportunità all’estero, in un’ottica di internazionalizzazione, e la nascita di molti progetti legati alla digitalizzazione della Supply Chain, di cui la Smart Factory è un esempio concreto. Un’altra importante novità è stata l’attenzione posta alla tematica ESG (Environmental, Social e Governance) sulla quale Makeitalia ha investito sia con progetti specifici di consulenza, ma anche internamente con la realizzazione di un impianto fotovoltaico aziendale, l’installazione di equipment ecosostenibili nell’area produttiva e logistica, l’impegno nel sociale e il sostegno alle imprese del territorio, senza tralasciare l’attenzione alla parità di genere e a nuovi sistemi di controllo della governance. Il 2023 ha visto anche la crescita del capitale umano con 46 nuove assunzioni. Da sempre, infatti, la società investe sulle persone con l’obiettivo di promuovere e garantire ogni giorno un ambiente di lavoro positivo, produttivo, inclusivo, stimolante, meritocratico e gratificante; inoltre, per il raggiungimento degli obiettivi di fatturato 2023, ha premiato il proprio team con l’erogazione di un “welfare premiante”, come riconoscimento per gli straordinari risultati raggiunti. “Siamo soddisfatti dei risultati raggiunti grazie alle nostre persone, ma non ci accontentiamo. Anche nel 2024 continueremo a innovarci per aumentare il valore aggiunto nelle attività che forniamo ai nostri clienti”, conclude Ferrari.
MALAGOLI ALDEBRANDO, NEL 2024 INVESTIMENTI PER QUALIFICARE I SERVIZI
Una serie di investimenti concentrati sull’ottimizzazione di tempi, costi e spazi, per garantire una qualità sempre maggiore dei servizi offerti: nel 2024 è stata la scelta dell’impresa modenese Malagoli Aldebrando, che offre innovazione e tradizione nella lavorazione delle lamiere da oltre 60 anni. L’azienda rappresenta un perfetto equilibrio tra passione, professionalità, esperienza e innovazione tecnologica. Fondata nel 1971 da Malagoli Aldebrando, l’impresa è un esempio di continuità nel settore, grazie a un costante impegno nel rinnovarsi. E, nell’anno ancora in corso, sono continuati gli investimenti, con l’introduzione di due nuovi sistemi di stoccaggio automatici verticali, che sono stati in grado di rivoluzionare il processo logistico, rendendolo più rapido e ordinato, e incrementando gli spazi produttivi. Questo ha permesso di sviluppare un nuovo reparto di saldatura, più ampio e avanzato, dotato di un impianto di aspirazione centralizzato e di un robot antropomorfo di ultima generazione. L’automazione della saldatura non solo aumenta la velocità e la precisione delle operazioni, ma assicura anche una qualità costante e ripetibile, ottimizzando i risultati anche nella giunzione di materiali diversi. Al pari della tecnologia, l’azienda investe costantemente nella formazione del personale, valorizzando la crescita individuale e le competenze di ogni membro del team, indispensabile per il successo del processo produttivo. “Tutti i nostri saldatori hanno ottenuto il patentino dei saldatori”, spiegano dall’impresa modenese. “Tra le ultime certificazioni ottenute c’è quella per la saldatura di fusione dei materiali metallici, nell’ambito della saldatura strutturale. Una certificazione che garantisce che la saldatura sia eseguita in modo efficiente e da personale qualificato e che siano effettuati adeguati controlli su tutti gli aspetti che influenzano il processo”. Altro elemento chiave per Malagoli Aldebrando è l’adozione di tecnologie avanzate
per il taglio laser. L’azienda vanta già cinque impianti laser per lamiera e sta ampliando le proprie capacità con l’introduzione del laser tubo. “Queste macchine all’avanguardia, in costante evoluzione, permettono di ottenere tagli di estrema precisione e una rapida adattabilità alle esigenze dei clienti. Una versatilità che permette di apportare modifiche rapide e precise, riducendo al minimo i tempi di inattività e migliorando l’efficienza produttiva: un approccio particolarmente vantaggioso per la produzione di lotti
di piccole e medie dimensioni”, proseguono dall’impresa modenese. Nel corso degli anni la Malagoli Aldebrando si è strutturata per offrire un’elevata personalizzazione del prodotto, operando in una vasta gamma di settori applicativi, tra cui automotive, meccano-ceramico, logistico, movimentazione, ricambistica, diffusione sonora e arredamento industriale. “Integrando le nuove tecnologie con la nostra esperienza, possiamo garantire qualità e la continuità del servizio. In tutti questi anni, abbiamo avuto la grande opportunità di costruire un solido rapporto di fiducia con i clienti, andando ben oltre la semplice fornitura di lamiere lavorate. Offriamo soluzioni su misura, mettendo a disposizione un’ampia gamma di servizi, che includono il supporto tecnico durante la fase
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di sviluppo, la co-progettazione e la simulazione della deformazione. Il nostro impegno costante è rivolto al miglioramento continuo e alla soddisfazione dei clienti, creando un valore aggiunto unico per ciascuno di loro”, concludono da Malagoli Aldebrando.
MET OZONE EXPERTS,
OZONO PREZIOSO ALLEATO DEI KIWI
Una delle principali proprietà dell’ozono è la sua capacità di ritardare il processo di maturazione dei kiwi. L’applicazione di ozono dopo la raccolta, effettuata da MET Ozone Experts, azienda di Bologna operante a livello internazionale nel settore della tecnologia ozono-applicata, ha dimostrato di essere efficace nel mantenere i frutti freschi più a lungo, prolungandone la shelf life e prevenendo la degradazione naturale che altrimenti accorcerebbe la loro durata di conservazione. Questo ritardo nella maturazione è cruciale per garantire che i kiwi possano essere trasportati e immagazzinati senza perdere la loro qualità. Il trattamento con ozono, infatti, è in grado di mantenere, anche nel frutto tagliato, ottimali livelli di acido ascorbico nel frutto attraverso l’attività di enzimi chiave coinvolti nella sua sintesi e regolando la produzione di antiossidanti fenolici. Si evince un ruolo fondamentale nella protezione dei kiwi dalla sua naturale degradazione. Grazie all’ozono, i kiwi mantengono una qualità superiore per un periodo più lungo, risultando più freschi e appetitosi per i consumatori. Un altro importante vantaggio dell’ozono è la sua capacità di bloccare la produzione di etilene nei kiwi. L’etilene è un gas naturale che accelera la maturazione e la degradazione dei frutti. Riducendo la presenza di etilene, l’ozono aiuta quindi a prolungare significativamente la conservazione dei kiwi. Questo è particolarmente utile nei processi di stoccaggio e trasporto, dove il controllo della maturazione è essenziale per garantire che i frutti arrivino ai mercati e sugli scaffali della GDO in condizioni ottimali. Ma l’ozono può fare di più: recenti studi e pratiche hanno dimostrato che può essere utilizzato efficacemente per prevenire la Botrytis cinerea, comunemente nota come botrite o
muffa grigia, che rappresenta una delle malattie più temute dai frutticoltori. Nel settore della coltivazione del kiwi, questo patogeno può causare gravi danni ai fiori e ai frutti, compromettendo significativamente la produzione. L’ozono, insieme a buone pratiche agronomiche, rappresenta una strategia fondamentale per prevenire la botrite del kiwi. Questa combinazione non solo aiuta a proteggere i raccolti, ma garantisce anche una produzione sana e di qualità, riducendo al contempo l’impatto ambientale. Una corretta potatura, evitare eccessi di concimazioni azotate, ridurre i ristagni di umidità sono buone pratiche agronomiche non sufficienti, per cui in molti casi è necessario ricorrere a trattamenti specifici con fungicidi antibotritici per tenere sotto controllo la malattia. Tuttavia, l’uso intensivo di fungicidi comporta rischi ambientali e può portare allo sviluppo di resistenze nel patogeno. È qui che entra in gioco l’ozono e l’esperien-
da sinistra: Paul Brown, Soar Tpi Holding, Andy Van Mieghem, amministratore delegato di Vanas, Franco Stefani, presidente di Modula
za di MET Ozone Experts. MET Ozone Experts è un’azienda di Bologna, player di riferimento nella progettazione di generatori e impianti a ozono totalmente made in Italy. Con un approccio orientato all’individuazione di soluzioni su misura l’azienda è in grado di operare in qualsiasi settore interpretando di volta in volta situazioni ed esigenze specifiche. Dall’ambito medicale a quello agroalimentare, dal settore dei trasporti a quello della sanificazione degli ambienti, Met propone un ampio ventaglio di prodotti e di soluzioni in grado di valorizzare le capacità sanitizzanti e deodorizzanti dell’ozono nell’ottica di un’economia e di una produzione sempre più attenta all’impatto ambientale.
MODULA, ACQUISITA
LA BELGA VANAS ENGINEERING
Modula, azienda italiana punto di riferimento nel settore dell’intralogistica, continua il suo percorso di crescita ed espansione all’estero acquisendo Vanas Engineering BV, storico dealer nella regione del Benelux da oltre un decennio. Questa acquisizione permetterà a Modula di migliorare la propria offerta di servizi e ampliare la sua presenza sul mercato nella regione del Benelux. Integrando la vasta esperienza e le soluzioni innovative di Vanas Engineering, infatti, Modula punta a offrire un valore aggiunto ancora maggiore ai clienti di questa regione e a rafforzare la sua
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posizione di leader nel settore dell’intralogistica. “Siamo felici di dare il benvenuto a Vanas Engineering nella famiglia di Modula. Il loro curriculum di tutto rispetto e la profonda comprensione del mercato li rendono un partner ideale, mentre continuiamo a espandere la nostra presenza e a fornire soluzioni di livello superiore ai nostri clienti”, dichiara Franco Stefani, presidente di Modula. Vanas Engineering svolge un’attività cruciale nell’area del Benelux: oltre al ruolo di distributore, questo player belga rappresenta anche un valido integratore di tecnologie, grazie alla capacità di offrire un portafoglio completo di soluzioni che si allineano perfettamente con la visione e gli obiettivi di Modula. L’acquisizione potrà garantire sinergie a vari livelli operativi, un ampliamento della base clienti e la capacità di offrire una gamma più diversificata di prodotti e servizi. “Sono entusiasta di iniziare questa nuova collaborazione, nell’ambito della quale la leadership di prodotto dei VLM di Modula, combinata con l’approccio di integrazione di Vanas, rafforzerà la nostra crescita continua nel Benelux; l’acquisizione di Vanas è stata frutto di un importante lavoro congiunto tra i due team. Siamo entusiasti delle opportunità che ci attendono e siamo fiduciosi che questa partnership si dimostrerà estremamente vantaggiosa per tutte le parti interessate”, afferma Andy Van Mieghem, amministratore delegato di Vanas Engineering. L’operazione di acquisizione è stata gestita da PwC in Italia, Belgio e Paesi Bassi, garantendo un processo di transazione fluido ed efficiente. Fondata nel 1987, Modula realizza sistemi automatizzati di stoccaggio e recupero. Con sede a Salvaterra di Casalgrande, in provincia di Reggio Emilia, l’azienda è specializzata in soluzioni innovative che ottimizzano le operazioni di magazzino e migliorano la gestione dell’inventario per le aziende di tutto il mondo. Con la missione di “ottimizzare l’intralogistica di tutte le aziende, indipendentemente dalle loro dimensioni o settore, fornendo le migliori soluzioni di stoccaggio automatizzato”, Modula offre proposte di stoccaggio all’avanguardia che massimizzano l’utilizzo dello spazio e semplificano i flussi di lavoro. La dedizione dell’azienda all’innovazione e alla qualità ha guidato la sua espansione globale, con stabilimenti produttivi in Italia, Stati Uniti e Cina, e una presenza globale in oltre 50 Paesi.
INTEGRAZIONE, NCV
PREMIATA NEL PROGETTO “WELCOME” DI UNHCR ITALIA
NCV Cooperativa Autotrasporti Nuova Camp Veloci, storica cooperativa del territorio bolognese attiva nei trasporti, nella logistica integrata e nella logistica in-house, è tra le aziende premiate nell’ambito del progetto “Welcome” di UNHCR Italia. Il prestigioso riconoscimento per le azioni di accoglienza e i percorsi d’inclusione lavorativa di rifugiati è stato consegnato alla presidente di NCV, Samanta Zucca, lo scorso 19 giugno durante l’evento che si è tenuto nella storica sede della Luiss, a Roma. “Un premio che acquista un significato ancora più rilevante proprio oggi, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, e mentre il numero delle persone in fuga da conflitti e persecuzioni in tutto il mondo ha raggiunto livelli record”, ha commentato la presidente Zucca ritirando il premio. “Come NCV siamo da sempre impegnati nei processi di inclusione professionale e inserimento territoriale. Nella Cooperativa coesistono 14 nazionalità e 16 sono le lingue parlate dalle nostre socie e dai nostri soci che ogni giorno lavorano per lo sviluppo dell’azienda. Siamo tra le 220 aziende premiate in questa occasione, a testimonianza di come siano in crescita le realtà consapevoli della forza dell’inclusione e in grado di offrire soluzioni concrete per il reinserimento di persone provenienti da territori geopoliticamente complessi che supportano la mancanza di personale da inserire nel nostro settore. Nel 2023 abbiamo inserito sette persone con permesso di soggiorno protezione speciale e nel 2024, in soli sei mesi, il numero è stato raddoppiato”, ha evidenziato ancora Samanta Zucca. Welcome è il progetto con il quale UNHCR Italia favorisce l’inclusione delle persone rifugiate nel mercato del lavoro, promuovendo il coinvolgimento del settore privato in collaborazione con le istituzioni
e con le organizzazioni della società civile. Grazie a ”Welcome. Working for Refugee Integration” di UNHCR Italia nel 2023 in Italia sono stati avviati 11.700 percorsi professionali per persone rifugiate, un risultato che porta a 34mila il totale degli inserimenti realizzati con il programma dalla sua nascita nel 2017. In sette anni sono state premiate 742 aziende, 220 soltanto in questa edizione. La crescita riguarda ogni settore produttivo e coinvolge sia grandi aziende - sono 75 le premiate per gli inserimenti realizzati nel 2023, rispetto alle 58 nel 2022 e 35 nel 2021 - che PMI. Passando agli inserimenti, oltre a un aumento in valore assoluto (11.770 rispetto ai 9.300 per il 2022), va rilevato anche un incremento dei contratti a tempo indeterminato che passano dal 5% al 6%, mentre il 91% delle persone assunte ha ottenuto un contratto a tempo determinato. Complessivamente il numero delle donne rifugiate inserite passa dal 18% al 20%. “Siamo fieri dei risultati di Welcome, un programma che dimostra che una società più inclusiva non solo è possibile, ma è necessaria per il presente e il futuro del nostro Paese. Ma non solo: l’inclusione lavorativa dei rifugiati offre risposte a un problema serio e strutturale della nostra economia come il mismatching tra domanda e offerta di lavoro”, spiega Chiara Cardoletti, rappresentante di UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino.
NIEW SI AGGIUDICA
IL “RED DOT AWARD: BEST OF THE BEST 2024”
Il progetto New Generation HMI ideato dall’azienda di consulenza strategica modenese NiEW, in collaborazione con la società bergamasca Ims Technologies, si è aggiudicato il prestigioso premio di design “Red Dot Award: Best of the Best 2024” nella categoria Design Concept. Giovedì 10 ottobre
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INDACO PROJECT FESTEGGIA TRENT’ANNI DI ATTIVITÀ E PRESENTA CM²,
LA NUOVA SOLUZIONE PER IL MONDO HR
Trent’anni di attività: è un anniversario importante quello che Indaco Project festeggia nel 2024. L’azienda bolognese, specializzata nella realizzazione di soluzioni software e hardware per gestire e risolvere le problematiche dell’ufficio del personale, dei responsabili della sicurezza e dei responsabili della logistica, ha celebrato questo importante traguardo a inizio estate nella suggestiva cornice cinquecentesca di Villa Zarri, alle porte di Bologna.
Molti conoscono Indaco Project come “Indaco” e per il software ND24 che ha fatto la storia nel mondo HR, rendendo l’azienda bolognese pioniera nell’introduzione di sistemi avanzati per la gestione del personale e la rilevazione presenze. Il DNA dell’innovazione è insito nel Gruppo, precursore del workflow autorizzativo su un sistema Windows nei primi anni ‘90 e, in seguito, nell’uso delle e-mail automatiche e del web.
Il Gruppo Indaco nasce infatti nel 1994 nell’ambito del software per uffici del personale, controllo accessi e tempi di produzione: oggi l’innovazione ha portato l’azienda a rompere il muro della correzione delle anomalie in ambito HR tramite l’AI e l'introduzione di una modalità di distribuzione con un click di qualsiasi dato aziendale per responsabilizzare ed aiutare le persone in azienda a raggiungere gli obiettivi preposti. In questi 30 anni il core business dell’azienda bolognese non si è però fermato qui e si è diversificato, per dare risposta alle crescenti necessità anche al di fuori dell’ambito HR. Sono nate così le PSM, neologismo ideato da Indaco Project per definire le Personal Storage Machines ovvero tutte quelle soluzioni hardware utili a favorire la produttività, l’efficienza, la sicurezza in azienda e di ottimizzare le fasi della logistica interna. “Oggi conosciamo TomWork e AK i distributori automatici in grado di distribuire DPI e di istruire i dipendenti al loro utilizzo come richiesto da normativa; KeyCo in una gamma di diverse soluzioni colorate per la gestione delle chiavi aziendali e piccoli oggetti di valore; ma anche Rosk, in omaggio al termine bolognese per ‘scarto’ che, tramite la nuova funzione di AI, gestisce in modo sostenibile lo smaltimento degli scarti aziendali secondo la nuova normativa R.E.N.T.Ri e, non ultima, EvaPlan la soluzione che, lo anticipa il nome stesso, gestisce con precisione e in sicurezza le evacuazioni aziendali nel punto di raccolta”, spiega Antonio Marzo, am -
a Singapore la cerimonia di premiazione. Il Red Dot Design Award, nato nel 1955, è uno dei concorsi di design più prestigiosi al mondo. Il marchio Red Dot è riconosciuto a livello internazionale come uno dei simboli di qualità più ambiti per il buon design. Il premio per la categoria Design Concept
Antonio Marzo, amministratore di Indaco Project, riceve la targa per i 30 anni di attività dal presidente di Confindustria Emilia, Valter Caiumi, e del DG Tiziana Ferrari
ministratore di Indaco Project. Ma le novità in casa Indaco non finiscono qui: si chiama infatti Cm² la nuova tecnologia progettata dall’azienda bolognese. “Si tratta di un software rivoluzionario nel mondo HR che da ora ha a disposizione uno strumento unico nel suo genere, in grado di cambiare non solo il modo in cui gestire le attività a capo dell’ufficio del personale ma anche di garantire una visione a 360 gradi dell’intera azienda. Cm² è un grande passo avanti per tutte le imprese, per questo siamo particolarmente entusiasti di poter offrire ai nostri clienti, ancora una volta, una soluzione avanzata e innovativa”, continua Marzo.
L’ufficio del personale in un centimetro quadrato: così si può provare a riassumere il valore del nuovo software in grado di includere tutte le funzionalità richieste all’ufficio HR. Grande novità è la capacità di gestire in modo automatizzato ogni forma di anomalia e la progettazione, che ne sta alla base, lo rende uno strumento ancor più evoluto, in grado di dare in tempo reale una visione completa dell’intera azienda.
“Dal 1994 al 2024: il nostro è stato un percorso intenso al fianco dei nostri clienti e ricco di tante soddisfazioni, ma la creatività e lo sviluppo di nuove soluzioni non si arresta. Posso anticipare altre importanti novità come l’arrivo di un nuovo distributore automatico, il TomWork12, e l’apertura di una nuova filiale in Giappone”, conclude l’amministratore di Indaco Project.
è stato istituito nel 2005 per identificare e celebrare concetti innovativi di design, precursori dei grandi prodotti di domani, e il Best of the Best Award è il più alto riconoscimento in questo ambito. L’innovativa soluzione di HMI ridefinisce un paradigma nel settore del converting, stabilendo nuovi
standard di efficienza, usabilità ed eccellenza. Tra gli obiettivi del progetto New Generation HMI la riduzione dei tempi di apprendimento ed esecuzione delle attività e l’identificazione di nuovi touch point digitali per ampliare la customer experience. Come spiegano dalle due aziende, “il con-
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cept è caratterizzato da un’estetica moderna e da un’esperienza utente completamente nuova, basata su intuitività e accessibilità. Questa HMI di nuova generazione offre infatti una gestione intuitiva della stazione di taglio con feedback in tempo reale sullo stato della macchina, un cruscotto completamente personalizzabile in base alle preferenze dell’utente e grafici dettagliati dei sensori per una migliore diagnostica della produzione e della manutenzione”. Il cuore della soluzione è costituito da un insieme di elementi di user interface progettati meticolosamente, volti a ottimizzare il coinvolgimento e l’interazione dell’utente. Ogni sezione dell’HMI è stata progettata per offrire funzionalità ottimali e facilità d’uso. “Siamo felici e orgogliosi di aver ricevuto questo riconoscimento così importante del nostro lavoro, accompagnando Ims Technologies in un progetto che ha elevato il livello di qualità dell’esperienza di utilizzo per un settore con lavorazioni molto specifiche”, ha dichiarato Daniele De Cia, partner e presidente di NiEW. “È stato possibile raggiungere questo risultato grazie ad un collaudato metodo di progettazione che ha coinvolto gli esperti di Ims e i loro clienti, che abbiamo incontrato direttamente nei loro luoghi di produzione distribuiti tra l’Europa e l’Asia”, ha rimarcato Teresa Alaniz, design director di NiEW. “Un approccio di analisi così attenta a recepire i bisogni e le richieste degli utilizzatori finali ha reso possibile la progettazione in dettaglio delle funzionalità realmente utili, garantendo grande efficienza nella fase di sviluppo”. NiEW è un’azienda di consulenza strategica con esperienza pluriennale nell’ambito industriale e manifatturiero, con
sede a Modena e un ufficio operativo negli Emirati che realizza progetti di innovazione digitale di prodotti, servizi e processi con una metodologia distintiva di design thinking. Ims Technologies, società del Gruppo Coeclerici, è un punto di riferimento internazionale nella progettazione e costruzione di macchinari personalizzati ad alta tecnologia in molteplici settori come il converting, il packaging e altre industrie. Grazie al suo vasto know-how e alla sua lunga storia, che risale al 1851, è in grado di sviluppare soluzioni che rispondono ai più alti standard in termini di produttività, qualità e precisione.
OFFICINA MECCANICA CHIORBOLI
ROBERTO, LAVORAZIONI
MECCANICHE DAL 1988
Fondata del 1988 da Roberto Chiorboli e dal fratello Riccardo Chiorboli, l’omonima Officina Meccanica è da più di trent’anni un punto di riferimento nel settore della lavorazione meccanica. Con sede a Ferrara, l’azienda, specializzata nella produzione di componenti di alta precisione per il settore automotive e motoristico, si sviluppa su una superficie totale di 6.500 metri quadrati, 2.000 dei quali in reparto produzione e uffici, con oltre 200 metri quadrati in reparto attrezzeria. Nel dettaglio, Officina Meccanica Chiorboli Roberto esegue lavorazioni personalizzate di tornitura e fresatura su materiali metallici e, grazie all’uso di centri di lavoro e torni CNC, è in grado di realizzare sia piccole che grandi serie di particolari. L’innovazione è sempre stata al centro della sua attività, un fattore reso possibile grazie all’impiego di macchine robotizzate altamente tecnologiche che vengono utilizzate nelle varie fasi di lavorazione dei componenti. Tra i settori chiave c’è quello dell’automotive e motoristico, l’azienda ferrarese, infatti, è specializzata nella realizzazione di particolari meccanici utilizzati da importanti case automobilistiche italiane e per i marchi del mondo delle due ruote. Da sempre attenta alla qualità e agli standard delle proprie lavorazioni, l’Officina Meccanica Chiorboli Roberto è certificata ISO 9001:2015. “La nostra forza è sempre stata la grande capacità di
rinnovarci con investimenti costanti e, soprattutto, con la grande competenza tecnica di mio fratello Riccardo; il continuo miglioramento tecnologico e la nostra specializzazione ci rendono molto affidabili e competitivi sul mercato”, afferma Roberto Chiorboli, fondatore e titolare dell’azienda. “L’attenzione alla qualità e alla cura del dettaglio, tipiche del ‘made in Italy’, sono da sempre obiettivi prioritari per la nostra attività; siamo infatti un esempio di eccellenza nel panorama delle lavorazioni meccaniche italiane. Il mix di tecnologia avanzata, esperienza artigianale e attenzione all’ambiente ci rendono un punto di riferimento nel settore”, continua Chiorboli. E proprio sull’ambiente e sulla sostenibilità l’azienda ha investito: nel 2022 è stato installato infatti un impianto fotovoltaico per contribuire all’efficientamento energetico e alla riduzione delle emissioni. Ma il percorso di crescita di Officina Meccanica Chiorboli Roberto non si ferma qui. “Abbiamo due ambiziosi progetti a lungo termine che stiamo portando avanti con il supporto di Confindustria Emilia: il primo è l’ingresso nel mercato dei componenti per la difesa. Questo passo strategico rappresenta un’importante evoluzione per noi, vogliamo infatti consolidare la nostra posizione nel settore contribuendo alla sicurezza nazionale con prodotti di alta qualità e innovazione tecnologica. Il secondo è l’acquisizione di clienti internazionali e l’espansione della nostra attività anche all’estero”, conclude Roberto Chiorboli.
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LOGIMATIC FESTEGGIA 20 ANNI DI GRANDI RISULTATI
Una festa dedicata al lavoro, all’impegno, alle competenze, ai risultati ottenuti nei primi venti anni di attività: lo scorso 7 giugno, nella sede di Ozzano dell’Emilia, in provincia di Bologna, inaugurata nel 2019, si sono tenuti i festeggiamenti di Logimatic. E il senso di condivisione e comunità è anche nelle parole con cui Andrea Zaccari, amministratore delegato dell’azienda meccanica specializzata nel montaggio e nella revisione di macchine automatiche, ha voluto ricordare tutti coloro che qui lavorano.
“Sono stati 20 anni molto intensi”, ha raccontato Zaccari. “Ci siamo entusiasmati quando abbiamo ricevuto degli ordini importanti, ci siamo preoccupati quando il mercato non andava bene. È stato un ventennio che ci ha riempito di forti emozioni. Ci tenevo a ricordare una cosa importante: se siamo qui oggi, con i risultati che abbiamo raggiunto, il successo è merito vostro, delle persone che hanno dedicato impegno e passione in questa società, quindi grazie a tutti voi dipendenti”.
La giornata è stata l’occasione per ripercorrere insieme le tappe della storia dell’azienda, che parte molto prima rispetto al 2004, esattamente nel 1974 quando viene fondata la Roda Enrico Di Vignoli Enrico & C., azienda di San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna, che si occupava di montaggio di macchine automatiche (qui venivano assemblate le prime macchine del tè di Ima, la cui storia è profondamente legata a quella di Logimatic). Proprio qui, a partire dal 1994, inizia a lavorare come agente di commercio, Andrea Zaccari, poi diventato amministratore delegato di Logimatic. I successi dell’attività e la sempre più diffusa richiesta dei clienti di avere un fornitore in grado di gestire sia il montaggio sia l’acquisto dei particolari meccanici portano nel 2004 alla nascita di Roda, che acquisisce il ramo d’azienda della Roda Enrico Di Vignoli Enrico & C. e si occupa del montaggio, e in parallelo di Logimatic, che si occupa dell’attività commerciale e logistica. Quando prende il via Logimatic, che ha sede sempre a San Lazzaro di Savena, è composta dai soci Mariagrazia Quaranta, Dino Vignoli (socio fondatore di Roda) e Andrea Zaccari e ha all’attivo quattro dipendenti. Quindi Logimatic nasce nel 2004, ma eredita l’ultraquarantennale know-how della piccola azienda artigiana specializzata nel montaggio e revisione di macchine automatiche. Da allora, si registra una crescita esponenziale, che porta a un aumento significativo del numero delle risorse passando nel giro di pochi anni da 40 a oltre un centinaio di lavoratori. È del 2006 il trasferimento di Logimatic e Roda in via Nobel a Ozzano dell’Emilia, mentre nel 2010 Ima entra nel capitale sociale di Logimatic e, a partire dal 2014, iniziano le prime acquisizioni societarie. Nel 2017 Roda, che contava 41 dipendenti compreso Mirco Spaliviero, attuale socio di Logimatic, viene fusa per incorporazione con Logimatic.
Una crescita che si manifesta concretamente anche nell’aumento degli spazi produttivi, sviluppando nello specifico un concetto di espansione del magazzino e portando, alla fine, alla creazione di un hub centralizzato capace di alimentare tutti i reparti produttivi del gruppo: nel 2019 viene inaugurata la nuova sede di via della
Grafica a Ozzano dell’Emilia.
Oggi Logimatic conta 104 dipendenti, la sede occupa una superficie di 11.500 metri quadri e detiene quote in altre 14 società. “Abbiamo a disposizione circa seimila metri quadri per l’assemblaggio meccanico e oltre quattromila metri quadri per lo stoccaggio dei materiali. Siamo in grado di sviluppare circa 100 mila ore di assemblaggio meccanico ogni anno e di realizzare oltre 400 mila movimenti di magazzino ogni anno”, spiegano dall’azienda. Impegno, perseveranza, determinazione e spirito di squadra: questi i concetti che portano il team di Logimatic a porsi sempre nuovi traguardi da raggiungere. Come nel 2015 la prima certificazione di qualità ISO 9001, un grande obiettivo per una realtà aziendale che ha sempre fatto della sua matrice artigiana la sua forza. Un traguardo ambizioso, che ogni anno mette Logimatic nelle condizioni di mettere in discussione le sue procedure e i suoi processi interni per mantenere uno standard qualitativo elevato e certificato.
“Forti dell’utilizzo di tecnologie d’avanguardia e della capacità di coordinare i flussi di lavoro in modo flessibile e organizzato, offriamo un servizio altamente specializzato nel campo della realizzazione di macchine automatiche chiavi in mano. Siamo in grado di produrre una macchina in fornitura completa, con costruzione di particolari a disegno, parti commerciali, montaggio meccanico, cablaggio elettrico, installazione del software e infine il collaudo, gestendo l’intera commessa secondo le esigenze espresse dal cliente”, concludono da Logimatic.
vita industriale
Andrea Zaccari, CEO di Logimatic, e Dino Vignoli, socio fondatore di Roda
ORPLAST: CREATIVITÀ, SOSTENIBILITÀ E FLESSIBILITÀ
CON IL PROGETTO UPCYCLE
Un’unione sia privata che lavorativa ha portato nel 1983 alla fondazione di Orplast, azienda di Villanova di Castenaso, alle porte di Bologna, operante nel settore dell’ideazione, della realizzazione e della personalizzazione di shopping bags, sacchi industriali, materiali e soluzioni di packaging. L’impresa familiare, che persiste da più di 40 anni, è nata dal matrimonio dei fratelli Brusori con le due sorelle Romano. “Dopo qualche tempo dall’inizio dell’attività, ci siamo insediati in un capan-
none di famiglia, abbiamo assunto i primi dipendenti e investito in macchinari. In quel periodo la plastica era il materiale più usato e abbiamo esordito con il polietilene, il composto plastico più riciclabile esistente e in una realtà come la nostra il riciclo fa la differenza. Dopo aver consolidato una rete commerciale nell’industria e nel retail tramite la produzione di buste e shoppers in polietilene brandizzati, abbiamo lavorato duramente con diversi materiali, studiato prodotti innovativi e inserito la commercializzazione di alcuni articoli di packaging. Oggi, oltre a realizzare prodotti di punta come buste o shoppers in materiali plastici, riusciamo a crearli anche in carta, cotone, tessuto non tessuto, pvc”, racconta Claudio Brusori, amministratore delegato di Orplast Packaging. Tra i suoi punti di forza,
Orplast annovera la velocità e la flessibilità. “Ciò che ci contraddistingue è l’essere un’azienda a dimensione d’uomo, un fattore che ci permette di possedere flessibilità e velocità nell’adattamento ai cambiamenti improvvisi del mercato. Il nostro team, costituito da circa dieci persone, è molto affiatato e affidabile: ci piace coinvolgere tutti nei nostri progetti”, spiega ancora l’amministratore delegato dell’azienda. La flessibilità di Orplast ha permesso una notevole espansione, non solo in Emilia-Romagna ma anche in tutto il territorio italiano ed europeo, instaurando rapporti commerciali con altre aziende del settore. Negli ultimi anni la plastica è diventata una delle maggiori cause di inquinamento. Il riciclo per Orplast ha così assunto un valore fondamentale e, nel 2012, l’azienda ha iniziato a usare nuovi materiali compostabili e riciclati al 60%.
Da qualche anno, la società bolognese sta portando avanti un progetto di fondamentale importanza per il riuso e il riciclo di materiali: il progetto Upcycle. “Siamo grandi sostenitori dell’economia circolare basata sull’auto-rigenerazione, dove gli scarti sono recuperati e reinseriti in nuovi cicli: pensiamo che nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. Dal 2020, quindi, diamo una seconda vita alla grande quantità di materiale di scarto che riceviamo da un’azienda di tende da sole, creando manufatti e packaging. Lavoriamo poi anche con cooperative sociali per dare al nostro prodotto una valenza etica: penso infatti che la sostenibilità sia una questione di sopravvivenza, non solo una moda, uno strumento di marketing o un’attività marginale rispetto al core business di ogni impresa. Ultimamente molte aziende ci stanno contattando per realizzare con i loro scarti complementi di arredo, gadget e molto altro, e noi non vediamo l’ora. La voglia di mettersi in gioco è ancora molto alta”, conclude Claudio Brusori. Per il futuro, l’impresa familiare mira a consolidarsi tramite alcuni progetti, come la possibilità di affacciarsi ancora di più al commercio estero, ampliare la vendita tramite e-commerce, e continuare a cercare materiali sempre più innovativi ed ecosostenibili.
PANARIAGROUP E ENEL X NUOVA PARTNERSHIP PER LA SOSTENIBILITÀ
Panariagroup, multinazionale specializzata nella produzione e distribuzione di superfici ceramiche d’eccellenza, ha scelto Enel X, la global business line di Enel dedicata ai servizi innovativi e alle energie rinnovabili, per realizzare un importante impianto fotovoltaico che consentirà all’azienda con sede a Fiorano Modenese di ridurre considerevolmente l’impatto ambientale della produzione delle sue lastre ceramiche, da quelle di taglio standard a quelle ad alto spessore. In particolare, si tratta di un impianto da oltre 3.000 pannelli fotovoltaici, per un totale di 1.662 kWp di potenza complessiva, che saranno installati sui tetti del sito produttivo di Finale Emilia, nel modenese, consentendo al Gruppo un’autoproduzione di energia verde annua di circa 1.708.659 kWh. I consumi energetici dell’azienda, inoltre, saranno costantemente monitorati attraverso l’Energy Management System di Enel X per implementare ulteriori opportunità di efficientamento dal punto di vista energetico dell’intero sistema produttivo. “Prosegue con un ulteriore investimento il nostro impegno sulla sostenibilità, da diversi anni articolato in un piano di obiettivi a medio e lungo termine. Le nostre attività di ricerca e sviluppo per portare sul mercato prodotti innovativi e sostenibili sono sempre state tra i principali driver della strategia di crescita del Gruppo, come testimonia il progetto THINK ZERO con cui siamo stati pionieri nel proporre grandi lastre ultrasottili 100% carbon neutral, grazie alla compensazione delle emissioni dell’intero ciclo di vita del
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Claudio Brusori, amministratore delegato di Orplast Packaging
prodotto. Con l’installazione dell’impianto fotovoltaico nel sito di Finale Emilia, Panariagroup raggiunge un altro traguardo importante per ridurre ancora di più il nostro impatto e rendere sempre più sostenibile il ciclo produttivo delle nostre linee di prodotto. La scelta di Enel X per questo progetto è stata tanto naturale quanto strategica. Con Enel X possiamo infatti contare sull’eccellenza e il know-how di un player che gioca un ruolo chiave per la transizione green del Paese, condividendo la stessa visione di un made in Italy che deve saper innovare per crescere”, ha dichiarato Emilio Mussini, presidente di Panariagroup. Un investimento significativo per il Gruppo modenese che si è affidato ad Enel X per l’efficientamento energetico dello storico stabilimento ceramico e che, grazie a questo sistema, abbatterà ogni anno l’emissione in atmosfera di circa 780.000 kg di CO2. “Siamo soddisfatti di avviare una collaborazione con Panariagroup che è un’eccellenza italiana conosciuta a livello internazionale e un’azienda, radicata sul territorio emiliano-romagnolo, attenta ai valori di innovazione e sostenibilità che Enel X ha nel suo DNA. Questo accordo ci consente di consolidare un percorso verso la transizione energetica fondamentale per lo sviluppo sostenibile e ambientale del territorio, in un distretto e settore industriale per noi strategici. Le nostre offerte integrate, in linea con le esigenze dell’azienda, produrranno benefici in termini di efficientamento dei consumi, ottimizzazione della spesa e tutela dell’ambiente”, ha sottolineato Fabio Grosso, head of business to business and business to government retail Enel X Italy.
PELLICONI PREMIATA
CON LA TURRITA D’ARGENTO
DAL COMUNE DI BOLOGNA
Lo scorso 17 giugno, Pelliconi, azienda di Ozzano dell’Emilia, nel bolognese, punto di riferimento mondiale nella produzione di tappi è stata premiata dal Sindaco di Bologna Matteo Lepore con la Turrita d’argento, una delle onorificenze che il Comune conferisce, per decreto del sindaco, a persone, aziende o associazioni che si siano distinte per aver contribuito al progresso della città.
L’annuncio era arrivato lo scorso 4 marzo, proprio nel giorno in cui l’azienda nata a Bologna nel 1939 come “Ditta Angelo Pelliconi” e trasferitasi a Ozzano negli anni Sessanta, aveva festeggiato i primi 85 anni di attività. “Un riconoscimento alla sua storia e al prezioso contributo che l’azienda non ha mai fatto mancare a tante iniziative culturali e sportive della città”, come spiegava il Comune di Bologna. A ritirare il premio dalle mani del Sindaco Lepore e dell’assessora Roberta Li Calzi è stato l’amministratore delegato Marco Checchi, accompagnato a Palazzo d’Accursio dalla moglie Claudia Gnudi - con i genitori Franco Gnudi e Maria Teresa Pelliconi, figlia del fondatore Angelo - e dal loro figlio, Enrico Checchi. “Nel percorso intrapreso dal 1939 ad oggi, Pelliconi ha dimostrato di essere un’impresa importante per il nostro territorio e di far parte a pieno titolo del cuore pulsante di quell’economia che porta Bologna, e la regione di cui è capoluogo, ad essere tra le principali aree produttive dell’Europa”, si legge nelle motivazioni. “Accanto ai successi economici, Pelliconi si caratterizza per l’impegno concreto per supportare il piano globale di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu. Nello spirito della circular economy, l’azienda persegue un modello di produzione e gestione del business attento alla riduzione degli sprechi, rivolto ove possibile alla progettazione di prodotti innovativi, all’uso di materie prime
e processi a ridotto impatto ambientale, alla riduzione degli scarti, al riciclo e valorizzazione dei rifiuti”, prosegue il testo del Comune di Bologna. “Il suo bilancio di sostenibilità evidenzia le attività che l’azienda pone in essere per la cura delle comunità locali dove opera, devolvendo parte dei propri utili a favore della ricerca scientifica e del sostegno di attività sociali, culturali e artistiche. Attività e generosa attenzione delle quali la città di Bologna e la sua comunità beneficiano con riconoscenza”, chiude la nota. Con otto stabilimenti produttivi nel mondo, Pelliconi conta oggi circa 700 dipendenti e produce oltre 32 miliardi di chiusure in metallo e plastica all’anno, dedicate in particolare all’industria del food&beverage. “Non ce l’aspettavamo e, come tutte le cose inattese, è un riconoscimento ancor più gradito”, ha commentato Marco Checchi sulle colonne del Corriere di Bologna. “È il coronamento di un percorso che abbiamo fatto a sostegno della vita artistica, sportiva, della ricerca e della comunità; un viaggio che continuerà anche nei prossimi anni. Alla Pelliconi auguro di avere bilanci sempre positivi, che ci permetteranno di distribuire finanziamenti a tutto il territorio”, ha evidenziato il CEO di Pelliconi. “Una presenza sempre elegante e mai invasiva”, ha rimarcato il Sindaco di Bologna Matteo Lepore commentando la consegna del riconoscimento al quotidiano. “Un impegno però molto importante perché i numeri, soprattutto nel mondo della cultura e dello sport, sono sostanza”, ha concluso Lepore.
PIÙSICUREZZA PUNTA SULLA
CULTURA DELLA SICUREZZA
INNOVATIVA E SOSTENIBILE
“La nostra vocazione? Addestrare le persone a lavorare in sicurezza, sviluppare la cultura della sicurezza con innovazione e attenzione alla sostenibilità verso le aziende e il cittadino”. È questa la mission di PiùSicurezza, azienda con sede a Imola, in provincia di Bologna, specializzata nell’erogazione di corsi di formazione e addestramento dedicati alla sicurezza del lavoro. Dal 2010, più di 30.000 lavoratori sono stati addestrati al campo prova di Imola, una realtà esperienziale unica in
vita industriale
provincia e non solo, che si sviluppa su un’area di 12.000 metri quadri con molteplici scenari operativi per una didattica efficace. “PiùSicurezza offre un catalogo con 22 corsi, fornendo un’esperienza diversa, concreta, attraverso l’addestramento al campo prove e l’utilizzo di attrezzature e mezzi necessari a simulare le varie attività lavorative. Gli scenari realistici e l’addestramento seguito da docenti di alta qualità ed esperienza permettono di offrire alle imprese un servizio unico, rendendo i partecipanti più consapevoli dei rischi e più preparati nelle attività lavorative, contribuendo così a rendere il lavoro più sicuro”, spiegano dalla realtà imolese. Corsi catalogo, ma anche servizi personalizzati alle esigenze aziendali. Dal Piano strategico triennale nasce lo sviluppo di PiùSicurezza con quattro forti indicazioni strategiche: immagine, crescita, innovazione e diversificazione. “Il primo elemento sul quale già vedere i primi risultati è il sito www.campoprove. it. È stato realizzato un importante restyling per fornire al visitatore una navigazione semplice e completa, offrendo maggior informazione sulle attività e approfondimento delle tematiche anche attraverso newsletter periodiche e pillole con interviste a professionisti del settore. Inoltre, tante immagini e video per far immergere il visitatore in quello che potrà essere il suo percorso di addestramen-
to al campo prove”, continuano dalla sede di PiùSicurezza. Oltre a corsi di formazione e addestramento, PiùSicurezza da sempredirettamente o in sinergia con associazioni del territorio - ha concretamente promosso la cultura tecnica con convegni specialistici e seminari. “PiùSicurezza si pone sul mercato con un’ottica rivolta all’innovazione grazie alla realtà virtuale, che già viene utilizzata in configurazioni standard, ma che recentemente si sta approfondendo con la possibilità di far vedere un ambiente reale in 3D per dare la possibilità al lavoratore di trovarsi esattamente nel reparto produttivo di appartenenza. Questo è un progetto pensato per le aziende che vogliono soluzioni personalizzate”, evidenziano ancora dalla società imolese. Il tema della personalizzazione per PiùSicurezza è un tema importante, che pone l’attenzione alla qualità dell’offerta e alla distintività. “L’impresa che viene in contatto con PiùSicurezza da subito trova la possibilità di poter dialogare con referenti tecnici specializzati, potendo così ricevere un’attività molto customizzata sia presso il Campo Prove che presso l’azienda. Offriamo in tal senso non solo un supporto importante dal punto di vista della formazione, ma anche un’occasione per valutare le prestazioni e migliorare le proprie procedure interne. Un impegno importante e non rivolto solo alle imprese: poniamo uno sguardo di responsabilità sociale con una visione e impegno verso il territorio con attività rivolte al cittadino e alle famiglie per lo sviluppo della cultura della sicurezza”, concludono da PiùSicurezza. Per informazioni: segreteria@piusic.it
POLITECNICA, APPROVATO
IL PIANO INDUSTRIALE
PER IL TRIENNIO 2024-2026
Approvazione del bilancio 2023 e del piano industriale del triennio 2024-2026: questo l’ordine del giorno dell’assemblea dei soci di Politecnica, una delle maggiori società italiane di progettazione integrata - architettura, ingegneria e urbanistica - con quattro sedi in Italia a Modena, Milano, Firenze, Roma e tre uffici all’estero (Bucarest, in Romania, Copenaghen, in Danimarca, e Kingstown, a Saint Vincent e Grenadine), che si è riunita
il 23 maggio scorso nell’auditorium dello Spazio’Tengo a Castel Guelfo, in provincia di Bologna. Aumentano nel 2023 i ricavi e la redditività di Politecnica che, grazie al mercato privato ed estero, fronteggia la flessione costante della domanda di ingegneria e architettura del mercato pubblico italiano ormai sempre più vicino ai livelli del 2019. Cresce, allo stesso tempo, la domanda privata e prosegue lo sviluppo delle attività all’estero. Il valore della produzione 2023 è pari a 29,76 milioni di euro, +17,5% rispetto all’anno precedente, con una redditività del 13,81% in miglioramento di circa tre punti percentuali rispetto all’anno precedente. Il patrimonio netto è di poco inferiore ai 9 milioni di euro, contro i 7,4 milioni di euro del 2022, mentre il portafoglio ordini registra un valore di 63 milioni di euro, in linea con l’anno precedente, con lavori acquisiti nel corso del 2023 per circa 29 milioni di euro. “Gli obiettivi sono stati raggiunti e migliorati”, ha spiegato Francesca Federzoni, presidente di Politecnica, “e l’andamento del primo trimestre 2024 ha confermato le previsioni e il nostro obiettivo di consolidare i 28 milioni di euro di valore della produzione e superare il traguardo dei 9 milioni di euro di patrimonio”. L’obiettivo di Politecnica, ha proseguito Federzoni, è governare la crescita, attraverso tre linee strategiche: Ferdinando Sarno, responsabile del Settore Sostenibilità e Ambiente di Politecnica
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gli investimenti sulle risorse umane, con una crescita stimata di circa il 5% nel 2024, per rafforzare la capacità produttiva: “Avremo un nuovo team a Roma dove presto inaugureremo la nuova sede e, infine, puntiamo ad aprire nuove sedi all’estero”. Il secondo punto è l’impegno per la sostenibilità come linea strategica, che integra la logica ESG con quella delle politiche aziendali e dei contenuti tecnici dei progetti. “Infine, gli investimenti in innovazione, con la nascita di un progetto di integrazione di algoritmi di Intelligenza Artificiale con lo scopo di ottimizzare i processi produttivi e creare una banca dati accessibile a tutte le professionalità di Politecnica”. L’attenzione alla sostenibilità ha portato Politecnica a creare un centro di competenze dedicato ad essa, affidandone la responsabilità all’ingegnere Ferdinando Sarno. Il neocostituito Settore Sostenibilità e Ambiente accentrerà le competenze di oltre 50 anni di esperienza multidisciplinare nella progettazione di Politecnica: sarà punto di riferimento, non solo nel merito delle soluzioni tecniche, impiantistiche e progettuali volte a garantire la realizzazione di opere in linea con le migliori pratiche internazionali, ma anche del coordinamento e gestione aziendale dei rischi e degli impatti ambientali, sociali e organizzativi. Ferdinando Sarno, ingegnere ambientale, progettista esperto in energia e direttore operativo per impianti meccanici in edifici civili, è entrato in Politecnica dal 2011 diventandone socio otto anni fa. Con questa nomina diventa responsabile di un centro di competenza che coinvolge oltre dieci professionisti.
I 150 ANNI DE “LA FRATELLANZA
1874” NEL DOCUMENTARIO DI PONGOFILMS
La presentazione più semplice e immediata della casa di produzione modenese Pongofilms è “facciamo solo video, ma del video facciamo tutto”. In questi anni la società si è occupata della promozione di prodotti o servizi usando i formati più diversi: video commerciale, animazione, 3D o live streaming, tanto per citarne alcuni. Sono tante le imprese che si sono affidate a Pongofilms: da Coop Alleanza 3.0 a gruppi industriali
come Concorde, Coesia e Bper. Sicuramente il settore in cui si è più specializzata è stato quello del documentario aziendale, attività che ha già raccontato su queste pagine e che ha sviluppato di pari passo alla produzione televisiva. Si tratta di un format che mette al centro la persona, tramite interviste a figure chiave aziendali o a dipendenti, creando un racconto narrativamente coinvolgente e adatto anche al pubblico non specializzato. L’associazione sportiva “La Fratellanza 1874” di Modena, da sempre impegnata sul fronte dell’atletica e dell’attività sportiva come stile di vita sano, compie appunto 150 anni. Per festeggiare un traguardo così importante, oltre a una serie di attività istituzionali, ha commissionato a Pongofilms la realizzazione di un video che ne celebrasse la storia. “Per la produzione è stato necessario fare delle pre-interviste ad alcuni dei nomi storici dell’atletica nonché dell’associazione, come Luciano Gigliotti, allenatore degli ori olimpici Gelindo Bordin e Stefano Baldini. Era importante raccogliere più informazioni possibile, entrare in confidenza con gli intervistati, così da lavorare bene sullo script e sul racconto”, evidenziano dalla casa di produzione modenese.
Pongofilms, ispirata dalla lunga ed emozionante storia de “La Fratellanza 1874”, ha deciso che questa era l’opportunità giusta per provare qualcosa di nuovo, un formato diverso con cui non si era mai misurata. “In questi anni dove la professione di chi fa
comunicazione è stata oggetto di profondi cambiamenti, bisogna avere sempre la predisposizione a misurarsi con qualcosa che non si è mai fatto, nell’ottica di un percorso di crescita aziendale continuo”, continuano dalla società modenese. È stato quindi proposto all’associazione “La Fratellanza 1874” di realizzare un vero e proprio cortometraggio, con due attori e una cornice narrativa fiction. “La trama vede una giovane atleta entrare furtivamente all’alba sul campo d’atletica per allenarsi in vista di una gara. L’allenamento però va male, la ragazza è molto delusa, poi all’improvviso sopraggiunge un signore dagli spalti che lei non conosce. Il signore la porta in giro per la città in alcuni luoghi storici per l’associazione, dispensando consigli ma rimanendo sempre un po’ schivo e misterioso. Per rimanere comunque aderenti al formato documentaristico, sono stati coinvolti i protagonisti reali: si vedono così i due attori interagire con ex atleti, in molti casi diventati allenatori o con altre persone ancora oggi importanti per l’Associazione. Mescolare attori professionisti e non è stata una sfida non da poco, il risultato però è stato sorprendente ed è stato lasciato spazio anche all’improvvisazione”, spiegano ancora da Pongofilms. Il Primo Maggio 2024, esattamente nei 150 anni della fondazione de “La Fratellanza 1874”, il cortometraggio è stato proiettato nella sede dove si trovano anche gli impianti sportivi, alla presenza dei soci, del presidente della Fidal Stefano Mei, dell’ex sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e di un nutrito pubblico che ha apprezzato il risultato. Il cortometraggio è disponibile sul canale YouTube dell’associazione “La Fratellanza 1874”.
PROTETTO, L’IDEA VINCENTE PER LA SICUREZZA AZIENDALE
Un servizio di gestione della sicurezza nato nel 2021 da un’idea di Paolo Lutti, CEO di Prodomo Servizi di Pavullo nel Frignano, nell’appennino modenese, con più di 20 anni di esperienza nel settore della salute e sicurezza sui posti di lavoro. È Protetto by Prodomo, il cui obiettivo è quello di innovare il modo di gestire la sicurezza e la formazione nelle aziende, rivoluzionando l’offerta,
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i processi interni e riducendo i costi, per consentire agli imprenditori di concentrarsi sul proprio core business, aumentando il valore etico ed economico della propria azienda.
“Ho messo in relazione le mie diverse esperienze pensando a una soluzione che coniugasse le esigenze tecniche e imprenditoriali, strutturando un servizio innovativo in grado di evitare la polverizzazione delle competenze e organizzando armonicamente tutte le professionalità coinvolte. Ho dato così vita al servizio Protetto che, attraverso una corretta industrializzazione del processo di gestione della sicurezza, è in grado di garantire vantaggi oggettivi per tutti i clienti; e il primo tra questi, che costituisce anche un nostro vanto, è la riduzione di oltre il 50 per cento degli infortuni nelle aziende da noi seguite, che si traduce nella tutela della principale risorsa strategica per ogni imprenditore: i propri collaboratori”, dichiara Lutti. Infatti, le imprese che adottano il modello di gestione organizzativo SAFER, ideato da Protetto, possono concentrarsi sul proprio core business senza preoccuparsi delle molteplici attività connesse alla salute e sicurezza sul lavoro, come gli innumerevoli obblighi di legge e la complessa gestione dei processi necessari alla loro attuazione. In particolare, il metodo SAFER prevede: una specifica strategia
per supportare l’imprenditore nella definizione di obiettivi chiari per la gestione della salute dei lavoratori e della sicurezza aziendale; l’analisi puntuale del contesto e delle esigenze specifiche; la formazione specifica di tutti i soggetti coinvolti; l’elaborazione dettagliata di tutti i documenti necessari e, infine, la redazione di report puntuali sull’attività svolta. “Il vero vantaggio competitivo di Protetto è però nella creazione di valore attraverso un iter che consente all’azienda di recuperare significative risorse economiche come, ad esempio, l’ottenimento degli sconti INAIL, la possibilità di accedere ai finanziamenti ISI INAIL, e ai fondi interprofessionali, la rivalsa per infortuni e malattie dei dipendenti, l’attività di networking con altri imprenditori e altri servizi tutti incentrati sul recupero e sull’attivazione di risorse incrementali”, spiega ancora Lutti. “Non pensiamo alla salute e sicurezza come a un elemento di preoccupazione, ma al contrario come a un mondo di reali e concrete opportunità. Quando entriamo in contatto con le imprese, risulta immediatamente chiaro come possiamo supportarli nelle diverse incombenze obbligatorie offrendo un processo virtuoso che farà loro acquisire vantaggi competitivi, significativi e duraturi. Grazie al nostro modello di gestione organizzativa, basato sull’etica aziendale, riusciamo a mantenere quello che promettiamo, lavorando a fianco delle imprese e supportandole per ogni esigenza”, conclude Paolo Lutti.
REINOVA PREMIATA
AI “LE FONTI AWARDS 2024”
Reinova, realtà attiva nello sviluppo di componenti per il powertrain ibrido ed elettrico, si è aggiudicata il prestigioso premio “Eccellenza dell’Anno - Innovazione & Leadership Electric Mobility” ai Le Fonti Awards 2024. La XIV edizione di questo riconoscimento che celebra le eccellenze italiane nei settori delle professioni, della consulenza e delle imprese Le Fonti Awards si è svolta lo scorso 27 giugno a Palazzo Mezzanotte in piazza Affari, a Milano. La cerimonia è stata presentata da Manuela Donghi, head of summit di Le Fonti, e Asia Angaroni, anchor di Le Fonti. Il premio a Reinova arriva dopo un percorso
di crescita esponenziale che ha visto l’azienda di Soliera, in provincia di Modena, fondata nel 2021 come startup, trasformarsi in una realtà consolidata nel settore automotive. A febbraio 2024, Reinova ha annunciato il suo ingresso nella Holding HB4, un conglomerato con oltre 200 milioni di euro di fatturato, 800 dipendenti e 16 stabilimenti e, a seguito di un aumento di capitale di 4 milioni di euro, l’azienda si è recentemente trasformata in Spa. “Questo premio è dedicato a tutti noi che contribuiamo a rendere Reinova un’eccellenza della mobilità. Essere premiati presso Borsa Italiana a piazza Affari è uno stimolo alla crescita, alla sostenibilità aziendale e a creare sempre una finestra sul mondo dell’innovazione e della crescita”, dichiara il CEO di Reinova, Giuseppe Corcione. Nel 2023, Reinova ha registrato un valore della produzione di circa 10,5 milioni di euro, con un EBITDA positivo e una crescita strutturale significativa. “In un contesto economico sfidante, poche aziende possono vantare una crescita così esponenziale”, sottolinea ancora Corcione. Per la fine del 2024, l’azienda punta a consolidare la crescita con un obiettivo di fatturato superiore a 15 milioni di euro. Il futuro di Reinova è segnato da una forte internazionalizzazione, che ha già preso il via grazie alla recente alleanza con la startup degli Emirati Arabi Uniti Peec Mobility Motor Vehicles Assembly, pioniera nella transizione di veicoli a benzina in veicoli elettrici, per sviluppare il primo centro di regolamentazione, validazione e omologazione della propulsione sostenibile negli UAE. La partnership mira a unire le competenze specializzate di entrambe le realtà per realizzare una partnership rivoluzionaria nel promuovere tecnologie sostenibili e innovazioni nel settore dei trasporti. Il Memorandum d’Intesa prevede un impegno congiunto fino al 30 aprile 2025, con l’obiettivo di estendere ulteriormente la collaborazione in base ai risultati positivi delle fasi iniziali. “Consideriamo questo passo un pilastro essenziale per la futura mobilità sostenibile globale. Gli Emirati Arabi Uniti rappresentano per noi un mercato in crescita e un sito logistico fondamentale per la mobilità futura. Condividendo visioni, valori e obiettivi con Peec Mobility, consideriamo questo passo una pietra miliare per il nostro futuro e la nostra presenza globale.
vita industriale
Paolo Lutti, CEO di Prodomo Servizi di Pavullo nel Frignano
Il software per la mobilità, i servizi tecnici, i test e l’omologazione, nonché nuovi modi di definire i veicoli per una mobilità sostenibile, condivisa, connessa e sicura, saranno il nostro focus principale per supportare l’evoluzione della mobilità”, conclude il CEO di Reinova, Giuseppe Corcione.
RMH HOTEL RAFFAELLO
APRE LE PORTE AL NUOVO
LIVING BAR BISTROT
Si chiama Living Bar Bistrot, il nuovo lounge bar dell’hotel RMH Modena Raffaello nella città della Ghirlandina. Con una location unica e informale, grazie agli arredi contemporanei, alle ampie vetrate e allo spazio outdoor, il Living è aperto alla città ed è un vero e proprio hub per tutti i momenti della giornata: dalla colazione al pranzo, nonchè aperitivi, cene e dopo cena. Un bistrot che con la sua personalità e il suo ampio parcheggio si candida ad essere un punto di riferimento per la città di Modena. Grazie al nuovo menù, stilato da Chef Antonino Giovinazzo e firmato dallo Chef Luca Marchini, gli ospiti potranno inoltre assaporare piatti realizzati con prodotti di qualità assoluta e in base alla stagionalità dei prodotti. Il Living Bar Bistrot, con la sua atmosfera conviviale e il suo carattere life &style si trova all’interno dell’Hotel RMH Modena Raffaello: l’albergo, inaugurato a settembre 2023, è frutto di un’importante ristrutturazione dello storico hotel Raffaello, a cui i modenesi sono da sempre affezionati. Sono 31 gli
appartamenti e 67 le camere deluxe e suite dell’RMH Modena Raffaello, perfetto sia per la clientela business sia per quella leisure. In particolare, gli spaziosi appartamenti del residence sono progettati per periodi di permanenza medio-lunghi, ideali per viaggi d’affari in un’area con una forte concentrazione di aziende di primo piano nel modenese e dintorni. All’interno della nuova struttura è presente un’ampia area convegni; la Sala Plenaria, denominata Rosaria Marazzi, da 270 posti, è divisibile in due sale distinte e separate. Sono state realizzate anche tre sale denominate Autodromo di Imola, Autodromo di Misano e Autodromo di Monza, rispettivamente da 45, 45 e 63 posti. Queste sale modulari più piccole possono essere unite in una sala da 140 posti. Il centro congressi prevede anche due boardroom per riunioni piccole da 8-12 posti. Nell’albergo si trova anche il ristorante fine dining Sottoluce, anche questo nato, come il Living Bistrot, dalla collaborazione con lo Chef Luca Marchini. “Siamo orgogliosi di questa struttura, per il nostro gruppo Rosaria Marazzi Hotels è un progetto di grande rilievo che prende forma, un investimento di ampio respiro nel mondo dell’ospitalità, che vuole valorizzare ulteriormente il nostro territorio”, sottolinea Alessandra Severi, vicepresidente del gruppo Rosaria Marazzi Hotels RMH. L’RMH Modena Raffaello si affianca all’RMH Modena Des Arts di Baggiovara, alle porte di Modena, inaugurato nel 2010, che rientra nella categoria Design & Art e prevede un servizio attento, offerto in un ambiente confortevole dal design moderno e innovativo. L’hotel RMH Modena Des Arts organizza anche eventi e mostre
d’arte, che permettono agli ospiti di scoprire nuovi percorsi artistici ed emozionali. RMH Modena Des Arts è diventato anche di primo piano per il mercato sportivo. A conferma della sua vocazione congressuale, oggi RMH Modena Des Arts dispone di 95 camere. Il suo ristorante Fuori Menù può ospitare fino a 150 persone. Le due strutture modenesi, RMH Des Arts e RMH Raffaello, possono lavorare in sinergia e offrire alle aziende che intendono organizzare a Modena eventi importanti, spazi congressuali, camere e banquettistica con standard qualitativi elevati. RMH sono le tre lettere che custodiscono il progetto visionario Rosaria Marazzi Hotels, di una donna, Rosaria Marazzi, che ha fatto della sua passione per l’hôtellerie un business di successo. Design & Art, Life & Style, Luxury & Nature: sono i tre profili su cui è focalizzato il gruppo con i suoi hotel. Oltre a RMH Modena Des Arts e RMH Modena Raffaello fa parte del gruppo dal 2011 anche l’RMH Lopud Lafodia, in Croazia.
ROBERTO NUTI GROUP
ACQUISITA DA SI AIR SPRINGS
Si Air Springs, filiale di Tvs Mobility, gruppo indiano con fatturato da tre miliardi di dollari, ha annunciato nei mesi scorsi l’acquisizione di Roberto Nuti Group, storico gruppo di Castel Guelfo di Bologna con sedi anche all’estero che produce e commercializza sistemi di sospensione principalmente per veicoli pesanti nel mercato after-market. Si Air Springs è al vertice in
vita industriale
RAIMONDI, 50 ANNI DI TECNOLOGIE INNOVATIVE PER LA POSA DI PIASTRELLE CERAMICHE
Oltre un centinaio di ospiti, tra distributori e agenti giunti da svariate parti del mondo, oltre ad autorità in rappresentanza di istituzioni quali Regione Emilia-Romagna, Confindustria Emilia e Confindustria Ceramica, sono stati ospiti di Raimondi, storica azienda del territorio modenese, protagonista a livello mondiale nella produzione di attrezzature per la posa di piastrelle ceramiche, che gli scorsi 30 e 31 maggio ha festeggiato i 50 anni di attività.
L’impresa modenese, ambasciatrice convinta di qualità made in Italy, ha voluto offrire ai propri ospiti uno sguardo sulle bellezze e le eccellenze della città e del suo territorio. Oltre a partecipare a un tour guidato dello splendido centro geminiano, distributori e agenti hanno avuto l’occasione di vedere in prima persona la produzione e il museo delle esclusivissime supersportive Pagani, nonché di poter degustare l’aceto balsamico tradizionale di Modena e apprezzarne il procedimento produttivo.
L’evento è culminato venerdì 31 maggio con la cena di gala tenutasi nella magnifica cornice del Palazzo Ducale dell’Accademia Militare di Modena, durante la quale hanno suggellato questo evento unico gli interventi dell’assessore per lo sviluppo economico della Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Colla, del presidente di Confindustria Ceramica, Giovanni Savorani, nonché la consegna da parte del direttore generale di Confindustria Emilia, Tiziana Ferrari, della prestigiosa targa celebrativa per il cinquantesimo anniversario.
Una scelta che ricalca il profondo legame che Raimondi ha con il proprio territorio da lunghissimo tempo.
Infatti, pur essendo stata fondata ufficialmente nel 1974, la storia di Raimondi inizia, in realtà, più di un secolo fa. È agli inizi del ‘900 che la famiglia Raimondi entra nel mondo della posa grazie al padre del fondatore, esperto maestro piastrellista. Da lui, il fondatore Mirco Raimondi, apprende l’arte della posa e la pratica fino agli inizi degli anni ’60. In quegli anni Mirco Raimondi abbandona il lavoro in cantiere per concretizzare alcune sue idee e avvia così la produzione di macchine pensate per migliorare la qualità e la produttività della posa, nonché per abbattere la fatica fisica del piastrellista. I prodotti, dalla comprovata efficacia ed elevatissima qualità, incontrano immediatamente il consenso dei professionisti della posa e quindi nel 1974 nasce l’azienda Raimondi Mirco Snc, che
poi diventerà nel 1984 Raimondi Srl e nel 2003 Raimondi Spa. Il fondatore viene da subito affiancato dal figlio, e attuale presidente, Ivan Raimondi e dal nipote Giorgio Sighinolfi, che si fa carico dell’area tecnica. Insieme espandono in breve tempo la gamma di prodotti e la rete distributiva portando l’azienda a svilupparsi dapprima sul territorio nazionale e poco dopo a livello internazionale. Oggi Raimondi, che nel frattempo ha visto l’ingresso della terza generazione (Marco Raimondi e Riccardo Sighinolfi), vanta una delle più complete linee di prodotti professionali del settore e opera come azienda di riferimento a livello mondiale. Questo senza snaturare la propria vocazione alla qualità e all’efficacia del prodotto e, naturalmente, al made in Italy. Il legame con il territorio nasce dalla consapevolezza di avere un indotto di artigianato di qualità, ma anche di industria, del quale tutt’oggi si avvale, selezionando i migliori fornitori: Raimondi progetta e produce nei due stabilimenti di Modena, sottoponendo sia componenti che prodotti ad accurati controlli, grazie ai quali, anche dopo 50 anni, riesce ancora a garantire quella qualità che la contraddistingue fin dagli inizi.
“Abbiamo sempre amato fare vedere e toccare i nostri prodotti e ancora oggi è così. Crediamo fortemente nel contatto diretto sia con l’utilizzatore finale dei nostri prodotti, il piastrellista, sia con coloro che a lui i prodotti portano, ovvero gli operatori commerciali del settore”, spiegano dall’azienda modenese.
Nel 2013 nasce Assoposa, associazione italiana dedicata al riconoscimento e alla formazione del posatore piastrellista, e Raimondi è tra i soci fondatori in veste di partner tecnico. “Sosteniamo questo progetto, partecipando attivamente alla formazione e all’aggiornamento di decine di ‘maestri piastrellisti’ in tutta Italia, perché da sempre crediamo nel valore e nell’importanza che il ruolo del piastrellista ha, nel lungo processo che trasforma materie prime grezze in ceramica e successivamente in pavimenti o rivestimenti finiti. Così come le migliori stoffe che senza buoni sarti non diverranno mai splendidi abiti, anche le piastrelle più raffinate, belle e tecnicamente performanti non si trasformeranno mai in pavimenti perfetti senza eccellenti piastrellisti”, concludono da Raimondi.
vita industriale
India nella produzione di molle ad aria nel settore automotive e ferroviario. Tvs Mobility vanta una solida presenza in Europa con Tvs Supply Chain Solutions (fornitore di soluzioni logistiche per la catena di approvvigionamento con sede nel Regno Unito e diverse filiali, tra cui Italia, Spagna e Germania) e Tvs Srichakra (filiale italiana con sede a Milano operante nel settore degli pneumatici a marchio Eurogrip), entrambe aziende del Gruppo. Questa acquisizione strategica consentirà di creare sinergie importanti per ogni entità della nuova realtà industriale che beneficerà delle competenze del gruppo indiano per espandere la propria gamma di prodotti e rafforzare la propria posizione nel mercato globale. Il direttore generale di Gruppo Nuti, Luca Randighieri, ha dichiarato: “Siamo onorati dal fatto che un Gruppo così importante e solido come Tvs Mobility ci abbia scelto. Questa acquisizione proietta la nostra azienda in una dimensione ancor più internazionale e ci permette di avvalerci delle altissime competenze maturate dal nostro partner in decenni di esperienza. Ogni entità del gruppo continuerà ad operare normalmente durante il periodo di integrazione, e ci impegniamo a garantire una transizione fluida per tutti i nostri stakeholder”. “Siamo entusiasti di dare il benvenuto a Roberto Nuti Group nella famiglia di Tvs Mobility. Questa acquisizione rappresenta un passo significativo nella nostra strategia di espansione globale e ci dà l’opportunità di unire le nostre capacità distintive nel settore delle molle ad aria con la rinomata
Luca Randighieri, direttore generale, e Massimo Nuti, presidente di Roberto Nuti Group
NASCE SMURFIT WESTROCK, COLOSSO DEL PACKAGING A BASE CARTA
esperienza che vanta il Gruppo Nuti nei sistemi di sospensione”, annuncia Mr. P. Srinivasavaradhan, direttore di Si Air Springs. La transazione è stata completata il 28 giugno 2024. L’accordo comprende l’acquisto indiretto del 100% di Roberto Nuti Group da parte di Tvs Mobility attraverso Si Air Springs Private Limited, filiale indiana interamente posseduta, e attraverso investimenti adeguati al pieno rilancio dell’azienda. Tvs Mobility ricopre il ruolo di holding per le attività gestite dalla famiglia T S Rajam, discendente di T V Sundram Iyengar, fondatore del gruppo Tvs nel 1911. Attualmente queste attività sono gestite dalla quarta generazione della famiglia. Tvs Mobility ha, sostanzialmente, quattro business, che includono produzione (pneumatici, tubi, sospensioni pneumatiche e prodotti in gomma), soluzioni logistiche (auto e non), distribuzione di prodotti e servizi per l’aftermarket e distribuzione auto (India, Sri Lanka e Bangladesh). Roberto Nuti Group è stato fondato nel 1962 a Bologna e attualmente produce e distribuisce in oltre 80 Paesi gli ammortizzatori e le molle ad aria Sabo principalmente per il settore aftermarket di veicoli industriali e commerciali, ma anche per il primo impianto, per veicoli speciali, per mezzi agricoli, per applicazioni industriali e per il settore ferroviario. I prodotti Sabo sono progettati in Italia e prodotti nei tre stabilimenti di proprietà del Gruppo, in Italia, India e Turchia. Roberto Nuti Group è, inoltre, partner ufficiale dei sedili Pilot, tiranti Ayd, leve e pinze freno Mei/Qas.
Lo scorso 8 luglio, dalla fusione di Smurfit Kappa con WestRock, è nata ufficialmente Smurfit Westrock plc, colosso mondiale del packaging sostenibile, con operazioni in 40 Paesi, oltre 500 impianti di produzione e più di 100mila dipendenti. Il nuovo gruppo ha una capacità unica di fornire ai propri clienti - ovunque nel mondo - la gamma più diversificata, innovativa e sostenibile di soluzioni di imballaggio rinnovabili e riciclabili. Smurfit Westrock ha annunciato la sua quotazione alla New York Stock Exchange (NYSE), sotto il ticker ‘SW’, dopo il completamento della fusione, precedentemente comunicata, di Smurfit Kappa e WestRock il 5 luglio 2024. La società ha anche una quotazione standard alla Borsa di Londra (LSE) sotto il ticker ‘SWR’. “La combinazione tra Smurfit Kappa e WestRock crea un gruppo globale che unisce l’esperienza e il knowhow di entrambe le aziende”, ha dichiarato Tony Smurfit, CEO di Smurfit Westrock. “Siamo convinti che questa operazione abbia portato alla creazione dell’operatore leader nel mondo e partner di riferimento per tutti i clienti nel settore del packaging sostenibile. Sono orgoglioso di essere stato scelto per guidare questa grande squadra di persone”. “Gli azionisti di Smurfit Kappa e WestRock hanno sostenuto in modo determinante l’operazione di fusione. Smurfit Westrock ha oggi una presenza geografica unica e una capacità senza precedenti di fornire valore ai nostri clienti attraverso le nostre innovative soluzioni di settore”, ha aggiunto Ken Bowles, CFO di Smurfit Westrock. Smurfit Westrock diventa così un punto di riferimento mondiale nelle soluzioni di imballaggio a base carta, con più di 100.000 dipendenti che operano in oltre 60 cartiere e 500 stabilimenti di trasformazione, in oltre 40 Paesi. Ha un fatturato stimato a livello globale di oltre 32 miliardi di dollari e ha una capacità di produzione di 24 milioni di tonnellate di carta. In Italia Smurfit Westrock mantiene il quartier generale a Novi Ligure, in provincia di Alessandria, e opera
vita industriale
con 26 stabilimenti (quattro dei quali in Emilia-Romagna), di cui dieci stabilimenti integrati, quattro scatolifici, due produttori di fogli di cartone ondulato, due cartiere, un impianto dedicato al riciclo e sette stabilimenti di prodotti speciali, occupando 2.200 persone. Lo scorso 13 giugno, WestRock Company aveva reso noto che, sulla base del conteggio preliminare dei voti, gli azionisti avevano votato a favore dell’approvazione dell’accordo di transazione e di altre proposte relative alla fusione di Smurfit Kappa Group e WestRock. In conformità ai termini dell’accordo di transazione stipulato il 12 settembre 2023, l’acquisizione da parte di Smurfit WestRock di Smurfit Kappa si è svolta mediante uno schema di accordo ai sensi del Companies Act 2014 irlandese. Le due società specializzate in packaging sostenibile danno vita dunque al più grande partner globale di imballaggi quotato al mondo, con un fatturato di 32 miliardi di dollari. La prima è un’azienda di imballaggi in carta e cartone ondulato con sede in Irlanda, mentre la seconda ha sede negli Stati Uniti ed è specializzata in soluzioni di imballaggio a base di fibre. La società avrà la sua sede globale a Dublino, Irlanda, mentre le sue operazioni americane avranno sede nell’attuale sede centrale di WestRock ad Atlanta, Georgia, negli Stati Uniti. Tony Smurfit, attuale CEO di Smurfit Kappa, guiderà la nuova società in qualità di CEO, mentre Irial Finan, attuale presidente di Smurfit Kappa, diventerà presidente della nuova realtà. Nel nostro Paese, confermata la guida dell’azienda a Gianluca Castellini, già CEO di Smurfit Kappa Italia.
SOCIETÀ DOLCE NELLA TOP 10 DELLE COOPERATIVE SOCIALI
È un bilancio più che positivo quello di Società Dolce che ha chiuso il 2023 con un aumento della produzione del 6,65%, rispetto all’anno precedente, per un valore pari a 118.295.107 euro. Con questi dati si è aperta l’annuale assemblea della cooperativa bolognese durante la quale è stato nominato il nuovo consiglio di amministrazione, che ha visto l’ingresso di Domenico Gianluca Miliziano, responsabile finanza e tesoreria di L’Operosa, socia sovventrice di Società Dolce, la conferma del presidente, Pietro Segata, e per la prima volta la presenza di due vicepresidenti, nelle persone di Carla Ferrero e Paolo Vaccaro, quest’ultimo già responsabile per la Lombardia della cooperativa. Grazie a questi numeri Società Dolce consolida il proprio posizionamento nel Terzo Settore e rientra tra le prime dieci cooperative sociali in Italia, confermando così la sua alta reputazione nel mondo imprenditoriale locale. Una realtà fondata da nove soci a Bologna e che, oggi, conta oltre 3.500 lavoratrici e lavoratori, per un totale di 4.262.609 ore di lavoro prestate. Sono state molte le azioni messe in campo dalla cooperativa nel 2023, pur in un momento di crisi globale, come, ad esempio, la piena applicazione del rinnovo del CCNL di settore e l’aggiornamento del Regolamento interno, oltre alla certificazione UNI EN ISO 14001:2015, per un sistema di gestione ambientale volto a identificare, gestire e monitorare meglio gli impatti che derivano da tutte le attività svolte. Sempre nel 2023 Società Dolce ha partecipato a 56 gare d’appalto e ne ha vinte 37, con una percentuale di
successo pari al 66%. “Dobbiamo considerare questi risultati più che soddisfacenti, perché, anche in condizioni imprevedibili e avverse, sono stati frutto della nostra capacità di progettare, qualificare e gestire molteplici attività, con risposte convincenti e adeguate, quasi uniche”, ha dichiarato il presidente Pietro Segata. Presente in Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia nella gestione di nidi, residenze e centri diurni per persone anziane e disabili, nell’accoglienza ai migranti e a persone senza dimora, la cooperativa si è sviluppata anche in ambito sanitario. “L’hospice di Ravenna, il Centro ambulatoriale di riabilitazione accreditato Spazio Salute, la CRA Villa Paola di Bologna e le cure domiciliari private di ‘Assistiamo Casa’ sono servizi di Società Dolce, prima cooperativa sociale ad avere ottenuto il livello Oro dell’Accreditation Canada, accreditamento internazionale di prestigio per le organizzazioni sanitarie. Una grande soddisfazione”, prosegue il presidente. Società Dolce si è inoltre rivelata un trampolino di lancio per i giovani verso il mondo del lavoro, ospitando 140 tirocini curriculari inviati dalle università, da istituti tecnici o professionali e da diversi enti formativi accreditati, oltre a 14 inserimenti riabilitativi o borse lavoro, 6 progetti di servizio civile universale e 9.380 ore di studio concesse ai lavoratori.
E sul futuro la cooperativa ha obiettivi chiari che puntano a consolidare i traguardi finora raggiunti. “La nostra intenzione è di rafforzare la presenza nei territori in cui operiamo, attraverso i servizi che gestiamo. Investiremo anche sul settore privato, che ha attenuato significativamente il disagio finanziario dovuto allo stallo della Pubblica Amministrazione, che pare avere carattere endemico e duraturo”, conclude Pietro Segata.
vita industriale
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So.Sel Business Communications nasce nel 2002 come divisione del Gruppo modenese So.Sel che da oltre 30 anni è specializzato nei servizi per le multiutility quali letture contatori luce-gas-acqua, sostituzione contatori, call-center, front-office, back-office e organismo di ispezione. In particolare, So.Sel B.C. dispone di un know-how e di un team altamente specializzato in grado di offrire una gamma completa di soluzioni per la comunicazione e la gestione documentale a 360°, integrando la propria esperienza con le più moderne tecnologie informatiche; la società dispone anche di un’area IT interna per lo sviluppo, l’automazione e l’ottimizzazione dei processi inerenti il perimetro documentale, utilizzando strumenti d’avanguardia che rendono semplice l’iterazione dei clienti con i sistemi. Tra le innumerevoli attività di So.Sel B.C. vi sono: la produzione di documenti in formato cartaceo, stampa imbustamento, confezionamento e affido a operatori postali; la realizzazione di documenti in formato elettronico, invio tramite i canali digitali come SDI-Sogei, e-mail, pec, sms; la stampa massiva e di direct marketing con personalizzazione dinamica del contenuto; il monitoring attraverso interfaccia web based per visualizzazione dello stato di lavorazione di flussi di stampa e/o digitali in carico; l’archiviazione documentale; la conservazione documentale a norma; l’interconnessione e la gestione della riscossione PagoPa. “Ci piace definirci un centro servizi più che un fornitore, una realtà in grado di affiancare i clienti e di offrire loro soluzioni per risolvere i problemi relativi alla gestione documentale massiva in tutte le declinazioni; un partner che coniuga conoscenze, relazioni, tecnologie e infrastrutture estremamente evolute a processi di produzione e gestione affidabili, collaudati, standardizzati e automatizzati, che costituiscono nel loro insieme un sistema perfettamente integrato capace di garantire alti livelli di affidabilità e continuità operativa, oltre che assicurare notevole flessibilità produttiva, minimizzare i rischi attraverso l’adozione di adeguati sistemi di recovery e business continuity, senza dimen-
ticare la particolare attenzione che prestiamo al rispetto degli adempimenti del Codice in materia di protezione dei dati personali”, dichiara Andrea Malagoli, amministratore delegato di So.Sel B.C. Da anni l’azienda pone grande attenzione alla sostenibilità ambientale attraverso il miglioramento continuo delle proprie prestazioni; in particolare ha sviluppato un sistema di gestione per la qualità, ambiente e sicurezza delle informazioni nel rispetto dei principi delle Norme UNI EN ISO 9001:2015, 14001:2015, 27001:2017, 45001:2018, SA8000:2014, Ecoprint e catena di custodia FSC, al fine di perseguire gli obiettivi di miglioramento continuo dei processi produttivi interni che conducono al soddisfacimento dei requisiti richiesti dai clienti. Per questo So.Sel B.C. è stata inserita nell’elenco delle imprese con rating di legalità dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato. “Siamo molto attenti all’evoluzione del mercato e consapevoli che l’innovazione è la strategia vincente; per questo motivo aggiorniamo costantemente le nostre attrezzature destinando quote importanti del fatturato al rinnovamento tecnologico, per efficientare i processi e proporre costi estremamente competitivi; guardiamo al futuro seguendo i valori che ci contraddistinguono: qualità, ambiente, efficienza, salvaguardando sempre l’equilibrio tra persone e contesto”, conclude l’amministratore Andrea Malagoli.
STEEL, PARTNERSHIP VINCENTE PER ESPORTARE IL “MADE IN ITALY”
Confermata anche nel 2024 la partnership strategica iniziata più di tre anni fa tra Steel, impresa specializzata nella produzione e commercializzazione di grandi elettrodomestici da cucina, e Raben Italy. Fondata nel 1999, ma proveniente da una tradizione di famiglia che ha le sue origini nei primi anni del ‘900, Steel è diventata una realtà familiare di spicco, riconosciuta in tutto il mondo per le sue cucine di alta gamma. I suoi prodotti, che combinano modernità e tradizione, sono apprezzati in oltre 50 Paesi. “La collaborazione con Raben Italy ci ha permesso di ottimizzare la nostra catena di approvvigionamento e di espanderci con successo nei mercati internazionali, tanto che lo scorso febbraio abbiamo ufficialmente varcato l’oceano per entrare nel mercato americano, abbracciando l’opportunità di presentare i nostri prodotti negli Stati Uniti e in Canada”, dichiara Auro Po, presidente e CEO di Steel. Grazie a Raben Italy, business unit italiana di Raben Group, e da oltre 90 anni punto di riferimento nel mercato del trasporto groupage internazionale, terrestre, marittimo e aereo, Steel può contare su un partner logistico con una forte predisposizione all’innovazione e uno sguardo sempre attento alla sostenibilità e all’ambiente, valori condivisi da entrambe le realtà. Ma non solo: la lunga esperienza di Raben Group e Raben Italy nel settore conferisce al gruppo anche la capacità di gestire oltre 250 spedizioni annuali in import ed export da e per paesi europei, tra cui Germania, Regno Unito, Francia, Turchia, e spedizioni extra Cee
vita industriale
Andrea Malagoli, amministratore delegato di So.Sel Business Communications
STUDIO TORTA: UNA STORIA DI 145 ANNI CHE GUARDA AL FUTURO E ALL’INNOVAZIONE
Fondato nel 1879 dai fratelli Vincent e Secondo Torta a Torino, lo Studio ha iniziato la sua attività dedicandosi al deposito di brevetti, marchi e modelli, un’idea innovativa per l’epoca. Il periodo storico in cui lo Studio Torta viene fondato contribuisce, fin da subito, al suo successo.
Alla fine del XIX secolo la rivoluzione industriale era già affermata e si espandeva verso nuove nazioni e mercati con la prima globalizzazione. Già nel 1855 il Regno Sabaudo aveva regolamentato la materia della proprietà industriale estendendo in seguito tale regolamentazione all’Italia unita. Inoltre, nel 1883, la Convenzione di Parigi aveva stabilito le prime norme internazionali in questo campo. Lo Studio Torta ha attraversato due guerre mondiali e ha subito diverse trasformazioni societarie, mantenendo sempre il nome dei fondatori. Nel 2011, un passaggio cruciale ha portato alla trasformazione in Studio Torta S.p.A., una società per azioni in cui gli azionisti, per statuto, devono anche essere professionisti che operano nello studio.
“Il passaggio del 2011 è stato un passaggio fondamentale poiché la proprietà dello Studio, prima concentrata su tre soci, è stata ripartita fra un maggior numero di professionisti tramite un’operazione di management buyout”, spiegano da Studio Torta.
Oggi, nei sette uffici dello Studio (Bologna, Milano, Napoli, Rimini, Roma e Treviso, oltre a Torino) lavorano più di 200 persone, 43 delle quali sono socie, tutte con un pari numero di azioni.
“Un consiglio direttivo composto da cinque soci viene eletto ogni tre anni. Questo modello di governance costituisce un tratto distintivo che si è rivelato cruciale e foriero di numerosi vantaggi sia sotto il profilo della performance, che si riflette nel fatturato, sia dal punto di vista dell’innovazione gestionale”, proseguono dallo Studio.
I dati di IpPilot, una società di software indipendente che analizza i depositi degli studi, confermano il successo di Studio Torta: è l’unico studio italiano tra i primi 50 studi europei, prevalentemente tedeschi e inglesi, per il deposito di domande di brevetto europeo, classificandosi al 35° posto. Inoltre, è al quinto posto per livello di informatizzazione secondo le statistiche fornite dallo European Patent Office.
Anche i risultati finanziari confermano il successo dell’assetto organizzativo scelto: il fatturato è passato da 20 milioni di euro nel 2011 a oltre 54 milioni di euro nel 2023.
“Dal punto di vista della governance, l’elevato numero di soci paritari è stimolante per il raggiungimento di obiettivi comuni e condivisi
via mare e aereo. Raben Italy, infatti, si occupa di tutte le attività logistiche, dalla ricezione delle merci dai fornitori alla distribuzione dei prodotti ai destinatari finali, inclusa la gestione delle formalità doganali. “Questa partnership consente quindi a Steel di concentrarsi sulla qualità dei propri prodotti,
nonché per l’attrattività dello Studio verso giovani talenti, grazie a un percorso di crescita che prevede la possibilità di far parte del management e contribuire alla gestione dello Studio. Un aspetto essenziale del modello descritto è, inoltre, il ricambio dei vertici. La capacità di rinnovarsi adottando forme societarie e di management adeguate ai tempi è il segreto per mantenersi giovani, nonostante e anche grazie ai 145 anni di attività”, concludono da Studio Torta. Con una storia consolidata alle spalle, lo Studio continua a modernizzarsi, rimanendo al passo con i tempi e proiettandosi verso il futuro attraverso una visione chiara e un impegno inalterato verso l’eccellenza e l’innovazione. In occasione di questo importante compleanno, lo Studio Torta celebra il traguardo raggiunto, guardando al passato con orgoglio e puntando ai prossimi anni con fiducia e impegno crescenti.
Simone Mangini, socio dello Studio Torta di Bologna e presidente della filiera Servizi Professionali di Confindustria Emilia, riceve la targa per i 145 anni di attività dalle mani di Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia Area Centro
sapendo che l'intera operazione logistica è gestita con efficienza e precisione”, evidenzia Francesca Po, logistics and customer care manager di Steel. “La collaborazione tra Raben Italy e Steel è un esempio lampante di come una gestione logistica eccellente possa contribuire al successo globale di un’azien-
da”. Raben Italy, infatti, con la sua vasta rete di magazzini e un servizio capillare, garantisce a Steel la possibilità di espandersi nei mercati internazionali con efficienza e affidabilità, esportando la storia e la qualità del made in Italy come è successo nel mercato americano. “Negli Stati Uniti esiste un mer-
vita industriale
cato ampissimo di cucine outdoor, ma riteniamo vi sia lo spazio per offrire soluzioni orientate al design, al made in Italy”, continua il presidente e CEO di Steel. “La scelta di non adattare i prodotti ma al contrario proporre ai potenziali clienti la possibilità di dotarsi di elettrodomestici creati in Italia per cucinare esattamente come si fa nel Bel Paese, riflette la scelta di concentrarsi su quella nicchia di consumatori che apprezza il valore del made in Italy”. “Affidare la nostra logistica a Raben Italy ci permette di focalizzarci sulle nostre attività principali e di garantire ai nostri clienti prodotti di altissima qualità”, sottolinea ancora Francesca Po. “I servizi di Raben sono affidabili, facilmente accessibili e competitivi. Il loro customer service, con un caretaker dedicato che ci segue dalla A alla Z, è fondamentale per noi. Questa collaborazione, basata sulla fiducia reciproca e su valori condivisi, è essenziale per la nostra crescita”, conclude Francesca Po.
TATTINI IDRAULICA, DOPO I 65 ANNI UN NUOVO INIZIO
Una festa per celebrare 65 anni di storia che si trasforma nell’occasione di dare il via a un nuovo inizio. È quanto ha scelto di fare la famiglia che ha dato il nome alla Tattini Idraulica di Imola, in provincia di Bologna, azienda termoidraulica fondata da Adolfo Tattini nel 1958. Dal 1992 è arrivata in azienda anche la figlia Tiziana Tattini per subentrare al padre, mentre dal 2015, con suo marito Loris Pirazzoli, è entrata anche la terza generazione: Fabio e Luca Pirazzoli, che in azienda stanno seguendo la produzione.
Nel 2024, la celebrazione dell’anniversario d'avvio dell’attività ha visto, presso la sede imolese, la partecipazione di oltre un’ottantina di persone, tra dipendenti e collaboratori, clienti storici, consulenti e rappresentanti di banche. È stata l’occasione per riaffermare il valore di un’impresa nata grazie alla caparbietà, all’umiltà e all’onesta che hanno sempre contraddistinto il fondatore e gli hanno permesso di avere sempre nuova clientela. Una strada ben salda nei decenni, dove alla confidenza della gestione familiare si unisce, da sempre, la capacità di affinare costantemente la ricerca di tecniche impiantistiche innovative differenziandosi sempre di più e guardando avanti. “Con il nuovo anno”, spiega Tiziana Tattini, CEO della società imolese, “alla soddisfazione di vedere la nostra grande ‘famiglia’ aziendale riunita è subentrata l’idea di un ‘nuovo inizio’: con il +1 vogliamo guardare al futuro, consapevoli e grati della nostra competenze tecnologica, ma anche con nuova energia e una determinata proiezione al futuro”. Un’opera d’arte realizzata in occasione dell’anniversario dall’artista Biba coglie con raffinata poesia questa famiglia, raccontata con fiori per le diverse generazioni, e celebra la forza dei legami familiari e il successo di un’impresa costruita con dedizione e passione. E la didascalia ne illustra il senso: “Ogni famiglia è un giardino unico, dove ciascun fiore ha il suo
posto e la sua bellezza, contribuendo alla crescita e al successo di un progetto comune”. “Intendiamo proseguire il rinnovamento aziendale e fare sempre più nostra una nuova immagine contemporanea, che mostra una sempre maggiore attenzione alle collaborazioni con tecnici e artigiani e una maggiore attenzione verso il futuro sostenibile, con al centro il cliente e le sue esigenze. D’altra parte, il coraggio non ci manca, come siamo soliti dire: ‘Dietro ogni impresa di successo c’è sempre qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa’”, evidenzia ancora Tattini. Forte dell’impegno di ormai tre generazioni, l’azienda si occupa di impianti tecnologici, dando largo spazio alle energie rinnovabili, pompe di calore con i nuovi sistemi di riscaldamento e raffrescamento, solari termici, fino ad arrivare agli impianti di ultima generazione dei raffrescatori evaporativi adiabatici per le imprese, tra i migliori strumenti oggi a disposizione per rinfrescare ambienti di medie e grandi dimensioni come capannoni, magazzini o allevamenti, a fronte di costi molto più contenuti rispetto ai metodi di condizionamento refrigerato, in grado di far risparmiare fino all’80% di energia elettrica se paragonati ai sistemi tradizionali. “Come azienda seguiamo progettazione, realizzazione e manutenzione diretta. Ci definiamo un’azienda piccola ma con una immagine contemporanea, ben strutturata, in grado di risolvere le esigenze più svariate che il mercato oggi richiede nel nostro settore”, conclude Tiziana Tattini.
TEAPAK PREMIATA PER L’INTEGRAZIONE
E IL WELFARE
L’indiscusso impegno che TeaPak, azienda nata nel 1991 a Imola, in provincia di Bologna, che si occupa di confezionamento di tè e tisane biologiche di qualità, mette da anni nell’implementazione del welfare aziendale e in tutte le iniziative per l’integrazione sociale è riconosciuto ufficialmente. A livello internazionale, l’azienda imolese è stata premiata a fine maggio a Washington DC, negli Stati Uniti, durante la cerimonia per l’assegnazione del REDI Index Awards 2024, organizzata dalla Religious Freedom & Business
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Tiziana Tattini, CEO di Tattini Idraulica, con il marito Loris Pirazzoli e i due figli Fabio e Luca
Foundation. Il Religious Equity, Diversity & Inclusion (REDI) Index è un sondaggio di benchmarking utilizzato dalle aziende per monitorare i propri progressi nell’abbracciare la libertà di espressione religiosa e di credo come parte dell’impegno per la diversità, l’equità e l’inclusione sul posto di lavoro. “Anche se questo è il terzo anno consecutivo in cui TeaPak viene premiata con il REDI Index Award, vedere il nostro nome tra i grandi attori e stakeholder mondiali è sempre motivo di onesto e umile orgoglio, come riconoscimento per ciò che facciamo ogni giorno per migliorare il mondo. L’unicità e l’autenticità di ognuno dei nostri dipendenti alimentano l’energia e la passione che ci permettono di fare il nostro lavoro nel modo in cui lo facciamo”, commenta Andrea Costa, CEO & co-founder di TeaPak. Lo scorso 13 giugno, invece, TeaPak è stata tra le protagoniste dell’evento che ha riguardato il report Welfare Index PMI, primo indice di valutazione del livello del welfare aziendale nelle piccole e medie imprese italiane, in un’iniziativa promossa da Generali Italia, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei ministri e la partecipazione delle principali confederazioni italiane. TeaPak ha ricevuto per il quarto anno il massimo rating, ma quest’anno è
stata insignita del Premio speciale Comitato Guida, come unica azienda in Italia, per la menzione speciale “Impatto sociale”. Tale riconoscimento è stato ottenuto per aver realizzato un forte impatto sociale grazie all’ampiezza, alla profondità e all’efficacia delle iniziative di welfare messe in atto, porgendo particolare attenzione agli effetti che queste ultime hanno avuto sui soggetti e sulla comunità che ruotano attorno all’ecosistema aziendale. “Ottenere per la quarta volta il massimo rating 5W è un grande orgoglio per noi, soprattutto vista la crescita di PMI partecipanti; ciò dimostra l’impegno che mettiamo costantemente per migliorare il benessere delle nostre persone, ma anche della comunità”, continua Costa. “Conoscere e accompagnare i bisogni dei dipendenti è un’attenzione in più che denota una chiara e precisa volontà di dare al lavoro una dimensione più ampia. Il welfare aziendale e di comunità sono già integrati nelle nostre strategie di gestione, ma possiamo rafforzare queste leve al fine di incrementare ulteriormente il livello di benessere delle persone, consolidare il legame col territorio e aumentare così il valore condiviso generato dalle performance aziendali”. Infine, per il terzo anno consecutivo, TeaPak ha scelto di permettere ai suoi dipendenti di svolgere attività di volontariato durante il regolare orario lavorativo, coniugando la responsabilità sociale d’impresa e il benessere della comunità. L’azienda, che conferma così il suo impegno e senso di responsabilità verso la comunità in cui opera, non è nuova a questa iniziativa: è stata promossa per la prima volta nel 2021 e ha visto aumentare ogni anno la quota partecipativa. I dipendenti anche questa volta hanno aderito con entusiasmo, raggiungendo una partecipazione di circa il 90%.
TELEIMPIANTI E ARCHITA, INSIEME PER SUPPORTARE LE IMPRESE NEL PIANO TRANSIZIONE
5.0
Il Decreto-legge del 2 marzo 2024 e la recente pubblicazione del relativo Decreto attuativo dettagliano le modalità di accesso agli incentivi previsti dal nuovo Piano Transizione 5.0 per le imprese che investono in innovazione ed efficienza energetica tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025. Con la collaborazione tra Teleimpianti e Archita Engineering, due società bolognesi operanti su tutto il territorio nazionale, le imprese possono essere supportate in ogni fase del processo di investimento: dall’elaborazione di un progetto che garantirà il risparmio energetico necessario, fino al rilascio delle certificazioni che comprovano l’ammissibilità e l’integralità dell’investimento. Beni qualificabili e crediti d’imposta. “Le imprese che realizzino investimenti in uno dei beni strumentali indicati negli allegati A e B del piano Transizione 4.0, conseguendo una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% per le strutture produttive situate nel territorio nazionale o del 5% per i processi coinvolti dall’investimento, potranno beneficiare di un credito d’imposta tra il 10% e il 45%, a seconda del livello di risparmio energetico raggiunto”, dichiara Matteo Iubatti, CEO di Archita Engineering. Per i progetti innovativi che portano a una riduzione del consumo energetico nei limiti previsti, sono favoriti anche gli investimenti in beni materiali destinati alla produzione di energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo, escluse le biomasse, oltre alle spese in formazione correlate. Le imprese dovranno presentare due attestazioni, una preventiva (ex ante) e una successiva (ex post) all’investimento, fornite da un valutatore indipendente, che confermeranno l’ammissibilità e la realizzazione degli investimenti. Le Pmi potranno incrementare il loro credito d’imposta con le spese sostenute per queste certificazioni fino a un massimo di 10mila euro. I sistemi Building Management System (BMS) progettati, installati e manutenuti da Te-
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Mirella Di Girolamo, Sr director people & finance di TeaPak, con il Premio speciale Comitato Guida
leimpianti fanno parte dei beni strumentali indicati nel decreto transizione 5.0 e sono finalizzati proprio al risparmio energetico. I BMS consentono una gestione automatizzata degli edifici, permettendo di monitorare e regolare impianti meccanici, elettrici e speciali, inclusi sistemi di riscaldamento, raffreddamento, illuminazione, sicurezza antincendio, allarmi e videosorveglianza. “Questi sistemi sono integrati con una piattaforma di contabilizzazione unica dei consumi energetici, elemento chiave per accedere agli incentivi del Decreto”, precisa Marco Bernardi, direttore generale di Teleimpianti. Attraverso un’interfaccia centralizzata, personalizzabile secondo le necessità del cliente, è possibile gestire e monitorare gli impianti in loco o a distanza. La sinergia tra Archita e Teleimpianti assicura un servizio completo per soddisfare i requisiti normativi e ottenere i vantaggi fiscali. “I sistemi BMS di Teleimpianti sono progettati per garantire il livello di efficienza energetica richiesto consentendo risparmi che possono superare il 25%”, continua Bernardi. “Archita Engineering è qualificata come Esco per la valutazione dell’accesso agli incentivi del Piano di Transizione 5.0 e può quindi emettere le due attestazioni che certificheranno l’ammissibilità e la conclusione degli investimenti”, precisa Iubatti. “Incoraggiamo le imprese a procedere rapidamente con gli investimenti, tenendo in considerazione i tempi di progettazione, consegna, installazione e gestione della documentazione necessaria, dato che la disponibilità degli incentivi potrebbe esaurirsi prima dei termini indicati nel Decreto”, concludono Marco Bernardi e Matteo Iubatti.
TOYOTA MATERIAL HANDLING, PRESENTATO UN PIANO
DI INVESTIMENTI DA 94 MILIONI
Incrementare del 20% la capacità produttiva e migliorare la qualità del prodotto attraverso una semplificazione della fase di assemblaggio nello stabilimento LTE di Ostellato, nel ferrarese. Ampliare la capacità produttiva dello stabilimento attraverso la realizzazione di un’area per la logistica ad altissima automazione nel sito TMHMI di Bologna. E poi la ricerca con due progetti - uno a Ostellato, l’altro a Bologna - che puntano a sviluppare la base tecnologica della nuova generazione di veicoli meccanici, a partire dalla componentistica dei montanti. Lift Truck Equipment (LTE), in qualità di proponente, e Toyota Material Handling Manufacturing Italy (TMHMI), in qualità di aderente, hanno illustrato nel corso del 2023 alla Regione Emilia-Romagna un programma di investimenti promosso in regione dalle due società del gruppo nipponico Toyota. Gli investimenti – complessivamente 94 milioni di euro di cui oltre 47 milioni nel sito ferrarese e 28 in quello bolognese - comprendono, come detto, anche due progetti di ricerca e sviluppo per prodotti sostenibili elettrici e a idrogeno, per oltre 18,5 milioni di euro (8,7 milioni nella sede di Ostellato, e 9,8 milioni in quella di Bologna). E la previsione nel medio termine di nuove assunzioni per circa 300 persone, con ricadute positive sui fornitori e sull’intera filiera della meccanica dell’E-
milia-Romagna. Il programma di investimenti è incluso in una proposta presentata nei mesi scorsi al Ministero delle Imprese e del made in Italy per accedere alle agevolazioni previste dal bando di Contratto di sviluppo. La Regione, chiamata a esprimere un parere di merito, ha confermato la coerenza della proposta con le priorità di sviluppo regionali. Il parere positivo di viale Aldo Moro, notificato ufficialmente a Invitalia, delegata alla procedura dal Mimit, è arrivato dopo la presentazione da parte dei proponenti all’assessore regionale allo sviluppo economico e lavoro, Vincenzo Colla. “Programmi di investimento come questo rafforzano tutto il perimetro del settore della Motor Valley e della filiera della meccanica aumentandone la competitività. Quella imboccata dalle imprese del gruppo Toyota Material Handling è la strada giusta per competere nel mondo con le nostre eccellenze, creando nuovo sviluppo, nuove competenze e occupazione stabile e di qualità, affermando relazioni innovative con le parti sociali e con il territorio. Un programma che presenta, inoltre, il valore aggiunto di coinvolgere anche un’area debole della nostra regione”, ha commentato Colla. Per la Regione il programma di investimento presentato è pienamente coerente con la propria programmazione, in linea con la legge regionale per la promozione degli investimenti in Emilia-Romagna, oltre che con la programmazione regionale prevista dal Patto per il Lavoro e per il Clima, con la Strategia di specializzazione intelligente S3 e i Programmi regionali per la ricerca industriale, l’innovazione e il trasferimento tecnologico e per le attività produttive. LTE, specializzata nella produzione di gruppi di sollevamento per carrelli elevatori, opera essenzialmente come fornitore di montanti e cilindri di sollevamento, componenti del carrello elevatore, con un fatturato 2023/2024 (anno fiscale) pari a 179 milioni di euro. TMHMI opera come produttore di carrelli elevatori contraddistinti dal marchio Toyota, Cesab e BT, con un fatturato 2023/2024 (anno fiscale) pari a 805 milioni di euro.
Stefania Martelli, amministratore delegato TMHMI, e Vincenzo Colla, assessore allo Sviluppo economico e Lavoro della Regione Emilia-Romagna
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VAN LEEUWEN ITALIA, OLTRE CENTO OSPITI PER FESTEGGIARE IL PRIMO SECOLO DEL GRUPPO
Il magazzino completamente decorato, lo spazio all’aperto per il cocktail di benvenuto, tra gli stand dove approfondire vari temi, come sostenibilità e innovazione, e vedere il portafoglio prodotti. Ha preso avvio così la festa per i 100 anni del gruppo Van Leeuwen, che si è svolta lo scorso 20 giugno a Lippo di Calderara di Reno, alle porte di Bologna.
Sono stati oltre un centinaio gli ospiti della festa nella sede emiliana della multinazionale, nata in Olanda nel 1924, specializzata nella fornitura di tubi di acciaio e piping. I tubi sono delle più svariate forme e tipologie per varie applicazioni: dalle auto alle gru, dagli impianti oil & gas a quelli chimici e petrolchimici, dalle raffinerie agli impianti di produzione dell’energia e molto altro.
“Tra di loro, tutti i colleghi dell’azienda, che con il loro impegno e la passione di tutti i giorni, contribuiscono alla nostra crescita e al nostro successo”, spiega Ruggero Nestri, regional managing director South-East Europe e managing director di Van Leeuwen Italia. “Ma erano presenti anche molti clienti, senza la cui fiducia e il continuo supporto il nostro successo non sarebbe possibile, e molti fornitori, che ringraziamo per la dedizione e la qualità dei servizi, che ci permettono di offrire sempre il meglio. E ancora, una gradita rappresentanza dell’Ambasciata e Consolato Generale dei Paesi Bassi in Italia, che sono un prezioso sostegno e sempre al nostro fianco con preziosi consigli. Così come la rappresentanza di Confindustria Emilia Area Centro, un sincero alleato che supporta le nostre iniziative e ci garantisce il legame con il territorio”. Nel suo intervento Nestri ha sottolineato la storia e i valori del gruppo, mettendo in risalto la capacità di affrontare le sfide che il settore sta affrontando, in particolare nel mercato italiano. “Il nostro viaggio di 100 anni è stato caratterizzato da innovazione, crescita e tante sfide superate insieme. Ogni successo, grande o piccolo, è il frutto di uno sforzo collettivo che ci ha permesso di crescere e innovare costantemente. Guardiamo al futuro con entusiasmo, pronti a costruire nuovi successi e a rafforzare le relazioni che abbiamo coltivato in questi anni. Quello di stasera è stato un evento straordinario, reso speciale dalla partecipazione
A sinistra: Ruggero Nestri, regional managing director South-East Europe e managing director di Van Leeuwen Italia, riceve la targa da Maurizio Cappiello di Confindustria Emilia
di ciascuna persona presente qui”, ha concluso Nestri. La serata è poi proseguita con uno spettacolo teatrale di improvvisazione di attori professionisti, che hanno intrattenuto e coinvolto gli ospiti con il loro umorismo contagioso.
Il Gruppo Van Leeuwen è frutto dell’unione di due realtà industriali che appartengono all’aristocrazia europea dell’acciaio, Benteler e Van Leeuwen, appunto, e vanta presenze in 33 Paesi, gestendo quasi un centinaio di filiali in tutta Europa, Medio Oriente, Asia, Australia e Nord America. Ma anche Italia, ed Emilia, compresa: perché il nostro Paese è il secondo mercato in Europa per tubi di acciaio, dopo la Germania.
Il Gruppo ha fatturato mediamente, negli ultimi cinque anni, 1,650 milioni di euro, ha 2.400 impiegati, di 58 nazionalità diverse, 78 location, 25 mila clienti, 200 mila articoli a stock.
La connessione con l’Emilia avviene nel 2019, quando il colosso olandese acquisisce un network di aziende legate all’acciaio e competitor: tra queste ce n’è anche una anche a Lippo di Calderara di Reno, nell’area metropolitana a nord-ovest di Bologna, a due passi dall’aeroporto Marconi.
L’azienda è altamente digitalizzata, sviluppa contatti tramite webshop e si avvale di intelligenza artificiale per processare gli ordini dei clienti. Tutto ciò si somma al grado avanzato di automazione dei magazzini e a tecnologie come taglio e saldatura laser, che sono lo standard per molte consociate del gruppo.
In Italia più del 50% dei collaboratori sono under 40 e ben il 46% donne, e non è una percentuale scontata per una realtà che opera nel commercio dei metalli ferrosi.
L’azienda ha un forte legame con il territorio produttivo emiliano, visto che la clientela emiliana rappresenta il 65% della produzione, seguendo i settori dell’oleodinamica, produzione di macchine agricole, automotive, motociclette, meccanica di precisione.
vita industriale
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Up Day, filiale italiana del Gruppo Up - cooperativa operante in 23 Paesi di quattro continenti con più di 3mila dipendenti e un fatturato di 9,8 miliardi di euro al 2023 - rilascia la sua prima relazione d’impatto in qualità di Società Benefit e annuncia gli obiettivi 2024 non solo economici: un miliardo di fatturato, l’ampliamento dell’offerta educativa per i dipendenti, incentivi per promuovere una mobilità sostenibile, il consumo responsabile e la promozione delle realtà locali e a basso impatto ambientale. “La trasformazione in Società Benefit rappresenta la naturale concretizzazione dell’impegno già da tempo assunto, consapevoli dell’entità delle sfide verso pratiche sostenibili e trasparenti e dell’importanza di un approccio olistico alla sostenibilità. Abbiamo scelto di intraprendere questo percorso ottenendo nel 2023 la certificazione, che rappresenta per noi solo l’inizio di un percorso verso un impatto migliore”, afferma Marc Buisson, presidente e amministratore delegato di Up Day nonché segretario generale del Gruppo Up. “Oggi con Day abbiamo oltrepassato molti dei traguardi che ci eravamo posti, accettando diverse sfide e superando noi stessi. I nostri dipendenti ci hanno aiutato a raggiungere gli obiettivi previsti nell’accordo per il premio di risultato 2023 e noi erogheremo una somma pari a 2.125 euro”, afferma Mariacristina Bertolini, vicepresidente, direttore generale Up Day e direttrice zona Euromed. “Crescere insieme è una delle forze più importanti per la nostra azienda e crediamo fortemente che il successo di un'impresa non dipenda solo dai suoi risultati finanziari, ma anche dall’impatto che questa genera sulla società e sull’ambiente esterno”. Nel 2023, Up Day ha raggiunto il più alto grado di riconoscimento in ambito sostenibilità aziendale da EcoVadis ottenendo la medaglia Platino. Nel 2024 Up Day si vedrà impegnata in un’ulteriore strutturazione del set di politiche di sostenibilità e l’integrazione di tematiche Esg nei canali di engagement aziendali. Per rispondere alla creazione di un ambiente di lavoro inclusivo, improntato alla valorizzazione dei dipendenti, in grado di garantire l’equilibrio vita-lavoro, e di forni-
GRUPPO VILLANI, RILEVATO IL
PROSCIUTTIFICIO SAN MARINO
re gli strumenti per la crescita professionale nel 2024, ci sarà un ampliamento dell’offerta di formazioni su tematiche Esg. Nel 2024 aumenteranno le iniziative di sensibilizzazione, si promuoveranno incentivi sulle bici elettriche come l’installazione di rastrelliere e punti di ricarica e si punterà al 100% di materiali riciclati per le card dei buoni pasto. Con la volontà di continuare a promuovere il tessuto economico locale, il Buono Pasto “Buonissimo” progettato nel 2023 sarà ufficialmente lanciato sul mercato nel 2024, le aziende potranno offrire agli utilizzatori la libertà di decidere dove e come spendere i loro buoni, estendendo le possibilità non solo ai supermercati, ma anche ai ristoranti e ai negozi di prossimità, privilegiando il consumo responsabile e promuovendo le realtà locali e a basso impatto ambientale a cui si aggiunge la volontà di incrementare il numero di piccoli esercenti affiliati. Infine, per supportare economicamente organizzazioni no-profit locali e non, promuovendone l’inclusione sociale e culturale nella comunità, riducendo le disuguaglianze socio-economiche e sostenendo le persone fragili che ha visto nel 2023, destinare più di 80mila euro in donazioni per iniziative volte a generare un impatto sociale positivo in vari settori la volontà nel 2024 di elaborare una strategia di Charity aziendale.
Nuova acquisizione per il gruppo Villani, nato nel 1886 a Castelnuovo Rangone, in provincia di Modena, che con 138 anni di storia è una delle realtà più longeve del settore della salumeria in Italia. Volendo consolidare la propria posizione nel mercato premium della salumeria, il gruppo Villani ha comunicato nei mesi scorsi di aver acquisito lo storico prosciuttificio San Marino, specializzato nell’area dei prosciutti cotti di altissima qualità. Il gruppo Villani conserva un’impostazione familiare con un passaggio generazionale fatto di valori tramandati e diffusi dall’Emilia al mondo. L’azienda è in continua crescita: nel 2023 ha superato i 170 milioni di euro di fatturato ed è presente in più di 15mila punti vendita in Italia e all’estero tra salumerie e gastronomie, con una quota export che copre il 39% del giro d’affari. Qualità e cura dei dettagli sono da sempre il comune denominatore dell’azienda che, seppur contemporanea e orientata al miglioramento, sceglie costantemente di valorizzare l’unicità dei suoi artigiani e il frutto del loro lavoro. Nel Gruppo Villani, infatti, convivono da sempre due realtà ugualmente importanti: tradizione e modernità. L’esperienza di lavoro sul prodotto maturata a partire dal 1886, unita a un patrimonio di ricette e metodi arricchitosi nel tempo, evidenzia il forte attaccamento alla tradizione in cui la manualità del mestiere è la componente fondamentale
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Mariacristina Bertolini, vice presidente, DG Up Day e direttrice zona Euromed, e Marc Buisson, presidente e AD Up Day e segretario generale del Gruppo Up
Il taglio del nastro al Prosciuttificio San Marino
per conseguire risultati di eccellenza. La recente acquisizione ha come obiettivo il potenziamento della capacità produttiva del Gruppo nell’ambito della lavorazione dei salumi cotti, con particolare attenzione alle produzioni artigianali e tradizionali, sempre rispettosi del saper fare del passato, proiettati verso il futuro e consapevoli del proprio presente. Il prosciuttificio di San Marino è stato inaugurato lo scorso venerdì 24 maggio e diventa così il secondo sito di produzione di prosciutti cotti del gruppo Villani: si svilupperanno sinergie e opportunità di crescita per il Gruppo nei mercati internazionali grazie alla sede situata nella Repubblica di San Marino. “Il fatto che un gruppo importante come Villani abbia scelto la Repubblica di San Marino come investimento strategico per la crescita del proprio business, mi fa capire come il lavoro svolto in questi anni sia stato portato avanti nella giusta direzione e che, su questa strada, dobbiamo continuare a lavorare al fine di accrescere le opportunità del nostro sistema economico e delle nostre imprese. Credo che l’iniziativa portata avanti dal gruppo Villani sia anche un perfetto esempio di come la sinergia tra Italia e San Marino possa davvero divenire strategica per i rispettivi contesti economici e sarà nostro dovere essere al fianco di imprese ad alto valore come quella che oggi apre i battenti nel nostro territorio”, commenta Fabio Righi, segretario di stato della Repubblica di San Marino per l’industria, l’artigianato e il commercio, la ricerca tecnologica, la semplificazione normativa. “Con la volontà di garantire alla salumeria un futuro di qualità, accogliamo nel nostro Gruppo questa importante realtà produttiva. L’investimento fatto ci consentirà di rafforzarci nel settore in cui operiamo con passione e dedizione ogni giorno, grazie all’impegno di ciascuno. Per questo motivo, ringrazio le istituzioni di San Marino per il sostegno dato alla ripartenza di questo storico prosciuttificio: la sinergia tra istituzioni e mondo economico sarà elemento determinante per il business soprattutto in chiave di apertura di nuovi mercati extra Cee”, conferma Carlo Filippo Villani, direttore generale di Villani.
WEBASTO ITALIA, SIGLATO IL NUOVO INTEGRATIVO PER IL TRIENNIO ‘24-’26
Webasto Italia, realtà industriale di Molinella, in provincia di Bologna, da oltre 50 anni attiva nella progettazione di sistemi e soluzioni di climatizzazione per veicoli, ha recentemente siglato il nuovo contratto integrativo per il triennio 2024-2026. Come spiegano dall’azienda, questo accordo rappresenta un ulteriore passo avanti nell’impegno verso la valorizzazione dei propri dipendenti e il miglioramento delle loro condizioni di lavoro. Il nuovo contratto prevede il riconoscimento ai dipendenti di un premio di risultato equivalente a circa una mensilità aggiuntiva, legata al raggiungimento di specifici indicatori di qualità, produttività ed efficienza. Questa misura mira a creare una diretta correlazione tra l’impegno prestato dai lavoratori e la qualità del prodotto finale, contribuendo così attivamente al successo aziendale. Inoltre, sono stati concordati permessi di genitorialità retribuiti aggiuntivi destinati a sostenere le famiglie per l’assistenza durante la malattia, l’accompagnamento e l’inserimento all’asilo dei figli fino ai 3 anni di età. Questi permessi sono estesi anche per il supporto agli anziani sopra gli 80 anni, riflettendo l’attenzione dell’azienda verso le esigenze familiari dei dipendenti. Webasto Italia dimostra costantemente la propria attenzione al bilanciamento tra vita lavorativa ed esigenze familiari dei dipendenti. Recentemente, l’azienda ha introdotto in modo strutturale il telelavoro e ha reso ulteriormente flessibile l’orario di lavoro. Questo permette ai dipendenti di gestire meglio i propri impegni personali, migliorando la qualità della vita e aumentando la soddisfazione sul lavoro. Un altro obiettivo centrale per Webasto Italia è il raggiungimento della parità di genere. L’amministratore delegato, Patrizia Draghetti, dichiara: “Il nostro impegno per la parità di genere non è solo una que-
stione di equità, ma anche di valorizzazione delle competenze e delle potenzialità di tutti i nostri dipendenti. Siamo orgogliosi di creare un ambiente inclusivo dove le donne possono crescere professionalmente e contribuire attivamente all’innovazione dell’azienda”. Attualmente, più del 43% della forza lavoro in Webasto Italia è composto da donne e la loro presenza è significativa anche in ruoli di leadership, con il 33% che ricopre posizioni di responsabile di reparto. In linea con le policy del gruppo Webasto, l’azienda offre percorsi di sviluppo professionale per talenti, programmi di potenziamento della leadership e corsi di miglioramento delle soft skills. Questi aspetti sono sempre più cruciali per la crescita delle risorse umane, fondamentali per la competitività aziendale. In aggiunta a queste iniziative, l’azienda offre una serie di benefici che contribuiscono al benessere dei dipendenti. Webasto Italia garantisce la mensa aziendale, coprendo la parte più consistente dei costi. È stata inoltre predisposta una sala ricreativa per i dipendenti, uno spazio dove possono rilassarsi e socializzare. Recentemente, è stato inoltre istituito un Comitato di Organizzazione di Eventi Aziendali, con l’obiettivo di promuovere il team building e il senso di appartenenza all’azienda. “Webasto Italia continua a dimostrare il suo impegno nel creare un ambiente di lavoro positivo e inclusivo, dove ogni dipendente può esprimere al meglio le proprie capacità e contribuire al successo dell’azienda. Con queste nuove misure, l’azienda si posiziona ancora una volta come un modello di innovazione e responsabilità sociale nel settore industriale”, conclude Patrizia Draghetti.
Al centro, Patrizia Draghetti, amministratore delegato di Webasto Italia
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Farete 2024, tra Intelligenza
Artificiale e mercati in crescita
L’undicesima edizione della due giorni di Confindustria Emilia si è aperta con la relazione del presidente Valter Caiumi, seguita dall’intervista al presidente di Confindustria, Emanuele Orsini. Dopo un “Giro del mondo in 90 minuti” guidato da Tiziana Ferrario e da Alec Ross in collegamento con le aree economiche più performanti, via a due giorni intensi, ricchi di workshop, incontri e opportunità per creare nuove relazioni e fare network
“Farete cresce continuamente, a dimostrazione di quanto ormai i nostri tre territori di riferimento - Bologna, Ferrara e Modena - siano sempre più uniti fra loro e lavorino in sinergia sotto l’insegna di Confindustria Emilia. La nostra manifestazione continuerà e non può che svilupparsi ancora, perché sta diventando un modello, preso come riferimento anche a livello nazionale, dove sempre più si anticipano tendenze di prodotto e di processo all’insegna dell’alta tecnologia e perché siamo un tessuto vivo, con opportunità in più rispetto ad altri territori”. Parola di Valter Caiumi , presidente di Confindustria Emilia, durante il suo intervento conclusivo in chiusura di Farete 2024, undicesima edizione della due giorni di networking dedicata alle imprese promossa e organizzata dall’Associazione che è andata in scena mercoledì 4 e giovedì 5 settembre nei padiglioni 16 e 18 di BolognaFiere.
Due i temi principali al centro dell’appuntamento che quest’anno ha riunito 450 aziende espositrici negli oltre 10 mila metri quadrati di stand: l’Intelligenza Artificiale generativa applicata al mondo della manifattura e l’andamento delle economie più trainanti nel mondo. L’Intelligenza Artificiale generativa è stata protagonista della grande novità di quest’anno, il Villaggio dell’IA, un nuovo
importante spazio all’interno del quale erano presenti un’area dedicata agli stand espositivi e una riservata ai workshop. “Parlare di IA generativa, nella manifattura, vuol dire automazione dei processi e analisi dei dati, per completare la nostra visione imprenditoriale formulando scenari e supportandoci nell’ottimizzazione dei processi”, evidenzia ancora Caiumi. “L’obiettivo del Villaggio dell’IA è quello di rendere riconoscibile e visibile il sistema produttivo emiliano e il territorio in cui opera Confindustria Emilia come vocato all’applicazione dell’IA nei servizi
e nei processi produttivi delle imprese associate, valorizzando i temi dell’adoption, le competenze della filiera Digital e quelle del particolare contesto tecnologico messo a disposizione dal territorio stesso”, ha commentato Francesco Ubertini , presidente della filiera Digital di Confindustria Emilia, presentando il Villaggio. Protagoniste di questo nuovo spazio, con le loro applicazioni e demo pratiche di IA, venti imprese che hanno mostrato concretamente uno spaccato del grado di personalizzazione che richiede l’utilizzo dell’AI in ambito manifatturiero e
di Marco Taddei
dei servizi: Ammagamma part of Accenture ; Applied ; Bonfiglioli Consulting ; Cediss/Tper ; Cineca ; Crif ; Datalogic ; Dilaxia ; Expert.ai ; HPE Group ; IFAB ; Illumia ; IQC ; M Point-Engineering ; Neocodex ; Neurally ; Nimax ; Porrini ; Present ; VAR Group .
L’edizione 2024 di Farete è stata aperta, come di consueto, dall’ Assemblea pubblica , mercoledì 4 settembre alle 10. Primo a salire sul palco il presidente di Confindustria Emilia, Valter Caiumi, che ha letto la sua relazione davanti a una platea di oltre duemila imprenditori, autorità e istituzioni del territorio, e non solo, evidenziando l’unicità del mercato manifatturiero emiliano e il suo contributo allo sviluppo del Paese sottolineando l’importanza di concentrarsi sul “fare” concreto, sulla formazione delle nuove generazioni e sull’aggiornamento costante dei professionisti, tutti elementi essenziali per affrontare le sfide del futuro.
A seguire, sul palco di Farete è salito il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini , intervistato dalla giornalista Tiziana Ferrario , mentre la mattinata si è conclusa con un “ Giro del mondo in 90 minuti ” nel corso del quale Tiziana Ferrario e Alec Ross , distinguished adjunct professor della BBS, hanno analizzato lo stato delle aree economiche trainanti nonché l’applicazione e gli sviluppi dell’AI e dell’innovazione nell’industria dei Paesi con i mercati più performanti e in prevista crescita per il 2025. Ad alternarsi in collegamento Paolo Bazzoni , vicepresidente Camera di Commercio italiana in Cina, Marino Benassi , Geschäftsführer Marposs GMBH, Stefano De Leo , ambasciatore italiano ad Abuja (Nigeria), Valeria Maria Fazio , board member of Italiacamp EMEA - Dubai Hub for made in Italy, Claudio Maffioletti , CEO e segretario generale Camera di Commercio italiana in India, e Giorgio Medda , CEO di Azimut Holding, global head of asset management & fintech.
L’Assemblea, come ormai da tradizione, anche quest’anno è stata trasmessa in diretta streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di Confindustria
Emilia, dove è ancora visibile. Dal primo pomeriggio, poi, ha preso il via il ricco programma di oltre 90 workshop tematici, incontri, eventi e opportunità per creare nuove relazioni e fare network nel panorama industriale e imprenditoriale che da sempre contraddistingue la due giorni, anche grazie alle tradizionali aree tematiche di Confindustria Emilia: l’ Open Hub , il Desk Tax & Legal Global Services, l’ International Club e la Borsa del Turismo Industriale .
L’ Open Hub quest’anno ha ospitato un Forum sulla sostenibilità , come occasione di confronto e di apprendimento, dedicato a sei temi chiave per il futuro con uno sguardo oltre le direttive UE su: ambiente, persone, comunità, innovazione, etica e impatto. Ogni tema è stato approfondito nel corso dei “ Sustainability workshop ” con la partecipazione di esperti e imprese di riferimento nel proprio settore per un totale di 300 presenze. Inoltre, Open Hub ha ospitato l’attività di matching con le 14 startup finaliste dell’edizione 2024 del percorso ECOSISTER e START CUP Emilia-Romagna, finalizzato a favorire la nascita di nuove imprese ad alto contenuto innovativo, verificando la fattibilità del progetto imprenditoriale, prevedendo un percorso di innalzamento delle competenze e di coaching sullo sviluppo del business e l’accesso al mercato.
Il Desk Tax & Legal Global Services , come di consueto, ha messo a disposizione delle imprese o ltre 40 professionisti , esperti in normative di 35 Paesi esteri , per consulenze specialistiche one to one in ambito fiscale, legale, societario e commerciale su problematiche di specifico interesse in ambito internazionale ospitando nei propri spazi anche 7 workshop che hanno registrato circa 700 partecipanti . Attraverso l’ International Club le imprese manifatturiere associate a Confindustria Emilia hanno avuto l’occasione gratuita di incontrare 35 operatori internazionali , provenienti da 12 Paesi (Arabia Saudita, Brasile, Colombia, Croazia, Francia, Germania, India, Irlanda, Spagna, Stati Uniti, Turchia e Vietnam) per generare opportunità
di business con potenziali clienti esteri. Oltre 500 gli incontri b2b dedicati che si sono svolti nella due giorni all’interno dell’Area dell’International Club che ha ospitato anche tre workshop: “ What is needed to do business with The Home Depot ”; “ Cautele nella ricerca di fornitori in Cina ”; “ Come inserire e stabilire il proprio marchio alimentare nei canali retail e foodservice in Francia ”.
Buyer e seller sono stati al centro anche dell’attività della Borsa del Turismo Industriale , che nel 2024 è giunta alla sesta edizione. All’interno dell’area dedicata, giovedì 5 settembre si sono incontrati 20 operatori internazionali e italiani e 35 specialisti nell’incoming per valorizzare il turismo industriale come un modo nuovo di fare cultura imprenditoriale favorendo la riscoperta e la valorizzazione dei musei aziendali, degli impianti industriali e dei prodotti che continuano a fare la ricchezza del nostro Paese.
Mercoledì 4 settembre, alle 17, il padiglione 16 è stato invece riempito da oltre mille tifosi e appassionati per la presentazione ufficiale dell’associata Virtus Segafredo Bologna 2024/2025 . Il presidente Massimo Zanetti, capitan Belinelli e compagni, coach Banchi e tutto lo staff tecnico delle V Nere hanno infatti scelto il palco di Farete per presentarsi alla città di Bologna e a tutti i loro tifosi. Infine, come da tradizione, a chiudere la due giorni è stato l’evento organizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia “ Quo Vadis, Europe? ” , giovedì 5 settembre alle ore 15.30. Dopo l’apertura dei lavori da parte del presidente dei Giovani di Confindustria Emilia, Marco Moscatti , sul palco principale del padiglione 16 hanno discusso di geopolitica e sinergie per una maggiore integrazione europea Romano Prodi , politico, economista, presidente della Commissione Europea dal 1999 al 2004 e presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana dal 1996 al 1998 e dal 2006 al 2008, Alberto Forchielli , imprenditore ed esperto di relazioni internazionali, Fabio Scacciavillani , economista ed esperto di relazioni internazionali, Carmela Gallo , regional director centro sud Adecco Italia, e
Claudio Basso , Chief Investment Officer Azimut Investments SA.
Anche quest’anno a rendere possibile la realizzazione di Farete 2024 ha contribuito un nutrito gruppo di sponsor che hanno accompagnato Confindustria Emilia: Azimut Capital Management, main partner dell’evento per il terzo anno consecutivo; gli sponsor Toyota
Material Handling, Umana, FAV – Fondazione Aldini Valeriani, Hit Servizi Emilia, Confindustria Servizi - Le Convenzioni Retindustria, Gruppo Morini, Due Torri, Ing. Ferrari e Buonristoro; gli sponsor tecnici Wother, Pongo Films, Hydroplants, Apple Promotions and Gadgets ed Etic.
Un grande Gruppo per grandi traguardi. Cinque realtà al servizio dei settori: Formula 1, Motorsport, NASCAR, Aeronautica, Elicotteristico.
Emanuele Orsini: “Dall’Emilia l’esempio del dialogo per affrontare le sfide future”
di Raffaella Mazzali
Un momento di approfondimento e confronto che ha toccato molti temi quello che ha visto protagonista sul palco dell’Assemblea generale di Confindustria Emilia Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, che è intervenuto dopo la relazione del presidente Valter Caiumi, sollecitato da domande e commenti della giornalista Tiziana Ferrario.
Dall’Emilia l’esempio del dialogo
Non si poteva non partire dal senso di appartenenza dell’imprenditore proveniente dalla nostra regione da pochi mesi alla guida di viale dell’Astronomia. “Questa terra è forte per coesione, ovviamente, per concretezza, ma soprattutto per dialogo. E noi questa la parola dialogo l’abbiamo utilizzata anche nel nostro programma di Confindustria 2024-28. Per noi, dialogo è con tutti, sindacati, governo, opposizione, perché credo che Confindustria debba portare il sistema delle necessità in modo orizzontale, portando ovviamente le richieste per far crescere il nostro Paese. Le sfide sono tante e tra queste, come ha segnalato Caiumi, l’intelligenza artificiale è una sfida positiva, anche se dobbiamo essere consapevoli del fatto che negli ultimi dieci anni la Cina ha investito 100 miliardi, gli Stati Uniti 330 miliardi e l’Europa solo 20 miliardi”.
della Volkswagen, cosa mai successa prima, vuol dire che forse le scelte fatte fino a oggi non sono andate nella via giusta. Lo stop al motore endotermico nel 2035 ha ripercussioni pesanti per una terra come questa: in Italia il mondo dell’automobile coinvolge oltre 70.000 persone. Non possiamo pensare oggi che la trasformazione di tutte le macchine a motore da endotermico a elettrico sia la via. Lo ripetiamo da tempo: la salvaguardia del nostro know-how è fondamentale, noi dobbiamo lavorare per la neutralità tecnologica. In questo modo si salvaguardano pezzi di fi-
non è possibile quando, mediamente, noi italiani paghiamo dal 30 al 40% in più l’energia. Per fare questo serve un costo unico dell’energia e politiche sul lavoro che pensino anche al welfare, altrimenti questo può essere un problema per il nostro Paese”.
Fondi Pnrr e Industria 5.0
Competitività, Green Deal e Automotive
“Occorre una premessa: le imprese non sono contro l’ambiente, anzi, sono molto attente a questo tema e hanno ottenuto risultati importanti sul fronte del riciclo, dell’energia. Ma notiamo anche una furia ideologica antindustriale che ci preoccupa. Pensiamo a un tema fondamentale come l’automotive. La chiusura in Sassonia di due stabilimenti
liera fondamentali nei vari Paesi. In Italia, abbiamo 42 milioni di veicoli, solo sette milioni sono euro 6 e 7; abbiamo grande possibilità di fare trasformazione dei veicoli che sono vecchi. Dobbiamo ragionare su misure a sostegno dell’auto, ma su sostegni che devono essere per la produzione di macchine europee, ancora meglio italiane, e di utilizzo della nostra filiera”.
Transizione ecologica e costi energia “Occorre stare attenti agli obiettivi: le emissioni di Co2 dell’Europa sono il 7% di quelle globali, a fronte di una quota di Pil del 15%. A noi serve un’Europa che sia forte economicamente e unita, è necessario che l’Europa proceda alla stessa velocità. Ma
“Non vi è dubbio che il Piano Pnrr sia una grande opportunità per il Paese, perché l’ammodernamento delle infrastrutture è una priorità in un’ottica di crescita. Inoltre, una parte del Pnrr, come sapete, è andata in una misura a noi molto cara, che è quella di Industria 5.0, che aiuterà ovviamente la crescita delle nostre imprese, soprattutto nel renderle ancora più competitive. Certo, però, nell’ultimo vertice con il ministro Urso, ad agosto scorso, abbiamo segnalato che se vi dovessero essere finanziamenti non spesi in qualche progetto, dovremo essere pronti ad allocarli su misure che siano automatiche, come appunto Industria 5.0: questa è una potenzialità che non possiamo perdere per far crescere le nostre imprese”.
Salari e produttività
“Nel comparto industriale, nel 2024 i salari sono cresciuti e siamo riusciti a colmare, in parte, il divario dell’inflazione, dando una risposta alle difficoltà dei lavoratori. In generale, però, dobbiamo cercare di dare una risposta a un problema che colpisce l’Italia da molto tempo: negli ultimi 20 anni i salari sono incrementati ma la produttività langue, mentre Germania, Francia, perfino Spagna, hanno visto incrementare anche la produzione. Su questo dobbiamo fare dei ragionamenti: sulla produttività e sulle ore lavorate dovremo aprire un confronto anche con i sindacati”.
Pianificazione strategica ed execution
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INNOVAZIONE e
Formazione e coaching per lo sviluppo della leadership e della team efficacy
Società accreditata per la consulenza di innovazione. Società certificata UNI EN ISO 9001:2015 (IAF: 37) per l’erogazione di formazione e coaching per sviluppo competenze manageriali e innovative.
Partecipiamo al progetto globale EQ Biz di Six Seconds per lo sviluppo di tools operativi e percorsi per rendere più pratico ed efficace l’uso dell’intelligenza emotiva e delle soft skills
“Con l’Intelligenza
Artificiale
sviluppo e crescita per le imprese”
Al termine dell’intervista con Emanuele Orsini, la giornalista
Tiziana Ferrario ha chiamato sul palco di Farete Alec Ross , distinguished adjunct professor di BBS, per analizzare lo stato delle aree economiche trainanti nonché l’applicazione e gli sviluppi dell’AI e dell’innovazione nell’industria. In buona sostanza, a parere di tutti i relatori, l’ausilio di questa nuova tecnologia è dirimente nello sviluppo delle opportunità di business e di crescita. L’intelligenza artificiale, è il sentiment comune fra gli imprenditori, va governata e non subita. Attraverso di lei è possibile far crescere e
sviluppare le imprese.
Nel corso del “Giro del mondo in 90 minuti”, uno dei momenti clou della giornata di apertura di Farete, con Ross e Ferrario hanno dialogato Marino Benassi , Geschäftsführer di Marposs, Giorgio Medda , CEO di Azimut Holding e global head of asset management&fintech di Azimut, Paolo Bazzoni , vicepresidente della Camera di Commercio Italiana in Cina, Stefano De Leo , ambasciatore italiano ad Abuja in Nigeria, Valeria Maria Fazio , board member di Italiacamp Emea - Dubai Hub for made in Italy, e Claudio Maffioletti , CEO e segretario generale della Camera di Commercio italiana in India.
“L’economia tedesca è in difficoltà”, ha esordito Benassi. “La sua crescita nel 2023 ha subito una dura battuta di arresto. Per una Germania che rallenta c’è una Europa che soffre e questo non è un bene. Come Marposs abbiamo un osservatorio privilegiato sul Paese e purtroppo quello che anche i nostri clienti ci dicono è che in questo momento domina l’incertezza”.
“Quello che sta accadendo in Germania è assai significativo e credo che ci si possa salvare in un solo modo: facendo squadra”, ha commentato Alec Ross. “Il campanile e l’entità statuale, considerati i 196 Paesi presenti sullo scacchiere internazionale, da sole non portano da
di Generoso Verrusio
nessuna parte. Ci si salva e ci si migliora in un’ottica di team e i tedeschi lo sanno bene”.
“Ci sono quattro parole chiave per spiegare l’America e la sua economia oggi”, ha sottolineato Giorgio Medda. “Deglobalizzazione, intelligenza artificiale, redistribuzione della ricchezza e transizione energetica. In risposta alla pandemia gli Stati Uniti si sono dati una road map che consenta loro di continuare a competere a livello globale. Non sarà facile ma la scommessa è di capitale importanza anche in chiave geostrategica”.
“Anche negli States siamo all’inizio dell’AI. L’impostazione americana è sempre la stessa: investire, investire, investire”, ha rimarcato Ross. “Poi arrivano le regole e le norme. Negli Stati Uniti, in questo momento, è importante iniettare investimenti e liquidità e l’AI è pervasiva e trasversale a più settori industriali”.
A seguire sono intervenuti Paolo Bazzoni, Stefano De Leo e Claudio Maffioletti. Tutti e tre hanno sottolineato le grandi opportunità economiche, i tanti progetti e le possibilità di business rispettivamente di Cina, Nigeria e India. Tre Paesi diversi, ma ognuno a modo suo economicamente vivace.
“In Cina è cambiato il patto sociale tra Stato e cittadini”, ha detto Bazzoni. “Pur con tutti i limiti di una forma statuale com’è quella cinese, cittadini e consumatori hanno assunto rispetto al passato una maggiore importanza. E ovviamente per chi fa impresa questo dato non è propriamente inessenziale”.
“La cooperazione bilaterale e multilaterale della Nigeria è uno dei temi centrali del mio mandato”, ha sunteggiato l’ambasciatore De Leo. “La Nigeria è infatti ricca di risorse minerarie e petrolio, delle quali l’Italia è importatore per un totale di circa 500 milioni di euro annui, a fronte delle forniture italiane in Nigeria che ammontano a circa il 2% delle quote di mercato, rendendo l’Italia il 12esimo partner economico per la Nigeria”.
“Per le imprese italiane l’India rappresenta un mercato di sbocco validissimo”, ha evidenziato Maffioletti. “Basti dire che la manifattura e l’agricoltura insieme non arrivano a coprire il 30% del Pil interno: ciò significa che il paese è ancora fortemente ancorato all’interscambio. Oltretutto da parte delle imprese indiane rilevo un forte interesse a creare joint ventures con imprese italiane”.
In chiusura è arrivato l’intervento di Valeria Maria Fazio. “Investire negli Emirati Arabi è vantaggioso e lo è anche da un punto di vista fiscale. Tra i mercati emergenti, gli Emirati Arabi e l’Arabia Saudita si sono classificati rispettivamente al secondo e terzo posto, dietro alla Cina. A determinare il balzo degli investimenti vi sono elementi fondamentali come la trasparenza finanziaria, la cybersicurezza e la costante attenzione al benessere. Nel racconto che si fa di questi pezzi di mondo credo che sia necessario uscire dalla logora banalità. Quello che mi raccomando sempre è - e lo dico a una platea di imprenditori con cognizione di causa - venite e guardate con i vostri occhi”.
TI GESTIAMO L’EVENTO
SENZA CHE TU DEBBA
MUOVERE UN DITO.
La relazione del presidente Valter Caiumi associazione
Pubblichiamo di seguito la relazione presentata lo scorso 4 settembre durante l’Assemblea Pubblica di Confindustria Emilia a Farete
Colleghe Colleghi, Autorità, Gentili Ospiti
Benvenuti
Un saluto particolare a Emanuele Orsini nostro presidente di Confindustria, il primo emiliano dopo due decenni.
Come aprire questa assemblea?
Con un quadro economico di sintesi? Con quello che è accaduto?
Guardiamo il presente o parliamo di futuro?
Le priorità della mia Presidenza sono state la crescita e l’evoluzione del business delle imprese associate, e quindi non sprechiamo tempo, guardiamo avanti.
Il tema di questa assemblea e di questo Farete è l’Intelligenza Artificiale, che ci accelera una visione sul futuro della società industriale e di tutta la comunità, consegnandoci già oggi, in moltissimi campi, progressi spettacolari.
L’AI sta trasformando le scienze della vita, la fisica e molto altro.
A fine 2022, questo mercato in Italia valeva 435 milioni di euro.
In giro per l’Europa ci sono investimenti importanti, per esempio il budget di Germania e Francia sull’AI è di 2 miliardi di euro ciascuno.
Sono cifre per noi inarrivabili. Quindi, come successo in altre occasioni, più che sullo sviluppo, dobbiamo concentrarci sull’adozione: il fare.
Chi meglio di noi, produttori di lungo corso, forti di esperienze oggettivate nelle migliaia di nicchie di mercati, può essere il padre di una first adoption dell’AI, applicata al manifatturiero?
Oggi e domani, chi ha esperienza codificata in dati ha la nuova fonte dell’oro.
Le imprese emiliane rappresentano, per storia e cultura, un unicum in questo senso.
Da decenni nei mercati esteri, apri pista dell’automazione spinta nelle diverse nicchie della meccanica, del biomedicale, della ceramica e di molte altre filiere, con il loro portafoglio dati possono alimentare la corretta applicazione dell’AI, partendo da framework condivisi.
Se guardiamo al mercato degli strumenti a disposizione capiamo che è in corso un campionato di dati e performances mai visto prima.
Gemini Ultra è il primo modello a superare gli esperti umani nel benchmark del cosiddetto MMLU, che testa le conoscenze e le capacità di risoluzione dei problemi in 57 materie, tra cui matematica, fisica, storia, diritto, medicina. Questo modello ha raggiunto un punteggio del 90%, superando le prestazioni del GPT-4 di OpenAI.
Ma OpenAI sta già predisponendosi ad una nuova potentissima risposta con la versione nr. 5.
E trilioni e trilioni di dati saranno macinati, con funzionalità user free per tutto il mon-
do.
Troveremo questi “motori” e probabilmente anche tanti altri come assistenti virtuali per analisi di immagini e interpretazione di dati clinici. Ma li possiamo già usare anche per analisi nei video a supporto della sorveglianza intelligente delle nostre linee di produzione, della nostra sicurezza sulle strade e in molti altri segmenti. Infiniti direi oggi. Questo è solo un esempio del presente che ci proietta velocemente in nuovi progressi che già domani ci saranno in tutti i campi, dalla medicina all’economia dei prodotti e dei servizi.
L’AI ha il potenziale di rivoluzionare l’economia, se in meglio spetta a noi dirlo e farlo: aumentando la produttività, migliorando le condizioni di lavoro per una nuova rivoluzione economica sostenibile.
L’entità del cambiamento e i suoi confini ancora non chiari contribuiscono ad alzare l’asticella del sospetto.
Ne percepiamo la portata, ne siamo forse in alcuni momenti spaventati, normale che sia così.
Noi crediamo che l’AI avrà un impatto po-
sitivo sull’occupazione, non ci sono né ci saranno automatismi standard per governare le imprese.
Solo l’intelligenza umana può proiettarci nel futuro con nuove idee che non nascono da una mera lettura di dati storici.
Solo l’intelligenza umana è dotata di coscienza nelle scelte. Ed è con l’uso della coscienza che costruiremo la nuova società economica.
E, parlando di società, mi viene naturale collegare un altro aspetto positivo, che è quello di un miglioramento rapido degli obiettivi ESG nelle imprese e nella comunità più in generale.
Nel contesto delle città, tecnologie intelligenti possono rendere le nostre comunità più sostenibili ed efficienti.
Dai Sistemi di Trasporto per ottimizzare i flussi di traffico in tempo reale, alle reti elettriche intelligenti, che utilizzano sensori e algoritmi per bilanciare la domanda e l’offerta energetica ogni minuto, si riducono gli sprechi e si migliora l’affidabilità del servizio.
Nelle imprese?
Molte nostre aziende sono più pronte di quanto potremmo pensare.
Alcuni si avvicinano già allo sviluppo del prodotto in un modo digitale, creando e testando “gemelli digitali” in ambienti virtuali molto prima che inizino i lavori per creare la cosa reale.
Attenzione però tutto questo ha un costo, e richiede investimenti importanti, non solo finanziari ma anche di revisione e riorganizzazione del modello dell’impresa. E questo è un punto importante di cui tutti dobbiamo avere consapevolezza e che non va sottovalutato.
Al termine dell’assemblea vi invito a visitare gli stand dello spazio AI, dove alcune nostre associate hanno acconsentito a mostrare ciò che stanno facendo con una demo pratica.
Uno spaccato concreto del grado di personalizzazione che richiede l’utilizzo dell’AI sulla manifattura e i suoi servizi.
Vedrete come gli ambienti virtuali si stanno rivelando un modo eccellente per simulare processi aziendali.
Le aziende possono vedere in tempo reale come i prodotti e le parti si muovono lungo una catena di fornitura o negli hub logistici, si spreca meno, si guadagna di più in tempo ed efficacia.
D’altronde i 100 anni di GD e di Acma, quest’anno, ci ricordano che il Big Bang dell’automazione nasce qui, con un grado di concentrazione di meccanica tecnologicamente avanzata spinta, e poi si diffonde in tutto il mondo.
Il dna della storia imprenditoriale è chiaro e trasparente ed è la chiave di lettura di quello che possiamo già oggi esporre nel villaggio dell’AI.
Ringrazio il prof. Ubertini, presidente di Cineca e nostro presidente della filiera Digital, per lo sforzo nell’avvio.
L’adozione dell’IA può rappresentare un vantaggio competitivo fondamentale.
Avremo scelte aziendali sempre più supportate da dati scientifici, saperli selezionare, interpretarli e proteggerli è un nuovo compito che si aggiunge alla gestione di un’impresa.
Con queste premesse, possiamo vedere da una dimensione più consapevole l’abbrivio di questa nuova epoca industriale 5.0, dove emergeranno ancor più di prima le competenze.
Secondo il World Economic Forum, entro i prossimi 24 mesi, l’AI potrebbe generare circa 97 milioni di nuovi posti di lavoro in tutto il mondo. Questi nuovi ruoli comprenderanno diverse aree tecniche e umanistiche, avremo certamente bisogno di ingegneri, scienziati dei dati, specialisti di
machine learning, per sviluppare, mantenere e ottimizzare i sistemi di intelligenza artificiale. Ma daremo un nuovo importantissimo corso anche alle discipline umanistiche, per unire, innovando, le abilità umane uniche come la creatività, il pensiero critico alle capacità tecniche.
Certamente molte professioni attuali potrebbero essere meno ricercate, ma siamo anche consapevoli, dall’osservatorio delle nostre 2mila sedi emiliane nel mondo, che questo nuovo corso richiede uno sforzo immane per generare nuove competenze nei nostri lavoratori e nelle future generazioni. Reskilll dei profili attualmente al lavoro, promozione di un cambiamento nella didattica tradizionale, un corretto orientamento scolastico alle nuove generazioni e alle loro famiglie, sono azioni indispensabili per affrontare questa nuova epoca.
Sul tema delle competenze, abbiamo unito, e lo avete visto nel filmato di apertura, le nostre società di formazione, dando l’opportunità a FAV di essere un interlocutore, il primo in regione, fra i primi nel Paese, per la formazione tecnica e manageriale dei collaboratori delle imprese.
Insieme al comune della città metropolitana, stiamo valutando un progetto ambizioso, il primo campus a Bologna della formazione.
Un progetto che si pone l’obiettivo di ridare un’identità ad un’area importante per storia e dimensione, quella dell’ippodromo, in un rigenerato contesto urbano dove il rispetto per l’ambiente e la qualità degli spazi verdi (nascerà il più grande parco verde della città), si uniscono ad una vocazione di attrarre, formare e riqualificare una nuova generazione di professionalità tecnico scientifiche.
Siamo in grado di fare un progetto innovativo come comunità unita che marchi davvero la differenza e reinterpreti la nostra distintività dei decenni precedenti?
Auspichiamo di sì, valorizzando la connessione con il Tecnopolo, 1.700 metri distano tra un punto e l’altro, orientati entrambi nella via della conoscenza e dei dati.
Parlando di AI e di attrattività internazionale abbiamo più volte rimarcato l’importanza di essere aperti e attrattivi per i giovani italiani e non, abbiamo il pregio di essere sede Europea della Johns Hopkins University, attendiamo con impazienza l’avvio a settembre 2025 del primo corso di laurea dell’Onu, a
cui si aggiunge, tra due giorni, l’inaugurazione del nuovo campus della nostra Bologna Business School.
Su 16.000 business school nel mondo solo 220 sono accreditate a livello internazionale da EFMD. BBS è una delle 220, con 3.500 studenti provenienti da 65 Paesi. Ogni anno 40 visiting professor da tutto il mondo arrivano a Bologna per insegnare in BBS. Un’istituzione privata, che unisce l’università di Bologna (anch’essa salita nel ranking mondiale) e le imprese, cresciuta negli anni a beneficio di un territorio che sempre più pone al centro la costruzione delle competenze come fattore strategico di attrazione. Il bilancio della formazione universitaria e post diploma ci consegna quindi per Emilia Centro un po’ di compiti fatti e molte attività di consolidamento per il futuro. Guardando il mondo delle nuove generazioni per integrare in modo strutturale l’offerta delle competenze attuali, ricordiamo che nel 2019 abbiamo avviato il Liceo STEAM International, una proposta formativa che unisce scienze e umanesimo con un approccio italiano unico. Cercando di favorire sempre più la partecipazione di studentesse. Abbiamo concluso quest’anno il secondo ciclo di maturandi che alimentano le competenze Steam, e non Stem tengo a sottolinearlo, dove la filosofia si unisce alla fisica e al digitale sin dal primo anno di corso. In perfetto allineamento alle tecnologie dell’AI. Il nostro impegno sarà quello di continuare
a promuoverlo, farlo crescere nei territori e renderlo sempre più accessibile alla comunità grazie alle nostre borse di studio. Per questo mi fa piacere condividere con voi, che abbiamo in corso una nuova apertura del nostro liceo nell’area di Emilia Centro, per una Confindustria attiva sulla filiera della formazione nodo cruciale per lo sviluppo delle nostre imprese.
Ed infine, chi vive la comunità sa che l’impatto delle famiglie sulle scelte di orientamento dei figli è rilevante e indispensabile. In quest’ottica, in allineamento all’importanza della formazione, apriremo il prossimo mese uno sportello di orientamento, per colloqui singoli con tutti i genitori che lavorano nelle nostre imprese, un bacino di 190mila famiglie.
Investire in programmi di aggiornamento e riqualificazione sarà essenziale per tutte le imprese per preparare i lavoratori al nuovo mondo post rivoluzione AI, garantendo una transizione fluida verso un futuro dove sono certo, lo ripeto, non avremo una minor occupazione.
Solo impegnandoci sulla formazione a tutte le età potremmo promuovere un’evoluzione continua nel mercato delle competenze ed essere competitivi nel trattenere e attrarre giovani e persone qualificate da tutto il mondo.
Sappiamo che come Emilia partiamo avvantaggiati dalle classifiche del buon vivere, dalla natura empatica della nostra terra, ma
attenzione non bastano questi fattori per essere scelti come destinazione.
Le istituzioni pubbliche ne siano consapevoli nel disegnare i programmi di formazione universitaria e le politiche di accoglienza delle nostre città.
Il problema casa è un nodo da risolvere.
Su questo tema, lanciato per primo dal nostro Presidente Orsini, stiamo valutando una convenzione con ACER, utile al recupero di alloggi, oggi inutilizzabili, per favorire i lavoratori delle nostre imprese associate.
Sempre più l’attenzione alle persone e ai modelli organizzativi faranno la differenza nella competizione mondiale.
Dobbiamo recuperare il tempo perso con la pandemia e la fase post pandemica, per avvicinare ancora di più le diverse generazioni negli ambienti di lavoro, tornando a ricreare le comunità che si confrontano e frequentano, e che sono alla base dei percorsi di crescita umani e professionali di ogni individuo.
Non si fa comunità se si è sempre in smart working.
Le relazioni interpersonali costituiscono una componente essenziale per la protezione e la sostenibilità della società.
In Emilia l’alta concentrazione di manifatturiero e di ricerca collaborativa lungo la filiera, ci impone regole diverse dal mondo dei servizi e della finanza.
Non aspettiamo di capire di aver sbagliato, lavoriamo in anticipo.
Dall’altro lato dobbiamo mettere in discussione, migliorandoli e rendendoli attrattivi, tutti i percorsi di crescita e di educazione alla formazione dei nostri ragazzi.
Le imprese di domani devono avere i connotati necessari ad una nuova concezione di ciò che oggi chiamiamo lavoro, e che interpreta il loro percorso di carriera: la ricerca, la formazione, il fare.
Attenzione però le nostre risorse non sono infinite, le imprese non possono da sole rispondere su tutti i fronti.
La perdita di potere d’acquisto dei collaboratori è un dato reale, ma la perdita di marginalità delle imprese manifatturiere, per tutte le variabili economiche, geopolitiche e finanziarie note, sono dati altrettanto concreti.
Dobbiamo tornare anche nella contrattazione a parlare di un patto sociale che porti più welfare e consenta al mondo delle imprese di trattenere le persone con una contrattazione più dettagliata nel secondo livello, mantenendo il primo livello contrattuale come cornice di principio. Guardando al mondo della finanza, ai nostri interlocutori nazionali, abbiamo chiesto in anticipo, e lo ribadiamo, l’opportunità che per alcuni colleghi è già una necessità, di una nuova moratoria, per riuscire ad amministrare la gestione corrente prevenendo tensioni finanziarie nel fine d’anno.
Sia chiaro non chiediamo nuovi finanziamenti, ma di postergare solo a chi ne ha bisogno, per un periodo specifico e definito, il pagamento delle rate.
Il volano dell’Italia è il suo motore economico. Averne consapevolezza e supportarlo, vuol dire acquisire cultura industriale per un nuovo patto per lo sviluppo del Paese dove Confindustria deve giocare un ruolo determinante.
Veniamo a noi sistema associativo e al contributo che possiamo dare. Siamo sicuri di aver dato il massimo per il Paese? Abbiamo consegnato negli anni, un corretto, oggettivo e unitario orientamento al governo e
alle istituzioni, sull’evoluzione della manifattura italiana e dei suoi servizi?
È tempo che Confindustria sia riconosciuta da tutti come l’interlocutore che abbraccia l’intera filiera Italiana della manifattura e dei relativi servizi.
In questa nuova stagione l’auspicio è quello di non essere percepiti per le pressioni di un contributo spicciolo di una categoria piuttosto che di un’altra, ma di riaffermare il ruolo di indirizzo delle politiche industriali del paese.
Il nostro sistema è l’unico che può esprimere contenuti visionari supportati da dati oggettivi, forte dei suoi osservatori diffusi nel sistema.
Perché se è vero che i fondi sono limitati è ancora più importante fare attenzione a non usarli in micro politiche.
Dalla competenza e dalla collaborazione delle donne e degli uomini di talento, nasceranno sempre nuove conoscenze, da condividere e mettere al servizio del Paese, questa deve essere la nostra prima priorità.
Ma in questi anni abbiamo ben rimarcato un altro concetto: anche le risorse umane sono un numero finito ed è per questo che dobbiamo fare i conti con la demografia, la retention dei giovani, l’attrattività dei non nati in Emilia.
Alcuni dati:
Quasi una persona su quattro tra i residenti nelle città metropolitane ha almeno 65 anni. Sono 132mila negli ultimi dieci anni i laureati che hanno preferito altre mete lavorative al nostro Paese.
Dati preoccupanti per un Paese che resta penultimo nell’Ue per giovani in possesso di un’istruzione terziaria, e che da qui al 2040, dati Sole 24 Ore, perderà, a causa della denatalità, il 30% circa degli iscritti all’università. Ci ritroviamo, e supporteremo, i due progetti lanciati dal Presidente Orsini sulla staffetta generazionale e la creazione degli ITS in azienda, perché parlando di persone e di competenze dobbiamo ricordarci che, è vero, molte saranno le competenze nuove necessarie, ma non saranno le uniche. Il passaggio di consegne non va in soffitta, è oggi più che mai critico, per quel concetto che mi piace ripetere una volta di più, che le macchine intelligenti, da sole, seguono l’algoritmo più rapido nel raggiungere il risultato. E non sempre la via scelta è quella giusta.
Certamente i nostri gemelli digitali passeranno correttamente tutte le informazioni pregresse, anche quelle non utili. Ma nella staffetta generazionale nel mondo del lavoro, continuerà ad essere prioritaria la capacità di far respirare la cultura dell’impresa, gli esempi concreti, le regole non scritte. Questo è e sarà fondamentale anche nelle prossime 10 ere industriali.
E infine, parlando di modelli organizzativi, un ritornello che non mi stancherò mai di ripetervi. L’arrivo del digitale, le convergenze settoriali e le nuove tecnologie che si aggiungeranno creeranno un’ulteriore barriera alla piccola dimensione. Non è più il tempo di interrogarsi su quale sarà la propria azienda tra 10 anni, è il momento del fare.
Evitiamo i proclami, lo dico a me stesso e alle generazioni come la mia che devono essere promotrici di un buon passaggio generazionale.
Garantire la continuità dell’impresa, preferibilmente con una guida italiana o, meglio ancora, ispirata al modello del nostro territorio, è un dovere per il valore che essa genera a beneficio di tutti.
Care colleghe e colleghi, nel concludere la mia relazione, desidero riflettere sui temi centrali che hanno caratterizzato il nostro percorso nel periodo 2020-2024, un quadriennio che resterà nella nostra memoria come un periodo di sfide senza precedenti, ma anche di straordinari successi in molti campi: due titoli mondiali di Ducati nel campionato piloti e quattro volte campione del mondo nel campionato costruttori, ovvero tutti gli anni, l’accensione di Leonardo, i nostri primi posti mondiali delle nicchie di mercato, le classifiche nazio-
nali che vedono sempre ben posizionate tra i primi posti le nostre città per qualità di vita. Ma uno su tutti, sottintende gli altri: la maturata consapevolezza della forza della nostra comunità emiliana.
I nostri prodotti sono riconosciuti a livello nazionale e internazionale per la loro qualità e affidabilità. Lo abbiamo dimostrato la scorsa assemblea con un esempio dei tanti colleghi sul palco, troppe voci per alcuni, in realtà troppo poche per rappresentare tutte le dimensioni produttive di ciò che siamo. Questo è il risultato di un lavoro costante e di una visione chiara, sostenuta da investimenti in tecnologie e in formazione continua. Non ci stancheremo mai di darvi il giusto risalto. Ognuno di noi ha un ruolo essenziale nella nostra storia.
Grazie a tutti voi per il vostro impegno incessante, la vostra passione e il vostro spirito indomabile. Insieme, siamo e saremo sempre più forti.
Buon Lavoro a tutti.
60° Premio Estense, a Ferrara in scena l’eccellenza del giornalismo italiano cultura
“Il Premio Estense compie 60 anni, un traguardo e anche il segnale evidente del progressivo consolidamento della manifestazione, attestato dal numero sempre crescente di candidature, 72 titoli nel 2024, numero record, e dell’attenzione mediatica. Abbiamo scelto di celebrare questo importante anniversario con una mostra fotografica che testimonia il percorso realizzato e l’importante lavoro di promozione culturale nel territorio, fondamentale anche per la visione imprenditoriale”.
Con queste parole Gian Luigi Zaina, presidente della Fondazione Premio Estense e vicepresidente di Confindustria Emilia, ha presentato la sessantesima edizione del prestigioso riconoscimento promosso dall’Associazione che dal 1965 premia l’eccellenza del giornalismo italiano. In occasione del 60° anniversario, diverse sono state le iniziative collaterali promosse su tutto il territorio nazionale nella marcia d’avvicinamento alla cerimonia conclusiva del Premio Estense 2024 in scena sabato 28 settembre al Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara.
In particolare, per promuovere la capillarità territoriale del riconoscimento anche in ambiti dove il Premio non è tradizionalmente “di casa”, l’estate scorsa si sono svolti quattro incontri letterari con i finalisti dell’edizione 2024 organizzati in collaborazione con Azimut Capital Ma-
nagement, per il secondo anno consecutivo main partner del Premio, a Milano, Verona, Torino e Firenze. Nel corso dei quattro eventi gli autori hanno dialogato con il Presidente della Giuria Tecnica del Premio Estense, Alberto Faustini. Il primo appuntamento si è tenuto a Milano, lo scorso mercoledì 26 giugno, con Barbara Stefanelli autrice di “Love Harder” (Solferino), poi il ciclo di appuntamenti ha fatto tappa a Verona, martedì 2 luglio, con Nello Scavo e il suo “Le mani sulla guardia costiera” (Chiarelettere), a Torino, mercoledì 10 luglio, con Francesco Costa autore di “Frontiera. Perché sarà un nuovo secolo americano” (Mondadori), e a Firenze, giovedì 11 luglio, con Luca Fregona e il suo volume “Laggiù dove si muore. Il Vietnam dei giovani italiani con la Legione straniera” (Athesia-Tappeiner).
Quattro incontri che hanno rinsaldato ulteriormente la partnership tra Azimut, il Premio Estense e Confindustria Emilia Area Centro, in linea con l’impegno promosso dal Gruppo indipendente e globale nell’asset management, nel wealth management, nell'investment banking, nel fintech per una finanza al servizio delle persone, delle imprese, del territorio e della cultura.
Dal 16 settembre fino a tutto il mese di novembre, poi, nel centro storico di Ferrara, presso la Rotonda Foschini e sotto il portico del Teatro Comunale “Claudio Abbado”, è possibile ammirare la mostra di fotogra-
fie storiche che ripercorrono i momenti più significativi del Premio che da 60 anni contribuisce al dibattito sull’attualità e al confronto democratico sui temi dell’agenda pubblica. Sabato 28 settembre, nel corso della cerimonia di premiazione al Teatro Comunale, il conferimento ufficiale dell’Aquila d’Oro 2024, assegnata al vincitore del 60° Premio Estense dal voto della giuria tecnica - presieduta da Alberto Faustini, e composta da Giorgia Cardinaletti, Luigi Contu, Paolo Garimberti, Jas Gawronski, Cristiano Meoni, Agnese Pini, Venanzio Postiglione, Alessandra Sardoni, Fabio Tamburini e Luciano Tancredi - e dai 50 membri che compongono quella popolare, e della Colubrina d’Argento ad Antonio Caprarica, proclamato vincitore del 40° “Riconoscimento Gianni Granzotto. Uno stile nell’informazione” dalla giuria presieduta dal presidente della Fondazione Premio Estense, Gian Luigi Zaina, e composta da dieci imprenditori dei territori di Bologna, Ferrara e Modena (Simone Amidei, Roberta Barbieri, Ivan Franco Bottoni, Marco Fantoni, Alessandra Guzzinati, Filippo Manuzzi, Stefano Reggiani, Giuseppe Rubbiani, Elena Salda e Monica Talmelli).
di MT
Francesco Costa: “L’America è ancora un paese di frontiera”
Gli Stati Uniti hanno affascinato questa parte di Occidente - e non solo - per lunghissimi decenni, ma adesso sembrerebbe che la luce a stelle e strisce sia destinata ad affievolirsi. O almeno questo è quello che ritengono i più: ma per Francesco Costa l’America resisterà molto a lungo. Con qualche accortezza. Intervista a cura di Giuseppe Nuzzi.
Il suo libro parla del Nuovo Mondo, quella “frontiera” che è la quintessenza dell’Occidente. Un Occidente però anche in declino: perché, allora, sarà un nuovo secolo americano?
Perché gli Stati Uniti restano la più grande potenza economica, tecnologica, scientifica e militare del pianeta, e perché con la pandemia è finita una fase: l’ascesa della Cina si è fermata, l’atteso sorpasso non ci sarà, mentre gli Stati Uniti galoppano e stanno riorientando la loro intera economia. Che sarà un nuovo secolo americano non vuol dire che gli Stati Uniti non avranno problemi, o sconfitte, o rivali, o che non faranno disastri. Nel Novecento accaddero tutte queste cose. Ma erano gli americani a dare le carte.
Quali grandi differenze evidenzia tra americani ed europei, entrambi occidentali ma ciascuno a modo proprio?
Molte di più di quante pensiamo. Il rapporto con il rischio, quello con il sacro, con lo Stato, col denaro. Una differenza grande e cruciale, poi, riguarda soprattutto noi italiani. Gli americani tendono a partire dalla premessa che la persona di fronte a loro sia onesta: ma non perché siano buoni, tanto che poi reprimono ferocemente e senza deroghe ogni infrazione delle regole. Noi siamo l’opposto: diamo per scontato che la persona di fronte a noi voglia imbrogliarci, ma davanti alle infrazioni siamo abituati al “solo per questa volta, ok?”.
L’America è ancora oggi un Paese di ‘frontiera’? E di che tipo?
La sua popolazione è ancora un giovane miscuglio di etnie e culture provenienti da ogni parte del mondo, e questo la rende ancora un paese di frontiera. Ed è ancora il paese dal quale trovano origine la gran parte dei cambiamenti che poi rotolano altrove.
Esiste ancora il sogno americano? E quello europeo?
Il sogno americano non è mai stato un biglietto della lotteria con premio garantito. Quando ci chiediamo se esiste “ancora” stiamo idealizzando un passato che non esiste. Il sogno americano è sempre stato avere l’opportunità di farcela ed entrare nella classe media, sapendo che un eventuale fallimento sarebbe rovinoso. Le opportunità continuano a esserci, e in abbondanza; il fallimento continua essere rovinoso. Il “sogno europeo” mi sembra esista soprattutto per chi in Europa sogna di arrivarci: per le persone nordafricane e per quelle ucraine, per esempio.
Il mito del denaro e dell’abbondanza americani valgono anche per l’Europa?
Molto meno. L’economia americana si regge sui consumi interni.
Quale impatto ha l’innovazione tecnologica nel mantenere la supremazia americana?
Basti pensare a come il dispositivo che abbiamo in tasca e i suoi servizi abbiano cambiato la nostra società, creando professioni che non esistevano e distruggendone altre, cambiando linguaggi, abitudini, relazioni… Oppure all’influenza delle università statunitensi sulla comunità scientifica internazionale. Ma tutto questo non accade perché gli americani siano migliori degli altri. L’innovazione viene spesso da persone che americane non sono. Ma in quale paese trovano le condizioni migliori per realizzare queste innovazioni?
Quali sono le maggiori sfide che gli Stati Uniti devono affrontare oggi? Tra queste rientra anche Donald Trump?
Per le istituzioni statunitensi l’intera esperienza politica di Trump è stata una specie di pressure test: il tentativo di restare al potere nonostante la sconfitta, l’attacco al Congresso, i processi e le condanne, la questione dell’immunità. Lo sarà ancora, nel breve termine. Ma la sfida del secolo per gli Stati Uniti è legata alla rivalità con la Cina. Il fatto che sia cambiata una fase non vuol dire che le cose non possano cambiare di nuovo.
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Luca Fregona: «Aspirazioni, sogni e
demoni» di quei ragazzi del Vietnam
Dalla guerra in Vietnam è passato del tempo. Eppure la maggior parte delle storie dei giovani italiani arruolati nella Legione straniera francese restano ancora un mistero. Un Vaso di Pandora scoperchiato nel 2021 con “Soldati di sventura”. Da allora Luca Fregona continua a ricevere richieste di famiglie di dispersi e caduti. Intervista a cura di Chiara Putignano.
Perché sette, anzi settemila, giovani italiani avrebbero dovuto arruolarsi nella legione straniera francese per una guerra tanto lontana?
Immediatamente dopo la fine del secondo conflitto mondiale, la Legione straniera era un approdo naturale per una generazione bruciata dagli orrori (fatti o subiti) della guerra. Una lunga fila di “ex qualcosa” con una vita da ricominciare daccapo. La Legione, per loro, era una specie di zattera di salvataggio per tirarsi fuori dai guai e dalla resa dei conti del dopoguerra. Ma poi già a partire dal 1946 qualcosa è cambiato.
Cosa?
Non si trattava più solo di reduci in fuga, ma di giovani nati tra il 1922 e il 1935, in gran parte senza alcuna esperienza militare, che scappavano dalla miseria. In centinaia espatriavano clandestinamente in Francia in cerca di lavoro. Una volta scoperti, venivano messi di fronte a un bivio: galera (e poi il rimpatrio) o Legione. Si calcola che siano stati dai sette ai diecimila gli italiani che hanno combattuto in Indocina dal 1946 al 1954: 526 sono i caduti ufficiali, a cui vanno aggiunti dispersi, disertori morti di stenti e malattie nei campi viet, feriti, e quelli tornati fuori di testa.
Qual è stata la sfida più grande nella raccolta delle testimonianze e delle storie personali dei legionari?
Scrivere il libro in realtà è stato semplice. Con i legionari ancora in vita ho trascorso molte ore, li ho sentiti e risentiti sugli stessi episodi. Siamo diventati amici. Mi hanno fatto leggere documenti, rapporti, corrispondenza. Certi vecchi hanno bisogno di tempo per ricordare, fidarsi, superare le reticenze, confidarti anche le cose di cui si vergognano. I loro demoni, gli incubi che ancora li agitano. L’apporto delle famiglie, poi, è stato fondamentale. Avevo già scritto un libro, “Soldati di sventura”, con altre testimonianze molto circostanziate raccolte negli anni.
E nella fase di scrittura?
Ho incrociato i loro racconti con informazioni raccolte in banche dati, libri, archivi, nei rapporti militari. Nella scrittura ho inserito alcuni “espedienti” narrativi per spingere sui “non detto”, sulle emozioni che percepivo nei colloqui, sulle cose che hanno voluto farmi capire con un cenno degli occhi o un gesto. I fatti riportati sono fedeli. Qua e là, ho alleggerito la crudezza di alcuni episodi.
Come mai nel raccontare ha scelto di utilizzare la prima persona?
Per dare un ritmo più forte, portare il lettore a immedesimarsi. Io mi metto di lato e faccio parlare i protagonisti. Nella mia testa, la scrittura deve essere un flusso continuo che rispetta l’esperienza, le motivazioni e il travaglio di uomini che, all’epoca, erano solo dei ragazzi. Non giudico, tocca al lettore farsi un’idea. La prima parte di “Laggiù dove si muore” è incentrata sul racconto di Giorgio Cargioli, un legionario ancora vivente. Con lui ho passato giornate intere a rivivere i suoi anni di Indocina. È stata un’esperienza così intensa, che la prima persona è venuta da sé.
Tra le storie raccontate, ce n’è una che l’ha colpita particolarmente?
Sono affezionato a ogni storia e a ognuno dei sette protagonisti del libro. Ogni vita raccontata merita il medesimo rispetto. Mi interessava capire perché un ragazzo di 17-18 anni molla tutto e firma l’ingaggio. Le aspirazioni, la disperazione, i sogni anche.
Ha detto che sono state proprio le famiglie a inviarle fotografie, lettere, cartoline e ritagli di giornale. Ha ricevuto feedback dopo la pubblicazione del libro?
Moltissimi. E continuo a riceverne. Qualche giorno fa mi ha scritto una signora, figlia di un legionario disertore e di una vietnamita. Dopo il conflitto, il padre era rimasto a vivere nel Tonchino. Negli anni Sessanta, era riuscito a portare moglie e figli in Italia. Ma in famiglia ha raccontato sempre poco della guerra e la figlia voleva capire che esperienze avesse vissuto durante la guerra. Un altro esempio è il caso di Alfredo Decarli, convinto ad arruolarsi da un reclutatore illegale con la promessa di farlo diventare ricco. La sorella mi aveva chiesto di darle una mano a capire che fine avesse fatto, credendolo vivo da qualche parte. La famiglia ha scoperto la verità solo nel 2023: Alfredo è stato ucciso a Dien Bien Puh a vent’anni.
Nello Scavo: «Siamo complici delle milizie libiche»
Migrazione, mafia, traffico di esseri umani, accordi segreti e altri fatti alla luce del sole: quello che picchia in Libia. Sono i vari elementi che Nello Scavo mette assieme, in un sapiente gioco di collegamenti, ricerche, verità e inchieste all’interno di Le mani sulla Guardia costiera, tra le opere finaliste del Premio Estense 2024. Intervista a cura di Giuseppe Nuzzi.
Chi ha le mani sulla Guardia costiera?
La politica, di tutti i colori e gli orientamenti. Lo dimostra bene la conclusione delle indagini per i fatti di Cutro, in cui – appunto – sono stati individuati atti di indirizzo politico. C’è un tentativo, duraturo nel tempo, di snaturare il ruolo della Guardia costiera italiana per altri scopi. È innegabile la responsabilità politica in ciò che è accaduto e ancora sta accadendo.
Italia, Malta e Libia: è un pericoloso “Triangolo delle Bermuda” per i migranti? Tra dirottamenti e respingimenti, cosa accade davvero?
Il traffico di esseri umani è una potente arma di distrazione di massa perché è un pericolo per le persone, è uno strumento di ricatto per le democrazie europee, che scendono a patti con la criminalità locale dei Paesi di partenza, che non è autonoma dalla politica ma è insita nel sistema politico. Ho anche ricostruito come il grande traffico internazionale di droga dall’Africa sud-sahariana e dall’America centrale –con il concorso di mafie italiane, ‘ndrangheta calabrese e gruppi balcanici – transiti attraverso la Libia approfittando proprio dei porti gestiti dalle milizie libiche.
Nel suo libro cita il comandante Bija, più volte accusato del traffico di esseri umani e persino sanzionato dall’Onu. Eppure, le autorità italiane hanno mantenuti intatti i rapporti con lui.
È la prova che non si tratta di indifferenza o silenzio, ma di complicità. Recentemente il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha rinnovato e inasprito le sanzioni su Bija e sugli altri vari affiliati. È stato anche chiesto di non pagare più lo stipendio a loro perché si tratterebbe di una violazione delle sanzioni Onu, eppure proprio in questi giorni circola una foto di Bija nella sua nuova divisa a bordo di due motovedette fornite di recente proprio dalle autorità italiane.
Lei ha parlato anche di un sistema di “disinformazione” che mina il lavoro dei giornalisti: quali tattiche sono state adottate? È un rischio concreto per la libertà di stampa?
Il Presidente Mattarella ha recentemente ribadito che è presente una minaccia continua
alla libertà di stampa. Il tentativo che si è fatto in questi anni attraverso le minacce, la disinformazione e la diffusione di notizie false è stato proprio quello di screditare quei giornalisti che si occupano in maniera costante di questi temi.
Quali responsabilità ha l’Unione europea in tutto questo?
È chiaro che l’Europa e l’Italia sono diventati una specie di bancomat e che basta la minaccia di spedire un certo numero di migranti per ricevere soldi, motovedette ed equipaggiamento. Questo consente di perpetrare tutta una serie di atti illeciti: non è solo di migranti che stiamo parlando.
Sebbene gli sbarchi nel 2023 siano raddoppiati, il governo Meloni continua a tacere, nonostante l’accanimento degli anni precedenti. È una silenziosa ammissione di sconfitta?
È una clamorosa ammissione di sconfitta. Quando si arriva al governo si scopre che non è possibile fare rimpatri. La destra all’opposizione si scagliava contro i 35 euro al giorno di spesa per i centri di accoglienza italiani: con i Cpr in Albania la spesa schizza a 150 euro al giorno a migrante. Forse servirebbe riscoprire e riaffermare il valore dei diritti umani fondamentali che sono la base dell’Europa, ma che tutti noi europei abbiamo dimenticato.
+TRENI +SICUREZZA +DONNE +PERSONE
+COMUNITÀ +GOALS +POP +ROCK +AMORE +VISIONE
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Barbara Stefanelli: «Le donne iraniane hanno costruito una storia inedita»
«Ognuna determinata a svelarsi a sé stessa e al mondo. Con la propria individualità e insieme parte di un movimento». È dalle storie di queste donne coraggiose e unite da «un amore combattente» che nasce “Love Harder” di Barbara Stefanelli. E che, ancora oggi, sfidano il regime. Intervista a cura di Chiara Putignano.
In “Love Harder” raccoglie storie di “ragazze ribelli”. Com’è nata l’esigenza di raccontarle?
Le ragazze iraniane sono arrivate a noi, a me, con una forza che non avevo mai incrociato. Postavano sulle piattaforme digitali le loro storie, con il loro nome, le loro parole e pensieri. Mi è sembrata una novità clamorosa: giovani donne in testa ai cortei, che non avevano intenzione di essere raccontate da altri. La storiografia dimostra che le figure femminili si sono disperse nella narrazione, sono state modificate e spente. Quelle stories, quindi, stavano costruendo una storia inedita. In tutto questo ho letto una doppia chiamata: a restare accanto a loro e a riflettere sulla nostra propensione a sentirci “distanti”.
In che modo ha scelto le protagoniste?
Ho pensato a poche protagoniste che potessero riverberare il senso di molte altre storie. E poi ho cercato un contatto diretto per ciascuna. Così è andato componendosi un paesaggio di donne distanti per età, militanza ed esperienza. Unite da questo amore combattente. Con loro anche uomini come Shervin e Toomaj, che hanno scritto e cantato la colonna sonora della rivoluzione. Quest’ultimo è diventato un eroe nazionale: rapper condannato a morte per i suoi testi, interpretati come reato. Per ora è salvo. Ma il suo destino è legato, anche, alla nostra capacità di non smettere di chiedere giustizia e libertà.
C’è una storia o un personaggio che l’ha colpita di più?
La storia da cui tutto è partito: Nika. Una ragazza di 16 anni che va in manifestazione dicendo una piccola bugia alla zia con la quale viveva a Teheran. «Non mi aspettare, resto a dormire da un’amica». Invece aveva deciso di unirsi al primo dei cortei che riempirono le strade iraniane per protestare contro la morte di Mahsa Jina Amini, pestata dalla polizia cosiddetta della moralità per il velo indossato non perfettamente. Mi sono chiesta che cosa avrei fatto se mia figlia, che ha più o meno l'età che avrebbe oggi Nika, mi avesse chiesto di uscire per gridare il nome di Mahsa Amini. E per mettere di traverso il suo corpo a quell’intreccio di leggi, consuetudini, pregiudizi consapevoli e inconsapevoli che spinge indietro le donne.
A proposito di Mahsa Amini. Nel 2022 è diventata simbolo delle proteste nel mondo. Da allora crede che la partecipazione occidentale si sia indebolita?
La partecipazione occidentale si è spenta. La loro capacità di rischiare no. Il fiume dei cortei del 2022 si è trasformato in un’onda di piccoli grandi atti di disobbedienza civile. Io credo che tenere lo sguardo fermo verso queste personedonne, uomini, artisti, attivisti - abbia ancora più senso oggi. Siamo portati a credere che i regimi siano garanti di ordine e controllo. Io penso invece che generino caos. La nostra libertà di espressione, di voto, di autodeterminazione dovrebbe ricordarci che non possiamo essere libere e liberi da sole e da soli. Meglio fare la nostra parte, condividere l’amore combattente.
+ROCK
Il sottotitolo del libro è “Le ragazze iraniane camminano davanti a noi”. Cosa rappresenta questo “noi” e cosa ci manca per andare allo stesso passo?
Noi siamo proprio noi. Donne e uomini che si sentono al sicuro, che considerano diritti e libertà un tesoretto garantito per sempre. E che, dal nostro rifugio, pensano di poter guardare all’Iran, come ad altri luoghi squassati da guerre e rivolte, con un'emozione intermittente. Sotto sotto, o forse sopra tutto e tutti, crediamo di essere avanti. La scommessa del libro è invece la vicinanza. In Iran le ragazze vanno all’università nella stessa percentuale delle ragazze italiane. Sanno benissimo quanto valgano e attraverso Internet vedono che cosa potrebbero fare in Paesi più liberi. Per questo sono arrivate, e arrivati, a pensare che la rivolta - che loro giustamente chiamano Rivoluzione - sia l’ultima via rimasta. E così io le vedo davanti. Perché rispetto a noi hanno qualcosa che abbiamo rimosso: il coraggio di combattere in prima persona per mondi migliori.
premio Granzotto
Antonio Caprarica
“Nel
nostro mestiere sono fondamentali la misura e la schiena dritta”
Tra i volti più noti della televisione italiana, con il suo portamento posh e l’aria un po’ british che giocoforza ha introiettato nei lunghi anni da inviato Rai nel Regno Unito, Antonio Caprarica è il 40esimo vincitore del Riconoscimento Granzotto. Ha scritto per diversi giornali e periodici e ha viaggiato in Europa e in Oriente: non solo Londra, quindi, ma anche Parigi, Mosca, Afghanistan, Baghdad, Gerusalemme, il Cairo.
Il Granzotto è un riconoscimento per lo “stile nell’informazione”: qual è, allora, il suo stile?
Il primo elemento che mi viene in mente è “misura”, una parola che implica una certa
idea di eleganza e trasferita nel racconto significa rispetto non solo verso chi ti ascolta, ma anche verso la materia della narrazione. Ovvero la tensione verso quel grado di verità che il mestiere di giornalista impone di ricercare. Naturalmente, misura non è autolimitazione: significa non diventare il cuore della notizia, ma ricordarci che siamo il mezzo attraverso il quale chi ci guarda o ci legge riesce a farsi un’idea corretta del mondo.
Il giornalismo come “strumento”: a suo tempo, è stato invece definito addirittura il “quarto potere”. Secondo lei è una definizione valida ancora oggi?
L’ho sempre trovata azzardata e fondamentalmente in malafede, perché mettendo il giornalismo alla pari degli altri poteri – politico, economico, religioso – finisce col renderlo sospetto portatore di interessi non dichiarati, e quindi non credibile. Se potere è, perlomeno in democrazia, il giornalismo è il potere dell’informazione e dell’opinione pubblica, il potere democratico per eccellenza. E questa è la sua grande forza, secondo la lezione del fondatore del Mail, lord Northcliffe: mettere a nudo ciò che il potere, quello vero, non vuole che si sappia.
È una grande responsabilità: il giornalismo italiano ne è ancora in grado?
Lo stato di salute del giornalismo è sempre precario, perché ha a che vedere con lo stato di salute della società che racconta. In Italia ci sono ottimi giornalisti e ottimi giornali che fanno il proprio dovere. Allo stesso tempo, vedo però un rischio di conformismo,
di Giuseppe Nuzzi
per così dire, e soprattutto il rischio che il potere, nelle sue varie forme, cerchi di esercitare forme di monopolio sull’informazione. È come se ci fosse un fastidio nei confronti di chi fa il proprio dovere di informazione e anche di critica. Noto una certa riluttanza a confrontarsi con la stampa, soprattutto da parte di chi detiene le massime cariche di governo.
Se dovesse incontrare un o una giornalista alle prime armi, quali consigli darebbe per svolgere al meglio la professione?
Primo, tenere il timone fisso sulla propria coscienza. Secondo, coltivare sempre la curiosità e il dubbio. Terzo, studiare. Penso che ognuno di noi abbia una precisa percezione di quello che sta facendo, se va nella direzione giusta o se invece vira verso la convenienza e il tornaconto personale. Non bisogna essere degli eroi: di giornalisti-eroi questo Paese ne ha avuti fin troppi – pensiamo a Peppino Impastato, a De Mauro e a tutti gli altri. Per svolgere bene questo mestiere, in un modo rispettato e rispettabile, è fondamentale, come ammoniva il presidente Ciampi, avere la schiena dritta. E, aggiungo io, sapere di cosa si parla.
Lei è stato un grande inviato. Il 5 novembre sarà una data storica per l’America e non solo: quale scenario immagina?
I rischi sono sotto gli occhi di tutti: una rielezione di Trump sarebbe un colpo ai valori democratici dell’Occidente. Per l’Europa l’impatto sarebbe certamente negativo in termini di sicurezza, di commercio, di legami transatlantici. Ma per l’eterogenesi dei fini, questo potrebbe pure spingere l’UE a trovare finalmente in sé la forza necessaria per fare un passo in avanti: assieme i Paesi europei si salvano, da soli sono destinati a una sconfitta epocale. L’Europa è già il più grande mercato del pianeta, unita avrebbe la stessa formidabile massa d’urto anche sul terreno delle risorse intellettuali, economiche e persino militari.
È nata la nuova Fondazione Aldini Valeriani
Lo scorso 1° luglio è stata annunciata l’evoluzione delle società di formazione di Confindustria Emilia con l’integrazione di Nuova Didactica in Fondazione Aldini Valeriani. La nuova Scuola di Industrial Management diventa così il primo interlocutore in regione e uno tra i primi nel Paese per la formazione tecnica e manageriale dei collaboratori delle imprese
Integrare cultura tecnica a cultura manageriale, offrendo percorsi di formazione altamente qualificati per le imprese: con questi obiettivi lo scorso 1° luglio è nata ufficialmente la nuova Scuola di Industrial Management di Confindustria Emilia Area Centro. Questo importante passo, reso possibile dall’acquisizione di Nuova Didactica da parte di Fondazione Aldini Valeriani, favorirà l’unione delle competenze e delle risorse delle due strutture portando così alla creazione di un centro di eccellenza formativo unico nel suo genere e tra i primi a livello nazionale.
La nuova Fondazione Aldini Valeriani vuole proseguire il percorso di sviluppo continuo intrapreso in questi anni e vuole diventare sempre più punto di riferimento per la formazione manageriale, tecnica e industriale, per le imprese dei territori di Bologna, Modena e Ferrara.
Il Consiglio di Amministrazione della nuova Fondazione Aldini Valeriani è presieduto da Michele Poggipolini, CEO di Poggipolini, e composto da tre consiglieri: Giacomo Villano, consigliere delegato, Paolo Marzocchi e Maura Grandi. La direzione generale è affidata invece a Emanuela Pezzi.
“Sviluppare e creare nuove competenze per le nostre imprese e mantenere una massima attenzione rivolta ai giovani è oggi più che mai fondamentale e determinante per un territorio industriale come il nostro. Sono orgoglioso che la Fondazione Aldini Valeriani possa integrare Nuova Didactica: grazie a questi modelli di aggregazione virtuosi l’Emilia potrà crescere rapidamente e affrontare al meglio le sfide del futuro. Il valore non è solo economico, ma anche culturale e sociale”, ha dichiarato il presidente Michele Poggipolini commentando la nuova FAV.
E i numeri parlano chiaro: con oltre 62 mila ore di formazione erogate all’anno, pari a 35 anni di lavoro, e più di 22 mila persone formate, la Scuola di Industrial Management di Confindustria Emilia è oggi la più grande del sistema nazionale di Confindustria per dimensioni e capacità operative. Obiettivo del nuovo ente di formazione è quello di continuare, ampliandolo e adeguandolo alle nuove sfide, il lavoro portato avanti sinora,
con particolare attenzione all’eccellenza nella formazione, grazie a programmi formativi di altissimo livello mirati a sviluppare competenze manageriali e tecniche avanzate, al supporto alle imprese, dando concreto sostegno alle aziende associate per renderle competitive sul mercato globale, e all’innovazione continua, attraverso corsi aggiornati sulle ultime tendenze del settore e sulle nuove tecnologie.
Ma la visione ampia di Fondazione Aldini Valeriani permetterà di focalizzarsi anche sullo sviluppo territoriale, contribuendo al progresso economico e sociale dei territori di Bologna, Modena e Ferrara e creando sinergie tra il mondo accademico e quello industriale, e sullo sviluppo culturale e sociale, occupandosi anche della formazione dei giovani (dai 15 anni in su) che potranno ottenere una Qualifica Professionale Regionale e il Diploma Professionale di quarto anno. Tutti percorsi progettati in collaborazione con le imprese per favorire un inserimento qualificato nel mondo del lavoro.
“L’unione delle risorse di Nuova Didactica e Fondazione Aldini Valeriani segna l’inizio di una nuova era per la formazione manageriale e industriale nel nostro territorio. Siamo entusiasti delle opportunità che questa sinergia potrà offrire alle nostre aziende e ai nostri giovani talenti”, ha sottolineato Emanuela Pezzi, direttore generale della Scuola di Industrial Management.
di Laura Ansaloni
Sopra, Emanuela Pezzi, direttore generale, e a destra, Michele Poggipolini, presidente di Fondazione Aldini Valeriani
cultura
festivalfilosofia
dal successo di “psiche” a “paideia”
Piazze gremite e alta partecipazione alle centinaia di appuntamenti proposti dal festivalfilosofia 2024, andato in scena da venerdì 13 a domenica 15 settembre a Modena, Carpi e Sassuolo. Le presenze hanno superato quelle dello scorso anno, con circa 100mila partecipanti alle sole lezioni, per tre giorni di riflessioni con i maestri del pensiero volte a indagare i significati e le sfaccettature di “psiche”, tema del 2024 per questo festival diffuso protagonista nelle piazze, nei cortili e nei teatri delle tre città che hanno ospitato gli eventi e si sono affollati di giovani, studenti e cittadini di ogni età, provenienti da tutta Italia e dall’estero. Grande la soddisfazione degli organizzatori, come ha confermato il sindaco di Modena, Massimo Mezzetti, chiudendo il festival e annunciando il tema del prossimo anno: “In questa edizione del festival il programma filosofico ha registrato il tutto esaurito e anche le impressioni sul programma artistico sono state estremamente positive. Il cuore pulsante del festival, le lezioni, anche dei relatori al debutto, è stato molto apprezzato, mostrando come ancora una volta il festival sia riuscito a intercettare il bisogno di confronto intorno a un tema specifico e attuale. Il prossimo anno saranno le ‘nozze d’argento del festival’: in questi 25 anni l’evento ha svolto una funzione pedagogica, trasmettendo conoscenza. È per questo che abbiamo scelto di dedicare la prossima edizione a “paideia”, ovvero ai temi della trasmissione del sapere, cruciali nell’epoca in cui viviamo”. Gli fa eco il direttore scientifico del festivalfilosofia, Daniele Francesconi: “Celebrandosi il venticinquesimo anno della manifestazione,
sarà occasione anche di riflettere sulla disseminazione generata da questo progetto. Metterà a fuoco l’emergenza della questione del sapere e della formazione nella società della conoscenza, anche in relazione alle politiche scolastiche e della ricerca, nonché all’impatto delle tecnologie nella conservazione, valorizzazione e trasmissione della conoscenza e dei patrimoni. Discuterà le forme comunitarie di apprendimento e diffusione, percorrendo la relazione tra sapere e fare depositata nel lavoro. Si volgerà all’idea di costruzione del Sé, in cui si rivela il portato umanistico del ruolo della cultura come curiosità, creatività, gioco, conversazione infinita tra le generazioni”. Il format dell’edizione 2024 del festival, dedicato al tema psiche, ha previsto come sempre lezioni magistrali, mostre, spettacoli, letture, attività per ragazzi e cene filosofiche. Gli appuntamenti sono stati circa 200, tutti gratuiti.
Piazze e cortili hanno ospitato 53 lezioni magistrali in cui grandi personalità del pensiero filosofico hanno discusso la condizione del Sé in un’epoca di estrema individualizzazione, nella quale i singoli cercano da soli le vie di salvezza nel mondo. Tra queste, la lectio magistralis promossa da Confindustria Emilia, anche quest’anno sostenitrice del festival, che venerdì 13 settembre in Piazza Grande a Modena ha avuto come protagonista il professor Massimiliano Panarari nell’appuntamento dal titolo “Fluttuazioni emotive. Comunicazione, accelerazioni e viralità tra politica ed economia”. Panarari, professore di sociologia della comunicazione presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, nonché docente di comunicazione politica presso l’Università Luiss “Guido Carli” di Roma e di storia del giornalismo presso l’Università “Luigi Bocconi” di Milano, editorialista de “La Stampa” e
di MT
collaboratore de “L’Espresso” e “Il Venerdì di Repubblica”, ha indagato e analizzato il ruolo dell’emotività, cangiante e mutevole per definizione, all’interno della comunicazione politica e più in generale istituzionale, compresi i meccanismi di viralità che incidono sui comportamenti dei consumatori.
L’edizione 2024 del festival, confermando lo stretto legame con i maggiori protagonisti del dibattito filosofico, ha presentato anche ventinove voci nuove, segno di un costante rinnovamento. Tra i protagonisti si ricordano, tra gli altri: Enzo Bianchi, Massimo Cacciari (componente del Comitato scientifico del festival), Barbara Carnevali (componente del Comitato scientifico del festival), Umberto Curi, Ivano Dionigi, Roberto Esposito, Alain Ehrenberg, Maurizio Ferraris, Simona Forti, Umberto Galimberti, Natalino Irti, Michela Marzano, Stefano Massini, Salvatore Natoli, Massimo Recalcati, Peter Sloterdijk, Nicla Vassallo, Marcello Veneziani.
Tra chi era al “debutto”, invece, Simona Argentieri, Marcella D’Abbiero, William Davies, Estelle Ferrarese, Thomas Fuchs, Christian Greco, Elisabetta Lalumera, Matteo Lancini, Vittorio Lingiardi, Silvia Lippi, Luigina Mortari, Anil Seth, Giorgio Vallortigara. Il programma filosofico del festival ha proposto anche la sezione “la lezione dei classici”, con studiose e studiosi autorevoli che hanno commentato i testi che, nella storia del pensiero occidentale, hanno costituito modelli o svolte concettuali rilevanti per il tema della psiche.
Per il pubblico del web, è stato approntato un programma di dirette di lezioni sui canali del festival, potenziato rispetto alle ultime edizioni, in attesa della pubblicazione dell’intero programma la settimana successiva alla manifestazione. Se le lezioni magistrali sono da sempre il cuore della manifestazione, un vasto programma creativo ha coinvolto con performance, musica e spettacoli dal vivo. Mentre diversi appuntamenti espositivi sono stati dedicati alla questione del rapporto tra espressione ed inconscio, anche con percorsi sulle figure mitologiche in cui si è condensata la coscienza culturale del fenomeno psichico, una serie di esperienze laboratoriali e partecipative ha proposto al pubblico pratiche ed esercitazioni sulle forme del benessere. Tra i protagonisti, Giovanni Allevi (in una conversazione con Federico Taddia sui per-
corsi di rinascita), Giobbe Covatta (con uno spettacolo sulla superiorità evolutiva del genere femminile), Massimo Picozzi (in un reading sulle personalità criminali), Emanuele Trevi e Valter Malosti (sulle versioni orali della favola di Amore e Psiche nel contesto mediterraneo arcaico) e Tlon (in una conversazione sulla nuova educazione alla vita amorosa). In una serata che combina conversazione, arti visive e danza, Nicolas Ballario e Roberto Escobar, con il Centro Coreografico Nazionale Aterballetto di Reggio Emilia, hanno acceso la piazza di Modena in una vera e propria enciclopedia danzante del corpo e delle sue emozioni. Circa 40 le mostre e in-
stallazioni proposte in occasione del festival da un’ampia rete di istituzioni artistiche pubbliche e gallerie private. L’insieme del programma creativo coinvolge e sintonizza tematicamente una rete di oltre 160 partner culturali. Il festival è promosso dal “Consorzio per il festivalfilosofia”, di cui sono soci i Comuni di Modena, Carpi e Sassuolo, la Fondazione Collegio San Carlo di Modena, la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e la Fondazione di Modena e vede come sostenitori istituzionali, oltre a Confindustria Emilia, anche la Regione Emilia-Romagna e la Camera di Commercio di Modena.
Marco Taddei
Silvia Conforti Raffaella Mazzali
CONFINDUSTRIA EMILIA
LANCIA LA PIATTAFORMA
DELLA SUBFORNITURA
Piattaforma della Subfornitura
Dare maggiore visibilità e opportunità di crescita, in Italia e all’estero, all’interno e all’esterno dell’Associazione, alle imprese che operano nel segmento della subfornitura offrendo servizi di subfornitura meccanica o elettronica, lavorazioni e trattamenti specifici conto terzi, design/sviluppo e assemblaggio di prodotti o macchinari e linee per conto di terzi. È l’obiettivo della “Piattaforma della Subfornitura”, il nuovo progetto lanciato da Confindustria Emilia Area Centro, a cui possono aderire le aziende associate e la loro rete di fornitori per aggregare in un’unica piattaforma l’offerta di subfornitura del nostro territorio.
All’interno della piattaforma, che ospita già oltre 250 imprese, ciascuna realtà ha una propria scheda dedicata con le informazioni principali su attività svolte, materiali lavorati, applicazioni e mercati di riferimento. Navigando la piattaforma gli utenti hanno la possibilità di consultare tutti gli iscritti e ricercare fra di essi un potenziale fornitore sfogliando l’elenco delle aziende oppure personalizzando la ricerca attraverso la scelta di cinque tipologie di filtri principali: settore di applicazione, attività, materiali trattati, lotti e certificazioni. Attraverso campagne dedicate la Piattaforma della Subfornitura verrà promossa per buyers italiani ed esteri creando così opportunità di business e networking, come fatto anche durante la due giorni di Farete 2024,
Piattaforma della Subfornitura
news emilia
SCOMPARSO GIORGIO DOTTA
È venuto a mancare a 86 anni Giorgio Dotta, figlio di Umberto, fondatore della Plastod. Giorgio Dotta per oltre 60 anni ha, prima, guidato e, poi, seguito l’azienda, dove nel frattempo sono entrati i figli e i nipoti. La sede è a Calderara di Reno, in provincia di Bologna, dove si producono oltre 400 milioni di cerotti l’anno, in decine di forme diverse, di cui il 90% conto terzi per le principali ditte farmaceutiche.
“La nostra è una comunità imprenditoriale di grande valore, riconosciuta in tutto il mondo per la propria innovazione, che si genera all’interno delle filiere anche grazie all’apporto del segmento della subfornitura che gioca un ruolo importante nella qualità del prodotto finale. Per questo abbiamo voluto creare uno spazio come la Piattaforma della Subfornitura, per valorizzare questa ‘filiera nella filiera’ e offrire nuove opportunità alle imprese, attraendo committenti dall’Italia e dall’estero, favorendo la conoscenza reciproca e stimolando nuove sinergie”, spiega il presidente di Confindustria Emilia, Valter Caiumi.
Per consultare e iscriversi alla Piattaforma Subfornitura, è possibile collegarsi al sito www.confindustriaemilia.it/subfornitura/ aziende.
È scomparso il presidente della Cartiera di Ferrara, l’ingegner Giulio Spinoglio, che da alcuni decenni seguiva e guidava lo sviluppo dell’azienda estense. Oggi la società è protagonista a livello internazionale nella produzione di cartone di qualità, impiegato prevalentemente nella realizzazione di tubi a uso industriale, ma anche nei settori alimentare e dell’editoria.
DECEDUTO ROMOLO ZAGHI
È morto all’età di 89 anni Romolo Zaghi, conosciuto e stimato protagonista della storia della cooperazione nel mondo agricolo emiliano-romagnolo. Con Umberto Manfrin fondò nel 1970 la cooperativa agricola Capa Cologna a Berra, in provincia di Ferrara, e questo sodalizio è rimasto per 25 anni a capo della società. Oggi l’azienda è una delle maggiori realtà in regione e in Italia, con oltre 1.300 soci.
Venerdì 15 novembre 2024 ore 16.30 Aula Marco Biagi de “il Resto del Carlino” Via Enrico Mattei, 106 - Bologna
Bonfiglioli S.p.A. Headquarters | Calderara di Reno (Bo)