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Masi Conditioners
Nella foto: Stefano e Paola Masi
“Un buon clima per l’export”
Bologna, Masi Conditioners nel 2020 ha quasi raddoppiato la quota di fatturato all’estero
di Lorenzo Pedrini
L’Emilia-Romagna, si sa, ha costruito parte delle proprie fortune economiche sulle dinastie di industriali che reggono, fin dagli anni del boom economico, le sorti della nostra piccola e media e impresa. Ma c’è anche chi, come la famiglia Masi che sta dietro alla Masi Conditioners, ha saputo scendere in campo con successo in anni in cui il mestiere di imprenditore era diventato ancora più sfidante, perché segnato, ben prima della pandemia, da una competizione di carattere globale.
Paola Masi, quanta strada avete fatto in soli 20 anni?
“Davvero molta, se si considera che io e mio marito Stefano, nel 2001, abbiamo rilevato a Molinella quella che era una semplice attività di elettrauto, e l’abbiamo trasformata in un produttore di kit di climatizzazione per macchine operatrici che fornisce i principali leader mondiali del nostro comparto, spaziando da applicazioni agricole e ambientali a quelle edili e dell’industria dei rifiuti”.
Le soluzioni che progettate, quindi, sono particolarmente variegate.
“La nostra forza, a maggior ragione ora, dopo il trasferimento in una nuova e più ampia sede, è proprio la progettazione di sistemi di condizionamento, climatizzazione e riscaldamento che difficilmente si possono standardizzare, con la necessità di puntare su prodotti mirati e innovativi, adeguati su misura alle richieste dei clienti, ai quali forniamo consulenze durature e complete”.
Una produzione tanto diversificata, immaginiamo, comporta un grande sforzo di ricerca.
“Sia che si parli di after-market sia per le attività di primo equipaggiamento, le chiavi sono l’organizzazione efficace del lavoro, certificata nel sistema integrato DIN EN ISO 9001, e la nostra costante propensione all’innovazione tecnica, completata, a valle, da un maniacale controllo della qualità di quanto esce dai nostri stabilimenti. Solo così si può essere competitivi nel mondo”.
Poi, bisogna pure trovare la forza di investire anche quando il clima si fa pesante.
“Nel 2020, con l’emergenza legata ai contagi da Covid-19, il nostro lavoro si è ovviamente fatto più complesso, ma, in quanto costruttori di comparti speciali, Masi Conditioners non si è mai fermata. Anzi, mentre limitavamo al massimo il ricorso agli ammortizzatori sociali, abbiamo colto la palla al balzo per fare investimenti sul futuro. Come il magazzino verticale Modula, che ha permesso un’ulteriore informatizzazione dei processi aziendali, e come il nuovo gestionale Mago Industria 4.0, per gestire al meglio la produzione avanzata”.
LA SCHEDA
Ricerca e sviluppo coprono il 10% dei ricavi
Risale al 2001, a Molinella, la nascita di Masi Conditioners, che ad oggi impiega 14 addetti. Alle due sedi bolognesi si aggiungono le filiali spagnola e tedesca a Zaragoza e Hannover, mentre le frontiere di vendita spaziano da Austria a Polonia, da Francia a Germania e dal Canada alla Spagna. Il fatturato globale 2020 sfiora i 3 milioni, il 30% (contro il 17% del 2019) dei quali generati oltre confine. Le voci ricerca e sviluppo negli ultimi anni hanno toccato quota 10% dei ricavi, destinati al reparto logistico, alla nuova sala climatica e a un nuovo software gestionale.