3 minute read
ASSOCIAZIONE
Impact assessment a Farete 2018
C’è modo e modo di lasciare un’impronta d’impatto: quella profonda e ingombrante sull’ambientale, oppure quella cadenzata ma ben presente delle imprese che firmano un territorio con il loro Dna. Questo è ciò che è emerso da due giorni di fiera frenetici e pieni di appuntamenti, dai workshop sulle più svariate tematiche agli incontri organizzati nell’area espositiva, che ha ospitato 1.500 stand, in crescita rispetto ai 900 dell’anno scorso. Insomma, un evento che, come ogni anno, è stato imperdibile! Dati alla mano, dal report di impatto sociale elaborato da Bdo Italia e presentato il pomeriggio conclusivo della due giorni delle imprese di Confindustria Emilia nel corso di un convegno organizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori, emerge che le aziende associate contano ad oggi un fatturato complessivo da 50 miliardi di euro. I numeri raccontano di 3.142 imprese associate, divisibili in 20 filiere che spaziano dall’agroalimentare al turismo, di cui l’89% ha un fatturato che supera i 100mila euro; dato interessante quanto aspettato nel contesto emiliano-romagnolo. A questo scopo, la stesura del report mira a fornire una comunicazione più completa sul valore che le imprese generano, non solo nella sua quantificazione ma anche nel modo in cui questo viene generato. L’identificazione dell’impatto sociale è ottenuta dividendo input, output e outcome: il primo analizza le varie risorse impiegate (costi sostenuti ed investimenti effettuati), il secondo elenca prodotti e servizi misurabili risultanti dall’attività (i risultati concreti di un’attività), mentre l’outcome riporta i cambiamenti in seguito ad ogni attività (benefici ottenuti/effetti negativi verificatisi in seguito agli output). Si traggono vari dati interessanti: il 76% delle aziende associate dichiara di contribuire allo sviluppo del territorio attraverso occupazione e una media di 19mila euro di investimenti nello sviluppo della comunità. Non è di minor rilevanza, poi,
il capitolo della sostenibilità: più del 79% dichiara di aver investito su efficienza energetica e innovazione. Quanto al tema della responsabilità sociale, invece, il welfare aziendale è attivato nelle aziende con una spesa in media di 400 euro pro-capite. Sul palco durante il convegno dei Giovani Imprenditori era presente anche Palma Costi, assessore alle attività produttive dell’Emilia-Romagna, che ci ha indicato come la regione si sia impegnata nelle politiche per il lavoro: le imprese sono il valore sociale fondamentale e la profusione volta alla buona
occupazione è una responsabilità sociale inconsapevole che abbiamo sulle spalle, insieme all’abbattimento dei costi. Nel corso dell’evento si è parlato anche della “fuga dei talenti” e di come riportarli qui; grande domanda che si è posto anche il direttore del QN-il Resto del Carlino, Paolo Giacomin, che ha affermato che siamo stati la culla del Rinascimento, fatto da un Paese unito, sede di un capitale umano che ancora oggi il mondo ci invidia e che dobbiamo tenerci stretto. A supporto di questa tesi abbiamo ascoltato storie di successo
come quella di Simone Colombarini, AD Vetroresina, che ci ha insegnato che lo spirito dell’imprenditore è anche quello di integrarsi con il territorio per generare risorse fruibili, dando qualcosa al territorio che ospita, come ha fatto lui restituendo l’accoglienza ferrarese portando la Spal dai dilettanti fino alla serie A. A seguire Horacio Pagani, chief designer Pagani Automobili, ci ha insegnato che l’ascolto e il rispetto del territorio vengono prima di tutto: già 50 anni fa l’eco delle macchine da corsa che si costruivano in Emilia arrivava fino in Argentina, così la Pagani non vuole fare qualcosa di meglio ma qualcosa di unico, guardandosi attorno per fare ancora meglio. A conclusione dei lavori il presidente di Confindustria Emilia Alberto Vacchi ha sottolineato come Farete sia stato tesoro di spunti importanti da trasferire alle istituzioni: l’economia non sta calando, viviamo molto di export ma serve un approccio diverso, bisogna puntare su politiche che tengano alta la
credibilità del nostro Paese in Europa.