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Alzare lo sguardo al domani
Intervista a DANIELE DEZULIAN, delegato del territorio Valle di Fiemme, Val di Fassa e Primiero.
di FEDERICO PESSOT, Comunicazione Istituzionale, Confindustria Trento
Daniele Dezulian, presiede un territorio suggestivo non solo per i paesaggi, ma anche per l’innata capacità di fare impresa. Ci potrebbe fornire un quadro dell’economia legata alla Val di Fiemme, Val Di Fassa e Primiero?
Siamo sicuramente un territorio molto vivace sotto molti aspetti, non manca sicuramente quello delle attività imprenditoriali. In una descrizione più schematica sono due i settori principali che trainano l’economia delle nostre valli: da una parte le imprese che gravitano attorno al turismo, dall’altra le aziende industriali di piccole, medie, ma anche grandi dimensioni. Guardando questo contesto da un punto di vista geografico, anche se è difficile operare delle nette distinzioni, in Val di Fassa e Primiero troviamo prevalentemente attività legate al settore turistico, invece in Val di Fiemme il peso più consistente è quello dell’industria. Tornando ad una prospettiva più generale possiamo dirci orgogliosi della presenza all’interno delle nostre valli di aziende innovative, ad alta competenza tecnologica, con una forte e convinta predisposizione ad operare su mercati globali.
Parlando di industria c’è un grande tema, ormai persistente da diversi mesi, che coinvolge l’aumento sproporzionato del costo dell’energia e il difficile reperimento di quasi tutte le materie prime. Qual è stato l’impatto?
La grande contraddizione è che gli ordini non faticano ad arrivare, ma con i prezzi dell’energia così alti ed estremamente instabili, sommati alla difficoltà ormai sistematica nel reperimento di materie prime e semilavorati, siamo nella situazione in cui la principale preoccupazione delle aziende non è vendere, ma piuttosto comprare. In sostanza le commesse ci sono, solo che non si riesce a sfruttare a pieno la forza propulsiva della ripresa in quanto costi energetici e di approvvigionamento riducono drasticamente i margini di profitto.
Senza aver trattato le circostanze che riguardano la fatica che tutte le imprese hanno nel trovare personale.
Certamente, un problema questo che coinvolge tutti, sia industria che turismo. Su questo punto le criticità sono diverse infatti, in primo luogo bisogna riuscire a trovare collaboratori con le competenze specifiche per i ruoli richiesti, in un secondo momento bisogna convincerli a lavorare in valle, sicuramente scontiamo uno svantaggio in termini di attrattività. A complicare il tutto c’è poi il tema abitativo, ovvero essendo un territorio strettamente legato a dinamiche turistiche porta le persone a fare molta fatica a trovare alloggi disponibili per periodi abitativi di medio-lungo termine. Proprio rispetto a que- sta questione da qualche tempo si sta dibattendo sulla necessità di foresterie, concretamente significherebbe trasformare strutture alberghiere dimesse in spazi di co-housing a servizio delle aziende. Riguardo a queste proposte però i processi sono ancora lenti in quanto i tempi della burocrazia e i bisogni immediati delle imprese non sempre coincidono. Rimane comunque la volontà, da parte di tutti, di trovare soluzioni comuni che possano portare benefici a tutto il sistema.
Tornando alle questioni legate all’attrattività del territorio non mancano quindi opportunità lavorative ad alta specializzazione, forse sono ancora poco conosciute. Corretto?
Esatto, abbiamo la fortuna di vivere in un territorio di qualità, non solo da un punto di vista economico, ma proprio come contesto sociale in cui vivere. Quello su cui dobbiamo impegnarci maggiormente è comunicarlo di più e meglio: molte volte ci si ferma a valutarne solo il paesaggio che, seppur unico nel suo genere, non è l’unico elemento di pregio del nostro territorio. Sono convinto che le opportunità di lavoro presenti nelle nostre valli in molti casi non hanno nulla da invidiare a molte realtà presenti nei centri più urbanizzati.
Quando si tratta di territori periferici un argomento ricorrente sono le infrastrutture, nel territorio che presiede quali sono le questioni più urgenti?
Partendo dalle infrastrutture digitali riscontro che negli ultimi tempi il digital divide rispetto ad altre realtà trentine sta diminuendo sempre di più, si può ovviamente migliorare ma ad oggi siamo abbastanza soddisfatti. Viviamo piuttosto un tema annoso in termini di viabilità, sicuramente per quanto riguarda la lontananza dai grandi centri, ma piuttosto le forti criticità risiedono nel fatto che residenti, turisti e merci viaggiano nelle medesime strade, spesso poco adeguate ad accogliere questo tipo di flussi. Per noi aziende questo significa ridurre drasticamente la nostra efficienza logistica nel trasporto delle merci, comportando quindi processi più lenti e costi di produzione più alti.
Un’ultima domanda, guardando al futuro cosa scorge?
Il mio pensiero costante è rivolto verso le giovani generazioni, perché avranno loro la responsabilità di prendere il testimone delle nostre realtà imprenditoriali di valle. Questo passaggio però non è automatico, serve studiare, fare esperienza altrove, ma sempre con la prospettiva di tornare per dare linfa ad un tessuto economico sano che dona benessere ed occupazione ai nostri territori d’origine. Non bisogna assolutamente commettere l’errore di vendere aziende ed attività per stanchezza o mancanza di stimoli, spesso ci si limita a guardare ai problemi dell’oggi senza alzare lo sguardo per correre verso le opportunità future. È certo e inevitabile che il lavoro comporta sacrifici, ma è il prezzo da pagare per ottenere risultati, soddisfazione e realizzazione elemento questo tutt’altro che secondario per i bisogni di ogni persona.
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