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Fare la Storia
Spiritualità e carisma
Fare la Storia
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Fare silenzio è ascoltare Dio; è rimuovere tutto ciò che ci impedisce di sentire o ascoltare Dio; è ascoltare Dio dovunque esprima la sua volontà, nella preghiera ed anche al di fuori della preghiera propriamente detta. Abbiamo bisogno del silenzio per fare la volontà di Dio, un silenzio prolungato da quest’altra disposizione di noi stessi che spesso dimentichiamo… o che disprezziamo per ignoranza: il raccoglimento. Dobbiamo “raccogliere” le tracce, gli indizi, gli inviti, gli ordini della volontà di Dio, come il contadino raccoglie il suo raccolto nella stalla, come lo scienziato raccoglie il frutto di un’esperienza. Madeleine Delbrêl le Commissione Vocazionale
Questo è il motto che l’ufficio della Pastorale delle Vocazioni della CEI ha scelto per l’anno 2022: poche parole che racchiudono la fine di un itinerario triennale di riflessione e di preghiera nel cammino di accompagnamento dei giovani nella Chiesa Italiana. Come ogni anno, subito dopo il Natale, ci siamo dati appuntamento per vivere alcuni giorni di riflessione. A causa delle restrizioni per la pandemia, ancora una volta il Convegno è stato organizzato attraverso la rete. Questo ha permesso che anche da altre parti del mondo gli animatori, i responsabili della pastorale delle vocazioni e le comunità religiose potessero collegarsi e partecipare al convegno al 100%. Anzi, tuttora i materiali sono reperibili in modo integrale dal sito della CEI. Sebbene fossero numerosi e molto validi gli spunti offerti per la nostra riflessione, in questa sede ci piace condividere uno dei temi proposti che riteniamo molto collegato al percorso che viviamo come Famiglia Religiosa dopo la Celebrazione del nostro XVIII Capitolo Generale: Il discernimento in Comunità (Giovanni Grandi). La prima idea che è stata messa in luce è il bisogno di costruire comunione come un percorso spirituale in ascolto di ciò che il Signore propone alla comunità. Il relatore ha portato la nostra attenzione a riflettere sul grande esercizio di fiducia che implica un cammino comunitario così impostato: ci si mette nelle mani dei fratelli e delle sorelle. Nello stesso tempo è un esercizio di fiducia nello Spirito che è dentro di noi e insieme a noi come comunità, nella certezza che è il Signore che ci accompagna e ci precede. Nel cammino dei discepoli di Emmaus possiamo trovare spunti molto significativi che ci aiutano a metterci nell’orizzonte di questo percorso. Un primo punto fermo che ci viene offerto da quest’icona evangelica è avere la consapevolezza che per camminare insieme, bisogna essere pronti a tornare indietro riconoscendo i nostri errori. Lo scopo del discernimento è incontrare il Signore, quindi è fondamentale dedicare del tempo per ascoltare ciò che il Signore dice al cuore di ciascuno. Risulta fondamentale allora trovare momenti di silenzio per ««raccogliere» le tracce, gli indizi, gli inviti, gli ordini della volontà di Dio…». Non sempre ci saranno dei segni eclatanti, ma, se come comunità saremo allenate a scorgere la Sua presenza nelle piccole cose, diventeremo una presenza attraente nella semplicità del nostro vivere quotidiano che costruisce la storia e la fraternità.