1 minute read

La luce che è in noi

Il Natale appena passato ci ha ricordato che tutto ciò che è tenebra, dolore e avversità può essere illuminato dalla luce che è Cristo. Se ci pensiamo anche nella nostra realtà la luce ci costringe a vedere i contorni di ogni cosa e a volte ne basta poca per “ritornare” a vedere ciò che sembrava scomparso. Dio ha cominciato a stupirci proprio così, regalandoci luce. Nello splendore del creato l’uomo si è sentito immerso in una lucentezza senza confronti. Oggi, nonostante i progressi della scienza, ci sorprendiamo perché conosciamo ben poco di ciò che ci circonda: è come se il creato si illuminasse un poco alla volta. Gli scienziati stessi procedono per ipotesi e, umilmente, ci raccontano lo splendore di ciò che a fatica ri escono a “vedere”. Quante luci però sono intorno a noi, quanto cammino facciamo ogni giorno dentro città e paesi pieni di luce. Eppure ci è difficile cre dere che ogni uomo è “portatore” di luce, ci è difficile essere certi che ciascuno di noi ha dentro la luce che serve per illuminare l’altro. È così! A volte siamo convinti della nostra “oscurità”, della nostra fragilità… e andiamo a “tentoni” cercando fuori di noi qualcosa che ci dia un po’ di consolazione e di serenità. Forse basterebbe aprire gli occhi per vedere che l’orizzonte quotidiano può riservarci albe e tramonti splendidi se crediamo che “nell’og gi” c’è una riserva di luce proprio per noi.

Cristo nascendo ci ha detto proprio questo: “Sono venuto perché abbiate la vita” e la vita è luce. Bisogna però alzare lo sguardo! Sì, alzare lo sguardo per vedere, nella fatica costruttiva dei legami, la sorgente della luce; alzare lo sguardo per “scoprire” la luce che nasce quando i popoli conquistano la libertà; alzare lo sguardo per riabbassarlo pieno di compassione e di amore per ogni uomo. È il compito nostro: aprire gli occhi e vedere ciò che spesso rimane nascosto nelle ombre tristi e fitte di un quotidiano che non sappia mo “accendere” d’amore.

Advertisement

This article is from: