combat aprile

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combat Comunisti per l’organizzazione di classe Aprile 2012

Supplemento a pagine marxiste

PARLARE CHIARO E' fatta. Dopo la manovra sulle pensioni di fine anno che ha di fatto cancellato le pensioni di anzianità e portato a 70 anni il futuro pensionamento (!?) delle “giovani generazioni” (tanto “care” al ministro Fornero), ecco arrivata in porto un'altra “storica riforma”: quella del mercato del lavoro. In sostanza: l'articolo 18 non c'è più. Il lavoratore che volesse proprio far valere i suoi diritti farà meglio a sperare più nel giudice che nel sindacato. E, come dice spudoratamente, ma con il cinismo dei ricchi, Mario Monti: “Gli imprenditori non si preoccupino. Riavere il posto di lavoro sarà improbabile”. Ben detto. La verità è questa. La verità è che si chiudono anche quei pochi spiragli di “difesa legale” rimasti in essere in questo turbinio di licenziamenti e precariato che la crisi ha creato e continuerà a creare. Alla faccia di tutto il ciarpame “democratico” che accompagna finte trattative come questa. Alla faccia di tutte le insulse “sensibilità sociali” che si fa finta di raccogliere. Alla faccia, infine, di quel vergognoso “gioco delle parti” che fa “cantare vittoria” per un giorno al partito del Re (il PD) e ai suoi tirapiedi della Cgil. Penoso, in questo contesto, sia detto di passata, è l'intento della Fiom di far credere che la lotta “continua”, dirottando tutto all'ennesima passeggiata a Roma dentro il “pacchetto” delle 16 ore di sciopero della Cgil. Anche Landini, segretario Fiom, si chiude nel formalismo opportunista delegando al parlamento “le modifiche che il governo non ha fatto”. Si sta preparando un nuovo cartello elettorale, in cui confluiranno tutte le parrocchiette ed i falsi movimentismi di una sinistra fallita. Poi anche questa vicenda sarà affogata e “superata” dal succedersi di altre “manovre” e “aggiustamenti” dei Conti Pubblici. La ripresa verso l'alto dello spread, il nuovo totem del Mercato, chiede di succhiare nuovo sangue di proletari, precari, disoccupati, pensionati dell'Unione Europea, il nuovo cartello imperiali-

stico inaugurato da Maastricht e che, per ora, fa un sacco di vittime brandendo la sola spada dell'Euro. L'imperialismo italiano, parte integrante e interessata di questo blocco, è dovuto ricorrere al governo “tecnico” per rimanere “agganciato” al dinamismo dell'imperialismo trainante, quello tedesco. Ora, col crollo del mito leghista, di uno dei supporti fondamentali del berlusconismo, si aprono nuovi e turbolenti scenari di crisi politica incipiente, che impongono ancora di più al centro -sinistra l'accodamento pronto e supino al capitale industriale e finanziario, dentro gli attuali rapporti tra le classi in Italia. Cioè dentro l'attuale suddivisione del plusvalore, della ricchezza che gli operai producono per tutti. Gli ultimi appigli formali di “difesa legale” dei lavoratori sono stati svenduti da Bersani e soci in questa ottica. La cassa integrazione e la mobilità, pur essendo solo dei “tamponi” verso il licenziamento, sono stati ridotti all'osso dentro la stessa ottica. Così pure l'allargamento del precariato e la sua “istituzionalizzazione”, nella forma della diffusione del contratto d'apprendistato. La borghesia parla chiaro. Monti parla chiaro. I politici borghesi seduti sugli scranni parlamentari parlano chiaro. I “sindacati signorsì” nelle figure di Bonanni ed Angeletti parlano chiaro. Dobbiamo ora far uscire da ogni ambiguità il sindacatone “assertivo” della Cgil e tutti i burocrati che ancora si accodano alla sua “sinistra”, facendo emergere una semplice verità: E' ORA DI SMETTERLA DI GIOCARE A FARE LE FINTE LOTTE SULLA PELLE DEI LAVORATORI !!! E' ORA DI SMETTERLA DI NASCONDERSI DIETRO “OPPOSIZIONI” CHE TALI NON SONO!!! E' L'ORA DELLA CHIAREZZA! E' L'ORA CHE “l'emancipazione degli operai sia opera degli operai stessi” (K. Marx ).


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