L'economia e la cibernazione

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L’ECONOMIA E LA CIBERNAZIONE DI P.MATTICK 1966 I Il marxismo è stato spesso inteso come una “teoria del sotto-consumo”, e come tale facilmente confutato dall’evidenza empirica degli standard di vita crescenti nei paesi capitalisti. È stato anche letto come una teoria di crisi e depressioni. Le possibilità attuali di contrastare, o addirittura prevenire, le condizioni di crisi sembrano quindi doppiamente etichettarla come una teoria sbagliata. Tuttavia, pur avendo Marx effettivamente analizzato il limitato potere d’acquisto della popolazione lavoratrice, la sua teoria non è una teoria del sotto-consumo; e sebbene avesse visto il capitalismo come un sistema costellato di crisi, non ha mai sviluppato una definitiva teoria della crisi. L’assenza di cicli economici non avrebbe invalidato la sua teoria sull’accumulazione di capitale. Considerato il capitalismo che Marx ha vissuto di persona, la sua analisi economica appare strettamente accurata, e proprio a causa di ciò incontrò un consenso tanto diffuso. Questo fatto viene oggi ammesso senza problemi anche dai suoi critici, i quali affermano che il marxismo, pur descrivendo in maniera realistica il deplorevole capitalismo passato, oggi non sarebbe più valido per via dei recenti cambiamenti nel sistema capitalistico. Certi aspetti della teoria marxiana – per esempio la concentrazione e centralizzazione del capitale – sono stati incorporati nella moderna teoria economica, passando da avere una connotazione negativa ad una positiva. È spesso sottolineata anche la necessità di un “esercito industriale di riserva” al fine di impedire la compressione dei profitti da parte dei salari. Anche se Marx ha avuto esperienza della disoccupazione come di un fatto sociale e come di un arma nelle relazioni tra capitale e lavoro, credeva che la piena occupazione fosse possibile alla pari della disoccupazione. Tutto dipende dal saggio di formazione del capitale. L’industrializzazione capitalista è stata sostanzialmente la sostituzione del lavoro umano con le macchine, e il progresso stesso veniva misurato da questo processo. In realtà, Marx non criticava il capitalismo tanto per quello che era o per quello che avrebbe potuto fare, quanto per la sua strutturale incapacità di sviluppare la produzione sociale al di là della necessità di mantenere le relazioni sociali di classe. Per quanto riguarda il passato, il capitalismo era stato fonte di progresso; riguardo al futuro, era diventato un ostacolo al pieno sviluppo della produzione e di conseguenza al soddisfacimento dei bisogni economici. Marx si rivolgeva non ai capitalisti, ma ai lavoratori. Credeva che solo loro potessero avere la capacità di terminare le relazioni di classe tramite l’abolizione della loro stessa posizione


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