chromatic energies/works 1969-2013
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energie cromatiche/opere 1969-2013 chromatic energies/works 1969-2013
Mi imitano? Ottimo. Significa che sono famoso. Do they imitate me? Good. It means i’m popular. Salvador DalĂ
Progetto grafico, fotografie e stampa / Graphics, photographs and printing PERUZZO INDUSTRIE GRAFICHE SPA (PD) www.graficheperuzzo.it
Traduzioni / Translations Catherine Bolton for Studio De Novo, Piove di Sacco (PD) Luana Gard Fotografie di: Fulvio Roiter, Guido Baviera, Oscar Breda, Andrea Cosentino, Bruna Gard, Michele Gregolin, Feliciana Mariotti, Stefano Mazzali, Ermanno Reberschak, Roberto Roda, Sak Shariff, Gianluca Scordo, Domizio Silotto, Giorgio Zucchiatti, Archivio Arte Communications, Archivio Scuola Grande San Giovanni Evangelista.
Ringraziamenti / Thanks to
MAGAZINE
www.continiartuk.com
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INDICE / INDEX
PERIODO ARTE COSTRUTTIVISTA, PROGRAMMATA E CINETICA (1969-1986) CONSTRUCTIVIST, PROGRAMMED, KINETIC AND OPTICAL ART PERIOD (1969-1986).......................................................................................................16 PERIODO GEOMETRICO E ASTRATTO INFORMALE (1987-2003) GEOMETRIC AND INFORMAL ABSTRACT PERIOD (1987-2003).................................................66 PERIODO ASTRATTO (1999-2013) ABSTRACT PERIOD (1999-2013)......................................................................................................................116 SCULTURE (1500 A.C.-2013) SCULPTURES (1500 B.C.-2013).......................................................................................................................198 PERIODO ARTE PROGRAMMATA, OPTICAL E CINETICA (2000-2013) "PROGRAMMATA", KINETIC AND OPTICAL ART PERIOD (2000-2013)..............................218 DIVERTISSEMENT ÉROTIQUE, OMAGGIO A GRANDI MAESTRI (2013 -...) AN HOMAGE TO THE MASTER (2013 -...)...................................................................................................266 APPARATI APPARATUS..........................................................................................................................................................................274 GARD'S COLOUR ............................................................................................................................................................278 ANTOLOGIA CRITICA CRITICAL ANTHOLOGY................................................................................................................................................280 BIOGRAFIA BIOGRAPHY.........................................................................................................................................................................306 MOSTRE PERSONALI SOLO EXHIBITIONS........................................................................................................................................................310 MOSTRE COLLETTIVE COLLECTIVE EXHIBITIONS......................................................................................................................................314
Nei miei quadri è presente l’assente (l’uomo) ed è visibile l’invisibile (i sentimenti). L’astrattismo è ricerca dell’assoluto. Anche se per l’uomo, poiché tale, è irraggiungibile. L’arte astratta, per chi la fa, è quindi una speranza, ma soprattutto una fede. Fatta di devozione, passione, tormenti, felicità e sofferenza. Io credo, nell’arte astratta e nei suoi colori. Gard
In my paintings the absent is present (man), and the invisible is visible (feelings). Abstract art is the search for the absolute. Even if it is, as such, unattainable for men. Abstract art, for those who practise it, is thus a hope, but above all a faith. Made of devotion, passion, torments, happiness and suffering. I believe, in abstract art and in its colours. Gard
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LUCA BEATRICE Io non ho insegnato pittura perché non può essere insegnata. Io ho insegnato a vedere. Joseph Albers
40. Biennale di Venezia, Sezione Internazionale Giovani "Aperto 82 /Spazio".
A rendere attuale l’astrazione in pittura, oggi come ieri, è certamente quella capacità di saper accettare ed elaborare il proprio superamento. La continua esplosione di questa tendenza stilistica – come attestano le presenze astratte in Italia, in Europa e soprattutto in America - dimostra un bisogno espressivo, negli artisti e nel pubblico, che sbaraglia la bulimia d’immagini propinate dalla proliferazione dei medium visivi (pubblicità, social network, fotografia, web) sempre più attenti alla realtà e alla sua sistematica traduzione apparente. L’arte astratta non si è mai posta dichiaratamente in concorrenza con la rappresentazione tout court, come buona parte della critica tende a sostenere reclutandola quale destinataria del compito di soppiantare la figurazione. No, la pittura astratta, facendo eco alle parole di Gerhard Richter nel catalogo di documenta VII del 1995, offre all’artista quella possibilità di rendere percepibili "realtà che non possiamo né vedere né descrivere, ma di cui possiamo intuirne l’esistenza". Secondo questa tesi, l’astrazione non ripudia la mimesis, anzi, si propone come un altro emozionante tentativo – entusiasta e a volte
nostalgico – di preservare l’ambizione cara al pittore di rappresentare tutte le forme sensibili della natura. Intuizioni comprese. Così è stato per l’apripista delle avanguardie, l’Impressionismo, e così ha continuato ad essere per tutto il Novecento. La ricerca della mimesi, secondo l’estetica classica definita come fondamento della creazione artistica, nell’ambito dell’astrattismo ha portato a considerare aspetti semplicemente "altri" del reale – come la temporalità, la spazialità, la percezione visiva e il rapporto con lo spettatore – modificando nel profondo gli assiomi stessi della riproduzione figurata dell’universo. A scapito delle apparenze. Le grandi mutazioni messe in atto tra il 1910 e il 1918 - da Vasilij Kandinskij in Germania, Piet Mondrian in Olanda e Casimir Malevic in Russia - sono, come sostiene Dara Vallier in L’arte astratta del 1964, il portato di un nuovo modo di concepire meccanismi e relazioni della visione e la specificità stessa del linguaggio artistico. Se allora l’etimologia "militante" di avant-garde voleva porre l’accento sul conflitto dichiarato verso tutto quello che era successo o stava succedendo, e l’astrattismo era letto
come unica alternativa alla figurazione, oggi la battaglia lascia il posto a un più cosciente e pacifista sentore. Contrariamente ai grandi precursori - Kandinskij e Klee - che affermavano una non obiettività delle loro composizioni, attraverso un universo autoreferenziale e non rappresentativo della natura, cioè mera espressione della propria creatività, gli artisti astratti contemporanei aderiscono invece alla realtà in maniera quasi dichiarata e la immettono come dato protagonista nei loro lavori. Non è un caso che alcuni di loro finiscano così con l’auto appellarsi "realisti". Pittori come Peter Halley, Sean Scully, Ross Bleckner, Sarah Morris rapportano le loro opere a una problematica aderente al quotidiano, quello sociale o quello più spirituale. Nella poetica di tale "astrattismo ridefinito" (citando la definizione di Demetrio Paparoni per una mostra di una ventina d’anni fa incentrata sulla pittura americana) si trova la sintesi del lavoro di Ferruccio Gard. Un lavoro che ha origini lontane, quando anche in Italia prendevano il via le sperimentazioni del secondo dopoguerra, quelle del Gruppo Uno, del Gruppo T, dell’arte concreta e l’Op Art.
Le sue tele comunicano emozioni e una gioia creativa maturate in giovane età dall’artista in una stagione – tra la fine degli anni Cinquanta e il decennio successivo – di pieno boom economico e persistono come sentimenti propulsori di uno spirito ottimista nel fare che oggi ancora lo accompagna e lo rende protagonista della scena astratta italiana. Le sue prime opere sono presenti nel tessuto creativo degli anni Settanta e trovano spazio tra le fila delle ultime avanguardie del secolo scorso, l’arte cinetica e programmata. Dalla sua prima partecipazione, nel 1982 poco più che trentenne, alla Biennale di Venezia, la produzione pittorica di Gard è cresciuta esponenzialmente al suo curriculum; non mancherà per altre sei edizioni alla kermesse veneziana e, nel 1986, è tra gli artisti invitati alla XI Quadriennale di Roma. Guardando ai suoi lavori non si può non riconoscere una maturata sintesi stilistica riconducibile a due costole fondamentali dell’astrazione. La prima fa seguito a un’analisi del contesto di formazione dell’artista - che è d’origini valdostane-piemontesi e veneto d’adozione - e in questa produzione si collocano i quadri cinetici, le griglie e tutte le
iperboliche trasformazioni geometriche del modulo del quadrato. La seconda, proposta in macchie di colore che parcellizzano la superficie del quadro in pixel luminescenti che si amalgamano in un insieme composto e unitario, è invece di natura gestaltica e fa eco a quel misticismo astratto elaborato prima da Malevic e poi dagli americani Rothko e Newman. Nella prima Gard promuove una rinnovata attenzione al bianco e nero: la novità della sua recente produzione è incentrata sulla riduzione volontaria dei cromatismi con quadri cinetici quasi monocromi (dove a prevalere sono le variabili, peraltro infinite come ci ha insegnato Richter, del grigio) e l’aggiunta di soli uno o due altri colori. Questa nuova serie fa da contraltare a una sensibilità coloristica che, per contrasto, si rivela ancora più dinamica nella seconda serie, dove la gamma si orchestra in entusiasmi cromatici sempre più ardui, complessi e
sperimentali. Nel suo DNA visivo è andato condensandosi l’immaginario proposto da una stagione tutta italiana che guardava con entusiasmo all’estetica della fabbrica, dell’organizzazione sistematica dello spazio comune, delle periferie di cemento, dell’ordine compositivo che accompagnava la vita quotidiana. Assecondando gli scritti teorici di Peter Halley, è proprio il background socio-culturale di Gard a giustificare una presenza costante di moduli geometrici mentre da un punto di vista formale, il suo linguaggio astratto è costruito sull’intuizione del guru dell’Op Art, Victor Vasarely: l’impercettibile rotazione del quadrato, e la sua moltiplicazione per continui spostamenti, genera nel dipinto un’infinita possibilità di variazioni percettive. Nella serie Optical Emotion i quadrati si tramutano in losanghe e creano nuovi spazi entro cui condensare un movimento peristaltico,
quasi ondoso, di andate e ritorni, di avvicinamenti e allontanamenti, a seconda della posizione assunta dallo spettatore di fronte alla tela. In questi lavori si generano "tante forme compresenti e simultanee" (Umberto Eco) che convergono verso un centro instabile di illusoria tridimensionalità. È evidente che Gard insegue un’organizzazione sistematica del supporto, del colore e degli equilibri compositivi basandosi su due fondamentali principi: la serialità e la centralità. Anche nei quadri astratti il vortice cromatico erutta in macchie di colore per effetto di caleidoscopico impatto visivo. Come detto a proposito dei "compagni di strada americani", Ferruccio Gard non nega la parte "realista" del suo astrattismo. Lo fa in parte apponendo titoli di natura descrittiva (ad esempio in Self Portrait), e lo fa nell’ultima serie presentata: un divertissement, come lui stesso ama definire l’inclusione
parziale nel quadro di immagini "nude" della storia dell’arte, da Caravaggio a Tiziano, da Courbet a Manet. Si tratta di collage, all’interno dei suoi tappeti molecolari, che aggiungono un contenuto esplicitamente iconico all’idea di astrazione: l’erotismo del colore si autodichiara, con un pizzico d’ironia, liberandosi dal rigore più algido della geometria. Ferruccio Gard si pone così ufficialmente sopra le parti scavalcando la vecchia diatriba figurazione/astrazione che ancora persiste nel sistema dell’arte. E ne legittima il suo stesso superamento. La sua mimesi è fatta di licenze che nell’astratto trovano ragione di esistere e che nella figurazione - di emozioni, sentimenti, stati d’animo – educano alla percezione sensibile del reale. Perché la pittura, come sosteneva Albers, non si insegna, la pittura insegna a vedere.
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LUCA BEATRICE I did not teach painting because it cannot be taught. I taught how to see. Joseph Albers
Ferruccio Gard, XI Quadriennale Nazionale di Roma (1986).
Today as in the past, abstraction in painting is modernized through the ability to accept and formulate its transcendence. The continued explosion of this stylistic trend, which is evident in the presence of Abstract Art in Italy, Europe and, above all, the United States, demonstrates that the artists and the public share an expressive need that crushes the bulimia of images found in the proliferation of visual media (advertisements, social networks, photography, internet), which focuses increasingly on the systematic and manifest rendering of reality. Abstract Art has never expressly placed itself in competition with representationalism, despite what many critics sustain as they give it the task of supplanting figurative art. Instead, to cite the words that Gerhard Richter wrote in the catalogue of documenta VII in 1995, abstract painting offers the artist the ability to make perceptible a "reality that we cannot see nor describe, but that we sense exists". According to this thesis, abstraction does not reject mimesis, but instead offers an exciting, enthusiastic and at times nostalgic attempt of the artist to represent all of the perceptible forms of nature, including intuitions. This was the case for the Impressionists, the forerunners of the Avant-garde, and has continued to be the case throughout the twentieth century. With respect to Ab-
stract Art, the pursuit of mimesis (which according to classical aesthetics is a fundamental element of artistic creation) has simply led to the consideration of aspects that are beyond reality, including temporality, spatiality, visual perception and the relationship with the viewer, producing a profound change in the axioms of figurative reproduction of the universe, to the detriment of appearances. The important changes that occurred between 1910 and 1918 – with Wassily Kandinsky in Germany, Piet Mondrian in Holland and Kasimir Malevich in Russia – are, as Dara Vallier asserted in L’Arte Astratta in 1964, the result of a new way of understanding the mechanisms and relationships of vision and the specificity of artistic language. At that time, the Avant-garde movement used the word "militant" to emphasize the conflict against all that had happened before and was happening then, viewing abstraction as the only alternative to figurative art. Today, however, the battle has given way to a greater awareness and sense of pacifism. The great pioneers like Kandinsky and Klee asserted that their compositions were non-objective, depicting a subjective universe that did not represent nature. In other words, their works were merely an expression of their own creativity. In contrast, contemporary abstract artists adhere to reality in an almost-stated
manner and give it a leading role in their work. It is therefore not surprising that some of them refer to themselves as "realists". Painters like Peter Halley, Sean Scully, Ross Bleckner and Sarah Morris relate their works to the social and spiritual problems of everyday life. The amalgamation of Ferruccio Gard’s work is found amidst the poetry of this "redefined abstraction" (to use a phrase coined by Demetrio Paparoni for an exhibition on American painting that took place about twenty years ago). His work has distant origins in the experimental art that appeared in Italy after World War II, including Gruppo Uno, Gruppo T, Concrete Art and Op Art. His canvases convey the emotions and creative joy that the artist developed in his youth, a time of economic boom at the end of the 1950s and into the 1960s. These sentiments still drive the spirit of optimism that is evident in his work and contribute to making the artist a leading figure in the Italian Abstract Art scene. His first works are part of the creative fabric of the 1970s and fit into the final avant-garde movements of the past century – Kinetic and Programmed Art. After his first invitation to exhibit at the Venice Biennale in 1982, when he was just over 30 years old, his artistic production and career grew exponentially. He participated in six more Venice Biennales
and was invited to exhibit at the XI Rome Quadriennale in 1986. When looking at his work, it is impossible not to recognize a mature stylistic fusion attributable to two important branches of Abstract Art. The first ensues from an analysis of the artist’s background (originally from Valle d’Aosta-Piedmont, he later moved to Veneto) and includes such works as Kinetic paintings, grids and geometric hyperbolic transformations of square modules. The second, expressed as patches of colour that divide the surface of the painting into luminescent pixels that fuse into an orderly, unified whole, evinces a gestalt nature and echoes the abstract mysticism formulated first by Malevich and later by the Americans Rothko and Newman. In the first, Gard promotes a revitalized interest in black and white. The novelty of his most recent work lies in the voluntary reduction of colours, producing Kinetic paintings that are almost monochromatic (dominated by shades of grey, which offer an infinite variety as Richter has shown) and that feature a single or a couple of added colour. This new series acts as a foil to the even more dynamic sensitivity to colour apparent in the second series, which features a range of exciting colours that are increasingly complicated, complex and experimental. His work is a crystallization of the imagination of a uniquely Italian period in
which artists enthusiastically focused on the aesthetics of factories, the systematic organization of common spaces, the cement periphery zones and the compositional order that was a part of everyday life. Supporting the theoretical writings of Peter Halley, Gard’s socio-cultural background explains the consistent presence of geometric modules while, from a compositional view, his abstract language is built on the intuition of Victor Vasarely, the guru of Op Art. The imperceptible rotation of the square and its multiplication to create continuous shifts in position generate limitless possibilities of perceptual variations in the painting. In the series Optical Emotion, the squares are transformed into lozenges and create new spaces where a peristaltic, almost wavelike movement occurs, coming and going, advancing and receding, depending on the viewer’s position with respect to the canvas. These works have a "multitude of compresent and simultaneous forms" (Umberto Eco) that converge towards an unstable centre of illusive three-dimensionality. It is evident that Gard is pursuing a systematic organization of the support, colours and compositional balance that is based on two fundamental principles – seriality and centrality. In the abstract paintings as well, the kaleidoscopic visual impact causes the canvases to erupt in a chro-
matic vortex of patches of colour. Like the "American comrades", Ferruccio Gard does not deny the "realist" component of his abstraction. This is apparent in the descriptive nature of the titles (for example Self Portrait) and in his most recent series – a divertissement, as the artist likes to call the partial inclusion of nudes from art history, ranging from Caravaggio and Titian to Courbet and Manet, in his paintings. Within the "molecular carpets" of these collages, Gard adds explicitly iconic content to the idea of abstraction – the eroticism of colour is self-declared, with a dash of irony, liberating the works from the cold rigidity of geometry. Ferruccio Gard thus officially straddles the two sides of the old figurative/ abstract debate that still continues in the art world. And thus legitimizes its transcendence. His mimesis incorporates license that finds a reason to exist through abstraction and that moulds the sensible perception of the world through the figuration of emotions, feelings and states of being. Because, as Albers asserted, painting cannot be taught, painting teaches us to see.
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ARTE ASTRATTA E CINETICA L’arte agisce sul sentimento, e quindi può agire solo col sentimento. Vasilij Kandinskij
Le interviste impossibili: Bruno D’Amore incontra e intervista Vasilij Kandinskij a Bogotà alla fine di aprile del 2013. Su incarico di una prestigiosa casa editrice, ho la fortuna di poter intervistare Vasilij Kandinskij di passaggio a Bogotà, durante un suo viaggio in Sud America. Lo spazio concessomi è breve e dunque non voglio sprecarlo, passando subito alle mie domande ed alle risposte che gentilmente il Maestro ha voluto concedere. Buongiorno Maestro; trovo assai curiosa la sua presenza qui in Sud America. In vita lei ha viaggiato in vari Paesi europei, in Africa, se non sbaglio; è stato negli USA, ma mai in America Latina. Confermo, è vero. Ma i miei occhi sono come stregati dalla luce di queste savane sull’equatore, i colori vivono in me, hanno un senso che supera ogni spiegazione banalmente cromatica, lei dovrebbe saperlo. E qui i colori sono di una vivezza diversa. Lo sa che l’ombra qui…
I suoi rossi? Avrei potuto sommare rossi a rossi
ricerca artistica con la filosofia, che dico, con la vita.
Lo sa che cosa ha scritto uno straordinario storico e critico d’arte italiano? «Kandinskij non applica la legge dei contrasti simultanei, ma la verifica; si serve di due colori come di due forze controllabili che possono essere sommate o sottratte e, secondo i casi, cioè secondo gli impulsi che riceve, si avvale di entrambi affinché si limitino o si esaltino a vicenda. Ci sono anche segni lineari, filiformi; sono, in un certo modo, indicazioni di movimenti possibili, sono tratti che suggeriscono la direzione ed il ritmo delle macchie che vagano sulla carta. Danno movimento a tutto l’acquerello».
Una studiosa d’arte, Elena Pontiggia, scrive che lei offre, nelle sue pagine, non un codice di precetti, ma la rivelazione di un orizzonte di possibilità.
Vero, assolutamente vero, di chi si tratta? Di Giulio Carlo Argan che, pensi un po’, fu anche sindaco di Roma. Bene, Argan; ma si parla di me anche per le mie opere scritte, o solo delle mie pitture?
Sì, lo so, è una cosa che affascina tutti, specie gli Europei. L’ombra a mezzogiorno, a Bogotà, ti si proietta sotto i piedi e non la vedi, sembriamo corpi senz’ombra.
Lei è considerato il numero uno degli astrattisti, senza ombra di dubbio. Ma stiamo sempre più rivalutando il suo testo Lo spirituale nell’arte, del 1910. Poco più di cent’anni fa. Pensi che si ripubblica ogni tanto.
L’avessi visto prima, l’intensità della luce del Sole è diversa, viva, illuminante. I miei rossi …
1910, ah, sì, ma ci ho messo quasi sette anni a scriverlo, perché fosse chiaro. Ho cercato di fondere la
Bello, ben centrato. E che altro? La stessa studiosa asserisce che l’originale dello scritto nasce non dalla sua novità ma dalla sua capacità di accogliere molteplici suggestioni tanto riconoscibili quanto mascherate dal loro stesso sovrapporsi. Notevole; io volevo solo risvegliare la capacità di cogliere nelle cose materiali e nelle cose astratte l’elemento spirituale che rende possibili infinite esperienze. Dunque, ricorda ancora intere frasi a memoria. Lo sa che siamo assai vicini? Lei parla di "cose materiali e cose astratte", che sembrano contraddizioni. Anche noi matematici parliamo di "oggetti" matematici, ma ci riferiamo a pure idee. Sì, lo so, nei miei viaggi e nei miei incontri ho spesso discusso di cose scientifiche; voi e noi diamo una grande importanza alla contemporaneità, alla produzione come espressione della sensibilità dell’attualità. L’armonia d’insieme, che io citavo per indicare la strada che conduce all’opera d’arte, assomiglia molto a quella che voi chiamate logica o
coerenza. Ma la nostra logica non è di tipo puramente formale, o meglio: è formale ma in altro senso. Adoro il fatto che lei mescoli frasi del suo libro a questioni contemporanee; ricordo ancora l’ebbrezza provata nel leggere la sua famosa pagina dove paragona i lavori di Matisse e Picasso. Bisogna sempre parlare della contemporaneità, per far vivere l’arte e lo spirituale in essa contenuto. Ricorda il mio discorso sulla musica? Come dimenticarlo, Maestro? Lei usa la musica come paragone. La musica non usa i suoi mezzi del ripetere o imitare la natura; essa serve all’artista solo per esprimere la sua vita psichica, per dare vita ai suoi sogni. Così la pittura … Sì, ai miei tempi non era facile come ora, ci si aspettava sempre una pittura di verosimiglianza al reale, ma che cos’è il reale? Ogni colore ha una sua forza, una vita, una sua indipendenza, che non dipende dall’uso che ne faccio per replicare il reale. I sensi dell’uomo possono essere paragonati … Mi permette? Lo ricordo benissimo: l’occhio è il martelletto, l’anima un pianoforte … Ma questa mia lezione, è stata capita? Hanno capito i poeti e gli artisti che la forma è l’espressione del contenuto interiore? Che c’è un unico principio che fonda l’armonia
delle forme, un efficace contatto con l’anima? Credo di poter rispondere positivamente, Maestro. C’è poi una sua frase che più d’ogni altra ha colpito nel segno: l’arte può esprimersi con qualsiasi forma. Anzi questa idea è stata estesa, ampliata. Il bello è quel che nasce da una necessità interna: questo capovolge la storia dell’arte. Lei ha cambiato i canoni. Bene, bene, la mia vita non è stata invano. E chi sono gli artisti, oggi, in campo internazionale, che lei può, come dire, asserire che hanno seguito il solco da me tracciato? Maestro, impossibile rispondere, sono tanti. Alcuni in modo più o meno maldestro, pochi con efficienza straordinaria. Un nome, uno solo. Io ho in mente, per esempio, il lavoro straordinario di un italiano, Ferruccio Gard, valdostano-torinese trapiantato a Venezia, che ha tenuto mostre in tutto il mondo. Il suo colore esplode, sembra seguire le sue regole, Maestro, sembra di vedere una messa a tutto campo di alcune sue posizioni teoriche. Un astrattista, come si dice? Sì, certo, ma moderno, dinamico. In lui astrattismo e informale s’intrecciano, così come la geometria o, meglio, le geometrie. Nei suoi quadri annulla l’essere per esprimere il sentimento. I colori, i formali-
smi sembrano rigidi e predeterminati dalle geometrie che pone alla base, ma poi lui stesso se ne libera e non ti lasciano il senso soffocante di qualcuno dei suoi epigoni, Maestro. Un grande critico d’arte, Pierre Restany, fondatore a Parigi del Nouveau Realisme, scriveva di lui: «L’assumere una tale sfida vitalistica implica una scelta esistenziale, cioè passionale ed affettiva al di là dei criteri più o meno razionali del "gusto"». Bello, effettivamente mi ricorda certi dibattiti francesi cui ho partecipato per anni, finalmente risolti. Ancora. Un altro critico e storico dell’arte che ho sempre stimato tanto, Renato Barilli, sempre a proposito di Gard, scrive: «Siamo attratti, affascinati da tutte le manifestazioni di un disordine, di un caos primordiale, ma un po’ di ordine a fare da filtro è pur sempre gradito». Ordine e disordine, certo, contrari epigoni del vero, manifestazioni dello spirituale. Ma così come la musica va ascoltata… Sì, lo so, l’arte va vista. Ma lui non è solo un astrattista, è un artista cinetico, uno scultore, una vera sorpresa, artista a tutto campo, ma coerente. Se mi permette, Maestro, le mostro l’opera di Ferruccio. Come? Ma io adesso non posso, ho tanto da vedere, da visitare qui, non posso ulteriormente viaggiare, il tempo che mi è stato concesso…
No, non si preoccupi, Maestro, adesso esiste internet, le spiego, venga. Non occorre uscire di casa, basta avvicinarsi al computer. … Ma è una meraviglia, tutto il mondo a portata di mano, siamo entrati nello studio di questo artista in un battibaleno, senza spostarci di qua. I colori, l’astratto, il geometrico, il movimento, mi sembra di conoscerlo da anni, di averlo sempre conosciuto. Che coraggio, che saggezza celata sotto un velo di finta spavalderia, che coerenza. Non trova anche lei di estremo interesse che molte delle opere di Gard abbiano titoli che fanno riferimento alla musica? Sì, anzi, so che Gard, nel suo studio, in un’isola nella laguna di Venezia, dipinge immerso nella musica, al rapporto della quale con la pittura lei ha dedicato un capitolo importante nel suo libro. Per gli artisti, il più ricco insegnamento viene dalla musica che, salvo poche eccezioni, è già da alcuni secoli l’arte che non usa i suoi mezzi per imitare i fenomeni naturali, ma per esprimere la vita psichica dell’artista e creare la vita dei suoni. Nasce da qui la ricerca di un ritmo pittorico, di una costruzione matematica astratta; nasce da qui il valore che si dà alla ripetizione della tonalità cromatica,
al dinamismo dei colori... Ma Gard l’ha letto il mio libro? Come avrebbe fatto, altrimenti? Penso che l’abbia imparato a memoria … Non pretendevo tanto, ma qualcosa l’avevo intuito. Ma ora la lascio, devo riprendere il mio viaggio. La pittura chiamata astratta, e penso anche quella che lei ha definito cinetica, significa libertà creativa ma anche fatica fisica, e pure anche sofferenza interiore. I sentimenti possono essere gioia, ma anche sofferenza, e non a caso ho scritto che «L’arte agisce sul sentimento, e quindi può agire solo col sentimento». Maestro, troverò il modo di far sapere al mondo di questo nostro incontro, per testimoniare che la lezione che lei ha dato a tutti noi è ancora viva, più che viva. Buon viaggio, spero di poterla incontrare ancora, un giorno, chissà dove, chissà quando. E se fosse a Venezia? Magari, è la più bella città del mondo.
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ABSTRACT AND OPTICAL ART Art acts on sentiment, and therefore it can only act with sentiment Vasilij Kandinskij
Wassilj Kandinskij, Composition VIII, 1923
Impossible interviews: Bruno D’Amore meets and interviews Wassily Kandinsky in Bogotá at the end of April 2013. Commissioned by a prestigious publisher, I had the good luck to be able to interview Wassily Kandinsky, who was passing through Bogotá while travelling in South America. I have been given little space and do not want to waste it, so I will immediately move on to my questions and the answers the master kindly gave me. Good morning, Maestro. I find your presence here in South America quite intriguing. In your life, you have travelled to various European countries as well as Africa, if I’m not mistaken; you’ve been to the United States, but never Latin America. Yes, that’s right. But my eyes are bewitched by the light of these equatorial savannahs; the colours live in me and have a meaning that exceeds every commonplace chromatic explanation. You should know this. And here the colours have a different vividness. You know that the shadows here … Yes, I know. It’s something that fascinates everyone, especially Europeans. At noon in Bogotà, your shadow is projected under your feet and you can’t see it. We look like bodies without shadows. I wish I had seen it sooner. The intensity of the sunlight is different: alive, illuminating. My reds … Your reds?
I could have added reds to reds… Do you know what an extraordinary Italian art historian and critic said? "Kandinsky does not apply the law of the simultaneous contrasts, but its verification; he uses two colours as two controllable forces that can be added or subtracted and, depending on the case or, in other words, according to the impulses he receives, he takes advantage of both, so they mutually limit or enhance each other. There are also linear, filiform signs; in a certain way, they are indications of possible movements, lines that suggest the direction and rhythm of the spots rambling on the paper. They lend movement to the entire watercolour." That’s true. Absolutely true. Who wrote that? Giulio Carlo Argan and, just think, he was also the mayor of Rome. Good, Argan. But does people talk about me also regarding my written works or just my paintings? Beyond the shadow of a doubt, you are considered the Number One of abstract artists. But we are increasingly reassessing your text, Concerning the Spiritual in Art, written in 1910, so a little over 100 years ago. Just think: it’s republished every so often. Ah, yes, 1910. But it took me nearly seven years to write, to be sure it was clear. I tried to blend artistic research with philosophy … I mean, with life.
An art historian, Elena Pontiggia, writes that your pages do not offer a set of rules, but the revelation of a horizon of possibilities. Nice. Right on target. And what else? She also states that the text is original not because of its novelty, but because it is able to grasp multiple suggestions that are both recognizable and masked by the very fact that they overlap. Remarkable. I simply wanted to reawaken the ability to grasp in both material and abstract things the spiritual element that makes infinite experiences possible. So you still remember entire phrases by heart. Do you know that we’re quite close? You talk about "material things and abstract things", which seem to be contradictions. We mathematicians also talk about mathematical "objects", but we’re referring to pure ideas. Yes, I know. On my journeys and in my encounters I often talk about scientific things. We artists and you mathematicians lend great importance to contemporaneity, to production as an expression of the sensitivity of what is current. The overall harmony, which I mentioned to indicate the path leading to the work of art, closely resembles what you call logic or coherence. But our logic is not the purely formal type or, rather, it is formal, but in another sense.
I adore the fact that you blend phrases from your book with contemporary issues. I still remember the heady feeling I had when I read your famous page where you compare the works of Matisse and Picasso.
any other: art can be expressed with any form. In fact, this idea has been extended, expanded. Beauty is what originates from an inner necessity: this has overturned art history. You changed its very principles.
We must always talk about contemporaneity, to bring art and the spiritual it contains to life. Do you remember my discussion about music?
Very good. So my life has not been in vain. And who are the artists working in the international field who, in your opinion, have followed this path I have sketched out?
How could I forget, Maestro? You use music as a basis of comparison. Music doesn’t use its medium of repeating or imitating nature; it serves the artist simply to express his mental life, to bring his own to life. Likewise, painting …
Maestro, that would be impossible to answer, as there are so many. Some rather ineptly and only a few with extraordinary efficiency. Give me a name. Just one.
Yes, in my day it wasn’t as easy as it is now. People always expected painting to reflect reality, but what is reality? Every colour has its own power, life, independence, which is not subordinate to the way I use it to replicate what is real. The human senses can be compared to… Allow me! I remember perfectly: the eyes are the hammer, the soul a piano … But did people understand my lesson? Did poets and artists grasp that form expresses inner content? That there is a single principle fusing the harmony of forms, an effective contact with the soul? I think I can respond affirmatively, Maestro. There’s another quotation of yours that has hit the mark better than
I’m thinking, for example, of the extraordinary work of an Italian, Ferruccio Gard, hailing from Valle d’Aosta and Turin, who settled in Venice and has held exhibitions around the world. His colours explode and he seems to follow your rules, Maestro. It’s like seeing the sweeping use of some of your theoretical positions. In other words, an abstract artist? Yes, of course, but modern and dynamic. Abstract and informal art entwine in his works, along with geometry or, rather, geometries. In his paintings, he effaces essence to express sentiment. His colours and formalisms seem to be rigid and predetermined by the geometric figures underlying the works, but then he gets rid of them and the works don’t leave you with the suffocating feeling of some of your followers, Maestro. Pierre Restany,
Ferruccio Gard, Forma / Percezione / Colore 79, cm 90 x 90, 1979
a great art critic who founded Nouveau Realisme in Paris, said this about him: "Taking up such a vitalistic challenge implies an existential choice, meaning a passionate and emotional one above and beyond the more or less rational criteria of ‘taste’." Nice. In effect, it reminds me of some of the French debates in which I participated for years and that have now finally been resolved. Again. Another art critic and historian I have always respected a great deal, Renato Barilli, wrote this about Gard: "We are attracted, fascinated, by all manifestation of disorder, of primordial chaos, but having a bit of order to serve as a filter is always welcome." Order and disorder, of course, contrary followers of truth, manifestations of the spiritual. But just as music must be listened to… Yes, I know, art must be seen. But he is not just an abstract artist. He is a kinetic artist, a sculptor, a real surprise, an all-around but coherent artist. If I may, Maestro, I will show you Ferruccio’s work. How? I can’t right now. I have so much to see and visit here, and I can’t travel here again. The time I’ve been granted… No, don’t worry. Now we have the Internet. I’ll explain. Come here please. You don’t need to leave the house, but just look at a computer.
… This is wonderful … the whole world at your fingertips. We entered the artist’s studio instantly, without ever leaving the room. The colours, the abstraction, the geometric, the movement: I feel like I’ve known them for years. Like I’ve always known them. What boldness, what wisdom concealed under a veil of faux cockiness. What coherence. Don’t you too find it extremely interesting that many of Gard’s works have titles referring to music? Yes. In fact, I know that in his studio, on an island in the Venetian lagoon, he is surrounded by music as he paints. You devoted an important chapter of your book to the relationship between music and painting. For artists, the richest teaching comes from music and, save only a few exceptions, for several centuries now it is an art that does not use its media to imitate natural phenomena, but to express the inner life of the artist and create the life of sounds. This is what generates the search for a pictorial rhythm, for an abstract mathematical construction. This is what generates the value that is given to the repetition of chromatic tonality, the dynamism of colours … Did Gard read my book? He must have! Otherwise, how could he have painted these works? I think he must have learned it by heart …
I couldn’t have hoped for that, yet I did sense something. But now I must go. I need to get on my way. The type of painting called abstract, and I think also the kind you referred to as kinetic, means creative freedom but also physical fatigue and inner suffering. Sentiments can be joy but also suffering, and it is no accident that I wrote that "Art acts on sentiment, and so it can only act with sentiment". Maestro, I’ll find a way to let the world know about our meeting, to demonstrate that the lesson you gave all of us is still alive, more than alive. Have a safe journey and I hope to see you again one day, who knows where or when. What if it were in Venice? That would be wonderful! It’s the most beautiful city in the world.
Periodo arte costruttivista, programmata e cinetica (1969-1986) Constructivist, programmed, kinetic and optical art period (1969-1986)
18
19
Ecce homo, olio su cartone telato, cm 70 x 50, 1969
Struttura percettiva, olio su tela, cm 100 x 100, 1969
20
21
Movimenti percettivi, acrilici su tela, cm 70 x 70, 1969
Movimenti percettivi 70/69, acrilici su tela, cm 70 x 70, 1969
22
Emozioni percettive, olio su cartone telato, cm 70 x 50, 1969
23
24
25
Movimenti percettivi 160/69, olio su tela, cm 90 x 70, 1970
26
27
Movimenti percettivi/60, acrilici su tela, cm 60 x 60, 1969
Modulazioni spazio-colore 100, acrilici su tela, cm 100 x 100, 1970
28
29
Optical emotions on the colour, acrylic colours on canvas, cm 100 x 80, 1971
30
Cromo-struttura/71 N째7, acrilici su tela, cm 100 x 80, 1971
31
32
Cromo-struttura/71 N째16, acrilici su tela, cm 100 x 80, 1971
33
34
35
Colore-Struttura, acrilici su tela, cm 50 x 40, 1974
Colore-Struttura, acrilici su tela, cm 50 x 40, 1974
36
37
Cromo-struttura 50/40, acrilici su tela, cm 50 x 40, 1974
38
39
Modulazioni cromo-strutturali, olio su tela, cm 50 x 40, 1975 Modulazioni cromo-strutturali, olio su tela, cm 50 x 40, 1975
Modulazioni cromo-strutturali, olio su tela, cm 50 x 40, 1975
Modulazioni cromo-strutturali, olio su cartone telato, cm 60 x 50, 1976
40
Autunno, acrilici su tela, cm 90 x 60, 1980
41
42
43
Sensazioni geometriche, acrilici su tela, cm 40 x 30, 1980
Autunno cinetico, acrilici su tela, cm 100 x 100, 1980
44
45
Modulazioni cromatiche in giallo, rosso, verde, blu e ..., acrilici su tela, cm 100 x 100, 1981
Movimenti percettivi, acrilici su tela, cm 120 x 120, 1982
46
47
Andante cromatico-omaggio a Richard Wagner, acrilici su tela, cm 110 x 110, 1982
48
49
Modulazioni cromo-strutturali ‘82, acrilici su tela, cm 110 x 110, 1982
50
51
Modulazioni cromatiche ‘82, acrilici su tela, cm 100 x 100, 1982
52
53
Movement as a message, acrylic colours on canvas, cm 100 x 100, 1982
54
55
Movimenti percettivi 60, acrilici su tela, cm 60 x 60, 1984
56
57
Riflessioni percettive, acrilici su tela, cm 150 x 150, 1984
58
59
Andante cromatico in giallo, acrilici su tela, cm 100 x 100, 1984
60
61
Riflessioni percettive in blu e..., acrilici su tela, cm 150 x 150, 1986
62
63
Modulazioni cromatiche ‘86, acrilici su tela, cm 150 x 150, 1986
64
65
Movimenti percettivi, acrilici su tela, cm 150 x 150, 1986
66
Periodo geometrico e astratto informale (1987-2003) Geometric and informal abstract period, (1987-2003)
67
68
69
Fra colore e geometria, acrilici su tela, cm 150 x 150, 1987
70
71
Fra colore e geometria n 2, acrilici su tela, cm 100 x 100, 1987
72
73
Le mie geometrie. Anno 1987, acrilici su tela cm 100 x 100, 1987
Colore e geometria, acrilici su tela cm 100 x 100, 1987
74
75
New Geo. Ricerca n째47, acrilici su tela, cm 60 x 60, 1988
Movimenti percettivi 70/89, acrilici su tela, cm 90 x 90, 1989
76
77
Geometrizzando-Ricerca n째 601, acrilici su tela, cm 50 x 50, 1990
78
79
Emozioni geometriche, acrilici su tela, cm 100 x 100, 1990
80
81
Geometrizzando-Ricerca n째 720, acrilici su tela, cm 50 x 50, 1991
82
83
Fra energia e perfezione (colore + geometria), acrilici su tela, cm 90 x 90, 1991
Geometrizzando. Ricerca n 618, acrilici su tela, cm 90 x 90, 1991
84
85
Omaggio a MadĂŹ, acrilici su tela, cm 80 x 80, 1994
Omaggio a MadĂŹ, acrilici su tela, cm 80 x 80, 1994
86
87
Concetto cromatico, acrilici su tela, cm 50 x 50, 1997
Concetto cromatico, acrilici su tela, cm 50 x 50, 1998
88
89
Nel colore pensieri - Ricerca n. 518, acrilici su tela cm 50 x 50, 1997
Fra colore e geometria/60, acrilici su tela, cm 60 x 60, 1990
90
91
Geometrizzando, ricerca n. 624, acrilici su tela, cm 70 x 70, 1991
Emozioni cromo-geometriche, acrilici su tela, cm 50 x 50, 1991
92
93
Tra astratto e informale, acrilici su tela, cm 150 x 150, 1987
94
95
Fra New Geo e Informale, acrilici su tela, cm 80 x 80, 1990
New Geo, ricerca ‘90, acrilici su tela, cm 70 x 70, 1990
96
97
In diretta dal Big Bang, acrilici su tela cm 120 x 120, 1992
98
99
Nel colore, emozioni, acrilici su tela, cm 30 x 30, 1994
In diretta dal Big Bang, acrilici su tela, cm 60 x 60, 1996
100
101
Il luogo dell’origine, acrilici su tela, cm 60 x 60, 1997
Nel colore emozioni. Ricerca n° 689, acrilici su tela, cm 60 x 60, 1997
102
103
Cosmologia cromatica, acrilici su tela, cm 90 x 90, 2000
104
105
Concerto cromatico, acrilici su tela, cm 120 x 120, 2001
Energie cromatiche, dal blu al rosso, acrilici su tela, cm 120 x 120, 2001
106
107
Autoritratto Self-portrait, acrilici su tela, cm 90 x 90, 2002
108
109
Galassia cromatica, acrilici su tela, cm 100 x 100, 2002
La mia finestra, acrilici su tela, cm 90 x 90, 2002
110
111
La fissione del colore ‘03, acrilici su tela, cm 120 x 120, 2003
La fissione del colore 100/03, acrilici su tela, cm 100 x 100, 2003
112
113
Fantasia cromatica, acrilici su tela e acciaio inox, cm 100 x 100, 2003
Melodia cromatica 90/2003, acrilici su tela e acciaio inox, cm 90 x 90, 2003
114
115
Full color, acrylic colours on canvas, cm 50x50, 2003
Full color, acrylic colours on canvas, cm 50 x 50, 2003
116
Periodo astratto (1999-2013) Abstract period (1999 – 2013)
117
118
119
Autoritratto Self-portrait, acrylic colours on canvas, cm 50 x 50, 1999
Autoritratto Self-portrait, acrylic colours on canvas, cm 50 x 50, 1999
120
121
Autoritratto Self-portrait, acrilici su tela cm 50 x 50, 2000
122
123
Autoritratto Self-portrait, acrilici su tela, cm 70 x 70, 2002
Autoritratto Self-portrait, acrylic colours on canvas, cm 80 x 80, 2002
124
125
Autoritratto Self-portrait, acrilici su tela, cm 60 x 60, 2002
126
127
Full color, acrylic colours on canvas cm 30x30, 2004
Autoritratto Self-portrait, acrylic colours on canvas, cm 145 x 145, 2003
128
129
Poesia cromatica, acrilici su tela, cm 130 x 130, 2004
130
131
Poesia cromatica, acrilici su tela, cm 40 x 40, 2004
132
133
Tastiera in 31 colori e variazioni, acrilici su tela, cm 110 x 110, 2004
134
135
Sinfonia in 23 colori e variazioni, acrilici su tela, cm 40 x 40, 2005
136
137
Concert in 6 colours and 26 shades, acrylic colours on canvas, cm 115 x 115, 2006
Concert in 5 colours and 26 shades, acrylic colours on canvas, cm 115 x 115, 2006
138
139
Modulazioni cromatiche in 32 movimenti, acrilici su tela, cm 60 x 60, 2006
140
141
Autunno astratto 2006, acrilici su tela, cm 60 x 50, 2006
142
143
Modulazioni in bianco, grigio, nero, rosso e giallo, acrilici su tela, cm 100 x 100, 2006
144
145
Modulazioni in bianco, nero e grigio N째 1, acrilici su tela, cm 100 x 100, 2006
Modulazioni in bianco, nero e grigio N째 2, acrilici su tela, cm 100 x 100, 2006
146
Il luogo del colore, acrilici su tela, cm 145 x 115, 2007
147
148
149
Emozioni cromatiche, acrilici su tela, cm 60 x 60, 2007
150
151
Modulazioni cromatiche 07, acrilici su tela, cm 150 x 115, 2007
152
153
Autoritratto Self-portrait, acrylic colours on canvas, cm 60 x 60, 2007
154
155
Emozioni cromatiche 07/110, acrilici su tela, cm 110 x 110, 2007
156
157
Autoritratto Self-portrait, acrilici su tela, cm 70 x 70, 2007
Autoritratto Self-portrait, acrilici su tela, cm 70 x 70, 2007
158
159
Fra grigio, giallo, rosso, bianco, blu e nero, acrilici su tela, cm 90 x 90, 2007
160
161
Modulazioni cromatiche/90-2007, acrilici su tela, cm 90 x 90, 2007
162
163
Il campo di girasoli N째 2, acrilici su tela, cm 110 x 110, 2006
164
165
Il campo di girasoli N째 3, acrilici su tela, cm 115 x 145, 2007
166
167
Dentro l’energia del colore, acrilici su tela, cm 120 x 120, 2008
168
169
Invito al colore 148/115, acrilici su tela, cm 145 x 115, 2008
170
171
Emotions in colour 50/09 N째2, acrylic colours on canvas, cm 50 x 50, 2009
172
173
Emotions in colours, acrylic colou rs on canvas, cm 50 x 50, 2009
174
175
Inside the energy of color, acrylic colours on canvas, cm 100x100, 2010
Full color, acrylic colours on canvas, cm 50 x 50, 2010
176
177
Emozioni cromatiche 120/10, acrilici su tela, cm 120 x 120, 2010
178
179
Venezia: invito al colore 180/011, acrilici su tela, cm 100 x 80, 2011
180
181
Effetto colore in rosso fuoco, acrilici su tela, cm 80 x 80, 2011
182
183
Pentagramma, acrilici su tela, cm 60 x 60, 2013
Sinfonia cromatica 2013, acrilici su tela, cm 60 x 60, 2013
184
185
Sinfonia cromatica 2013, acrilici su tela, cm 60 x 60, 2013
186
Chromatic energies, acrylic colours on canvas, cm 70 x 50, 2013
187
188
189
Chromatic energies, acrylic colours on canvas, cm 70 x 50, 2013
190
191
Chromatic energies, acrylic colours on canvas, cm 70 x 50, 2013
192
Modulazioni cromatiche/013, acrilici su tela, cm 150 x 115, 2013
193
194
195
Chromatic galaxy, acrylic colours on canvas, cm 40 x 40, 2013
196
197
Full color, acrylic colours on canvas, cm 50 x 40, 2013
Chromatic energies, acrylic colours on canvas, cm 60 x 60, 2013
198
Sculture (1500 a.C.-2013) Sculptures (1500 B.C.-2013)
199
200
201
Dallo Spazio, emozioni (pensando al Big Bang), vetro su vetro, cm 70 x 70, Archimede Seguso e Ferruccio Gard, 1997
In diretta dal Big Bang, vetro su vetro, cm 70 x 50, Archimede Seguso e Ferruccio Gard, 1997
202
203
Transparent colors in the Murano glass, 23 x 30 x 7 cm, by Berengo Fine Arts, 2005
204
205
Transparent colors in the Murano glass, 40 x 30 x 12 cm, by Berengo Fine Arts, 2005
206
207
On glasses art, vetrata rilegata a piombo e dipinta a mano a gran-fuoco, by Vetreria Cinquanta, cm 100 x 70, 2008
Web Kinetics - Kinetic chair, by Gruppo Sintesi, 2012
208
209
CittĂ di Caorle (Venezia). Scogliera viva: "Scoglio, mare e geometria", 2006
210
211
Emozioni cromatiche in optical, acrilici su doppia tavola e base in plexiglass, cm 20 x 20 x 2, 2010
212
213
La Venezia dipinta - Installazione Open International 2007, Lido di Venezia
214
215
Color’s energy on glacial pebble, 35 x 27 x 15 cm, 1500 B.C. - 2013
216
217
Trasparenze cromatiche in plexiglass, 20 x 12 x 4 cm, 2013
218
Periodo arte programmata, optical e cinetica (2000-2013) Programmed, kinetic and optical art period (2000-2013)
219
220
221
The emotion of the color in op art, acrylic colours on canvas, cm 70 x 70, 1973/2000
Movement as a message, acrylic colours on canvas, cm 80 x 100, 1974/2000
222
223
Movement as a message, acrylic colours on canvas cm 80x100, 1974/2001
Emozioni cromatiche in op art, acrilici su tela, cm 80 x 80, 2002
224
225
L'emozione del colore, acrilici su tela, cm 30 x 30, 2004
L'emozione del colore, acrilici su tela, cm 50 x 50, 2004
226
227
Chromatic energies, acrylics colours on canvas, cm 80 x 80, 1986/2005
Cromo - struttura fra verde e arancione, acrilici su tela , cm 50 x 50, 1985/2006
228
Percezioni cromatiche, acrilici su tela, cm 150 x 115, 2007
229
Percezioni cromatiche 150/08, acrilici su tela, cm 150 x 115, 2008
230
231
Optical emotions in colours 09, acrylic colours on canvas, cm 60 x 60, 2009
Optical emotions in colours 09, acrylic colours on canvas, cm 80 x 80, 2009
232
233
Optical colours 180/09, acrylic colours on canvas, cm 100 x 80, 2009
234
235
Optical Self-portrait, acrylic colours on canvas, cm 100 x 100, 2011
236
Optical emotions in colours 011, acrylic colours on canvas, cm 150 x 115, 2011
237
238
Effetto colore in optical 180/011 N째15, acrylic colours on canvas, cm 100 x 80, 2011
239
240
Effetto colore in optical 180/011, N째16, acrylic colours on canvas, cm 100 x 80, 2011
241
242
243
Optical emotions in colours 70/011, acrylic colours on canvas, cm 70 x 70, 2011
Optical emotions in colours 70/011, acrylic colours on canvas, cm 70 x 70, 2011
244
245
Optical emotions in colours 170/011, acrylic colours on canvas, cm 100 x 70, 2011
246
247
Effetto colore in optical 180/011 N째26, acrilici su tela, cm 100 x 80, 2011
248
249
Optical emotions in colours, acrylic colours on canvas, cm 80 x 80, 2012
Optical emotions in colours 80/2012, acrylic colours on canvas, cm 80 x 80, 2012
250
Chromatic emotions/2013, acrylic colours on canvas, cm 150 x 115, 2013
251
252
253
Emotions in optical/70/013, acrylic colours on canvas, cm 70 x 70, 2013
254
255
Full color in op art, acrylic colours on canvas, cm 50 x 40, 2013
256
257
Full color in op art, acrylic colours on canvas, cm 40 x 30, 2013
258
Variazioni fra bianco, grigio e nero, acrylic colours on canvas, cm 80 x 60, 2013
259
260
261
Variazioni fra bianco, grigio, nero e altro, acrilici su tela, cm 90 x 90, 2013
262
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Variazioni fra bianco, grigio, nero e altro, acrilici su tela, cm 90 x 90, 2013
264
265
Variazioni fra bianco, grigio, nero e altro, acrilici su tela, cm 120 x 120, 2013
266
Divertissement ĂŠrotique Omaggio a grandi maestri (2013 - ...) An homage to the master (2013 - ...)
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268
269
Lettera a Venere, Urbino (Italia). Omaggio a Tiziano. Acrilici e francobolli su tela, cm 120 x 80, 2013 Letter for Venere, Urbino ( Italy ), from all over the world and tribute to Tiziano. Acrylic colours and stamps on canvas, cm 120 x 80, 2013
Lettera a Olympia, Parigi ( Francia). Omaggio a Manet. Acrilici e francobolli su tela, cm 120 x 80, 2013 Letter for Olympia, Paris (France), from all over the world and tribute to Manet. Acrylic colours and stamps on canvas, cm 120 x 80, 2013
270
271
La vera origine del mondo. Caravaggio batte Courbet 1 - 0, acrylic colours on canvas, cm 100 x 60, 2013 The true origin of the world. Caravaggio beats Courbet 1 - 0, acrylic colours on canvas, cm 100 x 60, 2013
272
Un sogno. Omaggio a Courbet, acrylic colours on canvas, cm 100 x 60, 2013
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Apparati / Notes
SEMIDEI Chi fu il primo estimatore della pittura geometrica, astratta e comunque non figurativa? Forse Platone (Atene, 427-348 a.C.) che, a proposito della pittura, scrisse: «Per quel che riguarda la bellezza delle figure, non ho in mente quello che i più potrebbero immaginare, per esempio i bei corpi dipinti. Intendo piuttosto la linea retta o il cerchio, le figure piane e le solide, costruite con riga e squadra. Io ritengo che queste figure siano belle in se stesse, perché procurano un loro particolare piacere». Chi fu il primo autore di una scultura o di un quadro totalmente astratto? Forse il francese Picabia, che realizzò dei disegni astratti nel 1907 o, molto più probabilmente, il tedesco Hoelzel. L’astrattismo acquistò una fisionomia specifica ed entrò come movimento nella storia dell’arte contemporanea fra il 1910 e il 1914. Fra i primi grandi astrattisti, l’olandese Mondrian, i russi Kandinskij, Malevic e Larionov, l’ungherese Moholy-Nagy, il cèko Kupka, la francese Delaunay, il romeno Brancusi e il tedesco Arp. A quasi un secolo dalla nascita dell’astrattismo, in un mondo che, rispetto agli inizi del '900, fra satelliti, televisione, computer e internet, sembra avere fatto un balzo in avanti, sulla strada del progresso, di mille anni, trovo ancora qualcuno (comunque sempre di meno, per fortuna) che, dinanzi ai miei quadri astratti, afferma: «Mah, non li voglio guardare perché non li capisco!», oppure: «Mi piacciono molto, me ne sognerei uno a casa mia, ma non ne compro perché non capisco cosa vogliono dire». Quando vado nei musei di arte moderna, il mio pensiero, paradossalmente, va indietro nel tempo. Penso ai tempi delle carrozze a cavalli (che ancora esistevano quando nacque l’astrattismo), mi inginocchio, con deferente ammirazione, davanti ai quadri e alle sculture dei primi astrattisti, e piango per la commozione. Considero Hoelzel, Picabia, Mondrian, Kandinskij, Malevic, e tutti gli altri che ho citato prima, compreso Platone, come gli uomini più geniali e coraggiosi che siano mai esistiti. I più grandi, in assoluto, di tutta la storia dell’umanità! Non includo, in questo mio ghota dei grandi uomini, gli artisti della ceramica attica che, nel secolo IX a.C., realizzarono vasi decorati con lo stile del Dìpylon, e cioè con decorazioni policrome esclusivamente geometriche o con figure umane astrattamente geometrizzate. Quelli, se raffrontati con chi, oggi, in fatto di pittura, è rimasto ai quadri raffiguranti la solita barchetta che si culla sulle onde o mucche paciose che brucano l’erbetta, non erano uomini, ma semidei. Ferruccio Gard
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DEMI-GODS
Con il Presidente della Biennale di Venezia, Paolo Baratta. Venezia 2013.
Who was the first to appreciate geometrical, abstract or non-figurative painting? Maybe Plato (Athens, 427 – 348 B.C.), who, on the subject of painting, wrote: "With regard to the beauty of the figures, I am not thinking of what most men might imagine, for example, the beautiful painted bodies. Rather I mean the straight line, the circle, flat and solid figures, constructed with a ruler and a square. I hold that these figures are beautiful in themselves, since they provide a particular pleasure of their own." Who was the first creator of a wholly abstract sculpture or painting? Maybe the French artist Picabia, who created abstract drawings in 1907 or, more probably, the German Hoelzel. Abstract art acquired a specific physiognomy and entered the history of contemporary art as a movement between 1910 and 1914. The great abstract artists include: the Dutch Mondrian, the Russians Kandinsky, Malevich, Tatlin (creator of constructivism), Gabo, Pevsner and Larionov, the Hungarian Moholy-Nagy, the Czech Kupka, the French Delauney, the Rumanian Brancusi and the German Arp. About a century after the birth of abstract art, in a world which, with its satellites, television, computers and internet, appears, with respect to the beginning of the century, to have leapt forward a thousand years on the path of progress, I still find people (ever fewer, fortunately) who, in front of one of my paintings, state: "I just don’t want to look at them because I don’t understand them!" or "I like them a lot, I’d love to have one at home, but I won’t buy them because I don’t understand what they mean." When I visit museums of modern art, my mind, paradoxically, goes back in time. I think of the days of horse-drawn carriages, which still existed when abstract art came into existence; I kneel with deferential admiration before the pictures and sculptures of the first abstract artists, and I weep with emotion. I consider Hoelzel, Picabia, Mondrian, Kandinsky, Malevich and all the others mentioned above, including Plato, as the most brilliant and courageous men who have ever existed. The greatest of all, in the whole history of mankind! I do not include, in this personal Gotha of great men, the artists of Attic ceramics who, in the 9th century B.C., created vases decorated in the Dipylon style, with exclusively geometrical polychrome decorations or with abstractly geometricised human figures. Those artists, if compared with painters today who are still stuck with their boats bobbing on the waves or cows placidly chewing the cud, were not men but demi-Gods. Ferruccio Gard
Con Massimilano Gioni, curatore della 55.Biennale Internazionale d'Arte di Venezia (2013).
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Due esibizioni di calcio per beneficenza. Ferruccio Gard con Gianni Morandi, capitano della Nazionale Italiana Cantanti, Padova - Stadio Euganeo, 1995, partita con la Mass Media Veneto. Al microfono Elisabetta Gardini.
Con Gianni Morandi, stadio di San Donà di Piave, 14 ottobre 2001.
Gard's colour ...ecco, questo è Gard, che non assomiglia a nessuno. ...this is Gard, an artist unlike any others.
Il colore? Per Gard il colore è vita nella vita. The colour? For Gard colour is life within life.
Giuseppe Marchiori, Venezia 1973
Pierre Restany, Parigi 2000
...Non si tratta di un pittore "optical", semplicemente di uno di quelli che disegnano e poi colorano, bensì di un pittore, la cui sensibilità riesce a sposare simultaneamente e con effetto magico, i due protagonisti di sempre della pittura: " Forma e Colore". ...He is not therefore an "optical" painter, one of those who simply draw and then colour in, but a painter whose sensibility manages to combine to magical effect the two perpetual protagonists of panting: " Form and Colour ".
...uno dei pochi capaci di esprimere in modo oggettivo e seducente il rapporto misterioso con il colore. ...one of the few capable of examining objectively and seductively the mysterious rapport with color.
Piero Dorazio, Mantova 1988
Ferruccio Gard con il poeta Mario Luzi alla Galleria Colophon Arte - Belluno, 2004
Realmente i suoi colori mi hanno toccato nel profondo. His colors really touched me deeply. Jorge Amado, Bahia 1995
...colore come fattore sensitivo di percezione psichica. ...sensory perception of color as a factor in mental. Tommaso Trini, Padova 1995
...Epigenesi della luce. L’universo diventò pittura. ...Epigenesis of the light. The universe will become painting. Achille Bonito Oliva, Aosta 1998
...sotto il groviglio frattale rimane sempre presente l’effervescenza del colore. ...beneath the fractal tangle what always remains in the effervescenze of colour.
Claudio Cerritelli, Milano 2003
...E’ come se Gard rivalutasse in nuova chiave le valenze assolute ed universali del colore... ...It is as if Gard revalued the absolute and universal valences of colour in a new key... Luca Massimo Barbero, Torino 2004
...Il colore è l’eterno fuoco che arde nella sua pittura... ...Colour is the eternal flame that burns in his paintings... Giovanni Granzotto, Praga 2008
...colori gioiosi e luminosi che irradiano serenità. ...joyous and luminous colours that radiate serenity. Luciano Caramel, Venezia 2009
...Gard affida tutto al colore e il colore è, insieme, forma e sostanza della sua creatività. Paolo Ruffilli, Venezia 2011
Renato Barilli, Cortina d’Ampezzo (BL), 1999 Ferruccio Gard, Full color
Il colore per me non è colorazione. E’ produzione, non riproduzione. Colour for me is not coloration. It's production, not reproduction. Gard
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Antologia critica / Critical anthology
Inaugurazione della mostra "Camminare senza seguire orme", Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa, 1980. Da sinistra Natalino Andolfatto, Garcia Rossi, Edoer Agostini, Ferruccio Gard, il critico Giuseppe Marchiori e Alberto Biasi
VIRGILIO GUIDI
GIUSEPPE MARCHIORI
dalla presentazione della personale alla "Casa di Giulietta", Verona, marzo 1978
da un dialogo con l’artista-Presentazione delle personali a Trissino e a Vicenza, 1978
...Gard non è un operatore falsamente razionale e le sue opere sfuggono a quel dogmatismo scolastico che dà costruzioni inutili e arbitrarie. Non sono certo pronto a meravigliarmi o suggestionarmi dei fenomeni dell’arte moderna e spesso accuso questi fenomeni di essere troppo volontari, privi di natura vera. In Gard appare invece una natura incontaminata, non corrotta. Egli riporta in gioco la geometria – che è fondamento segreto delle cose – in modo attuale e senza farla divenire inerte e pedante. E’ qui dunque la geometria protagonista, liberata come già detto, dalla pedanteria scolastica. Infatti essa pare che sia in moto per via della luce che investe annullando il piano fisico della rappresentazione. Mi pare fondamentale il fatto che queste linee siano investite dal moto della luce che le avvolge avanti e dietro: insomma accampate nella pienezza della luce. E per via della luce, in funzione spaziale, questo spazio del Gard potrebbe accogliere oltre le forme geometriche, tutte le forme possibili della libera fantasia creativa. Voglio dire che, in queste astrazioni geometriche fresche e sensibili, si avverte la presenza dell’uomo. Qui si potrebbe ricordare Courbet quando dice che un paesaggio deve far sentire la presenza dell’uomo anche quando l’uomo non è rappresentato.
…Se c’è da rimproverare qualcosa all’astrazione di oggi, è il gusto della ripetizione, il gusto di ripetere degli schemi storicamente esauriti. Qui invece c’è una proposta nuova: un suo modo di essere. Che fa dire: ecco, questo è Gard, che non assomiglia a nessuno. É curioso come, nei suoi quadri, l’astrazione appaia attraverso linee che la interrompono, come tapparelle. Il suo è un tipo di pittura ben diverso dall’astrazione odierna. Diverse sono le forme che appaiono dietro questa specie di grata. Non mi risulta che altri l’abbiano fatta. Le piccole figure che sono sempre al centro della composizione sono le cose che mi interessano di più. Rivedendole, vanno considerate da un lato strettamente formale, al di là del valore dei simboli. In questo senso, lei ha raggiunto una notevole qualità. Lei rappresenta l’uomo con i simboli. Anche nella pittura figurativa, pensi quanti modi di essere ci sono per rappresentare l’uomo, e non credo che sia finita, nonostante la sfiducia di tanti giovani d’oggi. Bacon e Dubuffet, per esempio, hanno creato un nuovo tipo di figurazione. Bacon attraverso una concezione drammatica della solitudine dell’uomo, e Dubuffet che si diverte a giocare con forme inventate, secondo un gioco fantastico, che si compone di non so quante esperienze, tutte necessarie per arrivare a quelle di oggi, nel periodo dell’Hourloup. Così anche lei... Lei ha trovato qualcosa di nuovo, che continua a essere così. Virgilio Guidi, dei
suoi quadri, parla della luce, in funzione spaziale. Ha scritto: «Questo spazio del Gard potrebbe accogliere, oltre le forme geometriche, tutte le forme possibili alla libera fantasia creativa». Quanto Guidi afferma è veramente giusto. Questo spazio potrebbe accogliere anche le forme impossibili, oltre a quelle possibili: è un largo spazio per la fantasia creativa. Ed è anche una nostra speranza. Per un giovane, soprattutto come lei, mi pare un credito per l’avvenire.
ENZO DI MARTINO «Il Gazzettino», Venezia, 22 febbraio 1980 ...Strutture di colore che si compongono in costruzioni talvolta solo apparentemente geometriche. Tali forme, avvolte nella luce, si connotano piuttosto quali spazi mentali, all’interno dei quali si sviluppano illimitate possibilità creative che certamente travalicano la ripetitività della semplice geometria. Si tratta di un’operazione visiva di sapore neocostruttivista, condotta nello stesso tempo entro i confini sovrapposti della razionalità e della fantasia, e nella quale è la luce ad essere protagonista.
GIULIO CARLO ARGAN Gelidi sì, non cinici - l’Espresso, 25 ottobre 1981 - Dalla recensione della mostra "Nel luogo di Palladio:aperto tra costruttivismo e optical". Vicenza, Basilica Palladiana Vicenza. Assicurano gli organizzatori non essere affatto spaesata, «nel luogo del Palladio », una mostra di quelle correnti di ricerca estetica che, verso il ‘60,
conobbero il successo mondiale e subito dopo attizzarono disoneste e male informate polemiche proprio a causa della loro disarmata onestà. Furono chiamate arte programmata, d’équipe, visuale-cinetica, optical. Proposi allora di chiamarle ghestaltiche per via della loro stretta relazione con la Gestaltpychologie e, in genere, la psicologia della percezione. Erano infatti le sole, tra le correnti artistiche del momento, che si richiamassero alla gloriosa tradizione del Costruttivismo (Bauhaus, De Stjil, Moholy-Nagy) e cercassero seriamente un nesso funzionale e non soltanto analogico con la scienza, la teoria dell’informazione, la tecnologia. La mostra vicentina non è prospettica ma retrospettiva: quale avvenire potrebbero avere oggi, nella confusione generale, siffatte rigorose e organizzate ricerche? Il Costruttivismo da cui discendono è una battaglia perduta, ma non è detto che sia sbagliata. Non a sproposito per questi artisti gelidi, ma non cinici, è stato evocato il Palladio, che pure aveva cercato di educare con mezzi visivi la classe dirigente del proprio tempo. La quale, per la verità, si mostrò più comprensiva che la nostra. Le correnti visuali-cinetiche chiedevano la fine dell’oggetto d’arte come standard di valore e merce privilegiata. L’immagine non era più evasione, ma momento del pensiero, né più doveva essere legata alla fisicità degli oggetti, da intendere ormai come semplici strumenti dell’esperienza. Poiché poi l’immaginazione non era fissazione ma continua generazione d’immagini, la ricerca mirava a spiegare il ritmo (o la logica) del loro prodursi e succedersi. Di qui l’esigenza cinetica: movimento degli apparecchi generatori d’immagini,
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musicale di toni ora armonici ora contrastanti, sempre calibrati da una ragione suprema, un soffio quasi impercettibile di sentimento, di estremo gusto, in ogni caso. Appare così nel sottofondo il ritmo che compone e accorda gli spazi, le forme e soprattutto la luce. Il suo quadro diviene per l’osservatore attento una "offerta" musicale, una emanazione che dalla pittura e dall’architettura tende alla purezza e all’estro della musica.
variazioni di luci e colori, spostamento dei punti d’osservazione. Contro questi ricercatori si è mosso pesante il mercato americano, col pop imponendo ad ogni costo l’oggetto, tanto meglio se svalorizzato e avvilente. Anche in Europa, appesantendosi l’involuzione culturale e politica, è stata lasciata cadere ogni prospettiva riformista in un campo estetico. Nel progetto costruttivista l’arte, staccandosi dal mercato, doveva trovare il suo luogo nella scuola, ma naturalmente il mercato è stato più forte della scuola. Sembra però che la nausea della presente babilonia stimoli per contrappasso un ritorno d’interesse verso questi ultimi seguaci del Costruttivismo, che hanno seguito a lavorare in disparte con una compostezza quasi neoclassica che giustifica la loro presenza nella più erudita e istruttiva delle architetture palladiane.
ARTURO CARLO QUINTAVALLE Panorama, 26 ottobre 1981 - Dalla recensione della mostra" Nel luogo di Palladio: aperto tra costruttivismo e optical", Vicenza, Basilica Palladiana Che cosa dunque suggerisce questa mostra così complessa e ricca di intersecate tendenze? Prima di tutto, che la ricerca così détta astratta è la più prossima a trasformare l’artista, oggi emarginato e ridotto a operare nel privato, in un operatore culturale al quale enti pubblici possono commissionare la progettazione di modelli della percezione, quindi gli spazi, le dimensioni, l’organizzazione stessa dei rapporti interpersonali. Poi, che la vitalità della ricerca non prescinde dalla profonda diversità delle sue storiche radici: salvo pochi casi, i riferimenti agli astrattismi dell’anteguerra e alla contrapposizione, allora politicamente significativa, ai diversi «realismi» sono marginali. Vive invece il rapporto con la scuola di Ulm perché lì si elaborava, dopo il Bauhaus, l’ultimo tentativo di inserimento della progettazione degli "intellettuali- artisti" nella nostra società. Quindi le diverse culture degli astrattismi risultano evidenti: ai gruppi astratti italiani si contrappongono in questa mostra gli artefici del francese Grav, caratterizzati da un impatto più preciso sul sociale, mentre una serie di ricercatori isolati prosegue un lavoro che attende d’essere recepito non
ALBERTO VECA dalla presentazione della personale alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Verona, Palazzo Forti, dicembre 1983 gennaio 1984 più solo dai collezionisti di opere d’arte, ma proprio dai pianificatori. Se avremo nelle nostre città, al posto di vacui monumenti, delle macchine funzionali ai percorsi e all’articolazione delle strutture circostanti, se, insomma, questi progetti percettivi serviranno per fare vivere meglio, potremo mutare non poco del nostro rapporto con le opere dette d’arte, rapporto finora purtroppo mediato dalla mitologia crociata della contemplazione e della purezza.
GIUSEPPE MARCHI0RI Motivazione per i Segnalati Bolaffi 1981 Nell’arte di Gard predomina il rigore astratto dello stile, che si esprime in soluzioni geometriche di esatta qualità compositiva, sostenuta da una scelta razionale delle strutture, che danno un preciso rilievo coloristico alla composizione. Gard ha risolto così ardui problemi stilistici con particolare chiarezza.
RICHARD ROGNET pour Ferruccio Gard, après l’exposition "Convergences Cinètique", Musée International de l’Imagerie, Epinal (France), mars 1982
Architecture sauvage des mots blessés, tete mobile dans le sables, subirons-nous
le désert, le lendemain ? Avec la juste adresse, la cèrimonie d’une écorce vive, nous garderons-nous dens poignantes retouche ? Mémoire d’un linge ou’ le vertige du corps multiple l’appel, le désir combat pour ne plus rien changer, lignes heureuses ou’ progressent les lampes sans fermeture sur les flèches, les ailes. GUIDO PEROCCO dalla presentazione delle mostre personali ad Asolo e al Musèe International de l’Imagerie, Epinal ( Francia), maggio settembre 1982 …Ferruccio Gard nella sua esperienza d’artista ha sentito l’urgenza di opporsi all’invadenza dell’espressionismo, andando alla ricerca di quello che ci unisce come uomini moderni alla scienza e alla proiezione che essa esprime, con immagini di estrema limpidezza, puri concetti. Osservando bene i suoi quadri ci si accorge che è proprio la mente quella che compie un arco armonico tra il mondo sensibile e il dato concettuale, tra quanto l’occhio vede e l’intelletto costruisce. Egli unisce in questo spazio puro, senz’ombre, una trama
...Rispetto a ricerche formalmente prevedibili una volta stabiliti i termini in questione, quella di Gard inclina a una interpretazione del fare immagine costruita certamente più libera, dichiaratamente più inventiva. Ecco allora l’episodicità del singolo quadro, il suo perseguire una figura momentanea e non le leggi immutabili dell’universo: e questo è l’aspetto ideologico diverso rispetto alla tradizione cui si accennava all’esordio del discorso. La dimensione interrogativa e aperta del lavoro non vuol dire evidentemente una prospettiva "minore" rispetto all’affermazione perentoria della tradizione: una figura «libera dai dogmi», ma non per questo enigmatica con cui l’uomo possa entrare in relazione empatica, risalendone alle origini e quindi assumendola come matrice per nuove soluzioni, è obiettivo all’oggi altrettanto ambizioso.
FILIBERTO MENNA dalla presentazione della mostra "Costruttività", Aosta, Tour Fromage-Théâtre Romain, novembre 1998 ...La ricerca di Ferruccio Gard si presenta come una rimeditazione dello spazio prospettico attraverso procedimenti di analisi percettiva basata sulla instabilità e il dinamismo: ne deriva uno sconvolgimento dei modi della rappresentazione tradizionale
mediante la sostituzione di una visione simultanea, sincronica, alla diacronia della prospettiva storica.
GIULIO CARLO ARGAN COSTRUTTIVITÁ ALLA TOUR FROMAGE DI AOSTA. UNA SEDIA NON SALVA IL MONDO l’Espresso, 23 gennaio 1983 Aosta-Genova. Va precisandosi al di sopra della banale polemica il dibattito seriamente critico tra moderno e postmoderno. Moderne per vocazione e professione, le avanguardie non concepivano la storia senza progresso, il progresso senza progetto, il progetto senza un’intenzionalità rivoluzionaria. Anche nell’arte il progetto rivoluzionario è fallito, la storia non ha funzionato. Forse l’errore del costruttivismo, tra le due guerre, fu la mira totalizzante, il concepire il disegno di una seggiola come disegno di una riforma sociale. Oggi c’è chi cerca di passare dall’ideologia alla metodologia progettuale; e c’è chi tiene per superfluo il progettare, tutto essendo già progettato dalla provvidenza o dalla cibernetica. Con due mostre ben disegnate e spiegate da discorsi critici lucidi e onesti, ad Aosta e a Genova, Filiberto Menna e Renato Barilli hanno discusso a distanza, ma sui testi, la questione del progetto, cioè della finalità e del valore. Menna ad Aosta ha intitolato "Costruttività". Ha esposto quattro pittori, non più giovanissimi (Barisani, Aricò, Gandini, Passa) diversamente impegnati nell’analisi del fare, ed una concisa rassegna (Uncini, Carrino, Pardi, Magnoni, Piera Legnaghi, Coletta, Biasi, Gard, Agostini, Mattia Zanotti) dimostrativa dello stato attuale delle ricerche sperimentali(strutturali, visuali, cinetiche) iniziate verso il ’60 anche con attività di gruppo (Enne e Uno) ed oggi non più di moda, ma sempre portanti perché hanno una base scientifica. La mostra di Barilli, "Una generazione postmoderna", era più panoramica ( tra i tanti: Bonfè, Esposito, Levini, Mainolfi, Spoldi, Messina, Mendini), e la copiosa ondata dei "nuovi-nuovi" (l’iterazione è tautologica, non superlativa) tracima nell’architettura e nello spettacolo. Menna e Barilli si muovono su un confine ancora malcerto: si sa solo che al di là c’è la cultura dei mass media, una cultura di potere, programmata ma non progettuale. In quel contesto l’arte, se non morirà subito,
Aosta, Mostra "Costruttività", novembre 1998. Da destra: Alberto Biasi, Filiberto Menna, Piera Legnaghi, Edoer Agostini, Ferruccio Gard.
dovrà scegliere tra una sopravvivenza ridotta e un recupero surrettizio, abusivo. Escluso l’eterno ritorno, il dilemma è tra l’atto di contrizione critica e la ricaduta a tonfo in un passato che, non più vissuto come storia, è amorfo e infido. I costruttivisti di Menna e i postmoderni di Barilli sono sulla difensiva: non farnetichi l’arte di salvare l’umanità, badi a salvare se stessa. I costruttivi propongono una progettualità ridotta. Menna parla di "atteggiamento analitico", "concezione dell’opera come un dato non immediatamente deducibile da un’idea preesistente, ma come una struttura che rivela al suo interno il suo stesso farsi". La progettualità non è più una spinta propulsiva, ma una struttura organica del pensiero, che l’arte attua e rivela. L’arte non ha più una funzione, salviamone almeno la dignità intellettuale. È bello. Barilli non è certo che nel magma dei mass media l’arte affoghi. Cita McLuhan: l’uomo del futuro non sarà un ingegnere, un progettista, ma "un raccoglitore, al modo dei suoi antenati che vivevano di caccia e di pesca: solo che questa volta si tratterà di raccogliere e mettere in banca informazioni memorizzate". Non condanniamo il consumo come un inferno. L’arte può ridurlo a educata fruizione (parola antica, che Baldesar Castiglione usò a proposito del bello), che in fondo vuol dire progetto di consumo, consumo progettato, non irrazionale. Si può progettare dopo invece che prima? Certo: in una società del consumo si progetta il consumo: visto che
la produzione postindustriale ci impone una realtà alienante, cerchiamo di consumare in modo non alienato, non negativo, secondo i modelli di fruizione che possono esserci dati dall’arte. Infatti la sua è una tecnica antica, lenta e controllata, che impegna mente e mani, è portatrice di vitalità organica, dispone a un consumo non cieco né ingordo e che, soprattutto, più che consumo, è fruizione, fa esperienza. Altra convergenza tra le due mostre: aprono all’architettura, anche se, mi pare, per i costruttivi è costruttività inverata e per i postmoderni ripiegamento da una figuratività deludente. COSTRUTTIVITA’, Tour Fromage, Teatro romano di Aosta, a cura della Regione Autonoma. UNA GENERAZIONE POSTMODERNA, a cura dell’Assessorato alle attività culturali del Comune di Genova, teatro del Falcone, Palazzo Bianco, Palazzo Rosso.
GIORGIO CORTENOVA dalla presentazione della mostra antologica "Forma Percezione Continuità", Comune di Venezia, Assessorato alla cultura, Museo Wagneriano di Venezia, ottobre-novembre 1984 ...In un’epoca d’incoerenze programmatiche, come quella post-moderna che stiamo vivendo, Gard ha scelto la strada della continuità, quasi un segnale di
anticonformismo e di rifiuto della logica dell’effimero. Ha inoltre scelto l’opera che deve e vuole «essere» in senso oggettuale. Se poi consideriamo la traiettoria entro cui colloca la propria ricerca, ci accorgiamo che predilige un linguaggio volutamente in bilico tra il metro neo-costruttivista e quello gestaltico, tra il brivido turbato dello sguardo sottoposto alla verifica della propria fragilità e l’orgogliosa geometria concettuale che nulla concede all’improbabile. Ogni artista predispone un filo di rasoio su cui compiere i propri passi: Gard ha preso il suo attraverso le contraddizioni stesse dell’«imago» e del suo formarsi. E ha ragione quando, di tela in tela, ci sottolinea la labilità della superficie dipinta, servendosi del rigore implicito nelle sue strutture linguistiche. Ma non ha certo torto quando ci suggerisce anche l’ipotesi contraria: la finitezza dell’opera, raggiunta attraverso il fantasma operoso del linguaggio.
TONI TONIATO dalla presentazione della mostra antologica "Forma Percezione Continuità" Comune di Venezia, Assessorato alla cultura, Museo Wagneriano, ottobre-novembre 1984 …Repentini cambiamenti di ordito, di progressione nelle scalarità luminose e ritmiche, minuziose iterazioni, sviluppi irregolari delle figure ruotanti lungo le ortogonali, si alternano a strutturare l’"ornato" ideativo e fattuale dei diversi percorsi di scorrimento di queste tensioni, in un tessuto spaziale che rifonde l’energia della pittura nell’architettura di un flusso plastico-cromatico di ordine insieme costruttivo ed immaginativo. L’opera di Gard si colloca dunque in una esperienza estetica che caratterizza una ricerca ulteriore nella storia della nuova visualità, oltre le stesse posizioni dell’avanguardia – dall’arte astratta all’arte programmata e cinetica – venendo a prospettare un concetto basilare di trasformazione strutturale del sistema rappresentativo dello spazio, di entropia interna alle relative possibilità dei suoi paradigmi visuali, formulando nella realtà stessa dell’opera una nuova dimensione della costruttività.
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concludere, l’astrattismo di Gard esprime un vivace geometrismo assai complesso, ricco di percezioni. Ben adatto a questa civiltà postmoderna dei computer.
PIERO D0RAZI0 presentazione della Personale alla Casa del Mantegna, Mantova, aprile-maggio 1988
Da sinistra Luigi Veronesi, Achille Perilli, Riccardo Licata e Ferruccio Gard, inaugurazione della mostra "I 25 anni di pittura a Trissino", 1994.
RICCARDO BARLETTA Astrattismo fra i computer Corriere della Sera, 12 ottobre 1984 C’è chi considera "valido" l’astrattismo "storico" e meno importante quello successivo. Le cose vanno chiarite, se è vero che gli anni ruggenti(1910-1920) delle scoperte e delle invenzioni appaiono più scintillanti e pieni di tensione creatrice, anzitutto per l’opposizione della società al nuovo stile, uno stile come l’astrattismo non è poi, nel tempo, destinato a morire e ad isterilirsi nelle formule o nella stereotipia. Raggiunta la sua massima diffusione – e ciò avvenne negli anni ’50 – può, tale stile, divenuto metodologia di visione ancorarsi solo a poche ma valide personalità; le quali ne raffinano e ne specializzano il tipico linguaggio. Fra gli altri, è questo il caso di Ferruccio Gard, nato vicino a Torino nel 1940 e da oltre dieci anni operante a Venezia. La necessità di approdarvi, all’astrattismo, si è in lui realizzata dal 1970, dopo ricerche di marca surrealista e anche metafisica. Va notato che in quelle ricerche, però, appariva già una pulsione sotterranea ed acuta verso il superamento radicale del lessico visivo: dal mondo definito delle figure a quello indefinito delle forme. Le forme disincarnate da ogni aspetto del reale. Oggi l’astrattismo di Ferruccio Gard ha, decisamente, una specificità legata agli anni ’80. Rispecchia una sensibilità e strutture percettive senz’altro nostrane, diverse sia dalla rigidità programmatica di certo costruttivismo, sia dall’accentuazione
scientificamente condizionata di certa teoria della forma (Gestaltpsychologie). Nello stesso tempo non è bandito né un razionalismo di base, né un percettivismo di metodo. I dipinti di Gard, dal 1970 al 1984, che la mostra veneziana propone, raccontano una storia di lirica tensione, immediata e istintiva. Siamo ormai al di là dell’arte cosiddetta programmata. Il fatto è che la poetica di Gard appare binaria. Apparentemente egli costruisce dei dipinti sul binomio figura-sfondo. In concreto, tale binomio si frantuma in due direzioni. La cosiddetta "figura" centrale non appare che un accatastamento di figure geometriche(quadrati,rettangoli, triangoli,rombi), visto in doppia prospettiva(fuga verso il lontano o verso il vicino). Tale accatastamento subisce illusorie rotazioni. Attorno a questa "figura" centrale, lo sfondo prende le fattezze di una griglia cromatica, di una texture lineare, ora più addensata, ora più espansa, sempre di vivace colore qui tonale e là timbrico. Il risultato è affascinante. Lo spettatore vive questo archetipo centrale nella sua pulsante vitalità, nel suo trompe l’oeil. Contemporaneamente, le iridescenze, le scalarità luminose, i ritmi nei repentini cambiamenti di ordito della trama strutturale alla periferia dell’archetipo, agiscono tutti in una interazione percettiva, psicologica e, alla fine, emotiva, che dà ai quadri il valore di "campi" in cui agisce una pluralità di energie. Energie sia lineari che cromatiche. Spazi sia prospettici che temporali. Dinamismo e staticità sembrano sempre acquisire un punto di equilibrio, ma anche di instabile oscillazione. Per
Le conquiste dell’arte contemporanea dall’impressionismo in poi e in particolare l’affrancamento del linguaggio puramente visivo della pittura, confermato poi dalle tendenze dell’astrattismo durante l’ultimo dopoguerra, restano ancora indigeste per molti artisti passatisti, pseudo moderni e trans-avanguardisti, per molti critici, per molti mercanti e cultori d’arte. Non si tratta più oggi, del conflitto ideologico o teorico fra «figurazione» e «non-figurazione»; poichè come sappiamo, da tutte le parti si predica il criterio ecumenico della «qualità», come se questa potesse esistere al di fuori, al di sopra o aggiunta, alla concezione anche etica, alla struttura linguistica dell’opera. La visione di Gard è proprio quella che riscuote meno simpatie, la più difficile da perseguire e da leggere, perchè è la più pura, quella che più di tutte si allontana dall’influenza della letteratura e del "letterale" rapporto con la vita, al quale molti intendono ancora costringere la pittura d’oggi. Nonostante che le modulazioni di spazio e colore che Gard ci presenta, abbiano ormai una robusta quanto collaudata tradizione alle spalle. Questa pittura nasce nel mondo reale delle sensazioni visive, da una costola del cubismo di Braque, di Gris e più tardi, da quello di Freundlich e poi, dagli artisti di Cercle et Carrè e di AbstractionCrèation, alludo al "purismo" di Ozenfant, Mondrian, Sofia Tauber, Albers, Glarner, Max Bill e altri e così via. A questa tradizione, Ferruccio Gard apporta le sue varianti con un contributo originale che è quello dell’articolazione di valore e scale cromatici, insieme a strutture armoniose che li contengono identificandosi con essi. Non si tratta quindi di un pittore «optical», semplicemente di uno di quelli che disegnano e poi colorano, bensì di un pittore, la cui sensibilità riesce a sposare simultaneamente e con effetto magico, i due protagonisti di sempre della pittura: «Forma e Colore».
ENRICO TANTUCCI la Nuova Venezia, 14 ottobre 1988 …Ferruccio Gard prosegue con coerenza il suo percorso nella linea di un geometrismo che richiama anche precise esperienze di "optical art". "L’effetto dei piani colorati e delle bande che si rincorrono, si sovrappongono, si legano e si liberano nelle composizioni sempre misurate – scrive Piero Dorazio in catalogo a proposito dell’artista – è sinceramente "poetico" al di là di tutte le teorie scientifiche o estetiche, della percezione".
LUCIANO CARAMEL dalla presentazione della personale alla Galleria dello Scudo, Verona, giugno 1990 …Gard continua a chiamarli «ricerche», questi lavori, per ribadire la fede in una fattualità guidata dal progetto, dove il calcolo, pur non autosufficiente, conserva il suo ruolo, la sua funzione. Con ciò l’artista riafferma il suo inserimento in una tradizione ormai lunga: dai pionieri degli anni Dieci e Venti, all’articolato espandersi nell’Europa dei razionalisti degli anni Trenta, alle innovative proposizioni dell’astrattismo geometrico del dopoguerra, e poi di quanti hanno elaborato quelle premesse, nell’ambito del neoconcretismo della Nuova Tendenza nella prima metà degli anni Sessanta. Però con propositi a siffatti precedenti non riducibili, soprattutto proprio per la diversa funzione
Disegno di Antoine Paul M. Donat-Cattin, Roma 1985
di progetto e calcolo. In queste ultime opere, in particolare, come si può esemplarmente constatare nella presente mostra, in cui la sensibilità e la magia di cui parlava Dorazio sono i protagonisti veri: in quanto risultato, attraverso i processi analitici di cui s’é detto, Gard non rinuncia alla sperimentata sistematicità del suo fare. Piuttosto lo finalizza ad una evocatività assorta, anche attraverso la scelta di colori più saturi, però dialoganti con altri che conservano la squillante vivacità del passato, provocando un contrasto di notevole effetto, sul piano dell’immagine. Che pare rimandare, attraverso l’evidenza delle strutture collocate al centro, quelle appunto più vive, ad una misteriosa simbolicità, quasi come in un mandala: un mandala ancorato ad una spiritualità laica, se ci si consente il bisticcio. Nel senso che non v’è in Gard - o almeno non appare nei suoi quadri - il dilatarsi nella religiosità metafisica, o l’elevarsi della meditazione ontologica. C’è piuttosto la tensione ad un assoluto imprecisabile, che la forma irregolare ovoidaleggiante, dai contorni imprecisi che contrasta con la nettezza dei profili delle altre figure, emblematizza. Anche in ciò, a ben vedere, con una stringente continuità con quanto era sotteso ai dipinti più antichi. Però con una concisione inedita, con una sicurezza di impianto di forte spessore strutturale cromatico.
ROBERTO SANESI "Gard nella Casa del Giorgione. Come le linee acquistarono un ritmo solenne". Corriere della Sera, Milano, 8 novembre 1992 ... L’aspetto relativamente più insolito di queste opere è dovuto al fatto che proprio al centro del vortice geometrico in movimento, in quello che si dovrebbe supporre il perno sul quale ruota tutta la composizione, lo spazio letteralmente si sgretola in una macchia informe, quasi una nebulosa. Gard, in quel punto focale che si immaginava altrimenti ideale, «astratto», mette improvvisamente a contrasto una forma che attiene alla gestualità, all’impulso, al colore come corpo sensibile, all’impressione. Questa interferenza contradditoria provoca una lettura complessiva delle forme del
tutto diversa, e lascia intendere che è comunque la luce, persino in senso simbolico, la vera protagonista. Il senso di instabilità o spaesamento che era stato notato deriva dunque da una possibilità aperta: luce concettuale, costruttiva, matematica; luce-colore con allusioni naturalistiche; luce come energia spirituale.
GIORGIO SEGATO dal catalogo della personale nella Casa di Giorgione, Castelfranco Veneto, ottobrenovembre 1992 ...L’equilibrata configurazione di elementi geometrici e cromatici, sostanzialmente unitaria nonostante le variazioni cromatiche e di movimento da quadro a quadro, resta una visualizzazione di pensiero/movimento senza riferimento alcuno, almeno esteriore, alla natura, e, dunque, speciale metafora ottica di un’avventura intellettuale che è percorso psichico di svelamento, traduzione di un puro atto inventivo di origine tutta mentale, volontà strutturante la sensibilità (come riattività e godimento) in rapporto alla forma, al colore, alla luce, al flusso continuo di energia che è la vita. Da un livello di superficie organizzata nel gioco dei moduli geometrici Gard risale, grazie al movimento virtuale, lungo il tunnel di un ascolto intellettivo e psichico, fino alla materia indeterminata, all’energia prima, libera come colore/luce che emana echi, risonanze, riverberi dal fondo all’esterno, attraverso la «pelle» del quadro.
TOMMASO TRINI "Ferruccio Gard. In diretta dal Big Bang", dalla presentazione della mostra "Effetto Colore", Città di Padova, Chiesa di San Rocco, giugno-luglio 1995 ...Benedetto sia il pittore che, padroneggiando un deliquio alla Sthendal, si distacca dalla massa ignorante degli artisti insensibili come turisti. Amatore dei maestri e degli storici ideali dell’astrattismo, Gard lo è con un pathos sconosciuto agli artisti più giovani; che vanno perdendo di vista, non so per quale virus o cataratta, il senso stesso della storia. Più raro ancora è chi, come questo pittore veneziano, scommette tuttora sul nuovo e sul futuro; una sfida di cui bisogna restare dilettati. Non solo si esprime con forza, Gard, ma ha anche aggiornato la struttura della visione con intelligenza. Ecco finalmente, come si usa dire, un artista all’altezza dei tempi. Più che essere stati dipinti sulla tela dai pennelli, gli «eventi cromatici» di Gard sembrano provenire da un fondo telescopico oltre la tela, nascono lungo un asse orizzontale immerso nel buio, irradiano «colore e calore» in riquadri scuri o neri. Sono nuclei in espansione. La cui vibratilità cromatica, ora accresciuta, traduce quel che l’artista chiama «effetto colore», nell’equivalenza di un «effetto notte» (richiamando a proposito un celebre film di Truffaut). Può allora accadere che qualcosa di nuovo e mai visto, anzi d’impensato, fiorisce da queste immagini. Gard non dipinge affatto il Big Bang una tantum dell’universo: no, reitera con paziente
JORGE AMADO Bahia, 3 maggio 1995 Non sono un critico d’arte, e nemmeno un intenditore di pittura, ma gusto la pittura, sentendomi felice quando scopro un nuovo artista il cui lavoro mi tocca, mi rallegra e mi sensibilizza. Realmente i suoi colori e le composizioni dei suoi quadri mi hanno toccato nel profondo. La sua pittura è estremamente personale, credo che le sue tele non potrebbero essere dipinte da nessun altro artista, per l’equilibrio e i contrasti dei colori, che riflettono una personalità singolare, nella quale la sensibilità cromatica e il dominio della tecnica sono valori essenziali.
A Cortina D’Ampezzo con l’editore Leonardo Mondadori, 1994.
amore per la pittura innumerevoli big bang quotidiani, mediante i quali può darsi che ognuno di noi possa assistere a qualche forma di nascita. É un’arte di genesi, quella di Ferruccio Gard, anzi dei primissimi inizi del mondo. Epigenesi della luce. L’universo diventò pittura.
PAOLO RIZZI «Il Gazzettino», Venezia, 22 gennaio 1995 La stagione d’arte a Bassano s’è aperta all’insegna di rettangoli sfalsati e sovrapposti: forme e colori, geometria e sensibilità. È la mostra di Ferruccio Gard, che il Comune ha allestito nella Chiesetta dell’Angelo, dove resterà aperta fino al 29. Un atto di rinnovata fiducia nei valori della razionalità? L’arte può avere, magari per vie allusive e simboliche, un significato che va al di là dell’estetica: e che investe le strutture stesse della società. Forse è proprio giunto il momento di un bilancio non fazioso di quella che è stata la grande stagione delle avanguardie. Ferruccio Gard discende da Malevic, da Mondrian, da Kandinskij: è un figlio del Bauhaus. La sua fede nella geometria è la stessa fede che hanno avuto le grandi ideologie del secolo in un ordine nuovo. Ma questo non basta, oggi: occorre disvelare anche l’altra faccia della luna. Ecco quindi che la serrata strutturazione geometrica si affida anche al colore come fattore sensitivo, di percezione psichica. Forma e colore si abbinano nei quadri ora esposti a Bassano; e il colore par talora sciogliersi
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al di là delle scale cromatiche e delle abili intersecazioni, diventando fremito, accensione istintuale, vibrazione anche e soprattutto psicologica. Il problema (ben lo ha capito Gard) è quello di evitare subdole contaminazioni. «La visione di Gard - ha scritto Dorazio - è la più pura perché si allontana dall’influenza letteraria». Ma vorremmo aggiungere: è anche la meno arida, proprio perchè sa uscire dagli schemi prestabiliti della sola geometria. C’è movimento, nel senso della rotazione e sovrapposizione; c’è assolutezza, cioè fuga verso l’Idea razionale; ma c’è anche una sorta di problematica interna, una tensione verso la conciliazione degli opposti. É anche per questo che, nella loro forza non soltanto visiva, i quadri di Gard sono piaciuti finora al pubblico. Qualcuno (lo si è sentito all’inaugurazione) ha persino visto in essi l’eco di qualcosa che sta succedendo in questo momento intorno
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a noi: a Bassano come a Roma e a New York, o magari a Sarajevo in guerra.
MARISA VESCOVO dalla presentazione della mostra personale "Il luogo dell’origine", Loggetta Lombardesca, Ravenna, Musei civici, ottobre 1996 ...Nei quadri dipinti da Gard nel 1995 sentiamo che il filo del tempo quotidiano viene interrotto da un «tempo zero», che è tempo di una narrazione segnico-cromatica permeata da una sottile sensualità. Le forme quadrate, o romboidali, si sfrangiano sui bordi, velate da trasfigurazioni luminose, volte a rendere leggibile il mistero degli spazi che solo la mente, e non l’occhio fisico, riesce a fare propri. Se pensiamo agli ultimi quadri, troviamo che nel centro focale del lavoro si materializzano scariche
di energia e di luce, le quali si mutano in sciami di segni, che si chiudono a turbine e si aprono come una spirale ingurgitante particelle che la circondano, o ancora un sistema di nuclei in fase di esplosione, meglio la combustione di una stella. Si crea quindi sulla tela il gioco segreto che ci fa intendere la grande importanza del vuoto, il quale non è una mera vacuità, ma il teatro complesso delle origini di tutto quanto ci circonda, che possiamo toccare, non solo lungo le grandi dimensioni. Questo «centro», nei quadri di Gard, è lo scenario di entità che emergono all’esistenza e poi, dopo un soffio di tempo, decadono e svaniscono verso «altri» mondi. É per questo effetto di energia cromatica ed incandescente che il vuoto diviene lo scenario misterioso che contiene nuovi futuri stati energetici che possono essere chiusi in un volume minimale di spazio, in cui si può dire sia raccontata in scala ridotta, la medesima storia che su larga scala costituisce il racconto dell’intero universo: infatti troviamo costruzione e annientamento.
MASSIMO CACCIARI Sindaco di Venezia. Dal discorso inaugurale della mostra "In diretta dal Big Bang: i quadri-scultura in vetro di Archimede Seguso e Ferruccio Gard", Palazzo delle Prigioni, San Marco, Assessorato comunale alla cultura, febbraio-marzo 1997
In fornace a Murano con il Maestro vetraio Archimede Seguso, Venezia 1997.
...È già stato illustrato in modo esauriente il significato di queste opere, che sono realizzate da un grande maestro della tradizione veneziana del vetro d’arte ed anche da un importante pittore. Forse modesto, perchè Ferruccio Gard è molto modesto, non si manifesta volentieri, ma la sua è un’opera che viene ormai da lontano, da una lunga carriera di pittore importante, uno degli esponenti di maggior rilievo di una corrente che, in senso «latissimo», possiamo definire astratta, spazialista... Però l’arte di Gard proprio qui, a Venezia, ha trovato il suo habitat più naturale, perché qui a Venezia questi lavori sullo spazio, sulla luce, questi lavori poi ora realizzati accanto a un grande maestro vetraio, appaiono perfettamente connaturati a questa magica città. Credo che moltissimi artisti che hanno abitato e lavorato a Venezia si siano cimentati con il vetro, una materia affascinante e con un contenuto
quasi spirituale, ma così difficile da dominare, così difficile ad accettare di diventare una forma precisa, secondo la volontà dell’artista. Ebbene, da quello che ho potuto vedere in questa mostra, mi pare che Seguso e Gard ci siano perfettamente riusciti. E le loro mi paiono opere nuove, importanti, significative, coronamento di un lavoro particolarmente difficile, come appunto non poteva non essere trattandosi di opere di Seguso e Gard. Due artisti importanti, che sono anche fra i cittadini più illustri di Venezia.
PAOLO RIZZI dalla presentazione della mostra "In diretta dal Big Bang. I quadri-scultura in vetro di Archimede Seguso e Ferruccio Gard". Città di Venezia, Palazzo delle Prigioni, febbraio-marzo 1997. ...Ecco un grande maestro del vetro, oggi il più famoso, della famosa scuola veneziana di Murano, Archimede Seguso, di fronte alla pittura di uno degli artisti più acuti del neo-costruttivismo e percettivismo d’oggi, Ferruccio Gard. Che può capitare? Già un paio d’anni fa ero rimasto entusiasta di fronte al ciclo delle "Rotture" che aveva creato l’ottantenne maestro muranese. "Rotture" come lacerazioni simboliche, quindi come espressioni di un disagio interno non solo all’uomo ma alla società umana. Vetri sì, e bellissimi vetri, che parevano scindersi e scattare per vie diverse, lanciati nello spazio da energie cosmiche; ma anche emblemi, paradigmi, quasi parabole dello spirito d’oggi, nutriti d’una concezione, al limite, più filosofica che meramente estetica. Quei vetri di Archimede, poi esposti ed ammirati in tutto il mondo, hanno trovato una curiosa coincidenza con quanto da molti anni andava facendo, da pittore, Ferruccio Gard. Anche le soluzioni di Gard, sono basate sulla dialettica degli opposti, vale a dire sulla lotta tra forze centrifughe e forze centripete. La sua pittura è ben nota per il substrato concettuale che la permea: dallo sfalsamento delle forme geometriche essa trae un dinamismo interno, sempre controllato dalla ragion pura. All’interno cova quella sorta di "buco nero" che risucchia la materia e la fa esplodere all’insegna di un caos generatore di vita… Certo, due mondi, ma l’incontro è avvenuto; e la meraviglia s’è accresciuta via via che
i vetri uscivano dalla fornace... Sorride il venerando Archimede e brillano gli occhi dell’amico Ferruccio. La sapienza e la fantasia del grande maestro vetraio si fondono con la qualità di un neo-costruttivismo squisito come quello di Gard. E non ne escono soltanto degli oggetti splendidi. Ne escono delle straordinarie simbologie che implicano la nostra stessa coscienza di uomini sempre in bilico: di uomini sul crinale di un vulcano che sta per esplodere. Qualcosa, per fortuna, ci tiene in equilibrio: è la bussola dell’arte. Una bussola fragilissima eppur compatta di vetro.
VIRGINIA BARADEL Il Mattino di Padova, 21 febbraio 1997 ...L’astrattismo di Ferruccio Gard è sempre apparso con chiarezza, all’occhio della critica, dotato di un rigoroso principio strutturale, di una qualità geometrica che mescola ragione ed intuizione e prolifera sinché non giunge a scorgere, cioè - in pittura - a costituirsi come "arché spaziotemporale", per dirla con Tommaso Trini. La combinazione è tra le più acute e tra le più inquietanti: un anelito
costruttivista si affaccia sulla vertigine dello sguardo. La razionalità, che animò di intenti analitici e compositivi la geometria, viene spinta sino a precipitare nel rapimento di una dimensione metaforica generativa.
ACHILLE BONITO OLIVA dalla presentazione della mostra personale "L’ordine instabile", Aosta, Tour Fromage Théâtre Romain, Regione Autonoma Valle d’Aosta, Assessorato alla cultura, maggiogiugno 1998 ...In Ferruccio Gard il sogno dello stile abita l’opera attraversata naturalmente dal dinamismo che non significa però semplice astrazione bensì anche fascino dell’essenzialità al limite di una filosofia complessa e moderna. Perché i rigori della tecnica e dell’armonia comportano sempre un’essenzialità che confina con la stilizzazione, effetto questo della produzione tecnologica. Egli crea macchine formali che contengono dentro di sé l’idea della costruzione e dell’incastro, una complessità sempre montabile e smontabile a vista d’occhio. Anche il quadro e il disegno sono costruiti
con una volumetria che riesce a coniugare insieme i principi del dinamismo virtuale e quello di una stasi iniziale. Le forme sono disegnate e dipinte con spessori e gusto cromatico forte ed accentuato capaci di restituire il senso dell’artificio della scena urbana. Una vitalità segna le figure e gli oggetti, restituiti mediante l’uso di linee curve. Una consistenza volumetrica sembra contraddire il principio della velocità che scompone i corpi e li rende astratti. Nello stesso tempo l’immagine ha sempre una valenza onirica, frutto di montaggio di situazioni inedite ed accostamenti fuori dall’usuale. Riconducibile all’apparizione di un movimento che articola lo spazio in maniera da accostare per accelerazione gli oggetti fra loro, ma senza farli decollare fuori dalla legge di gravità. ... Comunque tutto si muove in circolo secondo linee di scorrimento che avvolgono la composizione e la rendono campo di un sistema di relazioni mobili secondo le regole di un eterno motore che sembra perdere gli ardori macchinistici ed acquistare invece la cadenza pacata di una visione filosofica che travalica anche la modernità. Arriviamo così all’astrazione di forme che non rimandano più all’iconografia cinetica ma ad una sorta di universo neoplatonico dove le forme pure nella loro concreta astrattezza si fronteggiano nella perfezione di un’immobilità che comprende ogni possibile movimento che poi è l’essenza dell’arte che trasfigura ogni dettaglio in dato universale come la città che lo nutre: Venezia, nel suo ordine architettonico di bellezza reso instabile dall’acqua alta.
RICCARDO BARLETTA ASTRATTISTI Ferruccio Gard alla "Tour Fromage" di Aosta. Quadrati e scatole cinesi. Corriere della Sera, 1 giugno 1998
Verona. Duello calcistico con l’allora campione del mondo di Formula 1 Michael Schumacher nella partita "Il giorno dei campioni", Stadio Bentegodi, tra la Nazionale Piloti e le vecchie glorie Hellas Verona, vincitore dello scudetto 1984-85 (foto pubblicata dal quotidiano l’Arena il 18 Aprile 1989).
...Letterati-giornalisti e pittori in Italia? Da Borgese a Carluccio, a Montale e Carrieri, a Buzzati, fino a Lilli e Testori ed altri. Tutti figurativi: quasi un bisogno di narrare. E astratti? Ferruccio Gard – giornalista televisivo, uno dei volti più noti della trasmissione sportiva 90° minuto di Paolo Valenti – cui Aosta dedica una panoramica, presentata da Achille Bonito Oliva. Decine di acrilici tutti quadrati, apparentemente dello stesso tema. "Ritratti della materia" si potrebbe definirli. Con un
Con l’attore Vittorio Gassman, Cortina D’Ampezzo (Bl), Calcio Vip a Cortina, 14 agosto 1998
gioco di scatole cinesi, l’occhio passa dalla tela riquadrata di colore puro ivi contenuta, poi a uno spazio scuro e cavo, dentro il quale vibra una forza organica pulsante. Si pensa a una galassia o a particelle elementari dentro una molecola. Niente però di scientifico o di didascalico, si tratta di un effetto bio-energetico: come se lo spettatore entrasse nel mistero della materia, scoprendola ogni volta con stupore. Le decine di dipinti similari accostati non si elidono, si potenziano. Un dialogo fra campi vibrati di colore e campi vuoti, fra virtualità rotatoria delle forme e imperatività statica. Gard supera così sia la frigidità dell’astrattismo geometrico, sia la caoticità dell’informale. Il risultato? Un astrattismo post-moderno, lirico e, in più, conoscitivo. "Ritratti della materia" si è detto. Lavori difficili da descrivere. Ripetizione dello stesso motivo: tanti viaggi nell’infinito della materia ma attraverso i mezzi del pittore. Vibrazioni di colore e gioco dei quadrati come una totale immediata percezione. Non per niente viviamo in un’età "elettronica".
EMMA GRAVAGNUOLO "Tra astrattismo e informale L’ordine instabile di Ferruccio Gard". ARTE , editoriale Giorgio Mondadori Giugno 1998 Aosta. Si intitola Ferruccio Gard: l’ordine instabile (fino al 5 luglio nelle sale della centralissima Tour Fromage-Théâtre Romain) ed è l’antologica curata da Achille Bonito Oliva incentrata sull’opera di uno dei più noti esponenti del nuovo astrattismo italiano, ospite a Venezia di tre Biennali (’82,’86 e ’95) e dell’XI edizione (’86) della Quadriennale di Roma. Buona parte della critica considera
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dove all’inizio vigeva solo una modulazione incalcolabile. E questo proprio attraverso un calcolo sottilissimo; è il calcolo che umanizza una vicenda altrimenti disumana, è proprio quest’ultimo che toglie all’organizzazione del cosmo la sua mera funzione meccanica, immettendolo in una sorta di camera psichica che ne rigenera - al pari del pensiero Zen – la quantità in qualità; zone cromatiche indipendenti, ancora calde, in via di assestamento, che come macchie espanse infine alludono a una materia in duratura espansione, combusta e incandescente. Con Achille Bonito Oliva all'inaugurazione della personale "L’ordine instabile", Aosta Tour Fromage - Théâtre Romain e le Président du Gouvernement de la Région Autonome Vallée d'Aoste Dino Viérin, 1998.
l’operazione estetica di Gard tra le più stimolanti del recente panorama nazionale e questo per l’originale fusione di due esperienze fondamentali dell’arte contemporanea: l’astrattismo e l’informale. In spazi che vogliono rendere tutto l’inquietante artificio della scena urbana, Gard dipinge forme di forte spessore e potenza cromatica: "squilibri spaziali che creano un equilibrio instabile, una sorta di classicità formale", scrive Bonito Oliva, "di uno squilibrio ed una instabilità legati alla condizione dell’uomo moderno".
RENATO BARILLI dalla presentazione della personale "La fissione del colore", Belluno, Città alpina per il 1999, Palazzo Crepadona; Cortina d’Ampezzo, Museo d’Arte Moderna "Mario Rimoldi", Ciasa De Ra Regoles ...É come se fossimo invitati ad ammirare, ma da una comoda distanza di protezione, l’infinita fenomenologia delle eruzioni vulcaniche o i processi di fusione dell’atomo o le vicende di un pizzico di vita extraterrestre venuta a friggere qui, sulla terra, in condizioni per essa aliene. O forse siamo chiamati ad assistere a un esperimento di sintesi di nuovi virus, che potrebbero divenire tremendamente aggressivi, se appunto non ci fossero pur sempre quelle provvide barriere, nella loro costituzione inappuntabile e un po’ rigida. Siamo attratti, affascinati da tutte le manifestazioni di un disordine, di un caos primordiale, ma un po’ di ordine a fare da filtro è pur sempre gradito. E l’arte di Ferruccio Gard si preoccupa di conciliare entrambi i corni del problema.
BORIS BROLLO Flash Art, estate 1999 ...La personale La fissione del colore di Ferruccio Gard esordita alla Tour Fromage di Aosta, approda sino al 30 settembre al Museo Mario Rimoldi di Cortina d’Ampezzo, presentata da Renato Barilli. L’artista muove da un’operazione concettuale semplice, ma efficace: il tentativo di unire, per mezzo di un quadrato fisso, l’astrattismo geometrico all’informale del nucleo centrale, fatto di pittura materica, quasi a voler significare che dal Caos originario nasce un nuovo ordine.
FLORIANO DE SANTI dalla presentazione della mostra antologica "La disarmonica armonia", Rovigo, Pinacoteca Accademia dei Concordi e Galleria Comunale d’Arte Moderna Pescheria Nuova, maggio- giugno 1999 ...Gard mira a recuperare l’unità dell’infinito rotta dalla sua necessaria separazione negli elementi finiti, sentendoli come proiezione di quell’archè primigenia. Allora il contrasto, il molteplice, non drammaticamente ma come in una dimostrazione alla lavagna nera del mondo, non è che il dato indispensabile onde verificare l’ipotesi dell’unità. In Kaos e in Definizione policroma -entrambe del 1999- l’astrazione gardiana è destinata a trasformarsi nella risposta di un linguaggio inorganico alla sollecitazione organica dell’universo. Nasce l’avvenimento, l’attesa, la fine di qualcosa,
PIERRE RESTANY UN RESPIRO ESISTENZIALE dalla presentazione della mostra personale "La fissione del colore", Città di Vicenza, Basilica Palladiana, aprile-maggio 2000 ...La pittura di Ferruccio Gard offre la più affascinante delle trappole: la cornice razionale del discorso visivo è solo il punto di ormeggio di un "Bateau Ivre", di un’ipertrofia lirica senza fine. Capisco adesso pienamente qual è la chiave di lettura dell’opera di Gard. Il colore è vita nella vita. L’assumere una tale sfida vitalistica implica una scelta esistenziale, cioè passionale ed affettiva al di là dei criteri più o meno razionali del "gusto". Davanti a questo magma eruttivo globalizzante il giudizio estetico sbocca nell’impegno morale. La scelta impegnativa può giustificare alcune reticenze da parte dello spettatore, però ben poche sono le vie d’uscita per quelli che vogliono stare al gioco, cioè per coloro che hanno capito che le immagini di Gard sono i frammenti autosimilari, i momenti parossistici di un flusso vitale scatenato
e senza limiti, un sistema di ripetizioni differenti alla Deleuze. Disseminazione nella ripetizione: le pennellate vibratili di Gard proliferano sotto l’urgenza di una finalità imperativa: quella dell’irrefrenabile logica interna dell’espansione dei microrganismi, cioè degli stadi più elementari della materia vivente. Sotto il groviglio frattale rimane sempre presente l’effervescenza del colore, la traccia libera dell’energia cosmica. Il colore come traccia del percorso dell’energia: questo soffio cosmico mi fa pensare all’immateriale di Ives Klein e alle Zone di Sensibilità. La Sensibilità per Klein era una particella infinitesimale di energia cosmica, l’elemento fondamentale della nostra creatività. Di questo influsso poetico essenziale non siamo proprietari, bensì inquilini. Anche Gard si comporta da inquilino della propria sensibilità: la sua pittura si presenta come una serie continua di opere aperte, differenti e referenti nella loro sostanza semantica. La ricerca dell’artista prende così tutto il suo valore immanente, quello di un sontuoso inno celebrativo della spiritualità della materia. Il discorso è grave e anche esaltante. La pittura di Gard è respiro esistenziale.
CLAUDIO CERRITELLI dalla presentazione della personale "Interferenze cromatiche", Malcesine (VR), Galleria Civica d’Arte Moderna, Chiesa di San Nicolò e Rocco, agosto-settembre 2003 ...Gard, di fronte alle sofisticate prospettive tecnologiche dell’era multimediale, non rinuncia al valore dell’emozione espressiva, pur consapevole di far parte di un universo che programma persino l’indifferenza. Egli preferisce dipingere meditando nelle
armonie del colore, tra palpiti e pulsazioni che talvolta diventano frammenti di cosmi inesplorati, in altri casi sono puri concetti spaziali. La dimensione mentale, che indubbiamente agisce in ogni scelta cromatica dell’artista, è un modo di controllare la fisicità dei pigmenti che si stratificano in un numero indescrivibile di frammenti, di minime tracce, di pulsazioni disgregate. Forse per dare un diverso orientamento al flusso delle sue galassie, fissa nuovi frammenti nel caos del desiderio, forse per questo va oggi accostando alla purezza del colore altri dinamismi spaziali. Forse per questo Gard, lontano dalle lusinghe dell’immagine conosciuta, sta scuotendo la pittura dal rischio delle sue ipnosi ottiche per darle nuova energia immaginativa, e per affermare il suo amore per questo linguaggio intramontabile, uno dei pochi capaci di esprimere in modo oggettivo e seducente il rapporto misterioso con il Colore.
LUCA MASSIMO BARBERO dalla presentazione della mostra antologica "Ratio Picta", Regione Piemonte, per il Ciclo "I maestri piemontesi viventi", Torino, Sala Bolaffi, dicembre 2004-gennaio 2005 ...Gard, sin dagli esordi, dalle prime composizioni optical dipinte, non ha cercato altro che la Ragione del rappresentare, del dipingere "naturalmente" una seduzione infinita come quella dei rapporti, delle corrispondenze ottiche, delle profondità di ogni possibile combinazione tra figure geometriche e l’immenso spazio della relazione tra i colori. È una sorta di avvicinamento all’essenza della pittura… Il colore dipana la trama del proprio raccontarsi. È come se Gard rivalutasse in nuova chiave le valenze assolute ed universali del colore e….per una prima volta volesse letteralmente" far cantare" le note altissime dell’astrazione danzanti in segni magmatici e pensati che invadono nuclearmente ogni spazio, distendendosi, vibrando e pulsando in uno spazio che diviene ancora una volta desiderio d’infinito.
ANGELO MISTRANGELO "Le Luci di Gard" La Stampa, 16 dicembre 2004
Pierre Restany, Ferruccio Gard e Paolo De Grandis all'inaugurazione della mostra "La fissione del colore", Basilica Palladiana, Vicenza, 2000.
...Sessanta coloratissime composizioni astratte di Ferruccio Gard sono esposte alla
Sala Bolaffi di Torino sino al 30 gennaio. Organizzata dalla Regione Piemonte, Assessorato alla Cultura, per il ciclo "I Maestri piemontesi viventi", questa rassegna racchiude l’essenza di una ricerca pittorica attenta ai valori dello spazio e della luce, in una sorta di cammino che va dalle prime esperienze legate all’arte cinetica sino alle recenti e pulsanti opere dove si avverte una particolare "fissione del colore", come l’ha definita Renato Barilli. Torinese, ma da trent’anni a Venezia, Gard si misura con la propria interiorità, con la forza di un linguaggio che ha fatto dire a Giuseppe Marchiori, suo primo estimatore fra i grandi critici e storici dell’arte, di trovarsi di fronte a "una proposta nuova: un suo modo di essere...che non assomiglia a nessuno...!". ...L’attuale mostra, curata da Luca Massimo Barbero e allestita da Luciana Rossetti, delinea il suo universo espressivo sempre scandito da un cromatismo acceso, vibrante, sensibile alla luce atmosferica che fissa una esplosiva galassia o un musicale pentagramma, l’emozione di un momento, visto attraverso il geometrico disporsi della raffigurazione, o una zona di colore intesa quale percezione psichica. E sono momenti di una ricerca legata alla meditata "costruzione" della forma nell’atmosfera, secondo un linguaggio – ha scritto Piero Dorazio – "sinceramente poetico al di là di tutte le teorie scientifiche ed estetiche della Percezione".
PAOLO LEVI "Le ricerche informali di Gard. Il colore di un figlio delle avanguardie storiche del Novecento europeo", la Repubblica, 16 dicembre 2004 ...Presso la Sala Bolaffi di via Cavour 17 una antologica dedicata al pittore Ferruccio Gard, nato nel 1940 a Vestignè, vicino a Ivrea, ma veneziano di adozione. E’ stato, fra l’altro, un interessante artista cinetico. La mostra, curata da Luca Massimo Barbero, fa parte del programma della Regione Piemonte dedicato agli artisti sabaudi meritevoli, nati fra le due guerre, per il ciclo denominato "I maestri piemontesi viventi". Gard, con la sua sessantina di lavori esposti, dimostra passione contraccambiata per la Musa. Il suo colore va affrontato come largo segno di un tragitto energetico, progettato a priori. Ogni singola ricerca provoca letture differenziate. E’ figlio delle avanguardie
Con Papa Giovanni Paolo II, Lorenzago di Cadore (BL), 22 luglio 1998
storiche del Novecento europeo, dell’utopia astratta. E’ stato questo il caso del rigoroso Mondrian e del costruttivista Malevic. Quella di Gard è una ricerca informale, a volte una sorta di Big Bang, la cui genesi pulsa felice nello spazio, con bellezza cromatica calibrata e luminosa, soprattutto negli acrilici recenti.
GIOVANNI GRANZOTTO LA PARABOLA DEL COLORE. dalla presentazione della mostra antologica "Emozioni Cromatiche", Padova, Assessorato Comunale alla cultura, Palazzo del Monte di Pietà, 30 maggio-2 luglio 2006; Venezia, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista e Regione Veneto, 5 settembre-15 ottobre 2006 ...Il colore è l’eterno fuoco che arde nella sua pittura, depositando ceneri vive e ricche di strutture e forme geometriche, anche estremamente equilibrate e concluse, ma pur sempre pulsanti e vitali. Il colore è materia primigenia, ma anche un’entità che già detiene al suo interno le ragioni
dell’ordine e dell’equilibrio, e per di più una vivacissima razionalità espansiva, una sempre governata disposizione ad uscire dal proprio campo d’azione, per cimentarsi con altre realtà. ...A me pare che lo stupore e l’entusiasmo, con cui Gard ha affrontato, fin dagli inizi, questa sua fatica, molto si avvicinano davvero a quelli del missionario, dell’esploratore, dello scienziato che muove sicuro di scoprire, di trovare, di conoscere una realtà misteriosa e stupenda che già esiste, che c’è e che è determinante e incorrotta. ...Su questa strada di grande energia sorgiva e di naturale, spontaneo raggiungimento degli equilibri formali, si pone anche l’ultima fase del viaggio creativo di Gard. ...Il pigmento è diventato superficie, e la materia si è definitivamente trasformata in materia pensata e percepita; la parabola del colore è compiuta e la realtà è finalmente attraversata e riconosciuta. Non vi sono più né centri, né contorni: solo l’accadimento del dipinto.
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Con il pittore Enzo Cucchi, vincitore del premio "Artista dell'Anno" e lo storico dell'arte Renato Barilli. Cortina D'Ampezzo, estate 2004.
ANNA CATERINA BELLATI "Tutti i colori della matematica. Il cosmo energico e dinamico di Ferruccio Gard. Tela per tela". Arte. Editoriale Giorgio Mondadori. Giugno 2006 ...ll lavoro di Ferruccio Gard si misura, da oltre trent’anni, con la struttura matematica del nostro cervello che somma e divide secondo una logica numerica, non visiva. All’interno di un microspazio dai confini stabiliti, miriadi di esseri infinitesimali lottano per convergere al centro del dipinto, là dove s’incontrano le bisettrici del mondo, il luogo della geometria. L’elemento, del quale Gard si serve per imprimere una tendenza rotatoria a queste particelle vitali, è il colore. Investiti di pura energia, il rosso, il blu, il giallo, il verde diventano tracce dell’eterno percorso che la materia compie nel cosmo. Quanti miliardi di particelle saranno contenute nell’universo? Gard parte da un punto qualsiasi della tela e comincia la sua indagine progressiva sul movimento, alternando segmenti di colore che si sfuocano verso l’interno. Il risultato è una costruzione dinamica coerente, basata sulle due operazioni complementari di Archimede, il ciclo e l’ordine. Usando la regola del grande siracusano che, stabilito un punto n, giunse per sequenze numeriche a misurare i granelli di sabbia di una spiaggia, lo sguardo matematico di Gard ribadisce che nei numeri sarebbe contenuto il segreto della vita.
GIOVANNI GRANZOTTO dalla presentazione della mostra "Movement as a Message", Triennale Internazionale d’Arte Contemporanea, Praga, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, giugno-settembre 2008
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... Secondo una felice intuizione già balenata negli anni settanta, al cuore dell’elemento colore, Ferruccio Gard allarga, o meglio svincola la carica centrifuga, espansiva e diffusiva del pigmento dalla gabbia geometrica, e dai vincoli, dalle impalcature lineari, lasciando appunto che il colore cammini da solo, ma non nei termini dirompenti di pura deflagrazione, di aleatorietà e di instabilità assoluta. Il Maestro conosce così bene le proprietà di quell’elemento, da lasciargli lo spazio per costruire da solo, attraverso l’incontro dei pigmenti e la loro proliferazione assolutamente non caotica, controllata, ma non rattenuta - una nuova fantastica ma solidissima interpretazione della realtà.... Il risultato è uno spettacolare, rutilante firmamento in cui Gard, propone una nuova strada per il neo-plasticismo moderno, una nuova strada in termini sintattici e linguistici, ma che fa riferimento a un nucleo antico, originario, che rimane il fondamento di ogni processo creativo. Se prima, quel nucleo centrale, che per Caramel si dimostrava più vivo e squillante, rispetto alle profonde e silenziose campiture dei neri di fondo, che comunque sostenevano tutto l’impianto architettonico della composizione, e soprattutto dalla loro poderosa fissità rilanciavano il ritmo gioioso del colore, se, dunque, quel nucleo manteneva ancora una certa staticità, o meglio una sorta di astratta ieraticità, ora il colore sembra davvero travalicare ogni difesa, ogni recinzione, per diffondersi inarrestabile nelle praterie della forma pura e del colore puro… definendo, spartendo la superficie secondo la valenza gerarchica e diffusiva di ogni singola gamma cromatica.
VITTORIO SGARBI Consegna Premio Mantegna. Caorle (Venezia), luglio 2008 ...Ferruccio Gard, qui presente non come premiato ma come membro della giuria, è un artista che ha lavorato anche lui per un tratto molto lungo della sua vita nella ricerca di immagini in cui le forme astratte rappresentassero pensieri e fossero come una necessità ineludibile rispetto al tramonto della figura umana. Nella sua ricerca pittorica ha quindi sentito di rappresentare geometrie come una necessità irrinunciabile.
LUCIANO CARAMEL dalla presentazione della mostra "Porto d’Arti", 53. Biennale di Venezia, 2009 ...L’astrazione di Gard è fin dall’inizio immersa in una temporalità dinamica, retaggio dell’informale, che ha scardinato le certezze deduttive euclidee, cartesiane dell’astrattismo della prima metà del Novecento, di quello anche degli anni trenta in Francia e Italia. Temporalità che determina una spazialità non assoluta, mobile, compromessa col fenomeno e quindi con i meccanismi della visione. Ecco le Modulazioni cromatiche, le Riflessioni percettive, le Cromo dinamiche strutturali degli anni ottanta, palpitanti e non compositivi, nonostante il sotteso rigore progettuale ed esecutivo. Eppure anche con una sospensione magica, che contrasta la spettacolarizzazione del movimento della Op Art statunitense e dei suoi derivati, superficiali e meccanici. Poi, al centro delle strutture dinamiche multicolori, appare attorno al 1990 una sorta di macchia informaleggiante, che dialoga con la scansione sì dinamica, ma nel contempo araldica delle strutture. "Macchia" che col nuovo secolo si allarga, in corrispondenza col mutare dei titoli, da New Geo o Geometrizzando a Emozioni cromatiche, Nel colore, emozioni, fino con un dilatarsi e immergersi nell’infinito e nell’originario, a Cosmologia cromatica, Galassia cromatica e, appunto, da Il luogo dell’origine a Il luogo dell’infinito. Infine, in questi ultimi anni, i gioiosi, cromaticamente accesi Concerti, le Sinfonie, le Primavere luminose che irradiano serenità.
PAOLO RUFFILLI Motivazione per la segnalazione di Ferruccio Gard al Padiglione Nazionale Italia (Venezia, Arsenale), 54. Biennale Internazionale di Venezia, 2011 Nell’astratto così come nel cinetico Ferruccio Gard affida tutto al colore e il colore è, insieme, forma e sostanza della sua creatività. Una creatività visionaria che sperimenta lo spazio della conoscenza attraverso lo sguardo interiore e sonda le ragioni della vita attraverso il rigore geometrico. Nella sua piena maturità artistica, Gard conosce una stagione solare che dura ormai
Con Jeanne-Claude e Christo nella Galleria Stefano Contini, Venezia 2004.
da anni. Nelle sue opere pittoriche, le immagini sulla tela vivono nella prospettiva di chi le guarda e sente e interpreta nel momento stesso in cui le vede. Sono le proiezioni del profondo che emergono dall’inconscio stesso dell’artista. Non sono mai gli "oggetti" il senso della pittura di Gard, ma se mai le "situazioni" che gli oggetti suscitano in chi ne guarda l’essenza oltre l’apparenza. E si può dire che la condizione dell’oggetto è estesa al soggetto, all’artista che si replica sul quadro nel dispiegarsi del colore. Un colore che, pur essendo eruttivo e perfino esplosivo, è ordinato e perfettamente bilanciato e proprio per questo capace di farsi strumento espressivo della totalità. Si deve parlare di una geografia dell’anima, nel senso più nobile e autentico. Nell’intenzione, comunque, del raggiungimento e della tenuta di una misura che, inseguita nella vita, si ricompone sulla tela. Perché gli impianti scenografici di Gard sono i luoghi dell’illuminazione, alla maniera dei procedimenti paralleli della poesia, in quell’intima unione di segno, tono e colore a evocare e suggerire sensazioni, emozioni, impressioni, suggestioni, scoperte. Bisogna infine sottolineare la capacità di Gard di rivelare sulle sue tele quello
Il poeta e scrittore Paolo Ruffilli.
che appartiene anche nascostamente al visibile, aggiungendo che nelle sue opere conta non tanto il colore riportato all’ordine geometrico, che pure ne è protagonista, quanto la vibrazione del mistero che dal suo calcolo algebrico ogni volta emana, a stimolare l’acutezza estrema dell’occhio di noi che guardandolo ci troviamo di colpo in mano la chiave per decifrare l’enigma delle cose della vita e del mondo. Ecco l’essenza profonda dell’arte di Gard, la ragione e la giustificazione del suo cerchio perfetto, della sua limpida coerenza. E, nel senso dell’attesa e nella prospettiva misterica del silenzio, a colpirci è la magia della luce che, dietro al variare della lunghezza d’onda scomposta nei colori, scava il buio rivelando sulla superficie ciò che vive nel retroscena, la partitura costitutiva segreta, l’intima natura della realtà.
PAOLO FONTANESI L’astrattismo cromatico di Gard alla galleria del "furore" a Milano, il Giornale, 29 settembre 2012 Ferruccio Gard, maestro dell’astrattismo cromatico, ha festeggiato i suoi quarant’anni di carriera con una mostra personale che è stata inaugurata giovedì scorso a Milano, alla galleria "Gli eroici furori-Arte contemporanea" e che rimarrà aperta fino al 6 ottobre. In galleria i visitatori potranno ammirare le due
produzioni principali di Gard, ovvero: i quadri cinetici e i famosi quadri astratti a macchie, entro cui Gard si propone di rappresentare la realtà, con l’insieme delle sue contraddizioni, fra gioie e sofferenze, speranze e delusioni. Per questo le sue opere sono state definite da critici e studiosi come Achille Bonito Oliva, "delle pure emozioni e poesie cromatiche". Le sue principali fonti di ispirazione sono i suggestivi colori carnevaleschi di Venezia e le ombre rossastre delle Dolomiti cortinesi, località in cui Gard trascorre gran parte dell’anno. L’artista è reduce dai successi alla 54esima Biennale di Venezia-Padiglione Nazionale Italia e da un’importante mostra in Germania.
SEBASTIANO GRASSO Geometrici meandri Corriere della Sera 14 ottobre 2012 Può un colore "puro" dare emozioni? E diventare anche personaggio? E’ una vita che Ferruccio Gard (nato nel 1940 a Vestignè, piccolo centro in provincia di Torino, che non supera le 850 anime) tenta l’una e l’altra cosa, attraverso un gioco astratto di luce-spazio-forma, inserito in cornici quadrate. Cornici che, per Achille Bonito Oliva, creano "macchine formali che contengono in sé l’idea della costruzione e
dell’incastro". In realtà, Gard è partito, negli anni Settanta, dall’arte cinetica (l’arte che introduce il movimento nelle varie opere d’arte; movimento che può essere reale o provocato da un’illusione ottica), per approdare alla op art (arte programmata e concreta). Adesso, l’artista piemontese presenta una quindicina di lavori alla Galleria "Gli eroici furori", a Milano, eseguiti nell’ultimo triennio. Si ha l’impressione di essere dinanzi a quinte teatrali dove personaggi principali, comprimari e comparse sono interpretati dai colori. Opere che possono essere percepite, ma anche spiegate. "Emozioni e poesie cromatiche", le definisce Gard. Che ne illustra la genesi. Fonti di ispirazione? Venezia, dove vive da decenni. E poi le "Dolomiti cortinesi nelle infinite e continue variazioni cromatiche e di luce". Più o meno come facevano gli impressionisti quando dipingevano en plein air. Con una differenza. I protagonisti del movimento francese, in questo caso, si dedicavano soprattutto al paesaggio o ad un soggetto colto in diverse ore della giornata, Ferruccio Gard ama perdersi nei meandri geometrici di rettangoli e quadrati.
54. Biennale di Venezia, Arsenale, Padiglione Nazionale Italia, a cura di Vittorio Sgarbi. Da destra a sinistra: Carla Accardi, Tino Stefanomi, Ferruccio Gard e Alberto Biasi (2011).
Con Bice Curiger, Curatrice 54. Biennale Internazionale d'Arte di Venezia (2011).
Ferruccio Gard con Vittorio Sgarbi, Art Verona 2012, Galleria Ghelfi
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Il mercato e la ricerca artistica: l’accorata denuncia di Giulio Carlo Argan Caro Gard,
La ringrazio per il catalogo della mostra al Museo Wagneriano di Venezia e per l’appello, sul rapporto arte-scienza, che certo non mi trova insensibile. Io sono ormai vecchio e stanco, e tuttavia ancora impegnato su un fronte fin troppo esteso per le mie forze per difendere non soltanto la ricerca artistica contemporanea, ma tutto il patrimonio artistico che una politica incosciente sta mandando in rovina. Ho più volte cercato in questi ultimi tempi di riaprire anche in Italia il discorso sul rapporto di arte e scienza di cui all’estero si ricomincia a parlare e a cui la Fondazione Gulbenkian vuol
dedicare nell’Ottantasei una grande mostra. Temo che non se ne farà nulla perché il mercato non vuole ricerca ma quadri da vendere e si è già messo in movimento per impedirla o assorbirla. Non abbandono tutte le speranze ma creda che i critici seri non sono meno soli di quanto non lo siano gli artisti che fanno ricerca e forse anche più insidiati ed aggrediti dall’ambiente mercantile.
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VIRGILIO GUIDI
GIUSEPPE MARCHIORI
From the presentation of the solo exhibition at the "Giulietta's House", Verona 1978
From a conversation with the artist – opening of the solo exhibitions at Trissino and Vicenza, 1978
...Gard is not a falsely rational operator and his works escape the sort of scholastic dogmatism that offers futile and arbitrary constructions. I am certainly not prepared to marvel over or be impressed by the phenomena of modern art and I often accuse them of being too voluntary and devoid of a true nature. Instead, what appears with Gard is a pristine, uncorrupted nature. He brings geometry – the secret foundation of things – back into play in a contemporary way, without allowing it to become inert and pedantic. And thus it is geometry that plays a leading role here, liberated – as noted – of scholastic pedantry. In fact, it seems that it is in motion through the light that strikes it, cancelling the physical plane of representation. I think the fact that these lines are struck by the motion of light, which envelops them front and back, is fundamental: in short, they are put forward in the fullness of light. And because of this light, as a spatial function, Gard’s space could welcome not only geometric forms, but also all possible forms of free creative imagination. What I mean to say is that in these fresh and sensitive geometric abstractions, we can sense the presence of humanity. Here we can recall Courbet, who said that a landscape must make man’s presence felt even when he is not depicted.
...If the Abstract Art of today has a shortcoming, it is the preference for repetition, the preference for repeating patterns that have been exhausted in the past. Here, on the other hand, we have something new – a unique way of being. Work that makes one say: "This is Gard, an artist unlike any others". It is interesting how, in your paintings, the abstraction appears through lines that "interrupt" it, like shutters. Your style of painting is quite different from the prevailing Abstract Art. The forms that appear behind these "grates" are different. I don’t believe that any others have done it. The small figures that are always at the centre of the composition are what interest me the most. Looking at them again, they must be considered from a strictly formal approach, beyond the value of symbols. In this sense, you have achieved a remarkable quality. You represent man with symbols. Even in figurative painting, think of how many ways there are to represent man. And I do not believe that the possibilities have been exhausted, in spite of the suspicions of so many of today’s youths. Bacon and Dubuffet, for example, have created a new type of figuration. Bacon through a dramatic conception of the solitude of man, and Dubuffet, who enjoys playing with invented forms in a fanciful game that builds upon I don’t know how many experiences, all needed to arrive at the forms of today, in the
Con Botero e Riccarda Contini, Venezia 2003.
L’Hourloupe period. Thus, you as well… You have found something new that continues to be new. Virgilio Guidi, when discussing your paintings, speaks of light, as a function of space. He wrote: "In addition to geometric shapes, Gard’s space can accommodate all of the shapes possible in free, creative imagination". What Guidi asserts is really true. In addition to possible shapes, this space could also accommodate impossible shapes – it is an ample space for the creative imagination. And it is also our hope. For a youth, particularly one like you, it seems a boon to the future.
ENZO DI MARTINO «Il Gazzettino», Venice, 22 February 1980 ...Structures of colour arranged into shapes that at times are only outwardly geometric. These forms enveloped in light bring to mind mental spaces, offering unlimited creative possibilities that certainly go beyond the repetitiveness of simple geometry. This is a visual process with a Neo-Constructivist flavour in which light plays a leading role, conducted simultaneously between the overlapping boundaries of rationalism and imagination.
GIULIO CARLO ARGAN
I più cordiali saluti, Il suo, Giulio Carlo Argan Roma, 22/X/84
Cold, yes, but not cynical – L’Espresso, 25 October 1981
Con Bernhard Giebel, Museum Haus Ludwig, Saarlouis (Germania).
...From the review of the exhibition "In the Land of Palladio: Open between Constructivism and Optical Art". Vicenza, Basilica Palladiana Vicenza. The organizers
of "In the Land of Palladio" are confident that the event is not at all out of place. The exhibition focuses on artistic movements that achieved worldwide success in the 1960s, but soon afterwards kindled dishonest and poorly informed disputes, which resulted precisely from their unguarded honesty. The movements were known as Programmed Art, Art d’équipe, Visual-Kinetic Art and Optical Art. The label "Gestaltic" was proposed at the time, due to their close relationship with Gestalt psychology and the psychology of perception in general. In fact, these were the only artistic movements of the time that evoked the glorious tradition of Constructivism (Bauhaus, De Stjil, Moholy-Nagy) and seriously sought to create a functional, rather than merely analogical, link with science, information theory and technology. The exhibition in Vicenza is not evaluative but rather retrospective – what future could such rigorous and organized art have today, amidst the general confusion? While the Constructivism from which it derives is a lost battle, this does not mean that it is misconceived. It is not by chance that the exhibition of these cold, but not cynical, artists evokes Palladio, an architect who sought to educate, through visual means, the ruling class of his time. In truth, it seems that his ruling class was more receptive than ours. The Visual-Kinetic movements strove for works of art to be viewed as standards of value and privileged goods. The image was no longer an escape, but rather an opportunity for reflection. In addition, it no longer needed to be tied to the physical nature of the objects, which came to be viewed as mere tools of the
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Poesia inedita di Andrea Zanzotto per la cartella di serigrafie di Ferruccio Gard "Fonemi e Visioni", realizzata dalla Stamperia Multigraphic, Venezia, 1988
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Mostra antologica alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, Venezia 2006.
experience. The imagination was not a fixed idea but a continuous generation of images, the works aimed to explain the rhythm (or the logic) of their appearance and succession. This reveals the need for the kinetic aspect – the movement of the apparatuses that generate images, variations of light and colour, shifting perspectives. The American market, with Pop Art imposing the object at all costs (even better if it was cheap and dreary) worked against this movement. In Europe, weighed down by cultural and political involution, all reformist tendencies in the arts were dropped. In Constructivism, art was separated from the market and needed to find its place in the school. Naturally, the market proved stronger than the school. It seems, however, that disgust with the present chaos has reawakened an interest in these final followers of Constructivism, who continued to work on the sidelines with an almost Neoclassical dignity, which justifies their presence in Palladio’s most erudite and instructive.
ARTURO CARLO QUINTAVALLE Panorama, 26 October 1981 ...From the review of the exhibition "In the Land of Palladio: Open between Constructivism and Optical Art", Vicenza, Basilica Palladiana. So what does this complex exhibition that offers a wealth of intersecting trends propose? First of all, that Abstract Art has the most potential to transform the role of the artist from a
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figure who is currently marginalized and reduced to working in the private sector to a "cultural worker" from whom public organizations can commission the creation of models of perception, therefore the spaces, dimensions, and organization of interpersonal relationships. Second, that the vitality of the art does not disregard the deep differences of its historical roots – except in rare cases, references to pre-World War II Abstract Art and the opposition (which was politically significant at the time), the different "realisms", are marginal. Instead, there is a relationship with the Ulm School, since it was there that, after Bauhaus, the final attempt to incorporate the "intellectuals-artists" into our society occurred. The different cultures of Abstract Art are evident: the exhibition contrasts groups of Italian Abstract artists with the artists of the French GRAV movement, which had a stronger impact on social aspects. It also includes a series of isolated artists who pursue work that is waiting to be received not only by art collectors, but also by planners. If, in place of vacuous monuments, we were to have in our cities machines that are a part of the pathways and framework of the surrounding structures, if, in short, these perceptual designs were to help us to live better, we would be able to significantly change our relationship with works of art, a relationship that has unfortunately been mediated by the mixed mythology of contemplation and purity.
GIUSEPPE MARCHI0RI Rationale for nominating Gard to the Segnalati Bolaffi 1981 ...In Gard’s work, an abstract rigour of style predominates, expressed in geometric solutions of precise compositional quality, supported by a rational choice of structures, which lend a clear emphasis of colour to the composition. Gard thus resolves complicated stylistic problems with particularly clarity.
GUIDO PEROCCO From the presentation of the solo exibition in Asolo and the Musée International de l’Imagerie, Epinal (France), May - September 1982
In his experience as an artist, Ferruccio Gard has felt the need to counter the invasiveness of Expressionism, seeking what unites us, as a modern population, to science and the projection it expresses, with very clear images and pure concepts. If we carefully observe his paintings, we realize it is the mind that completes a harmonious arc between the sensitive approach and the conceptual idea, when the eye sees and the intellect constructs. In this pure space, without a shadow, he unites a musical plot of tones, harmonious in some cases and clashing in others, but ever calibrated by a supreme reason, an almost imperceptible breath of sentiment and exceptional taste: always. In the background, we thus find a rhythm that composes and attunes spaces, forms and, above all, light. For the observer, his pictures become a musical "offering", an emanation that, from painting and architecture, strives for the purity and creativity of music.
ALBERTO VECA From the opening of the solo exhibition at the Gallery of Modern and Contemporary Art In Verona, Palazzo Forti, December 1983 January 1984 ...Compared with art that has a predictable form once the terms in question have been established, Gard's work tends towards an interpretation of creating images that is freer and decidedly more inventive. The fragmentary nature of a single painting, the pursuit of a fleeting figure rather than the immutable laws of the universe – this is the ideological aspect that diverges from the
tradition that was alluded to in the opening of this speech. Of course, the inquiring and open nature of the work does not lessen its importance with respect to the peremptory success of tradition – a figure "free of dogmas", but not enigmatic for this reason, a figure with which one can form an empathetic relationship, going back to the origins and thereby adopting it as a matrix for new solutions, a figure that is the ambitious objective of today.
FILIBERTO MENNA From the opening of the exhibition "Constructivism", Aosta, Tour FromageThéâtre Romain, November 1998 ...Ferruccio Gard's work offers a rethinking of perspective space using perceptual analysis processes based on instability and energy. It results in an upheaval of the traditional manners of representation, replacing the diachrony of historical perspective with a simultaneous, synchronous vision.
GIULIO CARLO ARGAN Constructivism at the Tour Fromage in Aosta. A chair can’t save the world By Giulio Carlo Argan L’Espresso, 23 January 1983 ...Aosta-Genoa. The serious critical debate between Modern and Post-modern Art is moving beyond banal polemics and beginning to crystallize. Modern by vocation and profession, avant-garde artists cannot
conceive of history without progress, progress without design, and design without revolutionary intent. However, the revolution has failed in the field of art as well, the pretence did not work. Perhaps it is the fault of Constructivism, the all-consuming aim between World War I and World War II, which sought connections between the design of a chair and the design of social reform. Today, there are those who want to move away from ideology towards design methodology, and those who view design as superfluous, since everything has already been designed by providence or cybernetics. Two well-planned exhibitions in Aosta and Genoa, which were explained through lucid and honest critical discourse, enabled Filiberto Menna and Renato Barilli to discuss from a distance, in text, the matter of design, or rather of purpose and value. The exhibition organized by Menna in Aosta was entitled "Constructivism". It displayed the works of four older artists (Barisani, Aricò, Gandini, Passa) who are all involved in different ways in the analysis of "doing", and offered a brief overview (Uncini, Carrino, Pardi, Magnoni, Piera Legnaghi, Coletta, Biasi, Gard, Agostini, Mattia Zanotti) of the current state of the experimental art (structural, visual, kinetic) that began around 1960 and included group activities (Enne and Uno). Although no longer fashionable, this art is still fundamental because of its scientific basis. Barilli’s exhibition, entitled "A Postmodern Generation", was more panoramic (including Bonfè, Esposito, Levini, Mainolfi, Spoldi, Messina and Mendini, among others), with an ample representation of the "new-new" (the repetition is tautological, not emphatic) that abounds in architecture and performances. Menna and Barilli are moving along a boundary that is still poorly defined – the only certainty is that the culture of mass media, a culture of power that is planned but not designed, lies beyond. With respect to art, if outright death can be avoided, a choice must be made between surviving on less or seeking out a furtive, abusive recovery. Excluding eternal return, the dilemma is between an act of critical contrition and backsliding into an amorphous and treacherous past that is no longer viewed as history. Menna’s constructivists and Barilli’s postmodernists are on the defensive – art is no longer deliriously trying to save humanity, it is fighting to save itself. Constructivists
propose limited design. Menna speaks of an "analytical approach", of "conceiving the work as a reality that cannot be immediately deduced by means of a pre-existing idea, but rather is a structure that reveals in its interior its own development". Design is no longer a driving force, but rather an organic structure of thought that art realizes and reveals. Art no longer has a function, let’s at least save its intellectual dignity. It is beautiful. Barilli is not certain that art will drown
course. Consumption is planned in a consumer society. Since post-industrial production imposes a soul-destroying reality, we seek to consume in a balanced, non-negative manner following the models of fruition that can be provided by art. This model is based on a slow, controlled, time-honoured technique that engages both the mind and the hands. It brings organic vitality, involves consumption that is not blind or greedy. Above all, rather than consumption it offers fruition and an
GENERATION, curated by the Office of Cultural Activities in Genoa, Falcone Theatre, Palazzo Bianco, Palazzo Rosso.
GIORGIO CORTENOVA From the opening of the anthological exhibition "Form, Perception, Continuity", City of Venice, Office of Culture, Wagner Museum in Venice, October-November 1984. ...During a time of programmatic incoherence, like the postmodern era in which we are living, Gard has chosen the path of continuity, practically a sign of non-conformism and a rejection of the logic of the ephemeral. He has also chosen work that needs and strives "to be", in an object sense. If we consider where his work fits into the continuum of art, we realize that its language strikes a balance between Neo-Constructivism and Gestaltism, between a disturbed shudder when the viewer faces his own fragility and a proud conceptual geometry that concedes nothing to the improbable. Each artist must walk the razor’s edge – Gard has chosen the path of opposing the "image" and its formation. And he is right when, on canvas after canvas, he highlights the transience of the painted surface, making use of implicit rigidity in his linguistic structures. But, of course, he is not wrong when he also suggests the opposite – the completeness of the work, achieved through the industrious apparition of language.
TONI TONIATO From the opening of the anthological exhibition "Form Perception Continuity" City of Venice, Office of Culture, Wagner Museum, October-November 1984 Mostra antologica alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, Venezia 2006.
in the morass of mass media. He cites McLuhan, stating that the man of the future will not be an engineer or a designer, but rather "a gatherer, in the manner of his ancestors that lived by hunting and fishing, only this time he is gathering and saving data". Consumption should not be condemned as a hell. Art can reduce it to educated fruition (an old word that Baldesar Castiglione used to discuss beauty), which really means having a plan for consumption – planned rather than irrational consumption. Can something be planned afterwards rather than beforehand? Of
experience. Another point of convergence between the two exhibitions – their openness to architecture penso vada bene "openness" perché si intende che in queste mostre hanno lasciato spazio non solo a pittura e scultura, ma anche all’architettura, even though, in my opinion, to constructivists it is constructivism incarnate, while to postmodernists it is a retreat from unsatisfying representationalism. CONSTRUCTIVISM, Tour Fromage, Roman Theatre in Aosta, curated by the Autonomous Region. A POST-MODERN
...Abrupt changes in the lattice, in the progression of luminous and rhythmic sequences, meticulous repetitions, and an erratic development of figures spinning along the perpendiculars alternate to create the ideational and objective "adornment" of different sliding paths of tension, in a spatial fabric that recasts the energy of the painting in the architecture of a plastic-chromatic flow of constructive and imaginative order. Gard’s works are part of an aesthetic experience that relate to further experimentation in the realm of new visuality, going beyond the viewpoint of
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Cento (Ferrara), la città del Guercino, Mostra personale "Informali geometrie del sacro", Chiesa di San Lorenzo, 2008.
the avant-garde – from Abstract Art to Programmed and Kinetic Art – to present a fundamental concept of structural transformation of the representational system of space, of entropy within the relative potential of its visual paradigms, formulating a new dimension of Constructivism in the work itself.
RICCARDO BARLETTA Abstract Art amidst computers Corriere della Sera, 12 October 1984 There are those who consider "historical" Abstract Art to be "valid" and subsequent Abstract Art to be less important. This requires clarification. While it is true that the halcyon days of discovery and invention (1910-1920) seem more scintillating and full of creative tension (most of all due to society’s opposition to the new style), a style such as Abstract Art is not destined to wither and decay into formulas and stereotypes over time. After reaching its greatest popularity in the 1950s, it became a method of seeing that was held on to by just a few talented artists, who refined and specialized its characteristic language. Ferruccio Gard, who was born near Turin in 1940 and has been working in Venice for more than ten years, is among these artists. He came to Abstract Art in 1970, after producing works that had surreal and even metaphysical tendencies. It should be noted that even in those works, there was already a strong underlying tendency towards radically surpassing the visual vocabulary, going beyond the definite world of figures and the indefinite world of
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shapes. The disembodied forms give every appearance of reality. Today, Ferruccio Gard’s abstract works have a special character tied to the 1980s. They mirror a sensitivity and perceptual structure that has a pronounced local flavour, different form the programmatic rigidity of certain forms of Constructivism, as well as the scientific emphasis of certain theories of form (Gestalt psychology). At the same time, however, it does not cast aside basic rationalism or perceptivism in the method. Gard’s paintings from 1970 to 1984, the focus of the exhibit in Venice, tell a tale of immediate and instinctive lyrical tension. They go beyond so-called Programmed Art. In fact, the poetic aspect of Gard’s work appears binary. He apparently constructs his paintings from the figure-background duo. More specifically, this duo fragments in two directions. The central "figure" is a stack of geometric figures (squares, rectangles, triangles and rhombuses) viewed in double perspective (vanishing point in the distance and the foreground). This aggregation undergoes illusory rotations. Around this central "figure", the background takes the features of a chromatic grate, of a linear texture that alternately contracts and expands, always in vivid colours that shift from tone to timbre. The result is fascinating. The viewer experiences this central archetype in its pulsating vitality, in its trompe l’oeil nature. At the same time, the iridescences, the radiant gradations and the rhythms of the sudden changes in the fabric of the structure surrounding the archetype act together in a perceptual, psychological and emotional interaction that gives the paintings the value of "fields" in which multiple energies act. Energies that are both linear and chromatic. Perspective and temporal spaces. Movement and stillness seem to strike a balance, but also oscillate unstably. In conclusion, Gard’s abstract paintings express a lively geometricism that is quite complex, with a richness of perceptions. Work that is well suited to the postmodern computer age.
of painting, confirmed by the tendencies of abstract art during the post-war period, are as yet undigested by many pseudomodern and trans-avantgardist artists still rooted in the past, by many critics and many art-dealers and scholars. Today it is no longer a question of the ideological or theoretical conflict between "figurative" and "non-figurative" art; because, as we know, what is preached on all sides now is the ecumenical criterion of "quality", as if it could exist outside, or above, or in addition to the ethical conception, the linguistic structure of the work. It is Gard’s vision that arouses least sympathy, that proves the most difficult to pursue and to read, because it is the purest, the one that moves furthest from literature and from the "literary" relationship with life, which many would like to force on painting today. This despite the fact that the modulations of space and colour that Gard presents have a robust and well-tried tradition behind them. His art came into being in the real world of visual sensations, from a rib of the cubism of Braque, of Gris, and later, from that of Freundlich and then from the artists of Cercle et Carrè and Abstraction/Crèation, the "purism" of Ozenfant, Mondrian, Sofia Tauber, Albers, Glarner, Max Bill and so on. Ferruccio Gard adds to this tradition his variations, with an original contribution of the articulation of value and chromatic scales, together with harmonious structures that contain by identifying with them. He is not therefore an "optical" painter, one of those who simply draw and then colour in, but a painter
ENRICO TANTUCCI Nuova Venezia 14 October 1988 ...Ferruccio Gard continues steadily along his path, following a form of Geometricism that also recalls certain aspects of Optical Art. In a catalogue of the artist’s work, Piero Dorazio wrote: "The effect of the coloured plains and bands that overlap, chase after one another, connect and disconnect in these restrained compositions is truly poetic, going beyond scientific or aesthetic theories of perception".
LUCIANO CARAMEL From the presentation introducing the solo exhibiton at the Galleria dello Scudo, Verona, june 1990 ...Gard continues to call these works "investigations", to emphasise his faith in a factuality guided by a project, where calculation, although not self-sufficient, preserves its role, its function. In this way the artist reaffirms his allegiance to a new long-established tradition: from the pioneers of the second and third decades of the century, to the articulated expansion over Europe by the rationalists of the thirties, to the innovative propositions
ROBERTO SANESI Gard at the Giorgione’s House "How lines got a solemn rythm." Corriere della Sera, November 8, 1992
PIERO DORAZIO From the presentation of the solo exhibition at Mantegna's House, Mantua, April-May 1988 ...The conquests of contemporary art from impressionism onwards and in particular the liberation of the purely visual language
whose sensibility manages to combine to magical effect the two perpetual protagonists of painting: "Form and Colour".
of geometrical abstraction after the war, and then of those who elaborated these premises, within the ambit of the New Tendency’s neo-concretism in the first half of the sixties. But with purpose that were not reducible to such precedents, especially with regard to the different function of the project and calculation. In these last works, in particular, as this exhibition makes clear, the sensibility and magic that Dorazio talked of are the real protagonists, in that they are the result of the those analytical procedures. Gard does not eschew the well-tried systematicity of his art. Rather he finalises It towards an absorbed evocativeness, through a choice of colours, wich, while fuller, nonetheless converse with others that maintain his penetrating vivacity, provoking a contrast of notable effect, on the level of the image. Through the evidence of the structures placed at the centre, the more lively ones, this contrast appears to point towards a mysterious system of symbols, almost as in a mandala, a mandala anchored to a lay spirituality, if we may be permitted the incongruity. In the sense that in Gard there is not - or at least in his pictures there does not appear to be - any expansion into metaphysical religiosity, or elevation towards ontological meditation. Rather there is a tendency towards an unspecifiable absolute, which the irregular ovoid form, with its imprecise outlines, in contrast with the sharpness of the outlines of the other figures, symbolises. Here too there is a close continuity with something that underlay the older paintings. But the concision is something wholly new, based on a sureness of lay-out of great structural and chromatic consistency.
Con Piero Dorazio alla Galleria Sante Moretto, Vicenza 1994.
...the relatively unusual aspect of these works is due to the fact that at the very centre of the geometrical vortex in motion, in what one must suppose is the hub around which the whole composition rotates, the space literally crumbles away in a shapeless smudge, almost a nebula. Gard, in that focal point which one imagined as ideal, "abstract", suddenly, by way of con trast, places a from that belongs to gestuality, to impulse, to colour as a perceptible body, to impression. This
contradictory interference provokes a completely different overall reading of the forms, and makes us realise that light, even in a symbolic sense, is the real protagonist. The sense of instability or bewilderment previously noted thus derives from an open possibility: conceptual, constructive, mathematical light; light-colour whit naturalist allusions; light presented as spiritual energy.
GIORGIO SEGATO From the opening of the solo exhibition "An Adventure in the Lands of Palladio, Mantegna and Giorgione (structure, shape, colour)". Castelfranco Veneto (Treviso), Giorgione's House, October to November 1992 ...The long artistic career of Ferruccio Gard has been marked by magical and enthralling moments. In 1981 he was invited to participate in an international retrospective on Constructivism and Optical Art entitled "In the Land of Palladio" (Basilica Palladiana, Vicenza). In 1988, he organized a solo exhibition in Casa del Mantegna in Mantua. Now, his recent works are on exhibit at Casa del Giorgione in Castelfranco Veneto. This sequence of events has elements of both fortuitousness and wilfulness, with choices that, although unplanned, display an appealing adherence to subtle references and potential meanings connected by the alchemy of places, names and colours. Artists are particularly sensitive to these things. There is no doubt that Palladio, Mantegna and Giorgione are three of the greatest, most extraordinary artists from Veneto of all times, standing out as true innovators in the world of art. This is not to say that Gard, who hails from the Valle d’Aosta-Piedmont region, was somehow trying to secretly retrace the common thread that connects the experiences of three great masters in homage to Veneto, the region where he has lived and worked for many years. However, the apparently accidental coincidence of the three exhibitions does not prevent one from "uncovering" these connections and highlighting the unique components of Ferruccio Gard’s work and artistic pursuit that are evident in each of the exhibitions: his fundamental interest in structure (in an irrevocable utopia of possible ways to put together and break apart the facts of reality, modifying their combinations and perception); his need to view the canvas not as a surface but rather as a deep,
Con Cristian Contini, Galleria Contini Art UK, Londra 2014.
perspective-filled space having a strong virtual mobility that prolongs the plastic, transformational effect of the shape/colour as the viewer moves away; and finally colour/light as an essential medium.
JORGE AMADO Bahia, May 3, 1995 ...I’m not an art critic and not even a painting connoisseur, but i taste the painting, i feel glad when i discover a new artist whose touches me and makes me feel aware. His colors and the compositions of his paintings really touched me deeply.
Lo scrittore Jorge Amado.
His painting style is extremely personal, i think that his canvas cannot be painted from other then him because his balance and the colors contrasts reflect a unique personality. Also, i’d say that he cromatic perception and the mastering of the tecnique are essential values in his work.
TOMMASO TRINI "Ferruccio Gard. Live from the Big Bang", from the opening of the exhibition "Colour Effect", City of Padua, San Rocco Church, June/July 1995 ...Blessed be the painter who, mastering a Stendhal-esque swoon, separates from the ignorant masses of artists who are as
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Ravenna, Civic Museums, October 1996
Con, da destra, Cleto Munari e il fotografo Lorenzo Capellini.
indifferent as tourists. An aficionado of the masters and of the historical ideals of Abstract Art, Gard has a pathos that is unknown to younger artists, who, due to some unknown virus or cataract, are losing sight of history. Even rarer is an artist, like this Venetian painter, who still takes a gamble on the new and on the future, a challenge in which to take delight. Gard not only expresses himself with strength, he has intelligently modernized the structure of vision. Here, finally, as they say, is an artist who is in step with the times. Rather than images painted on canvas with a brush, Gard’s "chromatic events" seem to emerge from a telescopic well beyond the canvas, forming along a horizontal axis immersed in the darkness, irradiating "colour and heat" in dark or black squares. They are nuclei in the process of expanding. Its chromatic vibratility, now stronger, translates what the artist calls "colour effect" into the equivalence of a "night effect" (alluding to a famous film by Truffaut). It is possible that something new and never before seen, even something unsuspected, can emerge from these images. Gard does not paint the Big Bang that created the universe – rather, he repeats with a patient love for painting the countless everyday big bangs through which each of us may witness some form of creation. Ferruccio Gard’s work is an art of genesis, or rather of the very first beginnings of the world. The epigenisis of light. The universe transformed into painting.
MARISA VESCOVO From the opening of the solo exhibition "The Place of Origin", Loggetta Lombardesca,
...In the works painted by Gard in 1995, we feel that the thread of everyday time is interrupted by a "zero time", a time comprised of symbolic-chromatic narration permeated by a subtle sensuality. The square or rhomboid forms unravel at the edges, veiled by radiant transfigurations that aim to reveal the mystery of the spaces that only the mind, and not the physical eye, can possess. If we think about the most recent paintings, we find bursts of energy and light at the focal point of the works. These bursts shift into swarms of symbols that close in a whirl and open like a spiral, gulping down the particles surrounding it, or even a system of nuclei in the process of exploding, or better yet the combustion of a star. A secret game is created on the canvas that helps us understand the great importance of the void, which is not a mere emptiness, but the complex setting of the origins of everything that surrounds us, everything that we can touch, not only on the large-scale dimensions. This "centre" in Gard’s paintings is a place where beings emerge into existence and then, after a breath of time, decay and disappear into "other" worlds. It is due to this effect of chromatic, incandescent energy that the void becomes the mysterious setting for new future energetic states that can fit in a minimal volume of space, in which one could say the story of the entire universe plays out on a reduced scale – in fact, we find both creation and annihilation.
habitat because these works based on space and light, these works that are now created together with a great master glass-maker, appear entirely native to this magical city. I believe that many artists that have lived and worked in Venice have tackled glass, a fascinating material that has an almost spiritual nature, yet one that is so difficult to master, so difficult to shape into a precise form, according to the will of the artist. Well, from what I have seen of this exhibition, it seems to me that Seguso and Gard have truly succeeded. In my opinion, their works are new, important and meaningful, the consummation of a particularly difficult work, which of course could not be otherwise since we are discussing the art of Seguso and Gard – two important artists, who are also among the most illustrious citizens of Venice.
PAOLO RIZZI From the presentation of the exhibition In diretta dal Big Bang. I quadri-scultura in vetro di Archimede Seguso e Ferruccio Gard. City of Venice, Palazzo delle Prigioni, February–March 1997 ...Standing before Ferruccio Gard, one of today’s keenest artists of NeoConstructivism and Perceptivism, we find Archimede Seguso, a master glassmaker – the most prominent today – from the famous Venetian school of Murano. What might happen?
MASSIMO CACCIARI Mayor of Venice. From the opening speech of the exhibition "Live from the Big Bang: The glass painting-sculptures of Archimede Seguso and Ferruccio Gard", Palazzo delle Prigioni, St. Mark’s Square, Office of Culture, February-March 1997 ...The importance of these works, which were created by a great master of the Venetian art glass tradition and an important painter, has already been exhaustively illustrated. While perhaps modest, because Ferruccio Gard is very modest – he does not make appearances willingly – his work has a history, the long career of an important painter, one of the most important exponents of a movement that, in a broad sense, can be defined as abstract, spatialist… Here, in Venice, Gard’s art has found its most natural
A few years ago I had been enthusiastic about the "Rotture" cycle the eightyyear-old Murano master had created. The "Rotture" were intended as symbolic lacerations, and thus expressions of inner uneasiness not only towards man, but to human society. Yes, glass – beautiful glassworks – that seemed to break apart and fly off in different directions, launched into space by cosmic energies; but also emblems, paradigms, almost parables of today’s spirit, nourished by a conception, at the limit: more philosophical than merely aesthetic. Archimede’s glassworks, displayed and admired around the world, show a curious convergence with what Ferruccio Gard had been doing for years as a painter. Gard’s solutions are also based on the dialectic of opposites or, in other words, the clash between centrifugal and centripetal forces. His painting is well known for the conceptual substrate that permeates it: the staggered geometric forms give his works an internal dynamism, but ever controlled by pure reason. What is harboured inside is that sort of "black hole" that sucks up matter and makes it explode, under the banner of a chaos that generates life … These are two worlds, of course, but the encounter has occurred, and the sense of marvel has grown as the glassworks emerged from the furnace … The venerable Archimede smiles and the eyes of his friend Ferruccio shine. The knowledge and imagination of the great master glassmaker are fused with the quality of an exquisite
rules of an eternal motor that appears to lose its mechanical yearnings and to take on the peaceful cadence of philosophical vision that goes beyond even modernity. We thus reach an abstraction of forms that do not look towards kinetic iconography but to a sort of neoplatonic universe where pure forms in their concrete abstractness confront one another in the perfection of an immobility that comprehends every possible movement, which is the essence of an art that transforms every detail into universal datum, like the city that nurtures him: Venice, in its architectonic order of beauty rendered unstable by acqua alta. Con Arnaldo Pomodoro alla Galleria Farsetti Arte, Cortina d'Ampezzo, 2004.
Neo-Constructivism such as Gard’s. And it is not merely splendid objects that emerge. What emerge are extraordinary symbolisms that implicate our own conscience as humans ever poised on the crest of a volcano about to erupt. Luckily, something helps us maintain our balance: the compass of art. A very fragile yet compact glass compass.
VIRGINIA BARADEL Il Mattino di Padova, 21 February 1997 ...To critics, the Abstract Art of Ferruccio Gard has always appeared with clarity, endowed with a strict structural principle, a geometric quality that combines reason and intuition and spreads until it manages to perceive, that is – in painting – to create "space-time arche" as Tommaso Trini would say. It combines the most penetrating with the most disturbing – a Constructivist longing looking out on the dizziness of the view. Rationality, which animates the geometry with analytical and compositional intentions, is driven to admiration of a generative metaphoric dimension.
ACHILLE BONITO OLIVA From the presentation introducing the solo exhibition "The instable order", Aosta, Tour Fromage - Théâtre Romain, Regione Autonoma Valle d’Aosta, Assessorato alla cultura, may-june 1998
Con l'artista Fabrizio Plessi, Galleria Contini, Venezia 2005.
...With Ferruccio Gard the dream of style dwells in his works, interfused naturally by
dynamism, which does not however, mear simple abstraction but also the fascination of essentially at the extreme verge of a complex and modern philosophy. Because the rigours of technique and harmony always involve an essentiality that horders on stylisation an effect of technological production. He creates formal machines that contain within themselves the idea of construction and of joining a complexity that can always be assembled and disassembled before one’s eyes. The paintings and drawings too are constructed with a sense of volume that manages to combine both the principles of virtual dynamism and that of an initial stasis. The forms are drawn and painted with a density and a strong and emphatic chromatic gusto that are able to render the sense of artifice of the urban scene. The figures and objects are marked by vitality, obtained by the use of curved lines. A volumetric consistency appears to contradict the principal of speed that discomposes the bodies and renders them abstract. At the same time the image always maintains an oneiric valence, the fruit of a montage of novel situations and unusual combinations. It has it basis in the appearance of a movement that articulacts space in such a way as to bring the oblects together by sheer on accleration, but without making them take to flight against the law of gravity. ... However, everything moves in a circle following lines of flow that envelop the composition and make it the field of a system of mobile relations according to the
RICCARDO BARLETTA Ferruccio Gard at the "Tour Fromage" in Aosta. Squares and Chinese Boxes Riccardo Barletta, Corriere della Sera, June 1, 1988. ...Italian men-of-letters and journalists who were, or are, also painters? The list includes Borgese, Carluccio, Montale, Carrieri, Buzzati, Lilli and Testori, among others. All figurative artists, demonstrating a "need" to narrate. But what about abstract artists? Television journalist Ferruccio Gard, one of the most recognizable faces on Paolo Valenti’s sports broadcast 90 Minutes, is being featured in an exhibition in Aosta, presented by Achille Bonito Oliva. The works consist of dozens of square acrylic paintings, apparently all variations on the same theme. These paintings could be defined as "Portraits of Matter". Like a Chinese box, the eye passes from a square
canvas of pure colour to a dark, empty space that contains a pulsating, vibrating organic force. It brings to mind a galaxy, or elementary particles within a molecule. However, there is nothing scientific or didactic about the paintings. Instead, they have a bio-energetic effect, as if the viewer enters into the mystery of matter, discovering it with amazement each time. The dozens of similar paintings shown side by side strengthen rather than dilute the effect. The works create a dialogue between vibrating fields filled with colour and empty fields, between the rotary potential of the forms and static imperativeness. Gard thus transcends the frigidity of Geometric Abstraction, as well as the chaos of Arte Informale. The result? Lyrical and cognitive Post-modern Abstraction. "Portraits of Matter" of a sort; works that are difficult to describe. By repeating the same motif, the artist takes the viewer on multiple journeys to explore the infiniteness of matter. Vibrations of colour and plays of squares offer a complete, immediate perception. It is with good reason that the era we live in is called the Electronic Age.
EMMA GRAVAGNUOLO "Between abstract art and the informal L’ordine instabile by Ferruccio Gard" ARTE Editoriale Giorgio Mondadori June 1998 Aosta. The anthological exhibition entitled Ferruccio Gard: l’ordine instabile (open until 5 July in the rooms of the very central Tour Fromage-Théatre Romain), curated by
Personale "La fissione del colore", Pinacoteca Rimoldi, Ciasa De Ra Regoles, Cortina d'Ampezzo, 1999. Da sinistra Milena Milani, Alba Gonzales, Ferruccio Gard e Lucia Cortelazzo.
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Con il pittore Daniel Buren, Biennale di Venezia, settembre 2005.
Achille Bonito Oliva, is centred on the work of one of the best-known exponents of new Italian abstract art, a three-time guest at the Venice Biennale (1982, 1986 and 1995) and at the 11th Rome Quadriennale (1986). Many critics consider Gard’s aesthetic operation one of the most stimulating on the recent national panorama because of its original fusion of two fundamental experiences of contemporary art: abstract art and Art Informel. In spaces that strive to render all the troubling artifice of the urban scene, Gard paints forms of great depth and chromatic power. According to Bonito Oliva, they are "spatial imbalances that create an unstable equilibrium, a sort of formal classicism, an imbalance and instability tied to the condition of modern man".
RENATO BARILLI From the presentation of the anthological exhibition "The fission of the color" Belluno, Crepadona Palace, Cortina d’Ampezzo, Museum of Modern Art "Mario Rimoldi", Ciasa De Ra Regoles, 1999) ...It is as if we were invited to admire -but from a safe distance- the infinite phenomenology of volcanic eruptions, or the processes of atomic fusion, or the adventures of a piece of extraterrestrial life come to fry here, on the earth, in alien conditions. Or perhaps we have been summoned to witness an experimental blending of new viruses, which could become fearsomely aggressive,
were it not for the rigid perfection of those providential barriers. The manifestations of disorder, of primeval chaos, intrigue and fascinate us, but we always like a modicum of order to act as a filter. And Ferruccio Gard’s art is concerned to reconcile both sides of the question.
BORIS BROLLO Flash Art, Summer 1999 ...A solo exhibition by Ferruccio Gard that began at the Tour Fromage in Aosta will be appearing at the Mario Rimoldi Museum in Cortina d’Ampezzo until 30 September. Entitled “The Fission of Colour”, the exhibition will be presented by Renato Barilli. The artist starts with a simple yet effective conceptual process – the attempt to unite geometric abstraction, in the form of a fixed square, with the informal style of the central nucleus, made up of textured paint, almost implying that a new order emerges from the primordial chaos.
elements, felt as projections of the primitive archè. And so the contrast, the numerous is nothing but the main element to check the hypothesis of the unity, and that not dramatically but as in a demonstrations at the blackboard of the world. In Kaos and in Definizione policroma -both of Gard’s 1990 abstraction is destined to trasform itself into an answer to the organic solicitation of the universe, given through an inorganic language. The event, the wait, the end of somethingarises where only an incalculable modulation was in force, at the beginning. All this happens exactly through the subtest reckoning, just the calculation humanises a vicissitude, otherwise innuman, tacking away the mere mechanical function from the cosmos organization. The calculation introduces it in a sort of psychic room which regenerates its quantity into its quality like what happens in Zen thought; independent chromatic zones still hot, still setting as expanced starts, refer to a matter continuosly expanding, burnt, and incandescent.
PIERRE RESTANY AN EXISTENTIAL BREATH From the presentation introducing the solo exhibitoin "The fission ot the color" Città di Vicenza, Basilica Palladiana, april - may 2000 ...Ferruccio Gard’s art offers the most fascinating of traps: the rational frame of his visual discourse serves only as the mooring pole of a "Bateau Ivre", of an endless lyrical hypertrophy. I now see what
is the key to Gard’s work. Colour is life within life. Taking on such a vitalistic challenge implies an existential choice-one that is passionate and affective well beyond the more or less rational criteria of "taste". In the face of this totalising eruptive magma, aesthetic judgement merges into moral commitment. Such decisive commitment may justify a certain reticence on the part of the spectator, but there are very few easy escapes for anyone who chooses to play along, anyone who has understood that Gard’s images are auto-resembling fragments, the paroxystic moments of an unleashed and unlimited vital flow, a system of different repetitions in the manner of Deleuze. Dissemination in repetition: Gard’s vibratile brushstrokes proliferate under the urgency of an imperative finality: that of the uncontrollable interior logic of the expansion of the micro-organisms, of the most elementary stages of living matter. Beneath the fractal tangle what always remains is the effervescence of colour, the free trace of cosmic energy. Colour as the traces of the path of energy: this cosmic breath reminds me of the Immaterial Art of Ives Klein and his Zones of Sensibility. Klein’s sensibility was an infinitesimal particle of cosmic energy, the basic element of our creativity. We are not proprietors of the essential poetic influx, but merely tenants. Gard too behaves as a tenant of his own sensibility: his art present itself as a continuous series of open works, different and referential in their semantic substance. The artist’s quest thus assumes
all its immanent value, that of a sumptuous celebratory hymn to the spirituality of matter. It is a grave but exalting subject. Gard’s art is existential breath.
CLAUDIO CERRITELLI From the presentation introducing the solo exhibition "By way of colors and metals Malcesine (VR), Galleria Civica d’Arte Moderna, Chiesa di San Nicolò e Rocco, august-september 2003. ...Gard, Confronted with the sophisticated technological prospects of the multimedia era, the artist doesn’t forfeit the value of expressive emotion despite his awareness of being part of a cosmos that programs even indifference. He prefers to paint while meditating harmonies of color, between tremors and pulsations that at times become fragments of unexplored universes, at others pure spatial concepts. The mental dimension operative in every one of Gard’s chromatic choices is a way of controlling the materiality of the pigments stratified into an indescribable number of fragments, minimal traces, disintegrated pulses. It’s a question of barely visible signs, points of light whose vibrations create the sensation of a continuous genesis of the image, a perpetual motion of the elements that constitute its temporary structure, unstable and difficult to exhaust in a glance.
FLORIANO DE SANTI From the presentation introducing the antological exhibition "The disharmonic armony", Rovigo, Pinacoteca Accademia dei Concordi e Galleria Comunale d’Arte Moderna Pescheria Nuova, may - june, 1999 ...Gard tends to regain the unity of the infinity broken by its necessary division into finite
Having arrived at the most advanced phase of this chromatic incandescence, the painter finds himself in the condition to reflect upon the ever increasing expansion of pictorial matter and on the duration of its effects, which in the mind’s eye can never be infinite. Perhaps for this reason, in order to give a different orientation to the flux of his galaxies, Gard fixes new fragments into the chaos of desire; perhaps this is why today he puts other spatial dynamics alongside the purity of color. Perhaps the artist, removed from the allure of the known image, is shaking painting free from the risk of optical mesmerism to provide it with new imaginative energy and to affirm his love for this eternal language, one of the few capable of examining objectively and seductively the mysterious rapport with color.
LUCA MASSIMO BARBERO From the presentation of the anthological exhibition "Ratio Picta", Regione Piemonte, as part of the series "The Living Piemontese Masters" Turin, Sala Bolaffi, December 2004-January 2005 ...Gard, from the very outset, from his very first painted optical compositions, has sought nothing other than the Reason to represent, to paint "naturally" an infinite seduction like that of the relations, of the optical correspondences, of the depths of every possible combination between geometrical figures and the immense space of the relationship among colours.... In this way his art comes close to the very essence of painting... Colour unravels the thread of its own self-narration. It is as if Gard revalued the absolute and universal valences of colour in a new key and... for the first time sought to make the dancing high notes of abstraction literally sing in magmatic and pondered signs that invade every space in nuclear fashion, expanding, vibrating and pulsating in a space that becomes yet again a desire of infinity.
ANGELO MISTRANGELO The Lights of Gard La Stampa, 16 December 2004
Con lo scultore Anthony Caro, Museo Correr, Venezia, 2013.
Con Vicente Todolì, Artistic Advisor Hangar Bicocca, Milano, ed ex-direttore Tate Modem di Londra; 55.Biennale di Venezia, 2013.
...Sixty colourful abstract compositions by Ferruccio Gard are being exhibited at
the Sala Bolaffi in Turin until 30 January. Organized by the Council Office for Culture of the Region of Piemonte for the I Maestri piemontesi viventi series, this show embodies the essence of pictorial research attentive to the values of space and light, in a sort of path that extends from the earliest experiences tied to Kinetic Art up to the recent and vibrant works in which we find a distinctive "fission of colour", as Renato Barilli defined it. Turinese by birth but a resident of Venice for thirty years, Gard gauges his own interiority, with the power of a language that compelled Giuseppe Marchiori, his first admirer among great art critics and historians, to say that he was observing "a new proposal: a way of being … that does not resemble anyone …!" The current exhibition, curated by Luca Massimo Barbero and staged by Luciana Rossetti, sketches out its expressive universe, always punctuated by a bright, vibrant palette sensitive to atmospheric light, which captures an explosive galaxy or a musical staff, the emotion of a moment seen through the geometric arrangement of the portrayal or an area of colour understood as mental perception. And they are moments of research tied to the pondered "construction" of form in the atmosphere, according to a language that, as Piero Dorazio wrote, is "sincerely poetic, above and beyond all the scientific and aesthetic theories of Perceptions".
PAOLO LEVI Gard’s research into the informal The colour of a child of the historic avantgarde movements of twentieth-century Europe La Repubblica, 16 December 2004 An anthological exhibition devoted to the painter Ferruccio Gard, born in 1941 in Vestignè, near Ivrea, but Venetian by choice, is opening at the Sala Bolaffi in Via Cavour 17. He has also been an interesting kinetic artist. The exhibition, curated by Luca Massimo Barbero, is part of the programme of the Region of Piemonte devoted to significant local artists, born between the two world wars, for the cycle on living artists from this region. With his sixty works on display, Gard shows all his passion for his muse. His colour must be viewed as
Con Cristiana Collu, Direttore Mart di Trento e Rovereto e Flavia Fossa Margutti, Biennale Arti Visive di Venezia 2013.
the extensive sign of an energetic path, planned a priori. Each examination triggers different interpretations. He is the child of the historic avant-garde movements of twentieth-century Europe, of an abstract utopia, as was also the case with the rigorous Mondrian and the Constructivist Malevich. Gard’s is an informal research - a Big Bang of sorts – whose genesis happily pulsates in space with balanced and luminous chromatic beauty, particularly in his most recent acrylic works.
GIOVANNI GRANZOTTO THE PARABLE OF COLOUR - 2006 from the opening of the anthological exhibition "Chromatic Emotions", City of Padua, Monte di Pietà Building, 30 May to 2 July 2006; Venice, San Giovanni Evangelista School and the Region of Veneto, 5 September to 15 October 2006 ...Colour is the eternal flame that burns in his paintings. It deposits live cinders to create a wealth of geometric shapes and forms that, although extremely balanced and complete, are always vibrant and vital. Colour is a primordial material, but it is also an entity that embodies the logic of balance and of the present day. More importantly, colour is a vivid and expansive rationality, a controlled tendency to leave its field of action and engage with other realities. Since the very beginning, Gard has demonstrated an astonishment and enthusiasm in his efforts that, in my opinion, can be compared to that of
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missionaries, explorers and scientists who are determined to discover, reveal and understand a mysterious and wonderful reality that already exists, that already is, and that is compelling and uncorrupted. This path filled with pure energy, which naturally and spontaneously results in balanced forms, leads to the final phase of Gard’s creative journey. Pigments have become the surface and material has been definitively transformed into the conceived and perceived material; the parable of colour has been completed and reality has finally been penetrated and understood. There are no longer centres or edges – only the event of the painting".
ANNA CATERINA BELLATI All the colours of mathematics. The energetic and dynamic cosmos of Ferruccio Gard. Canvas by canvas. Arte, Editoriale Giorgio Mondadori. June 2006 ...For over thirty years, the work of Ferruccio Gard has engaged with the mathematical structure of our brain, which adds and divides according to a numerical rather than visual logic. Within a microspace with established boundaries, myriads of infinitesimal beings struggle to converge in the middle of the painting, where the bisectors of the world meet: the place of geometry. The element Gard uses to impart rotational
Con Don Antonio Mazzi, fondatore e Presidente della Comunità Exodus Onlus, Cortina d'Ampezzo, estate 1998. Torneo Calcio Vip per beneficenza.
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movement to these vital particles is colour. Invested with pure energy, red, blue, yellow and green become traces of the eternal path that matter takes in the cosmos. How many billions of particles are there in the universe? Gard starts at a random point on the canvas and commences his progressive investigation of movement, alternating segments of colour that become blurred towards the interior. The outcome is a coherent dynamic construction based on Archimedes’ two complementary operations, cycle and order. Using the rule of the great Syracusan who, having established a point n, ended up measuring the grains of sand on a beach through numerical sequences, Gard’s mathematical eye emphasizes that the secret of life is contained in numbers.
GIOVANNI GRANZOTTO From the presentation of the solo exhibition "Movement as a Message", International Triennale of Contemporary Art, National Gallery in Prague, June- September 2008 ...Following a happy intuition that had flashed upon him back in the seventies, Ferruccio Gard returned to the heart of the element of colour and broadened it – or rather released the centrifugal, expansive and diffusive charge of the pigment from the geometrical cage, and from its bonds and linear scaffolding, allowing the colour to walk by itself, but not in the impulsive terms of pure deflagration, of randomness and absolute instability. Gard knew the properties of that element so well that he could give it room to build, through the encounter of the pigments and their proliferation – which was not at all chaotic, was controlled but not restrained – a new, fantastic but solid interpretation of reality. He did not guide or direct the material: he just channelled it into the containing basins of his "visions", and left each deflagration, as in an unceasing and magical repetition of the Big Bang, to find its point of equilibrium, to regain its own natural settlement, allowing the pigments to recognise their kindred spirits and their opposites; leaving the colour to dance both alone and with others, and letting every chromatic centre become a point of flight, strength and support at the same time. The result was a spectacular flaring firmament in which Gard proposed a new
road for modern neo-plasticism, a new road in syntactical and linguistic terms, but one that looked back to an ancient and original nucleus, which remained the basis for every creative process. In earlier works the central nucleus, which for Caramel seemed more lively and strident, with respect to the deep and silent blacks of the background, nonetheless supported the whole architectural lay-out of the composition, and from their weighty fixity relaunched the joyous rhythm of the colour, or rather a sort of abstract hieraticism; now, however, the colour seems to spill over the borders and fences, rolling out inexorably over the prairies of pure form and pure colour. The cloud, the atoll, the stippled and coloured dust, apparently – only apparently – indefinite, declares itself with the magmatic energy of the memory of an emersion from an indistinct and subterranean world; it immediately rediscovers the oceans that settle down into monochromatic backgrounds, defining and dividing the surface according to the chromatic and diffusive value of each single chromatic range.
VITTORIO SGARBI Mantegna Award Ceremony 2008 Caorle (Venice) ...Ferruccio Gard is here not as an awardwinner but rather as a member of the jury. This artist has spent a large portion of his life creating images in which abstract forms represent thoughts and are an inescapable need in view of the decline of the human figure. In his artistic pursuits, the depiction of shapes has therefore been an unalterable need.
LUCIANO CARAMEL From the opening of the exhibition "Porto d’Arti", 53rd Venice Biennale, 2009 ...Despite recognizing a historic background in Neoplasticism, Constructivism and Concretism, Gard’s abstract paintings have no relationship with those of pioneers like Mondrian and Malevic, whose works were characterized by an all-consuming radicalism. Rather, Gard’s works feature unique, heteronomous openings into the spiritual and cosmic worlds, which
Con il pittore e performer newyorkese Lawrence Weiner, Palazzo Bembo, 55.Biennale di Venezia (2013).
Con i parlamentari Pier Ferdinando Casini e Jas Gawronski, Cortina d'Ampezzo, 14 agosto 1998. Partita di calcio per beneficenza tra Vip Cortina e Artisti e Giornalisti della Mass Media Veneto.
are related to the centrifugal tension of historical avant-garde movements. Since the beginning, Gard’s abstraction has been immersed in a dynamic worldliness inherited from Arte Informale that has demolished the Euclidean and Cartesian deductive certainties typical of the Abstract Art of the first half of the twentieth century, particularly the 1930s in France in Italy. This worldliness creates a non-absolute, mobile spaciality that is compromised by the phenomenon, and therefore the mechanism, of vision. For example, the works Chromatic Modulations, Perceptive Reflections, and Structural Chromo-dynamics, from the 1980s, are vibrant and non-compositional, despite the underlying rigidity of the design and execution. In fact, they even have a magical "suspension" that counters the sensationalism of the Op Art movement in the United States and its superficial and mechanical derivatives. Around 1990, an Arte Informale-inspired shape began to appear in the centres of these multicoloured, dynamic structures, creating a dialogue with the dynamic yet heraldic rhythm of the structures. In the new century, this shape expanded, as did the titles of the works, which changed from New Geo and Geometricizing to Chromatic Emotions and Emotions in Colour, then lengthened even further and became immersed in questions of the origins and the infinite, resulting in such titles as Chromatic Cosmology, Chromatic Galaxy, The Place of
Origin, and The Place of the Infinite. Finally, recent years have witnessed the creation of joyous, luminous and vividly coloured Concerts, Symphonies and Springs that radiate serenity.
PAOLO RUFFILLI Motivation for citing Ferruccio Gard at the Italian National Pavilion (Venice, Arsenale), 54th International Venice Biennale. ...In abstract and kinetic art alike, Ferruccio Gard entrusts everything to colour, which – along with form and substance – is the essence of his creativity. His is a visionary creativity that experiments with the space of knowledge by looking inward, probing raisons d’être through geometric vigour. In his full artistic maturity, Gard started to enjoy a sunny season that has lasted for years. In his pictorial works, the images on the canvas exist according to the perspective of those who observe them, who feel and interpret them at the very moment they see them. They are the projections of the deep that emerge from the artist’s subconscious. The rationale behind Gard’s painting is never represented by "objects", but – if anything – the "situations" those objects arouse in those who look beyond appearance to glean their essence. And we could say that the condition of the object extends to the subject, to the artist who replicates himself as colour unfolds in the painting. Eruptive and explosive as it may be, colour is orderly and perfectly balanced, and it can thus serve as an expressive instrument of the totality. We must refer to a geography of the
soul, in the noblest and most authentic sense. And in the intent of reaching – and maintaining – a measure that, pursued in life, is recomposed on the canvas. Because Gard’s spectacular layouts are the place of illumination along the lines of the parallel processes of poetry, in that intimate convergence of symbol, tone and colour evoking and suggesting sensations, emotions, impressions, suggestions, discoveries. It is necessary to emphasize Gard’s ability to reveal on his canvases that which belongs to the "visible" but is hidden from view. While the colour used in the geometric layout plays a leading role, it is not the most important feature. Rather, the crucial element is the vibration of mystery created through algebraic calculation that each work radiates, stimulating extreme visual acuity that gives the viewer the key to decipher the enigma of life and the world. This is the profound essence of Gard’s art, the logic and rationale of his perfect circle and lucid coherence. And, in the sense of expectancy and mysterious perspective of silence, one is struck by the magic of light that, behind the varying wavelengths that are broken into colours, delves into the darkness to reveal on the surface what exists in the background, the secret essential score, the intimate nature of reality.
PAOLO FONTANESI Gard’s chromatic abstract art at the "Furore" Gallery in Milan, Il Giornale, 29 September 2012 ...Ferruccio Gard, master of chromatic
abstract art, celebrated the fortieth year of his career with a solo show inaugurated this past Thursday in Milan, at the "Gli eroici furori-Arte contemporanea" Gallery; it will be open until 6 October. At the gallery, visitors can admire two of Gard’s main productions: his kinetic paintings and his famous abstract paintings with "spots", in which Gard strives to represent reality with all its contradictions: joy and suffering, hope and disappointment. This is why critics and scholars such as Achille Bonito Oliva have defined his works as "pure emotions and chromatic poems". His main sources of inspiration are the suggestive carnival-like colours of Venice and the reddish shadows of the Dolomites around Cortina, an area where Gard spends most of the year. The artist has just finished participating in the 54th Venice Biennale – Italian Pavilion – and an important exhibition in Germany.
SEBASTIANO GRASSO Geometric meanderings, Corriere della Sera 14 October 2012 ...Can a "pure" colour convey emotions? And even become a character? For a lifetime Ferruccio Gard (born in 1940 in Vestignè, a small town in the province of Turin with a population of no more than 850) has tried one thing and another through an abstract interplay of light-space-form set in square frames. These are frames that, according to Achille Bonito Oliva, create "formal machines that encompass the idea of construction and joints". In reality, in the Seventies Gard started with kinetic art (which introduced movement into the various works of art: movement that can be real or provoked by an optical illusion), then moving on to Op Art (programmed and concrete art). Now the Piedmont artist is presenting about fifteen works at the "Gli eroici furori" Gallery in Milan, executed over the past three years. You get the impression that you are looking at theatre wings where the main characters, co-stars and walk-ons are interpreted by colours. These are works that can be perceived, but also explained. Gard defines them as "emotions and chromatic poems", and attempts to define them. Sources of inspiration? Venice, where he has lived for years. And then "the Dolomites of Cortina in the infinite
and continuous variations of colour and light". More or less like the Impressionists when they painted en plein air. But with a difference: in this case, the leading players of the French movement devoted themselves above all to the landscape or a subject captured at different times of the day, while Gard loves to lose himself in the geometric meanderings of squares and rectangles.
Con, a sinistra, lo scultore e scrittore Mauro Corona, Longarone (BL), 6a Arte in Fiera delle Dolomiti (2009).
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Biografia / Biography
Córdoba (Argentina), Istituto Italiano di Cultura. Murale realizzato in collaborazione con gli studenti della "Facultad de Artes, Universidad Nacional de Córdoba", nell'ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia (1861-2011).
"Imago mundi", Enciclopedia dell’arte mondiale, con una mostra itinerante nei cinque continenti (Fondazione Luciano Benetton, curatore Luca Beatrice) è il più recente, prestigiosissimo riconoscimento ottenuto da Ferruccio Gard (dicembre 2013). Già fra i protagonisti, dagli anni settanta, dell’arte programmata, costruttivista e cinetica, Gard è uno degli esponenti più noti del nuovo astrattismo, pur continuando la sua ricerca anche nell’ambito della optical art. Della quale è considerato uno dei massimi esponenti, come conferma l’invito al MACBA, il Museo di Arte Contemporanea di Buenos Aires, alla mostra "Percezione e illusione: Arte Programmata e Cinetica Italiana", (ottobre-dicembre 2013) a cura di Giovanni Granzotto e Micol Di Veroli. Nel 2011 Gard è stato fra gli artisti chiamati a rappresentare ufficialmente l’Italia al Padiglione Nazionale Italia (Arsenale di Venezia, curatore Vittorio Sgarbi), alla 54. Biennale Internazionale di Venezia. Ha partecipato a sei Biennali di Venezia (1982, 1986, 1995, 2007, 2009 e 2011) e all’XI Quadriennale di Roma (1986). Oltre alla 54. Biennale di Venezia e alla mostra al MACBA di Buenos Aires, i più recenti e significativi riconoscimenti sono stati l’invito, nel 2012, alla GNAM, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, alla più importante mostra sinora realizzata in Europa sull’arte programmata, cinetica e optical (curatori Giovanni
Granzotto e Mariastella Margozzi). Nel 2008 è stato invitato alla mostra "Movement as a Message" sull’arte programmata, cinetica e optical internazionale, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Praga, nell’ambito della Triennale nazionale d’arte della Repubblica Ceca. Fra gli altri più significativi riconoscimenti l’invito, nel 1988, ad "ASTRATTA. Secessioni astratte dal dopoguerra al 1990", la più importante mostra sinora realizzata sull’astrattismo italiano, a cura di Giorgio Cortenova e Filiberto Menna (Verona, Palazzo Forti, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea; Milano, Palazzo della Permanente; Darmstadt e Francoforte (Germania): Kunsthalle e Buchmesse). Da Pechino a New York, da Praga a Bruxelles, da Kiew (Ucraina), Salisburgo e Lienz (Austria), a Remagen e Saarlouis (Germania) e Córdoba (Argentina), da Venezia, Roma, Firenze, Milano e Aosta a Mantova, Ravenna, Verona, Padova, Torino, Bergamo e Vicenza, ha tenuto oltre 150 mostre personali in tutto il mondo, alcune delle quali in templi del Rinascimento italiano, dalla Casa del Mantegna (Mantova) alla Casa di Giorgione (Castelfranco Veneto,Treviso) e alla Loggetta Lombardesca di Ravenna. È considerato un maestro del colore e un caposcuola, in considerazione anche dei molti artisti che si ispirano a lui o che addirittura lo copiano. Della sua arte hanno scritto o parlato famosi critici, da Giuseppe Marchiori, fondatore a Venezia, nel 1946, dello storico "Fronte Nuovo delle Arti", a Pierre Restany, promotore a Parigi del Nouveau
Realisme, da Giulio Carlo Argan, Luca Beatrice, Achille Bonito Oliva e Renato Barilli, a Umbro Apollonio, Filiberto Menna, Vittorio Sgarbi, Luciano Caramel, Luca Massimo Barbero, Floriano De Santi, Bruno D’Amore, G.M. Accame, Claudio Cerritelli, Giovanni Granzotto, Marisa Vescovo, Giorgio Cortenova, Giorgio Di Genova, Sebastiano Grasso, Guido Perocco, Toni Toniato, Tommaso Trini, Roberto Roda, Donatella Cannova, Virginia Baradel, Enzo Di Martino, Paolo Levi, Renzo Margonari, Angelo Mistrangelo, Paolo Rizzi, Enrico Tantucci e Alberto Veca, oltre a famosi pittori, da Piero Dorazio a Virgilio Guidi e a celebri poeti e scrittori, da Andrea Zanzotto a Jorge Amado, Richard Rognet e Paolo Ruffilli. Alla 54. Biennale di Venezia, oltre al Padiglione nazionale Italia curato da Vittorio Sgarbi, all’Arsenale, ha partecipato all’evento collaterale "Cracked Culture? The Quest for Identity in Contemporary Chinese Art", un confronto fra 13 noti esponenti della nuova arte cinese e due artisti veneziani, a cura del Guangdong Museum of Art di Guangzhou. In Italia il primo riconoscimento di livello nazionale Gard lo ha avuto nel 1974 con l’invito alla XII Quadriennale Nazionale della Società Promotrice delle Belle Arti di Torino, a quei tempi la più importante manifestazione d’arte italiana dopo la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma. Nel 1981 è stato fra i "Segnalati Bolaffi", i giovani artisti italiani giudicati emergenti (Valerio Adami, Luca Alinari, Getulio Alviani, Nicola Carrino, Enrico Castellani, Mario Ceroli, Sandro Chia,
Gianni Colombo, F. Clemente, Bruno Ceccobelli, Novello Finotti, Ennio Finzi, Omar Galliani, Ferruccio Gard, Giorgio Griffa, Jannis Kounellis, Nino Longobardi, Eliseo Mattiacci, Pino Pascali, Vettor Pisani, Hugo Pratt, Mauro Staccioli, Emilio Tadini, Marco Tirelli, Valeriano Trubbiani) da una giuria composta da Umbro Apollonio, Giulio Carlo Argan, Renato Barilli, Achille Bonito Oliva, Giuliano Briganti, Palma Bucarelli, Maurizio Calvesi, Giovanni Carandente, Luigi Carluccio, Enrico Crispolti, Flavio Caroli, Gillo Dorfles, Giuseppe Marchiori, Lara Vinca Masini, Filiberto Menna, Giancarlo Politi, Alberico Sala, Tommaso Trini, Lorenza Trucchi, Antonello Trombadori. Sempre degli anni Ottanta varie le partecipazioni, al Grand Palais di Parigi, al "Salon d’Automne", nella sezione "Grands et jeunes d’ajourdhui". Sue opere si trovano in importanti collezioni pubbliche e private, dal Museo d’Arte moderna Ca’ Pesaro di Venezia al Museo Satoru Sato in Giappone. É nato nel 1940 a Vestignè (Torino). Originario della Valle d’Aosta (Châtillon), ha incominciato l’attività espositiva nel 1969 ad Aosta e Saint Vincent e, negli anni successivi, a Torino e Ivrea, la città della Olivetti, l’azienda che, per prima, ha fatto conoscere in Italia la Optical Art. La sua arte è stata oggetto di numerose tesi di laurea all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Vive e lavora a Venezia dal 1973.
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309 Ferruccio Gard fotografato nel suo atelier da Fulvio Roiter. Ferruccio Gard portraited in his atelier by Fulvio Roiter
THE PAIN "Imago mundi", encyclopaedia of the world’s art, a touring exhibition across the five continents (Luciano Benetton’s Foundation, curated by Luca Beatrice), is the latest prestigious achievement of Ferruccio Gard (december 2013). An figure in Programmed Art, Kinetic Art and Constructivism since the 1970s, Gard is one of the leading exponents of new Abstract Art and continues to work in the field of Optical Art. The important role that he plays in these artistic movements was reaffirmed by a recent invitation to participate in the exhibition "Perception and Illusion: Italian Programmed Kinetic Art" (October to December 2013), at the MACBA, the Museum of Contemporary Art in Buenos Aires, curated by Giovanni Granzotto and Micol Di Veroli. In 2011, Gard was one of the artists invited to officially represent Italy at the Italian National Pavilion (Venice Arsenal, curated by Vittorio Sgarbi) in the 54th International Venice Biennale. In total, Gard has participated in six Venice Biennales (1982, 1986, 1995, 2007, 2009 and 2011), as well as the 11th Rome Quadriennale (1986). In addition to the 54th Venice Biennale and the exhibition at MACBA in Buenos Aires, his most recent and significant recognition was the invitation to participate in the most important European exhibition to
date on Programmed, Kinetic and Optical Art, held at the National Gallery of Modern Art in Rome (curated by Giovanni Granzotto and Mariastella Margozzi). In 2008 he participated in the International Programmed, Kinetic and Optical Art exhibition entitled "Movement as a Message" at the National Gallery of Modern Art in Prague, as part of the Czech Republic’s national art triennale. Another important recognition was the invitation to exhibit his work in "ABSTRACT: Abstract secessions from post-World War II to 1990", the most important exhibition on Italian Abstract Art of that time, curated by Giorgio Cortenova and Filiberto Menna (Verona: Palazzo Forti, Gallery of Modern and Contemporary Art; Milan: Palazzo della Permanente; Darmstadt and Frankfurt (Germany): Kunsthalle and Buchmesse). Gard has had more than 150 solo exhibitions around the world, in such cities as Beijing, New York, Prague, Brussels, Kiev (Ukraine), Salzburg and Lienz (Austria), Remagen and Saarlouis (Germany), Cordoba (Argentina), Venice, Rome, Florence, Milan, Aosta, Mantua, Ravenna, Verona, Padua, Turin, Bergamo and Vicenza. Several of these exhibitions were held in "temples" of the Italian Renaissance, including Casa del Mantegna (Mantua), Casa di Giorgione (Castelfranco Veneto, Treviso) and Loggetta Lombardesca in Ravenna. He is considered to be a master of colour and a leading figure in the movement, as is demonstrated by the many artists who are inspired by or even copy his work. His artwork has been written about by many famous critics, including Giuseppe
Marchiori, who founded the historic "Fronte Nuovo delle Arti" in Venice in 1946, and Pierre Restany, who promoted Nouveau Realisme in Paris, as well as Giulio Carlo Argan, Achille Bonito Oliva, Renato Barilli, Umbro Apollonio, Filiberto Menna, Luciano Caramel, Luca Massimo Barbero, Floriano De Santi, Bruno D’Amore, G.M. Accame, Claudio Cerritelli, Giovanni Granzotto, Marisa Vescovo, Giorgio Cortenova, Giorgio Di Genova, Sebastiano Grasso, Guido Perocco, Paolo Levi, Tommaso Trini, Roberto Roda, Donatella Cannova, Renzo Margonari, Enzo Di Martino, Paolo Rizzi and Alberto Veca. In addition, his work has been written about by famous artists, including Piero Dorazio and Virgilio Guidi, as well as renowned poets and authors, such as Andrea Zanzotto, Jorge Amado and Paolo Ruffilli. In addition to exhibiting in the Italian National Pavilion (curated by Vittorio Sgarbi) in the Arsenal at the 54th Venice Biennale, Gard also participated in the collateral event "Cracked Culture? The Quest for Identity in Contemporary Chinese Art", which compared the work of 13 notable exponents of new Chinese Art with that of two Venetian artists (curated by the Guangdong Museum of Art in Guangzhou). The first national artistic recognition that Gard received in Italy was in 1974, when he was invited to participate in the 12th National Quadriennale of the Society to Promote Fine Art in Turin. At the time, this was the most important Italian art event after the Venice Biennale and the Rome Quadriennale. In 1981, he was selected to be included among the "Segnalati Bolaffi" or emerging
Italian artists (Valerio Adami, Luca Alinari, Getulio Alviani, Nicola Carrino, Enrico Castellani, Mario Ceroli, Sandro Chia, Gianni Colombo, F. Clemente, Bruno Ceccobelli, Novello Finotti, Ennio Finzi, Omar Galliani, Ferruccio Gard, Giorgio Griffa, Jannis Kounellis, Nino Longobardi, Eliseo Mattiacci, Pino Pascali,Vettor Pisani, Hugo Pratt, Mauro Staccioli, Emilio Tadini, Marco Tirelli, Valeriano Trubbiani) by a jury composed of Umbro Apollonio, Giulio Carlo Argan, Renato Barilli, Achille Bonito Oliva, Giuliano Briganti, Palma Bucarelli, Maurizio Calvesi, Giovanni Carandente, Luigi Carluccio, Enrico Crispolti, Flavio Caroli, Gillo Dorfles, Giuseppe Marchiori, Lara Vinca Masini, Filiberto Menna, Giancarlo Politi, Alberico Sala, Tommaso Trini, Lorenza Trucchi and Antonello Trombadori. Also in the 1980s, he participated in the "Grands et jeunes d’ajourdhoui" section of the "Salon d’Automne" at the Grand Palais in Paris. His works are found in important public and private collections, including the Ca’ Pesaro Museum of Modern Art in Le frasi che com Venice and the Satoru Sato Museum in Japan. Gard was born in 1940 in Vestignè liberamente t (Turin). Originating of Châtillon (Valle d’Aosta), he began exhibiting his work in 1969, in Aosta and Saint Vincent and, later, in Turin and Ivrea, the town of Olivetti. Olivetti’s company conveyed the Optical art in Italy for the first time. He has lived and worked in Venice since 1973. His work has been the subject of several dissertations at the University Ca' Foscari of Venice.
Ferruccio Gard fotografato nel suo atelier da Fulvio Roiter
Mostre personali / Solo exhibitions
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1969 Aosta, Chez moi- Atelier du Gard: "Rencontre dans le couloir". 1970 Torino, Atelier du Gard:"Sans invitation". Ingresso riservato a chi è senza invito. Ivrea (TO): Olivetti, Centro d’Arte Sisto Daly. 1971 Rovereto (Trento), Galleria Delfino. 1972 Saint-Vincent (AO), Galleria San Grato, a cura di Elsa Martinetti e Gabriel Girardi. 1973 Ivrea (TO), Olivetti, Centro d’Arte Daly. 1974 Venezia, Galleria Nuovo Spazio 2. Venezia, Galleria Nuova Toleta, presentazione di Paolo Rizzi. 1975 Alberobello (BA), Assessorato Comunale alla Cultura e Associazione Culturale "La Quercia", Palazzo Civico, a cura di Lino Piccoli. Venezia-Mestre: "Centro artistico-culturale La Parete", a cura di Michele Florentino. 1976 Verona, Galleria Ghelfi, presentazione di Ugo Fasolo. 1977 Verona, Casa di Giulietta, presentazione di Virgilio Guidi. Lonigo (VI), Assessorato comunale alla cultura, Biblioteca Comunale, presentazione di S. Maugeri. Vicenza, Assessorato comunale alla cultura, Chiesa di San Giacomo, presentazione di Giuseppe Marchiori. Trissino (VI), Assessorato Comunale alla Cultura: Biblioteca Civica, presentazione di G. Marchiori. 1978 Roma, Galleria Numero. 1979 Venezia Mestre, Associazione Culturale La Cella, Galleria Campanile di Carpenedo, presentazione di Giulio Gasparotti. Caorle (VE), Assessorato comunale alla cultura, Scuole Elementari. Padova, Galleria d’Arte L’Alfiere. 1980 Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa, "Camminare senza seguire orme" (mostre personali di Edoer Agostini, Natalino Andolfatto, Alberto Biasi, Ferruccio Gard, Horacio Garcia Rossi), presentazione di Giorgio Segato. Belluno, Museo Civico: "Struttura-Luce". Venezia, Galleria Il Traghetto, presentazione di V. Guidi e G. Marchiori. Verona, Galleria Ghelfi. Venezia Mestre, Galleria Gigli.
Città di Thiene (Vicenza), Galleria Civica d’Arte Moderna: "Mostra antologica 1970-1980". Padova, Galleria "Arte triveneta". 1981 Venezia Mestre, Centro Verifica 8+1 1982 Epinal (Francia), Musée Dèpartementel des Vosges et International de l’Imagerie: "Convergences Cinétiques" (personali di Edoer Agostini, Alberto Biasi, Horacio Garcia Rossi, Ferruccio Gard), presentazione di Guido Perocco e Bernard Huin. Asolo (TV), Convento di San Luigi: "10 Festival Internazionale del Film sull’Arte e di Biografie d’Artisti", presentazione di Guido Perocco. Brescia, "Arte Expo": "Eventi collaterali. Mostra omaggio a Ferruccio Gard". Pordenone, Assessorato comunale alla cultura e Galleria d’arte "la roggia", Biblioteca civica: "liber / azioni", a cura di Enzo Di Grazia. 1983 Verona, Assessorato comunale alla Cultura, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea Achille Forti: "Forma Percezione Continuità", a cura di Giorgio Cortenova. Saggi in catalogo di Luciano Caramel, Giorgio Cortenova, Alberto Veca e Ferruccio Gard. Cesena, Assessorato comunale alla Cultura, Galleria Civica d’Arte Moderna, Palazzo del Ridotto (personali di Edoer Agostini, Alberto Biasi, Ferruccio Gard), a cura di Giorgio Segato. 1984 Venezia, Assessorato comunale alla cultura, Museo Wagneriano di Ca’ Vendramin Calergi: "Forma Percezione Continuità", presentazione di Giorgio Cortenova e Toni Toniato. Finale Emilia (MO), Assessorato comunale alla cultura, Castello delle Rocche, presentazione di Renzo Margonari. 1985 Firenze, Studio d’Arte Il Moro. Bologna, BMW AutoVanti: "ll colore nella geometria e tecnologia di Ferruccio Gard", presentazione di Giovanni Maria Accame. 1986 Salzburg (Austria), Museumpavillon in Mirabellgarten, presentazione di Giorgio Cortenova. 1987 Abano Terme (PD), Assessorato comunale alla cultura, Villa Bassi Ratgheb, presentazione di Augusto Alessandri. 1988 Mantova, Assessorato provinciale alla cultura, Casa del Mantegna, presentazione di Piero Dorazio. Venezia, Centro d’Arte di Santa Apollonia. Padova, Galleria La Chiocciola.
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1989 Venezia, Galleria Il Traghetto. 1990 Verona, Galleria dello Scudo: "Una nuova geometria tra concretezza ed evocazione", presentazione di Luciano Caramel e Gianfranco Bettetini. Legnago (VR), Assessorato comunale alla cultura, Museo Fioroni. Comune di Valdobbiadene, Assessorato comunale alla cultura, Villa dei Cedri. 1991 Padova, Artefiera, Galleria Marchese. Malcesine (Verona), Galleria Parco della Mignola: " Geometrie recenti", a cura di Ottavio Giacomazzi. Cerea (VR), Assessorato comunale alla cultura e Api, Associazione Provinciale delle Piccole e Medie Imprese: ItalCenter, Centro comunale d’arte. 1992 Castelfranco Veneto (TV), Assessorato comunale alla cultura, "Colore nella Casa di Giorgione", presentazione di Luciano Caramel e Giorgio Segato. Lienz ( Austria): "Geometrizzando", Gallérie Gaudens Pèdit. 1993 Vicenza, Galleria Moretto, presentazione di Piero Dorazio e Giuliano Menato. Venezia Mestre, Galleria d’arte Banca Popolare di Venezia, a cura di Giancarlo Calcagni. 1994 L’Aquila, Castello Medievale, a cura di Romualdo Scotti Belli. 1995 Padova, Assessorato comunale alla cultura e Musei Civivi, Oratorio di San Rocco: "In diretta dal Big Bang" a cura di Giorgio Segato e Pier Luigi Fantelli, presentazione di Tommaso Trini. Vicenza, Centro storico palladiano: personali di Alberto Biasi, Ferruccio Gard e Pompeo Pianezzola. Bassano del Grappa (VI), Assessorato comunale alla cultura, Chiesetta dell’Angelo, a cura di Flavia Casagranda. 1996 Ravenna, Musei Civici, Loggetta Lombardesca:
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"Il luogo dell’origine", presentazione di Marisa Vescovo. Verona, Galleria Linea 70 Arte Contemporanea: "Il luogo dell’origine", presentazione di G. Cortenova. Spilimbergo (PN), Castello Medievale. Oderzo (TV), Associazione Culturale Ca’ Lozzio Incontri, presentazione di Mario Morales. 1997 Thessaloniki (Grecia) "Capitale culturale d’Europa 1997" e Istituto Italiano di Cultura, presentazione di Marisa Vescovo. Panama City, Ministero Attività Culturali Repubblica di Panama, Palazzo Atlas: "In diretta dal Big-Bang.I quadri-scultura in vetro di Ferruccio Gard e Archimede Seguso". Venezia, Assessorato comunale alla cultura, Palazzo delle Prigioni: "In diretta dal Big-Bang. I quadri-scultura in vetro di Ferruccio Gard e Archimede Seguso", presentazione di Massimo Cacciari, Virginia Baradel e Paolo Rizzi. Forte dei Marmi (LU), Galleria Contini/Vecchiato. Vicenza, Assessorato comunale alla cultura, Chiesa di San Giacomo. Parma, Galleria Modula Arte, presentazione di Giuseppe Marchetti. Padova, ArteFiera: "Meraviglie di Luce", la mostra-omaggio dell’anno a Ferruccio Gard e Archimede Seguso. Forlì, Prima Mostra Mercato d’Arte Contemporanea, Eventi collaterali: mostra omaggio a Ferruccio Gard e Archimede Seguso. 1998 Aosta, Assessorato alla cultura della Regione Autonoma Valle d’Aosta, Tour Fromage-Théâtre Romain : "L’ordine instabile", a cura di Giampiero Biasutti. Presentazione di Achille Bonito Oliva. Torino, Galleria Biasutti. Caorle (VE), Assessorato comunale alla cultura, Centro Civico per l’arte: "Preziosi e Trasparenze" (con Archimede Seguso e Piero De Martin). Vicenza, Torre del Duomo (con Archimede Seguso). 1999 Belluno 1999, Città Alpina dell’anno, Assessorato comunale alla cultura, Palazzo Crepadona:" La fissione del colore", presentazione di Renato Barilli. Rovigo, Assessorato Provinciale alla Pubblica Istruzione e Accademia dei Concordi, Pinacoteca Accademia dei Concordi e Galleria comunale d’arte moderna Pescheria Nuova: "La Disarmonia Armonica", mostra antologica,
presentazione di Floriano De Santi. Cortina d’Ampezzo (BL), Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi, Ciasa De Ra Regoles: "La fissione del colore", presentazione di Renato Barilli. Verona, Officina d’Arte: "La fissione del colore", presentazione di Giorgio Cortenova. Comune di Fiumicino, Fregene (Roma) e Museo Pianeta Azzurro, Centro Internazionale di Scultura Contemporanea: "XI Mostra Internazionale di Scultura Contemporanea. Omaggio alla pittura: Ferruccio Gard", a cura di Alba Gonzales. 2000 Vicenza, Assessorato comunale alla cultura, Basilica Palladiana, Lamec-Laboratorio d’Arte Moderna e Contemporanea: "La fissione del colore", presentazione di Pierre Restany. Roma, Galleria F. Russo: "La fissione del colore". Bassano del Grappa (VI), Ciman Galleria d’arte: "La fissione del colore". 2001 Cittadella (PD), Città murata d’Europa, Assessorato comunale alla cultura, Galleria civica d’arte moderna: "La fissione del colore fra gli affreschi rinascimentali di Palazzo Pretorio". Palazzolo sull’Oglio (BS), Studio F 22, presentazione di Milena Milani. Este (PD), Assessorato comunale alla cultura, Galleria Civica Pescheria Vecchia: "Sussurri cosmici" a cura di Gisella Pagano. Cividale del Friuli (Udine), Cortequattro-Sculture’s House: "Energie cromatiche", presentazione di Enzo Santese. Padova, Mostra omaggio per i quarant’anni del Concorso Nazionale di Pittura e Grafica "Agna - G.B. Cromer". 2002 Vicenza, Studio Arte Valmore: "Dalla percezione visiva alla fissione del colore". Desenzano del Garda (BS), Galleria Civica di Palazzo Todeschini:" La fissione del colore", presentazione di Gisella Pagano. 2003 Malcesine (VR), Assessorato Comunale alla Cultura, Galleria Civica d’Arte Moderna, Chiesa di San Nicolò e Rocco:" Interferenze cromatiche", presentazione di Claudio Cerritelli. Camposampiero (PD), Galleria d’Arte Al Tezzon.
Venezia, Cavallino Treporti, Galleria d'Arte Union Lido: "I maestri veneziani. Una mostra e un palio", a cura di Rina Dal Canton e Carla Macola. 2004 Torino, Regione Piemonte, Assessorato alla cultura, Sala Bolaffi: "I maestri piemontesi viventi", mostra antologica, a cura di Luca Massimo Barbero. Noale (VE), Assessorato comunale alla cultura, Torre Emilio Greco, mostra inaugurale del restauro. Mogliano Veneto (TV), Assessorato comunale alla cultura, Galleria Civica Il Brolo, a cura di Casimiro Di Crescenzo. Padova, "ArtePavova 2004",15° Mostra Mercato d’arte contemporanea. 2005 Saarlouis (Germania), Atelier im Museum Haus Ludwig, a cura di Bernhard Giebel, presentazione di Marion Vogt. Treviso, Fondazione Cassamarca, Casa dei Carraresi: "Ratio picta", presentazione di Luca Massimo Barbero. San Donà di Piave (VE), Assessorato comunale alla cultura, Nuova Galleria Civica d’Arte Moderna Leonardo da Vinci: "Ratio picta", presentazione di Luca Massimo Barbero. Montecarlo, GAM Galérie. ArtePadova 2005, 16° Mostra mercato d’Arte Contemporanea. 2006 Padova, Città di Giotto, Assessorato comunale alle politiche culturali, Palazzo del Monte di Pietà: "Emozioni cromatiche", mostra antologica, presentazione di Giovanni Granzotto. Venezia, Regione Veneto e Scuola Grande di San Giovanni Evangelista: "Emozioni cromatiche - 35 anni di pittura", presentazione di Giovanni Granzotto e Roberto Roda. Venezia Mestre, Galleria Fidesarte, presentazione di Giovanni Granzotto. Pordenone, Galleria Tarozzi, presentazione di Boris Brollo. Asiago, Galleria Nino Sindoni. Auronzo, Assessorato comunale alla cultura, Palazzo Civico, presentazione di Roberto Roda. ArtePadova, 17° Mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea, Eventi collaterali: "Ferruccio Gard dentro l’energia del colore". Feltre (Bl), Galleria De Faveri Arte: "Sinfonie cromatiche", presentazione di Roberto Roda.
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Venezia, Galleria Orler, mostra televisiva, a cura di Carlo Vanoni. Presentazione di Giovanni Granzotto. 2007 52. Biennale d’Arte di Venezia, Chiostro Maria Ausiliatrice: "P3 Performative-Paper Project". Sala personale. Pietrasanta, Città d’Arte (Lucca), Assessorato comunale alla cultura e Centro culturale "Luigi Russo", Chiostro di Sant’Agostino, Sale dei Putti e del Capitolo: "La Venezia dipinta", presentazione di Novello Finotti. Valenza (Al): Galleria Rino Costa, mostra inaugurale nuova sede. Motta di Livenza (Treviso), Assessorato comunale alla cultura, Palazzo La Loggia e Centro Arti Visive La Castella: "La parabola del colore", presentazione di Giovanni Granzotto. ArtePadova, Gard Foundation:18° Mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea. Venezia, Galleria Orler, mostra televisiva, a cura di Carlo Vanoni. 2008 Bruxelles, Istituto Italiano di Cultura e Regione Veneto: "La Venezia dipinta", presentazione di Giuseppe Manica. Cento (Ferrara), la Città del Guercino, Assessorato comunale alla cultura, Galleria Civica d’Arte moderna "A. Bonzagni" e Centro etnografico di Ferrara, Chiesa di San Lorenzo: "Informali geometrie del sacro", a cura di Roberto Roda e Isabella Falbo. Arte Padova,19° Mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea, Gard Foundation. Bassano del Grappa (VI), GMB, Galleria d’Arte Ponte Vecchio. Lendinara (Rovigo), Galleria Signorini. Venezia, Galleria Orler, mostra televisiva, a cura di Carlo Vanoni. 2009 New York, Istituto Italiano di Cultura: "Emotions in colour from Venice", presentazione di Renato Miracco. New York, Festa della Repubblica Italiana, mostra personale in rappresentanza della Regione Veneto (Regione italiana dell’anno alla Festa della Repubblica Italiana a New York), Cipriani Ballroom, Wall Street. Pescara, Assessorato comunale alla cultura, Museo Delle Genti d’Abruzzo: "Dialettiche in campo. 18 figurativi 18 astrattisti. Personale omaggio a Ferruccio Gard", a cura di Chiara e Leo Strozzieri.
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Pescara, Galleria d’arte PAE, Pescara Art Evolution, a cura di Giancarlo Costanzo. ArtePadova, 20. Mostra Mercato d’Arte moderna e Contemporanea, Gard Foundation. Venezia, Galleria Orler, mostra televisiva, a cura di Carlo Vanoni. 2010 Kiev (Ucraina), Modern Art Center (personali di F. Gard, Gianfranco Meggiato e Pier Toffoletti). Longarone (Bl): 6°Arte in Fiera Dolomiti,"Eventi collaterali: mostra omaggio dell’anno a Ferruccio Gard". Giulianova (Teramo): Associazione Culturale Piazza Dante. Presentazione di Simona Clementoni. Venezia, Galleria Orler, mostra televisiva, presentazione di Carlo Vanoni. ArtePadova, 21° Mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea, L’ Atelier du Gard. 2011 Córdoba (Argentina), Museo Municipal de Bellas Artes "Genaro Pérez", Istituto Italiano di Cultura e Regione Veneto: " Il colorismo veneto", a cura di Donatella Cannova. Remagen (Germania), Europe Art Now, Galerie Rosemarie Bassi. ArtePadova, 22. Mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea, L’ Atelier du Gard. Venezia, Galleria Orler, mostra televisiva, presentazione di Carlo Vanoni. 2012 Salta (Argentina), Museo de Bellas Artes, Istituto Italiano di Cultura di Córdoba e Regione Veneto, a cura di Donatella Cannova. Río Cuarto (Argentina), Museo Municipal de Bellas Artes de Río, Istituto Italiano di Cultura di Córdoba e Regione Veneto, a cura di Donatella Cannova. San Juan (Argentina), Museo de Bellas Artes de San Juan Franklin Rawson, Istituto Italiano di Cultura di Córdoba e Regione Veneto, a cura di Donatella Cannova. Saarlouis (Germania): " Musik der farben und forme- Musica di colori e forme", Atelier im Museum Haus Ludwig (Mostre personali di Michel Seuphor (Belgio), Ines Silva (Venezuela), Jean Ricardon (Francia), Satoru Sato (Giappone), Ulrike Seyboth, Reinhold Braun e Leander Kresse (Germania), Ferruccio Gard (Italia), a cura di Bernhard Giebel. Presentazione di Sabine Graf.
Milano, Gli eroici furori-Arte contemporanea: "Emotions in colour", a cura di Marco Costa e Silvia Agliotti. Verona, Galleria Giorgio Ghelfi: "Cromatism". Venezia, Galleria Orler, mostra televisiva, presentazione di Carlo Vanoni. Bergamo, Galleria gli Angeli. Arte Padova, 23° Mostra Mercato d’arte moderna e contemporanea, L’ Atelier du Gard. 2013 Castiglion Fiorentino (Arezzo), Assessorato comunale alla cultura, Chiesa di San Filippo e Palazzo Comunale: " Forme e colori del Nuovo Astrattismo"
Bologna Arte Fiera 2014, fotografato da Stefano Mazzali
(personali di Ferruccio Gard e Angelo Rinaldi), a cura di Barbara Rossi. Padova, Galleria "La Teca". Presentazione di Enrico Gusella. ArteGenova: Galleria Gli Angeli. ArtePadova, XXIV Mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea, L’ Atelier du Gard. Bergamo, BAF, Bergamo Arte Fiera, Galleria gli Angeli. ArteCremona: Galleria Scoglio di Quarto. Pavia: 1° Pavi Art, Mostra-Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea, Galleria Gli Angeli.
Torino, Regione Piemonte, Mostra antologica alla Sala Bolaffi per il ciclo "I Maestri piemontesi viventi", dicembre 2004-gennaio 2005.
Mostre collettive / Collectives
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1970 Saint Vincent (Aosta): 2° Mostra mercato d’arte. 1971 Aosta, Sala comunale: "Le dieci firme valdostane", con il patronato degli Assessorati alla cultura del Comune e della Regione Autonoma Valle d’Aosta. Pescara, La Botteguccia dell’Arte: " Le dieci firme valdostane". Saint Vincent (Aosta): 3° Mostra mercato d’arte contemporanea. Ivrea, Museo Garda: II Biennale nazionale di pittura "Dora Baltea". 1972 Albisola (SV), Galleria Centro Storico Pozzo Garitta: "Otto giovani artisti valdostani", a cura di Antonio Siri (Franco Balan, Claudio Ferrero, Ferruccio Gard, Franco Grobberio, Elsa Martinetti, Eugenio Mus, Giulio Schiavon, Giuseppe Tecco). Borgosesia (VC), Assessorato comunale alla cultura: 2° Mostra nazionale d’arte contemporanea "Città di Borgosesia". Torino, Galleria Istituto Bancario San Paolo: Mostra nazionale di pittura "Pro S.T.A.M.". 1973 Torino, Piemonte Artistico Culturale: Collettiva di primavera. Torino, Piemonte Artistico Culturale: XVII mostra d’autunno di Arti figurative. Torino, Piemonte Artistico Culturale: Mostra della tavoletta e del bronzetto. Costigliole d’Asti, Castello: "Incontro pittori liguri, valdostani e piemontesi". Santhià (VC): X Mostra nazionale di pittura contemporanea "Città di Santhià". Trissino (VI), V Premio nazionale di pittura. 1974 Torino, XII Quadriennale Nazionale Società Promotrice delle Belle Arti. Torino, Società Promotrice delle Belle Arti: 131° Esposizione nazionale Arti figurative. Torino, Piemonte Artistico Culturale: Mostra della tavoletta e del bronzetto. Venezia, Galleria "Nuova Toleta". Venezia, Galleria "Nuovo Spazio 2". 1975 Torino, Società Promotrice delle Belle Arti: 1° Biennale europea di pittura e grafica "La medicina nell’arte", a cura di Adele Menzio. Brescia, Galleria Sincron: "Mostra internazionale Arte Concreta". Milano, Palazzo del Turismo, "1° Mostra internazionale di pittura Ticino", presentazione di Domenico Purificato. Torino, Società Promotrice delle Belle Arti: 132° Esposizione nazionale Arti figurative. Torino, Piemonte Artistico Culturale: XIII Mostra di Primavera e XIX Mostra d’Autunno. Belluno: 3° Concorso internazionale "Città di Belluno", 1° Premio. Thiene (VI), Assessorato comunale alla Cultura: XIV mostra nazionale di pittura "Città di Thiene". Venezia, Galleria "Nuovo Spazio 2". 1976 Brescia, Galleria Sincron: "Mostra internazionale Arte programmata e cinetica". Venezia, Assessorato comunale alla cultura e Galleria Numero, Scuola Grande di San Teodoro: "Mostra internazionale fra cinetismo e informale". Padova, Assessorato comunale alla cultura, Oratorio di San Rocco: "IV mostra nazionale di pittura contemporanea". Torino, Società Promotrice delle Belle Arti: 133° Esposizione nazionale Arti figurative. Agordo (BL), Assessorato comunale alla Cultura, Palazzo De’ Manzoni: "Fra astrattismo e informale". 1977 Venezia, Galleria Fiamma Vigo: "Questo sei tu". Brescia, Galleria Sincron:" Mostra internazionale arte programmata e cinetica". Torino, Società Promotrice delle Belle Arti: 134° Esposizione nazionale Arti figurative. Longarone (Bl), Biblioteca comunale e Studio d’Arte "Serbatoio 7" di Gaeta: "Metallografie
di 8 Maestri"( Cassinari, Gard, Migneco, Monachesi, A.Murer, Purificato, Treccani, Zancanaro). Pistoia: 2° concorso nazionale "Città di Pistoia": 1° Premio. Formia (Latina), Palazzo Papa: "Metallografie di otto maestri" (Cassinari, Gard, Migneco, Monachesi, Murer, Purificato, Treccani, Zancanaro). 1978 Belluno, Museo Civico, Mostra arte costruttivista. Mira (Venezia), Palazzo Contarini de’ Leoni, "Mostra nazionale d’arte contemporanea "Renato Guttuso". Jesolo (Venezia), Assessorato comunale alla cultura e Treviso, Ca’ dei Ricchi: "Mostre inaugurali del Gruppo Artisti Veneti", presentazione di Vittoria Magno. 1979 Piazzola sul Brenta (Padova), Villa Contarini: Triveneta delle Arti, IV Rassegna degli artisti delle Tre Venezie (Toni Benetton, E. De Cilia, G. Cortelazzo, F. Gard, R. Licata, A. Murer, A. Pizzinato, B. Saetti, L. Spacal, V. Guidi), a cura di Sergia Ferro Jessi, Enzo Di Martino, Paolo Rizzi, Camillo Semenzato. Piazzola sul Brenta (Padova), Villa Simes-Contarini:" Maestri ed emergenti del Triveneto". 1980 Parigi, Grand Palais, Salon D’Automne 1980: « Grands et jeunes d’aujourd’hui ». Roma, Studio AM 16, Mostra internazionale d’arte astratto-concreta (Hugo Demarco, Colette Dupriez, Marcolino Gandini, Ferruccio Gard, Hiromi, Bruno Munari, Edit Revai, Michel Seuphor, Victor Simonetti, Francisco Sobrino). Roma, Studio AM 16: "I segni della geometria 1980"( Edoer Agostini, Alberto Biasi, Franco Costalonga, Horacio Gargia Rossi, Ferruccio Gard, Eduardo Jonquierez, Julio Le Parc, Philippe Morisson, Bruno Munari, Paolo Scirpa, Klaus Staudt, Naoya Takahara). Padova, Galleria La Chiocciola: " Aperto tra costruttivismo e optical"(Edoer Agostini, Alberto Biasi, Carmelo Cappello, Eduardo Jonqueries, Julio Le Parc, Philippe Morrison). Eraclea (Venezia): "La pittura del fantastico", X Mostra nazionale di pittura "Marco Aurelio Pasti"(Augusto Murer, Ferruccio Gard, Luigi Gardenal, Silvestro Lodi, Giuseppe Montesano). 1981 Vicenza, Basilica Palladiana, Assessorato comunale alla cultura e Musei Civici: "Nel luogo di Palladio, aperto tra costruttivismo e optical" (E. Agostini, A. Biasi, C. Cappello, H. Demarco, C. Facchin, W. Fusi, H. Garcia Rossi, F. Gard, H. Glattfelder, J. Le Parc, Y. Millecamps, F. Sobrino, G. Villa), a cura di Bruno d’Amore e Giorgio Segato. Parigi, Grand Palais, Salon d’Automne 1981: « Grands et jeunes d’aujourd’hui ». Vienna, Kunstlerhaus: "Die Geometrie und lhhre Zeichen" ( R.Barisani, A.Biasi, F.Gard, J.Le Parc, P.Morisson, B.Munari, G.Tatafiore). Marostica (VI), Assessorato comunale alla cultura, Castello: "Evo Medio Art", Rassegna internazionale d’arte programmata, a cura di Giorgio Segato (Edoer Agostini, Alberto Biasi, Hugo De Marco, Celestino Facchin, Horacio Garcia Rossi, Ferruccio Gard, Julio Le Parc, Yves Millecampas, Francisco Sobrino). Padova, Galleria La Chiocciola:"Aperto tra costruttivismo e optical. Omaggio a Umbro Apollonio". Venezia Mestre, Centro Verifica 8+1: "Omaggio a Fiamma Vigo". Bassano del Grappa (VI):"Arte Concreta", Galleria "Il Fiore"(Agostini, Biasi,Campesan, Cappello, Colombo, Costalonga, Garcia Rossi, Gard, Glattfelder, Jonquieres, Landi, Le Parc, Morisson, Sobrino). Roma, Studio AM 16: "Il piccolissimo formato ’81. Mostra internazionale d’arte astrattoconcreta" ( Alberto Biasi, Ines Blumencweig, Desireau, Ferruccio Gard, Julio Le Parc, Satoru Sato, Joel Stein". Belluno, Artetre: "Arte concreta", a cura di Giorgio Segato ( Edoer Agostini, Alberto Biasi, Sara Campesan, Carmelo Cappello, Franco Costalonga, Horacio Garcia Rossi, Ferruccio Gard, Hans Glattfelder, Eduardo Jonquieres, Julio Le Parc, Philippe Morrison). Tarcento (Udine): IX Biennale Triveneta d’Arte Contemporanea "Città di Tarcento". San Martino di Lupari (PD): VI Biennale d’arte contemporanea "Arte e Architettura - Poli di Ricerca geometrica 1971-1981 (Omaggio a Umbro Apollonio)". Padova, Galleria La Chiocciola: "Mosaico cinetico 1981".
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1982 Venezia, 40. Biennale Internazionale Arti Visive, Sezione Giovani "Aperto/82 Spazio". Parigi,Grand Palais, Salon d’Automne 1982 : "Grands et jeunes d’aujourd’hui". Aosta, Assessorato ai Beni Culturali della Regione Autonoma Valle d’Aosta, Tour Fromage -Théâtre Romain: "Costruttività", a cura di Filiberto Menna ( E. Agostini, R. Aricò, R. Barisani, A. Biasi, N. Carrino, P. Coletta, M. Gandini, F. Gard, Piera Legnaghi, T. Magnoni, G. Pardi, A. Passa, G. Uncini, R. Mattia Zanotti). Padova, Galleria La Chiocciola: "Mosaico cinetico 1982". Brescia, Galleria Sincron:" Mostra internazionale Arte Concreta". 1983 Belluno, Assessorato comunale alla cultura e Museo Civico, Palazzo Crepadona:" Linguaggio e Comportamento della Ragione", a cura di Giorgio Cortenova, Gabriella Cecchini e Giorgio Segato (Edoer Agostini, Alberto Biasi, Sara Campesan, Celestino Facchin, Horacio Garcia Rossi, Ferruccio Gard, Julio Le Parc, Yves Millecamps, Giorgio Villa). Repubblica di San Marino: " Il Salon d’Automne a San Marino. Artisti cinetici dal Grand Palais al Palazzo delle Esposizioni". Cesena, Assessorato comunale alla Cultura e Regione Emilia Romagna, Galleria Civica, Palazzo del Ridotto: "Arte concreta", a cura di Bruno Munari e Giorgio Segato ( A.Biasi, H.Garcia Rossi, F. Gard, E. Jonquières, K. Kotuzu, J. Le Parc, P. Morisson, B. Munari, S. Sato, M. Sutej, W. Valentini e G. Villa). San Martino di Lupari (Padova), Assessorato comunale alla cultura, Chiesa storica: "VII Biennale d’arte contemporanea. Struttura/Scultura e Museo civico internazionale d’arte costruttivista "Umbro Apollonio", a cura di Antonio Pasqualin e Bruno Munari. Altri testi in catalogo: Gabriella Cecchini, Bruno D’Amore e Attilio Marcolli. Alassio (Savona), Galleria Galliata: "I colori del Mundial 1982". 1984 Venezia, Palazzo Grassi: 2° SIMA, Salone Internazionale dei Mercanti d’Arte. Venezia, Assessorato alla cultura e Fondazione Bevilacqua La Masa: " Collezione grafica "Bevilacqua La Masa". Venezia Mestre, Cenacolo Culturale S.Carlo e Centro Verifica 8+1: "Rassegna internazionale d’arte concreta a Umbro Apollonio"(Edoer Agostini, Alberto Biasi, Sara Campesan, Horacio Garcia Rossi, Julio Le Parc, Attilio Marcolli, Yves Millecamps, Buno Munari, Carlo Nangeroni, Satoru Sato, Victor Simonetti, Walter Valentini, Koichi Kozuru). Venezia, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista: "Il Carnevale del 1984&Il circo degli uomini vivi", a cura di Antonio Bruni (Annibel, Toni Benetton, Luciano Ceschia, Ernani Costantini, Ferruccio Gard, Ottorino Stefani, Giancarlo Tramontin, Renato Varese). Sesto San Giovanni (MI), Centro culturale Rondottanta e Museo "Umbro Apollonio" di San Martino di Lupari: " Percezione e Costruzione". Parma, Teatro Farnese: "I 12 vincitori del concorso nazionale Moderne tecnologie di produzione", premio acquisto per il calendario 1985 della Fiat Trattori. San Martino di Lupari (PD), Museo Civico "Umbro Apollonio": "Arte programmata e costruttivista", a cura di Bruno D’Amore e Giorgio Segato. Cavarzere (VE), Galleria civica d’arte moderna: "Pittori a confronto" (Marcello Colusso, Ferruccio Gard, Riccardo Licata, Paolo Valle).
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1985 Copenaghen, Court Gallery. Venezia, Assessorato comunale alla cultura, Chiesa di San Lorenzo: "Fra pittura e poesia", a cura di Enrico Buda ( Marcello Colusso, F. Gard, Riccardo Licata). San Martino di Lupari (Pd):" VIII Biennale d’Arte Contemporanea- Luce-Struttura 1" e la collezione del Museo Civico d’arte internazionale costruttivista e optical "Umbro Apollonio", a cura di Edoer Agostini e Antonio Pasqualin. Testi in catalogo di Giulio Carlo Argan, Bruno D’Amore, Attilio Marcolli e Bruno Munari. Venezia Mestre, Centro Verifica 8 + 1: "Arte programmata e cinetica" (Agostini, Biasi, Campesan, Costalonga, Facchin, Gard, Garcia Rossi, Glattfelder, Le Parc, Bruno Munari, Scirpa, Valentini, Villa). Venezia Mestre, Centro Verifica 8 + 1: "Grafostrutture"(Edoer Agostini, Sara Campesan, Sonia Delaunay, Ferruccio Gard, Horacio Garcia Rossi, Julio Le Parc, Bruno Munari, Paolo Scirpa, Walter Valentini). Sulmona (Aq), ex Convento di Santa Chiara: XII Premio Sulmona, Mostra Internazionale di Pittura Contemporanea. 1986 Venezia, 42. Biennale Internazionale Arti Visive "Arte e Scienza", Sezione storica "Il Colore". Roma, XI Quadriennale Nazionale d’Arte, Sezione "Arte come Visitazione dei Linguaggi Astratto Informali". Stockholm: "Art Expo 1986", Galleria Studio La Città. Copenaghen, Court Gallery. Venezia: 2° Premio Internazionale di Grafica "Do Forni" (L. Alinari, M. Chessa, G. Ferroni, F. Gard, L. Del Pezzo, A. Pizzinato. C. Pozzati, G. Strazza, E. Vaccarone, W. Valentini), a cura di Enzo Di Martino. Verona, Galleria Studio La Città. Sulmona (L’Aquila), Palazzo dell’Annunziata, Assessorato comunale alla cultura e Circolo d’Arte e Cultura "Il Quadrivio": XIII Premio Sulmona, Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea. Presentazione di Tommaso Paloscia. 1987 San Paolo del Brasile, 2° Premio Internazionale di Grafica "Do Forni", a cura di Enzo Di Martino. Modena, Chiesa di S.Maria degli Angeli "Paradisino": "Un disegno per la vita", a cura di M.Nalini Setti. Sulmona (L’Aquila), Palazzo dell’Annunziata, Assessorato comunale alla cultura e Circolo d’Arte e Cultura "Il Quadrivio": XIV Premio Sulmona, Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea. 1988 Verona, Milano, Frankfurt e Darmstad (Germania): "Astratta, Secessioni Astratte in Italia dal dopoguerra al 1990", a cura di Giorgio Cortenova e Filiberto Menna (Verona, Galleria Comunale d’Arte Moderna Achille Forti; Milano, Palazzo della Permanente; Darmstad, Kunsthalle; Frankfurt, Buchmesse). Venezia, Museo Diocesano d’Arte Sacra, Chiostro di Sant’Apollonia, Assessorato comunale alla cultura, Associazione culturale italo-tedesca di Venezia, Deutsch-Italienische
Kulturgesellschaft: " Arte dal Mondo. Venezia-Stoccarda: 6 artisti d'oggi" a cura di Nevia Pizzul-Capello, presentazione di Enzo Di Martino e Helmut G. Schuetz ( Werner Fohrer, Christine Glaser, Hans-Joachim Madaus, Ferruccio Gard, Riccardo Licata). Roma, Palazzo delle Esposizioni: 1° Mostra/Asta d’Arte contemporanea contro la sperimentazione sugli animali, a cura di Maurizio Calvesi. Padova, La Chiocciola: "Linguaggio dell’arte contemporanea 2". Copenaghen, Court Gallery. Sulmona (L’Aquila), Palazzo dell’Annunziata, Assessorato comunale alla cultura e Circolo d’Arte e Cultura "Il Quadrivio": XV Premio Sulmona, Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea. 1989 Biennale di Venezia, ASAC, Archivio Storico Arte Contemporanea, Ca’ Corner della Regina: "Mostra omaggio a Umbro Apollonio". Marostica (VI), Assessorato comunale alla Cultura, Castello da basso: "5. Biennale d’Arte Contemporanea. Educazione estetica e Arte" a cura di Attilio Marcolli, Giorgio Segato e Alberto Veca (Natalino Andolfatto, Colette Dupriez, Celestino Facchin, Ferruccio Gard, Lorenzo Piemonti, Salvador Presta, Oscar Reutersvard, Sergio Schirato, Shizuko Yoshikawa). Venezia, Assessorato comunale all’ecologia, Ateneo S. Basso: mostra dei vincitori del concorso " Una borsa per l’ambiente" (Saverio Barbaro, Vittorio Basaglia, Renato Borsato, Sara Campesan, Ludovico De Luigi, Ennio Finzi, Ferruccio Gard, Gino Morandis, Armando Pizzinato, Carmelo Zotti). Sulmona (L’Aquila), Palazzo dell’Annunziata, Assessorato comunale alla cultura e Circolo d’Arte e Cultura "Il Quadrivio": XVI Premio Sulmona, Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea. Castelfranco Veneto (TV), Assessorato comunale alla cultura, Galleria del Teatro Accademico:"Operatori visivi per Antonio Niero"( A. Biasi, S.Campesan, N. Di Salvatore, F. Gard, J. Le Parc, A. Marcolli, B. Munari, L. Piemonti, P. Scirpa, W. Valentini). Testi in catalogo di Manlio Brusatin. Venezia Mestre, Centro Verifica 8 + 1: "8+8+1=10! 10 anni alla ricerca dell’arte cinetica". Bologna, ArteFiera, Galleria Meeting. 1990 Lubecca (Germania) e Venezia, Scuola Grande di San Giovanni Evangelista" Incontro artisti Venezia-Lubecca", a cura dell’Associazione culturale italo-tedesca di Venezia. Milano, Arte Struktura: "Costruttivismo, concretismo e cinevisualismo internazionali per l’unificazione europea". Venezia Mestre, Sala comunale esposizioni d’arte: "Dopo il muro". Noventa Vicentina (VI), Biblioteca Comunale: "E’ ancora futuro. Arte concreta e optical". Pordenone, Palazzo Gregoris: " Maestri dell’arte astratta e optical ". Bologna, ArteFiera, Gallerie Meeting e Images Art&Life. Sulmona (L’Aquila), Palazzo dell’Annunziata, Assessorato comunale alla cultura e Circolo d’Arte e Cultura "Il Quadrivio": XVII Premio Sulmona, Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea.
1991 Zurigo (Svizzera) Galerie Lidija Jametti: "Optical art internazionale". Milano, Arte Struktura: "L’arte costruisce l’Europa. Costruttivismo, concretismo e cinevisualismo internazionali per l’unificazione europea". Comune di Sestola (Modena), Assessorato alla cultura, Chiesa del Rosario: 5° Biennale d’Arte. ArtePadova, Galleria La Chiocciola. Bologna, ArteFiera, Gallerie Meeting e Images Art&Life. Sulmona (L’Aquila), Palazzo dell’Annunziata, Assessorato comunale alla cultura e Circolo d’Arte e Cultura "Il Quadrivio": XVIII Premio Sulmona, Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea. Presentazione di Giorgio Di Genova. Prato (Firenze), Galleria Marchese. 1992 Milano: "I venti anni di Arte Struktura". Trieste, Castello di San Giusto: "Costruttivismo internazionale", a cura di Carlo Milic. Venezia, Festa della Sensa alle Colonete: "3° mostra artisti del centro storico per rinverdire un’antica tradizione". Arte Padova ’92, Centro verifica 8 + 1. Portogruaro (Venezia), Galleria Crossing: "Nel segno del colore", a cura di Flavia Benvenuto Strumendo. Sulmona (L’Aquila), Palazzo dell’Annunziata, Assessorato comunale alla cultura e Circolo d’Arte e Cultura "Il Quadrivio": XIX Premio Sulmona, Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea. Prato (Firenze), Galleria Marchese. 1993 Vallauris (Francia), Fondation Sicard-Iperti: "Color/Action" ( F.Gard, R.Licata, P. Valle, B. Lucchi, Fabius) a cura di Michel Gaudet. Venezia, Assessorato comunale alla cultura: "Colonete 15". Venezia Mestre, Assessorato alla cultura, Sala espositiva comunale per l’arte: "Contro la crisi". Montichiari (Brescia), Assessorato comunale alla cultura e Arte Struktura:" L’arte costruttivista costruisce l’Europa". Sulmona (L’Aquila), Palazzo dell’Annunziata, Assessorato comunale alla cultura e Circolo d’Arte e Cultura "Il Quadrivio": XX Premio Sulmona, Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea. 1994 Pechino, Fondazione cinese delle arti: "14 artisti conterranei di Marco Polo". Trissino (VI): "I 25 anni di pittura a Trissino", con G. Barbisan, G. Cazzaniga, A. Corpora, P. Dorazio, A. Gianquinto, S. Girardello, V. Guidi, R. Licata, F. Gard, F. Meneguzzo, A. Perilli, A. Sassu, A. Schmid, A. Sughi, V. Vago, L. Veronesi, R. Vespignani, C. Zotti. Torino, Artissima, Galleria Arx. Bucarest ( Romania), Museo delle Collezioni e Città della Pieve ( Perugia), Palazzo della Corgna: "L’arte costruttivista costruisce l’Europa". Roma, Assessorato comunale alla cultura, Palazzo delle Esposizioni: "1° Mostra/Asta d’arte
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contemporanea contro la sperimentazione sugli animali", a cura di Maurizio Calvesi. Padova, Assessorato comunale alla cultura, Galleria civica: "Ad ognuno la sua. 84 bandiere di artisti contemporanei". Venezia, Assessorato comunale alla cultura: XVI Incontro artistico a "Le Colonete". Sulmona (L’Aquila), Palazzo dell’Annunziata, Assessorato comunale alla cultura e Circolo d’Arte e Cultura "Il Quadrivio": XXI Premio Sulmona, Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea. 1995 XLVI Biennale Internazionale di Venezia, Sezione "Memorie e Attese 1895-1995", Le Venezie, Villa Pisani, Strà (Venezia). Venezia, Foresteria Valdese: "100 anni della Biennale – 1995/100 anni (e più) della MAILART". Milano, Arte Struktura:"Arte programmata e cinetica 100x100 per Arte Struktura". Macerata, Assessorato comunale alla cultura, Pinacoteca e Musei Civici, Chiesa di San Paolo: "Ad ognuno la sua. 84 bandiere di artisti contemporanei". Bologna, ArteFiera, Gallerie Dante Vecchiato e Meeting. Milano, Fondo Imperatrice Nuda, Palazzina Liberty: 2° Mostra-asta d’Arte contemporanea contro la sperimentazione animale", a cura di Maurizio Calvesi. Oderzo (Treviso), Assessorato comunale alla cultura, in collaborazione con l’Accademia Cinese di Cultura Internazionale, Palazzo Foscolo:" Dopo Pechino, 14 artisti della terra di Marco Polo". S. Maria di Feletto (TV), Clan Verdurin chez De Martin:" Ricordando Giulio Turcato-29 artisti al Clan Verdurin", a cura di Enzo Santese. Padova, ArteFiera, Galleria Dante Vecchiato. Sulmona (L’Aquila), Palazzo dell’Annunziata, Assessorato comunale alla cultura e Circolo d’Arte e Cultura "Il Quadrivio": XXII Premio Sulmona, Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea. 1996 Castelfranco Veneto, Assessorato comunale alla Cultura e Accademia Cinese di Cultura Internazionale: "14 artisti conterranei di Marco Polo". Treviso, Casa dei Carraresi, Assessorato comunale alla Cultura e Le Venezie:" Terra d’acqua e i suoi travestimenti". Testi in catalogo di Luigina Bortolatto, Fred Licht, Gianfranco Billotti, Giorgio Campanaro e Paola Ottino. Castelfranco Veneto (TV), Casa del Giorgione, mostra virtuale permanente: "Atelier degli artisti", a cura di Luigi Bonotto. Milano, Arte Struktura: "Arte concreta e cinetica cm 100x100" (Agostini, Biasi, Campesan, Costalonga, Gard, Herrera, Jonquieres, Kanizsa, Le Parc, Marcolli, Munari, Scirpa, Simonetti, Villa). Trieste, Palazzo Economo, Soprintendenza ai beni culturali e artistici: "Mostra internazionale di costruttivismo, concretismo e cinetismo". Omegna, Assessorato comunale alla cultura e Arte Struktura, Civica Sala del Carrobbio: "Costruttivismo e concretismo internazionali. Opere esemplari di sintesi nel formato 20x20 cm". Vicenza, Galleria Dante Vecchiato: "Maestri dell’astratto del Novecento". Venezia, Galleria San Pantalon: "Struttura ‘96".
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Sulmona (L’Aquila), Palazzo dell’Annunziata, Assessorato comunale alla cultura e Circolo d’Arte e Cultura "Il Quadrivio": XXIII Premio Sulmona, Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea. Bologna, ArteFiera, Galleria Dante Vecchiato. ArtePadova ’96: Gallerie Dante Vecchiato e Sante Moretto. 1997 Otaru Hokkaido (Giappone), Modem Art Museum: "International Optical art". Verona, Fondazione Museo Miniscalchi Erizzo: "Pinocchio. Cento artisti dal mondo", a cura di Piero Zanotto. Sanremo, Assessorato comunale al turismo, Regione Liguria, Assessorato alla cultura, Arte Struktura, Villa Ormond: "Nuova Visualità Internazionale", a cura di Anna Canali. Saggi critici in catalogo di Getulio Alviani, Giulio Carlo Argan, Carlo Belloli, Germano Beringheli, Fernand Fournier, Manfredo Massironi, Alberto Veca. Sulmona (L’Aquila), Palazzo dell’Annunziata, Assessorato comunale alla cultura e Circolo d’Arte e Cultura "Il Quadrivio": XXIV Premio Sulmona, Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea. Bologna, ArteFiera, Galleria Dante Vecchiato. ArtePadova, Galleria Dante Vecchiato. Piavon di Oderzo (TV): "Quinta Biennale di Ca’ Lozzio Incontri". 1998 Vicenza, Assessorato comunale alla cultura, Basilica Palladiana: "L’Arte del XX secolo nelle collezioni private vicentine", a cura di Luca Massimo Barbero. Singapore, Art Center: "International Op Art". Miami (Usa), Art Expo, Galleria Dante Vecchiato. Streyr (Austria), Kunsthalle: "Nomen est omen", a cura di Walter Ebenhofer e Reinhold Rebhandl. Portogruaro (VE), Galleria comunale d’arte moderna "Ai Molini": "I segni e i colori della geometria" (Getulio Alviani, Ennio Finzi, Ferruccio Gard, Pope), a cura di Diego Collavini. Bologna, ArteFiera, Galleria Dante Vecchiato. Grizzana Morandi ( BO), Galleria comunale d’arte moderna: "Dediche e omaggi a Giorgio Morandi", a cura di M. Pasquali e C. F. Teodoro. Falcade (BL), Museo Augusto Murer:" Trasparenze protette". Conegliano (TV), Assessorato comunale alla cultura, Palazzo Sarcinelli, Galleria comunale d’arte moderna: "Una donazione per un nuovo museo", a cura di Marco Goldin. Jesolo (Venezia), Biblioteca Cominiana, Sala Rossini: "Corpi&Corpi", (Arman, Bay, Ceccobelli, Cremonini, Festa, Gard, Kostabi, Ontani, Nam June Paik, Pozzati, Rotella, Vizzini), a cura di Pier Luigi Rebellato. Treviso, Palazzo dei 300: "Dal figurativo all’optical". Sulmona (L’Aquila), Palazzo dell’Annunziata, Assessorato comunale alla cultura e Circolo d’Arte e Cultura "Il Quadrivio": XXV Premio Sulmona, Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea. Venezia Mestre: "La Cella, Galleria del campanile -25 anni", a cura di Giulio Gasparotti. ArtePadova, Gallerie Contini, Flora Bigai, Dante Vecchiato e Museo "Umbro Apollonio". Revere (Mantova), Young Museum e Arte Struktura, Palazzo Ducale: "Costruttivismo,
concretismo, cinevisualismo + Nuova Visualità Internazionale", a cura di Anna Canali. Saggi critici in catalogo di Getulio Alviani, Giulio Carlo Argan, Carlo Belloli, Germano Beringheli, Fernand Fournier, Manfredo Massironi, Alberto Veca. 1999 Bassano del Grappa (VI), Assessorato comunale alla cultura e Museo civico, Palazzo Agostinelli: "Pinocchio. Un naso lungo...il giro del mondo!", a cura di Mario Guderzo e Piero Zanotto. Treviso, Palazzo dei Trecento: "Dieci pittori del Nordest". ArtePadova, Gallerie Contini, Flora Bigai, Dante Vecchiato e Padua Art. Barcellona (Messina), Assessorato comunale alla cultura, Centro Culturale Epicentro: VI Esposizione nazionale d’Arte, a cura di Nino Abbate e Giuseppe Quatriglio (Paolo Baratella, Floriano Bodini, Egidio Bonfante, Eugenio Carmi, Pietro Consagra, Ferruccio Gard, Omar Galliani, Alberto Gianquinto, Titina Maselli, Gualtiero Nativi, Alberto Sughi, Carla Tolomeo). Sulmona (L’Aquila), Palazzo dell’Annunziata, Assessorato comunale alla cultura e Circolo d’Arte e Cultura "Il Quadrivio": XXVI Premio Sulmona, Mostra Nazionale di Pittura Contemporanea. Orzinuovi ( Brescia), Assessorato comunale alla cultura, Castello medioevale: "Ad ognuno la sua. 98 bandiere di artisti contemporanei". Spilimbergo (PN), Assessorato comunale alla cultura, Cripta del Duomo: "Stanze in spirito. Sulla soglia del Terzo Millennio", a cura di Carlo Milic. Venezia, Galleria Ravagnan. Padova, Galleria Dante Vecchiato. 2000 Australia, Olimpiadi 2000: "Libertà tra arte e trasgressione", Le Venezie, Istituto italiano di Cultura di Melbourne e Ministero degli Affari Esteri: Melbourne University- Victorian College of the Arts; School of Art Gallery Melbourne, Victoria; University of Tasmania; Tasmanian School of Art -School of Art Gallery, Hobart(Tasmania); Curtin, University, School of Art Gallery; School of Art Gallery Perth( Western Australia); Griffith University, Art Gallery; Queensland College of the Arts, Art Gallery, Brisbane (Queensland); Adelaide Central Gallery, Adelaide, South Adelaide (Romano Abate, Getulio Alviani, Saverio Barbaro, Alberto Biasi, Sara Campesan, Giorgio Celiberti, Pietro Consagra, Franco Costalonga, Lucio Del Pezzo, Ferruccio Gard, Concetto Pozzati, Gina Roma, Francesco Stefanini, Walter Valentini). Sao Paulo do Brasil: Galleria Nara Roesler. Ebene Reichenau (Austria), Museo Nockberge. Milano, Sotheby’s: "Arte come comunicazione di vita", a cura di Luciano Caramel. Milano, Sotheby’s e Rotary International Club Milano Scala: " Arte come progetto di vita: Immagini alla soglia del nuovo Millennio". Saggi critici in catalogo di Luciano Caramel, Vittorio Sgarbi, Pierre Restany e Fernando Huici. Vasto (Chieti), Assessorato comunale alla cultura e Regione Abruzzo, Istituto Filippo Palizzi, XXXIII Premio Vasto: "Il paesaggio come metafora. Dalla natura alla storia, Sezione Il paesaggio della ragione", a cura di Floriano De Santi. Sulmona (Aquila), ex Convento di Santa Chiara: "XXVII Premio Sulmona 2000. Rassegna internazionale d’arte contemporanea". Rovigo, Assessorato comunale alla cultura, Galleria comunale Pescheria Nuova: "Pinocchio.
Un naso lungo…il giro del mondo", a cura di Piero Zanotto. Celano (L’Aquila), Assessorato comunale alla cultura, Castello Piccolomini, Chiesa S. Giovanni Battista, Chiesa S. Maria Valleverde: "XV Triennale Internazionale d’Arte Sacra- Sezione Tracce spirituali ", a cura di Carlo Fabrizio Carli e Floriano De Santi. Portogruaro (VE), Galleria civica d’arte contemporanea "Ai Molini": "Nel segno del colore", a cura di Flavia Benvenuto Strumendo. Porto Sant’Elpidio (Ascoli Piceno), Assessorato comunale alla Cultura e Galleria d’Arte Sidonia: "3 critici per12 artisti", a cura di Marisa Calisti, Lucio Del Gobbo e Carlo Melloni. Langhirano (Parma), Assessorato comunale alla cultura e Soprintendenza per i beni architettonici dell’Emilia, Castello di Torrechiara: "Ad ognuno la sua. Novantotto bandiere di artisti contemporanei", a cura di Roberto Rossini. ArtePadova, Gallerie Contini, Dante Vecchiato, Padua Art Gallery e Ciman. 2001 Oostende (Belgio): "Trasparenze", mostra di sculture in vetro di Murano realizzate dalla Berengo Fine Arts, a cura di John Sillevis e Adriano Berengo. Bruxelles, Parlamento europeo: "En voyage", a cura di Alessandro Carone e David R. Rosa. Cortina d’Ampezzo (BL), Galleria Contini:" L’arte non è una sola" (Fabio Aguzzi, Hermann Albert, Mario Arlati, Paolo Borghi, Chicco Calleri, Ferruccio Gard, Giuseppe Gavazzi, Alba Gonzales, Ezio Gribaudo, Floriano Ippoliti, Roy Meneghetti, Navarro Vives, Carla Tolomeo, G. Franco Tramontin). Sulmona (Aq), XXVIII Premio Sulmona, Rassegna internazionale d’Arte Contemporanea. Premio acquisto. Verona, Galleria Civica di Palazzo Forti: collezione permanente e ultime acquisizioni. Verona, Fondazione Museo Miniscalchi Erizzo: "En voyage: verso una nuova Weltanschauung", a cura di Alessandro Carone e Giovanni Perez. Cortina d’Ampezzo (BL): Galleria Marescalchi. Cortina d’Ampezzo (BL): Galleria Hausamman. Arpino (Frosinone), Museo della Fondazione Mastroianni, Sezione "Arte moderna e contemporanea", a cura di Floriano De Santi. Montecchio Maggiore (VI), Galleria Civica d’Arte Moderna: "Visivamente. Selezione dell’Archivio del Centro Ricerche Artistiche Verifica 8+1". Omegna (VB), Assessorato comunale alla cultura, Forum: "Nuova Visualità Internazionale". ArtePadova, Gallerie Contini, Dante Vecchiato e Padua Art Gallery. Bari, ArteFiera, Padua Art Gallery. Pordenone, Palazzo Società Operaia: "Omaggio al Territorio". Venezia, Galleria Ravagnan. 2002 Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa: "Da Rossi a Morandi, da Viani ad Arp. Gli artisti di Giuseppe Marchiori", nel centenario della nascita del grande critico polesano. A cura di Luca Massimo Barbero. Cortina d’Ampezzo (BL), Galleria Contini: "L’arte non è una sola". Abidjan (Costa d’Avorio), Museo Internazionale d’Africa: "En voyage", a cura di Alessandro Carone. Conegliano ( TV), Galleria Civica: "PER AMORE. Quindici anni di scelte a Palazzo Sarcinelli", a cura di Marco Goldin.
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Milano, MiArt, Berengo Fine Arts e Studio Arte Valmore. Sulmona (Aq), Ex-Convento di Santa Chiara, XXIX Premio Sulmona, Mostra internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Venezia, 24. Incontro artistico a "Le Colonete", Riconoscimento speciale a Ferruccio Gard. ArtePadova, Gallerie Contini, Dante Vecchiato, Ghelfi, Ciman e Padua Art Gallery. Bari, ArteFiera, Padua Art Gallery. Venezia, Perl’A Art Gallery-Berengo Fine Arts: "PADIGLIONE VENEZIA 02" ( Renato Borsato, Franco Costalonga, Vincenzo Eulisse, Ennio Finzi, Ferruccio Gard, Riccardo Licata, Federica Marangoni, Fabrizio Plessi, G. Franco Tramontin, Luciano Zarotti). Barletta, Assessorato comunale alla cultura, Pinacoteca Castello Svevo: "En voyage". Venezia, Galleria Ravagnan. Vicenza e Venezia, Design Art Gallery. 2003 Bruxelles (Parlamento europeo), Parigi, Praga: "En voyage". Frostburg (Maryland - Usa), Frostburg State University, Roper Gallery Hours: "Nine contemporary italian painters". Venezia, isola del Lido: "OPEN- Art and the cinematic vision", 6° mostra internazionale di sculture e installazioni, a cura di Robert C. Morgan. Trissino (VI), Assessorato comunale alla cultura, ex municipio:" L’occhio in gioco. Opere tra percezione e optical", a cura di Luca Massimo Barbero. Altri testi in catalogo: Marco Meneguzzo ed Elena Forin. Venezia, Venice Design Art Gallery. Milano, MiArt, Studio Arte Valmore. San Giorgio della Rinchivelda (PN), Assessorato comunale alla cultura, Castello Cosa: "Gli artisti del NordEst partecipanti alla 50. Biennale di Venezia". Sulmona (Aq), Ex-Convento di Santa Chiara, XXX Premio Sulmona, Mostra internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Cadoneghe (PD), Assessorato comunale alla cultura, Biblioteca civica: "Arte costruita dal museo Umbro Apollonio di San Martino di Lupari", a cura di Malek Pansera e Giorgio Segato. Conegliano (TV), Galleria Scuola Enologica:" Dall’arte al vino nell’età contemporanea". San Giuliano di Puglia (Campobasso), Assessorato comunale alla cultura: "L’Arte nell’Arcobaleno degli Angeli", a cura di Antonio Picariello. Bari, ArteFiera, Padua Art Gallery. ArtePadova, Galleria Ghelfi, Padua Art Gallery. Venezia, Venice Design Art Gallery. Treviso, Centro per la Cultura e le Arti Visive LE VENEZIE, Villa Letizia: "Dai quaderni di viaggio di Antonio Canova. Quando l'arte pubblicizza l'arte", a cura di Luigina Bortolatto e Fred Licht. 2004 Norfolk (Virginia Beach, USA), Gallery Old Dominion University: "Italian Optical Art". Milano, MiArt, Studio Arte Valmore: "Arte programmata e cinetica". Venezia, Studio Barozzi: "Percezione visiva e arte del colore"(Carmi, Costalonga, Dorazio, Finzi, Gard, Le Parc, Soto, Vasarely). Pieve di Cento ( BO), Museo d’Arte delle Generazioni italiane del ‘900 "G. Bargellini": "Luce, vero sole dell’arte", Sezione: "Accensioni epifaniche e bagliori introspettivi", a cura di
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Giorgio Di Genova. Padova, ArtePavova 2004: 15° Mostra Mercato d’arte contemporanea, Gallerie Ghelfi e Padua Art Gallery. Albisola (Savona), Atelier d’Arte Michele Savaia: "Maestri contemporanei per una collezione giovane", a cura dello Studio F22 di Palazzolo sull’Oglio e dello Spazio Cultura di Milena Milani di Cortina d’Ampezzo. Albano di Lucania (Potenza), Assessorato comunale alla cultura, Museo del Giocattolo: "Giochi e giocattoli nell’arte contemporanea", a cura di Donato Allegretti. Milano, Arte Struktura: "L’arte costruisce l’Europa. Costruttivismo, concretismo, cinevisualismo e madì internazionali". Amantea (CS), Assessorato comunale alla cultura, Convento di San Bernardino: "Fuori dall’acqua", a cura di Ernesto Terlizzi. Cison di Valmarino (TV), Castel Brando e Chiesa di San Martino, Associazione Prospettive d’Arte:" Maestri storici e maestri della contemporaneità". Fabriano (AN), Assessorato comunale alla Cultura e Finarte-Semenzato: "Nel segno della solidarietà 2-110 artisti per l’ADO di Fabriano", a cura di Lucrezia De Domizio Durini e Vittoria Urbano Giuli. Sulmona (Aq), Polo museale civico diocesano: XXXI Premio Sulmona, Rassegna Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Venezia, Venice Design Art Gallery. 2005 Dubai, Sharjah Art Museum, Biennale Internazionale Emirati Arabi. Sidney (Australia), Istituto Italiano di Cultura e Associazione Artistico Culturale del Friuli Venezia Giulia AURA: "ItaliArts- Maestri italiani contemporanei". Venezia, Chiesetta di San Gallo: "Progetto Esserci- Padiglione Italia alla Biennale di Venezia", a cura di Philippe Daverio. Milano, MiArt, Studio Arte Valmore: "Arte programmata e cinetica". Verona, ArtVerona 05, Gallerie Contini e Planetario. ArtePadova, Gallerie Contini e Valerio. Treviso, Centro per la cultura e le Arti Visive LE VENEZIE: "Intorno ai "Paradisi" di Gina Roma". Atessa (Chieti), Assessorato comunale alla cultura, Palazzo Ferri:"Tensioni e riflessi del Sangro - Omaggio a Giò Pomodoro". Testi in catalogo di Antonio Del Guercio, Ernesto Terlizzi e Stefania Zuliani. Sulmona (Aq), Polo museale civico diocesano: XXXII Premio Sulmona, Rassegna Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Spilimbergo (PN), Castello medievale: "ABSTRACT IV. Maestri per Spilimbergo", a cura di Cesare Serafino. Testimonianze critiche di Roberto Iacovissi e Sara Carnelos. 2006 Budapest (Ungheria), Helsinki (Finlandia), Cracovia (Polonia), Istituto Italiano di Cultura e Associazione Artistico Culturale del Friuli Venezia Giulia AURA: "ItaliArts- Maestri italiani contemporanei". Milano, Politecnico e Napoli, Chiesa di San Severo al Pendino: "Progetto Esserci - Padiglione Italia alla Biennale di Venezia", a cura di Philippe Daverio. Miami Art Fair(Usa), Galleria Contini.
Sulmona (Aq), Polo Museale Civico Diocesano: XXXIII Premio Sulmona, Rassegna Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, presentazione di Vittorio Sgarbi. Altri testi critici in catalogo di Toti Carpentieri, Giorgio Di Genova, Gaetano Pallozzi, Renzo Margonari, Dino Pasquali, Giorgio Seveso e Leo Strozzieri. ArtVerona, Galleria Contini. ArtePadova, Gallerie Contini e Nino Sindoni. Vicenza, ArteFiera, Galleria Rino Costa. Venezia Mestre, Associazione culturale "Ai Pirati": "Omaggio a Gianni De Marco. Gli artisti della Galleria d’Arte "Il Traghetto", a cura di Toni Toniato e Elio Jodice. Aviano (PN), Galleria d’arte CRO, Centro di Riferimento Oncologico: "Tracce e lingue diverse". Sacile ( PN ), Studio Arte GR: Arte programmata e cinetica. 2007 Monaco di Baviera, Galleria d'arte Ministero dell’interno: "Austausch 2007. Venezianische Kunstlerinnen und Kunstler in der Obersten Baubehorde. Munchener Secession im Palazzo Albrizzi als Begleitausstellung zur Biennale in Venedig": (Aldo Andreolo, Ludovico De Luigi, Ferruccio Gard, Riccardo Licata, Marco Marra, Emilio Vedova). Presentazione di Nevia Pizzul-Capello e di Helmut Kastl. Aviano (PN), CRO, Centro di Riferimento Oncologico, l’arte come supporto terapeutico: ABSTRACT, 6 edizione: "Venezia e oltre. 8 artisti invitati alla 52.Biennale d’Arte di Venezia nell’Evento collaterale P3 Performative Paper Project". Venezia, Palazzo Albrizzi, Associazione culturale italo-tedesca: "Percorsi paralleli. Solarità mediterranee dalla Munchener Secession alla Biennale di Venezia" presentazione di Nevia Pizzul-Capello e di Helmut Kastl (Aldo Andreolo, Ludovico De Luigi, Ferruccio Gard, Riccardo Licata, Marco Marra, Emilio Vedova). Miami Art Fair (Usa): Galleria Contini. Verona: "25 anni di Palazzo Forti, La Galleria d’arte moderna di Verona". Pescara, Assessorato comunale alla cultura, Museo Delle Genti D’Abruzzo: "Dialettiche in campo: 11 astrattisti 11 figurativi", a cura di Leo Strozzieri e Aleardo Rubini. Sulmona (Aq), XXXIV Premio Sulmona, Rassegna internazionale d’Arte contemporanea. In catalogo testi critici di Vittorio Sgarbi, Toti Carpentieri, Renato Civello, Giorgio Di Genova, Gaetano Pallozzi, Elena Pontiggia, Giancarlo Romiti, Giorgio Seveso e Leo Strozzieri. Norcia (Perugia): "Una mostra, un restauro", a cura di Giuseppe Urso. Venezia, Assessorato comunale alla cultura e Arte Communications, Isola del Lido: "Open 10, Esposizione Internazionale di sculture e installazioni", a cura di Paolo De Grandis. Testi in catalogo di Achille Bonito Oliva, Alanna Heiss, Efi Strousa e Chang Tson-zung (Yoko Ono, Christo e Jeanne Claude, Carole A. Feuerman, Lee Ufan, John Henry, Beverly Pepper, Sandro Chia, Ferruccio Gard, Gianfranco Meggiato, Giuseppe Spagnulo). L’Aquila, Sala espositiva Regione Abruzzo e Spazio Arte, Palazzo Dragonetti: " I riflessi dell’anima/1". Verdelais(Francia), Eglise St. Maurice d’Aubiac, SpazioArte, Association Lucozart e Musèe d’Art di Verdelais: "Les images de l’ame/2 ". Civitanova Marche (Macerata), Sala Foresi: "L’internazionalità di E.ART". Verdelais (Francia), Eglise St. Maurice d’Aubiac, Association Lucozart e Spazio Arte : « Les rencontres de la Route Francois Mauriac». Venezia, Perl’A Art Gallery in Venice: Padiglione Venezia 3 (Balest, Borsato, Costalonga,
Eulisse, Finzi, Gard, Licata, Federica Marangoni, Plessi, Pagnacco, Seguso, Tramontin). Gorizia, Galleria d’arte La Bottega: "Vinile d’artista 33", a cura di Guglielmo Di Mauro. Verona, Fondazione Museo Miniscalchi Erizzo: "Pinocchio. Cento artisti dal mondo". ArtePadova, Gallerie Nino Sindoni e La Teca. 2008 Praga, National Art Gallery, International Triennale of Contemporary Art: "Movement as a message", mostra internazionale d’arte programmata e cinetica, a cura di Giovanna Barbero, Giovanni Granzotto, Olga Uhrovà, Jirì Valoch, Tomàs Vcek. Miami Art Fair (USA), Galleria Contini. Mel (BL), Palazzo delle Contesse:" Alberto Biasi e l’occhio a nord est", a cura di Antonella Alban e Giovanni Granzotto ( Getulio Alviani, Edoer Agostini, Marina Apollonio, Alberto Biasi, Guido Baldessari, Marisa Bandiera, Silvano Brancher, Sara Campesan, Franco Costalonga, Nadia Costantini, Celestino Facchin, Ferruccio Gard, Benito Ormenese, Santorossi). Padova, Musei Civici, Galleria civica d’arte moderna: " Novecento al Museo. Per una Galleria d’Arte Contemporanea. Recenti acquisizioni", a cura di Franca Pellegrini. Padova, "Arte Padova 2008: 19. Mostra mercato d’arte moderna e contemporanea, Gallerie d’arte Nino Sindoni, Spazio Arte dei Mori, La Teca, ARTantide. Desenzano del Garda (BS), Assessorato comunale alla Cultura e Arte Struktura, Galleria Civica Gian Battista Bosio: "L’Arte costruisce l’Europa. Costruttivismo, Concretismo, Cinevisualismo e Madì internazionali", a cura di Fausto Lorenzi. Torino, Palazzo Atena: "Profondità 45, Arte, Tecnologia, Industria". Venezia, XXX Incontro Artistico a Le Colonete. Testi in catalogo di Massimo Cacciari, Gastone Papini, Enzo Di Martino. Venezia, Perl’Art Gallery in Venice: "Cadeaux 2008" (Borsato, Carmi, Celiberti, Gard, Griffa, Licata, Potenza, Seguso). Sulmona (AQ), XXXV Premio Sulmona, Rassegna internazionale d’arte contemporanea. Pescia (PT), Gipsoteca Libero Andreotti e Treviso, Centro per la Cultura e le Arti Visive LE VENEZIE: "Dai quaderni di viaggio di Antonio Canova: la parola per le immagini di un itinerario". Treviso, Le Venezia, Villa Letizia: "Paolina ha 200 anni!". Pescia (PT), Musei Civici, Palazzo del Podestà, Gipsoteca Libero Andreotti e Centro per la Cultura e le Arti Visive Le Venezie: "Paolina ha 200 anni!". Fabriano (Ancona), Assessorato comunale alla cultura: " Nel segno della solidarietà 3-115 artisti pro ADO", a cura di Luciano Caramel e Lucrezia de Domizio Durini. Spilimbergo (PN): Terza rassegna d’arte "Per mano sull’arcobaleno", presentazione in catalogo di Gillo Dorfles. Longarone (Bl), Assessorato comunale alla cultura e Treviso, Villa Letizia, Le Venezie: "Per non dimenticare. Vajont. 45 anni dopo". Spilimbergo (PN), Teatro Miotto: "Per mano sull’arcobaleno. I bambini diventano protagonisti". 2009 Venezia, 53. Biennale Internazionale d’Arte, nell’ambito della sezione FARE MONDI: "Porto d’Arti", Chiesa di Santa Marta, Autorità Portuale, a cura di Luciano Caramel (Ennio Finzi, Ferruccio Gard, Riccardo Licata, Gianmaria Potenza, Livio Seguso, Ottorino Stefani, Santorossi). Pescara, Assessorato comunale alla cultura, Museo d’Arte Moderna "Vittoria Colonna": CentoArtistiPerL’Aquila.
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Venezia, Perl’Art Gallery in Venice, Padiglione Venezia 04 (Borsato, Costalonga, Eulisse, Finzi, Gard, Licata, Lodi, Magnolato, Marangoni, Plessi, L. Seguso, Tramontin, Zarotti). Sulmona (L’Aquila), XXXVI Premio Sulmona 2009, Rassegna internazionale d’arte contemporanea. Cesano Maderno, Regione Lombardia e Assessorato comunale alla cultura, Palazzo Arese Borromeo: "1000 artisti a Palazzo. Vetrina dell’arte contemporanea", a cura di Luciano Caramel. Venezia, Assessorato comunale alla cultura: XXXI incontro artistico a "Le Colonete". Venezia Mestre, CAT Atelier: " Fra moda e arte", presentazione di Philippe Daverio. Pescara, PAE, Pescara Art Evolution:"Import export. L’arte a trecentosessanta gradi, 13 artisti contemporanei a Pescara", a cura di Andrea Salvio. ArtePadova, Gallerie Nino Sindoni, La Teca, ARTantide. Positano (Salerno): Capriartgallery. Spilimbergo (PN): Quadreria d’Arte Moderna e Contemporanea Tono Zancanaro e Spazio/Arte Abruzzo: "Mans tes Mans. Il colore cerca casa", mostra mercato per la ricostruzione del patrimonio artistico della città dell’Aquila. 2010 New York, DJT Fine Art, Taglialatella Galleries. Palm Beach (Florida, USA), DJT Fine Art, Taglialatella Galleries:" Gard: Emotions in color. A collection of Abstract Painting". Pescara, Assessorato Comunale alla cultura e AMACI, Giornata del contemporaneo, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea "Vittoria Colonna": "III PESCARART 2010", a cura di Antonio Picariello e Antonio Gasbarrini. Pescara, MediaMuseum e PAE, Pescara Art Evolution: "La materia nello spazio urbano", a cura di Giancarlo Costanzo, Antonio Picariello e Alessandro Rubini. Pescara, Palazzina Danelli: "III Pescarart 2010". Norcia (PG), Chiesa di San Francesco: "Una mostra, un restauro", a cura di Giuseppe Urso. Udine, Galleria ArteSegno: Maestri italiani cinetici e astratti. Sulmona (AQ), Polo Museale Civico Diocesano: XXXVII Premio Sulmona 2010, Rassegna internazionale d’arte contemporanea, a cura di Carlo Fabrizio Carli e Gaetano Pallozzi. Presentazione di Vittorio Sgarbi. Altri testi in catalogo di Giorgio Di Genova, Dino Pasquali, Chiara Strozzieri, Gabriele Simongini e Duccio Trombadori. ArtePadova, Gallerie Nino Sindoni, ARTantide e La Teca. Padova, Palazzo della Ragione, Assessorato comunale alla cultura e Musei civici: "Novecento al Museo-Dalle Biennali del Bronzetto e della Piccola Scultura alle recenti acquisizioni", a cura di Davide Banzato, Mirella Cisotto, Alessandra De Lucia, Franca Pellegrini. Venezia Mestre, AntiGallery: "Le stagioni storiche della galleria d’arte Meeting", a cura di Toni Toniato. Pescia (Pistoia), Fondazione Nazionale Carlo Collodi:" Pinocchiando con...", a cura di Giorgio T. Costantino (Franco Beraldo, Sara Campesan, Eugenio Carmi, Giorgio Celiberti, Franco Costalonga, Nadia Costantini, Ennio Finzi, Ferruccio Gard, Riccardo Licata, Francesco Stefanini, Paolo Valle). Positano (Salerno): Capriartgallery. Motta di Livenza (TV), Assessorato comunale alla cultura, Museo La Castella: "Nel nome della madre", a cura di Renzo Margonari.
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2011 54. Biennale Internazionale di Venezia, Arsenale, Padiglione Nazionale Italia, a cura di Vittorio Sgarbi. 54. Biennale internazionale di Venezia, Evento Collaterale, Convento dello Spirito Santo e Liceo Artistico Statale, Palazzo Giustinian Recanati: "Cracked Culture? The Quest for Identity in Contemporary Chinese Art", "Special comparison" fra 13 noti esponenti della nuova arte cinese e due artisti veneziani, a cura del Guangdong Museum of Art di Guangzhou. Torino, Padiglione Tibet, Padiglione Italia delle Regioni, 54.Biennale internazionale di Venezia, Sala Nervi, Palazzo delle Esposizioni:"L’arte non è cosa nostra", presentazione di Vittorio Sgarbi. New York, DJT Fine Art, Taglialatella Galleries. Palm Beach (Florida, USA), DJT Fine Art, Taglialatella Galleries. Parigi, DJT Fine Art, Taglialatella Galleries. Padova, Palazzo della Ragione, Assessorato comunale alla cultura e Musei civici: "Novecento al Museo. Dalle Biennali del Bronzetto e della Piccola Scultura alle recenti acquisizioni", a cura di Davide Banzato, Mirella Cisotto, Alessandra De Lucia, Franca Pellegrini. Saarlouis (Germania): "Treffpunkt Kunst - Arte come punto di incontro. Vent’anni del Museum Haus Ludwig", a cura di Bernhard Giebel, presentazione di Michaela MazurkiewiczWonn. Remagen (Germania): "L’optical art in Europa", "Europaisches Kulturzentrum", Galerie Rosemarie Bassi. Venezia, Magazzini del Sale, Salone Gardini: "Meridiano Acqua"- Ca’ Zanardi: "Meridiano fuoco", Art&fortE e Bucintoro cultura. Venezia Mestre, Assessorato comunale alla cultura, Centro Culturale Candiani: "Pinocchiando con.. nell’ambito 1861>2011>> celebrazioni del 150° anniversario Unità d’Italia", a cura di Giorgio T. Costantino. Sulmona (Aq), Polo Museale Civico Diocesano: XXXVIII Premio Sulmona 2011, Rassegna internazionale d’Arte contemporanea, presentazione di Duccio Trombadori. Treviso, Assessorato comunale alla cultura, Museo di Santa Caterina: "Arte Scienza Progetto Colore - Edoer Agostini e la Biennale di S. Martino di Lupari", a cura di Elsa Dezuanni, Giovanni Granzotto e Ennio Pouchard. Pescara, 7° Giornata del Contemporaneo, Palazzina Danelli: "Strutture d’arte: l’arte e le sue ricerche", a cura di Giancarlo Costanzo, Albano Paolinelli e Roberta D’Intinosante. Oderzo (TV): Ottava Biennale per i 25 Anni di Ca’ Lozzio Incontri. Termoli (Campobasso), Castello Svevo, Assessorato comunale alla cultura e Officina Solare Gallery: "Ancora Uniti", 35 artisti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, a cura di Boris Brollo e Tommaso Evangelista. Comune di Sant’Oreste (Roma), Palazzo Caccia Canali, mostra internazionale mail art "L’unità d’Italia costruita attraverso il servizio postale", a cura di Tiziana Todi. Treviso, Barchessa Villa Quaglia: "Gli artisti di Arte in Fiera delle Dolomiti". Venezia Mestre, Anti Gallery: Le stagioni della galleria d’arte Meeting", a cura di Toni Toniato. Capannori (Lucca), Assessorato comunale alla cultura, Villa Mazzarosa: "Mailart, uno sguardo sull’arte moderna internazionale", a cura di Eraldo Di Vita e Giuseppe Ferro. Padova, Galleria La Teca: "Quando si faceva Arte: artisti presenti alle Biennali di Venezia". ArtePadova: Gallerie Nino Sindoni, La Teca, Real Arte, Meggiato.
2012 Roma, GNAM, Galleria Nazionale d’Arte Moderna: " Arte Programmata e Cinetica. Anni Sessanta, Anni Settanta, da Munari, a Biasi, Colombo e..." a cura di Giovanni Granzotto e MariaStella Margozzi. New York, DJT Fine Art, Taglialatella Galleries. Palm Beach (Florida, USA), DJT Fine Art, Taglialatella Galleries. Parigi, DJT Fine Art, Taglialatella Galleries. Treviso, Museo di Santa Caterina: "LE VENEZIE da Villa Letizia al Museo di Santa Caterina. Arte Visiva 1985-2012". ArtVerona, Galleria Ghelfi. Milano, Galleria Trasparente, "IN RETE, meno funzione, più emozione. Cinquanta artisti rivisitano una sedia", a cura di Boris Brollo. Spilimbergo (PN), Gruppo Sintesi, "Il villaggio delle idee. In rete2- Webs Kinetic" a cura di Boris Brollo. Ferrara, Casa dell'Ariosto e Sovramonte (BL), LAB 610XL, "Ai margini della realtà", Esercizi di arte contemporanea liberamente ispirati al film Blow Up di Michelangelo Antonioni, Assessorati alle politiche culturali di Ferrara e Sovramonte e Galleria d’Arte De Faveri, a cura di Roberto Roda ed Emiliano Rinaldi. Sulmona (Aq), Città d’Arte e di Cultura, Assessorato comunale alla cultura e Circolo d’Arte "Il Quadrivio", Polo Museale Civico Diocesano: 39. Premio Sulmona 2012, Rassegna internazionale d’Arte contemporanea, presentazione di Vittorio Sgarbi. Treviso, Museo Santa Caterina: " Arte visiva 1985-2012". Francavilla al Mare (Chieti), MUMI, Museo Michetti, Assessorato comunale alla cultura, AMACI e Pescara Art Evolution:"L’immaginario e la forma" a cura di Giancarlo Costanzo. Testi critici in catalogo di Duccio Trombadori, Alberto Melarangelo, Pia Piscitello. ArtePadova, Gallerie Nino Sindoni, La Teca e Real Arte.
2014 La Plata (Argentina), MACLA Museo di Arte Contemporanea Latinoamericano:"Percezione e illusione: Arte Programmata e Cinetica Italiana anni ’60 e 70", a cura di Giovanni Granzotto e Micol Di Veroli. Londra, Galleria Contini Art UK. Treviso, Fondazione Luciano Benetton, Imago Mundi- Enciclopedia dell’arte mondiale, mostra itinerante, a cura di Luca Beatrice. New York, DJT Fine Art, Taglialatella Galleries. Palm Beach (Florida, USA), DJT Fine Art, Taglialatella Galleries. Parigi, DJT Fine Art, Taglialatella Galleries. Rovereto, MART , Biblioteca; Bruxelles, Parlamento Europeo; Praga, Museo d'Arte Contemporanea; Aja (Olanda), Museo del libro Meermanno; Amsterdam, Anversa, Verona Palazzo della Gran Guardia, Udine: "Specimina Artium – La memoria delle cose", a cura di Luciano Canfora, Alessandro S. Carone e Irene Danelli. Firenze, Fortezza da basso: "Essere mosaico", a cura di Giulio Candusio e Francesco Chimienti. ArtePadova, Gallerie Nino Sindoni e La Teca. Bologna, Arte Fiera: "Firme e colori - Dateci spazio", a cura di Laura Villani, Spazio Gruppo Sabatini. Sesto Fiorentino (FI), Assessorato comunale alla Cultura: "MailArt Internazionale - 50 anni dello Spazio delle Arti", a cura di Eraldo Di Vita e Giuseppe Ferro. L’Aquila, MUSPAC, Museo Sperimentale d’Arte Contemporanea; Teramo, Museo Civico Archeologico “Francesco Savini”; Chieti, Museo “ Palazzo de Mayo”; Pescara, Museo delle Genti D’Abruzzo: “ 50 Artisti per il Museo delle Genti d’Abruzzo”, a cura di Roberto Rodriguez. Pescara, 5. PescarArt, Sezione “ Maestri contemporanei”, a cura di Gian Ruggero Manzoni. MONOGRAFIA GARD
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2013 Buenos Aires, MACBA, Museo di Arte Contemporanea di Buenos Aires: "Percezione e illusione: Arte Programmata e Cinetica Italiana", a cura di Giovanni Granzotto e Micol Di Veroli. New York, DJT Fine Art, Taglialatella Galleries. Palm Beach (Florida, USA), DJT Fine Art, Taglialatella Galleries. Parigi, DJT Fine Art, Taglialatella Galleries. Châtillon (Aosta): Collezione del Castello Gamba, il Museo d’Arte Contemporanea della Regione Autonoma Valle d’Aosta, a cura di Olga Gambari. Mercatello sul Metauro (Pesaro e Urbino), Assessorato comunale alla cultura, Palazzo Gasparini: "Raccolta d’arte contemporanea" a cura di Pasquale Martini. Pordenone, Fiera Campionaria del Friuli Venezia Giulia,"Webs Kinetic alla Casa&Dintorni", a cura di Boris Brollo. Sulmona (AQ), Polo Museale Civico Diocesano: XL Premio Sulmona 2013, Rassegna Internazionale d’Arte Contemporanea. Presentazione di Vittorio Sgarbi. ArtePadova, Gallerie Nino Sindoni, La Teca e Real Arte.
Ferruc
Ferruccio Gard, visto da Michele Gregolin Ferruccio Gard, seen by Michele Gregolin
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Hanno scritto o detto di lui They wrote and talked about him Ci scusiamo per eventuali, spiacevoli omissioni, causate dalla perdita di una parte dell’archivio. Della sua arte si sono occupati i principali organi di informazione nazionali e regionali, dal Corriere della Sera e la Repubblica al Sole-24 Ore, la Stampa, il Giornale e il Messaggero, da l’Espresso e Panorama a Capital, Corriere Magazine e Qui Touring, dalle agenzie giornalistiche Ansa all’AGI e Adncronos e, fra le riviste specializzate, da Arte e Flash Art, a Arte In, il Giornale dell’Arte e Art Style. Numerosi i servizi e le interviste che gli sono stati dedicati da giornali, telegiornali e rubriche della Rai: TG1, TG2, TG3, le rubriche del TG1 e Rai 1 "TG l’Una", Uno Mattina, Prisma, Primissima, TG1 Cronache Italiane, Cultura News di Raitre e i Giornali Radio GR1, GR2 e GR3 e giornali radio regionali e TGR di tutta Italia, dalla Valle d’Aosta alla Puglia, dal Piemonte al Veneto e alla Toscana. Molteplici infine anche i servizi e le interviste da parte di radio e televisioni private di tutta Italia.
54. Biennale Internazionale di Venezia (2011). In vaporetto, fra gli artisti cinesi della mostra "Cracked Culture", organizzata dal Guangdong Museum of Art di Guangzhou.
Giovanni M. Accame, Jorge Amado, Umbro Apollonio, Giulio Carlo Argan, Luca Massimo Barbero, Renato Barilli, Luca Beatrice, Achille Bonito Oliva, Massimo Cacciari, Luciano Caramel, Claudio Cerritelli, Giorgio Cortenova, Piero Dorazio, Giorgio Di Genova, Floriano De Santi, Giovanni Granzotto, Sebastiano Grasso, Virgilio Guidi, Giuseppe Marchiori, Filiberto Menna, Guido Perocco, Carlo Arturo Quintavalle, Pierre Restany, Paolo Ruffilli, Vittorio Sgarbi, Toni Toniato,Tommaso Trini, Marco Vallora, Alberto Veca, Marisa Vescovo, Andrea Zanzotto, Francesca Pini, Enzo Di Martino, Bruno D’Amore, Riccardo Barletta, Virginia Baradel, Anna Caterina Bellati, Paolo Madron, Ada Masoero, Milena Milani, Stefano Castelli, Elisabetta Castellari, Angelo Mistrangelo, Paolo Rizzi, Enrico Tantucci, Paolo Valenti, Micol Di Veroli, Emma Gravagnuolo, Paolo Levi, Attilio Marcolli, Giuseppe Mazzariol, Marina Mojana, Roberto Sanesi, Francesco Vincitorio, Mariastella Margozzi, Gianni Gaspari, Bernhard Giebel, Maria Rosaria Gianni, Gisella Pagano, Tommaso Ricci, Giorgio Segato, Maurizia Tazartes, Paolo Fontanesi, Richard Rognet, Lorella Pagnucco, Lidia Panzeri, Demetrio Paparoni, Marilena Pasquali, Ivo Prandin, Donatella Cannova, Luigi Bacialli, Giulio Badini, Roberto Ballarin, Giovanna Barbero, Luigi Veronesi, Anna Rita Bartolomei, Alessandro Baschieri, Romano Battaglia, Nino Battaglia, Federica Baretti, Michelangelo Bellinetti, Marziano Bernardi, Filippo Anastasi, Paolo Arcella, Carlo Belloli, Roberto Bianchin, Renzo Biasion, Giorgio Borio, Luigina Bortolatto, Argàno Briganti, Manuela Brevi, Boris Brollo, Paolo Brosio, Manlio Brusatin, Salvo Bruno, Anna Bruscoli, Elena Burri, Anna Maria Cerrato, Giuseppina Dal Canton, Francesco Dal Co, Everardo Dalla Noce, Mino Damato, Paolo Cavallina, Toni Cibotto, Gianni De Chiara, Diana De Feo, Carlo Della Corte, Francesca De Maria, Daniel Della Seta, Casimiro Di Crescenzo, Antonio Dipollina, Piero Dorfles, Angelo Dragone, Franco Frigo, Giovanna Gatta, Ermanno Krumm, Roberto Lambarelli, Maria Carolina Lessona, Giuseppe Marchetti, Enrico Mascelloni, Michaela Mazurkiewicz-Wonn, Dario Micacchi, Renzo Margonari, Luigi Meneghelli, Renato Miracco, Roberta Franceschetti, Sergia Ferro Jessi, Giuseppe Barbieri, Renato Bauducco, Donatello Bellomo, Pier Paolo Benedetto, Edmondo Berselli, Gianfranco Bettetini, Elisa Billato, Virgilio Boccardi, Francesco Bonazzi, Patrizia Bonfiglioli, Luigi Bonotto, Enzo Bordin, Michela Bozzato, Mostyn Bramley-Moore, Paolo Brinis, Antonio Bruni, Monica Busetto, Francesco Butturini, Toto Cacciato, Giancarlo Calcagni, Riccardo Caldura, Alberto Capilupi, Dario Carella, Ennio Cavalli, Gianni Cavazzini, Michele Chialvo, Danilo Colombo, Luca Colombo, Giorgio G. Campanaro, Giuseppe Campolieti, Carlo Fabrizio Carli, Alessandro S. Carone, Mariangela Carone, Toti Carpentieri, Flavia Casagranda, Maurizio Cecchetti, Licio Damiani, Federico Faloppa, Pierluigi Ferrari, Ernesto L. Francalanci, Enrico Gusella, Sabine Graf, Giuseppe Manica, Andrea Marini, Pier Bergonzi, Patrizia Nuzzo, Dario Olivi, Mario Penelope, Marco Perale, Ennio Pouchard, Elsa Dezuanni, Olga Gambari, Giuseppe Giulietti, Michel Gaudet, Marco Marchesini, Roberto Nardi, Orlando Perera, Mirko Petternella, Gianni Raviele, Roberto Roda, Noemi Romeo, Bruno Rosada, Barbara Rossi, Lorenzo Reggiani, Enzo Santese, Giuseppe Sicari, Nico Stringa, Paolo Vagheggi, Carlo Vanoni, Anselmo Villata, Maria Luisa Vincenzoni, Marion Vogt, Martina Zambon, Myriam Zerbi, Maurizio Agnellini, Cristiano Aggio, Tiziana Agostini, Paolo Aleotti, Augusto Alessandri, Claudio Alessandri, Alberto C. Ambesi, Luca Ancetti, Giovanni Angelici, Adriano Antolini, Luciana Anzalone, Rolando Argentero, Francesco Ariani, Alessandra Artale, Gaetano Assanti, Maria Beatrice Autizi, Mario Bagnara, Franco Balan, Lorenzo Baldoni, Aristide Ballis, Gino Barioli, Roberta Bearzi, Michele Beraldo, Paolo Barozzi, Pier Bergonzi, Erica Bet, Alessia Bettin, Catone Biasioli, Renato Bauducco, Gianfranco Bedin, Antonella Benanzato, Pier Paolo Benedetto, Egidio Bergamo, Massimo Bernardo, Edmondo Berselli, Celino Bertinelli, Titta Bianchini, Marialaura Bidorini, Gianni Boari, Francesca Boccaletto, Francesco Bonazzi, Séverine Bord, Alessandro Boschiero, Isabella Brega, Ginevra Bria, Vito Brusa, Enrico Buda, Simona Buracci, Guido Buzzo, Guido Cagnoni, Riccardo Caldura, Marco Campagnolo, Giuseppina Candia, Giulio Candusio, Gabriele Cappato, Elena Cardinali, Franco Caresio, Sara Carnelos, Umberto Casella, Alberto Catandesci, Gabriella Cecchini, Chiara Celluprica, Yamina Oudai Celso, Giancarlo Chiari, Francesco Chimienti, Eugenio Chivilò, Diego Cimara, Simona Clementoni, Mario Cobellini, Giovanna Coletti, Caterina Colucci, Maria Giorgio Chiecchi, Maria Cristina Coccoluto, Diego Collovini,
Dino Coltro, Aldo Comello, Nicoletta Consentino, Carlo Conti, Fiorenza Conti, Giuliano Conti, Dario Converso, Emiliano Corazza, Federica Corneli, Giandomenico Cortese, Andrea Costantino, Giorgio T. Costantino, Giancarlo Costanzo, Nino Criscenti, Rita Culati, Eufemia Cupello, Mimmo Dabbrescia, Giancarlo Da Lio, Patrizia Dal Mistro, Francesco Dal Mas, Fausto Da Peppo, Sergio Dall’Omo, Andrea Damilano, Bruno Damiani, Piero Dardanello, Sara Dascenzo, Pio D’Emilia, Alice D’Este, Lucrezia De Domizio Durini, Laura Degan, Bortolo Della Casa, Dolores Del Giudice, Ottorino De Lucchi, Francesca De Maria, Dario De Marchi, Dennis Dellai, Emidio Di Carlo, Stefania Di Carlo, Paolo De Grandis, Guglielmo Di Mauro, Marco Dibona, Nicola Dimitri, Ottavio Di Renzo, Gino Di Tizio, Roberta D’Intinosante, Chiara Donà, Marina Dorigo, Ilaria Dotta, Lia Durante, Tommaso Evangelista, Isabella Falbo, Paolo Facchinetti, Adalberto Falletta, Pier Luigi Fantelli, Claudia Farina, Ugo Fasòlo, Pietro Fedrigoni, Alessandro Feroldi, Jolanda Ferrara, Maria Teresa Ferrari, Maria Lucia Ferraguti, Ermanno Ferriani, Fernando Ferrigno, Alfredo Ferruzza, Francesco Festuccia, Fabio Filippi, Alfio Fiorentino, Enzo Foglianese, Valentina Fonte, Claudia Fornasier, Maria Laura Franciosi, Bruno Francisci, José Franco, Carla Chiara Frigo, Mario Fucile, Michele Fuoco, Marcolino Gandini, Mario Garano, Giulio Gasparotti, Lorena Gava, Carlo Gheller, Stefania Giacomini, Guglielmo Gigli, Alberto Ginocchi, Gabriel Girardi, Marco Giusti, Alba Gonzales, Silvino Gonzato, Massimiliano Granato, Pino Grimani, Mario Guderzo, Bernard Huin, Pierre Huin, Roberto Iacovissi, Toni Jop, Alvaro Joppi, Roberto Joos, Joseph Kadar, Marinella Lacerra, Emanuela Lagnier, Vito Laraspata, Gianni Laroni, Monica Latini, Ettore Le Donne, Antonio Leone, Guido Leoni, Paolo Levorato, Fred Licht, Marco Lojacono, Anna Longo, Salvatore Lo Presti, Fausto Lorenzi, Michela Luce, Carla Macola, Bruna Magi, Vittoria Magno, Lucia Majer, Placido Manoli, Piero Marcolini, Pietro Marino, Feliciana Mariotti, Maria Irma Mariotti, Samantha Martello, Enrico Martinet, Gian Giorgio Massara, Nicolò Menniti Ippolito, Francesco Marcozzi, Antonio Menegon, Tiziano Marson, Elsa Martinetti, Alessandro Marucci, Salvatore Maugeri, Lorenzo Mayer, Adriano Mazzalovo, Francesco Mazzoli, Alberto Melarangelo, Carlo Melloni, Giuliano Menato, Adele Menzio, Alessandra Mercanzin, Angelo Miatello, Nives Milani, Carlo Milic, Alzek Misheff, Carlo Mocci, Franco Mognon, Carlo Montanaro, Mario Morales, Giuseppe Mugnone, Carlo Munari, Sergio Musumeci, Fabio Marangoni, Maurizio Mosca, Germano Mosconi, Alessandro Mozzambani, Esperenza Navarro, Enrico Nascimbeni, Giuseppe Neri, Gino Nogara, Laura Novello, Fausto Orzes, Daniela Padovan, Mario Padovan, Fausto Paiar, Gaetano Pallozzi, Barbara Paolazzi, Giorgio Pegoraro, Alexia Penna, Marco Perale, Maurizio Pescarolo, Roberta Pezzotta, Gabriella Pini, Antonio Picariello, Giorgio Pirolo, Pia Piscitello, Simone Pieranni, Nevia Pizzul-Capello, Fausto Politino, Alessandra Possamai Vita, Francesca Pozzipig, Consuelo Priasco, Roberto Pugliese, Mario Puliero, Nadia Raimondi, Leonardo Raito, Pier Luigi Rebellato, Reinhold Rebhandl, Maurizio Refini, Federica Repetto, Paolo Riceputi, Filomena Ricci, Fernando Rigon, Carlo Rigoni, Emiliano Rinaldi, Nicoletta Rizzi, Roberto Rodriguez, Antonio Romagnolo, Renzo Rombolotto, Vanni Ronsisvalle, David R. Rosa, Ottavio Rossagni, Marica Rossi, Sara Rossi, Ennio Rossignoli, Domenico Rossio, Pietro Ruo, Vincenzo Ruocco, Luigi Russolo, Sebastiano Saglimbeni, Italo Salomòn, Sileno Salvagnini, Giorgio Salvatori, Marcela Santanera, Tiziano Santi, Adalberto Sartori, Arianna Sartori, Cristina Sartori, Lorella Scacco, Sabina Scatolini, Adalberto Scemma, Luciana Schiroli, Anna Secco, Maria Teresa Secondi, Giuseppe Selvaggi, Carlo Segala, Camillo Semenzato, Cesare Serafino, N.Nalini Setti, John Sillevis, Gruppo Sinestetico (Albertin, Sassu, Scordo), Donato Sinigaglia, Antonio Siri, Andrea Soglio, Ted Snell, Michele Sorino, Paolo Spadano, Serena Lucchesi Spinazzi, Sergio Stancanelli, Mario Stefani, Fabrizio Stelluto, Fernando Strambaci, Chiara Strozzieri, Leo Strozzieri, Flavia Benvenuto Strumendo, Angelo Tabaro, Chiara Tavella, Carlo Federico Teodoro, Ernesto Terlizzi, Ines Thomas, Alessandro Tich, Maurizio Tieghi, Tiziano Todi, Annibale Toffolo, Guido Toffolo, Elisabetta Tolosano, Gianfranco Tommasi, Antonio Tomassini, Giorgio Trentin, Giorgio Trevisan, Maria Luisa Trevisan, Livio Trevisiol, Attilio Trivellato, Sergio Tripi, Veronica Tuzii, Massimo Ugolini, Lorena Ulpiani, Maurizia Valediano, Gloria Vallese, G.L. Verzellesi, Emilia Verrua, Caterina Vianello, Angelo Vicari, Giovanni Vicentini, Luigi Vinco, Amalia Vitiello, Chiara Zamin, Lieta Zanatta, Maria C. Zanda, Marta Zanetta, Luigi Zanfi, Fiorello Zangrando, Piero Zanotto, Elisabetta Zendri, Ferdinando Zidar, Loris Zoppi, Pietro Zovatto.
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Bibliografia critica Critical bibliography
La documentazione è largamente incompleta, a causa della perdita di parte dell’archivio. Ci scusiamo con gli organi di informazione, i critici e i giornalisti non citati per le purtroppo numerose omissioni.
Mostra personale nella Chiesa di San Filippo, Castiglion Fiorentino (Arezzo), 2013.
Con lo scultore Ferruccio Bortoluzzi, Venezia 1995.
Con Gisella Pagano, mostra personale "Sussurri Cosmici", Galleria Comunale di Este (Padova), 2001.
Con l'automobile e la pistola della rockstar Elvis Presley, Venezia 1991.
"Fondato il cenacolo dei pittori valdostani. Da Tommasi e Vassoney a Grobberio e Gard", "Avanti!", 13 marzo 1971. "Ad Aosta il 1° Festival della pittura valdostana. Fra gli invitati Ferruccio Gard", Angelo Vicari, Gazzetta del Popolo, 13 marzo 1971. "Anche Gard nel cenacolo dei pittori valdostani", Avvenire, 13 marzo 1971. "C’è anche Ferruccio Gard al Cenacolo Pittori Valdostani. Prima mostra ad Aosta", Avvenire, 14 aprile 1971. "Costituito ad Aosta un cenacolo dei giovani artisti valdostani. Da Tommasi a Vassoney, da Gard a Grobberio", "le Progrès", 30 aprile 1971. "Seconda Biennale di pittura "Dora Baltea. Il valdostano Gard premiato ad Ivrea", Angelo Vicari, Gazzetta del Popolo, 15 ottobre 1971. "Gard premiato al "Dora Baltea" di Ivrea", Avvenire, 15 ottobre 1971. "I valdostani Gard e Tommasi premiati ad Ivrea", Il "Monitore Valdostano", 22 ottobre 1971. "I cantanti del "Disco per l’estate" e i quadri di Ferruccio Gard a Saint Vincent", Angelo Vicari, Gazzetta del Popolo-Gazzetta della Valle d’Aosta, 20 giugno 1972. "Arte a Saint Vincent: alla ribalta il giovane Ferruccio Gard", Everardo dalla Noce, Il SOLE-24ORE, 23 giugno 1972. "Ferruccio Gard espone alla galleria delle Terme di Saint Vincent", Gaetano Assanti,"Avanti!", 23 giugno 1972. "Lui l’uomo, di Ferruccio Gard. Mostra personale a Saint Vincent", Il "Monitore valdostano", 23 giugno 1972. "A Saint Vincent i divi della canzone ammirano i quadri di Ferruccio Gard", Franco Caresio, Avvenire, 24 giugno 1972. "L’uomo, fra colori e geometrie. Personale di Gard a Saint Vincent", Gaetano Assanti, "Avanti!", 30 giugno 1972. "Arte in Valle: mostra di Ferruccio Gard alle Nuove Terme di Saint Vincent", Alberto della Valle, La Region-La regione Autonoma Valdostana, 6 luglio 1972. "Da Balan a Gard, otto giovani artisti valdostani ad Albisola", Francesco Mazzoli, Secolo XIX, 31 agosto 1972. "Ferruccio Gard a Saint Vincent", Giorgio Borio, borsa d’arte, Torino, ottobre 1972. "Ad Ivrea le suggestioni pittoriche di Ferruccio Gard", Guido Leoni, Rai/Il Giornale radio del Piemonte, 1 febbraio 1973. "Ad Ivrea l’uomo e le geometrie di Ferruccio Gard", Everardo Dalla Noce, Il SOLE-24ORE, 9 febbraio 1973. "La mostra di Gard ad Ivrea, fra colori e simboli emblematici", Angelo Dragone, Stampa Sera, 12 febbraio 1973. "Ivrea: successo per la mostra di Gard", Marziano Bernardi, La Stampa, 14 febbraio 1973. "Ivrea: i simboli cromatici di Ferruccio Gard", Renato Bauducco, Gazzetta del Popolo, 15 febbraio 1973. "Ivrea: successo per le cromie di Ferruccio Gard", Marziano Bernardi, Rai/Il Giornale Radio del Piemonte, 22 ottobre 1973. "Mostra di Ferruccio Gard alla Olivetti di Ivrea", Angelo Dragone, Stampa Sera, 12 febbraio 1973. "Successo di Gard a Ivrea", Marziano Bernardi, La Stampa, 25 febbraio 1973. "Ferruccio Gard pittore dell’uomo. Mostra personale a Venezia", Dario De Marchi, Avvenire, 28 giugno 1974. "Ferruccio Gard, mostra personale a Venezia", Enzo Di Martino, "Avanti!", 29 giugno 1974. "Ferruccio Gard: arte programmata a Venezia", Mirko Petternella, Rai/Il Giornale radio del Veneto, 10 giugno 1974. "In mostra a Venezia i simbolismi di Gard", Ferdinando Zidar, l’Unità, 2 luglio 1974. "Il discorso per simboli di Ferruccio Gard. Personale alla "Nuova Toleta" di Venezia, Paolo Rizzi, Il Gazzettino, 6 luglio 1974. "A Venezia i colori di Ferruccio Gard", Virgilio Boccardi, Tg1 Cronache Italiane, 7 luglio 1974. "Gard a Venezia, fra arte programmata e cinetica", Everardo Dalla Noce, Il SOLE-24ORE, 10 luglio 1974. "Personale di Gard a Venezia", Ferdinando Zidar, l’Unità, 1 novembre 1974. "Seconda mostra veneziana di Gard. Un connubio tra valori estetici e qualità
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Lavorazione vetrata di Ferruccio Gard. Vetreria Cinquanta, Vizzolo Predabissi (Milano).
COLLEZIONI PUBBLICHE. Biennale di Venezia, ASAC, Archivio storico delle arti contemporanee; Venezia, Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte moderna; Tome (Giappone), Satoru Sato Art Museum; MACBA, Museo de Arte Contemporàneo de Buenos Aires; Verona, Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea "Achille Forti"; Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa; Saarlouis (Germania), Atelier im Museum Haus Ludwig; Padova, Musei Civici; Ravenna, Pinacoteca Comunale d’arte Moderna e Contemporanea "Città di Ravenna"; Châtillon (AO), Castello Gamba, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea della Regione Autonoma Valle d’Aosta; Cortina d’Ampezzo (BL), Museo d’Arte Moderna e Contemporanea "Mario Rimoldi"; Pescara, Fondazione Museo Delle Genti d’Abruzzo; Torino, Collezione Bolaffi; Córdoba (Argentina), Istituto italiano di Cultura; Sulmona (Aquila), Pinacoteca Comunale d‘Arte Moderna e Contemporanea; San Martino di Lupari (PD): M.A.C.U.A. Museo Civico d’Arte Contemporanea "Umbro Apollonio", sul costruttivismo italiano e internazionale; Conegliano Veneto (TV), Fondazione Palazzo Sarcinelli, a cura di Marco Goldin; Francavilla al Mare (Chieti),Mu-Mi, Museo Michetti; Pieve di Cento (BO), Magi ‘900, Museo delle generazioni italiane del ‘900 "G. Bargellini"; Treviso, Museo Civico di Santa Caterina; Caorle (Venezia), Scogliera viva; Brescia, Contemporary Art Center Gianfranco Bonomi; Mercatello sul Metauro (Pesaro e Urbino), Civico Museo d’Arte Contemporanea; Museo Epicentro (Messina); Ebene Reichenau (Austria), Museo Nockberge di Arte Contemporanea; Vicenza, Pinacoteca Comunale; Pinacoteca Banca Popolare di Vicenza; Treviso, Collezione Fondazione Cassamarca; Padova, Collezione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo; Trissino ( VI), Pinacoteca civica; Potenza, Collezione Consiglio Regionale; Vasto ( Chieti), Museo Civico; Fregene (Roma), Museo Pianeta Azzurro, Centro internazionale di scultura; Spilimbergo (PN), Civica Quadreria d’arte moderna e contemporanea "Tono Zancanaro"; Arpino (Frosinone), Museo della Fondazione Mastroianni, Castello di Ladislao; Pieve di Soligo (Treviso), Pinacoteca "Naibo"; Modena, Fondazione Zocca, Young Museum Italy; Albano di Lucania (PZ), Museo del giocattolo; Torre Di Mosto (Venezia), Museo del Paesaggio; Atessa (Chieti), Museo Ate, ex chiesa di San Pietro, mostra permanente "I colori dell’acqua"; Salta (Argentina), La Iglesia de los Angeles, La Calendaria, Estansia El Milagro.
Ferruccio Gard, capo cannoniere dei tornei di calcio Vip Cortina d'Ampezzo, 1996-2012.
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