Cool_schrank - June09 issue

Page 1

fashion, art and culture magazine — fake issue — year 3 – n.15 june july august 2009 — Free i.p.



Istruzioni per l’uso del numero 15 di cool_ schrank: the fake issue. 1. Leggere attentamente ciascun articolo. 2. Segnare nelle apposite caselle a chiusura di ogni articolo se ciò che si è letto è vero o falso. 3. Leggere le soluzioni a pagina 62. Non sono previsti premi in denaro per chi risponde esattamente ad ogni quesito, né buoni sconto, né recupero punti sulla patente, né viaggi premio. Il gioco è indicato per bambini sopra i 6 anni, per adulti che si sentono ancora bambini. Ma anche per adulti che si sentono semplicemente adulti. Il gioco non ha controindicazioni, non è infiammabile, è a norma CE. Il gioco è indicato per chi ha voglia di farsi trasportare sulla sottile linea di confine tra finzione e realtà. Per chi crede che falso possa essere sinonimo di utopia. Per chi desidera spulciare nelle pagine del reale per trovarne le assurdità e le follie più false del falso. Per chi pensa che realtà e finzione siano solo due facce della stessa medaglia. Per chi ha voglia di scoprire mondi inesistenti e svelare sogni esistenti. Perché come diceva Andy Warhol “è vero quello che si vede non quello che si vive”.


44

fashion

by Jacopo Manfren

Anatomia della donna moderna

by Collettivo Trenitalia

Seelenlose Fakes

Mikamale-Schneidbrettchen

by Patrick Taschler

by Isabella Fabris, Kristina Hartjen,

Susa Stofer, Ludwig Thalheimer

50 51

Lady Tyrol

Vietato a chi soffre di vertigini

by Laura Casagranda

by Ingrid Canins

1

Supercalifragilisticex- pialidocious

by Sabine Delafon

by Martina Albasini

Wardrobe

Die Sachen von Mia Apitou

INDEX + COLOPHON

Portfolio

22 26

spotlight

53 54

12

Fashion

Scala uno a quindici

52

address

by Andrea Artoni

by Martina Albasini

Fictitious Portraits

by Emanuele Quinz Fairy Tale

Marie Claire e la Strega Cellulite

by Martina Albasini

30

Art

Ich hab gestohlen, ich hab gelogen, ich hab die Katz beim Schwanz gezogen

by Kunigunde Weissenegger

32

design

by Gabriele Crosato

36 38

Mauro Merola

Fashion

Che fine ha fatto Serpica Naro?

by Laura Casagranda on stage

cool_schrank

Backstage

Think Tank

4

Soleil soleil

Maguy Marin – Poetische Momente in Rhythmus und Bewegung

by Kunigunde Weissenegger

40

art

53. Biennale di Venezia: fare mondi e incrociarli

by Paola Tognon

Dreamdrome

something

Le Whif, inalazioni culinarie

Niente è quello che sembra

Beauty

Abrakadabra Incantatem Venenum Pinus Sarentensis

by Patrick Taschler

55

Books

I sogni in vendita di Adam Bartos

56

by Dario Chiaravalli event

cool_schrank Picknick: 1. August 2009, Talfer-Wiesen Bozen, Höhe Museion

by Kunigunde Weissenegger

57

music

by Vanja Zappetti

58 60 62

E la chiamano estate

Agenda

by Alessia Cordisco Lookbook

by DiedLastNight travel

One day in Berlin

by Tessa Moroder

publisher inside cooperativa sociale editor Margit Oberhammer creative Director Anna Quinz aquinz@schrank.it Art Directors Riccardo Olocco Daniele Zanoni Photo Director Alexander Erlacher aerlacher@schrank.it Graphic designer Martina Stizzoli editor in chief Kunigunde Weissenegger kWeissenegger@schrank.it Photographers andrea artoni jacopo manfren authors martina albasini laura casagranda dario chiaravalli gabriele crosato emanuele quinz serena osti simone sbarbati patrick taschler vanja zappetti english translators Laura casagranda laura fisichella Contributors bonnie alessia cordisco matteo maso vanessa mazzon tessa moroder elisabetta sicuro paola tognon zoh.it Special thanks maarian cuccato silke de vivo daniele lupo daniele pezzimenti tania pozzebom giuseppe salghetti drioli Maria Vittoria Piana Brizio Roberto Quinz Maria Francesca Rodi lisa stricker mattia vasarin liza vodolazova printed by tipolitografia alcione trento reg. trib. Bz nr. 14/2007 del_von 15.10.2007 info cool@schrank.it www.schrank.it Cover Kensuke Koike you were my best friend courtesy artist and Perugi Artecontemporanea, PadovA

Despite intensive research and best intentions, it was not possible in every case to establish all the rights holders. We ask holders of such rights who feel they have not been properly acknowledged to contact us.

08 06

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

june july august 2008 fake issue



WARDROBE

Die Sachen von Mia Apitou

1

2

10

6

cool_schrank

9


Photo Alexander Erlacher

4 3

5

6

7

8 1 Hut: Eine Erinnerung an meinen Großvater. Er hat ihn

7 Tuch: Ein Geschenk von meiner Mutter. Es hält warm und

immer am Meer getragen, unter dem Sonnenschirm, mit weißer Hose und weißem Hemd. Ein Meister guten Stils.

hilft sehr bei Halsschmerzen oder wenn ich traurig bin.

8 Tasse: Niemals ohne Kaffee und Zigarette, während der 2 Einladung Modeschau Alexander McQueen:

Arbeit oder wenn ich mir einmal eine Pause gönne.

Unvergesslich. Ich in der Front-row, ein unverschämtes Glück!

9 Schuhe: Meine liebsten. Ein bisschen rétro, zwischen maskulin und feminin.

3 Hut: Er schützt mich vor Regen und Schnee, weil ich Regenschirme überhaupt nicht mag.

10 Vintage Kleid: Wenn ich es trage, fühle ich mich ein wenig wie Grace Kelly in „High Society“.

4 Platten: Alte Vinylplatten hören und durch die ganze

Nacht.

6 Fotoapparat: Ich liebe Schnappschüsse. Und mit dieser Kamera werden sie genial.

Mia Apitou ist in Schlanders geboren, die Mutter ist Südtirolerin, der Vater Franzose. Nach ihrem Studienabschluss an der St. Martins School in London zieht sie nach Paris. Dort arbeitet sie mit Modedesignern und Künstlern zusammen. Sie und ihre kreative Sprache bewegen sich zwischen Mode und bildender Kunst.

7

5 Sonnenbrille: Perfekt für den Tag nach einer langen

cool_schrank

Wohnung springen – meine Leidenschaft.

vero≥richtig≥true

falso≤falsch≤false


Portfolio cool_schrank 8

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Collettivo Trenitalia Anatomia della donna moderna 2007 Collage da ritagli di giornali scandalistici

L’Italia dei disservizi e quella della quotidianità. Questi le tematiche di un gruppo di artisti che lavora sotto pseudonimo ed ha fatto del proprio mestiere una scelta radicale: promuovere i propri lavori per corrispondenza. Ironia e grottesco cinismo, dove si vuole indagare il lato pop(ular) dell’Italia di oggi, il tutto senza la presenza dell’artista come intermediario tra pubblico ed opere. Questa scelta si può rileggere in altri esempi del contemporaneo: l’artista Tino Sehgal oppure gli scrittori del collettivo Wu Ming. Un rifiuto verso la nostra società? I Trenitalia ci parlano di “degrado del senso delle parole”, “star system del mondo dell’arte” e “distorsione” nel rapporto fra autore e fruitore. Attraverso l’indirizzo collettivotrenitalia@gmail.com si può conversare con gli artisti, richiedere le

immagini oppure acquistarle, facendosi inviare le opere stampate a casa. Un sistema di rapporto personale con il pubblico che è già un progetto in sé. Un collettivo senza volto non poteva che lavorare su corpi noti: “Anatomia della donna moderna” è infatti l’opera-collage che cataloga le pose artificiose delle dive dei rotocalchi scandalistici, mito moderno oppure degrado sociale delle donne di oggi.

English Summary: A group of artists working under nickname and displaying their works solely after enquiry per e-mail: collettivotrenitalia@gmail.com. "Anatomy of modern woman" is a collage series of artificial poses of celebrities.

vero≥richtig≥true

falso≤falsch≤false


Mikamale ist eine Gruppe von vier DesignerInnen, die zwischen Bozen und München arbeiten. www.mikamale.it

English Summary: Mikamale are four designers working between Bolzano and Munich. Mikamale cutting board is the first of a series of precious, not kitsch souvenirs, designed and produced in South Tyrol: local materials, short transport routes and times.

vero≥richtig≥true

falso≤falsch≤false

Portfolio cool_schrank

Produkte aus und für Südtirol. Andenken, Erinnerungen – gutes Design anstelle von Massenkitsch, nicht Billiges, sondern Wertvolles, dies hat sich die neue Gruppe Mikamale zum Ziel gesetzt. Vier DesignerInnen eröffnen mit den MikamaleSchneidbrettchen eine Serie von Produkten, die in Südtirol entwickelt und hergestellt werden sollen. Lokales Know-how, heimische Materialien und kurze Transportwege garantieren Authentizität und Nachhaltigkeit. Die kantige Form der Brettchen erinnert an Bergsilhouetten, die Oberflächenbehandlung mit kaltgepresstem Olivenöl betont Farbe und Struktur des Holzes. Es entsteht so ein Produkt, das als Ausdruck der beiden Kulturen dieses Landes verstanden werden will.

9

2009 15,7 x 31,4 cm, Nuss- und Eschenholz

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Isabella Fabris, Kristina Hartjen, Susa Stofer, Ludwig Thalheimer Mikamale-Schneidbrettchen


Portfolio cool_schrank 10

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Ingrid Canins Lady Tyrol 2007 Seduta 39 x 47 cm, altezza 94 cm, plexiglas, tappi intercambiabili

Lady Tyrol è l’emblematico capostipide della collezione SEE THROUGH. È una sedia dalla classica foggia tirolese che ad uno schienale dalla linea morbida abbina gambe limate ottagonali ad incastro in una vite d'acciaio che vengono rifinite con tappi colorati intercambiabili. Uno stile classico e tipicamente tirolese, ma presentato in modo contemporaneo, cosicchè possa adattarsi a qualsiasi ambiente. Ecco allora la scelta della trasparenza. Questo tipo di sedie si vedono ovunque in Alto Adige ed in Tirolo, ma questa rivisitazione, pur mantenendo il legame con la tradizione rappresenta la mia volontà di guardare in avanti. Rompere il limite della tradizione fa sempre bene. Ogni oggetto della serie SEE THROUGH è in produzione limitata e numerata. I.C., 1964, artista e designer, vive e lavora a Merano

English Summary: Lady Tyrol is a typical tyrolese chair with a contemporary touch, so that it can suit any setting. Breaking with tradition is positive.

vero≥richtig≥true

falso≤falsch≤false


S.D., 1975, artista e performer, vive e lavora a Milano

English Summary: 1 by Sabine Delafon is the winning work of the competition The Glocal Rookie Of The Year supported by the Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano and organized by KunStart 09.

vero≥richtig≥true

falso≤falsch≤false

Portfolio cool_schrank

L’opera intitolata 1 di Sabine Delafon si è aggiudicata il primo premio del concorso The Glocal Rookie Of The Year sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano e organizzato da KunStart 09. Sabine Delafon ha composto una scultura collezionando nel tempo diversi oggetti, “cose” povere al limite del kitsch o addirittura del pacchiano. Mantenendo la metafora del linguaggio l’artista ha scritto un poema usando termini bassi, al limite della sgrammaticatura. Spesso si usa un’espressione per tagliare sulla descrizione di un’opera d’arte sostenendo che sia il “tocco dell’artista” ad elevarla ad “opera” e quindi a differenziarla dalle cose comuni, quasi l’artista possedesse una mano magica. Tale alchimia si palesa nella scultura 1, una tanto semplice quanto sapiente assimilazione di oggetti riesce nell’impresa di rappresentare contemporaneamente un aforisma del più geniale tra gli scienziati, Einstein (“Dio non gioca a dadi con il mondo”), e il più intimo dei sentimenti religiosi, la Grazia.

11

2000-2009 67 x 25 cm ca., vetro, gesso, fiori artificiali, perle finte, dadi da gioco, polvere di specchio Collezione Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Sabine Delafon 1


Photo Andrea Artoni Styling Vanessa Mazzon Make up & Hair style Elisabetta Sicuro Set design Zoh.it

12


Scala uno a quindici


14


15

cool_schrank


16

pag 14 pants Pepoli belt Lo Bosco shoes Latitude femme

pag 12 dress La Perla shoes Latitude femme feather Lo Bosco

pag 16 dress Dsquared² boots La Perla

pag 15 skirt La Perla corset La Perla shirt Grazia ‘Lliani shoes Latitude femme comb with feather Cafebijoux.com pag 19 dress Frankie Morello shoes Gianni Barbato

pag 18 close up dress Rocco Barocco shoes Gianni Barbato

pag 21 close up dress La Perla belt Sharra Pagano hairbend Cafebijoux.com shoes Gianni Barbato

pag 20 close up dress Gianluca Capannolo shoes Latitude femme feather Lo Bosco


17

cool_schrank


18


19

cool_schrank


20


21

cool_schrank

Andrea Artoni, fashion photographer for magazines like Iodonna, Mood, Elle, WWD, Glamour. Lives and works in Milan and New York.


Janet Cardiff and George Bures Miller, Opera for a Small Room, 2005

22

cool_schrank

think tank

≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤

Fictitious Por


cool_schrank

Il riferimento alle storiche installazioni degli anni 60 di Ilya Kabakov è inevitabile. Stanze come “scene teatrali abbandonate, che lo spettatore ispeziona al momento dell’intervallo”, in cui gli oggetti disseminati in una studiata trascuratezza sono indizi di una presenza, o meglio di un’assenza minacciosa (I. Kabakov, Über die „totale” Installation, Ostfindern Cantz 1995, p. 47). Lo spettatore si muove liberamente all’interno di questi universi enigmatici e ricostruisce una storia, il ritratto del personaggio che vi ha abitato e che è sparito (tornerà?). Tale processo di ricostruzione, come un’inchiesta poliziesca, rappresenta per Kabakov una forma di drammaturgia à rebours, indiziale e incarnata. Il personaggio non solo è assente, ma è anche, naturalmente, fittizio. Pensiamo per esempio a The Man Who Flew Into Space From His Apartment (1968), una camera ingombra d’oggetti e di disegni, dove una misteriosa imbragatura e il foro sul soffitto raccontano la storia di un inventivo russo che è riuscito a farsi catapultare nello spazio; o The Untalented Artist (1968–1989) in cui delle tele mediocri disegnano il ritratto in filigrana di un artista tenebroso e depresso. Queste due installazioni storiche si rispecchiano in due più recenti progetti del fotografo catalano Juan Fontcuberta, Sputnik (1997) e Artist and the Photograph (1995). Si tratta di serie fotografiche composte di (falsi) documenti, come le prove di un’inchiesta giornalistica. In Sputnik, sono ricostruite le vicende di un cosmonauta la cui sparizione durante un volo nello spazio è stata occultata dalle autorità sovietiche. Mentre in Artist and the Photograph, sono presentati gli inediti esperimenti fotografici di grandi pittori spagnoli come Picasso, Mirò, Dalì e Tàpies. In entrambi i progetti, la sottile ironia che circonda i personaggi e le vicende fittizie permette all’autore di mettersi in scena – in controluce e di mettere in scena il funzionamento dell’arte. Arte come capacità di creare mondi (vedi il titolo della Biennale di Venezia in corso), di aggiungere strati al reale o meglio di mostrare che il reale è stratificato, innervato di contraddizioni, instabile e fondamentalmente plurale. I cameo romanzeschi di Kabakov e di Fontcuberta presentando degli eroi dimenticati e inconsapevoli, degli esperimenti falliti, collegando sul filo dell’ironia il sogno romantico del volo nello spazio e la sperimentazione artistica, costituiscono degli esempi particolarmente riusciti di una strategia che diventa sempre più diffusa che riporta, secondo i termini di Catherine Grenier, “l’empatia al

23

Courtesy of the artist, Luhring Augustine, New York and Galerie Barbara Weiss, Berlin

Il senso dell’arte è quello di smascherare la falsità del reale, o di mostrare la realtà del falso? O ancora, creare mondi e aggiungere strati alla realtà, per mostrare che il reale non è poi così reale come sembra?

≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤

traits

Text Emanuele Quinz


Courtesy of the artist, Luhring Augustine, New York and Galerie Barbara Weiss, Berlin

personalities cool_schrank 24

≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤

Janet Cardiff and George Bures Miller, Opera for a Small Room, 2005

ILYA KABAKOV, The Man Who Flew into Space from His Apartment

centro dell’arte contemporanea”: “a differenza delle pratiche postmoderne del citazionismo o del simulazionismo, questa tendenza traduce meno l’appropriazione critica (…) che l’adesione senza distanza”. L’humour, ma anche la sospensione drammatica, la tensione tra il realistico e inverosimile, che accompagnano queste opere dalla forte narratività “spostano l’asse dal concetto all’affetto” (C. Grenier, La revanche des émotions, Paris Seuil 2008, p.9–11). In questo, l’arte prende in prestito tecniche e metodi del romanzo, se non del cinema. Paradossalmente, il proposito di riportare alla realtà personaggi e vicende dimenticate (e false), cercando di invertire l’azione delle censure politiche o il corso selettivo della storia, non fa che esibire l’infallibile trionfo del dubbio. Dubbio sul regime di realtà non solo delle immagini (Fontcuberta) – come documenti di un evento, come tracce di una presenza – ma anche degli oggetti (Kabakov): in assenza del corpo – corpus delicti? – non c’è più possibilità di verificare la veridicità delle tracce, tutto è manipolabile, tutto è falsificabile. In Opera for a Small Room (2005) Janet Cardiff e George Bures Miller, racchiudono in una sorta di container di legno una stanza, ancora una volta colma di libri e di oggetti, e soprattutto di strumenti musicali, giradischi e vinili. Lo spettatore si affaccia alle aperture sulle pareti e spia all’interno. Non c’è nessuno dentro,

eppure questa volta non restano solo gli oggetti o i documenti come indizi di un’assenza. Si sente una voce, che racconta la passione per i dischi, per la musica; delle ombre fugaci appaiono sulle pareti, i giradischi si attivano l’uno dopo l’altro, come animati dalla mano di un fantasma. Il personaggio vive, invisibile davanti agli occhi degli spettatori. Questa presenza paradossale sembra contraddire la conclusione precedente: forse il senso dell’arte non è di smascherare la falsità del reale, ma di mostrare la realtà del falso.

English Summary: Art as the ability of creating worlds, of adding layers to reality, or better of showing that the real is in layers, full of contradictions, changeable and essentially plural. Or perhaps the sense of art doesn’t consist in unmasking the fake of reality, but in showing the reality of fake?

vero≥richtig≥true

falso≤falsch≤false



fairy tale cool_schrank 26

≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤

Marie Claire e la Strega Cellulite

Text and images Martina Albasini

Una fiaba contemporanea. Un’eroina contemporanea, che assomiglia a molte donne contemporanee. Un nemico da combattere. Ostacoli da superare. Alleati a cui appellarsi. Un po’ di magia. Un obbiettivo finale a cui anelare. Ma è proprio solo una fiaba? E soprattutto, vissero davvero tutti felici e contenti?

’ C

era una volta nel Regno delle Donne Moderne una ragazza di nome Marie Claire. Un bel giorno ella si recò come ogni domenica a udienza dalla Regina Bilancia, severa sovrana del Regno. Si avvicinò titubante al cospetto di Sua Maestà, in attesa di essere ricevuta. La Regina non credeva alla sua lancetta: Marie Claire era ingrassata di mezzo chilo. Il Re Specchio delle Brame, garante dei verdetti espressi dalla Regina e profondo conoscitore delle proprie suddite, mise Marie Claire di fronte alla cruda realtà. Sulle sue cosce, sui suoi fianchi e sull’addome erano comparsi degli orribili cuscinetti che rendevano la sua pelle simile ad un agrume. La Strega Cellulite, acerrima nemica del Regno, le aveva inflitto una maledizione. Marie Claire doveva fare qualcosa, solo pochi giorni la separavano dall'esame che avrebbe decretato la sua appartenenza all'élite del Regno: la Prova Costume. Radunò i suoi più fedeli compagni di avventura, salì in groppa al fedele destriero Cyclette e partì alla conquista della forma perfetta. Per raggiungere il Frigorifero, castello stregato di Cellulite, Marie Claire doveva attraversare la Foresta Cucina, infestata da Frollini, Grissini e altri membri della Compagnia degli Ipercalorici. Superò

quasi indenne la Montagna Credenza, cedendo soltanto alle lusinghe di un Cracker, custode di un Mulino Bianco. La ragazza avrebbe voluto correre immediatamente dal curato del Regno, padre WC, a implorare in ginocchio la redenzione dal peccato commesso, ma il Regno era già distante, e la Grande Prova era alle porte. WC avrebbe perdonato questa piccola mancanza ad una suddita tanto pia! Cavalcò a lungo senza fermarsi, quando all’improvviso il cielo divenne nero come la pece e una debolezza cosmica colse Marie Claire. La Fame, sorella maggiore della Strega, le aveva sferrato uno dei suoi attacchi. La fedele compagna Barretta, il cui soprannome era “Spezzafame”, soccorse subito Marie Claire rendendola immune all'offensiva. Superata anche questa difficoltà, l’impavida combricola si rimise in viaggio. Marie Claire doveva essere quasi arrivata al Frigorifero, quando si imbattè in un grande capannone bianco che occupava intermente la via. Si avvicinò ad una piccola finestra rotonda, e sbirciò all’interno. Appena fece capolino, un profumo inebriante la investì, accompagnato da un vento caldissimo. Quando riaprì gli occhi si sentì svenire: davanti a lei si stagliava la Contea Maxipizza, abitata da pericolose famiglie di Carboidrati Complessi e Grassi Polinsaturi. Mozzarela di Bufala, Contessa eterea e pingue, riposava al centro della piazza, mentre il suo paggio Basilico la rinfrescava con dolce sventolio di foglie. Attraversare Maxipizza avrebbe potuto essere letale, ma Marie Claire non aveva scelta. Entrò dalla finestra e iniziò a correre cercando con lo sguardo l’uscita. Il terreno era bollente e scivoloso; dovette affrontare gli attacchi biochimici odorosi delle truppe reali, che la narcotizzavano rendendola debole e lenta. Se la cavò comunque con poche ferite, medicate tempestivamente


27

cool_schrank

≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤


fairy tale cool_schrank 28

≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤

dalle amiche Capsule Snellenti. Marie Claire riusciva ormai a scorgere le mura lucide e bianche di Castel Frigorifero. Giunta davanti al portone, invocò la benedizione di Venere e bussò. “Chi sei, chi ti manda,” tuonò una voce con accento straniero. “Sono Marie Claire, è la Fame che mi manda.” “Parola d’ordine,” chiese il custode. “Fate l’amore con il Sapore.” Non appena Marie Claire ebbe pronunciato quelle parole, il portone si aprì e una luce accecante la illuminò. Marie Claire era sbalordita: mai nella sua vita aveva visto tante Calorie in una volta sola. In alto si stagliava il Girone dei Salumi, con i nobili Prosciutto di Parma e Crudo di San Daniele, la cortigiana Mortadella e il burbero guardiano del Castello, Salame Ungherese. Nel sottostante Girone dei Formaggi v'erano il Conte ongobardo Gorgonzola e il Marchese De Briè, il filosofo greco Yoghurt ed il secessionista Grana Padano. Seguiva poi il Girone degli Invasati abitato da Sughi, Salse e Condi-

menti di ogni genere. Negli angusti sotterranei del Castello erano detenuti i Disobbedienti, membri dei Clan della Frutta e della Verdura condannati per propaganda anti-Cellulite. Marie Claire non vedeva però Strega, unica ragione del suo faticoso viaggio. Le tornò in mente uno strano avvertimento della Regina. “Fà attenzione, la Strega si mostra quando è già tardi.” Ora era tutto chiaro: la Strega non aveva volto né forma, si insinuava come un virus nei corpi dei suoi adepti assumendone le sembianze. Marie Claire capì che per vincere la Strega avrebbe dovuto sconfiggere tutti i sudditi. Aveva già perso la speranza, quando dal nulla apparve la creatura più meravigliosa che lei avesse mai visto: la Fata Vitasnella, protettrice delle Diete, si presentò vestita di un velo turchino che lasciava intravedere la sua diafana bellezza. “Non disperare,” disse la Fata rassicurandola. “Sono qui per aiutarti. Voglio darti un’ultima possibilità: ti conferirò i poteri per


Finisce così la storia di Marie Claire, eroina contemporanea che non ruppe mai la promessa fatta alla sua salvatrice e visse per sempre magra e contenta.

English Summary: Marie Claire is a contemporary heroine hit by the curse of Cellulite Witch, fierce enemy to the Kingdom of Modern Ladies. To beat Cellulite, Marie Claire has to go through a number of vicissitudes (Sideboard Mountain, Maxi Pizza County, Hunger Attacks etc.) that will lead her to the final and successful battle against the perfidious and hypercaloric inhabitants of Fridge Castle. This tragicomic story is a critical reinterpretation of the fat battles and shape enemies imagery induced by magazines and TV.

cool_schrank

Uccise uno ad uno gli abitanti del Frigorifero, colpendoli con un Porro magico gigante. Per i più tenaci, soprattutto Formaggi e Insaccati, Marie Claire dovette ricorrere alle munizioni di Pillole Sciogligrassi, che sparò con tutta la violenza di cui era capace. L’atmosfera nel Castello era surreale: resti di ogni genere ricoprivano le pareti, nei vari Gironi giacevano i corpi dei nemici ormai ridotti ad un amalgama indefinito. Radunati amici ed aiutanti, Marie Claire partì alla volta del Regno. In un batter d’occhio fu al cospetto della Regina Bilancia, che la stava aspettando assieme al Re. Con grande stupore Sua Maestà con-

29

statò che non mezzo, bensì un chilo era stato debellato! La Strega era stata sconfitta e in virtù di questo Marie Claire poteva accedere direttamente alle semifinali della Prova Costume. Una grande festa fu organizzata in onore di Marie Claire e dei suoi prodi compagni, litri di tè verde furono versati e chili di ananas furono serviti, si fece aerobica fino al mattino e cumuli di Grasso furono bruciati per celebrare la vittoria.

≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤

sconfiggere la Strega, ma lo farò solo se giurerai di resistere alle tentazioni della Fame e non farai mai più l’amore con il Sapore”. “Lo giuro sulla Dieta dell'Acqua, Mia Signora, non cederò mai più alle loro lusinghe,” disse Marie Claire. In quel momento si sentì pervadere da una forza interiore sovrumana che la faceva sentire invincibile, come uno schermo invisibile che la rendeva insensibile ai colori ed ai profumi invitanti.


ART cool_schrank 30

≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤

Ich hab gestohlen, ich hab gelogen, ich hab die Katz beim Schwanz gezogen Text Kunigunde Weissenegger Photo Alexander Erlacher

Wir müssen es flüstern. Es ist geheim. Man soll es nicht wissen. Unter uns muss es bleiben. Und wir schreien es trotzdem frei hinaus. Sollen uns doch alle hören – was geht’s uns noch an.

Am 17. Juli installiert das internationale Künstlerkollektiv werohnesündeistwerfedenerstenstein.com in Glurns eine einzigartige Einkehrinstallation, komponiert aus einem ausgedienten Beichtstuhl und vier bis sieben Lautsprecherboxen. Die sieben Künstler, darunter Philosophen, Denker, DJs und Illustratoren, bauen beim Stadttor für einen Tag einen Beichtstuhl auf, wo sich jeder alsdann einfach alles oder doppelt nichts von der Seele reden kann. Die Darlegungen werden mit der Kamera aufgezeichnet und sind sofort – direkt ins Internet überspielt – auf werohnesündeistwerfedenerstenstein.com zu sehen. Am nächsten Tag zieht der bekenntnisreiche Beichtstuhl weiter in die nächste Stadt – nach Bern, Bregenz, Berlin. fakebook.arg und myfake.würg haben ihn fast verdrängt. Hat er denn noch eine Existenzberechtigung? Der Beichtstuhl? Im großen, weiten, internationalen Netzwerk gesteht, enthüllt, offenbart, bekennt sowieso jede jedem alles und umgekehrt. Nichts da mit anonym und fremd! Das einzige Ungewisse ist das Unbekannte, das hinter dem Fenster sitzt und zuhört und zusieht. Wir ziehen uns aus, stellen uns bloß. Bekennen. Und büßen? Ja, bereuen tun wir auch. Zwar später erst. Wenn uns der langweilige Chef den langweiligeren Job in jener noch langweiligeren Firma gekündigt hat. Chefs heute sind ja nicht von gestern. Sie halten sich vielleicht eher lieber in king.komm auf. Aber surfen und kiten und reiten tun sie genauso gern. Es fühlt sich nur eben anders an. Ist es aber hinter dem Strich.punkt nicht. Was ist privat? Was ist geheim? Was gehört sich nicht? Was gehört sich doch? Was hört ihr dort? Was hört ihr da? Wer hört mir zu? Wer urteilt? Wer vergibt? Vergeben tun wir alle gern. Geschenke, Rosen und Süßes. Fuß- und Tennisbälle nicht. Drum flehen wir auch selbst darum. Und vergeben und verziehen sei uns. Wir

rattern einmal die Nutzerbedingungen rauf und runter und zum Abschluss die allgemeine Datenschutzinfo, mit der wir auch die letzten Un- und Tugenden ablegen. Dann sind wir durch und entspannt. Und frei (so scheint es bloß) für neue Gräueltaten. Und wenn uns langweilig sein sollte, dann gestehen wir einfach und geordnet eure Gut- und Bösetaten. Unsere sind schon aus. Fertig, übersiedelt. Nach WerWeißWohin. Ihr könnt sie uns ja für einen fairen Handelspreis verkaufen. Wir bieten gerne mit, wenn sie nicht zuviel kosten. So viel sind sie auch nicht wert. Ihr könnt uns ja eventuell auch einen Mengenrabatt machen. Oder geht das nicht? Wir treiben auch sicher keinen Unfug damit. Bei uns sind sie gut aufgehoben, wir gehen vorsichtig damit um. Bis wir wieder eigene gesammelt haben. Die eigenen sind uns doch die liebsten. Also konzentriert euch! Macht euch Gedanken, sammelt euch! Wenn ihr dann da seid, gesteht! – Eh bloß das, was ihr am Tag vorher schon auf ichweisswasduletztensverbrochenhast.sehrnett verblogbucht habt. Angenehm vertraut kommt euch das vor? Dann wünschen wir viel Spaß! Wir sehen uns in Glurns – am 17.

English Summary: The 17th July the international artist collective whoissinlessthrowthefirststone.com installs in Glurns/Glorenza an extraordinary stop-for-a-few-words-to-speak-installation composed from a disused confessional and from four to seven loudspeaker boxes. The seven artists, among them philosophers, thinkers, djs and illustrators, install for one day near the town gate a confessional, where thereupon everybody can get everything off one’s chest. The expositions are registered by a camera and – after sending them directly to the Internet – visible on whoissinlessthrowthefirststone.com. The next day the confessional – rich in denominations – moves to the next city – to Bern, Bregenz, Berlin.

vero≥richtig≥true

falso≤falsch≤false


31

cool_schrank

≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤


design cool_schrank 32

≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤

Mauro Merola

Text Gabriele Crosato

All’inizio fu un’unica lingua. Un’unica costruzione alta fino a toccare il cielo. All’inizio non ci furono ne guerre, ne differenze di colore, ne astio, ne dolore. Poi un giorno Dio scese sulla terra e confuse le cose con la scusa di far popolare il mondo. La gente non capendosi più non riuscì a finire la città che stava costruendo e si disperse.

Chiudo la Bibbia e penso alla Genesi. Mi trovo a Milano da due giorni e non ha mai smesso di piovere. Generalmente quando sto qui il mio tempo di resistenza si può contare sulle dita di un monco. Al terzo sento dentro il bisogno di vedere il sole sorgere e tramontare. Milano scorre e mangia, costruisce e rende schiavi in tutti i sensi. Schiavi della terra da cui veniamo o schiavi della città. Come tutte le grandi metropoli non ammette vie di mezzo, non accetta viandanti indecisi. Io batto i piedi per terra tenendo il ritmo della metropolitana mentre vedo gente arrivare inzuppata fino alla punta dei capelli. Quando mi hanno spedito ad intervistarlo ho passato del tempo ad immaginarlo. Non riuscivo a levarmi dalla testa il fatto che fosse

un cantante neoromantico napoletano. Di quelli che vanno di voga adesso, magari con un accento pastoso al sapore di cozze ed invece le cose cambiano. Pulisco le lenti degli occhiali e mi faccio riconoscere. Lui, completamente diverso da come lo avevo disegnato, mi sorride ed ho come la sensazione di averlo già conosciuto. Porta con se la leggerezza anomala dei trapiantati, di quelli in grado di sedersi su un marciapiede e trovare la cosa comunque confortevole. Mauro credo sia così: confortevole. Nato nella produttiva Treviso più o meno trent’anni fa esercita quella forma di creatività che corre parallelamente al design dando spallate costanti all’arte. È un’insalata di riso con la cioccolata, un pollo arrosto con tre gambe, un ingegnere che con i baratto-


cool_schrank

come sia nato tutto dal caso, di come siano gli stessi pezzi a cercare un’altra vita ed io poggio la testa sulle mani e guardo fisso il pene di gomma di un grosso pupazzo che somiglia ad una rana e ripenso alla Genesi. Alzo la testa e sopra, intorno, davanti, sotto di me vivono esseri soprannaturali. Mi accorgo di vivere in una bolla, sospeso tra fantasia e realtà, tra ex bicchieri di plastica ed ex contenitori di sostanze non dichiarate. Mi levo gli occhiali per confondere il mondo. Passare una mano di acqua e tirare i colori, le differenze, le religioni per trovare tutto uguale, spogliato della propria pelle. Allora bastò la discesa di un Dio su Babele per creare odio e diffe-

33

photo Federico Marin

li fa miracoli. Nato dall’incrocio del maggior esperto italiano di materassi ed una delle inventrici del panino ripieno, Mauro è oggi per me un cortocircuito tra i sistemi stanchi del design e dell’arte. Mentre mi fa vedere orgoglioso i suoi robot sparsi per casa mi accorgo che un’infanzia passata a guardare cartoni animati giapponesi può anche far male. Lui è un raccoglitore, uno scompositore, demolisce la realtà per dare nuova vita a ciò che vede. Vive in verticale facendo perdere di significato le cose e dandone uno nuovo a suo piacimento. Destrutturare la realtà per vivere in un sogno costante allagato di plastica, spilli, elastici e chili di erotismo. Seduto alla sua sedia diventa un piccolo creatore, una divinità con i capelli ricci che non la smette mai di ridere. Mi racconta di

≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤

Maurato, PlasticPuppets: marshmellow left ciuffetta


photo Federico Marin

personalities design cool_schrank 34

≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤

Maurato, PlasticPuppets: Cicciociuccio

renze, oggi mi rimetto gli occhiali trovando che non cambia molto ma che qui forse per l’ennesima volta qualcosa sta cambiando. Ho davanti ancora la dimostrazione che il rovescio della medaglia spesso è molto più interessante di ciò che ci è permesso vedere. Mauro mentre fa pendere davanti a me l’ennesimo pupazzo impiccato ad un lampadario mi fa venire voglia di mollare tutto e girare questa città sentendomi metropolitano fin dentro agli iridi e cercare tra cassonetti e fili d’erba finalmente una realtà a me consona. Quella che lui ha trovato. Quella che senza ombra di dubbio troverete in ogni piccolissima parte della sua nuova Babele che dopo la visita di Dio ha deciso di rimanere unita anche non capendosi.

Ha ricominciato a piovere. Non so se chiedendo un ombrello mi verrà offerta una pentola, io ci provo e vediamo che succede.

English Summary: Mauro Merola born in the productive Treviso more or less thirty years ago, carries on that form of creativity running side by side with design pushing art with the shoulder all the time. He creates robots, collecting, dismantling, destroying the real to give a new life to what he sees.

vero≥richtig≥true

falso≤falsch≤false


Ottica – Optik

via Sernesi-str. 12 (BZ)

35

cool_schrank

≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤

www.carreraworld.com


fashion cool_schrank 36

≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤

Che fine ha fatto Serpica Naro? Laura Casagranda interviews Serpica Naro Images Serpica Naro

Milano, febbraio 2005. Serpica Naro fa la sua apparizione nel calendario ufficiale delle sfilate milanesi. Giornalisti, professionisti del settore, curiosi, attendono con impazienza di ammirare le creazioni della giovane stilista anglo-nipponica. Ma Serpica Naro non esiste, è semplicemente l'anagramma di San Precario. La colossale beffa messa in atto da un gruppo di precari è riuscita a destabilizzare il sistema moda milanese. E dopo?

Siete riusciti a “portare il panico nei santuari del potere” con un'operazione memorabile. Come vi è nata l'idea? La contestazione della settimana della moda era nei nostri cuori e nelle nostre menti da tempo: stavamo solo cercando la chiave giusta per infiltrarci nel suo meccanismo. Entrare nel sistema moda ha voluto dire colpire la punta di diamante dell'industria più prestigiosa, proiezione dell'Italia nel mondo. La settimana della moda è la vetrina di tutto quello che ruota attorno alla riduttiva parola “moda”. In ogni sua edizione muove cifre esorbitanti, che servono in gran parte a sostenere le spese dell'indotto: servizi, alberghi, ristorazione, allestimenti e promozione. Quello che ci tocca da vicino è la precarizzazione che ne scaturisce. L'azione Serpica, nata da un'intuizione di un piccolo gruppo di persone, è riuscita a coinvolgere nella preparazione circa 200 lavoratori della moda. Affascinati dall'idea di mettere in scacco i propri datori di lavoro, hanno offerto in modo spontaneo la loro collaborazione e l'accesso a informazioni preziose. Questo per un progetto comune, che aveva lo scopo non solo di denunciare una situazione da sempre taciuta – lo sfruttamento dei lavoratori nel mondo della moda – ma di mostrare chi fossero le persone che realizzano nella pratica il carrozzone della settimana della moda.

Nel 2006 Serpica Naro è passata dallo status di Brand a quello di Meta Brand. Perchè e come è avvenuto questo passaggio, e quali sono state le conseguenze? Serpica Naro ha dovuto registrare il suo marchio nel 2005 per poter partecipare alla settimana della moda. Il Brand indica il logo, la marca, il mondo di valori ed esperienze che sempre più spesso si sovrappone al prodotto stesso. Serpica Naro è invece un Meta Brand, ossia un metodo di condivisione, un'apertura pubblica dei codici, una liberazione e messa in rete di competenze e intelligenze. È l'espressione viva e concreta di come la complicità e la condivisione possano farci diventare creatori di mondi che attivano partecipazione diretta e sottraggono ricchezza (immaginifica e monetaria) a chi vampirizza la metropoli in cui vivamo. Per fare questo abbiamo creato una Licenza mai esistita prima, che ha sancito la liberazione del marchio. Ha significato condividere tutti i diritti che normalmente la legge riserva al proprietario del marchio stesso: il vero proprietario di un processo sociale è la collettività che sa condividere e, attraverso questo metodo, riesce a fare breccia nell'istituzione della precarietà. Ciò che il progetto Serpica Naro vuole valorizzare è la viralità


falso≤falsch≤false

cool_schrank

English Summary: In February 2005 a young and controversial Anglo-Japanese designer appeared on the official calendar of Milan fashion week. It was only during her runway show that everyone discovered that Serpica Naro did not exist. A collective of precarious fashion workers, Serpica Naro hacked the fashion system to highlight and stigmatized the issues of all the casualised workers behind the glitz and glamour of Milan Fashion Week. Great media exposure was given to this memorable prank. What happened next?

37

All the Serpica Naro products are copyright free, everybody may copy, distribute, display and perform the work of Serpica Naro and make derivative works based on it

Come funziona serpicanaro.com? Sul sito, oltre agli appuntamenti delle nostre iniziative, c'è lo Style Lab, uno spazio in cui ogni autoproduzione può mostrare le proprie creazioni mettendosi in relazione e condivisione con le altre. Inoltre, assieme ad Adam Arvidsson (docente di sociolo-

www.serpicanaro.com

≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤

gia), stiamo portando avanti la ricerca “Gli altamente qualificati”, che tenta di mettere a fuoco le prospettive ed il ruolo della creatività nella creazione di valore economico in Lombardia.

dei meccanismi di partecipazione nei processi sociali. Le autoproduzioni possono affiancare il logo di Serpica Naro al loro brand per riconoscersi e farsi riconoscere in questo percorso sperimentale e liberatorio.


on stage cool_schrank 38

≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤

Maguy Marin — Poetische Momente in Rhythmus und Bewegung Kunigunde Weissenegger interviews Maguy Marin

Am 22. Juli präsentieren Maguy Marin und ihre Compagnie im Rahmen des Tanzsommers Bozen die „Création 2009“ im Stadttheater Bozen.

Sie steht für eine frische, überraschende Tanzsprache. Zusammen mit ihren neun Tänzern ist sie immer wieder auf der Suche nach neuen Ausdrucksformen. In ausdrucksstarken Bildern stellt sie stets Szenen des alltäglichen Lebens dar. Zwischen den Proben für das Stück, um das die Choreografin noch den Mantel des Schweigens hüllt, hat uns Maguy Marin einiges über sich und ihre Arbeit erzählt. Sie haben klassisches Ballet gelernt. Wie haben Sie mit dem Tanzen begonnen? Wie sind Sie zum experimentellen Tanz gekommen? Ich war damals sehr klein. Meine Eltern haben mich in eine Tanzschule geschickt. Ich habe also nicht mit dem Tanzen begonnen, weil ich es wollte. Erst sehr viel später, nach 10 Jahren, gefiel mir das klassische Ballet nicht mehr so sehr und ich schaute mich nach Neuem um: Ich wollte lernen: mehr zeitgenössischen Tanz, mehr Theater und Musik. Was ist Ihrer Meinung nach der größte Unterschied zwischen klassischem und zeitgenössischem Tanz? Ich denke, klassischer Tanz ist sehr hierarchisch organisiert: Der Star tanzt vor dem Publikum. Zeitgenössischer Tanz reißt die Zuschauer mit, vereinnahmt sie. Wo holen Sie sich die Ideen für Ihre Projekte? Aus dem Leben. Auch aus Büchern, aus Bildern, aus klassischen Werken, aus der Musik und aus vielen, vielen Filmen.

Projekt arbeite. Denn über eine Arbeit zu sprechen, bedeutet ihr eine Struktur zu verleihen. Ein abgesteckter Rahmen aber verändert sich unter dem Einfluss von Bewegung. Was wir tun und was wir sind, ist ständiger Transformation ausgesetzt. Wie wichtig sind Festivals für den Austausch der Künstler untereinander und für die eigene Kreativität? Es ist grundsätzlich wichtig, zu reisen, andere Menschen und Länder kennenzulernen und nicht nur im eigenen Land zu bleiben. Bei einem Festival trifft man Menschen aus anderen Ländern und tauscht sich aus. Mit anderen Künstlern arbeite ich nicht wirklich zusammen; ich sehe mir gern ihre Werke an und treffe mich mit ihnen. Aber ich denke, man muss zuerst die Menschen kennenlernen und treffen und dann die Künstler. Haben Sie neue Projekte? 2010 ist eine weitere Création für die Biennale de la Dance in Lyon geplant. 2011 vielleicht ein weiteres Stück für die Oper in Lyon. Gibt es einen Traum, den Sie sich irgendwann erfüllen möchten? Nein. (lacht) Dafür bin ich zu alt. Ich bin mit meinem Leben zufrieden und sehr glücklich mit dem, was ich tue. Für mich brauche ich nichts. Für die Welt würde ich mir weniger Kriege und weniger Armut wünschen.

Was möchten Sie den Zuschauern vermitteln? Ich weiß, dass ich meine Arbeit liebe und ich hoffe, dass wir die Zuschauer erreichen. Aber ich habe nichts Bestimmtes vor Augen, das die Menschen sehen oder fühlen sollen. Im Juli wird in Bozen Ihr neues Werk „Création 2009“ aufgeführt. Erzählen Sie uns mehr drüber? Es ist sehr schwierig darüber zu sprechen, weil ich zur Zeit am

English Summary: On the 22nd July 2009 the Bolzano Dance Festival stages the contemporary dancing performance “Création 2009” under the choreography of Maguy Marin in the Municipal Theatre of Bozen/Bolzano. Nine dancers are performing this Italian premiere. Maguy Marin and her compagnie stay for a fresh, new, astonishing dance language. In expressive images they always show scenes of everyday life.


39

cool_schrank

Š christian ganet


art cool_schrank 40

≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤

53. Biennale di Venezia: fare mondi e incrociarli Cara Paola, l'esperienza della Biennale, al di là del giudizio di qualità sui singoli lavori e sul complesso delle mostre, mi sembra interessante proprio perché non si ha più a che fare con una, ovvero molte, mostre. La Biennale di Venezia – in questo unica, credo, nel panorama delle grandi rassegne – è diventata un organismo complesso che coinvolge spazi, tempi e modalità percettive e conoscitive diversi, espansi, diffusi. È diventata una specie di inedito esercizio (di umiltà?) a "spossessarsi" dell'idea di mostra, a rinunciare ad ogni pretesa di esaustività e di compimento risolutivo dell'intenzione: "Vado a vedere la Biennale." Seguito da: "Ho visto la Biennale." L'esperienza invece mi sembra simile alla descrizione che fanno Deleuze e Guattari di un pensiero rizomatico, che procede per eruzioni plurilocalizzate, imprevedibili e non connesse. La Biennale scatena una moltiplicazione di attività e di eventi,

spesso auto-organizzati, che sostanzialmente rendono l'intera città, ovvero l'esperienza del soggetto nella città, la "cosa" dell'arte contemporanea. Nel tempo della virtualizzazione e dell'accelerazione degli scambi conoscitivi, l'organismo Biennale propone un concentrato di percezioni e relazioni, incontri di lavoro, divertimenti e sentimenti, che fanno coincidere quella cosa che chiamiamo "vivere" con quella cosa che chiamiamo "arte contemporanea". La questione è dunque saltata di un livello, dal giudizio sul significato e sul valore delle opere, a quello di un insieme incoerente e inafferrabile che somiglia, quanto a complessità, all'insieme di vite, luoghi, scambi, emozioni, saperi, percorsi, oggetti e segni che "fanno", ogni giorno, la città. Se poi in questo fantasmagorico organismo urbano ci sono opere belle, e stavolta ce n'erano parecchie (due nelle quali mi sono imbattuto, fra le molte che ho mancato, sono la melma nera di fronte


Fare Mondi è senza dubbio un titolo molto accattivante, in parte riuscito in parte mancato. Oggi i grandi eventi internazionali sull’arte sembra si rincorrano un po' tutti: le biennali dilagano, i rischi vengano limitati al minimo, le fiere hanno format simili con proposte di panels curatoriali e grandi mostre. Di fatto in questi "mondi" tutto rischia l’omologazione... Claudia Zanfi + Gianmaria Conti Fondatori aMAZElab, Milano

Good idea! Sto rientrando a Parigi. A me e piaciuto MOLTO l'Arsenale dove si scivola di mondo in mondo. Pensavo di risponderti più a lungo domani, così ti mando immagini. Bellissimo Yona Friedman, di una freschezza ed intelligenza furba innegabile. Pascale Marthine Tayou impressionante installazione. Ha sempre sufficiente distacco così da rendere un'opera efficace. Sorprendente! E il nostro amico Stingel magnifico giacente nel cuore della dogana. Bella Fiona Tan, very chic e decadente Lifstyle Elmgreen and Dragset, curatori del padiglione nordico e Danimarca. Deludente Liam Gillick. Non mi pronuncio sulla Francia, ne sull'Italia e neppure sull’Austria. Invece molto bello Wodizko in Polonia. Bella Mona Hathoum. Geniale la nostra Catherine David in Adach Abu Dhabi. Poi tante cose che non ho visto. Intanto bacio dal treno, poi aeroporto... Germana Jaulin

cool_schrank

all'elegante pratino di Lara Favaretto, e il cinema animato in cui le animazioni guardano il film con te di Nathalie Djurberg), ovviamente è meglio. Un abbraccio, Cesare Pietroiusti –––

41

© Cildo Meireles

Impegnata altrove, ho potuto vedere la 53. Biennale di Venezia solo alle ultime luci della sua inaugurazione. Per questo ho chiesto ad alcuni amici (in treno, in aereo, appena giunti a casa, mai partiti...) di scrivermi le loro impressioni, consapevole che ogni biennale potrebbe essere vista almeno 2 volte: la prima in allestimento o all'inaugurazione e la seconda nei lunghi mesi estivi.

≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤

Text Paola Tognon


art cool_schrank 42

≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤

Arsenale by night, Photo germana Jaulin

Le due mostre curate dal direttore Daniel Birnbaum mi sono sembrate nelle scelte artistiche e nell’allestimento aesthetically correct come dei contenitori classici con lavori a volte molto belli – come il teatro delle ombre di Hans-Peter Feldmann e la foresta di fiori e di piante mostruose di Nathalie Djurberg, entrambi al Palazzo delle Esposizioni ai Giardini – a volte meno esaltanti. Il livello dei padiglioni nazionali è in generale alto ma le scelte sperimentali e gli stimoli migliori vengono dai padiglioni meno ricchi di una storia artistica. Per esempio, il Padiglione polacco con l’installazione di Krzsztof Wodiczko titolata Ospiti che allude al "mondo" degli immigrati e alla loro condizione, resa attraverso la proiezione, sulle pareti della sala, di ampie finestre al di là delle quali si vedono persone intente a lavare i vetri; di alcuni di loro si raccontano le storie ma le figure appaiono distanti da chi guarda, allontanate da un vetro immaginario. È interessante anche il Padiglione serbo che affronta le violenze minime della società contemporanea con l’opera di Zoran Todorovic fatta di tappeti a prima vista di feltro – ma in realtà di tonnellate di capelli umani tagliati nelle sale dei parrucchieri e anche ai ragazzi sotto le armi – e il video di Katarina Zdjelar in cui uomini e donne dalle facce tristi si sforzano di cantare con il proprio accento “Everything is gonna be alright”. Tra le decine di eventi collaterali della Biennale è ben fatta la mostra curata dall’artista Jota Castro al “Padiglione de la Urgencia” all’Arsenale

Novissimo dove dodici artisti – tra cui Hans Haacke, Tania Bruguera, Alfredo Jaar – riflettono sulla paura come strumento usato per governare la società. Cecilia Guida ––– Fare Mondi. Si coglie un modo di guardare, si offre un modo per interpretare, senza limitarne altri. Ho visto artisti lontani, ma esperienze vicine. Ho pensato a leggerezza, sensualità, logica, colore. Il resto nella prossima puntata.

English Summary: Paola Tognon, cool_schrank correspondent at the 53rd Venice Biennale of Contemporary Art, asks some friends to write their impressions on this exhibition, titled Making Worlds: you catch a way of watching, you offer a way to understand without limiting the others.

vero≥richtig≥true

falso≤falsch≤false


Risposta aperta

Paola Tognon

cool_schrank

Quanto può essere dannoso il mestiere del curatore?

43

Padiglione Italia

≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤≤

53. Esposizione Internazionale d'Arte La Biennale di Venezia


44

cool_schrank


Photo Jacopo Manfren

Styling Matteo Maso

Make up Bonnie

Special thanks Anna + Concorezzo swimming pool staff

45

Soleil soleil


46

cool_schrank



pag 44 skirt and top Mila Schön pin and ring Mariella Burani pag 45 pin Mariella Burani pag 46 dress Gilda Giambra cap Mila Schön

pag 47 bathing costume, bag, earrings Mariella Burani bracelets Domestic Couture boots Mila Schon

pag 48 left top Mila Schön Concept skirt and boots Mila Schön overalls Domestic Couture earrings and bag Mariella Burani pag 48 right shirt Amuleti J skirt A Lab armdress Domestic Couture shoes Caludio Montias furcap Mila Schön

48

pag 49 top A Lab cap Mila Schön


49

cool_schrank

Jacopo Manfren, fashion photographer for magazines like Vogue Russia, Harper’s Bazaar Russia, Maxim, Luna, and others. Lives and works in Milan. The photos of this shooting have been taken in black and white films without using digital cameras and photoshop.


backstage cool_schrank 50

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

Seelenlose Fakes Text Patrick Taschler

Als Sarah Jessica Parker in ihrer Paraderolle als Carrie Bradshaw in Sex and the City im Los Angeles Valley vor einem Kofferraum voller gefälschter Fenditäschchen steht, bringt sie es plötzlich nicht mehr über das Herz, diese zu kaufen. „Sie hätten mir eigentlich gefallen müssen, aber als ich in diesen Kofferraum starrte, sahen sie nicht mehr aus wie elegante Fenditaschen. Sie sahen nur billig aus und auch wenn alle anderen sie für echt hielten, würde ich immer wissen, dass meine Tasche aus einem Pappkarton in einem Kofferraum irgendwo im Valley stammte“, überlegte sie, bevor sie gemeinsam mit ihrer Freundin Samantha wieder das FendiFälschungsparadies verlies. Wer stand nicht schon einmal vor diesem Dilemma, während des Badeurlaubes an der Riviera Adriatica oder beim Städtetrip am Mailänder Domplatz, am Fuße der Arena von Verona, ja selbst am Bozner Obstmarkt. Echt oder unecht? 1000 Euro oder doch lieber nur 100 Euro? Überall stehen die liebevoll von uns “Marocchini“ getauften Afrikaner mit ihren täuschend echt aussehenden Designer-Kopien und preisen ihre Ware an. Und glauben Sie mir: Die Taschen gehen weg wie warme Semmeln. Aber wieso müssen wir eigentlich eine bestimmte Tasche haben und nehmen sogar in Kauf irgendwann als „seelenloser Fälschungsträger“ aufzufliegen? Ist es wirklich so wichtig, als etwas wahrgenommen zu

werden, was man eigentlich gar nicht ist? Zahlt sich dieser dafür notwendige SeelenAusverkauf wirklich aus? Das berühmteste Beispiel und die wohl am meisten gefälschten Taschen sind die Monogramm-Taschen von Louis Vuitton: braun und beige, mit dem allseits bekannten L und V und den unverwechselbaren Blümchen. Jahrelang von den Stars und Sternchen rund um den Globus getragen und zum absoluten Markenzeichen und Statussymbol aufgestiegen, fanden diese Taschen schnell auch ihren Weg in die Fakeabteilung des Straßenmarktes. Wenn man ein bisschen darauf achtet, sieht man, dass plötzlich jede diese Tasche hat und damit versucht, den eigenen Wert wie eine Aktie an der Börse zu erhöhen und sich selbst mit etwas mehr Glamour und Charakter aufzupeppen. Natürlich darf da auch der passende FakeGürtel und die gleich gemusterte FakeGeldtasche nicht fehlen: Der Fake-Total-Look ist somit komplett. Und es ward geschehen! Die Louis Vuitton Monogram Canvas steht eigentlich für gar nichts mehr. Mehr als bewundert, wird heute eine Schnute gezogen, wenn Frauen versuchen sie stolz zur Schau zu stellen. „Echt oder Fake?“, fragt man sich oder vielleicht auch gar nicht mehr so oft, weil man eh schon davon ausgeht, dass es sich um eine Fälschung handelt. Denn wenn jemand anhand eines LV-Täschchens versucht seinen

Status darzustellen, dann würde er bzw. sie auf jeden Fall ein aufwendigeres Modell kaufen oder zumindest eines, das nicht so verbreitet ist. Es geht bei Designerluxus doch immer noch um Exklusivität und darum, etwas zu besitzen, das nicht jeder hat. Und das kann man bei den klassischen LV-Taschen – so schön sie auch sind – leider nicht mehr sagen. Wäre es da nicht besser darauf zu verzichten, wenn man es sich eh schon nicht leisten kann, ein Original zu kaufen? Die Antwort ist auf jeden Fall „Ja“, da Marken immer noch nicht den Stil und guten Geschmack ersetzen. Und als „Möchte-Gern-Fendi-Prada-oder-LVTaschenträgerin“ abgestempelt zu werden, ist sicherlich eine äußerst unpassende und unangenehme Marke. Oder möchten sie diese etwa tragen?

English Summary: On the beach, in piazza Duomo in Milan, outside the Arena in Verona and even around piazza delle Erbe in Bolzano. Fake Fendi, Prada or Louis Vuitton bags are sold everywhere. Why do we buy fakes without hesitation, is it just because we need "that" bag? Is it necessary to pretend to be someone we are not? Apparently it is. Be careful! If you're spotted sporting a fake designer bag, that could be difficult to bear.

vero≥richtig≥true

falso≤falsch≤false


Prendete una grossa piattaforma accessoriata di tutto ciò che serve per una cena per 22 persone. Immaginatela sospesa a 50 metri da terra nei luoghi più suggestivi o insoliti: davanti al Castello Sforzesco a Milano, tra i grattacieli di Dubai, nel cuore di Las Vegas o sulla pista di Jerez. Non state sognando. Questo è Dinner in the Sky, evento concepito per regalare ai commensali più temerari il piacere di un'esperienza culinaria ad alta quota. L'idea, nata in Belgio nel 2006 e realizzabile ovunque sia a disposizione un'area di 500 m2, è stata già messa in pratica un po' ovunque in giro per il mondo e il prossimo settembre arriverà per la prima volta a Parigi, nella splendida cornice dei giardini delle Tuilieries. www.dinnerinthesky.com Summary in English: If you're fearless and you like fancy, unique and unconventional experiences, you won't be reluctant to try Dinner in the Sky, a dinner hosted on a platform suspended 50 meters in the air.

vero≥richtig≥true

falso≤falsch≤false

Shanghai

Supercalifragilisticexpialidocious Text Martina Albasini Photo Alexander Erlacher

Habt ihr nie davon geträumt, eine so unendlich geräumige Tasche wie Mary Poppins zu besitzen? Oder hinter dem Steuer von KITT, dem sprechenden Superauto, zu sitzen? Diese außergewöhnlichen, aus Buch und Film bekannten Dinge, sind nun endlich in Supercalifragilisticexpialidocious – einem zehnstöckigen Kaufhaus in Shanghai – erhältlich. Auf der Superheroes-Ebene kann man das Batmobil fahren oder mit echten Spinnennetzen von Spiderman eine Wand hoch klettern. Auf der Ebene „Action Movies“ gibt es alle Waffen von James Bond – auch den explosiven, silbernen Kugelschreiber. Der dritte Stock ist etwas für Fantasy-Fans: der Zaubermantel von Harry Potter, Aladins Wunderlampe, Jim Carreys grüne Maske, die Pilze, durch die Alice wuchs oder schrumpfte, der fliegende Teppich und viele weitere Träume, die wahr werden können. Die größte Sensation, die sich wahrscheinlich wenige leisten können: eine Reise mit der Zeitmaschine aus „Zurück in die Zukunft“. Eine weitere Kuriosität: Das Geschäft betritt man, indem man in ein Bild am Boden taucht.

English Summary: Supercalifragilisticexpialidocious,the newly opened store in Shanghai, is the place to go for those who love movies. 10 floors where you can find the more eccentric objects from literature and cinema classics: from Mary Poppins' bag to the Batmobile, from Dorothy's red shoes to Aladdin's lamp. And for the more demanding, “Doc” Brown's time machine.

vero≥richtig≥true

falso≤falsch≤false

spotlight cool_schrank

Text Laura Casagranda

51

VIETATO A CHI SOFFRE DI VERTIGINI

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

anywhere


address cool_schrank 52

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

Dreamdrome Text Martina Albasini

Siete seduti in una carrozza di vetro trainata da due Minipony maculati. Avete molta fretta, dovete andare ad un appuntamento importantissimo con David Bowie e siete già in ritardo. Ad un certo punto vi imbattete in due hobbit travestiti da Batman, i quali iniziano a rincorrervi sparando con carabine caricate a palle di fuoco fluorescenti. La carrozza implode senza motivo apparente sotto ai vostri piedi, facendovi ritrovare improvvisamente al buio in una foresta di sedani giganti con due Batman alle calcagna. Provate a scappare, ma non ci riuscite, le vostre gambe sono di piombo. Appena prima che i supereroi riescano a raggiungervi ricordate di avere le ali, che indossate prontamente a mò di zainetto spiccando il volo. Sentite allontanarsi i batspari dei Batman, che nel frattempo si sono inspiegabilmente trasformati in Tom e Jerry. State per planare sulla piscina viola di David Bowie, riuscite a sentire la sua voce ma... La sveglia suona, facendovi poco gentilmente notare che non saprete mai cosa the Thin White Duke vi avrebbe detto. Al risveglio da un sogno vorremmo cucirci addosso quegli ultimi fotogrammi di film per interromperne l’inevitabile dissolvenza; tentiamo di sentire le voci e i rumori che un involontario, inesorabile ad libitum sfumando renderà silenzio; ci

sforziamo di ricordare luoghi mai visti eppure così familiari fino a un attimo prima. Talvolta il sogno è così realistico che dobbiamo provare a toccarci le ali prima di convincerci che “era solo un sogno”. Dimenticate per sempre questa fastidiosa sensazione, dite addio agli inutili sforzi mnemonici. Sta per arrivare in regione Dreamdrome, una struttura high-tech che offirà ai suoi visitatori la possibilità di rivivere infinite volte i propri sogni. Grazie ad uno speciale macchinario in grado di registrare immagini e suoni prodotti dalla mente, chiunque potrà acquistare i propri sogni in DVD oppure assistere alla proiezione degli stessi in una delle 10 sale del Dreamdrome. Insieme al biglietto d'ingresso il visitatore riceverà un narcotico ipnogeno che gli consentirà di raggiungere in tempi brevissimi la fase REM, mentre una Morpheus51 collegata al suo sistema neurale si occuperà di registrare in doppia traccia audio-video le sue avventure oniriche. La videoteca interna Dreamoteque sarà aggiornata in tempo reale con le ultime novità, tra le quali non mancheranno, per gli amanti del genere, quelle vietate ai minori. Dreamdrome spalancherà al marketing le frontiere del subconscio, permettendo di intercettare i desideri più profondi del genere umano e di indirizzare conseguentemente il

* oltre ai farmaci tradizionali saranno disponibili anche prodotti naturopatici biologici. In alternativa sarà possibile assistere alla proiezione de “La corazzata Potëmkin”, in programma ogni giorno alle 21.00.

mercato. La sua nascita costituisce di fatto una risposta all’incalzante esibizionismo che social network e reality show non sono più in grado di soddisfare. Se è vero che una persona sogna in media per sei anni della sua vita, non ci resta che intraprendere al più presto la visione di questo fantastico, lunghissimo film di cui siamo interpreti, registi e produttori. Alla faccia dei 15 minuti di celebrità. Dreamdome Via dei Castagni 35 39049 Vipiteno

English Summary: For those who wake up in the middle of a dream and want to know how it ends, now there's Dreamdrome, a high-tech structure that allows you to live your dreams over and over. Thanks to the Morpheus51 device, the oneiric activity of visitors (previously narcotized) will be filmed and projected on a movie screen or will be available on DVD at the Dreamoteque. Dreamdrome opens new frontiers in marketing, allowing insights into the deepest and secret desires of consumers.

vero≥richtig≥true

falso≤falsch≤false


≥ Le Whif è un inalatore di sapori ideato da David Edwards –

docente di ingegneria ad Harvard e fondatore del centro di creazione sperimentale parigino Le Laboratoire – e sviluppato con la collaborazione dello Chef Thierry Marx. ≥ Si aspira come una sigaretta, ma ogni “whiffata” regala al palato

50 milligrammi di polvere leggera e impalpabile declinata in quattro gusti: cioccolato-mango, cioccolato-lampone, cioccolato-menta e doppio-cioccolato. Più un quinto realizzato in esclusiva per la boutique Colette: cioccolato-cannella. ≥ Venduto in esclusiva al LaboShop e su laboshop.fr, Le Whif ha

appena iniziato un tour promozionale in giro per il mondo: da Chicago a Tokyo, passando per Londra e Hong Kong. ≥ A sentire il suo creatore, questo è solo l'inizio: nuovi esperimenti

di “inalazione culinaria” sono già in corso. Le Labo Shop 4 Rue du Bouloi Parigi www.lewhif.com

English Summary: Relish chocolate via inhalation. This is the revolutionary idea behind Le Whif, an inhalator of flavors created at parisian art and science innovation center Le Laboratoire. Now on a year-long promotional tour around the globe, Le Whif is just the first example of a new culinary vision which involves eating by breathing.

vero≥richtig≥true

falso≤falsch≤false

≥ I designer turchi di Antrepo amano confondere le idee. Hanno

progettato due pile – come quelle degli stereo portatili che si usavano prima di iPod, lettori CD e Walkman – che in realtà sono dei porta sale e pepe da mettere a tavola. ≥ E poi c'è la radio che in realtà è un orologio e l’orologio che,

dopotutto in questo sono stati coerenti, invece è una radio. ≥ I romani di 5preview invece, dopo aver creato una t-shirt divenuta

famosa in tutto il mondo che ironizzava sul logo Chanel e che probabilmente ha suscitato le ire del brand francese, si sono visti copiare la loro idea da un brand coreano, poi da una ragazzina giapponese che ha deciso di rifarsi in casa la maglietta e venderla a prezzi più bassi di quelle originali. ≥ E se parliamo di falsi non si possono non citare le t-shirts di Last

Exit to Nowhere, che riproducono i loghi di aziende inesistenti ma entrate nell’immaginario comune perché citate nei filmoni di Hollywood. Qualche esempio? La OCP (da Robocop), le industrie HAL9000 (da 2001: Odissea nello spazio) e la Skynet (da Terminator). www.a2591.com 5preview.blogspot.com

English Summary: Nothing is what it seems. Objects, which are something different from what they appear, copies and imitations more or less well-made, t-shirts telling fake stories coming out from the fabulous fake world of the movies.

vero≥richtig≥true

falso≤falsch≤false

something cool_schrank

Whif inventa la degustazione ad aerosol.

Text Simone Sbarbati

53

≥ Nuova sensazione gustativa, al limite della rivoluzione culinaria: Le

NIENTE È QUELLO CHE SEMBRA

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

Text Laura Casagranda

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

le Whif, inalazioni culinarie


beauty cool_schrank 54

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

Abrakadabra Incantatem Venenum Pinus Sarentensis Text Patrick Taschler

Es war einmal eine wunderschöne Sarner Kräuterhexe namens Trehs. Sie war mit den Kräften der Pflanzen, speziell der Latschen, bestens vertraut. Während der Hexennächte am mystischen Ort der „Steinernen Mandln“ zupfte sie die Latschenzweige und warf diese ins lodernde Feuer. Der frische, balsamische, holzig-harzige Waldduft der Sarner Latschen mit dem südlichen Flair, so wusste sie, hat eine anregende Wirkung, befreit den Geist und gibt Kraft. Durch die durchblutungsfördernden Eigenschaften wirkt die Latsche ausgleichend auf die Haut und kurbelt die körpereigene Regeneration an. Die Haut strahlt gesunder und wehrt sich besser gegen negative Umweltfaktoren wie Stress und Luftverschmutzung. Diese Geheimnisse muss Trehs eines Nachts

Albert und Gregor von der Sarner Natur GmbH ins Ohr geflüstert haben – Sie setzen die Sarner Latsche im Beauty-Bereich ein und entwickeln wertvolle Produkte für die Haut: eine Handcreme, die auch bei Hautrissen und Rötungen wirkt, ein Körperöl, das belebt und nährt oder ein wohltuendes und beruhigendes After Sun Fluid. Selbst Trehs hätte wohl diese Produkte benützt. Für die Herstellung der Trehs Kosmetikprodukte werden nur WildwuchsLatschen aus nachhaltiger Waldwirtschaft benützt. Für 1 kg des wertvollen Öls benötigt man bis zu 250 kg Latschennadeln. Um dieses hochwertige ätherische Öl zu entwickeln und die alpine Kraft zu bündeln, braucht die Latsche spezielle, klimatische Bedingungen, die man im Sarntal vorfindet. Nach Süden zu

Bozen hin ist das Tal offen und profitiert im Sommer von den warmen Luftströmungen vom Gardasee, im Winter ist es rau und kalt. Von der guten Sarner Luft und den naturbelassenen Latschen muss auch die atemberaubende Schönheit von Trehs kommen, die deshalb von vielen edlen Herren begehrt wurde. Sollten auch Sie bei einem nächtlichen Spaziergang Trehs begegnen und ihrer Schönheit verfallen, ist es aber wichtig, eines zu beachten: Sie dürfen sich auf dem Rückweg ins Tal nicht umdrehen, um Trehs im Morgenlicht zu bewundern. Dann werden Sie nämlich von anderen neidischen Hexen versteinert und sind dazu verdammt, als Zeuge der Schönheit Theresias für immer am Ort der „Steinernen Mandln“ zu bleiben.

English Summary: Once upon a time in Sarntal/Val Sarentino there was a beautiful witch called Trehs. At nights she would gather pine branches and burn them into the fire. The fresh, balsamic and woody perfume had an energizing and liberating effect. Skin gained radiance and luminosity. One night Trehs must have revealed her secrets to Albert and Gregor of Sarner Natur GmbH/Srl, who use Sarntal/Val Sarentino pines for their beauty products named Trehs: hand creams that protect against chapping and irritations, nourishing and tonifying body oils, refreshing and soothing after-sun balms. No doubt Trehs would have loved them.

vero≥richtig≥true

falso≤falsch≤false


alle lacrime. Si ha la sensazione che le innumerevoli carabattole (sapientemente accostate) formino pur sempre e soltanto lo Specchio entro il quale l’osservatore riconosce il fatidico “Questo sei Tu”, seducente fino alla resa incondizionata. L’incantamento si rompe soltanto, mentre sfogliando, si riconosce il segno evidente di ben altra analogia. A pagina 82 appare, sghembo, ma in bell’evidenza il nome di Jean August Dominique Ingres, ancora sulla copertina di un (altro) libro. Si comprende allora donde proviene la magia dei delicatissimi equilibri grafici e coloristici dell’americanissimo fotografo contemporaneo. Pur sempre dal sommo maestro dell’arte pittorica che in età neoclassica preparava l’occhio del Mondo alla rivoluzione della modernità. L’arte compositiva fotografica di Adam Bartos è quindi arte classica, della più bell’acqua. Egli è tra quegli (autentici) artisti, che per colmare l’insostenibile iato tra il più profondo sé e il mondo così diverso da sé, un mondo lo crea. Tutto suo. Personalissimo, e quindi, universale. Nel suo commosso lucente e discreto mondo di oggetti in s-vendita, egli rende ciascuno di essi, nel loro accostamento, semplicemente

migliore. Potreste immaginare niente di più falso del mondo reale di un grande artista? Chi ama circondarsi di (bei) libri trarrà una nuova gioia e durevole arricchendo la propria biblioteca con l’inserimento di questo originale gioco di specchi in forma di libro, che nell’opacizzare le proprie immagini (in piena era digitale!) permette al lettore, discretamente, di inserirvisi, di sentirsi a casa propria. Ecco, per una volta, il sogno americano che, senza violenza, pieno di grazia e di bellezza, si realizza.

Yard Sale Photographs With a story by Raymond Carver Adam Bartos Damiani Editore 57 Col. 19,5 x 29 cm, 130 pagine, 39 Euro

English Summary: For once the American dream comes true. It happens in “Yard Sale Photographs”, an images collection by American photographer Adam Bartos, introduced by a short story written by Raymond Carver. Contrary to Carver's minimalism, Adam Bartos' art is classical. His unadorned universe shines in its own light.

vero≥richtig≥true

falso≤falsch≤false

books cool_schrank

Esistono libri specialmente belli. „Yard Sale Photographs” del fotografo americano Adam Bartos è uno di questi. Dall’opacitá della livida copertina, che dichiaratamente falsifica un altro libro, emerge una luce misteriosa, apparentemente dimessa. Aprendo poi a caso il libro ci si ritrova nel Bartos-universo, brulicante di oggetti sorridenti, come i nomi accatastati nel microcosmo del brevissimo racconto di Raymond Carter che gli fa da prefazione. Bartos ha evidentemente avvertito un’analogia tra il suo lavoro e quello del noto maestro americano del minimalismo, inteso come apologia del racconto breve. Eppure c’è una grande differenza tra la ricerca di essenzialità della scrittura carveriana e l’esposizione degli oggetti in mostra “per un mercatino” di Adam Bartos. Questi ultimi, fotografati in un sapientissimo ordine che dissimula un disordine e una trascuratezza irrimediabili trovano, al contrario della maggior parte dei testimoni del dolente universo carveriano, una ragione di esistere, e… vivono (!) del loro proprio equilibrio come dell’accostamento dei loro tenui ma intensi colori. E nel testimoniare positivamente della propria esistenza commuovono fino

55

Text Dario Chiaravalli Photo Alexander Erlacher Photo Alexander Erlacher

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

I sogni in vendita di Adam Bartos


event cool_schrank 56

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

cool_schrank Picknick, 1. August 2009, 16:00 Uhr: Talfer-Wiesen Bozen, Höhe Museion Text Kunigunde Weissenegger

Decke, Korb und grüne Wiese. Sonnenschein und Erdbeerwein. Kirschen, Karotten, Radieschen. Melonen und Schokospießchen. Große Teller, kleine Teller – unzerstörbar. Himbeerwasser und Biskuit. Holunder-, Orangen- und Tomatensaft. Gitarre und Gesang. Rote Becher, gelbe Becher, blaue Gläser. Servietten und Vergissmeinnicht. Rotweinflasche, Weißweinflasche. Sommersonnenblumentasche. Ananas, Marille. Kiwi und Banane. Obstsalat. Sommerkleid, feine Schuh und Seidenschal. Barfuss laufen. Sonnenschirm. Kräuterkäse und Basilikum. Avocadoaufstrich und Grissini. Belegtes Brot mit Käse. Belegtes Brot mit Schinken. Pizza und Pizzette. Mangofruchtquark. Erdbeerkuchen. Blattsalat, Radicchio. Tomatensalat mit Zwiebelringen. Schokokuchen. Marmorkuchen. Sonnenhut und Sonnenbrille. Kurze Hose, rosa Hemd, Armbanduhr und Sandalen. Gabel, Messer, Löffel. Wurstsalat. Nüsse, Feigen, Datteln

und Rosinen. Prosecco, Knoblauchbrot und Bruschetta. Tee, Kaffe, Kakao und Schokolade. Würfelzucker, brauner Zucker. Blumen im Haar. Boccia und Frisbee. Großen Hunger. Gute Laune. Peter, Bernhard, Michael und Rita. Rosie und Marta. Elke, Isabel und Bob. Alex, Simon, Gitte. Fatih. Ilias. Hassan. Suri und Sophie. Hanni und Nanni. Giovanna und Giovanni. Martina, Achmed, Sepp. Paolo, Giorgio, Anna. Gloria, Willi, Karl und Lukas. Hamid und Hertha, Angie und Bert. Julia, Daniele und Jens. Silvia und Christina. Sami und Christine. Laura, Gerd und Gerda. Ricky und Roberta. Elisabeth und Hans. Siegfried und Roy. Yuki. Otto. Oskar. Olivier und Pierre und Philippe. Bine, Moni und Matthias. Theodor, Thelma und Louise. Kurt und Brit. Bill und Uma. Reinhard, Gunnar, Giulia. Tahir und Roswitha. Katja, Sonja, Stephan. Manolo, Ruth und Luís. Ulli, Lisi, Lilly. Lore, Dorian und Flo. Clara und

Lucia. Charles und Camilla. Mirco, Marco und José. Sabine, Hermine und Marie. Kimi, Shin und Shiro. Andrew. Bastian. Johanna. Luigi, Luca und Eugenia. Paul, Pedro, Hugo und Julie. Franz und Sandra, Ulrich und Ulrike. Antonio und ich.

English Summary: cool_schrank picnic, 1st August 2009, 4 pm: Talfer-Wiesen Bozen/Prati del Talvera Bolzano, near Museion. Blanket, basket, green meadow. Sunshine and red wine. Cherries and carrots. Big plates, small plates – indestructible. Guitar and songs. Sandwich with cheese and sandwich with ham. Strawberry cake. Flowers in the hair. Big hunger. Good mood. Alex and Simon. Manolo, Ruth and Johanna. Shiro and Andrew. Luigi, Luís and Fatih. Ilias and Hassan. Suri and Sophie. Antonio and me.

vero≥richtig≥true

falso≤falsch≤false


la coincidenza di calendario con la storica Volxfesta organizzata da Radio Tandem sui prati del Talvera, dove peraltro la proposta musicale è come sempre caratterizzata da suoni molto più folk all’insegna della baldoria allegra e caciarona, di ricercata qualità. Su tutti gli Haydamaky, sorta di Gogol Bordello meno newyorkers e più ucraini, all’insegna dello ska & folk & punk da non restare fermi nemmeno se incatenati. Segnaliamo questi eventi, a rappresentare però una serie numerosa e sempre ben frequentata di attività culturali legate alla musica, alla presenza di appassionati finalmente amalgamati intorno ad una proposta piuttosto che ad una lingua, con presenze provenienti un po’ da ovunque a testimoniarne il successo. Notizie spicciole dalla scena locale: a breve usciranno i dischi nuovi di The Little White Bunny ed Eugenie, due delle band di maggior respiro professionale nella nostra zona. Notizie spicciole dal mondo: consigliamo di non perdere per nessun motivo la riedizione di Histoire de Melody Nelson, di Serge Gainsbourg, uscito originariamente nel 1971 e oggi rimasterizzato e ridistribuito nel mondo – un capolavoro misconosciuto fonte d’ispirazione sempiterna per tutti gli artisti alt & pop quali Air, Beck, Pulp e compagnia. Non a caso al numero uno della nostra classifica per questo numero di cool_schrank.

English Summary: For all the music lovers, the summer 2009 in South Tyrol will be full of great experience and surprise. The Jazz Festival is coming in few weeks, and all summer long there are local and international bands playing on the Terrazza of the Caffè del Teatro. And much more.

vero≥richtig≥true

falso≤falsch≤false

Neil Young The Archives Vol. 1 1963–1972 [BOX]

J Dilla aka Jay Dee Jay Stay Paid

Sunn O))) Monoliths & Dimensions

Allen Toussaint The Bright Mississippi

music cool_schrank

Dopo una gran bella primavera (Jan Garbarek, Zu, This Will Destroy You, Senses of Fail, Mando Diao e altro) eccoci pronti ad un’estate d’estremo interesse. Il Jazz Festival, ormai tradizione della bella stagione locale, ha presentato un cartellone eccellente. Su tutti risalta il nome di Brad Mehldau, pianista statunitense di formazione classica e passione jazz, cresciuto nella cerchia di Joshua Redman prima di spiccare il volo in autonomia grazie a dischi di incredibile spessore e coraggio: il primo pianista a tradurre in alfabeto jazz classici del rock, Radiohead, Soundgarden, Beatles, Nick Drake. Non a caso Mehldau è presente nella colonna sonora di Eyes Wide Shut e chi ama il cinema sa quanto Kubrick fosse attento alla colonna sonora dei suoi film. E poi ancora Million Dollar Hotel, e altro. A Bolzano, Teatro Comunale, il 4 luglio. E ancora Jazz Festival da ringraziare per la presenza di Stefano Bollani, Paolo Fresu, Uri Caine, William Parker & Hamid Drake e altro ancora, distribuito tra città e montagne delle nostre terre. Passando all’indie, non possiamo non segnalare l’attività del Caffè del Teatro che sulla sua terrazza estiva bolzanina offre settimanalmente per tutta l’estate eventi di rilevanza internazionale, alternati a serate con artisti locali, imperdibili i concerti di Jackie-O Motherfucker (il gruppo preferito di Thurston Moore, ipse dixit) e Langhorne Slim (folkrocker amato da David Letterman). E per chi ama il suono più potente non può passare inosservato il Rock Im Ring del Renon, con i Soulfly figli illegittimi dei Sepoltura a fungere da faro per una manifestazione distribuita su due giorni di intenso rock, il 3 e 4 luglio. Sfortunata

57

Text Vanja Zappetti

1 2 3 4 5

Serge Gainsbourg Histoire De Melody Nelson [Reissue]

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

E la chiamano estate

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

Brad Mehldau

Summer Top five


FASHION

ARTS

Bulgari Tra Eternità e Storia: 1884–2009 125 anni di gioielli italiani

Sarah Morris & Seth Price May 26 2009 ≥ July 26 2009 MamBo Bologna, Italy www.mambo-bologna.org

May 22 2009 ≥ September 13 2009 Palazzo delle Esposizioni Rome, Italy www.palazzoesposizioni.it

Imi Knoebel: Ich nicht und Enduros

Baroque (1620–1800) Style in the age of magnificence

May 23 2009 ≥ July 31 2009 Deutsche Guggenheim Berlin, Germany www.deutsche-guggenheim.de

Courtesy Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

April 4 2009 ≥ July 19 2009 Victoria & Albert Museum London, United Kingdom www.vam.ac.uk

Futurism June 12 2009 ≥ September 20 2009 Tate Modern London, United Kingdom www.tate.org.uk/modern/

When you’re a boy. Men’s fashion styled by Simon Foxton July 17 2009 ≥ October 4 2009 The Photographers’ Gallery London, United Kingdom www.photonet.org.uk

Spy Numbers May 28 2009 ≥ August 30 2009 Palais de Tokyo Paris, France www.palaisdetokyo.com

Madeleine Vionnet (1876–1975) (1) June 18 2009 ≥ January 24 2010 Les Arts Décoratifs Paris, France www.lesartsdecoratifs.fr

Paul Klee. Carpet of memory May 30 2009 ≥ August 30 2009 Zentrum Paul Klee Bern, Switzerland www.paulkleezentrum.ch

Fashion & Politics July 7 2009 ≥ November 7 2009 FIT – Fashion Institute of Technology New York, United States www.fitnyc.edu

3

Philippe Parreno (3) May 9 2009 ≥ August 16 2009 Kunsthalle Zürich Zürich, Switzerland www.kunsthallezurich.ch

© Madeleine Vionnet

Undercover The Evolution of Underwear June 12 2009 ≥ September 27 2009 Fashion and Textile Museum London, United Kingdom www.ftmlondon.org

James Ensor (4) June 28 2009 ≥ September 21 2009 Moma New York, United States www.moma.org

The Model as Muse: Embodying Fashion (2)

Glenn Brown Mostra Personale (5) May 28 2009 ≥ October 4 2009 Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Torino, Italy www.fondsrr.org

53. Esposizione Internazionale d’Arte. Fare Mondi June 7 2009 ≥ November 22 2009 Biennale Arte Venezia, Italy www.labiennale.org

Robert Rauschenberg: Gluts May 30 2009 ≥ September 20 2009 Guggenheim Museum Venezia, Italy www.guggenheim.org/venice/

Estuaire 2009. Nantes – Saint-Nazaire June 5 2009 ≥ August 16 2009 Different places Nantes – Saint-Nazaire, France www.estuaire.info

Luisa Rabbia In viaggio sotto lo stesso cielo June 19 2009 ≥ September 20 2009 Fondazione Merz Torino, Italy www.fondazionemerz.org

1968. The Great Innocents March 15 2009 ≥ August 2 2009 Kunsthalle Bielefeld Bielefeld, Germany www.kunsthalle-bielefeld.de

Francesco Clemente. Naufragio con Spettatore 1974-2004 May 30 2009 ≥ October 12 2009 MADRE – Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina Napoli, Italy www.museomadre.it

May 6 2009 ≥ August 9 2009 Met – Metropolitan Museum of Art New York, United States www.metmuseum.org

GlassWear July 15 2009 ≥ September 20 2009 Museum of Arts and Design New York, United States www.madmuseum.org

7

© Carsten Eisfeld, Berlin

Courtesy Staley-Wise Gallery, New York

1 Courtesy Dave Hullfish Bailey

agenda cool_schrank 58

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

Research Alessia Cordisco

2

5

(1) Madeleine Vionnet — Evening Dress, 1938 ¶ (2) Bert Stern — Twiggy in Yves Saint Laurent — Vogue March 15, 1967 — The model as Muse: Embodying Fashion ¶ (3) Philippe Parreno — Marquee 2007 ¶ (4) James Ensor — Masks Confronting Death, 1888 ¶ (5) Glenn Brown — Hunky Dory, 2005


VISUAL CULTURE

The Future has arrived. Architecture for a sustainable world

Super Contemporary

FotoGrafia. Festival Internazionale di Roma – VIII edizione

Colour Chart: reinventing colour, 1950 to today

May 29 2009≥ August 2 2009 Palazzo delle esposizioni Rome, Italy www.palazzoesposizioni.it

May 29 2009 ≥ September 13 2009 Tate Liverpool Liverpool, United Kingdom www.tate.org.uk/liverpool/

Camera Work

Green Platform. Arte, Ecologia, Sostenibilità (7)

June 3 2009 ≥ October 4 2009 Design Museum London, United Kingdom www.designmuseum.org

May 29 2009 ≥ October 4 2009 Louisiana Museum Humlebæk (Copenhagen), Denmark www.lousiana.dk

Furniture as Trophy May 27 2009 ≥ November 1 2009 MAK Vienna, Austria www.mak.at

Brazil Contemporary May 30 2009 ≥ August 23 2009 Museum Boijmans Van Beuningen, Nai and Nederlands Fotomuseum Rotterdam, Netherlands www.brazilcontemporary.nl

Yrjö Kukkapuro (Finnish Designer) July 4 2009 ≥ October 11 2009 Design Museum Gent, Belgium www.design.museum.gent.be

Radical Planet. Art and Architecture for a Changing Planet 1969–2009 June 19 2009 ≥ October 18 2009 Barbican Art Gallery London, United Kingdom www.barbican.org.uk

May 16 2009 ≥ June 30 2009 DAZ – Deutsches Architektur Zentrum Berlin, Germany www.daz.de

Between Art and Heaven: the Architecture of John Lautner

May 30 2009 ≥ August 23 2009 Fotomuseum Winterthur, Switzerland www.fotomuseum.ch

SteelLife May 26 2009 ≥ August 26 2009 Triennale di Milano Milan, Italy www.triennale.it

Born in the Streets – Graffiti July 7 2009 ≥ November 29 2009 Fondation Cartier pour l’art contemporain Paris, France www.fondation.cartier.fr

Sguardi sul Giappone (6)

Gay Icons (8)

July 1 2009 ≥ September 6 2009 Forma – Centro Internazionale di Fotografia Milano, Italy www.formafoto.it

July 2 2009 ≥ October 18 2009 National Portrait Gallery London, United Kingdom www.npg.org.uk

Intersections intersected: the Photography of David Goldblatt

Emory Douglas: Black Panther

Richard Avedon. Photographs 1946–2004

June 6 2009 ≥ November 1 2009 Philadelphia Museum of Art Philadelphia, United States www.philamuseum.org

April 24 2009 ≥ July 19 2009 CCC – Strozzina Firenze, Italy www.strozzina.org/greenplatform/

June 30 2009 ≥ August 29 2009 Jeu de paume @ Musée d’Art et Archéologie Aurillac, France www.jeudepaume.org

July 15 2009 ≥ October 11 2009 New Museum New York, United States www.newmuseum.org

© Daido Moriyama

Skyscrapers: Prints, Drawings, and Photographs of the Early Twentieth Century

Walker Evans. Retrospective

André Kertész The private pleasure of reading

Becoming Istanbul + 7 Architects from 7 Hills

March 20 2009 ≥ July 26 2009 The Lighthouse Glasgow, United Kingdom www.thelighthouse.co.uk

July 2009 Palazzo della Ragione Milan, Italy www.comune.milano.it/palazzoreale/

July 11 2009 ≥ November 29 2009 SF MOMA - San Francisco San Francisco, United States www.sfmoma.org

July 22 2009 ≥ August 18 2009 New Museum New York, United States www.newmuseum.org

Convention May 21 2009 ≥ September 13 2009 MOCA – Museum of Contemporary Art North Miami, United States www.mocanomi.org

The Great World of Andy Warhol March 18 2009 ≥ July 13 2009 Grand Palais Paris, France www.grandpalais.fr

Sonic Youth etc.: Sensational Fix

© Lewis Morley Archive, National Portrait Gallery, London

Courtesy of The Museum of Modern Art, Mrs. Simon Guggenheim Fund

6

8

May 30 2009 ≥ September 20 2009 Konsthall Malmö Malmö, Sweden www.konsthall.malmo.se

Poor. Old. Tired. Horse. (Concrete Poetry) June 17 2009 ≥ August 23 2009 ICA – Institute of Contemporary Arts London, United Kingdom www.ica.org.uk

4

¶ (6) Daido Moriyama — Sguardi sul Giappone ¶ (7) Dave Hullfish Bailey — Green Platform ¶ (8) Lewis Morley — John Kingsley ("Joe") Orton 1965 — Gay Icons ¶

cool_schrank

PHOTOGRAPHY

59

DESIGN

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

ARCHITECTURE



61

cool_schrank


Travel

One day in Berlin

Fashion, art, design books & magazines at Big Brobot, Kopernikusstr. 19, www.bigbrobot.com No other shop in Berlin offers a great design overdose as here.

Text Tessa Moroder

Breakfast at Knofi, Bergmannstr. 11, www.knofi.de TRY: buying your favourite mix of spreads and eating them at the table with their home made olive bread.

Coffee break at Café Safé, Sonntagstr. 10 Undoubtedly the best coffee in Berlin. TRY: the only real Italian cappuccino of the city and the Neapolitan sfogliatelle.

Rent a Vespa at Carlo Vespa Rent, Bergmannstr. 91, www.carlo-vespa-rent.de Carlo rents his Vespas for reasonable rates: one day costs 24 Euros, 5 hours is 15 Euro or a full weekend for 50 Euros. Vintage & second hand shopping at Colors, Bergmannstr. 102 TRY: buying the best you can get for € 13.99/kilo (Tuesdays happy hour until 3.00 pm € 9.99/kilo).

Aperitivo at Club der Visionäre, Am Flutgraben 2, www.clubdervisionaere.com A freaky street style club/bar located right on the riverside. With a large outdoor deck area and floats to relax on. Dinner at Henne, Leuschnerdamm 25, www. henne-berlin.de TRY: milk-fried chicken, potato salad, kraut salad and bouletten, all of which come highly recommended.

Knofi

Stroll at Türkischer Markt, Maybachufer (Tue & Fri). All of a sudden you are no longer in Germany, but on a noisy street of Istanbul. TRY: the fried round Turkish sweets and all different kinds of bread. Lunch at Babel, Kastanienallee 33, www.babelberlin.com Without any doubt, these lightly cinnamon and nutmeg spiced falafels are the best in town.

Drinks at Hotel, Mariannenstr. 26a The Parisian feel of the old wood tables, high ceilings and candlelight charm you into submission. Dance at Bar 25, Holzmarktstr. 25, www. bar25.de A summertime neverland, it’s one of the last standing relics of Berlin’s glorious contradictory culture: a celebration fortress, where you can party on for 3 days in a row, if you like.

Club der Visionäre

Coffee at Haus Schwarzenberg, Rosenthaler Str. 39, www.haus-schwarzenberg.org You´ll find a cinema, a café, with its alien-like decoration, a unique shop and gallery that sells the works of local artists.

pag 30 false ≥ pag 32 true ≥ pag 36 true ≥ pag 38 true ≥ pag 40 true ≥ pag 50 true ≥ pag 51 true + false pag 6 false ≥ pag 8 false ≥ pag 9 true ≥ pag 10 true ≥ pag 11 true ≥ pag 22 true ≥ pag 26 false

62

spreepark

pag 52 false ≥ pag 53 true + true ≥ pag 54 true ≥ pag 55 true

Solutions

www.berlin-hidden-places.com www.spottedbylocals.com/berlin

pag 56 true ≥ pag 57 true

cool_schrank

Gallery at Strychnin Gallery, Boxhagenerstr. 36, www.strychnin.com Strychnin Berlin, like its sister galleries in NYC and London, concentrates its curatorial efforts on young, emerging artists whose work ranges from fantastic realism and pop surrealism to lowbrow.

Excursion at Spreepark, Kiehnwerderallee 1-3 This old amusement park was closed down in 2001. Mother nature took possession of it, and it's now true thrill.

Errata Corrige cool_schrank 14 pag 57 picture by ludwig thalheimer, not by michael fliri pag 38 picture of osaka pag 39 picture of paris



64

cool_schrank


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.