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REGIONE
SABATO 6 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
la protesta il 17 maggio
Sciopero generale della scuola contro l’autonomia del Veneto Cgil, Cisl, Uil, Snal e Gilda sul piede di guerra: no ai concorsi regionali per i docenti Allarme dei medici (Anaao): si rischia di smantellare il servizio sanitario nazionale ROMA. C’è una mina vagante
sulla strada dell’autonomia: lo sciopero generale proclamato da Cgil Cisl e Uil Scuola, Gilda e Snals il 17 maggio prossimo. E anche i medici dell’Anaao si schierano contro: c’è il rischio di allargare il divario Nord-Sud. La protesta era nell’aria da settimane: troppe le incomprensioni con l’esecutivo sul rinnovo del contratto, il precariato ma soprattutto sul tema dell’autonomia differenziata a cui tutti i sindacati della scuola guardano con preoccupazione. «È uno sciopero per contrastare ogni ipotesi di regionalizzazione del sistema istruzione, che non farebbe altro che aggravare i divari e le disuguaglianze già oggi esistenti fra i territori e mettere in discussione la garanzia del diritto costituzionale all'Istruzione» spiega il leader della Cgil , Francesco Sinopoli. «Riteniamo poi assolutamente necessario stanziare le risorse per il contratto 2019-2021». «Non si pensi di risolvere le
questioni complesse che riguardano la democrazia e il futuro del Paese, buttando la palla in tribuna. Se invece si vuole giocare una partita a carte scoperte la Uil Scuola è pronta: vanno date risposte alle emergenze: stipendiale, del precariato, organizzativa dei servizi complementari Ata, e un netto no alla regionalizza-
Dal sottosegretario Buffagni un segnale di ottimismo: se ne riparla dopo le elezioni zione del sistema di istruzione statale», incalza il segretario della Uil Pino Turi. «Ad oggi per il personale del comparto istruzione e ricerca si profilano aumenti che sono meno della metà di quelli ottenuti col contratto precedente» fa notare la segretaria della Cisl Maddalena Gissi. E ci sono i progetti di regionalizzazione
Una manifestazione del mondo della scuola
della scuola che non possono andare avanti alla chetichella come fin qui avvenuto». Ieri ha detto la sua anche l’Anaao: «Il neo-federalismo a geometria variabile, che il nuovo governo intende assecondare, può far venir meno definitivamente il concetto stesso di servizio sanitario nazionale con uno strappo definitivo tra Nord e Sud. La carenza di specialisti nasce da errori nella programmazione, ma il sistema rischia di essere definitivamente messo ko dalle spinte verso l’egoismo territoriale ed il sovranismo regionale dietro le quali si nasconde il rischio di ridimensionare il contributo fiscale delle Regioni più ricche e di aumentare l’entropia istituzionale con relative diseguaglianze. Con le Autonomie regionali il diritto alla salute cessa di essere un bene pubblico nazionale per assumere una valenza locale, con una perdita complessiva di coesione sociale ed una accentuazione degli squilibri tra Regioni più ricche e più povere» conclude Carlo Palermo. segretario Anaao. E il governo? Ieri un segnale di ottimismo è arrivato dal M5S. «L’autonomia è nel contratto di Governo. Ci crediamo. Adesso sul tavolo ci sono nodi importanti che scioglieremo ma soffia il vento della campagna elettorale e i passaggi delicati vanno analizzati con la massima attenzione. Ma si farà» ha detto il sottosegretario alle Regioni, Stefano Buffagni. — Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
ruzzante e bartelle
«Fine del bluff Zaia ci spieghi il cambio di rotta» VENEZIA. Ruzzante a Bartel-
le contro Zaia. «Ci sono voluti 530 giorni (1 anno, cinque mesi e 14 giorni, tanto è passato dal o referendum-truffa), ma alla fine il bluff di Zaia è crollato: addio residuo fiscale, addio al principio del 90% da trattenere per i Veneti, addio intesa "blindata" col governo e benvenuto iter parlamentare. Ma ve la ricordate la proposta di legge del Veneto regione a statuto speciale? Tutte balle. A Roma il presidente ha confermato quanto noi abbiamo sostenuto fin dall'inizio: quella dei 9/10 di residuo fiscale è una fregnaccia. E poi che nessun progetto di autonomia può andare a compimento senza il passaggio parlamentare. Chiediamo che Zaia venga subito a riferire in consiglio, ci deve spiegare perché ha presentato al Parlamento una linea diversa da quella assunta nella campagna referendaria e nella proposta di legge votata dal Consiglio Regionale» dicono i consiglieri regionali Piero Ruzzante (Liberi E Uguali) e Patrizia Bartelle (Italia In Comune). — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
PERCHÉ donare il 5x1000 all’Associazione Bellunesi nel Mondo? Perché da sempre mi è stata vicina. Sia quando ero all’estero, sia quando sono rientrato a Belluno.
Perché ha un personale preparato e sempre disponibile per dare informazioni a mio figlio che vive negli Stati Uniti.
Emilio ri a
Luciana Tavi
Ex emigrante
Mamma
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SABATO 6 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
CORTINA
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La candidatura olimpica Milano-Cortina
Il governo firma le garanzie: 415 milioni La lettera consegnata ai commissari Cio Soddisfazione nel clan lombardo-veneto, che nemmeno tanto velatamente spera ora anche in un prossimo rilancio CORTINA. Adesso la firma c’è.
Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha consegnato alla Commissione Cio, in visita a Milano per la candidatura olimpica del 2026, la lettera di garanzie finanziarie del Governo italiano. La Svezia farà la stessa cosa solo la prossima settimana. LO STATO SBORSA UNA SOMMA IMPORTANTE
Roma paga la sicurezza e le spese amministrative, nonché l’adeguamento degli impianti alle esigenze dei diversamente abili. Non un impegno galattico, ma si tratta comunque di una cifra importante: 415 milioni, secondo le prime stime; ma una cifra che sarà «compensata dagli introiti», come rassicura il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Tuttavia – incrociamo le dita – potrebbe scapparci dell’altro, a sentire almeno il premier Conte. «Per me è stato motivo di orgoglio sottoscrivere l’impegno del governo a sostenere questo progetto che se, come auspico, sarà vincente, darà ulteriore slancio alle comunità locali», ha commentato il premier Giuseppe Conte, che ha firmato la lettera giovedì sera, ricordando comunque il contestuale impegno per le Atp Finals, a Torino (pareggiando, quindi, il conto tra Lega e M5S). Prima ancora che Conte confermasse la firma, il suo vice, Matteo Salvini, ci aveva messo la cornice. Il sottosegretario Stefano Buffagni, commenterà poco dopo, che il movimento
Salvini con la bandiera delle Olimpiadi Milano - Cortina e a destra il momento in cui il sottosegretario Giorgetti consegna a Morariu la lettera con le garanzie del governo italiano
non poteva «lasciare la platea libera al Carroccio». Sta di fatto che, consegnando quella lettera, Giorgetti s’è anche commosso.
Conte, «che il progetto è pienamente sostenibile e fruttuoso». Nella nota diffusa da Palazzo Chigi si legge che il governo garantirà non solo la sicurezza, ma anche degli
UNA DECISIONE LUNGA DA PRENDERE
La fatica di arrivare al risultato l’ha ammessa anche Conte, che così l’ha giustificata: «Sono cambiati l’approccio e il modus operandi rispetto al passato: non assumiamo impegni insostenibili nè ci avventuriamo in iniziative che non abbiano una sicura ricaduta positiva per il Paese». Come per la Tav, così per i Giochi del 2026 il Governo ha voluto un’analisi dei costi e dei benefici. L’ha fatta l’Università “La Sapienza” di Roma. «È risultato», ammette
L’analisi costi/benefici ha convinto Conte «Progetto sostenibile e fruttuoso per l’Italia» investimenti infrastrutturali, purché siano funzionali e possano rimanere in dote ai territori al termine della parentesi olimpica. Vuoi vedere che ci scappa pure la pista di bob, slittino e skeleton di Cortina, un “giochetto” da 50 milioni di euro? Sarebbe
ieri sera al gran galà della neve e del ghiaccio
Malagò invita a volare basso ma Sala vede un po’ più rosa Il presidente del Coni sottolinea il gradimento del progetto da parte dell’intero territorio Il sindaco di Milano rinfrancato dopo il colloquio con Morariu CORTINA. «Calma e gesso, non
abbiamo ancora vinto». Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ieri a Milano nel corso del “Gran galà della neve e del ghiaccio”; presenti anche il gover-
natore Luca Zaia, il sindaco e il vicesindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina e Luigi Alverà. Un po’ come una finale che termina ai rigori: magari hai il portiere più bravo, ma non è detto che poi i tuoi la buttino dentro sempre. «Sono contento di quello che abbiamo fatto, le sensazioni sono positive», spiega, «ma il più grande errore che potremmo fare adesso – lo ripeto – sarebbe quello di pen-
sare di aver già vinto». Naturalmente tutti fanno il tifo per il tandem lombardo-veneto. Malagò stesso, scherzando (o forse no?) ha anticipato che sia Dominik Paris e sia Carolina Kostner «ci saranno di sicuro» se i Giochi arriveranno in Italia; e poi ha aggiunto, sorridendo, che «anche Kristian Ghedina mi ha confermato che ci sarà...» . Tornando alla visita della Commissione Cio, Ma-
la ciliegina sulla torta.
crescere il Pil».
LA FELICITA’ DI ZAIA
SORRIDE ANCHE SALA
«Sogniamo insieme”, è il motto della candidatura. Luca Zaia, presidente della Regione, sorride sornione. «L’importante è che il governo si sia intanto seduto al tavolo. Siamo partiti da una situazione molto minimale, oggi è in una posizione da attore protagonista. In Veneto si dice che bastano le idee e basta la squadra. Poi le soluzioni si trovano; anche perché, se verranno aggiudicate le Olimpiadi a queste due comunità, avremo 980 milioni di dollari (dal Cio, OES) che comunque arriveranno sul territorio. In più ci mettiamo degli investimenti noi. Direi che è un bel motore per far
Giuseppe Sala, sindaco di Milano, tira un sospiro di sollievo. «A noi preoccupano di
lagò ha ammesso che «anche oggi (ieri, OES) abbiamo fatto una bellissima figura». Giuseppe Sala, il sindaco di Milano, ha avuto modo ieri di parlare privatamente a lungo con il presidente della commissione Cio, Octavian Morariu. «Mi ha detto», ha confidato Sala, « che la proposta che stiamo facendo è ottima e che dalla visita dei siti tutti i commissari hanno avuto un’ottima impressione». Il nostro dossier in pole-position e l’apprezzamento da parte dei membri del Cio non sono casuali, ma il frutto di un grande lavoro di squadra, ha subito rilanciato il sottosegretario Massimo Bitonci. «Esprimo dunque viva soddisfazione per questo rilevante risultato e un certo ottimi-
smo sull’esito finale di una partita che ci vede per ora meritatamente in vantaggio sugli avversari», ha aggiunto. Adesso non si tratta che conquistare anche gli ultimi due o tre voti necessari a vincere il 24 giugno a Losanna. «Bisogna rinsaldare le fila», suggerisce Malagò, «con-
Zaia: «Roma è partita da impegni minimali Ora è in una posizione da attore protagonista» più i costi operativi che i costi per le infrastrutture», ha ammesso, «quindi il problema, più che la cifra, è il farsi carico di alcune attività; e mi pare che l’apertura sia proprio su questo. Ma importante è anche la circostanza che si sia arrivati “prima degli al-
Bitonci più ottimista «Siamo in vantaggio meritatamente sui nostri avversari» tinuare a mantenere i rapporti personali, consolidare chi è vicino e provare a convincere chi non lo è e lavorare sugli indecisi». E, per quanto ri-
tri”, come ammette Giorgetti, prima cioè degli svedesi. Adesso abbiamo preso un po’ di vantaggio», sospira anche lui di sollievo, senza però farsi sentire da quelli del Cio perché sarebbe vietato, in questa fase, fare confronti. Nell’attesa del 24 giugno, quando il Cio deciderà fra l’Italia e la Svezia, si discute intanto della possibile governance. E Giorgetti, ancora lui, propone di essere sobri, o meglio “sostenibili” anche in questo campo. Bisogna fare – suggerisce – una piccola società per azioni in cui sono tutti protagonisti, che possa agire con correttezza, trasparenza pubblica ma anche con l’efficienza di un privato. — Francesco Dal Mas BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
guarda le valutazioni della Commissione, secondo il presidente del Coni avrà un peso enorme l’entusiasmo riscontrato in Veneto e Lombardia. «Tutti i riscontri che abbiamo, le indagini, hanno dimostrato che c’è una percentuale apparente dell’80% di favorevoli; dato clamorosamente importante, che credo incida molto sulle valutazioni della commissione». Per Malagò quello che conta, al di là dei numeri, «è che in tre giorni e mezzo ho fatto 1200 km: ci fosse stata una forza importante contro il progetto l’avrei avvertita. Invece, dovunque siamo andati è stata una festa; a tutti i livelli, anche da persone non coinvolte». — F.D.M. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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La sfida elettorale delle Europee l’ex ministro oggi debutta in veneto
il nodo intesa con svp
L’assalto di Calenda al fortino Lega «Il Pd e la mia lista puntano al 25%»
Berlusconi e poi Gardini Marin rilancia «Fi riparte»
Il Carroccio a Nordest schiera Salvini, Da Re, Bizzotto, Rizzotto e Ciambetti e nei sondaggi vola al 47% nomica inadeguata alle esigenze del territorio». Confermano la loro disponibilità sia l’ex senatrice Laura Puppato che il professor Antonio Calò, premiato dal presidente Mattarella per aver accolto una ventina di immigrati come figli a casa sua. E Alessia Rotta? Si è già ritirata.
Albino Salmaso PADOVA. L’obiettivo è ambizioso ma Carlo Calenda, il ministro di “Industria 4.0”, sa lanciare il cuore oltre l’ostacolo ed è convinto di risalire la china dal 18 al 25% , a prescindere dal dilemma Variati-candidato sì o no: ieri con un tweet ha lanciato l’assalto al fortino della Lega, che i sondaggi della Gisleri vedono al 45-47%. Anche se l’autonomia è gran pasticcio, con Salvini che delude il Veneto e Zaia che scalpita imbrigliato nella rete del premier Conte. Dei nove decimi di tasse modello Bolzano non c’è traccia, la festa a palazzo Ducale è stata revocata per ripiegare mesi dopo sulla “sagra” di Treviso ma il consenso vola alle stelle. A prescindere dall’autonomia e dai mancati rimborsi ai risparmiatori Bpvi e Veneto Banca: la Lega punta a 8 seggi su 15, con Mara Bizzotto, Toni Da Re, Silvia Rizzotto e Roberto Ciambetti sicuri di approdare a Strasburgo. LA RETROMARCIA
Calenda oggi alle 11 sarà a Vicenza con Alessandra Moretti, Stefano Fracasso, Achille Variati e il segretario Alessandro Bisato al suo fianco per aprire la campagna elettorale, poi farà tappa a Schio e Bassano e domani sarà nel Veneziano, con un tour che non si sovrappone a quello di Matteo Renzi, in pista nelle stesse ore per presentare il suo libro e ricordare che cinque anni fa il Pd volò al 40% con la svolta liberal. Calenda ieri ha fissato la nuova asticella, dopo la rovinosa caduta del 2018: «La lista Siamo Europei-Pd deve puntare al 25% alle Europee, come minimo. Può sembrare ambizioso ma ci sono molti italiani che studiano, lavorano, producono e non sono rappresentati
Zingaretti lancia un appello a Variati «Lo invito a candidarsi nella nostra lista» da questo governo», ha scritto il capolista a Nordest. Al secondo posto ci sarà Elisabetta Gualmini, politologa, vicepresidente dell’Emilia Romagna e per gli altri 13 nomi dovrebbe scattare l’ordine alfabetico, con molti big da sistemare: gli ex ministri ed europarlamentari Cécile Kyenge e Paolo De Castro, Damiano Zoffoli e Isabella De Monte, tutti con una legislatura alle spalle. Anche il triestino Gianni Cuperlo vuole tornare in pista e dal Veneto sono scattate le rinunce. Ieri Stefano Fracasso, capogruppo in Regione e leader
dell’area Martina, ha ritirato la propria disponibilità: «Sono abituato a unire, non a dividere, e quindi rinuncio e mi auguro che questo permetta di trovare una sintesi unitaria, nel Veneto quanto a Roma, in modo che a Bruxelles ci sia almeno una voce della nostra regione» scrive Fracasso. LE BARUFFE DI VICENZA
Cosa vuol dire? L’obiettivo è convincere Achille Variati a tornare sui propri passi: l’ex sindaco di Vicenza è stato invitato da Carlo Calenda a confermare la disponibilità alla sfida del 26 maggio, ritirata con un post su Facebook dopo il via libera ottenuto in direzione regionale. Variati aveva chiesto a Zingaretti di essere l’unico big veneto in lista, con la garanzia del terzo posto. Ma il segretario Bisato ha fatto votare sei
La più votata è Viviana Dal Cin nata a Vittorio Veneto ma vive a Trieste Buono il risultato della bellunese Cinzia Dal Zotto, residente a Zurigo
M5S, vince l’Emilia Romagna cinque veneti in corsa per l’Ue LO SCENARIO
E
milia-Romagna pigliatutto alle selezioni per i candidati alle Europee del 26 maggio per il Movimento 5 Stelle. Dei 15 posti disponibili nella circoscrizione Nordest gli emiliani-romagnoli più vota-
Se nel Pd le gelosie prevalgono sulla coerenza e il senso di responsabilità che dovrebbero guidare i leader, nella Lega i giochi li ha decisi il ministro-segretario che ha rovesciato le indicazioni uscite. Toni Da Re, leader della potente Lega-Liga Veneta, finirà al terzo posto nella lista del Nordest che ovviamente avrà Matteo Salvini capolista. Alle sue spalle Mara Bizzotto, vicentina, capogruppo al parlamento europeo e impegnata a smantellare l’asse Merkel-Macron, vale a dire i popolari e i socialisti che guidano la Commissione Ue con Junker. Da Re, che come carica elettiva è stato sindaco di Vittorio Veneto, non ha fatto alcuna pressione per entrare in corsa, ma Salvini lo ha premiato per la sua assoluta “fedeltà” visto che fu proprio lui con Franco Manzato e Paolo Gobbo a convincere Matteo a guidare il partito dopo l’addio di Bossi e Maroni. E nel 2018 Da Re e Bitonci hanno scelto i parlamentari in perfetta sintonia con Salvini ma in assoluta autonomia dal governatore Zaia, che a Roma si trova senza truppe fedeli per la battaglia dell’autonomia. A Strasburgo, invece, riuscirà a mandare Silvia Rizzotto, capogruppo della sua lista in consiglio regionale. Poi c’è il vicentino Roberto Ciambetti, presidente dell’assemblea, altro fedelissimo del governatore. —
PADOVA. Forza Italia è pronta a sfidare la Lega con Silvio Berlusconi. E al secondo posto si punta a riconfermare Elisabetta Gardini, capogruppo Fi-Ppe a Strasburgo. L’unica incognita resta l’apparentamento con la Svp di Bolzano, che gode di una tutela istituzionale perché rappresenta una minoranza e se Fi non risale oltre al 12 per cento sarà difficile ottenere due seggi. Chi saluta con soddisfazione il ritorno in campo del Cavaliere è il deputato Marco Marin. «La candidatura del presidente Berlusconi, il nostro campione, anche nella circoscrizione del Nordest è per noi di Forza Italia una grandissima motivazione: è grazie al suo ruolo se l’Italia in Europa gode di grande prestigio e ha sempre ottenuto per l’Italia grandi successi. Per ricordarne uno dei più importanti basta pensare alla nomina di Mario Draghi alla guida della Bce ottenuta nonostante la cancelliera Merkel spingesse per un altro candidato. Noi crediamo nell’Europa. Di più, come abbiamo scritto nel nostro simbolo chiediamo il voto per cambiare l’Europa e renderla più vicina ai cittadini. I nostri valori moderati, liberali, cattolici e riformatori conquisteranno anche questa volta insieme alla nostra grande famiglia del PPE la maggioranza nel Parlamento europeo». —
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Project manager di progetti internazionali. Matias Eduardo Diaz Crescitelli, 32 anni, nato a Argentina e residente a Fontevivo (Parma). La bellunese Cinzia Dal Zotto, 48 anni, nata a Feltre e residente a Zurigo è professore universitario presso la Facoltà di Economia dell’Università di Neuchâtel (Svizzera). Nato a Venezia e residente a Marghera Antonio Candiello, 55 anni, sposato con due figli, ha competenze informatiche e di organizzazione aziendale, già candidato al Senato. Ulderica Mennella, 46 anni, nata a Roma e residente a Selvazzano Dentro (Pd) ha 46 anni, sposata con due figlie. Quindi Tiziana Cipriani, 55 anni, nata a Chiavenna e residente a Modena, lavora
presso la Camera di Commercio di Bologna. Carla Franchini, 49 anni, nata a Gioia Del Colle e residente a Rimini, coniugata e due figli. Cristina Manes, 52 anni, nata a Matera e residente a Mogliano Veneto, dove si è presentata candidata sindaco nel 2014 e risultata unica eletta. Quindi troviamo Salvatore Lantino, 60 anni, nato a Ragusa e residente a San Lazzaro di Savena (Bologna), avvocato economista. Con 414 preferenze chiude la lista dei primi 15 votati la trevigiana Valentina Borin 33 anni, residente nel capoluogo della Marca. Attivista dal 2012, si è presentata come candidato sindaco a Salgareda nel 2014. — Nicola Brillo
IL VENTO DEL CARROCCIO
Dall’alto al basso in senso orario: Carlo Calenda, Alessandra Moretti e Achille Variati candidati del Pd Roberto Ciambetti, Silvia Rizzotto e Toni Da Re, candidati della Lega alle elezioni europee del 26 maggio
ti sono 8, i veneti 5 e due per il Friuli Venezia Giulia. Nessun candidato per il Trentino-Alto Adige. I nomi sono stati diffusi al termine delle elezioni sulla piattaforma Rousseau, al centro di un’indagine del Garante della Privacy che l’ha recentemente sanzionata con 50 mila euro. Il Movimento precisa che “la lista de-
finitiva sarà composta a seguito del terzo turno di voto, garantendo la rappresentanza di genere e regionale”. Dunque sono probabili dei nuovi inserimenti. La più votata dagli attivisti con 909 voti è Viviana Dal Cin, nata a Vittorio Veneto 39 anni fa, ma vive a Trieste, dove lavora in area Finanza di
nomi e in queste ore Roma ha rilanciato con una nota ufficiale di Nicola Zingaretti per scongiurare il dietrofront dell’ex sindaco di Vicenza. «Ho chiesto ad Achille Variati di candidarsi alle elezioni europee, mi auguro davvero che stia nella nostra lista e combatta questa importante battaglia per il futuro dell'Europa e dell'Italia», scrive Zingaretti. Chi ci sarà certamente è Alessandra Moretti, che quattro anni fa perse la sfida con Zaia e per disciplina di partito fu costretta a dimettersi da eurodeputata: ora ottiene la seconda chance. Lei smorza la polemica: «Penso che la presenza di Variati possa arricchire la lista dei candidati nel Nord Est. Potremmo fare una bella campagna elettorale insieme contro una Lega che ha tradito anche il Veneto con una politica eco-
un gruppo assicurativo internazionale. Era candidata alle regionali come assessore Bilancio e all'Economia. Al secondo posto (873 preferenze) Alessandra Guatteri, 52 anni, consigliere comunale a Reggio Emilia, imprenditrice presso Elettronord sas. Con 839 voti c’è Marco Zullo, nato a Verona 40 anni fa, residente a Chions (Pordenone), portavoce in Parlamento Europeo. Claudio Fochi, 62 anni, nato e residente a Ferrara è consigliere comunale in carica (Ferrara), docente in lingue straniere, guida e accompagnatore turistico. Poi troviamo Nadia Piseddu, 30 anni, nata a Scandiano e residente a Vignola (Modena), è laureata in ingegneria aerospaziale a Torino, ora
Marin e Berlusconi a Padova
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la protesta il 17 maggio
Sciopero generale della scuola contro l’autonomia del Veneto Cgil, Cisl, Uil, Snal e Gilda sul piede di guerra: no ai concorsi regionali per i docenti Allarme dei medici (Anaao): si rischia di smantellare il servizio sanitario nazionale ROMA. C’è una mina vagante
sulla strada dell’autonomia: lo sciopero generale proclamato da Cgil Cisl e Uil Scuola, Gilda e Snals il 17 maggio prossimo. E anche i medici dell’Anaao si schierano contro: c’è il rischio di allargare il divario Nord-Sud. La protesta era nell’aria da settimane: troppe le incomprensioni con l’esecutivo sul rinnovo del contratto, il precariato ma soprattutto sul tema dell’autonomia differenziata a cui tutti i sindacati della scuola guardano con preoccupazione. «È uno sciopero per contrastare ogni ipotesi di regionalizzazione del sistema istruzione, che non farebbe altro che aggravare i divari e le disuguaglianze già oggi esistenti fra i territori e mettere in discussione la garanzia del diritto costituzionale all'Istruzione» spiega il leader della Cgil , Francesco Sinopoli. «Riteniamo poi assolutamente necessario stanziare le risorse per il contratto 2019-2021». «Non si pensi di risolvere le
questioni complesse che riguardano la democrazia e il futuro del Paese, buttando la palla in tribuna. Se invece si vuole giocare una partita a carte scoperte la Uil Scuola è pronta: vanno date risposte alle emergenze: stipendiale, del precariato, organizzativa dei servizi complementari Ata, e un netto no alla regionalizza-
Dal sottosegretario Buffagni un segnale di ottimismo: se ne riparla dopo le elezioni zione del sistema di istruzione statale», incalza il segretario della Uil Pino Turi. «Ad oggi per il personale del comparto istruzione e ricerca si profilano aumenti che sono meno della metà di quelli ottenuti col contratto precedente» fa notare la segretaria della Cisl Maddalena Gissi. E ci sono i progetti di regionalizzazione
Una manifestazione del mondo della scuola
della scuola che non possono andare avanti alla chetichella come fin qui avvenuto». Ieri ha detto la sua anche l’Anaao: «Il neo-federalismo a geometria variabile, che il nuovo governo intende assecondare, può far venir meno definitivamente il concetto stesso di servizio sanitario nazionale con uno strappo definitivo tra Nord e Sud. La carenza di specialisti nasce da errori nella programmazione, ma il sistema rischia di essere definitivamente messo ko dalle spinte verso l’egoismo territoriale ed il sovranismo regionale dietro le quali si nasconde il rischio di ridimensionare il contributo fiscale delle Regioni più ricche e di aumentare l’entropia istituzionale con relative diseguaglianze. Con le Autonomie regionali il diritto alla salute cessa di essere un bene pubblico nazionale per assumere una valenza locale, con una perdita complessiva di coesione sociale ed una accentuazione degli squilibri tra Regioni più ricche e più povere» conclude Carlo Palermo. segretario Anaao. E il governo? Ieri un segnale di ottimismo è arrivato dal M5S. «L’autonomia è nel contratto di Governo. Ci crediamo. Adesso sul tavolo ci sono nodi importanti che scioglieremo ma soffia il vento della campagna elettorale e i passaggi delicati vanno analizzati con la massima attenzione. Ma si farà» ha detto il sottosegretario alle Regioni, Stefano Buffagni. — Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
ruzzante e bartelle
«Fine del bluff Zaia ci spieghi il cambio di rotta» VENEZIA. Ruzzante a Bartel-
le contro Zaia. «Ci sono voluti 530 giorni (1 anno, cinque mesi e 14 giorni, tanto è passato dal o referendum-truffa), ma alla fine il bluff di Zaia è crollato: addio residuo fiscale, addio al principio del 90% da trattenere per i Veneti, addio intesa "blindata" col governo e benvenuto iter parlamentare. Ma ve la ricordate la proposta di legge del Veneto regione a statuto speciale? Tutte balle. A Roma il presidente ha confermato quanto noi abbiamo sostenuto fin dall'inizio: quella dei 9/10 di residuo fiscale è una fregnaccia. E poi che nessun progetto di autonomia può andare a compimento senza il passaggio parlamentare. Chiediamo che Zaia venga subito a riferire in consiglio, ci deve spiegare perché ha presentato al Parlamento una linea diversa da quella assunta nella campagna referendaria e nella proposta di legge votata dal Consiglio Regionale» dicono i consiglieri regionali Piero Ruzzante (Liberi E Uguali) e Patrizia Bartelle (Italia In Comune). — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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Primo Piano
Sabato 6 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Verso le elezioni europee er la campagna elettorale prenderà casa a Padova e già da questo fine settimana girerà il Veneto e il Friuli. 46 anni martedì prossimo, già viceministro e poi ministro allo Sviluppo economico, Carlo Calenda guiderà alle prossime Europee la lista Pd-Siamo europei nella circoscrizione Nordest. Un voto, dice, simile a quello del 1948: «Quella volta si doveva decidere se stare con l’Unione sovietica o l’Occidente. Stavolta c’è una proposta politica, quella della Lega e dei Cinquestelle, che vuole portare l’Italia verso i Paesi dell’Est Europa, verso modelli di democrazia illiberale come l’Ungheria e la Russia».
Siamo europei. Penso che l’anima liberal-democratica che il Pd ha sempre avuto debba essere rafforzata adesso che il segretario è più espressione della parte socialdemocratica».
P
È confermato che sarà capolista? «Sì, sarò capolista della lista Partito Democratico - Siamo europei nella circoscrizione Nordest. Siamo europei è la componente più liberale della lista e vuole rappresentare le istanze del mondo della produzione, del lavoro, dello studio. In pratica di chi fatica e che in questo Governo trova una difficile rappresentanza. Questo Governo ha sistematicamente ignorato sia il mondo del lavoro dal punto di vista per esempio dei tagli alle tasse, cosa che invece noi avevamo fatto con gli 80 euro, sia il mondo dell’impresa, indebolendo il piano Impresa 4.0 che avevo fatto e che funzionava molto bene. Si sono concentrati su una visione assistenziale dell’Italia, sia col reddito di cittadinanza che con Quota 100, fino alla rinazionalizzazione di Alitalia. L’assistenzialismo è un buon sistema per prendere voti, ma non per il bene del Paese». Alle Europee 2014 il Pd superò il 40%. Adesso qual è l’asticella? «Riterrei un successo dal 25% in su. E il fronte complessivo dei partiti europeisti, con +Europa e Italia in Comune, ritengo possa arrivare al 30%». Cosa va cambiato e cosa funziona dell’Europa? «Faccio l’esempio dell’immigrazione. Quando l’Europa è l’Europa degli Stati nazionali, non funziona. Perché ognuno si fa i fatti suoi. Se la Commissione “comandasse”, la ridistribuzione dei migranti sarebbe una cosa già fatta. Un esempio dell’Euro-
Al congresso non ha votato e ha fatto lo scrutatore. «Fare lo scrutatore è stata una bellissima esperienza di politica per incontrare le persone. Non ho votato perché tutti e tre i candidati avevano aderito al manifesto Siamo europei e quindi fondamentalmente non volevo avvantaggiarne uno piuttosto che l’altro». Che rapporti ha con il mondo produttivo del Nordest? «Ce li ho molto forti da sempre, sin da quando stavo in Confindustria, poi quando ho fatto Impresa 4.0 che è stato il più grande piano industriale e di stimolo agli investimenti degli ultimi anni. La sfida è rappresentare chi produce e chi lavora».
LIBERALE L’ex ministro Carlo Calenda, 46 anni tra pochi giorni, romano: alle Europee sarà capolista del Pd nella circoscrizione Nordest
L’intervista Carlo Calenda
«Io, capolista del Pd ma un po’ eretico» L’ex ministro, un liberale tra i dem ` «Questo è un governo assistenzialista, «E non so se aderirò al gruppo Pse» in Europa voglio rappresentare chi fatica» `
pa che funziona è l’accordo di libero scambio con il Canada che sta dando straordinari risultati per le nostre imprese».
SAREBBE UN SUCCESSO SUPERARE IL 25%. L’AUTONOMIA? GIUSTO DARE PIÙ POTERI A CHI GOVERNA MEGLIO, MA SCELGO LA VIA EMILIANA
Se eletto a quale gruppo aderirà? Al Pse, dove c’è il Pd, o ai liberali dell’Alde? «Sicuramente non ai liberali dell’Alde perché hanno fatto parecchie cose che non mi piacciono, tra l’altro prendendosela con il presidente del Consiglio italiano che io non stimo, ma che con credo debba essere insultato nel mezzo del Parlamento europeo.
Guarderò con attenzione a quello che si costruisce anche intorno ai progressisti. Può essere che si allarghi un fronte più ampio che veda nuovi movimenti liberali nascere o il Partito socialdemocratico europeo. Questo lo vedrò dopo. Chiaro che io mi sento più liberale che socialdemocratico». Però è iscritto al Pd. Lei si sente del Pd? «Sì, sono un po’ eretico, ma sono iscritto. E certo che mi sento del Pd. Il Pd ha aderito al manifesto
IL VOTO DEL 26 MAGGIO È COME QUELLO DEL ‘48: SI DEVE DECIDERE SE VOGLIAMO ANDARE VERSO SISTEMI ILLIBERALI COME RUSSIA E UNGHERIA
È vero che voleva in lista l’imprenditore Alberto Baban? «È uno dei primi firmatari di Siamo Europei, sarebbe stata una bella candidatura, ma Alberto ha deciso di fare il suo lavoro. Per questo non gliel’ho chiesto». Cosa pensa del ritiro di Achille Variati? «Spero ci ripensi, anzi, sono abbastanza convinto che ci ripenserà. Secondo me potrebbe essere il terzo in lista». Che giudizio dà del governatore Luca Zaia e del fatto che continui ad avere un forte consenso, addirittura il 76%? «Se ha un consenso così alto evidentemente è una persona capace di amministrare. Dopodiché ho sempre detto che la Lega che amministra è molto diversa dalla Lega di Salvini. Io penso che Zaia con Salvini c’entri molto poco». Che autonomia darebbe al Veneto? «Io la farei sul modello dell’Emilia Romagna, quindi un po’ intermedia rispetto alla richiesta di Zaia e Fontana. Ma l’idea che le Regioni che sono meglio amministrate godano di maggiore autonomia è giusta. Ci sono però delle prerogative che devono restare nazionali, come la scuola». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
Zingaretti: «Achille ripensaci» Variati guadagna il terzo posto
DEMOCRATICI Da sinistra, Achille Variati, Stefano Fracasso e Alessia Rotta: il primo potrebbe rientrare in lista dopo aver annunciato il ritiro; gli altri due non correranno per l’Europa
nale, Stefano Fracasso e la deputata veronese Alessia Rotta. «Si tratta di una valutazione del tutto personale ed estranea al dibattito di questi giorni sulle candidature - ha detto Fracasso - Continuerò in consiglio regionale in un momento in cui molte questioni sono sul tappeto e richiedono grande impegno e dedizione: dai problemi della sanità a quelli dell’autonomia. Sono abituato a unire, non a dividere, e quindi rinuncio anche augurandomi che questo permetta di trovare una sintesi unitaria, nel Veneto quanto a Roma, in modo che a Bruxelles ci sia almeno una voce della nostra regione. Variati vuol ripensarci? Credo lo do-
vrebbero correre tutti. Accusato di non aver fatto sintesi, spiega com’è andata: «Ho raccolto indicazione dal nazionale di sentire i territori per arrivare a definizione di una rosa di 5-6 nomi, cioè la quota veneta da proporre. Con congruo anticipo ho convocato insieme al presidente dell’assemblea, Giovanni Tonella, tutti i segretari provinciali per ricevere dai territori le indicazioni e perché queste non fossero invece frutto di trattative verticistiche e individuali. Personalmente - ha detto Bisato - sono convinto che la rosa emersa offra profili estremamente autorevoli, competitivi e complementari dal punto di vista elettorale». E poi, con tre preferenze, «è nell’urna - dice Bisato - che si produce la selezione. Mi auguro che tutti coloro che hanno annunciato di fare un passo indietro scelgano invece di essere della partita e che i veneti, con la multi preferenza, facciano squadra tra loro». Al.Va.
IL TOTO CANDIDATI VENEZIA Achille, ripensaci. L’invito all’ex sindaco di Vicenza a «riconsiderare» la decisione di ritirarsi dalla competizione per Bruxelles arriva dal segretario nazionale del Partito Democratico, Nicola Zingaretti. «Ho chiesto ad Achille Variati di riconsiderare la decisione, da lui assunta nei giorni scorsi, di ritirare la sua candidatura alle elezioni europee. Sono convinto - ha detto Zingaretti - che la sua presenza nella lista del Partito Democratico sarebbe un valore aggiunto, in virtù della sua esperienza e della sua naturale capacità di rappresentare il territorio. Mi auguro davvero che stia nella nostra lista e combatta questa importante battaglia per il futuro dell’Europa e dell’Italia».
ALTRI DUE RITIRI Il paradosso è che, dopo Variati, a ritirare la propria disponibilità a candidarsi sono stati anche il capogruppo in consiglio regio-
ORA L’EX SINDACO DI VICENZA POTREBBE RIENTRARE IN GIOCO SI CHIAMANO FUORI INVECE FRACASSO E ALESSIA ROTTA
vrebbe fare. Mi aspetto anche che il segretario nazionale dia dignità ai candidati veneti in lista». E dalle parole di Fracasso si capisce qual è adesso il nodo politico: il posizionamento in lista. Dopo Carlo Calenda, capolista, e l’emiliano-romagnola Elisabetta Gualmini, il pressing sarebbe per avere Variati al terzo posto. Tra l’altro, con il ritiro di Fracasso, i vicentini in lizza sarebbero solo due: Variati e Alessandra Moretti. Che in una nota incoraggia l’ex sindaco a rientrare: «Penso che la presenza di Variati arricchirebbe la lista dei candidati nel Nordest. Potremmo fare una bella campagna elettorale insieme contro una Lega che ha tradito anche il Veneto con una politica economica inadeguata alle esigenze del nostro territorio. Io mi sono messa a disposizione e non pongo condizioni. Penso davvero che in questo momento il Nordest abbia bisogno dell’impegno di tutte e tutti». E quel “non pongo condizioni” la dice tutta sullo scontro che c’è stato in questi giorni e su quello relati-
IL SEGRETARIO VENETO BISATO DIFENDE LE SCELTE: «LA ROSA È AUTOREVOLE POI LA SELEZIONE SI FA NELL’URNA»
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vo al posizionamento in lista. Passasse il criterio dell’ordine alfabetico dopo la testa di lista Calenda-Gualmini, il terzo sarebbe il trevigiano Antonio Silvio Calò.
«TUTTI IN CORSA» Per il segretario regionale del Pd veneto, Alessandro Bisato, do-
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Le Olimpiadi invernali 2026
Giochi Milano-Cortina c’è il sigillo del governo
IL DOCUMENTO VENEZIA «Entro venerdì spero di avere la lettera con le garanzie firmata dal presidente del Consiglio dei ministri», aveva detto lunedì scorso, ai tecnici del Cio guidati dall’ex rugbista Octavian Moriariu, il sottosegretario allo Sport Giancarlo Giorgetti. I sopralluoghi a Cortina d’Ampezzo e a Bormio non erano iniziati, i commissari del Comitato internazionale olimpico avrebbero apprezzato solo nei giorni seguenti la bellezza delle Dolomiti patrimonio dell’umanità e l’entusiasmo dei veneti e dei lombardi che vogliono ospitare i Giochi invernali del 2026. L’impegno del Governo, però, era fondamentale. E l’impegno è arrivato. Il premier Giuseppe Conte ha comunicato di aver firmato la seconda lettera di garanzia per la candidatura di Milano e Cortina ancora giovedì sera. Con «orgoglio», peraltro. Un progetto - ha detto Conte - che «per come è stato progettato, è pienamente sostenibile e fruttuoso».
LE GARANZIE Così, con le garanzie del Governo nero su bianco, Milano-Cortina piazza il primo sorpasso su Stoccolma-Aare, nella corsa ai Giochi invernali 2026. In sostanza, lo Stato si impegna ad assicurare «i servizi nelle proprie prerogative» (come sicurezza e dogane) e «quelle infrastrutture di interesse generale, utili indipendentemente dai Giochi», ha spiegato il sottosegretario Giorgetti che ha consegnato il documento ai commissari del Cio prima dell’intervento del vicepremier Matteo Salvini, «contento», in posa davanti ai fotografi con giacca e bandiera della candidatura italiana. I protagonisti, dal Coni ai comuni di Milano e Cortina, fino alle Regio-
Consegnata alla commissione Cio `Giorgetti: «Vantaggio sulla Svezia» la lettera con le garanzie finanziarie Conte: «Questo progetto sostenibile» `
LA LETTERA Il sottosegretario Giancarlo Giorgetti e il presidente della commissione del Cio Octavian Morariu
L’incontro Il “terzo tempo” Bettarello-Morariu Si è concluso con un viaggio nel passato la settimana in Italia dall’ex rugbista romeno degli anni ‘80 Octavian Morariu, a capo della commissione del Cio. Ricordandosi che lunedì a Venezia aveva citato due volte Stefano Bettarello, il governatore del Veneto, Luca Zaia, in occasione della cena di gala di ieri sera a Milano ha sorpreso Morariu facendogli incontrare a Villa Necchi proprio l’ex mediano di apertura, più volte campione d’Italia con Rovigo e Treviso, oggi sessantunenne. «L’abbraccio fra due vecchi campioni del rugby, lo spirito del “terzo tempo” che affratella chi abbraccia questo sport duro ma leale, mi ha fatto comprendere che lo spirito Olimpico è un valore assoluto» ha sottolineato Zaia raccontando l’episodio su Facebook.
(foto ANSA)
SOGNANDO INSIEME Da sinistra, il governatore del Veneto Luca Zaia; il sindaco di Milano Giuseppe Sala; il presidente del Coni Giovanni Malagò; il sindaco di Cortina Giampietro Ghedina e il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana
ni Lombardia e Veneto, con i rispettivi amministratori hanno vissuto come un cambio di passo le garanzie, presentate nell’occasione ideale: il seminario di confronto, ieri a Milano, con i commissari del Cio che hanno applaudito gli interventi dei rappresentanti del governo. Nonché quello
del presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ha sottolineato «l’unità senza precedenti in Italia», dimostrata dall’endorsement delle scorse settimane del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dai sondaggi per cui «l’80% dei cittadini» è a favore dei Giochi. «Poi arriveranno an-
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ZAIA: «LA SQUADRA C’È DOSSIER DA NUMERO 1» SALVINI «CONTENTO» MA NIENTE CENA DI GALA «SONO AL COMPLEANNO DI MIO FIGLIO»
che gli svedesi, per ora abbiamo preso un pò di vantaggio», ha sorriso dal canto suo Giorgetti.
I COSTI I costi per «il nuovo palasport di Milano o altri impianti fatti per i Giochi saranno sostenuti dal comitato organizzatore o dagli enti interessati», ha chiarito Giorgetti, forte dello «studio de La Sapienza che dimostra come le imposte generate dagli investimenti degli enti locali più che ripagano i costi indiretti per lo Stato». Un’analisi della Bocconi parla di «introiti per almeno 3 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 1.2 miliardi, generato da un investimento di 868 milioni, con costi operativi di 952 milioni». Dietro la svolta dell’esecutivo giallo-verde c’è stato un braccio di ferro politico, come fa intendere anche il botta e risposta fra Luigi Di Maio e Luca Zaia, poco prima della presentazione delle garanzie. Di Maio: «L’importante è non creare cattedrali nel deserto». Replica del governatore leghista veneto: «Non ne faremo, e non erano nemmeno ipotizzate dall’inizio del cammino». Zaia è sempre stato ottimista: «La squadra c’è, il dossier è il numero uno». Soddisfatto il deputato ex olimpionico Marco Marin: «Al traguardo manca poco, come lo sport insegna non si deve mollare fino alla fine». Ieri sera la cena a Villa Necchi Campiglio, nel cuore di Milano. Salvini ha disertato: «Ho la cena di gala per il compleanno di mio figlio». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
IL CASO VENEZIA In alcune regioni le leggi sono state rese disponibili solo attraverso i codici, ed è il caso del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, in altre - specialmente nel Sud - c’è stata maggiore libertà e così alla prova scritta sono circolati anche i manuali che contengono le leggi, ma pure molto altro. Sembra non esserci pace per il concorso dei dirigenti scolastici che si sta svolgendo in questi mesi. Dopo le bocciature agli scritti iniziano i ricorsi in Veneto e Friuli Venezia Giulia, appellandosi prima di tutto alle scelte disomogenee sul territorio nazionale in merito alla possibilità di consultazione dei testi di legge, ma denunciando poi l’inadeguatezza del programma informatico e la non simultaneità della selezione. Queste le principali istanze contenute nei ricorsi collettivi davanti al Tar intrapresi dai docenti che hanno partecipato al concorso per presidi e che non sono riusciti a superare lo scritto. Una prova che ha registrato la bocciatura del 60% dei candidati in Veneto e del 50% in Friuli. Una selezione, quella iniziata la scorsa estate, che aveva fatto una strage già nei test-preselettivi dello scorso 23 luglio, quando furono respinti il 62% dei candidati veneti e il 55% dei friulani. Tagli su tagli e alla fine gli ammessi alle prove orali sono 253 aspiranti presidi in Veneto e 74 in Friuli. Numeri nemmeno sufficienti a coprire il fabbisogno di queste due regioni che hanno la metà delle scuole senza dirigente.
I RICORSI Molti dei respinti però contestano le bocciature, da qui i ricorsi collettivi promossi dal Codacons a tutela degli esclusi dal con-
IL CASO VENEZIA Congelato. Il Servizio regionale di vigilanza, così come era stato pensato dalla giunta di Luca Zaia lo scorso dicembre, viene sospeso. A Palazzo si racconta che fossero perfino pronte le nuove divise per gli agenti regionali, ma non se ne farà più niente. Il motivo è che per rendere operativo questo nuovo Servizio regionale di vigilanza serve un passaggio statale, ma il Parlamento non ha ancora modificato la disciplina delle funzioni di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza. Risultato: si sospende tutto. Peccato che ci sia un centinaio di agenti che prima lavoravano per le Province, che a un certo punto hanno saputo che sarebbero passati in Regione e che adesso non sanno cosa sarà del loro futuro.
Sabato 6 Aprile 2019 www.gazzettino.it
Presidi, pioggia di ricorsi «Al Sud concorso “facile”» Bocciature di massa in Veneto e Friuli `Dal Nordest azione collettiva al Tar dove le regole erano diverse e più severe Il Codacons: disparità di trattamento `
Allarme Cgil
«Quota 100 a scuola segreterie nel caos» `MESTRE
REGOLE DIVERSE In Veneto e Friuli è stata strage di concorrenti, altrove non è stato così
IN ALTRE REGIONI LA PROVA SCRITTA SI È SVOLTA CON I MANUALI A DISPOSIZIONE DEI CONCORRENTI
corso per dirigenti scolastici. Un’azione intrapresa a livello nazionale e che coinvolge le regioni del Nordest dove le indicazioni fornite dalle commissioni sono state più restrittive rispetto ad altre regioni d’Italia. Alla base dell’iniziativa ci sarebbero «una serie di irregolarità - spiegano in
Polizia regionale, tutto sospeso in attesa dello Stato
LO STOP La delibera che sospende la precedente determinazione del dicembre 2018 è stata approvata nei giorni scorsi dalla giunta regionale del Veneto. Il provvedimento ricorda che con il Collegato alla legge di stabilità 2017 il consiglio regionale del Veneto aveva disposto che gli agenti di polizia provinciale trasferiti alla Regione mantenessero le indennità, il trattamento economico e le qualifiche - compresa quella di agente di polizia giudiziaria - di quand’erano in Provincia. Per la Corte costituzionale questa previsione di mantenere qualifiche e indennità era sì possibile, ma non poteva stabilirlo la Regione perché la competenza è dello Stato. Così la materia è stata portata a Roma, discussa nel luglio 2017 in Commissione Politiche agricole della Conferenza delle Regioni, e poi, su iniziativa del Veneto, alla Commissione Affari istituzionali
CACCIA AI BRACCONIERI Una guardia venatoria provinciale in Polesine
della stessa Conferenza. La proposta era di riconoscere, con una norma statale, la qualifica di agenti di polizia giudiziaria non solo al personale trasferito, ma anche ai nuovi assunti dalle Regioni incaricati delle funzioni di controllo in materia di fauna selvatica e ittica. Ma la norma stata-
CENTO AGENTI PROVINCIALI TRASFERITI ALLA REGIONE NON SANNO ANCORA CHE FUTURO AVRANNO
una nota i ricorrenti - durante lo svolgimento della prova scritta che hanno di fatto danneggiato i partecipanti». A partire dalle decisione diverse da regione a regione sulla possibilità di consultazione dei testi di legge: in alcune regioni, tra cui il Veneto, gli Uffici scolastici regionali hanno
«Quota 100: è caos nelle segreterie delle scuole per smaltire le 1.963 domande di pensionamento presentate nel Veneto da altrettanti insegnanti». La Flc Cgil scrive all’Ufficio scolastico regionale e all’Inps chiedendo «di attivare delle task force presso gli Uffici Amministrativi Territoriali. In particolare la Flc segnala la «pesante situazione che si sta determinando nelle segreterie scolastiche per le svariate comunicazioni del Ministero e dell’Ufficio regionale» che «non aiutano a risolvere i problemi» del software in uso: il personale non è stato formato come era ecessario. Eppure le segreterie che devono certificare le varie situazioni, ricostruire carriere di lavoratori con alle spalle anni di precariato in scuole diverse, compensi accessori da computare per il calcolo della pensione». Ciò, sommato alla «totale incertezza sulle procedure», porta un «rischio molto alto di possibili errori».
ASSESSORE Giuseppe Pan
E gli attuali agenti di polizia provinciale? I sindacati, con Daniele Giordano (Fp Cgil), Franco Antolini (Cisl Fp) e D’Emanuele Scarparo (Uil Fpl), ieri hanno sollevato il problema: «Da più di un anno i lavoratori aspettano che venga data attuazione alla legge regionale che prevede il loro passaggio in Regione e la costruzione della Vigilanza Regionale. Tale scelta che doveva determinare un rilancio dell’attività di vigilanza ambientale si sta trasformando nella vera e propria cancellazione del servizio a danno dei cittadini. La scelta di molte Amministrazioni provinciali di cedere il personale in servizio sta anche determinando diverse difficoltà nel garantire l’ordinaria gestione dei turni e delle presenze. Abbiamo appreso in queste ore di una possibile delibera della giunta regionale che rinvia il passaggio del personale in subordine ad un provvedimento statale che permetterà, nel passaggio, il mantenimento delle qualifiche. Tale delibera rinvierebbe anche tutta la competenza su caccia e pesca ad una successiva intesa tra Regione e Unione delle Province. La necessità di un provvedimento statale per il passaggio delle qualifiche e del personale era già stata evidenziata nella delibera della Corte Costituzionale del 2018 ed è per questo grave che in un anno non si sia trovato rimedio a garanzia dei lavoratori e del servizio». È stato proclamato lo stato di agitazione. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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DUE PESI DUE MISURE I ricorrenti poi si appellano all’inadeguatezza del software informatico che non aveva la funzione automatica di salvataggio, come avviene in un normale programma di scrittura. Questo ha comportato la perdita di risposte e molti candidati hanno fatto verbalizzare quanto accaduto al momento della consegna delle prove. Infine sostengono che la prova scritta non è stata unica a livello nazionale, contrariamente a quanto previsto dal bando, «creando disparità di trattamento ai danni di quanti hanno svolto prima le prove scritte». Il Tar del Lazio precisa il Codacons «si è già pronunciato in casi analoghi, accogliendo le ragioni dei ricorrenti». Per questo gli esclusi dal concorso si stanno organizzando in un ricorso collettivo al Tar finalizzato a impugnare il decreto Dipartimentale del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 395 del 27 marzo 2019, recante l’elenco dei candidati ammessi a sostenere la prova orale del corso-concorso nazionale per titoli ed esami finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali. Gli interessati hanno tempo fino al 10 maggio per aderire al ricorso collettivo. Raffaella Ianuale © RIPRODUZIONE RISERVATA
Pfas, stato d’emergenza prorogato di un anno
le non è ancora arrivata. E così la Regione Veneto ha deciso di sospendere tutto. Anche il processo di riorganizzazione delle funzioni in materia di caccia e pesca. Fino al 1° luglio non se ne farà niente.
LA MOBILITAZIONE
dato indicazioni precise su come e dove poter consultare i testi di legge, mentre in altre regioni sono state riscontrate condotte improntate alla libera iniziativa degli addetti alla vigilanza. «Le leggi possono essere consultate, ma una cosa è farlo attraverso i codici che sono ammessi e altra utilizzando i manuali - spiega Franco Conte, referente veneto del Codacons - quindi se i comportamenti sono stati discordanti si possono creare margini di illegittimità».
Fondi Ue Pan: più soldi alle Regioni virtuose AGRICOLTURA VENEZIA Fondi Ue per l’agricoltura: mezza Italia non riesce a utilizzarli, il Veneto lo fa e rivendica il diritto delle Regioni “capaci” di avere più fondi, che altrimenti vanno perduti. «Non ci può essere un’unica testa decisionale per tutte le Regioni - afferma Giuseppe Pan, assessore regionale all’Agricoltura - in Veneto abbiamo già speso oltre un miliardo dei 1169 milioni di dote del programma di sviluppo rurale 2014-2020, dimostrando una capacità di programmazione e una efficacia di spesa che merita di essere riconosciuta e premiata. Ci sono regioni che non hanno propensione all’investimento, che hanno 1/3 delle aziende agricole del Veneto e che non riescono a spendere i fondi europei. La ripartizione dei fondi andrebbe quindi ricalibrata, premiando le regioni che programmano con efficacia e gestiscono con più efficienza, fanno più strada e necessitano di più “benzina”.
INQUINAMENTO VENEZIA «Una decisione tempestiva e appropriata della quale ringrazio il premier Conte e tutto il governo. Quella dei Pfas è un’emergenza ecologica nazionale, pari a quella della diossina che colpì Seveso nel 1976. Avere tutti gli strumenti operativi più concreti per affrontarla è fondamentale», afferma Zaia alla luce della proroga di un anno dello stato di emergenza in relazione alla contaminazione da Pfas in alcuni territori delle province di Vicenza, Verona e Padova, decisa nella tarda serata di giovedì dal Consiglio dei Ministri. «Con il prolungamento dello stato di emergenza - aggiunge il Governatore - il Commissario delegato Nicola dell’Acqua, nominato a seguito della dichiarazione del 21 marzo 2018, prosegue nel complesso lavoro di realizzazione e completamento di tutte le opere acquedottistiche previste per dare una risposta strutturale al problema. Lo dobbiamo, noi come lo Stato, alle decine di migliaia di persone coinvolte da questo inquinamento epocale e ai nostri figli, che hanno il diritto di trovare il più presto possibile una situazione ambientale risanata alla radice». Le opere acquedottistiche consistono nell’interconenssione degli acquedotti contaminati con fonti idropotabili di buona qualità presenti in altre aree del Veneto.
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Primo Piano
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La tempesta nel governo
Conte media sul Tesoro Di Maio:Lega alleata dichi nega l’Olocausto Il premier: «Tria deve stare sereno» `Buffagni: inaccettabile gente come Ma dai rimborsi alle alleanze è scontro Orban o la Le Pen, noi siamo diversi `
LA GIORNATA ROMA Lega e M5S preferiscono non rompere lo schema di lotta e di governo che ormai, pare evidente, li accompagnerà fino alle europee. Anche ieri, all’indomani del mancato via libera del consiglio dei ministri alle norme sul rimborso dei risparmiatori truffati, il leader dei 5Stelle Luigi Di Maio ha deciso di alzare i toni contro la Lega accusata di essere alleata di forze di estrema destra che «negano l’Olocausto». Un attacco condotto mentre parallelamente il premier Giuseppe Conte cercava di smorzare la polemica innescata dalla lega e dai 5Stelle, anche con toni irriguardosi, verso il ministro del Tesoro Giovanni Tria. Conte da un lato ha provato ad assumersi la responsabilità dell’iniziativa sul fronte della tutela dei risparmiatori truffati, dall’altro si è offerto come garante della crescita e della tenuta dei conti assicurando anche agli imprenditori di essere un interlocutore attento delle impre-
IL CAPO DELL’ESECUTIVO: «ORA SE UNO DICE CHE SIAMO CONTRO LE IMPRESE MI ARRABBIO»
se. Il barometro dell’economia che segna tempesta e l’avvicinarsi delle europee stanno rendendo incandescente la situazione. E Conte vorrebbe che martedì prossimo, con il nuovo consiglio dei ministri, partisse un segnale di distensione verso il Paese. Per questo ha reindossato per l’ennesima volta i panni del mediatore e ha tentato di abbassare la tensione maturata fra i due partiti di maggioranza e il Tesoro. Sul difficile fronte delle banche, Conte ha garantito che «c’è stato un confronto sereno», perché, osserva: «tutti quanti avevamo le idee chiare: abbiamo un miliardo e mezzo da sbloccare nel limiti delle regole europee». Spande tranquillità anche per quando riguarda la posizione
del titolare dell’Economia: «Tria - dice Conte - deve stare sereno». Anche il ministro, forte dell’appoggio del Commissario Ue Pierre Moscovici che lo definisce «l’uomo giusto al posto giusto, al momento giusto», fa di tutto per smorzare i toni, ma tiene il punto. «Vogliamo indennizzare tutti ma sarà fatto tutto in regola», garantisce su twitter. Il punto è che il dossier rimborsi è oggettivamente complesso e stride in maniera vistosa con la semplicità delle sollecitazioni dei politici («Troppi no», ha liquidato tutti Matteo Salvini) . Di qui la necessità di prendersi alcuni giorni di riflessione e di consultare le associazioni dei risparmiatori con le quali Conte e Di maio si vedranno dopodomani. La presa di posizione del ministro dell’economia è net-
ta: vanno rispettati i paletti posti dall’Unione Europea e soprattutto bisogna evitare che di fronte ai ricorsi i risparmiatori possano essere chiamati fra qualche anno a restituire i rimborsi.
TONI ACCESI Toni molto meno distesi, invece, all’interno della maggioranza gialloverde, dove il duello tra i due vicepremier, complice anche il clima ormai preelettorale, continua senza esclusione di colpi. Matteo Salvini ieri aveva criticato i Cinque Stelle lamentandosi che bisogna «sbloccare il Paese». E, da Parigi, morde il freno, sostenendo che sui risarcimenti ai risparmiatori «bisogna fare bene e in fretta. È già passato troppo tempo. Conte ha detto “faccio io” e lo faccia, ha la mia fiducia», ha aggiunto. Di Maio
La replica
Zaia: «Luigi di cattivo gusto, no al negazionismo» MILANO «Assolutamente no.
Di Maio si prenda altre preoccupazioni», ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia, commentando le preoccupazioni di Luigi Di Maio sulle alleanze della Lega in Europa con partiti che negano l’Olocausto. «Tirare fuori questa cosa è di cattivo gusto - ha
aggiunto Zaia arrivando a Villa Necchi, a Milano, alla cena del Cio insieme al sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina-. Chi tocca un ebreo è come toccasse uno di noi». «Anche Matteo Salvini ha visitato Israele e affronta questi temi» e «io ho un ottimo rapporto con la
comunità ebraica: sono uno di quelli che fa attività e iniziative ad esempio rispetto al fatto che c’è una corrente negazionista sulla rete». «Quindi no al negazionismo e sì alla tutela delle comunità ebraiche e alla loro protezione», ha concluso. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LEADER Luigi Di Maio esce dalla sede della Casaleggio (foto ANSA)
replica a muso duro: «Affrontiamo questo momento con il massimo della serietà e non con questi slogan. Una cosa non posso accettare: ieri sono stato 4 ore in Consiglio dei ministri - si è lamentato il capo politico 5S - insieme al Mef abbiamo approvato il decreto sulla crescita, poi usciamo da lì ed escono fuori queste dichiarazioni sul blocco del Paese». Troppi slogan? «Io - ha replicato Salvini - bado ai fatti, fatemi lavorare. Non vorrei che stessimo ragionando da troppi mesi su troppi cantieri». Frase che provoca infine la replica piccata del ministero delle Infrastrutture, guidato da Danilo Toninelli. «Solo grazie all’intenso lavoro di questo ministero e del Governo riferiscono fonti del Mit - si stanno sbloccando in queste settimane cantieri importantissimi, dalla Sicilia al Piemonte, che erano fermi da anni».
Primarie, la “strage” dei veneti: solo 4 passano il secondo turno IL CASO VENEZIA Dimezzati. I dieci esponenti veneti del Movimento Cinque Stelle che avevano superato il primo turno delle Parlamentarie europee sono stati annientati dai competitor dell’Emilia Romagna. E, beffa finale, dovranno pure lasciare un seggio al Trentino Alto Adige. Così i candidati veneti al Parlamento europeo nella circoscrizione Nordest saranno solo quattro. O magari anche meno visto che non è esclusa un’altra votazione: “Si precisa che la lista definitiva dei candidati del MoVimento 5 Stelle per le Elezioni Europee 2019 sarà composta a seguito del terzo turno di voto, garantendo la rappresentanza di genere e regionale”, recita infatti il post pubblicato sul Blog delle Stelle, l’organo ufficiale del M5s. Soprattutto vanno decisi i capilista: deciderà il Capo politico? Comunque, a Nordest i primi due più votati sono del Friuli Venezia Giulia e dell’Emilia Romagna: Viviana Dal Cin
che ha presi 909 voti e Alessandra Guatteri che ne ha presi 873. Su quindici candidati, l’Emilia Romagna ne ha portati a casa 8, il Veneto 4, il Friuli 2, il Trentino 1. Va detto che ogni regione aveva al secondo turno 10 candidati. I dieci veneti che avevano passato il primo turno erano, in ordine alfabetico: il padovano Giuliano Altavilla, la trevigiana Valentina Borin, il veneziano Antonio Candiello, il vicentino di Sandrigo Simone Contro, la “svizzera” Cinzia Dal Zotto (risiede a Zurigo), il polesano Giacomo Forzato, la trevigiana Cristina Manes, il padovano Luca Massimo Andrea Martinazzi, la padovana Ulderica Mennella, il veneziano di
DUE DONNE LE PIÙ VOTATE PER L’EUROPA: LA FRIULANA VIVIANA DAL CIN E L’EMILIANA GUATTERI
Altre circoscrizioni Vincono i “ripescati”, da Giarrusso a Nogarin Pochi candidati esterni, tutti gli eurodeputati uscenti, alcuni trombati alle elezioni regionali. Fra i 76 candidati M5S più votati dai militanti non ci sono sorprese: sono tutti volti noti fra i 5Stelle, anche l’ex iena Giarrusso, non eletto alle politiche del 2018. In attesa dei capilista che saranno nominati da Luigi Di Maio per ora a farla da padrone sono gli europarlamentari uscenti. Al Nord Ovest Eleonora Evi e Tiziana Beghin, oggi a Strasburgo, sono le più votate. Seguono Silvia Malivindi, Eugenio Casalino e Daniela Marenco già candidati in altre elezioni. Nel Centro domina il vicepresidente del Parlamento Ue uscente Fabio Massimo Castaldo, seguito dal sindaco di Livorno Filippo Nogarin.
Scintille M5s-Lega anche sul tema delle Autonomie Regionali finito su un binario morto in vista delle europee. «Il tema è nel contratto - hanno fatto sapere i 5Stelle - ma nn vogliamo cittadini di serie A e di serie B». «Lo ripeto gente come Orban e la Le Pen sono diversi da noi - avverte il sottosegretario 5S Stefano Buffagni - E poi non lasciamo neanche una platea libera al nostro alleato che è ingombrante, ma anche noi lo siamo abbastanza». Diodato Pirone © RIPRODUZIONE RISERVATA
DAI 5STELLE NUOVA FRENATA SULL’AUTONOMIA: È NEL CONTRATTO MA NO A CITTADINI DI SERIE A E SERIE B
salta per far posto a Cristiano Zanella, il più votato del Trentino Alto Adige e la regola vuole che un posto al Trentino vada garantito. Seguendo l’alternanza di genere, la lista M5s a Nordest sarebbe così composta: Viviana Dal Cin (Friuli Venezia Giulia), Marco Zullo (parlamentare uscente, Fvg), Alessandra Guatteri (Emilia Romagna), Claudio Fochi (E-R), Elena Mazzoni (E-R), Matias Eduardo Diaz Crescitelli (E-R), Nadia Piseddu (E-R), Antonio Candiello (Veneto), Cinzia Dal Zotto (Veneto), Salvatore Lantino (E-R), Ulderica Mennella (Veneto), Simone Contro (Veneto), Tiziana Cipriani (E-R), Cristiano Zanella (Trentino), Carla Franchini (E-R).
NUOVO GURU Davide Casaleggio, figlio del fondatore del Movimento 5Stelle (foto LAPRESSE)
LE CRITICHE
Jesolo Giuseppe Tataranni. A passare il secondo turno sono stati Cinzia Dal Zotto che ha preso 513 voti, Antonio Candiello (481), Ulderica Mennella (459), Simone Contro (370), Giuliano Altavilla (333). Ma Altavilla - che sarebbe il quattordicesimo, cioè l’ultimo degli uomini in lista -
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I CAPILISTA SARANNO DECISI DAL VERTICE DEL MOVIMENTO «VERRÀ GARANTITA LA RAPPRESENTANZA DI GENERE E REGIONE»
Nelle chat interne i malumori si sprecano. Si fa notare che la padovana Cristina Cavallarin non era stata ammessa al primo turno perché si era dimessa dalla carica di consigliera e chi si dimette non può correre. Ma allora le regole - è l’obiezione - dovrebbero valere anche per Zullo che in passato si era candidato in una civica. Insomma: uno vale uno, ma c’è chi vale di più? Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
REGIONE
SABATO 6 APRILE 2019 IL MATTINO
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Emergenza maltempo
Acqua alta eccezionale, toccata quota 134 A Venezia non era mai successo dal 1936. Onde alte cinque metri, in città marea più sostenuta che a Burano e Chioggia VENEZIA. 134 centimetri. Il se-
condo valore più alto registrato nel mese di aprile negli ultimi 150 anni, con mezza città allagata per qualche ora. Ma soprattutto un evento “anomalo” oltre che eccezionale. Acqua alta fuori stagione giovedì sera a Venezia. Per la prima volta la marea ha toccato il suo punto massimo a Punta della Salute, alle 23,40. A Burano, nonostante lo scirocco, si è fermata a “soli” 121 centimetri, a Chioggia a 123. E in laguna l’acqua era più alta che in mare. «Fenomeno strano», ammettono i tecnici del Centro maree, «dovuto alla somma di
venti di scirocco e di fattori meteo variabili, che hanno reso difficili anche le previsioni». Alle 23,15 il vento di scirocco è cessato, girando in vento da ovest. L’acqua sembrava essersi fermata, invece ha ripreso a crescere per un’altra mezz’ora. Una sorta di “onda anomala” che ha spinto in laguna un’ enorme massa d’acqua. Qualche polemica sul livello annunciato dal Centro previsioni maree. Che aveva annunciato fin dal giorno precedente un’acqua alta di 120 centimetri. Alle 20,11 il nuovo annuncio, inviato via sms ai circa 10 mila utenti abbonati. «Per il
persistere di venti di scirocco, la marea raggiungerà i 125 centimetri alle 23,30». Ma in serata le condizioni sono ulteriormente peggiorate. Pioggia forte e dunque un contributo meteorologico consistente sul massimo già elevato della marea astronomica. In mare vento di scirocco, che ha sferzato i litorali e i Murazzi, con onde alte quasi cinque metri. Condizioni per cui è facile che il livello della marea possa cambiare. «La straordinarietà del fenomeno sommata alla sua velocità», spiega Marco Agostini, comandante della Polizia locale e responsabile
del Centro maree, «non ha consentito di far riattivare in tempi utili il sistema di avviso cittadino basato sugli sms, che sarebbero giunti a destinazione ormai a evento concluso». Le sirene hanno la loro parte, avvisando i cittadini di una marea con tre suoni bitonali. Dunque per una quota «compresa fra i 120 e i 130 centimetri sul medio mare». Danni e disagi molto limitati, vista la tarda ora in cui si è verificato il fenomeno. In Piazza San Marco le passerelle galleggiavano, una volta superato il livello dei 120 centimetri. — A.V.
Jesolo, inghiottiti 50 mila metri cubi di sabbia, è stata sollevata anche la passeggiata «Ora subito il ripascimento». Genio civile al lavoro da lunedì per ripristinare l’arenile
Burrasca su tutto il litorale Il mare si mangia la spiaggia L’ALLARME
o sciabordio delle onde ieri mattina ha sostituito il fragore della burrasca della notte. E la costa veneziana trema ancora prima della stagione estiva per i danni dell’ennesima mareggiata, purtroppo attesa, anche se non di queste proporzioni. L’alta marea doveva essere sugli 80 centimetri ed è salita fino a 140, accoppiata a un forte vento di Scirocco che ha rovinato il sonno degli operatori con le sue calde folate. E la previsione - poi confermata - di pezzi di litorale inghiottiti e portati via dal mare.
L
SPIAGGIA INGHIOTTITA
I danni sono stati evidenti al lido di Jesolo e a Eraclea Mare, ma anche a Bibione e Chioggia Sottomarina. Ora bisognerà
accelerare con i ripascimenti e la sistemazione delle spiagge prima che inizi la stagione a metà maggio, con l’arrivo dei primi turisti, soprattutto dalla Germania. Una corsa contro il tempo che vedrà tutti impegnati, consorzi, stabilimenti, soggetti pubblici e privati. Jesolo ha visto sfumare altri 50 mila metri cubi di sabbia inghiottiti dal mare in burrasca per ore. La zona più colpita è quella davanti allo stabilimento Oro Beach, di fronte grattacielo Merville, poi verso la foce del Piave, sempre molto battuta dal vento. Le torrette di salvataggio sono state superate dalle onde che hanno sollevato persino la passeggiata con le sue enormi piastre in cemento. Alcuni chioschi sull’arenile sono stati invasi dall’acqua e si sono inclinati. Le categorie sono in apprensione, ma la Regione rassicura
I danni della mareggiata a Jesolo (FOTO CLAUDIO VIANELLO)
Olimpiadi, il governo firma Garanzie per 415 milioni Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha consegnato alla Commissione Cio, in visita a Milano per la candidatura olimpica del 2026 la lettera di garanzie finanziarie del Governo italiano. Ciò che la Svezia farà solo la prossima settimana. Roma paga la sicurezza e le spese amministrative, nonché l’adeguamento degli impianti alle esigenze
dei diversamente abili. Si tratta, però, di una cifra importante, 415 milioni, secondo le prime stime, compensata in ogni caso dagli introiti, come fa notare il titolare del Viminale, Matteo Salvini. E potrebbe scapparci anche qualcosa d’altro sul piano infrastrutturale. C’era entusiasmo, ieri a Milano, al quinto giorno della missione dei delegati Cio che devono dare una valutazione
gli operatori. Il vice governatore Gianluca Forcolin, ieri a Jesolo per i 30 anni di Aqualandia, ha confermato le risorse a disposizione. «Abbiamo due tranche a disposizione», spiega, «da 2 milioni di euro più un altro milione e 300 mila euro per il litorale jesolano. Ci sono già 42 mila metri cubi di sabbia a disposizione e il Genio Civile è pronto a intervenire da settimana prossima». La Federconsorzi, con il presidente Renato Cattai, riunisce tutti i gestori delle spiagge e ha il polso della situazione. «Avevamo depositato 4 mila metri cubi di sabbia subito pronti», spiega, «ma il mare se li è presi. Ci sono in ogni caso altri 20 mila a disposizione più altrettanti e quindi non avremo problemi. Il dato positivo è che abbiamo atteso a stenderli proprio perché temevamo una nuova mareggiata. Quello negativo è che i tempi sono molto stretti e dovremo velocizzare le operazioni». «STAGIONE SALVA»
il sogno a cinque cerchi di milano-cortina
CORTINA. Adesso la firma c’è.
Piazza San Marco completamente allagata giovedì notte
delle capacità organizzative dei candidati, prima che il Comitato Olimpico decida tra l’Italia e la Svezia, il 24 giugno a Losanna. «Per me è stato motivo di orgoglio sottoscrivere l’impegno del governo a sostenere questo progetto che se, come auspico, sarà vincente, darà ulteriore slancio alle comunità locali” ha commentato il premier Giuseppe Conte, che ha firmato la lettera giovedì sera, ricor-
dando comunque il contestuale impegno per le Atp Finals, a Torino (pareggiando, quindi, il conto tra Lega e M5S). Prima ancora che Conte confermasse la firma, il suo vice, Matteo Salvini, ci aveva messo la cornice. Il sottosegretario Stefano Buffagni, commenterà poco dopo, che il movimento non poteva lasciare la “platea libera” al Carroccio. Sta di fatto che consegnando quella lettera, Giorgetti s’è commosso. La fatica di arrivare al risultato l’ha ammessa anche Conte, che così ha giustificato: “è cambiato l’approccio e il modus operandi rispetto al passato: non assumiamo impegni insostenibili ne’ci avventuriamo in iniziative che non abbiano una sicura ricaduta
La stagione non è a rischio, dunque, e lo conferma anche il presidente regionale Fiba Confesercenti e Veneto Chioschi, Lorenzo Vallese: «Abbiamo subito parlato con il vice governatore Forcolin per avere tutte le garanzie. La preoccupazione esiste, ma è anche vero che abbiamo risorse a disposizione
positiva per il Paese». Come per la Tav, così per i Giochi del 2026 il Governo ha voluto un’analisi dei costi e dei benefici. L’ha fatta La Sapienza di Roma. È risultato – ammette Conte – che il progetto «è pienamente sostenibile e fruttuoso». Nella nota diffusa da Palazzo Chigi si leg-
Il sottosegretario Giorgetti ha consegnato la lettera alla commissione Cio ge che il governo garantirà non solo la sicurezza, ma anche degli investimenti infrastrutturali, purché siano funzionali e possano rimanere in
per intervenire tempestivamente». IL CASO ERACLEA
Anche il tratto di spiaggia verso Eraclea mare è sotto stretta osservazione. Come sempre la zone più battuta dalle onde è stata quella della Laguna del Mort, che è ancora territorio di Jesolo dopo la foce del Piave. La spiaggia, che con la pineta è zona protetta e sito di interesse comunitario (Sic) è stata nuovamente devastata dalle onde seguite allo Scirocco e anche il Piave si è notevolmente alzato in questi giorni. La Laguna del Mort è una delle spiagge più a rischio, anche perché sono più complicati e spesso trascurati gli interventi di protezione e di ripascimento, mentre continuano a depositarsi tonnellate di rifiuti portati dal mare. Quest’ultimo problema riguarda un po’ tutta la costa che è il punto terminale dell’asta dei fiumi dove i Comuni finora si sono sottratti alle loro responsabilità. Eppure ogni anni sono trascinate sulla sabbia tonnellate di rifiuti, plastiche, elettrodomestici, pneumatici, mobili, olii esausti che rappresentano una minaccia per il delicato ecosistema delle foci. Dopo il maltempo ora bisognerà rimboccarsi le maniche per prepararsi alla stagione. — Giovanni Cagnassi
dote ai territori al termine della parentesi olimpica. Vuoi vedere che ci scappa pure la pista di bob, slittino e skeleton di Cortina, da 50 milioni di euro? «Sogniamo insieme» è il motto della candidatura. Luca Zaia, presidente della Regione, sorride sornione. «L’importante è che il governo sia al tavolo. Siamo partiti da una situazione molto minimale e oggi è in una posizione da attore protagonista». «Sono contento di quello che abbiamo fatto, le sensazioni positive, ma il più grande errore che potremmo fare adesso sarebbe quello di pensare di aver vinto», ha messo le mani avanti, al Gran Gala di ieri sera, il presidente del Coni Giovanni Malagò. — Francesco Dal Mas