Bibbia e Corano a confronto

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CORANO E BIBBIA A CONFRONTO Edoardo Labanchi

TESTO BASE DI OTTO LEZIONI PER CRISTIANI

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IN RICORDO DI EDOARDO LABANCHI Voglio ricordare mio amico e grande simpatizzante del mio ministero fra i musulmani, Prof. Edoardo Labanchi (cessionario gioioso di questo suo quaderno) un anno prima che tornasse alla Casa del Padre. Ringraziato sia il Signore, Edoardo grande insegnate di teologia, lo ricordiamo con grande affetto mentre studiamo questo suo pregiatissimo Quanderno, donato per il mio ministero! Francesco Maggio

PREFAZIONE Autore é il Professor Edoardo Labanchi: "Mi sono occupato di Islam già nel 2002, quando fu pubblicato un mio "Quaderno" dal titolo "Islam ieri ed oggi - Storia e fede islamica alla luce della Parola di Dio", edito da "Ricchezze di Grazie". Ora, grazie al fraterno invito di Francesco Maggio, noto e zelante evangelizzatore, assieme ai suoi collaboratori, dei Musulmani in Italia, e autore del libro "Luce sull'Islam", ho avuto l'opportunità di approfondire l'argomento soprattutto confrontando il Corano con la Bibbia. I motivi, quindi, di queste lezioni sono gli stessi che stavano alla base del mio "Quaderno": fornire un'opera che sia utile per rendersi conto delle differenze fondamentali tra Cristianesimo ed Islam, allo scopo di evitare un facile ecumenismo di bassa lega, che serpeggia perfino in alcuni ambienti evangelici, e, nello stesso tempo, dare ai Cristiani, degni di questo nome, un altro strumento per testimoniare efficacemente della loro fede ai musulmani, adducendo argomenti validi, basati sulla Parola di Dio, confutando le dottrine coraniche con cognizione di causa. Bisogna infine precisare che questo testo base di dieci lezioni vuole essere soltanto una guida per insegnanti che necessariamente dovranno personalizzare i loro discorsi, tenendo conto della tipologia dei loro ascoltatori e delle loro ascoltatrici, dando eventualmente anche alcuni loro contributi personali, appunto, per far sì che tali lezioni raggiungano lo scopo per cui sono state concepite.

LEZIONE 1 ORIGINE E TIPOLOGIA DEL CORANO Prima di cominciare a parlare del Corano, mi sembra opportuno far riferimento, seppur molto sinteticamente, alle vicende in cui si inserisce la presunta rivelazione divina concessa a Mohammad o Maometto, in italiano. !2


Nato alla Mecca attorno al 570 d.C., Maometto da giovane fece il carovaniere, conducendo un'esistenza dura e stentata. Quando però a 25 anni sposò una ricca vedova che, secondo la tradizione, era di 15 anni più anziana di lui, le sue preoccupazioni economiche cessarono. Così poté darsi ad una vita di meditazione e preghiera, a cui era naturalmente portato. A poco a poco entrò così in conflitto con i suoi conterranei per le sue idee monoteistiche in netto contrasto con il politeismo dilagante. Fu in questo periodo che Maometto avrebbe ricevuto da Allah la rivelazione che si trova oggi nel Corano. Perseguitato dai membri della stessa tribù a cui apparteneva, cioè i Coreisciti, nel 622 Maometto fuggì dalla Mecca, e questa data segna l'inizio ufficiale dell'Era Islamica - è la famosa Egira, la fuga verso Medina. Qui la dottrina di Maometto, che si considerava, e fu sempre più considerato da altri, l'ultimo grande profeta inviato da Allah, si diffuse e fu abbracciata da centinaia di persone, tanto che nel 630 Maometto, a capo di un vero e proprio esercito, conquistò la Mecca instaurando il Primo Stato Islamico. Quando due anni dopo Maometto morì, l'Arabia era divenuta una vera e propria nazione, le cui varie componenti etniche e culturali erano tenute assieme soprattutto dalla religione. E questa religione conservava elementi pre-islamici come la fede nel dio supremo Allah che però "perdette" le sue figlie, che aveva secondo i politeisti, e quindi si instaurò un vero e proprio monoteismo, anche se gli angeli, come anche Satana e i demoni, hanno sempre avuto una certa importanza nell'Islam, senza però essere mai oggetto di culto. Già da queste prime notizie sull'origine dell'Islam, possiamo dedurre che tale origine ebbe senz'altro anche carattere militare e politico:Maometto non fu solo "profeta" ma anche un generale, che si impose con le armi, instaurando il primo regime islamico, a cui sono seguiti molti altri nel corso della storia. Cuore dell'Islam, dunque, è il Corano, il "Libro Sacro", contenente l'essenza della presunta rivelazione di Allah a Maometto. Il termine italiano "Corano" deriva dall'arabo Qu'ran, che significa "recitazione ad alta voce". Difatti in un primo tempo il Corano fu trasmesso oralmente, ma poi, per evitare il rischio di disperderne alcune parti, molto presto i discepoli trasmisero i discorsi del "profeta" per iscritto, sebbene ancora oggi siano poco chiare le vicende attraverso le quali si giunse a tale fase scritta ( ps: per approfondimenti si rimandano i corsisti alla consultazione dei testi scritti da Francesco Maggio, specialista sulla presunta e sofferta canonizzazione del Corano:”Luce sull’islam” CLC, 2008; “La Bibbia e il Corano. Una questione di confronto” EUN, 2011). Il Corano si divide in 114 Sure o capitoli, comprendenti 6200 versetti. Ogni Sura ha un titolo desunto di solito da qualche sua parola o espressione, senza che vi sia necessariamente un nesso logico tra le varie Sure, che sono poste l'una dopo l'altra in base alla loro lunghezza, cioè dalla più lunga alla più breve, fa eccezione la "Sura aprente" o Fatiha, che è breve, pur essendo la prima. La lingua del Corano è l'arabo classico o "Lingua Araba Chiara" come è indicato in 26:195 ( 26 indica la Sura e il numero dopo i due punti indica il versetto - così sarà in tutte queste lezioni). Ora, pur essendovi oggi varie versioni del Corano in lingue moderne, e quindi anche in italiano, i Musulmani lo leggono solo in arabo, anche se non esiste soltanto una versione in arabo ‘originale’ ma bensì sette versioni in arabo ( ps: per approfondimenti si rimandano i corsisti alla consultazione dei testi scritti da Francesco Maggio, specialista sulla presunta e sofferta canonizzazione del Corano:”Luce sull’islam” CLC, 2008; “La Bibbia e il Corano. Una questione di confronto” EUN, 2011). Il Corano ovviamente è considerato parola di Allah, Dio in arabo, e corrisponderebbe perfettamente all'Umm al- Kitab o "Madre del Libro", il presunto esemplare autentico conservato presso la Divinità. !3


Leggiamo infatti in 43:1-4, "Per il Libro esplicito. Ne abbiamo fatto un Corano arabo, affinché comprendiate ! Esso è presso di Noi, nella Madre del Libro, sublime e colmo di saggezza" (tutte le citazioni coraniche sono tratte dall'edizione integrale a cura di Hamza R. Piccardo, ed. Mondadori, Milano 1994). Leggiamo, sempre a tal proposito, in Corano 17:105-106, "Con la verità l'abbiamo fatto discendere, con la verità è disceso, e non ti abbiamo inviato se non come annunziatore e ammonitore, con una Recitazione (cioè Corano) che abbiamo spezzettata, affinché tu la reciti agli uomini a poco a poco, mandandolo dall'alto a più riprese". Qui è Allah che parla a Maometto, che non viene considerato l'autore del Corano, ma solo il trasmettitore della rivelazione divina. E come la più antica trasmissione della rivelazione divina, da parte del "profeta" fu orale, così ogni Musulmano deve recitare il Corano, anche se è scritto. Leggiamo a tal riguardo in 16:98-99, "Quando reciti il Corano, chiedi rifugio a Dio contro Satana, il lapidato. Questi non ha potere su coloro che credono e si affidano a Dio. Ha soltanto potere su coloro che si affidano a lui e che per lui sono associatori". Ora, per chi ha una certa familiarità con la Bibbia, la prima netta impressione, quando legge il Corano, è quella di una grande confusione - di un insieme di affermazioni, di riferimenti biblici, di solito islamizzati, come vedremo meglio in seguito, di precetti, di accuse contro Ebrei e Cristiani, ma tutto senza ordine, tanto che la lettura non può risultare che molto noiosa, almeno ai non-Musulmani. C'è quindi da chiedersi quale sia stato l'ordine originario, semmai vi sia stato, della presunta rivelazione divina a Maometto, considerando che ora ci troviamo dinanzi ad un ordine artificiale, come ognuno può constatare, dato che, come già dicevo, si parte, nel Corano, dalla Sura più lunga a quella più breve. Ci troviamo insomma dinanzi ad una presunta rivelazione.... disordinata. E' questo il metodo usato da Dio nel rivelarsi all'Umanità ? Non credo proprio, considerando l'ordine logico che troviamo nella Bibbia dalla Genesi all'Apocalisse, in cui ad una narrazione ben ordinata riguardante Dio e la rivelazione della Sua volontà, quindi alla parte strettamente storica della Bibbia, fanno riferimento, direttamente o indirettamente, anche le altre parti, quali la sapienziale e la profetica. Quanto, dunque, ad ordine logico, di primo acchito possiamo affermare che v'è un abisso incolmabile tra Corano e Bibbia. Tuttavia è possibile, seppur a fatica, dedurre dal Corano alcuni temi ricorrenti nelle varie Sure, quali, ad esempio, l'origine divina della rivelazione coranica, le accuse contro Ebrei e Cristiani, "il popolo del Libro"(Ahl al-Kitab), che avrebbero alterato la Torah e il Vangelo, e vari precetti di carattere morale, che ricalcano quelli biblici - nulla di nuovo! Vi sono anche alcuni riferimenti al Paradiso, dove andranno i credenti musulmani, ma nel Corano non vi è una vera e propria escatologia, che invece troviamo nei Hadit o Tradizioni, come vedremo in seguito. Infine, consiglio a tutti coloro che in vari modi usufruiranno di queste lezioni, di leggere il Corano nell'edizione su indicata.

LEZIONE 2 LA BIBBIA NEL CORANO - PRIMA PARTE Un fatto molto importante, anzi fondamentale per il tema di queste lezioni è che l'Islam ha rapporti profondi con l'Ebraismo e Cristianesimo. Difatti nel Corano si afferma più volte che sia agli Ebrei che ai !4


Cristiani fu già data una rivelazione da parte di Allah, definita come l'insieme di Torah, Salterio e Vangelo. Maometto, dunque, sarebbe venuto per confermare le Scritture già date. Infatti leggiamo, ad esempio, in Corano 2:40-41, "O figli d'Israele, ricordate i favori di cui vi ho colmati e rispettate il Mio patto e rispetterò il vostro. Solo Me dovete temere. E credete in ciò che ho fatto scendere a conferma di quello che già era sceso su di voi e non siate i primi a rinnegarlo: non svendete i Miei segni per un prezzo vile. E temete soltanto Me". Il concetto è ribadito in 5:48, "E su di te abbiamo fatto scendere il Libro con la verità, a conferma della Scrittura che era scesa in precedenza e lo abbiamo preservato da ogni alterazione". Anzi, in realtà, il Corano si trovava già sostanzialmente nella Scrittura ritenuta sacra da Ebrei e Cristiani: "(il Corano) già era nelle Scritture degli antichi. Non è un segno per loro che lo riconoscano i sapienti dei Figli d'Israele ?" (26:196-197). Ma gli Ebrei hanno alterata la rivelazione che già era stata loro data: "Ma essi ruppero l'alleanza e Noi li maledicemmo e indurimmo i loro cuori: stravolgono il senso delle parole e dimenticano gran parte di quello che è stato loro rivelato.... .Con coloro che dicono :Siamo Cristiani, stipulammo un Patto. Ma dimenticarono una parte di quello che era stato loro ricordato" 85:13,14). Quanto all'effettiva presenza della Bibbia nel Corano, troviamo solo alcune sue parti spesso rielaborate in chiave islamica, e quindi alterando gli originali, assieme a passi tratti dalla letteratura ebraica apocrifa, e quindi non facenti parte della Bibbia vera e propria, come anche, a piene mani, dai Vangeli apocrifi, non ritenuti autentici dalla Chiesa Cristiana delle origini, essendo stati composti dal II secolo in poi e contenenti narrazioni fantasiose che non trovano alcuni riscontro nei testi biblici ufficialmente accettati e considerati degni di fede dai Cristiani di tutti i tempi. Nel Corano, dunque, vi sono riferimenti ad Adamo, considerato "Padre del genere umano" e "Prescelto da Allah"; ad Eva, a Caino ed Abele, a Noè, considerato nel Corano un profeta; ai figli di Noè, a Lot, ad Abramo, a Ismaele, figlio di Abramo, a Giacobbe, figlio di Isacco, a Rachele, moglie di Giacobbe, a Giuseppe, figlio di Giacobbe, al Faraone, ad Amram, padre di Mosè, a Mosè stesso, ad Aronne, fratello di Mosè, a Davide, a Golia, a Salomone, figlio di Davide; tra i Profeti vengono menzionati Elia, Gesù, Zaccaria, Ismaele, che nel Corano è un profeta, Giona e Lot, anche lui considerato profeta; ci si riferisce a Giobbe, al Vangelo (in arabo Ingil ), a Gesù (Isa ), il personaggio biblico più menzionato nel Corano; ci si riferisce a Maria, madre di Gesù, a Zaccaria, padre di Giovanni Battista, a Giovanni Battista stesso. Come si vede, varie parti della Bibbia vengono semplicemente ignorate nel Corano, quali quasi tutti i Libri Profetici, i Libri Sapienziali - il Salterio è solo menzionato; vi sono generici riferimenti al Vangelo, ma mai ai quattro Vangeli Canonici; mai ci si riferisce agli Atti degli Apostoli e alle Lettere del Nuovo Testamento, né all'Apocalisse. Come ho già accennato, il Corano non contiene nessun tipo di Escatologia, che troviamo, come vedremo, solo nelle Tradizioni, ed in cui Gesù ha una parte importante. ( ps: per approfondimenti su suddetto argomento si rimandano i corsisti alla consultazione dei testi scritti da Francesco Maggio :”Luce sull’islam” CLC, 2008; “La Bibbia e il Corano. Una questione di confronto” EUN, 2011). A questo punto, c'è quindi da chiedersi se il Corano sia degno di fede, quando in esso si afferma che è "disceso" da Allah per confermare le Scritture precedenti. Ma quali Scritture ? Solo quelle a cui si fa riferimento nel Corano ? E le altre ? Per non considerare che, come si accennava all'inizio di questa lezione, anche le parti che si considerano desunte dalla Bibbia e menzionate nel Corano, spesso non coincidono con la Bibbia degli Ebrei e dei Cristiani. Il Corano non dà nessuna spiegazione di tali discrepanze. C'è, ad esempio, il caso di Adamo. Adamo si trova più volte nel Corano. Ad esempio, leggiamo in Corano 15:26-50, "Creammo l'uomo con argilla secca, tratta da mota impastata. E in precedenza creammo i demoni dal fuoco di un vento bruciante. E quando il tuo Signore disse agli angeli : Creerò un uomo con argilla secca, tratta da mota impastata; quando poi lo avrò plasmato e avrò insufflato in lui del Mio spirito, prosternatevi davanti a lui. E gli angeli tutti si prosternarono, eccetto Iblis, che rifiutò di essere insieme ai !5


prosternati. Allah disse : O Iblis, perché non sei tra coloro che si prosternano ? Rispose: Non devo prosternarmi di fronte ad un mortale che hai creato di argilla risonante, di mota impastata. Allah disse: Fuori di qui, che tu sia bandito. In verità sei maledetto fino al Giorno del Giudizio ! Disse: O Signor mio, concedimi una dilazione fino al Giorno in cui saranno risuscitati. Allah disse: Che tu sia tra coloro a cui è concessa la dilazione fino al Giorno del momento fissato. Disse : O Signor mio, poiché mi hai indotto all'errore, li attirerò al male sulla terra, rendendolo attraente, e certamente li farò perdere tutti, eccetto i Tuoi servi sinceri. Allah disse: Questa sarà la Retta Via da Me custodita : non avrai alcun potere sui Miei servi, eccetto i perduti che ti obbediranno, e l'Inferno sarà certo il loro ritrovo; esso ha sette porte, e ciascuna ne avrà dinanzi un gruppo. I timorati invece saranno tra giardini e fonti e sarà detto loro: Entratevi in pace e sicurezza ! Monderemo il loro petto da ogni risentimento e staranno fraternamente su troni, gli uni di fronte agli altri. Non proveranno fatica alcuna e mai verranno espulsi. Annuncia ai Miei servi che in verità io sono il Perdonatore, il Misericordioso, e che il Mio castigo è davvero un castigo doloroso". Questo è un passo molto importante, perché non solo si riferisce alla creazione di Adamo e degli angeli, ma vi troviamo la strana storia della caduta di Satana e degli altri angeli ribelli. Tale storia la si trova anche nel libro apocrifo detto "Vita di Adamo ed Eva", che si presume risalga ad un periodo di tempo che va dal I secolo a. C. al III secolo d. C. In esso si narra come Satana continuasse a tentare Adamo ed Eva, dopo che erano stati scacciati dall'Eden e si erano pentiti del loro peccato. La storia è sostanzialmente quella che troviamo nel Corano. In particolare Adamo viene considerato come l'immagine stessa di Dio e quindi da adorare: "Michele andò a chiamare tutti gli angeli e disse: Adorate l'immagine del Signore Iddio, e Michele che fu il primo ad adorarti, mi chiamò e mi disse: Adora l'immagine del Signore Dio; ma io ribattei: No, io non ho motivo di adorare Adamo, ma poi dato che Michele mi costringeva ad adorare, gli dissi : Perché mi costringi ? Non adorerò uno inferiore a me, perché vengo prima di ogni creatura e prima che egli fosse creato io ero già stato creato, è lui che deve adorare me e non viceversa ". Naturalmente qui è Satana stesso che parla rivolgendosi ad Adamo e narrandogli i retroscena della sua caduta (Si veda Vita di Adamo ed Eva 12-16; in Apocrifi dell'Antico Testamento, edizione UTET, Torino 1989, vol. II, pp. 452 - 454). Questa è una storia semplicemente assurda: Dio che esige che creature angeliche "si prostrino", in pratica adorino, una creatura umana, seppur creata ad immagine e somiglianza di Dio! I musulmani stessi si prostrano solo dinanzi ad Allah, quando pregano. Significativamente, il Piccardo, la cui edizione del Corano qui uso, non ha posto nessuna nota di spiegazione in riferimento a questa storia, oserei dire, blasfema. C'è quindi da chiedersi se possa essere ritenuto di origine divina un libro che contiene una fandonia simile, del tutto, e ben a ragione, assente nella Torah come nelle altre parti della Bibbia. In essa si parla ovviamente di Satana e degli angeli ribelli, ma non si specifica mai la natura della loro ribellione, perché probabilmente non riusciremmo a comprenderla, dato che abbiamo a che fare con una dimensione soprannaturale che razionalmente ci sfugge, mentre siamo su questa terra.

LEZIONE 3 LA BIBBIA NEL CORANO - SECONDA PARTE Come si diceva nella lezione precedente, nel Corano si parla anche di Eva, ma non vi sono molti riferimenti a lei. Viene menzionata nella Sura 2:35, "E dicemmo: O Adamo, abita il Paradiso, tu e la tua sposa. Saziatevene ovunque a vostro piacere, ma non avvicinatevi a questo albero, perché in tal caso sareste !6


tra gli empi" . In questa seconda Sura troviamo di nuovo la storia relativa agli angeli che si dovettero prosternare dinanzi ad Adamo. Si fa poi riferimento ad Eva anche in Sura 7:19 e seguenti, dove si menziona il peccato di Adamo ed Eva, appunto. Vi si riferisce anche in 20:117 ss:, dove ancora troviamo, sinteticamente, la storia del peccato adamico e la storiella dell'adorazione di Adamo da parte degli angeli. Quanto a Caino ed Abele, non vengono mai menzionati per nome nel Corano, ma se ne parla esplicitamente in Sura 5:27- 34, "Racconta loro, in tutta verità, la storia dei due figli di Adamo, quando offrirono ad Allah un sacrificio, ed ecco che l'offerta di uno fu accettata e quella dell'altro no. Questi disse: Ti ucciderò certamente ! Rispose il fratello: Allah accetta solo da parte di coloro che lo temono. Se alzerai la mano contro di me per uccidermi, io non l'alzerò su di te: io temo Allah, il Signore dei mondi. Voglio che tu ti addossi il mio peccato ed il tuo, e allora sarai tra i compagni del Fuoco. Questa è la ricompensa per gli ingiusti. La sua passione lo spinse ad uccidere il fratello. Lo uccise e divenne uno di coloro che si sono perduti. Poi Allah gli inviò un corvo che si mise a scavare la terra per mostrargli come nascondere il cadavere di suo fratello. Disse: Guai a me ! Sono incapace di essere come questo corvo, sì da nascondere la spoglia di mio fratello ? E così fu uno di quelli afflitti dai rimorsi. Per questo abbiamo prescritto ai Figli d'Israele che chiunque uccida un uomo che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso la corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l'umanità intera. e chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvata tutta l'umanità..... La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra : Ecco l'ignominia che li toccherà in questa vita; nell'altra vita avranno castigo immenso, eccetto quelli che si pentono prima di cadere nelle nostre mani. Sappiate, Allah è perdonatore, misericordioso ". Qui ci troviamo di fronte alla islamizzazione di un testo biblico, con qualche strano particolare, come quello del corvo. Quanto a Noè, se ne parla in Corano 11:23-48, "In verità, quelli che credono, compiono il bene e si umiliano di fronte al loro Signore, saranno i compagni del Giardino e vi rimarranno in perpetuo. E' come se vi fossero due gruppi, uno di ciechi e sordi e l'altro che vede e sente. Sono forse simili ? Non riflettete dunque ? Già inviammo Noè al popolo suo: Io sono un nunzio esplicito, affinché non adoriate altri che Allah. In verità, temo per voi il castigo di un Giorno doloroso. I notabili del suo popolo, che erano miscredenti, allora dissero: A noi sembri solo un uomo come noi, e non ci pare che ti seguano altri che i più miserabili della nostra gente. Non vediamo in voi alcuna superiorità su di noi, anzi pensiamo che siate bugiardi". Nel resto del passo a cui ho fatto riferimento continua la storia del Diluvio, più o meno come nella Bibbia. Tuttavia c'è un particolare molto strano: un figlio di Noè, un quarto figlio, si rifiutò di entrare nell'Arca, pensando di salvarsi in qualche modo, ma in realtà perì nel Diluvio. Noè cercò di intercedere per lui presso Allah, ma non ci fu niente da fare: quel figlio morì e si dannò per sempre. Anche qui ci troviamo di fronte ad un Noè, e alla sua storia, del tutto islamizzato, oltre alle chiare discrepanze rispetto al racconto biblico del Diluvio (Genesi 6-9). Del tutto contrario al racconto biblico è il riferimento ad un quarto figlio di Noè, perito nel Diluvio. Molto strano è anche il riferimento alla moglie di Noè, che gli sarebbe stata infedele, come la moglie di Lot : "Allah ha proposto ai miscredenti l'esempio della moglie di Noè e della moglie di Lot. Entrambe sottostavano a due dei Nostri servi, uomini giusti. Entrambe li tradirono, ed essi non poterono in alcun modo porle al riparo da Allah. Fu detto loro : Entrate entrambe nel Fuoco, insieme con coloro che vi entrano" (Sura 66:10). Più volte il Corano menziona Abramo, ma anche lui è islamizzato, come si può desumere da Sura 74 e seguenti. Abramo, già illuminato da Allah, polemizza con suo padre e con la sua gente, che sono tutti politeisti. Qui troviamo un uomo che attraverso l'osservazione della natura giunge a credere nel Creatore e !7


quindi abbraccia un monoteismo assoluto. Troviamo un episodio simile nella letteratura ebraica extra-biblica, e precisamente nel Libro dei Giubilei, che è come una particolare redazione della Genesi e di parte dell'Esodo. Sebbene le parole qui usate siano diverse(Giubilei 12:1 e seguenti), la sostanza è esattamente la stessa. Si vuole, in pratica, supplire a quello che manca nel testo biblico, che suppone che Abramo sia già monoteista quando viene chiamato da Dio. Anche qui ci troviamo dinanzi ad un Abramo del tutto islamizzato, come in Sura 2:124-133. Come mai non c'è traccia di tutto questo nella Genesi ? Una volta c'era, ma poi fu tolto ? E da chi e perché ? I Mussulmani non ce lo dicono, perché avanzano solo ipotesi, che non possono provare. Questi sono i pregiudizi islamici ! Quale Torah, dunque, accettano ? Anche Ismaele, figlio di Abramo, avuto dalla serva Agar, è oltremodo islamizzato e annoverato tra i profeti: "Crediamo in Allah e in quello che è stato fatto scendere su di noi e in quello che è stato fatto scendere su Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe e sulle Tribù, e in quello che è stato dato a Mosè e a Gesù e in tutto quello che è stato dato ai Profeti da parte del loro Signore, non facciamo differenza alcuna tra di loro e a Lui siamo sottomessi " ( 2:136). Leggiamo in Sura 4:163 , "In verità ti abbiamo dato la rivelazione come la demmo a Noè e ai Profeti dopo di lui. E abbiamo dato la rivelazione ad Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe e alle Tribù, a Gesù, Giobbe, Giona, Aronne, Salomone, e a Davide demmo il Salterio". Si ha l'impressione che questi personaggi vengano menzionati quasi a caso, senza un ordine cronologico, come chi ne avesse soltanto un'idea generica. Ismaele, comunque, è considerato nel Corano già un Mussulmano prima del tempo: "Ricorda Ismaele nel Libro. In verità era sincero nella sua promessa, era un messaggero, un profeta. Imponeva alla sua famiglia l'orazione e la decima, ed era gradito al suo Signore" (19:54-55). Di Ismaele si occupano le Tradizioni più che il Corano stesso. Naturalmente si tratta sempre di un Ismaele islamizzato che ha ben poco a che fare con l'Ismaele biblico. Lo stesso si dica di Giacobbe, che troviamo nei soliti elenchi coranici : "Gli demmo Isacco e Giacobbe, e li guidammo entrambi. E in precedenza guidammo Noè; tra i suoi discendenti guidammo Davide, Salomone, Giobbe, Giuseppe, Mosè e Aronne " ( 6:84). Anche Giacobbe è considerato un profeta: "Quando poi si fu allontanato da loro e da quello che adoravano all'infuori di Allah, gli donammo Isacco e Giacobbe ed entrambi li facemmo profeti" (19:48). Qui ci riferisce ad Abramo che rifiutò il politeismo della sua famiglia. Come ho accennato, nel Corano viene menzionato anche Giuseppe, figlio di Giacobbe, specialmente nella Sura 12, che ne narra la storia, che si discosta da quella biblica per molti particolari. Anche Mosè è menzionato spesso nel Corano, in quanto è considerato il predecessore e il modello di Maometto. Avrebbe addirittura annunziato profeticamente la venuta di Maometto . "Mosè scelse settanta uomini del suo popolo per il Nostro luogo di convegno. Dopo che li colse il cataclisma, disse: O Signore, se Tu avessi voluto, già li avresti distrutti in precedenza e me con loro. Ci distruggerai per ciò che hanno commesso gli stolti della nostra gente ? Questa non è se non una prova da parte Tua, con la quale svii chi vuoi e guidi chi vuoi. Tu sei il nostro Patrono, perdonaci e usaci misericordia. Tu sei il migliore dei perdonatori. Annoveraci un bene in questa vita terrena e un bene nell'altra vita. Ecco che, pentiti, ritorniamo a Te. E Allah disse: Farò sì che il castigo colpisca chi voglio, ma la mia misericordia abbraccia ogni cosa: La riverserò a coloro che mi temono e pagano la decima, a coloro che credono nei nostri segni, a coloro che seguono il Messaggero, il Profeta illetterato che trovano chiaramente menzionato nella Torah e nell'Ingil (Vangelo), colui che ordina le buone consuetudini e proibisce ciò che è riprovevole, che dichiara lecite le cose buone e viete quelle cattive, che li libera del loro fardello e dei legami che li opprimono. Coloro che crederanno in lui lo onoreranno, lo assisteranno e seguiranno la luce che è scesa con lui, in vero prospereranno"(Sura 7:155-157). Insomma, ci troviamo di fronte alla solita confusione propria del Corano, in cui anacronisticamente si islamizza tutto, personaggi ed episodi biblici. La Torah e il Vangelo hanno ben poco a che fare con il Corano. !8


Lo stesso si dica di Aronne, Salomone, figlio di Davide, per non parlare delle ancor più fantasiose storie delle Tradizioni di cui ci occuperemo più avanti.

LEZIONE 4 GESU NEL CORANO - PRIMA PARTE Nel Corano si parla abbondantemente della nascita di Gesù da sua madre Maria, che lo concepì essendo vergine: "E Maria, figlia di Imran, che conservò la sua verginità; insuflammo in lei del Nostro Spirito. Attestò la veridicità delle parole del suo Signore e dei Suoi Libri e fu una delle devote". Ecco ancora la classica terminologia islamica applicata anche a Maria. Molto abbondanti poi sono i riferimenti a Maria nella Sura 3, detta "La famiglia di Imran" : "In verità Allah ha eletto Adamo e Noè e la famiglia di Abramo e la famiglia di Imran al di sopra del resto del creato, in quanto discendenti gli uni degli altri. Allah è audiente, sapiente. Quando la moglie di Imran disse: Mio Signore, ho consacrato a Te solo a Te quello che è nel mio ventre. Accettalo da parte mia. In verità Tu sei Colui che tutto ascolta e conosce ! Poi, dopo aver partorito, disse: Mio Signore, ecco che ho partorito una femmina: ma Allah sapeva meglio di lei quello che aveva partorito. Il maschio non è certo simile alla femmina ! L'ho chiamata Maria e pongo lei e la sua discendenza sotto la Tua protezione contro Satana il lapidato. L'accolse il suo Signore di accoglienza bella, e la fece crescere della migliore crescita. L'affidò a Zaccaria e ogni volta che egli entrava nel santuario trovava cibo presso di lei. Disse: O Maria, da dove proviene questo ? Disse: Da parte di Allah. In verità Allah dà a chi vuole senza contare. Zaccaria allora is rivolse al suo Signore e disse:O Signor mio, concedimi da parte Tua una buona discendenza. In verità Tu sei Colui che ascolta l'invocazione. Gli angeli lo chiamarono mentre stava ritto in preghiera nel Santuario: Allah ti annunzia Giovanni, che confermerà una parola di Allah, sarà un nobile, un casto, un profeta, uno dei devoti. Disse : O mio Signore, come mai potrò avere un figlio ? Già ho raggiunto la vecchiaia e mia moglie è sterile. Disse : Così Allah fa quel che vuole. Signore, disse Zaccaria, dammi un segno. Il tuo segno, disse il Signore, sarà che per tre giorni potrai parlare alla gente solo a segni. Ma ricorda molto il tuo Signore e glorificalo al mattino e alla sera. Ricordati anche quando gli angeli dissero: In verità, o Maria, Allah ti ha eletta; ti ha purificata ed eletta tra tutte le donne del mondo. O Maria, sii devota al tuo Signore, prosternati e inchinati con coloro che si inchinano.Ti riveliamo cose del mondo invisibile, perché tu non eri con loro quando gettarono i loro calami per stabilire chi dovesse avere la custodia di Maria e non eri presente quando disputavano tra loro. Quando gli angeli dissero: O Maria, Allah ti annuncia la lieta novella di una Parola da Lui proveniente; il suo nome è il Messia, Gesù figlio di Maria, eminente in questo mondo e nell'altro, uno dei più vicini. Dalla culla parlerà alle genti e nella sua età adulta sarà tra gli uomini devoti. Ella disse : Come potrei avere un bambino se mai un uomo mi ha toccato ? Disse. E' così che Allah crea ciò che vuole: quando decide una cosa dice solo Sii ed essa è. E Allah gli insegnerà il Libro e la saggezza, la Torà e il Vangelo. E ne farà un messaggero per i figli di Israele, che dirà loro: In verità vi reco un segno da parte del vostro Signore. Plasmo per voi un simulacro di uccello nella creta e poi vi soffio sopra, e con il permesso di Allah, diventa un uccello. E per volontà di Allah, guarisco il cieco nato e il lebbroso, e risuscito il morto. E vi informo di quel che mangiate e di quel che accumulate nelle vostre case. Certamente in ciò vi è un segno se siete credenti ! Sono stato mandato a confermarvi la Torah che mi ha preceduto e a rendervi lecito qualcosa che vi era stata vietata. Sono venuto a voi con un segno da parte del vostro Signore. Temete dunque Allah e obbeditemi. In verità Allah è il mio e vostro Signore. Adoratelo dunque: Ecco la retta via. Quando poi Gesù avvertì la miscredenza in loro, disse: Chi sono i miei ausiliari sulla via di Allah ? Noi, dissero gli apostoli, siamo gli ausiliari di Allah. Noi crediamo in Allah, sii testimone della nostra sottomissione. Signore ! !9


Abbiamo creduto in quello che hai fatto scendere e abbiamo seguito il messaggero, annoveraci tra coloro che testimoniano.... Ricordati di quando Allah disse: O Gesù, ti porrò un termine e ti eleverò a Me e ti purificherò dai miscredenti. Porrò quelli che ti seguono al di sopra degli infedeli, fino al Giorno della Resurrezione. Ritornerete tutti verso di Me e Io giudicherò le vostre discordie. E castigherò di duro castigo quelli che sono stati miscredenti in questa vita e nell'altra, e non avranno chi li soccorrerà. Quelli che invece hanno creduto e operato il bene, saranno ripagati in pieno. Allah non ama i prevaricatori. Ecco quello che ti recitiamo dei segni e del Saggio Ricordo. In verità, per Allah Gesù è simile ad Adamo che Egli creò dalla polvere. Questa è la verità che proviene dal tuo Signore. Non essere tra i dubbiosi. A chi polemizza con te, ora che hai ricevuto la scienza, dì solo: Venite, chiamiamo i nostri figli e i vostri, le nostre donne e le vostre, noi stessi e voi stessi e invochiamo la maledizione di Allah sui bugiardi. Ecco il racconto veridico. Non c'è altro Dio che Allah e in verità Allah, Lui è l'Eccelso, il Saggio. Se dunque volgono le spalle, invero Allah ben conosce i seminatori di discordia" (Sura 3: 33 - 63). Ecco dunque una Maria ed un Gesù già Mussulmani ! Questo significa, indirettamente, che i Vangeli di Matteo e Luca, che trattano della nascita, dell'infanzia ed adolescenza di Gesù, sbagliano, oppure che da essi sono state sottratte dai Cristiani varie parti, che troviamo invece nel Corano. Ma è avvenuto davvero tutto questo ? Nel Corano troviamo intanto varie storielle su Maria e Gesù, presenti in alcuni Vangeli apocrifi, cioè ritenuti non autentici dai Cristiani a partire già dal II secolo, come è attestato, ad esempio, da Ireneo di Lione, autore di un'opera monumentale contro lo Gnosticismo. Egli aveva conosciuto bene il martire Policarpo, che, a sua volta, aveva conosciuto gli Apostoli: "Ma si può ricordare anche Policarpo. Egli non solo fu ammaestrato dagli Apostoli ed ebbe familiarità con molti che avevano visto il Signore, ma dagli Apostoli fu stabilito per l'Asia nella chiesa di Smirne, come Vescovo. Anche noi l'abbiamo visto nella nostra prima età.... Egli insegnò sempre quello che aveva appreso dagli Apostoli, le cose che la Chiesa trasmette e che sono vere. A queste cose rendono testimonianza tutte le Chiese dell'Asia e coloro che fino ad oggi sono succeduti a Policarpo, che è un testimone della verità molto più degno di fede e sicuro di Valentino, Marcione e gli altri che hanno opinioni false " - e noi potremmo aggiungere qui, molto più degno di fede del Corano ! ( si veda Ireneo, Contro le Eresie III , 3, 4 ; ed. Jaca Book, MIlano 2003, p. 219). Riferendosi poi esplicitamente ai quattro Vangeli, da sempre ritenuti autentici dai Cristiani degni di tal nome, Ireneo afferma che " i Vangeli non possono essere né più né meno di questi ", anzi egli parla di un solo "Vangelo quadriforme", cioè che presenta vari aspetti di ciò che Gesù fece e disse (op. cit. III, 11, 7). "Stando così le cose, sono vani, ignoranti e per di più temerari quelli che rifiutano la giusta concezione del Vangelo, introducendo più o meno forme di Vangeli di quelli che abbiamo detto" (op. cit. III, 11, 9 ). Anche nel Corano troviamo un Vangelo che non ha molto a che fare con quegli autentici. Oltre a quelli dei Vangeli autentici, a cui il Corano accenna qui e lì, in esso si attribuiscono a Gesù miracoli sin dalla sua nascita, attingendo a piene mani da Vangeli apocrifi, posteriori agli autentici, ed assolutamente indegni di fede ( ps: per approfondimenti sul soggetto si rimandano i corsisti alla consultazione dei testi scritti da Francesco Maggio:”Luce sull’islam”, pagg. 289-305) . Difatti, com'è accennato nel lungo passo citato prima, Gesù, appena nato, poteva già parlare: "Maria tornò dai suoi portando il bambino. Dissero : O Maria, hai commesso un abominio ! O sorella di Aronne, tuo padre non era un empio, né tua madre una libertina. Maria indicò loro il bambino. Dissero : Come potremmo parlare con un infante nella culla ? Ma Gesù disse : In verità sono un servo di Allah. Mi ha dato la Scrittura e ha fatto di me un profeta. Mi ha benedetto ovunque sia, e mi ha imposto l'orazione e la decima finché avrò vita, e la bontà verso colei che mi ha generato. Non mi ha fatto né violento né miserabile. Pace su di me in cui sono nato, il giorno in cui morrò e il giorno in cui sarò risuscitato a nuova vita" (Sura 19:27-33). Molto probabilmente qui ci troviamo di fronte ad una rielaborazione di una fonte apocrifa come il Vangelo !10


arabo sull'infanzia del Salvatore, redatto, si pensa, verso il V -VI secolo. In esso, proprio all'ìnizio, dopo una breve introduzione, leggiamo : "Quanto segue l'abbiamo trovato nel libro del pontefice Giuseppe, vissuto al tempo di Cristo; alcuni dicono che sia Caifa. Egli disse che Gesù parlò quando era ancora nella culla e disse a sua madre Maria :Io sono Gesù, figlio di Dio, il Logos, da te generato secondo quanto ti aveva annunziato l'angelo Gabriele.Mio padre mi ha inviato per la salvezza del mondo" (in Apocrifi del Nuovo Testamento, ed. UTET, Torino 1971, rist. 1975, vol. I, p. 285). Nel Corano c'è anche qualche accenno o allusione a parabole evangeliche, come nella Sura 48:29, dove i Musulmani sono paragonati ad un buon seme che produce frutti. Probabilmente l'allusione è a Marco 4:26-32. Forse nella Sura 7:43-51 c'è un riferimento alla storia evangelica del ricco epulone e di Lazzaro (Luca 16:19-31). Molto interessante e significativa per il nostro argomento è la Sura 61:6, "Ricorda quando Gesù, figlio di Maria, disse: O figli d'Israele, io sono veramente un Messaggero di Allah a voi, inviato per confermare la Torah che mi ha preceduto, e per annunciarvi un Messaggero che verrà dopo di me, il cui nome sarà Ahmad. Ma quando questi giunse loro con le prove incontestabili, dissero: Questa è magia evidente". Secondo il Piccardo, che ha curato l'edizione del Corano qui usata, un'allusione alla profezia coranica di Gesù si trova nel Vangelo di Giovanni 14:16 e 16:7, dove, in realtà, Gesù parla, com'è noto, della venuta dello Spirito Santo. Secondo il Piccardo, però, nel testo greco originale c'era il termine greco periklytos, cioè "degno di lode, inclito, illustre", che corrisponderebbe ad Ahmad, e quindi il termine paràkletos, "Consolatore", sarebbe una corruzione, di matrice cristiana, del testo. Ora, nella tradizione manoscritta del Vangelo di Giovanni non si trova mai nei passi su citati periklytos, ma sempre parakletos "Avvocato, Consolatore", cioè lo Spirito Santo. Si veda, a tal proposito, la nota 28 alla Sura 26:196, dove è detto di Maometto: "E già era nelle Scritture degli antichi". Tuttavia il Piccardo, come tutti gli altri Musulmani, non ci dicono quando e da parte di chi vi sarebbe stata una corruzione del testo evangelico. Peccato infine, che al Piccardo sfugge che nel greco antico questa parola è inesistente. Secondo poi il Piccardo, anche nell'Induismo e nel Buddismo, vi sarebbero velati riferimenti a Maometto - davvero la fervida fantasia islamica non ha limiti! Ed anche qui c'è da chiedersi se possa considerarsi di origine divina un'opera come il Corano, che contiene tali assurde "profezie" senza alcun fondamento storico e linguistico. Poco chiari sono i riferimenti coranici alla morte di Gesù. Leggiamo infatti nella Sura 4:157 - 159, "Gli Ebrei dissero: Abbiamo ucciso il Messia Gesù, figlio di Maria, il Messaggero di Allah ! Invece non l'hanno ucciso né crocifisso, ma così parve loro. Coloro che sono in discordia a questo proposito, restano nel dubbio: non hanno altra scienza e non seguono altro che la congettura. Per certo non lo hanno ucciso, ma Allah lo ha elevato fino a Sé. Allah è eccelso, saggio. Non vi è alcuno della Gente della Scrittura che non crederà in lui prima di morire. Nel Giorno della Resurrezione testimonierà contro di loro". Così il Piccardo commenta questo passo in tre note: "Ma così parve loro:shubbiha lahum- qualche volta questa espressione è stata tradotta con 'gli è stato sostituito un sosia '. Ma la struttura coranica non permette questa precisione. Gesù non è morto per mano degli uomini, la sua crocifissione non fu che un'illusione voluta da Allah che ha innalzato Gesù fino a Lui " ( ps: per approfondimenti sul soggetto si rimandano i corsisti alla consultazione dei testi scritti da Francesco Maggio:”Luce sull’islam”, pagg. 131-148) Secondo la tradizione, di cui ci occuperemo in una lezione a parte, alla fine dei tempi "Gesù ritornerà sulla terra scendendo a Damasco; ucciderà l'Anticristo e rimarrà per sette anni ( o 40 anni) durante i quali l'Islam trionferà e anche gli Ebrei ed i Cristiani riconosceranno la sua vera natura e crederanno nella sua missione profetica. Un'altra interpretazione afferma che il versetto indica lo schiudersi della verità che avviene in punto di morte. In tal caso gli Ebrei si renderanno conto della menzogna che proferivano contro Gesù e sua madre e i Cristiani del fatto che egli era un servo e un messaggero di Allah e non Suo figlio" (si veda ed. cit. p. 105,106). !11


Ora, negare la morte in croce di Gesù è assurdo. Infatti ciò che nei Vangeli si afferma circa la Sua deposizione dalla croce e la Sua sepoltura, e quindi circa le Sue apparizioni ai discepoli dopo la Sua resurrezione, sarebbe stato tutto inventato. Ma come è possibile che tutto sarebbe stato solo un'illusione ? E quindi Dio, che è Verità, avrebbe così chiaramente ingannato i discepoli di Gesù e tutti gli altri ? Fatto sta che alla Sua morte fa riferimento anche uno storico pagano del calibro di Tacito. Trattando dell'incendio di Roma nel 64 d.C., di cui furono accusati i Cristiani, lo storico li menziona dicendo che "prendevano il nome da Cristo, che era stato suppliziato ad opera del procuratore Ponzio Pilato sotto l'impero di Tiberio"(Tacito, Annali XV,44,2 ). Nel Corano quindi non vi è neanche alcun riferimento alla resurrezione di Gesù dopo tre giorni dalla Sua morte - tutto inventato ! Quando e da chi, e perché? In ogni caso, sembra che la Sura 19:33 contraddica quanto affermato nella Sura 4:157-159 - l'ho già citato in un altro contesto,ma ecco le parole che qui ci interessano: "Pace su di me il giorno in cui sono nato, il giorno in cui morrò e il Giorno in cui sarò risuscitato a nuova vita". Tuttavia, secondo alcuni commentatori, qui ci si riferisce non alla morte in croce, ma al fatto che, secondo la tradizione, Gesù in effetti morirà dopo essere ridisceso sulla terra e dopo aver sconfitto Daggal, l'Anticristo, e tutti si saranno convertiti all'Islam - avremo occasione di riparlarne. E parlando della morte di Gesù, né nel Corano né nella tradizione musulmana c'è alcun riferimento alla morte di Gesù quale sacrificio per espiare i peccati dell'Umanità - un concetto presente,seppur sotto vari aspetti e con sfumature varie, in tutto il Nuovo Testamento, costituendone l'essenza. Possiamo dunque dire che nel Corano è del tutto assente il cuore stesso della Rivelazione Cristiana, in altri termini, non c'è Gesù, ma un altro Gesù, ma non certo il Gesù dei Vangeli e del resto del Nuovo Testamento. Nel Corano, dunque, si ignorano del tutto le fonti neotestamentarie, quali, oltre ai quattro Vangeli, gli Atti degli Apostoli, le Lettere e l'Apocalisse -vi ho già accennato. D'altra parte, si può comprendere, in qualche modo, il rifiuto della divinità di Gesù da parte dei Musulmani a causa di quello che potremmo chiamare il pregiudizio di un monoteismo monolitico, scaturito dalla reazione al politeismo arabo preislamico. Ma questo però non giustifica affatto il rifiuto di volere esaminare oggettivamente le fonti della fede cristiana al cui centro c'è l'Eterno Figlio di Dio, Figlio non nel senso datogli dal Corano, ma in senso profondo soprannaturale, che i Musulmani si rifiutano di prendere in considerazione per partito preso, come si suol dire.

LEZIONE 5 GESU' NEL CORANO - SECONDA PARTE Riallacciandomi alle ultime battute della lezione 4, secondo il Corano, Gesù è considerato dai Cristiani "Figlio di Dio" così come al-Lat, Uzza e Manah erano considerate figlie di Allah. Ne segue che i !12


Musulmani non vogliono considerare nessun altro tipo di figliolanza, come quello, ad esempio, di ordine soprannaturale. Questo pregiudizio sarà stato anche generato dalle dispute dei Cristiani sulla natura del Cristo, di cui l'eco sarà giunto anche a Maometto. Quelle sottigliezze teologiche erano del tutto estranee alla sua mentalità. Tuttavia, a mio avviso, ciò che anche contribuì al travisamento islamico della Cristologia Cristiana, fu il culto di Gesù e Maria, culto che sapeva di idolatria. Infatti nella Sura 5:116-117 , è detto: "Ricorda quando Dio disse: Oh Gesù, figlio di Maria, sei tu che hai detto agli uomini: Prendete me e mia madre come dèi, accanto a Dio ? Gloria a te, rispose Gesù - non posso dire ciò che non ho il diritto di dire. Se lo avessi detto, tu lo sapresti, perché tu sai quello che è nell'anima mia, mentre io non so quello che è nell'anima tua. Tu sei il Conoscitore delle cose invisibili. Non ho detto loro se non ciò che mi hai ordinato, e cioè: Adorate Iddio, Signore mio e vostro; e finché sono stato fra di loro, sono stato testimone a loro riguardo. Quando, poi, sono stato chiamato a Te, il loro sorvegliante sei divenuto Tu che di ogni cosa sei spettatore". Con questa ultima affermazione si nega che Gesù abbia più a che fare con i credenti: ormai ha concluso la sua missione di "Inviato di Dio" e non può più fare niente per nessuno. Ma ciò che qui voglio ancor più sottolineare è quanto sia stato deleterio - e quanto lo sia ancora - il culto mariano, proprio del Cattolicesimo Romano, che ha sempre offerto, e tuttora offre, un'immagine distorta del Cristianesimo, riducendolo, assieme al culto a "santi " e "sante" vari, ad una specie di religione sincretistica con vari elementi che ricordano il vecchio paganesimo; come si sa, per secoli e fino ai giorni nostri, lo stesso Gesù è stato oggetto di un culto, da parte dei Cattolici, che sa di idolatria - basti pensare a tutti i vari "crocifissi benedetti e miracolosi", alle statue, al "volto santo", al "cuore di Gesù", al " santissimo sacramento", ecc. Resta il fatto che nel Corano non c'è - lo ribadisco - il Gesù dei testi cristiani autentici e quindi, pur non negando a Gesù l'autorità di apportare alcune modifiche alla Legge Mosaica, non si mette mai in rilievo l'amore, la devozione e l'obbedienza assoluta verso sè stesso che Gesù esigeva dai Suoi discepoli: "Non pensate che Io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a mettere pace, ma spada. Infatti sono venuto a dividere il figlio da suo padre e la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera, e i nemici dell'uomo saranno quelli stessi di casa sua. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; e chi non prende la sua croce e non viene dietro a me, non è degno di me. Chi avrà trovato la vita sua la perderà, e chi avrà perduto la sua vita a causa mia, la troverà" (Matteo 10:34-39). Chi poteva parlare così se non Dio stesso ? Questo concetto è ancora più chiaro quando veniamo al perdono dei peccati. L'episodio del paralitico di Capernaum o Cafarnao è ben noto- Marco 2:1-12. Qui Gesù chiaramente fa quello che secondo gli Ebrei solo Dio poteva fare, cioè perdonare i peccati: ancora una volta Gesù si pone allo stesso livello di Dio. A questo punto ci possiamo chiedere: tutto il "materiale" cristologico presente nel Nuovo Testamento è frutto di elucubrazioni di determinati circoli cristiani, come lascia intendere il Corano,oppure si basa su affermazioni autentiche dello stesso Gesù e su fatti fedelmente riportati nei Vangeli ? Come già ho avuto occasione di mettere in rilievo, la controparte coranica dei testi cristologici del Nuovo Testamento è costituita principalmente da fonti apocrife e, paradossalmente, da pregiudizi monoteistici, tali da precludere la via a qualsiasi altra forma di monoteismo. Ed a proposito delle fonti apocrife, rifiutate come poco attendibili dalla Chiesa Cristiana in generale sin dal loro apparire, c'è da notare che esse di solito esaltano la divinità di Cristo fino ad attribuire miracoli a Gesù bambino, come ben sappiamo. Anche la Sua "passione e morte" è intrisa di fatti soprannaturali, come quelli narrati nelle "Memorie di Nicodemo" (se ne veda l'edizione italiana della UTET in Apocrifi del Nuovo Testamento, vol. I, pp. 539 ss.). Ma anche da queste fonti apocrife il Corano prende solo ciò che fa al suo scopo, che è quello di presentare un Gesù anacronisticamente musulmano fin dalla Sua fanciullezza. Ed è troppo facile per i musulmani di oggi, come lo era per Maometto e quelli della prima ora, !13


affermare che i Cristiani non devono "oltrepassare i limiti della loro religione" (Sura 4:171), lasciando intendere che essi hanno adulterato il Vangelo, anche se non si sa bene che cosa nel Corano si intenda per "Vangelo". E poi, su quali prove concrete si basa quest'accusa musulmana? Perché mai bisogna prestar fede alla loro "cristologia" e non a quella dei Cristiani degni di questo nome ? Non nego che tuttora esista il problema di una chiara definizione della dottrina trinitaria, che, comunque, è saldamente basata sulla Scrittura. Il ricorso a concetti filosofici per spiegarla, non sempre ha giovato a far chiarezza sull'argomento. Né mai hanno giovato e giovano al trionfo della verità le teorie razionalistiche, in fatto di Cristologia, propugnate da coloro che presuntuosamente si definiscono ancora "Cristiani". Ma in ogni caso, i Musulmani che vogliono vederci chiaro in Cristologia - considerando anche il notevole spazio che Cristo occupa nel Corano e nella loro tradizione - dovrebbero finalmente considerare con serietà tutto il Nuovo Testamento. Ed a mio avviso, su questo si dovrebbe far leva quando ci si trova di fronte a Musulmani che si dimostrano aperti alla verità, e quindi al dialogo, e sono pronti, per questo, anche a modificare le proprie posizioni dottrinali. Certo, non credo sia facile per un Musulmano accettare il concetto di "Persona divina", distinto da quello di natura divina - e questo non solo nel caso del Figlio Eterno di Dio che si è incarnato e ha preso il nome di Gesù, ma anche nel caso dello Spirito Santo che, come è noto, è presentato nel Vangelo di Giovanni come un "altro Consolatore", distinto quindi da Gesù stesso (Giovanni 14:16), e come un "Egli" (Ekeinos), una Persona, diremmo noi, nonostante che Pneuma, Spirito, in greco sia neutro (Giovanni 16:13-15). Si può quindi studiare un modo più accessibile alla mentalità musulmana di presentare la dottrina trinitaria, ma non possiamo ovviamente rinunziare alla sua essenza. Ciò vale naturalmente per il concetto di "Figlio di Dio" che non ha nulla a che fare con il concetto pagano di figliolanza divina ( ps: per approfondimenti sul soggetto si rimandano i corsisti alla consultazione dei testi scritti da Francesco Maggio:”Luce sull’islam”, pagg. 81-102). Spesso, anche da parte di moderni critici del Cristianesimo, si sostiene che soprattutto l'Apostolo Paolo abbia alterato l'insegnamento originario di Gesù Cristo. Ma in che cosa sarebbe consistita tale alterazione o modifica ? Nella fede nella divinità di Gesù Cristo ? Nella fede in Dio Uno e Trino ? Nella fede nell'incarnazione dell'Eterno Figlio di Dio, morto per i nostri peccati e risorto il terzo giorno, secondo le Scritture ? Penso che nessun cristiano, degno di tale nome, sarebbe pronto a rinunziare a tali dottrine dopo aver letto il Corano, per la semplice ragione che tali dottrine hanno il loro saldo fondamento proprio in quel "Libro" e in quel "Vangelo", a cui fa spesso riferimento il Corano senza però prenderli sul serio e ricorrendo invece "a favole artificiosamente composte" (2 Pietro 2:16), di cui spesso sono fatti gli scritti apocrifi. Io penso dunque che nei nostri rapporti con i Musulmani dobbiamo chiarire, in ogni occasione possibile, che noi crediamo in un unico Dio - noi siamo monoteisti ! Anche se il nostro monoteismo è complesso, nel senso che l'Iddio della Bibbia si è rivelato principalmente in Gesù Cristo, che Lo rappresenta perfettamente - e questa non è un'invenzione dell'Apostolo Paolo, dato che ne parlano abbondantemente sia Giovanni che Pietro, i Salmi ed altri porzioni dell’Antico Testamento. Certo non è facile, per non dire impossibile, esprimere in maniera del tutto adeguata, con parole umane, questo concetto - non a caso Gesù disse a Pietro, dopo la sua professione di fede : "Non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli" (Matteo 16:17). Eppure Pietro probabilmente non avrà capito in quel momento tutte le implicazioni della sua affermazione - "Tu sei il Cristo, il Figliuolo dell'Iddio vivente". Similmente il Padre nostro opera, mediante il Suo Santo Spirito,soprattutto in coloro che cercano sinceramente la verità. Perciò io credo che se un Musulmano cerca sinceramente la Verità, prima o poi la troverà; noi però possiamo certamente agevolarlo con le spiegazioni che potremo dargli e con la nostra testimonianza personale - dopo tutto, vi sono sempre più Musulmani negli ultimi anni che si convertono! In particolare - e questo vale in generale e non soltanto nei nostri eventuali rapporti con Musulmani - bisogna sempre mettere in rilievo il !14


fatto che Gesù Cristo è stato ed è in funzione del Padre, nel senso che è Lui che ci ha rivelato il Padre e col Suo sacrificio ci ha riconciliati con Lui. Lo Spirito Santo, a sua volta, ha la funzione di testimoniare di Gesù: "Quando sarà venuto il Consolatore che Io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, Egli testimonierà di me - ha detto Gesù - e anche voi mi renderete testimonianza" (Giovanni 16:26). Ne segue che se lo Spirito Santo testimonia di Gesù e Gesù testimonia del Padre, sia l'uno che l'altro sono in funzione del Padre. E' per questo che in 1 Corinzi 15:24-28, dopo aver trattato della resurrezione dei corpi, è detto che "poi verrà la fine, quando Egli (Gesù) avrà rimesso il Regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà ed ogni potenza. Infatti bisogna che Egli regni finché abbia messo tutti i Suoi nemici sotto i Suoi piedi. L'ultimo nemico che sarà distrutto, sarà la morte. Difatti, Dio ha posto ogni cosa sotto i Suoi piedi; ma quando dice che ogni cosa gli è sottoposta, è chiaro che Colui che gli ha sottoposto ogni cosa, ne è eccettuato. E quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a Colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti". Quest'ultima affermazione non contraddice affatto quanto altrove nel Nuovo Testamento è affermato della divinità di Gesù, ma ci dice solo che al termine quando la Sua missione sarà giunta, il Regno di Dio Padre sarà assoluto, senza alcuna mediazione. Tutto è scaturito da Dio Padre, a cominciare dal Figlio o Logos, nella Sua eternità, e poi nel tempo c'è stata l'incarnazione del Figlio, la Sua redenzione e mediazione tra Dio Padre e l'Umanità, e tutto a Lui ritornerà alla fine dei tempi. Affermare quindi semplicemente che "Gesù è Dio", senza alcuna distinzione, può sapere di idolatria, e lo stesso si dica se si assolutizza il ruolo dello Spirito Santo, come se fosse fine a sé stesso. E per idolatria intendo anche ogni falsa idea di Dio non conforme alle Scritture. E questo lo affermo anche prescindendo da nostri eventuali rapporti con Musulmani, anche se, come è già avvenuto nel passato, a volte le contestazioni da parte di non Cristiani, possono spingerci a meglio chiarire o a precisare certe nostre posizioni dottrinali, anche se basate sul solido fondamento della Parola di Dio. I Cristiani, dunque, sono figli di Dio Padre, in quanto fratelli di Gesù Cristo, in senso spirituale, ovviamente - infatti Gesù è "il Primogenito fra molti fratelli" (Romani 8:29). Dio ci accoglie come Suoi figli , perché siamo uniti, per la nostra fede, al Figlio di Dio per eccellenza, il quale è tuttora l'Unico Mediatore fra noi e Dio Padre, ed il nostro Intercessore presso di Lui (Romani 8:34; Ebrei 7:25; 1 Giovanni 2:1-2) - il Mediatore ed Intercessore che è tutt'uno con Dio Padre quanto a divinità, ma distinto - non separato! - da Lui come Persona - chi trova un'altra formula, migliore di questa, per spiegare in qualche modo il rapporto tra Gesù e Dio Padre, tenendo conto dei dati biblici, è il benvenuto e potrà essere considerato un vero genio teologico e perfino un benefattore della Cristianità; e vi assicuro che affermo questo senza alcuna ironia. Se non si accettano questi dati biblici, allora l'alternativa è che il Gesù del Nuovo Testamento è un Gesù inventato dagli Evangelisti e dagli altri Autori del Nuovo Testamento stesso. Essi ne avrebbero fatto una specie di dio ellenistico che, assieme a Dio Padre e allo Spirito Santo, formerebbe una specie di Pantheon Cristiano. Francamente, se fosse stato così, gli Autori del Nuovo Testamento si sarebbero certamente regolati meglio, nel senso che avrebbero di molto semplificato il tutto, facendo, ad esempio, di Gesù un essere umano deificato, evitando tutte le complicazioni dovute alla Sua identità con Dio Padre e lo Spirito Santo in quanto Dio, e la Sua distinzione dal Padre e dallo Spirito Santo in quanto Persona, come chiaramente emerge da uno studio attento ed approfondito delle Scritture. Eppure no: sembra che gli Evangelisti, Paolo, Pietro e gli altri Autori del Nuovo Testamento siano stati "costretti" a scrivere quello che hanno scritto,pur dovendo necessariamente usare i termini desunti dal greco del tempo, compreso qualche termine filosofico quale, ad esempio, "Logos". Insomma si sono trovati dinanzi ad una novità, ma non hanno cercato di semplificarla, quanto piuttosto di esprimerla nel modo più chiaro possibile; anzi, in seguito c'è stato qualche tentativo di semplificare, come dimostrano le varie eresie dei primi secoli - si pensi all'Arianesimo, al Nestorianesimo e al Monofisismo, tanto per citare le principali. Tuttavia la Chiesa Cristiana si mantenne sempre salda sui dati biblici inequivocabili e giustamente formulò così il proprio !15


credo cristologico . "Crediamo in un solo Dio, Padre Onnipotente, che ha fatto le cose visibili e le invisibili, ed in un solo Signore Gesù Cristo, il Figlio di Dio, l'Unigenito, nato dal Padre, cioè dalla sostanza del Padre, Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato non fatto, della stessa sostanza o essenza del Padre, per mezzo del quale (Figlio) tutte le cose furono fatte, quelle nel cielo e quelle sulla terra; il quale ( il Figlio) per noi uomini e per la nostra salvezza è venuto e si è incarnato, si è fatto Uomo, ha sofferto ed è risuscitato il terzo giorno, è asceso nei cieli e verrà a giudicare i vivi ed i morti, e crediamo nello Spirito Santo. Questa è la traduzione italiana letterale del "Credo Niceno", frutto del Concilio di Nicea, che nel 325 condannò Ario ed i suoi seguaci, che negavano la divinità di Gesù (si veda H. Denzinger, Manuale delle Professioni di Fede e delle Definizioni e Dichiarazioni su questioni di fede e morale; Ed. Bilingue Latina-Italiana; ed. Dehoniane, Bologna 1995, n. 125-126). Il documento non fa che sintetizzare i dati biblici concernenti la Persona e l'opera di Gesù - dati biblici che i Musulmani volutamente ignorano del tutto.

LEZIONE 6 LA BIBBIA COME OPERA ISPIRATA DA DIO In questa lezione si fa il punto sulla differenza abissale tra Corano e Bibbia, alla luce delle considerazioni fatte nelle lezioni precedenti. Intanto la prima parte della Bibbia, in lingua ebraica, tranne alcuni brevi passi in aramaico, scaturisce dalla Religione Ebraica, che occupa un posto del tutto speciale nel variegato panorama delle religioni della terra. Da dove viene fuori ? Sotto vari aspetti, essa sembra simile alle religioni di altri popoli con cui gli Israeliti hanno avuto a che fare durante la loro lunga e tormentata storia: luoghi sacri, sacrifici, sacerdoti, ecc., di cui parla ampiamente la prima parte della Bibbia. Tuttavia anche questi elementi, visti alla luce dell'essenza dell'Ebraismo, acquistano un significato diverso da quello ad essi attribuito da altri popoli. Ed un primo elemento che si impone a chi legge la Bibbia è il suo rigido monoteismo. L'Iddio d'Israele, infatti, non è il capo di un esercito di divinità, ma è unico. Esistono certamente esseri spirituali diversi dagli esseri umani, cioè gli Angeli, ma anch'essi sono stati creati da Dio e nella Bibbia non sono mai considerati divinità minori, come nelle concezioni religiose di altri popoli. Da dove gli Israeliti derivarono questo loro stretto monoteismo? Purtroppo nel corso della loro storia anch'essi si diedero all'idolatria politeistica, ma questo fu sempre e molto severamente disapprovato da Dio, come attesta molte volte la Bibbia. Difatti, in vario modo Dio fu tollerante in campo morale nei riguardi degli Israeliti, ma mai quanto al monoteismo. Perciò il primo Comandamento riguarda proprio tale questione considerata essenziale nella Bibbia : "Io sono il Signore, Dio tuo, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa della schiavitù. Non avere altri déi al mio cospetto" (Esodo 20:2-3 , Deuteronomio 5:6-7) "di fronte a Me". Qui si proibisce il sincretismo, oltre che ovviamente il politeismo. In altri termini, Dio è l'unico vero Dio e non ammette che si adorino altre divinità assieme a Lui. Al Dio della Bibbia non piace affatto l'ecumenismo, inteso come accomodante calderone, in cui tutto trova posto, in nome di una vaga fratellanza universale. Un'altra caratteristica fondamentale dell'unico vero Dio è che non può essere rappresentato. Tale concetto è strettamente connesso alla proibizione di farsi immagini o sculture, proibizione che troviamo in Esodo 20:4 , "Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servire loro": Nel Libro del Deuteronomio si precisa che anche l'unico vero Dio non è rappresentabile in quanto essenzialmente spirituale, incorporeo. Leggiamo infatti in Deuteronomio 4:15-19, "Or dunque siccome !16


non vedeste alcuna figura quando il Signore vi parlò sull'Horeb in mezzo al fuoco, state bene attenti, perché è in gioco la vostra stessa vita: non dovete perdervi a fare statue che rappresentino un dio sotto forma di uomo o donna, e neppure sotto forma di un qualunque animale che vive sulla terra o di un uccello che vola in cielo o di una bestia che striscia al suolo o di un pesce che vive nelle acque sotto la terra. Quando alzate gli occhi e vedete il sole, la luna e le stelle, come schiere ordinate nei cieli, non dovete inginocchiarvi e venerare quelle cose". Dio non può mai essere a disposizione degli uomini; non può mai essere ridotto alle dimensioni che essi vogliono. Se Dio si manifesta, lo fa come e quando Lui ritiene opportuno. E secondo la Bibbia, Dio si è manifestato molte volte, come si afferma all'inizio della Lettera agli Ebrei, che fa parte del Nuovo Testamento: "Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai Padri per mezzo dei Profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio" - è chiaro il riferimento a Gesù. Possiamo dunque affermare che la Bibbia è fondamentalmente la storia dei rapporti tra Dio e l'Umanità - rapporti spesso drammatici, anche tragici, comunque mai facili. E' una storia che abbraccia il passato, il presente ed il futuro. Abbraccia il passato, perché riguarda la Creazione, le vicende dei primi esseri umani, la loro decadenza spirituale e morale, le fasi della realizzazione del piano di Dio per la restaurazione dell'Umanità, fino alla venuta del Figlio Eterno di Dio, incarnatosi per la salvezza e la santificazione dell'Umanità. Questa storia abbraccia anche il presente, perché il piano di Dio si sta ancora realizzando e noi beneficiamo oggi di quanto è avvenuto nel passato, soprattutto la morte salvifica di Gesù, la Sua resurrezione, la discesa dello Spirito Santo, la fondazione della Sua Chiesa. Ma questa storia riguarda anche il futuro, perché i Profeti dell'Antico Testamento, Gesù stesso e gli Apostoli ci hanno parlato, seppur nelle sue linee generali, di quanto sta accadendo oggi ed accadrà fino a quando apparirà la Nuova Gerusalemme, verso cui tende tutta la storia dell'Umanità (Apocalisse 21). Come ho asserito fin dalla prima lezione, la Bibbia presenta una straordinaria unità narrativa e dottrinale per quanto riguarda Dio nei Suoi rapporti con l'Umanità da Lui creata. Si tratta di un armonico insieme di Scritti che sono stati composti nell'arco di 1300 anni, più o meno, da autori diversi, con stili diversi, eppure sono tutti in armonia tra di loro, un'armonia che manifesta l'opera di un solo Regista, che fa sentire in essi ovunque la Sua voce, prescindendo dagli autori noti o ignoti delle singole opere. Naturalmente i critici razionalisti della Bibbia, specialmente dal XVIII secolo in poi, fino ai giorni nostri, si sono affannati a cercare nella Bibbia errori e contraddizioni, ma invano, come può facilmente constatare chi si accosta alla Bibbia senza pregiudizi di sorta. Non nego che vi siano alcuni problemi di carattere storico ed esegetico ( ps: per approfondimenti sul soggetto si rimandano i corsisti alla consultazione del libro pubblicato da Francesco Maggio:”La Bibbia, Parola di Dio (101 risposte bibliche alle obiezioni di gnostici, scettici e critici”,EUN, 2009), ma tali problemi sono molto limitati e si sono trovate, a tal proposito, già varie soluzioni plausibili. Anzi si può dire che la Bibbia, tra le opere dell'antichità, è stata quella più sottoposta ad una critica spietata al microscopio, proprio perché la Bibbia, se letta con il giusto atteggiamento di chi vuole conoscere la verità sulla realtà che lo circonda e su se stesso, genera di solito salutari crisi spirituali, che portano,seppur gradualmente, alla conversione all'Autore fondamentale della Bibbia. Insomma, è un'opera

"scomoda", che deve essere tolta di mezzo, secondo gli atei e gli agnostici, ma che da secoli sta sempre lì ad interrogare e a scuotere le menti ed i cuori delle persone. Scendendo nei particolari, constatiamo come la parte narrativa fondamentale della Bibbia si armonizzi con le parti sapienziali e profetiche, perché, appunto, c'è un solo Regista, Dio stesso, dalla Genesi all'Apocalisse. Questo significa che la Bibbia è stata ispirata da Dio, anche se tale affermazione la si può fare con assoluta certezza solo grazie all'intervento dello Spirito Santo nei credenti. Ed in base all'esperienza !17


quotidiana dei Cristiani, si può affermare che la Bibbia è ispirata da Dio e perciò è anche ispirante. Notiamo, insomma, che non solo i concetti, ma le parole stesse, i costrutti, sono pregni di una forza spirituale che nessun altro libro ha, e tanto meno il Corano, considerando le sue caratteristiche già ampiamente messe in rilievo in queste lezioni. Dobbiamo però precisare che non tutte le parole che si trovano nella Bibbia sono direttamente parole di Dio. Ad esempio, i discorsi dei tre amici di Giobbe, nel Libro omonimo,pur contenendo alcune verità, sono di fatto riprovati da Dio stesso: "Dopo che ebbe rivolto questi discorsi a Giobbe, l'Eterno disse a Elifaz di Teman: L'ira mia è accesa contro di te e contro i tuoi due amici, perché non avete parlato di Me secondo la verità, come ha fatto il mio servo Giobbe " (42:7). Dio però ha fatto in modo che i loro pensieri fossero fedelmente riportati, così che, assieme a tutto il resto di questo bellissimo Libro, si trasformassero in veicoli della Parola di Dio. Difatti, oltre che per mezzo delle parole rivolte direttamente da Dio a Giobbe, Dio ci parla per mezzo della struttura stessa di questa storia edificante - "Ecco, noi chiamiamo beati quelli che hanno sofferto con costanza. Avete udito parlare della costanza di Giobbe e avete veduto la fine riservatagli dal Signore, perché il Signore è pieno di compassione e misericordioso " ( Lettera di Giacomo 5:11). Lo stesso si dica - un altro esempio - delle considerazioni, a volte amare, dell'Ecclesiaste. Ma Dio ci parla anche per mezzo di quelle considerazioni che sono di un uomo dalla fede davvero grande, tenendo presente che visse prima della Rivelazione cristiana. E noi, oggi, non abbiamo forse bisogno di una fede altrettanto grande nella giustizia e misericordia di Dio dinanzi ad un mondo pieno di ingiustizie e malvagità ? E che dire del Salmo 137 ? Vi ricorderete l'ultimo versetto: "Beato chi piglierà i tuoi piccoli bambini e li sbatterà contro la roccia !". E' un Salmo che è frutto dell'esasperazione degli Israeliti in esilio dinanzi alla cattiveria dei Babilonesi che addirittura esigevano che essi cantassero per farli divertire. Il Signore ha fatto sì che questo Salmo fosse scritto e pervenisse fino a noi, affinché ci rendessimo conto delle tristi condizioni, soprattutto spirituali, in cui vengono a trovarsi coloro che si allontanano da Lui: quelli che sarebbero dovuti essere "il sale della terra", ora, divenuti insipidi, erano calpestati dai pagani. Ma Dio è misericordioso e furono proprio gli esuli a costituire, in quell'epoca storica, "il resto d'Israele". Il che non significa che, se non sono le parole dirette di Dio, non sono state da Lui ispirate: Egli ha fatto sì che fossero fedelmente riportate per iscritto, e servissero di insegnamento a noi, ma nel contesto di tutto il passo in questione, che a sua volta, fa parte del contesto più ampio di un Libro. Possiamo dunque affermare che nella Bibbia Iddio ci parla direttamente o indirettamente - ciò che importa è essere spiritualmente in comunione con Lui. Possiamo dunque dire con l'Apostolo Paolo che "ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona" (II Lettera a Timoteo 3:16-17). Certamente non si può dire lo stesso del Corano.

LEZIONE 7 LE PERLE DEL CORANO Il titolo di questa lezione mi è stato "ispirato" da quello di un opera di Al-Ghazali, un teologo e mistico musulmano vissuto tra il 1058 e il 1111 d.C. Egli fu almeno un grande ammiratore del Sufismo. !18


Questo fu un movimento che costituì la reazione di alcuni fedeli Musulmani al legalismo e formalismo propri della loro religione; fu qualcosa di simile al monachesimo primitivo in ambito cristiano. Tuttavia il celibato, proprio del monachesimo, non fa parte dell'essenza del Sufismo, che è piuttosto una continua purificazione della mente e del cuore per essere sempre più fedeli ad Allah. La loro "pratica - ha scritto AlGhazali - mira a sopprimere gli ostacoli dell'anima concupiscente e a tenersi indenni dalle sue tendenze riprovevoli e dalle sue cattive qualità, in modo da svuotare il cuore di quanto non è Dio eccelso e da adornarsi con la Sua continua menzione" (Al- Ghazali, La salvezza dalla perdizione IV, in Scritti scelti, ed. UTET, Torino 1970, rist. 1986, p.112). Senza trascurare affatto lo studio del Corano, i Sufi mettono l'accento sulla necessità di un'esperienza personale di Dio: "Appresi allora con certezza che i Sufi sono uomini di esperienze, non di parole. Ciò che si poteva ottenere mediante la scienza, io l'avevo ottenuto. Solo restava ciò che non si poteva raggiungere ascoltando o studiando, ma gustando e percorrendo la via mistica.... Mi era apparso ben chiaro che non avrei potuto sperare nella felicità dell'altra vita se non temendo Iddio e distogliendo l'animo dalle passioni; che l'essenziale era spezzare i vincoli del cuore con il mondo, abbandonando la dimora dell'inganno, volgendomi a quella dell'eternità e muovendo con il massimo zelo verso Dio eccelso; che tutto questo non poteva compiersi se non schivando onori e ricchezze e rifuggendo da impegni e legami" (op. cit. IV, p. 113, 114). Fu Al-Ghazali stesso un Sufi ? Credo di sì, ma non senza riserve, perché criticò l'atteggiamento di alcuni di loro, secondo i quali, avendo raggiunto un notevole grado di spiritualità, non avevano più bisogno di osservare i precetti del Corano. In ogni caso, nelle opere di Al-Ghazali si respira un'atmosfera diversa da quella del Corano. Vi sono, negli scritti del teologo musulmano, pagine che somigliano a quelle di opere cristiane, ma la somiglianza è solo esteriore, in quanto lo spirito che le anima è diverso. In particolare, nelle pagine di colui che è stato ritenuto il più grande Musulmano dopo Maometto, è assente Gesù Cristo e la Sua opera redentrice, e, naturalmente, la Persona e l'Opera dello Spirito Santo. Al-Ghazaali menziona a volte Gesù, ma sempre in base a fonti non evangeliche - insomma in questo segue il Corano. Il Sufismo, sempre osteggiato dai Musulmani ortodossi, sopravvive oggi tra i membri di varie associazioni religiose, diffuse specialmente nell'Africa del Nord, e quindi non in Paesi strettamente arabi. Al-Ghazali, quindi, pur essendo un mistico, diede sempre importanza al Corano, scrivendo, tra l'altro, "Le perle del Corano", un'opera in cui cerca di dimostrare che i princìpi del Sufismo si trovano nel Corano stesso. In realtà è lui che li vede e non certamente un lettore o uno studioso del Corano, che vi si accosta senza pregiudizi. La sua quindi è un'interpretazione del Corano in chiave mistica, vedendo in esso profondi significati spirituali dietro la sua lettera: "Ti scuoto dal sonno, o tu che perseveri nella recitazione del Corano, seriamente ne hai intrapreso lo studio e avidamente ti impregni dei suoi sensi esteriori e delle sue sentenze !

Quanto a lungo andrai aggirandoti sulle rive di un mare di cui i tuoi occhi non sanno cogliere le meraviglie ? Forse che non dovevi raggiungere il mezzo delle sue profondità, onde ammirarne lo spettacolo stupendo, e viaggiare verso le sue isole, onde raccogliere i beni, e tuffarti nei suoi abissi, onde arricchirti con al raccolta delle perle?" (Al-Ghazali, Le perle del Corano, ed. Rizzoli, Milano 2000, p. 79). Sta comunque il fatto che nel Corano Allah, pur essendo presentato come il Compassionevole ed il Misericordioso, è un dio lontano, un dio che non è il padre delle sue creature, che a lui devono sottomettersi, come dice la stessa parola "Islam" o "sottomissione". Nel Corano non v'è posto per una comunione intima con Allah, mentre, invece, l'Iddio della Bibbia, già nell'Antico Testamento, è un Dio che parla alle Sue creature, un Dio che vuole essere amato da loro, tanto da presentarsi come "marito" dell'amata Israele, che purtroppo spesso gli è stata infedele - si veda, a tal proposito, il Profeta Osea. Questo aspetto è poi accentuato nel Nuovo Testamento con il concetto di Dio quale Padre, mediante Gesù Cristo, Suo Eterno !19


Figlio, l'Emmanuele, "Dio con noi". Disse Gesù a tal proposito: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola, e il Padre mio l'amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui" (Vangelo di Giovanni 14:23). Paradossalmente, la spiritualità cristiana è più vicina alla spiritualità dei Sufi che a quella coranica! Per il resto, il Corano è spiritualmente arido, mancando del tutto il soffio dello Spirito; occupato com'è a difendere il suo monoteismo monolitico e a criticare Ebrei e Cristiani, il Corano non presenta una chiara via a Dio, una vera e propria spiritualità, presente invece nella Bibbia, specialmente nel Nuovo Testamento, com'è noto a chi la conosce a fondo, senza tanto allegorizzare in cerca di significati nascosti al di là della lettera. I testi biblici sono sostanzialmente chiari ! Un tentativo eclatante, e direi patetico, di spiritualizzare il Corano riguarda la sua concezione del Paradiso, che svela, forse più degli altri elementi, il carattere eminentemente popolare dell'Islam tradizionale. Leggiamo infatti in Sura 2:25, "E annuncia a coloro che credono e compiono il bene, che avranno i Giardini in cui scorrono i ruscelli. Ogni volta che sarà loro dato un frutto diranno: Già c'era stato concesso ! Ma è qualcosa di simile che verrà loro dato; avranno spose purissime e colà rimarranno in eterno". Ed ecco il commento del Piccardo a tale passo: "Giardini in cui scorrono i ruscelli: il giardino percorso dall'acqua e ricco di frutti, è questa l'immagine del Paradiso che più frequentemente ricorre nel Corano. Per chiunque abbia avuto la possibilità di vedere un oasi nel deserto, l'immagine è di grande eloquenza:con attorno sabbia o sassi, per un raggio di decine o centinaia di chilometri, l'oasi è la vita dopo la morte, la frescura dopo la calura insopportabile, l'acqua dopo la disidratazione, la vegetazione dopo l'aridità quasi assoluta, il cibo dopo la fame, il riposo dopo la fatica, in definitiva una promessa di vita dopo una minaccia di morte. Già c'era stato concesso ! La vita eterna è specchio solo apparente della vita terrena. I credenti riconosceranno i frutti che avevano goduto o desiderato sulla terra, ma ben diversa è la qualità di quello che viene loro offerto. E anche per quanto riguarda le spose purissime, vale lo stesso discorso. La malevolenza della critica occidentale più rozza e prevenuta ha spesso ironizzato pesantemente sulla forma del Paradiso Islamico, gratificandolo di materiale, sensuale, rigurgitante di donne disponibili ed efebi coppieri. Nulla di più sviante e mistificante. Senza entrare nel merito delle diverse interpretazioni che tradizionalisti e mistici hanno avanzato a proposito della realtà o della allegoria delle descrizioni coraniche, ci si consenta citare l'hadith con il quale l'Imam Al-Nawawi conclude il Riyadu as-Salihin. L'Inviato di Allah disse: Quando gli abitanti del Paradiso vi entreranno, Allah Benedetto ed Altissimo dirà: Volete che vi sia qualcosa in sovrappiù ? Non hai forse rischiarato i nostri volti ? Diranno ; Non ci hai forse fatti entrare in Paradiso e liberati dal Fuoco ?, Ed Egli strapperà il velo: E non sarà stata data loro cosa più cara della vista del loro Signore " (Ed. del Corano, p. 29). Qui il Piccardo ammette che vi è anche un'interpretazione tradizionalista che prende questo passo, ed altri simili, alla lettera. E credo che questa sia l'interpretazione della stragrande maggioranza dei Mussulmani. Vi sono poi altri passi ancora più chiari e con più dettagli a riguardo, come la Sura 52:19-28, "Sarà detto loro: Mangiate e bevete in serenità, questa è la ricompensa per quel che avete fatto. Staranno appoggiati su divani disposti in ranghi e daranno loro in spose le fanciulle dai grandi occhi neri. Coloro che avranno creduto e che saranno stati seguiti nella fede dalla loro progenie, Noi li riuniremo ai loro figli. Non diminuiranno in nulla il merito delle loro azioni, poiché ognuno è pegno di quello che si sarà guadagnato. Provvederemo loro i frutti e le carni che desidereranno. Si scambieranno un calice immune da vanità e peccato. E per servirli circoleranno tra loro giovanetti simili a perle nascoste. Si andranno vicendevolmente incontro, interpellandosi. Diranno: Vivevamo tra la nostra gente nel timore di Allah, ma Allah ci ha favorito e ci ha protetti dal Soffio Infuocato (una delle pene dell'Inferno). Già noi lo invocavamo. Egli è veramente il Caritatevole, il Misericordioso ". Vi sono vari altri passi simili, come, ad esempio, 37:40-49 e 44:51-57 La concezione coranica del Paradiso è evidentemente materialistica, né il Corano stesso ci dice che bisogna interpretare il tutto allegoricamente !20


( ps: per approfondimenti sul soggetto si rimandano i corsisti alla consultazione dei testi scritti da Francesco Maggio:”Luce sull’islam”, - Il paradiso del Corano- pagg. 236-243) Naturalmente c'è un abisso incolmabile tra la concezione coranica del Paradiso e la concezione biblica della Nuova Gerusalemme, considerata nella Bibbia quale meta finale dell'Umanità credente. Tale meravigliosa realtà viene descritta in Apocalisse 21, un capitolo ben noto a Cristiani, che leggono e studiano regolarmente la Bibbia. Consiglio comunque agli interessanti di andarlo ora a rileggerlo. In questo capitolo vi sono vari elementi chiaramente allegorici per farci capire qualcosa. Ma la realtà ivi descritta è soprannaturale, eminentemente spirituale, che non ha nulla a che fare con la descrizione coranica del Paradiso. E quindi c'è da chiedersi se un libro come il Corano, con una tale concezione del Paradiso, possa davvero considerarsi di origine divina. In ogni caso, dedicheremo un'intera lezione all'interpretazione corretta della Bibbia stessa.

LEZIONE 8 CORANO E HADIT Il Corano non è l'unica base dottrinale dell'Islam, ma vi sono anche gli Hadit o Tradizioni. Queste riguardano fatti e detti di Maometto e dei suoi compagni non inclusi nel Corano, ma tramandati da generazione in generazione. In pratica, per i Musulmani, hanno la stessa autorità del Corano, come nel caso del Talmud per gli Ebrei e della tradizione per i seguaci del Cattolicesimo Romano. L'insieme degli Hadit costituisce la Sunna, costume, uso, regola di condotta, con riferimento a Maometto stesso e al suo comportamento. Gli Hadit, dunque, sono sempre costituiti da due parti : il "sostegno", "l'appoggio" (isnad), cioè la menzione concatenata dei testimoni dell'Hadit, e il corpo della tradizione (matn). Tali tradizioni sono innumerevoli e ben presto si pose ai Musulmani il problema dell'autorità delle singole tradizioni. Essi dunque parlano di Hadit santi o divini (Hadit Qudsi), che contengono l'espressione Dio disse ; di Hadit del Profeta (Hadit Nabja), che riguardano solo detti e fatti di Maometto. Ora, ogni tradizione deve essere ritenuta attendibile soltanto se scaturisce da una serie ben definita di testimoni, e per stabilire l'attendibilità o meno di ogni Hadit, si è creata nell'Islam la Scienza delle Tradizioni, che in pratica è divenuta una scienza delle biografie degli uomini che hanno trasmesso i testi. Nel corso dei secoli poi, a poco a poco, si è giunti ad ammettere la validità dottrinale di molte tradizioni, accettando anche quelle che erano state una volta contestate come non autentiche. Si sono così formate varie collezioni di tradizioni, anche ordinate secondo la materia e che diedero origine ai Sei Libri, considerati autorevoli, seppur in secondo ordine rispetto al Corano. Un chiaro esempio di come i Musulmani di solito riferiscono le tradizioni, ci è offerto proprio dal Piccardo nella sua edizione italiana del Corano. Difatti, riferendosi alla Sura Aprente o Al-Fatiha, ecco quanto leggiamo nella nota 1, a pag. 23 : "Secondo la grande maggioranza dei commentatori questa Sura fu rivelata alla Mecca. Essa è nota anche come as-sab'u-l-mathani (i sette ripetuti) con riferimento ai suoi sette versetti, la recitazione dei quali è obbligatoria nell'assolvimento dell'adorazione rituale. La Fatiha è l'invocazione ad Allah (gloria a Lui l'Altissimo) più nota e sentita. Recitando la prima parte di essa (versetti 1-5) il devoto testimonia la sua fede nell'unità di Allah (tawhid) qualificandolo con i Suoi attributi più belli, riconosce la Sua assoluta autorità su questo mondo e sull'Altro, lo identifica come l'Unico destinatario !21


dell'adorazione e della richiesta di aiuto. Nella seconda parte (versetti 6-7) il Musulmano rivolge un accorato appello al suo Signore (gloria a Lui, l'Altissimo) affinché lo guidi sulla retta via e lo allontani dalla sua disapprovazione e da ogni smarrimento. Abu Hurayra (che Allah sia soddisfatto di lui) riferì che l'Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse: Allah, Benedetto e Altissimo ha detto: Ho diviso la Fatiha in due parti uguali tra Me e il Mio servo, la prima parte mi appartiene, la seconda è la sua e gli concederò quello che mi chiede. Recitate la Fatiha - proseguì l'Inviato di Allah ( pace e benedizioni su di lui). Quando il servo dice: La lode appartiene ad Allah, Signore dei mondi, Allah dice: Il mio servo mi ha lodato; quando il servo dice: Il Compassionevole, il Misericordioso, Allah dice: Il mio servo mi esalta. Quando il servo dice: Re del Giorno del Giudizio, Allah dice: Il mio servo mi rende gloria. Quando recita: Te noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto, Allah dice: Questo versetto è tra Me e mio servo, gli concederò quello che chiede. Quando conclude con : Guidaci sulla retta via, la via di coloro che hai colmato dei tuoi doni, non di quelli che sono incorsi nella tua ira, né degli sviati, Allah dice : Queste parole appartengono al mio servo e gli concederò quello che chiede". Questo sarebbe un Hadit qudsi, cioè un discorso santo. Si tratta di rivelazioni che Allah ha dato al Suo Inviato senza ordinargli di includerle nel Corano. Questo Hadit è riferito dagli Imam Muslim, Tirmidhi, Abu Dawud, Ibn Maja An Nasai e Malik. Il Piccardo nelle sue note spesso fa riferimento a varie tradizioni, attribuendole ad alcune collezioni, tra cui quella di Al-Buhari, pubblicata in Italia col titolo "Detti e Fatti del Profeta dell'Islam", edizioni UTET, Torino 1982.

Ed a proposito di Al-Bukhari, in una nota al testo si riporta un interessante tradizione, che potrebbe essere considerata esemplare per quanto riguarda la tipologia delle tradizioni islamiche. La si trova nelle pagine 243 e 244 dell'edizione su citata - è un poco lunga, ma vale la pena leggerla, perché riempie un vuoto lasciato dal Corano, che non contiene nessuna escatologia. Ed ecco il testo in questione : "Gli amici del Profeta gli chiesero: Raccontaci come e quando apparirà il Daggal, la Bestia. Il Profeta rispose: Quando Gog e Magog romperanno la muraglia di Du lQarnayn e invaderanno il mondo, allora essa apparirà. Ed ecco, sarà giunto il giorno del giudizio ! Tutti gli stolti e gli idolatri del mondo si uniranno con la Bestia ed essa cavalcherà un asino grande come lei. Alla destra della Bestia si muoverà una distesa di 40 parasanghe di terreno fittamente coperto di boschetti, di ruscelli e di erba. E tutte queste cose, così come le abbiamo descritte, marceranno insieme con la Bestia e l'accompagneranno ovunque essa andrà. Gli uomini sapranno così che tutto ciò che il mondo ha in pietre preziose, in minerali, in vasi, e in ogni altro oggetto simile a queste, marcerà con la Bestia, ed essa proclamerà: Queste 40 parasanghe di terreno sono il mio Paradiso. Infatti, i suoi discepoli ed i suoi servi ne saranno gli abitanti. Alla sinistra della Bestia vi saranno invece deserti, nuvole e tenebre, e altro ancora di questo genere e tutto ciò che è torrido e contengono gli inferi. E la Bestia - Dio la maledica - griderà : Questo è il mio Inferno ! Ed ecco che tutti questi brulichii nelle tenebre che si accompagneranno alla Bestia, appariranno come le vere tenebre agli occhi degli uomini; questo affinché il loro cuore si spezzi e gli uomini si pieghino agli ordini della Bestia e ai suoi divieti, seguendola nelle tenebre e sottomettendosi a lei. L'asino sul quale si siederà la Bestia, sarà così grande che le sue orecchie faranno ombra ad una moltitudine di uomini malvagi e stolti, a coloro che seguono la Bestia. Chiunque guarderà la Bestia saprà e vedrà che dalla punta dei piedi sino alla sommità del capo essa è ricoperta di serpenti, di scorpioni, di basilischi ed altri ancora : questi mostri l'accompagneranno nella marcia e resteranno con lei. Essa assoggetterà al proprio potere la maggior parte dei popoli, ad eccezione di coloro cui Dio accorderà la sua protezione. Nessuno vorrà e saprà muovere guerra. Il suo regno non durerà che quaranta giorni. In questi quaranta giorni, essa scorrazzerà da Oriente ad Occidente; poi, nel Mezzogiorno e nel Settentrione. Tutte le creature della terra proromperanno in gemiti per colpa sua e del suo esercito; grideranno ed invocheranno soccorso ed alzeranno le loro mani verso Dio. Esse cercheranno di fuggire, di trovare scampo dalla Bestia, ma la fuga sarà possibile solo per colui che guarderà al mihrab o sarà nella Moschea, che si troverà sul tappeto destinato alla preghiera e guarderà al mihrab, che pregherà e chiederà aiuto, che invocherà Dio e !22


che benedirà il Profeta. E costui soltanto non sarà visto dalla Bestia, e non vi sarà altro modo di evitarla. Perché infatti la Bestia sottometterà al suo potere tutte le creature del cielo e della terra, infedeli e Musulmani, Pagani e Cristiani, idolatri ed adoratori del sole, e adoratori del fuoco, e quelli di altri elementi: Tutti quelli cioè che praticano qualsiasi religione. Allo scadere dei quaranta giorni del regno della Bestia, Dio concederà ai suoi servi la gioia ed il riposo; farà scomparire la Bestia dalla faccia della terra, liberandoli dall'ingiustizia. Egli ordinerà allora la discesa dai cieli in terra di Gesù, figlio di Maria, e contemporaneamente verrà il Mahdi da Occidente:il suo nome sarà Maometto, figlio di Abd Allah come il nome dell'Inviato di Dio. Sappi che il suo nome è Mahdi, perché è destinato ad essere la guida di tutte le creature della terra. Il Profeta ha detto: Non scompariranno la notte e il giorno prima che sia apparso il Mahdi, guida di tutti gli uomini; il suo nome sarà simile al mio nome e il nome di suo padre sarà simile al nome di mio padre. E, all'apparizione del Mahdi, tutte le creature del mondo gli andranno incontro, ed egli saprà allora che anche Gesù, figlio di Maria, è disceso dai cieli verso Gerusalemme. Il Mahdi con schiere numerose andrà incontro a Gesù per raccontargli la storia della Bestia. E Gesù farà del Mahdi il suo vicario, affidandogli il suo anello e comanderà che la Bestia venga trascinata davanti a sé. Al suo comando il Mahdi si metterà in marcia, ed ecco la Bestia scorgerà da lontano l'approssimarsi del Mhadi che, quando l'avrà raggiunta, le mostrerà il sigillo del Profeta, dicendole: Io sono l'apostolo di allah. In quel medesimo istante, ad un tratto, la Bestia perderà la sua forza. Quando sarà arrivata a Gerusalemme, vicino a Gesù, figlio di Maria, tutta la sua potenza si sarà dileguata ed il suo enorme corpo si sarà dissolto, riducendosi sottile come un capello. Ma Gesù non le permetterà di apparirgli dinanzi e ordinerà al Mahdi di ucciderla. E gli uomini saranno liberati dalla schiavitù della Bestia e riposeranno in pace. Gesù insedierà il Mahdi come suo vicario sulla terra e il Mahdi sarà vicario di Dio e di Gesù. E, come ha detto il Profeta, il mondo rifiorirà allora nella giustizia e nell'equità. Il Mahdi prenderà tutti i tesori della terra, le pietre preziose, i tappeti, i metalli, ed ogni simile ricchezza dalla terra. E noi speriamo che in quel momento giunga finalmente il Giorno del Giudizio". Questo brano è contenuto nella redazione persiana delle Cronache del Tabari a cura dello Zotenberg, vol. I, pagina 68. Il Daggal o la Bestia, come anche il Mahdi, è ignoto al Corano: Si tratta evidentemente di sviluppi ulteriori con chiare connessioni con l'Apocalittica Cristiana. Ora, se, come abbiamo ampiamente dimostrato, il Corano non può essere di origine divina, ancor meno lo sono le tradizioni islamiche, della cui autenticità quali provenienti da Maometto o da Dio direttamente, c'è molto da dubitare, data la complessità delle ricerche per stabilire le famose testimonianze concatenate. Da tutto ciò segue che l'Islam si basa sulla sabbia dei pensieri umani e non sulla solida roccia della verità, quale la si trova solo nella Bibbia. Tuttavia bisogna ammettere che Maometto occupa un posto di rilievo nel variegato mondo delle religioni di questa terra. seppur da un punto di vista puramente umano. La sua idea geniale fu quella di purificare, senza totalmente distruggerle, le concezioni religiose degli Arabi, quale, sopratutto, quella relativa ad Allah, il dio supremo pre-islamico, che però "perdette" le sue figlie; lasciò la Kaaba, cioè "Cubo", che divenne meta di pellegrinaggio per i Musulmani. Infatti questo era già un tempio della religione preislamica e conservava (e tuttora conserva) la famosa "Pietra Nera" che sarebbe stata portata dal cielo dall'arcangelo Gabriele. Secondo la tradizione, questo santuario fu restaurato da Abramo e da suo figlio Ismaele, che, a differenza della Bibbia, ha un posto di rilievo nell'Islam. Poi, come abbiamo visto, Maometto attinse a piene mani dall'Ebraismo e dal Cristianesimo, tutto, comunque, stravolgendo a modo suo. Resta però il fatto che, a differenza degli Erebi, i Musulmani, basandosi sul Corano, ritengono Gesù come un grande Profeta, secondo solo a Maometto. Credo che proprio su questo bisognerebbe far leva, se si ha occasione di evangelizzare i Musulmani in !23


qualche modo più aperti alla verità, dimostrando che, anche in base a ciò che si legge di Lui nel Corano e negli Hadit, Gesù fu molto più, anzi infinitamente più di un Profeta ( ps: per approfondimenti sul soggetto degli Hadit in modo molto ampio si rimandano i corsisti alla consultazione del libro scritto da Francesco Maggio:”La Bibbia e il Corano. Una questione di confronto)

A conclusione di questo ciclo di lezioni, non si può non esortare coloro che ne hanno usufruito a leggere e a studiare non solo la Bibbia, che sta alla base della fede cristiana, ma anche il Corano, se vogliono essere competenti ed efficaci testimoni di Cristo verso i Musulmani, ovunque e comunque sia possibile. Dobbiamo bandire ogni forma di pressappochismo, e non solo in questo caso, in modo da essere "sempre pronti a render conto della speranza che è in noi a tutti quelli che ci chiedono spiegazioni, ma con mansuetudine e rispetto" (si veda Prima Lettera di Pietro 3:15,16). Come ci esorta la Parola di Dio, dobbiamo "seguire la verità nell'amore" (Efesini 4:15), amando anche i Musulmani, e pregando per loro, dato che il Signore vuole che anch'essi "siano salvati e vengano alla conoscenza della verità" ( Prima Lettera a Timoteo 2:3).

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