SINTESI DEI CONTENUTI DEL
Convegno Nazionale “Recupero delle biomasse agricole, agroindustriali e urbane attraverso il compostaggio. Effetti dell’impiego dei compost in orticoltura”
Il Convegno Nazionale “Recupero delle biomasse agricole, agroindustriali e urbane attraverso il compostaggio. Effetti dell‟impiego dei compost in orticoltura” si è tenuto a Scafati nel sito del Real Polverificio Borbonico nei giorni 6 e 7 ottobre 2011. La Regione Campania ha patrocinato questa iniziativa, unitamente al CRA, alla SOI e al Comune di Scafati. Hanno sponsorizzato l‟evento le Società NOVAMONT Spa e PROGEVA srl, la Cassa di Credito Cooperativo di Scafati e Cetara. Il Convegno è stato proposto e organizzato dal CRA CAT di Scafati con l‟obiettivo di offrire un‟occasione di incontro e confronto tra le parti interessate a diverso titolo al settore del trattamento, recupero e valorizzazione delle biomasse in agricoltura. In particolare sono state individuate alcune linee principali su cui si è concentrato lo scambio di conoscenze e il dibattito: - Valutazione delle soluzioni impiantistiche più opportune al fine
di ridurre la
competizione tra il recupero delle biomasse via compostaggio e il loro uso per produrre energia via fermentazione anaerobica o combustione. - Analisi delle problematiche normative vincolanti per una chiara strategia di governo nella gestione del riciclaggio degli scarti organici di qualità. - Contributo della ricerca nel validare e definire le più efficaci condizioni di produzione e di impiego dei compost in agricoltura e le ricadute sulla produzione, la qualità e lo stato sanitario delle colture, sui terreni e, in senso lato, sull‟ambiente.
Al Convegno hanno partecipato circa 130 persone in rappresentanza del mondo scientifico (CRA RPS di Gorizia e Roma, CIN di Bologna, SUI di Modena, CAT di Scafati, ORT di Pontecagnano, SCA di Bari, SSC di Metaponto, Università di Bologna, Modena e Reggio Emilia, Torino, Perugia, Tuscia, Napoli, Salerno, del Sannio, Bari, Basilicata, Reggio Calabria, CNR Isafom di Perugia e Ispa di Bari), del mondo tecnico-imprenditoriale legato al settore industriale del compostaggio (Consorzio italiano Compostatori, ETRA di Padova, GESENU di Perugia, ACEA di Roma, Progeva di Laterza, Impianto di compostaggio del Comune di Salerno, Centro Sperim. di Compostaggio del Cilento),
dell‟ICQRF del MiPAAF, dei Servizi centrali e periferici dell‟Assessorato all‟Agricoltura e dell‟ARPA della Regione Campania e di agronomi liberi professionisti. Sono stati presentati 46 contributi di cui n. 6 relazioni ad invito. La sessione poster ha raccolto 23 dei 46 contributi. Nella prima sessione dei lavori, dedicata al tema del Recupero di energia e/o materia, vincoli normativi e di qualità per il futuro sviluppo del compostaggio , sono stati tratteggiati gli aspetti salienti di un settore industriale quale quello del compostaggio, che ha raggiunto i 250 impianti in Italia, trattato circa 4,2 milioni t di biomasse provenienti soprattutto dalla frazione organica degli RSU e dal verde di potature urbane, con una produzione di compost di oltre 1,5 milioni di t. E‟ stato chiarito cosa è il compost di qualità all‟interno del quadro normativo definito dalla Legge n. 75/2010 sui Fertilizzanti mentre sono state discusse le difficoltà esistenti nel normare l‟impiego dei digestati (sottoprodotti del processo di fermentazione anaerobica delle biomasse). I digestati sono prodotti sempre più massicciamente a seguito della diffusione di impianti anche aziendali di fermentazione anaerobica, presentano criticità legate alla loro composizione (eccesso di azoto ammoniacale) ma, a differenza del compost, manca la definizione dei criteri in base ai quali renderli utilizzabili in agricoltura e delle relative modalità di impiego. E‟ stata presentata e discussa l‟integrazione in impianti industriali complessi (in diffusione in Italia) di modalità di trattamento delle biomasse con le quali fare recupero di energia tramite fermentazione anaerobica e recupero di materia tramite il compostaggio del digestato prodotto nella prima parte del trattamento. Gli impianti di compostaggio, a differenza di quelli di fermentazione anaerobica sono soggetti a serrati controlli da parte del Corpo Forestale dello Stato e
dell‟Istituto per la Certificazione di Qualità e la
Repressione delle Frodi del MiPAAF allo scopo di valutare la correttezza delle matrici impiegate, delle procedure adottate e dei prodotti finali. Il quadro definito ha chiaramente mostrato come il settore del compostaggio risponde ormai ai criteri di un moderno settore industriale che si muove in un preciso quadro normativo ed è in grado di garantire la qualità dei fertilizzanti (non più rifiuti!) prodotti. Attraverso i contributi afferenti alla seconda sessione dedicata al tema Gestione dei processi e tecnologie disponibili, sono stati ulteriormente dettagliati aspetti impiantistici legati al trattamento delle biomasse di provenienza urbana; in particolare, è stato presentato dall‟Assessore all‟Ambiente del Comune di Salerno (unico esponente politico presente al Convegno!) il primo impianto pubblico di compostaggio attivo in Campania in grado di trattare 30.000 t di scarti attraverso la fermentazione anaerobica e il
compostaggio. Nella sessione, inoltre, sono state affrontate le specifiche problematiche del compostaggio dei residui colturali on farm, delle sanse e dei reflui dei frantoi oleari, dei pannolini per bambini, del pastazzo prodotto dall‟industria agrumaria, delle alghe di Posidonia oceanica che spiaggiano sulle coste. Alla luce di quanto emerso è apparso chiaro che più che parlare di compost al singolare è necessario parlare dei compost in quanto questo prodotto, a seconda delle matrici di partenza, può assumere caratteristiche che possono determinare delle specificità di applicazione fermo restando che i settori di elezione per l‟impiego dei compost sono l‟agricoltura di pieno campo e di serra, il settore dei terricciati per il floro-vivaismo, e seppure con delle perplessità, la produzione di prodotti con finalità di controllo di parassiti tellurici. L‟interesse per gli utilizzi industriali dei compost e prodotti derivati è stato messo ulteriormente in evidenza da una relazione sullo studio della composizione chimica fine delle molecole umiche presenti nei compost al fine di meglio comprendere la possibilità di collegare azioni come, ad esempio, quelle di fitostimolazione a specifiche componenti molecolari riproducibili poi industrialmente. Nella terza e ultima sessione dedicata alle Strategie per l’impiego dei compost e loro derivati in orticoltura e nel vivaismo, è emerso un dato di carattere generale sopra tutti: la necessità di un approccio scientifico multidisciplinare per esplorare nel modo più ampio possibile le molteplici sfaccettature legate al „semplice‟ impiego di compost. Grazie anche agli ampi dibattiti che hanno caratterizzato tutte le sessioni, è stato evidente che esistono più livelli sui quali „leggere‟ gli effetti e le interazioni dell‟impiego dei compost (da RSU, verdi, da sansa olearia) all‟interno di un agro ecosistema. In termini agronomici è stato sottolineato che il primo passo nell‟impostazione di qualsiasi ricerca è di dare un respiro temporale alle prove di medio-lungo periodo (da 2-3 anni in poi) al fine di poter valutare il passaggio da condizioni di squilibrio a nuovi equilibri; altro elemento affrontato è stato il problema del quanto compost dare in orticoltura di pieno campo e sotto serra in funzione degli effetti attesi non solo sulla produttività delle colture ma anche del recupero di fertilità integrale di suoli spesso degradati quali sono quelli sottoposti alle pratiche intensive proprie dell‟orticoltura. Lo studio di questi effetti implica un approccio di chimica e di microbiologia del suolo se si vogliono cogliere i cambiamenti fini nel sistema e se si vuol dimostrare la reale possibilità di stoccare C organico nel suolo con l‟ammendamento programmato. Ne consegue che lo studio delle variazioni della struttura della sostanza organica e della sua ripartizione all‟interno degli aggregati del suolo così come quello degli indicatori della struttura delle comunità microbiche o di singole attività biologiche (enzimatiche, respirazione, etc.) diventano piani di osservazione obbligatori
nella comprensione dei fenomeni. Ancora, sono state poste in evidenza le potenzialità dell‟uso di compost nella riduzione di composti xenobiotici nel suolo come gli idrocarburi policiclici aromatici. E‟ stato discusso, inoltre, il ruolo del compost o dei suoi derivati nel controllo di patogeni tellurici attraverso la modificazione degli equilibri rizosferici e le azioni di stimolazione della fisiologia vegetale. Sono stati presentati lavori sull‟impiego diretto di ammendante compostato misto nel contenimento di agenti patogeni del melone, sulla produzione dei tea-compost prodotti partendo da diversi tipi di compost e il loro impiego sulle colture con effetti fitostimolanti, infine sugli effetti soppressivi di estratti acquosi di compost diversi. Anche in questo campo è apparso chiaro come possano aprirsi ulteriori campi di applicazione di prodotti specialistici (effetti biostimolanti, nutrizionali, fungistatici) derivanti dal compost. Infine, l‟impiego dei compost nel settore vivaistico. Ampia è stata la proposizione di contributi in cui sono stati studiati gli impieghi di ammendante compostato misto e verde, compost da sansa e da pastazzo di agrumi nella composizione di miscele per substrati ad uso specifico. Forte è la richiesta delle industrie che producono terricciati e che sono interessate a individuare materiali con i quali sostituire almeno in parte le torbe il cui reperimento è destinato a diventare problematico e costoso. A conclusione del Convegno gli esponenti della comunità scientifica presenti hanno condiviso l‟idea che possa costituirsi un „gruppo di studio sul compost‟ che in qualche modo diventi una sorta di agorà nella quale mantenere aperto il confronto e il dibattito, su questo settore di studi molto trasversale e proprio per questo molto stimolante per la possibilità di creare collaborazioni scientifiche effettivamente multidisciplinari.
Il Coordinatore del Comitato Scientifico Dr. Luigi Morra
L’ingresso al complesso del Polverificio Borbonico
Il cortile interno del complesso. Sulla destra l’edificio destinato a sala poster; sulla sinistra l’aula dei lavori.
La Cappella dedicata a Santa Barbara, destinata ad aula del convegno.