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Asti Spumante e Moscato d’Asti: originali e unici

DALLE PRIME COLLINE DEL VINO ITALIANE DICHIARATE PATRIMONIO MONDIALE DELL’UMANITÀ UNESCO NEL 2014

Asti Spumante e Moscato d’Asti

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SEGNI PARTICOLARI: SEMPRE PIÙ ORIGINALI E UNICI!

Nonostante l’anno difficile appena trascorso, le bollicine aromatiche piemontesi chiudono il 2020 con numeri importanti a livello mondiale, registrando una crescita dell’8,4% rispetto al 2019, con un totale di 91.590.374 bottiglie prodotte, rispetto alle 84.490.188 dell’anno precedente. In particolare sono state prodotte 53.420.736 bottiglie di Asti Docg (nel 2019 erano 51.210.932) e 38.169.638 bottiglie di Moscato d’Asti Docg (nel 2019 erano 33.169.638).

A livello globale si segnala la grande performance degli USA, dove sono stati esportati oltre 28 milioni di bottiglie contro i 20 del 2019 e dove a far da padrone è stato il Moscato d’Asti Docg, passato dai 15 milioni di bottiglie agli oltre 22, a testimonianza del crescente apprezzamento dei consumatori d’oltreoceano nei confronti di un prodotto storico della tradizione vitivinicola piemontese. L’Asti Docg invece è riuscito a conquistare un’importante fetta di mercato in UK con un incremento di quasi due milioni di bottiglie, mentre la Russia si conferma primo mercato estero con quasi 11 milioni di bottiglie. Nel mondo l’Asti Spumante Docg segna un 55,3% d’esportazioni in Europa, cui seguono Russia (21,9%), Nord e Sud America (16,5) e Asia (8,8%), mentre il Moscato d’Asti Docg conta su un 72,4% d’esportazioni in Nord e Sud America, mentre i valori di Europa e Asia sono rispettivamente 18,3% e 8,6%. Da gennaio scorso nuovo presidente del Consorzio per la Tutela dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti Docg, costituito il lontano 17 dicembre 1932 e ufficialmente riconosciuto nel 1934, è Lorenzo Barbero, classe 1961, enologo e direttore

andrea cappelli

dello stabilimento Campari di Canale, che succede a Romano Dogliotti, moscatista della Caudrina, in carica dal 2017. Vicepresidenti del comitato di presidenza sono: Massimo Marasso, Flavio Giacomo Scagliola, Piergiorgio Castagnotti, Stefano Ricagno e Bruno Fortunato.

Comitato di Presidenza del Consorzio per la Tutela dell’Asti, da destra vs sinistra il direttore Giacomo Pondini, il presidente Lorenzo Barbero, il vice presidente Senior Stefano Ricagno e i vice presidenti Massimo Marasso, Flavio Scagliola e Bruno Fortunato. Manca il il vice presidente Giorgio Castagnotti.

“Mi accingo ad assumere il ruolo di presidente del Consorzio dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti Docg – commenta Barbero – con l’entusiasmo e la passione che devo a una gran denominazione e un comparto che ha saputo affrontare al meglio la difficile prova dell’anno passato”. E, in merito alla strategia di promozione e comunicazione per i prossimi anni, si concentra sugli obiettivi del futuro: “Penso al rapporto strategico col territorio, al progetto ‘Rotonde stradali’, alle installazioni ‘firma’ della denominazione e al benvenuto di un’area che, per prima in Italia tra quelle vitivinicole d’eccellenza, è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco. Penso alle tante sfide che ancora ci attendono e devono trovarci uniti e coesi con l’unico obiettivo di far crescere la denominazione in termini di volumi e valore, ma anche di percezione di quello che realmente sono l’Asti Spumante e il Moscato d’Asti: prodotti di un territorio unico al mondo. Io farò del mio meglio e sono certo che faranno altrettanto tutti coloro che hanno a cuore il futuro della denominazione”. Gli fa eco Romano Dogliotti, presidente uscente: “Lascio l’incarico di presidente di un Consorzio dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti Docg che è tornato a fare comunicazione e marketing, a interessarsi al territorio Patrimonio Unesco e ai mercati italiani ed esteri, dando voce alla diverse anime di una filiera che ha saputo operare a favore del mondo dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti Docg. I dati del 2020 ci consegnano l’immagine concreta di un comparto in salute che, proprio nell’anno terribile della pandemia, è riuscito a resistere con strategie diversificate. Per il futuro mi auguro che il Consorzio, d’intesa con tutti gli attori della filiera produttiva, dai vignaioli alle case spumantiere, dalle cooperative ai vinificatori, sappia trovare ancor più quell’unità e quell’intesa che merita una denominazione così importante, non solo per il Piemonte, ma per l’Italia e il Made in Italy”. Importante novità di fine del 2020, il Consorzio ha annunciato l’entrata in vigore di storiche modifiche del proprio disciplinare, approvate dal Ministero dell’Agricoltura. Questi cambiamenti sono volti ad ampliare la gamma delle tipologie dell’Asti Spumante legate al residuo zuccherino e dar sempre più dignità a quelle vigne che dal 2014 – per prime tra le colline vitivinicole italiane – sono state riconosciute come Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte che l’Unesco ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità. Oltre ad aspetti più tecnici, è importante sottolineare la possibilità d’inserire, per l’Asti Spumante Docg, nuove tipologie legate al residuo zuccherino, potendo quindi ampliare la gamma, oltre alle definizioni Demi Sec, Secco\ Dry ed Extra Dry anche con Brut, Extra Brut, Brut Nature o Pas Dosé. Un’estensione naturale che favorisce la varietà degli Asti Spumante in tipologie diverse dalla versione più conosciuta Dolce e ha come obiettivo primario quello d’andare incontro a un gusto sempre più differenziato dei consumatori, offrendo un ventaglio più ampio di possibilità. “Non è solo un aspetto tecnico – fa rilevare Giacomo Pondini, direttore del Consorzio – per le aziende che producono e credono nelle tipologie ulteriori, rispetto all’Asti Docg Dolce,. Avere la possibilità di valorizzare il vitigno aromatico per eccellenza, il Moscato bianco, tra la gamma completa di residui zuccherini prevista ora dal disciplinare, è uno strumento utilissimo dal punto di vista commerciale per raggiungere gli estimatori di quest’uva e dei nostri territori in tutto il mondo. Una chance in più che siamo convinti sarà apprezzata e utilizzata al meglio”. Ma le novità non finiscono qui, infatti tra le modifiche approvate ci sono quelle che permetteranno all’Asti Spumante – sia Metodo Martinotti che Metodo Classico – la possibilità di una specificazione aggiuntiva delle sottozone Santa Vittoria d’Alba e Strevi, due delle storiche enclaves in provincia di Cuneo e Alessandria in cui si coltiva il Moscato bianco. C’è inoltre l’estensione a tutte le tipologie d’Asti Spumante, Moscato d’Asti e Moscato d’Asti vendemmia tardiva dell’uso del termine “Vigna” seguito da toponimo o nome tradizionale. Importanti riconoscimenti per questo territorio che, in un mercato sempre più competitivo e che rischia l’omologazione, hanno individuato la via di una differenziazione di non poco conto. Ma l’Asti Spumante e il Moscato d’Asti Docg confermano il trend positivo dello scorso anno anche nel primo quadrimestre del 2021, migliorando i risultati ottenuti nello stesso periodo del 2020. Nonostante l’incertezza e le difficoltà di questo periodo, la produzione complessiva delle diverse di tipologie Asti Spumante Docg e Moscato d’Asti Docg è aumentata dell’11,89% rispetto al primo quadrimestre del 2020, superando i cinque milioni di bottiglie prodotte. Così, in seguito a quest’incoraggiante crescita della richiesta di mercato, l’assemblea dei produttori di Asti Docg ha approvato la proposta di sbloccare parte della produzione vendemmiale 2020 messa a riserva. “Saranno oggetto dello sblocco poco meno di 40mila ettolitri di prodotto, utili per mantenere in equilibrio il mercato, in risposta alla crescente richiesta e al contempo garantendo una giacenza di prodotto adeguata, non avendo ancora chiare indicazioni di come si prospetterà la vendemmia 2021” dichiara il presidente Barbero. Gli fa eco il direttore Pondini, che precisa: “L’incremento riguarda principalmente il Moscato d’Asti. Se infatti l’Asti Spumante si mantiene leggermente sotto i 14 milioni, in linea con quanto successo nel primo quadrimestre 2020, il Moscato d’Asti cresce di oltre tre milioni di bottiglie”. L’uva Moscato bianco verrà dunque distribuita alle case spumantiere per proseguire la produzione delle bollicine aromatiche piemontesi più apprezzate nel mondo. L’Asti Spumante e il Moscato d’Asti Docg sono infatti amati anche oltreoceano, grazie alla loro unicità e versatilità, nonché al basso contenuto alcolico che li rende perfetti per sublimare ogni portata, accompagnare ogni momento di piacere e, durante i mesi più caldi, realizzare rinfrescanti cocktail.

IL CONSORZIO DI MONTEFALCO PRESENTA Anteprima Sagrantino 2017

Martedì 8 giugno, presso il Teatro San Filippo Neri, che si affaccia nella piazza principale del centro storico di Montefalco, si è tenuta la presentazione alla stampa nazionale e internazionale, nonché agli operatori di tutta Italia della nuova annata di Sagrantino: alla pregevole vendemmia 2017 sono state assegnate 3 stelle. cornelia miron

L’andamento dell’annata ha visto, subito dopo il periodo del germogliamento, avvenuto in linea con le altre annate, una gelata tardiva nel mese di aprile, con le relative perdite di produzione. La primavera è poi decorsa con qualche pioggia. Il periodo estivo è stato invece asciutto e torrido con alcune piogge che sono riapparse nel periodo pre-vendemmiale, dando la possibilità ai vigneti di proseguire la maturazione abbastanza gradualmente, anche se in anticipo rispetto agli standard. La vendemmia, riequilibrata da qualche pioggia a ridosso del raccolto, ha permesso di portare in cantina uve sane, senza particolari problemi sanitari, di ottimo tenore alcolico, buona maturazione polifenolica e acidità leggermente più bassa della norma. Annata molto complessa e difficile per le condizioni atmosferiche, registrate con un calo sensibile della quantità (-40% sulla 2016). Senza dubbio una delle annate più calde e siccitose degli ultimi anni, che ha impegnato duramente i produttori, soprattutto nella gestione della vigna. In generale i vini hanno sorpreso positivamente, mostrando nel complesso ottimo equilibrio e piacevolezza, seppure nel solco di una certa potenza e calore. Rossi leggibili con necessità di evolvere in bottiglia, ma ottimi fin da subito, ideali per la tavola. Nei tre giorni dell’Anteprima gli ospiti hanno avuto l’occasione di scoprire questo territorio straordinario per patrimonio vitivinicolo, gastronomia, storia, cultura e paesaggio sotto in tutti gli aspetti, attraverso la degustazione tecnica, l’incontro coi produttori, le visite in cantina e altre attività, così da avere un quadro esauriente ed esaustivo sulla nuova annata, ma anche sulle capacità evolutive del Sagrantino. Nei 25 anni di Docg la crescita del Sagrantino è stata notevole: la superficie di vigneto iscritta ha visto un incremento dai 66 ettari del 1992 ai 760 del 2018, mentre dal 2000 a oggi la produzione del Sagrantino è quasi triplicata: da 660mila a circa 1,5 milioni di bottiglie. E tanti sono i progetti ecosostenibili promossi dalle aziende del territorio, singolarmente o in gruppo: installazione di impianti fotovoltaici e per la riduzione dei gas serra; progetto di sostenibilità territoriale Montefalco “New Green Revolution”; “Agroforestry”, ovvero allevamento di avicoli in vigna in collaborazione con l’Università di Perugia; lavorazioni in vigna coi cavalli; alcune cantine completamente autosufficienti dal punto di vista energetico ed ecosostenibile; zonazione delle biodiversità; produzione del primo metodo classico certificato bio in Umbria; certificazione vegana; realizzazione di un orto botanico come corridoio ecologico per la salvaguardia delle api; utilizzo di varie sperimentazioni (biologica, smartmeteo, convenzionale) per arrivare a residui zero nel vino; massima riduzione degli agrofarmaci ai minimi indispensabili; progetto “Life cycle assessment delle filiere olivicole-olearie e vitivinicole” per aumentare la sostenibilità ambientale ed economica delle aziende. Un lungo elenco di azioni orientate al rispetto dell’ambiente e a fare del territorio di Montefalco una delle aree vinicole più “green” d’Italia.

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