Il Punto 19

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Le pagine dedicate a soci e dipendenti

•Editoriale

1000 caffé in più o in meno, al giorno • di Severo Barotto (sbarotto@cpl.it) Direttore del Personale

M

i è stato chiesto di dire ciò che penso a proposito della decisione - deliberata dalla Direzione della nostra cooperativa nel pieno rispetto dello “Statuto dei diritti dei lavoratori” – atta a recuperare (al momento parzialmente) i danni causati al patrimonio della società (automezzi, macchine operatrici, attrezzature, ecc) da parte del dipendente che utilizza un bene aziendale, naturalmente quando si possa appurare disattenzione e/o incuria da parte sua. La misura è in essere da qualche mese e abbiamo già cominciato ad utilizzare tale metodo. Posso dire che ho parlato con diversi soci e non, e la decisione è stata condivisa praticamente da tutti. Proviamo ora a dare qualche numero. CPL Concordia ha un parco macchine molto consistente, così composto: 258 Autovetture, 115 furgoni, 107 autocarri leggeri, 66 autocarri pesanti, 57 macchine operatrici, oltre a una quantità enorme di attrezzature di valore elevato (dati riferiti al settembre 2006). Ho ritenuto giusto fare questa elencazione dimensionale in quanto, insieme al responsabile autoparco Ruber Gozzi, ci chiediamo spesso che sensazione avremmo se potessimo vedere in un unico parcheggio tutti questi mezzi: pur sapendo che la cosa non sarà mai possibile, siamo certi però che sarebbe uno spettacolo emozionante. Gli automezzi nel loro complesso percorrono ogni anno un itinerario pari a 15 milioni di km (per dare un’idea, si tratta di fare 382 volte il giro della terra!) e consumiamo oltre 2 milioni di litri di carburante; le macchine operatrici lavorano per diverse migliaia di ore all’anno. Nel 2006 sono stati spesi 1.045.000 Euro di manutenzione da officine esterne (pensiamo solo alle gomme tagliate contro i marciapiedi, o alle ammaccature di carrozzeria), oltre a 7 lavoratori interni per fronteggiare le urgenze e gli interventi in cantiere, per un ulteriore costo di circa 290.000 Euro. Dobbiamo però pensare anche ad un altro mondo di macchine (computer, fotocopiatrici, telefoni cellulari, palmarini, ecc.) per le quali vale lo stesso discorso: anche in questo comparto i costi sono consistenti. Insieme a Ruber Gozzi, grazie all’aiuto del Ced e il confronto con altre aziende e operatori, crediamo di poter affermare (essendo ottimisti) che il 10% si potrebbe recuperare con una maggiore attenzione e diligenza: si tratta di una cifra consistente, tenuto conto che questo importo • segue a pag. II

Le Aree si presentano AREA 7 Padova - Nord Est Non me ne vogliano i colleghi che mi hanno preceduto nelle loro presentazioni, ma parlare dell’area in termini di fatturato, di business e contratti acquisiti, di numeri e bilanci, prospettive e consolidato mi sembrava troppo semplice e ripetitivo; vuoi perché spesso ultimamente io stesso e la parte commerciale siamo stati chiamati ad informare soci e dipendenti, attraverso C-news, delle importanti acquisizioni dell’area in questo suo primo anno di vita; vuoi perché, per forza di cose, la nuova organizzazione ha cambiato la prospettiva con cui guardare la nostra cooperativa. Mi ha molto colpito infatti il quadro della situazione esposto dal nostro Presidente nel corso di una delle assemblee del 2006 introducendo il nuovo assetto organizzativo aziendale; nel suo intervento Casari illustrava come sta cambiando la geografia della proprietà dell’azienda: nel 1993 il 13,6% dei soci (17 su 125) risiedeva negli uffici decentrati, oggi si tratta del 45,7% (204 su 446)! Partendo da questa diversa prospettiva sarebbe interessante poter aprire un dibattito con le altre sedi esterne per capire com’è percepita la nostra cooperativa nei diversi ambienti in cui opera. Per conoscerci meglio e capire cosa stiamo diventando. Vorrei quindi rompere gli schemi e presentare il territorio mostrando come CPL stia mettendo le radici in una realtà dove siamo un’anomalia. Tralasciando Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, regioni a statuto speciale e mondi a sè stanti, il Veneto è ovviamente il nostro punto di riferimento. Anomalia dicevo, perché lì siamo un concetto di azienda che funziona, efficiente, portatore di ricchezza, all’interno di un mondo ugualmente funzionale ed efficiente ma basato su principi opposti, con una missione diversa. Un concetto del lavoro diverso che ha modificato il proverbio “Al tempo

non si comanda” in “Al tempo e ai padroni non si comanda”, un mondo che nel referendum del 1946 ha votato a maggioranza per il mantenimento della monarchia (fonte: Il Mattino). Una regione che si è fatta da sé come poche altre; se pensiamo infatti alle emigrazioni dal Veneto prima, con il fascismo, e dopo l’ultima Guerra Mondiale abbiamo un’idea di come il territorio sia passato da uno stato di povertà a fonte di ricchezza evidente. E il merito è solo dei veneti. Oggi la regione ha una disoccupazione del 4,2%, un rapporto debito/pil dello 0,7% (rispettando quindi brillantemente i parametri del Trattato di Maastricht), e soprattutto un pil/pro-capite che supera del 15% la media nazionale.

La fonte di questa ricchezza è l’elevata intensità occupazionale: in parole povere qui la gente si dà parecchio da fare. Non basta. Esistono eccellenze anche al di là dei settori produttivi, ad esempio l’Università: sono anni ormai che l’Ateneo padovano è universalmente riconosciuto come il migliore a livello nazionale. In questo contesto la cooperazione non ha vita facile; ci salvano la nostra freschezza, sinonimo di gioventù, la professionalità e la nostra coerenza nella condivisione di valori universali, argomenti che fanno meritare il rispetto dovuto ad una azienda come la nostra. Come porsi quindi sul mercato per guadagnare posizioni più consone in termini fatturato e obiettivi di crescita più in generale? A questa domanda non è possibile dare una sola risposta, e, per non dilungarmi troppo, spero

che Nicola (Verrini) abbia l’opportunità di esprimere le chiavi di lettura corrette nello spirito di quel dibattito che dicevo prima. Infine, come si deve porre il responsabile di area verso la propria struttura e i propri collaboratori? Credo debba far loro capire che in cooperativa lavorando con serietà ed impegno si è padroni del proprio futuro; credo debba cercare di mettere assieme la riservatezza, la tenacia, la laboriosità, ma anche la diffidenza dei Veneti con l’intraprendenza e la disponibilità emiliane. Un po’ come mettere assieme i tortellini con il baccalà alla vicentina. Buone feste a tutti. Luca Zapparoli

Area 8 - Toscana La Toscana comprende 22.993 kmq di superficie, 287 Comuni, 3.600.000,00 abitanti; grande terra di montagna e di mare, mentalità diverse tra loro ma un dettaglio importantissimo in comune: “la tenacia” dei Toscani che con il loro simpatico dialetto ti dicono come la pensano, senza “se” e senza “ma”. E’ gente forte, che fortunatamente ho conosciuto circa dieci anni fa, quando cominciammo a metanizzare il territorio comunale di Orbetello con le frazioni limitrofe, e i territori comunali di Arcidosso e Castel del Piano. Il mio ritorno in Toscana, dovuto alla nuova organizzazione di CPL, è stato gratificante: ho ritrovato le “vecchie” conoscenze imprenditoriali e posso affermare di aver trovato “le porte aperte”. Attualmente l’Area Toscana ha attività per USL 5, USL 7, USL 8, USL 9, per Intesa S.p.A. di Siena, per l’ATER di Arezzo, per l’Amministrazione Provinciale di Firenze, per varie Amministrazioni Comunali, per la Cassa di Risparmio di Firenze: abbiamo inoltre contatti ed offerte in corso per altri Istituti di Credito, tra i quali la Sede della Banca Etruria di Arezzo. L’organizzazione dell’Area si è estesa in Umbria, in supporto ai colleghi di CPL Fano, gestendo, per conto dell’Italgas, la manutenzione degli allacciamenti e la costruzione di nuove reti in 32 comuni umbri. • segue a pag. III


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