Biblioteca di quartiere

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Progettare un’identità nel territorio urbinate: Biblioteca di Quartiere

Corso di Progettazione Grafica Prof. Roberto Pieracini A.A. 2011/2012 Maria Roberta Cramarossa



Indice pg. 4 1. Suggestioni pg. 18 2. Segni della provvisorietĂ pg. 42 3. Progetto


1. Suggestioni | 4


1. Suggestioni

La flagellazione di Cristo [...] Sebbene la Flagellazione di Piero della Francesca sia oggi uno dei quadri più famosi e considerati del quindicesimo secolo in Italia, la sua rilevanza nella storia dell’arte è relativamente nuova. Piccola di dimensioni e collocata nella cittadina fuori mano di Urbino, la sua stessa esistenza non era certificata prima del XVIII secolo. Quando, qualche tempo dopo, essa fece la sua prima apparizione nella letteratura storicoartistica, Piero era considerato, in modo abbastanza sorprendente, più un tecnico che un artista. Egli era ricordato innanzitutto come l’autore di tre libri nel campo della matematica teorica e della prospettiva, e la Flagellazione era considerata un’opera minore che rifletteva questi interessi. Solo al volgere del XX secolo la tavola cominciò ad essere apprezzata come una grande opera d’arte. Con il declino delle tendenze romantiche e l’affermarsi critico del Post-impressionismo e del Cubismo, essa acquistò subitaneamente prestigio proprio per le caratteristiche che in precedenza erano state criticate: l’espressività contenuta, la purezza del colore e, soprattutto, il perfetto equilibrio compositivo. [...] L’opera è costruita su una rigide base geometrica. Sono stati utilizzati infatti una serie di espedienti matematici, come per esempio il rapporto aureo e la divisione modulare dello spazio (riconoscibile dalla griglia della pavimentazione). La scena è suddivisa in due aree, scaturenti dalla suddetta ripartizione: quella di sinistra, in cui è presente l’avvenimento principale della Flagellazione al di là di un colonnato e quella di destra, nella quale si notano tre personaggi statici che controbilanciano la composizione. Le due parti sono in dolce contrasto non solo per quanto riguarda la vicinanza dei personaggi (la Flagellazione si verifica in secondo/terzo piano mentre i tre astanti sono in primo piano), ma anche per l’inquadramento architettonico, finemente bilanciato

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nella pagina a fronte: “La flagellazione di Cristo” Piero della Francesca, tempera su legno di pioppo, 58,4 x 81,5 cm, 1458/1466, Galleria Nazionale delle Marche, Palazzo Ducale di Urbino

tratto da: “Piero della Francesca, La Flagellazione” di Marilyn Aronberg Lavin


tra il portico di sinistra e lo spazio aperto della sezione opposta, che si affaccia presumibilmente su una via cittadina. Nella costruzione aurea le figure centrali dell’una e dell’altra sezione sono rispettivamente quella di Cristo e quella del giovane vestito di rosso, ragione per cui in alcune interpretazioni i due personaggi sono in qualche modo collegati semanticamente: «É diverso dai suoi compagni in vari modi. Prima cosa, la sua età; è adulto, ma ancora nei primi anni della virilità. Non indossa abiti del suo tempo, la sua veste color gelso è una specie di peplo disadorno, a parte una cintura intrecciata color verde. Al contrario degli stivaletti di pelle morbida indossati dagli altri personaggi, egli è a piedi nudi. La parte superiore del corpo sembra sollevarsi oltre il muro di fondo e la testa è profilata contro il fogliame verde. I lineamenti del volto sono accurati, chiara le pelle, i capelli biondi e riccioluti; gli occhi sono chiari e luminosi, di un colore sovrannaturale, quasi dorati.» Secondo alcuni storici il giovane rappresenterebbe Bonconte II da Montefeltro, amatissimo figlio naturale di Federico, legittimato nel 1458 e morto di peste ad Anversa nel 1458; in questo modo le pene del Cristo sarebbero assimilate sia ai bizantini oppressi dagli ottomani sia alla morte di Bonconte. Oppure il giovane al centro potrebbe essere l’altro figlio di Federico, Guidobaldo da Montefeltro, affiancato a destra da Ottaviano Ubaldini della Carda, consigliere e tesoriere del duca (Turchini, 1983). Marilyn Aronberg Lavin dell’Università di Princeton ha ipotizzato nel 1968 che Ottaviano fosse il committente del dipinto, destinato alla sua Cappella del Perdono nel palazzo Ducale. Ottaviano sarebbe quindi, in vesti di astrologo, l’uomo barbuto, mentre a destra si troverebbe il suo fraterno amico Ludovico II Gonzaga, marchese di Mantova; al centro, il giovane rappresenterebbe il ritratto congiunto di Bernardino, unico figlio di Ottaviano morto di peste, e di Vangelista, figlio adottivo di Ludovico divenuto storpio per una malattia.

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nella pagina a fronte: “La flagellazione di Cristo” Piero della Francesca, particolari


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Il cortile di Palazzo Ducale Il Palazzo Ducale di Urbino ha conosciuto diverse fasi di costruzione, a partire da una prerinascimentale per poi giungere all’ultima, nella seconda metà del Quattrocento, in cui è stato realizzato il celebre cortile d’onore. A seguire i lavori è stato l’architetto Luciano Laurana, fortemente influenzato dagli allora nuovi approcci architettonici dettati dalla prospettiva e dall’opera di Leon Battista Alberti architetto e Piero della Francesca pittore. Fino al 1472 la direzione dell’ampliamento del Palazzo è stata nelle mani del Laurana, dopodichè il testimone è passato a Francesco di Giorgio Martini, senese, il quale avrebbe successivamente rivestito un ruolo importante in quel di Urbino anche per la costruzione della Chiesa di San Bernardino e del Monastero di Santa Chiara.

nella pagina a fronte: pianta semplificata del Palazzo Ducale e un dettaglio dell’iscrizione nel Cortile d’Onore

Il cortile è rettangolare, il lato corto ha cinque campate, quello lungo ne ha sei, e presenta una pavimentazione in cotto nel quale sono inserite lastre in pietra chiara che evidenziano gli intercolunni, le linee mediane e le diagonali dello spazio. Il piano terra è composta da un porticato, composto da colonne con capitelli compositi, le cui forme sono una precisa citazione antica, tratta dall’arte flavia. Esse reggono le volte a crociera del passaggio, le cui chiavi sono state decorate da tondi con rilievi araldici. Agli angoli si trovano dei pilastri decorati da paraste che corrono fino al marcapiano e che hanno una funzione di isolare i singoli lati variando il ritmo architettonico. Essi inoltre sono necessari a risolvere il “conflitto angolare”, cioè l’impossibilità di impostare due archi a 90° su una medesima colonna: i pilastri a “L” vennero affiancati da semicolonne dalle quali partono gli archi del porticato. Tra gli archi a tutto sesto, profilati in marmo, si collocano i pennacchi in laterizio, decorati da oculi marmorei. Il piano nobile riprende una partizione analoga, con lesene marmoree in corrispondenza delle colonne, che inquadrano finestre architravate con cornice pure marmorea, in contrasto col tono rosato del laterizio della parete. Questi due piani sono coclusi da una cornice con modanature aggettanti, dove corre un fregio unico con iscrizione in lettere capitali romane, che raccorda i lati.

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Piazza Ducale


Piazza Rinascimento

Cortile

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«FEDERICVS DVX MONTISFERETRI AC DVRANTIS COMES SANCTAE RO[MANAE] ECCLESIAR CONFALORERIVS ATQVE ITALICAE CANFEDERATIONIS IMPERATOR HANC DOMVM A FVNDAMENTIS ERECTAM GLORIAE ET POSTERITATI SVAE EXAEDIFICAVIT. - QVI BELLO PLVRIES DEPVGNAVIT SEXIES SIGNA CONTVLIT OCTIES HOSTEM PROFLIGAVIT OMNIVMQVE PRAELIORVM VICTOR DITIONEM AVXIT. EIVSDEM IVSTITIA CLEMENTIA LIBERALITAS ET RELIGIO PACE VICTORIAS EQVARVNT ORNARVNTQVE.» 1. Suggestioni | 10


«Federico, Duca di Urbino, Conte del Montefeltro e di Casteldurante, Gonfaloniere di Santa Romana Chiesa e Capo della Confederazione Italica, innalzò fino dalle fondamenta questa dimora a gloria sua e dei suoi posteri. Egli, che combatté più volte in guerra, sei volte guidò gli eserciti, otto volte sbaragliò il nemico, vincitore di tutte le guerre, aumentò il suo dominio. La sua giustizia, la sua clemenza, la sua liberalità la sua moralità uguagliarono e onorarono, durante la pace, le sue vittorie.» 11


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Lo spazio Nella “Flagellazione di Cristo” l’elemento del portico all’interno del quale si svolge il martirio di Cristo segna fortemente lo spazio e definisce ciò che sta al di là e al di qua dello stesso confine. Inoltre contribuisce a disegnare geometricamente gli ingombri del dipinto, ripartendolo perfettamente all’interno della proporzione aurea. Come visto, anche il reale Cortile d’Onore del Palazzo Ducale riveste un ruolo importante, poichè accoglie il visitatore e lo invita a contemplare lo spazio nella sua modularità e armonia prospettica. La contemplazione può evolvere e toccare aspetti più astratti, pur partendo dagli elementi architettonici: il cortile-portico è un diaframma che collega due spazi, l’interno con l’esterno, funge da filtro che modula la luce e genera percorsi. Rappresenta dunque uno strumento di comunicazione, un mediatore, modello di un sano scambio tra due parti. Se inseriamo in questo discorso l’essere umano si cominciano a delineare problematiche più complesse, quali la fruizione di un luogo, il rapporto tra quest ultimo e l’uomo, il rapporto tra tanti uomini all’interno dello stesso. Urbino e i suoi spazi hanno una storia lunga e fortemente radicata e a questa, oggi, si affianca la realtà di città universitaria che con la sua natura dinamica e inafferrabile ha totalmente sconvolto l’identità storica della città. Agli urbinati si sono aggiunti (se non sostituiti), studenti di passaggio, che temporaneamente ma costantemente colonizzano il territorio. A seconda dei periodi, dunque, Urbino cambia faccia, diventa il borgo rinascimentale infiocchettato durante le feste tradizionali e un grande villaggio universitario nel resto dell’anno. Prendendo in esame le facoltà universitarie, ci sono ulteriori differenze tra la loro organizzazione e il modo in cui sono vissute dagli studenti, per cui anzichè essere un grande collegio universitario si vengono a creare “ceppi” studenteschi diversi che quasi non comunicano tra loro. Il divario è lampante tra i corsi di studio di tipo umanistico, quelli di taglio scientifico e infine l’ISIA e l’Accademia di Belle Arti, facenti parte del filone artistico. Nascono a questo punto delle domande, sul perchè la comunicazione tra gli studenti non è efficiente, su come questa città, pur essendo un piccolo centro, tenda a isolare

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nella pagina a fronte: interno del Cortile d’Onore di Palazzo Ducale


più che raccogliere la gente che la popola e su come lo scambio tra studenti e territorio effettivamente non abbia luogo o si limiti ai meri interessi di affitto-camere. I controsensi di Urbino e dei suoi abitanti sono bene espressi dalle parole di due importanti personaggi, Luigi Alfieri (ordinario presso l’Università Carlo Bo in filosofia politica) e Giovina Jannello Volponi, vedova di Paolo Volponi. Di seguito è riportato uno stralcio dell’intervista redatta da alcuni studenti dell’ISIA all’interno del progetto “Felicità Creative Commons”. Cosa nel vostro territorio manca per migliorare la qualità della vita? G.J.V. Urbino è una città autosegregata in periferia, e l’urbinate soffre di due complessi. Il complesso di superiorità da un lato, che deriva dalla Storia, dal Duca Federico - col quale nessuno ha dei veri legami ovviamente - e quindi dal passato rinascimentale che conferisce ad Urbino, da secoli, la reputazione di centro culturale. Dall’altro lato soffre di un complesso di inferiorità che emerge dal contatto con i forestieri, gli stranieri sono per loro molesti, capaci di mettere in dubbio le loro certezze e la loro superiorità. Questo crea il forte distacco tra urbinati e studenti, dai quali si pretende l’affitto ma non si concede l’integrazione. All’università si risente di un forte décalage della professionalità e del livello culturale. Urbino non ha una biblioteca comunale, un luogo dove rivolgersi esterno dall’università, che possa interessare sia il contadino sia l’imprenditore. Spesso mi sono sentita rispondere «C’è la biblioteca dell’università!», ma io non posso accedere alla biblioteca per giovani, per studenti. Ho altre necessità, ho un’altra età. Ad Ivrea l’Olivetti aveva messo a disposizione dell’intera popolazione della città, non solo degli operai, una biblioteca intera, che era sempre frequentatissima. A livello culturale Urbino diventa importante solo quando passa il Giro d’Italia, la Mille Miglia, quando c’è D. Hoffmann o in occasione della festa dell’Aquilone. Questo è assolutamente ridicolo. Io e mio marito abbiamo sempre riconosciuto Urbania come culturalmente più attiva, c’è fermento culturale, e un’amministrazione più attenta. Qui il teatro stesso potrebbe proporre

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delle intere stagioni di musica da camera, sarebbe l’ideale. Ma per avere questo serve un cambio di amministrazione, una classe dirigente più formata, competente. L.A. Qui manca inanzitutto un tessuto urbano. La città si è svuotata col tempo, si è autosegregata. Tra l’altro si vive una forte schizofrenia nei confronti dell’università che da un lato ha portato lavoro, ricchezza, ma dall’alro ha creato uno squilibrio sociale molto forte. Ci sono tante cose che non vanno o potrebbero andar meglio, certo, come del resto dovunque, ma ci sono anche cose per cui, appunto, si fa una scelta di vita e si resta qui. C’è anche qualcosa che in ultima analisi si può solo chiamare amore. Amore un po’ deluso, a volte, ma sicuramente amore. G.J.V. Quando gli studenti erano solo 6000 la situazione era molto più equilibrata, non c’era tutto questo degrado.

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Urbino come “nonluogo” [...] Urbino è un paradosso. Una città ideale che rischia di diventare davvero com’è rappresentata nel quadro di Palazzo Ducale: senza persone, vuota. Ha mantenuto la sua bellezza, ma il centro storico si è svuotato. L’università ne resta l’anima più vivace, ma si va ripiegando sulle zone circostanti, aumentano gli studenti pendolari che non vivono più la città. L’isolamento e le distanze non fanno più arrivare a Urbino energie nuove. [...] Dalle parole di chi la città la vive e l’ha vissuta in passato, il discorso può essere ampliato ricollegandosi a teorie antropologiche come quelle di Marc Augè, sui “luoghi e nonluoghi”.

nella pagina a fronte Piazza Ducale fotografata dall’interno del Palazzo

tratto da: “Felicità Creative Commons”, intervista a Mario Pianta, professore di economia politica presso l’Università di Urbino

[...] il dispositivo spaziale è allo stesso tempo ciò che esprime l’identità del gruppo (le origini del gruppo sono spesso diverse, ma è l’identità del luogo che lo fonda, lo raccoglie e lo unifica) [...] Secondo Augè, sociologo e antropologo francese, un luogo per essere definito tale deve presentare tre principali proprietà: essere uno spazio identitario, relazionale e dotato di valore storico. Ne consegue che nel momento in cui queste caratteristiche non vengono rispettate si parla non più di luogo ma di “nonluogo”. [...] Michel de Certau vede nel luogo, qualunque esso sia, l’ordine in base al quale gli elementi sono distribuiti in rapporti di coesistenza… In uno stesso luogo possono coesistere elementi distinti e singoli, certo, ma di cui non si possono negare nè le relazioni reciproche nè l’identità condivisa che conferisce loro l’occupazione dello stesso luogo comune. [...] Se Urbino ha come forte aspetto identitario quello di città rinascimentale dotata di una salda coscienza storica, avendo smarrito la sua funzione di piccolo centro culturale poichè tuffatasi in una dimensione di dinamismo e ricambio quasi metropolitano, non riesce a consolidare al suo interno una rete di legami solida, gli studenti restano l’elemento estraneo e i residenti non hanno sufficienti stimoli per instaurare con loro una comunicazione profonda. Se dunque l’aspetto relazionale viene a mancare, è corretto definire l’Urbino intera un “nonluogo”?

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tratto da: Marc Augè, “Nonluoghi, introduzione a una antropologia della surmodernità.”


1. Segni 2. Suggestioni della provvisorietĂ | 18 | 18


2. Segni della provvisorietà

La problematica individuata è dunque quella dell’incomunicabilità tra gli studenti e gli urbinati, pur esistendo di base una condivisione del luogo di residenza. Le strade e i vicoli della città offrono spunti di riflessione sulla natura passeggera della vita studentesca a Urbino, comunicando anche solamente con gli elementi esterni alle abitazioni: porte, campanelli e citofoni. Un’indagine fotografica ha teso a mettere insieme questi indizi in modo da originare un percorso progettuale. L’area presa come campione comprende: Via Pozzo Nuovo Via Nuova Via Minore Via del Leone Via del Fiancale

Piazza Ducale

Piazza della Repubblica 200 m

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N


Via Pozzo Nuovo Note: 10 campanelli; molti ragazzi di passaggio; alcuni escono dai portoni (ci abitano?); spiazzo sotto la mensa occupato da macchine parcheggiate. Distanza da Conad, Via Raffaello: 160 m, 2 min. Distanza dal mercato, Via del Popolo: 600 m, 8 min. Luoghi particolari: 1 - portineria segreteria studenti; 2 - punto di ristoro Macrobiotico; 3 - CUS Urbino; 4 - centro di aggregazione giovanile; 5 - accesso Cinema Ducale.

spiazzo utilizzato come parcheggio

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pendenza lieve

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pendenza alta

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Via Nuova Note: 5 campanelli; citofono con 10 targhette piĂš o meno leggibili, quasi certamente studenti. Luoghi particolari: 6 - Locanda del Blasone; 7 - esercizio commerciale chiuso.

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Via Minore Note: molto stretta; silenzio; 7 campanelli.

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pendenza lieve N

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Via Del Leone Note: 13 campanelli; voci di ragazzi; sigle televisive; suoni computer/chat Facebook; musica Hip Hop.

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Via Del Fiancale Luoghi particolari: 7 - suore; 8 - Rifondazione Comunista; 9 - Studio di Architetti e Ingegneri.

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pendenza lieve

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3. Progetto | 42


3. Progetto

La Biblioteca di quartiere Dalle considerazioni effettuate sulla problematica dell’isolamento è stato steso un progetto che mira a costruire delle relazioni tra gli abitanti di una stessa zona e che incoraggi la conoscenza e l’apertura reciproca. Ѐ stato ipotizzato un meccanismo di scambio di libri tra gli studenti e gli urbinati abitanti nella medesima porzione di città, la condivisione delle storie scritte per costruire delle storie reali. Ogni residente è invitato a stilare una lista dei libri che vuole mettere a disposizione della comunità, affiggerla nelle bacheche allestite nella zona e consultare quella degli altri partecipanti. Ciò è reso possibile dalla distribuzione porta a porta di un kit che permette di uniformare il meccanismo di scambio. I prestiti e restituzioni avverrebbero personalmente, a seconda delle esigenze di ognuno. La Biblioteca di quartiere diventa così un’occasione di arricchimento culturale e sociale che trasforma una piccola contrada in un percorso relazionale. L’importanza dei libri nella città di Urbino: la collezione di Federico da Montefeltro “Federico da Montefeltro e la sua Biblioteca” Ottobre 2007 - Dicembre 2007 Per la prima volta, 350 anni dopo il suo trasferimento presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, la biblioteca di Federico da Montefeltro tornerà nelle stanze che l’hanno vista formarsi. Un evento non soltanto per Urbino, perché permetterà al grande pubblico di avvicinarsi a capolavori miniati la cui visione è abitualmente riservata ai soli studiosi. La mostra, a cura della Soprintendenza ai Beni Culturali delle Marche e dell’Università di Urbino, intende celebrare la personalità di Federico come committente di manoscritti

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e come ispiratore di una collezione libraria che rispecchia gli interessi culturali e le spinte innovative del secolo in cui si è formata e in particolare della corte di Urbino. Pertanto i manoscritti esposti rappresenteranno tutti i principali settori disciplinari che hanno costituito la biblioteca, dai testi sacri, ai Padri della Chiesa, alla letteratura classica, ai testi umanistici, alle opere tecnico-scientifiche. Aprirà la mostra un Salterio in tre lingue: greco, latino ed ebraico, sintesi della collezione che per l’appunto si distngueva dalle altre biblioteche principesche coeve perché raccoglieva manoscritti nelle tre principali lingue dell’antichità. Tutti gli esemplari in mostra sono riccamente miniati, di frequente anche con notevoli dipinti a piena pagina. La scelta dei libri rappresenta i principali miniaturisti e copisti che hanno lavorato per Federico: quelli di ambito fiorentino con alcuni dei migliori esemplari usciti dalla Bottega di Vespasiano da Bisticci, quelli provenienti da Ferrara e gli urbinati (il cui scriptorium soltanto di recente ha iniziato a delinearsi grazie a nuove attribuzioni che verranno esposte in mostra e descritte criticamente nel catalogo). Saranno presentate opere di miniaturisti come Ghirlandaio, Bartolomeo della Gatta, Francesco Rosselli e Attavante, personalità di spicco in un genere attualmente meno noto al grande pubblico, ma di altissima suggestione per qualsiasi visitatore. Saranno esposti 19 manoscritti vaticani, un codice della collezione del Duomo di Urbino, e altri manoscritti miniati provenienti da prestigiose biblioteche europee e da collezioni private. A fianco ai libri originali si potranno anche sfogliare i più bei facsimili di manoscritti urbinati editi negli ultimi anni e si potranno ammirare le più belle miniature ed iniziali istoriate della collezione susseguirsi secondo raggruppamenti tematici in schermi adibiti appositamente. A corredo degli esemplari manoscritti si esporranno anche alcuni bassorilievi e medaglie con ritratti di Federico da Montefeltro che ricordano le decorazioni utilizzate da alcuni miniatori. La sala della biblioteca del Palazzo Ducale sarà interamente dedicata alla presentazione ed alla consultazione del CD-Rom con la ricostruzione virtuale tridimensionale della biblioteca, realizzato secondo il progetto di Marcella Peruzzi co-curatrice della mostra.

3. Progetto | 44


“Ornatissimo codice. La Biblioteca di Federico di Montefeltro” Urbino (Ps) - Palazzo Ducale 15 marzo - 27 luglio 2008 Alcuni spazi della Galleria Nazionale delle Marche di Palazzo Ducale di Urbino da qualche mese hanno cambiato volto attraverso le multiproiezioni e multivisioni realizzate da Paolo Buroni, famoso multivision designer che ha firmato in tutto il mondo grandiosi “affreschi elettronici”. Le più belle e importanti opere d’arte del Rinascimento, conservate a Palazzo Ducale di Urbino, sono state catturate in formato digitale, ingrandite, mescolate, organizzate in sequenze alternativamente delicate, ritmiche, passionali. Sono proiettate sulle pareti di alcune delle stanze del Palazzo Ducale assieme a melodie di pianoforte, cori, percussioni, orchestra che legano le sequenze di immagini proiettate e rapiscono il visitatore. La visita delle stanze allestite con la “spettacolarizzazione” ideata da Paolo Buroni diventa una ri-scoperta estetica e sensoriale, in un percorso museografico che permette di sperimentare e vivere la magia del Rinascimento italiano. Gli spazi del Palazzo Ducale di Urbino scelti per il progetto sono: la Sala della Accoglienza, la Sala dei Banchetti, la Sala della Biblioteca. Le multivisioni propongono opere d’arte contenute nella collezione della Galleria Nazionale e alcuni particolari del Palazzo per un percorso di immagini e commenti che facilitano la comprensione degli episodi fondamentali della cultura del Rinascimento urbinate e marchigiano, con particolare riferimento alla figura di Federico da Montefeltro, alle opere di Piero della Francesca e ai grandi pittori del Rinascimento, fino a Raffaello. Nella Sala della Biblioteca è presentata una ricostruzione virtuale in tre dimensioni della biblioteca di Federico da Montefeltro. Qui il visitatore può virtualmente afferrare i libri che desidera guardare e con il solo gesto della mano sfogliarli grazie a un gioco di sensori e telecamere che catturano e interpretano i movimenti e le trasmettono ai libri digitali. Dopo più di un decennio caratterizzato da forti investimenti per il recupero del patrimonio architettonico-edilizio e per la conversione, l’adattamento e il miglioramento degli spazi espositivi, la Regione Marche ha ora intenzione di agevolare e favorire la fruizione dei contenitori restaurati e ristrutturati, assicurando ai musei una comunicazione e una progettualità rivolta al pubblico.

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Decorazione dell’Ornatissimo codice, uno dei preziosi volumi di Federico da Montefeltro

3. Progetto | 46


Pedro Berruguete, “Federico di Montefeltro con il figlio Guidobaldo�, 1474

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L’identità Il processo descritto finora ha contribuito a costruire le fondamenta dell’idea progettuale e dell’identità della “Biblioteca di quartiere”. Ora si tratta di sintetizzare il tutto in un sistema visivo che restituisca «gli aspetti storicizzati, tutti i fattori acquisiti, tutti i comportamenti espressi o codificati». La “Biblioteca di quartiere” si traduce in un processo che ha luogo solo con la partecipazione attiva della comunità, che in questo caso è di composizione eterogenea: abbiamo le famiglie urbinati da un lato e gli studenti di tutta Italia e dell’estero dall’altra. L’apparato visuale dell’attività necessita dunque un linguaggio comprensibile e riconoscibile sia dagli uni che dagli altri e che contribuisca a renderli partecipi fisicamente e mentalmente. A partire dalla grande importanza che la cultura ha rivestito nel corso dei secoli a Urbino, soprattutto quella libraria, come si è visto dalle numerose mostre dedicate alla Biblioteca di Federico II, è stato scelto come punto di partenza il celebre dipinto di Pedro Berruguete, che ritrae Federico da Montefeltro intento a leggere un codice con suo figlio Guidobaldo. L’immagine è largamente diffusa e conosciuta dai più, oltre che emblema del saldo legame esistente tra Urbino e i libri attraverso il Duca Federico. Sono stati semplificati ed estrapolati i tratti principali della figura del Duca, in modo da sottolineare la sua identità e la sua attività. Per il disegno sono stati utilizzati archi di ellisse e di circonferenza. Successivamente è stata ridisegnata la decorazione dell’“Ornatissimo codice”, uno dei più preziosi volumi appartenuti a Federico. Parte di essa è stata utilizzata per inquadrare il busto stilizzato del personaggio, in modo da restituire l’idea di miniatura semplificata, richiamo e tributo alla consolidata passione per i libri che continua a connotare Urbino e la sua storia.

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Tomàs Maldonado e Gui Bonsiepe, “Un progetto di grafica sistematica” in Rassegna n.6, “Il campo della grafica italiana”, aprile 1986;


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Biblioteca 3. Progetto | 50


In questa immagine si devono poter rispecchiare tutti, ognuno dei partecipanti all’attività deve potersi considerare il “duca Federico di oggi” che promuove la cultura. L’aspetto della versatilità è dunque necessario nella progettazione del marchio. Grazie alla semplicità e all scomposizione delle forme che costituiscono il disegno è stato possibile inserire un elemento di variabilità quale il copricapo e i capelli del personaggio raffigurato. Le figure scaturenti possono rappresentare l’uomo o la donna adulti, archetipo del residente urbinate, o fasce d’età minore che identificherebbero gli studenti. Non è escluso un arricchimento di questo vocabolario di segni da parte degli stessi utenti. Per il testo è stato scelto l’Auto 2 italic, disegnato da Sami Kortemäki, Akiem Helmling e Bas Jacobs nel 1999. Si tratta di un carattere bastone che presenta nella versione italic delle particolarità, specie nell’alfabeto maiuscolo (si veda la coda della Q). Ѐ stata scelta questa font per le sue caratteristiche di modernità e linearità che ben si sposano con il linguaggio sintetico (e a tratti ironico), del marchio.

a di Quartiere 51


Positivo e negativo

Biblioteca di Quartiere

80 mm

50 mm

3. Progetto | 52

30 mm

20 mm

10 mm


Biblioteca di Quartiere

80 mm

50 mm

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30 mm

20 mm

10 mm


Varianti

14 mm

Biblioteca di Quartiere 12 pt 16 mm

23 mm

Biblioteca di Quartiere

21 pt 25 mm

Biblioteca di Quartiere

29 mm

24 pt

33 mm

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Biblioteca di Quartiere

Biblioteca di Quartiere

Biblioteca di Quartiere

Biblioteca di Quartiere

Biblioteca di Quartiere

Biblioteca di Quartiere

Biblioteca di Quartiere

Biblioteca di Quartiere


Campionamento colori

C=18%; M=30%; Y=40%; K=0%. C=50%; M=70%; Y=0%; K=0%. C=60%; M=25%; Y=85%; K=5%. C=0%; M=60%; Y=100%; K=0%. C=65%; M=35%; Y=15%; K=0%.

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l’immagine si riferisce a una decorazione presente nell’Ornatissimo codice, uno dei preziosi libri di Federico II.


Applicazione colori

Biblioteca di Quartiere

Biblioteca di Quartiere

Biblioteca di Quartiere

Biblioteca di Quartiere

Biblioteca di Quartiere

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Contenuto del kit Nella cartellina si trovano: un form per i libri a disposizione da 20 titoli (A4), uno da 10 (A5), il modulo di prestito, dei segnalibri e le fascette per i libri in un foglio A3.

Biblioteca di quartiere Biblioteca di Quartiere

Lista dei libri a disposizione

AUTORE

TITOLO

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20.

N.B. Barrare la circonferenza a matita per indicare che il libro è stato prestato.

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Autore Titolo Proprietario Recapito del proprietario Richiedente Recapito del richiedente Data di prestito

Biblioteca di Quartiere

Leonardo Sciascia, Porte aperte, 1987

Modulo di prestito

Il nome di uno scrittore, il titolo di un libro, possono a volte, e per alcuni, suonare come quello di una patria.

Biblioteca di Quartiere Biblioteca di quartiere

Tempo del prestito Firma del proprietario

Lista dei libri a disposizione Biblioteca di Quartiere

AUTORE E TITOLO

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.

N.B. Barrare la circonferenza a matita per indicare che il libro è stato prestato.

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Stéphane Mallarmé, “Enquête sur l'évolution littéraire”, 1891

Biblioteca di Quartiere Biblioteca di quartiere

Il mondo è fatto per finire in un bel libro.

Firma del richiedente


PROPRIETARIO

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BACHECA Biblioteca di Quartiere

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Bibliografia Marc Augé, “Nonluoghi, introduzione a una antropologia della surmodernità”, Elèuthera, 2009; ISIA di Urbino, “Felicità Creative Commons”, interviste a Mario Pianta, Luigi Alfieri e Giovina Jannello Volponi, 2011; Marilyn Aronberg Lavin, “Piero della Francesca, La Flagellazione”, University of Chicago Press, 1990; Tomàs Maldonado e Gui Bonsiepe, “Un progetto di grafica sistematica” in Rassegna n.6, “Il campo della grafica italiana”, aprile 1986; “Federico da Montefeltro e la sua Biblioteca”, presentazione della mostra a Palazzo Ducale, 2007, http://old.lemarchenelmondo.info/ContentManagment/ Uploaded/CMItemAttachments%5CPresentazione%20 Mostra%20Federico.pdf; “Ornatissimo codice. La Biblioteca di Federico di Montefeltro Urbino”, presentazione della mostra a Palazzo Ducale, 2008, http://www.archimagazine.com/ mornatissimo.htm.


Finito di stampare nel mese di Settembre 2012


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