Il Confronto

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Anno XXI n. 10/205 - Dicembre 2009 Editore: Coop. Radio Terlizzi Stereo - Direttore Responsabile: Maria Teresa De Scisciolo n. 239 reg. stampa Tribunale di Trani - Spedizione in Abbonamento Postale 70% autoriz. Filiale di Bari

editoriale/Michele Cipriani

Ti confesso candidamente quel che provo quando nelle nostre chiese nei giorni di festa cantiamo “Gloria a Dio e pace in terra agli uomini di buona volontà”. Ho sussulti di vario genere. Che Dio meriti ogni gloria, è semplicemente onesto; ma che poi gli uomini mostrino con i fatti la buona volontà, è tutto da provare. E’ questa la ragione profonda perché la pace non riesce a mettere radici stabili nel mondo, tanto ché è difficile trovare un tempo ed uno spazio, dove trovare la tranquillità dell’ordine. Spesso quando tacciono le armi, si combattono le violenze, i soprusi, le discriminazioni di ogni genere. Dopo 2000 anni dalla tua venuta nel nostro piccolo mondo, per curarlo alle radici, non è che le cose sono cambiate molto. Non c’era posto perché tu nascessi in una casa e ti ricacciammo in una stalla/grotta a Betlemme; i notabili del clero e del laicato religioso che ogni giorno invocavano “vieni Signore e non tardare”, pur sapendo il luogo della nascita ed aver visto brillare in cielo, per la circostanza, un segnale luminoso, non hanno neppure ipotizzato la tua presenza. Meno male che almeno i cosiddetti miscredenti Gaspare, Melchiorre e Baldassarre hanno colto l’invito e sono venuti a cercarti, superando ogni genere di difficoltà, compresa la beffa di parenti e amici. Ha fatto di peggio la tua gente, hanno tentato di “farti fuori” perché la sola tua nascita dava ombra al potente di turno e, di notte tempo, i tuoi, per salvarti la pelle, hanno imboccato la via della fuga e dell’esilio. Il mercato si è mosso già da tempo non per annunciare la tua venuta, ma quella di …Babbo Natale che porta doni, gli alberi di plastica o quelli di fibra viva per appendervi i regali o deporli alla base. Molti neppure sanno che il 25 dicembre ricordiamo il Natale, cioè il tuo compleanno; c’è di peggio: in certe regioni della cattolicissima Europa hanno bandito il Crocifisso, perfino il presepe per non violentare altre fedi religiose,

Al Figlio di

Maria di Nazareth

A quattro passi da noi, a Bari ed Andria grosse operazioni di polizia per sgominare il malaffare a base nazionale e altro. So benissimo che questo strame ed altro ancora, non ti dissuaderà affatto dall’occupare il tuo posto nella mangiatoia anche il 25 dicembre 2009. Devi essere proprio impazzito d’amore per noi; mi riesce quasi impossibile capirti, anzi riconosco che non c’è ragione alcuna perché tu venga tra noi. Non cesso di stupirmi per questa fiducia che tu mostri per noi, infelici vivi. Questo tuo amore folle, questa tua speranza senza limiti, ha la forza di dissodare i nostri deserti aridi, tendere la vela, per approdare in qualche insenatura tranquilla. Pur ritenendo una pazzia la tua voglia di venire tra noi a tutti i costi, devo tuttavia chiederti: “per piacere affrettati Signore, perché solo Tu dai un senso al vivere e la forza per sperare.”

D.A. Carella, adorazione dei Magi. Chiesa Immacolata Terlizzi / Foto di Michelangelo Vino

quasi non fossi nato per liberare l’uomo dalle schiavitù antiche e moderne e restituirgli dignità e libertà. Pur avendo i titoli per farti valere, hai preferito dire: se qualcuno vuol venire dietro Me, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Le notizie ricorrenti in questi giorni: la RU486 per non farti continuare a nascere in ogni uomo, Obama manderà altri 30.000 soldati in Afganistan e ne richiede 10.000 dalla Nato; qualche anno addietro ogni 7 secondi, oggi ogni 5, muore un bambino di fame. Ci ripeteranno fino alla noia che non c’è Natale vero senza il panettone, meglio il mandorlato,

anzi c’è il panettone, marca di “Gesù”, ed anche quello “3 Marie”: non c’è che da scegliere. Nella mia terra, corre un grido di sofferenza per l’agricoltura che non garantisce neanche la sopravvivenza, la floricoltura trasuda fatica grande e scarso reddito, né la ciminiera di Scianatico dà più segno di vita. I giovani ancora costretti, ora con diploma e laurea, ad emigrare non più con valigia di cartone ma con il trolley. In compenso in Piazza Cavour è offerta alla cittadinanza “Magie del Natale”, mercatini, spettacoli, suggestioni dall’8/13 dicembre 2009 con sagra del panzerotto, pizzarello, caldarroste e vin brulè ed altre squisitezze.

Tuo Michele Cipriani

Prossimamente in libreria Articolo a pag. 15


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ilmensile confronto delle idee di informazione fondato nel 1988 da Gerolamo Grassi Registro Stampa n. 239 del Tribunale di Trani

Anno XXI - numero 10/205 - Dicembre 2009 Società Editoriale: Cooperativa Culturale R.T.S. fondata nel 1978 e titolare: · di Testata Giornalistica “Grandangolo” - Andria. Aut. 362 del 14/4/2000, · di Testata Giornalistica “Paese vivrai” - Locorotondo, · di Testata Giornalistica Radiofonica registrata al n. 221 del Tribunale di Trani, anno 1978. Sede legale: Arco della Madonna, 1 Terlizzi (Ba) - Tel. 080/3510377 - 080/3516625 (Presidente) Fax 080/3516884

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Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza

Carissimi, non obbedirei al mio dovere di Vescovo, se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati. Tanti auguri scomodi, allora , miei cari fratelli! Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio. Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità

a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio. Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate. Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa. Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.

Non poteva mancare anche quest’anno l’appuntamento in onore di San Nicola tanto atteso dai piccini. Numerosissimi i bambini che la sera del 5 Dicembre hanno atteso la discesa dalla maestosa torre normanna del Santo e del fido Adeodato, il giovane fatto schiavo dall’emiro e poi liberato e restituito ai genitori per intervento miracoloso. Ad intrattenere i bambini nella loro trepidante attesa sono gli artisti di strada e la lettura delle loro letterine contenenti i pensieri e desideri che innumerevoli palloncini variopinti hanno poi trasportato in cielo. E ancora si continua con le poesie per S. Nicola quando d’un tratto qualcosa si è mosso lassù: ed ecco numerosissimi fuochi d’artificio dai mille colori ele-

varsi nel cielo stellato! Qualche minuto ancora e negli occhi pieni di gioia dei bimbi appare l’immagine del Santo con l’abito vescovile e del giovane coppiere Adeodato con abiti arabi che salutano dall’alto della torre e iniziano la loro discesa tra gli applausi di grandi e piccini. I festeggiamenti si sono conclusi con l’estrazione di quindici calze piene di cioccolatini e caramelle. Alla manifestazione ha partecipato l’assessore per le Politiche Culturali Domenico Paparella organizzatore dell’evento. I personaggi di S. Nicola e Adeodato sono stati interpretati, come ogni anno, da esperti del Gruppo Speleologico Ruvese. La chiesa di San Giuseppe, situata nel centro storico, custodisce la statua del Santo e Corso Dante ospita la tradizionale fiera di San

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Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame. I poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi. Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili. I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge ”, e scrutano l’aurora, vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi. Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza. Don Tonino Bello Vescovo

/Adriana Gesmundo Nicola tra giocattoli,dolciumi e bancarelle varie. La tradizione di S. Nicola è risalente al 1769: si racconta che nella notte tra il 5 e il 6 Dicembre il Santo lasci in tutte la case di Terlizzi doni e giocattoli per i bambini che mettono ai piedi del camino la loro scarpetta in attesa di trovarla al loro risveglio piena di cioccolatini e caramelle.

speciale natale

“Natale in Cattedrale” musica a Terlizzi e nella provincia di Bari /Anna Dicanio 'Natale in Cattedrale' è il nome dell’iniziativa promossa dall'amministrazione provinciale barese che sta vedendo l'orchestra sinfonica della Provincia di Bari impegnata in quattordici concerti nelle Cattedrali di diversi comuni. La musica ha iniziato a vibrare il primo dicembre nella Chiesa Madre di Bitritto, proseguendo nelle Cattedrali di Alberobello, Ruvo di Puglia, Corato, Molfetta, Noci, Gioia del Colle, Altamura, Santeramo in Colle, Monopoli, Terlizzi, Bari, Conversano e Modugno, fino al 12 Gennaio 2010. Ecco il programma degli appuntamenti: 1 Dicembre 2009: Bitritto Chiesa Madre ore 20.30 Beethoven 5 Dicembre 2009: Alberobello Basilica minore SS. Medici ore 20.30 - Schubert - Mozart 5 gennaio 2010: Monopoli Cattedrale ore 20.30 - Strauss Lehar - Puccini 7 Dicembre 2009: Ruvo di P. Chiesa di San Domenico ore 20.00 - Schubert - Mozart 7 Dicembre 2009: Corato Cattedrale ore 20.30 - J.Haydn 7 gennaio 2010: Terlizzi Fraternità Francescana di Betania ore 20.30 - Lehar Strauss - Puccini 8 gennaio 2010 Bari chiesa Maria SS. del Rosario ore 20.30 - Strauss - Lehar - Puccini 11 gennaio 2010 Conversano Parrocchia Sacro Cuore - Lehar - Strauss - Puccini 12 gennaio 2010 Modugno Chiesa SS. Annunziata ore 20.30 - Strauss - Lehar - Puccini. 12 Dicembre 2009: Molfetta Basilica Madonna dei Martiri ore 20.30 Haydn 16 Dicembre 2009: Noci Abbazia Madonna della Scala ore 20.30 Bizet - Puccini Mozart - Verdi 17 Dicembre 2009: Gioia del C. Chiesa Madre ore 20.30 - Bizet Puccini - Mozart - Verdi 21 Dicembre 2009 Altamura Cattedrale ore 21 G.Bizet G.Puccini - Mozart - Verdi - G. Rossini 23 Dicembre 2009 Santeramo in C. Istituto dei Salesiani ore 21 G.Bizet - Mozart Verdi Vivere le cattedrali con musica di questa portata è consuetudine piacevole del periodo natalizio. Buon ascolto a tutti!

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Il fuoco dell’arte ti trascina e non ti lascia mai

speciale natale

/Nicolò Marino Ceci

Giacomo Gesmundo dinanzi ad uno dei suoi presepi

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L’arte terlizzese vive oggi un periodo di grande splendore, impreziosito dalla freschezza creativa di curiosi individualismi come l’artista Giacomo Gesmundo. Avvicinatosi all’arte come pittore, solo in un secondo momento ha compreso che il suo vero talento fosse la lavorazione dell’argilla. Eccolo in un’intervista a tutto tondo sulla sua passione, sui presepi e sulla magia del Natale. Dove sta esponendo in questo periodo? L’esposizione più grande che ho realizzato si trova all’Outlet di Molfetta, ma sto esponendo anche a Bitritto, Bitetto, Corato e alla Prefettura di Bari. Inoltre dall’8 al 13 dicembre sono in piazza Cavour a Terlizzi per l’iniziativa “Magie di Natale”: allestisco un grande presepe con busti di persone a grandezza naturale, coniugando così l’artigianato terlizzese di una volta – mi riferisco ai busti che tra ‘700 e ‘800 venivano posizionati sui grandi palazzi nobiliari terlizzesi – con il classico presepio: una scelta innovativa e di impatto scenografico. Da quando scolpisce? Mi sono avvicinato all’arte come pittore per poi appassionarmi alla lavorazione dell’argilla negli anni ’80 in maniera del tutto inaspettata e occasionale. Lavorando l’argilla mi sono accorto che le “mani andavano da sole”: da allora non ho mai smesso. Quali i riconoscimenti più prestigiosi? In questi 24 anni di attività ho te-

nuto quasi 100 mostre – tra partecipazioni a rassegne collettive e molte mie personali. Alcuni anni fa ho rappresentato la Puglia per l’arte presepiale in Svizzera ma è a Roma che ho ricevuto i maggiori riconoscimenti: nel 2002 ho vinto la medaglia d’oro in un concorso di arte presepiale a carattere mondiale. È come se avessi vinto le olimpiadi di questa disciplina artistica. A breve riceverò un riconoscimento prestigioso da parte di un importante Ente pubblico, ma non voglio dir nulla per scaramanzia. Ha esposto anche a Terlizzi di recente e le sono state trafugate alcune statuette. Ho esposto nell’androne del Comune di Terlizzi per due anni di seguito: è stata una bella esperienza perché mi esaltava esporre nel Comune della mia città ma sono rimasto un po’ deluso dato che ho riscontrato una certa indifferenza nei miei confronti. Sono molto scontento del comune di Terlizzi: nonostante il mio lavoro venga apprezzato in tutti i comuni dove espongo – ricevo di solito un attestato o una targa da parte dell’Amministrazione comunale locale – dal comune di Terlizzi non ho ricevuto mai alcun tipo di riconoscimento. “Impara l’arte e mettila da parte”: lei dove ha imparato a lavorare l’argilla? Sono un autodidatta. Cosa colpisce di più dei suoi presepi? Amo ambientare i miei presepi nel paesaggio murgiano puglie-

se, con scorci di paesini: questa è una cosa del tutto inedita. Mostro scene di vita che non ci sono più: i contadini che nelle estati del primo ‘900 andavano in campagna con i “calzunitt” – mutandone lunghe che arrivavano fino alla caviglia – donne che facevano le orecchiette per strada. La grotta con Gesù bambino, la Madonna e San Giuseppe ricorre sempre, ma cambio tutto quello che si muove intorno: come a Roma ad esempio il presepe viene ambientano nella Roma antica con il tempietto e la colonna spezzata, o come a Napoli dove inseriscono il Vesuvio e il mare. Ogni luogo ha le sue particolarità. Quali materiali utilizza? Lavoro l’argilla, ma uso anche stoffa, molta carta e legno. Parto dai visi dei personaggi, che sono molto importanti; quindi realizzo le mani. Nel frattempo creo uno scheletro di ferro coperto di carta che dia l’idea e voluminosità alle fattezze umane. Su tale scheletro infilo la testa e le mani, per aggiungere infine i vestiti di stoffa che intingo nella colla. La cosa più difficile è la colorazione delle statue, che effettuo con colori acrilici e colori ad olio. Qual è il messaggio del suo presepe e lo spirito del Natale? Lo spirito del Natale è la famiglia unita: prima si aspettava il natale per riunire le famiglie mentre adesso non è più così, ma è solo commercio. È lo stesso messaggio che voglio trasmettere con i miei presepi: l’unità della fami-

glia che non dev’esserci solo a Natale ma tutto l’anno. Proprio per questo credo che lo spirito del Natale non sia solo a dicembre ma duri tutto l’anno. Ha mai pensato a realizzare una mostra permanente in questa città? Un tempo esponevo in maniera permanente in uno spazio in via Giovanni Bovio, dove realizzai diverse mostre durante l’Amministrazione Amendolagine: senza far polemica, quello è stato un periodo molto prolifico per l’arte a Terlizzi. Poi per motivi tecnici ho dovuto lasciare quello spazio. Progetti futuri? Mi piacerebbe lavorare con gli altri artigiani in un’estemporanea: amo infatti lo spirito che anima la competizione. Aspetto di andare in pensione, quando avrò più tempo per questa mia passione, per poter magari tenere un’esposizione permanente nel luogo dove lavoro le mie sculture. Qual è il suo lavoro? Io sono un artigiano carrozziere, lavoro in un’officina carrozzeria; la scultura è la mia più grande passione. Oltre ai presepi cos’altro ha realizzato nella sua carriera? L’arte presepiale è quella che mi fa girare di più ma ho fatto tante altre cose qui a Terlizzi: ho realizzato il busto di Salvo D’Acquisto che è purtroppo ancora in attesa di sistemazione - il busto di Don Pietro Pappagallo, Gioacchino Gesmundo, Michele De Napoli, Vito Giuseppe Millico, tutti i grandi personaggi storici di Terlizzi. Mi piacerebbe scolpire ancora Michele Sarcone. Adesso chi le piacerebbe scolpire? Credo che non ci sia ancora stato un personaggio al livello di Sarcone, Pappagallo o Gesmundo. Ultimamente ho voluto scolpire Don Tonino Bello, che ha operato qui a Terlizzi. Qual è lo stato di salute dell’artigianato terlizzese? Il periodo è molto brutto e bisogna accontentarsi senza eccedere. L’artigianato – parlo soprattutto della ceramica – per risollevarsi deve distinguersi e differenziarsi sul mercato: bisogna realizzare cose che non fanno gli altri e puntare su un’elevata qualità artistica del prodotto. Per concludere.. Il fuoco dell’arte ti trascina e non ti lascia mai.


Molte le iniziative promosse dall’assessorato alla cultura

«Si chiama operazione "White Christmas", una delirante iniziativa di vera e propria pulizia etnica nel comune bresciano di Coccaglio. Questa squallida operazione leghista nasce dopo l'approvazione da parte di tutti i partiti al governo della legge 24 luglio 2008 n.125 che mira al contrasto dell’immigrazione clandestina attraverso il coinvolgimento dei sindaci nel controllo del territorio. La Legge ha introdotto il reato di clandestinità, impedendo a chiunque non ha il possesso di soggiorno di ricevere cure mediche, di iscrivere i propri figli a scuola o di iscriverli appena nati all’anagrafe cittadina, sanzionando chiunque viola la Legge con ammende fino a 10.000€ e reclusione fino a 5 anni. Il sindaco di Coccaglio ha chiesto ai suoi funzionari di verificare i dati dell'Anagrafe sugli stranieri, mobilitando i vigili per i controlli casa per casa dei circa 400 extracomunitari residenti. Quelli che hanno il permesso di soggiorno scaduto da sei mesi devono aver avviato le pratiche per il rinnovo e se non dimostrano di averlo fatto - dice il sindaco Franco Claretti - viene loro revocata la residenza d'ufficio. L’operazione scade proprio il 25 dicembre e proprio per questa importante coincidenza

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/Barbara de Robertis si chiama White Christmas. Noi, invece, a Terlizzi vogliamo ancora credere fortemente nella costruzione, giorno per giorno, di un paese capace di accogliere, di una Puglia arca di pace che sappia ancora fare dell’ospitalità la sua parola d’ordine, anche quando non è Natale, anche nella nostra ferialità spesso egoista e miope. Il mondo è già multietnico, la vita è già multicolor! Ricordate, abbiamo già vissuto questa storia ed è cominciata con le Leggi Razziali negli anni ’30 fino allo sterminio di chiunque fosse “diverso” o ebreo, la più grande vergogna dell’umanità! I nostri figli parlano già altre lingue, adorano mangiare in ristoranti etnici, suonano musica latina, araba, balcanica e non hanno problemi ad amare persone che hanno il colore della pelle diverso dal nostro! Auguri a tutte e a tutti, qualunque colore voi abbiate!». Queste le parole dell’assessore alle politiche culturali del Comune di Terlizzi Mimmo Paparella in occasione della presentazione del programma natalizio che ravviverà la nostra città nei giorni di festa. Quello che segue è l’elenco di

alcune tra le iniziative promosse e organizzate dall’Amministrazione Comunale. L’elenco completo sarà consultabile su manifesti e pieghevoli che verranno distribuiti in città. 8-12 dicembre: Tutela l’arte, produzione Officina Visiva di Factory presso Chiostro delle Clarisse 8-13 dicembre: Magie del Natale, mercatini spettacoli suggestioni 11-27 dicembre: Festival della Musica Totale (II edizione) 15 dicembre: San Nicola. Agiografia immaginaria. 10 racconti di scrittori migranti 18-19-27 dicembre: Domus Templaris presso la Biblioteca Comunale, Santa Maria la Nova, Borgo antico di Sovereto 19 dicembre: Suoni nella Creta, concerti di musica antica alla fornace (antica fornace Saldarelli) 19 dicembre: Dada Sofà Viaggi (libri di viaggi dai lettori che vivono e studiano fuorisede) 20 dicembre: Dada Sofà Raccontami una storia ( libri per

bambini che i grandi leggono ai piccoli) 22 dicembre: Coro scuola Pappagallo-Concerto di Natale presso la chiesa di Santa Maria la Nova 22 dicembre-6 gennaio: Arte a Natale: Dell’astronomia, dalle stelle alle stelle presso Torre e Chiostro delle Clarisse 26 dicembre: Babbo Natale in moto II edizione 28 dicembre: Memo-Nastri di Memoria, film di Francesco Lodali 28 dicembre: Complesso bandistico “V.G. Millico”-Concerto di Natale 29 dicembre: Baldovino. Un piccolo Rom a scuola 2 gennaio: Complesso Bandistico “Gisonda”, diretto dal Mº Pasquale Gisonda-Concerto di Natale presso Centro Parrocchiale “Sacro cuore” 10 gennaio: Complesso Bandistico “V.G. Millico”, diretto dal Mº Campanale – Concerto di Natale presso Centro Parrocchiale “Sacro Cuore”.

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Tre le mostre d’arte in programma nel mese di Dicembre a Terlizzi, firmate RA Comunicazione Totale. La prima è: “L’Extra-Murale di Carlo Simone”, realizzata con la collaborazione del Comune di Terlizzi (in particolare con l’Assessorato alle Politiche Culturali), RA Comunicazione Totale, Horus Multimedia e Ad Meridiem. Trattasi di una mostra di arte contemporanea che si terrà presso lo spazio RA in Via Pasquale Fiore 35. L’inaugurazione sarà giorno 21 Dicembre alle ore 20.00. La mostra rimarrà aperta dal 21 Dicembre 2009 al 31 Gennaio 2010. Il “muro” di cui si parla nel titolo vuole essere “…l’archetipo della costruzione dell’uomo sul quale ha svelato, lungo la sua storia, tutta la potenza creativa espressa in grafiche-cromatismi-incisioni-stucchi-plasticheperforazioni-ornamenti-applicazioni-proiezioni.” Questo è il muro che la mostra propone di offrire ed offrirà: “il muro della bellezza” (per contatti 3387674491). La seconda rassegna di Dicembre è: “Della Astrologia, dalle Stelle alle Stelle” ultima tappa del progetto ’09 “Federico, i Cavalieri, i legaMenti inCrociati.” La mostra si aprirà il 22 Dicembre alle ore 17.47 nel Chiostro e Torre delle Clarisse (con appendice a Palazzo San Giorgio e Pinacoteca De Napoli) durante il

L’Associazione Fans Club Terlizzi dal 29 novembre al 12 dicembre, presso la sede di via Aminale ha reso operante un centro di raccolta di generi alimentari a lunga conservazione. Quanto raccolto è stato donato ad alcune famiglie bisognose della comunità terlizzese nell'ambito dell'iniziativa denominata "il Natale della solidarietà". Tale associazione ha lo scopo di unire la passione sportiva con la solidarietà

/Adriana Gesmundo “Saturnale 2009”. Resterà aperta fino al 6 Gennaio 2010. La rassegna è realizzata con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura della città di Terlizzi e della Regione Puglia, dell’Istituto Statale d’Arte di Corato, dell’Associazione Ricerca&Qualità di Bari Palese, dell’ Associazione Agri Turistica, Piante Vivai Tempesta, Studio Horus Multimedia e RA Comunicazione Totale di Terlizzi. Ci saranno opere astrali di artisti tra i quali Teo De Palma, Silvana De Palma, Enzo Sforza, Paolo De Santoli, Paolo De Sario, Antonio Laurelli, Emanuele Pastoressa, Angela Rapio e ancora: opere degli allievi dell’Istituto d’Arte, gioielli ispirati a pianeti e segni zodiacali, pannelli decorativi e tanto altro. Il direttore Ciccio delle Fontane e lo chef Paolo Giangregorio del ristorante “Il Vicolo” ospiteranno il progetto d’Arte ArteRAra presso il ristorante in Vico Via Garibaldi 8 da giorno 13 Dicembre 2009 al 14 Febbraio 2010. Titolo della mostra è: “Facebook Emergenti- Evanescenti, nude-truccate-mimetizzate”. Trattasi di un’installazione con 96 acquerelli dell’artista Paolo De Santoli. Facebook significa libro delle facce e la faccia è “…la lavagna sulla quale incessantemente è riprodotto l’infinitesimo tassello della infinita storia umana.”

/Antonio Gattulli

da manifestarsi anche nei confronti di coloro che vivono situazioni sociali ed economiche difficili. La consegna alle famiglie dei generi alimentari raccolti è avvenuta nella mattinata del 13 dicembre nei pressi della sede sociale, mediante una manifestazione alla quale hanno preso parte personalità del mondo dello sport e della società civile.

La lenticchia, dal latino “lenticula”, è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle leguminose, originaria dei Paesi mediterranei, dove è stata coltivata fin dalla più remota antichità per i suoi semi commestibili. Nell’uso comune indica un alimento diffuso ed apprezzato nella cultura contadina; in senso figurato, invece, un piatto di lenticchie è sinonimo del “nulla”, ad esempio un compenso assolutamente inadeguato, insomma uno scambio a perdere. Il riferimento è alla vicenda biblica di Esaù e Giacobbe, cioè ad

un baratto tragicamente svantaggioso, quello appunto di Esaù che, affamato, “cedette” la primogenitura al fratello Giacobbe proprio per un piatto di lenticchie. Se la Bibbia racconta questo scambio sconveniente, ci dice anche quanto sia antico l’alimento in questione. Fuor di metafora, oggi il piatto di lenticchie è tipico soprattutto delle feste natalizie per una sorta di rito propiziatorio che, nella percezione collettiva, è garanzia e speranza di un futuro di prosperità.

NUMERI UTILI Carabinieri : 112-3510152 Polizia Municipale: 3516014 Comune: 3517099 Enel: 5414009 Acquedotto: 3516973 Guasti Gas Metano: 3518574 Stazione Ferroviaria Bari-Nord: 3512424

/Nino Giangregorio medico e psicologo Tuttavia, tra leggenda e realtà c’è sempre un sottile filo di continuità e di coerenza che, nel caso delle lenticchie, è spiegato dai nutrizionisti col fatto che le lenticchie possono essere paragonate a piccole monete, non d’oro, bensì di ferro perché ne contengono in grande quantità per cui, anche se non riescono a portarci la ricchezza, sono senz’altro dispensatrici di una salute di…ferro (sic!). Non solo. Per fare chiarezza, mangiare regolarmente i legumi in genere, e quindi anche le lenticchie, può aiutare a ridurre il rischio di ammalarsi di tumore: lo rileva una ricerca condotta dagli studiosi della Colorado State University di Fort Collins negli Stati Uniti. Un motivo in più, quindi – è bene sottolinearlo – per essere motivati ad apprezzare e consumare, senza ostentazione, questo prezioso alimento “for good”, come dicono gli anglosassoni, vale a dire sempre, anche al di fuori del contesto natalizio, una risorsa per vivere meglio, un patrimonio da tutelare nell’alimentazione di tutti i giorni proprio per il suo apporto rassicurante e protettivo: insomma un vero e proprio “progetto salute”, un’accoppiata di felicità e di benessere che è la vera, autentica ricchezza.

SANITÀ Pronto Soccorso: 3516024 Guardia Medica: 3510042 Pubblica Assistenza: 3513838 Protezione Civile: 3513838 VIGILANZA NOTTURNO Centralino: 3517139 Pronto Intervento: 340.9778861 Vigilanza Campestre: 3516197


solidarietà/sport

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Anche la comunità terlizzese viaggia verso la multiculturalità ma, a ben guardare, Terlizzi ha spesso subito i flussi migratori di gente proveniente da nazioni più povere e l’insediamento nella nostra comunità di chi cerca una vita migliore lontano da casa. Una dimostrazione dell’impegno attivo e propositivo della nostra comunità ad accogliere persone nate in una parte del mondo meno fortunata, si può trovare nella meritevole e pluriennale attività dell’associazione “Accoglienza senza confini Terlizzi”. L’associazione opera dal 6 dicembre 2006, è nata dall’idea del fondatore e presidente Paolo Leovino ed ha ricevuto nel 2008 il riconoscimento di ONLUS. Come Leovino stesso ci spiega, “l’associazione si occupa di progetti di accoglienza di minori bielorussi. I ragazzi sono ospitati in famiglie per lo più terlizzesi, ma siamo riusciti a coinvolgere anche famiglie di Ta-

sca ancora: speriamo che ci siano sempre più famiglie che vogliano accogliere ragazzi bielorussi. Abbiamo già cominciato a prendere adesioni per il prossimo progetto. Informazioni e contatti sono sempre disponibili sul nostro sito www.accoglienzaterlizzi.it che manteniamo costantemente aggiornato.”. Le parole del sig. Leovino ci si ricordano presto come il gesto dell’accoglienza, centrale nelle culture di tutti i tempi, mostri tutte le buone virtù dell’uomo, a maggior ragione in un mondo in cui i problemi sono globali ma le responsabilità spesso concentrate nel mondo occidentale. In questo caso, il gesto dell’accoglienza offre esperienze e opportunità a chi, innocentemente, è nato in un luogo meno fortunato del nostro. Per questo rivolgiamo la nostra ammirazione all’associazione Accoglienza senza confini Terlizzi e a tutte le famiglie che hanno partecipato ai progetti, e auguriamo un anno ancor più intenso di opere di importanza sociale ed umanitaria. N.d.R Quest’anno da segnalare una ulteriore iniaziativa lodevole. Lo scrittore terlizzese Paolo Vallarelli ha scritto un romanzo, il cui ricavato andrà interamente all’associaszione. Sul prossimo numero la nostra recensione.

Orange irriconoscibili: solo una vittoria in quattro gare

Una vittoria in quattro gare. Questo il bilancio della Barile Flowers Terlizzi che nelle ultime uscite del campionato di basket di serie D ha vinto solo contro il Diamond San Severo. Nelle altre gare i ragazzi di De Nicolo hanno rimediato sconfitte pesanti e umilianti come contro la cenerentola Cestistica Bari. Da un lato la scarsa personalità dei ragazzi nell’affrontare le gare dall’altro l’assenza di Rinaldi, vero leader della squadra, alla base del momentaccio della Barile Flowers Terlizzi che però ha tutte le carte in regola per mettersi in corsa per un posto nei playoff. “Mi auguro che i ragazzi – afferma coach De Nicolo – abbiano un approccio alle prossime gare con maggiore concentrazione rispetto a quello che hanno fatto nelle ultime

uscite. La squadra non ha carattere e con questo handicap dobbiamo fare i conti per tutta la stagione. Se partiamo male non abbiamo la forza di reagire e cercare di rientrare in partita. Noi dobbiamo riflettere sui limiti tecnici e i ragazzi devono dimostrare di voler maturare e crescere. Non nascondo che i prossimi impegni mettono i brividi ma spero che la squadra dia il massimo e dimostri di avere carattere. Bisogna invertire la rotta quanto prima per evitare di finire fuori dai giochi promozione”. Contro Santeramo quella che doveva essere la gara della verità per la Barile Flowers Service Terlizzi diventa quella delle mortificazioni. I ragazzi di De Nicolo giocano senza idee e soprattutto senza un pizzico di carattere. Ne viene fuori una sconfitta (39 punti di scarto nei

/Paolo Alessandro Grieco

ranto e Martinafranca. Presentiamo due progetti l’anno al ministero delle politiche sociali: i ragazzi arrivano in Italia con un permesso di soggiorno che permette loro di rimanere ospiti per 90 giorni, 60 giorni in estate e 30 in inverno. La nostra accoglienza riguarda minori che subiscono ancora le conseguenze del disastro di Chernobyl: i ragazzi che accogliamo sono tutti inseriti in un programma di risanamento terapeutico. Ci occupiamo di due realtà in particolare. Da un lato operiamo in Bielorussia con degli istituti che ospitano ragazzi portatori di handicap che hanno difficoltà ad essere ospitati in Italia, ai quali inviamo aiuti umanitari o materiale scolastico: abbiamo inviato con un progetto «scuola per un anno» materiale didattico sufficiente per una classe di 30 bambini ospiti della casa di accoglienza di Minsk; inoltre cerchiamo di integrare i minori ospitati qui a Terlizzi dalla casa famiglia Zorba nelle nostre attività ludiche e culturali che si svolgono per tutto l’anno. Preciso che la nostra associazione non fa adozioni ma accoglienza. Abbiamo accolto fino ad ora 70-80 minori, realizzato dei progetti in Bielorussia pari a 12mila €. Quest’inverno i ragazzi arriveranno il 21 dicembre e resteranno fino al 17 gennaio. Con loro organizzeremo concerti, attività natalizie, ecc. Lavoriamo per i nostri ragazzi e perché la nostra associazione cre-

campionati seniores la Nike Terlizzi non li aveva mai incassati) senza attenuanti per le dimensioni. E’ proprio vero che nello sport la classifica non conta. Così la Barile Flowers Terlizzi rimedia un’altra figuraccia. Questa volta ancor più pesante perché ottenuta contro la Cestistica Bari che così cancella lo zero dalla casella delle vittorie al termine di una gara giocata alla perfezione a dispetto della classifica. Ci voleva una vittoria e vittoria è stata. Dopo la doppia scoppola a Santeramo e in casa con la Cestistica Bari, la squadra aveva necessità di riprendere fiducia e lo ha fatto con un convincente successo sul parquet del Diamond San Severo. Equilibrio sino al riposo lungo. Gli orange rompono gli indugi nella terza frazione. Allungano mettendo le mani su un succes-

Un farmaco speciale per donare il sorriso /Brigida Saltarelli “Un farmaco”. E’ così che la dottoressa Olivieri, del centro trasfusionale dell’ospedale di Terlizzi ha definito quello che comunemente è chiamato sangue, lo scorso cinque dicembre, durante l’ormai consolidato appuntamento in cui la Fidas Sezione Immacolata di Terlizzi rende omaggio ai sui nuovi e fedelissimi associati attraverso la consegna di medaglie e targhe. Il farmaco cura, il farmaco serve, il farmaco salva vite umane. E questo tipo di farmaco potrebbe salvare anche la nostra un domani. C’è qualcosa che però lo rende speciale e diverso dagli altri farmaci. E’ gratuito e si può donare. “E’ necessario – ha continuato la Olivieri – e noi in ospedale ci segue a pag. 8

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/Antonio Gattulli so difeso a denti stretti nell’ultimo quarto in cui rispondono colpo su colpo ai tentativi dei foggiani di riaprire la gara. Contro l’Apricena, la Barile Flowers Terlizzi decide di trascorrere la prima frazione nello spogliatoio. I ragazzi di De Nicolo sono costretti sempre a inseguire e così la gara si fa in salita. Alla fine il primo punto gli orange del presidente Altieri lo mettono a segno dopo nove minuti. Il distacco diventa incolmabile e arriva un’altra sconfitta. Prima della pausa natalizia la Barile Flowers Terlizzi affronterà sabato 12 dicembre (ore 18) la gara davanti al proprio pubblico contro l’Olimpia Altamura. Poi sarà la volta della trasfera contro il Planet Basket Bisceglie (20 dicembre ore 20.30). Alla ripresa (9 gennaio ore 18) il derby interno contro la Virtus Ruvo che farà calare il sipario sul girone di andata.

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sociale /Giovanna Ruggieri

Il Presidente della FIDAS V. De Chirico consegna una targa all’Agenzia Fiore Viaggi

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sforziamo di seguirvi passo dopo passo, mano nella mano, perché è la fiducia che si instaura tra noi medici e voi donatori che ci permette di raccoglierlo”. In una sala gremita di gente il presidente della Fidas Sezione Immacolata di Terlizzi ha ringraziato tutti coloro i quali hanno fatto un piccolo gesto per una grande causa. Tutti coloro che hanno donato il loro sangue per regalare un sorriso a chi è stato più sfortunato di noi. Ha consegnato delle medaglie, simbolo di riconoscimento per dire grazie, a tutti gli associati. Giovani, tanti giovani, è questo che ha colpito di più. Significa che l’informazione sta funzionando, significa che la campagna di sensibilizzazione che da sempre l’associazione porta avanti sta raggiungendo davvero tutti. “I fiori all’occhiello della società civile”. Così ha definito tutti i volontari dell’associazione l’assessore comunale ai Servizi Sociali, presente durante la cerimonia, Santina Mastropasqua. “Il vostro dono – ha detto – forse non viene neanche pensato se non fino a quando non ce n’è bisogno. Riceverlo è un’emozione fortissima, che non ha prezzo”. Ma quest’anno la Fidas sezione Immacolata è andata oltre. Non si è limitata ai cartelloni e manifesti per arrivare alla gente e spingerla a donare, per

informare e formare chi non lo è ancora. Ma ha pensato di coinvolgere commercianti e imprenditori nella mission. Ed è proprio a loro che sono state donate le targhe di riconoscimento. Agenzia Viaggi Fiore, Supermercato Piccolomini, Elettrodomestici di Giuseppe Pellegrini, Associazione d’altri tempi, Farmacia Leone, Panificio Di Molfetta, Fratelli Orchidea del Sud, Panificio Bontà Nostrane, Bar Royal e rivendita di tabacchi di Giuditta De Chirico. Sono queste le attività che hanno aderito all’iniziativa ed hanno contribuito a diffondere la cultura della donazione attraverso un’informazione insolita: scrivendolo sulle buste della spesa, sulle penne, sui berrettini che hanno indossato, su magliette. “Quest’amicizia tra mondo del commercio, che pensiamo debba essere solo proiettato al profitto, e un’associazione di volontariato che salva la vita – ha aggiunto la Mastropasqua – è il futuro della società post-moderna. Questo è un momento in cui tutta l’umanità si sta chiedendo da che parte andare. Quest’alleanza rappresenta l’umanità che va verso il rispetto della dignità umana. Voi – ha concluso l’assessore – avete colto il bello che c’è nel farsi pubblicità alternativa. Il sangue è la fonte della vita. Donarlo è un gesto di solidarietà e amore”.

Se sfogliassimo il dizionario della lingua italiana e ci soffermassimo per qualche secondo sulla definizione del termine “migrazione”, di sicuro troveremmo una simile dicitura: “trasferimento permanente o temporaneo di gruppi di persone in un paese diverso da quello di origine”. Ma è possibile limitare un fenomeno di così ampia portata a due semplici righe? In realtà, fiumi d’inchiostro sono stati versati in merito a tale tema, di cui tanto se ne parla negli ultimi tempi, quasi fosse una novità, nel migliore dei casi, un’ostilità a cui far fronte, nel peggiore. È bene, forse, che chi si occupa della suddetta questione, faccia “migrare” il suo sguardo sulle pagine dei libri di Storia, prima di muovere in maniera del tutto affrettata e fallace, le pedine di questa grande scacchiera. Basterebbe, infatti, semplicemente consultare i manuali didattici, per accorgersi di come in realtà, la specie umana, nella sua lunga storia, iniziata alcuni milioni di anni fa con le forme primitive di Homo habilis e Homo erectus, ha sempre manifestato una

forte propensione alla migrazione. Ricordiamo, solo per citare i casi di maggiore rilievo, la grande corrente migratoria, che, a partire dal XVII secolo, ha portato, con la forza, sette milioni di neri dall’Africa in America. Quel traffico schiavista su navi che salpavano dalle coste del golfo di Guinea per dirigersi verso le regioni meridionali degli Stati Uniti, è stato forse il più grande fenomeno di migrazione illegale che la storia ricordi. Invece un esempio di flusso migratorio all’interno di un medesimo universo culturale, senza andar poi così lontano, si è verificato nel periodo compreso fra la metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, quando 50 milioni di europei si trasferirono nel Nord America. E che dire dell’”Addio ai Monti”, celebre passo della Letteratura Manzoniana, tratto da “I Promessi Sposi”?! Nelle fonti bibliche, persino, affiora il racconto di Abramo (in ebraico:“Padre di molti/dei popoli”), cui Dio un giorno ordinò di lasciare la sua terra e di dirigersi, con la carovana delle sue greggi e i suoi servi, nel paese che Lui gli avrebbe indicato…..


Intervista a Giuseppe Memola

Siamo ormai alle soglie del 2010… come viene gestito oggi lo “scomodo”fenomeno migratorio? Chi si occupa nel nostro paese di offrire accoglienza agli emigrati: figli di nessuno, costretti ad abbandonare le loro terre e famiglie, in cerca di condizioni di vita più favorevoli? Abbiamo intervistato Giuseppe Memola, Consigliere d’Amministrazione della Cooperativa Sociale C.L.A.D., appena venticinquenne ma già dotato di spiccato senso dell’essere, saper essere e saper fare. Quale specifica mansione svolgi all’interno dell’Associazione? Presto servizio presso il C.L.A.D. a partire dal 2003, occupandomi, oggi, di tutto ciò che attiene l’amministrazione dell’Ente: dal lavoro di rappresentanza a quello di segreteria fino alle progettazioni. Inoltre sono Mediatore Sociale, e in quanto tale, lavoro, ahimè per un breve periodo di tempo, anche presso i presidi ospedalieri di Terlizzi e Molfetta, con l’Associazione Rete 32: ovvero sono impiegato nell’accompagnamento dei cittadini stranieri all’accesso alle pratiche sanitarie di cui necessitano. Che cos’è il CLAD?Dov’è ubicato? L’acronimo del C.L.A.D. è: Centro Lotta Al Disagio. Esso nasce come Associazione, sotto la presidenza del dott. Guastamacchia Pietro nel lontano 1988, solo successivamente è stata operata la sua conversione in cooperativa…trasformazione della quale io e l’attuale consiglio di amministrazione, ci siamo resi autori e protagonisti. Tra quelle già citate, svolgo anche la mansione di operatore sociale, presso il centro d’accoglienza “Fuori Orario, nato nel 2003, con fondi nazionali rinvenienti della Legge 309 del ’90, quando era in corso l’amministrazione del ex sindaco Amendolagine. Io ho cominciato a prestare servizio già da quell’anno, all’età di appena diciannove anni, esperienza molto formativa, dal momento che non era semplice trascorrere le notti con i tossicodipendenti…ma so-

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/Giovanna Ruggieri prattutto reclutare personale disposto ad una tale esperienza. Com’è organizzata la sede operativa e di progetto? Ubicata in Corso Dante 69, essa è comprensiva del centro d’accoglienza “a bassa soglia” notturno, che conta quattro posti letto rivolti a persone affette da dipendenza patologica da alcool o droghe, e due posti riservati ai cittadini stranieri. A seconda dei casi e delle varie situazioni sociali, taluni presentano richiesta d’”accoglienza leggera” (15 giorni in media, il tempo necessario per trovare una sistemazione migliore)o sono solo di passaggio, tal’altri, invece, che intendano sostare per maggiore tempo, sono presi in carico da noi, operatori e dall’operatore di rete nonché coordinatore. La sera, infatti, ci occupiamo di “monitorare” il loro stato psicofisico e socializzare con loro. Mentre la mattina, Nico Zagami, operatore di rete e coordinatore del centro, tiene i colloqui con “i soggetti in cura”, e lavorando in collaborazione con strutture pubbliche e private (SERT- CSMAssistenza Sociale dei rispettivi comuni, Consultori, Casa Betania, Caritas, Gifra, Comunità CASA, UEPE. Per i pasti, siamo in rete con Casa Betania, che si adopera con il suo lodevole servizio mensa. Quali altri servizi gestite? Gestiamo un ulteriore servizio, “Fuori Orario – Immigrati”, sportello di orientamento e consulenza legale agli stranieri ubicato nello stesso centro di accoglienza, in corso Dante 69 a Terlizzi. Tra le altre attività che svolgiamo vi è il progetto “La Città laboratorio dei Giovani”: percorsi di prevenzione primaria delle dipendenze patologiche e dei comportamenti a rischio, rivolti ad adolescenti e giovani del territorio, attraverso la promozione di opportunità informative, di orientamento, di animazione, laboratoriali, di aggregazione e segue a pag. 10

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di protagonismo sociale e culturale. Altri progetti?Altre realtà? Certo…l’Associazione Osapace, nata nel Comune di Molfetta e poi trasferitasi a Terlizzi, di cui sono presidente, è il canale volto all’avvicinamento di gente dotata di volontà e professionalità… E’ stato tenuto un corso di formazione e aggiornamento sui diritti degli stranieri, nei presidi di Terlizzi e Molfetta, dall’avv. Zitani Andrea e da altri esperti quali il dott. Giuseppe Bariletto e la dott.sa Zippo Debora. Da dove nasce la tua propensione al sociale? Filantropia, o semplice vocazione e sensibilità personale, probabilmente innata o ricevuta in famiglia…forse…non mi ci sono mai interrogato a riguardo, ma son certo che questa esperienza mi ha cambiato…lo ammetto!!! Sono completamente diverso rispetto a qualche anno fa, e questo mio percorso lo consiglierei a molti, perché sensibilizza, responsabilizza e inevitabilmente porta ad avere una diversa visione della vita… Chi si rivolge a voi ha una buona conoscenza dell’italiano? Dipende dalle loro aree di provenienza: il grado di istruzione di chi proviene dall’est- Europa e dal Vicino o Medio Oriente (IraqIran- ect) è abbastanza elevato…si parte da un minimo diploma di scuola secondaria superiore, fino al diploma di laurea, alcuni erano veri e propri

professionisti prima di dover fuggire per l’uno o l’altro conflitto…ad ogni modo conoscono l’inglese. Chi, invece proviene dalle Aree Africane, parla solitamente francese, o inglese, qualche parola di italiano… Da chi vengono gestiti gli invii di questa gente? Gli invii sono gestiti dai servizi con cui siamo in rete, quindi SERT, CSM, i Servizi Sociali di Terlizzi – Ruvo- Corato, Casa Betania, la Caritas, il Centro diurno Girasoli di Corato, l’UEPE, ed altri…non sono esclusi casi in cui la gente si “auto-invia”…ma le liste d’attesa sono lunghe: per accedere bisogna avere anche dei requisiti (almeno un documento di riconoscimento e nel caso degli immigrati, oggi siamo costretti ad accogliere solo quelli regolari, o per lo meno, in via di regolarizzazione). In che maniera interagite con l’Amministrazione Comunale? Siamo in stretto contatto con i Servizi Sociali e i rispettivi assessorati dei comuni dell’Ambito Territoriale. Impossibile sarebbe lavorare senza il loro supporto anche tecnico e professionale. Sono essi stessi a segnalarci la gran parte degli utenti! E’ naturale che, per l’ubicazione dei nostri servizi e per il territorio nel quale il C.L.A.D. ha scelto di lavorare, è soprattutto con i Servizi Sociali del comune di Terlizzi che c’è una forte sinergia, l’attuale assessore Mastropasqua è persona molto disponibile, sensibile e attenta.


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/Giovanna Ruggieri

Continuiamo il nostro viaggio all’interno del mondo dell’immigrazione, lo facciamo sempre all’interno del CLAD. A seguire l’intervista a Mohamed Shera, anch’egli Consigliere d’Amministrazione ed al contempo ottimo esempio vivente di integrazione. Presentati… Sono Mohamed Shera, anche io Consigliere d’Amministrazione del C.L.A.D. Provengo dall’Iraq, e precisamente da Cadesia. Laureato in legge dal ’99, sono giunto in Italia nel 2002, presentando richiesta di asilo politico, dal momento che la guerra era alle porte, e la mia presenza, nelle vesti di sostenitore del partito laico era alquanto sconveniente e soprattutto poco conforme agli ideali del regime di Saddam Hussein. Motivo, questo, per cui mio padre stesso è stato condannato a morte e la mia famiglia di nascita, già prima di me, ha deciso di lasciare l’Iraq e migrare in Australia. Tu perché non hai seguito loro? Io decisi di rimanere nel mio paese con mio zio, perché molto legato alle mie radici, alla mia patria e alla mia terra. Ho sempre cercato di battermi per la mia libertà…proprio come mio padre, anch’egli idealista. Quando sono arrivato in Italia, ero solo. Successivamente, sono state avviate le pratiche per il ricongiungimento familiare, e dunque per far venire qui anche mia moglie che è siriana. Quale accoglienza hai ricevuto? Parlami della tua esperienza… Ho viaggiato in condizioni altamente precarie e disumane, ma soprattutto scarsamente igieniche: per sette giorni di seguito, è questa la durata media del viag-

gio, non ho ricevuto alimenti, ho assunto solo acqua. Ho dormito per terra, in zone umide e in prossimità dei servizi igienici. La mia, era un’imbarcazione mercantile con a bordo 1350 persone, il cui 50% costituito da sole donne e bambini provenienti dal Medio Oriente: Siriani, Iracheni, Libanesi, Giordani. Avevo, fortunatamente, documenti con me, che hanno agevolato le pratiche per il riconoscimento e l’accettazione della mia richiesta come rifugiato politico, una settimana circa dal mio sbarco. Ho svolto un colloquio di quasi dieci ore con il personale addetto alla ricezione e selezione degli emigrati…colloquio in cui sono stato trattato in maniera discriminatoria, per il solo motivo di esser stato in quel momento un “extra-comunitario” e come tale, etichettato. Come mai l’Italia come meta? In realtà inizialmente la destinazione non era l’Italia, ma la Francia, dal momento che si trattava di “tratte predefinite”. Durante il viaggio per notti e giorni, la nostra imbarcazione è stata segnalata da appositi aggeggi aerei americani, che son riusciti a “captare carne umana” a bordo dell’imbarcazione su cui ero passeggero. I soldati americani, però ci hanno lasciato proseguire il viaggio, ed ecco di lì a poco, che siamo stati nuovamente fermati dalla finanza francese, che ci ha ordinato d’invertire rotta verso l’Italia…. Quali sono i pensieri di un uomo che sa di star abbandonando la propria terra? Smarrimento totale…non riuscivo a capacitarmi di quello che stessi per compiere, e m’interrogavo: “Ma sono impazzito?...no, devo essermi ammattito per star

lasciando la mia terra, mia moglie, la mia famiglia…a cosa vado incontro?... dove sto andando?... osa sto facendo. In quel momento non sapevo dove stessi andando…non avevo con me una bussola che m’indicasse dove fosse la mia libertà, ma dovevo cercarla… sentivo che da qualche parte doveva pur esserci e che l’avrei trovata! Ero psicologicamente abbattuto, e la visione circostante di donne e bambini attorno a me, il viaggio in quelle condizioni disumane, alimentavano in me la consapevolezza di non star facendo la giusta scelta. Tale condizione psicologica, aggravata dalla mancanza di viveri, si manifestava in forte malessere fisico e aveva ripercosse psicosomatiche… ammetto che ho pensato anche al suicidio, come possibile soluzione. In che modo la tua esperienza può giovare agli altri? L’aspetto psicologico…penso di poter comprendere gli stati d’animo di chi è chiamato “extra-comunitario”, le sue difficoltà, le sue esperienze, la differenza di cultura e i pregiudizi della gente da superare. Credo che si debba soprattutto rieducare le istituzioni poste agli sportelli e dunque incaricate di accogliere gli emigrati al momento del loro sbarco. Il mio sogno era lavorare nel sociale, anche quando ero nel mio paese…questo mestiere per me è una vittoria, un premio! Senza indugi, l’ho accettato non appena mi è stato proposto!Io peraltro sono stato dapprima ospite di “Fuori Orario”, alla prima mia accoglienza c’era Giuseppe Memola quella notte. Esattamente due anni dopo ero alla mia prima notte con lui, ma da operatore! Come ti sembra che il Governo Italiano stia gestendo le politiche per l’immigrazione? Penso che qui vigano soprattutto due scuole di pensiero: o “moralità fallita”, o”razzismo”, e quest’ultima è la più grossa “arma del delitto” del paese. Altrove, in Europa, c’è un dialogo più aperto ed una maggiore sensibilità ai problemi della migrazione: c’è un problema? Che lo si affronti!! Che vengano stilati programmi d’integrazione razziale precisi!

Tutto questo in Italia non l’ho riscontrato! Non ho ben capito, in realtà, neppure se siano favorevoli o meno all’integrazione degli emigrati! Credi sia giusto limitare lo sbarco degli stranieri? Se chi è al potere pensa che sia giusto questo…vuol dire che non ha mai sfogliato le pagine dei libri di Storia. Le migrazioni di massa sono sempre esistite: e questo “male” non sarà mai “debellato”. L’accoglienza non basta, c’è bisogno di un efficiente piano d’integrazione, altrimenti i miei figli, le mie future generazioni continueranno ad avere un piede in Italia ed un altro in Iraq! Emigrare non è semplice “passaggio da una terra ad un’altra”…ma è prefiggersi un obiettivo e raggiungerlo! Come rispondi all’affermazione “gli emigrati vengono in Italia e rubano il lavoro agli italiani!”? Risponderei, a chi avanza tale affermazione, con una domanda: “perché gli emigrati “fregano” il lavoro agli italiani?”. Il cuore dello stupido è nella sua bocca, ma la bocca del saggio è nel suo cuore…quindi qui ci sono due tipi di risposta: l’intelligente ne merita una, lo stolto no. E io all’intelligente, davvero interessato a ricevere risposta, dico: “gli emigrati non sottraggono lavoro a nessuno, tutto dipende dalla tua sincera volontà di lavorare! Il lavoro lo si trova, se lo si cerca! Abbiamo voluto sollecitare qualche riflessione sull’immigrazione, di cui tanto si parla e si discute, troppo spesso senza averne conoscenza. Ci piace concludere con questa “provocazione”. …E se invece si cogliesse tale fenomeno come una favolosa “contaminatio” di popoli, come una Grande Babele: miscellanea di lingue, “migma”(dal greco: “mignumi”= mescolanza) di culture e crogiolo di razze?! Sarebbe un dono, questo, più che un “nemico a cui far fronte”. Il problema, però, è che quando un bello specchio capita nelle mani di una brutta padrona, un buon inchiostro nelle mani di una persona ignorante, una buona spada tra le mani di un generale imbelle…non vi è rimedio alcuno. Pertanto, finchè continueremo a voler guardare le cose direttamente con gli occhi, anziché cercare di coglierle con ciascuno dei sensi, quello dell’immigrazione resterà sempre un “grosso problema”.

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Don Nicola Girasoli e Suor Maria Mazzone in Africa

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Vi presentiamo l’intervista fatta a suor Maria Mazzone, missionaria in Africa per l’Ordine delle Suore di Maria Ausiliatrice e a Don Nicola Girasoli, Nunzio Apostolico dello Stato Pontificio in Zambia e Malati, per offrirvi uno spaccato della realtà africana, fatta di popolazioni aggrappate come ostriche allo scoglio delle loro tradizioni dal sapore magico e genuino. Queste due figure, originarie di Ruvo di Puglia, si sono distinte e continuano tutt’ora, nell’edificazione del ponte che unisce l’Italia allo Zambia, al Malawi e tutta l’Africa in generale. Da quanti anni opera in Zambia? [D.N.] Da 3 anni e mezzo [S.M.] Da 21anni Quali fini si pone? [D.N.] Servire il popolo zambiano condividendo un tratto della storia del popolo seguendo numerosi progetti socio - umanitari per far progredire la democrazia. [S.M.] Diffondere bene, amore, uguaglianza, rispetto e soprattutto la promozione della donna. Cosa la colpisce maggiormente dell’Africa? [D.N.] Le grandi difficoltà per la risoluzione di problemi, al fine di proporre il modello di sviluppo europeo ma anche la loro voglia di guardare avanti, migliorarsi e quindi sacrificarsi. [S.M.] La gioia di vivere nonostante le sofferenze; il sorriso, la pazienza, la sopportazione, l’abbandonamento in Dio che mi

fanno capire qual è l’essenza della vita. Tutto ciò mi mette in conflitto con me stessa perché mi porta all’essenziale contro le ideologie moderne di consumismo. Alla luce dell’attuale situazione in Zambia, qual è il rapporto Occidente – Africa: integrazione o assimilazione culturale? [D.N.] Il problema dell’integrazione è molto delicato. L’Oriente (Asia) ora è più presente dell’Occidente in Africa. In Zambia c’è voglia di progressione - rigettando i modelli europei - sinonimo di una crescente consapevolezza della propria identità come accade nell’Africa Subsariana, l’Africa verde - Kenya, Tanzania, Mozambico, Angola e Namibia. Il problema è nelle multinazionali che approdando in Africa non creano occupazione per gli africani ma danno lavoro ai propri conterranei. [S.M.] Molti sono gli aiuti umanitari che giungono in Africa, molti i volontari desiderosi di operare a vantaggio di queste popolazione, anche se purtroppo c’è comunque una parte del mondo industrializzato che tende solo ed esclusivamente a sfruttare il suolo e la manodopera africana. Le ultime tecnologie stanno convertendo in parte l’africano al tecnologico ma per fortuna rimangono fortemente legati alla loro cultura dal sapore antico… Tale rapporto di collaborazione è quindi in miglioramento? [D.N.] A livello internazionale

non avverto una crescente sensibilizzazione di quella che è già in atto da qualche anno che comunque resta diffusa in tutta l’U.E.. Per quanto riguarda il mio paese natio noto un elevatissima sensibilizzazione, il nostro operato in Zambia sta entrando nella vita dei nostri conterranei che apprezzano e sostengono con affettuoso vigore. [S.M.] L’Italia va aprendosi anche se qualcuno è ancora contrario o diffidente nei confronti dell’africano. Per quanto concerne paesi come Ruvo , Terlizzi, Bisceglie e dintorni noto una grande e partecipata attenzione verso la realtà africana, verso due figure rappresentanti l’Africa in Italia quali Don Nicola Girasoli e la sottoscritta. Perché crede che vivere l’Africa sia una preziosa occasione, anche se per breve durata? [D.N.] Visitare è sinonimo di arricchimento. Quando si torna a casa dall’Africa, si torna carichi e migliori perché l’Africa ha tanto da insegnare: si impara a fare a meno delle cose superflue. Viaggiare, non da turisti ma da conoscitori, credo sia molto importante per conoscere altri popoli e culture. [S.M.] … quando torni nello stesso posto di prima noti che non è più lo stesso. Sei tu in realtà ad essere cambiato; vedi le cose da punti di vista diversi rispetto a prima. L’Africa ti dona questa magica sensazione…ma in fondo è preziosa qualsiasi esperienza che ci metta a contatto con una diversa popolazio-

/Marino Ceci ne e quindi ci si mette in discussione, si valuta la propria vita, la si apprezza per quello che è; si scopre come il mondo realmente è fatto, non quello dei film del grande schermo, ma quello fatto di persone, situazioni positive o negative…l‘importante è andare a conoscere l’altro per arricchirci. Africa o altra meta che sia,l’importante è che sia diversa dal nostro paese per poter creare un vero confronto. Disegni un ritratto del cittadino africano. [D.N.] Ha un senso di rispetto profondo per la famiglia, cosa che da noi si sta perdendo con il tempo. Ama profondamente le proprie tradizioni, la natura essendo un tutt’uno con essa. L’africano vive giorno per giorno, nella loro mentalità il tempo è un concetto relativo. Mettono a repentaglio la loro vita per vivere o far vivere bene un loro caro anche per un solo giorno. Sono molto calorosi e affettuosi . [S.M.] Il cittadino africano ha molti pregi ma anche qualche difetto. Anche se il limite tra l’uno e l’altro è molto sottile credo che il loro essere cauti e lenti con le cose, forse più che un difetto sia un pregio: noi invece siamo superficiali e frettolosi anche quando dovremmo riflettere. Sono molto pacifici, accoglienti e soprattutto sono abituati a vivere con il “bianco”, cioè con il diverso.

Foto di Marino Ceci



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Intervista al sindaco Vincenzo di Tria sui cambiamenti della società terlizzese

Da qualche anno a questa parte la società terlizzese sta conoscendo dei mutamenti dovuti all’arrivo ed alla stabilizzazione di persone provenienti da altri paesi europei o da altri continenti. A tal proposito, quale è la situazione terlizzese? Ci sono stime, studi demografici e sociologici? Il fenomeno dell’immigrazione Terlizzi lo conosce bene fin dal 1991, quando con lo sbarco a Bari di 20.000 cittadini albanesi si manifestò con tutta la sua potenza il fenomeno dell’immigrazione dalle altre sponde del mediterraneo. Fino a quegli anni la nostra città non aveva vissuto particolari flussi migratori, ma da quel momento ci fu un crescendo di inserimenti nel tessuto cittadino, dapprima di individui singoli e poi di interi nuclei familiari richiamati dall’Albania per il ricongiungimento con i capifamiglia. Questo fenomeno migratorio non ha portato particolari problemi alla nostra comunità, che ha garantito un inserimento agevole alle famiglie albanesi nel nostro contesto, agevolato dalla conoscenza da parte degli albanesi della nostra lingua e dalla volontà da parte loro di integrarsi e di contribuire alla crescita della nostra comunità. Fenomeni migratori meno imponenti sono venuti anche dal nord Africa, da paesi come la Tunisia, l’Algeria e il Marocco. Tutti questi innesti non hanno portato finora problemi di ordine pubblico o devianze tali da produrre allarme sociale. Per quanto riguarda i numeri, è difficile stimare quantitativamente un fenomeno che vede la Puglia e la nostra Terlizzi fungere da primo approdo di migranti diretti nel nord Italia o in Europa centrale. Le uniche stime le possiamo fare attraverso gli uffici demografici, che ci segnalano circa 200 cittadini, prevalentemente di origine albanese, regolarmente residenti nella nostra città. Da qualche anno a questa

sociale

parte, inoltre, stiamo assistendo ad un fenomeno migratorio diverso, che vede la provenienza di flussi di migranti dall’Africa subsahariana. Normalmente si tratta di migranti dotati di regolare permesso di soggiorno per motivi umanitari o con lo status di rifugiati politici, la cui permanenza sul territorio è limitata al periodo di raccolta delle olive, ed è caratterizzata da una sostanziale ritrosia ad interventi di assistenza, per il timore di essere comunque rimpatriati o sottoposti a misure restrittive. Non stiamo vivendo un buon momento! Ci sono politiche demografiche da parte dell’Amministrazione per quanto riguarda questi fenomeni? Ci sono delle attività o iniziative da parte dell’Amministrazione per quanto riguarda l’accoglienza, il controllo o altri aspetti legati ai fenomeni migratori ed ad uno sviluppo in senso multietnico della nostra comunità? L’assessorato alle politiche sociali del comune di Terlizzi è stato ed è tuttora particolarmente attento a garantire la più completa integrazione di quei nuclei familiari che hanno scelto la nostra città per viverci, oltre a finanziare periodicamente progetti miranti all’assistenza materiale e all’abbattimento delle barriere linguistiche e culturali per quei migranti che passano dal nostro territorio con i flussi stagionali. Mi chiedi cosa facciamo per rendere la nostra comunità multietnica. Ma lo sviluppo multietnico della nostra società è già nei fatti. Nonostante le spinte xenofobe di questi ultimi anni, il nostro territorio resta uno dei più “accoglienti” e permeabili ai fenomeni dell’immigrazione, avendo garantito negli anni il progressivo integrarsi di vari gruppi etnici. Oggi solo un folle può pensare di ostacolare i flussi migratori e l’integrazione, e la politica nazionale sta dando segni di evidente schizofrenia, se non

/Paolo Alessandro Grieco

di manifesta xenofobia. L’immigrazione è anche una questione di ordine pubblico sia per quanto riguarda la permanenza regolare ed il rispetto delle leggi italiane da parte degli immigrati, sia per la repressione di fenomeni di caporalato e sfruttamento degli immigrati stessi. Ci sono politiche o fenomeni preoccupanti? In questi anni non abbiamo avuto fenomeni criminali di rilievo. L’immigrazione per questo territorio non è stata veicolo di devianza e i piccoli fenomeni di caporalato e di violenza tra gli stessi migranti sono stati prontamente repressi dalle forze dell’ordine. L’immigrazione è una questione di ordine pubblico anche alla luce delle nuove norme contenute nel pacchetto sicurezza, quali sono le ricadute amministrative e politiche per Terlizzi? Ci sono episodi in cui queste norme hanno creato dei contrasti fra i principi di accoglienza e il rispetto delle leggi? L’immigrazione non può essere ridotta ad un problema di ordine pubblico, ed è paradossale che siano proprio gli italiani ad averla ridotta a questo. Proprio gli italiani che con la loro emigrazione del secolo scorso hanno veicolato la diffusione delle loro mafie in ogni angolo del pianeta. In quegli anni il nostro popolo è stato accolto ed integrato nelle società che ha contribuito a far crescere economicamente e culturalmente. Oggi abbiamo dimenticato il nostro passato di migranti e ci comportiamo come bestie nei confronti dei nostri simili che tentano di approdare in Italia alla ricerca di un futuro per sé e per i propri figli. I respingimenti sono un ignobile atto di barbarie di cui renderemo conto un giorno….. Tu parli di principi di accoglienza, ma come si fa a parlare ancora di accoglienza con le leggi che ha varato il governo Berlusconi? L’introduzione del

cosiddetto “pacchetto sicurezza” e del reato di clandestinità pone le basi per un totale rifiuto dei migranti senza permesso di soggiorno e delle loro famiglie. Chiunque contravviene alle “regole del rifiuto” incorre nel reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. È così che gli immigrati irregolari non si rivolgono più agli uffici demografici dei comuni per registrare i propri figli e consentirgli di essere assistiti da un pediatra o di frequentare la scuola pubblica, ed è così che non si rivolgono più agli ospedali per farsi curare o per partorire. Questa si chiama barbarie. Quale è l’idea del sindaco sul futuro della società, dei costumi e della convivenza a Terlizzi alla luce dei fenomeni di emigrazione dei giovani terlizzesi e di immigrazione di stranieri a Terlizzi? Le migrazioni nel tempo sono state una ricchezza per il genere umano. Non dimentichiamo che i nostri progenitori venivano dal continente africano e che la nostra Puglia e l’intero meridione d’Italia è stato approdo per numerose migrazioni, da quella araba a quella normanna. Dobbiamo essere pronti ad accogliere oltre che a garantire politiche di sviluppo verso i paesi di provenienza dei migranti, ottemperando agli obblighi che abbiamo assunto a livello internazionale. Per quanto riguarda i giovani terlizzesi che si spostano in cerca di lavoro, ebbene, è una migrazione che segnala un disagio e una inadeguatezza del nostro territorio a dare risposte. Bisogna spingere i governi a ridare fiato e speranza al nostro meridione, di nuovo abbandonato dalle giovani generazioni, così come nel secolo scorso. I segnali che vengono da Roma sono tutt’altro che incoraggianti. Noi del sud dovremmo riflettere di più su questi temi, rivendicare di più, incazzarci di più. Voglio chiudere con una riflessione: C’è sempre qualcuno che è più a sud di te.


Torna Lina Tricarico Cagnetta e la Gymnasium palestra della vita

Quale modo migliore di festeggiare, per Lina Tricarico Cagnetta, i suoi 20 anni di attività teatrale se non quello di tornare in scena? Il regalo che la regista farà per le prossime feste, a se stessa e ai terlizzesi, sarà la messa in scena dell’adattamento di un capolavoro del teatro napoletano anzi del capolavoro per eccellenza di Eduardo De Filippo: Filumena Marturano. La sua compagnia, Gymnasium palestra della vita, calcherà le scene della Sala Teatro del “Centro Sociale Sacro Cuore”, in viale della Resistenza, il 20 dicembre e il 3, 17, 31 gennaio proprio con il dramma noto e tradotto in tutto il mondo al quale anche il grande cinema si è ispirato: basti pensare a “Matrimonio all’italiana” del grande De Sica con Mastroianni e Loren nella parte dei protagonisti. Scritto da Eduardo per la sorella Titina, che lamentava come il vero successo fosse sempre riservato al protagonista maschile, al primo attore e mai alla donna, e portata in scena al Teatro Politeama di Napoli nel 1946, “Filumena Marturano” ancora oggi conosce una fortuna mondiale grazie alla forza straordinaria della protagonista, in lotta per affermare la propria dignità di donna e di madre. L’idea di Filumena nacque dopo la lettura di una notizia: una donna a Napoli, che conviveva con un uomo senza esserne la moglie, era riuscita a farsi sposare fingendosi moribonda.

dicembre 2009

/Barbara de Robertis Nel dramma eduardiano, però, Filumena, ex prostituta, si finge moribonda per farsi sposare dal suo amante, Domenico Soriano. Scoperta la beffa, l’uomo vuole l’annullamento del matrimonio perché, sostiene, essergli stato estorto con l’inganno. A quel punto la donna rivela di avere tre figli e che uno dei tre è figlio dello stesso Soriano. Inizialmente l’uomo è furioso ed insiste nella richiesta di annullamento e nel voler sapere quale sia suo figlio ma Filumena, testarda, acconsente alla prima richiesta ed oppone un rifiuto alla seconda. Infine il conflitto si scioglierà e la donna riuscirà a farsi sposare con una cerimonia ufficiale e ad ottenere il riconoscimento dei tre figli. Questa celeberrima “storia d’amore” affronta temi sociali quali la prostituzione e i figli illegittimi (N.N. come venivano definiti), argomento scottante per Eduardo, per la sua esperienza diretta di figlio illegittimo di Eduardo Scarpetta, e per la società che lo dibatteva allora. Infatti un anno dopo la prima rappresentazione dello spettacolo, nel 1947, venne sancito dall’Assemblea Costituente il diritto-dovere dei genitori di mantenere, istruire ed educare anche i figli nati fuori dal matrimonio. Un evento e un regalo da non perdere che solo Lina Tricarico Cagnetta è in grado di donare alla sua città!

cultura

È la storia del Fascismo, vissuto da famiglie povere in un contesto periferico della nazione. È la storia di tanti giovani caduti in guerra, ma anche la storia dei primi passi della democrazia e delle iniziali manifestazioni libere di pensiero e di azione di una generazione non educata che vive sul campo il prezzo ed il costo della libertà e della democrazia. Il romanzo parte nel 1924, poco dopo la Marcia su Roma. Si sviluppa attraverso gli anni del massimo consenso del regime, del colonialismo, della guerra, dell’avvento della Repubblica e delle elezioni del 1948 che sanciscono il trionfo della D.C. Dopo un virtuale salto di ventotto anni, prosegue, dal 1976 al dicembre 1978, durante gli anni del terrorismo, della morte di Aldo Moro e dell’approvazione della legge 833/1978 che sancisce la piena attuazione dell’art. 32 della Costituzione, quando prevede che ad ogni cittadino è garantito il diritto alla salute. Daniele e Teresa sono due ragazzi di umili famiglie meridionali che in un contesto sociale poverissimo, dove si studia alla luce del lume e si va a prendere l’acqua alla fontana, riescono a svolgere gli studi e a laurearsi in medicina. Nonostante abbiano quotidianamente problemi di sopravvivenza. La medicina è per loro, da un lato il riscatto sociale e culturale dalla ignoranza familiare, dall’altro il modo per donarsi a chi ha bisogno e creare futuro. Daniele abbraccia la fede comunista. Teresa quella cattolica e democristiana. Sorgono le prime incomprensioni. Nascono le difficoltà di condividere percorsi umani e politici sostanzialmente antitetici. Il 1948, dopo le elezioni, le strade dei due giovani si dividono. Apparentemente per sempre. La vita di Daniele è incompatibile con quella di Teresa. O almeno così sembra. Per ventotto anni Daniele e Teresa vivono la propria vita quotidiana. Si sono lasciati con reciproca amarezza. Nessuno dei due cerca l’altro. Poi quello che non succede in

/Gero Grassi

un periodo lunghissimo, si verifica una mattina, dopo le elezioni politiche del 1976. Sono eletti Deputati della Repubblica Italiana. Daniele nel P.C.I. e Teresa nella D.C. Il terrorismo fa stragi continue. Aldo Moro ed Enrico Berlinguer costruiscono il Governo della Solidarietà Nazionale come risposta ad una società che subisce l’attacco violento e sanguinoso del terrorismo. Nel Governo Andreotti, che si appresta a giurare alla Camera il 16 marzo 1978, Teresa Tuberoso è indicata come Ministro della Sanità. È la prima donna Ministro della storia repubblicana. È stata voluta fortemente da Aldo Moro. Il 16 marzo, giorno della presentazione del Governo, Moro è rapito ed il 9 maggio ucciso. Per l’Italia la vita cambia totalmente. Via Caetani rappresenta uno spartiacque. Non solo in politica. Daniele e Teresa, seppur in partiti e ruoli diversi, continuano il proprio impegno e il 23 dicembre 1978 in Parlamento approvano la nuova legge sulla sanità. Voluta, sostenuta e votata da entrambi. Si sono conosciuti quando erano bambini. Oggi hanno rispettivamente 54 anni Daniele e 53 Teresa. Sono adulti…ma il destino riserva loro l’ultima sorpresa.

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Insegnante con la passione per la storia locale

Il mondo delle donne sembra inesauribile, ricco di vissuti ed esperienze accattivanti ed interessanti. Abbiamo intervistato Olga Chiapperini, 60 anni, insegnante di lingua straniera, da sempre affascinata dalla storia e cultura terlizzese. Chi è Olga Chiapperini? Olga di oggi è una persona diversa da chi era. Sono una figlia di nessuno. Nata a Pescara, adottata da una famiglia di Terlizzi. I miei genitori erano molto anziani e quando si incontravano con i parenti, anche loro maturi, si univano storie, tradizioni, vicende familiari. Già segnata la mia strada sempre ad ascoltare quelli più grandi di me. Figlia unica con una parentela “lontana”, quindi sono stata sempre un po’ isolata. Quanti anni hai? Ho 60 anni. Che lavoro hai svolto? Insegnante di inglese. Sono appena andata in pensione, con 40 anni di servizio. Come sono stati questi 60 anni? Itineranti. Mio padre, per lavoro, per ogni promozione cambiava luogo di lavoro, pertanto eravamo obbligati a cambiare sempre città. Ciò significava un fisarmonica anche nel mia vita scolastica, nelle conoscenze, nei docenti. Che ricordo hai dei compagni, docenti? Ne ho conosciuti tanti sia di compagni che di docenti, alcuni ottimi. In merito ai docenti ho sperimentato che sapere non significava essere bravi a trasmettere. Alcuni li ricordo con piacere. Il tuo percorso formativo? Ho iniziato la scuola elementare a Terlizzi, poi ad Ischia, all’Isola d’Elba. Ho frequentato il Magistrale a Campobasso e seguivo i corsi di lingue straniere presso i Salesiani. Avevo già da allora una passione per le lingue. Le lingue mi hanno sempre appassionata ma in fondo era una via di fuga, per il fatto che non mi sentivo mai radicata. La passione per il dialetto terlizzese come nasce? Il dialetto che prima disdegnavo poi l’ho riscoperto come tramite per conquistare nuove amicizie nelle varie peregrinazioni nelle diverse regioni italiane. Ho riconosciuto in loro la stessa dignità delle lingue ufficiali. Nelle sere d’inverno, quando non tutti possedevano la televisione, si passava il tempo a chiacchierare e gli anziani parlavano solo il dialetto perché analfabeti. L’ho riconosciuta come lingua e l’ho amata, perchè parlata da un popolo che professava una vera e propria fede,

cultura

Olga Chiapperini

/Anna Dicanio espressione di un civiltà contadina, artigiana. Terlizzi è stato comunque per te un riferimento? Si. Io andavo e tornavo da Terlizzi. Questo mi portava a confrontare il modo di vivere delle diverse culture a seconda della collocazione geografica. Riscontravo come già nel Centro Italia c’era un’apertura mentale maggiore, qui c’era un atteggiamento di difesa e di diffidenza. Cosa ti incuriosiva della lingua terlizzese? Ho iniziato ad essere incuriosita dai soprannomi. A Terlizzi, tutti avevano dei soprannomi che caratterizzavano la famiglia o il singolo. Poi mi sono addentrata nel mondo dei proverbi. Si educava e tramandava la cultura popolare, il sapere tramite i proverbi. Per ogni situazione ce n’era uno adeguato. Poi? Poi mi sono appassionata alle storie delle persone. Ritengo che la storia non sia solo quella scritta, ma che la maggior parte rimanga custodita nell’animo delle persone, proprio di quelle che non sapevano esprimersi bene in italiano e che non hanno mai lasciato testimonianze scritte con la propria mano se si escludono pochi segni di croce. I tre punti cardine delle tue ricerche? La storia documentata, la tradizione e l’esperienza. Dopo il Liceo Linguistico frequentato a Campobasso torni a Terlizzi’ Siamo nel 1968, che ricordi hai dell’esperienza di quegli anni? Si. Nel 1968 torno a Terlizzi, lotto per continuare gli studi e finanzio gli studi lavorando in una scuola privata e mi iscrivo alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere all’Università di Bari. Vivo a pieno il movimento del ’68 ma non mi distraggo dalla prosecuzione degli studi a tal punto da laurearmi a meno di 23 anni. Militavo già nella sinistra, nonostante don

/Adriana Gesmundo

Il gruppo teatrale della sezione AIAS (Associazione Italiana per l’Assistenza agli Spastici) di Terlizzi ha presentato nei giorni 6 e 8 Dicembre la commedia in due atti dal titolo: “La giusta decisione” di Lina De Palo. La rappresentazione si è tenuta la sala teatro “Giuseppe Albanese” della chiesa S. Maria della Stella. Dopo un lavoro durato mesi tra prove e memorizzazione della propria parte il gruppo teatrale è giunto al traguardo nel migliore dei modi ricevendo numerosissimi applausi e complimenti dagli spettatori. Un fedele ritratto di quella che è la quotidiana condizione degli “attori” sia nei rapporti con la propria famiglia che al di fuori. La commedia ruota attorno all’evidente disagio del giovane Riccardo, per il suo problema alla gamba. Questa sua condizione lo porta a continue lamentele con sua madre alla quale manifesta il suo disagio: si sente diverso ed emarginato dalla società. I ripetuti “scontri” con la

sua famiglia e i suoi amici lo portano a riflettere su se stesso tanto da fargli capire che non è certamente la morte la soluzione opportuna per porre fine al suo malessere come invece pensava. E’ proprio nella scelta di Riccardo che si racchiude il senso della “giusta decisione”: imparare ad accettare la vita così come è. Lodevole l’impegno, la capacità di proporsi al pubblico e la spontaneità di questo gruppo teatrale. Tutto ciò fa riflettere sulla grande forza di volontà che accompagna gli “attori” e che ognuno di noi dovrebbe prendere come esempio di vita perché anche da loro possiamo imparare. La commedia si è conclusa con i ringraziamenti da parte della intera compagnia : “Grazie a tutti voi e in particolare a Lina De Palo che attraverso la commedia ci ha fatti sentire veri attori e protagonisti. Questi sono i tuoi e i nostri migliori anni.”

Michele Cipriani, mio padre spirituale, cercasse di avvicinarmi a posizioni più moderate. Lo studio di altre civiltà mi ha consentito di avere un apertura mentale tale da essere incuriosita da tutto. Dopo la laurea che succede? Dopo la laurea, arriva il mio momento di essere donna. I miei genitori mi immaginavano, sposata, madre. Ho una figlia da una convivenza, inizio ad insegnare. La convivenza non viene accettata, si prospetta il trasferimento a Torino con il mio compagno ma un forte senso di gratitudine nei confronti dei miei genitori adottivi che diventavano sempre più anziani mi porta a rinunciare al grande amore e tornare qui. Ho provato le difficoltà correlate al mio essere ragazza madre e convinta sessantottina. Poi conosco quello che è diventato mio marito che rimane l’ultimo amore della mia vita. Mi sono sposata in Comune e anche lì ho sentito il peso del giudizio, ragazza madre sposata in Comune. Comunque sono andata avanti e ho altri due figli dividendomi faticosamente negli impegnativi ruoli di figlia, moglie, madre e insegnante. Come è stata l’esperienza di donna, madre, moglie ed insegnante? Non è stata facile. Io non avevo nessuno della mia famiglia che mi potesse aiutare quindi mi sono avvalsa di baby sitter che ricordo davvero con piacere per lo spirito di collaborazione che si era instaurato. Mi sono sentita un po’ maltrattata

perché negli anni in cui io avevo i bambini piccoli, veniva inserito il tempo prolungato ed io che rientravo dopo la maternità, quasi come una punizione, venivo inserita nelle classi col rientro pomeridiano col cuore gonfio d’amore mi dedicavo ai figli delle altre madri lavoratrici come me, lasciando i miei figli ad altre donne lavoratrici, una catena di ….solidarietà femminile. Ora sei in pensione. Ora hai più tempo da dedicare ai tuoi studi. Come vivi questa dimensione? Continuo ad essere mamma perchè una madre non va mai in pensione. Si è appena sposata mia figlia maggiore e ho organizzato il suo matrimonio, gli altri due figli studiano ad Urbino quindi sono sempre all’erta. Certo ora ho più tempo libero e mi dedicherò al riordino delle ricerche che, sacrificando qualche mattinata libera, ho portato avanti per ben 45 anni. Un tuo desiderio? Non tanto personale perché credo di aver vissuto e le esperienze non mi sono mancate. E’un desiderio corale e cioè che il popolo sia ascoltato. Quella parte di popolo che ha lavorato per tutta la sua esistenza, ha sostenuto le sue lotte da “analfabeta” ma non da ignorante. La nostra storia non va solo “letta”ma anche ascoltata. Un rammarico? Non aver avuto abbastanza tempo per registrare le tante testimonianze di quelle voci che la morte ha fatto tacere per sempre.


A Terlizzi se n’è parlato con la FIDAPA

Donne nei luoghi decisionali della Regione Puglia La crescente influenza delle donne è l'unica cosa rassicurante nella nostra vita politica. (Oscar Wilde) Lunedì 23 Novembre 2009 nella Sala consigliare del Comune di Terlizzi si è tenuto il convegno “Donne nei luoghi decisionali della Regione Puglia” organizzato dalla Fidapa (Federazione Italiana Donne Arti Professionali Affari) di Terlizzi. Durante l’incontro, moderato dalla past president sud est Fidapa dr.ssa Anna Teresa Olivieri, i saluti sono giunti dalla presidente della sezione di Terlizzi Paola Rutigliano, dall’Assessore alle Politiche Culturali del comune di Terlizzi Mimmo Paparella e dall’attuale presidente sud est Fidapa, Lucia Moccia. Interessante è stato l’intervento di Serenella Molendini, consigliera di Parità Effettiva della Regione Puglia che ha descritto il ruolo da lei svolto in seno alla Regione Puglia. La consigliera di Parità è nominata con decreto del Ministro del Lavoro di concerto con il Ministro per le Pari Opportunità ed è una figura strategica ai fini dell'attuazione degli obiettivi di parità che le consente di rilevare, nei diversi contesti locali, le situazioni di squilibrio di genere nell'accesso al lavoro, nella formazione e nelle condizioni di lavoro. La consigliera si occupa di politiche attive del lavoro e di promozione delle occasioni di impiego e verifica la coerenze delle politiche di sviluppo territoriale con gli indirizzi comunitari, nazionali e regionali, svolgendo attività di formazione culturale e di informazione. La consigliera di Parità per il ruolo da lei svolto collabora con la Direzione Provinciale del Lavoro; il Servizio Ispettivo del Lavoro; il Servizio Politiche del Lavoro; gli Assessorati al Lavoro degli Enti locali; gli Organismi di Parità degli Enti locali (Comitati di Pari Opportunità e Commissioni Pari Opportunità); i Centri territoriali per l’impiego. Dopo la descrizione del suo ruolo, l’Avv. Molendini ha analizzato, dati alla mano, come in Italia e nella Regione Puglia i ruoli politici siano affidati alle donne in percentuali ridotte rispetto agli uomini. La consigliera correla questo dato ad un problema culturale

/Anna Dicanio che necessita di essere scardinato per consentire anche alle donne di accedere ai ruoli decisionali della vita politica e amministrativa. Lo stesso concetto è stato ripreso da Eufemia Ippolito, vicepresidente nazionale Fidapa, che ritiene la donna esclusa dalla partecipazione politica molto spesso per la difficoltà a conciliare la vita privata con la vita pubblica, ritenendo opportuna una legge elettorale che adegui ciò che nella costituzione è stato scritto nell’art. 3. L’assessore Santina Mastropasqua ha evidenziato come la compagine del Consiglio Comunale di Terlizzi sia di sesso maschile, equilibrata da una giunta a prevalenza femminile. La molla che secondo Santina Mastropasqua spinge una donna all’impegno politico è l’ambizione. Le donne sono dotate di intelligenza emotiva che le consentono di provare emozioni, riconoscerle e viverle in modo consapevole. L'intelligenza emotiva permette di spiegare il successo di persone caratterizzate da forti potenzialità emotive e di trascinamento delle masse che aggiunge valore all’intelligenza razionale tipica degli uomini. Sembra che la politica, come ogni settore della vita sociale, necessiti di entrambi i generi: maschile e femminile. Ciascuno possiede qualità e doti che unite a quelle degli altri consentono una crescita qualitativa della vita politica dei nostri giorni. Le donne sono capaci di portare anche nella politica, la lucida elasticità e malleabilità del loro essere madri e mogli.

dicembre 2009

cultura/politica

Intervista a Vito Bisceglia, segretario dell’Italia dei Valori

Prosegue il nostro viaggio all’interno dei partiti per trarre un bilancio di fine anno. Questa volta è toccato all’Italia dei Valori, il movimento di Di Pietro, che all’interno della Giunta è presente con un Assessore e all’interno del Consiglio Comunale e Provinciale con un consigliere. Il segretario cittadino, Vito Bisceglia, ci ha incontrati per svelarci anche i progetti futuri. Quanti e quali i traguardi raggiunti dall’Amministrazione comunale per l’Italia dei Valori? Traguardi moltissimi, in particolare in materia edilizia sono state approvate tutte le lottizzazioni presentate dagli interessati. Altro traguardo è stato quello di aver annoverato Terlizzi tra i comuni annessi al Piano di recupero delle zone disagiate con un cospicuo finanziamento, ma quel che conta di più è che Terlizzi finalmente è diventato un paese vivibile. Un bilancio sulle attività svolte dal vostro assessore. In una situazione di carenza di mezzi e personale, bisogna dare atto che il costante impegno dell’assessore, dott.ssa Spada, ha inciso sul mantenimento dei comportamenti dei cittadini terlizzesi sempre più attenti al rispetto delle norme e del vivere civile. Cosa si sente di consigliare all’assessore Spada? Di essere più incisiva nel sostenere le iniziative proposte dal suo assessorato che spesso sono ostacolate da pretestuose difficoltà burocratiche. In particolare deve rimuovere tutte quelle situazioni che impediscono di raggiungere gli obiettivi fissati. Per il resto, plauso all’assessore Spada che con il suo impegno quotidiano ha dato una svolta positiva al settore di propria competenza. Un bilancio, invece, sul vostro consigliere comunale. L’attività politica svolta dal consigliere comunale Michele De Chirico è nota a tutto il paese. La professionalità e la competenza unite all’acuto intuito politico fanno di Michele De Chirico un uomo politico di elevato spessore. È sufficiente seguire i lavori del consiglio comunale per darne atto. Michele De Chirico è anche consigliere provinciale. Come sta svolgendo questo nuovo ruolo? Già dal momento dell’insediamento del Consiglio Provinciale, nel quale Michele De Chirico è Ca-

/Barbara de Robertis pogruppo dell’Italia dei Valori, ha con chiarezza esposto la linea politica del partito. Risulta un elevato apprezzamento del suo operato da parte di tutte le forze politiche. E’ sufficiente dare lettura dei resoconti verbali delle sedute di Consiglio Provinciale per rilevare il modo corretto di fare politica nel ruolo di minoranza. Il consiglio che dò è di essere più presente nel Partito compatibilmente con gli impegni di lavoro ed istituzionali che lo vedono impegnato ogni giorno alla Provincia e poco al Partito. L’IdV è considerato il movimento che sta facendo vera opposizione al Governo nazionale, nonostante l’alleanza con il PD, ancora troppo debole per farsi sentire, e i rapporti inesistenti con lo stesso. Qual è la situazione a livello locale? A livello locale l’IdV è parte politica importante della coalizione di maggioranza. Con il PD il rapporto è impostato sulla lealtà e sulla condivisione del percorso stabilito con il programma amministrativo elettorale. Non sempre il percorso è stato lineare, tuttavia l’IdV si è distinto per lealtà e correttezza nei rapporti. La fiducia è sempre elemento basilare per costruire un percorso positivo. Venendo meno l’elemento fiducia è chiaro che il percorso si interrompe. Le elezioni regionali si stanno avvicinando. È confermato che l’IdV correrà da solo? Può darci qualche anticipazione a riguardo? Non ci sono anticipazioni. Al momento la situazione è quella resa nota dagli organi di stampa. La partita, però, non è ancora chiusa. Quali sono gli obiettivi che volete raggiungere nel 2010 sia a livello nazionale sia a livello locale? Nel 2010 con le elezioni regionali ci auspichiamo di confermare i risultati delle elezioni politiche e di superare la soglia dell’ 8%. È normale che il risultato delle regionali indurrà ad una riflessione generale. È prematuro parlare oggi di obiettivi che scaturiranno dall’esito della consultazione di primavera. Ci auguriamo una forte affermazione dell’IdV per dimostrare che la linea politica perseguita dal Partito sia vincente.

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cultura/politica

Riceviamo e pubblichiamo

/Francesco Marzulli architetto

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Cari lettori, si riporta l’attenzione su di una lodevole iniziativa editoriale promossa dall’azienda IME SpA di Terlizzi, che in vario modo coinvolge il mondo dell’architettura pugliese, il nostro territorio e le sue professionalità. Sto parlando della rivista PROGETTI BARI, una rivista semestrale di architettura, restauro e design, edita a Pesaro dal Gruppo Quid e promossa per il territorio barese ed in genere per la Puglia dalla azienda terlizzese Ime. Il grande merito della rivista è che mostra le opere di architettura contemporanea realizzate nel nostro territorio, opere che quasi mai compaiono in altre riviste specialistiche più blasonate come Casabella, Domus, Area, ecc: i progetti realizzati nel Meridione spesso sono di altissima qualità architettonica ma non trovano spazio nel panorama editoriale sull’architettura italiana. Questa lacuna è quindi in parte colmata dalla lungimiranza, dal mecenatismo culturale e dall’impegno anche economico investito dalla Ime SpA che ormai da anni sta portando avanti una politica aziendale improntata sul concetto di qualità nell’edilizia: è questo secondo noi un esempio di come le legittime aspettative di profitto di un impresa possano essere coniugate a politiche di valorizzazione delle risorse locali. La rivista ha una diffusione regionale, ogni suo numero viene presentato in locations importanti (ad es. complesso di Santa Scolastica e libreria Laterza a Bari) e alla presenza delle più autorevoli rappresentanze del mondo della architettura, dell’edilizia e dell’urbanistica. Questa rivista rappresenta inoltre una risposta alla mancanza di attenzione da parte delle amministrazioni e delle committenze in genere alla qualità architettonica nelle opere pubbliche e private: si mostrano i buoni

esempi di opere già eseguite sul nostro territorio, si stimola quindi una buona pratica del progettare e del costruire. Le opere di architettura che vengono illustrate sono dislocate su tutto il territorio regionale ma ci fa particolarmente piacere che ad es. nel terzo numero della rivista, a distanza di poche pagine dall’articolo sulla mostra dell’affermato Gabriele Basilico alla Pinacoteca Provinciale, ci sia spazio anche per illustrare due belle opere realizzate a Terlizzi: il recupero della pinacoteca De Napoli ed il restauro della torre delle Clarisse, due opere che vedono la presenza rispettivamente dei giovani architetti terlizzesi Ettore Tricarico e Francesco Marzulli. Per molti giovani progettisti infatti, la rivista PROGETTI BARI rappresenta un prezioso strumento per mostrare ad un pubblico vasto i risultati della propria creatività e professionalità in una terra come la nostra che, dimentica delle sue potenzialità, offre poco spazio alla qualità delle menti. Si ringrazia quindi chi contribuisce a questo ambizioso progetto di valorizzazione e promozione della qualità nell’architettura con l’auspicio che esso possa crescere e raggiungere traguardi sempre più ambiziosi.

L’11 novembre è stata sottoscritta dagli aderenti e partecipanti all'assemblea elettiva la nuova "Carta d'intenti e di adesione a Cittàcivile". Successivamente in data 25 novembre, a seguito di assemblea elettiva all'interno della stessa associazione politica, vi è stato il passaggio di consegne della carica di Coordinatore già ricoperta e rappresentata da Renato Brucoli. L'assemblea, a seguito di votazione ha individuato all'unanimità, quale nuovo Coordinatore dell'associazione politica Cittàcivile Giovanni Mele. Il neo-eletto Coordinatore sarà coadiuvato nel lavoro dal nuovo esecutivo che così risulta composto: Vice Coordinatore: Valeria Ceci; Segretario: Luigia Dello Russo; Economo Tesoriere: Donato Cagnetta; Organizzatore: Lucia D'Amato; L'elezione del nuovo organo direzionale propone e si propone nell'ottica di continuità di quanto fino ad ora positivamente espresso nello scenario politico locale dalla stessa Associazione. Si pensi alle ultime petizioni polpolari sul

Polo Liceale e proposta del P.U.G.favorevolmente condivise dalla cittadinanza… Città Civile sarà impegnata con nuove iniziative importanti per il territorio locale, spinta esclusivamente dalla necessità di dover accrescere e migliorare la qualità di vita della città di Terlizzi, dal sociale alle infrastrutture. Ciò sarà possibile se e solo con la partecipazione attiva di tutti i cittadini terlizzesi. N.d.R Il Confronto formula i migliori auguri al dott. Mele per il ruolo che va ad assumere. Porge auguri di buon lavoro all’interno staff direttivo di Città Civile.


scuola

dicembre 2009

A Saint Vincent il Liceo ‘Sylos’ di Terlizzi abbatte... il muro

La classe II A partecipante al concorso "GIOVANIDEE 2009" con il dirigente scolastico prof. Michele de Palma e la docente referente R.M. Rossini

È coincisa con il ventennale dell’abbattimento del muro di Berlino la VII edizione del concorso “Giovanidee” promosso e organizzato dalla Fondazione “Carlo Donat-Cattin” di Torino, e svoltosi a Saint Vincent il 13 e 14 novembre 2009. Il tema, sul quale bisognava produrre un cortometraggio (Volti e storie di una città “disintegrata”), offriva non poche quanto suggestive affinità. E proprio a questa significativa coincidenza hanno improntato la loro partecipazione al concorso (insieme ad altri 11 istituti selezionati in tutta Italia) gli allievi della II classe, sez. A, del Liceo Classico “C.Sylos’ di Terlizzi (dirigente il prof. Michele De Palma), guidati dalla prof.ssa Rita Maria Rossini. Il cortometraggio da loro prodotto ha avuto, infatti, per titolo Il muro, un muro non politico né ideologico, ma un muro di pregiudizi e di quotidiana indifferenza: un muro, comunque, da abbattere, come sempre, in nome dei fondamenti del vivere civile. Il muro che i ragazzi del “Sylos” hanno rappresentato nel loro film è uno dei tanti, formati da conci squa-

drati di calcare, che segnano le pareti antiche delle case dei centri storici dei nostri paesi. È lì, in quei luoghi che il visuale quotidiano ci consegna come ricettacolo di vita degradata delle nuove plebi, eufemisticamente etichettate come ‘extracomunitari’, che covano indifferenza, ostilità, diffidenza per il diverso, costretto dall’inospitalità della terra natìa a condividere forzosamente quei lastricati umidi e fatiscenti, quei sottani un tempo stalle o cantine, ma anche tuguri per le nostre stesse plebi, oggi emancipate e immemori. Non a caso il film si apre con un linguaggio cinematografico non convenzionale che, attraverso dissolvenze, piano-sequenze e arditi scorci, racconta il quotidiano urbano dei ‘diversi’, soprattutto dei bambini, ai quali è dato sperare solo inseguendo con lo sguardo il volteggiare di un aquilone, metafora di speranza rifugiatasi nel cielo meridiano della nostra terra. In quel contesto, in un vicolo della Terlizzi antica, a pochi metri dal benessere, il filmato dei giovani del ‘Sylos’ rappresenta un

momento di gioco di ragazzi intorno ad una palla che rimbalza fra i fili di biancheria sciorinata ad altezza d’uomo, all’unico raggio di sole che illumina il ciottolato fatiscente. Ai margini di quel momento ludico condiviso, una bimba rumena, abbandonata dal padre e a stento sostenuta dalla madre, sconta l’emarginazione e guarda coi begli occhi di una razza, un tempo latina, quella palla e quel muro così vicini ma così lontani, e quei coetanei che ridono spensierati. Complice, la palla le finisce a un tratto vicina: è il segno (fatale, casuale, provvidenziale, poco importa) che quel muro è caduto e che la sfera di gomma (metafora di una sfera che ogni giorno ci contiene e ci nutre tutti, senza distinzioni) ha creato un legame fra lei e quella piccola comunità, che l’accoglie nel gioco. Nei suoi occhi la gioia dell’insperata integrazione. La giuria ha assegnato al lavoro dei giovani del ‘Sylos’ il quarto premio. Ma il premio ha solo coronato un’esperienza affascinante, da loro fatta in un contesto che ne ha anche sti-

molato, attraverso un dibattito pubblico, riflessioni sul tema dell’integrazione, durante il quale, con non poca audacia, al cospetto di un pubblico prevalentemente ‘leghista’, un’allieva del ‘Sylos’ ha chiesto come mai l’Europa che ha abbattuto il muro di Berlino tolleri al suo interno i muri quotidiani che l’ideologia leghista erige nelle nostre città. Inevitabilmente imbarazzata e reticente la risposta, che comunque è stata una promessa di ripensamento in nome degli ideali europeistici. Che dire, che volere di più? Il cortometraggio è visionabile nel sito della Scuola: www.liceosylos.it.

Vincenzo Zanzarella è il nuovo Segretario generale del Comune Vicenzo Zanzarella è il nuovo Segretario Generale del Comune di Terlizzi. Zanzarella subentra al dott. Carlo Casalino, attualmente Segretario comunale a Gravina di Puglia. Il dottor Zanzarella è nato a Corato nel 1962. In servizio dal 1993 è stato titolare in numerosi comuni affiancando al ruolo di Segretario comunale, particolari esperienze professionali tra cui quella di collaboratore presso la commissione straordinaria di liquidazione per il dissesto finanziario del Comune di Taranto.

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