il confronto maggio

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Anno XXIV n. 4/207 - Maggio2011 Editore: Coop. Radio Terlizzi Stereo - Direttore Responsabile: Maria Teresa De Scisciolo n. 239 reg. stampa Tribunale di Trani - Spedizione in Abbonamento Postale 70% autoriz. Filiale di Bari

editoriale/Maria Teresa De Scisciolo e Laura Giovine

Riconoscere la bellezza non è da tutti. Abbiamo mani per toccare, occhi per guardare e orecchie per ascoltare, ma quanto ‘mondo’ ci passa accanto, senza che lo sfioriamo? Quanta luce ci illumina, senza farci vedere? Quanti spartiti suonano una musica che non sentiamo? Nulla è palese, se non ci offriamo a percepirlo. Vogliamo, con le poche righe che seguono, unire il nostro appello a quello di un concittadino che, con umiltà, ha manifestato il desiderio di offrire il frutto del suo animo sensibile: i suoi quadri, la sua arte, alla città natia, Terlizzi. Più volte, tra le colonne dei nostri giornali, abbiamo dato spazio alla attività artistica del maestro AntonioVolpe. Più volte abbiamo pubblicato immagini della sua Saletta delle Esposizioni in corso Vittorio Emanuele, per l’inaugurazione annuale della sua ‘personale’, alla presenza di amministratori comunali, provinciali, regionali, nazionali… alla presenza del primo cittadino di Terlizzi, il Sindaco ing. Vincenzo di Tria. Quegli stessi amministratori che, ad oggi, non hanno ancora dato risposta alla proposta del maestro Volpe. Una proposta semplice, che esprime il desiderio di realizzare un sogno tenuto per troppo tempo nel cassetto: “Sto arrivando al traguardo della vita. Desidero che si realizzasse il sogno della mia adolescenza: vedere i miei quadri nella Pinacoteca De Napoli, che considero la mia seconda casa, il luogo della mia crescita umana ed artistica”. Si evince, da queste semplici parole, come Volpe metta al di sopra di tutto la sua umanità, non le competenze artistiche. Eppure, va rilevato che, pur non provenendo da ambienti accademici, annovera tra i suoi riconoscimenti: titoli, medaglie d’oro, diplomi, onorificenze…che non staremo qui ad elencare. La questione è focalizzata sul presappochismo con cui i cittadini vengono trattati, prima ancora che sta-

Antonio Volpe chiede di donare la sua arte …ai cittadini l’ardua sentenza

Antonio Volpe. Autoritratto / Foto di Michelangelo Vino

bilire se la richiesta-dono di Antonio Volpe abbia la possibilità di essere accolta. Per ciò che ci riguarda, la nostra intenzione è manifestare come quest’uomo, prima ancora che artista, sia un cittadino terlizzese che ha contribuito a raccontare, attraverso la sua vita e la sua espressione artistica, il proprio paese. Un uomo che ha vissuto la prigionia in Polonia durante la seconda guerra mondia-

le. Un uomo che ha espresso la bellezza dei suoi ricordi di fanciullo, e dei suoi sogni di adulto, attraverso la pittura. Un autodidatta, certo, ma non per questo di minore valore. L’arte è espressione dell’anima, un’anima nobile e ricca, pronta a mettersi in gioco e a raccontarsi con i colori sfumati di un tramonto sul mare fluttuante, dei pensieri di un giovane fanciullo o attraverso le pennellate che disegnano petali va-

riopinti, paesaggi ameni…quasi un rifugio per lo spirito irrequieto. L’espressione artistica di Antonio Volpe non vuole mandare messaggi al mondo, ma avvolge nelle pieghe del colore, immagini che appaiono come metafora della vita. Rose sgargianti, mimose impalpabili come i profili dei nudi, dispiegano il senso della profonda compenetrazione dell’uomo con la natura, di cui si evince la forza generatrice. E’ inutile tirare in ballo esempi clamorosi, dalla storia dell’arte, di artisti autodidatti. Sbaglia chi immagina che il genio e il talento possano essere coltivati solo in ambienti accademici. Ciò che vogliamo ribadire con forza, è che ognuno ha il diritto di esprimersi, senza dover tener conto dei titoli che possiede, ma solo dei propri meriti e delle proprie capacità. Un pittore autodidatta unisce il puro istinto alla riflessione, è spinto dal desiderio di scoprire e sperimentare e per questo si distingue per l’originalità, al di fuori della massa. Anche ciò che sembra abbozzato, in Volpe, è frutto di una indagine ponderata e introspettiva. Così, attraverso le sue opere riesce a comunicare amore, bellezza, vita e morte, in un simbolico gioco di emozioni, che si estendono al di là della tela. Comprendiamo che questo possa essere condivisibile o meno. Invece, insindacabili e degne di valore sono la sensibilità artistica e la sensibilità umana. Quanta arte sarebbe smarrita senza autodidatti? Pensate che tristezza, se a scrivere poesie fossero solo i professori di italiano e a dipingere i maestri della Accademie d’Arte. Per fortuna, l’arte non pone regole. E in genere segue i percorsi più inediti. Franza Kafka, semplice impiegato di una società di assicurazioni, morì senza saper che fine avrebbero fatto i suoi libri. E Van Gogh morì matto, dopo essere stato solo alla scuola dell’assenzio. Antonio Volpe può ancora esprimere la sua vivace interiorità, che merita di essere riconosciuta.


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