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Come la mettiamo con il vaccino La rubrica di Dino Nardi

Riduzione per IMU e TARI

Buone notizie con l'anno nuovo per i pensionati italiani all'estero

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Dino Nardi

rubrica di politica e informazione sociale mail: nardi.dino@bluewin.ch

Ilettori eressat che i alla non sono fiscalità intsulla casa in Italia mi perdoneranno ma questa settimana devo, ancora una volta e spero non più per molto tempo, tornare sul tema IMU e TARI. Un tema tuttora d’attualità che interessa gran parte dei lettori de L’Eco e cioè gli emigrati di prima generazione che, notoriamente, hanno investito i loro primi risparmi nella proprietà di una abitazione in Italia, come pure quei loro figli che hanno ereditato quel bene.

Torno a trattare questo argomento perché, con l’approvazione da parte del parlamento italiano della Legge di Bilancio 2021, dal primo gennaio è entrata in vigore anche la norma che

Ma questo sconto del 50% sull’IMU per i residenti all’estero titolari di una pensione italiana in convenzione internazionale mi riporta alla memoria le tante sollecitazioni che, in passato, ho avuto modo di fare sia tramite questa rubrica che nelle centinaia di conferenze sui temi socio previdenziali che ho tenuto in giro per la Svizzera da esperto dell’ITALUIL affinché, coloro che ne avessero avuto i requisiti, presentassero la domanda di pensione italiana in convenzione italosvizzera ricordando i possiconsente uno sconto del 50% sull’IMU per l’abitazione dei pensionati residenti all’estero titolari di una pensione italiana ottenuta in convenzione internazionale (per esempio questa norma si applica a tutti gli emigrati residenti nella Confederazione che sono titolari di una pensione INPS ottenuta cumulando i periodi assicurativi italiani e svizzeri dell’AVSAI).

Nel contempo continuerà ad applicarsi la riduzione di due terzi (2/3) della TARI (tassa sui rifiuti) per gli iscritti all’AIRE titolari di una pensione erogata dal sistema previdenziale locale del Paese di residenza (per esempio per i residenti in Svizzera una rendita dell’AVSAI, del Secondo Pilastro, prepensionamento

LUPUS IN FABULA

a cura di

bili benefici collaterali che vi erano (assistenza sanitaria in caso di rimpatrio) e che avrebbero potuto arrivare in futuro ai pensionati emigrati italiani, al di là che l’importo della pensione fos

se più o meno appetibile. Infatti non di rado sono stato confrontato con persone che si rifiutavano di

presentare la domanda di pen

sione italiana (qualche volta addirittura anche con sdegno nei confronti dell’INPS e dell’Italia): chi per via del misero importo di pochi euro mensili FAR nell’edilizia). Quindi buone notizie per la gran parte degli emigrati italiani proprietari di una abitazione in Italia che possono far valere la titlarità di queste pensioni. Ed è bene ricordare che, se questi benefici si sono ottenuti, è grazie alla presenza nel parlamento italiano di eletti all’estero e soprattutto per merito di quelli di Italia Viva e del PD con in testa la senatrice Laura Garavini che si è fatta personalmente promotrice di quelle leggi.

Quest’ultima nota tanto per ricordare, agli scettici di lungo corso sul voto all’estero, l’utilità di avere in parlamento degli eletti nella Circoscrizione Estero che si facciano carico delle esigenze degli emigrati italiani.

ai quali avrebbero poi avuto diritto; altri per non dover far fronte al fastidio delle frequenti verifiche che chiede l’INPS ai suoi pensionati come la compilazione dei modelli reddituali, l’esistenza in vita, ecc. ecc. (un argomento, quest’ultimo, utilizzato soprattutto dai superstiti).

E, adesso, lupus in fabula, ecco la riduzione del 50% dell’IMU proprio per coloro che sono titolari di quella tanto ripudiata pensione italiana in convenzione italosvizzera!

NON È MAI TROPPO TARDI

Ma, come recitava quel vecchio slogan “non è mai troppo tardi per studiare” , anche per la presentazione della domanda di pensione italiana non è mai troppo tardi. Infatti quanti in passato, pur avendone diritto, hanno rinunciato alla presentazione della domanda di pensione

italiana sono sempre in tempo a

richiederla (recuperando perfino gli arretrati maturati dalla nascita del diritto). Ricordo, a titolo informativo a quanti fossero interessati, che il diritto alla pensione italiana in convenzione con la Svizzera lo hanno praticamente tutti gli emigrati anziani (con una lunga carriera lavorativaassicurativa nella Confederazione) che in Italia

possono far valere quantomeno 52 settimane di contributi nell’assicurazione generale obbligatoria, oppure un servizio militare della durata minima dello stesso pe

riodo.

Agli interessati consiglio di avvalersi della consulenza gratuita di una sede dell’ITALUIL o di altro patronato di fiducia.

ERRATA CORRIGE: L’età ordinaria di pensione di vecchiaia AVS per le donne è 64 anni e non 63 come erroneamente riportato, per un refuso, in questa rubrica del 16.12.2020 (L’ECO nr. 51)

a cura di

Giovanni Longu

mail: glongu@sunrise.ch

Svizzera2021:

"ottimismo convinto"

Guy Parmelin, neopresidente della Confederazione

La fe Svizze lice in ra m non ezzo è a un’isola mari agitati, perché è immersa nell’Europa e nel mondo. Per quanto cerchi di proteggersi dalle grandi tempeste continentali e mondiali, non può evitarle completamente. Non mi riferisco solo alla pandemia dal Covid19, che non l’ha risparmiata affatto, ma in generale alle grandi crisi politiche, economiche, sociali che potrebbero mettere in serie difficoltà la sua indipendenza e la prosperità dei suoi abitanti. Però, come ha saputo evitare le due guerre mondiali, così è riuscita a superare la grande depressione della fine degli anni Venti e tutte le altre grandi crisi economiche e finanziarie successive. Anche oggi, pur non avendo alcuna garanzia per il futuro, la Svizzera sa di poterlo affrontare serenamente perché crede nelle sue potenzialità, nella solidità delle sue istituzioni e nell’efficienza del suo sistema formativo e innovativo.

Numerose risorse

Quando nel 1965 il pensatore e scrittore svizzero Denis de Rougemont (19061985) pubblicò il suo libro: «La Suisse ou l’Histoire d’un peuple heureux» (tradotto anni dopo in italiano: «La Svizzera. Storia di un popolo felice») un attento lettore (Moreno Bernasconi) fece notare che «heureux» significa anche «fortunato». In effetti, che nella storia svizzera ci siano anche un pizzico di fortuna e persino scelte sbagliate, miopi e dettate da una sorta di egoismo nazionale è ormai appurato, ma è innegabile che da secoli ormai il successo della Svizzera dipenda soprattutto da scelte coraggiose e lungimiranti dei suoi governanti.

In una visione della Confederazione quasi profetica perché ritenuta responsabile di fronte al creato «in nomee a Dio Onnipotente» (cfr. Preambolo della costituzione), ai governanti svizzeri è chiesto in primo luogo non solo di tutelare «la libertà e i diritti del Popolo» e di salvaguardare «l’indipendenza e la sicurezza del Paese» , ma anche di promuovere «in modo sostenibile la comune prosperità, la coesione interna e la pluralità culturale del Paese» (art. 2 della Costituzione federale).

A questa tradizione d’impegno e di ottimismo si è ispirato quest’anno anche il neopresidente della Confederazione Guy Parmelin nella sua allocuzione all’inizio del suo anno presidenziale. Benché consapevole del momento drammatico che sta vivendo anche la Svizzera, egli non ha rinunciato al tradizionale «ottimismo convinto» suo e del Consiglio federale di fronte alle sfide a breve e medio termine, sapendo di poter contare su «numerose risorse» , che hanno garantito finora alla Svizzera una trentina di premi Nobel, innumerevoli invenzioni e brevetti e un prestigio internazionale di prim’ordine. È’ dunque possibile «ripartire su solide basi».

L’istruzione e la formazione

Delle risorse svizzere evocate dal neopresidente della Confederazione mi piace sottolinearne due in particolare perché considerate dallo stesso presidente fondamentali: l’istruzione e la formazione. «Vettori di sapere e conoscenza, l’istruzione e la formazione sono alla base dell’innovazione, del progresso e della nostra invidiabile posizione in questi settori tra le economie più avanzate del mondo».

Il presidente Parmelin tiene tuttavia a precisare anche che i concetti d’istruzione e formazione superano abbondantemente i limiti del tecnologico e dell’economico perché «l’istruzione e la formazione portano in dote anche cultura e apertura e divengono strumenti al servizio del dialogo e dell’ascolto. In un’epoca incline a rapporti di forza sempre più conflittuali, garantiscono l’accesso al compromesso appianando la strada alla risoluzione pacifica dei conflitti. In sostanza, l’istruzione e la formazione sono le chiavi della nostra indispensabile coesione».

Le conseguenze dirette e indirette diventano a questo punto chiare per tutti. Infatti, continua Parmelin, «Unita, la Svizzera è più forte. Anche per difendere i propri interessi, con coraggio e con vigore, se necessario. Perché, così facendo, difende gli interessi di ognuno di noi: le nostre libertà, la nostra indipendenza, la pace e l’armonia in cui viviamo da così tanto tempo».

Sottolineando l’importanza dell’istruzione e della formazione l’allocuzione del presidente Parmelin s’iscrive nell’ormai lunga tradizione dei discorsi dei neopresidenti della Confederazione e contribuisce a rafforzare la convinzione dei più attenti osservatori che il successo mondiale della Svizzera deriva soprattutto dallo sviluppo costante del suo sistema di formazione culturale e professionale.

Formazione e cultura negli grati italiani immi

Il discorso del presidente Parmelin mi ha fatto venire in mente che il sistema d’istruzione e di formazione era assai sviluppato anche negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, ma tendeva ad escludere, non certo per esplicita volontà politica, una parte consistente della popolazione residente, gli immigrati stranieri e soprattutto italiani che ne rappresentavano la stragrande maggioranza.

Eppure, benché si tenda sovente a dimenticarlo, non c’è dubbio che una parte consistente del benessere e della prosperità del popolo svizzero a cui fanno riferimento tutte le allocuzioni dei neopresidenti della Confederazione è dovuta al contributo di milioni di stranieri, specialmente italiani. Essi vi hanno partecipato non solo col lavoro materiale, ma anche con la diffusione della lingua e della cultura italiane in tutta la Svizzera, con la loro sensibilità, con il loro stile di vita, con la loro capacità di mediare culture diverse, producendo un rafforzamento e arricchimento continuo dell’italianità.

Va dato merito alle autorità italiane degli anni Sessanta di aver concluso con la Svizzera nel 1964 un Accordo sull’emigrazione che apportava miglioramenti della condizione migratoria nell’immediato e nel futuro a beneficio specialmente della seconda generazione, dei ricongiungimenti familiari e della stabilità professionale e sociale. Ma va segnalato anche il notevole contributo dell’associazionismo italiano più impegnato socialmente e culturalmente all’indiPer esempio, fin dagli anni Sessanta e Settanta alcune associazioni sostenevano che per garantire il successo della nuova politica d’integrazione del Consiglio federale, sostenuta anche dal Governo italiano, bisognasse favorire l’inserimento scolastico dei figli degli immigrati nella scuola locale, eliminare gli ostacoli al passaggio dal livello primario al livello secondario della scuola dell’obbligo e stimolare l’accesso alle scuole superiori.

Nello stesso periodo si cominciò anche a ritenere che solo un lavoro qualificato avrebbe contribuito efficacemente all’integrazione professionale e sociale degli immigrati. E va dato merito specialmente al CISAP (Centro ItaloSvizzero Addestramento Profes

Investire nella formazione

La pandemia, oltre alla crisi sanitaria e alla violenza esercitata sui sentimenti di milioni di persone, ha devastato anche una parte consistente dell’economia mondiale. Con la diffusione su larga scala della vaccinazione contro il Covid19 si spera di impedire al virus di propagarsi e di nuocere, ma non sarà sufficiente a rimettere in moto l’economia e lo sviluppo. Per questo, a livello di Unione Europea (UE), è in programma l’erogazione di ingenti risorse finanziarie affinché i Paesi maggiormente toccati dal virus, tra cui l’Italia, ne facciano ampio e intelligente uso.

So che ogni Paese membro sta elaborando piani d’investimenti mirati

sionale), di aver avviato nel 1966 un sistema di formazione e perfezionamento professionale per giovani e adulti di grande valore formativo e integrativo.

Esso riusciva infatti a combinare in una maniera assolutamente nuova ed efficace tutti gli ingredienti per consentire a chi avesse seguito integrallmente e positivamente il percorso formativo triennale o quadriennale un facile accesso alla formazione continua, all’integrazione professionale e sociale e alla soddisfazione persosoprattutto nei settori più fragili e fondamentali e mi auguro che tutti, ma soprattutto l’Italia, considerino il sistema dell’istruzione, della formazione e della ricerca uno dei principali meritevoli di attenzione e d’impegno. La Svizzera, che non fa parte dell’UE, lo fa per conto proprio ed è un buon esempio da imitare perché dimostra abbondantemente che anche un piccolo Paese, senza grandi risorse naturali, può crescere e raggiungere posizioni di punta per competitività, innovazione, prosperità e benessere condiviso.

a cura della

Redazione

Cammina che ti passa

I benefici della camminata

Chi ha risult de ati tto fisi che ci e per avere di benessere bisogna passare ore ed ore in palestra a fare esercizi estenuanti o corse chilometriche? Il nostro fisico lo dobbiamo ascoltare, non sfiancare.

Cosa c’è di meglio che una bella camminata, possibilmente nella natura?

Hai mai pensato a quanto fa bene camminare? Se sei sempre impegnato e non hai mai abbastanza tempo per praticare un po’ di sport, trova almeno 30 minuti al giorno per fare una passeggiata. Ti darà più benefici di quanto tu possa immaginare. Più di duemila anni fa Ippocrate diceva che Camminare è la “migliore medicina”e numerosi studi recenti lo confermano. La camminata fortunatamente è per tutti. Svolgere una moderata attività fisica risulta già molto positivo ai fini di un organismo ossigenato e quindi per la salute. mente una bella passeggiata aiutano a prevenire malattie importanti (come patologie cardiovascolari e diabete) e tiene lontano molte malattie degenerative.

Secondo una ricerca della London School of Economics camminare è la ginnastica migliore per stare in forma. Non hai bisogno di attrezzature particolari, nè di andare in un posto specifico. Se vai a camminare puoi gestirti come meglio preferisci, scegliere di farla in compagnia o in solitudine e quando e dove vuoi. Il tuo corpo e la tua mente ti ringrazieranno!

La ricerca della London School of Economics ha studiato 50.000 pazienti tra il 1999 e il 2012 per verificare come il loro organismo reagisse agli esercizi da palestra rispetto ad una regolare camminata. Il risultato dello studio è che una passeggiata di mezz’ora al giorno a passo svelto è il modo migliore per perdere peso e stare in forma. Camminare è il moto più naturale –hanno sintetizzato gli studiosi inglesi – mezz’ora al giorno di cammino sono meglio della palestra per mantenersi in forma.

Vediamo fa bene: insieme perchè camminare

I benefici della camminata

Camminare fa bene perché permette di migliorare la salute, ridurre lo stress, contribuisce a rilassare la tensione muscolare e ci aiuterà inoltre a dormire. Ma vediamo in dettaglio quali sono i benefici della camminata:

Aiuta l’insulina.

Camminare favorisce il lavoro dell’ormone insulina che metabolizza benissimo gli zuccheri prevenendo il diabete.

Fa bene alle ossa.

Camminare aiuta inoltre la mineralizzazione ossea (primo passo contro l’osteoporosi) e contrasta tutte quelle malattie ossee che con il

Fa bene alla vista

Mentre quotidianamente siamo spesso impegnati davanti a un computer, o a leggere un libro, a cucinare, o a passare il tempo in uno spazio chiuso come la casa o l’ufficio, una camminata all’aria aperta, specie se in mezzo alla natura, farà bene ai tuoi occhi, esercitando la vista da lontano. Sembra una banalità, ma non è sempre così scontato.

Allena il cuore.

Camminare fa bene anche al nostro cuore poiché la camminata veloce mantiene più alto il battito cardiaco sottoponendolo ad un ottimo lavoro e allenamento mantenendo migliore la funzionalità cardiaca. Inoltre camminare, così come svolgere altra attività fisica, aiuta a regolare il colesterolo.

Perdita di peso.

La camminata veloce è un ottimo alleato a chi vuole perdere peso e dimagrire infatti pensiamo solo che per un buon allenamento giornaliero basteranno 10 mila passi. Sono tantissimi voi direte, ma pensate che solo facendo le mansioni quotidiane in casa, fare le scale del condominio o andare a fare la spesa ci faranno fare circa dai 4000 ai 6000 passi giornalieri, dunque non è così impossibile come cosa.

Ti ammali di meno

Grazie al migliore funzionamento del sistema circolatorio, le tue difese immunitarie saranno più attive, aumenterà il rilascio di edorfina, stimolerà il sistema linfatico, diminuirà il livello di stress e ti sentirai più riposato: requisito essenziale per permettere al tuo sistema immunitario di lavorare più efficacemente.

Adatta a tutti.

La peculiarità principale della camminata è che la può fare chiunque. Non serve essere allenati, non serve avere molta forza nelle gambe e nemmeno un fisico statuario, camminare è indicato a tutte quelle persone che vogliono farlo, come gli obesi, che non avendo gravi problemi di salute, solamente con la loro volontà possono farlo, anche iniziando con piccole sessioni da 10 minuti per poi incrementarle col tempo. Secondo degli studi svolti su 130 persone in America questa attività, stimolando le funzioni cardiorespiratorie, aumenta il flusso di sangue al cervello, migliorandone di conseguenza le funzioni cerebrali come memoria e attività generali.

Riduce il rischio di cancro al seno

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista della American Association for Cancer Research, le donne in menopausa che camminano regolarmente almeno 30 minuti al giorno riducono del 10% il rischio di cancro al seno rispetto a chi conduce una vita sedentaria.

Mette di buon umore

Quando la tua mente è più leggera, ti senti più rilassato e di buon umore. Uno studio inglese dimostra infatti come camminare nel verde salvi dai pensieri negativi. Prenditi questo tempo per distrarti da tutti gli impegni della giornata e concentrati su te stesso.

Come trarre camminata beneficio dalla

In una camminata normale è molto importante appoggiare bene prima il tallone e poi, in modo graduale ma deciso, il resto del piede dalla pianta fino alle dita. L’appoggio del piede è fondamentale se solo pensate che ad ogni nostro passo il peso del corpo graverà sul piede appoggiato dunque facciamo tanta attenzione a questo particolare. Questo movimento regolare è fondamentale poiché dà equilibrio alle articolazioni del piede e del ginocchio. Se invece camminiamo in modo scorretto, possiamo causare degli scompensi sia all’articolazione del ginocchio ma anche all’articolazione coxofemorale a livello delle anche e zona lombare. Anche la scelta della scarpa ovviamente ha la sua importanza la quale dovrà avere un tacco di circa 34 cm, oltre a essere comoda ma non larga. Anche se i medici addirittura consigliano di camminare “come mamma ci ha fatti” , cioè scalzi, perché il nostro piede nudo saprà sempre al meglio come regolare il peso del corpo. Ovviamente la scarpa da jogging è perfetta poiché studiata per una camminata comoda e senza dispersione inutile di energia. Le calzature dal tacco molto alto (1012 cm) sono invece controindicate perché sovraccaricano l’avampiede scompensando il sistema articolare. Anche la postura del proprio corpo è molto importante partendo dalla testa che deve essere dritta guardando dunque avanti, le spalle rilassate, l’addome leggermente contratto e le braccia che seguono il movimento delle gambe. I passi non dovranno essere troppo lunghi ma secondo le esigenze del corpo, dunque passi naturali. Le nostre anche piano piano si sbloccheranno aumentando così il vostro raggio di ampiezza del vostro passo.

Il consiglio sulla frequenza questa attività è sempre seconda dello stile di vita:

Persone poco allenate: di a

se non siete allenati o avete problemi posturali o di obesità, con la camminata è possibile partire da un intensità simile a quella che utilizziamo giornalmente, per 10 minuti, riposare 23 minuti e ripartire con altri 10 minuti per altre 2 volte. Partiamo da questo, poi con il tempo incrementeremo il minutaggio eliminando le pause. Mi raccomando decidete voi il ritmo di passo da tenere.

Persone allenate:

secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) una buona attività fisica giornaliera si stima in circa 10000 passi che sono approssimativamente 7km. Questo dunque sarà il nostro obiettivo giornaliero per avere un organismo sano, ossa forti, cuore allenato ed allontanare quelle malattie che affliggono le persone sedentarie. Se fate un lavoro da seduti dunque sarà più difficile per voi rispetto a coloro che lavorano in movimento o che macinano km su km al giorno, ma con la buona volontà e delle scarpe comode è tutt’altro che impossibile arrivare a questi 10000 passi. È consigliabile dunque camminare per mezz’ora al giorno a chi è più allenato con l’ulteriore consiglio di tenere le braccia a 90 gradi per un’ottimale ondulazione del corpo e mezz’ora ogni 23 giorni ai meno allenati per poter arrivare ad un ottimale allenamento anche giornaliero. Camminare ci porterà anche ad un discreto consumo di calorie, circa 100120 ogni mezz’ora, ideale per chi, oltre al benessere dell’organismo, ha l’obiettivo di dimagrire e bruciare quella fastidiosa cellulite e il grasso intorno agli addominali.

Detto tutto ciò, ora non ci resta che mettersi delle scarpe comode ed andare a camminare!

a cura di

Stefania Calzà Santoni

Il ritorno alla natura

I chiodi di garofano (Eugenia Carophyllata)

Furono i Greci a chiamare l’albero di chiodi di garofano Caryophyllon, da Cary, noce e phyllon, foglia: quindi foglia di noce. Insieme alla cannella, è tra le spezie più apprezzate nell'uso medicinale ed è considerata come un vero e proprio antibiotico naturale.

Ichiodi di tuiti da garofano sono piccoli boccioli costidella infiorescenza dell’Eugenia Carophyllata, raccolti ancora chiusi ed essiccati al sole, la cui forma ricorda appunto quella di piccoli chiodi, ma non ha niente a che vedere con il garofano del quale ricorda esclusivamente il profumo. È un albero sempreverde originario dell’Indonesia, in particolare dell’arcipelago delle Isole Molucche (ma coltivato anche nelle Antille, Madagascar, Zanzibar, Brasile e Sri Lanka). Appartenente alla famiglia delle Myrtacee, ha forma piramidale e una altezza che varia dai 10 ai 15 metri con tronco liscio e corteccia grigiogiallastra. Le foglie sono opposte, ovali o lanceolate, piuttosto coriacee. Il loro colore varia dal rosato delle foglie più giovani al verde scurobruno delle foglie mature.

Sono caratterizzate da un odore aromatico pungente dovuto alle ghiandole oleifere che si intravedono in trasparenza. I fiori sono violetti o color porpora, raggruppati in mazzetti da 20 a 25 all’estremità dei rami. Il frutto è una bacca con due cavità che contengono numerosi semi.

Questa spezia è conosciuta e largamente impiegata già a partire dal 2.500 a.C. dai cinesi: si narra che durante la dinastia Han (circa 400 anni a cavallo della nascita di Cristo) chiunque venisse ricevuto dall’imperatore, non poteva esimersi dal tenere in bocca un chiodo di garofano, prima e durante il colloquio, per profumare l’alito e prevenire la diffusione di batteri. Gli Egizani usavano l'olio essenziale di chiodi di garofano nelle pratiche di imbalsamazione, per il suo elevato potere antimicrobico, mentre i Romani lo usavano per rendere più digeribili le carni e, in cosmetica, per le proprietà aromatizzanti. Nel Medioevo, Santa Ildegarda ne elogiava le qualità contro il mal di testa, la sordità e l’idropisia (raccolta di liquido nelle cavità sierose del corpo quali pleura, pericardio ecc. e nel tessuto connettivo). In Occidente arrivarono nel ‘500 importati dagli Olandesi direttamente dalle Maldive e dall'isola di Zanzibar dove, ancora oggi, questa spezia è una delle principali risorse locali. Dal 1700 in poi, entrarono a pieno titolo nell’utilizzo culinario per la preparazione di aromi di pasticceria e nelle ricette salate.

CURIOSITÀ

Il nome “chiodi di garofano” deriva dal fatto che una volta essiccati ricordano dei chiodi mentre la loro essenza evoca il profumo del garofano comune (Dianthus caryophyllus della famiglia Caryophyllaceae).

Infuso:

ha azione carminativa, migliora la digestione e contrasta il gonfiore addominale. Aggiungere 23 chiodi in 300 ml d'acqua e portare ad ebollizione, spegnere e lasciare 10 minuti, filtrare e bere.

Olio essenziale:

é utilissimo per combattere le micosi dell'epidermide e delle unghie. Basta applicarlo puro sulle zone interessate con accortezza di non esporle alle luce del sole per evitare effetti fotosintetici. È inoltre usato in aromaterapia per la purificazione dell'aria degli ambienti, per fumigazioni in caso di infezioni delle prime vie aeree. Alcune gocce in un cucchiaio di olio vegetale da massaggiare sulla pancia in caso di spasmi intestinali possono costituire un benefico sollievo a questo disturbo.

Collutorio:

un decotto ottenuto facendo bollire un cucchiaino di chiodi di garofano in mezzo litro d’acqua per 10 minuti e lasciato raffreddare può costituire un buon collutorio. L’eugenolo, ossia l’olio essenziale estratto dai chiodi di garofano è contenuto in farmaci da banco per uso topico da applicare sulla parte dolorante grazie alla sua azione anestetica.

Antitarme e deodorante:

se messi negli armadi in sacchetti aromatici i chiodi di garofano tengono lontane le tarme, così come se messi in un piccolo contenitore nelle dispense in cucina tengono lontane le farfalline del cibo. Inoltre uniti al limone in una ciotola sul davanzale aiutano a tenere lontano le mosche.

PROPRIETÀ

Anestetiche e analgesiche:

contribuiscono ad allontanare il senso di dolore grazie all'eugenolo, che è analgesico ma anche antisettico e quindi disinfetta i tessuti. Rappresentano perciò un ottimo rimedio naturale per il mal di denti e le gengiviti e vengono largamente utilizzati nella composizione di molti disinfettanti orali. Parliamo ovviamente di rimedi che non possono sostituire le cure del dentista in caso di carie o problemi più complessi, ma in mancanza di farmaci, tenere un chiodo di garofano in bocca in prossimità del punto interessato può aiutare ad alleviare il dolore. L’effetto antidolorifico dei chiodi di garofano è molto utile anche per lenire i dolori articolari. Un modo veloce ma efficace di beneficiare di questi straordinari doni della natura è quello di scaldare una manciata di chiodi di garofano in una padella. Quando sono caldi, poneteli in un panno di cotone ripiegato, chiudete con un laccio formando un sacchettino, e mettetelo ancora caldo sulla zona dolorante.

Antiossidanti e conservanti :

altra virtù di questa preziosa spezia è quella di essere un potente antiossidante naturale.

Benefiche per l’apparato digerente:

l'assunzione dei chiodi di garofano favorisce la digestione, permettendo al cibo di passare senza intoppi lungo l’intestino. In questo modo si evita anche l’accumulo di tossine che provoca disturbi e malattie. Vantano inoltre proprietà carminative, in grado cioè di contrastare i gas intestinali. Poiché sono in grado di facilitare il transito intestinale, una delle felici conseguenze che queste spezie provocano è la capacità di ridurre l’acidità gastrica dovuta al reflusso del cibo e degli acidi durante la digestione. Sono talmente potenti da riuscire anche a ridurre le eventuali infiammazioni in corso, uccidendo i batteri dannosi che si annidano in questo tratto.

Combatte l'azione dei radicali liberi contrastando l'invecchiamento della pelle e mantenendo giovane l'organismo. Può essere utilizzata anche per conervare più a lungo la freschezza dei cibi.

Antimicrobiche:

gli antichi egizi li utilizzavano per imbalsamare i cadaveri ed evitare il formarsi di funghi e batteri dannosi. Oggi gli infusi di questa spezia sono utilizzati per combattere micosi della pelle, spesso uniti a timo e coriandolo.

Antinfiammatorie:

grazie ai flavonoidi in essi contenuti. Ricchi di tannini dall’azione antinfiammatoria e balsamica, i chiodi di garofano sono un rimedio contro tutte le infiammazioni del cavo orale come gengiviti, herpes simplex, stomatiti, mal di gola, raffreddore e tosse.

Toniche:

aiutano a vincere la spossatezza e il mal di testa, stimolando la circolazione sanguigna. Per questo motivo i chiodi di garofano sono considerati dei buoni afrodisiaci.

La ricetta

Brodo vegetale profumato

I chiodi di garofano sono perfetti per insaporire un semplice brodo vegetale, da usare come base per la preparazione di zuppe, risotti e minestre o anche per realizzare piatti più elaborati. È sufficiente inserire uno o due chiodi nella cipolla da usare nel brodo, che saranno poi estratti a fine cottura. Il brodo risultante sarà profumatissimo e speziato, l'ideale per dare un tocco aromatico alle vostre ricette.

a cura di Graziella Putrino

… 2021…

Care lettrici, Cari lettori,

Nella ricerca dell‘incontro e di relazioni casuali o durature tra noi persone, si mette in gioco uno degli elementi più profondi della personalità nello sforzo per maturare: l’umiltà. Una virtù che determina la qualità del rapporto con se stessi e con gli altri, in una lotta per superare il male dell’orgoglio e le sue conseguenze, per scusare, comprendere o chiedere perdono, rendendo possibile il recupero di una storia comune e un’identità condivisa, facendo sbocciare affetto dal risentimento. Si tratta della virtù più personale, perché ci permette di scoprire noi stessi nella nostra realtà più intima, per accettarci come siamo e superarci senza voler mai smettere di essere figlio, fratello, padre o madre, nonno, nipote, figlioccia, amico, vicini

Chi non lo vive così ha in genere molte carenze che arrivano a provocare serie disfunzioni a livello di personalità, perché siamo stati creati per amore e per amare, come dinamica essenziale della nostra vita. Per questo, di fronte a porte che rifiutano di aprirsi, senza desistere, resta ancora la risorsa di continuare a sperare con l’anima in pace e di aspettare, evitando l’oblio. Perserverando con amore.

Alla fine di un anno negativo, si è tentati di essere pessimisti sulla vita, e perfino di disperare. Questo accade particolarmente quando ci circondiamo ogni giorno di titoli negativi di fronte alla morte, alla distruzione e agli inganni interpersonali che si susseguono nel mondo. È tuttavia importante ricordare che le cattive notizie, il dolore, non hanno l’ultima parola.

Non possiamo permettere ai titoli dei mass media, della politica, a litigi di famiglia, di dettare la nostra vita e di offuscare la nostra mente. Abbiamo il compito di essere critici davanti ad ogni evento e di cercare in noi per trovare il significato ultimo dell’esistenza umana. Dell’esistenza di ognuno di noi. Del nostro contributor. E questo, vissuto al quotidiano.

I rapporti tra di noi sono «spesso governati da litigi, critiche, giudizi, condanne, piuttosto che dalla benedizione e dall’apertura del cuore» , ci ricorda lo psicologo Yves Boulvin, studioso delle relazioni interpersonali.

Riscoprire il significato profondo degli auguri che ci facciamo a cavallo tra un anno che finisce e uno appena nato, sarebbe augurare il bene, parlare bene dell’altro: «bene dicere» in latino significa letteralmente “dire bene” . È entrare pian piano in una logica d’amore universale, che vede il bene, le cose belle, il lato buono di ciascuno, e ringrazia.

Evocare delle qualità o mostrare gratitudine ha spesso ripercussioni inaspettate su di noi e sulla nostra qualità di vita. Usare parole personali tocca di più di una formula preconfezionata, purché queste parole siano scelte con cura, perché creano un rapporto con l’altra persona. Il modo in cui le parole sono formulate è importante quanto il loro contenuto. Non c’è bisogno di scrivere a lungo, ma solo di avvicinarsi il più possibile a ciò che l’altra persona si aspetta, un modo per imparare il distacco è l’atto gratuito senza mai sapere se l’obiettivo è stato raggiunto. Cosa farebbe bene all’altro? Quali sono i suoi desideri? Allora gli auguri, al di là della formula educata, esprimeranno un affetto che può arrivare fino all’altro.

“Quando un uomo, pur potente che sia, riesce a chiedere scusa all'ultimo dei suoi simili, egli ha raggiunto la consapevolezza dell'essere un uomo vero. ” (Luciano Sante Manara)

Formulare gli auguri non significa far credere che l’anno sarà risparmiato da qualsiasi sofferenza e da ogni

difficoltà. Possiamo solo desiderare di accogliere con fiducia tutto ciò che accade. I momenti belli. I momenti brutti.

Il perdono è una forza che risuscita a vita nuova e infonde il coraggio per guardare al futuro con speranza. (Papa Francesco)

Tornando alle origini della tradizione, dobbiamo risalire ancora più indietro nell’Antichità, quando i Romani lanciavano uccelli dall’alto del Campidoglio perché portassero i loro auguri ai confini dell’Impero.

Il 1° gennaio di ogni anno, la liturgia della Messa ci ricorda la benedizione di Dio su Aronne (il fratello sconosciuto di Mosé) di oltre tremila anni fa, che conclude l’ufficio liturgico: “Che il Signore vi benedica e vi custodisca! Che il Signore faccia risplendere il Suo Volto su di voi, che vi prenda in grazia! Che il Signore volga il Suo Volto verso di voi, che vi porti la pace! Nel testo originale, la triplice invocazione del nome di Dio assicura a Israele la presenza del Dio dell’Alleanza, fonte di ogni benedizione, di ogni parola di bene.

Tra le persone che ci passano per la mente abbiamo sicuramente cugini un po’ soli, una cognata in difficoltà, un figlio, una figlia arrabbiati, perchè non siamo delle mamme e dei padri perfetti, un’amica, un vicino, che

hanno bisogno di un po’ di comprensione. Scegliamo una persona specifica a cui vogliamo avvicinarci, riprendiamo i contatti con pazienza e dolcezza. Con speranza.

Magari, se manteniamo l’impegno almeno fino alla fine di quest’anno, non salveremo l’umanità, ma avremo abbattuto dei sentimenti negativi che ci tormentano il cuore.

a cura di

Andrea Pagnacco

pittore

Glattfelder e la concretezza nell'arte figurativa

Un maestro della corrente del concretismo

LLo mi confe sono sso, ent recentem usiasmato ente nel fruire con molta attenzione di una mostra personale dell'artista Hans Jörg Glattfelder che si tiene al Rappaz Museum situato nel centro storico di Basilea. Si tratta di un pittore svizzero che ha vissuto molto tempo in Italia. Già negli anni '60 si stabilisce a Firenze. Nel 1970 si trasferisce a Milano e in seguito sul Lago d'Orta. Durante il suo soggiorno in Italia ha avuto contatti con molti personaggi importanti della cultura del nostro paese. Attualmente vive e lavora a Parigi.

Si tenga nota che io come pittore sono alquanto lontano dal fare arte di Glattfelder perché sono da sempre un figurativo a tutto tondo. Hans Jörg al contrario non è solo un artista ma un maestro della corrente del concretismo che si sviluppò in Europa negli anni '45 '60 nell'ambito del filone dell'arte astratta. Arte astratta di cui i principi fondamentali sono anche legati alla geometria e si basano sui colori primari che sono il rosso, il giallo e il blu, il nero e il bianco, stesi per campiture piatte in assenza totale del chiaro e scuro.

Rispettando queste regole e modificandole secondo il suo estro e la sua personalità, Glattfelder ha proseguito nel suo percorso artistico sino ad oggi.

Non ci sono dubbi, questo artista molto noto in tutta la Svizzera e all'estero è estremamente rigoroso nella sua puntigliosa svariata manualità, anche perché ciò lo richiede la multiforme disciplina del “concreto” in arte.

Sia che si vedano le opere di Hans Jörg Glattfelder da molto vicino o da una certa distanza (che potrebbe influenzare positivamente lo spettatore), non cambia niente. Il prezioso tessuto pittorico non viene alterato dalle distanze e ciò è un notevole merito di questo artista.

IN LIBRERIA E SU INTERNET

Cinquanta anni di narrazione di rivendicazioni delle Colonie Libere Italiane e di lotta per i diritti umani dalla prima iniziativa anti – inforiestamento di Schwarzenbach nel 1970 ad oggi attraverso il racconto di un italosvizzero

Il libro, ricco di aneddoti personali e di famiglia, tratta dei motivi e delle differenti categorie di migrazioni, di accoglienza, d’asilo, di pregiudizi, di discriminazioni, di bullismo, di permessi di soggiorno, d’integrazione, di cittadinanza, di democrazia, di miti da sfatare, di formazione ed educazione ai diritti umani, di scuola svizzera e italiana!

"Michele Scala lascia nel libro la via accademica e sceglie la complessità delle spiegazioni e la pedagogia dell’autenticità per sensibilizzare meglio i lettori. Ho apprezzato questa scelta perché fa apparire dietro un’osservazione –la mobilità – una persona e un destino. Scala non nasconde le difficoltà vissute, le sofferenze, i momenti di vita che l’hanno costretto a fare delle scelte, senza tuttavia la consapevolezza di prevederne le conseguenze. " Sandro Cattacin, professore ordinario di Sociologia Università di Ginevra (Svizzera)

"I Diritti umani che in questo libro Michele Scala appassionatamente spiega, in primis, ai suoi alunni, pubblico ideale nella sua gioventù e freschezza, sono l’engagement quasi obbligato di un uomo colto, libero e aperto che ha vissuto sulla propria pelle i risultati del loro scadimento, come quando non gli si volle affittare una casa perché italiano, o quando la stessa comunità italiana gli voltò le spalle perché era diventato anche svizzero" . Jacopo Giovanettina, Jacopo Giovanettina, professore e collega (Losanna)

"Michele Scala invita a volgere lo sguardo al passato. L’obiettivo è quello di contribuire a consolidare il senso di civile convivenza fra le generazioni future. Lo fa, sullo stimolo della propria esperienza personale, parlando di migrazione. Spiegata ai ragazzi….. Ci racconta di esperienze maturate a tutela dei diritti. Quelli oggi universalmente riconosciuti come diritti umani, la cui applicazione è tutt’altro che scontata, rappresentando ancora, nei fatti, una grossa sfida. Perché il loro rispetto dipende soprattutto dalle volontà politiche dei diversi stati. " Giangi Cretti, Direttore della Comunicazione Camera di Commercio Italiana per la Svizzera (Zurigo)

Michele Scala è nato a Marigliano e ha studiato Lingue e Letterature straniere (inglese, francese, spagnolo e portoghese) presso l’Istituto Universitario “Orientale” di Napoli. Emigrato in Svizzera all’età di 24 anni, ha conseguito la laurea in Lettere all’Università di Losanna (italiano, storia e geografia) e in Diritti Umani all’Università di Ginevra. Impegnato in prima persona nella gestione politica e istituzionale in diversi comuni svizzeri prima da consigliere comunale poi da presidente nel 1998 a Vallorbe e nel 2014 a Renens, ha insegnato storia, geografia e italiano in una scuola media cantonale, è attualmente giudice assessore (popolare) non togato alla Giustizia di Pace di Losanna, in precedenza al Tribunale Cantonale, traineranimatore di diritti umani nelle scuole svizzere per parte di Amnesty International, presidente dell’AVIVO Renens e della Colonia Libera Italiana di Losanna.

Il settore automobilistico

a cura di

Graziano Guerra

Da poco ci spalle un siam anno o lasciati alle quasi incomprensibile. La pandemia ha messo in ombra tutto, compreso il mondo dell'automobile. Il Salone Internazionale dell'Automobile di Ginevra ha dovuto essere annullato e non avrà luogo nemmeno nel 2021. Impianti di produzione chiusi, rottura delle cate

in Svizzera

Un'auto nuova su tre con sistemi di propulsione alternativi

ne di fornitura e showroom interdetti al pubblico hanno portato a un drastico calo delle vendite. Il 2020 si è concluso con i peggiori risultati dai tempi della crisi petrolifera degli anni '70.

Ma ci sono anche degli aspetti positivi. Numerosi nuovi veicoli elettrici, ibridi, a gas e a idrogeno sono arrivati quest'anno sulle strade svizzere, a fine novembre 2020 erano già più di 54.000. Al 35,5%, più di un'autovettura nuova su tre aveva una trazione ibrida, elettrica, a gas o a celle a combustibile. La loro quota di mercato è stata del 26,1% di cui il 12,7% rappresentato da "veicoli plugin" ovvero modelli puramente elettrici o ibridi plugin.

Un 2021 non facile ma con tante novità

A seconda di come si svilupperà il tasso di infezione da Covid19, il 2021 sarà una sfida anche per i costruttori. Oltre ai rischi per la salute, le case e i loro fornitori stanno tagliando posti di lavoro, e il PIL è in calo. Il che porta a una minore voglia di comprare. Inoltre, un cambiamento radicale è all'orizzonte. L'elettro mobilità sta guadagnando sempre più consensi, e dei circa 160 nuovi veicoli annunciati per il prossimo anno, più di 50 sono completamente o parzialmente elettrici. Di seguito vi proponiamo alcune novità in arrivo nel nuovo anno.

Alfa Romeo Giulia e Stelvio arriveranno a novembre con tratti più snelli. Soprattutto, entrerà in scena il SUV Tonale, basato sulla Jeep Renegade. Il suo prezzo d'ingresso dovrebbe essere di poco superiore ai 30.000 franchi.

Ferrari Portofino M, la M sta per “Modificata” , ha un V8 da 620 CV e una trasmissione a doppia frizione. È la roadster entrylevel della Ferrari; per qualche franco in più, c'è la SF90 Spider Stradale da 1000 cavalli. Un V8 da quattro litri fornisce la potenza di base di circa 800 CV, tre motori elettrici aumentano coppia e potenza. Trazione integrale, velocità massima 340 km/h.

Lamborghini porta in pista la sua stradale più brutale: la Huracán STO che monta un V10 da 640 CV per meno di 1400 chilogrammi. Velocità 310 km/ h. L'hyperSUV Urus è un po' più lento: 4,0 litri, solo otto cilindri nella variante ad alte prestazioni, ma 650 CV grazie a un biturbo. Un automatico a otto marce invia il massimo di 850 Nm di coppia alle quattro ruote.

Maserati, la supersportiva MC20 da 639 CV, tre litri e sei cilindri ha l’aerodinamica affinata dalla Dallara. Seguirà una spider e una completamente elettrica. Il SUV Levante previsto a settembre sarà elettrificato; la Grecale è annunciata per ottobre. Sono previsti motori a benzina, diesel e una trazione ibrida.

Fiat sta adottando un approccio più rilassato: la nuova 500e sarà disponibile con trazione elettrica, come cabriolet, o per la prima volta con una seconda porta passeggeri aggiuntiva ad apertura anticipata. A febbraio è previsto l’arrivo della Tipo rinnovata, con la Tipo Cross come nuova variante.

a cura di

Graziano Guerra

Collari d'Oro 2020: per il ciclismo 47 riconoscimenti

Assegnata la più alta onorificenza sportiva anche ai campioni del passato

Il CONI ha aggiornato l’elenco degli atleti a cui la Commissione Benemerenze del Comitato Olimpico, in base a specifica determinazione della Giunta Nazionale, ha riconosciuto il Collare d’Oro al Merito sportivo, la più alta onorificenza sportiva. Il ciclismo ha fatto la parte del leone, con 47 atleti del passato remoto e recente insigniti dell’ambito riconoscimento che viene assegnato ai Campioni del Mondo. Quelle di quest'anno sono assegnazioni anche per gli anni in cui non era istituito il collare d’oro. Così nell’elenco del Comitato Olimpico aggiornato, oltre a quello di Gianni Bugno figurano i nomi dei campioni del mondo strada Vittorio Adorni (Imola ’68), Moreno Argentin (1986), Marino Basso, Maurizio Fondriest, Francesco Moser e Giuseppe Saronni e anche quello di Filippo Ganna, vincitore nella crono mondiale di Imola 2020 e campione del mondo nell’inseguimento per ben quattro volte. Nell’elenco aggiornato troviamo anche i campioni del mondo dilettanti Sante Ranucci (1955), Renato Bongioni (1962), Vittorio Marcelli (1968), Claudio Corti (1977), Gianni Giacomini (1979) e Mirko Gualdi (1990); gli iridati nelle 100 km a squadre del 1962 (Grassi, Maino, Tagliani e Zandegù), del biennio 1964 1965 (Andreoli, Dalla Bona, Guerra, Manza, Denti e Soldi), del 1987 (Fortunato, Scirea e Vanzella e Poli, a cui è stato già assegnato il collare nel 2015) e del 1991 (Anastasia, Colombo, Contri e Peron). Spazio anche ai vincitori della maglia iridata su pista Pietro Algeri (inseguimento a squadre 1971), Roberto Amadio (inseguimento a squadre 1985) Luigi Borghetti (inseguimento individuale 1968), Lorenzo Bosisio (inseguimento a squadre 1968), Massimo Brunelli (inseguimento a squadre 1985), Antonio Castello (inseguimento a squadre 1966), Claudio Golinelli (inseguimento individuale 1989), Bruno Gonzato (tandem 1967), Valter Gorini (tandem 1968), Giampaolo Grisandi (inseguimento a squadre 1985), Giorgio Morbiato (inseguimento a squadre 1968), Gino Pancino (inseguimento a squadre 1966), Luigi Roncaglia (inseguimento a squadre 1966), Gianni Sartori (km con partenza da fermo 1969), Giordano Turrini (tandem 1968) e Dino Verzini (tandem 1967). Il totale dei Collari d’Oro assegnati al ciclismo in questo 2020 è di 47. Un ulteriore successo che si aggiunge in modo emblematico alle 49 medaglie conquistate in questo 2020 dagli atleti delle Nazionali.

Il ciclismo punta sui giovanissimi

Il ciclismo pro ormai ha deciso di puntare decisamente sui giovani. Sulla scorta delle vittorie record di Egan Bernal e Tadej Pogacar agli ultimi due Tour de France, rispettivamente 4° e 2° più giovane vincitore della prova nella storia (in una classifica guidata da un vincitore rocambolesco) e degli exploit del fenomeno Evenepoel, c’è sempre più attenzione nel cercare di scoprire nuove “gemme” , le quali oltretutto sembrano ormai essere già pronte da subito per fare risultati, rispetto alle più o meno lunghe gavette del passato. In questi giorni fa sicuramente notizia l’interessamento al 15enne Ronald Bernal, fratello minore di Egan, da parte della Androni giocattoliSidermec, che non lo ha messo sotto contratto, contrariamente a quanto riportato da molti media, ma sulla base di alcuni Egan e Ronald Bernal risultati in gare locali a Zipaquirà, in Colombia, e l’attenzione del fratello e di vari talentscout (attivissimi in Colombia ultimamente) ne ha suscitato l’interesse, per cui verrà “seguito ed aiutato” dalla struttura di Gianni Savio, come lui stesso ha dichiarato. Quindi il giovane Ronald potrà avere sicuramente un accesso rapido al mondo professionistico se manterrà le promesse (di sprinter, al contrario del fratello). E per rapido si può ipotizzare già solo un paio d’anni.Ha 17 anni infatti il nuovo talento, lui si già sotto contratto, della BoraHansgrohe Cian Uijtdebroeks, belga, considerato “il nuovo Evenepoel” .

Timballo di crespelle

Ingredienti per 4 persone

1250 g latte 250 g farina 00 400 g scamorza affumicata 80 g burro più un po’ 80 g farina integrale di farro 6 carciofi 4 uova noce moscata limone timo aglio vino bianco olio extravergine sale

Mescolate 500 g di latte con la farina e le uova, ottenendo la pastella. Ungete con un pezzettino di burro una padella (ø 25 cm) e preparate le crespelle. Pulite i carciofi e tagliateli a fette, mettendoli in una ciotola di acqua e limone, a mano a mano che li tagliate.

Scolateli e cuoceteli saltandoli per 2 minuti in una padella con un filo di olio, uno spicchio di aglio schiacciato che poi eliminerete, una presa di sale e un pizzico di timo tritato. Sfumateli con uno spruzzo di vino bianco, cuocete per un altro minuto e spegnete. Coprite la padella col coperchio. Sciogliete in una casseruola 80 g di burro e incorporatevi la farina di farro. Unite 750 g di latte freddo; mescolate e cuocete per 10 minuti, ottenendo la besciamella. Salate e completate con noce moscata.

Grattugiate la scamorza con una grattugia a fori grossi. Imburrate una pirofila (30 x 18cm); coprite il fondo con uno strato di crespelle, facendole debordare bene. Spalmatevi uno strato di besciamella, poi cospargetela con la scamorza e i carciofi. Fate un altro strato di crespelle, besciamella, formaggio e carciofi, e un altro di crespelle. Terminate con un terzo strato di besciamella, formaggio e carciofi, quindi richiudete i lembi di crespelle sulla superficie. Infornate la pirofila a 180 °C per circa 15 minuti.

Merluzzo con olive e cavolini di Bruxelles

Ingredienti per 8 persone

8 tranci di merluzzo fresco, senza pelle 600 g cavolini di Bruxelles 100 g olive taggiasche 80 g cipolla aglio olio d'oliva sale pepe

Per la ricetta del merluzzo con olive e cavolini di Bruxelles, sfogliate i cavolini di Bruxelles; lavate e scolate le foglie. Soffriggete in un velo d’olio 3 spicchi d’aglio interi, le olive snocciolate e la cipolla finemente tritata.

Unite al soffritto i cavolini sfogliati, un pizzico di sale, incoperchiate e lasciate stufare a fuoco moderato per 4 minuti poi accomodate sopra l’intingolo i tranci di merluzzo. Salate, pepate, incoperchiate, fate stufare lentamente per 10 minuti circa, quindi irrorate con un filo d’olio crudo e servite.

Certosino di Bologna

Ingredienti per 4 persone:

500 g miele 350 g farina 250 g confettura di mele cotogne 200 g mandorle con la buccia 100 g frutta candita mista tritata (limone, ciliegie, cedro, arancia, melone) 80 g cioccolato fondente 75 g Marsala secco 50 g pinoli sgusciati 50 g cacao amaro 12 g lievito in polvere per dolci frutta secca assortita frutta candita intera frutta candita intera cannella in polvere burro

Per la ricetta del certosino di Bologna, scaldate leggermente 300 g di miele con la frutta candita tritata.

Raccogliete in una ciotola la farina, il lievito, un cucchiaio di cannella, il cacao, il cioccolato e le mandorle sminuzzati, i pinoli, la confettura di mele cotogne e il Marsala; unite quindi il miele con la frutta candita e amalgamate bene. Imburrate e infarinate uno stampo a ciambella (diametro maggiore 25 cm, diametro minore 8 cm) e riempitelo con l’impasto; lasciatelo riposare per 2 ore.

Decorate il dolce con fette di frutta candita e infornatelo a 180°C per 50 minuti circa.

Sfornatelo, lasciatelo raffreddare e completate la decorazione con noci, nocciole, mandorle e pinoli. Scaldate 200 g di miele e fatelo colare sul certosino per lucidarlo.

Nella legge di Bilancio 2021 agli italiani all'estero saranno garantiti i tetti della spesa pubblica per i capitoli relativi alle attività tradizionali essenziali. Ringraziamo i nostri rappresentanti istituzionali dentro e fuori il parlamento per la collaborazione costruita su rapporti fecondi.

Nelle ultime settimane di discussione degli emendamenti alla "legge finanziaria per il 2021" in Commissione bilancio della Camera dei deputati si ha contezza che molti suggerimenti e proposte sulla spesa corrente e di rilancio dell'economia dell'Italia avanzate dal CGIE a sostegno delle politiche a favore degli italiani all'estero, attraverso l’azione diretta dei parlamentari e dei gruppi parlamentari, sono stati inseriti nella manovra.

Domenica

Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero da tempo sta facendo un lavoro analogo a quello delle formiche, nel rispetto delle prerogative che ci riconosce la nostra legge istitutiva e, invece di mettere bandierine, continua a stimolare e proporre interventi innovati e soluzioni per far girare gli ingranaggi che si sincronizzano con la macchina dello Stato oltre i confini nazionali.

Perciò sorridiamo con soddisfazione sia per l’inserimento nella manovra di molte nostre proposte che per la realizzazione degli obiettivi ai quali il nostro organismo ha lavorato durante l’anno. Semplicemente ringraziamo i nostri rappresentanti istituzionali dentro e fuori il parlamento per la collaborazione costruita su rapporti fecondi.

MISURE A FAVORE DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO

Anche per il 2021, nonostante i tempi cupi, difficili e inclementi, agli italiani all'estero saranno garantiti i tetti della spesa pubblica per i capitoli che interessano le variegate attività tradizionali essenziali: servizi consolari, formazione, promozione e sostegno alle iniziative culturali, assistenza e tutela e riduzione della fiscalità, promozione commerciale a sostegno del Made in e by Italy.

Oltre gli interventi delle attività correnti, la manovra contiene diverse novità in materia fiscale per gli immobili di proprietà degli italiani all'estero, per l'assunzione di personale nella rete diplomaticoconsolare, per diverse agevolazioni turistiche e soprattutto per l'organizzazione delle elezioni dei Comites entro il 2021. Auspichiamo che nel Recovery plan ci sia l’attenzione necessaria per avviare anche la digitalizzazione e la semplificazione amministrativa per permettere ai nostri connazionali all’estero di interagire direttamente e in tempo reale con le istituzioni e con l’amministrazione pubblica italiana.

IL NOSTRO PROFICUO LAVORO

Non spetta certamente a noi qualificare il nostro operato, ma il lavoro svolto quest'anno dal CGIE è risultato proficuo e riconosciuto su ampia scala per la sussidiarietà alle attività dello Stato. Merito anche delle e dei Consiglieri impegnati coscientemente ovunque nel mondo, assieme con i Comites e con le Associazioni, con i Patronati e con la rete consolare in una sfida tesa a non lasciare nulla al caso. In un’Italia votata al cambiamento, il CGIE è consapevole che anche gli italiani all’estero dovranno essere coinvolti nel processo riformatore e di modernizzazione esprimendo le loro potenzialità e mettendo a disposizione quanto di meglio e di conoscenza sono in grado di offrire. A questa disponibilità va aggiunta anche la premura per i meno abbienti. L’attenzione del nostro Paese verso i più fragili e i più sfortunati, anche all’estero, non deve venir mai meno. Michele Schiavone (Segretario Gene

(FM97,5), DAB+

rale CGIE)

dalle 7 alle 12

Il saluto di Davide Carlucci, Presidente di Cuore della Puglia, ai Pugliesi in Italia e nel Mondo

Caro pugliese

del mondo,

che sei nel resto

in Canada o in Lombardia, a Chicago o a Caracas, dove la neve imbianca la Foresta Nera o in Costarica, dove il tempo rallenta il suo passo sulle sabbie assolate. In un ospedale di Londra, parlando la lingua universale del dolore, o in Africa, ricorrendo alla memoria dei nostri antenati nel tendere la mano a chi ha da offrire soltanto la sua povertà. Ovunque tu sia: sappi che qui dove sei nato c'è una comunità che non ti ha dimenticato e che non vede l'ora di poter riabbracciarti dopo la lunga, interminabile stagione del Covid.

Già, perché la distanza che corre tra noi che siamo restati e voi che siete andati si è decuplicata, centuplicata, in questi mesi. Fratelli, figli, nonni, cugini, amici, hanno dovuto rinunciare alla fisicità del ritorno, al profumo della loro terra, al calore delle guance di quei ragazzi e quelle ragazze con cui hanno corso spensierati, un tempo, per i vicoli delle nostre città. L'associazione di Comuni "Cuore della Puglia" è nata anche per mantener vivo quell'orgoglio che voi serbate nelle strade che per voi non sono più straniere. Acquaviva, Altamura, Casamassima, Cassano, Cellamare, Corato, Gravina in Puglia, Putignano, Rutigliano, Turi, sono ancora qui che vi aspettano. Ma non è un'attesa immobile: nel frattempo tutto sta cambiando. Stiamo cercando di rendere i vostri luoghi migliori di come li avete lasciati, provando a fare in modo che nessuno sia più costretto a lasciarli.

Siamo impegnati a costruire innovazione sociale, per esempio riutilizzando tutti i terreni e gli immobili abbandonati o confiscati alla criminalità, simbolo di un'Italia che vogliamo lasciarci alle spalle. Stiamo recuperando le vecchie basole dei nostri centri storici, i teatri chiusi da una politica insipiente che non credeva più nella cultura, e quei prodotti buonissimi dei nostri contadini che adesso è la scienza a considerare elisir di lunga vita. In questo percorso abbiamo incontrato l'Anim, l'Associazione nazionale Italiani nel mondo, guidata da Antonio Peragine, instancabile amante della nostra Nazione. Con lui, e con tutti voi, vorremmo scrivere un nuovo capitolo nella storia delle relazioni fra italiani nel mondo che sarà riaperto, trasformando il legame con la nostra identità nel seme di confronti e scambi nel segno della grande generosità per cui si è sempre distinto il nostro popolo. Abbiamo tanto da raccontarvi: di come tanti medici e infermieri qui da noi hanno combattuto ogni giorno contro il mostro invisibile e di quanto abbiamo cercato di continuare a guardare avanti costruendo progetti per il futuro dei nostri giovani.

Auguri di Buon 2021, nell'auspicio che davvero sia l'anno in cui potremo stringerci fino a sciogliere, nel calore dei nostri saluti di vecchi compaesani, questa estenuante lontananza. Davide Carlucci Presidente dell'associazione Cuore della Puglia

La rendita minima AVS/AI aumenta di 10 franchi

In occasione della seduta del 14 ottobre 2020, il Consiglio federale ha deciso di adeguare a partire dal 1° gennaio 2021 le rendite AVS/AI all’attuale evoluzione dei prezzi e dei salari. La rendita minima AVS/AI passerà dunque a 1195 franchi al mese. Allo stesso tempo sono previsti adeguamenti nell’ambito dei contributi, delle prestazioni complementari e della previdenza professionale obbligatoria.

La rendita minima di vecchiaia passerà da 1185 a 1195 franchi al mese, quella massima da 2370 a 2390 (importi versati se la durata di contribuzione è completa). Nell'ambito delle prestazioni complementari all'AVS/AI, i nuovi importi annui destinati alla copertura del fabbisogno generale vitale ammonteranno a 19 610 (attualmente 19 450) franchi per le persone sole, a 29 415 (attualmente 29 175) per le coppie sposate, a 10 260 franchi per i figli di età superiore agli 11 anni ed a 7200 franchi per quelli di età inferiore agli 11 anni.

Il contributo minimo AVS/AI/IPG per

gli indipendenti e le persone senza attività lucrativa passerà da 496 a 500 franchi l'anno, il contributo minimo per l'AVS/AI facoltativa da 950 a 958.

Il Consiglio federale verifica di regola ogni due anni se sia opportuno adeguare le rendite AVS/AI. La decisione poggia sulla raccomandazione della Commissione federale AVS/AI e si fonda sulla media aritmetica tra l'indice dei prezzi e quello dei salari (indice misto).

Il Consiglio federale ha adeguato le rendite l'ultima volta nel 2019, portando l'importo della rendita minima AVS/AI a 1185 franchi.

Adeguamento degli importi limite nella previdenza professionale

Nella previdenza professionale obbligatoria, la deduzione di coordinamento salirà da 24 885 a 25 095 franchi, la soglia d'entrata da 21 330 a 21 510 franchi. La deduzione fiscale massima ammessa nell'ambito della previdenza individuale vincolata (pilastro 3a) passerà a 6883 franchi (attualmente 6826) per le persone che hanno un secondo pilastro e a 34 416 franchi (attualmente 34 128) per le persone che non dispongono di un secondo pilastro. Anche questi adeguamenti entreranno in vigore il 1° gennaio 2021

C CR RU UC CIIV VE ER RB BA A

ORIZZONTALI

1 Rendere meno scuro (9) 10 Una città della Francia (7) 12 Anticamente si chiamava Ut (2) 14 Capitale del Marocco (5) 15 Personal Computer (2) 16 Sorge presso Milano (9) 19 Il nome dell'attore Grant (4) 20 Donna piccola (4) 22 Il combustibile dei missili (11) 23 Santo patrono di Pavia (4) 24 Capo tonnara (4) 25 Lo Hawthorne de La lettera scarlatta (9) 28 Estreme di questa (2) 29 Inchiostro per fotocopiatrici (5) 30 Iniziali dello scrittore Vittorini (2) 32 Luoghi per ritiri (7) 34 Gli orfani... milanesi (9)

VERTICALI

2 Sigla automobilistica di Cuneo (2) 3 Il protagonista di una serie di libri ideata dall'autrice Joanne Kathleen Rowling (11) 4 Si chiamava Persia (4) 5 Una coppia di fari del veicolo (11) 6 Il ruggito dei fumetti (4) 7 Come dire commuoversi (11) 8 Iniziali del regista Aldrich (2) 9 Iniziali del cantante Dalla (2) 11 Iniziali del ginnasta Chechi (2) 13 Strumento musicale di terracotta (7) 15 Permette l'ormeggio (7) 17 In questo momento (5) 18 Giove le si presento trasformato in pioggia d'oro (5) 19 Camera di Punizione Semplice (3) 21 Il bronzo dei Romani (3) 26 Tesoro (4) 27 Gas illuminante (4) 28 Prima di R e dopo di O (2) 31 Iniziali di Quisling (2) 32 Cagliari (2) 33 Congiunzione telegrafica (2)

L' oroscopo della settimana dall' 6 al 13 gennaio

ARIETE Con Venere sempre al tuo fianco, la settimana inizierà alla grande. In amore regna l’armonia, ma dovrai stare attento alle parole di troppo. Nel lavoro sono in arrivo novità, starà a te decidere di coglierle. TORO Stai uscendo da un periodo complicato e i ritorni di fiamma in amore non ti semplificano le cose, servirà molta cautela. Nel lavoro ti senti stanco, i progetti per ora non decollano, porta pazienza. GEMELLI Se hai avuto difficoltà in amore di recente, è il momento di voltare pagina e di dare spazio alle nuove conoscenze. Sul lavoro le cose stanno migliorando, soprattutto in previsione dell’anno nuovo. CANCRO Le stelle ti sono favorevoli e soprattutto in amore, vivrai delle belle emozioni. Se vuoi recuperare una storia fallo ora. Nel lavoro, gli ostacoli saranno presto superati, il nuovo anno sarà di successo. LEONE IGli impegni di lavoro e famigliari, ti stanno facendo trascurare l’amore. Venere inizierà un transito positivo e il cuore ritroverà la giusta serenità. Il lavoro procede lentamente, attento ai soldi. VERGINE Nel fine settimana vivrai qualche disagio con la persona amata, forse c’è un po’ di ambiguità nel rapporto. Sul lavoro, le proposte che riceverai ora, saranno le migliori, pensateci ma non esitate troppo.

BILANCIA Grazie a Giove e Saturno, le nuove relazioni inizieranno sotto una buona stella. Sei più motivato in amore ma devi lasciarti il passato alle spalle. Con l’anno nuovo alle porte, fate progetti nel lavoro. SCORPIONE Nel weekend sarai agitato e poco disponibile col partner. Per alcuni, ci saranno momenti di insicurezza o ripensamenti. Nel lavoro, dovrai evitare le polemiche o sarà una settimana molto pesante. SAGITTARIO Da questa settimana Venere sarà nel tuo segno e l’amore sarà prospero. I single saranno fortunati negli incontri. Nel lavoro porta avanti i tuoi progetti e sviluppa le tue idee, le stelle sono dalla tua parte.

CAPRICORNO Da lunedì, la Luna ti farà battere nuovamente il cuore. Gli incontri saranno favoriti e le coppie ritroveranno la stabilità. Sul lavoro sei stanco e intollerante, non alimentare le polemiche inutili. ACQUARIO Con Giove positivo, avrai il tempo e la voglia di attuare i cambiamenti a cui pensi da tempo. Anche in amore acquisterai più consapevolezza, mentre sul lavoro, persistono i problemi finanziari. PESCI Se hai creato un problema col partner, nel fine settimana potrai parlarne e rimediare. Attenti alle parole di troppo. Il lavoro è in stallo, per vedere qualche cambiamento dovrai attendere l’estate.

Vaccinazione ANTIcovid19 I cantoni pianificano le vaccinazioni

Il vaccino Comirnaty® di Pfizer/BioNTech è stato omologato da Swissmedic il 19 dicembre 2020. Sulla base dei dati sulla sua sicurezza, efficacia e qualità, è adatto senza limitazioni d’età per tutti gli adulti a partire dai 16 anni.

In una prima fase, a fine dicembre alcuni Cantoni potranno iniziare in modo scaglionato con le prime vaccinazioni delle persone particolarmente a rischio in contesti selezionati, per esempio nelle case di cura e per anziani. Dal 4 gennaio 2021, in tutta la Svizzera si partirà progressivamente con la vaccinazione dei gruppi a rischio e di altri gruppi target priorizzati.

Per sapere dove è possibile vaccinarsi, vi invitiamo a rivolgervi al vostro Cantone. L’elenco dei siti Internet dei Cantoni è disponibile a questo indirizzo web: www.ufsp

coronavirus.ch/cantoni

Scopi della vaccinazione antiCOVID19

Anche se la maggioranza delle persone infette sviluppa soltanto sintomi lievi o è del tutto asintomatica, una parte degli ammalati, specialmente le persone particolarmente a rischio, presenta un decorso grave.

Circa il 15 per cento dei pazienti ricoverati in ospedale richiede cure intense, e l’1 per cento circa dei casi di COVID19 accertati nella popolazione muore.

Gli scopi della vaccinazione antiCOVID19 sono pertanto:

Ridurre il numero di decorsi gravi della malattia e di decessi. Garantire l’assistenza sanitaria. Ridurre le conseguenze negative per la salute, psichiche, sociali ed economiche causate dalla pandemia di COVID19.

Chi deve farsi vaccinare?

La vaccinazione è prevista in via prioritaria per i seguenti gruppi target a partire dai 16 anni.

Gruppo target 1: persone particolarmente a rischio (escluse le donne incinte) Gruppo target 2: personale sanitario a contatto con

pazienti/personale di assistenza a persone particolarmente a rischio Gruppo target 3: contatti stretti (membri della stessa economia domestica, familiari assistenti) di persone particolarmente a rischio Gruppo target 4: persone residenti in strutture collettive con un elevato rischio di infezione e di focolaio (p. es. istituti per persone disabili).

Poiché all’avvio delle vaccinazioni non saranno disponibili sufficienti dosi di vaccino, è necessaria un’ulteriore priorizzazione all’interno del gruppo target 1.

Avranno accesso per prime alla vaccinazione le seguenti persone:

e a seguire: persone a partire dai 75 anni persone affette da malattie croniche ad altissimo rischio, indipendentemente dall’età – persone tra i 65 e i 74 anni – persone sotto i 65 anni e persone affette da malattie croniche che non sono ancora state vaccinate

Se appartenete alla categoria delle persone affette da malattie croniche ad altissimo rischio, il vostro medico curante vi raccomanderà di sottoporvi alla vaccinazione prima possibile.

Dopo le persone del gruppo target 1 la vaccinazione sarà offerta alle persone dei gruppi target 2, 3 e 4 in questo ordine. Successivamente sarà possibile vaccinare anche gli adulti che non rientrano nei gruppi target da 1 a 4.

Non è ancora prevista la vaccinazione dei bambini poiché mancano tuttora i dati degli studi per questo gruppo d’età.

Una vaccinazione protegge dalla malattia, ma a tutt’oggi non è ancora chiaro se protegge anche da una trasmissione del coronavirus. Fino a nuovo avviso le regole di igiene e di comportamento restano provvedimenti importanti per proteggere sé stessi e gli altri dal coronavirus.

In Svizzera le vaccinazioni sono facoltative. Non è previsto alcun obbligo di vaccinazione antiCOVID19. Potrete sempre decidere autonomamente se sottoporvi o meno alla vaccinazione.

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