Anno 22 - N°11 del 06/08/2016 - www.newentry.eu - brescia@newentry.eu - Pubblicità: Gianluca Boffetti 347.73.52.863 BS - MN - CR
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Editoriale
Ma l’amaro in bocca rimane... Talvolta le persone non sono come noi le crediamo!!! Può capitare a sedici, a trenta, a cinquant’anni ma l’effetto è sempre lo stesso. Amarezza, sconforto, tristezza… per aver scoperto che colui/colei che ritenevamo amico/a non era altro che un semplice conoscente che forse era meglio non avere nulla a che fare. Si tratta di un tradimento vero e proprio: tu riponi fiducia in tutto e per tutto a quella persona ed in un attimo ti ritrovi ad essere raggirato, schernito, offeso nel tuo io più profondo. Non esiste cosa più brutta che scoprire da altri una verità che avresti perlomeno voluto sapere dalla persona interessata. Sono cose che succedono e, diciamolo chiaramente, nel mondo accadono fatti ben peggiori anche se secondo il mio modesto parere, sono proprio da queste piccole cose che possiamo ricostruire un mondo positivo basato sul rispetto e la fiducia di ogni essere vivente. Ma l’amaro in bocca rimane… lo sconforto ti avvolge e non ti fidi più di nessuno, neanche di te stesso. Ed ora, come mi devo comportare? Andare da quell’amico, da quell’amica e dire che ho scoperto le loro menzogne, le loro false gratitudini, i loro camuffati sguardi teneri e solari. Non so se ne val la pena, come diceva sempre il mio migliore Amico Michele alla fine tutti i nodi vengono al pettine e forse è meglio lasciare al tempo che faccia il suo corso… Ma l’amaro in bocca rimane… Lo sappiamo, non volevano farci del male, forse hanno agito in buona fede e andrebbero perdonati,
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ma come si fa quando il cuore si stringe forte ed il respiro si fa più faticoso? E’ una sensazione tremendamente angosciante l’illusione di un’amicizia che dura da una vita, l’illusione di un’amicizia nata da poco… Eppure, quanto accaduto non ci deve far perdere la fiducia negli altri: è troppo bello vivere nella comprensione degli altri, la vita di gruppo aiuta a vedere con attenzione la varietà dell’esistenza ed a cogliere nei nostri rapporti l’arricchimento interiore del nostro dialogo, delle nostre azioni, delle nostre fedeltà e certi ideali. E’ bello perché è stupendo vivere nella verità che siamo: la vita di gruppo, l’amicizia aiuta a crescere noi e gli altri; è bello perché la vita di gruppo aiuta a decifrare il senso autentico della libertà che è lealtà, verità di ciò che siamo come persone singole (quindi anche con i nostri difetti, lacune, debolezze) e come rapporto con la realtà fisica, vera, umana, sociale che ci circonda e senza la quale non è possibile vivere. Qualche anno fa una carissima amica mi mandò un sms che diceva più o meno così: “Amicizia: è poter essere di sostegno nei momenti difficili, regalare un frammento di gioia, un sorriso… e, qualche volta, dimenticare le incomprensioni.” Parole sante. Quell’amicizia che ognuno di noi dovrebbe avere nei confronti dei nostri simili, quell’amicizia fondamentale per sperare in un mondo migliore, quell’amicizia che ci permette di dire “Scusa ho sbagliato”… Ma l’amaro in bocca rimane… Gianluca Boffetti
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Gusto a Tavola
Spadellata di polpo e gamberi
Ingredienti per 4 persone: 1 polpo medio 20 gamberi circa 2 patate medie1 cipolla (1 carota 1 cipolla, gambi di prezzemolo per cottura polpo) 1 bicchiere di vino bianco 1 spicchio d’aglio 1 scatola di pelati olio E.V.O.sale, pepe e peperoncino prezzemolo tritato Preparazione ricetta: Preparare un brodo vegetale con l’aggiunta di vino bianco e sale, cuocere in
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esso il polpo per circa 30 minuti. Preparare in una larga padella il soffritto in olio, dopo aver tagliato a dadini le patate aggiungerle, mettere anche il polpo a pezzetti, i pomodori pelati, sale e pepe, cuocere per almeno 20 minuti, (aggiungere del brodo all’occorrenza per tenere il sugo abbastanza liquido). Aggiungere poi i gamberi che avranno una cottura di circa 10 minuti. Finire il piatto con prezzemolo tritato. Dal blog: www.cucinarecreare.it Anna
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Riflessioni 05
Per ogni donna... Cosa significa che siamo noi a provocare e a dare adito a un uomo di palparci per non dire peggio, solo in base a come andiamo vestite, come ci atteggiamo, come parliamo? Come può esistere ancora nel mondo il matrimonio combinato a scapito della donna sempre, trasformandola in perenne macchina del desiderio e di procreazione forzata? Oppure dove si può ancora uccidere una bambina solo perché femmina e piangere dopo la sua nascita considerandola una disgrazia. Facendo credere fin da piccole a queste bambine che sono la sciagura della famiglia, che è già tanto che esistano, in modo da non pretendere nulla dalla famiglia e dimenticarsi la parola felicità e libertà. Crescono a tal punto ignoranti che credono che quella sia la sola vita possibile, credono di meritarselo, pensano di essere inferiori davvero, perché gliel’hanno sempre fatto credere, accettano tutto incondizionatamente e non possono uscire di casa
MAI. Purtroppo mi tocca dire che spesso sono le donne stesse, quelle anziane, che proseguono questa catena di sofferenza a danno delle più giovani. Quante si ribellano? Se scappano di casa vengono trovate ovunque. La famiglia in questi casi è sempre più potente. Quasi nessuno è disposto a aiutare e capire queste donne. Ed ecco perché in luoghi a noi così culturalmente lontani, continuano a capitare certi episodi di violenza. Ma le donne restano sempre mute, quelle donne, se parlano, finiscono male, se lo fa un uomo invece...tutto lecito... è normale, qualcuno lo giustifica pure. Questa storia non cambierà mai, né nei paesi arabi né in Italia. Sono uomini fatti così, siamo noi donne che dobbiamo capire certe cose in tempo, non restare ignoranti, perché semmai avverrà un cambiamento... avrà il nome di una donna! Laura Casarini
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Leggende
Il Wc chimico
La storia della mano leccata
E’ una delle leggende meno credibili mai raccontate. Uno scout si svegliò nella notte per andare in bagno. Il wc, però, era stato riempito di sostanze chimiche. Il corpo del ragazzo, venuto a contatto con il liquido, si disintegrò e il giorno seguente furono ritrovati gli occhiali e un pezzo di pigiama dello sfortunato ragazzo.
Una bimba, per superare la paura di dormire da sola, riposava insieme al suo cagnolino. Una notte la piccola fu svegliata da diversi e improvvisi rumori ma a confortarla c’era sempre il cucciolo che le leccava la mano. La mattina successiva la bambina andò in bagno e trovò sulla doccia la testa mozzata dell’amato animale. Sullo specchio c’era una scritta: “Anche gli uomini sanno leccare”.
Non ingoiare la gomma da masticare
L'Impatiens Psittacina
Altra credenza diffusa ancora oggi è quella che dice di non ingoiare mai una gomma da masticare perché per digerirla lo stomaco impiega sette anni.
Il fiore chiamato “Impatiens Psittacina” è citato anche da Wikipedia. Si tratterebbe di un bocciolo rarissimo che nascerebbe solo in Thailandia, Birmania e India. La corolla somiglierebbe a un pappagallo in volo, ma in realtà nessuno l’ha mai visto.
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Società 07
Droga ricreativa Per mia impostazione culturale rispetto le idee di ognuno e di ciascuno, detto ciò non mi sottraggo dall’affermare il mio dissenso in merito a quanto espresso in video o carta stampata da personaggi più o meno in vista, sulla legalizzazione delle sostanze, su come la droga terapeutica sdogani la droga ricreativa. Ognuno mena il can per l’aia dove meglio pascola il proprio gregge, personalmente non mi frega una mazza di chi le spara a destra e chi a sinistra, di chi usa le parole per creare consensi, neppure cammino seminando verità, diffido di chi le ha ben depositate al fondo delle tasche, di chi pensa di esser capace di salvare chi. Dunque evitando inutili prese di posizione ideologiche, rimango convinto, dalle sempre nuove ricerche scientifiche, sanitarie ( per’altro assai autorevoli ), da ciò che vedo in Comunità Casa del Giovane dove svolgo il mio servizio, dal carico come somma degli errori della mia esperienza, i più esposti cioè i più giovani pagheranno come al solito il dazio maggiore, per cui credo sia importante non tanto liberare la droga a discapito del liberare dalla droga. Le varie mafie non hanno l’erba-cannabis come primo capitolato per riempire di dobloni d’oro le stive dei loro galeoni, a mio avviso non sconfiggi il mercato in questa maniera, affermare ciò equivale a svolgere un’informazione manipolata e manipolante. Con una canna non è mai morto nessuno? E’ accaduto e continua ad accadere, non a tutti, certo, solamente a QUALCUNO. Siccome ci sono altre porcherie legali perchè farla tanto lunga con sta roba LEGGERA illegale? Proprio perchè ce ne sono fin troppe di irresponsabilità non è il caso di aggiungerne altre, è già più che sufficiente uno stato con il grembiule da oste, con la livrea da biscazziere per un azzardo declinato incredibilmente sostenibile, dentro una società bullistica che non ne ha la dovuta e rigorosa consapevolezza. I minori sono i maggiori fruitori di cannoni, illegali,
oggi, e domani che sarà legale, loro rimarranno comunque out, ma maggiormente invitati dal mercato illegale che li affascinerà con un surplus di roba ancora più deleteria. In galera non c’è nessuno per uno spinello, in galera non ci vai per uso modico, per spaccio di una minima quantità, in galera il sovraffollamento disumano è dovuto a ben altro. Personalmente non sono un giustizialista, non credo nel castigo salvavita, nei divieti ideologici, credo fermamente nella necessità di non ingrossare le fila di una certa indifferenza sociale, QUESTO SI. Quanto meno per tutela e garanzia dei più giovani. Le parole valigia dove mettere dentro tutto e il contrario di tutto, servono unicamente a fare ammalare la comunicazione, l’informazione, quella verità che tanto insistentemente proponiamo e propiniamo a pochi cents. Vincenzo Andraous
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Psicologia
Come parlare di terrorismo ai bambini In questo delicato momento storico voglio condividere con voi questo articolo tratto dal sito “D Repubblica Mobile”. E’ importante parlare con i bambini di quello che accade nel mondo poiché il “fare finta di niente” incuranti del bombardamento di informazioni a cui sono sottoposti genera paura, angoscia e intolleranza. Questo articolo spiega COME parlarne ai bambini di tutte le età e agli adolescenti. Dott.ssa Silvia Gatti www.silviagattipsicologa.wordpress.com 15 luglio 2016 Strage di Nizza: spiegate l’orrore ai bambini DI ILARIA LONIGRO I fatti di Nizza, e prima ancora di Parigi e Bruxelles, ci riguardano tutti, e le immagini finiscono per travolgere anche i più piccoli, impreparati a riceverle. Il Garante per l’Infanzia invita genitori e insegnanti a parlare a bambini e ragazzi di guerra e terrorismo. Silvia Vegetti Finzi, psicoterapeuta dell’infanzia, scampata al nazismo a 6 anni, spiega come. Basta una tv accesa a una qualsiasi ora, in questo tsunami di edizioni speciali, o semplicemente uno smartphone, ed ecco che le immagini di attentati e panico degli ultimi giorni finiscono per travolgere anche i bambini, impreparati a riceverle. Fare finta di niente non serve.
Il Garante per l’Infanzia: “Parlatene coi vostri figli, o cresceranno paurosi e intolleranti” Nel nostro Paese, il Garante per l’Infanzia Vincenzo Spadafora, dal sito dell’Authority, ha subito raccomandato: “Bene hanno fatto quegli insegnanti (e i genitori e i nonni…) a non nascondere la notizia perché parlare, confrontarsi, ascoltare i ragazzi è indispensabile soprattutto quando accade un episodio traumatico, scioccante. Senza contare che le nostre scuole sono sempre più multietniche, e i fatti di Nizza, Bruxelles, Parigi, mettono a dura prova la volontà di integrazione, inutile negarlo. Quindi bisogna lavorare di più in tal senso, e dare l’esempio, che è il miglior discorso possibile. Meglio ragionare insieme ai ragazzi e ai loro famigliari, come hanno fatto ad esempio in una scuola di Milano, che raccoglie 56 etnie diverse e una folta comunità musulmana. Quello che cerco di dire è che l’orrore arrivato nelle nostre case da tutti i tg va affrontato, va “spiegato” senza pregiudizi ai nostri figli e nipoti. Che insieme all’orrore arriva la paura, umana ma pericolosissima. Che la tentazione di irrigidirsi e giudicare c’è, è naturale e va combattuta. Che spiegare la guerra ai bambini è arduo compito, ma va fatto proprio per non bloccarsi in paure inconsce o consce”. La psicologa scampata da piccola al nazismo: “I bambini? Supereranno anche questo” Ma come si fa a spiegare ai bambini ciò che anche gli adulti trovano incomprensibile? Lo abbiamo chiesto a Silvia Vegetti Finzi, docente di Psicologia Dinamica all’Università di Pavia e psicoterapeuta per i problemi dell’infanzia. Per Rizzoli ha appena pubblicato “Una bambina senza stella. Le risorse segrete dell’infanzia per superare le difficoltà della vita” (229 pp., 18,50 euro). Classe 1938, figlia di padre ebreo, Silvia scampò alle persecuzioni naziste grazie a una
Psicologia 09 falsa identità. Conosce bene lo stato d’animo di un bambino messo di fronte alla guerra. Ed è sicura di una cosa: “Dobbiamo avere fiducia nella capacità dei nostri figli di superare anche questo momento, come hanno fatto altre generazioni prima di loro, in momenti anche peggiori”. COME PARLARE A BAMBINI E RAGAZZI, I CONSIGLI DELLA DOTT.SSA VEGETTI FINZI Come spiegare la guerra e il terrorismo ai bambini che hanno meno di 5 anni? “Quando, ad esempio alla televisione, si sentono notizie più impressionanti, bisogna abbracciarli, prenderli sulle ginocchia, far sentire la nostra presenza fisica. È fondamentale farli parlare, ascoltarli attentamente, quindi dire loro: “Ci siamo qui noi, non avere paura, stai tranquillo”. Senza approfondire l’argomento, vista l’età. Un consiglio? Invitarli a disegnare la loro paura. Ma che sia un disegno a quattro mani. Se il bambino disegna cose cupe, noi aggiungiamo cose belle sul foglio, ad esempio fiori che nascono dalla paura, oppure strette di mano. Usare molto, insomma, l’aspetto visivo, come cura alla paura”. Come spiegare la guerra ai bambini tra i 6 e gli 11 anni? “Ai bambini che vanno alla scuola elementare, bisogna dire innanzitutto che non è in corso una guerra, bensì sono pochissimi uomini che, spinti dall’odio, agiscono contro gli altri, e che questo è un movente per cui tutti i buoni del mondo si stanno unendo tra di loro per combatterli, e prima o poi li metteranno a tacere. Considerato che a scuola possono avere compagni islamici, bisogna ricordare che i bambini devono restare tutti amici tra di loro, e coinvolgerli, tramite gli insegnanti, in qualche cerimonia per celebrare l’amicizia, ad esempio uno scambio di merendine. L’importante, per combattere la paura, è parlare”.
E agli adolescenti? “Penso agli studenti delle scuole medie. A loro bisogna dare spiegazioni. È molto importante usare la carta geografica per far vedere ai ragazzini come questi gruppi partano da lontano, in questa Siria occupata, e spiegare che poche persone malintenzionate possono giungere da noi e la polizia sta facendo molto per difenderci. Se i ragazzini chiedono come è possibile che certe persone, nate e cresciute qua, diventino terroriste, bisogna spiegare che sì, sono tra di noi, ma che si sentono estranee, provano un disagio profondo, e che l’unico modo per superarlo è stabilire scambi di conoscenza: solo conoscendosi bene, non ci si sente più nemici”. Come devono comportarsi gli adulti? L’importante è non chiudersi in casa, andare fuori, dare testimonianza di fiducia e di speranza: non dimentichiamo che i bambini e i ragazzi sono in sintonia con le nostre emozioni. Lavorando su noi stessi, tranquillizzandoci, aiutiamo indirettamente anche loro. Link dell’articolo: http://m.repubblica.it/mobile/d/ sezioni/attualita/2015/11/17/news/stragi_di_parigi_cosa_dire_ai_bambini_psico-2849885/
Dott.ssa Silvia Gatti
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Speciale
Aldo Ferrandi e la sua passione per le piante esotiche Aldo Ferrandi è un tranquillo pensionato di Ghedi con parecchi hobby, tra i quali: volontario nella Croce Rossa, ballerino di liscio (proprio in pista ci siamo conosciuti) e una grande passione e competenza per le piante esotiche. Nel suo giardino molto curato si trovano varietà di piante interessanti e rare, come le chiamano lui e la moglie Lucia,”strane”, perché sconosciute ai più. Sicuramente una parte di merito per questa passione va al papà di Aldo, ex vivaista tuttora in grado di dare buoni consigli per la coltivazione di fiori e, malgrado le molte primavere, con una memoria ancora brillante che gli permette di ricordare i nomi in latino di ogni pianta. Cercando informazioni su internet, anni fa Aldo viene attratto da una pianta importata in Italia da poco dagli Stati Uniti e trova un ragazzo di Sondrio che gli vende i primi semi. Si tratta del Paw paw, più comunemente chiamata “BANANO DEL NORD”. Banano perché la forma dei suoi frutti
è simile alla banana e del nord perché resiste anche a temperature rigide, fino a -30°. È quindi una pianta non delicata da coltivare, non ha bisogno di pesticidi perché tranne l’interno del frutto, il resto della pianta è tossico per qualsiasi insetto. Basta interrarla in posizione di semiombra. Si impollina tramite le formiche e le mosche. Va piantata a coppie e ogni pianta, seppur impollinata da una pianta già esistente, nasce diversa e fa frutti diversi per peso e numero. Aldo ha inviato semi un po’ in tutta Italia, da Napoli alla Sardegna, e ha constatato che su 500 semi, nel primo anno sono nate 300 piante, dagli altri 200, che parevano morti, sono nate altrettante piante l’anno successivo. Questi frutti, che possono pesare fino a 1kg e ½, contengono le proteine della carne, nella loro polpa cremosa simile a quella della banana, con semi neri, dal sapore dolce, simile alla vaniglia, che lascia un profumo simile al moscato. È ideale quindi per sportivi, che trovano ora in vendita sotto forma di succhi. I suoi fiori sono piccoli e viola e da ogni fiore nascono spesso fino a 10/12 frutti, alcuni dei quali poi cadono e in media ne rimangono fino a 8. In Canada stanno studiando la parte di veleno presente nella
pianta che pare rallenterebbe la crescita delle cellule tumorali. Come sempre in natura si scoprono ogni giorno meraviglie e cure per qualsiasi problema, l’importante è svolgere studi seri, per valutare i benefici e le possibili controindicazioni. Purtroppo i grossi interessi che muovono il mondo delle case farmaceutiche e degli istituti di ricerca non sempre permettono di divulgare le grandi proprietà di molte piante e frutti. I farmaci sono dei preziosi salvavita, ma fin dove può bastare la natura si dovrebbe ritornare ad apprezzarla perché sicuramente meno tossica dei medicinali. Complimenti e grazie quindi ad Aldo: è anche merito suo la conoscenza di nuovi preziosi “farmaci” naturali. Ornella Olfi
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Ed è Poesia
Fino all’ultimo respiro
Cinciarella
Affiorano in superficie come organza nera sul cuore, vicoli senza luce e lì ..dove muore il giorno d’un tempo ormai rappreso, s’inchiodano le ore Trine appesa in balìa dal vento è il mio silenzio e dentro ad un tramonto già scheggiato dove tutto resta in ombra disperdo con le mani protese come ventagli aperti nuvole d’amore che toccan la tua essenza Vago muta ai margini di quel confine come un vagabondo senza meta tra gli ultimi raggi di un sole che scompare annusando il profumo dai contorni del cielo Respiro quel che resta dei pensieri racchiudendolo con gli occhi in scatole d’avorio e fino all’ultimo batter di ciglia dentro a sguardi deserti e forme senza nome scorreran dalle guance al cuore M’avvolgo con lenzuola d’ambra in riverberi lontani imbavagliando l’urlo che freme soffocato giù in gola.. Rosa L. da Gottolengo (Bs)
Oltre i vetri, appena fuori, ecco i toni dell’autunno, dentro e sotto la betulla. Cortese è il vento, ma tremano le foglie; già talune son farfalle. Ecco là, una cinciarella. E’ sui rami più sottili; salta in volo qua e là. Acrobata, funambola, trapezista. Brevi voli e si riaggrappa; Ora svolazza, poi ancor si posa. Dondola, penzola, gongola; E’ felice. Ora è capovolta, ondeggia e sta all’ingiù. Ora volta verso me; La saluto. Mai avuta un’altalena; questa allevia la mia pena. Gabriella Masoni
Donna amabile Hai mai revisionato in silenzio le ombre dei dubbi assopito nelle estraneità dei fatti, quando ci hai messo l’impegno assimilato in ore nostalgiche di sere acerbo di sentimentalismi, premura hai di compensare superate ansie le quali si disinteressato del tuo stato d’animo abulico, allora coltivi una passione che lacera momenti di malinconia, buttandoti d’istinto tra le braccia di colei che rioni fiducia come una corazza di madreperla incastonata in diadema… E’ la donna quella che pronuncia affabile lettere d’amore che ti protegge dalle insidie della vita; le basta naturalmente incrociare le sue mani
con le tue, e tutto intorno a te si tramuta in fulgidi istanti d’eternita’, raccolti nel contenitore della tua immancabile sensibilità che scalfisce come un’incisione di un diamante, la tua inappetenza di usufruire di fosforescente trasporto verso quella persona disposta ad amarti così come sei, ripartendo dal presupposto che le tue qualità determinano il tuo carattere plasmato in una strabiliante immagine, fan di te una donna amabile, sospesa nel culmine dell’essenza. Fabrizio Villa di Ponte San Pietro
Riflessioni 13
L’esperienza del limite Molte volte mi son sentita dire: “Non ce la faccio più”. Oggi, però, quelle parole erano incarnate in un corpo davvero sfinito. Oggi ho sentito l’esperienza di una donna che stava toccando il fondo di un limite. Il trapianto di midollo è un percorso lungo e impegnativo. Con il foulard a coprire la testa senza capelli, la mascherina a coprire naso e bocca, del suo viso ho visto solo gli occhi. Occhi vivi e stanchi. Mi colpisce sempre l’esperienza del limite, quando tocchiamo un confine che ci sembra insuperabile, che ci piega e ci fa perdere la speranza di andare oltre. E sto parlando proprio del limite più al limite; non la sfida scelta per superare se stessi, ma l’essere gettati dalla vita dove non si vorrebbe stare, l’essere obbligati a percorrere una strada che consuma le forze e di cui non si vede la fine, e a volte anche poco la direzione. Il limite dove si perde la speranza. Oggi ho ripensato alla vicenda di un alpinista, raccontata nel libro “La morte sospesa”. Dopo un grave incidente, in cui viene dato per morto, riesce a trascinarsi per giorni verso il campo base. Pensava che sarebbe morto, però si diceva: “oggi devo arrivare fin lì”, e si dava delle mete possibili, visibili, trascinandosi per raggiungerle. Metro su metro. Giorno per giorno. E riuscendo così a salvarsi la vita. Oggi pensavo che quando si vivono esperienze di limite così estremo si può solo stare e provare a resistere un passo alla volta, senza guardare oltre, perché la fine del percorso è troppo lontana e pare irraggiungibile. Ma ora su ora, giorno su giorno, la meta si av-
vicina. In realtà, poi, è una strategia che vale sempre, ma in quei momenti è davvero l’unica praticabile. Il limite logora e ci butta dentro alla solitudine profonda, perché lì siamo davvero soli anche se vicino ci sono persone amate, non sempre in grado di aiutare realmente, perché troppo angosciate, troppo dolenti. Lì siamo solo noi e il limite, solo le nostre forze esaurite e la vista annebbiata. Anni fa, in una camminata in montagna, ero arrivata all’ultimo tratto di forte salita stanca e con la nausea. Un amico mi aveva dato la mano, e ricordo come quel semplice gesto mi avesse aiutata a salire, a sentire nuova forza. Così, quando il limite ci sfinisce, incontrare una mano in grado di accogliere e accompagnare, una mano amorevole e ferma, è un dono della vita che lenisce la solitudine e riporta nella comunità umana. Perché l’esperienza del dolore così acuto, l’esperienza del limite, spesso portano a sentirsi esclusi dalla comunità dei viventi, degli uomini che vivono normalmente la loro vita. È un vissuto, non è necessariamente la realtà. Ma è un vissuto doloroso, che aggiunge dolore a quello che già c’è. E allora ringraziamo davvero la vita se una mano ci raggiunge e infrange la torre di solitudine che ci imprigiona. “… e udì estranea un estraneo che diceva: Iosonoaccantoate.” Rilke, Il rapimento Quell’essere accanto, quell’avere accanto…. Sono la meraviglia della vita che ridà vita e speranza. sguardiepercorsi
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Pensieri & Parole ricordando Michele con i suoi scritti e la sua storia
L’Amicizia cos’è?
Da quanto tempo è che non parlo di amicizia? Non ricordo, ma rileggendo i numeri del primo anno di vita di New Entry, mi è venuto il desiderio di riscrivere qualcosa su quel tema tanto vivo e sempre presente, galvanizzato anche dall’articolo di Vera dello scorso numero. Lo ricordate? L’amica scrisse: “c’è una persona nella vostra vita di cui vi fidate veramente? Nella mia ce ne sono 3, pensavo fossero pochi invece ho scoperto di esser molto al di sopra della norma... ho capito che è veramente difficile trovare qualcuno di cui fidarsi sempre e comunque...” Vi siete dati una risposta al suo interrogativo? Beh, io nel momento stesso in cui è arrivata in redazione ho trovato una risposta alla sua pesante e riflessiva domanda. Già, quante volte ci capita di dire: il mio amico... oppure, quell’amica mi ha detto... domani esco con l’amico di una vita... Beh, quanti di costoro lo sono veramente? Io posso dire di avere molti amici, anche se vi dirò che la maggior parte sono conoscenti, persone che si salutano, che sono entrate nella mia vita, ma che poi leggendo attentamente il significato della parola amicizia, forse non sono proprio tali; dal vocabolario leggiamo, amicizia: legame affettuoso fra due o
più persone, nato da affinità di sentimento e tenuto saldo da reciproca stima e considerazione: esser in amicizia con qualcuno, avere con lui rapporti di familiarità e confidenza. Per essere vera, un’amicizia deve rispondere alle seguenti caratteristiche: assidua, costante, duratura, fedele, forte, grande, incrollabile, leale, profonda, salda, schietta e soprattutto sincera. Gli amici veri si conoscono nel momento della sventura e la frase “chi trova un amico trova un tesoro” è sacrosanta, come pure “si capisce di quanto bene si voleva ad una persona, quando la si perde...” A conti fatti, familiari a parte, credo che avere almeno una persona nella propria vita che risponda alle caratteristiche elencate dal vocabolario della nostra lingua italiana sia più che positivo! Con questo, voglio salutare il mio grande amico Gianluca che, nonostante tutti i problemi, le vite separate, il lavoro mi è sempre vicino ed anche se a volte non sembra gli voglio un gran bene! L’altro saluto va all’altro grande amico Simone che porterò sempre nel cuore consapevole che sotto la voce amicizia ci sarà sempre associato il suo nome! Michele
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“Geografia commossa dell’Italia interna” - Franco Arminio “Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, di gente che sa fare il pane, di gente che ama gli alberi e riconosce il vento. Bisognerebbe stare all’aria aperta almeno due ore al giorno. Ascoltare gli anziani, lasciare che parlino della loro vita. Costruirsi delle piccole preghiere personali e usarle. Esprimere almeno una volta al giorno ammirazione per qualcuno. Dare attenzione a chi cade e aiutarlo a rialzarsi, chiunque sia. Leggere poesie
ama cantare. In questo modo non saremo tanto soli come adesso, impareremo di nuovo a sentire la terra su cui poggiamo i piedi e a provare una sincera simpatia per tutte le creature del creato.” Franco Arminio - PAESOLOGO dal libro “Geografia commossa dell’Italia interna”. ad alta voce. Far cantare chi
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Riflessioni
Jugoslavia
1992. La guerra nei Balcani era al suo apice, quella che era stata la Jugoslavia si stava lacerando in un conflitto drammatico, proprio nel cuore dell’Europa. All’epoca ero attivista in una rete di associazioni pacifiste a Padova, che univa realtà del mondo cattolico e di sinistra. Le associazioni cercavano, senza troppo successo, di prendere iniziative per fermare quello che era un massacro ed un genocidio. Da poco ero tornata da Bratislava, un convegno di associazioni europee dove conobbi un affranto Alexander Langer, che
pochi anni dopo si sarebbe tolto la vita per un senso di sconfitta rispetto alle battaglie di una vita. È in questo contesto che riuscimmo ad organizzare un camion di aiuti umanitari da portare alle popolazioni martoriate della Serbia, stremate da guerra, embargo e dittatura. Partimmo da Padova con un carico di pannolini, medicinali, coperte, scarpe e altri generi di prima necessità. Il nostro piccolo convoglio era costituito da un camion, sul quale viaggiavo assieme all’autista, ed una macchina con altre tre perso-
ne a bordo che ci seguiva. Una grande scritta “Humanitaria Pomoc” e le insegne dell’ONU erano state messe sulle fiancate del camion. La prima tappa fu la dogana di Fernetti, a Trieste. Una lunga trafila di controlli, con il finanziere che quasi si arrabbiò con me perché i documenti che avevo ricevuto da Ginevra erano solo in inglese e francese, lingue che lui non capiva. “Ma sono documenti ufficiali ONU”, gli feci notare. “Li solleciti in italiano, la prossima volta”, mi rispose… Passata la dogana di Fernet-
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Riflessioni 17 ti, ci avviamo verso il confine con l’Ungheria. La strada più breve sarebbe stata passando da Croazia e Bosnia, ma ovviamente non era possibile. L’ingresso in Ungheria fu meno faticoso, e la prima notte ci fermammo a dormire sul lago Balaton. Il mattino seguente riprendemmo la strada, fino ad arrivare al confine con la Serbia. Una coda interminabile di macchine, lunga chilometri. Grazie al nostro carico, ci fu possibile passare oltre, ma l’auto al seguito fu fermata ed i passaporti dei tre passeggeri sequestrati. Ci fu una lunga trattativa con la polizia, che si
concluse con una sorta di multa da pagarsi in fiorini ungheresi. Dovetti andare a cambiare i dollari in una lavanderia cinese sul confine, che fungeva da
ufficio cambi. Finalmente arrivammo in dogana. Iniziò un’altra trafila che durò circa 8 ore. Nessuno sembrava voler controllare il carico e darci il visto
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Riflessioni di ingresso. Fu solo grazie a 50 dollari inseriti nella pratica che riuscii a sbloccare la situazione, e finalmente potemmo entrare in Serbia, con 12 ore di ritardo sul previsto. Bastava fare solo pochi metri per capire che si stava in un Paese in guerra: dai venditori di benzina abusivi (facevano avanti e indietro con le taniche tra Serbia e Ungheria per poterle riempire) ai continui posti di blocco, il panorama era quello di un Paese in guerra. La nostra prima tappa era Novi Sad, primo scarico alla locale Croce Rossa. Arrivammo a mezzanotte, durante il black out dovuto al programma di risparmio energetico. La città era completamente al buio. Niente luci dei lampioni, niente semafori, niente insegne dei negozi. Solo buio. E talvolta la fioca luce di una candela che si intravedeva dalla finestra di una casa. In croce rossa ci aspettavano preoccupati. Avevamo avuto difficoltà a comunicare con l’ambasciata in Ungheria, dopo di che non avevamo più avuto modo di farci sentire. Ci accolsero in maniera fantastica, offrendoci quello che avevano, cioè Sliwowitz e uova. Al mattino una quarantina di bimbi orfani di guerra scaricò con una carica di allegria impressionante ciò che avevamo portato per loro, un ricordo indelebile. Ripartimmo poi alla
volta di Aleksinac, destinazione l’ospedale. Stessa accoglienza che a Novi Sad, passando la serata a sentire racconti di una guerra che li stava annientando. Quello stesso ospedale sarà bombardato per errore dalle forze NATO nel 1999. Era pieno di gente. Il giorno seguente partimmo per l’ultima tappa del nostro viaggio, Belgrado. Dovevamo incontrare le Donne in Nero, un’associazione clandestina di donne che si opponeva alla guerra in corso. Il camion ci abbandonò proseguendo il suo viaggio, e rimanemmo solo con l’auto. Lo scopo di questa tappa era raccogliere materiale (libri, studi e ricerche) che le Donne in Nero avevano stampato clandestinamente in uno scantinato (internet era una chimera, all’epoca). Il paradosso era che questo materiale era vietato in Serbia, ma allo stesso tempo era vietato esportarlo in quanto la Serbia era sottoposta ad embargo. Un cane che si mordeva la coda. Il nostro compito era portare questo materiale in Italia, e cercare di dare quanta più voce possibile a queste donne dissidenti. Caricammo la macchina cercando di camuffare il più possibile nel bagagliaio, mentre tenemmo due scatole di libri che volevamo aprire e nascondere alla meglio sotto i sedili.
Decidemmo di fare questa operazione una volta partiti, ma prima di riuscirci fummo fermati da una pattuglia della polizia. Mollammo i libri per terra, coprendoli con le giacche e sperando che i poliziotti non se ne accorgessero. Andò bene. Per non rischiare di essere perquisiti durante il viaggio di ritorno e di farci sequestrare il materiale (temevamo soprattutto i controlli tra Slovenia ed Italia), decidemmo di allungare passando dall’Austria, bypassando la Slovenia, e rientrare in Italia dal confine di Tarvisio. Concordammo una storia plausibile di una breve vacanza in Austria da raccontare qualora ci fosse stata chiesta alla frontiera, ma non fu necessaria. Il viaggio andò bene e portammo a termine quanto ci eravamo prefissati. Ho voluto condividere oggi questo ricordo di viaggio perché sono passati solo 24 anni da quel viaggio. Oggi Slovenia, Croazia e Ungheria sono nell’Unione Europea e quei confini sono ormai solo un ricordo. Karadzic è stato condannato a marzo di quest’anno a 40 anni di carcere per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. E dopo aver vissuto l’assurdità di quei confini, aver gioito per il loro abbattimento, oggi, a sentir parlare di nuove barriere, mi si gela il sangue Stefania Gender
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Machissenefrega
FAVOLA PER BAMBINI MOLTO STANCHI Ci sono amori che aprono spazi ed altri che questi spazi li riempiono. Amori che spalancano finestre, facendo entrare il vento, la neve; altri che si preoccupano solo di proteggere, di tenere al riparo dalle intemperie. Quanti amori attraversano le nostre vite? Amori che ci devastano e amori che ci accudiscono. Quante volte ci troviamo di fronte a una scelta? Come quella di Lidia, la protagonista dell’ultimo romanzo della mia amica Chiara Gamberale, divisa tra due uomini, Pietro e Lorenzo, e tra due mondi che sembrano in qualche modo ricalcarli: un Sud poco avveniristico e poco efficiente e la città d’origine, una Roma vibrante, ma caotica, disorganizzata. Lidia si muove in bilico, ora guidata dalla ragione, ora strattonata dai capricci del cuore, in cerca della sua equazione. La scelta di Lidia è il dilemma di molte donne: meglio l’”uomo roccia”, Lorenzo, quello solido, affidabile e prevedibile, con il quale pensare di poter costruire una famiglia, o l’”uomo poeta”, Pietro, affascinante, sfuggente, ma che riesce a far vibrare le corde più profonde dell’animo? A uomini come Pietro, ambivalenti e inaccessibili, che sembrano nascondere un mistero, permettiamo di colare negli interstizi delle mattonelle, nelle crepe dei muri, non con l’intento di colmare o livellare, ma con la voracità di un’infiltrazione. Aspettiamo per ore telefonate che non arrivano mai e perdoniamo silenzi nell’attesa di una resurrezione emotiva capace di ripagare in un solo istante qualsiasi frustrazione. Agiamo in nome dell’amore, del sentire di appartenere a quello sguardo, come se in un’era primordiale le nostre essenze fossero fuse insieme. Lavoriamo incessantemente per ricongiungerle, costruendo il nido di cui siamo convinte abbiano bisogno. Ma è proprio su quel nido che i dubbi s’insinuano: prima
di mettere al mondo dei figli, la genetica, con tutto il suo rigore razionale, bussa alla porta del cuore, e l’uomo roccia, energico e premuroso, che risponde ai bisogni primari, prende il sopravvento sull’uomo poeta. Ci riporta al mondo concreto delle bollette da pagare e delle scadenze da rispettare, e in quel mondo lì non c’è posto per la poesia, per le fantasie di un universo sospeso e immateriale. In quel mondo lì, la ragione vince sul cuore. Quando sono stata a Roma a trovare Chiara, la città dove è ambientata buona parte del romanzo, e passeggiavo nel suo mondo poco rigoroso ma abbastanza tecnologico, che sembrava quasi aver perso il contatto con le sue origini, riflettevo su quanto la ragione possa spingerci lontano dalla nostra essenza. E mi tornava in mente un’immagine di me adolescente tormentata, davanti a un compito di matematica, distratta da ben altre questioni numeriche. Quanti siamo nel mondo? C’è qualcuno là fuori in grado di riconoscere il mio sguardo? Di varcare la porta della classe per portarmi via da queste regole che fatico a comprendere e da queste equazioni che non tornano mai? “Ripartiamo da zero”, vorrei dire a quella persona immaginaria. Perché lo zero è il numero più affascinante. A seconda della sua posizione, può indicare un vuoto o un’assenza, ma anche moltiplicare decine di volte un valore. Zero è anche il risultato dell’equazione di Dirac, una delle più affascinanti della fisica quantistica. Secondo i suoi studi se due particelle interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separate, non possono più essere descritte come due entità distinte perché tutto quello che accade a una continuerà a influenzare il destino dell’altra, anche ad anni luce di distanza.
Machissenefrega Se esiste un’equazione in amore, non necessariamente è uguale per tutti, ma finché aspettiamo che sia qualcun altro a scriverla per noi, difficilmente ne verremo a capo. Ecco una lista di ragioni per cui ADESSO di Chiara Gamberale mi è piaciuto. Caratteristiche che possono essere coordinate oppure no, è lo stesso (credo): • Mentre lavoravo mi ha fatto venir voglia di leggerlo subito appena tornata a casa • Mi ha fatto venire voglia di parlarne a tante persone, di scriverne, il prima possibile, alla mia ex professoressa di italiano delle superiori • Mi ha dato quella sensazione in cui avverti di trovarti in un posto in cui non sei mai stata, un posto dove sentirti vagamente in pericolo • Oppure ricostruire una storia in cui sei stata bene, dove ti sentivi a casa, proprio lì • Ha un inizio forte, che appena ho letto ho detto “Eccola, è lei, è la “mia” Chiara” • Ha dentro qualcosa di vivo, un’elettricità • Contiene una promessa • L’ho avvertito come un suo regalo e ho sentito addosso quello che si sente mentre si incarta un dono destinato alla propria amata o a qualcuno di speciale • Mi sono trovata in connessione con i personaggi, come se fossi amica di tutti loro • ADESSO ha quel qualcosa, me ne sono accorta quasi subito, l’ho letto e mi ha fatto stare bene • Nel libro si intravede la possibilità che la carriera si concili con l’amore, io che invece ancora sono una non proprio seria nei rapporti ( ho una dichiarazione fortissima, un’idea fissa per dirla come dicono quelli che fanno yoga: l’amore non esiste, è un’illusione). E’ che ci vuole la persona giusta e non è che si trovi in una scatola di montaggio. • Gli eventi si muovono a favore di qualcosa che mi ha fatto provare quel brivido che in genere è
l’inizio di qualcosa di bello • Io credo nell’Adesso. Credo ancora in quello spirito che spinge la gente a mettersi in gioco senza mediazioni, ad incarnare le più accese contraddizioni ma senza rinunciare all’azione, al di là di ogni possibile definizione e giudizio. Credo nelle cicatrici, nei silenzi, nei lividi, nei drammi, nelle rotture, nel Bene. Credo negli Altri. Alle storie che non conosco, nascoste nelle auto ferme al semaforo. Nelle finestre con le luci accese di notte. Credo in chi ancora cerca una strada. Non credo in chi le strade le distrugge. Credo nei doveri di ciascuno e credo nei diritti uguali per tutti. Non credo agli eroi, alla perfezione, agli sconti, ma credo al sudore, alla fatica, alle conquiste. Credo in chi lotta per i diritti degli altri. Credo nel potere delle parole, nel loro peso, nella loro bellezza. Credo in chi ha perso la vita pur di non perdere le parole. Credo nella storia che dovrebbe insegnare a tutti a non ripetere gli stessi errori. Credo nella famiglia, quella da cui tornare ferita per cercare conforto, quella che non ti giudica, che ti abbraccia quando sei triste, che ti nutre quando hai fame, che ti copre quando hai freddo. Credo che questa sia l’unica definizione di famiglia possibile. Credo negli Esseri Umani. Quelli che hanno il coraggio di essere umani. Buona Estate a tutti. Un abbraccio ovunque voi siate, non fatevi mancare un po di musica e un buon libro e abbiate la forza di sorridere. Vostra & Piccola, Ju. Potete seguirmi su Facebook sul mio profilo privato La Ju Franchina, sulla mia pagina pubblica @IoLaJu o leggere tutti i miei articoli sul mio blog a questo indirizzo: alegraaa.blogspot.it
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Oroscopo dal 06 Agosto al 5 Settembre 2016
Scopri cosa ti riservano le stelle ARIETE 21/03 - 20/04 All’inizio, sembrerà che conti solo il lavoro. Luna e Venere, infatti, non perdoneranno facilmente cedimenti e cadute di stile, mentre voi vorreste sempre vivere alla grande... TORO 21/04 - 20/05 Chirurgicamente sarete prontissimi e strategici, fate attenzione al circostante e ai sentimenti. Sarete ammantati di luce interiore e spericolati il fine settimana. Cercate di non fare il passo più lungo della gamba. GEMELLI 21/05 - 21/06 La rigorosa Luna di inizio settimana non facilita il dialogo con chi amate, che potrebbe alzare un muro di cerebralismo, che vi renderà inquieti. Qualcuno vi incanterà coi suoi racconti di incursioni in terre lontane. CANCRO 22/06 - 22/07 Può essere che qualcuno vi faccia notare qualche difetto, o vi richieda di rientrare nei ranghi. Il periodo comunque vi regala una montagna di idee e di vivacità. Quindi niente allarmismi inutili... LEONE 23/07 - 23/08 La partenza sarà agevole per una manciata di giornate che vi vedranno particolarmente abili nel gestire forma fisica, ambiente domestico e incombenze nel complesso poco impegnative. In amore qualche discussione...
VERGINE 24/08 - 22/09 Il recupero di entusiasmo procederà di pari passo con un notevole incremento di fantasia, che vi accompagnerà nel week-end. Ottima sarà la vitalità per i nativi della seconda decade: fascino ed ingegno sono vostri! BILANCIA 23/09 - 22/10 Mercoledì, giovedì e domenica saranno le giornate migliori: le prime due per un recupero sentimentale e l’ultima per riprendere il dialogo con tutte le altre dimensioni. Troppi pensieri notturni... SCORPIONE 23/10 - 22/11 Un viaggio, o persone conosciute durante uno spostamento saranno la chiave di lettura di queste giornate, che vi porteranno in un percorso dentro la vostra interiorità. Splendido momento per amore e nuove SAGITTARIO 23/11 - 21/12 Lo spunto di inizio settimana sarà come il filo di Arianna, che vi condurrà a ripercorrere alcune tappe fondamentali della vostra vita. Può darsi che sia una visione di tipo religioso, o meglio... una visione celeste... CAPRICORNO 22/12 - 20/01 Qualche disarmonia, che potrebbe trovarsi alle prese con problematiche professionali. Rimanete concentrati e sempre vincenti. In amore badate a non fare gli spavaldi... vi potrebbe costare molto caro...
Oroscopo dal 06 Agosto al 5 Settembre 2016 23
amore... lavoro... sesso... ACQUARIO 21/01 - 19/02 Il denaro entra ed esce da canali misteriosi, soprattutto per i nativi della terza decade, che non riusciranno forse a gestire le spese con la consueta precisione. In amore alti e bassi come nel lavoro. PESCI 20/02 - 20/03 Ok a tutto ciò che riguarda la cura della salute e del benessere. Il week-end sarà invece più frizzante e mondano, con ottime possibilità per chi intende ritagliarsi un ulteriore scampolo di vacanza. Bene.
Gocce di Memoria 60’ 70’ 80’ Noi che si accontentavamo di cose semplici ma che ci davano tanto divertimento.... Noi che le macchine avevano la targa nera, i numeri bianchi e la sigla della provincia in arancione!! Noi che abbiamo avuto tutti il bomber blu,nero,argento e verde con l’interno arancione e i miniciccioli nel taschino. Noi che all’oratorio le caramelle costavano 10 lire. Noi che il ‘Disastro di Cernobyl’ vuol dire che non potevamo bere il latte alla mattina.
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Ecco la nuova berlina di casa Citroen
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le si sviluppa su due livelli. Il primo livello racchiude le bocchette della climatizzazione e il sistema di intrattenimento. Il secondo livello invece racchiude il computer della climatizzazione. Nel tunnel centrale troviamo un comodo portabicchieri e le levette degli alzacristalli elettrici anteriori e posteriori. Molto lineare e completo è il quadro strumenti. Ed ora è il momento del test drive: la Citroen C-Elysee guidata è stata la 1200 Benzina 82 cv Exclusive da 14350 €. La Citroen presenta in Italia la sua berlina tradizionale, andando a fare concorrenza alla Fiat Tipo 4 Porte, che ha riportato in auge le berline tre volumi sul mercato nazionale. Su strada l’auto è molto maneggevole, è facile da guidare. Lo sterzo è sempre pronto, la leva del cambio ha un’ottima impugnatura e la cambiata risulta morbida e precisa. In manovra è agile e si parcheggia facilmente grazie ai sensori di parcheggio di cui dispone di serie. Il motore che la equipaggia è l’unico benzina a listino, il 1200 da 82 cv. Questo motore è ottimo per il rapporto peso-potenza e grazie alla bassa cilindrata, i costi di gestione complessivi sono davvero economici. Infine il listino prezzi: per la 1200 82 cv Exclusive a Benzina occorrono 13750 €, per la 1600 HDI 100 cv Exclusive Turbodiesel occorrono 16750 €. Bruno Allevi
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VIAGGIO SUGLI CHAMPS-ELYSEES GROTTAMMARE – La Citroen torna nel settore delle berline tradizionali con il portellone separato dall’abitacolo e la coda rettangolare. La proposta francese si chiama C-Elysee, è disponibile con 1 Motore 1200 a Benzina da 82 cv o con 1 Motore Turbodiesel 1600 HDI da 100 cv, nell’unico allestimento Exclusive. Esternamente la berlina transalpina è una vettura dalle linee pulite, dalle forme eleganti. Il frontale ricorda nel disegno quello delle vetture di casa Citroen, su tutte la C4. Il posteriore con la classica coda rettangolare, è slanciato, i gruppi ottici si allungano fino a raccordarsi alle nervature laterali. Internamente l’abitacolo è curato, è completo e gli accostamenti cromatici e di materiali usato sono azzeccati. La consolle centra-
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Racconti
Sai mi sono innamorato. Ma va? Chi è? La conosco? No Com’è? È carina? Quando la guardo, vedo il mondo intero. Non c’è niente che le si possa paragonare. Perdo ore e ore a guardarla e a godere della sua bellezza. A volta, dopo aver fatto l’amore, fingo di dormire, perchè così anche lei si addormenta ed io posso, sapendola perduta nei suoi sogni, adorarla in silenzio, con tutta l’anima in tripudio, perchè lei è con me. Molto romantico. Già. Ti vedo felice. Tuttavia c’è qualcosa, un’ombra, non saprei. Sono felice. Quello che
il fiume
tu vedi, amico, non è un’ombra di tristezza o preoccupazione. È solo un segno di ciò che tra noi è accaduto. Non è amara ma dolce, perchè è come una cicatrice riportata in una battaglia vittoriosa. Per quanto possa aver sofferto ho vinto. Abbiamo vinto. Io e lei. So che può sembrarti strano ma tu non sai, com nessun altro, ciò cha abbiamo affrontato e superato, quali siano state le nostre gioie e le nostre lacrime. Non conosci l’espressione dei suoi occhi dopo che litighiamo. Vorremmo chiederci scusa ma è imbarazzante ammettere i propri errori, eppure una forza strana che non so nomi-
nare ci denuda l’uno davanti all’altra e siamo noi stessi, nella nostra vita comune, che ci fa dimenticare i piccoli rancori e il confronto diviene voglia di ricominciare. Non è quello che intendevo. Qualcosa di più profondo di un semplice litigio ti ha segnato l’espressione. Quello che ti ho detto è vero. Ma hai ragione. Non è tutto. È doloroso per te ricordare? In un certo senso. Perchè quella notte soffrì tanto e la cicatrice ancora un pò duole, ma un piccolo passo abbiamo compiuto. Ricordo un piccolo litigio, per un motivo che a me sembrava sciocco ma che a lei importava moltissimo. Non era
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Racconti 27
un semplice capriccio. Era come se le stessero togliendo l’aria e lei tentasse di aggrapparsi disperatamente ad ogni appiglio per tornare a respirare. Poi la corsa sfrenata in auto. Io che la inseguivo spaventato a morte, mentre una pioggia battente rendeva le strade pericolose. Quando si fermò, mi accostai vicino, per chiuderle la via d’uscita, salì sulla sua auto per parlare, ma il litigio degenerò. Ci insultammo. Gli dei mi perdonino per come la trattai in quel momento, ma una rabbia furiosa mi aveva invaso e anch’io stentavo
a ragionare. Piansi tanto tornando sulla mia macchina. Poi lei se ne andò ed io la seguì fino al fiume. Il fiume? Si. Continua, ti prego. Lasciò la macchina quasi sulla riva e fuggì verso quella che, nel suo dolore, nella sua paura, vedeva come la salvezza. L’oblio. Le acque gelide che avrebbero posto fine alla sofferenza. I gorghi erano per lei pericolose sirene, che l’attraevano promettendole pace. Quanti passi compì più di lei la sua disperazione? Cosa pensava?
Quali erano le sensazioni che provava? I suoi occhi accarezzavano per l’ultima volta il chiaro di luna, le piante, il fango, mentre con quei passi incerti eppure rapidi, si avvicinava alla morte.Il cuore mi balzò in gola, quando la vidi e per poco non mi schiantai con l’auto. In un secondo fui fuori e la rincorsi. Afferrandola per un pelo. Abbracciandola. Mentre il cielo ricominciava a piangere freddo. Lei era.. dei... era, non so. Pallida. Disperata. Vagheggiava di una liberazione da questo mondo e da se stessa, che mi spaventò. Voleva andarsene e rimanere. Voleva la morte ma la vita ancora la cercava. Vedeva me ed il fiume con ciò che per lei rappresentavamo. Lui con la fine dei dolori, dei litigi, invitante e pericoloso. Io con tutte le mie contraddizioni, che erano le sue e quelle della vita stessa. Con le fatiche e le incertezze, ma con la meta della felicità. Io avevo una paura, una disperazione, che mai mi capitò prima.
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Racconti Tutto il mio essere era proteso verso di lei, pieno della speranza che almeno una piccola testimonianza del mio amore le potesse arrivare. E in fine arrivò. Non penso che sia merito mio. Fu lei stessa a decidere di non compiere quel passo. La pioggia aumentò. Ricordo l’odore dei suoi capelli bagnati, che amo come allora. Non so spiegarti come quel profumo mi fece godere come forse mai prima di allora del nostro starci accanto. La notte non finì così. Le sue paure non sono finite, non sono del tutto superate. C’è ancora qualche cosa in lei che si è momentaneamente nascosta, sempre pronta a balzare fuori e
ghermirla. Lei teme. È così fragile. Teme di perdere l’equilibrio ad ogni passo e cadere in quelle acque. Non hai paura? Ho paura che tutto ciò possa tornare nei momenti in cui la vita sarà difficile. Ho paura che la malia di qui gorghi ritorni. Ho paura di non riuscire a renderla felice. Eppure non mi do per vinto. Noi ci amiamo e su questo costruiremo la nostra felicità. Sembra un po’ egoistico da parte tua. Sembra che il tuo obiettivo reale sia la tua felicità e che la sua sia solo un mezzo per raggiungerla. È vero. La mia felicità dipende dalla sua. Perchè l’amo. Questo
mi ha fatto veramente intendere i miei sentimenti. Questo legame fortissimo che ci fa sentire uno parte dell’altra. Non siamo uguali. Anzi. Siamo complementari. Lei è ciò che a me manca e così io per lei. Abbiamo trovato l’unico altro essere che ci completa. E se lei per me è tutto questo, vuoi che non desideri saperla sempre felice. L’unica cosa che mi spaventa davvero è pensare di non essere all’altezza delle sue esigenze e delle sue speranze. È tuttavia eccoci qui, ogni giorno, per continuare questa avventura. Per compiere insieme questo viaggio con la forza che ci dà la certezza del nostro amore. AGO
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Ssstriscia la Risata
Non smetterai di ridere... La globalizzazione è una cosa che, quando non esisteva e ti faceva schifo il tuo paese potevi almeno sperare, emigrando, di trovarne uno migliore. Un ginecologo si stanca della sua vita: “Non ne posso più. Tutti i giorni a guardare piccole cose in fondo ad una piccola cavità buia. Basta! Mi voglio dedicare al mio hobby preferito: i motori!”. Così decide di abbandonare la sua professione e va in cerca di una officina da rilevare. Ne trova una, ma il padrone l’avverte: “Non basta comprare i muri. È necessario anche superare un esame per acquisire il titolo di meccanico”. Il ginecologo non si preoccupa: nella sua vita ne ha fatti tanti di esami e li ha superati tutti. Si presenta agli esami che consistono nel rimontare un motore di un’auto completamente smontato in un’ora. Parte il tempo e alla fine dell’ora esatta il dottore ha perfettamente rimesso insieme il motore. Alla prova finale il motore si mette in moto e la giuria di esaminatori lo promuove. Alla consegna del diploma nota che il suo voto è stato di 150 su 100! La cosa gli sembra strana e va a chiedere spiegazioni al capo della commissione che così gli spiega: “Beh, vede, 50 punti glieli abbiamo dati perché ha rimontato il motore perfettamente; altri 50 punti perché l’ha fatto entro l’ora prevista... e altri
50 punti perché non abbiamo mai visto montare un motore... dalla MARMITTA!”. Mauro aveva 29 anni ed era ancora single, sebbene tutti i suoi amici si fossero sposati. Lui, invece, continuava imperterrito a frequentare donne sempre diverse. Un giorno un amico gli chiese ragione di questo fatto: “Perché non ti sistemi? Sappi che non esiste la donna perfetta, cerca di trovarne una con la quale per lo meno tu sia compatibile”. “In realtà,” replicò Mauro, “ho incontrato molte donne che avrei voluto sposare, ma nessuna di loro ha ricevuto l’approvazione di mia madre”. L’amico ci pensa su per un momento, poi: “Ho la soluzione! Semplicemente, cerca di trovare una ragazza che sia uguale a tua madre. Anzi, ora che ci penso, ne conosco che penso possa andare bene”. Detto fatto, l’amico organizza l’appuntamento, e tra Mauro e la ragazza nasce una relazione. Un bel giorno, finalmente, Mauro decide di portarla a casa dei genitori. Il giorno dopo, l’amico telefona a Mauro: “Com’è andata? Che ha detto tua madre?”. E Mauro: “Beh, si sono piaciute subito... credo proprio che siano diventate amiche. Però...”. “Però cosa? Che problema c’è, adesso?”. “È mio padre che non la sopporta”.
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Cena all’insegna dell’amicizia e riconoscenza Amicizia e riconoscenza: questi i sentimenti che hanno riunito più di cento telespettatori alla cena organizzata da Laura e Maria venerdì 8 luglio al ristorante La Casella di Castegnato. Se dovessi definire il rapporto che ci unisce, compreso tutto lo staff del negozio Angolo della Natura, non lo chiamerei di certo un rapporto cliente-venditore, tutt’altro. Già entrando all’Angolo della Natura si viene accolti sempre con un sorriso e un caffè, anche se spesso il negozio è affollato. Si trova un ascolto personalizzato che fa la differenza. Prima di essere dei venditori, sono persone serie, competenti che cercano di capire i problemi, dare una consulenza completamente gratuita che comprende molto più del semplice vendere prodotti, peraltro molto validi e a prezzi competitivi, per questo si è instaurato un rapporto di fiducia. Ma dà ancora di più, l’Angolo della Natura: consigli sull’alimentazione, se necessario consulenze gratuite con un medico, disponibilità per qualsiasi dubbio e non ultimi, gli sponsor della trasmissione, affidabili oltre che convenienti. Tutto questo si percepisce a pelle, l’aveva voluto così Luciano ed è tuttora improntato in questo modo. Ecco il significato di AMICIZIA: persone vere che considerano i clienti innanzitutto persone. RICONOSCENZA: da parte di Laura e Maria a Luciano perché nei suoi lunghi anni di trasmissioni prima alla radio e poi in tv, come amava dire lui, “aveva preso a braccetto”i suoi ascoltatori. A braccetto per superare difficoltà concrete quotidiane, o riflettendo su temi profondi quali la fede, l’aldilà; intavolando discussioni sulla politica, sui problemi sociali, consolandosi a vicenda nel dolore o condividendo gli eventi felici, chiedendo consigli
e ricevendone, ascoltando musica e poesie. Tutto nel rispetto delle diverse idee di ognuno. Noi ascoltatori abbiamo sostenuto Laura e Maria, dopo l’improvvisa scomparsa di Luciano, che le ha letteralmente spiazzate, seguendo la trasmissione del mattino, ”Radio libera” su Brescia.Tv, portata avanti con competenza, simpatia e passione. Compito non facile, perché il carisma di Luciano era unico! RICONOSCENZA da parte di tutti noi sempre a Luciano, indimenticabile “compagno di viaggio”nei nostri cuori, e a loro, che hanno raccolto ciò che lui aveva seminato, continuando il percorso con noi. La prima cena senza Luciano è stata dunque tutto questo: stare ancora insieme tra di noi e stare vicini a due donne che meritano il nostro affetto e la nostra amicizia. Una serata in cui da lassù sicuramente Luciano era con noi, ancor più quando dal suo cd, nel silenzio, è partita la sua voce a recitare una delle poesie più intense che aveva registrato: un momento emozionante e toccante, seguito da un commosso applauso, che ha lasciato poi lo spazio ai molti ricordi, allo scambio di chiacchiere tra vecchi e nuovi ascoltatori, al ballo, all’allegria, il tutto in semplicità e genuinità. Una splendida serata che, ancora una volta, ha dimostrato che i veri legami non si spezzano, zoppicano quando viene a mancare una parte, ma si rialzano e vanno poi avanti con forza anche nel nome di chi non c’è più. Grazie di cuore quindi a Laura e Maria; al nostro amico cuoco Roby che con tutto il personale del ristorante ci ha preparato dell’ottimo cibo; a Paolo per l’accompagnamento musicale, a tutti noi perché siamo davvero una grande famiglia! Ornella Olfi
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Speciale
“MY WAY DANZE” ancora CAMPIONI ITALIANI 2016 Da RIMINI 13 medaglie Gli atleti della MYWAYDANZE di Piubega, ancora una volta CAMPIONI ITALIANI in diverse discipline. Anche quest’anno si sono svolti a Rimini i Campionati Italiani di Danza Sportiva 2016. Nella settimana dal 3 al 10 luglio, il Team preparato e guidato dai Maestri e Tecnici Federali Renata Rodella ed Elia Bandera, è giunto in Romagna per gareggiare in quattro discipline sportive che riguardano le danze di coppia: Ballo da Sala, Liscio Unificato, Combinata Nazionale e Danze Standard. Erano 8 i padiglioni allestiti nella struttura RIMINI FIERA, nei quali si sono visti avvicendarsi circa 30.000 atleti provenienti da tutta l’Italia. La tecnica e l’allenamento costante hanno consentito alle coppie di affrontare questo im-
pegno importante e di conquistare, oltre ai podi, diversi piazzamenti in finali e semifinali. La squadra MYWAYDANZE ha terminato il campionato con un bottino decisamente buono: 7 medaglie di Bronzo, 4 d’Argento e ben 2 medaglie d’Oro. La cronologia particolarmente faticosa a cui sono state sottoposte alcune categorie che hanno ballato dal Lunedì al Sabato e il livello raggiunto dai componenti della squadra Piubeghese, che ormai milita con un cospicuo numero di coppie nella Classe A per le Danze Nazionali e per le Danze Standard, non ha impedito di ottenere questo grande risultato. Va anche sottolineato un dettaglio significativo: tutti i risultati delle Danze Standard sono stati conseguiti dopo il giudizio di una giuria internazionale di altissimo livello e di particolare
severità. Grande è la soddisfazione degli atleti e, più ancora, dei Maestri: il Campionato ha evidenziato ancora una volta l’importanza, per i competitori, di avere Tecnici di grandissima e aggiornatissima preparazione, quali sono Renata Rodella ed Elia Bandera, a loro volta competitori in gare internazionali di grande levatura e vice-campioni del mondo per l’anno 2013. Tutto questo ha creato una Team vincente di grande solidità che, per il settimo anno consecutivo, conquista uno o più titoli di Campioni Italiani, oltre ai vari titoli di Campioni Regionali e Coppe Italia. Ora, il Team ritorna al lavoro, c’è una nuova stagione sportiva da affrontare: da un lato si preparano i nuovi programmi per i competitori, dall’altro si cura l’allestimento dei numerosi spettacoli con i quali il gruppo esibizioni allieterà le serate estive del territorio mantovano, cremonese e bresciano. Per seguirci con le informazioni, le nostre attività e per le date esibizioni, il sito di riferimento è www.mywaydanze.it oppure visitate la pagina facebook https://www.facebook.com/ mywaydanze
Speciale
LARA E MANRICO: VICECAMPIONI NAZIONALI Riempiono d’orgoglio il loro paese gli isorellesi Lara Crosati (47 anni) e Manrico Vanoni (51 anni) con la medaglia d’argento nel «ballo da sala 45/54» della serie B2, conquistata ai nazionali di Rimini il 9 luglio. Coppia nella vita e nella danza, marito e moglie si sono distinti, inoltre, in altre discipline, ottenendo un terzo posto nella «combinata» e un quinto nel «ballo liscio unificato». La loro passione nasce cinque anni fa quando, grazie agli amici Amos e Antonella, si iscrivono alla rinomata scuola My Way Danze di Piubega (Mantova), gestita da Renata Rodella ed Elia Bandera, vicecampioni del
mondo nel 2013. Segue un periodo di lunga preparazione agonistica, costellata da numerose vittorie: in particolare quest’anno Lara e Manrico ottengono cinque piazzamenti d’onore e due bronzi rispettivamente ai regionali e alla Coppa Italia del Nord. Motivati dal successo ottenuto, è però ai nazionali che raccolgono
i frutti del duro lavoro e dei molti sacrifici che il ballo di coppia richiede. La commozione è ancora visibile negli occhi di Lara quando mi racconta l’immensa gioia provata nel sentire nominare il proprio nome e quello del marito tra i finalisti destinati al podio. Laura Andreoletti
Questo articolo ci insegna a sacrificarci per inseguire un obiettivo, per superare i propri limiti e per raggiungere i traguardi prefissati: complimenti quindi per i risultati ottenuti con l’augurio e l’auspicio che ci possano presto essere nuove occasioni per congratularsi per altre importanti mete come queste. Gianluca Boffetti
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Polpenazze: 6^ Notte dei desideri
Brescia: festa di Radio Onda d’Urto
Sabato 13 e domenica 14 agosto 2016 Piazzale Biolchi a Polpenazze del Garda, ospita la 6° Notte dei Desideri, con stand gastronomico, lancio lanterne, caccia al tesoro, musica e tanto divertimento Maggiori info all’evento facebook: 6 Notte dei Desideri.
Da mercoledì 10 a sabato 27 agosto 2016 nuovo appuntamento con la Festa di Radio Onda d’Urto presso l’Area Feste di Via Serenissima a Brescia. Il programma come da tradizione è ricco di appuntamenti e di concerti, come sempre saranno presenti stand gastronomici e bancarelle Maggiori info e programma completo alla pagina facebook: XXV Festa di Radio Onda d’Urto
Edolo: festa del Castello di Mù Da venerdì 12 a domenica 14 agosto a Edolo è in programma la Festa al Castello di Mù. Durante l’evento i resti dell’antica fortificazione ospiteranno: stand gastronomico, concerti, giochi per bambini, serate danzanti, intrattenimento e molto altro Sabato serata danzante con Luigi Delpanno & Latin Tropical Show.
Mariana Mantovana: festa del pesce Da venerdì 5 a domenica 7 e da sabato 13 a lunedì 15 agosto Mariana Mantovana propone la Festa del Pesce, con tanta musica e stand gastronomico arricchito da specialità pesce di mare.
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Mariana Mantovana: sagra di S.Sabina
Giovani in Rock a Verona
Sabato 27 e domenica 28 agosto 2016 Mariana Mantovana propone la tradizionale Sagra di Santa Sabina con serate danzanti, stand gastronomico con cucina locale e pesce di mare e una gara ciclistica per giovanissimi. Sabato 27 agosto Ruggero Scandiuzzi, Domenica 28 agosto Orchestra Italiana Bagutti.
Da venerdì 26 a domenica 28 agosto presso il Parco San Giacomo di Verona è in programma Giovani in Rock, un music festival con ricchi stand gastronomici
Guidizzolo: 5^ festa della Birra Da venerdì 26 a domenica 28 agosto 2016 nella Zona Industriale di Guidizzolo in provincia di Mantova, torna per la 5° edizione la Festa della Birra, con stand gastronomico e buona birra.
23^ Fiera della Bassa Bresciana Venerdì 2, sabato 3 e domenica 4 settembre presso il Pala Conad di Bagnolo Mella torna per la 23° edizione, la Fiera della Bassa Bresciana. Oltre 2100 mq di esposizione coperta nel settore del Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato Tutte le info sul sito ufficiale: www.fieradellabassa.it
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Farfalle: anime vaganti
Le farfalle sono tra gli insetti che hanno un valenza mistica, i greci e romani consideravano la farfalla simbolo dell’anima che esce dal corpo e anche presso gli aztechi. In oriente è considerata il simbolo della donna e della vergine, ma sono anche sinonimo di anime vaganti, io personalmente quando vedo un farfalla rimango quasi ipnotizzato, dalla sua grazia, leggerezza, e dai suoi colori. Una volta mi è capitato che ero andato al cimitero per far visita ai defunti, nell’uscire mi sono girato e ho visto in mezzo a due possenti
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pini, una farfalla che svolazzava, mi son fermato ad osservarla e si avvicinava quasi sfiorandomi, per poi allontanarsi. Allora ho proteso il braccio, offrendogli la mano come appoggio e dopo un po si è posata sulla mia mano, la sensazione che ho provato è stata intensa, come se qualcosa, come un’entità si fosse rivelata, io sono rimasto attonito ed emozionato, di questo evento, io attribuisco alle farfalle qualcosa di magico. Le farfalle sono come dei fiori volanti, e perché la loro vita è così breve? durano da 1 giorno ad una settimana, in effetti è più lunga la loro vita da bruchi che da farfalla, che paradosso la loro vita, lottano per diventare un farfalla per poi morire dopo qualche giorno.Comunque se dovessi scegliere meglio un giorno da farfalla che cento da bruco, perché? perché vivere da bruco lo sto facendo, vorrei morire come una farfalla. Gabry
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Speciale
Associazione “Papaveri Rossi” Ci presentiamo: siamo Nonna Grazia Caggiano (anni 92), zia Liliana Sforza e zia Gigliola Amato. Un piccolo gruppo di artigianato pugliese, di Andria (Ba). Abbiamo creato semplici lavoretti, sperando di poter dare un “impercettibile contributo alla vostra nascente Associazione “Papaveri Rossi”. Una intestazione “particolare”, che vuole dare una macchia di colore... possente? Pensiamo che questo sia il vostro obiettivo! Volete aiutare i genitori che hanno figlioli con gravi handicap e si ritrovano a combattere molte battaglie della vita. Incomprensioni burocratiche, strutture inefficienti per le molte difficoltà dei malati e anche in alcuni posti mancanza di servizi. Per la vostra iniziativa abbiamo creato quelle che erano le nostre idee. Ci atteniamo ad una delle splendide frasi scritte da Madre Teresa: “E’ la goccia che serve ad... ingrandire l’oceano. Quando si giunge ad una certa età il sonno non è facile gestirlo, le notti sono insonni. Il buon Dio ci mette la sua mano e fa lavorare il cervello... nasce, così... la creatività! Il salvadanaio, nella sua modesta natura (un barattolo per il caffè con i suoi sorridenti papaveri, attende di essere riempito.
Tanti, tanti auguri, un abbraccio materno. Nonna Grazia Zia Liliana Zia Gigliola
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Tre guerriere Una sfera di luce, dorata, irrompe, chiara nel quotidiano svolgersi di giorni uguali e diversi. Dura la lotta, tenace la speranza. Sorgono desi, passioni, gesti minuti, accorti, umili. Piccoli semi, a profusione gettati, colgono di sorpresa; sgorgano emozioni, si fanno innanzi, le guance inzuppano di tenerezza prima. Nel core nato, pistillo dai teneri petali, sbocciato nell’eterno di una notte eterna, con amore nutrito, su ali dorate posto, spronato ad audace galoppo. Zone d’ombra s’alternano a fasci di luce, da lontano giunte al core regalano gioia, vicinanza, consolazione. Tre le guerriere, oggi venute, a donare pace. Da lontano, seducono con tenacia ed ardore di giovinezze temprate. Nonna Grazia, zia Gigliola e zia Liliana da Andria, laboriose, fantasiose, hanno confezionato simpatici, colorati oggettini per la nascente associazione “Papaveri rossi”. Meraviglia e stupore nel cogliere l’inatteso voluminoso pacco; tremore nello scoprirne il contenuto, lentamente assaporando la bellezza d’ incanti mielati, di colorati, festosi ninnoli. Spunta il rosso, regale, simbolo forza, del non volersi arrendere alla vita; della voglia di costruire passo dopo passo, mattone dopo mattone uno spicchio di mondo entro cui fragilità possano incontrarsi e condividere, gustando la gioia del focolaio domestico. A ciascun genitore il compito ed il piacere di tesser fila, di riannodare tralci, dando vita a scale cromatiche
entro cui animo e core far riposare dopo lungo cammino. Forza di certo, voglia di osare che si concretizza nell’affido, umile, indiscusso, fra le braccia della Vergine il cui sguardo mai abbandona il passo dei figli. Condivido il pensiero di Madre Teresa “E’ la goccia che serve ad .. ingrandire l’oceano..!”. Con altrettanto amore, lo stesso che li ha generati, verranno consegnati il giorno dell’inaugurazione a ciascun associato in ricordo di un amore che non conosce limiti. Occhi di cielo, piccole mani, curiose indagano, interrogano, lesti s’avviavo, liete e spensierate verso bordure dorate. Un invito nasce inatteso, dal core sgorga. Alle “Tre guerriere” l’invito se pur a distanza di entrare a far parte di un sogno, di uno “spicchio di mondo con tanti amici”. Distanza annullata dalla tenerezza insita nei gesti teneri di mani leste. Grazie. Milena, Vittoria, Celeste , Giorgio Scalmana
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Cocktail & Movie
American gigolo' - Dry Manhattan FILM American gigolò Un film di Paul Schrader. Con Richard Gere, Nina Van Pallandt, Lauren Hutton, Hector Elizondo. Genere: Drammatico. Durata: 117 min. - USA, 1980. Protagonista di questo film intrigante, scritto e diretto da Paul Schrader, è l’affascinante Julian Kaye, professione gigolò di Los Angeles, interpretato da un Richard Gere ancora poco conosciuto e al massimo dell’avvenenza, incarnazione perfetta dell’edonismo che caratterizzò gli anni ’80. Vestito d’alta moda e frequentatore abituale del bel mondo cittadino, Julian vende sesso alle signore più agiate tramite la svedese Anne, il suo “particolare” agente, non disdegnando neppure le proposte lavorative di Leon, un magnaccia di colore specializzato in presta-
zioni sadomaso. Affamato di soldi e sicuro di essere il meglio sulla piazza, Julian accetta prestazioni sempre più rischiose, trovandosi coinvolto non solo nei giochi erotici di coppie facoltose, ma nell’omicidio della signora Rheimar, trovata a Palm Spring senza vita dopo essere stata stuprata. La polizia inizia ad indagare e Julian, sprovvisto di un alibi convincente e abbandonato da tutti, viene accusato del delitto dal cocciuto detective Sunday. A salvarlo prima che sia troppo tardi e a redimerlo dal proprio egocentrico individualismo sarà l’amore della dolce Michelle (Lauren Hutton), cliente di Julian e moglie infelice del senatore Stratton. La donna confesserà che il gigolò era con lei la sera dell’omicidio, sfidando coraggiosamente l’opinione pubblica e regalando a Julian la possibilità di
costruire una nuova vita assieme. Film dalle tematiche decisamente meno superficiali di quanto potrebbe sembrare (si parla anche di religione, complesso di colpa e alienazione in una società altamente effimera), American gigolò viene ricordato soprattutto per il suo protagonista dalla camminata memorabile, qui icona di stile (ricordate la sua collezione di completi Armani?) e, soprattutto,
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pellicola di Hackford. Dry Manhattan INGREDIENTI PER 1 COCKTAIL Whisky canadese: 6 cl (2 oz) Vermouth dry: 3 cl (1 oz) Angostura: qualche goccia Gradi alcolici: 25 Calorie: 210 PREPARAZIONE In un cilindro graduato misurare 6 cl (2 oz) di whisky canadese e versarli in una caraffa di vetro. Ripetere l’operazione con 3 cl di vermouth dry. Aggiungere qualche goccia di angostura e alcuni cubetti di ghiaccio. Mescolare il tutto con un cucchiaio a manico lungo e versarlo in una coppetta precedentemente raffreddata in freezer, trattenendo il
ghiaccio, in modo che non finisca nel bicchiere. Decorare con una scorzetta di limone. Ricette dei Cocktail Gianfranco Di Niso Schede del Cinema Davide Manzoni Le altre ricette potete trovarle all’interno del libro
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Vita di Coppia
Tredicesima Margheritina
Tredicesima margheritina. In un altro passo del Vangelo dice: “Ma se voi che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, a maggior ragione il Padre vostro dei cieli che è buono vi darà cose buone”. C’è scritto da 2000 anni ancora a predicare che Dio manda la sofferenza all’uomo. Perché pensiamo questo di Dio? Un bambino di 2 anni guarda il suo papà e lo vede come un grande mago che sa fare tutto, però poi il bambino cresce impara che suo papà non è il grande mago, è un uomo come tutti altri con i suoi difetti. Il bambino crescendo aggiusta l’immagine di suo padre sulla realtà. Chissà perché con Dio non l’aggiustiamo mai? La nostra fede si blocca a 2 anni di età, Dio è il grande papà mago, perché fa morire i bambini di fame, perché permette le guerre? Che cosa centra Dio? Dio non centra, Dio è stato un bravo papà. Se volete essere dei bravi genitori dite a vostro figlio con molto affetto, ma con molta decisione “arrangiati”, essere molto severi con i figli. E Dio ha fatto questo con noi, ci ha affidato l’universo e ci ha detto arrangiatevi, si è fidato un po’ troppo però lui si è fidato. E poi Dio nel momento in cui ci ha dato la libertà ha diminuito il suo potere per darlo a noi, ed è questo che fa il bravo genitore. Man mano il figlio cresce il genitore si mette in disparte e lascia il potere al figlio. Dio ha fatto questo con noi. “Per ogni giorno basta la sua pena”. Vuol dire che nell’aprire gli occhi al mattino ne abbiamo già una bella e pronta di pena. E Gesù che è un bravo psicologo dice: “Accontentati di quello lì che di solito è sopportabile”. Il bravo cristiano si riconosce da questo, perché è una persona serena, contenta, che canta spesso. Fa andare bene le cose della vita, che cerca di ammalarsi. Nel Vangelo c’è troppo ossigeno, il vangelo è troppo bello. Il vangelo parla sempre di gioia e non si ferma, voglio che la vostra gioia sia piena, sia perfetta. La mia spiegazione è psicologica, non esclude altre spiegazioni morale, religiosa ecc. Quando leggiamo che Adamo ed Eva nel Paradiso, non significa che Adamo ed Eva erano in un bel giardinetto, con i fiorellini, i praticelli, gli al-
Seconda Parte
beri tutti sempre a disposizione, anche questo perché la natura è un giardino. Ma significa un’altra cosa. Quando noi siamo molto felici si usa a volte questa espressione: “Sono in Paradiso” allora leggere che Adamo era in Paradiso significa leggere che Adamo era molto felice. “Adamo passeggiava e chiacchierava con Dio”, Dio scendeva tutte le sere a parlare con Adamo. Adamo era a contatto con Dio e con le qualità di Dio. L’uomo, cioè l’umanità, ha rifiutato la sapienza di Dio, infatti era “l’albero della conoscenza del bene e del male”. Della saggezza. Il saggio chi è? Chi è che distingue chiaramente il bene dal male. Tutti i re dell’umanità li facciamo derivare dal peccato originale, ma in realtà tutti i guai dell’umanità da che cosa derivano? Dalla mancanza di saggezza, dall’ignoranza, che è figlia della stupidità. La sapienza di Dio che cosa aveva stabilito? Creiamo un uomo a nostra immagine e a noi spetta di diventare più simili a Dio, che l’uomo e donna l’ha creato . Dio crea la coppia, e dovunque nel mondo c’è una coppia che si ama, è l’immagine di Dio che va in giro per il mondo. Dove c’è un po’ di amore c’è sempre Dio. Dio fa a tutte le coppie che si sposano un regalo bellissimo, perché la coppia possa restare per tutta la vita felice nel Paradiso terrestre. Qual è questo regalo? La sessualità. Questa cosa bellissima che Dio ci aveva dato per renderci felice, l’abbiamo ridotta a che cosa? La mela e il serpente sono il simbolo sessuale, l’abbiamo ridotta a consumo … infatti poi si coprono il triangolino con la foglia di fico. Abbiamo ridotto la sessualità a triangolino, che mi conferma il vangelo. Gesù nel vangelo l’unica volta che lo prendono per il collo a parlare di sesso e di matrimonio, che cosa dice? Voi qui siete presi dai vostri casini, “ma all’inizio non era così”. All’inizio con la sessualità era un Paradiso. Il Vangelo dice: “la Verità vi renderà liberi” io sono la Verità”. La psicologia di adesso, “la consapevolezza” ci rende liberi. Vedete che Vangelo e psicologia si uniscono anche qui. Per concludere il mio augurio e che facciate dei buoni “scambiotti”. Che cos’è lo scambiotto?
Vita di Coppia 51 Lo scambiotto è il nostro innamoramento. Augurarvi di fare dei buoni “scambiotti” vuol dire augurarvi di rinnovarvi sempre. Da domani mattina fin che campo sarete sempre nelle mie preghiere, perché io prego tutte le mattine per mettere in conto nel mio lavoro, nelle mie conferenze, e soprattutto per le coppie. E pregate, pregate, pregate, pregate moltissimo, la preghiera ha un potere enorme anche nel nostro matrimonio. Ma stiamo attenti a come preghiamo, perché noi abbiamo sempre chiesto dammi la caramellina, dammi questo, ma che cosa ne sappiamo se quello che chiediamo va bene alle nostre idee, a volte la cosa che ci va storta è nascosta da una grande grazia. Non è Dio che la fa andare storta. Nella realtà a volte le cose che ci vanno male sono delle grandi grazie, lo vediamo a distanza di tanti anni. Quindi stiamo attenti: non chiediamo a Dio niente di specifico, la preghiera più bella dovrebbe essere questa. Siccome Signore vedi più chiaramente di noi, “aiutaci a far andare le cose per il nostro bene, tu sai qual è”. Chiedete solo per il vostro bene. E quindi anche se non pregate tanto insieme nella vita di coppia,
basta che alla sera prima di addormentarvi diciate: “Signore, aiutaci a far andare le cose per il nostro bene” Amen. L’innamoramento e l’amore sono la stessa cosa. L’innamoramento si nutre di amore. L’amore si nutre di innamoramento. Qualcuno dice: “ma l’innamoramento che cos’è? Ci si innamora e dopo passa all’amore”. E’ un modo diverso di dire le cose. Certamente la coppia innamorata rimane innamorata per sempre, se non è più innamorato è perché non lo è mai stata. Abbiamo confuso un grandissimo bene, ma non era l’innamoramento. La differenza tra una grande bene e l’innamoramento è la passionalità. L’esempio di quella coppia che avevo seguito da fidanzati, e avevo detto “vi volete un gran bene, ma manca la passionalità”. Dopo otto mesi di matrimonio sono ritornati in consultorio, lui si è appassionato di un’altra. L’innamoramento si distingue dal grande affetto, dalla passionalità, e dall’erotismo. Tre fondamentali pietre sulle qualli contare per vivere una vita felice. Fine Tratto dal Libro di Belotti con commento di Gianluca Boffetti Belotti
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Relax 53
Quiz 1) Come si chiama il giornale ufficiale del Vaticano? 2) Qual è il più importante porto spagnolo del Mediterraneo? 3) Qual è il più importante porto russo sul mar Nero? 4) Qual è il mestiere di Achille Campanile? 5) In quale città c’è il teatro lirico Metropolitan? 6) Come si chiama il cavallo di Don Chisciotte? 7) L’Adige è un affluente di destra o di sinistra del Po? 8) Di quale antica popolazione fu re Attila? 9) Dove si trova il teatro lirico Bolscioi? 222) Quale mare bagna l’Eritrea?
RISPOSTE ESATTE DA 1 A 3 SCARSO DA 4 A 6 MEDIO DA 7 A 9 BUONO 10 OTTIMO
1) Osservatore Romano 2) Barcellona 3) Odessa 4) Scultore, Giornalista 5) New York 6) Ronzinante 7) Non è affluente del Po. 8) Unni. 9) Mosca 10) Mar Rosso
Sodoku
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PlayMusic
Ariana grande
2014: my Everything Il 27 aprile 2014, Grande presenta in anteprima mondiale ai Radio Disney Awards Problem, primo singolo estratto da My Everything, il suo secondo album in studio, in collaborazione con la rapper Iggy Azalea. Il brano ottiene un grande successo mondiale e raggiunge la #2 posizione della Billboard Hot 100 e diventa anche uno dei singoli più venduti dell’anno, nonché il singolo di maggior successo nella carriera della cantante, vendendo in totale oltre 9 milioni di copie in tutto il mondo. Con Problem la cantante vince il premio come Best Pop Video agli MTV Video Music Awards 2014. Il 2 luglio 2014 esce invece il secondo singolo Break Free, in collaborazione con il dj Zedd: anche quest’ultimo riscuote un grande successo e vende globalmente 4 milioni di copie. Il video invece esce il 13 agosto e la canzone raggiunge la quarta posizione della Billboard Hot 100. Il 29 luglio 2014 collabora con Jessie J e la rapper Nicki Minaj al singolo Bang Bang. Il singolo scala velocemente le classifiche di iTunes, arrivando alla 1ª posizione in numerosi paesi tra cui Stati Uniti, Israele, Filippine e Hong Kong. Nella sua prima settimana, Bang Bang debutta alla #6 nella Billboard Hot 100 (e raggiungendo in seguito la #3 posizione), con oltre 230.000 copie vendute. Con l’uscita di Best Mistake, poco dopo Break Free e Bang Bang, Grande è la prima artista femminile ad avere ben tre singoli nella top 6 (l’unico artista a detenere questo record nel passato era Michael Jackson). Il 15 ottobre pubblica il terzo estratto dall’album, Love Me Harder in collaborazione con il cantante canadese The Weeknd. Il singolo ottiene grande successo, soprattutto in Italia dove, infatti, diventa disco di platino. Nel mese di dicembre, Ariana Grande pubblica il singolo natalizio Santa Tell Me. Collabora anche all’album Dark Sky Paradise del rapper e collaboratore Big Sean, con la quale ha avuto una relazione fino ad aprile 2015. Il 17 febbraio 2015 pubblica infine il quarto ed ultimo singolo dell’album My Everything One Last Time, di cui viene prodotto anche il video musicale e che ottiene la certificazione Vevo alcuni giorni dopo il suo rilascio. Il 25 febbraio 2015 inizia il The Honeymoon Tour, la seconda serie di concerti e il primo tour mondiale da solista della
4^ e ultima parte
cantante per promuovere My Everything, come dichiarato dalla stessa Ariana durante un’intervista per il magazine statunitense Rolling Stone nel settembre 2014: i concerti iniziano presso la provincia di Independence e finiscono a Rosemont il 6 dicembre dello stesso anno; la serie di spettacoli toccano anche l’Italia in data 25 giugno al Mediolanum Forum di Milano, durante il quale la cantante si commuove, ricordando i momenti più belli che ha vissuto nel suo paese d’origine. 2015-2016: attività tv e Dangerous Woman Ai primi di maggio, la cantante conferma di essere al lavoro sul suo terzo album, dove conferma anche la collaborazione dei DJ Zedd e Cashmere Cat, con la quale aveva pubblicato il singolo Adore. Tramite Twitter la cantante annuncia il possibile nome del nuovo album, Moonlight, dichiarando che questo potrebbe uscire nel 2016. Annuncia anche che Moonlight è il titolo di una nuova canzone composta dalla cantante stessa e da Victoria Monet, quella che definisce la sua canzone preferita. Nel mese di marzo la Grande viene scelta per interpretare il ruolo di Chanel numero 2 nella serie televisiva horror Scream Queens, ottenendo il ruolo di Sophie, una studentessa diciannovenne. Il 15 settembre 2015 la Grande annuncia al The Tonight Show l’uscita di un nuovo singolo, intitolato Focus e pubblicato il 30 ottobre. Intorno allo stesso periodo la cantante promuove anche la sua prima fragranza ARI by Ariana Grande, uscita in tutto il mondo il 16 settembre, mentre il 25 settembre 2015 viene pubblicato su iTunes il brano E più ti penso, in cui la cantante duetta con il tenore lirico Andrea Bocelli cantando in lingua italiana,incluso nel seguente album del cantautore, Cinema, pubblicato il 23 ottobre.[62] Il video del brano è uscito il 13 ottobre, esso vede come protagonisti i due (è stato girato tra le città di Roma e Tokyo e diretto da Gaetano Morbioli). Il 18 dicembre 2015 viene pubblicato Christmas & Chill, un EP di sei tracce basato sul Natale con appropriati sound e testi. A fine gennaio 2016 viene annunciato il secondo profumo della Grande, Frankie by Ariana Grande (in onore del fratello Frankie), commercializzato da inizio febbraio. L’11 febbraio esce il film Zoolander 2 in cui partecipa come comparsa, nello stesso periodo
PlayMusic 55
Concerti
MILANO Limp Bizkit 22/08 ore: 21:00 Sesto S.G. Carroponte Sum 41 14 LUGLIO 2016 26/08 ore: 21:00 Sesto S.G. 01. ETERNO AGOSTO - ALVARO SOLER Carroponte 02. BLACK CAT - ZUCCHERO Biagio Antonacci 03. #LE SIGLE PIÚ BELLE - CRISTINA D’AVENA 07-09-10/09 ore: 21:00 04. SANTERIA - MARRACASH & GUÉ PEQUENO Mediolanum Forum 05. MALAMMORE - LUCHÉ Guè Pequeno 06 THE GETAWAY - RED HOT CHILI PEPPERS 08/09 ore: 21:00 Sesto S.G. 07. VIVERE A COLORI - A. AMOROSO Carroponte 08. A HEAD FULL OF DREAMS - COLDPLAY Emma Marrone 09. BIG BOY - SERGIO SYLVESTRE 16-17/09 ore: 21:00 10. UN’ALTRA VITA - ELODIE Mediolanum Forum 11. THE COLLECTION 5.0 - POOH The Who 12. PASSIONE MALEDETTA - MODÀ 19/09 ore: 21:00 13. LE COSE CHE NON HO - MARCO MENGONI Mediolanum Forum 14. LORENZO 2015 CC. LIVE 2184 - JOVANOTTI Francesca Michielin 15. ALT - RENATO ZERO 06/10 ore: 21:00 16. A MOON SHAPED POOL - RADIOHEAD Fabrique Ben Happer & The Innocent 06 Agosto 1966 07/10 ore: 21:00 Mediolanum Forum 01. Notte di ferragosto - Gianni Morandi The Cure 02. Strangers in the night - Frank Sinatra 01-02/11 ore: 21:00 03. Che colpa abbiamo noi - Rokes Mediolanum Forum 04. Io ho in mente te - Equipe 84 King Crimson 05 Tema - Giganti 05-06/11 ore: 21:00 06 Riderà - Little Tony Teatro degli Arcimboldi 07. Paint it black - Rolling Stones Placebo 08. Paperback writer - Beatles 15/11 ore: 21:00 09. Sognando la California - Dik Dik Mediolanum Forum 10. Perdono - Caterina Caselli Europe 20/11 ore: 21:00 Alcatraz la cantante ha confermato il licenziamento del manager Scooter Braun, Elisa mentre pochi giorni dopo ha annunciato il titolo ufficiale del suo terzo al25/11 ore: 21:00 bum in studio, Dangerous Woman. Il primo singolo, l’omonimo Dangerous Mediolanum Forum Woman, è stato pubblicato l’11 marzo 2016, seguito dal brano Be Alright, VERONA reso disponibile per lo streaming la settimana seguente. Il 18 marzo esce Zucchero per lo streaming il brano Let Me Love You (inciso in collaborazione con il 16-17-18/09/2016 ore: 21:00 Castello Scaligero rapper Lil Wayne). L’album è stato infine pubblicato il 20 maggio.
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Fisco e Tasse
Cassazione: commercialista condannato a pagare La Corte di Cassazione (terza sezione civile) con l’importante sentenza 15107 depositata venerdì 22 luglio 2016 ha condannato un professionista a risarcire integralmente l’importo versato all’Erario da parte di un cliente dello stesso. La storia è la seguente: un gruppo societario affida al proprio commercialista una complessa ristrutturazione societaria, ed il professionista, errando, gli assicura la neutralità fiscale e la completa assenza di versamenti di tributi in quanto i conferimenti sarebbero dovuti rientrare tra quelli in sospensione d’imposta. L’amministrazione finanziaria riprende a tassazione i conferimenti, e l’importo complessivo da versare all’Erario ammonta a 1.000.000 di euro. Il gruppo societario fa così domanda al giudice di inadempimento e risarcimento avverso al proprio consulente. Dopo sentenze diverse di primo e secondo grado, il caso finisce in Cassazione e la
Suprema Corte stante la promessa intercorsa tra professionista e cliente di eseguire un restyling societario in neutralità fiscale, addossa il risarcimento dell’intero importo al commercialista. La Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d’Appello che riteneva che il rapporto contrattuale tra committente e professionista venisse regolato sulla base della precisa individuazione di alcuni obiettivi da raggiungere, tra cui la garanzia dell’assenza di imposta. Proprio il mancato pagamento delle imposte era l’obbligazione strumentale al raggiungimento di quel preciso risultato, in quanto come sottolineato dalla Cassazione il gruppo non mirava a «una riorganizzazione “qual che fosse” della struttura societaria, bensì una specifica riorganizzazione che consentisse al committente di andare esente da quella tassazione poi invece imposta alla società per fatto e colpa del debitore».
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L’emozione non ha voce 57
Tu dove sei - Albano dedicato alla figlia Ylenia Carrisi E adesso son qui, tu dove sei? Ho dentro me il grande vuoto ormai. Nessuno sa quanto urla ha ormai questo silenzio che mi parla di te. E adesso son qui, tu dove sei? In un’estate ormai senza calore senza colore. Sto sfidando la tristezza, voglio la tua tenerezza, quel tuo corpo stretto su di me, come ti vorrei, come pietre ormai, sono i sogni miei i silenzi tuoi. Ascolta se puoi la mia preghiera, dammi la mano fuori è primavera, adesso è l’ora. Sto sfidando la tristezza,
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Riflessioni 63
Avis: il donatore che viaggia Estate è sinonimo di vacanze, ovviamente anche per i donatori di sangue. C’è chi riesce ad effettuare la donazione prima di partire, ma molti vengono chiamati poco dopo il rientro. L’attenzione e le giuste precauzioni riguardano chi ha soggiornato all’estero, in Paesi in cui c’è il rischio di contrarre malattie tropicali, subtropicali e infettive e zone con condizioni igienico-sanitarie a rischio: sospensione di 3 mesi dal rientro in assenza di sintomi. Sospensione di 4 mesi per coloro che prima della partenza hanno dovuto fare vaccini. Sospensione di 4 mesi anche per chi durante le ferie ha avuto rapporti sessuali occasionali o a rischio. Sospensione di 4 mesi per tatuaggi, foratura per orecchini e piercing. Al ritorno dalle ferie in luoghi esotici o per qualsiasi comporta-
mento extra, ogni donatore deve comunque responsabilmente rivolgersi al medico della propria sede Avis e chiedere informazioni personalizzate prima di effettuare una donazione. Questo nel rispetto del ricevente, oltre che per la salute stessa del donatore. Di sangue ce n’è sempre molto bisogno, sia per gli interventi programmati che per le urgenze, anche d’estate, perciò ogni avisino è cosciente che deve mantenere uno stile di vita sano, per poter periodicamente donare il proprio sangue. Per informazioni la nuova sede Avis (palazzina ingresso Ospedale) è aperta il sabato mattina dalle 10 alle 12 tel 0309651693 e-mail segreteria@ avismontichiari.it Ornella Olfi
Maledetta droga Maledetta droga, tu che con i tuoi rampolli uccidi i sogni regalando illusioni artificiali... Maledetta, tu che prendi le vite regalando lacrime amare, quante famiglie hai distrutto e continui a distruggere senza mai fermarti dinanzi a niente. Penetrando nelle menti regali amore sintetico, finto, astratto. Purtroppo in tanti ti seguono, ti cercano e tu ti fai trovare pronta a dare gioie artificiali, scorri nelle loro vene sapendo di essere la cosa più importante della loro vita e annientando i loro ideali, ti fai al primo posto facendoti padrona di vite che non ti appartengono, ma tu non ti fermi e continui a correre, affamata... affamata di sogni, sorrisi, vite... Quante volte ho visto piangere, soffrire per te, quanti ideali sono stati travolti dalla tua sete di potere. Quanti ragazzi sono morti solcando i tuoi viaggi artificiali, la tua presenza è ovunque, basta fermarsi e aprire gli occhi e ti si vede lì... lì che succhi vite ovun-
que, prendi le tue vittime senza preoccuparti di niente, continuando il tuo cammino semini morte raccogliendo dedizione. Tu non sei la cosa più importante della mia vita, ma purtroppo lo sei per una persona a me cara; ma lascia che ti dica una cosa: tu puoi pure regalargli gioie artificiali ma l’amore, l’amore vero, sincero e profondo lo può avere solo da noi, da noi che siamo la sua famiglia. Non ti permetteremo mai di prenderti la sua vita perché non ti appartiene, non ti lasceremo mai vincere, distruggere i suoi valori... No, non con lui... non con mio fratello perché noi gli vogliamo bene. Oggi siamo noi a dirti “maledetta droga”... In un futuro non lontano sarà lui ad urlare in faccia a te tutto il suo disprezzo dicendoti: “Maledetta droga, finalmente ho trovato il coraggio di sconfiggerti riprendendomi ciò che mi hai rubato... la mia vita! Fabrizio
A tutti i nostri lettori auguriamo Buone Vacanze Riprenderemo le nostre pubblicazioni lunedì 05 Settembre 2016 Per inviare i vostri scritti: brescia@newentry.eu - www.newentry.eu
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