New Entry - Il giornale della Gente - Edizione di Brescia

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Anno 23 - N°03 del 24/02/2017 - www.newentry.eu - brescia@newentry.eu - Pubblicità: Gianluca Boffetti 347.73.52.863

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Citazione “Non si può scegliere il modo di morire. O il giorno. Si può soltanto decidere come vivere. Ora”.

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I Poliambulatori San Flaviano Gli specialisti del sorriso Il sorriso ed il dentista Oggi il Dottor Angelo Ziletti medico chirurgo odontoiatra e direttore sanitario di Poliambulatori San Flaviano ci parla del sorriso e suoi benefici sia fisici, biologici e sociali. Oggi l’Italia, e non solo, sta vivendo un momento difficile: l’uomo si trova a vivere una fase di instabilità sotto tutti gli aspetti della sua vita. Basti ricordare la mancanza di lavoro per molte persone, specialmente per i giovani, difficoltà ad avere una casa ecc…Vorrei ricordare anche la trasformazione sociale che sta avvenendo in questi ultimi decenni. Infatti fino a pochi anni fa eravamo abituati ad essere un popolo a se’, ora invece stiamo diventando una società multietnica con tutte le difficol-

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tà che questo processo sociale comporta. E come medico, vi posso dire che un sorriso può essere anche un momento di socializzazione oltre che di benessere per ognuno di noi. Non sbaglio sicuramente dicendo che il sorriso è uno dei più potenti e diretti mezzi di comunicazione. Il sorriso è capace di trasmettere positività, emozioni e sicurezza a chi ci ascolta. Ci si dimentica di questo e si tende a sorridere poco, quasi come se mostrarsi severi, facesse acquisire autorevolezza e prestigio. Un sorriso è capace di allentare la tensione e rendere migliori i nostri rapporti con gli altri. Un nuovo studio afferma che una buona risata migliora la memoria e le prestazioni cerebrali soprattutto negli anziani. In che modo agisce sul nostro corpo e che influenza ha? Ridere attiva tutte le parti del corpo umano, il cuore e la respirazione accelerano i loro ritmi, la pressione arteriosa diminuisce e i muscoli si rilassano. Tanto più la risata e spontanea ed esplosiva, tanto più diminuisce la tensione e, si manifesta una sensazione di liberazione che coinvolge tutti gli organi. Tutto questo perché ridere sti-

mola la produzione di endorfine dotate di proprietà analgesiche e fisiologiche. La peculiarità delle endorfine sta nella loro capacità di regolare l’umore. Esse vengono secrete in situazioni stressanti come forma di difesa, in modo da poter sopportare il dolore fisico e psicologico. Per concludere, è ormai assodato che il buon umore rafforza l’organismo aumentando le difese immunitarie, mentre stati depressivi favoriscono l’insorgere di malattie. Cosa sono le endorfine? Le endorfine sono una sostanza chimica prodotta dal nostro cervello in grado di influenzare molti dei cicli fisiologici che riguardano il nostro organismo, soprattutto, hanno un importante effetto positivo sul nostro umore. In pratica sono una sorta di droga naturale prodotta dal nostro stesso corpo quando sorridiamo, queste migliorano la nostra resistenza allo stress, alla fatica e al dolore. Si possono aumentare le endorfine? Le due principali attività che possono aumentare le endorfine sono l’attività fisica e sorridere. Quindi un bel sorriso oggi è un diritto di tutti è il dentista


ha tutti mezzi tecnici e le conoscenze necessarie per poterlo realizzare. Il nostro reparto ha le migliori attrezzature per la prevenzione e la cura delle malattie del cavo orale. Siamo in continua evoluzione ed ultimamente ci siamo dotati di una attrezzatura di ultima generazione di Laser a diodi. Questo tipo di laser odontoiatrico viene usato in chirurgia orale, indicato per herpes labiale, le afte, le cure antalgiche per il dolore temporomandibolare e per il dolore post operatorio, per la parodontologia ed endodonzia. Per un bel sorriso il dentista agisce su due livelli: quello preventivo e quello curativo. Il primo riguarda soprattutto i

bambini: sono indispensabili i controlli periodici dal dentista ed eventualmente le terapie idonee che servono per portarlo ad avere da grande un bel sorriso. Nel nostro reparto odontoiatrico abbiamo creato un ampio spazio ben organizzato per la loro prevenzione e la cura. Giocando insegniamo ai più piccoli l’igiene dentale e li abituiamo a non sottovalutare i controlli periodici dal dentista. Il secondo si rivolge agli adulti. Curando tutte le patologie del cavo orale per portare la persona ad avere la bocca sana è un bel sorriso. In questo modo si aumenta l’autostima e anche i rapporti sociali e interpersonali migliorano, di conseguenza ci

si sente meglio moralmente e fisicamente. Ricordiamo quindi l’importanza della prevenzione dentale e i controlli periodici dal dentista per poter sorridere liberamente! Imparare a ridere è la medicina più a buon mercato che ci sia! SIAMO SEMPRE APERTI ANCHE IN AGOSTO! Contatti: Poliambulatori San Flaviano Via Garibaldi 35 25020 Pralboino BS Tel. 030/954.649 www.poliambulatorisanflaviano.it

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EDITORIALE

E c’è vita... oppure no ?!? La vita è una roba pesante che ci portiamo sul groppone sin dal primo vagito. È faticosa, stressante, fatta di un continuo rincorrere l’idea di una felicità che non attiene a questo pianeta, ma che noi, pur essendo consci dell’impossibilità di poterla toccare con mano, continuiamo imperterriti ad inseguire. Ed è dal fallimento di questo obiettivo che nasce gran parte delle nostre delusioni, dell’amarezza, delle lacrime che versiamo. Il resto della nostra sofferenza proviene, poi, dalle storie che il destino ha delineato per noi, quasi sempre in salita, irte di difficoltà, di insidie, di colpi bassi, di ostacoli, di occasioni mancate, di appuntamenti che non prenderemo mai. Ci sono giorni in cui viviamo con il magone addosso e non riusciamo ad opporci al macigno che incombe su di noi, siamo passivi e rassegnati, spesso ci abbandoniamo al pianto e alla disperazione. Non c’è vita nelle limitazioni alla propria libertà che certi luoghi impongono perché ostili, selvaggi e violenti, o nei muri delle case che ti cadono addosso... Decine di auto in fila compresse nel traffico, guidate dalla stanca pazienza di gente ingrigita dallo smog, non è vita, e non lo è il nervosismo

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e l’aggressività che fuoriesce dai finestrini abbassati. La musica roboante della discoteca in cui si vanno ad affogare i silenzi del cuore, non è vita, ma rumorosa sovrapposizione di suoni che tenta di ingannare. Ma c’è vita nell’azzurro che riveste il cielo, a tratti interrotto da striature di luce dorata e nell’infrangersi lento e costante dell’onda sulla roccia mentre gabbiani danzano nell’aria circostante ed usignoli intonano canzoni. E’ vita lo sguardo perso d’amore di un cane che ti abbraccia sino a stritolarti dentro, riempiendo i vuoti che la vita ti ha lasciato. E c’è vita nella parola dell’amico che ti accarezza l’anima nei giorni delle tenebre, che decide di affiancarti nei cammini impervi e ti porge un ombrello quando le nuvole da là sopra sputano solo emozioni tristi... E c’è vita nell’abbraccio della persona che ami, e c’è vita nell’osservare il sorgere del sole, nell’ammirare la luna o un fiore appena sbocciato... E c’è vita nel provare un’emozione, nel ridere, nel commuoversi... ma noi non abbiamo tempo per questi gesti: preferiamo non vivere ma semplicemente correre alla disperata, verso una meta che nemmeno conosciamo dimenticando i gesti più semplici. Gianluca Boffetti

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Un intruso gioca con la tua vita Il gioco d’azzardo, la nuova droga, non fa notizia, allarme sociale, perché dalla notte dei tempi legato al piacere ludico dell’uomo. La scommessa allo stremo delle proprie possibilità, finchè la vita diventa una schedina sgualcita, un gratta e vinci lucente, una slot machine incandescente, il vizio non è più un optional, così bere, fumare, giocare, non sono più svaghi temporanei: la botta di adrenalina mette in ginocchio la paura, la follia di una sera diviene il comportamento da vestire, muta in abito mentale che non schioda più dal corpo, dalla mente, dal cuore. E’ già malattia. Un amico mi ha chiamato per parlarmi di suo figlio, a suo dire rispettoso nel mantenere relazioni sociali soddisfacenti: ma a strattonare la sequela di belle parole, le buone intenzioni, la presenza rigorosa del bene che lega un padre al proprio figliolo, c’è qualcosa che non è sopportabile. La scoperta di un intruso che non bussa alla porta, né chiede educatamente di poter fare un passo avanti, pronto a forzare l’uscio senza preavviso, è uno straniero dallo sguardo apparentemente mansueto, di quelli che non fanno paura, e non rendono tumefatti gli zigomi. Un intruso che dapprima si insinua lentamente, non fa troppo rumore, procede come un omino curioso che scopre territori inesplorati, meravigliandosene, prende posizione, sceglie il luogo e la parte da recitare, acquista fiducia, compra con denaro sonante domicilio e residenza, non intende più andarsene. Un cattivo compagno di viaggio, non scosta il piede, non dà passo a chi è dietro, testardo rimane ad attendere la prossima giocata, la goccia di sudore fredda come la lama di un pugnale. Sprovvisto di documenti di identità, è ingombrante ma non si fa

SOCIETA’

vedere, non chiama né risponde, sa soltanto rilanciare con le tasche vuote. Un maledetto intruso abita il cuore di questo ragazzo, una presenza indistinta ma feroce, risoluta a non mollare la chiamata del banco illusoriamente da sbancare, un numero che non esce, un dado che non si ribalta, una carta che non intende accoppiarsi a un’altra. Un intruso che lavora sottobanco, scava la fossa, racconta un piacere irripetibile divampare nel cervello, e quando il numero tanto atteso è allo scoperto, dentro il sonoro della sconfitta c’è il momento in cui non sì è più capaci di resistere. Il mio amico è un padre aggrappato all’appiglio più vicino, per tentare di comprendere cosa sta accadendo al suo mondo tirato su con amore e cura, quel suo figlio attore consumato della menzogna mandata a memoria, quel male negato e ostinato che distrugge le relazioni personali, famigliari, lavorative, e quell’intruso sempre lì a manipolare la realtà, la vita messa a soqquadro, i legami d’amore miseramente dispersi. E’ malattia da curare, prevenire dove possibile, perché è un dolore profondo che non si fa riconoscere facilmente, una sofferenza che non è semplice mettere a tacere, debellare. Il ragazzo ha bisogno di parlare con uno specialista, con un esperto, con qualcuno che può e deve aiutarlo, ma se non riuscirà a chiedere una mano con franchezza, ci sarà l’inseguimento a perdifiato per tentare di trasformare il destino, mentre i fallimenti saranno grida inascoltate. Il gioco d’azzardo non è mai parente di un colpo di fortuna, non è strada che consente scappatoie, è malattia che disconosce il diritto di poter scegliere, il dovere di una libertà da rispettare. Vincenzo Androus www.newentry.eu 05


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Insalata di seppia e verdurine Ingredienti per 4-5 persone 1 seppia grande o 2 piccole freschissime 1 bicchiere di vino bianco verdure per brodo (carota, sedano, cipolla, alloro) pomodorini pachino valeriana o rucola olio E.V.O. prezzemolo limone sale e pepe e sale nero Preparazione: in abbondante acqua e vino bianco, bollire le verdure con l’aggiunta dei gambi di prezzemolo e alloro, salare leggermente. Cuocere nel brodo vegetale le seppie per circa 30

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minuti (dipenderà dalla dimensione), controllare con i rebbi della forchetta se sono morbide. Togliere le seppie dal brodo, raffreddarle e tagliarle a piccole listarelle. Riporre in una ciotola le seppie, i pomodorini tagliati a spicchi, condire con il prezzemolo, sale e pepe, succo di limone ed olio E.V.O. Adagiare sul piatto la valeriana (o rucola), mettere poi le seppie condite e spolverare con del sale nero Anna - www.cucinacreare.it

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Racconti di vita: l’autismo

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Ciao a tutti, sono la mamma di un bambino autistico di 8 anni. Vorrei condividere con voi un po’ del mio tempo e della mia esperienza di vita nella speranza di essere anche d’aiuto a qualcuno. Ricordo come fosse oggi il giorno in cui ho ricevuto la diagnosi di mio figlio, dopo diversi test (ricoveri ospedalieri e test di routine) è stato un tuffo al cuore, come sentirsi morire dentro e allo stesso tempo sapere che non ci si può lasciare andare dalla disperazione. Bisogna incassare il colpo e capire che da lì inizia una nuova vita che purtroppo sarà un susseguirsi di terapie, lotte per ottenere qualsiasi cosa per il proprio figlio. Ad oggi lotto più forte di prima per continuare a Aiutateci a combattere, insieme a voi saremo vederlo migliorare, anche se è dura, molto dura, più forti! non si molla perchè quando arriva anche il più Mamma Erika piccolo miglioramento che per molti può essere banale, per noi è oro colato!!! Dedicata al mio guerriero speciale Noi “genitori speciali” viviamo giornate intermiQuando ti vedo solo a scalpitare nabili che solo chi le vive può capire: piene di mi faccio in quattro per poterti aiutare, difficoltà e soprattutto di solitudine ed è proprio la mia vita ti vorrei regalare questo concetto che vorrei approfondire: e sapere che tu possa guarire, L’AUTISMO NON E’ CONTAGIOSO!!! ma anche se la speranza è l’ultima a morire Il bisogno primario di ogni bambino autistico è la diagnosi dobbiamo accettare l’integrazione anche se a volte fa fatica ad intee continuare a saperti amare, ragire, vi assicuro che ne è felice! e con tutta la forza andare, Mio figlio per esempio, a volte, dimostra la sua andare e andare sempre avanti ansia verso situazioni nuove con l’aggressività per farti migliorare!!! ma vi assicuro che una volta tranquillizzato non Ti adoro, potrà più fare a meno di voi. la tua mamma Erika Cazzaniga

Siamo un gruppo di mamme di bambini autistici. Abbiamo creato una chat whatsapp, a cui abbiamo dato il nome “La casa di Doroty”. Qui ci scambiamo opinioni, ci confrontiamo ed ogni tanto ci incontriamo per un caffè. Se anche tu hai un vissuto simile e vuoi entrare in chat, contattaci: Valsecchi Tiziana - Cell. 329 98 05 488 www.newentry.eu 07


SPECIALE

Calvisano - Storia e Tradizioni

Calvisano (Calvisà in dialetto bresciano) è un comune italiano di 8.453 abitanti della provincia di Brescia in Lombardia. Geografia fisica Il territorio comunale è pianeggiante, dato che appartiene alla bassa bresciana orientale, e si estende su una superficie di 45,14 km. Il fiume Chiese ne attraversa la parte sudorientale, per un tratto fungendo da confine con il territorio di Carpenedolo. Il paese si trova a circa ventotto chilometri dal capoluogo di provincia e a circa 50 chilometri da Mantova. Origine del nome Secondo quanto riportato da Mazza (1986), il toponimo deriverebbe dal latino Calvisius o da Calventiani, nomi di antichi romani proprietari di fondi. Lo stesso nome Calvisius è stato rinvenuto su di una lapide presso la villa di Maderno. Epoca romana e longobarda Nel territorio di Calvisano sono state rinvenute numerose testimonianze di epoca romana come lapidi e resti archeologici. Tra le lapidi, conservate nel Museo della città di Brescia presso Santa Giulia, una è intitolata a Giove, mentre un’altra alle Matro08 www.newentry.eu

ne, divinità celtica. In località Luogo del Principe, nel 1891 fu rinvenuta traccia di una costruzione romana di epoca imperiale con pavimenti a mosaico, tegole e vasi. Robert Seymour Conway nel suo saggio “Dov’era il podere di Virgilio” sostenne che il poeta romano fosse nato in un podere tra Calvisano e Carpenedolo. Di epoca longobarda è la necropoli rinvenuta in località Mercadellus durante i lavori di costruzione della Brescia–Parma. Formata da circa cinquecento tombe, furono trovate crocette auree, fibule e bacilli in bronzo. Re Desiderio donò vasti possedimenti calvini alla Badia Leonense, confermati da diplomi dei re d’Italia Berengario II e da Adalberto II. Epoca medievale: La torre del castello Il nome di Calvisano compare in numerosi diplomi imperiali tra il X e il XII secolo e in alcune donazioni di nobili, come quelle di Nuvolo Martinengo e Matilde dei conti di Desenzano, alla Badia Leonense o abbazia di San Tommaso ad Acquanegra sul Chiese. Nel X secolo fu edificato il castrum a difesa della popolazione. Il 2 gennaio 1158 il vescovo di Brescia Raimondo investì Pietro e Lanfranco Martinengo di un feudo a Calvisano.


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Nel 1279, la repubblica comunale di Brescia affidava a Calvisano e ai paesi limitrofi la costruzione della strada collegante Casalmoro a Remedello. Nel 1313, Graziolo Calvisano, in qualità di console di Brescia cooperò nella pace di Gussago affinché si trovasse un accordo tra i Guelfi e Ghibellini della città. Tre anni dopo i Ghibellini in fuga da Brescia si rifugiarono anche presso il castello calvino. Una lite del 1353 attesta la prima presenza del comune. Secondo Mazza (1986), il paese si sviluppò attorno al castello formando i cosiddetti Borgo di sopra e Borgo di sotto. Nell’Estimo visconteo del 1385, la municipalità era posta all’interno della quadra di Ghedi e Calvisano; in seguito divenne singola capoquadra. Durante la prima metà del Quattrocento il paese fu coinvolto nella lotta tra Visconti e Serenissima per

il controllo del territorio corrispondente all’attuale provincia di Brescia. Nel 1406, Giovanni Maria Visconti riconobbe Calvisano come corpo separato da Brescia e dipendente quindi da Milano. Cinque anni dopo i Boccacci cercano di far aderire anche Calvisano al tentativo di rivolta contro Pandolfo III Malatesta, a quel tempo signore della città cidnea. Nel 24 marzo 1427, i Visconti ripresero il controllo del paese e concessero alcuni privilegi come il giorno di mercato, stabilito in lunedì, e la giurisdizione su Remedello Sopra. Un mese dopo, il Carmagnola occupò Calvisano che fu costretto a sottomettersi a Venezia. Nel 1438, il paese si consegnò a Niccolò Piccinino, generale dei Visconti, che confermò i privilegi aggiungendovi l’immunità dal dazio. Nel 1440 e ancora nel 1441 fu occupato dalle forze venete, prima condotte da

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Francesco Sforza e in seguito dai Martinengo. Per dieci anni la situazione sembrò assestarsi a favore della Serenissima, ma nel 1451, quando lo Sforza, divenuto signore di Milano, prese le armi contro la repubblica veneziana, il paese sostenne il condottiero. Solo con la Pace di Lodi del 1454, Calvisano fu definitivamente assegnato alla Repubblica di Venezia. Epoca veneta Nel corso del Quattrocento avvenne la separazione della parrocchia dalla pieve di Visano. La comunità religiosa si sviluppò attorno alla cappella di san Michele per poi essere trasferita all’interno del castello, presso la chiesa di san Silvestro. Nel 1483, durante la guerra di Ferrara, il castello calvino fu occupato dal marchese Federico Gonzaga che vi lasciò i suoi soldati al comando di Francesco Secco. Gli abitanti si ribellarono e, dopo la vittoria, issarono le insegne di San Marco. Nel 1510, durante la guerra della Lega di Cambrai dovette ospitare i cavalli dell’esercito francese e subire, cinque anni dopo, l’occupazione di venturieri reduci della guerra stessa. Secondo una leggenda riportata da Mazza (1986) questi ultimi fuggirono grazie all’apparizione della beata Cristina Semenzi. Durante il Cinquecento, Calvisano divenne vicariato maggiore e capoluogo di una quadra comprendente i vicini comuni di Isorella e di Visano. Il ruolo di capoluogo di quadra è confermato dall’Elenco

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comuni Territorio di Brescia del 1679 e dalla Descrizione generale del 1764. Epoca napoleonica e asburgica Con la costituzione della repubblica bresciana (marzo-novembre 1797), Calvisano fu assegnato al cantone del Clisi. L’anno seguente fu riconosciuto come comune autonomo all’interno del dipartimento del Mella della repubblica Cisalpina. In seguito fu ribattezzato Calvisano con Mezzane e, nel settembre 1798, fu assegnato al distretto dei Colli. Nel 1801, con la ridefinizione amministrativa della repubblica Cisalpina fu inglobato nel distretto III di Verola Alghisi e in tale veste si mantenne con il passaggio alla napoleonica repubblica italiana (1802). Con l’avvento del napoleonico regno d’Italia (1805), a Calvisano con Mezzane fu assegnato il territorio del soppresso comune di Malpaga, per cui mutò nome in Calvisano con Malpaga e Mezzane. Il nuovo comune entrò a far parte del cantone VII di Lonato appartenente al distretto I di Brescia del dipartimento del Mella e fu considerato di seconda classe ai sensi dal decreto 8 giugno 1805. Nel 1810 alla municipalità fu assegnato anche il territorio del soppresso comune di Visano. Nel 1815, dopo il congresso di Vienna, entrò a far parte della provincia di Brescia del regno Lombardo-Veneto, retto dagli Asburgo d’Austria. Privata del territorio di Visano e nota anche come Calvisano con Mezzane e Malpaga, la municipalità fu asse-


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gnata al distretto IV di Montichiari. La configurazione amministrativa fu confermata anche nel 1844 e nel 1853. Dopo l’Unità d’Italia A seguito degli eventi della seconda guerra di indipendenza italiana, Calvisano entrò a far parte del Regno di Sardegna (dal 1861, Regno d’Italia). Fu assegnato al mandamento II di Montechiaro, appartenente al circondario di Castiglione delle Stiviere della nuova provincia di Brescia. Nel 1868, il comune, come il resto del mandamento di Montichiari, fu associato al circondario di Brescia. Nell’agosto 1893, il paese fu raggiunto dalla Piadena–Brescia. Nel 1972, nella frazione di Viadana, fu inaugurato il complesso dell’Acciaieria di Calvisano. Monumenti e luoghi d’interesse Architetture religiose • Chiesa di San Silvestro, parrocchiale di Calvisano. L’attuale fabbrica fu ricostruita nel corso del XVIII secolo, sopra una) costruzione precedente risalente al Seicento, e consacrata il 2 settembre 1792. All’interno sono presenti tele e affreschi di numerosi autori tra cui uno “Sposalizio di santa Caterina” del Romanino, “San Bartolomeo e san Pietro” del Moretto, “Sant’Anna” e “Deposizione” sono opere di allievi del Tiepolo. Statue settecentesche ornano la facciata e gli interni. •Monastero dei Domenicani, risale al XV secolo. È dotato di chiostro, mentre la sala delle Tele con-

Chiesa di San Silvetro

tiene una raccolta di quadri preziosi e di notevoli dimensioni rinvenuti all’interno del complesso. • Chiesa di Santa Maria della Rosa. Chiesa annessa al monastero dei Domenicani, fu consacrata l’8 ottobre 1498. All’interno sono presenti affreschi del XVI secolo. •Disciplina di san Giovanni Battista: costruita nel XV secolo per ospitare la confraternita dei cruce signati. All’interno, il soffitto è dipinto, mentre gli affreschi sono opere di diversi autori, di cui alcuni allievi del Foppa, dipinti fra il Quattrocento e il Sei-

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Chiostro Domenicano

Disciplina di San Giovanni Battista cento. Dopo la soppressione del 1797 fu tramutata in magazzino; fu riscatta e restaurata da un comitato locale nel 1971. •Chiesa di santa Maria delle Brede: ricostruzione del Seicento di una precedente chiesa, a sua volta restaurata nel 1388. All’interno è presente un

Chiesa di Santa Maria delle Grazie 10 www.newentry.eu

affresco della Vergine con bambino[19]. •Chiesa di san Michele: ha ospitato il “Museo della civiltà contadina”. •Chiesa di Santa Maria Annunziata, parrocchiale di Viadana. In origine fu oratorio della parrocchia di San Silvestro. Ospita una statua lignea della Madonna del XV secolo e conserva un affresco con Crocefisso. Fu dotata di un nuovo altare nel 1711, con parapetto in marmo del 1736, venne ampliata tra il 1898 e il 1904 e di nuovo nel 1998. Dal 1959 è parrocchia. Architetture civili e militari •Palazzo Lechi: fu costruito su ordine dei fratelli Giovanni Maria junior e Carlo Polini tra il 1723 e il 1730, anno in cui i lavori furono sospesi. Il progetto prevedeva la realizzazione di una dimora a forma di castello con torri ai quattro angoli, ma solo due di queste furono realizzate. L’interno è dotato di scalone e varie sale, mentre all’esterno il cortile è attorniato su due lati da edifici più bassi. •Palazzo Schilini: costruzione del Quattrocento e sede municipale. •Castello: della fortificazione originaria rimangono tracce nel tessuto urbano e le due porte, una a nord e l’altra a sud. Quest’ultima è sormontata dalla Torre civica. •Villa Cazzago: posta in località Brancoleno, secondo Mazza (1986) fu costruita da Bartolomeo Cazzago nel Seicento. La facciata è compatta e il portico è a cinque campate.



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•Chiesa di San Michele Arcangelo Edificio realizzato con una pietra della Zona calvisanese; esso è posto a lato del tracciato di un’antica Strada vicinale di collegamento dei villaggi della Bassa. In origine l’edificio era adibito a ricovero per bisognosi di cure, xenodochio, da cui il termine Saugo, nome del vicino corso d’acqua. La chiesa attuale, meglio dire quel che resta della chiesa di S. Michele, è stata costruita nella Seconda metà del Secolo XV, mentre l’antica chiesa era del Secolo IXX. Non vi Sono tracce evidenti dell’originaria struttura medioevale, probabilmente sepolta sotto l’attuale edificio. Questo, invece, è di epoca quattrocentesca in stile tardo gotico italiano. Lo storico padre Beniamino Zacco riferisce che subito dopo la morte della Beata Cristina Semenzi, 1458, ella venne dipinta, nell’anno 1470, nel coro della Chiesa di S. Michele. Su un peduccio del lato occidentale è riportata la data 1479, che doveva indicare la realizzazione della costruzione. All’interno della chiesa vi erano tre altari: l’altare maggiore, dedicato a S. Michele, e due altari laterali dedicati a S. Antonio Abate e a S. Lorenzo.

In seguito allo sviluppo del paese, la chiesa, situata fuori dalle mura, andò in decadenza. La chiesa riacquistò importanza e attenzione solo nel 1679, quando vi furono trasportati dal bosco comunale i resti delle vittime della peste del 1630. Da allora fu chiamata “Chiesa dei morti di S. Michele”. Nel 1765 fu costruita una piccola abitazione per uso e comodo dell’eremita, che era custode della chiesa. Tutta la chiesa era affrescata, soprattutto da ex voto. Alcuni affreschi sono di epoca Settecentesca. Di questi affreschi rimangono ora Solo alcune sinopie. Le frazioni MALPAGA Malpaga è stata per più di cinque secoli, fino al 1808, un piccolo comune rurale autonomo. Le sue origini risalgono al secolo XIII, probabilmente dopo la distruzione del Vicus Formianus, avvenuta nel 1264. Il Castello, sede del Comune, sorgeva dove attualmente vi è la cascina “Castello”. A fianco del castello vi era l’antica chiesetta di S. Paolo, completamente distrutta nel 1925 a seguito di un incendio. A Nord, lontana dal castello, già nel secolo XIV era stata costruita la chiesa di S. Maria, più corta

Chiesa di San Michele Arcangelo

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Castello Lechi

e più bassa dell’attuale. Fu ristrutturata nel 1460. Sotto l’influsso dei padri domenicani di Calvisano, nel 1600 fu dedicata a “S. Maria della Rosa”. Negli anni 1925/27, la chiesa fu quasi completamente rifatta in stile gotico-lombardo, allungata e alzata. Il campanile fu edificato nel 1910. La chiesa parrocchiale di Malpaga, dedicata a S. Maria della Rosa, esisteva già nel secolo XIV. Fu

ristrutturata nel 1460. Essa dipendeva dalla prepositura di Calvisano. Il parroco, che aveva il titolo di Rettore, doveva recarsi nella mattina del Sabato santo a Calvisano per assistere alla benedizione del fonte battesimale e ricevere gli oli santi. Nel 1720 fu costruita la cappella della Madonna del Rosario, dono del principe Cristerno Gonzaga. La statua della Madonna è dono del signor Gaspare

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zione, preferendo i giovani abbandonare i campi e cercare altrove il lavoro. Nel 1973 la popolazione era di 501 persone. I Sacerdoti diedero sviluppo alle attività oratoriali, dotando l’oratorio di nuovi spazi, con la costituzione dell’ANSPI e la costruzione del Centro giovanile. Attualmente la popolazione si aggira intorno ai 600 abitanti con un buon numero di immigrati stranieri. Le attività parrocchiali sono ben avviate, in particolare la catechesi dei bambini. Non tutta la popolazione partecipa alla vita liturgica. Parecchie persone frequentano la Chiesa di Calvisano, di Viadana e del Belvedere. Esistono in parrocchia due associazioni ben incamminate: l’Ordine Secolare Francescano e la Congregazione delle madri Cristiane. Vi è il Gruppo Missionario che realizza programmi di solidarietà. MEZZANE Mezzane ha origini antiche, sorse intorno alla capRampinelli. Le Confraternite del SS. Sacramento pella di Santa Maria de Mezanis, già nominata in e del S. Rosario furono soppresse nel 1797. Nel una bolla di papa Urbano III nel 1186, che costi1910, il parroco Paolo Bignetti fece costruire il tuisce attualmente la sacristia della chiesa parroccampanile che dotò di cinque campane. chiale, eretta nella seconda metà del 1500 e più La popolazione nel 1900 andò sempre più aumen- volte restaurata. All’esterno è tutta in cotto rustico tando, passando da 366 persone nel 1890 a circa a vista, mentre all’interno l’intonaco è stato coperto 600 nel 1914, raggiungendo gli 810 abitanti nel con affreschi. L’unica navata è coperta da una volta 1949. Per questo si rese necessario ampliare la dove si alternano il sistema a botte e a vela. La chiesa e dotare la parrocchia di nuovi spazi. Que- facciata a cuspide arrotondata allusiva al barocco, è sto compito fu assunto da don Angelo Bertolini, stata costruita con massi di pietra misti a cotto nella parroco di Malpaga per ben 47 anni. Fece ristruttu- prima metà del settecento (1730-1750), come si rare quasi a fundamentis la chiesa, facendola allun- può rilevare da una scritta esterna sul lato ovest gare di otto metri e alzare di quattro/cinque metri. della chiesa stessa.. Era allora parroco don Lorenzo La chiesa in stile gotico-lombardo, decorata e con Castellini. Una torre campanaria è stata eretta nel banchi nuovi, fu benedetta dal vescovo ausiliare 1829, come ricorda una scritta sulla lapide del parEmilio Bongiorni il 16 ottobre 1927. roco committente don Carlo Cassa, presso il nostro Il Concilio vaticano II segna l’inizio di una nuova era. cimitero. Sia all’interno che all’esterno della chiesa, Fu compito dei successori di don Bertolini realizza- comunque, risulta chiaro un richiamo misurato ed re il rinnovamento religioso. Da una parte i parroci equilibrato allo stile del settecento, caratteristico di don Marcello Casari, don Emilio Zanardelli, don molti altri edifici religiosi realizzati nella zona nello Giovanni Girelli diedero avvio a nuove realizzazioni; stesso periodo. Sulla facciata in due nicchie vi sono dall’altra la frazione di Malpaga, poiché non ebbe le statue di S. Giuseppe e S. Dionigi. pari sviluppo industriale, vide diminuire la popola- All’interno, sopra l’altare maggiore si ammira la pala 16 www.newentry.eu


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attribuita ad Andrea del Sarto, dove è raffigurata la Natività di Maria Vergine. Le due opere laterali del presbiterio riguardano la Natività di Gesù e l’Adorazione dei Magi. Di notevole intensità espressiva sono anche la Crocifissione e la Madonna addolorata, poste lateralmente all’altare maggiore. Oltre all’altare maggiore possiamo ammirare sulla sinistra, entrando, la statua del Cristo Morto con sopra un antico e pregevole quadro del Battesimo di Gesù. Segue l’altare del Sacro Cuore con la tela raffigurante le tre Virtù teologali “Fede – Speranza – Carità”. Vi è poi l’altare dedicato al Patrono S. Dionigi. A destra entrando vi è un confessionale con sopra la statua di S. Antonio da Padova. Al centro della parete si incontra l’altare della Madonna con il Bambino Gesù, arricchito dalla serie delle icone raffiguranti i misteri del rosario. Infine vi è un altro confessionale con sopra una struttura finemente composita dove sono inserite le reliquie dei vari santi. Una menzione particolare merita la serie di quadri che rappresentano le quattordici stazioni della Via Crucis. Così pure si possono considerare le due vetrate poste nell’abside riguardanti le parabole del “buon pastore” e del “vignaiolo”, nonché i bronzi posti sull’ambone e sul battistero, dell’artista bresciano Oscar di Prata. VIADANA La chiesa di S. Maria di Viadana è stata per parec18 www.newentry.eu

chi secoli, fino al 1959, uno dei tanti oratori campestri della parrocchia di S. Silvestro di Calvisano. In essa, fin dal secolo XV, i capifamiglia della zona facevano celebrare la messa domenicale a un cappellano o a un frate del convento domenicano di Calvisano. Aveva un solo altare. Nella nicchia, sopra l’altare vi era la bella statua lignea della Madonna con Bambino, che risale al secolo XV, e che ancora oggi, dopo essere stata restaurata, è venerata dalla popolazione. Un’altra opera di un certo pregio è la statua del Sacro Cuore. Le pareti della “Cappella”, cioè del presbiterio, compresa la volta, erano tutte dipinte. Di questi affreschi è stato restaurato e conservato solamente un Crocifisso. Il soffitto della “Cappella” era a crociera, e così è stato conservato. Il soffitto della piccola navata era certamente a “capanna”. Sulla cappella si ergeva un piccolo campanile con una sola campana. Davanti alla chiesa vi era, probabilmente, un portico. Nel 1711, l’altare maggiore fu riedificato, sormontato da una ancona di legno con una nicchia che conteneva la statua lignea della Madonna. Il para-

Chiesa di Santa Maria Annunziata


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petto di marmo, invece, fu fatto realizzare nel 1736 dalla ditta Carlo e fratelli Puignaghi da Rezzato. Il prezzo concordato fu di 80 scudi, per il valore di sette lire piccole per uno scudo, vale a dire per 560 lire piccole. Nel 1898, il curato Don Giuseppe Massetti, intraprese l’opera di ampliamento di quella chiesetta, che fu completato nel 1904. Nel 1903, il curato don Leandro Brusinelli, fece erigere sul campanile tre campane nuove. Nel 1907, fu costruita una nuova sacristia a destra del presbiterio. Furono aperte due porte laterali e costruiti due altari laterali, uno dedicato alla Beata Cristina e l’altro al Sacro Cuore. Nel 1925 il curato don Angelo Spinoni ebbe il permesso di costruire il Battistero. Nel 1946 venne edificato l’oratorio. In occasione della elevazione della chiesa di Viadana in parrocchia, 3 aprile 1959, don Pietro Marini fece ristrutturare la chiesa, curandone la pavimentazione, aprendo il presbiterio ai lati, ampliando gli altari laterali troppo angusti e la sacristia. Fece alzare il campanile, dando l’aspetto attuale. Nel 1972 il nuovo parroco don Annibale Baronchelli ristrutturò il presbiterio secondo le nuove norme liturgiche: pose al centro il bell’altare del ‘700; trasportò il tabernacolo, inserendolo nel pilastro di destra, mentre su quello di sinistra fece porre l’affresco raffigurante il Crocifisso. Negli anni seguenti, fu effettuata la decorazione della chiesa. Don Arturo Balduzzi, giunto a Viadana nel mese di luglio 1989, assecondando la volontà della maggioranza della popolazione, che collaborò con entusiasmo e generosità, realizzò nel giro di due anni, 1991/92, un nuovo “Centro parrocchiale”, che si compone di un salone polivalente, una sala ritrovo, segreteria e archivio, nove aule per il catechismo e per attività collaterali. Negli anni successivi fu inaugurato il centro sportivo, composto da due campi di calcio, un campo da tennis e da una piattaforma polivalente per il gioco di pallavolo e pallacanestro, spogliatoi, cortili, e spazi “verde”. Dal 1998 il parroco è don Luigi Pellegrini, che ha realizzato l’ampliamento della chiesa, tanto neces-

sario, allargando e allungando il transetto, con una nuova sacristia e saletta parrocchiale, e posizionando i nuovi confessionali. Ha restaurato gli arredi e i mobili della sacristia. Beata Cristina Beata Cristina Semenzi, (o Beata Cristina da Spoleto) (Calvisano, 4 agosto 1435 – Spoleto, 13 febbraio 1458), è stata proclamata beata nel 1834 da Gregorio XVI. Appartenuta ad una famiglia contadina di umili origini, abbandonò giovanissima la famiglia e si dedicò alla vita religiosa entrando a Brescia nel convento delle Monache Agostiniane. Si prodigò nell’assistenza ai poveri e ai malati prima a Roma poi ad Assisi ed infine nell’Ospedale della Stella a Spoleto, dove morì nel 1458. Fu sepolta nella chiesa di S. Nicolò degli Agostiniani. Chiuso il monastero di San Nicolò nel 1803, venne spostata nel santuario della Madonna di Loreto. Nel 1921 le sue spoglie sono state trasferite all’interno della Basilica di San Gregorio Maggiore, dove è rimasta fino al gennaio del 2015, quando è stata traslata nella sua città natale. È stata eletta patrona di Calvisano nel 1512.

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TERRITORIO

Remedello: molte voci inesatte sommandosi distorcono la verità

In questi primi due mesi dell’anno a Remedello è divampata una polemica inutile, inesatta, fuorviante e tendente ad ingenerare nella cittadinanza informazioni distorte e non coincidenti con la verità Sindaco dei fatti. Francesca Ceruti Polemica strumentale per metter in cattiva luce l’operato dell’Amministrazione. Ma quando si parla bisognerebbe farlo con contezza dei numeri e portare fatti concreti a sostegno, altrimenti il rischio che si corre è di vendere aria fritta! L’argomento è la gestione della scuola di Remedello. Tutto è partito da una semplice richiesta dal Comune di Remedello indirizzata al Comune di Acquafredda volta ad un incontro per discutere sulla compartecipazione delle spese di gestione dei servizi della scuola, quali ad esempio segreteria ed utenze, in quanto studenti di Acquafredda frequentano i nostri plessi. E’ corretto infatti che quando si beneficia di un servizio si contribuisca, anche in minima parte al suo mantenimento, almeno come utenze, soprattutto quando i servizi sono pubblici e a pagare è la collettività. Anziché confrontarsi il comune di Acquafredda ha deciso di anticipare gli effetti di una decisione già presa da tempo e chiedere ai genitori di spostare i propri figli da Remedello a Visano. Si precisa che in questo modo non viene fatto alcun 20 www.newentry.eu

danno né alla dirigenza né all’istituto Comprensivo che rimane quello di Remedello, visto che anche Visano ne fa parte. Tanto però è bastato al PD di Remedello per uscire con un volantino diffamatorio, irreale che distorce fortemen- Ass. Elisa Galuppini te la verità delle cose e riporta fatti non veritieri. Abbiamo imparato da tempo che certe persone parlano per dare fiato alla bocca e spesso non vale neppure la pena replicare ma quando si leggono frasi diffamatorie allora la replica è doverosa. Secondo il PD di Remedello da anni non verrebbero fatti investimenti sulle scuole (“in quanto i bambini non votano”). E’ vero i bambini non votano ma non è stato per noi motivo per non investire sulla scuola, dato che abbiamo profuso risorse nei plessi scolastici e la frase è davvero brutta. Fa proprio pensare che loro sono i primi che guardano come muoversi per comprare più voti. Gli investimenti fatti dalla nostra Amministrazione dal 2009 ad oggi nel settore scolastico, pubblicati nei vari bilanci e quindi ben noti a tutti, ammontano a: - € 483.932,90 refezione scolastica (compreso acquisto attrezzature) - € 396.016,18 trasporto scolastico - € 225.839,32 assistenza trasporto scolastico


TERRITORIO

- € 4.750,00 sconto retta asilo addebito su conto corrente - € 171.603,09 assistenza ad personam - € 35.882,19 libri di testo gratuiti - € 23.250,00 borse di merito - € 285.100,00 contribuiti Istituto Comprensivo - € 10.500,00 contributi Istituto Bonsignori - € 18.493,38 sistema bibliotecario - € 104.117,91 manutenzione straordinaria immobili (impianto antincendio, pavimentazione, rifacimento tetto, impianti vari, etc.) TOTALE DAL 2009 AD OGGI € 1.759.484,97 DICONSI: UNMILIONESETTECENTOCINQUANTANOVEMILAQUATTROCENTOOTTANTAQUATTRO, 97! E mancano le spese per le utenze, che vanno ad aggiungersi al lungo elenco sopra riportato. Il Pd commette un grosso errore dunque quando scrive che sono stati fatti “ZERO INTERVENTI DI ADEGUAMENTO E RISTRUTTURAZIONE”! Infatti ben € 104.117,91 sono stati spesi per ristrutturazioni! Ma il PD dimostra scarsa capacità conoscitiva dei fatti anche quando definisce la nostra Amministrazione un “comune pidocchioso perché pretende somme per strutture che rimangono in proprietà all’ente”; oltre ad

essere offensiva e diffamatoria è concettualmente scorretta. La sinistra di Remedello vorrebbe far pagare ai nostri cittadini spese per il mantenimento di utenti non residenti. Inaccettabile. “Lo stesso modo di ragionare che ha portato negli ultimi 30 anni a sottoscrivere ben 52 mutui e rinegoziarli negli anni, determinando un aumento del debito che è ricaduto su 3 generazioni di Remedellesi e che solo nel 2019 riusciremo a ridurre fortemente portando ad estinzione i finanziamenti, grazie ad una gestione oculata delle risorse pubbliche operata nei peggiori anni della storia d’Italia, quando non vi sono state entrate e sono diminuiti fortemente i trasferimenti statali! Infine il PD conclude sostenendo che la nostra Amministrazione “va avanti con la marcia indietro”. Crediamo che gli unici che marciano indietro siano proprio loro che fanno del populismo solo con l’intento di accaparrarsi voti senza accorgersi che le loro argomentazioni sono prive di fondamento e contenuti di fronte ai NUMERI! Il Sindaco Francesca Ceruti e Assessore all’Istruzione Elisa Galuppini

New Entry, da sempre attento alle tematiche del territorio e alla valorizzazione degli ideali, offre a chiunque la possibilità di pubblicare i propri scritti e quindi di divulgarmi sulle proprie testate. New Entry di Boffetti Gianluca non garantisce in alcun modo l’accuratezza e l’affidabilità delle opinioni, dichiarazioni, indicazioni o delle altre informazioni pubblicate, caricate o distribuite attraverso i nostri servizi da ogni lettore, fornitore di informazioni o ogni altra persona fisica o giuridica. Il lettore prende atto che ogni affidamento che fa nella veridicità e affidabilità delle opinioni, dichiarazioni, indicazioni o informazioni pubblicate sulle nostre testate viene fatto a sua discrezione, assumendosi le conseguenze relative. Il lettore pertanto riconosce che l’uso di tali materiali viene effettuato sotto la propria totale ed esclusiva responsabilità. Naturalmente New Entry offre lo spazio necessario per replicare, commentare ogni articolo pubblicato essendo aldisopra delle parti. Gianluca Boffetti www.newentry.eu 21


RIFLESSIONI

Amicizia - Riflessione all’articolo di pag.41 dello scorso numero. Con piacere scorro, a tarda notte, le parole di Ornella, pienamente condividendo stupore ed incanto per la bellezza di amicizie nate per caso,come un temporale a ciel sereno. Anni sono trascorsi eppure ricordo con tenerezza il giorno in cui una voce incerta,un poco intimidita mi raggiunse. Era Ornella, su invito di nonna Grazia chiedeva un contatto, una porta aperta. Incerto l’inizio,oggi amicizia forte, sincera,di condivisione. Giovanna da Boston? L’America? Un sogno ad occhi aperti, una carezza oltre oceano. Nonna Grazia? Amore, pazienza, dedizione, capar-

bio agire, voglia di mettersi in gioco. Dalla solitudine di una malattia crudele alla bellezza di condividere emozioni, dolori, apprensioni, quotidiano vivere. E così giorno dopo giorno, grazie a Gianluca, alla spontaneità del New Entry siamo riuscite a creare legami dalle trame forti, al di sopra di tutto, sempre sapendo di trovare ascolto e comprensione. Nella condivisione di una grande famiglia scoprendo incanto e dedizione. Grazie alla vita, che generosa ha concesso un grande dono: l’Amicizia. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

“Ti vedo” - Riflessione all’articolo di pag.57 dello scorso numero. Mi riallaccio,in un meriggio qualsiasi, dal cielo incerto, al pensiero di un anonimo, la cui intrepidezza, dritto al cuore, colpisce come folgore. Mi rivedo in quel “ti vedo” nelle notti d’inquietudine vorace; in quelle di gioie urlate, entro istanti, composti, tratteggiati da accenni di speranza. Volitiva la danza, spronata al galoppo, audace, sicura, ribelle. Ascolto ingordo,orecchio accostato fa di ogni giorno, sfida e rilancio, lotta e tregua; capi chini e palpebre appesantite; labbra arse dal sole, bocche in boccio. Occhi che sanno vedere, pochi fra tanti, vorrei sentire, respirare per spezzare catene di solitudini fonde. Sguardo avido, assetato di giustizia, bramoso, si tende, sino a farsi ponte, passaggio fido. Io madre,oggi, in un tempo reale, presente. Lontani i sogni, a caso, ripescati, al nulla ridonati, con fare generoso. Figli, colti da fragilità, la mia, i nostri; ferita che si apre, affonda radici, richiama desi. Io madre, un tempo infante, fanciulla dagli occhi sbarrati. Posato il passo, si move, azzarda,osa gioire, esultare, tinnire, fremere e sussultare. Vorrei sulla pelle sentire pelle, odorare la bellezza di occhi che sanno guardare, affinare, destare mera22 www.newentry.eu

viglia. Severa la postura, in interrogazione si pone, mette a disagio, avvicina mondi, annienta distanze. Vorrei che tu, volto od ombra, sfumatura o colore, potessi udire, fiutare, il battito del suo cuore, farsi celere, accelerare, colorare il presente di vita. Nel suo cuore,il mio. Nel suo spirito, la mia forza. Nel suo andare, il mio ristare in ascolto, in azione di gesti uguali e diversi, tanto incerti quanto sublimi, essenza prima dell’essere madre, omaggio alla vita. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

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RIFLESSIONI

San Faustino e le nozze dei miei genitori È da poco trascorsa la festa dei Santi Faustino e Giovita, patroni di Brescia. Per i miei genitori questa data era importante per un altro motivo: era l’anniversario del loro matrimonio. Un matrimonio molto sospirato: mio papà, durante la leva militare, fu mandato in guerra e trascorse ben 7 anni prigioniero in Algeria. Era trattato bene e mangiava a sufficienza, perciò si ritenne sempre molto fortunato, ma non potendo comunicare le sue condizioni, i familiari e la fidanzata a casa, mia mamma, erano molto preoccupati, come si può ben immaginare. Mia mamma e mio papà si conobbero quando lui aveva 17 anni e mezzo e lei 16 e mezzo. Lui un ragazzo serio, con neri capelli folti, impomatati di brillantina; lei una ragazza snella, coi capelli corti ondulati e lo sguardo timido. Malgrado la giovanissima età la loro storia d’amore resistette alla durissima prova della lontananza così lunga. Tornato papà sano e salvo, non vollero prolungare oltre l’attesa e decisero quindi di sposarsi il 15 febbraio 1947, 70 anni fa. Febbraio non era il mese ideale, per la temperatura che allora era ancora più rigida di adesso, inoltre i soldi in tasca erano veramente pochi, ma l’importante era iniziare finalmente una nuova vita insieme. Mi raccontava la mamma che, abitando vicino alla Chiesa di Borgosotto, suo papà e lei, a braccetto, vi si recarono a piedi, davanti

ai pochi parenti invitati: il nonno con il classico mantello e il cappello e lei con un cappottino marrone non nuovo…e dopo la cerimonia il pranzo a casa dei suoceri, dove poi andarono ad abitare gli sposi. Tutto all’insegna del risparmio e della semplicità. La convivenza tra sposina e suocera ovviamente non fu facile, soprattutto all’inizio, ma all’epoca era abbastanza usuale che i novelli sposi coabitassero in famiglia, pertanto la mamma si abituò pian piano alle abitudini e al carattere di mia nonna, un vero peperino. 70 anni fa le ragazze venivano educate a rispettare le persone più anziane, a sopportare in silenzio, ad adattarsi a ristrettezze, all’obbedienza, il tutto senza troppe lamentele, e così si comportò anche mia mamma, essendo per molti anni mia nonna “la risidura”. Purtroppo la vita matrimoniale dei miei genitori fu presto costellata da grandi dispiaceri, il più grave e senza soluzione la malattia di mio papà, raggirata la prima volta, a soli 44 anni, ma fatale la seconda, a soli 52 anni. Mia mamma e mio papà riuscirono a festeggiare solo le nozze d’argento, il 25° anniversario, con una bella festa, attorniati da noi tre figlie e dal primo nipotino, proprio poco prima che papà se ne andasse. Chissà che abbiano festeggiato lassù il loro 70° anniversario!?! Ornella Olfi

NEW ENTRY il Giornale della Gente

Quindicinale d’informazione sociale e culturale

Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti

Direttore Onorario: Michele Cortinovis Anno 23 - N°03 del 24/02/2017

Sede: Brembate di Sopra (Bg) Via Tresolzio n° 48 www.newentry.eu 23


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PILATES Con il termine “Pilates” si fa riferimento ad un metodo di allenamento fisico, ma, in realtà, questo è il nome della persona che lo ha inventato e sviluppato nella prima metà del ‘900, Joseph Pilates. Il metodo non nasce per fare una manovra di marketing, come avviene spesso al giorno d’oggi. Il mondo del fitness è sommerso da metodi miracolosi, che promettono di ritrovare la forma fisica, con tanto di marchio registrato e diritti d’autore, pur non avendo inventato niente di nuovo! Pilates ha sentito la necessità di sviluppare un suo programma di allenamento del corpo, a cui lui stesso diede il nome di Contrology, secondo regole molto precise, quasi maniacali…non per niente era di origini tedesche e questo la dice lunga! Dal nome stesso si deduce la particolare attenzione al controllo dei movimenti e quindi al totale coinvolgimento di corpo, mente e spirito.

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Non ha mai lasciato niente al caso e nel corso di tutta la sua vita ha perfezionato il lavoro in oltre 50 anni di esperienza con le più svariate tipologie di soggetti, dai ballerini professionisti alle persone comuni. Conoscere la storia di quest’uomo, penso possa risultare utile e interessante per farsi un quadro completo del suo metodo…ma per questo vorrei rimandare al prossimo “incontro”. Vorrei partire dando delle indicazioni generali, che potranno essere approfondite in seguito. COSA E’ PILATES? E’ una ginnastica. Senza voler cercare termini esotici o sofisticati, Pilates è molto semplicemente un programma di allenamento per il benessere della meravigliosa macchina, che chiamiamo CORPO. A COSA SERVE? Il metodo è particolarmente indicato per soggetti con problemi legati alla postura, quindi si potrebbe definire il Pilates una ginnastica posturale. Il concetto di fondo su cui si basa il metodo è ALLUNGARE dal CENTRO, “TWO WAY STRETCH FROM A STRONG CENTER”. Attenzione però, perché non è semplicemente stretching, ma un lavoro di tonificazione della muscolatura in allungamento, partendo da un centro forte. Il fulcro di ogni movimento è sempre il centro, che qualcuno definisce con il termine “POWER HOUSE” . Ogni esercizio è eseguito con l’intenzione attiva di coinvolgere tutti i muscoli del corpo, in sinergia e controllo. Schematizzando, Pilates serve a: · tonificare i muscoli di tutto il corpo; · armonizzare la postura; · aumentare la mobilità articolare e l’elasticità muscolare; · migliorare la circolazione sanguigna; · aumentare la capacità respiratoria. Si potrebbe parlare di un allenamento completo e funzionale per il benessere psico-fisico.


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A CHI è consigliato? Oserei dire a tutti, dagli 8 agli 80 anni e oltre, ma, volendo restringere il campo, è particolarmente indicato per: · le persone che hanno disturbi legati alla postura come scoliosi , lordosi , cifosi, asimmetrie dell’apparato scheletrico in generale; · chi soffre di lombalgia e/o cervicalgia, che possono avere origine da discopatie, eccessiva tensione muscolare, postumi da traumi, postura scorretta sul posto di lavoro, ecc.; · le persone in sovrappeso, perché quasi tutto il lavoro è eseguito da sdraiati, in posizioni prona, supina o decubito laterale; in tal modo, le articolazioni, maggiormente stressate dal peso eccessivo, possono essere sollevate lavorando in sicurezza; · chi ha disturbi a ginocchia o anche, per lo stesso motivo di cui sopra. Andando oltre quelle che possono essere le ne-

cessità specifiche, mi sento di consigliare Pilates anche a tutte le persone che fanno già sport regolarmente e che amano allenarsi per avere un corpo efficiente e star bene con sé stessi, ma che hanno voglia di sperimentare un modo nuovo di allenare il proprio fisico per migliorare la propria prestazione. Lo consiglio anche a chi non ha mai fatto sport ma che desidera comunque fare qualcosa per migliorare, sia dal punto di vista estetico, che della salute. Il lavoro, soprattutto durante la lezione individuale, è strutturato “ad personam”, quindi secondo un allenamento fatto a misura, procedendo con gradualità, in parallelo con le capacità e le possibilità di ciascuno. COME fare Pilates? Ci si può allenare con il Pilates in due modi: 1) La Mat Class, in cui il lavoro e eseguito in gruppo, a corpo libero o con piccoli attrezzi come palle, foam roller, bande elastiche e arm circle. www.newentry.eu 25


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Il lavoro col Mat secondo il Pilates classico segue un ordine preciso di eserciz,i che andrebbero eseguiti in continuità e fluidità. Ogni esercizio è preparato da quello precedente e prepara a quello successivo, in una “Routine” di allenamento in cui precisione e controllo sono fondamentali. 2) Il lavoro con i grandi attrezzi che sono Reformer, Cadillac, Ladder Barrell , Wunda Chair Spine Corrector e Mat. Queste macchine sono state messe a punto dallo stesso Pilates e, quantomeno quelle da Pilates Classico, sono sostanzialmente le stesse di allora. Questi sono attrezzi di grandi dimensioni per ciò spesso si possono fare lezioni individuali o a gruppi di massimo 6 persone, in base allo spazio a e al numero di attrezzi che lo studio ha a disposizione. Anche il lavoro con le macchine segue i principi di fluidità, continuità e controllo. Come scegliere? Nella lezione di gruppo il lavoro è necessariamente uniformato, anche se l’insegnante dovrebbe essere in grado, nel limite del possibile, di differenziare l’esecuzione di ogni singolo esercizio per livelli di capacità. In una classe di 10/15 persone è normale che non tutti abbiano lo stesso livello di preparazione,sia per anzianità di allenamento cha per caratteristiche fisiche. In oltre la lezione di gruppo richiede di rispettare gli orari prefissati. Allenarsi con le macchine dà la possibilità di es-

sere seguiti individualmente, seguendo un percorso studiato su misura, facendo in modo che si possa lavorare con maggiore precisione su eventuali problemi posturali o strutturali. Anche soggetti che presentano difficoltà di movimento a causa di disturbi articolari, rigidità muscolare o sovrappeso, nella seduta individuale possono seguire un programma personalizzato, avvalendosi della professionalità di un insegnante qualificato. In oltre si presta ad una maggiore flessibilità degli orari. Sarò lieta approfondire alcuni punti che in questo articolo sono stati solo toccati nei prossimi numeri. Alla prossima! Maria Cristina Ferrari Diplomata ISEF insegnante di Fitness e Pilates

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LA SOTTILE NOSTALGIA DEL PRESENTE In una pagina meravigliosa del suo libro L’ignoranza, Milan Kundera parla della nostalgia, e racconta come questa parola sia diversa da lingua a lingua, anche nei suoi significati, nelle sue sfumature. Sappiamo che nostalgia viene dalle parole greche nòstos e da àlgos: ritorno e sofferenza. La sofferenza di non poter più tornare. Di non riuscirci più. Dunque la sofferenza di un mondo che non c’è, di persone lontane, di luoghi che non vedi da anni, di ritorni che appaiono impossibili. I portoghesi la chiamano saudade e in certi Paesi si distingue tra nostalgia vera e propria e rimpianto della propria terra. Ad esempio gli islandesi, che hanno una lingua antichissimi dicono söknudur per nostalgia, e heimfra, per il rimpianto. E gli spagnoli usano añoranza, che viene dal catalano enyorar, e a sua volta dal latino ignorare. La nostalgia è non poter tornare e non poter sapere. Si dice con molte parole diverse, ma anche con espressioni che sono entrate nel linguaggio comune: “mi manchi”, o in francese “je m’ennuie de toi”, sento la tua mancanza. I tedeschi, ci spiega Kundera, preferiscono dire Sehnsucht, “desiderio di ciò che è assente”. La mancanza della propria terra, dei propri luoghi, dell’amore,

e ancora la distanza, il non poter sapere, il non poter vedere. Le nostalgie di Ulisse, il più grande avventuriero di tutti i tempi ma soprattutto l’uomo di nóstos e di àlgos. Agli inizi del secolo scorso, esploratori e scrittori coniarono l’espressione “mal d’Africa”. Il mal d’Africa era quella strana sensazione, alle volte improvvisa, che ti faceva rimpiangere il continente africano, anche se ci eri stato una sola volta e per poco: come un richiamo, ancestrale, arcaico, come una malattia priva di cure e alle volte irresistibile. Il luogo originario, il punto lontano da tutto dove hai bisogno di tornare è un tema fondante da sempre. La nostalgia diventa quasi uno spazio sacro, un rito di lontananza, nel nome dell’añoranza, dell’ignoranza. Solo che ormai nóstos e àlgos hanno perso il loro valore. Non c’è più ritorno e dunque sofferenza, non c’è più lontananza, non c’è più immaginazione. La grande rivoluzione non è soltanto il web, e non è soltanto la condivisione, ma è in quelle che chiamiamo le wearable technologies, ovvero le tecnologie portabili ed indossabili, modellate attorno al corpo delle persone, che permettono di

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fare molte cose: dal monitorare la nostra salute, rilevando dati corporei, al registrare informazioni, al tenersi in collegamento e in connessione con qualcun altro fino a condividere movimenti, immagini, musica, e quant’altro. Molte startup si concentrano su queste tecnologie di ultima generazione, molti pensano che, a cominciare dall’Apple Watch, avremo davanti una nuova strada da percorrere, molto interessante. Con soluzioni che in alcuni casi possono essere straordinarie. Tutte le applicazioni mediche wearable permetteranno di monitorare e tenere sotto controllo la salute della popolazione anziana. Oppure, se siete diventati genitori da pochi giorni e volete stare tranquilli, potete far indossare al vostro neonato un abitino in cotone chiamato Howdy, prodotto da un’azienda di Monza, che tiene sotto controllo il suo cuore, la sua respirazione e i suoi movimenti, e trasmette i dati al vostro tablet. Ma al di là di questi prodotti specifici, e oltre quelli pensati per il fitness, che esistono da sempre, il futuro è molto orientato anche a un nuovo modo di indossare la nostalgia, per tenere lontana l’añoranza. Sistemi che permettono di avere con sé una vicinanza artificiale di immagini, sensazioni ed emozioni altrui che puoi indossare e sentire con te. Un passo ulteriore per prosciugare quel grande

mare dove navigò Ulisse, il mare che gli restituì la via del ritorno. Si torna per poter raccontare, e lo stare lontani permette di ricordare. Oggi non ci sono partenze e ritorni, c’è un tempo misto, ibrido che non consente ricordi che non siano memoria di un presente indifferente, dove esserci o mancare è solo una connessione accesa o spenta, che cancella sogni e nostalgie. Fiore consigliato: Rosa Nostalgie. Petali color crema dai bordi rossi. Rifiorente. Sopporta temperature anche molto fredde.

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RIFLESSIONI

Lettera a Tiziana Cara Tiziana, mentre ascoltavi una voce, non della vostra pronuncia, tanto meno hai potuto immaginare che lontano, lontano tante miglia, ti parlava una nonna di 93 anni. Quando ho cominciato a leggere il tuo articolo (la casa di Doroty), mi si è presentato il passato e rivisto tanto mamme che non pensavano mai di dover avere un figliolo con una disabilità. Negli anni ’70 sono stata educatrice in un Centro Provinciale per la Riabilitazione. Ti sono vicina, con tutte le tue amiche che hanno gli stessi problemi: però oggi la scuola sta facendo passi da gigante anche se il numero di chi ha bisogno di un grandissimo aiuto è enorme. Bisogna avere CORAGGIO

e PAZIENZA. Collaborare con terapiste, dottore, psicologi… Mi farebbe piacere scriverti e dare una parola di conforto a te e alle amiche che hanno il tuo stesso problema. Gianluca apre le strade agli incontri internazionali: lo ringraziamo e proseguiamo per questa strada cercando anche l’aiuto di Dio. Solo lui ci dà coraggio!!! Ciao e a presto, un abbraccio a tutte. Nonna Grazia. P.s.: se volete corrispondere con Nonna Grazia Terlizzi Grazia Caggiano, Via Settembrini,82 76123 Andria (Ba)

I più cari auguri a mamma Alessia, papà Michael e Simone per la nascita di Anna... Possa il vostro amore donarle le ali per imparare a volare.

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PENSIERI E PAROLE RICORDANDO MICHELE

Sono passati 12 mesi da quel giorno... ....”Perché di noi è rimasta l’anima ogni piega, ogni pagina.... se chiudo gli occhi sei qui che mi abbracci di nuovo così... E vedo noi stretti dentro noi legati per non slegarsi mai, in ogni lacrima tu sarai per non dimenticarti mai....” Michele Cortinovis Francesca Nava 01.02.2017-Oggi ti vogliamo ricordare così, in uno dei tantissimi momenti gioiosi passati insieme! Ci manchi tanto, ma tu ci hai insegnato a sorridere sempre e allora oggi più che mai ti arrivino i nostri sorrisi fin Lassù dove...se alziamo lo sguardo e ascoltiamo il nostro cuore, vediamo splendere il tuo....bellissimo, come sempre.... sorriso. Ti vogliamo tanto bene papi Michele Cortinovis. Grazie a tutti quelli che oggi sono stati con noi! Francesca Nava Un anno fa, come ieri sera, iniziava il tuo cammino verso la luce. Ci hai dato 11 giorni di tempo... ognuno di noi li ha riempiti con i sentimenti più intimi e con la speranza che fosse un bruttissimo sogno dal quale tutti ci saremmo risvegliati. Avremmo voluto rivedere il tuo sorriso e gli occhi tuoi, azzurri più che mai, spalancarsi e rincuorarci...ma con il tuo “lento andare” ci hai voluto accompagnare sino al giorno in cui saremmo stati pronti al saluto terreno. Lo hai fatto in buona fede, ne sono certa, ma una vita intera non basterebbe comunque ad “abituarsi” alla tua assenza. Ci aiuta la tua Grande Donna Francesca, che con fede incrollabile e l’amore infinito che ha per te e i vostri cuccioli, sostiene sé stessa e tutti quanti noi. Il nostro Angelo in terra tua moglie. Grazie per il vostro esempio! Ciao Michele... Orietta Locatelli CARO amico mio... un anno è già passato... ma il tuo ricordo è INDELEBILE... manchi Simona Cinzia

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Euro sì? Euro no? Il dibattito di quest’ennesima, perenne campagna elettorale si è spostato sull’euro, come se questo fosse la causa di tutti i mali dell’economia italiana. Non è così. Possiamo dire che l’Unione Europea, così com’è, non è come potrebbe essere, troppo arzigogolata e burocratica, ma non possiamo imputare le colpe alla moneta, perché questa non è altro che uno strumento. E questi ultimi funzionano finchè sono in mani abili. Lascereste mai fare un’operazione chirurgica al primo che passa per strada? No? Perché? Semplicemente perché potrebbe non esserne qualificato. Il politico di turno tende ad incolpare l’euro per non dire che la colpa è di una classe politica distante, disattenta e troppo impegnata a parlare di legge elettorale, piuttosto che di legge per la concorrenza, la semplifica-

zione, la sburocratizzazione, la revisione della spesa pubblica, investimenti. L’euro ci ha dato stabilità nei tassi di interesse sul debito pubblico e dalla sua introduzione sono stati risparmiati circa 700 miliardi di interessi. Dove sono finiti? In mancette elettorali e in promesse sciocche e inutili. Se avessimo investito nella digitalizzazione dei processi amministrativi e della sanità, dove saremmo? Se avessimo una infrastruttura in fibra ottica con un’elevata copertura, quante attività avrebbero aperto? Se avessimo messo un freno alla corruzione dilagante negli appalti, quali opere avremmo? Se avessimo meno aziende pubbliche con più amministratori che dipendenti, quanto risparmieremmo? Se avessimo investito nell’istruzione, pretendendo dei miglioramenti e dei target più elevati, quanti cervelli non sarebbe-

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SOCIETA’

ro fuggiti? I cervelli in fuga sono enormi perdite per lo Stato. Sono investimenti che se ne vanno, perché dopo più di 20 anni passati nei vari livelli scolastici, queste persone portano i propri talenti altrove. Creano ricchezza altrove. E la ricerca sta alla base della creazione di ricchezza. Non possiamo parlare di “redistribuzione” se prima non ci occupiamo di “creazione” di ricchezza. I mancati investimenti sono colpa dell’euro? No, non credo. Sono imputabili, piuttosto, ad una classe dirigente che preferiva incrementare i livelli amministrativi pubblici per “creare posti di lavoro” (INUTILI), invece che dotare le strutture di strumenti all’avanguardia. Queste colpe non sono dell’euro. Sono della nostra classe politica. Il politico di turno si autoassolve incolpando lo strumento. Non dicendovi, però, che lo strumento monetario non dovrebbe appartenere ai Governi, per poter garantire autonomia politica alla Banca Centrale. Per questo, in Italia si è provveduto al “divorzio” tra Ministero del Tesoro e Banca d’Italia nel 1981, momento in cui quest’ultima non ha più garantito l’acquisto dei titoli di stato invenduti alle aste. L’acquisto da parte della Banca centrale dei titoli è comunemente conosciuto come “stampare moneta” (ebbene sì, non esiste alcun omino che spande denaro a destra e a manca, ma passa dal sistema bancario!). L’eccessivo aumento della moneta in circolazione crea, però, iperinfla-

zione. Semplificando molto la questione, se oggi con 10 comprate 10 chili di farina, con l’aumento del tasso di inflazione, domani, potreste comprarne solo 9 e così via. È ciò che in gergo si definisce “tassa da inflazione”, quindi la diminuzione del potere d’acquisto da parte dei consumatori, dovuta ad una decurtazione dei redditi reali. Ci sono Paesi, nel mondo, in cui il tasso di inflazione, ha raggiunto cifre astronomiche. Uno di questi è il Venezuela, in cui il tasso ha raggiunto il 475% (è solo una stima). Le persone, a causa della caduta del valore della moneta, utilizzano borse piene di banconote, che, però, valgono molto molto poco. Ed è crisi. Per questo l’obiettivo della Banca Centrale Europea è un’inflazione vicina, ma inferiore al 2%. Questo può garantire la stabilità dei prezzi e promuovere investimenti. Si parla (e accusa) spesso il cambio euro-lira ai tempi dell’introduzione della moneta unica, come se ci fosse stato imposto per ragioni oscure. Non è così. La ragione è, anzi, piuttosto semplice, in quanto i tassi furono fissati l’ultimo giorno del 1998, tramite il valore di mercato delle monete nazionali nei confronti dell’ecu (era un’unità di conto, un paniere di valute il cui valore, per esempio in termini di lire, era dato da una media ponderata di tuti i cambi bilaterali rispetto alla lira). Forse quando parliamo di lira, dimentichiamo i primi anni 90, con l’elevato debito pubblico, la

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SOCIETA’

perdita di competitività e un’incredibile instabilità politica, post-Tangentopoli. Se avessimo preteso politiche migliori, con un vero aggiustamento della spesa pubblica, forse oggi non staremmo così. Si pensa di tornare alla lira per svalutare e spingere le esportazioni. Eppure le eccellenze italiane hanno sempre esportato. Forse, però, dimentichiamo che siamo anche costretti ad importare. E se la lira vale meno, perché qualcuno vorrebbe svalutare, paghiamo di più. Ed importiamo beni di cui non possiamo fare a meno, quali le materie prime, visto che l’Italia non è particolarmente ricca da questo punto di vista. Importiamo grano, mais, soia, metalli, combustibili fossili. Perché invece di far leva sul prezzo, non puntiamo sulla qualità? Il Made in Italy è un marchio riconosciuto nel mondo, perché non dimostrare che possiamo richiedere prezzi più elevati a fronte di qualità e design senza pari? Perché vogliamo svenderci? Perché ci accontentiamo della soluzione più facile e a breve termine, invece di cercare risposte più profonde? La svalutazione funziona una volta, forse due, ma poi? Quanta ricchezza vogliamo vedere erosa con una moneta sempre più piccola in un mondo sempre più grande? In un contesto sempre più globalizzato (e se vogliamo esportare, non possiamo farne a meno), perché vogliamo diventare più piccoli e non pretendere qualcosa in più di-

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ventando più grandi? Dov’è il nostro orgoglio? La nostra dignità? Perché ci lasciamo convincere dal politico di turno che sia colpa di uno strumento, quando, invece, la responsabilità è di chi aveva degli strumenti diversi ma non ha saputo usarli? La politica monetaria dipende dalla Banca centrale europea, è vero, ma ora questa è più che accomodante, con tassi bassissimi, che così rimarranno finchè sarà necessario. Ma la politica fiscale (spesa pubblica e tributi) dipende dallo Stato. E se queste persone vogliono fare più debito, vi stanno dicendo che vi danno qualcosa oggi e ve lo toglieranno domani. Il deficit non è altro che un rinvio a domani, alle generazioni future, di una tassa in più, un accisa in più, un’imposta con un’aliquota un po’ più alta. Se è stato calcolato che passiamo 40 giorni all’anno a pagare gli sprechi, perché non iniziamo da qui? Semplicemente perché tagliare le spese non crea consenso, non dà mancette elettorali, non fa vincere le elezioni. Ma potrebbe salvarci. Non limitiamoci a volere politici onesti. Cerchiamone di capaci. Cerchiamoli capaci di pensare con la propria testa. Capaci di spiegarci le decisioni difficili e non solo pronti a scaricare colpe su altri. L’Unione Europea non è perfetta, anzi. Ma possiamo renderla migliore. Abbiamo avuto 60 anni di pace. Non buttiamoli via. Paola



ESPERTI A VOI

La questione relativa alla proprietà. Balconi aggettanti e balconi incassati. Non v’è condominio dove, con il passare del tempo, prima o poi non si ponga la necessità di dover intervenire per ristrutturare i balconi di pertinenza delle unità immobiliari di proprietà esclusiva. La differenza ruota tutta intorno alla catalogazione del balcone: aggettante o incassato. Per il caso dei balconi aggettanti (fatte salve le ipotesi in cui le decorazioni degli stessi incidano sul decoro architettonico dello stabile) le spese per la manutenzione di queste parti dell’edificio siano di competenza del proprietario dell’appartamento cui il balcone serve o, al massimo, di quest’ultimo e del proprietario del piano sottostante. I primi tipi di balcone, quelli c.d. aggettanti, proprio come dice la stessa parola sporgono rispetto a muri perimetrali dell’edificio. Questi, come detto in più occasioni dalla giurisprudenza costituendo “un “prolungamento” della corrispondente unità immobiliare, appartengono in via esclusiva al proprietario di questa” (così Cass. 40 luglio 2004 n. 14576). In tali circostanze, “soltanto i rivestimenti e gli elementi decorativi della parte frontale e di quella inferiore si debbono considerare beni comuni a 38 www.newentry.eu

tutti, quando si inseriscono nel prospetto dell’edificio e contribuiscono a renderlo esteticamente gradevole” (Cass. ult. cit.; in senso conf. si veda Cass. 23 settembre 2003 n. 14076). Nell’ipotesi in cui il balcone è del tipo aggettante, pertanto, la situazione è molto chiara: il condominio, salvo il caso in cui vi siano degli elementi idonei ad incidere sul decoro architettonico, non ha nessuna competenza in merito agli interventi manutentivi. Sarà, quindi, il condomino a dovervi provvedere nonché ad assumersi le responsabilità per i danni derivanti dall’omessa manutenzione del bene. Al condominio, fatta salva la possibilità di far intervenire la pubblica autorità (vigili urbani, vigili del fuoco ecc.) per la rimozione delle situazioni pericolose, è, comunque, riservata la possibilità di agire per le vie giudiziali (es. con un’azione di danno temuto) per ottenere un provvedimento che obblighi il proprietario del balcone a prendere tutte le misure più idonee a sistemarlo. Quando si parla di balconi incassati, invece, si fa riferimento a quelli che come dice la parola


ESPERTI A VOI

stessa non sporgono rispetto ai muri perimetrali restando per l’appunto, incassati nel corpo dell’edificio. In simili casi, la soletta è in comproprietà tra il proprietario del piano superiore e quello del piano inferiore, sicché ai fini del riparto delle spese ad essa inerenti troverà applicazione l’art. 1125 c.c. Per quanto riguarda la parte che funge da parapetto, salvo casi particolari, essendo la stessa parte integrante della facciata, può concludersi che le spese per il suo rifacimento andranno ad essere ripartite tra tutti i condomini quali parti di proprietà comune (essendo di fatto delle parti dei muri perimetrali). E’ evidente che nel caso di balcone incassato, se si da per certo quanto appena detto, la responsabilità per la manutenzione della parte frontale degli stessi è di competenza del condominio.

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POESIE

I piedi di mia madre Con nostalgia ricordo in quest’ora di solituidine estrema i piedi di mia madre lesti carnosi al sole poggiati in cheto sostare dopo intensa fatica. Scarni nella vecchiaia bluastri gonfi attraversati da vene scure rigonfie rigagnoli bruni entro cui lo sguardo lasciavo annegare. Li rivedo tesi nella sofferenza contratti nudi piccoli scrigni di un tesoro perduto. A distanza di tempo e spazio li riabbraccio al petto li stringo con tenerezza di lacrime di parole mute li vesto di murmuri soffusi aneliti velati. Milena la mamma di Vittoria e di Celeste www.newentry.eu 39


SPECIALE

Violence not Love Violence not Love è un progetto sociale di Laura Gorini, Diplomata al liceo classico e laureata in Scienze e Tecnologie delle Arti e dello Spettacolo all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, la scrittrice e poetessa ha ideato e realizzato un lavoro interamente dedicato al tema della violenza psicologica sulle donne. Nota al grande pubblico come addetto stampa dei vip, Laura Gorini si era già dedicata nel recente passato al delicato tema della violenza sulle donne insieme con la manager, produttrice televisiva e conduttrice tv Manila Gorio. Questa volta è ideatrice e anche protagonista degli scatti fotografici che la ritraggono con il bellissimo deejay e producer Antonio Dimartino, “E’ un mio progetto contro la violenza sulle donne – ha dichiarato l’addetto stampa dei personaggi famosi – Un paio di anni fa circa di vip, nonché mia grande amica, Manila Gorio, da te sovente intervistata, che è anche stata la prima a credere in me, coinvolgendo numerose donne

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dello spettacolo, truccatrici e fotografi professionisti. Ma allora avevamo toccato entrambe le violenze, ovvero sia quella fisica sia quella psicologica. Ora, invece, ho voluto camminare da sola, ovviamente in accordo con Manila, e di creare un lavoro che toccasse solamente quest’ultimo tipo di violenza che è certamente meno evidente di quella corporale ma che lascia ferite e piaghe nell’ anima davvero enormi. Una violenza che io conosco molto da vicino visto che l’ho vissuta in prima persona sia in passato sia in periodi ben più recenti. L’ho intitolato così – ha proseguito – perché se un uomo compie tale violenza nei tuoi confronti significa che non ti ama: quindi la sua è solo violenza, non amore”. La scrittrice e poetessa bresciana ha poi aggiunto: “Tale lavoro è stato realizzato presso la Palestra California di Mazzano, in provincia di Brescia, e ha visto come protagonisti di alcuni scatti me e il dj e producer Antonio Dimartino: abbiamo impersonato una coppia. In sostanza io sono la donna che subisce violenza psicologica da lui. Gli scatti recano le firme di Flavia Ghergurovich e Dean Lakic e sono ispirati alle poesie delle quali


SPECIALE

ti ho accennato nella prima risposta. La supervisione del progetto è a cura invece di Denis Prandin che ha anche realizzato una meravigliosa brochure. Hair Fashion di Barbara Chiari di Brescia si è occupato del trucco e parrucco. Abbiamo inoltre una meravigliosa colonna sonora che è a cura di Nicole Cesareo che reputo un vero talento canoro”.

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OROSCOPO dal 23 Febbraio al 09 Marzo 2017 Sapete bene di avere grandi potenziailità, tuttavia non sempre siete in grado di valutare correttamente le opinioni e gli atteggiamenti degli altri, in quanto siete più portati per 21/03 - 20/04 questioni pratiche.

Il vostro modo di fare potrebbe essere alquanto rude ma niente paura. Non c’è modo migliore per scegliere da che parte stare e mantenere la propria idea a dispetto di tutti quelli 23/07 - 23/08 che intorno vi criticano. Ricor-

Potreste vivere ad esempio dei fraintendimenti in modo sbagliato e questo potrebbe provocarvi un po’ di rancore ingiustificato verso qualcuno che non ha colpa. Cercate di 21/04 - 20/05 analizzare meglio certi aspet-

date che sarà sempre troppo tardi quando vi accorgerete di aver perso tempo dietro a qualcuno che non cambierà mai, ma ciò che è peggio è che non vuole cambiare,ren24/08 - 22/09 detegli pan per focaccia.

ti. I vostri impegni odierni potrebbero andare a scontrarsi con quelli della vostra famiglia o con quelli di qualcuno che aveva richiesto la vostra presenza. Dovrete fare una 21/05 - 21/06 scelta e non sarà immediata.

Avete ripreso a lavorare assiduamente e quindi non è raro che lasciate che il lavoro venga a casa con voi. Altrettanto non rare sono le discussioni che si innescano con le per23/09 - 22/10 sone che vi vogliono bene...

Dovrete ponderare i pro ed i contro, dovrete avere il coraggio di dire come la pensate e di annullare tutto quello che vi sembra superfluo o che possa essere rimandato, senza farvi 22/06 - 22/07 coinvolgere troppo.

Sarebbe più opportuno tentare di dare una svolta significativa a quello che vi ha atterrito per un po’ invece di fare finta di nulla. Si tratta solo di prendere coraggio ed affrontare faccia a 23/10 - 22/11 faccia un discorso.

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OROSCOPO dal 23 Febbraio al 09 Marzo 2017 Avete speso troppo del vostro tempo in fantasticherie e non avete avuto modo di mettere in conto imprevisti che nella realtà sono piuttosto comuni. Dovreste dunque rivoluziona23/11 - 21/12 re il vostro modo di pensare e legarvi di più a questioni pratiche.

E’ nei piccoli gesti che solitamente si colgono le reali intenzioni delle persone, per questo sarebbe opportuno osservare di più quelli che solitamente snobbate e che non ritenete 21/01 - 19/02 capaci di generosità. In amore tutto a gonfievele.

State mettendo in conto diverse opportunità in questo periodo, ma sarà questa giornata quella nella quale dovrete dare il tutto per tutto senza arrendervi per nessuna ragio22/12 - 20/01 ne! Dovrete dare una scossa alla vostra attuale situazione.

Avete speso troppo tempo inutilmente, ma avete modo di recuperare da oggi, di essere molto più in linea con i vostri obiettivi, in quanto potrete iniziare a credere di più in voi 20/02 - 22/03 stessi ed in quello che fate. Questo comporta risultati positivi anche in amore.

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ROMANZO

Ryan konnen sie mir helfen? Ryan puoi aiutarmi? (7^ parte) Dopo che tutti i prigionieri uscirono dalle loro baracche una SS ci notò e ci venne incontro; senza volerlo afferrai la mano di Lüdeke e la strinsi forte. Lüdeke mi disse che gli stavo facendo male, mollai la presa Lüdeke mi disse:-Sei un’ariana adesso, comportati come tale! Non abbassare lo sguardo davanti alla SS lo so che è difficile, ma ti ricordo che non sono solo le assassine dei tuoi genitori, ma anche dei miei!-. Obbedii e quando la SS fu vicina a noi Lüdeke le chiese cortesemente se potevamo parlare con il comandante del campo. La SS ci informò che doveva far lavorare le sue “bestie” (così chiamava le prigioniere), ma qualcun’altra avrebbe potuto accompagnarci senza alcun disturbo. Così chiamò una sua collega e le spiegò che

Autrice Marta Ravasio

dovevamo parlare urgentemente con il comandante. La SS ci fece strada tra milioni di volti straziati con il viso pallido e dei segni viola per le busse. Erano tutti magrissimi e si vedevano le ossa. Pensai che se non fosse grazie a Lüdeke anche io avrei fatto parte di uno di loro, oppure non esistevo già più. Gli occhi cominciarono a bagnarsi, le lacrime a scendere lungo le guance; Lüdeke si voltò e vedendomi così mi disse:-Sguardo alto, spirito orgoglioso, aspetto ariano in poche parole-. Riuscì a farmi sfuggire un sorriso e mi asciugai velocemente gli occhi. Ripresi a camminare e accidentalmente mi scontrai con un prigioniero. La SS le si avvicinò:-Sporco ebreo guarda dove metti i piedi!- lo rimproverò. Stavo per giustificarlo, ma Lüd-

Sapersi evolvere nel tempo da i suoi frutti adeguarsi ed aggiornarsi fa crescere il germoglio dell’innovazione. Fare tesoro dell’esperienza ma sempre con uno sguardo al futuro per non farsi trovare impreparati alle nuove tecnologie. Abbiamo investito per ampliare le nostre competenze perché siamo convinti che limitarsi all’installazione degli impianti non è più sufficiente. Oggi quindi siamo in grado di accompagnarvi alla scelta dell’impianto giusto per voi offrendovi: Consulenza tecnica Progettazione termotecnica con Studio e analisi energetica di uno o più schemi idraulici ed elettrici tipi di impianti per sapere prima Possibilità di Finanziamento quali saranno i consumi. Assistenza tecnica post impianto

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eke mi bloccò. Il poveretto ricevette così sei bastonate. Stavamo raggiungendo lo studio del comandante, la SS vi entrò per informarlo del nostro sopraggiungere. Uscì dallo studio dopo pochi minuti dicendoci che il comandante poteva parlarci solo dopo la selezione dei prigionieri. Così dovetti assistere con quel maledetto aspetto ariano il breve e terribile tragitto tra la vita e la morte. Lüdeke era un bambino straordinario, stava lì ad osservare e pertanto con aria fiera. :-Senza cuore!Gli dissi io abbassandomi fino al suo orecchio, lui mi guardò e si portò il dito alla bocca facendomi capire che dovevo rimanere in silenzio:-Bisogna stare zitti e attenti! Così fanno le SS!-. “Ma queste SS dovranno aver anche loro un cuore no?-pensai-avranno pur loro dei bambini a casa, un marito che le aspetta, anche loro a Natale diventeranno più buone e riceveranno dei doni dai loro parenti no? Perché si comportano così con noi? Perché non capiscono che ragioniamo allo stesso modo? Che comunichiamo allo stesso modo?

ROMANZO Perché non capiscono che non abbiamo nulla di diverso?”. Finita la selezione furono 54 le donne che erano date in sorte alla camera a Gas. :-Toglietevi la divisa, quì veloci sul piazzale, presto andrete a fare la doccia-. “Quale pudore!”. Le donne si guardarono disorientate e, solo dopo aver visto i volti malvagi delle SS capirono che tipo di doccia aspettava loro: l’ultima. Le SS ordinarono loro di farci divertire, sfilando in mezzo al piazzale, ma le donne avevano freddo, stavano unite, avevano vergogna di mostrarsi nude. Nessuna pietà venne data loro; provviste di fucili le SS cominciarono a picchiarle:-Sfilate sporche ebree! Su mostrate il vostro bel corpo alle persone che vi stanno a guardare-. Gli altri SS ed il comandate ridevano sfacciatamente davanti a questa scena priva di dignità. Le donne allora cominciarono a “sfilare” in modo goffo, alla fine le SS le ordinarono di mettersi in marcia verso la camera a gas. Dopo tutto ciò il comandante ci fece cenno di entrare nel suo studio. continua-8

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INFOMOTORI

Nuova generazione per la Prius - unica e inimitabile TERAMO – La Toyota rivoluzione la prima auto ibrida al mondo, la Prius. La vettura giapponese, che, nel 1997, ha creato il segmento delle auto green, è disponibile con 1 Motore Ibrido (Benzina+Elettrico) 1800 da 122 cv, negli allestimenti Active, Style. Esternamente la nuova Prius ha di uguale, rispetto alla precedente generazione, solo il nome. La ibrida giapponese è più lunga di sei centimetri e più bassa di due rispetto al vecchio modello, propone soluzioni per nulla banali. La forma del tetto ad arco, ripresa dalla precedente versione perché è quella che garantisce la maggiore efficienza aerodinamica, si abbina ora a fari e fanali a led dalle forme assai elaborate e “fluide”, che danno una forte impronta al frontale e alla parte posteriore. Quanto alla fiancata, il profilo dei finestrini sale con decisione, raccordandosi col lunotto tramite una fascia nera, ed è sottolineato da una profonda scalfatura che inizia dalla porta posteriore e va a sagomare il portellone.Di forte impatto anche la plancia, con la maggior parte degli elementi concentrati nella zona centrale: dall’alto, il cruscotto interamente digitale e ben leggibile, la consolle con il display a sfioramento di sette pollici dell’impianto multimediale, i comandi del “clima” e la corta levetta per scegliere tra marcia avanti e indietro, affiancata dal tasto P (per tenere ferma l’auto se non la si spegne) e da quelli per scegliere le modalità di guida: Eco, Normal, Power (la più “dinamica”) ed EV, ovvero marcia con il solo motore elettrico, che si disattiva oltre i 55 km/h e consente di percorrere al massimo un paio di km di fila. Il tunnel, invece, ospita una vaschetta dove

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poggiare lo smartphone per ricaricarlo “senza fili”. In generale, l’abitacolo si presenta bene, con assemblaggi curati e materiali di buona qualità nelle zone più in vista (incluso il tessuto che riveste i sedili). Il sedile del guidatore ha anche la possibilità di variare l’altezza e il supporto lombare, e avvolge bene il corpo. Nel complesso si sta comodi, anche se le regolazioni del volante non sono ampie. Il bagagliaio è di facile accesso (soglia a soli 69 cm da terra ed esteso portellone), ben rifinito e ampio: guadagna 59 litri rispetto a prima, raggiungendo la notevole capacità di 502 litri. Ed ora il test drive: la Toyota Prius guidata è stata la 1800 Style da 34281 €. La Nuova Prius porta avanti la tradizione di casa Toyota, come costruttore oramai specializzato nell’ibrido, nato appunto nel 1997 con la Prius. Su strada la berlina giapponese cattura lo sguardo con le sue linee antinconvenzionali. È molto piacevole guidarla, sia in modalità elettrica (un leggero sibilo fa sentire la sua presenza), sia in modalità termica (molto silenzioso il 1800 a Benzina). Intuitivo è il piccolo cambio automatico in fondo consolle, preciso è lo sterzo e il sistema ibrido funziona alla perfezione (non si riesce a capire per quanto è veloce il passaggio, quando si è alla modalità elettrica e quando alla termica). I consumi, vista la presenza del motore elettrico, sono davvero ridotti all’osso. Infine il listino prezzi: si va da 29250 € della 1800 Active per arrivare a 30950 € della 1800 Style (Ibrido). Per ulteriori informazioni sul mondo dei motori visitate il mio magazine www.bestmotori.it Bruno Allevi


RIFLESSIONI

Dalla Liguria alla Sicilia, passando per vette, valli e focolari... Arrivo attraversando un dedalo di strade dalle case tutte uguali. Qui è tutto un fiorire di betulle, ortensie, viole, peonie, ma solo nei nomi delle vie. Stringe un po’ il cuore questo quartiere popolare. “Dottore’, quando finisce la benzina… ” Chi parla è un signore napoletano e mi sembra di sentire Eduardo. Ha anche un sorriso che me lo ricorda: un misto di tristezza, consapevolezza, ironia. Sa bene che la benzina sta per finire. Anche oggi ho girato l’Italia attraverso le parlate che ho incontrato: la cadenza ligure, quella toscana del mio amico R., e poi ancora lombarda, pugliese, siciliana. Anche oggi frammenti di vite lontane fra loro si sono incrociati nel mio ascolto e hanno depositato tracce nella mia vita. Oggi il signore pugliese mi ha ripetuto le 5 esse degli ulivi: sole, siccità, sassi, silenzio, solitudine. Per avere olio buono, l’ulivo deve avere sole, non essere troppo bagnato, avere un fondo di sassi che protegge la radici dall’eccesso di umidità, deve essere lontano da strade inquinanti, e non avere altri ulivi troppo vicini a fargli ombra. Queste cinque esse hanno un forte potere evocativo: alberi secolari sotto il sole, tra sassi bollenti e terra secca, si alzano maestosi nel silenzio interrotto solo dal frinire delle cicale. Sole, siccità, sassi, silenzio, solitudine. Suona epico. Così, in questo crocevia di vite e di esperienze, mi sento ogni giorno un po’ più ricca. Incontri, condivisioni… Ma cosa c’è di più bello nella vita? Davvero, per me il dialogo tra viandanti è ciò che dà senso alla mia vita, che mi rende felice, che mi toglie il fiato dall’emozione. Come guardare il paesaggio intorno a sé stando in cima a vette mozzafiato. (Almeno, a sentire i racconti di chi c’è stato… Era così dalla vetta di quel Paradiso

perduto, Mr. Incredible?) Innumerabile esistere mi scaturisce in cuore ad ogni incontro, ogni incontro in cui qualche frammento di autenticità viene scambiato. Può accadere in ogni luogo: una casa conosciuta, la casa sconosciuta di un paziente, il ristorante di una cena tra amici, un ospedale, WordPress. Amici, vi voglio bene. Siete nella mia vita. Qualcuno più vicino, qualcuno un po’ più distante, ma ciascuno col suo frammento di autenticità. “… E tu camminante procedi piano; ma prima un ramo aggiungi alla fiamma del focolare e una pigna matura alla cesta gettata nel canto…” Montale Così, di ramo in ramo, di pigna in pigna, il fuoco che scoppietta nell’anima rimane sempre acceso. Perché a scaldar lì dentro non servono i 35 gradi dell’estate, né serve il gelo invernale per raffreddare… sguardiepercorsi

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SPECIALE

Ricerca: il brevetto di una start up Gli ingredienti naturali disgregano anche il petrolio MILANO IL NETWORK è tutto milanese, l’azienda nata nel 2010 ha sede a Rho, gli utili sono in crescita. Non solo perché si tratta di salute e bellezza. Il colpo migliore Angelo Miccoli, presidente della società di servizi “BBS for you”, l’ha messo a segno con un prodotto dalle virtù magiche, un pulitore tutto naturale. Il Vip52 (www.vivipulito.it) contiene esclusivamente sostante come l’aloe, la salvia, il rosmarino, ma è in grado di far sparire perfino le macchie di vernice. << Si tratta di un detersivo totalmente ecologico – spiega – che puo’ sostituire al cento per cento tutti gli altri tranne gli anticalcare>>. Come è possibile? <<Io vengo dal settore, ho iniziato nel 1982 con i cosmetici e gli elettromedicali. Insieme ai miei biologi, ho voluto imitare le vecchie ricette di una volta, visto che la maggior parte dei prodotti in commercio di natura chimica non sono che imitazioni di quello che la natura già ci offre. Con gli estratti vegetali si possono ottenere gli stessi effetti pulenti dei prodotti chimici>> Si tratta di un prodotto nano strutturato. Cosa vuol dire? <<Che è realizzato usando la nanotecnologia: quando il prodotto si mette nell’acqua si espande e prende lo spazio in cui viene versato, si amalgama totalmente e si trasforma in un pulitore. Non è solo un detersivo, si potrebbe usare anche per altro, sono estratti vegetali. In teoria si potrebbe anche usare sul corpo perché non contiene alcool né ammoniaca e nemmeno acidi o solventi. In più è in grado di sciogliere persino il petrolio greggio. E’ in grado di togliere la vernice e ravviva i tessuti.>> Non si trova in negozio però... <<E’ in vendita tramite la nostra rete di collaboratori, che sono 1.500 sparsi su tutto il territorio 48 www.newentry.eu

nazionale>>. Siete una startup con grandi ambizioni? <<Siamo giovani, questo progetto è nato solo due anni fa, e abbiamo già recuperato gli investimenti senza perdite. La nostra attività, anche con la società BBS che propone salute e bellezza al miglior prezzo con i migliori professionisti, cresce a livello esponenziale: tende a raddoppiare ogni due o tre mesi e si sviluppa velocemente con il passa parola. Questo Vip52 è un’apriporta. Antistatico, completamente biodegradabile e possiede già i requisiti per il sistema Haccp, quello usato per pulizie industriali, di ristoranti e altri luoghi pubblici. Per la casa poi è molto conveniente, basta versare in un litro d’acqua dai 10 ai 20 millilitri di prodotto puro e si ottiene un litro di pulitore universale, senza contare che si possono eliminare decine di contenitori di plastica. Ci aspettiamo moltissimo>>. rossella.minotti@ilgiorno.net SABATO 10 GENNAIO 2015 QN /IL GIORNO / Il resto del Carlino /LA NAZIONE Articolo di Rossella Minotti

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BIG SCREEN: VOLA AL CINEMA

Regia di James Mangold. Un film con Hugh Jackman, Patrick Stewart, Richard E. Grant, Boyd Holbrook, Stephen Merchant. Genere Azione - USA, 2017 Uscita cinema mercoledì 1 marzo El Paso, 2029. Sono 25 anni che non nascono più mutanti e quelli che sono sopravvissuti sono degli emarginati, in via di estinzione. Logan/Wolverine vive facendo lo chaffeur e la sua capacità di rigenerazione non funziona più come un tempo, mentre il Professor X ha novant’anni e il controllo dei suoi poteri psichici è sempre meno sicuro. Quando una donna messicana cerca Logan per presentargli una bambina misteriosa di nome Laura, nuove attenzioni e nuovi guai cominciano a raggiungere i mutanti. Inquadra il qr code con lo smarthone e visualizza il trailer del film. 50 www.newentry.eu

Il live action della Bella e la Bestia. Fantastico - USA, 2017. Un film di Bill Condon. Con Emma Watson, Emma Thompson, Dan Stevens, Luke Evans, Josh Gad, Kevin Kline, Audra McDonald, Ian McKellen. Uscita giovedì 16 marzo

Regia di Paul Verhoeven. Un film con Isabelle Huppert, Laurent Lafitte, Virginie Efira, Christian Berkel, Anne Consigny. Drammatico - Francia, 2016, Uscita cinema giovedì 23 marzo

La storia di un principe dall’aspetto ‘bestiale’ imprigionato nel suo castello e del suo incontro con una bella principessa. Il film sarà un musical live action della Bella e la Bestia prodotto dalla Disney. Includerà la maggior parte, se non tutte, le canzoni del musical di Broadway di Menken e Rice andato in scena per 13 anni dal 1994 al 2007. Quando il film della WB ha subito un arresto nel suo sviluppo, con il benestare di Gullermo del Toro, la Disney ha assunto Emma Watson per la parte della protagonista, Belle

Tratto dal romanzo “Oh” di Philippe Djian, il film racconta un mese in cui gli uomini si ubriacano, uccidono, stuprano, si accoppiano, riconoscono figli che non sono i loro, scappano, gemono, muoiono... Trenta giorni di una vita inesorabile dove le memorie, il sesso e la morte possono causare corti circuiti in ogni momento. Isabelle Huppert in un film ad alta tensione dove la vittima prende in mano la situazione e comincia a seguire a sua volta il suo molestatore. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Premi Oscar, 2 candidature e vinto un premio ai Golden Globes...

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CURIOSANDO IN LIBRERIA

Dispetti, dissensi e processi sono alla base de In tribunale (1920) secondo libro sulla saga dei Forsyte scritto dall’inglese John Galsworthy premio Nobel 1932. Nell’ Inghilterra di fine ‘800 Soames Forsyte, protagonista senza scrupoli del primo libro Il possidente, divorato dalla gelosia, dopo che la moglie Irene lo ha tradito con un altro, è deciso a portarla in tribunale. Ma la donna fuggirà a Parigi con il più ribelle della famiglia Forsyte, Jolyon, cugino di Soames. Il marito, offuscato dalla vendetta e dal torto subito, deciderà di accusarla di adulterio e cercare di ottenere il divorzio da una donna che in fondo non lo ha mai amato. Fra sentenze e sospetti, nasceranno nuovi amori e alleanze, e i nuovi Forsyte dovranno assumersi le colpe dei padri. In tribunale John Galsworthy 314 pagine Elliot 2016

L’estraneo è un thriller scritto a quattro mani dalla viennese Ursula Poznanski che ha al suo attivo numerosi romanzi di genere, e lo scrittore tedesco Arno Strobel. Una giovane donna si accorge con orrore che qualcuno entra in casa sua. Non può fuggire rimanendo con l’intruso faccia a faccia. La sua reazione quando si incontrano è alquanto insolita, egli non attacca, non fugge, semplicemente parla con lei. L’estraneo si sente a suo agio, dice di essere il suo fidanzato e non capisce il motivo del suo terrore. Eppure è sicura di non averlo mai visto prima. Poi la soggettiva si sposta dalla parte di lui tornando a casa, trovandosi di fronte la fidanzata che non lo riconosce e gli getta terrorizzata un fermacarte. Joanne è australiana di origine, convinta di vivere sola. Non sa spiegarsi perché l’uomo che sostiene di essere il suo fidanzato sa così tanti dettagli su di lei. Erik, invece, ha vissuto per mesi insieme a Joanne e non capisce cosa gli stia succedendo.

Dalla parte di Bailey – W. Bruce Cameron (Giunti) Pensate a un cane che si possa reincarnare e che racconti le sue vite precedenti: questa è la storia di Bailey. Nasce come bastardino e non ama molto i suoi fratelli che arrivano sempre prima di lui alle poppate materne. Un giorno incontra Ethan un bambino amorevole che si prenderà cura di lui e non lo dimenticherà mai. Bailey cercherà Ethan nelle sue successive vite finché un giorno i due si ritroveranno «adesso sapevo perché quelle creature, gli esseri umani, mi avevano tanto affascinato dal primo momento in cui li avevo visti. La mia vita era indissolubilmente legata a loro. Soprattutto a Ethan: quello era stato il legame più forte della mia esistenza». Il romanzo è tornato in classifica grazie al film Qua la zampa da cui è stato tratto, diretto da Lasse Hallström già regista di un altro film protagonista un cane Hachiko. W. Bruce Cameron Giunti - 288 pagine www.newentry.eu 51


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Sanremo 2017 - Le pagelle finali Il Festival di Sanremo 2017 si è da poco concluso, scatenando le solite polemiche e trascinando con sé, nel viaggio verso il dimenticatoio, buona parte delle canzoni ascoltate in gara. Ecco le mie pagelle dei brani sanremesi di quest’anno: Al Bano – “Di rose e di spine” (eliminato nella quarta serata): comprensibile il premio per il miglior arrangiamento, ma il pezzo sarebbe suonato antico anche a fine anni ’60. Lui non è nemmeno in piena forma, reduce da gravi problemi di salute, di conseguenza le sue esibizioni mostrano una duplice sofferenza di cantante e pubblico. Voto 4,5. Alessio Bernabei – “Nel mezzo di un applauso” (15° classificato): è un brano molto simile al successo del 2016 “Noi siamo infinito” e probabilmente anche questo spopolerà nelle radio, per quanto sia di gran lunga peggiore, sia come testo (e fare di peggio era difficile), sia come melodia. A ciò si aggiunge la pochezza vocale di Bernabei, che canta peggio di quanto ci si potesse immaginare. Indecente. Voto 2. Bianca Atzei – “Ora esisti solo tu” (9° Classificata): canzone dal sapore un po’ retrò, ma che suona inconfondibilmente Modà (l’autore del brano è proprio Silvestre). Niente di particolare, ma la sua voce la rende sufficiente. Voto 6. Chiara – “Nessun posto è casa mia” (14° classificata): è incredibile come canti senza alcun accenno di sbavatura, purtroppo però porta a Sanremo un brano molto piatto, nonostante un arrangiamento decisamente curato (non a caso c’è anche lo zampino di Mauro Pagani). Voto 6. Clementino – “Ragazzi fuori” (16° classificato): pezzo dal ritornello orecchiabile e con un testo poco scontato, molto meglio dello scorso anno. Ingeneroso l’ultimo posto, anche perché riesce ad essere più intonato rispetto a molti suoi colleghi, pur non essendo un cantante. Voto 7. 52 www.newentry.eu

Elodie – “Tutta colpa mia” (8° classificata): ha una voce meritevole, ma la canzone, tipicamente sanremese, non le rende giustizia. Però se ti fai scrivere i pezzi da Emma Marrone, un po’ te le cerchi. Voto 4. Ermal Meta – “Vietato Morire” (3° classificato): a parere di chi scrive, la migliore canzone del Festival 2017. Testo dalla struttura ragionata e tema impegnativo, specie per una manifestazione come Sanremo, melodia molto semplice ma efficace; vince meritatamente il Premio della Critica. L’unico difetto è la somiglianza a “Pensa” di Fabrizio Moro, ma è un dettaglio che non influisce sull’ottima qualità di questo cantautore molto promettente. Voto 8,5. Fabrizio Moro – “Portami via” (7° classificato): un brano che doveva essere interpretato con una maggiore precisione vocale e poteva essere meglio sviluppato, un peccato perché il testo è tra i più valenti tra quelli portati in gara. Voto 5,5. Fiorella Mannoia – “Che sia benedetta” (2° classificata): si presenta con un pezzo osannato da tutti già prima del Festival, nonostante una melodia banalissima e un testo non eccelso, ha tutti i favori del pronostico e lei nel corso della manifestazione la interpreta con il suo stile unico. Poteva solo vincere – e invece perde. Voto 5,5. Francesco Gabbani – “Occidentali’s karma” (vincitore): nonostante non se l’aspettasse nemmeno lui, il suo successo non è comunque casuale: è una azzeccata sotto ogni aspetto. Si rivolge al popolo del web trattando un tema molto in voga al giorno d’oggi e scrivendo un testo che, con la sua ironia, diventerà un inno per coloro che il cantautore critica; fa colpo sulle radio con una melodia orecchiabile e molto simile al suo primo successo “Amen”; infine, conquista il consenso televisivo con una trovata stravagante come il ballo con la scimmia e tutto ciò che ne


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concerne. Gabbani è intelligente e, paradossalmente, lo dimostra con un pezzo che lo fa apparire stupido ai più. Vittoria meritata. Voto 8. Gigi d’Alessio – “La prima stella” (eliminata nella quarta serata): e cosa ci si poteva aspettare, se non uno standard dalessiano? Il pezzo contiene qualsiasi clichè neomelodico esistente, ma è comunque migliore di molti altri brani in gara. Menzione d’onore per un improbabile cover de “L’Immensità” in 5/4, pure ben riuscita. Voto 6. Giusy Ferreri – “Fa talmente male” (eliminata nella quarta serata): non convince fin dalla uscita, nella quale lei stessa canta in maniera molto imprecisa; banale sotto tutti gli aspetti, tuttavia avrebbe meritato la finale più di altri. Voto 5. Lodovica Comello – “Il cielo non mi basta” (12° classificata): il brano è noioso, la voce è poco originale, difetto a cui si uniscono diverse imperfezioni nel corso delle quattro performance. Non è il pezzo più brutto, ma lei conferma le critiche che la consideravano inadatta a Sanremo. Voto 4. Marco Masini – “Spostato di un secondo” (13° classificato): coraggiosa la scelta dell’elettronica, che rende il brano meritevole di essere cantato decentemente, cosa che purtroppo al fiorentino non riesce. Inoltre, anche il testo non è convincente. Voto 6. Michele Bravi – “Il diario degli errori” (4° classificato): si piazza ai piedi del podio con una canzone sanremese fino al midollo, ma che strizza l’occhio alle tendenze melodiche della musica italiana di oggi, restando piatta anche nel momento della sua esplosione. Con l’appoggio del web, era prevedibile che portasse a casa il piazzamento. Voto 5,5. Michele Zarrillo – “Mani nelle mani” (11° classificato): una canzone caratterizzata dal tipico stile di Zarrillo, ma piuttosto noiosa. Il testo è ben construito, ma non basta per strappare la sufficienza. Voto 5,5. Nesli e Alice Paba – “Do retta a te” (eliminati

nella terza serata): l’utilità di un duetto in cui entrambi i componenti cantano la stessa melodia resterà eternamente un mistero, così come la coerenza di farsi chiamare rapper e poi presentarsi a Sanremo con un brano interamente cantato (in modo indecoroso, peraltro). Voto 3. Paola Turci – “Fatti bella per te” (5° classificata): uno dei pezzi più carichi, caratterizzato dalle classiche sfumature rock della cantautrice, nonostante per quest’anno rinunci alla chitarra sul palco. Per qualità delle esibizioni, è probabilmente la migliore del Festival. Voto 8. Raige e Giulia Luzi – “Togliamoci la voglia” (eliminati nella terza serata): il testo è tra i meno riusciti di questa edizione, la Luzi non sembra a suo agio su una base rap e lo stesso Raige non sorprende nelle (poche) rime presenti nel brano. Giusta l’eliminazione. Voto 4. Ron – “L’Ottava Meraviglia” (eliminato nella quarta serata): canzone debole, testo scontato e melodie trite e ritrite, cantate anche molto male dal cantautore pavese, evidentemente bollito. Voto 5. Samuel – “Vedrai” (10° classificato): il brano ricorda i Subsonica, soprattutto nel ritornello, inevitabile influenza che viene comunque combinata con una melodia più “sanremese”. Tuttavia, resta una parziale delusione per un pezzo senza mordente, nonostante il torinese sappia tenere il palco come pochi. Subsonica tornate insieme. Voto 7. Sergio Sylvestre – “Con te” (6° classificato): una grande occasione persa. Con la voce che possiede, potrebbe e dovrebbe cantare tutt’altro (e in tutt’altro modo): la ballata scritta da Giorgia non si adatta alla sua vocalità e le performance sottotono ne sono la dimostrazione. Voto 5. Amara e Paolo Vallesi – “Pace” (fuori gara): ma seriamente sono stati respinti in favore di uno tra Nesli, Raige e Bernabei? Canzone molto profonda e ben costruita, giusto farli esibire in finale, ma meritavano senza dubbio di più. Voto 7. Carlo Chiesa www.newentry.eu 53


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Singolo Latin/Kizomba “MUEVETE by CARMEN RUSSO Uscito il 15 Febbraio in tutti i più importanti store musicali digitali “Muevete”, il nuovo singolo della camaleontica Carmen Russo per l’etichetta The Shark Record e Hit Latin. La produzione è a cura di Efrem Sagrada e di Gregorio Mascaro. Il pezzo è stato scritto con la collaborazione di Enzo Paolo Turchi e di Carmen Russo. “Dopo diverse esperienze musicali, mi è stato proposto questo progetto per il quale sentito il brano, peraltro in una lingua e con dei ritmi che mi sono familiari, mi è piaciuto talmente per come l’ho trovato trascinante da decidere subito di realizzarlo. Spero abbia lo stesso effetto su chi lo ascolterà- ha dichiarato Carmen. C’è da scommettersi che il pezzo diventerà una sicura hit! Addetto Stampa Laura Gorini email: lauragorini82@gmail.com telefono:333/6434873 Promotion: Efrem Sagrada Cell. 335/6160378 E-mail: management@seven-holding.com Per le foto, si ringrazia Ph. Rino Petrosino

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Classifica Italiana #Album #Top Digital dal 24 Febbraio 2017 HIT PARADE ALBUM 01 01

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IL MESTIERE DELLA VITA - TIZIANO FERRO COMUNISTI COL ROLEX - J-AX & FEDEZ LE MIGLIORI - MINACELENTANO COMBATTENTE - FIORELLA MANNOIA VIETATO MORIRE - ERMAL META SPOSTATO DI UN SECONDO - MARCO MASINI MADE IN ITALY - LIGABUE LOST ON YOU - LP VASCONONSTOP - VASCO ROSSI ORONERO - GIORGIA BLACK CAT DELUXE EDITION - ZUCCHERO HUMAN - RAG’N’BONE MAN SERGIO SYLVESTRE - SERGIO SYLVESTRE

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OCCIDENTALI’S KARMA - F. GABBANI SHAPE OF YOU - ED SHEERAN CHE SIA BENEDETTA - FIORELLA MANNOIA IL DIARIO DEGLI ERRORI - MICHELE BRAVI ROCKABYE - CLEAN BANDIT FEAT. SEAN PAUL & ANNE-MARIE PORTAMI VIA - FABRIZIO MORO VIETATO MORIRE - ERMAL META DESPACITO - LUIS FONSI FEAT. DADDY YANKEE IL CONFORTO TIZIANO FERRO FEAT. CARMEN CONSOLI I DON’T WANNA LIVE FOREVER ZAYN & TAYLOR SWIFT ALL NIGHT - PAROV STELAR TUTTA COLPA MIA - ELODIE

24 Febbraio 1967 01

Cuore matto - Little Tony Pietre - Antoine 03 Proposta -- Giganti 04 Bisogna saper perdere - Rokes 05 L’immensità - Johnny Dorelli 06 Ciao amore ciao - Luigi Tenco 07 Se perdo anche te - G. Morandi 08 Io, tu e le rose - Orietta Berti 09 Un mondo d’amore - G. Morandi 10 Quando dico che ti amo Annarita Spinaci 01

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Scelto per voi... Nessuno mi può giudicare - C.Caselli

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CONCERTI

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PER VOI CON NOI

Attenti ai virus

... e nessuno fa nulla per fermarli... Sono sempre più frequenti i virus provenienti dalla nostra posta elettronica e se non si stà abbastanza accorti, il rischio di fare un danno enorme è dietro l’angolo. Questo è l’ultimo in ordine di tempo giunto in redazione: un mittente che può essere tranquillamente veritiero, una descrizione apparentemente innocuo anche se, a dir la verità strana, e un allegato invece che solo il fatto che sia in .zip lascia intendere che nasconda qualcosa di negativo e dannoso. Naturalmente non l’abbiamo aperto anche perchè basta cliccare accidentalmente l’allegato ed il vostro computer potrebbe instantaneamente non funzionare più o meglio trovarsi tutte le icone (fotografie, file e quant’altro) completamente criptate. Inutile dire che per sbloccare il vostro computer bisogna rivolgersi ad un negozio specializzato e soprattutto che dovrette pagare un ingente somma in “bit coin” a dei veri e propri delinquenti che con fare meschino si sono impossessati del vostro pc. Attenti quindi!!!

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RIDIAMOCI SOPRA

Bisogna ridere prima di essere felici, per paura di morire senza avere riso”. Jean de La Bruyère, I caratteri, 1688 “Dottore, dottore, mio figlio si è mangiato 100 euro. Morirà?”. “Ma si figuri! I nostri politici si sono mangiati miliardi e non sono mai morti!”. Un giapponese è in viaggio turistico per l’Italia. L’ultimo giorno chiama un taxi per andare all’aeroporto per tornare a casa. Durante il viaggio una Honda sorpassa velocemente il taxi. Il giapponese si affaccia al finestrino e grida tutto contento: “Honda, molto veloce! Fatta in Giappone!”. Dopo un po’ il taxi è sorpassato molto velocemente anche da una Toyota. Ancora una volta il giapponese si affaccia al finestrino e grida: “Toyota, molto veloce! Fatta in Giappone!”. E così la stessa cosa con una Mitsubishi e poi con una Suzuki. Il taxista è un po’ scocciato, ma rimane zitto. Quando arriva all’aeroporto chiede 200 euro per la corsa. Il giapponese protesta: “Mah... è troppo caro!”. Il taxista si volta verso il turista e gli dice: “Tassametro, molto veloce! Fatto in Giappone!”. Il direttore di un grande magazzino interviene nella discussione tra una commessa e un

cliente: “Signorina, il cliente ha sempre ragione! Che cosa stava dicendo il signore?”. “Che siamo dei ladri”. Nonna e nipote ventenne vanno dal dottore. Il dottore chiede: “Qual è il problema?”. E la nipote: “Mal di gola...”. Il dottore: “Va bene, si spogli”. La nipote: “Veramente è mia nonna che sta male...”. E il dottore: “Capisco: signora, tiri fuori la lingua...”. Il nonno chiama Paolo e gli dice: “Senti Paolo, dovresti farmi un piacere. Siccome ho una reputazione da mantenere qui in paese, mentre tu vai sempre in giro in bicicletta da paese a paese, non potresti fermarti una volta in farmacia e comprarmi una confezione di Viagra per me? Se mi fai questo piacere ti compro il motorino!”. Allora Paolo si lascia convincere e dopo qualche giorno consegna la confezione al nonno. Il giorno dopo il nonno chiama Paolo e lo porta davanti al garage, apre e Pierino vede dentro una Harley fiammante... e felicissimo esclama: “MA NONNO! UNA HARLEY! NON DOVEVI...”. E il nonno dando una pacca sulla spalla a Paolo gli sussurra: “Non ringraziare me, ringrazia tua nonna...”. Come si distinguono i funghi buoni da quelli cattivi ? Dateli da mangiare a vostra suocera. Se crolla morta, i funghi sono buoni.

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AGENDA

Da Giovedì 2 Marzo CARPENEDOLO

Sabato 11 Marzo 2017 ore 15.00 VERONA

Sabato 4 e Domenica 5 Marzo 2017 BORGOSATOLLO

24-26 Marzo - Fiera di Montichiari MONTICHIARI

Che ma tocä fa per troà un posto de laurà a Borgosatollo Sabato 4 e domenica 5 marzo presso il Teatro Comunale di Borgosatollo, torna la commedia dialettale in due atti “Che ma tocä fa per troà un posto de laurà”.

La Fiera di Vita in Campagna Vita in Campagna, la rivista specializzata in agricoltura amatoriale che conta 82.000 fedelissimi abbonati in tutta Italia presenta “La Fiera di Vita in Campagna”, la manifestazione interamente dedicata all’agricoltore hobbista (hobby farmer).

11-12 marzo - Fiera di Montichiari MONTICHIARI

Sabato 11 Marzo 2017 ore 16.00 CALVISANO

Fiera dell’Elettronica - Radiantistica Expò La Fiera dell’Elettronica - Radiantistica Expò è la fiera mercato per gli appassionati elettronica e radiantismo che, nei quattro padiglioni dedicati all’evento, potranno trovare tutto l’indispensabile per l’informatica, computer, elettronica, video, strumentazione, componentistica, HI FI...

Danza in fiera Associazione Calvisano in Fiera con il Patrocinio del Comune di Calvisano organizzano sabato 11 marzo 2017 “Danza in fiera”, serata danzante dalle ore 21.00. Musica con Dj presso Sala Polivalente di Calvisano (Bs). Per info e prenotazioni: Daniela 335 68 65 906 (dalle 13-14 / 18-19)

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ANNUNCI ECONOMICI LAVORO OGGETTI ANIMALI INCONTRI IMMOBILI VEICOLI Obbligatorio inviare l’annuncio con il codice fiscale e la provincia dove si vuole pubblicare. Se non presente, New Entry non pubblicherà l’annuncio.New Entry declina ogni responsabilità in merito al contenuto degli annunci di questa rubrica sottoscritti dagli inserzionisti. Il recapito telefonico è un servizio che non implica in

nessun modo gestione diretta da parte dell’Editore. La pubblicazione è gratuita salvo per vendita e affitti di immobili, auto e moto e rubrica Incontri. In questo caso il costo è di €.25,00 per 4 uscite. Il pagamente deve essere effetturato tramite bonifico bancario a: New Entry - Banca Credito Bergamasco - Filiale Brembate di Sopra -

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LAVORO

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Approfondimenti a pag. 2 e 3

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