ANNO 44 - DICEMBRE 2014
Notiziario dell’O.S.A. - Valmadrera
SOMMARIO La parola del presidente
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La parola del Don Una comunità... per imparare a sognare
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Sci di fondo Sci di fondo 2014 Farfalle o bacarozzi ? Traversata Maloja-Zernez Naz Sciavez 2014
5 7 7 9
Organigramma 2014 Presidente
12 14 16 17 18 18
Marcia alpina di regolarità Cronache delle gare di marcia alpina 4° Trofeo Giancarlo ed Emilio Ratti Sociale di marcia 2014 Cinquant’anni... in marcia
19 20 22 24
Corso di escursionismo 46a edizione
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Settimana escursionistica Con l’O.S.A., una settimana a Temù
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Campeggio Non potrà piovere per sempre Mi ricordo il campeggio A typical trip in Brenta
30 31 32
Attività alpinistica Attività alpinistica dei soci
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Gruppo Tempo Libero Escursioni con il GTL Gite in autobus con il GTL Gran tour della Sardegna Settimana a Santa Fosca Quando andiamo a Santa Fosca?
Consiglieri
44
Notizie flash
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Per ricordare Ricordare tre soci fondatori Ricordo di Carluccio Sandionigi In ricordo di Angeo e Beppe
48 49 50
Esperienze dei soci The wrong wall In un consiglio Due passi con il Geocaching La lentezza GIR DI SANT, in cammino sotto la pioggia 2 · CROCIATINO 2014
51 52 53 54 55
Anghileri Edoardo Brambilla Raoul Butti Carlo Alberto Butti Maurizio
Coordinatore tesseramento O.S.A.
Butti Stefano Colombo Paolo
Coordinatore gruppo atleti di corsa
Corti Tino Perego Stefano
Coordinatore sede O.S.A. e S.Tomaso
Piffari Felice
Coordinatore ferrata, segnaletica sentieri e referente Protezione Civile
Coordinatore sci alpino e tesseramento FIE Aiuto coordinatore settimana escursionistica Coordinatore gite giovanili e aiuto coordinamento campeggio Aiuto coordinatore corso escursionismo e gare corsa Coordinatore settimana escursionistica e aiuto segnaletica sentieri
Rusconi Andrea Aiuto segreteria Rusconi Carlo (Celsi) Cassiere, coordinatore settimana turistica Gruppo Tempo Libero
Rusconi Gianluigi
Coordinatore gare di corsa in montagna, sci di fondo, sci alpinismo e segreteria
Valagussa Angelo Valsecchi Ruben Vassena Enrico
Aiuto cassiere Aiuto tesseramento Coordinatore attività giovanili
Revisori conti Villa Pietro Gritti Fabrizio Vassena Andreina Altre cariche
36 38 40 42 43
Gruppo Femminile In Val Verzasca con il Gruppo Femminile OSA
Coordinatore campeggio
Vicepresidente Rusconi Domenico
Sci alpino Corso di sci alpino 10 Antermoia: 3 giorni di neve 10 Campionato Intersociale di sci alpino 11 Corsa in montagna 10° Trofeo “Dario e William” 10 anni di grazie Campionato sociale di corsa Piove, senti come piove Resegup 2014 Dolomites Skyrace
Valsecchi Laura
Anghileri Giuseppe Canali Giuseppe Castagna Ezio Corti Giovanna
Coordinatore gare di marcia
Piloni Giuseppe Rusconi Angelo Rusconi Alessia Sala Luigia Silvia Valsecchi Cristina
Coordinatore Grupp Tempo Libero
Delegato rapporti con la F.I.E. Aiuto coordinatore ristoro San Tomaso Responsabile gruppo femminile e aiuto coordinatore sede Osa Aiuto attività giovanili Segreteria Coordinatore corso d’escursionismo Segreteria
Gruppo Femminile Responsabile Corti Giovanna Consiglieri
Aldeghi Rosalinda Dell’Oro Anna Fiorillo Cinzia Rota Elisa Sala Luigia Silvia Valsecchi Sandra
Bonfanti Margherita Dell’Oro Micaela Polti Rita Rusconi Irene Valsecchi Marta Vassena Andreina
LA PAROLA DEL PRESIDENTE
La parola del presidente Laura Valsecchi terminato un altro importante anno per la nostra società, è stato rinnovato il Consiglio, ed è con piacere che nuovi ragazzi giovani sono entrati a farne parte. Anno impegnativo questo! Ricco di grande soddisfazione! L’attività clou di quest’anno è stato il Trofeo Dario&Willy che per tutti noi è stata una sfida vinta! Siamo riusciti ad avere un titolo nazionale Master e Junior e abbiamo lanciato la nostra gara con un percorso nuovo, una nuova logistica e una nuova location. Per noi è stato un importante risultato. Ringrazio tutti i volontari e gli sponsor che danno vita a questo grande evento. Anche il Trofeo Emilio e Giancarlo Ratti ha avuto il suo successo: quest’anno abbiamo modificato la formula in gara singola ed è stata una nuova sfida, l’impegno come sempre è stato tanto ma soddisfacente. I nostri più assidui marciatori hanno vinto tre titoli nazionali: nella categoria ragazzi Mattia Dell’Oro e Luca Rusconi e nella categoria Open l’instancabile Giuseppe Piloni. Complimenti! Il corso di escursionismo è sempre una buona base per i giovani che cominciano a frequentare la montagna e per le famiglie che seguono i ragazzi. Gli accompagnatori hanno sempre una grande pazienza, ma soprattutto una grande
È
passione da trasmettere ai ragazzi. Partecipando ai corsi di aggiornamento dimostrano responsabilità e coscienza per il loro incarico. Anche quest’anno i ragazzi sono stati veramente tanti. Un bel gruppo ha partecipato anche alla settimana escursionistica a Temù. I corsi di sci alpino e fondo sono andati alla grande, i numeri dei ragazzi aumentano e, anche se questo settore risente della crisi del momento, i responsabili riescono ancora a suscitare interesse per l’attività. Le attività del Tempo Libero sono molto frequentate: quelle del primo gruppo, che si dedica alle escursioni e instancabilmente ogni giovedì si ritrova per una nuova gita; e quelle del secondo, orientato alla scoperta dell’Italia, tra escursioni, mare e cultura. Non dimentichiamo un terzo gruppo impegnato nei lavori di pulizia dei sentieri, dei torrenti e di quant’altro la nostra società necessiti, sempre aperto a nuove adesioni. Tre gruppi estremamente importanti. Forse qualcuno potrebbe dire che sono fortunati, perché sono sempre a spasso! Io invece dico che siamo fortunati noi ad averli, perché sono formati da persone fondamentali per la nostra società. L’età della pensione si allunga sempre più e
Venerdì 27 Febbraio 2015 alle ore 21.00 presso la sede OSA si terrà l’assemblea annuale.
TI ASPETTIAMO!!!
Anno 44 - Dicembre 2014 Responsabili: Alessia Rusconi, Cristina Valsecchi. Redazione: Giuseppe Piloni, Gianluigi Rusconi. Fotografie: Paolo Airoldi, Eugenio Anghileri, Leopoldo Bonacina, Raoul Brambilla, Carlo Alberto Butti, Mario Ceruti, Tino Corti, Natale Fanchini, Alice Murtas, Giuseppe Piloni, Alberto Rusconi, Angelo Rusconi, Domenico Rusconi, Giuditta Scola, Davide Vassena, FotoClub “Gianni Anghileri” Valmadrera. Impaginazione: Cristina Valsecchi. Stampa: GraficheCola - Lecco.
In copertina: San Tomaso
loro fortunatamente sono ancora giovani e pimpanti. Dobbiamo dirgli grazie per il lavoro che svolgono, perché una volta al mese si rendono anche disponibili ad aiutare altre associazioni di volontariato sul nostro territorio. A questo si collega il nostro ristoro di San Tomaso, che è prevalentemente supportato da loro. Qualche giovane anima, ogni tanto, s’inserisce in qualche turno, ma abbiamo bisogno di giovani che abbiano voglia di impegnarsi e di dedicare una domenica ogni due mesi alla società. Quest’anno stiamo riformando la squadra antincendio, anch’essa molto importante per il nostro territorio e per la salute delle nostre montagne. E ancora: 45° anniversario del gruppo femminile, da 10 anni “capitanato” da Giovanna. Un gruppo estremamente unito, solo 13 donne che ogni mese si ritrovano per pianificare il prossimo evento che il Consiglio Direttivo ha definito. Con grande passione collaborano alla logistica di ogni manifestazione. Il campeggio a Pinzolo ha riscosso un buon successo di presenze, anche se il tempo è stato un po’ capriccioso. Il gruppo corsa in montagna è sempre più numeroso, gli atleti partecipano come sempre a moltissime corse sia nel nostro territorio ma spesso anche al di fuori, facendo conoscere il nome della nostra società in molte regioni. Per finire ringrazio la redazione del Crociatino che prepara ogni anno, con molto impegno, questa pubblicazione, ricca di articoli e fotografie. Grazie Consiglieri e soci! Il merito di questa longeva società è di tutti noi. Siamo una formidabile macchina di volontari accomunata da un’unica passione: l’OSA. Felice Anno Nuovo. CROCIATINO 2014 · 3
LA PAROLA DEL DON
Una comunità... per imparare a sognare! don Tommaso el film “Alla ricerca della felicità” c’è una scena in cui il piccolo Cristopher sta giocando con suo padre (Will Smith) a basket e, preso dall’entusiasmo, continua a gridare: “Un professionista, diventerò un professionista”. Il padre, stupito da questo guizzo di entusiasmo riporta il figlio alla realtà: “Uooo…Sì, non lo so, forse giocherai più o meno come giocavo io. È così che funziona, io ero abbastanza negato (ha appena sbagliato clamorosamente un canestro), quindi non voglio che stai qui tutto il giorno a tirare la palla, capito?” A queste parole Cristopher si intristisce, prima butta via la palla, poi la recupera e la rimette nel sacchetto di plastica. A quel punto il padre, accortosi dell’errore, gli si avvicina e dice: “Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa. Se hai un sogno, tu lo devi proteggere. Quando le persone non sanno fare qualcosa lo dicono a te che non lo sai fare. Se vuoi una cosa vai e inseguila! Punto.” Mi sembra che la scena di questo film dica bene il senso del nostro essere insieme, il senso del condividere una passione, come quella della montagna, il senso del nostro educare attraverso tale passione: imparare a sognare qualcosa di grande per la nostra vita, aiutare i nostri bambini, ragazzi e giovani a coltivare sogni grandi nel cuore e rimboccarsi le maniche per costruirli giorno dopo giorno. La missione entusiasmante di tutti coloro che si affiancano alla vita dei più giovani trasmettendo loro qualcosa di bello è proprio quello di educare ragazzi e giovani a saper sognare, a non prendere a prestito i sogni dalla televisione, dalla cultura del successo e del guadagno ma a saper interrogarsi su che cosa rende vera e bella la vita e vivere per questo! Essere allenatori, dirigenti di una società sportiva, così come essere genitori, professori, preti, … significa sfruttare gli strumenti che sono posti nelle nostre mani per suscitare nei ragazzi sogni grandi, per dare loro i criteri fonda-
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4 · CROCIATINO 2014
mentali per saper sognare una vita vera e piena. Non inganniamoli!!! Da noi, i ragazzi, vogliono sentirsi dire cose diverse da quelle che la tv offre loro, vogliono sentirsi dire che nella vita bisogna mettersi in gioco e che ciascuno di noi ha un posto, una vocazione. Questo devono poter sognare, questo dobbiamo sognare tutti: scoprire il nostro posto nel mondo, scoprire ciò che ciascuno può dare per rendere più bella e vera la realtà e spendersi per questo. Sognare, credo, sia una delle attività preferite di Dio: Lui dall’eternità sogna il nostro bene, la nostra felicità e si impegna in ogni momento per costruire con noi questo sogno. Ecco perché esiste la comunità: per saper sognare insieme i sogni di Dio, quei sogni che Gesù è venuto a raccontarci. In particolare noi adulti, preti, genitori, allenatori, dirigenti sportivi, presidenti, educatori, catechiste, siamo chiamati a sentirci comunità, comunità educante.
Cosa significa? Significa anzitutto riconoscere che la grande impresa dell’educare è qualcosa di estremamente necessario, non possiamo farne a meno, nessuno può crescere senza qualcuno che lo educhi! In secondo luogo significa comprendere che, per compiere questa grande impresa non possiamo viaggiare ognuno per conto suo e ognuno con i propri criteri; abbiamo bisogno di condividere insieme, di immaginare insieme la meta comune da raggiungere e i modi migliori per aiutare ragazzi, giovani e adulti a camminare verso di essa. Abbiamo bisogno di sentirci parte della stessa impresa, della stessa avventura, consapevoli che solo conoscendo e valorizzando il lavoro degli altri possiamo costruire qualcosa di veramente bello. Impariamo ad incontrarci e a sognare insieme. Allora,forse, nella nostra realtà, nel nostro mondo cambierà veramente qualcosa.
Il Consiglio dell’O.S.A. augura ai soci e alle loro famiglie
un Felice Anno Nuovo
SCI DI FONDO
Sci di fondo 2014 Gianluigi Rusconi un certo punto della stagione abbiamo davvero sperato che smettesse di nevicare... Penso che un inverno come questo anche in Engadina se lo ricorderanno per un po' vista la quantità impressionante di neve caduta da Natale fino a metà febbraio. E anche noi, che da trent'anni frequentiamo le piste di fondo dal Passo del Maloia fino alla Bassa Engadina, non siamo riusciti a trovare nella nostra memoria un inverno così “bianco”. Così quest'anno è stata proprio la sovrabbondanza di neve a causarci qualche problema nell'organizzazione del corso di sci di fondo: partenza disastrosa, o meglio “falsa partenza” visto che abbiamo subito dovuto annullare la prima uscita del 5 gennaio con il Passo del Maloia chiuso al traffico per il forte pericolo di slavine. Si riparte la domenica successiva con un po' di sole a Pontresina: gli iscritti al corso sono anche quest'anno numerosi (oltre 50) anche se, rispetto alle ultime edizioni, mancano un po' di ragazzi. Gli otto gruppi sono comunque abbastanza omogenei e sotto l'attenta guida dei nostri fidati maestri valsassinesi si sono cimentati nelle diverse tecniche dello sci di fondo, il classico passo alternato e la tecnica libera o “skating”. Per la seconda uscita, sulle piste del Maloia, domenica 19 gennaio ci aspetta
A
un'altra giornataccia, sotto una fitta nevicata e con visibilità quasi nulla, che mette a dura prova la resistenza degli allievi. La domenica successiva invece torniamo a Pontresina, località che offre numerose alternative sia sciistiche che escursionistiche anche a chi non partecipa al corso (Val Roseg, Val Morteratsch, Lago di Staz, Val Bever...). Anche il mese di febbraio parte nel peggiore dei modi: altra abbondante nevicata in quota con temperature al di sopra della media e grave rischio di slavine, il Passo del Maloia ancora una volta è chiuso e ci tocca rimanere di nuovo. Recuperiamo la domenica seguente la quarta lezione del
corso a St. Moritz per poi lasciare spazio nel week-end successivo alla gita di tre giorni a Naz-Sciaves, in Alto Adige (e anche qui il tempo non è certamente stato dei migliori...). Così la conclusione del corso viene rimandata a fine febbraio a Pontresina e nell'occasione si disputa anche il Campionato Sociale di Fondo. Quest'anno si torna alla partenza in linea su un percorso di circa 7 km accessibile a tutti, ma, nonostante appunto la concomitanza con l'ultima gita del corso con oltre 100 partecipanti, a prendere il via alla gara sono soltanto in 25. Un vero peccato, perchè forse negli ultimi anni si è andato un po' perdendo quello spirito
Programma 2015 CORSO DI SCI DI FONDO 11 Gennaio: Pontresina 18 Gennaio: Passo Maloja 25 Gennaio: St. Moritz 1 Febbraio: Pontresina 8 Febbraio: Samedan FINE SETTIMANA DI FONDO 13, 14 e 15 febbraio 2015: 3 giorni a Naz Sciaves Due immagini del corso di sci di fondo
CROCIATINO 2014 · 5
SCI DI FONDO agonistico che a tutte le età e a tutti i livelli deve comunque animare ogni attività sportiva e soprattutto sociale. La giornata poi è stata, una volta tanto, calda e soleggiata, con neve veloce e piste ben battute. Non è comunque mancata la competizione, con Pietro Riva a farla ancora da padrone, vincendo per distacco con il tempo finale di 17'51”. Alle sue spalle, a poco più di 20”, riconfermando le posizioni già ottenute lo scorso anno, concitato arrivo in volata tra Maurizio Gandin e Dario Bonacina, e poco più distanziati tutti gli altri. In campo femminile altra riconferma per Barbara Dell'Oro, davanti ad Alessia Brambilla, seconda di
Un momento della gara
I primi tre classificati del campionto sociale di fondo
misura su Laura Valsecchi. Scorrendo poi tra le varie categorie troviamo vincitori Marco Rusconi tra gli juniores, Daniele Rusconi nei senior e Luca Rusconi tra i ragazzi (sul percorso di km.3,5). Infine nella classifica delle ragazze più giovani, che hanno gareggiato su un percorso ridotto di 1,5 km, la vittoria è andata a Nadia Rusconi, davanti ad Alice Butti e a Karen Valsecchi. 6 · CROCIATINO 2014
Nemmeno il tempo di riposarsi e la domenica seguente, 2 marzo, eccoci di nuovo in Engadina per l'ultimo appuntamento “ufficiale” della stagione: la traversata dal Passo del Maloia a Zernez, una gita che sta diventando quasi una tradizione. Il pullman scarica dapprima i fondisti più temerari, che percorrono tutti i 55 chilometri del tracciato, poi, alle soste intermedie di Samedan o Zuoz, tutti gli altri sciatori, che si ritrovano poi insieme a Zernez, dove ormai è immancabile anche un bagno tonificante nella calda piscina del centro sportivo. Per concludere un accenno all'attività “agonistica” con la partecipazione dei nostri sciatori ad alcune gare di granfondo: oltre alle classiche Sgambeda e Marcialonga, quest'anno possiamo annotare la presenza degli osini alla Marathon de Bessan e alla Transjurassienne in Francia, alla Marxa Beret in Spagna
e, grazie al nostro “globe trotter” Renato Butti, alla traversata a tappe della Lapponia in Finlandia.
Classifica campionato sociale RAGAZZE 1. RUSCONI NADIA 2. BUTTI ALICE 3. VALSECCHI KAREN
06:34,27 08:19,18 09:49,59
RAGAZZI (2000-2002) 1. RUSCONI LUCA 2. MAGNI MICHELE
10:45,84 19:46,47
JUNIORES (1994-1999) 1. RUSCONI MARCO 2. RIVA MATTEO
19:13,96 21:06,83
SENIORES (1979-1993) 1. RUSCONI DANIELE 2. RUSCONI ANDREA
19:13,22 21:45,53
VETERANI (1953 e precedenti) 1. PILONI GIUSEPPE 11:28,90 FEMMINILE 1. DELL'ORO BARBARA 2. BRAMBILLA ALESSIA 3. VALSECCHI LAURA
10:10,36 11:45,39 11:48,50
MASTER (1954-1963) 1. GANDIN MAURIZIO 2. VILLA ALESSANDRO 3. VALSECCHI GIANPIERO
18:15,89 18:43,69 19:33,54
AMATORI (1964-1978) 1. RIVA PIETRO 1° Assoluto 2. BONACINA DARIO 3. RUSCONI GIANLUIGI
17:51,54 18:16,34 18:44,35
SCI DI FONDO
Farfalle o bacarozzi? Agli amici de “IL TEMPO LIBERO” e dello “SCI di FONDO” UNO SKATER (per ora) aro osino, se non fai parte de “IlTempo Libero” non perdere tempo a leggere queste 2 paginette zeppe di fregnacce, salta al prossimo articolo. Se poi hai finito la scuola e hai la fortuna di avere un lavoro, chiudi “Il Crociatino” e vai a lavorare. Mi devi pagare la pensione e non accetto ritardi!!! Nello sci di fondo due sono le tecniche utilizzate: la prima detta “tecnica classica” prevede un passo con sci paralleli e movimenti di gambe e braccia alternati. Ti muovi su binari già preparati sulle piste. Per grippare la neve viene appiccicata sotto lo sci una mostarda nauseabonda dai colori diversi: verde, blu, viola, rossa in funzione della temperatura. Se sbagli il colore i casi son due: o ti trovi con zeppe di neve sotto la soletta, oppure la mostarda non si attacca alla neve e passi mezza giornata a “ravanare” nello stesso metro di binario senza avanzare di un centimetro. Auguri. La seconda tecnica detta “skating o tec-
C
nica del pattinato”, sostanzialmente consiste nel procedere a zig zag con sci divaricati di punta, su un terreno privo di tracce. Con uno sci si spinge di spigolo, con l’altro si pattina, poi si cambia. Non hai vincoli, vai dove ti pare. Sotto gli sci vengono tirate a caldo delle paraffine profumate che prevedono durate lunghe e grandi escursioni termiche della neve. Per vedere come funziona, vai un giorno in Engadina, in una bella giornata invernale; prova a sederti su una panchina sulle piste di fondo e osserva attentamente i fondisti. Vedrai una fila di sciatori che arrancano accigliati, con passo alternato. Sono i CLASSICI. Stanno uno dietro l’altro a poca distanza, in un binario infinito. Se uno si ferma, l’altro normalmente lo tampona (ecco spiegata la presenza del ricciolo che hanno sulla punta dello sci). Sbuffano vapore dalle fauci, sono sempre piegati in avanti come se stessero viaggiando controvento. Mi sembrano dei BACAROZZI, inset-
tacci neri che si muovono in linea retta uno dietro l’altro nei tunnel umidi o nelle case fatiscenti. Per questi sportivi, l’acme arriva dopo almeno 30 Km. Qualche CLASSICO fa a gara con il trenino rosso del Bernina a chi accumula più chilometri in una stagione e a volte riesce anche a vincere. Il Liga li descrive bene: “... una vita da mediani, nati senza i piedi buoni, lavorare sui polmoni! Sempre lì, lì nel mezzo finché ce n’hai stai lì stai lì! ...” Ora, caro il mio osservatore, sposta un po’ lo sguardo a lato. Vedrai sciatori muoversi leggeri come FARFALLE. Si spostano a zig zag da un fiore all’altro, a destra a sinistra oppure in avanti come in un valzer viennese. Sono leggeri, belli, felici, colorati liberi di andare dove vogliono. Non hanno vincoli e binari da seguire! Sono gli SKATERS e praticano la tecnica del pattinato. Badano alla qualità più che alla quantità. Io mi fregio di appartenere a questa categoria. Continua
Traversata Maloja-Zernez I 58 Km che separano il passo del Maloja da Zernez, attraversando l’Engadina con gli sci da fondo, mi hanno sempre affascinata. Prendo l’occasione della gita col pullman per partecipare, essendoci la possibilità di partire dal Maloja o da Pontresina o da Zuoz. Penso: “quasi quasi la faccio tutta intera”. Parlandone con Renato il pensiero diventa realtà. Le piste le conosco bene, la distanza non mi spaventa anche se non sono solita fare lunghe traversate;
l’importante è arrivare in orario a Zernez prima della partenza del pullman. Già sul lago del Maloja mi accorgo che la neve è molto lenta; infatti ne è caduto qualche centimetro nella notte. “Forza e coraggio” mi dico. Ovviamente i più allenati li vedo allontanarsi, ma Renato scia al mio fianco; che pazienza! Per una circostanza si uniscono a noi tre fondisti di un altro gruppo con la nostra stessa meta, coi quali condivido la fatica. Attraverso la piste dell’Engadina sempre bellissima... Sils, S.Moritz, il tratto impegnativo fino a Pontresina dove faccio una piccola sosta per uno spuntino. Passando vicino all’aeroporto di Samedan raggiungo Zuoz dove mi fermo per un’altra piccola sosta. La neve diventa più calda, ma oramai devo arrivare a Zernez; mancano 18 Km. Dopo vari saliscendi, attraversando un paesaggio “nordico”, la pista scende per gli ultimi 3 Km e... voilà! Eccomi a Zernez un’ora prima della partenza del pullman. Contentissima di questa lunga sciata mi unisco al resto del nostro gruppo di fondisti che si stanno rifocillando al sole. GRAZIE RENATO per avermi accompagnata. Giovanna
CROCIATINO 2014 · 7
SCI DI FONDO
Una sciata al Maloja Ma è possibile che tutte le volte che si va a sciare vengo invitato a salire in Val Roseg, pur sapendo che pratico lo skating e quindi la valle mi è preclusa? Dopo l’invito, sistematicamente la frase continua con: “Già, dimenticavo, voi che fate skating non potete accedere a quel Paradiso.Tiè!!Tiè!! Cicca cicca!!” Me lo hanno chiesto anche stamane. Sanno benissimo che io, già a Isola, mi ritroverei una giostra di corvi affamati e gracchianti cinquanta metri sopra la testa, a Sils verrei affiancato da due barellieri della Rega con cardiofibrillatore cablato direttamente all’elettrodotto da 40 KW che scende dall’Alpe di Staz, e infine a Silvaplana si alzerebbe l’elisoccorso, non con il medico a bordo, bensì direttamente con il prevosto bilingue per espletare le ultime formalità terrene della mia dipartita. La Val Roseg, comunque, io già la conosco e non è quel Paradiso tanto conclamato. L’ho fatta qualche tempo fa a piedi... Ero salito alla stazione intermedia del Corvatsch. Da lì avremmo dovuto stravacare a metà della Val Roseg e tornare a Pontresina, ma come al solito qualcuno ha proposto una capatina al rifugio Coaz, aggiungendo: “Si trova lì dietro l’angolo.” Ok, ma l’angolo si trovava a 2 ore di marcia forzata. Arrivato al rifugio in fondo ero felice. Dopo il panino rituale un CLASSICO mi mette un braccio sulla spalla e mi fa notare dei puntini bianchi in fondo alla valle aggiungendo sarcastico: “È Pontresina, la nostra meta”. Ho fatto due conti e mi son detto: se arrivo lì, arrivo morto! Tanto vale evitare la sofferenza e appendermi al primo albero. Ma li non crescono piante, e di buzzo buono mi sono incamminato con il gruppo. Sono sceso fino a Pontresina, un’imbastita INIMMAGINABILE (15Km?). Per fortuna ci accompagnava il nostro leader. Indossava uno spolverino bianco antivento e la bandana. Durante il tragitto puntava inesorabilmente braccio teso e indice verso le cime che fanno cornice alla valle “Paradiso”. Poi, solennemente, ne pronunciava il nome in quattro lingue: italiano, tedesco, poschiavino e romancio. Quando enunciava in tedesco, aggiungeva una spruzzatina di brianzolo, solo per rendere la cima a noi più famigliare e la pronuncia meno dura. Che eloquenza!!! Non ne ha sbagliata una. Ne avesse sbagliata una, sia ben chiaro che sarebbe stata la cima a cambiare nome. Gli istituti cartografici avrebbero appreso in ossequioso silenzio la variazione, chiesto scusa e revisionato le cartine. Il nostro leader è duro e puro e non recede di un millimetro: “Così è se vi pare!!!“ ama dire e anche se non vi pare aggiungo io. (I like). Prima di 8 · CROCIATINO 2014
arrivare a Pontresina lo spolverino si era trasformato magicamente in una tunica di raso bianco con ricami in fili d’oro, e la bandana in una corona d’alloro. Virgilio nel “Paradiso” appunto! Torniamo a noi. Siamo negli spogliatoi di fondo del Maloja. La giornata è fredda ma stupenda. Per i CLASSICI è un momento difficile da fibrillazione. Devono scegliere la “mostarda” giusta per la temperatura della neve. Chi sbaglia resta al palo, e il contachilometri non gira. Si guardano di sottecchi, cercano di capire, di scoprire cosa usare. Poi uno grida “sciolina BLU”, un altro non lo segue e dice “ROSSA”, l’altro smentisce “VIOLA !”. Si azzuffano. Per noi skaters è un momento divertente. Cosa sta succedendo? Vi ragguaglio io. Il branco, dopo tanti anni di evoluzione, ha scoperto che il colore della sciolina richiama il colore delle orecchie. SISSIGNORI !! Si scrutano le RECCHIE !!! Più fa freddo, più le orecchie tendono al blu, meno freddo orecchie e scioline rosse. Caldo? Orecchie pallide sciolina gialla. La strategia sembra infallibile (oooh !!) C’è un problema! Qualcuno la sera prima ha alzato il gomito, altri non l’abbassano mai, altri ancora si sono consacrati a Bacco in tenera età, e la vernaccia fermentando nella budella ha lo stesso effetto del freddo. Più vino più le recchie tendono al viola. Il vino non li aiuta, dissesta le loro certezze. Alla fine senza un accordo, ognuno va per la propria strada. Estraggono dagli zaini la tavolozza dei colori, e picchiettando sulla soletta iniziano a costruire la tela. Qualche CLASSICO per sicurezza mette due o tre scioline diverse. Che spettacolo! Pittori impressionisti!! Un BACAROZZO mi si avvicina tra il serio e il faceto, allunga garbatamente il braccio e con l’indice mi solleva la berretta vicino all’orecchio. Sa benissimo che a casa mia si consuma più olio che vino e per lui io sono la cartina tornasole. Le mie recchie possono solo dire la verità. Conosco i polli e oggi mi volevo divertire. Mi sono preso a sberloni sulla guancia destra per tutta la salita del Maloja. Lo aiuto e mi scappello completamente. Mostro l’orecchio destro viola, poi ruoto la testa e mostro l’orecchio sinistro pallido!! Il poveretto sbarra gli occhi, trasecola, comincia a sudare in fronte. Mi diverto e concedo subito il bis: guancia destra, rotazione, guancia sinistra. Poi lo consiglio: “Fai lo sci destro con mostarda viola e lo sci sinistro con quella gialla così non sbagli.” Cade pesantemente sulla panchina. Per fortuna oggi c’è con noi Gigi. Entra nello spogliatoio con un piccolo termometro tra il pollice e l’indice (1.99€ dai cinesi delle Ande). ”Temperatura -4 °C” certifica, “sciolina blu” pontifica. Torna il sereno tra i CLASSICI. Pacche sulle spalle, sorrisi, lazzi, scintillio di qualche dentiera. L’accordo è raggiunto: sciolina blu. Si riprende la ta-
volozza e si fa il cielo alla tela. Poi si va sui campi da sci. Li mettiamo nei binari nella giusta direzione, una pacca di augurio sulla spalla e partono. Se si tratta di una CLASSICA, magari la pacca viene sbagliata di un metro più in basso, prendi del deficiente ma a volte ne vale la pena. Li ritroveremo verso l’una con 40Km in più sul contachilometri, massacrati ma felici. Cuntent lur. Noi partiamo dopo con calma, non abbiamo l’obbligo dei 40 Km. Per noi SKATERS le cose sono molto più semplici e gioiose. La paraffina la tiriamo in garage al calduccio con lo stereo a palla. Le paraffine che profumano di genziana, viola, rosa, secondo il colore, vanno sempre bene. Accettano grossi sbalzi di temperatura. Inconvenienti pochi. Per essere sincero, la prima volta anch’io ho commesso un guaio, poi tutto è filato liscio. Ve lo voglio raccontare. Ho appena acquistato gli sci, raccolgo sulla rete le informazioni utili per paraffinare, acquisto materiali e spazzole. Mi manca solo il ferro. So dove mia moglie tiene l’armeria per stirare. Dovete sapere che tutte le donne hanno almeno due ferri da stiro e una vaporella. Il primo ferro è quello di servizio, viene usato quando c’è da stirare “una masciada de rop.” (una manciata di biancheria). Il secondo è nuovissimo e serve in caso “de bisogn”. NON SI USA MAI! La vaporella entra in funzione quando le nostre signore hanno cazzeggiato nei giorni precedenti e si è formato il “munton de rop”. State alla larga in quei frangenti. Il ferro da stiro pesa, è appuntito e scotta e loro sono esplosive. Bene, aspetto che mia moglie vada a razzolare all’IPERAL (ci abita, dovrebbe pagare una quota di ICI); rubo il ferro di servizio e giù di corsa in garage a sistemare gli sci. Con il ferro fondo per bene la paraffina, la tiro, poi raschio e spazzolo. Viene un bel lavoro. Pulisco accuratamente il ferro e lo ripongo nell’armadio. Il giorno dopo fuori piove e sono sul divano sotto la copertina. Il mio è un riposo preventivo, nel caso domani dovessi stancarmi sono già riposato. Mia moglie sta davanti a me a stirare. Mi dà le spalle. Dopo un po’ vedo che si piega di scatto sull’asse. Sta stirando una camicetta bianca di seta “che è un amore”. Comincia a raschiare con l’unghia su una manica. Parla da sola, anzi saetta. Chiedo cosa c’è. Mi fa vedere una striscetta lucida di cera rosa su una manica. Per me è facile capire cosa è successo. Una caccola di paraffina è rimasta negli ugelli del vapore, e quando li ha azionati è uscita provocando il danno. Tiro una battuta per sdrammatizzare “Ma chi vuoi che la veda? Poi guarda il lato positivo : quando la indossi ti scivolerà su meglio.” Non dovevo parlare! Riprende a stirare ma quel “scivola” la sta portando verso la verità. A breve mi sgama. Si gira e mi guarda seria. Che bel faccino mia moglie.
Poi riprende a stirare. D’improvviso si ferma. So cosa sta succedendo. Ha iniziato ad accarezzare i suoi neuroni e a trasformarli in segugi infallibili. Sapeva che dovevo sistemare gli sci. Sta tirando le fila. Ragazzi tra poco diluvia. Mi preparo e indosso un impermeabile virtuale efficientissimo. Ci sono voluti 25 anni di matrimonio per metterlo a punto. So già che a breve si apriranno le cateratte. Infatti poco dopo si irrigidisce, pianta i pugni sui fianchi, senza girare il busto ruota la testa di 180° ( come “L’esorcista”). Si è trasformata : ha gli occhi di brace, dalle nari esce vapore rosa paraffinato, i canini si sono allungati di 2 cm
e zampillano sangue ( il mio). Con voce baritonale mi grida “Cosa hai usato per lucidare gli sci?“ Sorrido. Parte con il solito rosario : “... possibile che quando fai qualche cosa devi sempre fare danni, non mi posso fidare una volta etc. etc.....“ Va avanti un quarto d’ora. Resto zitto, neanche la sento. L’impermeabile funziona a meraviglia. Dopo il temporale esce l’arcobaleno. Anche lei si rasserena Facciamo pace. Lei acquisterà un nuovo ferro e una nuova camicetta, il ferro di servizio diventerà mio e gli inconvenienti per uno SKATER sono finiti. Ora solo gioie.
PS. Per i ragazzi che si approcciano allo sci di fondo faccio una doverosa precisazione. Le due tecniche sono belle e valide nello stesso modo. La tecnica classica è ritenuta la tecnica pura. Alcune nazioni nordiche si rifiutano di praticare lo skating. I tempi di percorrenza sono quasi paritari e la tecnica classica è meno traumatica per le giunzioni e gli snodi. Penso che tra poco, con l’età, sarò costretto a praticarla anch’io. Quindi? Quindi devo essermi tirato la zappa sui piedi, ma finchè posso resto SKATER. Ciao a tutti.
Naz-Sciaves 2014 Il tavol'otto enerdi 14 febbraio, festa di San Valentino... E noi andiamo in Dolomiti! Il lungo pullman arancione è ormai giunto a Valles e il capogita ci provoca ed incita: "Davanti a noi un anello innevato lungo sette chilometri. I cavedani lo percorreranno una sola volta, gli inscé - inscé due volte, non meno di tre i salmoni argentati!" Punti nell'orgoglio ci lanciamo all'assalto della pista e una volta conquistata l'identità ittica: giù gli sci - su gli scarponi, galoppiamo alla volta della malga Fane. Il paesaggio merita la fatica: un gruppo di baite sprofondate nella neve, illuminate dall'ultimo raggio di sole. La visione abbaglia gli occhi e le macchine fotografiche. Il giusto premio per chi ha sfidato gli slittini che scendevano contromano mettendo a repentaglio le tibie degli Osini. Strepitoso arrivo all'albergo e cosa meglio del Königlaurinsbad: vasca idromassaggio, bagno turco, sauna & gelida secchiata, per prepararsi alla luculliana cena. Finalmente a letto sotto caldi piumoni, e fu sera e fu mattina, secondo giorno. Ore otto e quindici, si parte, destinazione Armentarola, nello splendido scenario delle Conturines e del Sas Putìa. La pista non è lunga ma ce n'è per tutti i gusti: per sciare rilassati e/o rompersi le gambe sulle improvvise salite della pista nera. La neve soffice permette ad alcuni inscé - inscé il grande salto nel regno dei salmoni argentati. Nuvole ed improvvisi squarci soleggiati allietano la giornata, che si conclude con una digressione a Bressanone per permettere a chi, non
V
sazio di neve, vuol nutrirsi di turismo culturale. Ma come per Cenerentola, la meta fa dimenticare zainetto e scarpe: per recuperarle si rende necessario sciolinare l'autista. E fu sera e fu mattina, terzo giorno. La giornata non parte sotto i migliori auspici. É nuvoloso e gocciola. I piú ottimisti salgono al terzo piano perché "forse in alto nevica", ma la situazione non cambia. Foto di gruppo con ampi sorrisi, commento di Christian l'autista: "Soldi sprecati". Dopo ampio consulto tattico/meteorologico viene cambiata le meta e dalla val Ridanna, nota per le sue giornate nevose e oggi piovose, ci spostiamo verso Lavazè, localitá della quale oramai abbiamo la cittadinanza onoraria. Dopo la discussione il viaggio prosegue
sonnacchioso fino a quando un grido scuote l'aria: "sole!!" A Nova Levante la neve splende, i tetti luccicano e subito parte un coro di Beppe, Beppe festeggiato come un novello Cristoforo Colombo. Arriviamo a Lavazé, ma la natura é ordinata e obbediente alla meteorologia e così trascorriamo la giornata sotto nuvoloni accompagnati da un vento fastidioso e da una neve al piombo. Va beh, succede. Ci sono giornate di neve veloce e giornate di neve lenta, oggi decisamente abbiamo trovato la seconda. Nonostante questo, qualcuno ha potuto godere di consulenze personalizzate per un proficuo assalto a salite e discese. Tutto sommato é stata comunque la consueta brillante vacanza organizzata dall'OSA e quindi: "un brindisi per Piloni!" CROCIATINO 2014 · 9
SCI ALPINO
Corso di sci alpino Raoul Brambilla inverno 2014 è di quelli eccezionali, capaci di segnare la memoria di una generazione; come la famosa nevicata dell’85 che per l’esperienza dei giovani di allora va ben al di là del semplice ricordo. Il corso di sci alpino ne ha sicuramente beneficiato anche se i fine
L’
settimana non sono stati sempre soleggiati; la neve non è mai mancata ed ha permesso qualche sciata in neve fresca con i maestri di Chiesa Valmalenco. Di pari passo con i centimetri di neve anche quest’anno sono cresciute le iscrizioni superando le 70 presenze. Il discreto successo è dovuto a molti fattori: la voglia di intraprendere un corso di perfezionamento da parte di ben due squadre di adulti, la conferma di molti ragazzi iscritti lo scorso anno, la professionalità dei maestri e soprattutto l’entusiasmo e la fattiva partecipazione di genitori e nonni. Siamo riusciti anche ad istituire un corso di snowboard, nonostante gli interessati fossero solo due, nella convinzione che la nostra società debba favorire l’accesso alle discipline di montagna al più ampio numero di persone possi-
bile, salvaguardando comunque il bilancio delle singole attività. La situazione economica ed occupazionale non accenna a migliorare ed in un contesto del genere è sempre più difficile proporre alle famiglie uno sport costoso come lo sci alpino. La nostra società può far molto per incentivare lo sport rendendolo il più economico possibile, soprattutto ai giovani: il nostro miglior investimento.
Antermoia: 3 giorni di neve (troppa neve) Raoul Brambilla i può ben dire che la neve quest’anno non è mai mancata, neppure durante i tre giorni della consueta gita di sci alpino nelle Dolomiti. Nel viaggio di andata un’abbondante nevicata prima di arrivare a destinazione preannunciava quanto nei giorni seguenti avremmo trovato sulle piste. Il sole si è intravisto sporadicamente a Piccolino per poi sparire per sempre. A causa del brutto tempo pochi temerari si sono cimentati nell’ultima sciata domenicale dove, alle quote più basse, la neve si trasformava in acqua L’allegria non è comunque mancata tra gli osini che hanno potuto trascorrere due serate nella tranquilla Antermoia; una chiesa, 2 hotel, un bowling e poche case immersi in un’atmosfera ovattata. Vicini eppur così lontani dalle località più rinomate del fondovalle. Anche queste, per fortuna, sono Dolomiti.
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10 · CROCIATINO 2014
SCI ALPINO
Campionato Intersociale di sci alpino Raoul Brambilla l campionato intersociale di sci alpino quest’anno è stato di nuovo baciato dal sole. Alla partenza degli impianti un’allegra compagnia di buontemponi locali rievocava in costume e sci d’epoca una gara d’altri tempi; niente a che vedere con l’adrenalinica discesa che ha visto impegnati, come di consueto, osini di ogni età. Ognuno con il proprio stile ma tutti con la grinta di voler arrivare primi (quantomeno prima di qualcun altro). Le porte risultano tracciate con più cura per evitare le polemiche e le recriminazioni dello scorso anno (qualcuno ricorda ancora la porta galeotta). La temperatura più alta del solito consiglia una partenza anticipata di mezz’ora e quindi pronti, partenza … via !!! Chi parte in “posizione”, chi confida nei materiali e chi non si fida cercando di vedere in sezione com’è fatto veramente uno sci dentro; ma non serve a nulla: ancora una volta Corti Massimo è davanti a tutti. Qualche foto, i complimenti ai campioni, un panino e poi tutti insieme, grandi e piccini, a sfruttare la bellissima giornata e l’abbondante neve che ricopre la Valdidentro. Si discute sempre sull’opportunità di organizzare questa manifestazione che negli anni ha perso lo smalto di un tempo, ma rimane comunque una festa che riunisce per un giorno amici e famiglie all’insegna del divertimento e dello sport.
I
Classifica sociale Categoria CUCCIOLI 1. Dell’Oro Nicolò 2. Brambilla Gabriele 3. Colombo Stefano
01.27,03 01.46,01 02.02,05
Categoria RAGAZZE 1. Rusconi Nadia
01.56,01
Categoria RAGAZZI 1. Rusconi Mattia 2. Rusconi Luca 3. Brambilla Stefano
01.06,03 01.19,02 01.21,05
Programma 2015 CORSO DI SCI ALPINO E SNOWBOARD Sabato 17 e 31 Gennaio e sabato 7 e 14 Febbraio 2015: a Chiesa in Valmalenco 3 GIORNI DI SCI ALPINO NELLE DOLOMITI 23, 24 e 25 gennaio: 3 giorni a Naz Sciaves
Categoria JUNIORES F. 1. Rusconi Gaia 01.12,06 Categoria JUNIORES M. 1. Rusconi Marco 01.17,02 Categoria FEMMINILE 1. Dell’Oro Barbara 01.14,00 2. Crimella Morena 01.18,05 3. Castagna Erika 01.20,02 Categoria VETERANI 1. Dell’Oro Gianni 2. Piloni Giuseppe 3. Maggi Mario
01.16,02 01.25,09 01.27,01
Categoria AMATORI 1. Butti Maurizio 2. Vassena Fabio 3. Anghileri Giuseppe
01.07,04 01.11,01 01.13,06
Categoria SENIORES 1. Castagna Fabrizio 2. Piloni Paolo 3. Corti Nicola
01.02,01 01.07,07 01.09,01
Categoria MASTER 1. Corti Massimo 2. Airoldi Giorgio 3. Valsecchi Patrizio
01.01,05 01.18,04 DSQ
CROCIATINO 2014 · 11
CORSA IN MONTAGNA
10° Trofeo Dario e Willy Gianluigi Rusconi ià da qualche anno, visto il crescente successo della gara, avevamo intenzione di chiedere alla federazione la possibilità di organizzare ilTrofeo Dario e Willy come prova di Campionato Italiano di Skyrunning. La decima edizione del trofeo ci sembrava un traguardo importante e un'occasione adatta ad un evento particolare, quindi, già nel mese di giugno dell'anno scorso ci siamo “messi in moto”... Il primo problema è stato dover ridisegnare il percorso per adeguarlo al regolamento federale, che prevede una lunghezza ed un dislivello maggiori (almeno 20/25 chilometri con un tempo su-
G
corribilità di sentieri “fantasma”, finalmente si giunge a definire il tracciato pressoché definitivo. La prima misurazione viene fatta “a occhio” dai nostri esperti marciatori: come lunghezza dovremmo esserci. Qualche sistematina alla parte iniziale ci consente di incrementare anche il dislivello totale delle salite: da Pianezzo scendiamo lungo un sentiero molto più corribile fino al Rifugio Terz'Alpe e di qui risaliamo dapprima al Passo del Fò e poi direttamente sulla cresta del Monte Prasanto, toccando un altro dei punti panoramici più belli delle nostre montagne. Giunti poi a San To-
Le premiazioni
periore alle 2 ore per i primi). A quel punto, per non snaturare completamente il tracciato originale, si è deciso di mantenere più o meno simile la prima parte, con la classica salita al Rifugio SEV ed il passaggio nei pressi del Rifugio SEC, Monte Rai e San Tomaso e di “allungare” il finale. Il Centro Sportivo Rio Torto ci sembrava quindi il posto migliore a livello logistico (e il Comune di Valmadrera si è mostrato subito disponibile a collaborare con noi per questa scelta) per la zona di partenza ed arrivo, con parcheggi, spogliatoi e ampio spazio per montare le tende per il ristoro e il dopo corsa. Il problema è come arrivarci evitando per quanto possibile strade, incroci pericolosi e traffico. Così Domenico 12 · CROCIATINO 2014
propone di sistemare un vecchio sentiero che dalla località Pradello scende direttamente alla frazione Parè e portare così i concorrenti a percorrere gli ultimi metri della gara proprio in riva del lago. Dopo vari sopralluoghi sul posto, ricerche in Comune per contattare i proprietari dei diversi mappali e riunioni in sede per verificare la per-
L’arrivo di Matteo Tagliabue, un amico tragicamente scomparso in Perù
maso i concorrenti torneranno a Sambrosera per traversare fino alla Forcellina, dove li aspetta un ultimo “strappo” per salire allo Zucon: qui comincia la picchiata finale verso Parè. A questo punto, siamo già ad autunno inoltrato, si può partire con i lavori di pulizia e sistemazione dell'ultimo tratto del sentiero che al momento è soltanto un “bosco”; e qui entrano in scena i nostri “pensionati”, che in breve tempo riportano alla luce un percorso veramente spettacolare. Finalmente si può procedere ad una prima misurazione complessiva tracciando il percorso con il GPS: siamo a più di 23 chilometri di gara con un dislivello in salita di oltre 2000 metri. Intanto aspettiamo con ansia la conferma da parte della federazione di poter organizzare una prova nazionale. Quest'anno il calendario del Campionato Italiano è stato però modificato: non più come al solito con 4/5 prove valide per l'assegnazione del titolo, ma con una prova unica per ogni specialità. Il Trofeo Dario e Willy sarà valido quindi per l'assegnazione del titolo di Campione Italiano Juniores (dai 18 ai 21 anni) e Master (over 45), maschili e femminili. Speravamo di ottenere la prova valida per il titolo assoluto di skyrunning, ma la nostra collocazione nel calendario al 1 maggio ha giocato a nostro sfavore. Va beh, magari sarà per la prossima volta e comunque l'importante è riuscire ad organizzare al meglio la nostra manifestazione che, anno dopo anno, riscuote il favore di tutti i sempre più numerosi partecipanti. Questo grazie soprattutto all'impegno di tutti i volontari dislocati lungo il percorso, nei punti di controllo, ai rifornimenti e nei passaggi più impegnativi e pericolosi del tracciato, e, particolarmente quest'anno, nella zona d'arrivo: infatti il traguardo di Parè, molto apprezzato dai concorrenti e dal numeroso pubblico accorso, ci ha richiesto senz'altro un maggior lavoro di preparazione e allestimento di tutta la logistica, con la generosa collaborazione degli “Amici di Parè”. E ancora una volta il nostro lavoro è stato premiato dalla presenza di ben 540 atleti al via, che hanno apprezzato anche questo nuovo e più impegnativo tracciato. Anche il meteo quest'anno ci ha concesso il giusto spazio, con un intervallo di sole, dopo il diluvio dei giorni precedenti, che ha permesso lo svolgimento regolare della gara....e di “mezza” premiazione. Quasi tutto perfetto, ma quasi tutto ancora migliorabile, quindi ... arrivederci all'anno prossimo!!!
Classifica GENERALE 1° PIANA ROLANDO 2° BAZZANA FABIO 3° TOMELLERI FLAVIO 4° BUTTI STEFANO 5° BELINGHIERI CLEMENTE
VALETUDO SKYRUNNING ITALIA TEAM SALOMON LA RECASTELLO RADICI GROUP OSA VALMADRERA VALETUDO SKYRUNNING ITALIA
Classifica JUNIORES FEMMINILE 1° BRAMBILLA MARTINA CARVICO SKY RUNNING Campionessa Italiana 2014 2° LIZZOLI SARA PREMANA
03:25:53 04:29:19
Classifica SENIOR FEMMINILE 1° BUZZONI LISA LA SPORTIVA 2° ROMANIN PAOLA TEAM ALDO MORO PALUZZA DYNAFIT 3° BENEDETTI DEBORA PREMANA 4° ACQUISTAPACE MONIA SPORT RACE VALTELLINA 5° LIZZOLI ANGELA POLISPORTIVA PAGNONA Classifica MASTER FEMMINILE 1° BRIZIO EMANUELA VALETUDO SKYRUNNING ITALIA Campionessa Italiana 2014 2° ARRIGONI GIULIANA TEAM TECNICA 3° PENSA PATRIZIA POL. BESANESE 4° SCOTTI ESTER VALETUDO SKYRUNNING ITALIA 5° GILARDI DANIELA S.E.V. VALMADRERA Classifica JUNIORES MASCHILE 1° GORETTI STEFAN POLISPORTIVA PAGNONA Campione Italiano 2014 2° RIGAMONTI ALESSIO OSA VALMADRERA 3° GREPPI DAVIDE OSA VALMADRERA 4° ANGELLA DIEGO TRAIL RUNNING BRESCIA 5° ROSA ANDREA G.S. OROBIE
Classifica MASTER MM50 1° TOMELLERI FLAVIO Campione Italiano 2014 2° MASCIADRI ROBERTO 3° CAVAGNA STEFANO 4° BERIZZI ROBERTO 5° CASTELNOVO GIUSEPPE Classifica MASTER MM55 1° BARLASCINI MARIO Campione Italiano 2014 2° THOMA ROMAN 3° CORTI FRANCO 4° BUTTI RENATO 5° LEONI CARLO Classifica MASTER MM60 1° BARONI ANTONIO Campione Italiano 2014 2° FIORDI PIERO 3° TARABINI SALVATORE 4° MAINETTI PIO 5° GIULIVI ARNALDO
03:08:31 03:11:00 03:13:15 03:21:48 03:22:59 02:59:39 03:16:00 03:31:07 03:34:21 03:35:39 02:52:18 03:08:30 03:09:45 03:23:24 03:27:55
Classifica SENIOR MASCHILE 1° PIANA ROLANDO VALETUDO SKYRUNNING ITALIA 2° BAZZANA FABIO TEAM SALOMON 3° BUTTI STEFANO OSA VALMADRERA 4° BELINGHIERI CLEMENTE VALETUDO SKYRUNNING ITALIA 5° CARRARA LUCA VALETUDO SKYRUNNING ITALIA Classifica MASTER MM45 1° FAVERIO RICCARDO Campione Italiano 2014 2° RUSPANTINI ROBERTO 3° CASIRAGHI UMBERTO 4° BOFFETTI LUCA 5° MENEGOLA ATHOS
02:25:26 02:27:50 02:34:41 02:37:47 02:37:59
02:25:26 02:27:50 02:37:47 02:37:59 02:38:49
G.S. OROBIE
02:40:57
SPORT RACE VALTELLINA OSA VALMADRERA VALETUDO SKYRUNNING ITALIA TEAM VALTELLINA ASD
02:52:50 02:55:26 02:57:34 03:02:01
LA RECASTELLO RADICI GROUP
02:34:41
OSA VALMADRERA LA RECASTELLO RADICI GROUP LA RECASTELLO RADICI GROUP OSA VALMADRERA
03:01:58 03:03:14 03:10:58 03:12:09
TEAM VALTELLINA ASD
03:13:11
ATLETICA ALTO GARDA E LEDRO OSA VALMADRERA OSA VALMADRERA TEAM VALTELLINA ASD
03:20:50 03:26:19 03:34:07 03:50:43
VALETUDO SKYRUNNING ITALIA
03:04:04
AMICI DELLO SPORT BRIOSCO-MI SPORT RACE VALTELLINA OSA VALMADRERA ROAD RUNNERS CLUB POVIGLIO ASD
03:17:47 03:25:31 03:40:00 03:43:49
CROCIATINO 2014 · 13
CORSA IN MONTAGNA
10 anni di grazie A.R. e C.G. i siamo lasciati con la soddisfazione di aver organizzato un grande evento, il 1° maggio, per la 10° edizione del Trofeo Dario & Willy. Ma a completare questo successo della società mancava una serata di “GRAZIE” da rivolgere a tutti coloro che l’hanno reso possibile. A distanza di sei mesi, venerdì 14 novembre, ci si ritrova presso il Salone del Centro Fatebenefratelli. Sul palco Laura, la nostra presidentessa e Gigi, coordinatore della corsa, dirigono una serata ricca di immagini e premi per ripercorrere questo anno di attività. La sala colma, senza quasi più posti in pie-
C
Gli atleti che hanno partecipato a tutte le edizioni della Dario & Willy
de varietà e intensità della vita dell’OSA e per la capacità di riunire diverse generazioni nella stessa passione per la montagna. Il pubblico, con ancora negli occhi le foto più significative di questo 2014, viene richiamato nuovamente dalle voci di Laura e Gigi, questa La consegna della targa, della maglia e del DVD a Sergio Longoni volta protagonisti di un video che presenta, in di, si lascia coinvolgere dal ritmo e dalun perfetto montaggio di riprese e inle emozioni. Si apre la manifestazione terviste, il trofeo “Dario & William”. con la premiazione dei Campioni ItaliaScorrono i momenti della gara disputani di marcia di regolarità alpina nella cata il primo maggio, accompagnati dalla tegoria “Cadetti”, Luca Rusconi e Matspiegazione del percorso e del signifitia Dell’Oro, e del Campione Italiano nelcato della competizione: la partenza, i la categoria “Open”, Giuseppe Piloni. tratti più impervi, la discesa a capofitto Quindi la proiezione delle fotografie verso la baia di Parè, le premiazioni e i che hanno immortalato gli osini nei diprotagonisti. versi scenari delle attività sportive e soIl filmato, diventato dvd, è stato donaciali in cui si sono cimentati: dalle nevi to, insieme a una maglia, agli sponsor dello sci ai sentieri dell’escursionismo, della gara, presenti alla serata per ricedalle vette raggiunte da alpinisti e skyvere il ringraziamento da parte della sorunners, al prato del campeggio; dai paecietà. Un grazie particolare agli imsaggi del Trentino alle vedute della Sarprenditori che hanno sostenuto il Trofeo degna, dagli atleti più affermati ai piccoli per tutti questi 10 anni, primo fra tutti sportivi in erba, passando per gare, gioSergio Longoni, sponsor storico della chi, momenti di festa e di raccoglimanifestazione, legato alla nostra ormento. Un succedersi incalzante di imganizzazione da una sincera amicizia. A magini che ci sorprendono per la granlui la targa di riconoscimento della so14 · CROCIATINO 2014
cietà per averci accompagnato sempre in questa avventura. Un po’ di commozione sul palco che si scioglie con la premiazione degli 8 atleti che hanno partecipato a tutte le 10 edizioni della “Dario&Willy”: gli osini Laura Valsecchi e Giovanni Rigamonti - presenti anche alle precedenti 4 edizioni, quando ancora la gara si chiamava “Trofeo OSA” - Augusta Redaelli, Marco Mainetti e Riccardo Villa, a cui si aggiungono Giampaolo Biffi, Flavio Tomelleri e Salvatore Tarabini, che hanno portato i colori della loro società per 10 anni nel nostro Trofeo. Last but not least, come dicono gli inglesi, i 160 volontari che hanno permesso il perfetto svolgimento della gara, mettendo a disposizione tempo, dedizione e impegno gratuito. La presidente li avrebbe voluti tutti sul palco per rendere loro omaggio e riconoscere il valore del loro contributo; nell’impossibilità di muovere questo “esercito” di volontari, siamo comunque riusciti a nominarli, uno ad uno, e a consegnare loro la maglia del Trofeo come riconoscimento personale. A chiusura, nella migliore tradizione Osa, il rinfresco preparato dal Gruppo Femminile. L’augurio per gli anni a venire è di poter contare ancora sulla disponibilità di tutti quanti, per continuare a fare grande questo evento.
Lettera della presidente, a conclusione della manifestazione “10° Trofeo Dario e William”
Carissimi amici, Vi ringrazio calorosamente per la dedizione dimostrata in queste 10 edizioni del TROFEO DARIO & WILLY. Quest’anno, per onorare il ricordo di Dario e William, siamo finalmente riusciti a rendere la gara a loro dedicata un Campionato Nazionale. Tante persone ci hanno fatto i complimenti per la realizzazione e ne siamo soddisfatti. Ricordo a tutti che il vostro aiuto è stato prezioso. Perché in questi anni abbiamo cercato di crescere lentamente senza voler strafare, per non dover fare il passo troppo lungo e poi dover tornare indietro. Sappiate che più che le singole persone sono il GRUPPO, la continuità e il rispetto reciproco che fanno grande una società. Certo tutti noi abbiamo il nostro carattere e magari in momenti di forte tensione si rischia di cadere in errore, con qualche risposta fuori posto… ma poi torna tutto in linea come prima. Una volta un amico mi ha detto “Io vivo di emozioni non di rancori!”, questa frase mi ha così colpito che è diventata la mia filosofia di vita. Ringrazio chi si è prodigato, in questi ultimi sei mesi, senza mai mollare, a partire dalla preparazione del sentiero, che è spettacolare e ben sistemato. È stato un duro lavoro realizzarlo. Qualcuno dice: “Non è ancora finito”,“mancano alcuni accorgimenti.” Ma io vi dico: è bellissimo. I giorni prima e dopo il 1° maggio sono stati intensi, carichi di lavoro per organizzare tutto ma soprattutto per non dimenticare nulla, cercando di far bene anche nei piccoli particolari. Poi, dopo mesi di lavoro, arriva la data importante, siamo tutti tesi. Alle ore 6.00 i nostri volontari sono già alla Baia di Parè, pronti a montare l’arrivo per i concorrenti, e al Centro Rio Torto per montare la partenza. Altri sono preparati a partire per raggiungere i punti assegnati sul percorso; c’è un gran movimento. Ognuno
con il proprio posto assegnato. Un ringraziamento particolare va all’Associazione Amici di Parè che ci ha ospitato e messo a disposizione tutto quello che aveva con grande generosità. Il Centro Fotografico di Valmadrera ha scattato circa 7000 fotografie. Ora per loro il lavoro non è finito, stanno riordinando gli scatti e a breve vedremo i frutti di questi grandi professionisti. Grazie! La Protezione Civile di Valmadrera ci ha aiutato con tanti volontari all’interno del Può sembrare retorico o banale Centro RioTorto. Grazie! dire GRAZIE, è una parola che si usa distrattamente, a volte per Invece la Protezione Civile abitudine, ma racchiude un sig nifi cato profondo, che concentra una di Lecco degli Alpini ha mole di sentimenti e un riconoscimento di qualità. Insomma a disposizione la tenmesso è espressione di quella gratitu dine sentita, detta con il cuore, e il suo sostruttura per ospitare gli significato è proprio quello: AM ICIZIA, FAVORE, GRATITUDINE". per il pranzo. Grazie! atleti ... Un ringraziamento ai Vigili di Valmadrera e al Comune per la loro disponibilità e aiuto. Ultimo, ma forse il più importante, è il grazie ai numerosi sponsor, perché senza il loro contributo sarebbe stato impossibile realizzare tutto. È ripetitivo ma GRAZIE a tutti i volontari che ci hanno aiutato a rendere questo giorno speciale. Spero di non aver dimenticato nessuno, però se qualcuno si sentisse escluso: Grazie anche per il tuo aiuto!
Presidente Osa
Un gruppo di volontari della Dario &Willy
CROCIATINO 2014 · 15
CORSA IN MONTAGNA
Campionato Sociale Corsa in montagna 2014 Gianluigi Rusconi a degna conclusione di un 2014 così “ricco” di pioggia per gli atleti della corsa in montagna è stata, domenica 9 novembre, la classica sfida per il titolo di Campione Sociale dell'OSA. Ancora una volta abbiamo dovuto ricorrere a modifiche “dell'ultimo minuto” per poter disputare la gara su un percorso accessibile a tutti e senza grosse difficoltà tecniche, visto che la pioggia arrivata in settimana e ancor di più quella caduta incessantemente durante tutta la gara, aveva reso tutti i sentieri molto insidiosi e pericolosi soprattutto per i ragazzi. Il tracciato ha comunque ricalca-
L
to quello degli anni scorsi, con partenza ed arrivo a San Tomaso, per una lunghezza totale di circa 4,5 chilometri e un dislivello positivo di oltre 420 metri. Pochi i concorrenti al
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via, soltanto 44 tra adulti e ragazzi, ma gara come al solito molto combattuta. Così si parte sotto la pioggia battente e subito si sale tra i piani sopra SanTomaso in direzione del Fontanino del Tof, dove finisce la prima salita. Si scende quindi sul sentiero n.1 raggiungendo la mulattiera che dal Taja Sass riporta al nostro Ristoro. A questo punto della gara al comando passa Dario Rigonelli, con qualche decina di metri di vantaggio su un gruppetto composto da Stefano Butti, Cristian Corti e Alessandro Rigamonti. E al primo passaggio al Ristoro si conclude la gara promozionale per i ragazzi, comunque molto lunga e impegnativa per loro. La vittoria anche quest'anno va a Lorenzo Milesi (8 anni) che con l'ottimo tempo di 18'23” (i primi adulti sono passati in 14' circa!) ha preceduto Stefano Colombo e Antonio Corti. La gara sociale prosegue invece scendendo sotto la chiesetta in direzione della Corna Rossa per poi attra-
versare il torrente poco sotto Mondonico e riprendere a salire sulla normale mulattiera verso San Tomaso. Giunti poco prima del ponte arriva il punto decisivo per l'esito finale della gara: deviazione a destra e si affronta lo strappo micidiale del Crott de Funzi fino alla località Treminola. Proprio su quest'ultima erta è Stefano Butti che riesce a prendere il largo e dopo la breve discesa giunge solitario all'arrivo di San Tomaso. Alle sue spalle l'ottimo Dario Rigonelli a poco più di 20”, seguito a sua volta a poca distanza da Cristian Corti. Tra gli “over 50” si impone invece Giuseppe Castelnovo (7° assoluto), mentre SimoneTegiacchi è il migliore juniores (10° assoluto). La classifica femminile vede primeggiare Maria Poletti, che precede le rivali di giornata Laura Valsecchi e Augusta Redaelli giunte appaiate al 2° posto. Terminata la gara ... finalmente ha smesso di piovere! A quel punto però tutti gli atleti erano già “con le gambe sotto il tavolo” in attesa di un buon piatto di pasta in compagnia, condito dai racconti e dalle esperienze vissute nell'arco della stagione, e a seguire premiazioni di rito e ... tutti a casa!
Classifiche Categoria Seniores 1. 2. 3. 4. 5. 5.
BUTTI STEFANO RIGONELLI DARIO CORTI CRISTIAN PILONI PAOLO RIGAMONTI ALESSANDRO CASIRAGHI UMBERTO
26.55 27.19 27.31 28.22 28.54 28.54
Categoria Over 50 1. 2. 3. 4. 5.
CASTELNOVO GIUSEPPE CORTI FRANCO MILESI GIORGIO BUTTI RENATO GEROSA AUGUSTO
29.17 33.57 34.17 34.30 34.43
Categoria Femminile 1. POLETTI MARIA 2. REDAELLI AUGUSTA 2. VALSECCHI LAURA
36.39 38.24 38.24
Categoria Juniores 1. 2. 3. 4.
TEGIACCHI SIMONE RUSCONI MARCO RUSCONI LUCA DELL'ORO MATTIA
31.59 33.31 38.09 45.31
Categoria Ragazzi 1. 2. 3. 4. 5.
MILESI LORENZO COLOMBO STEFANO CORTI ANTONIO BRAMBILLA GABRIELE MILESI LEONARDO
18.23 19.27 19.34 19.39 20.45
PIOVE, SENTI COME PIOVE Sono milioni quelli che desiderano l’immortalità, e poi non sanno che fare la domenica pomeriggio se piove. Susan Ertz
Ne conosco alcuni, invece, che la domenica, anche se piove, sanno bene cosa fare. Anche se è una mattina che piove di quella pioggia insistente a cui di recente ci siamo dovuti abituare: fitta, scrosciante, continua e instancabile, decisamente bagnata. Avranno sentito sicuramente le gocce piovere sul tetto, ed il rumore girandosi nel letto, e avranno osservato l’acqua scorrere sui vetri, attraverso quello sfondo grigio, di nebbia e vento, che ti ricaccia indietro tra le coperte calde. Ma è il 9 novembre e c’è qualcosa a cui vogliono partecipare. E allora, anche se piove, cominciano a salire. La signora si affaccia alla finestra della sua casa in Belvedere: ma dove vanno quei ragazzi con ‘sto tempo? Cappucci e ombrelli si muovono sulla mulattiera che sale a S.Tomaso. L’acqua scorre tra i piedi e lungo le punte degli ombrelli, prima crepita tra le foglie, poi scroscia sui castagni tra le fronde. Gli atleti alle 10 sono tutti su, perché è per le 10.30 che è prevista la partenza del Sociale di corsa. Le voci arrivano attraverso la stoffa dei cappucci e il rumore della pioggia. Tu cosa fai? La tieni la felpa sotto il kway? E i pantaloncini corti? Sicuramente il cappellino, o la fascetta. Quasi quasi mi porto l’ombrello… Non posso correre con l’ombrello? Qualche dubbio su quanto debba durare questa corsa sotto l’acqua: una mezz’ora, non di più. Per le 11 quasi tutti all’arrivo. Il percorso ha subito qualche modifica, uno sconto di pena ai coraggiosi corridori pronti a sfidare le intemperie Partenza in linea, o quasi, perché è difficile schierarsi immobili sotto la pioggia battente; sì perché continua a piovere, anche di più: piove sui visi, sulle mani, sugli abiti leggeri, scivola sui capelli e tra le ciglia, e allora…? Pronti a partire. Si scrollano dall’acqua e via, come se sotto i piedi non scivolassero erba e sassi, con balzi decisi lungo il sentiero tracciato dai coriandoli inzuppati, veloci prima che non ne resti traccia! Strizzano gli occhi per scorgere la direzione attraverso la cortina di umidità e poi li sgranano quando qualche ostacolo – un albero, un muro, un gruppetto di sostenitori che urla il loro nome sembra avvicinarsi con troppa velocità. Frenano e slittano, scivolano nel fango, sono qui per correre e lo fanno. Uno dopo l’altro si avvicinano all’arrivo. Primi i bambini: Lorenzo, Stefano e poi Antonio. Tutti sono tredici: il più piccolo, Leonardo, ha cinque anni e Sonia uno più di lui. Poi i più grandi: Stefano Butti, Dario Rigonelli e Cristian Corti… e a seguire gli altri 28. Si registra il tempo, foto di rito, un bicchiere di té caldo, scambi di battute, sorrisi, complimenti e pacche sulle spalle e si aspetta chi non è ancora arrivato: tutto lì, sotto la pioggia. Forse per loro è normale… Dal tuo riparo sotto il tetto li osservi con lo guardo interrogativo; e loro, in piedi, inzuppati, con le gocce d’acqua che gli corrono lungo il viso fino al mento, intenti a confrontarsi sulla gara, sembrano risponderti stupiti: Perché?... Sta piovendo?! A.R.
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CORSA IN MONTAGNA
Resegup 2014 Riccardo Villa n lungo periodo di inattivita', a causa di malanni vari, non riesce a scalfire dalla mia memoria le emozioni provate durante la mia ultima gara, la resegup 2014. Alla partenza ci sono quasi trenta gradi e per tutti si prospetta un pomeriggio difficile. Entro in griglia tre minuti prima di partire e dopo pochi secondi sto sudando senza essermi ancora mosso... cominciamo bene. Lo start sul lungolago è sempre emozionante, saluto moglie e amici disposti lungo il viale e sono in gara. La salita è dura nonostante il forte incitamento del pubblico, mi sembra di stare bene e forse sbaglio ritmo. A metà dell'ascesa capisco che qualcosa non va e metto la ridotta, ai ristori tracanno di tutto ma l'orologio che ho al polso è inesorabile: sto correndo la mia peggior Resegup di sempre! Intorno a me non è che si stia molto meglio, arriva un elicottero per soccorrere un concorrente collassato..... c'è da soffrire. Sento in lontananza il tifo infernale dei tifosi al rifugio in vetta, sembra lì vicino ma dopo una curva scompare di nuovo..... vorrei fermarmi. Il pendio finale è un muro a cui bisogna aggrapparsi con le mani, in mezzo a una bolgia che tira su per inerzia.......non posso mollare. Sono in cima, qualcuno mi chiama per nome e io rispondo con una voce che non riconosco..... è un delirio. Il cronometro non mente. Ho impiegato a salire venti minuti in più del mio peggior tempo......quasi quasi mi fermo qui. No no, riparto e dopo la prima discesa si arriva a un tratto che risale verso il passo, dove attraverso una crisi che gestisco con l'esperienza..... devo arrivare. Giù di nuovo, il sentiero richiede attenzione, mi sembra di stare meglio...... quando perdo l'equilibrio. Cadute sul sedere ne ho fatte tante, non è un problema,
U
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ma ora è diverso....cado in avanti. Metto giù istintivamente le mani e mi salvo la capoccia, picchio male la destra e il ginocchio e quando mi rialzo faccio un rapido esame delle mie condizioni..... continuando a correre. Il dito mignolo non ha la forma che dovrebbe avere ma tirandolo con forza mi sembra che torni a posto, mano e gi-
nocchio fanno male......avanti. Sono ormai alle porte di Lecco, mia moglie mi aspetta al traguardo e probabilmente è in pensiero..... chissà poi perchè. Ultima discesa in mezzo ai tifosi, scalinata finale e sono in piazza, cerco la mia metà e gli dò il cinque con la sinistra, allargo le braccia......sono arrivato.
Dolomites Skyrace Alcuni dei nostri portacolori hanno preso il via anche nella tappa italiana delle Skyrunner World Series 2014, la Dolomites Skyrace di Canazei del 20 luglio scorso (nelle foto la salita alla Forcella del Sass Pordoi), ottenendo ottime prestazioni al cospetto di tutta l'elite mondiale della specialità.
MARCIA ALPINA DI REGOLARITÀ
Cronache delle gare di marcia alpina Giuseppe Piloni
I migliori risultati ottenuti gni anno il numero di giovani che partecipano alle gare di marcia diminuisce; quest’anno, in attesa di invertire la tendenza, i meno giovani hanno raccolto dei buoni risultati. Per la prima volta abbiamo vinto un Campionato Individuale maschile con Giuseppe Piloni nella categoria Open, e dopo qualche anno si è tornati sul gradino più alto del podio del Campionato Regionale a coppie con Pietro Villa e Giuseppe Piloni. Non è mancata nemmeno la vittoria nella categoria Ragazzi, prova unica a coppie, di Mattia Dell’Oro e Luca Rusconi. Altri buoni risultati: Nives Gritti e Margherita Bonfanti seconde nel Campionato Italiano e Regionale a coppie; Giuseppe Canali e Nives Gritti tre vittorie a testa nel corso dell’anno. Nella classifica finale del Campionato per associazioni abbiamo ottenuto un insperato terzo posto. Nel trofeo “Elisa Fiori” Giuseppe Piloni e Pietro Villa sono sempre stati in lotta per la vittoria finale. Speriamo che il prossimo anno ci permetta di recuperare qualche atleta che ci faccia tornare più competitivi.
O
9 Marzo - SAREZZO (Bs) Master Open Amatori
1° 6° 4° 7° 4°
RUSCONI ANGELO GRITTI NIVES LOCATELLI FRANCESCO ANGHILERI CARLO CANALI GIUSEPPE
16 Marzo - MAZZANO (Bs) Amatori
4° CANALI GIUSEPPE
23 Marzo - CAILINESE (Bs) Open
1° GRITTI NIVES - BONFANTI MARGHERITA 6° PILONI GIUSEPPE - VILLA PIETRO
30 Marzo - BOTTICINO (Bs) Master Open
1° GRITTI NIVES 4° PILONI GIUSEPPE
6 Aprile - SAN ZENONE D’EZZELINI (Tv) - C.I. Juniores 2° RUSCONI MARCO Open 1° PILONI GIUSEPPE
25 Aprile - GOMBIO (Bs) Open
8° PILONI GIUSEPPE
27 Aprile - GALBIATE (Lc) - C.I. Open
Giuseppe Piloni, il vincitore del Campionato Individuale maschile nella categoria Open
29 Giugno - AVENONE (Bs) Open
4° GRITTI NIVES - BONFANTI MARGHERITA
6 Luglio - PIANI DI CAREGNO (Bs) prova unica C.I. pattuglia 10° ANGHILERI GIUSEPPE - LOCATELLI FRANCESCO - ASCI FRANCO
27 Luglio - SAN GIOVANNI (Bs) Master Open
10° PILONI GIUSEPPE
7° 1° 6° 3°
GRITTI NIVES PILONI GIUSEPPE VILLA PIETRO CANALI GIUSEPPE
4 Maggio - CASTELLO SERLE (Bs)
Amatori
Senior Open
30-31 Agosto - COLLIO (Bs) C.I. per associazioni
8° CORTI FRANCO - POLETTI MARIA 2° PILONI GIUSEPPE - VILLA PIETRO
18 Maggio - BIONE (Bs) - C.I. Ragazzi Open
4° RUSCONI LUCA 10° VILLA PIETRO
11 Maggio - NESE (Bg) Open
2° PILONI GIUSEPPE - VILLA PIETRO 4° GRITTI NIVES - BONFANTI MARGHERITA
25 Maggio - PAITONE (Bs) Master Open
1° GRITTI NIVES 8° BONFANTI MARGHERITA
22 Giugno - GEF DINAMO (Lc) Master Amatori
7° GRITTI NIVES 1° CANALI GIUSEPPE
Ragazzi
4° 4° Juniores 2° Open 7° 3° Amatori 1°
RUSCONI LUCA RUSCONI LUCA - BRAMBILLA STEFANO RUSCONI MARCO PILONI GIUSEPPE GRITTI NIVES - BONFANTI MARGHERITA CANALI GIUSEPPE
7 Settembre - COLORINA (So) Open
5° CANALI GIUSEPPE
14 Settembre - CARPENTOGNO (Vc) - 4a prova C.I. Master Open Amatori
8° 3° 8° 2°
GRITTI NIVES PILONI GIUSEPPE ANGHILERI GIUSEPPE CANALI GIUSEPPE
28 Settembre - REZZATO (Bs) Amatori
3° CANALI GIUSEPPE
CAMPIONATO REGIONALE A COPPIE Femminile 2° GRITTI NIVES - BONFANTI MARGHERITA Open 3° PILONI GIUSEPPE - VILLA PIETRO
CAMPIONATO PER ASSOCIAZIONI 3° posto
CAMPIONATO ITALIANO INDIVIDUALE Open Amatori
1° PILONI GIUSEPPE 4° CANALI GIUSEPPE
TROFEO ELISA CUP 3° VILLA PIETRO 4° PILONI GIUSEPPE
CAMPIONATO REGIONALE INDIVIDUALE Amatori Master
3° CANALI GIUSEPPE 7° GRITTI NIVES
CAMPIONATO ITALIANO A COPPIE Prova unica: 15 Giugno - DEGAGNA (Bs)
Mattia Dell’Oro e Luca Rusconi, vincitori nella categoria Juniores a coppie.
Ragazzi Juniores Femminile Open
1° 3° 2° 6°
DELL’ORO MATTIA - RUSCONI LUCA RUSCONI MARCO - TEGIACCHI ALBERTO GRITTI NIVES - BONFANTI MARGHERITA PILONI GIUSEPPE - VILLA PIETRO
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MARCIA ALPINA DI REGOLARITÀ
4° Trofeo Giancarlo ed Emilio Ratti Angelo Rusconi mmagino il 25 maggio. Gara regionale individuale a Paitone (Bs). Atleti, amici, marciatori, giudici di gara, cronometristi, "addetti ai lavori", tutti si ritrovano come di consueto la mattina presto, "carichi"(entusiasti, pieni di energia e vitalità) per percorrere il tragitto di gara e cercare, per quanto riguarda gli atleti, di "portare a casa" qualche buon piazzamento... la speranza, si sa, è l'ultima a morire! Tutto questo dopo qualche "caffettino" per combattere il dissidio interiore che li vorrebbe tranquilli a riposare a letto, come spetterebbe a lavoratori comuni provati dalla settimana di lavoro ( per quelli non ancora in pensione... ah ah ah!!!). Un qualche sguardo, una qualche risata, una qualche battuta, un paio o forse più occhiate ai depliant del tavolino di partenza ed ecco... il discorso non può che ricadere su un argomento specifico cioè la successiva gara prevista in calendario: <V-A-L-M-A-D-R-E-R-A> (e hai detto tutto!), pronunciato quasi con timore reverenziale, scandendo nettamente lettera per lettera, forse un poco a bassa voce.
I
Prima della partenza
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Categoria Cadetti / Ragazzi 1° Corti Elia GAM VALLIO TERME GAM SAREZZO 2° Peli Luca 3° Massardi Roberto GAM VALLIO TERME
200,00 260,00 287,00
Categoria Juniores 1° Moniga Michele 2° Conti Lorenzo 3° Rusconi Marco
ANA MAZZANO GEF DINAMO OSA VALMADRERA
280,23 356,43 357,08
Categoria Seniores 1° Algeri Rocco 2° Gandossi Valter 3° Moniga Marco
UEP NESE GS MARINELLI ANA MAZZANO
55,25 62,60 75,07
Categoria Open 1° Sabadini Alessandro 2° Righetti Antonio 3° Ragnoli Renato
GEV LUMACA SPAC PAITONE SPAC PAITONE
67,68 93,97 101,96
Categoria Amatori 1° Ceresa Giuseppe 2° Pasotti Giovanni 3° Meggiorin Liliana
SPAC PAITONE AS CAILINESE GAM SAREZZO
111,89 119,51 165,70
Classifica Associazioni 1° SPAC PAITONE 2° GAM VALLIO TERME 3° GSA REZZATO
Punti tot. 563 Punti tot. 524 Punti tot. 523 E così arriva il fatidico giorno. Domenica 1° giugno si svolge il "4° Trofeo Giancarlo ed Emilio Ratti"( per chi ancora non si fosse abituato l'ex "Lucio Vassena"). Quest'anno la gara presenta una grande novità: difficile a credersi ma dopo aver cambiato nome la manifestazione si è trasformata anche dal punto di vista tecnico; infatti non più prova a coppie ma, "rivoluzionariamente", prova individuale regionale. Cosa comporta ciò? Beh, diversi cambiamenti. Primo fra tutti la lunghezza del percorso che vede la competizione svolgersi per una lunghezza massima di 13 km (16 km a coppie) per tutte le categorie FIE ad eccezione dei cadetti-ragazzi che compiono un tragitto massimo di 11 km. A questo dato chilometrico si deve aggiungere un minore dislivello complessivo attribuibile in salita ( da 1000 a 800 metri), un minor dislivello singolo per salita e singolo per discesa.
Un momento della gara
Detto ciò, questo non significa minor lavoro da parte dei volontari della società e dei marciatori ad individuare un percorso valido, tecnico, un po' selettivo (non troppo altrimenti le critiche vengono da sé), inedito e altamente spettacolare! Ingredienti, questi, che contraddistinguono da sempre "Valmadrera" come una delle gare d'elite del calendario FIE: bella, tosta, particolare, difficile da interpretare, sicuramente "MAI BANALE"! Salite e discese sono sempre un terno al lotto... per alcuni massacranti, per altri stramotivanti! Il percorso è stato individuato tenendo presente le diverse categorie pronte a cimentarsi sui nostri sentieri. Partenza comune dal Centro Giovanile, traversata da via Grigna a Piazza Rossé, salita per via Bellavista e proseguimento sul "nuovo" sentiero fino al Sasso di Preguda. Questa prima parte di gara si presenta sicuramente come la più entusiasmante dal punto di vista paesaggistico; gli atleti, intenti a contare e valutare la lunghezza dei passi e il tipo di terreno, non possono non rimanere con il fiato sospeso dando qualche occhiata verso il basso, direttamente a picco sul lago. Da brividi! Mentre i cadetti terminano questo settore di salita proprio a Preguda, gli altri proseguono l'ascesa fino alla prima "casota" in direzione Zucon. Da qui ricongiungimento con il percorso dei più giovani, passaggio sotto la Forcellina e discesa fino a "La Vars". In questo tratto i ritardi sono "all'ordine del giorno". Da qui si prende il sentiero per Sambrosera e mentre i giovani terminano il settore con una deviazione a sinistra, i più lo terminano un po' più in alto svoltando a destra al bivio per la Forcellina. Mentre i ra-
gazzi, dopo un ultimo "strappo" di salita scendono, il 4° settore del percorso più lungo vede gli atleti raggiungere il bivio per il Corno Rat sopra il fontanino di Sa m bros era . Da qui settore in discesa fino al punto di controllo analogo alla conclusione del 4° settore dei cadetti ed ultimo parziale di 2,5 km che porta nuovamente tutti in oratorio.
Su percorso identico a quello effettuato dai più giovani, è stata organizzata una gara promozionale che ha registrato una moderata partecipazione. Complimenti a tutti coloro che hanno voluto cimentarsi (chi anche solo per una giornata) in questa disciplina! Da citare i numerosi complimenti ricevuti per l'ottimo percorso e organizzazione e la presenza numerosa di atleti in gara. Chissà... quando si dice "il cambiamento paga". Al termine della manifestazione sono seguite le premiazioni di rito che hanno garantito premi in abbondanza agli atleti. Un grazie della società ai numerosi sponsor che sostengono la manifestazione, ai volontari e appassionati marciatori che molto si sono impegnati per la buona riuscita del "4° trofeo Giancarlo ed Emilio Ratti".
La premiazione della categoria Open
I vincitori della categoria Seniores
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MARCIA ALPINA DI REGOLARITÀ
Sociale di marcia 2014 Domenico Rusconi omenica 26 Ottobre ha avuto luogo il campionato sociale di marcia alpina di regolarità. Quest’anno l’incarico di organizzare e tracciare il percorso è toccato a Rodolfo Gerosa ed Edoardo Anghileri, due validissimi marciatori che per il momento sono fermi ai “box”. La partenza, per non smentire l’imprevedibilità di questa gara, è stata posta al bar “Ciavasca’s cafè” in Via 4 Novembre, forse anche per depistare i professionisti della marcia che si aspettavano un tracciato orientato su luoghi diversi. Ogni anno questa competizione cerca di utilizzare tratti di sentieri caduti in disuso, ed anche questa volta Rodolfo ha saputo individuarne e ripulirne alcuni, sicuramente legati alla sua infanzia, visto che la prima parte della gara si è svolta su sentieri adiacenti casa. Ore 7.00 ritrovo organizzatori e addetti ai lavori, distribuzione di cronometri e medie per i controlli, consegna delle mansioni alle persone dislocate sul tragitto (rigorosamente tenuto segreto) e
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Foto di gruppo dei partecipanti
22 · CROCIATINO 2014
poi spazio al sopraggiungere dei primi concorrenti. Come ormai da parecchi anni, accanto alla gara sociale, si svolge su un tracciato ridotto una gara promozionale rivolta ai ragazzini fino ai 12 anni che vogliono prendere confidenza con questo tipo di disciplina. Al nastro di partenza 62 atleti a darsi “battaglia”per l’ambita vittoria del sociale, e 12 coppie tra ragazzi e i loro “tutor”, per fare esperienza e godersi una passeggiata nella natura. Giornata piuttosto freddina, ma come da prassi, che piova, che nevichi o che inaspettatamente ci sia il sole, la gara ha il suo svolgimento. Ore 8.30 partenza del primo concorrente e a seguire, intervallati di 1minuto e 30 secondi, tutti gli altri partecipanti. Anche quest’anno un buon numero di marciatori provenienti dalle provincie di Bergamo e Brescia hanno voluto essere presenti al via. A loro va il mio rin-
graziamento perché, essendo consapevoli che la vittoria del sociale è a loro preclusa (la vittoria è riservata ai soci O.S.A), sono animati esclusivamente dalla passione per questo sport. La gara sociale si è svolta con una media unica su 5 settori, con una lunghezza di circa 12 Km, 10 dei quali su sentieri di montagna. Primo settore con una media di 5.500 Km/h , ha toccato la frazione Trebbia, la frazione Concordia e la frazione Ceppo, terminando in prossimità
del cimitero nuovo. Ora si sale con un 3.000 ,un paio di minuti impegnativi, poi la salita si fa più dolce: si passa accanto all’ultima cappella del Santuario di S.Martino, si prosegue su un sentiero che taglia la montagna fino ad incontrare il sentiero L.V. che sale da Trebbia. Qui si intravede il gigantesco masso erratico chiamato “Sass Negher”, un paio di contate ancora e un pianoro ci porta sul sentiero che da S.Martino sale verso il Corno Birone; lo abbandoniamo subito per un percorso che il buon Gerry ed alcuni soci hanno provveduto a pulire e ripristinare, per poi giungere con un tratto abbastanza impegnativo fino in prossimità degli scavi archeologici in località “Curnell”. Qui è posto il controllo del secondo settore. Ora con una media del 5.100 si risale verso la “Val Molinata”, passando dal “Böcc di Sciatt” fino al “Taja Sass”, quindi all’altezza della fornace di recente recuperata si scende verso “La Costa”, si passa sotto la chiesetta di S.Tomaso, si prosegue per “Bürnaga”, fino ad incrociare la strada che sale a S.Tomaso. Qui termina il 3° settore per la gara promozionale, che prosegue poi lungo la carrozzabile fino all’arrivo. Per il sociale, invece, la fine del 3° settore è posta nei pressi della cappelletta V.A.R.S. Inizia la seconda salita, la media di 2.900, e si sale verso la “Forcellina”; inizio piuttosto dolce, poi la pendenza si fa più severa su un sentiero che sicuramente in tanti hanno già percorso più volte, e giusto per non dare niente per scontato, la parte finale è rivista con un sentiero abitualmente frequentato dai cercatori di funghi (vero Angelo?!) , fino ad arrivare al controllo sulla piana della “Forcellina’. Siamo a buon punto, la fatica è quasi terminata: manca l’ultimo settore che seguendo il sentiero in Costa ci porta dapprima ad attraversare la “Val del Bech”, poi al Fontanino di Sambrosera e quindi all’arrivo di S.Tomaso. Solo per renderlo tecnicamente complicato viene introdotto un cambio media (5.000/6.000), variazione che ha sicuramente agevolato chi domenicalmente gareggia. All’arrivo di S.Tomaso, ricco e gradito ristoro, magistralmente preparato dal Gruppo Femminile. Una risciaquata veloce alla fontana e poi tutti insieme nella “sala dell’accoglienza” a mangiare in compagnia un piatto di pasta fumante e a scambiarci le impressioni sulla gara. Alle 14.00 premiazioni delle varie categorie e del campione sociale 2014, Fa-
La premiazione del vincitore
brizio Gritti, che ha preceduto Marta Valsecchi e Nives Gritti. Al campione sociale, oltre alla medaglia, è andato l’11° Trofeo Mario Cogliati a.m., messo in palio dal socio Battista Rusconi, che ogni anno rinnova così il ricordo di un suo e nostro carissimo amico. Il premio speciale dedicato a Riccardo Crimella è andato ad appannaggio di Pietro Villa, che con una sola penalità sul 3° settore ha avuto la meglio su Simone Tegiacchi, anch’egli con una penalità, in virtù del miglior piazzamento. La medaglia è stata consegnata da Antonio Sacchi, uno del gruppo degli amici di Riccardo. Al termine delle premiazioni inizio della marronata, il cui ricavato, sommato a quello della tombolata del 12 dicembre, è stato devoluto in beneficenza. Un caloroso grazie a tutti i volontari che ogni anno e ad ogni manifestazione proposta rispondono sempre “presente”. La forza dell’O.S.A. in questi 63 anni è data dalla disponibilità e dall’impegno profuso dai volontari, in un contesto in cui l’unità di intenti l’ha sempre fatta da padrone. Il volontario è chi dona: dona il proprio tempo, l’energia, la professionalità e soprattutto la passione, senza per forza avere niente in cambio. È chi sa lavorare in gruppo, dove lavorare in gruppo implica l’essere disponibili, altruisti, comprensivi, generosi, intraprendenti, tenaci, pazienti, adattabili e socievoli. Ecco, in questi 63 anni penso che tutti questi aggettivi siano stati il collante che ha unito la nostra società, dove il senso del gruppo ha sempre predominato; mi auguro che ciò avvenga anche per il futuro.
Classifica ASSOLUTA 1. GRITTI FABRIZIO 2. VALSECCHI MARTA 3. GRITTI NIVES 4. VILLA PIETRO 5. RUSCONI MARCO
Pen. 51 Pen. 92 Pen. 105 Pen. 140 Pen. 156
Categoria FEMMINILE 1. VALSECCHI MARTA 2. GRITTI NIVES 3. RUSCONI ANNA 4. BONFANTI MARGHERITA 5. POLETTI MARIA
Pen. 92 Pen. 105 Pen. 157 Pen. 207 Pen. 239
Categoria JUNIORES 1. RUSCONI MARCO 2. TEGIACCHI SIMONE 3. DELL’ORO MATTIA 4. RUSCONI LUCA
Pen. 156 Pen. 283 Pen. 375 Pen. 442
Cartellinati 1. VILLA PIETRO 2. ANGHILERI CARLO 3. CROTTI LORENZO 4. PILONI GIUSEPPE 5. ASCI FRANCO
Pen. 140 Pen. 221 Pen. 245 Pen. 252 Pen. 420
Classifica LIBERI 1. POLINI NAZZARENO 2. MONIGA MARCO 3. IMBERTI ARMANDO 4. BUSSI LUIGI 5. NEGRI PIERO
Pen. 38 Pen. 67 Pen. 115 Pen. 121 Pen. 138
Gara Promozionale 1. DELL’ORO NICOLO’ DELL’ORO LUCA 2. RUSCONI ERNESTO RUSCONI LEONARDO 3. BUTTI MAURIZIO BUTTI TOMMASO 4. BRAMBILLA ALESSIA BRAMBILLA ANNA 5. DELL’ORO BARBARA RUSCONI SONIA
Pen. 435 Pen. 512 Pen. 561 Pen. 701 Pen. 703
CROCIATINO 2014 · 23
MARCIA ALPINA DI REGOLARITÀ
Cinquant’anni… in marcia Giuseppe Piloni uella che sto per scrivere è una riflessione personale, su un’attività sportiva che mi ha accompagnato per decenni: la marcia alpina di regolarità. Se le gare di marcia fossero state uno sport come tutti gli altri, dopo 50 anni di attività avrei dovuto appendere gli “scarponi” al chiodo! Invece non è stato così. Per chi non mi conosce, racconterò la mia storia. Nel 1967 inizio a partecipare alle gare di marcia e nel 1970 vinco il campionato a pattuglie con Mario Stefanoni, mio coscritto del ’47, e il sedicenne Edoardo Anghileri. A quei tempi le gare erano quasi tutte a pattuglie e molto impegnative. Ricordo che a S.Lorenzo sul Monte Grappa, in una gara di campionato italiano, c’erano 150 pattuglie. Nel 1971 arrivo secondo nel campionato italiano individuale, preceduto dal compianto Bar Silvio, e nel 1972 con-
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quisto il terzo posto. Fino agli anni ’80 ho ottenuto numerose vittorie, sia a livello regionale che italiano; poi, diventato presidente dell’OSA, non ho più potuto dedicarmi in modo assiduo alle gare di marcia. Sono rimasto in carica per 15 anni e altrettanti mi hanno visto nel ruolo di vicepresidente. In quegli anni l’Osa partecipava alle competizioni come società più numerosa e io contribuivo con qualche buon risultato alla vittoria nella classifica per associazioni. Era difficile partecipare alle gare di marcia: in inverno c’era lo sci, in primavera per un paio di mesi andavo in cerca, quasi tutti i giorni, di sponsorizzazioni per le varie gare. Poi arrivava la settimana escursionistica, la preparazione del campeggio e la partecipazione alle gite e al soggiorno estivo. Quindi un grave incidente sugli sci ed anche un’operazione alla testa: due difficili situazioni che hanno inciso negativamente sulla mia attività sportiva.
Questa è un po’ la storia di questi lunghi anni, durante i quali la marcia è stata lo sport principale dell’OSA. Oggi non lo è più. Quattro o cinque anni fa ho cominciato a pensare di smettere: i risultati erano scarsi, ed anche l’entusiasmo e il senso di amicizia venivano sempre più a mancare. Mentre crescevano le critiche a questo sport, e a chi lo praticava: gente che quasi per cinquant’anni ha difeso i colori dell’OSA con orgoglio, alzandosi alle 5.30 la domenica mattina, rientrando a sera, senza poter contare sui pacchi gara, e ormai neanche più sulle medaglie d’oro, che almeno una volta erano messe in palio. E allora, in uno scatto di orgoglio, ho deciso di tornare a dedicarmi pienamente alla marcia: ho abbandonato alcune cose - ad una certa età bisogna in qualche caso fare un passo indietro – ho aumentato gli allenamenti, la concentrazione e ho ricominciato a partecipare a quasi tutte le gare, ottenendo dei buoni risultati. L’unica cosa a cui non ho rinunciato è la gita del giovedì con il Gruppo Tempo Libero, e le salite sui tremila e le lunghe camminate di 5 o 6 ore hanno sicuramente condizionato la mia resa nelle gare. Dopo le uscite la stanchezza si fa sentire e non sempre riesco a recuperare, così anche il passo da marciatore ne risente. E quando esagero con il camminare e le gare, mi viene un po’ la nausea della montagna… Ma dopo la vittoria nel campionato italiano del 1970, le 5 volte sul podio del campionato Individuale e le 4 su quello a pattuglie, oltre a diverse vittorie e piazzamenti, sono tornato, dopo cinquant’anni, a vincere il titolo. E spero ancora di continuare, se la salute me lo permetterà nonostante l’età che avanza, a praticare questo sport. Spero che nell’ambito dell’OSA ci sia un rilancio delle gare di marcia; non devono diventare lo sport principale della società, ma quelli che lo praticano meritano rispetto. Con l’inserimento di qualche giovane ragazzo e il ritorno di qualche ex marciatore la nostra associazione può tornare ad essere ancora competitiva.
CORSO DI ESCURSIONISMO
46a edizione Luigia Silvia Sala i ricomincia. Come ogni anno, con l'arrivo della primavera, il Corso di Escursionismo si mette in moto. La presenza è da record: 110 ragazzi iscritti. E quanto volontariato! Sono gli accompagnatori, gente comune, che grazie al loro impegno ed entusiasmo trasmet6 Aprile 2014: Monte Barro l e tono con passione l'amore verso la montagna. d le a n io g e R o Parc ne “Parco del L'esperienza è impegnativa, ma ricca di emozioni. eee!!! Destinazio rte pa si 0 ,0 08 e, ore La programmazione del Corso comincia in autunno. Domenica 6 april cocherellando e ra . ” rro Ci si ritrova la sera in sede per individuare le date più Monte Ba chiaccherando, gi , ro a ie i nt at se rm il fe r o pe lire o ci siam Cominciamo a sa idonee, evitando così il sovrapporsi delle attività oramezza di cammin e a un or ’ ha i un m po ita Do sc i. dell'u cogliendo baston toriane. co. Questa parte eo l parco archeologi de i ggiungere il mus av ra sc r i gl pe i re tit ita ar rip vis o m Si scelgono le mete da visionare prima dei rigori delsia ita ondino ciminata la vis tti insieme a nasc tu a po’ annoiato...ter oc gi Si l'inverno. Si valutano i comportamenti e le regole da !! !! più divertente si mangia! sempre la parte e finalmente..... no so po tenere per uno svolgimento piacevole e il più possiup gr di nizzare questi I giochi molto bravi a orga nese.... Bello!!! no so i or at bile sicuro nelle diverse uscite del Corso. gn pa accom elle per noi. Stan della gita. I nostri no sempre caram rta po hè rc Infine, dopo aver raccolto le iscrizioni dei ragazzi, si pe ili nt e ge giochi, sono anch re a Valmadrera. formano le squadre coi rispettivi accompagnatori. riparte per rientra si ... ti. en nt co a chi, m a...... Tutto questo non è cosa da poco. Le nostre fatiche inata, alla prossim Samuele Carone Escursione term sono però ripagate dalla cospicua presenza dei ragazzi. Quest'anno poi le giornate sono state molto belle, con un cielo terso e sempre azzurro, ciò ha favorito la presenza di molti genitori. Soltanto il 2 giugno, giorno del Raduno dei Corsi F.I.E., in Val d'Intelvi, il cielo grigio prometteva la pioggia. Nel tardo pomeriggio il sole ha avuto la meglio, e noi abbiamo potuto concludere la nostra uscita con una passeggiata fuori programma sulle rive del lago di Annone. Lascio ai ragazzi la descrizione delle giornate trascorse insieme. Un GRANDE GRAZIE a tutti per la collaborazione e a risentirci per il 47° Corso di Escursionismo Giovanile.
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30 Marzo: Festa dell’Amicizia a San Tomaso Questa giornata mi è piaciuta tant o anche se ci siamo alzati presto. Con l'O. S.A. ci siamo incontrati al cimitero. Erav amo tanti bambini con tanta voglia di cammin are e di stare insieme. Siamo andati a San Tomaso. Appena arrivati ci siamo fermati a bere il tè. Nel frattempo è arrivato il Don e i ragazzi dell'oratorio, insieme abbiamo ass istito alla Santa Messa, animata dagli edu catori che così facendo ci hanno fatto capire meglio il Vangelo. Alla fine della Messa abbiamo mangiato e poi giocato tutti insieme e ci siamo divertiti tanto. L'amicizia è voler bene a qualcuno senza volere niente in cambio e passare tanto tempo insieme. Laura Bertelli
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CORSO DI ESCURSIONISMO
4 Maggio 2014: Rifugio San Lucio di Clusone Cammino nel bosco e vedo pezzi di tronco prendere forma e vita. Lumache, scoiattoli, volpi, aquile, lepri e marmotte guardano intimoriti le persone che visitano la loro casa incantata. Mi avvicino e vedo che loro mi vogliono dire qualcosa: “ Rispettate questo ambiente!” Poi li guardo bene, sono tronchi che tra le abili mani di un amante della natura hanno preso vita. Salutati dalla musica immaginaria del violino, della batteria, del saxofono diretti dal direttore d’orchestra, accompagnati da uno splendido sole e dalle cime ancora innevate della Presolana, salutiamo Clusone e le sue bellezze. Benja
Domenica 4 maggio 2014, ci siamo recati al rifugio S. Lucio di Clusone. Alle ore 7.30 siamo partiti con il pullman verso la Val Seriana. All'incirca alle ore 9,00 ci siamo incamminati lungo un sentiero tortuoso, nel bosco. Durante il percorso abbiamo visto quattro Yac che pascolavano liberi. Dopo mezz'oretta di cammino siamo entrati in un'altra parte del bosco dove c'erano dei grossi abeti, il passaggio era magnifico!!! Questo bosco all'inizio era fitto, ma poi la quantità degli abeti è diminuita. Siamo arrivati in prossimità di un ROCCOLO dove un signore ci ha spiegato che il bosco non è più fitto perché un insetto scavando gallerie nelle cortecce degli ABETI ROSSI, li porta in poche settimane alla morte. Questo signore è anche un bravo scultore che crea oggetti di legno. In realtà non erano proprio oggetti, ma per mascherare i vuoti delle piante morte, ha scolpito nei tronchi “malati” animali, personaggi, casette... così il bosco “rivive” un'altra bellezza. Tutto questo l'abbiamo ammirato nel Parco delle Orobie Bergamasche! Infine ci siamo seduti a mangiare sul grande prato di San Lucio sotto al rifugio. Per il ritorno abbiamo cambiato il sentiero, però c'era molto fango e noi ci siamo “divertite “ a scivolare e a cadere fino quando siamo risalite sul pullman! Alle ore 18,15 siamo arrivati in piazza del mercato. È STATA UNA GIORNATA FANTASTICA E PIENA DI AVVENTURE!!! Marta Crippa Domenica alle ore 7.30 ci siamo ritrovati in piazza del mercato dove gli accompagnatori ci hanno dato il benvenuto, siamo saliti sui pullman e dopo circa un’ora e mezza siamo arrivati a Clusone in località La Spessa. La camminata è durata un’ora e venti; verso la fine del sentiero, abbiamo incontrato un signore che ci ha accolto, ci ha spiegato e mostrato le sue sculture di legno. Erano bellissime e moltissime!!! Esse rappresentavano lumache, volpi, gufi, funghi, personaggi, altri animali e strumenti musicali. Poi siamo arrivati in un grande prato vicino al rifugio San Lucio, dove abbiamo mangiato velocemente un panino per poi correre subito a giocare nel bosco. Dopo un po’ di tempo, gli accompagnatori ci hanno raggruppato per ritornare a valle. La discesa è stata faticosa anche se per qualcuno molto divertente, il sentiero era ripido e fangoso. La giornata è stata bellissima, piena di sole, di gioia e di allegria. Alice M. e Simona P. della squadra 3
25 Maggio 2014: Orobie Valtellinesi Val Gerola Arrivati a Rasura in provincia di Sondrio, abbiamo percorso il sentiero che porta al Rifugio Bar Bianco, a quota m. 1510, situato ai piedi dell'Alpeggio di Culino. Durante il pomeriggio siamo saliti ulteriormente fino allo Stallone del Prato, a una altitudine di m. 1720; non c'erano alberi, ma una distesa di prati. Lì si trova una stalla fatta di lamiere e sfondata dalla neve caduta, e ce n'era ancora a fine maggio! Manuel Corti
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2 Giugno 2014: lvi F.I.E. in Val d’Inte i rs o C i e d o n u d a R ile! Su queta è indimenticab
è cupo, la giorna combattuta. Anche se il cielo lla guerra che si è de i st re i o m via ra Mondiale sta montagna tro della Prima Guer ive ns fe di ee nc tri lto con attenzione Attraversando le ro di storia. Asco lib un re lia og sf spiegarci tutto ciò mi sembra di ci attendeva per lì e ch re no sig l il racconto de che vedevamo... nella storia! Davvero un salto Benja
7 e 8 Giugno 2014: Val Seriana, Rifugio Cu
rò
Partiti per la due giorni , ci siamo accorti subit o che sarebbero stati due giorni fantastici e soprattutto che sarebbe ro stati molto caldi. Il primo giorno abbiamo fatto un dislivello di 10 35 m, abbiamo camminato per tre ore circa e abbiamo camminato su nevai a volte scivolosi ma soprattutto divertenti! L’ultimo pe zzo era a strapiombo, c’era una corda per ten ersi ma soprattutto c’ era un panorama fantasmagorico. Il rifugio era molto carino e la cena è stata ottima e abbondante e, subito dopo, abbiamo visto un o stambecco. Dopo abbiamo fatto la mitica tombolata! La mattina seguente era vamo tutti svegli presti ssimo e alle sei eravamo fuori sulla neve a giocare. Dopo esserci divertiti sono arrivati alcuni accompagnatori a chiamarci per fare co lazione e siamo partiti. Scendendo abbiamo vis to altri stambecchi e de lle meravigliose cascate. Alla fine abbiamo raggiu nto i pullman, eravamo sfiniti ma felicissimi. Non vediamo l’ora di ricominciare il prossimo corso. Lorenzo e Davide
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SETTIMANA ESCURSIONISTICA
Con l’O.S.A. una settimana a Temù Francesco Bertelli ragazzi per una grande esperienza: l’entusiasmante settimana escursionistica 2014 organizzata dall’O.S.A. Un’immersione totale nella bellezza della montagna che gli accompagnatori ci hanno regalato per farcene innamorare. Siamo partiti Sabato 14 giugno e siamo tornati Venerdì 20 giugno.
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1° giorno: Sabato 14 Giugno 2014 Prima di arrivare a Temù presso la casa base in cui abbiamo soggiornato, una sosta ad Aprica. Qui ci siamo subito incamminati su un sentiero nel bosco. A metà strada ci siamo fermati in un piccolo praticello dove si trova una casetta, posto ideale per rifocillarci e per giocare un po’. Dopo essere ripartiti abbiamo raggiunto la partenza degli impianti sciistici di discesa del Magnolta, con un po’ di fatica perché il percorso è davvero molto ripido, ma alla fine ci siamo trovati in un alto pianoro tutto di un bel verde intenso. Infine, per arrivare a valle più velocemente, abbiamo tagliato per un’immensa pista da sci, che in quel periodo non è altro che un ripido pratone con dei piccoli pini dall’aria un po’ buffa, dislivello di 700 metri. Arrivati alle automobili sia-
Escursione in Val Paghera
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mo ripartiti per Temù. Nella casa di soggiorno ci siamo sistemati nelle camere in gruppi di quattro-cinque, quindi abbiamo pranzato e visto la partita Italia-Inghilterra. Alla fine della giornata, stanchi per il viaggio e la camminata, tutti a letto.
2° giorno: Domenica 15 Giugno 2014 È stata una giornata di pioggia intensa, prima di partire abbiamo recitato una preghiera al Signore. Arrivati in val Canè (1471 m) ci siamo incamminati in un bosco fitto fitto in cui non passa neanche un filo di luce, verso le malghe di Valzaroten (2208m) ma, per via della pioggia, arrivati a metà strada abbiamo mangiato velocemente sul sentiero e siamo tornati indietro. All’una siamo già nelle nostre camere. Nel pomeriggio siano andati a Ponte di Legno a mangiare un gelato tranne due ragazzi che sono rimasti nel salone della casa a vedere un film. Ritornati a Temù abbiamo organizzato una partita di calcio.
3° giorno: Lunedì 16 Giugno 2014 Meta: Val Paghera da Vezza D’Oglio (1400 m). Dopo una passeggiata sulle rocce, molti attraversamenti di torrente
e camminate in pianura, abbiamo raggiunto il rifugio “Albiolo” (1980 m), tutto circondato da montagne rivestite di cespugli fioriti; qui abbiamo trovato un campo da bocce e ci siamo sfidati in partite 2 contro 2. Poi ci siamo rimessi in marcia e siamo arrivati in fondo ad una valle verdissima con un fiume e un lago dall’acqua cristallina: proprio un posto da fiaba. Nei dintorni del fiume c’è il terreno inzuppato d’acqua ed è proprio qui che abbiamo trovato e catturato per un attimo tantissime rane di tutti i colori. Su un nevaio abbiamo visto anche una mamma e un cucciolo di camoscio che giravano insieme, che ad un certo punto si sono spaventati e sono corsi via. Da qui siamo partiti, cinque ragazzi con qualche accompagnatore, e abbiamo raggiunto il bivacco “Festa” che si trova a 2330 metri di altitudine. Un bivacco di ferro con 14 posti letto, collocato su una “punta” circondata su tre lati da precipizi. In seguito siamo ridiscesi dai nostri compagni e con loro siamo ritornati alle auto, siamo ritornati a Temù e, come la sera precedente, abbiamo giocato a calcio.
4° giorno: Martedì 17 Giugno 2014 Per prima cosa, perché tutto andasse bene durante la giornata, abbiamo ringraziato il Signore. Dopodiché siamo partiti con le auto per Val Di Viso (1763m). Da qui ci siamo diretti verso il rifugio “Bozzi”. È una strada militare, un po’ lunga, a piccoli tornanti e con molta nebbia. Il sentiero, inoltre, è costeggiato da tantissimi cespugli d’erba ricoperti di brina. Al rifugio, che si trova ad una altezza di 2478 metri, ci siamo cambiati per il freddo ed abbiamo pranzato al sacco, come sempre. È un posto favoloso che dà vista su un laghetto che sembra ghiacciato, circondato da montagne. Quindi ci siamo incamminati per le “trincee”. Siamo entrati per la visita: erano molto buie ed è bastato l’urlo di uno solo che siamo saltati tutti in aria per lo spavento. Usciti dalle trincee siamo ritornati al rifugio Bozzi per la discesa. Mentre stavamo per raggiungere le auto abbiamo visto un grup-
po di sei marmotte che facevano capolino dalle loro tane e fischiavano. Abbiamo visto anche una tana vuota a lato del sentiero.
5° giorno: Mercoledì 18 Giugno 2014 Prese le automobili abbiamo raggiunto val Grande, più precisamente la frazione di Grano (1232m). Mentre stavamo camminando per arrivare a malga Valgrande (1790 m) su dei pratoni scoscesi a destra del sentiero abbiamo visto due gruppi di maestosi cervi con corna molto ramificate: un gruppo da 9-10 elementi ed uno da 14-15 elementi. Arrivati alla malga Valgrande ci siamo trovati in un luogo perfettamente al centro di una valle. Tutto a sinistra una fioritura di rododendri mentre a destra immensi boschi di aghifoglie. In seguito, 5 ragazzi con alcuni accompagnatori ci siamo incamminati per raggiungere il bivacco Occhi (2041 m). È un bivacco bellissimo, con la camera per dormire a due piani tutta di legno, in grado di ospitare 41 posti letto! Abbiamo potuto anche gustare un bel caffè caldo. Tornati dai nostri compagni, insieme siamo scesi alle auto. Arrivati a Temù ci siamo sfidati a partite di calcio, calcetto e ping pong.
6° giorno: Giovedì 19 Giugno 2014 Una preghiera come tutti i giorni. Con le auto ci siamo diretti in val delle Messi a Sant’Apollonia (1626 m). In formazione abbiamo raggiunto il rifugio Valmalza (1998 m). Il rifugio si trova a metà pendice della montagna ed è completamente circondato da verde, ruscelletti e cespugli fioriti. Sosta di 10 minuti e ripartenza, que-
Due momenti dell’escursione in Val delle Messi
sta volta tutti, per il bivacco Linge a 2290 m. Pranzo e visita al bivacco: l’interno è formato da una sala da pranzo e due camere da letto con 29 posti letto complessivi. Tutto intorno i prati sono inzuppati d’acqua per la presenza di un torrente e per le nevi dei pendii che si sciolgono. Quindi ci siamo diretti verso il lago Nero (2360 m). Durante il cammino abbiamo avvistato due camosci. Poi per raggiun-
gere il lago abbiamo scalato un piccolo tratto di roccia con le catene. Arrivati al lago Nero stavamo facendo una foto di gruppo quando all’improvviso ha cominciato a scendere dal cielo una grandine (o neve) fine fine. Siamo ritornati a valle compiendo un altro percorso. Per arrivare a valle abbiamo attraversato un pratone immenso che però al posto di un’erba soffice e spessa ne aveva di sottile, rigida e pungente. Scendendo abbiamo avvistato uno stambecco che distava pochi metri da noi, lo abbiamo osservato in tutta la sua maestosità! Con stupore ci siamo accorti che ce ne erano altri quattro distanti alcune decine di metri. Sulla strada del ritorno ci siamo fermati a Ponte di Legno dove gli accompagnatori ci hanno offerto un delizioso gelato. Infine tutti a Temù per preparare le valigie.
Ultimo giorno: Venerdì 20 Giugno 2014 Si parte! Tutti siamo molto dispiaciuti di andarcene, vorremmo restare ma siamo davvero tutti molto soddisfatti. È stata davvero un’esperienza indimenticabile!!! Grazie O.S.A.!!!!! Grazie ai nostri meravigliosi, infaticabili e ammirevoli ACCOMPAGNATORI !!!!! Al rifugio Malga Val Grande
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CAMPEGGIO
Non potrà piovere sempre! Laura Valsecchi
abato 18 luglio sotto un sole splendente e caldo abbiamo iniziato il montaggio del campeggio in località Pinzolo nella bellissima Val Rendena, nota località di villeggiatura adagiata a 785 metri di quota e circondata dal gruppo del Brenta, dell’Adamello e della Presanella. Il lavoro di montaggio è stato molto impegnativo perché il terreno era scosceso e per mettere in bolla la pagoda c’è voluto un gran lavoro ingegneristico dei nostri volontari, che come sempre sanno improvvisarsi in ogni evenienza. La sera abbiamo gustato una buonissima pizza e l’indomani si sono svolti gli ultimi lavori di rifinitura per ultimare il montaggio. La prima settimana eravamo una ventina, un gruppo caratterizzato dalla simpatia dei “veterani” che hanno animato le gite e le serate. Le settimane successive il campeggio ha iniziato a popolarsi e prendere vita. Si sono svolte molte escursioni, su tutti i versanti, cercando di sfruttare al massimo le poche giornate di bel tempo. Nell’alternativa si sceglieva la bicicletta o l’arrampicata. Sono state quattro settimane intense di divertimenti grazie alla compagnia degli amici. Non sono mancati i momenti di festa e di aggregazione, accompagnati da una fetta di torta e
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Due momenti del giro delle Bocchette Alte e Basse
da una risata. Un momento particolarmente divertente è stata la partecipazione alla gara di duathlon Bike&Run che attraversava la Val Nambrone per poi proseguire verso il rifugio Segantini con arrivo al rifugio Cornisello. Anche qui la pioggia non è mancata. Partecipazione di massa, invece, alla gara podistica di Sant’Antonio Mavignola, “La Rampagada”, dove alcuni dei nostri giovani sono riusciti a raggiungere il podio e dove abbiamo vinto come gruppo più numeroso. Purtroppo il tempo non ci ha dato tregua: pioggia, pioggia, pioggia e qualche raggio di sole. L’argomento principale delle serate era: “Com’è il meteo domani?” “Hai guardato le previsioni?” “Sì domani mattina qualche goccia di acqua ma da domani arriva il bel tempo!” Quindi ogni mattina la speranza era di alzarsi e di avere un caldo torrido, come il primo giorno che abbiamo montato il campeggio. Ma purtroppo quel momento non è mai arrivato, anzi è arrivato giusto il giorno in cui abbiamo smontato!
I partecipanti alla gara di corsa
In conclusione, anche se il tempo non è stato dei migliori, non importa perché ognuno di noi è tornato a casa arricchito da un legame di amicizia che contraddistingue lo spirito della nostra società. Un ringraziamento particolare a chi ha aiutato a montare e smontare il campeggio perché è un lavoro sempre molto impegnativo. Inoltre ringrazio chi mi ha aiutato nella gestione del campeggio per cercare di rendere il più possibile piacevole il soggiorno dei campeggiatori. Ci rivediamo il prossimo anno ancora a Pinzolo, sperando in un bel sole splendente.
Mi ricordo il campeggio... Stavo per mettermi a scrivere l’articolo sul campeggio, quando la mia memoria è tornata indietro negli anni fino al 1978. Quell’estate partecipai per qualche giorno al campeggio dei Panda a Campitello di Fassa, vicino a Canazei. Ricordo che dormivamo in sei in una tenda, col materassino per terra. Nella notte era scoppiato un temporale e l’acqua scorreva come un ruscello sotto il nostro riparo! La società aveva acquistato una tenda gialla - che c’è tuttora - da adoperare come pagoda per il pranzo. Nonostante l’esperienza non troppo positiva di quell’anno, nel 1979 partiamo per Rhemes Notre Dame con il campeggio ufficiale dell’Osa. Ci aggreghiamo al campeggio dell’Oratorio femminile (?) in un piccolo spazio; siamo circa una trentina: venti ragazzi tra i 12 e i 20 anni e qualche adulto. La cucina è improvvisata in una tenda senza abitacoli e utilizziamo la pagoda gialla; anche i cuochi, Carla e Riccardo, sono improvvisati! Tutti i giorni saliamo un tremila, il cibo è sempre buono, il tempo splendido (venti giorni senza una goccia d’acqua).Torniamo a casa con l’entusiasmo alle stelle: così comincia l’avventura del campeggio. Mi è sempre piaciuto il campeggio come vacanza, mi ha permesso di conoscere intere nuove vallate e di salire cime sconosciute. L’OSA ha sempre investito su questa iniziativa che permetteva alle famiglie di fare le ferie a costi contenuti e nel corso del tempo ha permesso anche di migliorarla costantemente. Se ripercorriamo nella memoria le immagini dei primi campeggi rivediamo la pagoda senza le pedane di legno, con la polvere e le panchine che sprofondavano nel terreno nelle giornate di pioggia; le docce spartane e il lavatoio, senza lavatrice. Le tende tutte canadesi e i pranzi fatti di piatti unici, preparati sempre da volontari. Dopo trentasei anni eccomi ancora in campeggio, questa volta la meta è Pinzolo. Lo conosco bene perché ci siamo stati già quattro volte. Il prato non è lo stesso, ma il proprietario sì. Certo anche il nostro arrivo non è lo stesso: niente tende canadesi questa volta, ma due container, roulotte e carrelli… Docce e servizi bellissimi, una pratica cucina, la lavatrice! I cuochi sono due sposini di Varese. Anche la preparazione di pranzi e cene è cambiata: bisogna pensare alla presentazione, e al momento di servire in tavola c’è quello che vuole la pasta in bianco, quello che non vuole il formaggio, chi vuole due secondi piatti… faccio ancora un tuffo nel passato e ripenso al piatto unico dei primi tempi! E ricordo certe bontà che negli anni ci hanno preparato Riccardo, Dionigi, Giancarlo… Sfuggo ai ricordi e torno nel prato di Pinzolo, all’agosto 2014: nonostante la pioggia ci siamo divertiti e difficilmente siamo rimasti fermi in campeggio. Abbiamo salito cime come la Presanella, la Cima Tosa e Brenta, abbiamo fatto il giro delle Bocchette Alte e Basse, abbiamo fatto un tifo assordante alla gara di corsa a cui hanno partecipato i nostri osini, siamo andati in bicicletta e abbiamo organizzato feste in pagoda. Abbiamo sopportato le tende umide e qualche disagio provocato dalla pioggia; l’anno prossimo però torneremo a Pinzolo, sperando in un tempo un po’ più clemente. Giuseppe Piloni
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CAMPEGGIO
A typical trip in Brenta Marco Rusconi
re 7.30: a distanza di più di un’ora dal suono della sveglia siamo pronti a partire dal parcheggio di Vallesinella. Ci aspetta una lunga escursione tra le rocce del Brenta: la nostra gita prevede infatti la traversata dal rifugio Brentei al XII Apostoli, passando per il rifugioTosa-Pedrotti e la cimaTosa. Il gruppo è formato da una quindicina di persone. Dopo aver superato il rifugio Casinei giungiamo alla prima sosta di giornata, al Brentei, dove ammiriamo il sorgere del sole tra le guglie della vallata che poi dovremo attraversare per arrivare alla bocca di Brenta, quota 2552m. Una vol-
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ta lì ci rendiamo conto di quanto siamo saliti, ma allo stesso tempo di quanta strada ancora ci manca per arrivare al rifugio XII Apostoli, davvero tanta!! Dopo un’altra sosta al rifugio Pedrotti affrontiamo il traverso che ci porta ai piedi della cimaTosa: non vogliamo rinunciare alla cima, per cui ci imbraghiamo subito e affrontiamo un primo salto roccioso, che si rivelerà il pezzo più difficile dell’asce-
sa. Superatolo, mi metto a cercare la via migliore per salire, seguendo gli ometti disseminati lungo il pendio. Arrivato sulla neve aspetto Andrea, Matteo, Augusto e Alessia, ed insieme a loro arrivo in vetta: è un grande pianoro innevato delimitato da precipizi di roccia alti centinaia di metri. Dalla nebbia che si è formata nel frattempo sbucano tutti gli altri. Dopo esserci chiesti più volte dove fosse esattamente il punto più alto della cima, a 3173 m, che data la nebbia è difficile da individuare, facciamo una foto di vetta e scendiamo. Ci mettiamo un po’ di tempo per superare il primo salto roccioso che avevamo incontrato a salire, poiché dobbiamo calarci con la corda, ma subito ci incamminiamo verso il XII Apostoli. Non immaginiamo cosa ci aspetta: decine e decine di scale di ferro, a volte anche strapiombanti nel vuoto, si alternano a ripidi pendii di neve da salire o da scendere, il tutto complicato da una nebbia sempre più consistente. È il “sentiero dell’Ideale”, realizzato nel 1933 sfruttando una cengia della cima Tosa, passante tra quest’ultima e la Punta dell’Ideale. Questo tragitto sembra non finire più: ad ogni scollinamento speriamo
dove gli “autisti” che arrivano dal campeggio ci sono venuti a prendere, risparmiandoci un’eventuale risalita alle nostre auto. Finalmente alle 7 passate li incontriamo: sono trascorse quasi 12 ore dalla nostra partenza!! In campeggio veniamo tutti accolti con applausi e complimenti quando entriamo in pagoda. Ma è quando siamo seduti che finalmente ci rendiamo conto che la gita è terminata: allora torniamo indietro nel tempo e ripensiamo all’intero percorso che abbiamo affrontato. Ed è qui che la nostra soddisfazione ed incredulità aumentano: sembrano passati dei giorni da quando siamo partiti! di vedere il rifugio, ma per almeno un’ora e mezza camminiamo senza sapere la nostra posizione. Quando finalmente lo scorgiamo ci mettiamo quasi a correre per arrivare più in fretta e sederci sulle panchine. Durante la sosta però ci accorgiamo che non è ancora finita: i cartelli dicono che abbiamo davanti a noi ancora due ore di discesa, il che non è piacevole per i nostri piedi che da 10 ore sono chiusi negli scarponi. Il sentiero però non è noioso: affrontiamo ripidi ghiaioni e discese scoscese fino ad arrivare al lago di Valagola, a 1600 metri di altezza. Man mano che scendiamo ci accorgiamo che il gruppo si è frazionato in più parti, ma decidiamo di continuare la discesa fino a CROCIATINO 2014 · 33
ATTIVITÀ ALPINISTICA
Attività alpinistica Giuseppe Piloni
embra sia stato l’anno più piovoso che si sia mai registrato, e questo ha influenzato anche la nostra attività alpinistica. Le ascese di cui abbiamo traccia quest’anno non sono numerose.Tra queste spicca un bellissimo Quattromila, la salita nell’Oberland Bernese al Lauteraarhorn. I “vecchietti” delTempo Libero hanno fatto collezione diTremila, mentre al campeggio di Pinzolo, nonostante il brutto tempo, sono state raggiunte diverse cime.Tra i nomi ricorre quello di Leopoldo Bonacina, un socio che continua a salire in alto!
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ALPI PUSTERESI Monte Collalto (3436m): L. Bonacina
DOLOMITI Piz Boe’ (3152m): F. Tentori, F. Crimella, D. Valsecchi, P. Piloni, L. Valsecchi, G. Maglia, C. Corti, M. Bonera, Cima Lavarella (3055m): G. Piloni, G.
giacchi, A. Tegiacchi, L. Valsecchi Cima Brenta (3150m): A. Rusconi, A. Rusconi, M. Rusconi, L. Rusconi, M. Rusconi, A. Rota, D. Rota, A. Brambilla, M. Riva Cima della Croce (3276m): C. Tegiacchi, A. Tegiacchi, S. Tegiacchi, L. Valsecchi
Cima Presanella (3558m): G. Belloli, L. Valsecchi, S. Tegiacchi, A. Tegiacchi, C. Tegiacchi, A. Gerosa, M. Riva, L. Riva, D. Rota, A. Rota, P. Panzeri
GRUPPO DEL GRAN PARADISO Gran Sertz (3552m): L. Bonacina Punta Bianca della Grivola (3793m): L. Bonacina, P. Rusconi Punta Nera della Grivola (3683m): L. Bonacina, P. Rusconi
GRUPPO OBERLAND BERNESE Lauteraarhorn (4.042): A. Rusconi, A. Rusconi, L. Bonacina
GRUPPO SPLUGA ENGADINA Cima Val Loga (3003 m): G. Piloni, G. Dell’oro, F. Crimella, F. Tentori, M. Colombo, E. Fornari, F. Mauri, M. Corti, N. Figini, L. Nava, E. Butti, E. Magni, A. Fumagalli, G. Dalla Bona, F. Colafabio, M. Sandionigi, N. Fanchini, G. Brambilla Pizzo Tambò (3274m): F. Mauri
Dell’Oro, F. Tentori, F. Crimella, A. Colafabio, A. Fumagalli, R. Brambilla, S. Brambilla, G. Brambilla, R. Piloni Cima Marmolada (3340m): G. Piloni, R. Piloni, G. Dell’Oro, S. Brambilla Marmolada via ferrata (3340m): F. Tentori, F. Crimella, A. Fumagalli Cristallino (3036m): G. Brambilla, E. Fornari
GRUPPO BRENTA ADAMELLO Cima Segnale (3032m) - Lago Scuro (3166m) - Payer (3056m): A. Rusconi, M. Rusconi, L. Rusconi, G. Piloni, D. Rota, A. Rusconi, A. Rota, M. Rota CimaTosa (3173m): A. Rusconi, M. Rusconi, L. Rusconi, A. Rusconi, P. Panzeri, D. Rota, A. Rota, A. Gerosa, A. Brambilla, S. Brambilla, C. Tegiacchi, S. Te34 · CROCIATINO 2014
Due immagini della salita al Lauteraarhorn
SIMPLONPASS Bortelhorn (3194m): L. Bonacina Wasenhorn (3245m): L. Bonacina
VALPELLINE/VAL D'HERENS Tete Blanche (3710m): L. Bonacina Tete de la Valpelline (3799m): L. Bonacina
VALGRISENCHE Grande Rousse (3607m): L. Bonacina Punta Plattes des Chamois (3610m): L. Bonacina
VAL DI RHEMES Monte Taou Blanc (3438m): L. Bonacina
VALMALENCO Cima di ValBona (3033m): L. Bonacina Monte Rosso (3088m): L. Bonacina
Un gruppo di osini in vetta alla Valloga
Pizzo Quadro (3015 m): F. Mauri Pizzo Emet (3208m): F. Mauri Pizzo Fontana (3070 m): C. Castagna, G. Piloni, M. Anghileri, F. Mauri, A. Colafabio, F. Colafabio, A. Fumagalli, G. Dalla Bona, E. Magni Pizzo Ferre’ (3103 m): F. Mauri Pizzo Stella (3103m): A. Rusconi, G. Piloni, E. Butti, A. Colafabio, A. Fumagalli, G. Sozzi, G. Dalla Bona, E. Magni, F. Mauri Pizzo Murtel (3433m): G. Piloni, G. Dell’Oro, C. Castagna, N. Figini, M. Anghileri, E. Magni, G. Dalla Bona, S. Perego, A. Fumagalli, F. Colafabio, F. Mauri, E. Butti Piz Languard (3262m): G. Piloni, C. Castagna, A. Fumagalli, F. Colafabio, G. Dalla Bona, G. Dell’Oro, E. Magni, F. Mauri, N. Figini, M. Colombo Piz Ot (3.246m): F. Gritti, C. Maniaci Pizzo Scalino (3.323m): L. Nava, C. Castagna, A. Colafabio, F. Colafabio, G. Dalla Bona, F. Tentori, F. Crimella, A. Fumagalli, F. Mauri, G. Panzeri Piz Surgonda (3197m): N. Figini, L. Nava, F. Mauri, N. Fanchini, M. Sandionigi, A. Fumagalli, G. Dalla Bona, C. Castagna, G. Piloni, F. Crimella, F. Tentori, G. Brambilla, G. Dell’oro
SCI ALPINISMO GRUPPO DEL GRAN PARADISO Aiguille Percèe (3435m): L. Bonacina Levanna Occidentale (3593m): L. Bonacina
GRUPPO ORTLES/CEVEDALE Punta S.Matteo (3678m): L. Bonacina
GRUPPO SPLUGA Pizzo Tambò (3279m): L. Bonacina
LUCOMAGNO Piz Rondadura (3016m): L. Bonacina
LIERPASS Piz Surparè (3078m): L. Bonacina
S.BERNARDINOPASS Fanellhorn (3123m): L. Bonacina Lorenzhorn (3048m): L. Bonacina Chirchalphorn (3040m): L. Bonacina
Il cuore delle Alpi
VALMALENCO Pizzo Cassandra Parete NE (3226m): L. Bonacina, A. Rusconi
VAL VIOLA Cima Viola (3374m): L. Bonacina, A. Rusconi
VALLE ANZASCA Cima di Jazzi (3803m): L. Bonacina, A. Rusconi, A. Rusconi
Cima Tète de la Valpelline
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GRUPPO TEMPO LIBERO
Escursioni con il G.T.L. Giuseppe Piloni l Gruppo Tempo Libero è diventato maggiorenne. Da 18 anni, ogni settimana, per buona parte dell’anno si ritrova nel percorrere sentieri e ammirare paesaggi del nostro territorio e di qualche luogo più lontano. Ogni anno prosegue nelle sue attività, nonostante l’età, la legge Fornero, un po’ di ripetitività e un certo senso di lontananza da parte del resto della società … Un anno positivo anche questo, partito subito dopo l’inverno sulle piste dell’Engadina, che raccolgono un gruppo numeroso, fino a 25 persone. Alcune mete sono fisse, come il Bivacco Anghileri-Rusconi, dove si provvede alla manutenzione di fine anno: cambio lenzuola, rifornimento di viveri, ecc… O il pranzo al Rifugio Marisa Consiglieri, che i volontari della SEC aprono per noi e per il quale rivolgiamo loro un sincero ringraziamento; infine la salita al Grignone e iTremila che per comodità di traffico sono quasi sempre quelli della Valle Spluga o dell’Engadina.
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dintorni, permettendoci di ammirare le nostre bellezze. Arrivati al Rifugio di Pian Sciresa, dopo il pranzo, torniamo in località Villa. Terza uscita: dal cimitero di Caserta si sale lungo il sentiero Dario&William fino al Corno Birone. Dalla cima proseguiamo per il Monte Rai e il Rifugio della SEC, dove i volontari ci hanno preparato il pranzo.
APRILE Collaudiamo il nuovo sentiero tracciato per il 10° Trofeo Dario & William. Partiamo da Parè, saliamo a Preguda e allo Zucon, fino al Moregallo. Quindi scendiamo a S.Tomaso
MARZO Prima escursione in Val di Fex (Engadina), coperta da montagne di neve. Quindi giro del Monte Barro, passando tra rifugi e baite e salendo sulla cima, che regala una splendida vista su Lecco e
Per la seconda gita del mese è in programma la tradizionale ascesa al Grignone. Arrivati al Bivacco Riva Girami scopriamo che è quasi sepolto sotto la neve e ci sono i gradini per entrare. Saliamo in cima dove ci sono creste di neve mai viste. Uscita successiva al Rifugio Buzzoni ma il traffico ci fa deviare al Magnodeno.
MAGGIO Da Olmo, caratteristico paese sopra S.Giacomo e Filippo, saliamo all’Alpe Lendini. È un posto che non abbiamo mai visto e restiamo meravigliati dalla sua bellezza. Quindi espatriamo in Svizzera, più precisamente nel Canton Ticino. La meta prescelta è il Monte Generoso che ci offre un gran panorama sul lago di Lugano. In Valle Spluga raggiungiamo il Bivacco Suretta; in programma c’era la cima Adami, ma la neve molle ci fa desistere. Al ritorno, sul lago di Monte Spluga, veniamo sorpresi da un’incantevole fioritura di crocus.
In cima al Grignone
Bivacco Suretta
GIUGNO
Al Monte Barro
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Rinunciamo al Rifugio Del Grande Camerini per la troppa neve presente e ripieghiamo in Val Codera, salendo al Rifugio Brasca. Di nuovo un’uscita in Valle Spluga, questa volta al Bivacco Cecchini. Da qui par-
tiamo per il primo tremila dell’anno: la cima di Val Lago, dove troviamo un bivacco ristrutturato e molto bello. Passo del Julier, entriamo in Val D’Agnel per salire il Pizzo Surgonda. In cima il ricordo torna a 25 anni fa, quando con mio nipote Angelo e i suoi famigliari ho raggiunto questa vetta sugli sci d’alpinismo: è stata l’ultima cima fatta insieme prima della sua scomparsa.
LUGLIO Piz Languard (Engadina): è una cima salita numerose volte, ma ne vale sempre la pena per il panorama e la facilità di un tremila ben segnalato. Quest’anno, però, i 20-30 cm di neve caduti il giorno precedente la nostra gita ci hanno richiesto più attenzione del solito. Da Franciscio saliamo al rifugio Chiavenna; il gruppo si divide tra laghi del Groppera e Pizzo Stella. Quest’ultimo è senz’altro il più bel tremila della Valle Spluga; l’ascesa è abbastanza impe- Il lago Angeloga gnativa per la neve ghiacciata e la discesa mette a dura prova le nostre capacità alpinistiche. Un’altra meta classica, il Pizzo Scalino, raggiunto dalla maggior parte del gruppo. Alcuni si fermano al Rifugio Cristina
SETTEMBRE Andiamo in Val Seriana, dal Passo della Presolana al bivacco Città di Clusone, quindi alla Grotta dei Pagani e, dopo un’arrampicata più o meno impegnativa per i diversi partecipanti, arriviamo in cima alla Presolana, la cima più frequentata dai bergamaschi. Partenza dal Passo del Maloja per dirigersi al lago Cavloc; si percorre il lungo piano sul ghiacciaio del Forno, dove si può ammirare una bellissima fioritura di genepi, per salire poi al Rifugio Forno. Più volte abbiamo raggiunto il Pizzo Rotondo dal versante di Premana. Questa volta cambiamo itinerario e ci portiamo in Val Gerola. Da Lagucciolo saliamo all’Alpe Stavello e da qui in vetta.
Salita al Bivacco Cecchini
cidiamo di scendere anche al Rifugio Omio, passando per il Passo del Barbacan. Non manca la tradizionale escursione al Bivacco Anghileri-Rusconi. Arrivati alla diga di Campo di Moro con le macchine ci incamminiamo verso l’Alpe Cembrè; nel tratto più impegnativo bisogna fare attenzione perché si trova sempre ghiaccio. Al bivacco qualcuno lancia l’idea di
salire al Pizzo Fontana, mentre altri restano a fare le pulizie. Il tragitto fino alla vetta è reso più bello dai laghetti, in parte gelati; incontriamo anche la neve. Visto che quest’anno non c’è più la tradizionale gara di corsa “Como-Valmadrera”, la mettiamo in programma noi. Alle 6.30 prendiamo l’autobus di linea che ci porta a Como, sotto lo sguardo degli studenti un po’ increduli; con la funicolare arriviamo a Brunate e da qui proseguiamo per Bolettone e Palanzone, sosta a Enco per lo spuntino e si continua verso Canzo, Terz’Alpe, la Colma, S.Tomaso, Caserta. Non sarà il percorso completo però è sempre una bella camminata. E con quest’ultima escursione si è conclusa la stagione.
Pranzo GTL
OTTOBRE Meta prescelta: Rifugio Giannetti inVal Masino. Cominciano a mostrarsi in tutta la loro bellezza i primi colori autunnali, la giornata è splendida e ci fa godere a pieno del paesaggio che si può ammirare da sotto il Pizzo Badile e il Cengalo. De-
Giovedì 20 novembre a SanTomaso si è svolto il tradizionale pranzo di fine anno del GruppoTempo Libero. Si sono poi proiettate le immagini sull'attività annuale.
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GRUPPO TEMPO LIBERO
Gite in autobus con il GTL Giuseppe Piloni
5 Marzo in Engadina Apriamo la stagione con una gita sciistica-escursionistica; la meta prescelta è l’Engadina con il tragitto Morteratsch - S.Moritz, passando da Pontresina, lago di Staz e alpe Staz. All’arrivo, con nostra sorpresa, troviamo gli stand ancora in allestimento. Avevamo deciso di anticipare l’uscita al mercoledì perché molti, il giovedì grasso, erano impegnati nella sfilata di carnevale; per quest’anno restiamo un po’ delusi.
17 aprile: tutti al mare! S.Margherita - Portofino - S.Fruttuoso - S.Rocco. Il Golfo del Tigullio è un’attrattiva a cui non possiamo rinunciare. Raccogliamo 2 pullman di iscritti e tracciamo itinerari diversi per chi preferisce andare a piedi e chi sceglie il battello. Il ritrovo è nel bel golfo di S.Fruttuoso, la giornata è stupenda e qualcuno fa anche il bagno! Per raggiungere S.Rocco percorriamo differenti tragitti: un gruppo sale a picco sul mare, lungo un sentiero attrezzato con catene che tocca il Passo del Bacio; un altro procede verso Pietre Strette, passa dalla Sella del Toca per scendere a S.Rocco; un terzo arriva in battello a Punta Chiappa e da qui sale a S.Rocco.
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22 maggio: Santuario di Pietralba Aldino - Santuario di Pietralba. Il nostro obiettivo è la visita del Geo Parc, sito riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, dove un sentiero geologico permette di guardare dentro la montagna, scoprendo le stratificazioni delle rocce e la loro evoluzione. A causa però delle abbondanti nevicate dell’inverno l’itinerario è visibile solo in maniera ridotta e ciò rende particolarmente veloce la nostra visita. Proseguiamo quindi verso alcune malghe per arrivare al bellissimo santuario di Pietralba, il più bello di tutto l’Alto Adige. Un gruppo si concede prima una deviazione per la cima del Corno Bianco, montagna sopra il passo Oclini, e da lì scende alla Malga Ora (posto a noi famigliare, in quanto battuto dalle piste di sci da fondo) e infine al Santuario.
26 Giugno: Surley - Piz Murtel - Val Roseg
Gli alpinisti puntano al Piz Murtel (3433 m): dopo un primo tratto in funivia, salgono il ghiacciaio che porta alla cima, passando nelle vicinanze della stazione della funivia del Corvatsch. Dalla vetta il paesaggio è spettacolare sui laghi e sul gruppo del Bernina. Da qui si scende al Rifugio Surley e ancora in Val Roseg, che viene percorsa fino a Pontresina. Gli escursionisti, invece, partono proprio da Pontresina, passeggiano lungo la Val Roseg e alcuni raggiungono il lago sotto la Capanna Coaz, per poi tornare al punto di partenza.
16 ottobre: bassa Engadina C’è chi parte da Zernez, attraversa i paesi di Susch, Lavin, Giarsun, Guarda e giunge ad Ardez. E chi da Susch si dirige a Lavin per salire al rifugio Linard, un bivacco non custodito di cui non si può che ammirare l’ordine e la pulizia; il tragitto da qui procede giù, su e ancora giù tra Lavin, Guarda e Ardez, accompagnati dagli stupendi colori autunnali della natura.
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GRUPPO TEMPO LIBERO
Gran tour della Sardegna Una partecipante I.C. n una dozzina di giorni il Gruppo del Tempo Libero ha effettuato, tra la fine di Maggio e l’inizio di Giugno, un “gran tour” della Sardegna. Si può davvero dire che, seguendo un programma accuratamente preparato da Carlo, abbiamo conosciuto la Sardegna sotto molti aspetti e abbiamo fatto tanti incontri emozionanti. Protagonista assoluta del nostro viaggio è stata la natura. Geologicamente la Sardegna è molto varia e presenta anche la terra più antica d’Italia: nel Sulcis-Iglesiente c’è la zolla nata 600/500 milioni d’anni fa e non per caso lì abbiamo visitato una ex miniera di carbone. La Sardegna, secondo un grande geografo del secolo scorso, è “come un grande mosaico di terra, le cui tessere siano state furiosamente scompigliate”. Queste tessere sono le varie subregioni caratterizzate ciascuna da particolari fattori fisici e antropici. I paesaggi più affascinanti non sono stati per noi quelli troppo “manipolati” delle aree più turistiche sia a nord (Costa Smeralda) che a sud (Villasimius), ma quello della Gallura con il suo granito rosa di Capo Testa vicino a S. Teresa, o quello di Castelsardo arroccato sulla sua rupe di trachite, o quello della zona di Al-
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ghero con il Parco Naturale di Porto Conte e Capo Caccia di roccia calcarea, dove abbiamo visitato la suggestiva Grotta di Nettuno con i suoi 652 scalini andata e ritorno! Altri capi che ci hanno affascinato: Capo Falcone vicino a Stintino, davanti all’isola Piana e all’Asinara; Capo S. Marco poco oltre il sito archeologico di Tharros; Capo Sandalo con le sue rocce di vari colori e il faro nell’isola di S. Pietro. Percorrendo la strada alta sul mare lungo la costa occidentale da Alghero verso Oristano, abbiamo attraversato una zona ancora selvaggia e incontaminata, dove stanno nidificando di nuovo alcune coppie di grifoni, che abbiamo visto volare alti nel cielo. Percorrendo la strada tra Villasimius e Orosei, ci siamo allontanati dal mare e siamo entrati nei paesaggi montuosi dell’Ogliastra-Barbagia, con grandi gole viste in lontananza, scendendo poi al mare per trovare la meraviglia
SS.Trinità di Saccargia
delle rocce rosse di porfido delle scogliere di Arbatax. Nell’ampio golfo di Orosei memorabile è stata la visita alla sorprendente ed enorme Grotta del Bue Marino, dove ci ha guidato una spe-
Capo Caccia grotte di Nettuno
Castelsardo
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leologa entusiasta e comunicativa. A pochi Km. di distanza da Arbatax abbiamo visto un’altra meraviglia, degli autentici “monumenti naturali”: gli olivastri millenari di S. Maria Navarrese. Infatti anche la flora della Sardegna è interessante: essenzialmente mediterranea, si caratterizza nelle varie zone per la presenza significativa di qualche pianta particolare. Ad esempio, andando nei primi giorni da Cannigione verso Alghero lungo un percorso non costiero, abbiamo attraversato sugherete, cioè boschetti di querce da sughero, il cui tronco spiccava con un colore rossastro quando aveva da poco subito lo scortecciamento. ATempio Pausania, poi, ab-
Foto di gruppo a Arbatax
biamo ammirato in una boutique abiti e accessori di alta moda ottenuti da lamine sottilissime di sughero. Della fauna tipica della Sardegna abbiamo incontrato, oltre ai grifoni, i fenicotteri, una prima volta nella laguna di S. Pietro, poi più numerosi nelle saline di Cagliari, ormai non più sfruttate per ricavare il sale. Oltre ai monumenti naturali viventi, gli olivastri di S. Maria Navarrese, abbiamo potuto ammirare altri monumenti naturali straordinari, sculture create dai venti e dagli altri agenti atmosferici: l’elefante nei pressi di Castelsardo, l’orso di Palau e il Pan di Zucchero, un faraglione calcareo nell’Iglesiente, nei pressi di Nebida e Masua. Viaggiando in Sardegna ci siamo imbattuti in numerose testimonianze della sua storia, a partire dai nuraghi, che abbiamo visti disseminati in tutto il territorio. Secondo gli studiosi ne esistono settemila e datano dal II° millennio a.C.. Noi abbiamo visitato il nuraghe Santu Antine a Torralba, a sud di Sassari, e il grandioso complesso di Su Muraxi a Barumini, a nord di Cagliari. Siamo entrati in entrambi i nuraghi, ne abbiamo ammirato la tecnica di costruzione; siamo passati negli stretti corridoi e, soprattutto a Barumini, abbiamo dovuto fare qualche piccola acrobazia. L’emozione della visita è favorita anche dal panorama solitario e maestoso in cui i nuraghi sono immersi. Di fondazione fenicia è Tharros, di cui abbiamo visto le rovine dallaTorre di S. Giovanni, in un ambiente di solitaria bellezza su un promontorio affusolato che termina col Capo S. Marco.
Dell’epoca dei Giudicati resta la memoria della grande giudicessa Eleonora di Arborea, la cui statua abbellisce il centro di Oristano; Eleonora emanò nel 1392 un codice di leggi, la “Carta de logu”, che resterà in vigore per quasi mezzo millennio. L’influenza pisana e genovese si nota nelle chiese di stile romanico-pisano, come S. Simplicio a Olbia, di conci di granito; la basilica della SS. Trinità di Saccargia, a fasce di pietre calcaree bianche e di massi basaltici scuri; la cattedrale di S. Giusta, pisano-lombarda, presso Oristano; la cattedrale di S.Chiara a Iglesias, successivamente trasformata secondo lo stile gotico-catalano. E l’influenza catalana rende affascinante la parte antica di Alghero, che, fondata dai Genovesi, fu conquistata nel 1323 dai Catalani/Aragonesi e trasformata in una città difesa da possenti mura con torri, che esistono ancora in parte. Ancora oggi Alghero è chiamata “Barceloneta” ed è, per chi scrive, la città più interessante che abbiamo visto nel nostro tour. Alla storia ottocentesca ci ha portato la visita di Caprera commovente per il ricordo di Garibaldi, di cui testimonia la frugalità e la geniale manualità. Nel periodo fascista, nel 1938, fu fondata Carbonia e a causa della politica autarchica, dovuta alle sanzioni internazionali, fu sfruttato il sottosuolo del Sulcis con miniere, di cui abbiamo visitato la più vasta, la grande miniera di Serbariu, in cui scontarono il lavoro forzato prigionieri politici, costretti a scavare in gallerie bassissime. L’ultimo incontro, di cui conta parlare, è
Pranzo Pastori a Orgosolo
quello con la gente sarda, che a noi è parsa orgogliosa della propria identità,consapevole della propria storia, che in molti periodi l’ha penalizzata sulla strada del progresso economico, e decisa a recuperare e valorizzare il proprio territorio. Ricordiamo la guida della grande miniera di Serbariu, che ha ricostruito in maniera toccante il periodo dello sfruttamento minerario; i pastori di Orgosolo, da cui abbiamo pranzato all’aperto sotto il boschetto di lecci nel Supramonte, e la gente di Orgosolo con i suoi “murales”, che testimoniano una dura lotta per salvaguardare i propri valori e i propri diritti; la lavoratrice del bisso di mare, Chiara Vigo, a S.Antioco; la vecchietta che ricama i filet a Bosa; i giovani ambientalisti dell’ “Associazione Verde Azzurro Pan di Zucchero”, che abbiamo incontrato a Nebida sopra la Laveria Lamarmora. E ultima nel ricordo, ma non meno significativa, la nostra guida sassarese Annamaria, competente e disponibile, che ci preparava alla visita delle cittadine, tutte “graziose”, tra cui spicca Nuoro, la “Atene della Sardegna”, con i suoi intellettuali, soprattutto Grazia Deledda e Sebastiano Satta, e il suo Museo Etnografico affascinante. CROCIATINO 2014 · 41
GRUPPO TEMPO LIBERO
Settimana a Santa Fosca Giuseppe Piloni on tutte le volte che vado a S.Fosca faccio un programma delle escursioni. Quest’anno è stato uno degli anni più piovosi della storia e non promette niente di buono, però fisso degli obiettivi e delle cime da salire. Il tempo ci sorprende, contrariamente alle cattive previsioni, e dopo tre uscite di allenamento propongo la salita alla Cima La Varella. So che l’escursione è piuttosto lunga, con quasi 1500 metri di dislivello, per questo avviso mia figlia, che vuole venire con i bambini, delle possibili difficoltà. Alla partenza siamo una ventina, ma solo un gruppo andrà in cima, gli altri si fermeranno all’Ucia di Fanes. La partenza di Gabriele non è delle migliori, non ha tanta voglia di camminare. Raoul si ferma ad aspettarlo mentre Stefano viene con noi. Arriviamo al colle, facciamo uno spuntino e raggiungiamo la vetta: foto di
N
Un momento della salita alla Marmolada
rito e uno sguardo alla vallata per vedere se Roberta, Raoul e Gabriele stanno salendo. Non si vede nessuno, dico a mia moglie che probabilmente si sono fermati, quindi decidiamo di raggiunge-
In vetta alla Marmolada
Discesa della Cima La Varella
Sole Liquido Escursione, altamente panoramica e spettacolare seppure si sviluppi in forre e valli profonde, conduce alla confluenza delle valli di Fanes, Travenanzes e Ra Vales, a nord di Cortina (5 Km verso Dobbiaco), collegando alcuni siti di grandiosa imponenza paesaggistica e idrogeologica. I due passaggi sotto le cascate di Fanes sono davvero spettacolari. Giuseppe Brambilla
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re il colle per mangiare i panini e riprendere la discesa. È qui che con mia grande sorpresa li incontriamo tutti e tre, mentre stanno salendo. Faccio per aprir bocca, ma mia figlia mi zittisce: “Non ci hai aspettato, adesso torni indietro fino alla vetta!”. Non ho modo di giustificarmi e per questo ritorno sui miei passi; la salita è su roccette facili e nonostante la stanchezza gioisco nel vedere il mio nipotino che sale come un camoscio. La Marmolada era un secondo obiettivo della settimana; nonostante la nevicata due giorni di bel tempo hanno “ripulito” la montagna, permettendoci di affrontarla. Partiamo in sette, tre faranno la via ferrata, io, mia moglie, mia figlia e mio nipote Stefano seguiamo il sentiero. Sono salito più volte in cima alla Marmolada e so che non è un’ascensione impegnativa ma, come per tutte le mon-
tagne, c’è un periodo giusto per salirla. Posso dire di avere una certa esperienza in campo alpinistico, ma in quest’occasione mi sento un po’ troppo responsabilizzato e trascorro una notte un po’ agitata. Un conto è salire la Marmolada a Luglio, quando la neve non è ghiacciata e non ci sono crepacci, un conto è farlo a fine Agosto: il ghiacciaio in genere è crepacciato e il ghiaccio vivo rende l’ascensione impegnativa. Preparo tutta l’attrezzatura con cura, sono abbastanza teso. Prendiamo il primo tratto di cabinovia aperta, ancora vecchia, che ci porta al rifugio Pian dei Fiacconi. Qui chiedo all’addetto all’impianto come sono le condizioni della salita e lui mi conferma che per questo periodo si possono considerare splendide. È così che mi sblocco e le preoccupazioni passano. Decidiamo di non legarci, indossiamo casco, ramponi, imbracatura e ci incamminiamo. Davanti a noi c’è una lunga fila di persone, guide altoatesine con i clienti. Sono un po’ preoccupato perchè se non riusciamo a superarli rischiamo di perdere molto tempo sul tratto attrezzato con le catene. Dopo aver superato qualche cordata, gli altri fanno una sosta, così restiamo soli. La neve è bella, Stefano ha qualche difficoltà con i ramponi sulle roccette, poi riesce ad ambientarsi. Percorriamo l’ultimo pendio per giungere in vetta, dove ci ha preceduto un maestro di sci di Canazei con suo figlio a cui chiediamo di scattare le foto di rito. Io sono un veterano delle cime ma questa volta sono molto contento; mia moglie e mia figlia sprizzano di gioia, mio nipote si diverte a scattare le foto con il telefonino … e così, prima di chiudere la carriera alpinistica, ho provato anche questa esperienza.
La famiglia Ferretti festeggia il 50° anniversario di matrimonio
Quando andiamo a Santa Fosca? Una volta i tormentoni dell’estate erano canzoni: “Tre parole”, “Asereje”, “La canzone del capitano”... quest’anno, invece, a partire da giugno, è risuonata la domanda: “Quando andiamo a Santa Fosca??”. Giuro che tre mesi di conto alla rovescia sono lunghi... Ma, finalmente, il 23 agosto si apre lo sportello dell’auto, dopo aver trascorso qualche ora immersi nell’aria condizionata e circondati dal traffico dell’autostrada, e subito si respira la differenza… Non solo per l’aria pungente, che ti fa subito prendere la felpa dalla valigia, ma soprattutto per i profumi. Il profumo della montagna, quella vera, è inconfondibile: è profumo di verde, è profumo di acqua fresca che scorre dalla fontanella, è profumo di legno con cui sono costruite le case, è profumo di animali al pascolo... Basta un profondo respiro per staccare la spina dal resto del mondo. Non resta che indossare scarponcini comodi e partire alla scoperta del luogo! Quest’anno abbiamo trovato la compagnia di un’altra allegra famiglia con bambine. Luca e Sofia hanno creato una bella squadra con Daniela e Maria, non li abbiamo mai visti camminare così tanto divertendosi e senza lamentarsi. I loro piedini correvano veloci in mezzo al bosco, calpestando i sassi e l’erba. Tutto attorno il verde dei prati e degli alberi, il marrone degli alti tronchi, il blu del cielo (eh sì, abbiamo trovato il sole!!) e le imponenti Dolomiti. E qual è uno dei luoghi dove ammirare meglio il panorama e la maestosità delle Dolomiti? Eccoci tutti al rifugio Averau, prima di salire al Nuvolau e ridiscendere verso le Cinque Torri. Si tratta di una bellissima camminata, facile, ma estremamente appagante. A chi compie escursioni nella zona attorno a Cortina non possono sfuggire le tracce sparse un po' dovunque della guerra del 1915-17, che vide italiani ed austriaci scontrarsi in un sanguinoso conflitto di posizione. Molte delle strade e dei sentieri che vengono oggi sfruttati turisticamente nacquero in quei tempi. Negli ultimi anni numerose vecchie postazioni che circondano il Falzarego sono state ricostruite. Questa gita offre quindi non soltanto incantevoli scorci di vette ma anche una panoramica di quello che fu un capitolo buio della storia europea. I sentieri conducono alle trincee difensive, ricostruite fedelmente, e alla baracca comando italiana, zigzagando tra una torre e l'altra e tra uno scorcio panoramico e l'altro. In più punti dell'area sono stati predisposti allestimenti museali con le armi e gli oggetti della vita quotidiana dei soldati. Non manca lo spettacolo di chi s'arrampica sulle pareti verticali delle torri, famosissima palestra di roccia. Quando i tuoi compagni di viaggio sono i bambini, alla meraviglia della destinazione si aggiunge la magia dei loro giochi, che ci riportano ai nostri giorni, “alla loro realtà”. Chi mai si azzarderebbe a giocare nel bosco con uno gnomo o a correre dietro agli animali? Per noi che amiamo camminare in montagna non c'è nulla di più bello di una escursione in compagnia dei nostri figli, che con grande entusiasmo e gioia farà crescere sempre di più in loro l'amore per la natura e la montagna. Silvia Butti
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GRUPPO FEMMINILE
In Val Verzasca con il Gruppo Femminile OSA Pinuccia Riva settembre 2014, è mattina presto e in piazza Mercato si stanno radunando i partecipanti alla gita organizzata dal gruppo femminile OSA che quest’anno prevede una escursione nel vicino Canton Ticino (CH). L’aria è intrisa di una contagiosa allegria rosa, che riempie anche gli autobus e quando tutti sono “a posto” si parte: destinazione Val Verzasca.
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La Val Verzasca è situata nella Svizzera italiana, sopra Locarno e il suo lago. Un gruppo dei partecipanti opta per rimanere in zona Lago, farsi una leggera passeggiata, magari prendere il sole e mangiare del buon pesce di lago. Il grosso della comitiva invece prosegue per la valle che è raggiungibile tramite una carreggiata semi montana, ricca di curve e controcurve che regala visioni
suggestive del paesaggio sottostante. Percorreremo, per così dire, la Val Verzasca al contrario, partendo dal borgo di Sonogno raggiungeremo, scendendo, il paesino di Lavertezzo. Scesi dagli autobus l’aria è frizzantina, il cielo non è proprio sereno e il sole fa fatica a farsi vedere. Di buona lena si parte attraversando Sonogno. Il borgo è ordinato e ben conservato con botteghe che ricordano gli antichi mestieri rurali e le case sono adornate di balconi con fioriture multicolori rispettando a pieno la tradizione svizzera. La camminata che ci aspetta è lunga ma non difficoltosa, si passa attraverso prati ancora umidi dove i ragni, attaccandosi agli arbusti spontanei, hanno tessuto la loro tela che fradicia di rugiada, sembra un merletto luccicante che attira la nostra attenzione. Il torrente che percorre la val Verzasca ha un letto irregolare e sponde sassose, l’acqua in alcuni tratti più profondi, assume particolari sfumature di azzurro che
l’occhio non può non apprezzare. Non siamo più un gruppo ma un serpentone di persone, che secondo il proprio passo si sta portando verso Lavertezzo. Si cammina sempre lungo il torrente ma il paesaggio cambia: dai prati si passa al bosco e viceversa. Piccoli gruppi di case, disposte in ordine sparso decorano il paesaggio. Verso mezzogiorno ci fermiamo, sul percorso si possono trovare delle casette di legno, dove è possibile consumare il pranzo al sacco. La seconda parte nel percorso è più tortuosa, il sentiero sale e scende in continuazione. Passiamo da Frasco, Gerra, Brione, nei pressi del quale si possono vedere gli enormi massi di pietra di una frana preistorica, sino ad arrivare a Lavertezzo dove uno spettacolo naturale unico si presenta ai nostri occhi. Sotto il ponte “dei Salti” a doppia arcata, che a prima vista potrebbe sembrare romano ma è di fattura medioevale, il fiume assume una colorazione particolarmente smeraldina, che incanta. Molto suggestive e dalla forma misteriosa sono le grosse rocce tra le quali scorre il fiume. Formano una “piscina” naturale dove si può prendere il sole e
rinfrescarsi. Un spiaggia......trasportata in montagna, affascinante e davvero particolare. Questo angolo di Svizzera mi è davvero piaciuto forse perché, per certi versi , ha molto di italiano e poco di svizzero. Non è ossessivamente perfetto come i luoghi che siamo abituati a vedere quando,
con le gite del GruppoTempo Libero, andiamo in Engadina. Qui c’è qualche casa a cui manca la ringhiera o il parapetto alla scala, e qualcuno si è “dimenticato” di portare via le sterpaglie che rimangono lì in bella vista lungo il sentiero. Raggiunto Lavertezzo abbiamo il tempo di visitare il paesino, berci un espresso e all’orario stabilito si riparte per Valmadrera. Davvero una bella domenica, complimenti a chi ha organizzato la giornata che si è conclusa con un assaggio delle torte preparate dalla nostra presidente Laura, che oltre ad essere una scattante runner è anche una brava cuoca.
Quest’anno si è festeggiato il 45° anniversario di fondazione del Gruppo Femminile CROCIATINO 2014 · 45
NOTIZIE FLASH
Notizie flash S.Messa in ricordo Il 13 luglio si è celebrata la S.Messa a suffragio dei soci Angelo Anghileri e Giuseppe Rusconi, di cui quest’anno ricorre il 25° anniversario della scomparsa. Per la ricorrenza la società avrebbe voluto organizzare il momento commemorativo in località Diavolezza, facendolo precedere dalla salita al Pizzo Palù, per chi avesse voluto e potuto affrontarla. Purtroppo le condizioni meteorologiche hanno impedito di raggiungere la località e la S.Messa è stata celebrata comunque presso la Chiesetta di S.Tomaso, raggiunta da numerosi soci che hanno ricordato così i due amici scomparsi.
Pulizia sentieri e torrenti Come ogni anno il gruppo dei volontari OSA ha portato a termine le attività di pulizia sentieri e torrenti, a cui l’amministrazione Comunale stessa ci impegna a garanzia della sicurezza del territorio. Un bel gruppo a febbraio si è dedicato al Rio Torto e a novembre una decina di persone al torrente Rossè a noi affidato. Invece, a partire dal primo martedì di dicembre, è stata organizzata un’attività mensile di pulizia sentieri che permetterà di eseguire una manutenzione costante ed efficace sulle nostre montagne.
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NOTIZIE FLASH
Pranzo sociale Domenica 30 Novembre come di consueto ci siamo ritrovati per il pranzo sociale: ben 137 soci. Questa volta ci siamo recati presso la struttura refettiva della scuola elementare Giacomo Leopardi. È molto soddisfacente l’elevato numero di partecipanti, perché sta ad indicare che questo appuntamento è ancora un piacevole momento di ritrovo dopo un anno di lavoro insieme. Nell’occasione abbiamo consegnato la medaglia d’oro al socio cinquantennale Dario Arioli e le medaglie d’argento ai soci venticinquennali Fabrizio Arrigoni, Alisia Butti, Valeria Butti, Giuseppe Castelnovo, Valentina Corti, Carla Crimella, Barbara Dell’Oro, Davide Dell’Oro, Mariangela Dell’Oro, Chiara Gerosa, Michela Gerosa, Angelo Longhi, Adele Rusconi, Giuseppe Rusconi, Marco Rusconi, Wilma Rusconi, Matteo Sacchi, Silvia Stefanoni, Daniela Stucchi, Maria Grazia Valassi, Rita Valsecchi e Anna Vassena.
Scambio auguri Venerdì 12 gennaio. Nel salone del Centro Fatebenefratelli è praticamente già Natale! Ancor prima di entrare due “Babbi Natale”- piuttosto giovani e snelli a dir la verità - ti accolgono con un sacco pieno di cioccolatini. Affondi la mano, raccogli la tua manciata di dolci e oltrepassi la porta. Ti immergi nel calore della sala e nel vociare dei presenti , in mano hai già una matita e le cartelle della tombola (efficienza degli organizzatori!) Non ti resta che trovare un posto a sedere, perché stasera siamo veramente in tanti. L’albero di natale addobbato sul palco, un tavolo di premi in carte luccicanti, i musicanti col cappello rosso…la festa comincia. Irene sul palco snocciola numeri a volontà e intrattiene i presenti. Sullo schermo c’è il mega tabellone e ai piedi del palco il tecnico computer; le vallette consegnano i premi (e quanti premi!!) e ad ogni cinquina e tombola si alzano le esclamazioni e i commenti di chi vince e di chi guarda gli altri vincere. Un po’ come a una tombola in famiglia…ma decisamente più in grande! Piacevole sorpresa di quest’anno: i giovani allievi del Corpo Musicale S.Cecilia ci regalano un intervallo musicale su note natalizie. Alla loro scuola è andato il ricavato della serata, insieme a quello della Marronata di ottobre. La serata si chiude con i brevi discorsi di due presidenti, quello dell’OSA e quello della Banda, due associazioni che perseguono obiettivi molto simili, educando i giovani alla bellezza e all’’armonia: quelle della montagna e quelle della musica. …e mentre scegli tra una fetta di panettone e una di pandoro: tanti auguri di Buone Feste!
I proventi raccolti dalla Marronata di S.Tomaso e dallo scambio degli auguri sono stati devoluti alla Scuola allievi del Corpo Musicale S. Cecilia di Valmadrera.
Fiaccolata e trippa L’appuntamento sta già diventando una tradizione, di quelle che ti ricordano con calore e amicizia che sta arrivando il Natale. Il ritrovo è per noi osini uno dei più familiari e permette di condividere in compagnia di soci e amici un’atmosfera particolare: quella di S.Tomaso nella notte dell’antivigilia, quando il ristoro accoglie chi ritorna dalla fiaccolata sulla ferrata 30° OSA del Corno Rat, organizzata dal Soccorso Alpino. Una volta entrati al caldo un piatto di trippa ristoratore per tutti e il profumo di Natale si mischia a chiacchiere e auguri. Un sentito ringraziamento a chi fa il volontario fino all’ultimo giorno, stando ai fornelli, dietro al bancone o servendo ai tavoli, condividendo con solidarietà anche questa occasione sociale. Quest’anno una lunga fila di luci ha addobbato a festa anche la Crestina G.G.OSA fino in cima al Moregallo, valorizzando la splendida cornice delle montagne di Valmadrera.
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PER RICORDARE
Ricordare tre soci fondatori Davide Dell’Oro “Ma se con il pensiero volete misurare il tempo in stagioni, fate che ogni stagione cinga tutte le altre. E che il presente abbracci il passato col ricordo, e l’avvenire con speranza”. (Khalil Gibram) icordare dei soci fondatori non è solo ripercorrere la memoria di persone che ci hanno lasciato, ma è anche un invito a riscoprire le nostre origini, la nostra identità…quando gli anni passano e cominciano a diventare tanti. Nel nostro caso 63! L’associazione è nata il 20 dicembre 1951, passata da un piccolo gruppo fondatore agli oltre 800 soci attuali; il rischio è quello di dimenticare o far passare in secondo piano le tensioni e gli ideali che hanno portato alla nascita di questo gruppo, chiamato successivamente Organizzazione Sportiva Alpinisti. Anche se questo tentativo di recuperare il passato è un po’ controcorrente;
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Luciano dell’Oro
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oggi, nella nostra epoca, il “saper far memoria” non va più di moda. Nella società consumistica attuale tutto viene consumato velocemente, anche i ricordi e i sentimenti. Come se fossero dei prodotti… È anche per questo che mi pare giusto sentirci un’associazione che non vuole dimenticare: perché non dimenticare il passato significa saper costruire il futuro, fare tesoro di ciò che è stato per riattualizzarlo nel presente, con proposte ed iniziative diverse a seconda dei tempi. Se dopo più di 60 anni siamo ancora qui
è grazie anche ai soci che ci hanno preceduto, alla loro passione per la montagna che non è stata fine a se stessa, ma è diventata una risorsa e un valore anche per altri. Per questo ricordiamoli: Casto Canali, classe 1934, fratello di Dionigi, - altra colonna della nostra associazione- ha dimostrato grande passione per lo sci e l’arrampicata; uno dei suoi capolavori è stata la “via O.S.A” sulla parete nord del Monte Moregallo, aperta con Antonio Rusconi, GiorgioTessari e Pietro Paredi, tra le numerose im-
Luciano Dell’Oro Luciano è stato uno dei fondatori dell’OSA ed il primo presidente. Quando insieme ad altri giovani entrai nella società, era uno dei nostri punti di riferimento e ho passato molti momenti con lui. Con l’inseparabile amico Giancarlo era alla guida del Corso di Escursionismo, quando c’era qualche fontanino da costruire era il nostro primo muratore, a S.Tomaso ha promosso i lavori di ristrutturazione della chiesetta; sulla neve ha lanciato lo sci di fondo ed è stato tra i primi osini a partecipare al campeggio, quando ancora era poco conosciuto. Ricordo il primo campeggio OSA-Panda a Campitello di Fassa, nelle Dolomiti: lui era uno dei promotori e adoperava la macchina che utilizzava per distribuire il lavoro nelle case come camper! Aveva un grande spirito di adattamento. Ha girato le Alpi, partecipando alle gite alpinistiche. Nel 1969 era in cordata sulla salita molto impegnativa alla Grande Jurasse; con lui c’era Gianin, 27 anni di differenza. Luciano era scivolato e gli era caduto il copricapo nel crepaccio; lui si disperava mentre Gianin gli diceva: “Meglio il copricapo che te!”. Eravamo giovani e ci divertivamo a scherzare, lui magari all’inizio si arrabbiava ma poi ne ridevamo insieme. Quando partecipava alla Settimana Ecologica gli piaceva raccontare le storie dell’OSA, parlare delle prime escursioni ma anche dei valori su cui si fondava la società; era un “crociatino” verace! Inseparabile dalla moglie Teresina, che era sempre al suo fianco in campeggio, sempre a sua disposizione, nello stile delle migliori donne di una volta! Due figli lo hanno seguito nella società, Augusto e Maria Carla, che per qualche anno è stata anche presidente del Gruppo Femminile. Lo stesso Luciano per molti anni è stato consigliere e anche ultimamente, nonostante l’età avanzata, gli piaceva presenziare alle iniziative dell’OSA, alle serate, al pranzo sociale…Noi osini continueremo a ricordarlo degnamente, per quello che è stato e quello che ci ha lasciato. Giuseppe Piloni
PER RICORDARE prese alpinistiche che lo hanno portato sulle maggiori cime d’Europa. E’ stato, con Modesto Castelli, il primo salitore O.S.A. del Cervino l’8 agosto 1955; ha contagiato con la sua passione molti giovani. Mi pare anche doveroso ricordare che frequentare l’alta montagna allora era molto impegnativo, sia per la mancanza di informazioni riguardo alle salite che si affrontavano, sia per le difficoltà nel raggiungere le mete prefissate. Spesso per andare in Dolomiti o in un'altra località partivano con la vespa, zaini e corde in spalla, e trasformavano già così il viaggio in una vera peripezia. Casto ha sempre partecipato con entusiasmo alle varie attività dell’associazione, al servizio a S.Tomaso, al Gruppo antincendio; oltre a far parte per svaria-
ti anni del soccorso alpino e della banda, una passione condivisa da molti altri osini. Anche negli ultimi anni, limitato da problemi fisici, ci teneva a tenersi informato su tutto ciò che avveniva all’O.S.A. La vedeva come se fosse una sua figlia. Angelo Rusconi classe 1931, ha condiviso anch’egli l’inizio di quest’avventura, per poi concentrarsi dopo il matrimonio sulla sua famiglia e sul lavoro. Agli inizi alcuni fondatori appartenevano anche ad altre associazioni di montagna e il decidere di dare inizio ad un nuovo gruppo, trascinati dal coadiutore dell’oratorio di allora, il reverendo don Giacomo Cossa, non fu una scelta semplice. L’associazione nasceva proprio in oratorio con lo scopo di unire la passione dell’andare per monti all’attività educa-
tiva. I primi anni dell’O.S.A furono decisivi per determinare il futuro di questa nuova società e in questo Angelo è stato una figura importante: scegliere un distintivo, far conoscere la neonata associazione, trovare nuovi iscritti, organizzare gite (la prima fu a Motta il 10 febbraio 1952)… L’attività del primo periodo si svolgeva attorno alle montagne di casa, con la volontà di lasciare dei segni su di esse. È in quegli anni che i primi soci ristrutturano il fontanino di Sambrosera e successivamente viene posto il crocifisso in località Bevesco. Anche se successivamente non ha più potuto partecipare attivamente alle attività dell’associazione, Angelo ha contribuito in modo importante alla spinta iniziale per dare il via a quello che poi l’O.S.A. è diventata oggi.
Ricordo di Carluccio Sandionigi Giuseppe Piloni a scomparsa di Carluccio mi ha scosso e turbato. Eravamo amici di famiglia, abitavamo vicini e da bambino trascorrevo molto tempo a casa di
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sua nonna Carolina. I nostri padri, tutti e due “Francesco”, erano legati da un rapporto di amicizia e avevano costruito le proprie case una vicino all’altra. In gio-
vane età Carluccio non era appassionato di montagna, ma praticava altri sport con ottimi risultati. Solo con l’avanzare dell’età ha cominciato a frequentare i nostri monti, dedicandosi allo sci alpinismo e all’alta montagna. È stato consigliere del CAI e anche socio OSA, ricordando le origini del papà, socio fondatore della nostra società e anche presidente. Fin quando ha potuto, ha sponsorizzato anche le nostre manifestazioni, come le gare di marcia e la “Dario e William”. Con lui ho salito qualche cima. Ultimamente ci trovavamo in giardino, ci divideva solo la rete di cinta; io di qua, lui di là, mi chiedeva dove ero andato e se gli parlavo di qualche posto che aveva frequentato gli si illuminavano gli occhi nel raccontare quelle salite. Ricordo che prima di partire per il campeggio ci siamo trovati ancora. Alla mia domanda: “Come stai?” non ha dato risposta. Mi ha guardato in faccia e ho visto scorrergli due lacrime dagli occhi. Ho cambiato discorso e ci siamo salutati. È in campeggio a Pinzolo che mi giunge la notizia della sua scomparsa e mi lascia incredulo. CROCIATINO 2014 · 49
PER RICORDARE
In ricordo di Angelo e Beppe Domenico Rusconi ono ormai passati 25 anni da quel triste 3 dicembre 1989; una domenica che doveva essere di puro e sano divertimento all'improvviso si è trasformata in un giorno che nessuno avrebbe mai voluto vivere. Di colpo due amici ci hanno abbandonato, e quando si è giovani, nel pieno del vigore fisico, quando la vita ci sta per riservare delle gioie immense come quella di diventare padre, nessuno di noi pensa che possano accadere delle situazioni umanamente irreparabili; invece la vita sa anche essere tremendamente crudele, dispensa tanta felicità ma delle volte la toglie. Io all’epoca, poco più che trentenne, per la prima volta mi sono imbattuto in una tragedia che ha sconvolto affetti familiari e amicizie profonde; una persona dentro di sé alcune domande se le pone ma non sempre riesce a trovare delle risposte. Quanta tristezza, quanta rabbia!!! Dopo 25 anni voglio ricordare chi sono stati Angelo e Beppe per me, visto che nei giorni successivi all’accaduto probabilmente fui l’unico degli amici a non scrivere sul Crociatino due parole in loro ricordo, ma ero troppo affranto e tanto, tanto arrabbiato nei confronti di un destino difficile da accettare. Angelo e Beppe erano due amici veri, come capita poche volte di incontrare nella vita, due persone care, con cui condividevo la passione per la montagna, l’impegno nell’O.S.A. e anche il tempo libero. Quanti sabati e domeniche sera a “bivaccare”sotto i vecchi portici di Piazza Dante, a raccontarci di tutto come fanno i veri amici prima di finire la serata davanti a un bicchiere di birra. Entrambi erano due “leader”, persone che erano capaci di aggregare, di creare interesse intorno a loro, di smuovere interessi e passioni. Beppe praticava lo sci alpinismo e l’arrampicata, era un simpaticone sempre pronto alla battuta e allo scherzo e in campeggio dava il meglio di sè. Con lui mi ricordo un’ascensione al Pizzo Badile. Arrivato dal mare
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il giorno precedente mi viene proposta la salita in giornata, non sono molto allenato ma come faccio a dire di no? La domenica mattina di buon’ora con altri amici si parte per la Val Masino; lasciate le macchine, è il “Biba” a dettare il passo, e che passo!!! Io arrivo al rifugio Giannetti con la lingua a penzoloni e decido di fermarmi ed aspettarli qui, gli altri proseguono fino alla cima. Con noi ci sono alcuni ragazzini e Beppe gli fa da chioccia. Al ritorno gli sfottò sono tanti: “Cavedano anziché andare al mare vieni in campeggio che poi certe figure le eviti!!”. Subire e tacere. Ecco, Beppe era anche questo. Angelo era un provetto sciatore e da qualche tempo si era avvicinato allo sci alpinismo e allo sci di fondo. Membro del consiglio O.S.A., persona con grande personalità, saggia e riflessiva. Ricordo in un consiglio in cui si doveva decidere, per il festeggiamento del quarantesimo di fondazione della società, se organizzare una spedizione o costruire un bivacco; come spesso capita, i pareri erano discordanti e Angelo, prima di andare alle votazioni, disse: “Qualsiasi sia la decisione che verrà presa, da domani tutti a lavorare per un unico obiettivo”. Grande lezione di democrazia e senso di gruppo per un giovane poco più che ventenne!!!! Con Angelo voglio ricordare l’ascesa nella primavera del 1989 alla Punta Parrot, montagna di quasi 4500m nel gruppo del Rosa. Partenza da Valmadrera il sabato mattina, siamo un bel gruppetto di amici e raggiungiamo Alagna dove ci aspetta la funivia che ci porta a punta Indren, quindi sci ai piedi e ci avviamo al rifugio Mantova, che raggiungiamo dopo circa
un'ora e mezza .Qui passiamo la notte ed il mattino successivo di buon’ora si parte per il colle del Lys e poi la meta: la Punta Parrot. Per me neofita dello sci alpinismo basta così, sono felicissimo e con Giuseppe togliamo le pelli di foca e giù per i pendii a gustarci una bella e meritata discesa. Angelo e gli altri amici decidono di ritornare passando per il Corno Nero, quindi il Balmenhorn dove è posta la statua del Cristo delle Vette ed infine la Piramide Vincent, prima di scendere al rifugio Gnifetti dove c’eravamo dati appuntamento. Poi felicissimi si ritorna a casa. Si potrebbero ricordare tanti e tanti altri momenti vissuti insieme e sono sicuro che molti altri ce ne sarebbero stati senonché in un triste inverno di 25 anni fa, una tragica fatalità, come purtroppo a volte capita in montagna, ha interrotto a livello terreno quella bella e vera amicizia che si era creata. Dico a livello terreno, perché il mio ricordo in questi 25 anni non è mai svanito, spesso siete presenti nelle mie preghiere e quando vengo a farvi visita nella vostra dimora terrena mi viene sempre un nodo alla gola. Dicono che il tempo sbiadisca ed attenui i ricordi ma non sempre è cosi! Quando i sentimenti sono veri e ben radicati, neanche il tempo riesce a scalfirli. Un orgoglio avervi conosciuto!!!
ESPERIENZE DEI SOCI
The wrong wall Gionata Ruberto iao gente! Qualcuno non lo sa, ma c’è una nuova mania tra i giovani dell’O.S.A. Una generazione andata a quel paese e senza obbiettivi ha riscoperto che stare insieme è bello e lo è ancora di più se si arrampica. Da alcuni anni sgattaioliamo al mercoledì sera, dopo l’attività di pre-sciistica e i dovuti permessi, nella palestra delle scuole medie e nell’ultimo periodo siamo arrivati a una trentina di partecipanti. Ma per far cosa, vi chiederete. Per colmare quel desiderio di potenza e ricerca delle vette che appartiene a noi osini, per avere un luogo dove ridere in-
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sieme se qualcuno finisce a gambe all’aria tentando una capriola tra le prese. Naturalmente svolgiamo tutto in completa sicurezza, con corde e materassi per lasciare che il divertimento rimanga tale, ma questo non significa che mettiamo freno alla fantasia. Il muoversi nello spazio ti rende libero dalle catene dell’abitudine e per noi giovani questo è oro. Qualche volta, se ci va, giochiamo anche a basket avendo una palestra attrezzata, e occhi vigili ci sorvegliano ridendo quando stiamo per un po’ a cercare di far canestro. Quest’anno scolastico siamo presenti il mercoledì dalle 20.30 fino alle 22, poi sbaracchiamo e tutti a casa con quel dolorino da acido lattico che
ci piace tanto e ci fa dormire come bimbi. L’iniziativa piace così tanto che siamo riusciti ad avvicinare i pigri di città ed ora aneliamo a qualcosa di più grande. Una stramba idea ci è venuta l’anno passato, quella di una gara di arrampicata per le vie della bella Valmadrera, ma non qualcosa di scontato; l’immaginazione corre sui profili delle case quando un climber cammina per il centro storico. Un gruppo di amici che fa gare di arrampicata può crescere insieme, e noi abbiamo partorito un pensiero innovativo in collaborazione con Cai e Nirvana Verde sul modello di Lecco e Sondrio. La primavera arriverà, e allora vedrete cosa vi abbiamo preparato. Credete in noi e non rimarrete delusi. Passo e chiudo, solo spasso per i ragazzi che provano a salire il muro sbagliato. CROCIATINO 2014 · 51
ESPERIENZE DEI SOCI
In un consiglio Andrea Rusconi
uando da piccolo entravo in sede confesso di aver avuto sempre un po’ di riverenza del luogo, un po’ per timidezza, un po’ a causa delle varie facce presenti, per la maggior parte tendenti alla pensione. Mi sembrava tutto troppo grande, soprattutto il bancone (in effetti è bello alto) dietro cui si acquattano i vari responsabili della società. Ti guardavano torvi appena aprivi la porta, spesso ritornando ai loro affari senza neppure salutarti. I soliti volti comunque, tutti seri, con una età non più giovane, indaffarati in mansioni che non comprendevo perfettamente. Poi, subito a 18 anni, mi ritrovai in consiglio, catapultato dentro un mondo che non conoscevo appieno ma che da sempre mi aveva attirato. Entrai solo quasi per curiosità, per conoscere come funziona dall’interno la macchina dell’O.S.A. Valmadrera. Dopo sei anni di esperienza mi è parso interessante scrivere come funziona e come funzionava. Anzi vorrei fare di più: trovare la definizione di forma di governo più attinente alla nostra società. L’obbiettivo finale del consiglio direttivo è sempre arrivare almeno con un bilancio in pareggio, ma la soddisfazione più grande per ogni consigliere è sempre di finire in positivo soprattutto in vista di grosse spese. Una soddisfazione alla fine del proprio lavoro c’è sempre e a volte quel gradimento si trasforma in gelosia e possesso personale: “Ho organizzato io”, “Io ho il merito”.Una brutta faccenda, ma in politica l’attrazione del potere è sempre forte e anche qui, nella piccola società oratoriana, questa forte seduzione è attiva; ma è da considerarsi un comportamento normale, si tratta della nostra natura di umani. Una tendenza comunque limitata al luogo e negli ultimi anni praticamente scomparsa, troppo grosse le attività che quindi nessuno riesce a portare a termine da solo. In tutti i tavoli dei consigli i vari partecipanti si siedono in base a gruppi o alleanze, sempre occupando la stessa poltroncina: in politica esiste la destra e la sinistra, nelle grandi compagnie ci si divide in base alle proprie quotazioni, ...Nel Direttivo OSA, dove conta di più la persona, non ci sono grandi disposizioni ma questa sottile legge non scritta regna perfino sul nostro con-
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siglio. Il presidente sempre seduto con le spalle rivolte alle finestra in una posizione centrale, alla sinistra sull’angolo le segretarie, sul lato destro rispetto al presidente i cassieri, il vice-presidente mai seduto accanto al presidente, qualche solito che si siede sempre più o meno nello stesso posto - probabilmente più per abitudine che per altro - e infine ci sono i liberi pellegrini, che si accomodano un po’ dove c’è spazio. Quando i vari componenti cambiano posizione è il segnale dell’arrivo di un cattivo vento. Per fortuna l’idea dei gruppi/partiti interni attualmente non esiste più, ma in passato ci sono stati e, nei primi anni della mia esperienza in consiglio, ho potuto notare gli ultimi accenni di questa tipica tendenza politica. I tempi sono cambiati, il consiglio si è ringiovanito e i volti nuovi hanno reso una società molto attaccata ai vecchi valori un po’ più moderna. Molte delle grandi personalità storiche legate ancora ai vecchi codici hanno lasciato il posto alle nuove generazioni; di fronte alle stesse logiche e alle stesse attività, proporre qualcosa di nuovo sembrava quasi un sacrilegio, una distruzione dell’ordine generale, ma il mondo sta cambiando e sempre più velocemente. Nelle nuove generazioni non si segue più una bandiera fissa ma si tende a cambiare spesso, fare sempre le stesse cose annoia. Il boom della corsa in montagna ha aperto una nuova strada alla società, decine di atleti su lunghe e facili distanze, mentre il numero degli alpinisti e dei marciatori scende drasticamente. Ma la difficoltà principale continua ad essere la mancanza di giovani, sempre più lontani dalla montagna. Torniamo al consiglio; la struttura è semplice: 17 consiglieri, compreso il presidente, con diritto di voto, le segretarie per redigere il verbale, i vari responsabili delle attività senza diritto di voto e qualche volto famigliare che compare ogni tanto quando si tocca il suo argomento. Si legge il verbale, la parola del presidente e poi via con l’ordine del giorno. Ad ogni punto il responsabile introduce il discorso e una volta finito iniziano le discussioni con successiva decisione o votazione se necessaria. Nei consigli comunali, o comunque negli enti pubblici, per ogni decisione si effettuano due votazioni per al-
zata di mano e il tutto viene immediatamente registrato. Nel consiglio OSA le votazioni per alzata di mano non sempre vengono utilizzate come si dovrebbe e spesso ritengo non si capisca bene per cosa si vota. Quando si parla di cifre e numeri, poi, capita di fare un po’ di confusione: “Propongo 300!” “Ooooohhhh esagerato!” rispondono gli altri in coro . “Non meno di 100!” Urla un secondo. “Facciamo 200!” “No tagliamo la testa al toro e puntiamo sui 149,99!” Esclama l’altro, mentre già la votazione è stata chiamata dal presidente e le mani si alzano come i remi dei vincitori di una regata di canottaggio. A volte mi chiedo come le povere segretarie facciano a registrare il valore corretto. Ultimamente sono state effettuate delle votazioni su un foglio attraverso una firma e mi è parso un buon metodo per fare delle scelte senza stare a fare troppi discorsi. Ma si è trattato di precauzioni prese a causa della mancanza di tempo. Una volta c’era il garante dello statuto, quando i suoi colleghi uscivano dai limiti consentiti estraeva i punti focali della nostra costituzione obbligando tutti al rispetto della legge scritta dai soci fondatori. Purtroppo una figura del genere manca nel consiglio attuale e tocca andare a memoria dei vari articoli senza consultarli. Se in passato sono accaduti episodi in cui degli osini hanno preso decisioni senza richiedere l’approvazione del consiglio direttivo, oggi le cose sono molto migliorate.Tutte le attività devono e vengono passate in consiglio. Una buona pratica perché evita discussioni inutili, e soprattutto si tratta di una delle basi della democrazia. Infatti, un altro aspetto in cui il consiglio è molto migliorato sono le discussioni. Nei miei primi anni da consigliere (e probabilmente è sempre stato così) la sede si infiammava e diventava un’arena di animali politici, dove chi urlava di più sperava di sopraffare gli altri, fin quando non compariva il don alla porta lamentandosi di non fare troppo rumore perché non riusciva a dormire; le apparizioni del cappellano della società avvenivano specialmente quando qualcuno iniziava con le invocazioni ai santi. Mi ricordo che un giorno chiesi ad uno dei consiglieri “Ma perché urlate così tanto per prendere decisioni per le quali non si guadagna né si perde una lira?”, mi rispose con un sorriso dicendomi “A litigare si cresce e poi significa che siamo tutti appassionati”. La risposta non mi convinse del tutto e infatti la condotta attuale mi dà parzialmente ragione. Forse ci si fa meno le “ossa”, ma con un atteggiamento più cal-
mo e pacifico si è molto più produttivi. Nel XXI secolo gestire determinate associazioni è sempre più difficile: le leggi sempre più severe, le responsabilità degli accompagnatori in montagna più rigorose, bisogna trovare l’assicurazione migliore per coprire i soci, i genitori che si lamentano se i figli camminano nell’erba alta; tutta colpa della sfrenata ricerca utopica della società moderna a rischio zero. Tantissimi quesiti in passato non pesavano minimamente: si organizzavano gite senza interessarsi al prezzo della benzina, ai rimborsi, alle responsabilità legali, ...si portavano i ragazzi perfino su sentieri attrezzati e i genitori felici di vedere i loro figli in una attività salutare, economica e capace di trasmettere valori per il loro futuro. I tempi sono cambiati, sembra tutto migliore ma in realtà è diventato tutto più difficile. In un consiglio, discutendo dell’ostico argomento “S.Tomaso”, è uscito che la lampada della zanzariera elettrica è rimasta fulminata e bisogna cambiarla. Sta di fatto che il prezzo lampada singola e di tutto l’impianto è molto simile, quindi esce spontanea la domanda: perché non cambiare tutto visto che è vecchia? Una decisione semplice, molto semplice, fin troppo semplice. Guardo l’ora: 22.30. “Ottimo! Stranamente abbiamo quasi finito” penso, di solito si termina molto più tardi. Si apre il dibattito sulla differenza di prezzo, ma qui nessuno fa un rapporto specifico su un possibile risparmio in un senso o in un altro. Non siamo una banda di laureati in economia che si mettono a fare calcoli e valutazioni di matematica finanziaria, indi si apre un allegro siparietto: “Ne conosco uno che è il suocero del fratello della moglie di mio cugino che vende le macchine anti-mosche a poco prezzo”, “Il prezzo della lampada è un furto, chissà come fanno a stabilire certi prezzi!”,“Nuovo o usato?”, “Ma stiamo parlando della lampada anti-mosche appesa nella sala o in cucina?”,“Secondo voi rimangono secche a causa della luce o della colla?”, “In effetti ci sono fin troppe mosche”, “Ma mica ci sono le palette per ammazzarle?”, “Nell’ultimo servizio del mercoledì bla bla bla sono finiti i gelati!” Ma non stavamo parlando di lampade a fluorescenza fulminanti? Boh mi sarò addormentato. Ad un certo punto, nell’intricato labirinto di idee esistenziali o meno, l’esperto della situazione esclama: ”Noi al lavoro dobbiamo contare tutte le mosche catturate ogni giorno e dobbiamo registrare quante mosche ci sono per centimetro quadrato!“ Perfetto, le squadre di servizio saranno felicissime di questa simpatica proposta!!
Ci mancava un esperto di zoologia che spiegava le modalità di riproduzione dei Ditteri e quella sera avremmo avuto tutte le informazioni su quanto riguarda la temibile lotta tra Homo sapiens sapiens e Musca domestica. Guardo l’orologio: 23.10, caspita come passa il tempo! 40 minuti per decidere se cambiare una lampadina. Ottimo, almeno ora siamo rientrati nel solito orario; figuriamoci se per una volta possiamo andare a casa prima... Ma improvvisamente il colpo di genio: “Facciamoci fare un preventivo!” Insomma alla fine siamo tornati al punto di partenza. L’addetto incaricato con la decisione del consiglio ora ha la possibilità di scegliere e agire per il bene della società. Dal rivenditore, cercando di rimembrare le decisione finale, avrà scelto l’opzione più giusta, ma di sicuro seguendo il suo istinto. Alla fine sorge spontanea la domanda: l’OSA in che forma di governo si potrebbe riconoscere? Monarchia, oligarchia, repubblica presidenziale, repubblica parlamentare o democrazia diretta secondo il modello ateniese? Difficile trovare una
definizione: ma ritengo sia una democrazia diretta ma non troppo, capace di organizzare come un privato, con una fame politica repressa, una oligarchia inconscia perché in fondo le famiglie sono sempre le stesse e con alcune scintille di monarchia dovute semplicemente al fatto che alla fine qualcuno è costretto a prendere una decisione finale. Un ibrido strano ma comunque una forma di politica interessante. Non ho voluto essere polemico e spero mi perdoniate se lo avete pensato, il mio è solo un pensiero su quello che ho notato in questi anni. Nonostante tutto “oserei” definire l’OSA una macchina perfetta: decine e decine di attività, gare con una spropositata abbondanza di premi, organizzazione precisa e puntuale, corsi con prezzi da concorrenza, attività con bilanci in positivo. Meglio di così non si trova in una azienda privata, figurarsi un ente pubblico. Il tutto, pensate, mantenuto insieme da una squadra di volontari uniti da un legante chiamato passione.
Due passi con il Geocaching Il Geocaching è una caccia al tesoro in versione tecnologica. L’obiettivo è quello di scovare, con l’aiuto di un ricevitore GPS, dei tesori (i “cache”) nascosti in varie parti del mondo (città, parco, sentiero, bosco, grotta, parete, vetta, e chi più ne ha più ne metta). Ma come si diventa geocacher? Tutto inizia registrandosi gratuitamente su geocaching.com. Sulla mappa possiamo consultare le cache intorno a noi (le nostre montagne ne sono piene) e per ognuna c’è una scheda con specificata la tipologia di cache, il livello di difficoltà e una breve descrizione. Ora possiamo iniziare l’esplorazione! Seguendo le coordinate gps giungiamo in prossimità della cache ed è qui che inizia la vera sfida perché lo strumento ha un’approssimazione di 3-15 metri.Toccherà al nostro intuito e ai nostri occhi individuare il contenitore di varie forme e dimensioni nei luoghi più impensati: sotto la panchina di un parco, fissato con un magnete a un cartello stradale o inserito nella fessura di un albero. Alcuni sono particolarmente difficili perché vengono mimetizzati proprio per passare inosservati. Trovata la scatola misteriosa, al suo interno c’è un logbook sul quale registrare il nostro passaggio che andrà poi riportato anche sul sito. È molto importante dopo il nostro passaggio rimettere tutto a posto come l’abbiamo trovato per consentire ad altri di vivere la stessa avventura. Il bello del geocaching è che dà un pretesto per fare delle escursioni in zone poco note, saltando di cache in cache alla scoperta di sentieri e strade sconosciute. A questo punto molti si staranno chiedendo “cosa si vince?” e la risposta è “niente”, solo la soddisfazione di avercela fatta. Buona caccia a tutti!!! Due osini cercatori CROCIATINO 2014 · 53
ESPERIENZE DEI SOCI
LA LENTEZZA. Un articolo che mai avrei pensato di scrivere! Davide Vassena erché parlare di lentezza? E perché farlo proprio in questa sede? Vediamo un po'. Per quanto mi riguarda, sto sperimentando la lentezza più o meno da un annetto. Ahimè, non è stata una scelta di mia volontà. La sperimento perché vado in giro in montagna sempre più piano, sempre meno di corsa; causa: un'infiammazione tendinea -forse- che stenta a passare. Assolutamente niente di grave o inquietante, fatto sta che se corro dopo un tot mi fa male e mi devo fermare. Quindi basta gare, alle quali tra l'altro mi piaceva sempre di più partecipare. Le gambe son così, più le fai girare e più girano veloce, e questa è una bella sensazione -provare per credere!-Ti senti bene, vai a letto stanco ma soddisfatto, ti senti in forma! Talmente in forma che ti capita di iniziare a pensare a qualcosa di più, qualche balzanata, magari suggerita da un coetaneo poco coscienzioso, e tu ci stai. Millemila chilometri, cose disumane che gli altri -ciao!se le sognano! Io invece sono uno di quelli che ce la fa, che le tenta, ci prova, tant'è che è solo questione di testa, e quella c'è, si è gasati: la voglia c'è, la motivazione pure. Eh certo. Peccato che una notte del dicembre 2013, mentre macinavo il triplo dei chilometri che normalmente sono abituato a correre, a mezz'ora dalla meta tanto agognata, il mio corpo ha cartesianamente e cristianamente voluto dire la sua reclamando il suo diritto ad essere trattato bene, rifiutandosi così di farmi proseguire. Raggiunta Milano -sì, stavamo andando lì, lungo l'Adda- seduto sul sellino di una bici guidata da un amico più furbo di me, giurai che fino a Natale stop, riposo assoluto. Ed è stato veramente così. Il problema è che il periodo di riposo dura tuttora. E allora in questi casi, per vivere bene, non mi resta che fare di necessità virtù, ovvero, attorno alla scarogna che mi è capitata, far-
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ci un po' di filosofia. Che poi non sono concetti troppo difficili, anzi, hanno anche un po' del banale. Non si può correre troppo per esempio. Non si può correre sempre. Ogni tanto è necessario fermarsi, sentire i propri dolori e chiedersi come mai, come mai proprio lì ti fa male. Perché proprio il ginocchio sinistro e non la caviglia o la schiena?Te lo sei mai chiesto? C'è forse qualcosa da sistemare nell'andatura, nei movimenti, nelle scarpe forse? Sono capace di ascoltarmi? Ma va’! Un aulin -duee mettiamo tutto a tacere, pronti per il prossimo giro... Eh! Bella metafora la corsa! Poi, proprio poco tempo fa, mentre pensavo a quanto correre sia diventato, oltre che uno sport, anche uno stile di vita molto diffuso, ho sentito parlare di un libro che mi ha subito attirato: “La pedagogia della lumaca”*. Non mi sono ancora preso la briga di leggerlo -lo farò!- però, spulciando sul web, scopro che è stato scritto da un dirigente scolastico che, arrivato a un certo punto, magari di corsa pure lui, si chiede: Sapremo ritrovare tempi naturali? Sapremo attendere una lettera? Sapremo piantare una ghianda o una castagna sapendo che saranno i nostri pronipoti a vederne la maestosità secolare? Sapremo aspettare? No, rispondo io. Non ora, che mi sta pesando di brutto scendere da Pianezzo in più di un'ora, che per fare il giro nuovo del Dario&Willy mi va via un weekend! No, non sapremo aspettare se andiamo avanti così, o come minimo sarà veramente molto faticoso. Noi siamo di quelli che alla meta ci arrivano in fretta: 8 giorni e 3 ore per attraversare i Pirenei, 3 ore e 33 minuti per arrivare in cima al Monte Bianco, 2 ore e 52 minuti per salire e scendere il Cervino, capito? Sì ok, noi è per dire, per rendere l'idea. Quindi no, è dura per noi prendere tempo, per-
dere tempo poi...soprattutto se continui dicendo che si tratta di intraprendere un nuovo cammino educativo. Cari genitori, insegnanti, educatori: cominciamo a "riflettere insieme" sul senso del nostro tempo educativo e sulla necessità di adottare strategie di rallentamento... Strategie di rallentamento...strategie di allenamento semmai: ripetute, carico, lungo, collinare: ma per fare più in fretta, per arrivare prima, primi se siamo i migliori! Questo quello che facciamo noi. E quando ci domandi se in una società basata sul successo, sul guadagno e sul vincere, abbiamo mai riflettuto sull’importanza e sul valore pedagogico del “perdere”... ...anche qui ti risponderei di no, che perdere non è proprio un valore nel nostro ambiente. Sì, quella volta, giusto per imparare un po' l'umiltà...ma che non diventi un vizio! Però ritorniamo a noi, che si inizia a divagare un po' troppo, dalla corsa e dal Cervino alla società e agli insegnanti, si rischia di perdere il filo! Il fatto è che già da qualche tempo si vocifera che stiamo vivendo un'epoca troppo veloce e frenetica, centrata sulla produzione, sull'aumento del profitto e dei consumi, poco rispettosa dei ritmi naturali della terra e della sua -nostra?- ecologia, della giustizia sociale e del benessere individuale. Un'epoca che non tiene conto dei limiti, dei confini e delle fatiche. Un'epoca un po' poco sostenibile, insomma, su tutti i fronti, e a dircelo è il telegiornale tutte le sere...insieme al mio ginocchio infiammato! Appunto...non stavamo parlando di quello? * Zavalloni G. (2010), La pedagogia della lumaca. Per una scuola lenta e non violenta, EMI, Bologna
ESPERIENZE DEI SOCI
GIR DI SANT, in cammino sotto la poggia Luigia Silvia Sala a qualche giorno guardavamo con attenzione i bollettini meteo. La speranza era di vedere un miglioramento delle previsioni per compiere il cammino con una certa tranquillità. Così non è stato. Il ritrovo fissato per il sabato sera, alla” Casa del Pellegrino”, è avvenuto sotto un forte acquazzone. Saggiamente, abbiamo deciso di ridurre il percorso per motivi di sicurezza, quindi di rinviare la partenza all’alba dal lago del Segrino. Ma cos’è il “Gir di Sant”? È un cammino significativo che un gruppo di persone, in amicizia, condivide nella notte della vigilia dei Santi Pietro e Paolo. Il percorso si snoda intorno alla cintura del Monte Cornizzolo, at-
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traverso strade sterrate, mulattiere, sentieri circondati da boschi, che il buio della notte non invoglia a penetrare; toccando luoghi di fede costruiti dalla devozione popolare nei secoli passati: santuari, chiese e fontanini a testimonianza della sacralità e bellezza del territorio, per poi giungere l’indomani, dopo una notte di cammino e fatica, all’appuntamento con la Santa Messa nell’Abbazia Benedettina San Pietro al Monte. Sabato 28 giugno a causa della pioggia,
dopo aver ricevuto la benedizione e l’augurio di buon cammino da parte del parroco di Civate, siamo tornati alle nostre abitazioni. L’appuntamento verso l’alba, al Segrino, è stato vissuto con l’ascolto di una poesia scritta da un poeta islandese scomparso pochi anni prima nelle limpide acque del lago. Il percorso così ridotto è stato senz’altro meno faticoso, ricco di descrizioni storiche dei luoghi, di piccoli gesti simbolici offerti dalle società sportive che operano nel territorio, ma anche dai singoli cittadini. Piccoli doni per favorire momenti di ristoro e di riposo del nostro pellegrinare. Tra bevande alle erbe, frutta, biscotti, pane del pellegrino ed una energeti-
ca colazione, in compagnia della pioggia, il nostro gruppo composto da poco più di una trentina di persone è giunto a San Pietro al Monte. L’accoglienza sempre calorosa e disponibile degli amici di San Pietro ci ha fatto dimenticare i nostri indumenti bagnati e sporchi di fango. Pochi temerari saliti da Civate hanno partecipato con noi alla Santa Messa a conclusione del “ Gir di Sant”. Il cattivo tempo ci ha fatto riflettere e capire che, seppur in maniera ridotta, il cammino del “Gir di Sant” va portato avanti. Ora ne siamo certi, qualunque tempo ci sarà il prossimo anno noi ci ritroveremo, perché sarà bello esserci anche così! CROCIATINO 2014 · 55
Tutto sull’O.S.A. • Condoglianze al socio Celeste Anghileri per la scomparsa del fratello Felice • Sentite condoglianze al socio Mauri Francesco per la scomparsa della mamma MariaTeresa • L’Osa si congratula per il matrimonio dei soci Gianluca Castagna e Francesca Sandionigi • L’Osa porge sentite condoglianze a Enrico Colombo per la scomparsa della moglie Maria Luisa • Quest’anno ci hanno lasciato i nostri amici e soci Pietro Villa, Carlo Sandionigi e Luciano Dell’Oro • All'età di 92 anni è scomparso Mario De Capitani, il più anziano socio OSA • Congratulazioni alla socia Chiara Longhi per la nascita del figlio Francesco • Condoglianze al socio Claudio Riva per la perdita di suo padre Aldo • Congratulazioni per il matrimonio di Fabrizio Vassena con Luisa Cariboni • Le nostre condoglianze al socio Severino Rusconi per la scomparsa di sua sorella Suor Ancilla • Grande gioia a casa del socio Dennis Redolfi per la nascita della figlia Giulia • Condoglianze al socio Mario Sandionigi per la perdita della madre Rina • Anche al socio Paolo Mauri vanno le nostre sentite condoglianze per la scomparsa della mammaTeresina • L’Osa si congratula per il matrimonio di Stefano Butti con Cristina Biffi • L’Osa è vicina al socio Natale Fanchini per la scomparsa della sorella Antonia • Tanti auguri alla socia Barbara dell’Oro per la nascita della figlia Emma • Condoglianze ai soci Giuseppe e Adele Rusconi per la perdita di loro padre Mario • Felicitazioni vivissime al socio Dario Rigonelli per la nascita della figlia Anna • Siamo vicini alla socia Cristina Valsecchi per la scomparsa del papà Fulvio • L’Osa si congratula per il matrimonio di Silvia Mariani con Cristian Dell’Oro • Condoglianze al socio Claudio Colombo per la perdita della sorella Patrizia • Congratulazioni alla socia Clara Dell’Oro per la nascita della figlia Ludovica • Il 19 ottobre si è svolta la manifestazione Vivi il Moregallo, promossa dal CAI, con la partecipazione di una ventina di soci OSA • Siamo vicini alla socio Alessandro Villa per la scomparsa della mamma Rosa • Tanti auguri alla socia Pamela Milani per la nascita del figlio Lorenzo • Martedì 11 novembre, presso la Cappella dell’Oratorio Maschile, è stata celebrata la S.Messa a suffragio dei soci defunti • La società è vicina alla socia Maria Poletti per la scomparta della madre Regina • Tanti auguri alla socia Nadia Anghileri per la nascita della figlia Stella
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