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CSS Teatro stabile
Come per la precedente edizione, desideriamo concludere questo secondo triennio del progetto Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin, con una testimonianza capace di rappresentare, tramite immagini e una essenziale narrazione di ogni singola Residenza, lo straordinario lavoro di creazione artistica, di elaborazione e sviluppo progettuale, di sperimentazione di nuove tecniche e idee che si sono potute realizzare, ininterrottamente, dal mese di settembre 2018 a marzo 2021: 1000 giorni a Villa Manin, vissuti inseguendo e realizzando nuove prospettive visionarie, accompagnando la speranza di future creazioni e l’impegno nell’investigare nuove scritture sceniche e linguaggi performativi, aprendo le porte a nuovi incontri tra culture, nuove generazioni di artisti del nostro territorio e provenienti da tutta l’Italia e l’Europa.
A noi qui spetta una breve riflessione a partire dalla positiva e straordinaria esperienza fatta in 6 anni di lavoro in questo specifico ambito allo scopo di sostenere con fermezza e promuovere il senso e l’efficacia del progetto Residenze, auspicandone il rinnovo – soprattutto a livello nazionale– anche nel prossimo triennio.
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Nell’immobile e silenziosa distesa della pianura friulana, l’impatto con la visione della settecentesca Villa Manin (sede delle nostre Residenze) offre una sorpresa che mozza il fiato e arresta il ticchettio dell’orologio: un luogo “non luogo”, in un tempo sospeso; è questo uno spazio ideale per la creazione, per la nascita di nuove idee.
Il protagonista del progetto Dialoghi è l’Artista, che viene accolto in un territorio e qui accompagnato e messo nella condizione ideale per poter “restituire” ciò che il suo sguardo (d’artista) sa cogliere e interpretare. Questo atto di veggenza, di creazione, di sperimentazione è di per sé lo scopo di ogni singola Residenza, indipendentemente da una sua futura – quanto ovviamente auspicabile – fase di sviluppo produttivo e
di mercato. Non vi è altro dispositivo normativo, se non quello delle Residenze (art. 43 DM 27/07/2017), che sia capace di riconoscere questo primissimo quanto prezioso, misterioso e spesso insondabile anello della catena del sistema delle Arti Performative.
Tramite il progetto Residenze viene riconosciuta - anche dal punto di vista sociale - la dignità e la funzione del lavoro dell’Artista in maniera completa, già a partire dall’atto di pura e libera creazione e sperimentazione.
Possiamo affermare che il progetto Residenze non solo risulta un efficace strumento per il rinnovamento della scena italiana e un’opportunità unica per le nuove generazioni di artisti, ma anche misura il grado della sensibilità e della considerazione che la nostra società rivolge alla figura dell’Artista e al compito dell’arte nella vita quotidiana.
Auspichiamo che il progetto “Residenze artisti nei territori” nei territori possa essere ulteriormente valorizzato anche alla luce della necessità di rinnovamento di idee e contenuti di cui i Teatri italiani presto dovranno farsi promotori nel futuro post pandemico: nuove idee, nuovi progetti, nuove generazioni di artisti.
Per finire, indirizziamo un ringraziamento a tutti coloro che hanno reso possibile questo straordinario triennio, conclusosi anche con l’esperienza di lavoro durante la pandemia: gli artisti, i tecnici, gli organizzatori, tutto lo staff della Villa, la Direzione dell’ERPAC, la Fondazione Friuli, la Regione FVG – che ha creduto in questa iniziativa e l’ha convintamente sostenuta con grandissima attenzione e con modalità esemplare – il MiBACT che da oltre 40 anni riconosce e sostiene il nostro lavoro.
Da parte nostra, abbiamo cercato di restituire la fiducia attribuitaci attraverso la qualità del nostro fare; questo libretto vuole condividere con tutti gli artefici citati e il teatro italiano la gioia e i risultati ottenuti. Grazie!
Alberto Bevilacqua Presidente CSS Teatro stabile di innovazione del FVG