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Presentazione della mostra a cura del Liceo statale “T. Fiore” di Terlizzi

Tocca a me!

Presentazione della mostra a cura del Liceo statale “T. Fiore” di Terlizzi

03.12.2011 • Area Poster Interviene: Rosalba De Trizio, docente tutor del PON “Le ali della solidarietà”.

La mostra rappresenta il punto d’arrivo di un lungo percorso che due classi del Liceo statale “Tommaso Fiore” di Terlizzi (Ba) hanno intrapreso partecipando al PON C3 - FSE 2010-1438 – “Le ali della solidarietà”. Il progetto è nato dall’idea che la scuola, per riuscire oggi a trasmettere valori che diventino significativi per i ragazzi e possano restare incisi nelle menti e negli animi, deve servirsi di “esperienze forti”, perché sono queste che i giovani cercano, soprattutto i giovani “più difficili”, sono queste che restano impresse. Non è più possibile trasmettere degli ideali con le sole parole, perché queste si perdono. Abbiamo proposto ai ragazzi – per riprendere il tema del Meeting del Volontariato – di condurli verso l’ideale attraverso un percorso di collaborazione nel reale. Un percorso operativo che li chiamasse a mettersi in gioco in prima persona e a sperimentare, attraverso l’impatto con una realtà altra, il significato della solidarietà, dell’altruismo, del dono di sé e del proprio tempo, dell’amore incondizionato. Al tempo stesso, in una società in cui gli adulti forniscono sempre più spesso esempi negativi con comportamenti disimpegnati, se non proprio deteriori, la nostra scuola ha avvertito come pressante l’esigenza di mostrare ai giovani che esistono altre strade da percorrere, altri modi di essere e di vivere, altri esempi da seguire: gli adulti che si spendono per gli altri, che operano a favore dei più deboli, che grazie alla pratica dell’impegno, della responsabilità, della solidarietà, dell’altruismo, si donano agli altri senza un personale tornaconto. È così che, grazie alla collaborazione di tutti i partner del progetto, è stato costruito un percorso articolato diretto a far conoscere la condizione dei minori nel nostro paese e non solo: la condizione dei minori perché i bambini sono i più deboli tra i deboli, ma anche perché le nostre alunne potranno operare come insegnanti, come psicologhe, come sociologhe, operatrici sociali, al termine del corso di studi. È stato costruito un percorso solido e strutturato sul piano teorico, altrettanto solidamente supportato dall’esperienza pratica e diretta di operato con

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bambini stranieri che vivono condizioni di difficoltà e di negazione dei diritti fondamentali. La scelta è caduta sulla Romania perché è affacciata sull’Unione Europea da soli 10 anni e presenta ancora oggi condizioni economiche e sociali di arretratezza. Si è fatto molto in questo paese per ricostruire il tessuto economico, ma lo stato di povertà della maggioranza della popolazione spinge un’altissima percentuale di rumeni, in particolare donne, all’emigrazione verso l’estero, in cerca di lavoro. Moltissime di queste donne vengono in Italia a lavorare per i servizi alla persona e alla famiglia, come colf: queste donne lasciano i figli, spesso in tenera età, affidandoli ai figli più grandi o ai nonni o ai vicini di casa, generando in questi bambini dei traumi da abbandono che portano nel tempo a grandi disagi comportamentali fino ad arrivare a malattie psichiche quali l’autolesionismo, e negli ultimi tempi finanche al suicidio. Fatti confermati sia dai dati statistici che dalle diverse testimonianze che gli alunni hanno ascoltato sia qui in Italia che in Romania. Le linee del percorso sono state strutturate con l’UNICEF che, attraverso giorni di simulazioni, laboratori, incontri con gli operatori del CARA di Bari, ha introdotto e fatto conoscere le problematiche relative ai minori in Italia e nel mondo. Con l’UNICEF gli alunni hanno realizzato uno spot radiofonico per la promozione dei diritti dei bambini che è andato in onda su Radio Bari nel periodo di giugno.

Con il Centro di Servizio al Volontariato “San Nicola” abbiamo realizzato una ricerca sociale qualitativa e quantitativa relativa alla presenza e alla condizione dei minori stranieri in Italia, in Puglia e in Terra di Bari; abbiamo ascoltato la testimonianza di donne rumene che hanno raccontato le esperienze che hanno vissuto per venire a cercare lavoro in Italia, lasciando i loro figli, anche molto piccoli, con le gravi conseguenze già descritte sullo sviluppo psico-fisico dei bambini che subiscono l’abbandono. Con il sindacato autonomo di polizia le alunne si sono preparate a vivere le esperienze in situazione a livello umanitario in Romania, hanno approfondito le problematiche relative all’immigrazione, hanno preso visione delle leggi di ingresso in Italia per gli stranieri, degli organi e delle modalità di intervento e sostegno che le leggi prevedono in favore dei minori stranieri in Italia. Nei giorni 23 e 24 settembre 2011 hanno preso parte ai convegni e ai laboratori del Meeting “Mille giovani per la pace”, per poi partecipare il 25 settembre alla marcia per la pace che si è svolta ad Assisi.

Con il presidente del Tribunale per i minori di Bari hanno potuto comprendere meglio gli istituti per l’adozione e l’affidamento, con tutte le problematiche relative al disagio minorile. Con le suore francescane missionarie di Assisi in Romania hanno potuto vivere l’esperienza umanitaria più forte: toccare con mano e vedere la condizione dei bambini visitando e operan-

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do nella fondazione “Bambini in emergenza”, nei centri diurni e nelle casefamiglia in cui le suore accolgono e assistono i bambini rumeni abbandonati, malati di AIDS oppure che vengono da famiglie con gravi disagi socio-economici. Hanno vissuto la testimonianza delle suore missionarie che donano la loro vita per gli altri; hanno incontrato psicologi, operatori sociali, insegnanti, responsabili della Prefettura che hanno fatto loro comprendere quanto sia complesso l’intervento di aiuto ai bambini e alle loro famiglie, quanta sinergia sia necessaria per ottenere risultati apprezzabili, quanto lavoro e impegno ci vogliano.

Oggi il nostro percorso si conclude con la partecipazione al Meeting del Volontariato: vogliamo presentare il prodotto realizzato con la collaborazione, ancora una volta, del Centro di Servizio al Volontariato “San Nicola”, la mostra fotografica Tocca a me!, che ha la presunzione di comunicare, a chi vorrà visitarla, le emozioni vissute nel viaggio e i segni profondi che questo ha lasciato nelle coscienze di chi vi ha preso parte. Le parole non sono sufficienti a descrivere il vissuto di quei giorni; le ragazze dicono di non essere riuscite a trovare quelle giuste per rendere le emozioni intense e varie che hanno avvertito: così hanno voluto provare a farle comprendere con immagini, e poiché sono solo ragazze hanno voluto commentarle con frasi e brani tratti principalmente da testi di canzoni, espressione del loro mondo e del loro modo di comunicare. Oggi possiamo dire che l’obiettivo che la nostra scuola si era prefissata di raggiungere è stato colto: tutto il percorso ha provocato un cambiamento nei modi di pensare, di operare e di essere di molte alunne. Un cambiamento che auspichiamo possa essere duraturo e favorire la loro crescita come cittadine attive. Concludo ringraziando pubblicamente tutti gli enti partner del progetto, l’UNICEF di Bari, il CSV “San Nicola”, il sindacato autonomo di polizia, le suore francescane missionarie di Assisi, la congregazione delle suore francescane missionarie in Romania: voglio ringraziare i partner sia a titolo personale che a nome della dirigenza scolastica del Liceo “Fiore” di Terlizzi, Nunzia Tarantini, delle altre colleghe tutor del progetto, Raffaella Del Re e Michelina Bellapianta, e di tutte le alunne. Senza la collaborazione e il sostegno degli enti partner non sarebbe stato possibile realizzare questa straordinaria esperienza, questo lungo viaggio, che ci ha portato a visitare regioni del mondo a noi prima sconosciute, svelandocene la bellezza, ma soprattutto le regioni nascoste nei nostri animi che si sono svelate per la prima volta ai nostri occhi e al nostro cuore.

Vorrei affidare il nostro saluto alle parole di un grande giornalista del nostro tempo, scomparso pochi anni fa, Mino D’Amato, che ha speso l’ultima parte della sua vita per aiutare i bambini rumeni malati di AIDS. Queste parole ce le hanno consegnate le suore francescane in Romania e sono state

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scritte da Mino D’Amato quando, dopo un impegno estenuante, teso a superare mille ostacoli, è riuscito a realizzare la casa-famiglia della fondazione “Bambini in emergenza” a Singureni, nei pressi di Bucarest, che ancora oggi offre accoglienza, amore e cure attente ai bambini abbandonati e malati di AIDS. Così scriveva: «Care sorelle e fratelli, benvenuti a Singureni, in questa piccola utopia che sta diventando realtà. [...] Le nostre, le vostre sono esperienze di vita intrecciata a filo doppio con quelle degli ultimi e degli emarginati. Aprite il vostro cuore e raccontatele. Ogni storia di cui parlerete è come la tessera di un mosaico, un mosaico grande come la realtà della vita. Ogni storia parla sicuramente di amore ma anche delle incomprensioni, della diffidenza e delle ostilità che ci circondano. È per questo che vi sentirete ancor più vicini: sorelle e fratelli di una grande famiglia che si riunisce per stare insieme, ma anche per cercare soluzioni ai problemi dei singoli e delle comunità. Non vi stancate di cercare spunti ed esempi nelle esperienze degli altri che possono essere utili a voi e agli altri, non dobbiamo aver paura di condividere sconfitte e vittorie con sorelle e fratelli. Non abbiate paura di proporre soluzioni. Ogni storia parla certamente della cecità della burocrazia e degli ostacoli che incontrate sul vostro cammino. Ogni storia dimostra, ne sono sicuro, che non dobbiamo mai perdere la speranza, l’ottimismo, la fiducia, la fede». Con le parole di Mino D’Amato auguriamo alle nostre alunne, a tutti coloro che sono oggi presenti e a tutti quelli che offrono assistenza al prossimo, che le loro piccole utopie possano diventare realtà, grazie all’impegno profuso ogni giorno. Vi invitiamo a visitare la mostra fotografica Tocca a me! con cui speriamo di realizzare la nostra piccola utopia: dare voce a tutti i bambini del mondo.

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