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Capitolo 11
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di Anna Gatti
RESTAURO
E CONSOLIDAMENTO DEL PALAZZO MUNICIPALE
Indagini conoscitive
La conservazione di un edificio storico implica una
conoscenza approfondita e accurata del manufatto in ogni suo aspetto; qualsiasi tipo di intervento deve infatti saper calibrare le esigenze tecniche sulla base dei principi della conservazione del costruito e della memoria storica che esso rappresenta e testimonia. Il primo passo per la conservazione di un edificio di importanza storica e artistica consiste, allora, nella sua conoscenza a livello interdisciplinare per poter disporre in fase progettuale di tutte le informazioni necessarie alla sua tutela, preservandone tanto la materialità quanto la memoria storica. Dopo l'esame delle vicende storiche ed edilizie sul palazzo, si è passati all’analisi delle manifestazioni dei problemi statici o di conservazione, per poi valutare lo stato dell'edificio al momento del progettato intervento, interpretando e sovrapponendo i risultati dell'analisi condotta nel passato e nel presente, per definirne la "malattia" o, come nel nostro caso, la "vulnerabilità". La patologia è seguita dall'eziologia, uno studio
delle cause dei problemi accusati dall'edificio o che potrà accusare in seguito ad un terremoto, infine si proceduto all'avanzamento di una proposta di terapia, cioè alla stesura di un progetto di intervento vero e proprio. Ecco quindi che intervenire su un edificio, sia per restaurarlo che per mitigare il danno di un sisma, significa qualcosa di più che adottare tecniche e accorgimenti per il suo risanamento; l'intervento deve essere calato in un quadro di conoscenze che sia il più vasto possibile, andando a scavare nella storia dell'edificio per conoscerlo in profondità e in ogni suo aspetto. È risultato quindi necessario conoscere l’immobile nel sua globalità, per conoscere la sua storia passata che ci ha aiutato a capire le trasformazioni e le modifiche eseguite; è risultato poi necessario conoscere lo stato ad oggi dei materiali costituenti il palazzo e si è quindi proceduto ad un’accurata campagna diagnostica sul campo ed in laboratorio con prove chimico fisiche su materiali, martinetti piatti, indagi-
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ni endoscopiche e carotaggi. Si sono inoltre eseguite indagini stratigrafiche su tutti i soffitti e su tutte le pareti del palazzo alla ricerca di vecchi elementi pittorici coperti negli anni scoprendo che parte dei locali del primo piano presentavano, sotto lo strato superficiale di pittura, dei decori risalenti alla riedificazione del 1901; si è sicuri di questa datazio-
ne in quanto le prove chimiche e fisiche hanno stabilito che tutti gli intonaci sono stati rifatti durante i lavori post-terremoto. Risulta scontato che, dove le indagini stratigrafiche hanno evidenziato la presenza di elementi pittorici, è stato previsto nel progetto un intervento eseguito da restauratore di discialbo delle ridipintature recenti ed il restauro delle parti decorate.
Intenti progettuali 325. Il consolidamento dei muri mediante iniezioni di malta di calce. Foto Techne.
Il progetto di intervento sul palazzo ha avuto un ca-
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rettere del tutto conservativo affiancandovi l’obbiettivo di migliorare l’immobile dal punto di vista sismico, cioè rendere la fabbrica in grado di sostenere una spinta orizzontale limitando le deformazioni. Infatti la parte strutturale messa in opera a questo scopo non è visibile né dall’interno né dall’esterno dell’edificio in quanto gli interventi hanno previsto l’irrigidimento a livello dei solai, coperti poi dai pavimenti, e l’inserimento di tiranti nelle murature principali: in questo modo si ottiene una buona reversibilità e conservazione dell’immobile esistente, condizione cardine del miglioramento antisismico su palazzi storici.
Interventi di conservazione e restauro
Tutti gli interventi hanno assolto lo scopo di riqua-
lificazione conservativa e riabilitazione funzionale del palazzo danneggiato dal terremoto del 24 novembre. Il quadro fessurativo presente nell’edificio era interamente riconducibile alle conseguenze del terremoto, non essendo visibili lesioni precedenti al sisma stesso. Si descrivono sinteticamente i danneggiamenti visibili subiti dal fabbricato: - fessurazioni con andamento diagonale o verti-
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cale presenti nella maggior parte dei muri trasversali; - sconnessione tra i muri trasversali e quellii longitudinali, soprattutto quello della facciata a lago; - sconnessione (e conseguente rotazione e spostamento verso l'esterno) del muro longitudinale della facciata a lago rispetto ai solai del secondo piano e del sottotetto. Le fessurazioni nei muri erano di ampiezza maggiore e più diffuse dal piano primo al sottotetto; dal piano terra al primo piano, e soprattutto nella parte
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ricostruita nei primi del Novecento, i muri evidenziavano danneggiamenti minori. I danni maggiori erano localizzati nei muri che hanno subito rimaneggiamenti per apertura o tamponamento di varchi o nicchie, e in quelli di minore consistenza per spessore e/o caratteristiche meccaniche. I solai esistenti, soprattutto quelli del piano secondo e del sottotetto, essendo realizzati con travetti e assiti lignei, non erano stati in grado di ripartire le azioni sismiche orizzontali sui muri più resistenti e di collegare adeguatamente i muri tra loro per realizzare un comportamento scatolare. Trattandosi di un edificio che è parte del patrimonio architettonico-monumentale da conservare, l'obiettivo del progetto è stato quello di riabilitare l'organismo strutturale e di migliorarne le capacità di resistenza al sisma mediante interventi compatibili con un restauro conservativo e che non producessero sostanziali modifiche del comportamento strutturale globale e dei carichi in fondazione. Il rinvenimento di pellicole pittoriche (affreschi e decorazioni) sulle pareti e sui soffitti di gran parte del piano primo non consentiva interventi di riparazione e di consolidamento delle murature mediante applicazione di lastre in calcestruzzo armato con reti metalliche elettrosaldate; la conservazione dei livelli dei pavimenti esistenti non permetteva il consolidamento dei solai con applicazione di solette in calcestruzzo armato. Conseguentemente, gli interventi strutturali hanno previsto il rinforzo dei muri mediante iniezioni semplici ed armate interventi di cuci-scuci, la realizzazione di incatenamenti dei muri ortogonali mediante tiranti interni e/o aderenti, il collegamento discreto delle murature ai solai e l'irrigidimento di questi nel loro piano con interventi di tipo reversibile. Il solaio di sottotetto è stato rinforzato nel piano orizzontale e verticale mediante il getto di una solettina in cemento armato resa solidale al solaio ligneo esistente e collegata ai cordoli in cemento armato correnti lungo la sommità dei muri e ad essi ammorsati. Mediante questi interventi si è perseguito anche un miglioramento del comportamento antisismico,
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la cui entità è stata controllata con analisi strutturali; indicativamente, l'obiettivo era un livello di miglioramento che fosse almeno pari al 50% dell'adeguamento previsto dalla normativa sismica vigente (D.M. 16 gennaio 1996). In relazione alla definizione degli interventi necessari sulle fondazioni, è stata condotta una ricostruzione storica sulle modalità costruttive delle stesse, una indagine preliminare a campione mediante scavi ed una indagine geologico-geotecnica con sondaggi e prove penetrometriche. Si è accertato che prima del terremoto non risultavano in atto fenomeni apprezzabili di dissesto di alcun genere e che anche col sisma le fondazioni non hanno subito dissesti visibili, che le dimensioni e le caratteristiche costruttive non appaiono inadeguate alla natura del terreno su cui poggia l’edificio. A margine del portico verso lago si è manifestato uno spostamento della pavimentazione che non è risultata aver interessato le fondazioni del fabbricato; cautelativamente, è stato però messo in opera un inclinometro per controllare eventuali spostamenti degli strati di terreno più superficiali. Poiché il terreno su cui appoggia il fabbricato è protetto da una coltre di detriti che subisce l'azione
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326. L’irrigidimento nel piano orizzontale dei solai esistenti mediante reticolari con piatti d’acciaio. Foto Ufficio Tecnico comunale.
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327. Fase di restauro del capitello di una colonna esterna del palazzo municipale. Foto Ufficio Tecnico comunale.
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dell'acqua del lago, è stata valutata l'opportunità di realizzare un'opera di difesa sommersa ed esterna al fabbricato, che contrasti gli effetti di subsidenza ed eserciti un'azione di confinamento del masso di terreno fondazionale, senza impedire la circolazione dell'acqua da monte a lago. In base alle prime risultanze dei sondaggi e in accordo con il parere del geologo, si è ritenuto di non intervenire direttamente sulle fondazioni poiché la costruzione non ha manifestato apprezzabili dissesti che si possano attribuire a cedimenti delle fondazioni avvenuti prima e dopo il terremoto del 2004 e quindi non è risultato indispensabile modificare l’apparato fondazionale. La campagna diagnostica preliminare è stata mirata alla caratterizzazione dei materiali; si sono eseguiti carotaggi, riprese endoscopiche, analisi al microscopio e prove con martinetti piatti. I carotaggi sulle murature e le riprese endoscopiche hanno fornito una descrizione macroscopica del materiale estratto; mediante analisi al microscopio su un adeguato numero di prelievi si sono caratterizzate malte, intonaci, mattoni, pietre, marmi, essen-
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ze legnose. Le prove con martinetti piatti hanno fornito dati relativi alla compressione esistente nella muratura, al modulo elastico verticale, alla tensione di prima fessurazione e di collasso. A seguito delle risultanze dei carotaggi e delle prove con martinetti piatti si sono eseguite prove ultrasoniche prima e dopo le iniezioni nelle murature; le stesse prove sono state eseguite anche dopo il consolidamento delle murature. Per avere un rilevamento di eventuali movimenti della facciata a lago, è stato approntato un rilievo di spostamenti con inclinometri di precisione, a partire dall'inizio dei lavori fino a dodici mesi dalla loro ultimazione. I dati forniti dalle indagini sono stati utilizzati per stabilire i parametri delle murature che intervengono nell'analisi numerica e per verificare la compatibilità dei materiali impiegati con le murature e gli intonaci esistenti. Le strutture lignee sono state indagate per verificarne il grado di conservazione e le sollecitazioni ammissibili. Dai primi rilievi eseguiti a campione sono risultate esistenti principalmente due tipi di murature: nella parte di fabbricato più recente la muratura appare mista di mattoni e pietre di forma regolare e con una orditura ben organizzata; nella parte più antica del fabbricato la muratura è più eterogenea, con mattoni, pietre di forma irregolare, anche arrotondata e di dimensioni variegate. Il restauratore è intervenuto in una prima fase per mettere in sicurezza le pellicole pittoriche ed eseguire le micro iniezioni di consolidamento. Successivamente sono state eseguite le iniezioni di calce idraulica su tutte le murature senza rimuovere gli intonaci; le lesioni di maggiore ampiezza sono riparate con la tecnica cuci-scuci. Con questi provvedimenti si è ottenuto il consolidamento della muratura e la saturazione delle lesioni. È stata attuata anche una bonifica delle murature con mattoni pieni a risarcimento delle canne fumarie e delle aperture tamponate con blocchi forati, oltre ad un riordino delle canalizzazioni impiantistiche. Dopo aver consolidato le murature sono state eseguite le perforazioni per l'inserimento dei tiranti in-
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terni, che costituiscono il presidio principale rispetto alla sconnessione delle murature e sono indispensabili dove mancano i solai intermedi. Si è deciso di intervenire a livello di tutti i solai utilizzando una sonda diamantata a sola rotazione ( diametro circa 70 mm) con recupero del liquido di raffreddamento. I tiranti sono in barre filettate di acciaio ad alta resistenza (barre Dywidag), complete di manicotti di giunzione e dadi conici di tesatura. Le piastre di ancoraggio aderiscono ai muri in sedi preparate perpendicolari all'asse del tirante. l chiavistelli sono incassati nel fronte a lago e sono in vista nel prospetto a monte. Le iniezioni a bassa pressione dei tiranti sono state eseguite con cemento pozzolanico opportunamente fluidificato e compatibile con le pietre, i laterizi e le malte esistenti. Dove non è stato possibile eseguire perforazioni interne ai muri, sono stati disposti tiranti esterni in aderenza ai muri, agli estradossi dei solai di piano primo e secondo. Lungo il perimetro dei solai sono stati realizzati collegamenti fra i muri, i solai e i tiranti esterni. Si sono impiegati manufatti in carpenteria metallica opportunamente progettati, inghisati nelle murature e avvitati nell'assito e nei travetti dei solai. A questi inserti metallici sono stati saldati i tiranti esterni e gli elementi metallici di una reticolare nel piano del solaio. Il terzo solaio, di sottotetto, è stato consolidato con il getto di una lastra in calcestruzzo armato resa solidale con il solaio ligneo e collegata ai cordoli ammorsati nei muri con barre ancorate in fori verticali. Gli elementi in legno del tetto sono stati oggetto di manutenzione conservativa, con rinforzo dei collegamenti e sostituzione dei componenti ammalorati, avendo cura di eliminare qualsiasi spinta e di irrigidire l'orditura del tetto mediante l'assito. Nelle intersezioni dei muri sono state eseguite iniezioni armate (chiodature); mediante perforazioni realizzate dall’esterno del fabbricato verso il basso e incrociate si sono inserite nei muri barre di acciaio iniettate con cemento pozzolanico. Questi collegamenti sono stati eseguiti in tre posizioni intermedie fra il piano terra e il primo piano, in due posizioni intermedie fra il primo e il secondo e fra il secondo e il terzo solaio. Gli intonaci, sia esterni che interni, sono stati le-
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vati completamente tranne quelli dove si trovavano delle decorazioni che sono state opportunamente discialbate dai restauratori; si è proceduto al rifacimento degli intonaci rispettando gli spessori originali per poi eseguire le opere di decorazione. È stato messo in atto un intervento di pulizia dei marmi esterni, delle colonne del portico e dei marmi delle finestre mediante sabbiatura jos e un restauro delle parti ammalorate e degli infissi recuperandoli il piu possibile ed andando a sostituire quelli in alluminio posati negli anni. Le pavimentazioni in legno originali del 1905 sono state recuperate, catalogate e restaurate, per essere poi riposate, mentre le pavimentazioni di pregio (marmo, marmette ecc.) non sono state toccate ma salvaguardate; sono stati invece sostituiti i pavimenti in legno di recente fattura con nuove pavimentazioni sempre in legno, delle stesse essenze di quelle recuperate e restaurate. A livello architettonico non vi sono state modifiche dei prospetti, delle piante o delle altezze; le partiture dei locali hanno mantenuto le loro dimensioni originali, ed è stata riportata alla sua vecchia partitura la zona che era adibita ad appartamento del custode che, negli anni ’60, era stata divisa con tramezze a creare un appartamento nella zona est del piano secondo, riproponendo invece al secondo livello l’atrio presente nel piano primo.
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328. Il cordolo perimetrale tra i muri, il tetto e il sottotetto, il rinforzo e l’irrigidimento del solaio ligneo del sottotetto. Foto Techne.
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329. La nuova sala della Giunta municipale, già sede di Segreteria e del Demanio lacuale: in alto il restaurato soffitto ligneo e, sullo sfondo, un dipinto di Andrea Bertanza. Foto S&B trade promotion. 330. Il corridoio di accesso al nuovo Ufficio Tecnico comunale ricavato all’ultimo piano del palazzo municipale dove prima si trovava l’appartamento del custode. Il pavimento in resina, gettato in opera su soletta collaborante, è stato seminato con inserti di botticino e madreperla. Foto S&B trade promotion.
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329 331. La sala dei Provveditori restaurata. Foto S&B trade promotion. 332. La nuova sala d’attesa: è stata ricavata su indicazione della Soprintendenza di Brescia, laddove precedentemente pannelli e controsoffittature del vecchio Ufficio Protocollo e Commercio celavano la bellezza dei fregi, ora messi in luce; a sinistra il busto di Iacopo Bonfadio, nativo di Gazzane e letterato del Cinquecento. Foto S&B trade promotion.
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333. Corridoio principale che, dallo scalone d’ingresso, porta alla sala del Consiglio comunale: a destra gli uffici di Segreteria e del Sindaco. Foto S&B trade promotion. 330
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