carlo c. montani
Rapporto marmo e pietre nel mondo XXII Report world marble and stones
Euro 38,00
carlo c. montani
XXII Rapporto marmo e pietre nel mondo
2011
world marble and stones
XXII Report
L’Editore ringrazia gli Enti patrocinatori della presente pubblicazione
PROVINCIA DI LUCCA
PROVINCIA DI MASSA-CARRARA Decorata di Medaglia d’Oro al V.M.
COMUNE DI CASTELNUOVO MAGRA
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Decorato di Medaglia d’Oro al Merito Civile
COMUNE DI FIVIZZANO
Distretto lapiDeo carrara
© 2011 Aldus Casa di Edizioni in Carrara Tutti i diritti riservati Carlo C. Montani XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011 XXII World Marble and Stones Report 2011 Progetto editoriale Daniele Canali Traduzione di Gabriel Stohrer La riproduzione è consentita per utilizzi didattici o scientifici
PROVINCIA DELLA SPEZIA
COMUNE DI MONTIGNOSO
COMUNE DI PIAZZA AL SERCHIO
COMUNE DI PIETRASANTA
COMUNE DI MINUCCIANO
carlo c. montani
XXII RappoRto
2011
maRmo e pIetRe nel mondo
woRld maRble and stones
XXII RepoRt
Casa di Edizioni in Carrara
Prefazione
La rilevanza economica e sociale del settore lapideo, con particolare riguardo alle attività di estrazione e lavorazione di marmi e pietre affini, è certamente indiscussa. Basti rammentare che già dal 1964, nel Congresso internazionale di Firenze con cui venne costituita la Federazione europea di settore, fu sottolineata l’idoneità del comparto ad avviare politiche di sviluppo, ribadita una dozzina d’anni più tardi a cura dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Oggi, nelle cave, nelle segherie e nei cantieri di trasformazione industriale ed artigiana del mondo parecchi milioni di persone affermano la dignità di un lavoro millenario, reso più agevole e funzionale dal progresso tecnico, ma tuttora propenso ad esaltare le doti di fantasia e di creatività tipiche di ogni buon marmista. In tale ottica, è logico dedicare a marmi e pietre le specifiche attenzioni di questo Rapporto, confortato da una lunga espe-
rienza e da apprezzamenti diffusi del momento istituzionale e di quello operativo. Il contributo lapideo alla crescita economica globale, accresciuto da quello di un indotto molto vivace sia nella produzione e distribuzione di tecnologie, sia nei servizi, si giova di un interscambio che con lo scorrere degli anni è diventato sempre più importante, anche alla luce di trasporti funzionali e veloci. Non a caso, l’impiego maggioritario si riferisce a materiali estratti e spesso, anche lavorati in Paesi diversi da quello di posa in opera: ecco un buon motivo in più per dedicare alle relazioni internazionali del settore un’attenzione tradizionalmente prioritaria. Il trend di sviluppo di marmi e pietre, che nell’ultimo ventennio è stato sostanzialmente costante, talvolta con accelerazioni quasi impetuose, ha fatto registrare una forte inversione di tendenza nel corso del 2009, innescata da una crisi mondiale che per dimensioni e diffusione è stata
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assimilata a quella del 1929. Le conseguenze negative sono tuttora presenti nel ciclo, soprattutto in alcuni Paesi maturi, ma nell’economia globale la capacità reattiva si è tradotta in consuntivi di segno positivo estesi alla maggior parte dei casi, ed in un recupero dell’interscambio che lo ha condotto al nuovo massimo. In altri termini, nonostante il carattere non sempre rigido della domanda lapidea, legata in misura prevalente all’edilizia, il comparto ha dimostrato di poter fronteggiare una fase assai difficile del-
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la congiuntura con risultati mediamente positivi, resi perseguibili dalla qualità naturale di una materia prima compatibile con l’ambiente; dalla duttilità della sua organizzazione tecnologica; e non ultimo, dalle attenzioni delle imprese per una moderna strategia di investimenti. I problemi sono lontani dall’essere risolti, ma la consapevolezza di poterli affrontare con strumenti idonei, anche dal punto di vista informativo, costituisce un ragionevole motivo di rinnovata fiducia.
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1. Congiuntura mondiale Il prodotto lordo mondiale, dopo avere scontato il ristagno congiunturale dell’ultimo biennio, assomma a circa 58 mila miliardi di dollari, con un ragguaglio pro-capite di oltre 8.500 dollari in ragione annua (tav. 1). Nei primi nove Paesi si concentrano tre quinti della somma complessiva, mentre i tre leader, tutti extra-europei, ne esprimono oltre un terzo; il fatto nuovo più significativo è costituito dal recente sorpasso della Cina ai danni del Giappone, retrocesso in terza posizione. Gli Stati Uniti restano saldamente al comando della graduatoria, ma è stato calcolato che, laddove si iterassero i consuntivi attuali, sarebbe sufficiente un trentennio per giungere al primato cinese. Le variazioni annuali del PIL durante l’ultimo quinquennio mettono in evidenza, per quanto si riferisce all’Europa, una crescita generalizzata nel 2006-2007, le prime av-
visaglie critiche nel 2008, ed un regresso altrettanto omogeneo nel 2009, seguito da un recupero parziale nel 2010, a cui non hanno partecipato Grecia e Portogallo, dove il consuntivo ha fatto registrare un ulteriore peggioramento (tav. 2). È logico che gli investimenti ne abbiano risentito negativamente, sia nell’adeguamento impiantistico, sia nelle innovazioni, dove la battuta d’arresto è stata più forte. Del resto, i capitali destinati a ricerca e sviluppo manifestano da parecchi anni, non soltanto in Europa, una tendenza vischiosa: l’analisi di lungo periodo relativa ai maggiori Paesi industriali dimostra che soltanto in Cina si è avuta una crescita importante di questi investimenti trainanti, pari al 13 per cento in ragione annua, mentre in Italia ed in Germania è stata di un solo punto (tav. 3) con una quota specifica del PIL italiano che resta fra le più basse. Quanto al Regno Unito ed alla Francia, si è dovuta registrare una pur
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contenuta contrazione. La politica del credito è riuscita a fronteggiare soltanto parzialmente i fabbisogni produttivi. I costi della raccolta sono diminuiti con rapide progressioni nel corso del biennio, soprattutto nell’area dell’euro, pur conservando un forte differenziale negativo rispetto a quelle del dollaro e dello yen (tav. 4), ma i mezzi finanziari disponibili si sono tradotti in maggiori liquidità del sistema, anche per la strategia prudenziale di molte imprese, in specie nei Paesi più coinvolti dalla crisi. Il ristagno dei consumi, reso più apprezzabile dall’aumento della disoccupazione, ha fatto il resto. Questi fenomeni hanno interessato in modo evidente le economie occidentali, con la sola eccezione dell’Australia, dove il PIL è riuscito a crescere sia pure marginalmente anche nel 2009, mentre quelle dei Paesi in via di sviluppo, pur non essendone totalmente immuni, hanno continuato a progredire. A parte il caso emblematico della Cina, aumenti di particolare consistenza si sono avuti in India ed in altri Paesi del sud-est asiatico, il cui ruolo protagonista ha finito per essere esaltato dalla bassa congiuntura degli Stati Uniti e dell’Europa. Fra le ragioni che hanno reso meno agevole l’azione anticiclica emerge, sostanzialmente dovunque, la maggiore incidenza del debito pubblico consolidato sul prodotto lordo d’esercizio, speculare
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ad un’imposizione fiscale ugualmente in aumento. Spunti positivi sono derivati, invece, dal contenimento del costo energetico indotto dalla domanda riflessiva, ma comunque insufficiente ad avviare un volano di sviluppo valido per tutti, nonostante la minore conflittualità sindacale in parecchi Paesi industriali. È naturale che i settori maggiormente coinvolti dal ristagno congiunturale siano stati quelli caratterizzati dalle potenzialità più significative di rinvio o di posticipazione programmata degli investimenti, a cominciare dall’edilizia, con riguardo prioritario a quella residenziale, mentre le opere pubbliche, se non altro alla luce del ruolo complementare di intervento pubblico in chiave correttiva, hanno ascritto conseguenze relativamente contenute.
2. Attività edilizia Il consuntivo mondiale dell’edilizia mette in evidenza, per il 2010, un decremento più accentuato di quello avutosi nell’anno precedente, anche se in alcuni Paesi, quali Giappone, Francia, Germania e Russia si sono registrati consuntivi in ripresa (tav. 5). Ciò si deve ad un intervallo fisiologico che ritarda gli effetti settoriali della congiuntura negativa per la prosecuzione dei lavori nei cantieri già aperti, ed in misura notevole, anche ad un primo regresso della Cina, dove le nuove abitazioni residenziali costruite nell’esercizio sono
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tornate ai livelli del 2006 e del 2007. In periodo lungo sono pochi i Paesi che hanno chiuso con un bilancio positivo: oltre alla stessa Cina, ciò riguarda, nell’ordine, Turchia, Russia, Corea del Sud e Polonia (tav. 6). Mediamente, si rileva una flessione complessiva del 13 per cento nei confronti del 2004. Il caso della Cina, che appare determinante per la forte consistenza delle cifre assolute (quasi cinque milioni di nuove abitazioni in ragione annua), deve essere approfondito con riguardo prioritario agli investimenti, che risultano in crescita consolidata anche nel 2010, diversamente dal volume di unità costruite, ascrivendo un aumento del 12,1 per cento, omogeneo a quelli, tutti a due cifre, che si erano avuti nel quinquennio precedente (tav. 7). Poiché gli investimenti riguardano l’intero ventaglio dell’attività edilizia, è logico presumere che ciò si debba alla maggiore consistenza delle opere pubbliche e dell’edilizia non residenziale, e naturalmente, ad una qualità migliore. Si deve aggiungere che nessun Paese può vantare investimenti così elevati, oltre che continuativi, come quelli della Cina: soltanto l’India è in grado di competere, sia pure in posizione subordinata. Comunque, nel 2010 si sono registrati consistenti recuperi, nell’ordine, anche in Olanda (grazie ad un forte contributo di lavori pubblici), ed a seguire, in Canada, Stati Uniti, Australia, Russia e Brasile. Dopo il ristagno dell’anno precedente,
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la reattività più significativa si è manifestata a livello extra-europeo, mentre nel vecchio Continente permangono sacche critiche talvolta vistose, come in Spagna, dove è maturato un calo di dieci punti, o sostanzialmente croniche come in Italia, dove il regresso dura da quattro anni. A livello continentale, l’andamento degli investimenti edili premia soprattutto l’Asia e l’America latina, dove la crescita del 2010 è stata superiore ai cinque punti, mentre il Nord America ha messo a segno, dopo il crollo del 2008 e del 2009, una ripresa del 4,3 per cento, ancora lontana dai massimi storici, ma pur sempre considerevole. Al contrario, la congiuntura resta deficitaria in Europa, con una flessione di quasi due punti che si aggiunge alla perdita del 9,3 per cento avutasi l’anno prima; e con un’occupazione edile che dopo le contrazioni dell’1,8 per cento nel 2008 e del 6,7 nel 2009, si è ridotta di un ulteriore 1,3 per cento anche nel 2010. È naturale che gli effetti di questi consuntivi siano stati avvertiti non tanto nella tipologia delle costruzioni che continua ad essere qualitativamente competitiva in tutti i Paesi sviluppati, in specie per l’edilizia residenziale di livello, quanto nel volume di consumo dei materiali d’impiego strutturale, ed a più forte ragione da finitura: le conseguenze più penalizzanti sono state avvertite dai manufatti destinati prevalentemente a mercati puntiformi, od al massimo dalle dimensioni macro-regionali, mentre si sono difesi meglio quelli
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capaci di sopportare l’onere di trasporti ad ampio raggio, quali marmi e pietre, compatibilmente coi relativi costi. Ciò vale, a più forte ragione, per le tipologie che siano in grado di contare su consumi alternativi collaterali a quelli nell’edilizia e sulla capacità di soddisfare una domanda di alta qualità a prezzi competitivi.
3. Costo della manodopera e questioni del lavoro La dinamica dei costi sfugge ad una rilevazione mondiale omogenea, fatta eccezione per quello del lavoro, che d’altra parte costituisce un onere tuttora importante per il settore lapideo. Al riguardo, l’andamento dell’ultimo biennio, almeno per quanto concerne l’Europa, pone in evidenza che la crisi congiunturale ha avuto un’incidenza circoscritta, tanto che nella media dei 27 Paesi membri si sono avuti aumenti sia pure contenuti, tanto nel 2009 quanto nel 2010, con una progressione sostanzialmente analoga nell’industria, nell’attività costruttiva e nei servizi (tav. 8). L’andamento è piuttosto diverso da un Paese all’altro, con escursioni di segno negativo talvolta rilevanti ma limitate ad un numero minoritario di Paesi tra cui emergono, per l’ampiezza del fenomeno, quelle rilevate in Grecia nel 2010, dopo le variazioni positive massime che si erano
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avute nell’anno precedente. In genere, le economie mature sono interessate ad oscillazioni contenute, da porre in rapporto anche ad un aumento generalizzato della disoccupazione (più accentuato in Spagna), mentre in alcuni Paesi dell’Europa orientale il recupero di salari meno lontani dalle medie occidentali è proseguito con progressioni talvolta vistose, come in Bulgaria ed in Romania. Il costo della manodopera è una variabile che si coniuga in modo significativo con le condizioni di lavoro. A questo riguardo, è utile sottolineare che proprio nel 2010 è stato messo a punto il codice di condotta predisposto dal “Working Group in Sustainable Natural Stone” (con sede in Olanda) che aspira a diventare una normativa di riferimento mondiale per il comparto lapideo: tra le direttive più importanti vanno ricordate quelle contro il lavoro forzato e l’occupazione di manodopera infantile, e quelle che propongono l’assenza di ogni forma discriminatoria tra i lavoratori, la necessità di salari idonei a permettere condizioni sufficienti di vita civile nell’ambito di un orario congruo e di condizioni atte a tutelare la sicurezza e la salute delle maestranze, per finire con l’obbligo di un contratto legalmente valido. In realtà, come è emerso dal II Congresso mondiale della Pietra, svoltosi ad Alicante nel marzo 2010, esistono tuttora Paesi anche importanti in cui, per fare un esempio, la pratica del lavoro minorile è tutto-
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ra diffusa, cosa che induce conseguenze significative non solo per l’inosservanza di alcuni diritti fondamentali riconosciuti in sede internazionale, ma anche per gli effetti economici a danno dei Paesi sviluppati, rivenienti dalla maggiore competitività “discriminatoria” dei costi altrui. Nel corso del 2010 l’esigenza, avvertita ormai da tempo, di costituire un Soggetto di rappresentanza imprenditoriale idoneo ad affrontare i problemi mondiali del comparto, non solo a livello tecnico e promozionale, ma anche nell’ambito normativo, ha trovato un primo seguito concreto con la costituzione della “World Natural Stone Association” che ha avuto luogo in ottobre, durante la fiera di Verona, con l’intervento, tra gli altri, di importanti Paesi africani, asiatici e sudamericani quali Egitto, India e Brasile. È quindi auspicabile che l’avviamento di un dialogo ai livelli internazionali di competenza possa consentire un approccio moderno ai problemi del lavoro, anche nel perseguimento di quella “rivalutazione psicologica del mestiere” la cui esigenza era stata espressa sin dal Congresso del 1964 che vide sorgere la prima Federazione dell’industria marmifera europea.
4. Produzione lapidea globale La stasi dell’ultimo triennio, culminata nel pur contenuto regresso di estrazione e trasformazione ascritto nel 2009, è sta-
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ta prontamente superata grazie alla ripresa della domanda, e nello stesso tempo, grazie alla necessità di salvaguardare la competitività dei costi unitari attraverso un utilizzo degli impianti per quanto possibile ottimale, sia pure al prezzo di margini ulteriormente rastremati. Il volume di materiali lapidei estratti, al netto degli scarti di cava, la cui consistenza rimane un problema strategico di fondo, è pervenuto ad oltre 41 milioni di metri cubi, cui corrispondono circa 112 milioni di tonnellate (tav. 9), con un aumento di oltre sei punti che deve ritenersi assai positivo, laddove si tengano in considerazione i fattori critici tuttora presenti nel sistema e la risposta tuttora parziale di alcuni mercati domestici. La ripartizione merceologica della produzione ha visto un ulteriore recupero dei materiali calcarei, attestati intorno a tre quinti del totale (tav. 10). In passato, si erano avuti alcuni incrementi annuali notevolmente più alti, l’ultimo dei quali si era manifestato quattro anni or sono. Ora, il ritorno ad un gradiente di sviluppo non lontano dalla media di lungo periodo relativa all’ultimo ventennio fa presumere che l’evoluzione della congiuntura a breve e medio termine possa essere nuovamente positiva. I massimi Paesi produttori continuano a governare l’economia di settore ed a consolidare le proprie posizioni di leadership. Ciò vale soprattutto per Cina, India e Turchia, che occupano i primi posti
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della graduatoria mondiale ed esprimono un volume pari a metà della produzione planetaria, mentre l’Italia è retrocessa al quinto posto, con un’incidenza nell’ordine dei sette punti percentuali (tav. 11). Dal punto di vista geografico, la tradizionale preminenza dell’Asia ha trovato una conferma scontata nel consuntivo del 2010, grazie all’apporto dei Paesi leader (tav. 12), cui si sono aggiunte, assieme all’Iran, diverse realtà emergenti come Oman, Giordania e Vietnam, senza dire delle vecchie “tigri” Indonesia e Thailandia che sembrano aver superato il momento di congiuntura precaria da cui erano state condizionate. Qualche segnale reattivo è stato manifestato dall’Europa, e soprattutto dall’America Latina, mentre l’Africa è rimasta in posizione di retroguardia, fatta eccezione per la buona conferma di Egitto e Sudafrica. Nel Vecchio Continente le opportunità migliori in campo produttivo sono state conseguite da Grecia, Portogallo e Spagna: paradossalmente, i Paesi che hanno maggiormente sofferto per difficoltà economiche di carattere generale e che hanno trovato nel lapideo un’occasione anticiclica già sperimentata in passato. L’Italia, dal canto suo, ha potuto confermare il tradizionale primato europeo, con un terzo dell’intera produzione comunitaria (tav. 13). In Europa si ravvisa il medesimo fenomeno di concentrazione riscontrabile a livello mondiale. Infatti, i primi cinque
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Paesi produttori (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Francia), che sono i soli a poter contare su volumi estratti superiori al milione di tonnellate in ragione annua, hanno espresso i quattro quinti della produzione, mentre altri dieci non superano la quota di 100 mila tonnellate. Resta da accennare alla produzione di manufatti, che a livello mondiale è pervenuta a 1,22 miliardi di metri quadrati equivalenti, riferiti allo spessore convenzionale di cm. 2, ed articolati in circa tre quarti di destinazioni all’edilizia, con una quota a saldo costituita da altri usi, guidati dalla funeraria e dall’arredo urbano (tav. 14). L’incremento, omogeneo a quello dell’escavazione, si è tradotto in una maggiore offerta nell’ordine degli 80 milioni di metri quadrati. Nel lungo periodo le variazioni più importanti hanno avuto riguardo alla minore incidenza ponderale dei pavimenti e dei rivestimenti esterni ed alla forte ascesa dei lavori speciali resa possibile dalle tecnologie avanzate e dall’interesse del mercato per impieghi di successo anche nelle manutenzioni straordinarie e nelle ristrutturazioni, come i piani da cucina e la finitura dei bagni.
5. Stato dell’arte La crisi del 2009, come spesso accade nelle epoche di transizione, non è stata inutile, perché ha promosso nuove
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ricerche in campo tecnologico rivolte a contenere l’aumento naturale dei costi di produzione e subordinatamente a promuovere ulteriori progressi nell’ambito qualitativo. Ciò, sia nella fase estrattiva, sia in quella trasformatrice. Considerazioni analoghe valgono per il grande tema della sicurezza, dove i lavori del CEN TC 151 sono finalizzati a perseguire importanti avanzamenti nella normativa di riferimento, riguardante diverse tipologie di macchine. Nella tematica di cava, il sistema di perforazione multipla e quello del taglio a filo (con parecchie decine di unità seganti parallele) sono stati oggetto di migliorie che hanno permesso di razionalizzare tempi e metodi di lavoro e di potenziare produttività e rendimenti, anche attraverso la riduzione degli scarti. A valle, i progressi dell’automazione nelle lavorazioni speciali, anche con l’ausilio della robotica, si sono tradotti in una nuova tappa verso la reale industrializzazione massiva del settore. Nella fattispecie, sono da segnalare i processi automatici di stuccatura e resinatura, con programmazione preventiva della miscela ed essiccazione rapida; la produzione di pezzi a spessore ultra-sottile, che si giova di utili integrazioni con la stessa resinatura e persegue obiettivi di competitività nel peso unitario dei manufatti; l’utilizzo della marcatura di garanzia come strumento contrattualmente significativo. La ricerca di una qualità sempre più
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competitiva non si è limitata al contesto strettamente tecnico, essendosi estesa alla cura dell’accompagnamento cromatico attraverso il controllo computerizzato del prodotto con esclusione dei manufatti fuori tolleranza. Il mondo produttivo si è posto in termini sempre più vincolanti il problema della qualità totale subordinando alla sua soluzione, se non altro a livello leader, le opzioni in materia di investimenti, compatibilmente con le strozzature finanziarie rese più forti dalla congiuntura difficile. Questo obiettivo, sia pure tendenziale, ha acquisito un carattere di base perché il convincimento della sua effettiva perseguibilità è diventato patrimonio comune di produttori ed utilizzatori. La variabile in grado di fare la differenza, alla luce dello stato dell’arte, è proprio la qualità, dato che non esistono questioni pregiudizialmente insolubili di tipo fisicomeccanico o fisico-chimico, senza dire che le dotazioni impiantistiche, a cominciare da quelle di segheria per finire alle lavorazioni speciali, sono funzionalmente duttili e si possono gestire in base alle esigenze di ciascun materiale e di ogni grado di processo. In queste condizioni, lo stato dell’arte diventa un elemento importante anche nella scelta delle politiche commerciali e distributive e nella determinazione dei flussi d’interscambio, dove il valore aggiunto è tanto più avanzato, in quanto esistano un’offerta tecnicamente e quali-
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tativamente valida, e una domanda capace di apprezzare il valore di un prodotto destinato a soddisfare elevate esigenze funzionali e decorative. Ciò significa che nelle valutazioni d’acquisto diventano sempre più importanti fattori complementari come la politica di servizio, intesa quale documentazione esauriente, puntualità nelle consegne, supporti professionali, lavori effettuati. Anche per questo, le economie mature sono in grado di consolidare i risultati conseguiti, mentre quelle in via di sviluppo debbono confrontarsi con problemi di ottimizzazione qualitativa e quindi, di adeguati investimenti.
6. Evoluzione dell’interscambio Il momento in cui la ripresa complessiva del 2010 ha trovato espressione più evidente è quello della distribuzione internazionale, dove sono stati recuperati i regressi precedenti, non senza raggiungere un nuovo massimo storico particolarmente significativo, attraverso un’ampia modifica strutturale che ha privilegiato il movimento dei grezzi. Il modello input-output, assunto a base della rilevazione incrociata secondo i criteri illustrati in appendice, pone in evidenza come i calcarei grezzi (blocchi e lastre a piano di sega) siano stati oggetto di scambio per 13,3 milioni di tonnellate (tav. 15), con un aumento del 40,9 per
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cento che è il più alto dell’ultimo ventennio. I silicei grezzi, invece, hanno visto un flusso dell’export e dell’import pari a 10,5 milioni di tonnellate (tav. 16), con un aumento del 18,2 per cento, anch’esso molto soddisfacente, ed intorno ai massimi del periodo. La media dell’incremento grezzo è stata del 29,8 per cento, mentre quella dei lavorati si è attestata su circa nove punti. Più specificamente, i lavorati semplici hanno indotto movimenti per 3,3 milioni di tonnellate (tav. 17) e ad una crescita dell’ 1,2 per cento; i lavorati speciali, che costituiscono il punto di forza del comparto, specialmente in valore, hanno chiuso l’esercizio con scambi per 20 milioni di tonnellate (tav. 18) ed un incremento del 10 per cento; l’ardesia ha fatto registrare spedizioni internazionali per 1,3 milioni di tonnellate (tav. 19) ed un aumento del 5,1 per cento. In pratica, tutte le voci sono in crescita, con una cifra finale di consuntivo pari a 48,5 milioni di tonnellate (tav. 20), in aumento del 18,1 per cento rispetto al 2009: il più alto degli ultimi 16 anni. La movimentazione, al netto della quota di scarto calcolata sulla movimentazione grezza, ha interessato 716 milioni di metri quadrati equivalenti, in aumento del 15,4 per cento. Il grezzo ha recuperato quasi cinque punti portandosi al 49,2 per cento del totale e tornando ai livelli del 1999. Da questo punto di vista, l’inversione di tendenza è stata indubbiamente forte ed improv-
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visa, trovando la motivazione principale nell’accentuata propensione cinese all’acquisto di materiali da destinare a segherie e laboratori locali. L’Unione Europea ha visto un’esportazione di poco superiore agli 11 milioni di tonnellate (tav. 21) ed un’importazione nell’ordine degli 11,3 milioni (tav. 22), entrambe in ripresa, soprattutto nelle vendite, mentre sono apparsi più vischiosi i movimenti del resto d’Europa, sia in uscita (tav. 23) che in entrata (tav. 24), dove si distinguono i consuntivi più importanti di Svizzera e Russia. Assumono carattere decisivo, invece, i grandi flussi che caratterizzano i maggiori Paesi extraeuropei, guidati da Cina, Turchia e India nelle vendite, con Brasile ed Egitto in ottime posizioni di rincalzo (tav. 25); e dalla stessa Cina negli acquisti, seguita a forte distanza da Stati Uniti, Corea del Sud, Taiwan e Giappone (tav. 26). Il panorama si completa con un ampio gruppo di altri Paesi extra-europei la cui importanza è sostanzialmente complementare ma nel cui ambito si registrano risultati significativi ed ulteriori potenzialità notevoli, in specie a livello asiatico, sia nell’esportazione (tav. 27) che nell’importazione (tav. 28). In effetti, il quadro riassuntivo per grandi aggregati mette in evidenza come i maggiori protagonisti extra-europei abbiano assunto un ruolo di mercato determinante, potendo esprimere il 62,7 per cento dell’export mondiale (tav. 29) ed il 47,1 per cento dell’import (tav.
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30), mentre l’Europa, comprensiva di quella extra-comunitaria, si è ridotta rispettivamente al 24,9 ed al 26,5 per cento. In tutta sintesi, il trend del settore sembra avere ripreso una grande forza propulsiva, sia nelle cifre assolute (tav. 31) che nei ragguagli percentuali (tav. 32), e naturalmente negli indici di lungo periodo, da cui emerge come nel giro di un ventennio la movimentazione lapidea mondiale sia quintuplicata (tav. 33) con un’articolazione per gradi di finitura quasi paritetica fra grezzi e lavorati, al di là della forte modifica intervenuta nell’ultimo esercizio, e con una quota crescente del prodotto calcareo grezzo rispetto al siliceo (tav. 34).
7. Dinamica di mercato e tipologie di materiali La potenza settoriale della Cina, che ha trovato ulteriore conferma nel 2010, è fotografata in modo immediato da una prevalenza sostanzialmente paritetica nell’export e nell’import mondiale, con spedizioni che nel 2010 hanno interessato 12 milioni e mezzo di tonnellate (tav. 35) ed acquisti che hanno raggiunto 12,3 milioni (tav. 36). Tuttavia, la quota cinese dell’export si è ridotta di tre punti, scendendo al 25,8 per cento, mentre quella dell’import è balzata avanti di sei, portandosi al 25,4 per cento. Ciò significa che il mercato interno sta attraversando una
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fase molto positiva, al pari delle attività trasformatrici locali. In pratica, un quarto del settore lapideo mondiale è in mano alla Cina, anche se gli altri Paesi protagonisti hanno partecipato vivacemente al recupero ed allo sviluppo del 2010. Ciò, con particolare riguardo a Turchia e India nell’export ed a Stati Uniti e Corea del Sud nell’import. Sette Paesi hanno esportato oltre un milione di tonnellate, mentre il numero corrispondente degli importatori è salito a undici. La sofferenza dell’Europa, che sembra essere elisa, relativamente a cifre assolute e quote di mercato, almeno nell’export di Spagna, Portogallo e Grecia, continua in Italia, sia pure a fronte di migliori risultati in volume, dove lo “share” si è ulteriormente ridotto scendendo al 6,5 per cento in uscita ed al 3,5 per cento in entrata; considerazioni analoghe valgono per gli acquisti statunitensi, la cui ripresa è vischiosa e coincide con un ulteriore abbattimento della quota percentuale. A livello disaggregato in chiave merceologica, i calcarei grezzi hanno posto in luce una forte progressione delle vendite turche oltre il 35 per cento del totale (tav. 37), mentre gli acquisti cinesi sono giunti addirittura al 63,9 per cento, collocando tutti gli altri in un ruolo comprimario (tav. 38). Nei silicei grezzi ha trovato conferma la tradizionale preminenza esportatrice dell’India, sebbene con qualche accenno di stasi, diversamente da quanto è accaduto per altri produttori ed in primo luogo
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per il Brasile (tav. 39), mentre sul fronte dell’import ha prevalso ugualmente la Cina, sia pure con una quota inferiore a quella calcarea e con forte vantaggio su Taiwan (tav. 40). Passando ai lavorati, la leadership cinese ha trovato conferma nell’export di quelli semplici (tav. 41), cui corrispondono acquisti significativi da parte europea ed in primo luogo della Germania (tav. 42), mentre nei manufatti con valore aggiunto il primato della Cina si è tradotto in una nuova maggioranza assoluta, costituita da 10,4 milioni di tonnellate e da oltre 190 milioni di metri quadrati, con la Turchia molto lontana ad occupare la seconda piazza (tav. 43). Le importazioni di lavorati speciali, invece, hanno confermato ai primi posti della graduatoria Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone (tav. 44). Resta da accennare all’ardesia, nelle cui spedizioni il primato della Spagna è insidiato dalla Cina che ha confermato la recente acquisizione del secondo posto ai danni del Brasile (tav. 45), mentre l’import rimane più articolato, con prevalenza degli approvvigionamenti europei (tav. 46). Dalle cifre esposte emerge una realtà consolidata da individuare nella leadership cinese, le cui dimensioni hanno raggiunto un livello che appare sostanzialmente inattaccabile, se non altro nei volumi di riferimento, sia nel breve che nel medio termine. La competizione avviene nelle retrovie, con diverse manifestazioni
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di forza talvolta accentuata, come quelle relative all’export calcareo grezzo dalla Turchia od a quello siliceo dell’India, e con diverse sacche critiche, in specie nelle economie mature. Nell’ottica globale, resta il fatto certamente positivo di un comparto che ha dimostrato di possedere una capacità reattiva assai apprezzabile, idonea a superare gli effetti della congiuntura sfavorevole, sia pure attraverso contributi molto diversi da un Paese all’altro. In ogni caso, le potenzialità appartengono a tutti e sono in grado di pervenire a risultati concreti in funzione delle risorse disponibili, ma prima ancora della propensione ad investire, ed in ultima analisi, della volontà politica.
8. Italia: un ristagno strutturale Gli spunti di ripresa che hanno interessato il comparto lapideo mondiale nel corso del 2010 si sono diffusi a macchia di leopardo, con effetti notevolmente diversi secondo le effettive capacità nazionali di confrontarsi con le tendenze critiche tuttora in atto. In Italia, la cui vecchia leadership in materia professionale è sempre in grado di assicurare talune rendite di posizione, in specie per i prodotti di nicchia, la congiuntura negativa è stata bloccata, ma ha fatto registrare risultati complessivi inferiori alla media. Il mercato domestico continua ad avvertire gli effetti di una stasi prolungata
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dell’edilizia, mentre l’esportazione, tradizionale valvola di sicurezza del lapideo, ha posto in evidenza risultati importanti nelle sole spedizioni del grezzo, dove è stato raggiunto un nuovo massimo storico, con quasi un milione e mezzo di tonnellate. Al contrario, nei lavorati al netto di sottoprodotti il recupero è stato marginale, fermandosi intorno ai quattro punti e restando assai lontano dai livelli di dieci anni or sono, quando si destinavano all’estero 2,7 milioni di tonnellate, contro gli 1,6 milioni di oggi (tav. 47). Nell’importazione, costituita per il 77 per cento da prodotti finiti, il rimbalzo è stato pari al 6,5 per cento ma ha permesso di elidere l’ampio regresso ascritto durante il precedente triennio in misura non superiore al nove per cento (tav. 48). È da sottolineare positivamente le nuova contrazione degli approvvigionamenti di lavorati esteri, che ha iterato quella del 2009 ed ha confermato l’interruzione di un lungo trend da cui erano scaturite non poche perplessità strategiche: tuttavia, questo fenomeno deve essere posto in relazione al ristagno del mercato domestico. Nel lungo periodo, il valore dell’export è diminuito in misura naturalmente inferiore rispetto ai volumi, ma il prezzo medio del prodotto finito evidenzia una stazionarietà da cui non emergono considerazioni positive circa le strategie di redditività aziendale: non a caso, negli ultimi cinque anni è rimasto praticamente fermo, intorno a 43 dollari per metro qua-
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drato equivalente (tav. 49), manifestando un carattere vischioso che non sembra imputabile se non marginalmente alla maggiore presenza di materiali correnti nel mix esportato, ma alle oggettive difficoltà di trasferire gli aumenti dei costi sulle quotazioni commerciali. In tale contesto non può sorprendere che l’incidenza del lapideo sul valore complessivo dell’export italiano sia andata progressivamente riducendosi, fino al minimo dello 0,45 per cento raggiunto nel 2010: specchio significativo di una congiuntura che non brilla per soverchie attenzioni nemmeno nell’ambito della promozione istituzionale a favore di marmi e pietre (tav. 50). Un fatto positivo, che del resto è comune ad altri Paesi, riguarda la diffusione del comparto sul territorio, in cui risulta coinvolto un numero largamente maggioritario di Regioni (tav. 51). In questo ambito ha trovato conferma il tradizionale primato della Toscana (grazie al distretto di Massa Carrara e Lucca), sia pure con un vantaggio quantitativo globale sul Veneto ridotto a due soli punti: queste due Regioni esprimono, da sole, circa due terzi dell’esportazione nazionale, con una forte prevalenza della prima nel disaggregato relativo ai grezzi, mentre in quello dei lavorati prevale il Veneto, con un differenziale di cinque punti. Per quanto riguarda le altre Regioni, è da rilevare il consuntivo in buona ascesa della Lombardia, mentre risulta in considerevole
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ridimensionamento quello del Lazio. In un Paese come l’Italia, oberato da strozzature importanti in materia di costi professionali ed energetici (in Europa la sua dipendenza dal petrolio è inferiore solo a quelle di Irlanda e Lussemburgo), da oneri finanziari e fiscali superiori alla media, dalla carenza di una politica nazionale per le cave e da ricorrenti difficoltà di natura sindacale, che uniscono i loro effetti a quelli di una concorrenza davvero impetuosa, il bilancio del 2010 deve considerarsi sostanzialmente interlocutorio, avendo dimostrato la rinnovata presenza di una reattività imprenditoriale tanto più apprezzabile in quanto priva di adeguati supporti normativi, anche nell’ambito dei maggiori distretti locali; ma nello stesso tempo, la conclamata necessità di interventi mirati.
9. Unione Europea L’andamento storico del commercio estero europeo ha progredito in misura inferiore a quanto è accaduto altrove, ma nel lungo periodo permane un differenziale attivo piuttosto importante. Durante il 2010, il recupero conseguito dai Quindici è stato notevole nell’export, con una crescita nell’ordine del milione e mezzo di tonnellate (tav. 52), mentre l’importazione è rimasta praticamente invariata (tav. 53). Oggi, i due flussi in uscita ed entrata si equivalgono, nella misura di oltre dieci
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milioni di tonnellate cadauno. Detto questo, si deve aggiungere che il percorso verso l’integrazione economica si è sostanzialmente compiuto e che l’aggregato complessivo di tutti i Ventisette costituisce una realtà operativa i cui rapporti col resto del mondo debbono essere oggetto di esame specifico anche per quanto riguarda il settore lapideo, pur nell’ambito di incidenze ponderali assai diverse, a vantaggio dell’Italia e degli altri Paesi con maggiori vocazioni settoriali di produzione e consumo (da una parte, Spagna, Portogallo e Grecia, e dall’altra, Germania, Francia e Regno Unito). Il commercio estero dell’Unione a livello extra-comunitario ha avvertito fortemente l’impatto della congiuntura. È quanto emerge dal consuntivo dei grezzi calcarei, dove gli acquisti sono notevolmente diminuiti rispetto al massimo del 2007, mentre le spedizioni hanno raggiunto il quantitativo più alto proprio nel 2010, risultando largamente maggioritarie nei riguardi dell’importazione (tav. 54). Considerazioni analoghe valgono per i grezzi silicei, i cui approvvigionamenti, tuttora quasi quadrupli dell’export, sono in forte calo nei confronti di un massimo che risale addirittura al 2004 (tav. 55). In entrambi i casi l’andamento storico dei valori medi evidenzia una crescita notevolmente inferiore a quella dei volumi. L’interscambio europeo di maggiore significato economico col resto del mondo è quello dei lavorati ad alto valore aggiun-
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to (cod. 68.02), dove il ristagno si è fatto ugualmente sentire, sia pure in misura meno accentuata. L’importazione in valore del 2010 risulta inferiore di non oltre dieci punti rispetto al massimo del 2008, avendo recuperato circa metà del regresso ascritto nell’anno precedente, mentre l’esportazione, in calo del 21,4 per cento nello stesso ragguaglio temporale, è rimasta pressoché invariata nei confronti del 2009, evidenziando una flessione di alcuni punti nel valore medio per unità di prodotto (tav. 56). Non meno significativo, sempre nell’ambito del prodotto finito, è l’esame del disaggregato per maggiori destinazioni e provenienze. L’esportazione risulta distribuita in un ventaglio articolato di Paesi, tra cui emergono gli Stati Uniti, che nel 2010 hanno ricevuto il 12,8 per cento dell’export europeo in quantità ed il 22,8 per cento di quello in valore, mentre nelle posizioni di rincalzo figurano Svizzera, Arabia Saudita, Emirati e Russia, laddove quest’ultimo Paese si distingue per il prezzo medio più alto (tav. 57). La Cina, invece, figura in decima posizione nella graduatoria in valore, e con il prezzo medio più basso. Sono da porre in rilievo anche i buoni affari che gli esportatori europei hanno concluso in taluni Paesi emergenti come il Marocco ed il Qatar. Ben diverso è il panorama dell’importazione, dove la Cina è stata in grado di affermare ulteriormente il suo primato, con forniture che hanno coperto il 58,3
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per cento del totale in volume ed il 49,1 per cento in valore (tav. 58), ad un prezzo medio di poco superiore a 23 dollari per metro quadrato equivalente. Tale quotazione, tuttavia, non è la più bassa, perché le importazioni comunitarie dal Vietnam, quarto Paese fornitore, sono avvenute ad un livello nell’ordine dei 16 dollari. In ogni caso, i primi tre esportatori (Cina, India e Turchia) hanno soddisfatto oltre quattro quinti della domanda specifica, lasciando alla concorrenza quote complementari che per il momento non sono in grado di condizionare significativamente il mercato: considerazione che vale per il Sudafrica e soprattutto per l’Egitto, tradizionali esportatori di grezzi, ma anche per il Brasile, che destina agli empori nordamericani una parte largamente maggioritaria della sua forte esportazione di lavorati. A livello di singoli Paesi, i prezzi disaggregati del prodotto finito, componente essenziale dell’export, mettono in luce diverse notevoli cedenze negli acquisti, quale effetto degli accresciuti approvvigionamenti dalla Cina e dai Paesi in via di sviluppo, mentre i valori medi dell’export attestano maggiori capacità di resistenza in Italia, Germania e Spagna, diversamente da quanto è accaduto in Francia e Portogallo (tav. 59). L’Unione dei Ventisette resta uno sbocco di grande rilievo per il comparto lapideo extra-europeo, ma sembra privilegiare un ristretto gruppo di fornitori che sono in
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grado di coniugare positivamente la competitività economica con l’organizzazione distributiva e promozionale.
10. Cina superstar La potenza settoriale cinese, fotografia di quella complessiva, è attestata in modo evidente dalle cifre dell’interscambio relative al 2010: un esercizio che ha visto riprendere con forza il trend di ascesa già ascritto dagli anni novanta in poi ed elidere rapidamente il contenuto rallentamento da cui era stato caratterizzato il 2009, in concomitanza con una crisi mondiale avvertita in Cina solo marginalmente. L’esportazione quantitativa è pervenuta a 12,5 milioni di tonnellate, nuovo massimo storico, con un aumento del 6,5 per cento rispetto all’anno precedente (tav. 60). Protagonisti assoluti risultano ancora una volta i lavorati ad alto valore aggiunto, le cui spedizioni sono giunte a 10,4 milioni di tonnellate, cui corrispondono oltre 190 milioni di metri quadrati equivalenti, allo spessore convenzionale di cm. 2: la crescita di questa voce è stata pari al 9,2 per cento. L’apporto dei grezzi, pur notevole in cifra assoluta, è stato complementare quanto a “share”, circoscritto al 5,3 per cento delle vendite totali. Gli indici confermano la forza trainante del prodotto finito anche nell’andamento di lungo periodo: nel giro di sedici anni, questa tipologia di export è aumentata di
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18 volte (tav. 61), mentre il totale è sestuplicato. In pratica, il rilievo complessivo pone in evidenza un abbondante raddoppio medio della spedizione di manufatti in ogni esercizio storico. In valore, l’industria lapidea cinese ha superato per la prima volta il muro dei quattro miliardi di dollari esportati, con un incremento del 15 per cento rispetto al 2009 (tav. 62) ed un apporto dei lavorati speciali pari al 94,5 per cento. Dal canto loro, le importazioni hanno progredito con un tasso ancora più elevato, sfiorando un valore nell’ordine di 2,3 milioni di dollari e mettendo a segno un balzo del 55 per cento, dovuto pressoché integralmente al grezzo, che costituisce il 98,7 per cento degli approvvigionamenti (tav. 63): sono numeri che attestano senza bisogno di commenti lo stato di salute dell’industria cinese di settore, nonostante il rallentamento dell’attività edilizia. L’espansione più ampia si è registrata nell’import di calcarei grezzi, che hanno superato gli 8,5 milioni di tonnellate, per un valore prossimo al miliardo e mezzo di dollari, a cui hanno contribuito in maniera determinante gli acquisti dalla Turchia, seguiti da quelli in arrivo da Egitto ed Iran (tav. 64). In questo caso, il progresso compiuto in un solo esercizio è stato di circa tre milioni e mezzo di tonnellate, con una crescita del 66,1 per cento in volume e del 72,7 per cento in valore. In un comparto come il lapideo, che storicamente era stato caratterizzato da variazioni con-
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tenute dei maggiori consuntivi, se non anche da diffuse vischiosità, queste cifre evidenziano l’ampiezza della modificazione strategica indotta dalla Cina. Il valore medio per unità di prodotto, che assume valore decisivo nell’export dei lavorati speciali, è tornato oltre i 20 dollari per metro quadrato equivalente, riprendendo il trend di ascesa che era stato inaugurato nel 2004 e che aveva fatto registrare una pur limitata interruzione nel 2009: il prezzo odierno, praticamente, va quasi a coincidere con quello di 16 anni or sono, quando il flusso quantitativo, al confronto, era quasi minimo (tav. 65). Nel ragguaglio globale a peso, il valore del 2010 si è attestato sul nuovo massimo di 327,8 dollari per tonnellata, con un aumento di otto punti nei confronti dell’anno precedente. Resta da dire del valore medio dell’import, che ha fatto registrare notevoli recuperi in entrambe le tipologie del grezzo, dove le quotazioni unitarie si sono poste sui massimi dell’ultimo decennio con aumenti del 4,1 per cento nei calcarei e del 2,9 per cento nei silicei, e più alti nel prodotto finito (tav. 66). Ciò conferma che la grande espansione lapidea cinese prosegue con attenzioni diffuse anche per la politica di qualità. Si deve aggiungere che i rapporti della Cina si esprimono in un grande ventaglio mondiale di destinazioni e di provenienze, quasi senza distinzioni tra economie mature e Paesi in via di sviluppo, anche se
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con quelli asiatici esiste un rapporto naturalmente preferenziale: lo conferma il fatto che Corea del Sud e Giappone abbiano assorbito da soli, anche nel 2010, un terzo dell’export cinese di manufatti lapidei.
11. Contrasti nella ripresa statunitense Le previsioni di ripresa del mercato americano sono confortate da talune ricerche importanti come quella del Joint Center for Housing Studies (Università di Harvard) che hanno accertato una potenzialità pari a 21 milioni di progetti durante il prossimo decennio nelle sole ristrutturazioni, con una spesa unitaria di circa novemila dollari ed interventi di grande impatto nei bagni e nelle cucine, a cominciare dalle dieci maggiori concentrazioni metropolitane guidate da New York e Los Angeles, dove si realizza un terzo del volume d’affari globale. Il sogno americano, insomma, prosegue alacremente anche per quanto attiene all’edilizia ed al consumo lapideo, costituito per tre quarti del volume da lavorati d’importazione, ma il rilancio del 2010, sebbene non trascurabile, è stato inferiore alle attese, o meglio alle speranze. Il progresso degli approvvigionamenti dall’estero in valore si è limitato a undici punti, portandosi a 2,16 miliardi di dollari contro il massimo storico di 3,22 ascritto nel 2007: in pratica, è stato recuperato il
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16 per cento di quanto si era perduto nel biennio precedente (tav. 67). Sul piano merceologico, la struttura dell’import di valore aggiunto disaggregato evidenzia diffuse sacche residue di consuntivi critici, con particolare riguardo ai semilavorati ed ai manufatti calcarei, mentre la ripresa di quelli silicei, che costituiscono quasi metà del totale, è stata particolarmente vigorosa, sottolineando l’esistenza di una domanda sempre più differenziata (tav. 68). La distribuzione degli acquisti è stata molto selettiva, privilegiando prioritariamente il Brasile, che è tornato in testa alla graduatoria dei maggiori fornitori con notevole vantaggio sulla Cina e sull’Italia: questa, diversamente dagli altri, ha visto ulteriormente ridurre le sue spedizioni in cifra assoluta (tav. 69) ed in quota di mercato (tav. 70). In altri termini, il coefficiente di fedeltà della clientela nordamericana si è andato ulteriormente rastremando a danno dei fornitori europei, con forti penalizzazioni anche per Spagna, Portogallo, Francia e Grecia. Quattro quinti dell’import sono appannaggio di cinque soli Paesi, che risultano essere i maggiori protagonisti del confronto commerciale sul primo mercato del mondo. Da questo punto di vista, bisogna dire che, a parte il trend negativo dell’Italia, il cui “share” è sceso in dieci anni dal 37,9 al 14 per cento, il 2010 ha ridimensionato anche le ambizioni della Cina, che ha mantenuto le posizioni pre-
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gresse incrementandole di due soli punti, mentre soddisfazioni assai maggiori sono state conseguite, dopo il Brasile, dall’India ed in misura minore dalla Turchia. Quanto al Canada, sesto Paese fornitore, non è riuscito a valorizzare compiutamente il suo vantaggio di contiguità, anche a fronte di una politica di verticalizzazione tuttora limitata. Dal successo brasiliano è facile desumere un forte ritorno all’apprezzamento per il granito, compreso quello domestico di maggiore appeal internazionale (Vermont), cui non risulta estranea la fagocitazione della teoria, tutta americana ed obiettivamente infondata, secondo cui il prodotto siliceo sarebbe stato dannoso per la salute. Nello stesso tempo, gli ha giovato una politica di investimenti importanti nella trasformazione e nella distribuzione, senza trascurare quelli a supporto delle referenze tecnologiche e dell’immagine. Il prezzo medio del manufatto importato negli Stati Uniti è stato pari a poco meno di 39 dollari per metro quadrato equivalente (tav. 71), con un incremento di tre punti e mezzo rispetto al 2009. Anche in questo caso la quotazione resta notevolmente inferiore ai livelli precedenti quando aveva superato i 42 dollari. L’Italia ha pagato l’effetto negativo di un valore medio notevolmente più alto di quello complessivo, e praticamente doppio rispetto ai 31 dollari spuntati dagli esportatori della Turchia, su cui ha pesato l’incidenza
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di una quota particolarmente significativa di travertino. A conti fatti, il flusso dei manufatti entrati negli Stati Uniti è stato pari a 55,6 milioni di metri quadrati equivalenti, con una crescita di poco inferiore ai quattro milioni. È uno spunto positivo che vale la pena di sottolineare perché sembra avere avviato un volano utile al perseguimento di previsioni positive, confortate dalla possibilità di incrementare livelli tuttora contenuti di consumo unitario, ma sempre condizionate dalle incertezze finanziarie. In effetti, i livelli di pochi anni addietro sono tuttora lontani, a cominciare da quelli del 2007, quando furono importati oltre 87 milioni di metri quadrati.
12. Gli altri leader extra-europei A parte la Cina, che ormai vanta una preminenza settoriale sostanzialmente irreversibile grazie all’acquisizione di un vantaggio sempre più ampio rispetto ai Paesi concorrenti, i protagonisti del comparto lapideo vanno ascrivendo dimensioni di crescente ampiezza soprattutto a livello extra-europeo, in misura sostanzialmente analoga sia nel campo produttivo, sia in quello della distribuzione e dei consumi. L’India, confermandosi quale principale outsider del primato cinese, ha incrementato di parecchi punti un vivace consumo interno, non lontano dai cento milioni di metri quadrati, sebbene il livello del suo
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impiego unitario sia tuttora minimo. L’export, invece, ha fatto registrare qualche contrazione, più ampia nei calcarei grezzi (tav. 72), dove le spedizioni sono limitate a bianchi e colorati di alto pregio, e più contenuta nei silicei (tav. 73), dove il regresso più significativo ha interessato le spedizioni in Italia, mentre sono cresciute quelle verso Regno Unito, Germania e Paesi Bassi, a cui hanno contribuito i semilavorati ad alto spessore per masselli funerari. Dal canto suo, il prodotto finito indiano ha accusato un regresso del 13 per cento, con riduzioni generalizzate, sia pure assai diverse secondo i Paesi importatori (laddove i risultati migliori iterano quelli ora rilevati per il granito grezzo) ma con una significativa eccezione per il mercato italiano (tav. 74). Va rilevato, tuttavia, che i consuntivi dell’India non sono strettamente omogenei a quelli dei Paesi importatori, per le ragioni di calendario evidenziate in appendice. Assai lusinghiero è stato il consuntivo del Brasile, che ha messo a segno una crescita assai consistente dell’esportazione silicea grezza, tanto da pervenire ad un nuovo massimo, nell’ordine dei 220 milioni di dollari (tav. 75), garantito in maggioranza dalla Cina, che ne ha assorbito il 52,5 per cento, seguita a distanza da Italia, Taiwan e dalla stessa Hong - Kong, che nella sostanza delle cose è un emporio cinese. L’export brasiliano del prodotto finito, anch’esso in forte recupero (tav. 76), si è confermato un fenomeno di grande am-
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piezza, interessante soprattutto i mercati americani, con largo vantaggio di quello statunitense e Canada, Messico e Venezuela nelle posizioni di rincalzo. Meno brillante ma pur sempre apprezzabile è stata la ripresa dei lavorati di ardesia (tav. 77), tuttora assai lontani dal massimo del 2008, anche perché fra i primi quattro importatori figurano clienti europei come Regno Unito, Paesi Bassi e Spagna, dove l’evoluzione della congiuntura non è immune dalla permanenza di fattori critici. A livello di grandi consumatori, un accenno specifico deve essere riservato anche al Giappone, dove la modificazione strategica maturata nel corso dell’ultimo ventennio ha trovato naturale conferma, sostanzialmente scontata, nei consuntivi per il 2010, che hanno ribadito un disinteresse ormai totale per il grezzo, non disgiunto da acquisti tuttora riflessivi, ma di permanente ampiezza, dello stesso prodotto finito. In particolare, gli approvvigionamenti giapponesi di blocchi e semilavorati sono scesi al nuovo minimo di 18 mila tonnellate (tav. 78), a fronte delle 1.150 mila del 1991, sottolineando l’abbandono quasi assoluto delle attività di segheria e laboratorio, sostituite dal lavorato cinese, capace di soddisfare oltre il 96 per cento della domanda nipponica (tav. 79) e di lasciare a India, Italia ed agli altri Paesi produttori del manufatto quote assolutamente marginali della distribuzione. Quello del Giappone è un caso emblematico,
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che peraltro non è unico, essendo comune ad altri Paesi dell’Estremo Oriente ed in primo luogo alla Corea del Sud. Va aggiunto che la dinamica dei valori medi, in costante diminuzione fino al 2006, ha consentito di ascrivere quattro maggiorazioni consecutive dal 2007 in poi, rivalutandosi complessivamente nella misura del 51,2 per cento, pari al 12,8 in ragione annua (tav. 80). Ciò costituisce un’ulteriore conferma del perseguimento di una nuova politica di redditività delle vendite anche da parte cinese.
13. Forze complementari Un ruolo importante nell’interscambio lapideo è svolto da diversi Paesi che in passato hanno avuto incidenze integrative e che ora si propongono come outsider di livello, in grado di perseguire affermazioni notevoli. Ciò riguarda soprattutto l’export di grezzi, ma in taluni casi anche quello dei lavorati. L’esempio quantitativamente maggiore, che si riferisce a blocchi e semilavorati di marmo, è quello dell’Egitto, inserito tra i maggiori produttori ed esportatori mondiali di questa tipologia grazie alla domanda della Cina, mercato di sbocco per una larga maggioranza delle sue spedizioni (tav. 81). La crisi del 2009 è stata superata solo in parte, ma se l’import cinese del materiale egiziano è rimasto stazionario, sia pure oltre il milione di
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tonnellate, altre destinazioni sono venute alla ribalta: tra di esse, il Libano, e soprattutto la Libia, a dimostrazione di una sua forza trasformatrice crescente. Il prezzo medio dell’export egiziano trova un condizionamento decisivo nella richiesta di materiali correnti da parte cinese, per cui spunta una quotazione inferiore del 50 per cento a quella complessiva: ciò significa che esiste uno sforzo di diversificazione, peraltro non facile, che ha trovato buone risposte tra gli acquirenti occidentali ma anche fra quelli di alcuni Paesi dell’area araba. L’esportazione del granito grezzo di qualità conta sulle tradizionali conferme della Finlandia (tav. 82) e della Norvegia (tav. 83). Tuttavia, anche le spedizioni finniche, capaci di recuperare in un solo anno il regresso del 2009, hanno il punto di forza determinante proprio negli acquisti da parte della Cina, che sono giunti ad esprimere i due terzi delle partenze complessive, lasciando quote relativamente modeste a Italia, Polonia e Spagna, e sostanzialmente marginali a tutti gli altri importatori. Il panorama norvegese è analogo: anche in questo caso la struttura portante dell’export è costituita dalla domanda cinese, che evidentemente è interessata in misura crescente agli approvvigionamenti di materiali pregiati da destinare al proprio mercato interno previa trasformazione sul posto. Si tratta di una modificazione strutturale da sottolineare anche nell’ottica delle produzioni nordiche, carenti di ver-
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ticalizzazione ma garantite nella continuità e nelle prospettive di sviluppo grezzo dalla potenza settoriale della Cina, nei cui confronti taluni fornitori sembrano assumere, come nella fattispecie, una funzione di sostanziale vassallaggio. Un caso notevole di forza emergente nell’export di lavorati, peraltro non unico (considerazioni analoghe potrebbero farsi per Giordania o Palestina), è quello dell’Oman, che diventa emblematico perché le sue vendite sono dirette quasi esclusivamente a Paesi asiatici, guidati dall’Arabia Saudita e dagli Emirati, con qualche “exploit” anche per il Qatar (tav. 84). Per la verità, il flusso delle spedizioni omanite è stato condizionato dalla crisi del 2009 solo in parte superata, ma le risorse del Paese, che può contare su giacimenti con alte rese di monte e su attente politiche di industrializzazione, fanno presumere l’esistenza di prospettive favorevoli, tanto più che sono state avallate da una strategia di prezzi medi in flessione, certamente competitivi. A livello di importazioni, non soltanto del prodotto finito, si deve segnalare il cospicuo sviluppo di talune realtà emergenti, anche in contesti già caratterizzati da condizioni di ristagno. È il caso di non pochi Paesi dell’Africa, ed in primo luogo della Nigeria, che nel 2010 ha acquistato un alto volume di grezzi silicei e circa 300 mila tonnellate di manufatti: il tutto destinato al mercato interno, dato che l’export nigeriano risulta tuttora nullo.
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14. Il caso della Turchia Una situazione che vale la pena di approfondire in maniera specifica è quella della Turchia, grande Paese produttore che secondo notizie di fonte accademica è in grado di vantare riserve accertate capaci di esprimere un volume particolarmente elevato, senza dire delle tradizioni trasformatrici e degli impieghi prestigiosi che risalgono all’antichità classica. La destinazione del prodotto lapideo turco è riservata in larga prevalenza all’esportazione, ma la grande forza della domanda cinese di grezzo ha finito per orientare le scelte strategiche dell’industria locale verso una politica di coltivazione intensiva finalizzata alla vendita dei blocchi. A questo fenomeno ha contribuito in maniera speculare la crisi del mercato più importante del prodotto lavorato, quello statunitense. Oggi, la maggioranza assoluta dell’export dalla Turchia è costituita dai calcarei grezzi, che hanno raggiunto un volume pari a 4,7 milioni di tonnellate, aumentato di oltre 18 volte nel giro di un decennio (tav. 85). Va sottolineato che la quota cinese è salita dall’ 11,9 per cento al 72,5 per cento del 2010, mentre lo “share” delle spedizioni in Europa si è ridotto a livelli frizionali (si sono avvantaggiate altre destinazioni complementari come quelle in Russia e nel Medio Oriente). Al contrario, l’export del valore aggiunto costituito dai lavorati segna il passo.
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Dopo il massimo storico conseguito nel 2007 con due milioni di tonnellate, corrispondenti a circa 37 milioni di metri quadrati equivalenti, il volume si è notevolmente ridotto per effetto principale del ristagno americano ma anche per la stazionarietà dell’Europa, a cui si è sopperito solo parzialmente con le vendite nelle altre zone emergenti, ed in particolare nei Paesi arabi ed in quelli dell’Africa mediterranea (tav. 86). Il minimo è stato toccato nel 2009, cui ha fatto seguito una buona ripresa nell’ultimo esercizio, in misura di oltre un decimo. Il consuntivo della Turchia, che presenta alcuni elementi strategici comuni ad altri Paesi ed alla stessa Italia, è importante perché dimostra come la forza trainante del comparto lapideo cinese sia di tale entità da orientare le scelte strategiche di un concorrente che figura certamente tra i maggiori e che sembra avere subordinato le opzioni di verticalizzazione alla vendita diretta del grezzo di qualità: in effetti, se le segherie ed i laboratori cinesi manifestano una preferenza così spiccata per il prodotto turco, ciò non si deve solo alla competitività dei prezzi, ma prima ancora, ai valori tecnologici e cromatici. È appena il caso di ricordare come le fiere turche settoriali di Istanbul ed Izmir siano frequentate solo marginalmente dai produttori cinesi, che invece sono presenti in forze a quelle occidentali, dove esistono diverse potenzialità di collocamento dei loro prodotti. Per gli acquisti, ovviamen-
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te, non servono importanti impegni promozionali. L’evoluzione strategica del comparto lapideo turco nel senso di una spiccata politica del grezzo trova conferma nel comportamento assunto da altri Paesi in via di sviluppo settoriale, a cominciare dall’Egitto, che è diventato il secondo fornitore di blocchi calcarei alla Cina. Non mancano, peraltro, affinità con economie mature come quella italiana già richiamata, dove si è fatto vivace, soprattutto nel comprensorio di Carrara, il confronto tra coloro che ritengono congrua la politica del grezzo ed i fautori della verticalizzazione, in una logica di valore aggiunto non priva di considerazioni sociali. Da questo punto di vista, in Turchia le valutazioni prevalenti sono dimostrate dal linguaggio talvolta icastico dei numeri, suffragato dalle permanenti difficoltà delle spedizioni negli Stati Uniti e dal richiamo di una strategia diretta al perseguimento del massimo utile col minimo sforzo, a prescindere dal rischio, peraltro consapevole, di chi abbia deciso di puntare in larga prevalenza su di un solo mercato.
15. Attese di investimenti Il carattere congiunturale della ripresa lapidea mondiale che si è tradotta nei consuntivi di produzione e distribuzione per il 2010 trova conferma nell’andamento tuttora critico degli investimenti. In altri
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termini, al rimbalzo della domanda ha corrisposto un maggiore utilizzo delle strutture impiantistiche in essere, ma sono state carenti le innovazioni, ed in alcuni casi anche le sostituzioni, limitate all’essenziale, sia pure per cespiti che abbiano completato il normale ciclo di ammortamenti. Si tratta di un’affermazione confortata da diversi fattori probanti, tra cui è congruo citare l’andamento delle importazioni di tecnologie settoriali nei Paesi leader: in diversi protagonisti forti (fatta eccezione per Cina e Brasile) esistono flessioni diffuse anche nel 2010 che fanno seguito a quelle dell’esercizio precedente, come nei casi di Stati Uniti, India ed Unione Europea. D’altra parte, bisogna pur dire che l’ampiezza degli investimenti effettuati negli ultimi anni era stata tale da rendere disponibili tecnologie altamente produttive, tuttora lontane dall’avere esaurito il proprio ciclo di vita. Giova aggiungere che alla luce di tali considerazioni il buon aumento dell’export di tecnologie dall’Italia, Paese tuttora leader in questo segmento distributivo, è dovuto ad un ventaglio assai articolato di mercati, in cui quelli maggiori hanno assunto un ruolo importante ma non determinante. Il carattere attendista che l’esercizio ha finito per assumere trova conferma nella stazionarietà degli investimenti in ricerca e sviluppo, che del resto è un fenomeno diffuso in tutto il mondo economico, anche a livello generale, con quote specifiche del prodotto lordo in ulteriore contrazione. Considerazioni analoghe valgono per gli
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investimenti promozionali, a cui il mondo lapideo ha sempre guardato con particolare interesse, per necessità collegate alle esigenze di documentazione ed informazione sulle caratteristiche dei materiali e sui processi di estrazione e trasformazione. In questo campo, il ruolo delle fiere si è andato ulteriormente rastremando quale effetto della progressiva mondializzazione, lasciando spazi crescenti alle iniziative leader come quelle di Xiamen (tav. 87) e di Verona, nell’ordine dei 1.500 espositori in rappresentanza di oltre 50 Paesi, mentre altre hanno ridotto il proprio impatto ad un ambito macro-regionale, quando non siano state cancellate dalla legge del mercato, come nei casi di Seul, Singapore e Tokyo, e di alcune piazze dell’Europa orientale. Al contrario, si guarda con crescente e motivato interesse alla politica degli “Awards” e cioè dei premi conferiti in diversi Paesi a progetti in cui l’impiego del prodotto lapideo sia stato improntato a criteri funzionali ed estetici di particolare interesse innovativo, tanto da poterli elevare a moduli di rinnovato riferimento. A questo proposito non si può fare a meno dal ricordare, peraltro, che l’incidenza dei grandi lavori sul volume totale degli utilizzi di marmo e pietre è andata progressivamente riducendosi e che la promozione non è in grado di poter prescindere dal rilancio degli impieghi correnti, anche attraverso l’apertura del mondo lapideo a quello della committenza finale. È il caso di rammentare che la lista d’attesa in cui non pochi investimenti continuano
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a stazionare nell’auspicio di tempi migliori trova motivazioni nell’alto costo del denaro e più generalmente nel clima di scarsa fiducia che distingue diverse economie mature, aggravato, soprattutto in Europa, dai vincoli ambientali, dalle imposizioni del fisco e dal livello abnorme di alcuni costi come quelli del lavoro e dell’energia. Ciò vuol dire che una reale ripresa degli investimenti capace di avviare un significativo effetto moltiplicatore è subordinata, oggi più che mai, alle attenzioni della volontà politica ed ai tempi e modi in cui sia capace di rimuovere gli ostacoli normativi, finanziari e sindacali che condizionano una crescita conforme alle potenzialità della domanda.
16. Trend dei consumi Il settore lapideo produce manufatti su commessa, evitando il rischio di stoccaggio a magazzino del prodotto finito, che in altri settori contigui induce giacenze talvolta abnormi. Ciò consente di presumere che il volume dei consumi sia sostanzialmente analogo a quello della produzione, stimata per il 2010 in oltre 1,2 miliardi di metri quadrati equivalenti: un nuovo massimo, che supera del 71,4 per cento il livello del 2001, determinando in oltre sette punti la crescita media decennale del settore (tav. 88). L’apporto dei maggiori Paesi consumatori all’utilizzo di marmi e pietre non ha fatto registrare variazioni di particolare entità. I
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primi tre posti della graduatoria in cifra assoluta sono sempre occupati, nell’ordine, da Cina, India e Stati Uniti, mentre l’Italia, primo Paese europeo, si trova sul quarto gradino, con circa 60 milioni di metri quadrati equivalenti, intorno al cinque per cento del volume mondiale. Il consuntivo varia sensibilmente da un Paese all’altro, tanto che in alcuni casi il quantitativo utilizzato nel 2010 è inferiore a quello di dieci anni prima (tav. 89): si tratta di un fenomeno quasi esclusivamente europeo, relativo in modo particolarmente visibile a Spagna, Grecia, Olanda e Germania, ma anche al Giappone, dove il decremento è continuativo. Il trend dei consumi si diversifica in funzione degli utilizzi prevalenti: ad esempio, quelli funerari, generalmente più apprezzabili in Europa in specie dal punto di vista qualitativo, hanno carattere meno elastico, salvo trovare condizionamenti non marginali in qualche forte innovazione culturale come quelle delle cremazioni o dei cosiddetti campi verdi. La quota più importante resta quella dell’edilizia, subordinata a naturali condizionamenti finanziari e creditizi: non a caso, la grande crisi del 2009 ebbe inizio con la vicenda dei mutui americani. Il consumo “pro-capite” ha progredito in misura quasi proporzionale, perché l’incremento demografico di un solo esercizio in genere non è determinante. L’ultima rilevazione porta a 195 metri quadrati per mille abitanti (tav. 90): in questo caso, i massimi protagonisti del mondo lapideo, quali Cina e India, cui si è aggiunto il Giappone, figu-
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rano sempre in coda alla graduatoria, cosa che sottintende la presenza di ulteriori opportunità di sviluppo proprio in questi Paesi. Le economie mature, invece, si trovano in testa alla classifica, con risultati di netta evidenza in Belgio e Svizzera, ma anche in Grecia, Portogallo e Italia, tutti Paesi in cui il consumo del 2010 ha superato il metro quadrato per abitante (al pari di quanto è accaduto nella Corea del Sud ed a Taiwan). In effetti, l’Unione Europea vanta gli impieghi più elevati: basti dire che il solo gruppo dei Quindici evidenzia un consuntivo globale nell’ordine dei 250 milioni di metri quadrati, con risultati di tutto rispetto anche nei Paesi di minore consistenza demografica, quali Austria, Danimarca, Finlandia, Irlanda e Lussemburgo (tav. 91). A livello extra-europeo, i grandi protagonisti dettano legge, ma non mancano casi di Paesi fortemente popolati, come Pakistan e Russia (tav. 92), per non dire di quelli africani (a cominciare dalla Nigeria che è leader continentale quanto a persone residenti), dove il consumo unitario è sempre basso. Nei confronti dei prodotti alternativi, tra cui spicca sempre la ceramica, il rapporto è sostanzialmente stazionario, nella proporzione di uno a sette per quanto si riferisce ai volumi (tav. 93) ed in termini di raffronto tra metri quadrati effettivi per le piastrelle e metri quadrati equivalenti per marmi e pietre, cosa che sottintende un significativo differenziale di peso, e soprattutto di valore medio.
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Del resto, molti consumi del marmo e della pietra sono esclusivi, nel senso che non possono essere oggetto di impieghi concorrenti. L’eccezione più rilevante riguarda i pavimenti ed i rivestimenti interni, che tuttavia, come è stato evidenziato trattando delle disaggregazioni produttive, costituiscono quote minoritarie del totale. Altri usi, come l’arredo urbano, i lavori speciali e la stessa funeraria non sono ragionevolmente suscettibili di fungibilità con altro materiale: non a caso, il lapideo può contare su notevoli mercati di nicchia anche sul piano merceologico ed è in grado di valorizzare queste opportunità nell’ambito di specifiche strategie anticongiunturali.
17. Macchine e impianti I fattori critici tuttora presenti nel sistema non hanno precluso un interscambio di tecnologie che vede il suo punto di forza in quello delle macchine e delle strutture impiantistiche. Gli investimenti produttivi sono tuttora lontani dall’avere ritrovato il gradiente di sviluppo degli anni migliori, ma in alcuni Paesi, con particolare riguardo a quelli del terzo mondo, la tendenza alla ripresa ha trovato esplicazioni significative anche in questo campo. Nella sola Unione Europea, l’export del 2010 si è attestato oltre 1.300 milioni di dollari, contro 450 di importazioni (tav. 94): sia le spedizioni che gli approvvigionamenti hanno fatto registrare un recupero notevole dopo il forte decremento del
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2009, ma sono rimaste largamente al di sotto dei rispettivi massimi che risalgono al 2008 sia per il volume delle spedizioni (tav. 95) che per quello degli acquisti (tav. 96). Nelle prime ha trovato conferma il tradizionale primato europeo dell’Italia, mentre nelle seconde il ventaglio risulta più equilibrato. L’export italiano in volume è stato capace di riportarsi non lontano dal massimo del 2004, con vendite pari ad oltre 680 mila quintali (tav. 97). Dal canto suo, il valore globale delle vendite di “made in Italy”, al netto di ricambi e beni strumentali, è pervenuto ad un nuovo record (613 milioni di euro), laddove quello per unità di prodotto, pari a circa nove euro/kg., ha progredito nella misura del 3,2 per cento, recuperando metà della perdita precedente. A livello di singole destinazioni, sono stati dodici i Paesi che nel 2010 hanno acquistato tecnologie italiane per oltre 10 milioni di euro (tav. 98): la relativa graduatoria vede in testa la Cina, con largo vantaggio su Iran, Turchia e Brasile, mentre la Germania, maggior importatore europeo, figura in quinta posizione. Il valore medio si è articolato in un ventaglio assai differenziato, con prezzo massimo in Canada e minimo in India. I Paesi europei extra-comunitari hanno contribuito all’interscambio in misura per quanto possibile significativa, importando tecnologie estere per 108 milioni di dollari a fronte di esportazioni per poco meno di 40. Gli acquisti più rilevanti hanno interessato Russia e Svizzera (tav. 99), ma quelli
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di maggiore impatto sull’economia lapidea mondiale sono stati effettuati, secondo logica, dai protagonisti leader, guidati dalla Cina e dagli Stati Uniti, con Brasile, India e Iran nelle posizioni successive (tav. 100), È il caso di ricordare che questi consuntivi hanno carattere ufficiale ma indicativo, perché prescindono necessariamente dagli acquisti di macchine e di tecnologie domestiche. Ad ogni buon conto, il ruolo dell’Italia come Paese costruttore e progettista si è confermato determinante anche nel 2010, perché le sue forniture hanno espresso la maggioranza relativa degli approvvigionamenti europei e mondiali, con punte superiori ai tre quinti del totale in un gruppo piuttosto numeroso di Paesi (Albania, Egitto, Lettonia, Macedonia, Malta, Serbia, Slovenia), senza contare quelli in cui l’Italia controlla oltre il 50 per cento degli acquisti (tra gli altri, Armenia, Brasile, Croazia, Romania). Il primato tecnologico italiano riesce ad elidere gli effetti della congiuntura e l’impatto della concorrenza, con un riconoscimento che trova riscontro evidente nelle cifre di consuntivo, a conferma di un impegno tradizionale nella ricerca, nella sperimentazione e nel perseguimento di fattori essenziali come rendimenti e sicurezza, parametri oggettivi della qualità. Non a caso, alcuni dei progressi tecnici più significativi degli ultimi anni, come il perfezionamento della perforazione multipla nelle cave o quello del taglio con impianti multifilo nelle attività trasformatrici sono dovuti proprio all’Italia.
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Nel 2010, come si diceva, Cina e Stati Uniti hanno conservato posizioni maggioritarie nell’import di tecnologia estera: cosa tanto più apprezzabile trattandosi, soprattutto nel primo caso, di rilevanti Paesi produttori. Tuttavia, mentre gli acquisti cinesi hanno fatto registrare un ottimo recupero marginale (tav. 101) a cui l’Italia ha partecipato in misura notevole, quelli statunitensi hanno continuato a declinare, penalizzando soprattuttole forniture di Germania, Svizzera e della stessa Italia (tav. 102), diversamente da quanto è accaduto per l’export di Cina, Spagna e Giappone.
18. Beni strumentali e utensili diamantati La produzione di consumabili per il settore lapideo, costituita soprattutto da abrasivi e utensili diamantati, si adegua a quella dei materiali, segnatamente lavorati, con caratteri distributivi che, pur privilegiando la committenza domestica, interessano in misura crescente il mercato internazionale. Un esempio significativo di questa espansione commerciale è costituito dall’Europa dei Ventisette, che nell’ultimo decennio ha visto incrementare le sue esportazioni del 52 per cento in quantità e del 127 per cento in valore, mentre il prezzo medio, nonostante la flessione dell’ultimo biennio, si è incrementato del 49 per cento (tav. 103) . Più vivace è stato l’aumento delle importazioni, che è stato pari al 134 per cento
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in volume ed all’86 per cento in valore, laddove il prezzo per unità di prodotto ha fatto registrare una flessione del 20,2 per cento. È di tutta evidenza l’ampio differenziale tra il prezzo delle spedizioni e quello degli acquisti che sono divisi nella proporzione di otto a uno a favore del primo. È la prova delle preferenze accordate ad approvvigionamenti molto economici, in cui fattori come qualità e rendimenti assumono un ruolo chiaramente subordinato. Né vale eccepire che la crisi del 2009 aveva colpito anche queste importazioni, la cui funzione strumentale si traduce in vincoli congiunturali sostanzialmente rigidi. Nella determinazione del flusso di consumabili di provenienza extra-europea l’apporto della Cina è stato decisivo, sia nella quantificazione dei volumi e dei valori, sia nella fissazione del prezzo medio, che è diventato un riferimento inderogabile per gli altri Paesi fornitori. In effetti, qualora si pongano a confronto i flussi in arrivo dalla Cina con quelli provenienti dall’Italia, primo Paese europeo produttore ed esportatore, il fenomeno assume immediata chiarezza. Le importazioni di abrasivi ed utensili cinesi da parte dei Ventisette, tra cui compare anche l’Italia con un volume inferiore solo a quello della Spagna, sono aumentate, nel 2010, del 44,6 per cento in quantità (tav. 104) e del 40,5 per cento in valore (tav. 105), mentre le forniture italiane agli altri Paesi europei sono cresciute, rispettivamente, di undici e di 25 punti.
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Esistono diversi mercati in cui l’Italia continua a prevalere sulla Cina, grazie alla competitività tecnologica dei suoi consumabili: è il caso della Francia e soprattutto della Grecia, dove il vantaggio italiano è sempre molto ampio, ma anche di acquirenti minori come Irlanda, Svezia e lo stesso Portogallo. Altrove, il prodotto cinese fruisce di ampie preferenze, a cominciare dalla Spagna, primo importatore europeo, che nel 2010 ha acquistato merci cinesi in proporzione quadrupla rispetto a quelle italiane. Si può aggiungere che gli acquisti dalla Cina nel corso del 2010 hanno fatto registrare incrementi quantitativi generalizzati, con la sola eccezione marginale dell’Irlanda, mentre quelli dall’Italia, pur evidenziando una buona ripresa globale, hanno continuato a cedere in Austria, Danimarca, Spagna e nella stessa Irlanda. L’import cinese in Europa è determinante, in quanto è giunto a coprire due terzi degli acquisti extra-comunitari in quantità, mettendo chiaramente in luce il ruolo che ha assunto anche nell’interscambio dei consumabili. A parte questo, i movimenti quantitativi e valutari dimostrano, con il supporto integrativo dei dati concernenti l’utilizzo di abrasivi e utensili, che la congiuntura negativa del 2009 è stata parzialmente superata e che il comparto lapideo sembra avere trovato nuove prospettive di crescita anche nelle economie mature.
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19. Potenzialità di sviluppo Il settore lapideo proviene da un trend di costante ascesa che si è interrotto soltanto nel 2009, salvo riprendere nell’anno successivo con una propensione alla crescita prontamente recuperata in buona parte dei Paesi avanzati, e non solo in quelli. Si tratta di un fenomeno importante, perché lo sviluppo del settore si distingue, generalmente, per dimensioni superiori a quelle dell’economia mondiale considerata nel suo complesso: rispetto ai volumi prodotti ed impiegati alla metà degli anni novanta, quelli del 2010 sono risultati maggiori nella misura del 140 per cento (tav. 106). Le matrici di tale espansione sono parecchie, ed appartengono, in tutta sintesi, sia alla sfera tecnologica che a quella funzionale e decorativa. Da un lato, l’apporto dei nuovi processi produttivi in una logica di industrializzazione è stato fondamentale, pur avendo lasciato spazi non marginali alla creatività ed alla fantasia del marmista: l’utilizzo della robotica nella fabbricazione seriale di pezzi speciali come i piani da bagno o da cucina è diventato normale, al pari delle tecniche estrattive che hanno permesso di razionalizzare dimensioni e misure del grezzo e di migliorare ulteriormente le rese di segheria e di terza lavorazione. Viene da chiedersi quale ampiezza avrebbe potuto assumere la crescita del comparto, qualora fosse stata supportata da adeguate disponibilità finanziarie e da un’efficace collaborazione creditizia.
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Gli impieghi in architettura hanno visto un significativo ampliamento delle preferenze per il materiale lapideo, suffragato dalle nuove tecnologie e dall’apporto che esse hanno fornito alla competitività del prodotto. D’altra parte, marmi e pietre hanno sempre fruito di attenzioni speciali per la loro idoneità a perseguire contestualmente obiettivi funzionali ed estetici, tanto più apprezzabili a fronte di un interscambio a tutto campo, che ha permesso di ottimizzare l’offerta di colori e tipologie ed ha fatto registrare una crescita conforme a quella industriale, con prospettive di accentuazione a medio e lungo termine (tav. 107). In alcuni Paesi, il contributo lapideo alla dinamica commerciale è stato importante suffragando la tesi, avallata anche dall’ONU, che vede nel settore una realtà particolarmente idonea ad avviare un effetto moltiplicatore, soprattutto nel terzo mondo. Basti citare il caso della Turchia, dove l’incidenza settoriale sul volume d’affari dell’export complessivo ha superato largamente l’uno per cento, senza dire di Grecia, India e Portogallo, dove la stessa quota si ragguaglia ad oltre mezzo punto (tav. 108). Resta da aggiungere che anche nel 2010 l’espansione dell’interscambio lapideo è stata superiore a quella fatta registrare dal sistema economico nel suo complesso, con un’incidenza pari all’ 1,18 per mille (tav. 109) che costituisce un nuovo massimo storico, a conferma dell’idoneità di marmi e pietre ad avviare processi di sviluppo. Qualora si pensi che il livello dei consumi
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unitari è tuttora basso, fatta eccezione per l’Europa mediterranea ed altri Paesi settentrionali a spiccata vocazione lapidea come il Belgio, ne conseguono ulteriori potenzialità di crescita, tali da far presumere che nel volgere di un decennio l’obiettivo dei due miliardi di metri quadrati equivalenti (allo spessore medio di cm. 2) prodotti e posti in opera, possa essere agevolmente raggiunto. È logico che i risultati saranno tanto più importanti nella misura in cui la crescita del settore venga supportata da adeguate provvidenze infrastrutturali, finanziarie e promozionali. La cultura della pietra appartiene alla civiltà umana senza limiti di spazio e di tempo, ma nell’epoca contemporanea ha assunto un tasso di espansione senza precedenti che consente di prevederne diffuse conferme, alla luce di un ampio spettro di motivazioni guidate dalla molteplice idoneità della materia lapidea ad ottimizzare la “way of life” del mondo attuale.
Conclusione Duemila anni or sono, la popolazione mondiale, secondo stime delle Nazioni Unite, ammontava a non oltre 270 milioni di unità, mentre oggi è stato raggiunto il traguardo dei sette miliardi, con una progressione che nel 2010 si è ragguagliata a 145 individui al minuto, tanto più straordinaria qualora si pensi che a metà del Novecento vivevano nel mondo appena due miliardi e
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mezzo di persone. Undici Stati (sette asiatici, tre americani ed uno africano) hanno superato i cento milioni di abitanti e due di essi, Cina e India, guidano la graduatoria con ampio margine, suffragato da una popolazione largamente superiore al miliardo: non a caso, tre quinti di quella planetaria vivono in Asia. Gli aggregati urbani, a loro volta, sono in forte espansione, con dodici città, tutte fuori d’Europa, la cui componente demografica supera i dieci milioni di residenti. Queste grandi cifre bastano a far comprendere come lo sviluppo del comparto lapideo non sia stato casuale ma abbia trovato nell’incremento naturale della popolazione una matrice indispensabile, sebbene sia stata avallata in misura sempre più convinta e crescente dall’avanzamento tecnologico e dall’apprezzamento della progettazione per prodotti naturali, e quindi di alta compatibilità ambientale, come marmi e pietre. Del resto, giova ribadire che il consumo lapideo dell’ultimo mezzo secolo è stato superiore a quello di tutte le epoche precedenti, globalmente considerate. La distribuzione della crescita demografica, così differenziata da un continente all’altro, sottolinea che la massima pro-
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pensione agli impieghi settoriali è appannaggio fisiologico dell’Asia, dove si concentra la maggioranza dei volumi prodotti e posti in opera, e dove insistono le più ampie prospettive di progresso. D’altra parte, le economie mature, con riguardo prioritario a quelle dell’Europa e dell’America settentrionale, possono contare tuttora sul ruolo della tradizione e del gusto, e prima ancora, su disponibilità finanziarie che consentono di programmare un’attività costruttiva qualitativamente di vertice, in grado di impiegare materiali di elevato valore. In siffatte condizioni di base, le prospettive di crescita corrispondono ad esigenze di fondo come quelle di un’edilizia a misura d’uomo e di una valorizzazione esaustiva delle risorse locali. Gli effetti dei momenti di bassa congiuntura, in questa ottica, sono necessariamente circoscritti, in quanto elisi dalla forza trainante di una crescita globale in cui le sacche di ristagno possono costituire problemi locali di qualche rilevanza ma non sembrano in grado di condizionare in modo vincolante un percorso accelerato verso obiettivi di espansione sostanzialmente universali.
Preface
The economic and social significance of the natural stone industry, with particular emphasis on mining and processing of marble and similar stones, is surely indisputable. Just remember that since 1964, at the International Congress in Florence, which gave birth to the Federation of European Stone Industries, there was pointed out the suitability of this sector to engage in policy development, a dozen years later reconfirmed by the Organization of the United Nations. Today, in quarries, sawmills and industrial processing as well as artisanship sites all over the world many millions of people claim the dignity of a millennial work, made easier and more practical by the functional and technical progress, but still intent on enhancing the skills of imagination and creativity, typical of any good mason. In this context, it is logical to devote specific attention to marbles and natural stones in the form of the present Report, that
is comforted by a long experience and widely appreciated at both institutional and operational levels. The contribution of natural stone to global economic growth, also increased by a very lively supply industry that operates in the production and distribution of technologies, as well as services, benefits from an interchange that with the passage of years has become more and more important, especially with regard to fast and functional transportation. Not surprisingly, the major use (of those Technologies) relates to stone materials, which are extracted and often even worked in countries other than that of the installation site: another good reason to devote special attention to the international relations of the sector. The developmental trend of marble and natural stone, which was essentially constant in the last two decades, though sometimes with almost impetuous acceleration, has recorded a strong
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turnaround in 2009, triggered by a global crisis that, in terms of spreading and extent, has been compared to that of 1929. The negative consequences are still present in the cycle, especially in some mature markets, but in the global economy the reactive capacity has resulted to be positive in most cases, also with respect to the interchange recovery leading to a new peak. In other words, despite the demand for natural stone not always being stringent, yet mainly tied to building industry, the sector has proved that it can cope
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with a very difficult economic situation achieving positive results on average, due to the natural quality of a material that is compatible with the environment, due to the flexibility of its technological organization, and last but not least, to modern investment strategies applied by the enterprises. The problems are far from being resolved, but the awareness that it will be possible to face them with appropriate tools, also from the informative point of view, constitutes a reasonable occasion for renewed confidence.
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1. Global economy The gross world product, after having paid for the economic stagnation of the last two years, amounts to about 58 trillion dollars, with a per capita account of over $ 8,500 annually (Table 1). In the first nine countries are concentrated three-fifths of the total sum, while the three leaders, all non-European, totalize more than a third; however, the most significant news is the recent Chinese overtaking of Japan, relegated to third place. The United States remain firmly in command of the ranking, but it was calculated that under current economy conditions China might reach the world leadership within thirty years. The annual changes in GDP during the last five years reveal, with regard to Europe, a general growth in 2006-2007, the first critical evidence in 2008, and an equally consistent regression in 2009, followed by a partial recovery in 2010, which did
not involve Greece and Portugal, where the balance sheet showed a further deterioration (Table 2). Logically, the investments were negatively affected with regard to both plant adaptation and innovation, where the setback was even stronger. Moreover, the funds provided for research and development have been revealing for several years a sticky trend, not only in Europe: a long-term analysis relating to the major industrial countries shows that in China alone there has been a major growth of these propellant investments, representing 13 per cent of the annual rate, while in Italy and Germany it was only one point (Table 3) with a specific share of the Italian GDP remaining among the lowest. With respect to the United Kingdom and to France, there has been recorded a slight contraction. The credit policy is only partially able to meet the production requirements.
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The collecting costs decreased with rapid progression during the last two years, especially in the euro area, while retaining a strong negative differential compared to the dollar and the yen (Table 4), but the financial resources available have resulted in more liquidity in the system, also due to the prudent strategy of many companies, especially in countries, which are more affected by the crisis. The stagnation in consumption, made more noticeable by rising unemployment, did the rest. These phenomena have clearly affected western economies, except for Australia, where GDP managed to grow, at least marginally, in 2009, whilst the economies of developing countries, though not totally immune, continued to advance. Apart from the emblematic case of China, particularly substantial increases have occurred in India and other countries of Southeast Asia, whose title role has come to be enhanced by the economic downturn of the United States and Europe. Among the reasons, that have made anti-cyclical action more difficult essentially everywhere, there is a higher rate of public debt consolidated for the gross product of the accounting year, in correspondence of an increasing taxation. However, positive effects result from the containment of energy cost due to a decreasing demand, but these effects are insufficient to engage a development flywheel for everyone’s needs, despite the less confrontational position of labor
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unions in many industrialized countries. Obviously, the sectors mainly affected by economic stagnation were the ones with the most significant potential for planned postponement of investments, starting with building industries (focusing mainly on the residential sector), whereas the public works, with regard to the complementary role of public intervention as corrective factor, have been only relatively affected by those effects.
2. Building activity As for 2010, the global accounting year highlights a decrease, which is more pronounced than that of the previous year, although in some countries such as Japan, France, Germany and Russia there have been financial statements of cyclical upturn (Table 5 ). This is due to a physiological time lag/interval, which delays the effects of the downturn on the sector because of the ongoing work in already open building sites; moreover, it is significantly due to the first step back in China, where the number of dwellings constructed in this economic/ financial year dropped back to the levels of 2006 and 2007. In the long term there are few countries that have closed with a positive outcome: in addition to China this concerns, in order, Turkey, Russia, South Korea and Poland (Table 6). On average, there is an overall decrease of 13 percent against 2004.
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The case of China, which is crucial for the strong consistency of absolute numbers (almost five million new homes per year), must be investigated with priority concerning investment, which results in growth established in 2010, unlike in the unit volume built, attributing an increase of 12.1 percent, homogeneous with those (all in double figures), which had occurred in the previous five years (Table 7). Since the investments cover the entire range of construction, it is logical to assume that this is due to the greater consistency of public works and non-residential buildings, and of course, to better quality. It should be added that no country can boast such high as well as continuous investments as those of China, India is the only country able to compete, although in a subordinate position. However, in 2010 there have been significant recoveries in the order, even in the Netherlands (thanks to a strong contribution of public works), and followed by Canada, the United States, Australia, Russia and Brazil. After the stagnation of the previous year, the most significant reaction occurred in extra-European, while in the old continent there are still some critical pockets, as in Spain, where a ten-point drop occurred, or substantially chronic like in Italy, where the decline has lasted four years by now. At continental level, the pace of building investment awards especially Asia and Latin America, where the growth of 2010 was more than five points, while North
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America has scored, since the drop of 2008 and 2009, a recovery of 4.3 per cent, still far from historical highs, but still substantial. On the contrary, the economy remains in deficit in Europe, with a downturn of almost two points in addition to the loss of 9.3 per cent of progress made in the year before, and with a building employment rate that, after contractions of 1.8 percent in 2008 and 6.7 in 2009, dropped still down to 1.3 per cent in 2010. Naturally, the effects of these statements have been felt not so much in terms of development that continues to be competitive in quality in all the developed countries, particularly in the high level building industry, than the volume of consumption of materials for structural use, and more likely for finishing works: the most penalizing consequences were felt mainly in well restricted markets for manufactured goods, or at most at macroregional level, whereas those which were able to bear the burden of large radius transportation, such as marble and stone, defended themselves better, anyway depending on any related costs. This is even more applicable to the typologies that are able to rely on alternative consumptions other than those of the building industry and on the ability to satisfy a demand for high quality at competitive prices.
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3. Labor costs and labor issues The trend of costs goes beyond a global homogeneous survey, except for that of the work, which on the other hand is a burden that is still important for the stone industry. In this regard, the trend of the last two years, at least for Europe, shows that the economic crisis has had limited impact, so that in the average of the 27 member countries there have been slight increases, in 2009 as well as in 2010, with a substantially analogue progression in the industry, along with construction and service activities (Table 8). The trend is quite different from one country to another, with some considerable negative range swings, that are limited though to a limited number of countries, among which Greece, regarding the extent of the phenomenon which occurred there in 2010, after the positive maximum changes of the previous year. In general, the mature economies are affected by limited fluctuations, which are relatable to a general increase in unemployment (most evident in Spain), while in some countries of Eastern Europe the recovery of wages (that come quit near to the Western average), has continued with sometimes very pronounced progression/ advancement as in Bulgaria and Romania. The cost of labor is a variable that is significantly linked to the occupation/ working conditions. In this regard, it is useful to underline that
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just in 2010 it was developed the code of conduct drawn up by the “Working Group on Sustainable Natural Stone” (based in Holland) who aspires to become a global reference standard for the stone industry: among the most important directives we should remember those against forced labor, child labor and employment, and those that suggest the lack of any discrimination between workers, the need for adequate wages to allow sufficient conditions of civil life in a reasonable time and conditions to protect the safety and health of workers, ending with the obligation of legally valid contracts. Actually, as revealed by the Second World Congress of the Stone, which took place in Alicante in March 2010, there are still even important countries where, for example, the practice of child labor is still widespread, which leads to significant consequences not only for failure to comply with certain fundamental rights recognized by international forums, but also for the economic effects to the detriment of developed countries, arising from increased “discriminatory” competitiveness of other man’s costs. During 2010, the need (felt since a long time) to built up a subject of business representation suited to deal with global issues of the sector, not only in technical and promotional terms, but also within the legal framework, has found the first concrete follow-up with the establishment of “World Natural Stone Association,
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which took place in October, during the fair in Verona, with the intervention, among others, of important countries in Africa, Asia and Latin America such as Egypt, India and Brazil. It is therefore desirable that the start of a dialogue at international level of expertise might enable a modern approach to the problems of work, even in pursuit of that “appreciation of the psychological revaluation of the specific profession” whose need was expressed as early as 1964 in the Congress where the first Federation of European marble came to birth.
4. Global stone production The stagnation of the last three years, culminating in a limited decline of extracting and processing recorded in 2009, was quickly overcome thanks to the recovery of demand, and at the same time, due to the need of maintaining the competitiveness of the unitary costs through optimal utilization of the facilities, even at the cost of margins even more diminished. The volume of extracted stone, net of quarry waste (whose consistency remains a fundamental strategic issue), reached over 41 million cubic meters, which equals approximately 112 million tons (Table 9), with an increase of more than six points to be considered very positive taking into account the critical factors that still exist
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in the system and the currently partial feedback of some domestic markets. The apportionment by type of production has seen a further recovery of calcareous materials, amounting to about three fifths of the total (Table 10). In the past, there had been some considerably higher annual increments, the last of which was recorded four years ago. Now, returning to a gradient of development not far from the long-term average of the last two decades may suggest that the evolution of the economy in the short and medium term will be positive again. The top producing countries continue to steer the economy of this sector and to consolidate their leadership positions. This applies particularly to China, India and Turkey, which represent the first places in world ranking and make a volume equal to half of global production, while Italy has dropped to fifth place, with a margin of approximately seven percentage points (Table 11). From the geographical point of view, the traditional pre-eminence in Asia has been confirmed for granted in 2010, thanks to the leaders of the countries (Table 12), which were added, along with Iran, several emerging realities as Oman, Jordan and Vietnam, not to mention old “tigers” like Indonesia and Thailand, that seem to have survived the precarious economic situation which conditioned them. Some reactive signal was expressed from Europe, and
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especially from Latin America, while Africa has remained in the position of rear guard, except for good confirmation of Egypt and South Africa. In the Old Continent the best opportunities in the field of production have been achieved by Greece, Portugal and Spain: paradoxically, countries that have suffered most from economic difficulties of general nature and found in the stone sector an anti-cyclical opportunity already experienced in the past. As to Italy, it has been able to confirm the traditional European primacy, with one third of total Community production (Table 13). In Europe occurs the same phenomenon of concentration as it is recorded worldwide. In fact, the top five producing countries (Italy, Spain, Portugal, Greece, France), which are the only ones who can rely on extracted volumes of more than a million tons per year by reason, to express fourfifths of production, while ten others not over the quota of 100 000 tons. Noteworthy the production of manufactures that has globally reached 1.22 billion equivalent square meters, related to a conventional thickness of 2 cm and divided into approximately three quarters for buildings, plus a percentage resulting from other uses, first of all funeral and from urban furnishings (Table 14). The increase is consistent with the excavation and has resulted in a greater supply in the order of 80 million square meters. In the long term, the most important
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changes have regarded the minor impact of flooring and exterior cladding and the strong rise of the special work made possible by advanced technologies and interest in the market in successful uses, also in extra maintenance and refurbishment such as kitchen tops and bathroom finishing.
5. State of the art The crisis of 2009, as often happens in times of transition, wasn’t that useless, because it has promoted research in new technology aimed to reduce the natural increase in production costs and subject to promote further progress in quality. This, both in mining, both in transformation. Similar considerations apply to the major issue of security, where the work of CEN TC 151 are designed to achieve important advances in the relevant legislation concerning different types of machines. With respect to the topic of quarries, the drilling system and that of the multiple wire cutting (with several tens of parallel sawing units) have been the subject of improvements which allowed to rationalize working hours and to streamline the working methods, enhancing productivity and efficiency, along with consistent waste reduction. In the processing facilities, the progress of automation in special applications including the use of robotics have resulted in a further move
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towards the real massive industrialization of the sector. In this specific case, there are noteworthy the automatic processes of filling and resin finish with prior planning and quick drying of the mixture; the production of ultrathin pieces, which again takes advantage of useful additions with resin finish and pursues targets of competitiveness in weight unit of manufactured goods; furthermore, the use of warranty marking as a significant contractual tool. The search for an even more competitive quality was not limited to a strictly technical context, because it has been extended to the care of accompanying color through computer control of the product excluding artifacts out of tolerance. The production sector (at least at leader level) is more and more focusing on the problem of quality in general, by subordinating for a solution of the quality issues investment options, consistent with the financial bottlenecks getting stronger by the difficult economic situation. This goal, though trend, has acquired a basic belief because of its effective prosecution has become the common heritage of producers and users. The variable can make a difference, given the state of the art, it is the quality, since there are no insoluble issues in physical, chemical or mechanical terms, without saying that the plant equipments, from sawmills to special processing facilities, are functionally adaptable and can
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be managed in accordance with the requirements of each material and each processing stage. Under these conditions, the state of the art becomes an important factor in the choice of trade policies and in determining the distribution and flow of exchange, where added value is much more advanced, because there are a technically and qualitatively valid offers, and a demand which is capable to appreciate the value of a product designed to meet high requirements on function and design. That means that with regard to purchase assessments additional factors are becoming increasingly important such as the service policy, as comprehensive documentation, on-time deliveries, professional support, the work carried out. Even so, the mature economies are able to consolidate achievements, while developing ones must cope with qualitative optimization problems and therefore, with appropriate investment.
6. Evolution of the interchange The time when the overall recovery of 2010 has resulted in the most obvious way is concerning international distribution, where previous setbacks had been recovered, not without reaching a new historic record of particular significance, through a broad structural change that has favored the movement of rough material.
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The input-output model used as the basis of cross-recognition according to the criteria outlined in the appendix, shows how the raw limestone (sawed blocks and slabs) have been traded for 13.3 million tons (Table 15), an increase of 40.9 percent which is the highest in the last two decades. However, the raw siliceous stones have seen a flow of imports and exports corresponding to 10.5 million tons (Table 16), an increase of 18.2 percent, which is also very satisfactory and around maximum level of that period. The average raw material increase was 29.8 percent, while that of processed material has held steady at about nine points. More specifically, the simply worked products have achieved movements of 3.3 million tons (Table 17) and an increase of 1.2 per cent; the special products, which constitute the strength of the sector especially in terms of value, have ended the business year with trades up to 20 million tons (Table 18) and an increase of 10 per cent; the slate has seen international shipments of 1.3 million tons (Table 19) and an increase of 5.1 per cent. Practically, all items are on the rise, with a final figure amounting to 48.5 million tons (Table 20), an increase of 18.1 percent compared to 2009: the highest in 16 years. The changes, net of the calculated waste amount of rough material handling, affected equivalent 716 million square meters, an increase of 15.4 percent. Raw material has recovered nearly five
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points ranging at 49.2 per cent of the total and returning to 1999 levels. From this point of view, the turnaround was definitely strong and unexpected, finding the main reason for China’s insistence on propensity to purchase materials for local sawmills and workshops. The European Union has seen exports of just over 11 million tons (Table 21) and an import in the order of 11.3 million (Table 22), both in recovery, especially in sales, while the movements of the rest of Europe appeared stickier, both in output (Table 23) and input (Table 24), where we distinguish the most important statements of Switzerland and Russia. However, the large flows that characterize the major non-European countries are led by China, India and Turkey in sales, with Brazil and Egypt in excellent positions (Table 25), and China itself regarding purchases, followed at a great distance by the United States, South Korea, Taiwan and Japan (Table 26). The panorama is completed with a large group of other non-European countries whose importance is largely complementary but in which there are more significant results and significant potential, especially in Asia, both in export (Table 27) that in import (Table 28). In fact, the summary for broad categories highlights like the major players outside of Europe have taken a decisive role in the market, being able to deliver 62.7 per cent of world exports (Table 29) and 47.1
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for percent of the amount (Table 30), while Europe, including the extra-EU, has been reduced respectively to 24.9 and to 26.5 percent. Summarizing, the trend in the sector seems to have taken a great driving force, both in absolute terms (Table 31) and percentage (Table 32), and of course in the long-term indices, which show how in a matter of two decades the global stone movement has increased fivefold (Table 33) with degrees of finishing articulation almost equal between raw and processed material, beyond the sharp changes occurring in the last business year, and with an increasing proportion of the raw limestone product against siliceous materials (Table 34).
7. Market dynamics and types of materials The power sector in China, which has been confirmed in 2010, is photographed in an immediate way across a prevalence substantially equal in exports and in the global import, with shipments in 2010 corresponding to 12 million and a half tons (Table 35 ) and purchases that have reached 12.3 million (Table 36). However, the share of Chinese exports has fallen by three points, falling to 25.8 percent, while that of imports has jumped ahead of six, reaching 25.4 percent. This means that the internal market is undergoing a very positive phase, like the local transforming
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activities. Practically, one quarter of the stone industry worldwide is in the hands of China, even if other countries took very actively part in the recovery and the development in 2010, in particular with regard to Turkey and India in the export and the United States and South Korea in the import. Seven countries have exported more than one million tons, while the corresponding number of importers has risen to eleven. The suffering of Europe, which seems to be elided, in relation to absolute numbers and market shares, at least in the export of Spain, Portugal and Greece, continues in Italy, even in the face of improved performance in volume, where the “share� was further reduced down to 6.5 percent in output and 3.5 percent of incoming. Similar considerations apply to U.S. purchases, whose recovery is viscous and coincides with a further reduction of the percentage. At a disaggregated level in terms of goods, the rough limestone have highlighted a strong progression of Turkish sales of over 35 percent of the total (Table 37), while the Chinese have reached even 63.9 percent, placing all others in a supporting actors role (Table 38). With respect to raw siliceous material, there has been confirmed the traditional exporter rule of India, though with some hint of sluggishness, unlike what has happened to other manufacturers mainly in Brazil (Table 39), while on the front of imports
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has prevailed China too, although with a lower level compared with calcareous and well ahead of Taiwan (Table 40). As to the processed material, the Chinese leadership has been confirmed in the export of the simple products (Table 41), which correspond to significant purchases from European countries, mainly from Germany (Table 42), while for value-added products the primacy of China has resulted in a new absolute majority, consisting of 10.4 million tons and more than 190 million square meters, with Turkey occupying a far second place (Table 43). Imports of special products, however, confirmed at the top of the list the United States, South Korea and Japan (Table 44). Furthermore, the slate, whose expeditions in the primacy of Spain is threatened by China, which has confirmed the recent acquisition of second place instead of Brazil (Table 45), while import is more complex, with a focus on supplies to Europe (Table 46). From the figures emerges a wellestablished Chinese leadership, whose dimensions have reached a level that is substantially impervious, at least in reference volumes, both in the short and medium term. The competition takes place in the rear, with different manifestations of strength sometimes accentuated, such as those relating to raw limestone export from Turkey or siliceous stone from India, and -except from some critical areasespecially in mature economies. In a global perspective, the fact is
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certainly positive for a sector that has demonstrated a good capability to react, such as to overcome the effects of the downturn, although through very different contributions from country to country. In any case, the potentialities belong to all of them and are able to achieve concrete results in light of the available resources, but first of all of the propensity to invest, and ultimately, the political will.
8. Italy: a structural stagnation The hints of recovery that have affected the stone industry worldwide in 2010, with significantly different effects according to the actual national capacities to confront the critical trends still in place. In Italy, where the old professional leadership is always able to provide certain advantageous positions, especially for niche products, the downturn has been blocked, but has performed below average overall. The domestic market continues to feel the effects of a prolonged stagnation of the building sector, while the export, a traditional safety valve of the stone industry, has revealed significant results only in the shipments of raw material, which had reached a new record, with nearly half a million tons. In contrast, net of by-products processed in the recovery was marginal, stopping at about four points and being far away from levels of a decade ago, when 2.7 million tons were sent abroad, against
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1.6 million of today (Table 47). As for the import, consisting for 77 percent in finished goods, the bounce rate was 6.5 per cent but has allowed to elide the large decline during the previous three years enrolled in no more than nine per cent (Table 48). And to emphasize the positive new contraction of supply of foreign workers, which has iterated that of 2009 and confirmed the interruption of a long trend which caused a lot of puzzles about strategies: however, this phenomenon must be related to stagnation of the domestic market. In the long term, the export value has declined far less than the volumes, but the average price of the finished product shows a stationary condition which does not reveal positive comments about the strategies of corporate profitability: over the past five years it remained practically stationary around $ 43 per equivalent square meter (Table 49), showing a viscous character who does not seem to be due to the increased presence of materials in the current export mix, but due to the objective difficulties to transfer the cost increases on commercial prices. In this context it is not surprising that the incidence of stone on the total value of Italian exports has been gradually reduced, until a minimum of 0.45 percent reached in 2010: a reflection of a significant economic situation that isn’t worth exaggerated attentions even in the institutional framework for the promotion of marble
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and natural stone (Table 50). The good thing is that the situation is common to other countries, it concerns the dissemination of the sector in the area, which is involved the major part of the regions (Table 51). In this area it has been confirmed the traditional primacy of Tuscany (thanks to the district of Massa Carrara and Lucca), also with a quantitative advantage against the Veneto region reduced to just two points: these two regions represent approximately two thirds of national export, with a high prevalence of the first region relating to raw material, while the Veneto prevails for processed material, with a differential of five points. As for the other regions, it should be noted the good rise of Lombardy, against a substantial downsizing of the Lazio. In a country like Italy, weighed down by serious bottlenecks regarding professional and energy costs (in Europe, its dependence on oil is second only to Ireland and Luxembourg), fiscal charges and taxes higher than the average level, the lack of a national policy for quarries and recurrent difficulties due to labor unions, that combine their effects to those of a very fiery competition; the 2010 budget must be considered tentative substantially, having demonstrated the renewed presence of a responsive business all the more impressive because without adequate legal support, even within the more local districts, but at the same time, the overt need for targeted interventions.
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9. European Union The history of the European foreign trade has progressed to a lesser extent to what happened elsewhere, but in the long run it rather remains an important active differential. During 2010, the export recovery achieved by the Fifteen has been remarkable, with an increase in the order of half a million tons (Table 52), while imports remained virtually unchanged (Table 53). Today, both incoming and outgoing flows are equal, to the extent of over ten million tons each. However, the path towards economic integration has been substantially completed and the aggregate total of all twenty-seven is an operational reality whose relations with the rest of the world must also be examined specifically with regard to stone industry, but under very different implications for weight, for the benefit of Italy and other countries with more vocations towards production and consumption (on the one hand, Spain, Portugal and Greece, and on the other, Germany, France and United Kingdom). Foreign trade in non European Union has strongly felt the impact of the economy. With respect to what emerges from the final balance concerning raw limestone, where purchases are significantly decreased compared to the maximum of 2007, while shipments have reached their highest amount in 2010, resulting widely superior against imports (Table 54).
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Similar considerations apply to the raw silica, whose purchase still being almost quadruple in export, are falling sharply with regard to a maximum which dates back to 2004 (Table 55). In both cases, the historical trend shows an increase of mean values significantly lower than volumes. The European interchange with greater economic significance with the rest of the world is that of processed material with high added value (code 68.02), where the stagnation is all the same felt, though in a less accentuated way. The import value of 2010 is no more than ten points lower than the maximum of 2008, having recovered about half the decline attributed in the previous year, while exports, going down to 21.4 percent at the same time, were almost unchanged against the 2009, showing a decline of some points in the average value per unit of product (Table 56). Not less significant, again as part of the finished product, is the examination of disaggregated products by major destinations and origins. The export is distributed in a range of countries, including the uprising United States, which in 2010 received 12.8 percent of exports in quantity and Europe 22.8 per cent of that value, while in positions of being tucked include Switzerland, Saudi Arabia, UAE and Russia, where the latter country stands for the highest average price (Table 57). China, however, figures in tenth position in the ranking in terms of value, and with the lowest average price.
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They are also to be emphasized that good business in some European exporters have concluded emerging countries such as Morocco and Qatar. Quite different is the import scene, where China has been able to further establish its leadership, with supplies that have covered 58.3 percent of the total volume and 49.1 per cent in value (Table 58), at an average price of just over $ 23 per square meter equivalent. This quotation, however, is not the lowest, because the EU imports from Vietnam, fourth largest supplier, were made at a level in the order of $ 16. In any case, the top three exporters (China, India and Turkey) met more than four fifths of the specific application, leaving the competition for the complementary units are currently not able to significantly affect the market: the consideration that applies to South Africa and especially Egypt, traditional exporters of raw material, but also for Brazil, which delivers a large majority of its strong export products to North American stores. In terms of individual countries, the disaggregated prices of the finished product, an essential component in exports, are highlighting several significant acquisition losses as a result of increased supplies from China and developing countries, while the average export shows more survivability in Italy, Germany and Spain, unlike what happened in France and Portugal (Table 59). The Union of the Twenty-Seven remains a
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major outlet for the stone industry outside Europe, but seems to favor a select group of suppliers that are able to combine positive economic competitiveness with the organization’s distribution and promotion.
10. China superstar The Chinese power in this sector of China is clearly attested by the figures for the interchange relating to 2010: an accounting year that has seen a strong upraise trend already recorded in the nineties, quickly eliminating the limited slowing down which was typical in 2009, along with a global crisis that was felt only marginally in China. The export quantity has reached 12.5 million tons, a new historical record, with an increase of 6.5 percent over the previous year (Table 60). Protagonists are once again finished products with high added value, whose shipments have reached 10.4 million tons corresponding to more than 190 million equivalent square meters of a conventional thickness of 2 cm: The growth of this item was equal to 9.2 percent. The supply of raw material, although significant in absolute terms, was complementary to the “share�, limited to 5.3 percent of total sales. The indexes confirm the driving force behind the finished product, even in the long-term trend: in the space of sixteen years, this type of export has increased
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by 18 times (Table 61), while the total is six-fold. Practically, the survey highlights a rich overall doubling of the average shipment of manufactured goods for each accounting year. In terms of value, the stone industry of China has exceeded for the first time the wall of four billion dollars exportation, an increase of 15 percent compared to 2009 (Table 62) and an injection of special items amounting to 94.5 per percent. On the other hand, imports have progressed at an even higher rate, touching a value in the range of $ 2.3 million and scoring a leap of 55 percent, due almost entirely to the raw material, which is 98.7 percent of supply (Table 63): these are numbers that prove without comments the health status of the Chinese industry, despite the slowdown in construction activity. The largest expansion was recorded in the import of raw limestone, which have exceeded 8.5 million tons, worth close to half billion dollars, where the purchases from Turkey had a decisive role, followed by the material coming from Egypt and Iran (Table 64). In this case, the progress made in one year was about three and a half million tons, an increase of 66.1 percent in volume and 72.7 percent in value. In a sector like the stone industry, which historically was characterized by limited changes made of the major final balances, if not by widespread viscosity, these figures highlight the magnitude of strategic changes induced by China.
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Concerning the average value of imports, it has achieved significant recoveries in both types of raw material, where unit prices have reached the maxima of the last decade, with increases of 4.1 percent for limestone and 2, 9 per cent siliceous material, and even higher in the finished products (Table 66). This confirms that the booming Chinese stone industry continues also with widespread attention to quality policy. It should be added that China’s relationship is expressed in a wide range of world destinations and origins, with almost no distinction between mature economies and developing countries, although in Asia there is a preferential relationship, of course: it confirms the fact that South Korea and Japan alone have absorbed, in 2010, one third of Chinese exports of manufactured stone.
11. Clashes resumed in U.S. recovery The estimated recovery of the U.S. market is reinforced by certain important research such as the Joint Center for Housing Studies (Harvard University) which have found a potential corresponding to 21 million of projects over the next decade only in the renovation sector at a cost of about nine thousand dollars and high impact interventions in bathrooms and kitchens, starting with the ten largest
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metropolitan concentrations led by New York and Los Angeles, where one third of total turnover is produced. In short, the American dream continues briskly even with respect to building activities and stone, accounting for three quarters of the volume of manufactured imports, but the revival of 2010, although significant, was lower than expected or hoped. Progress in the value of supplies from abroad was limited to eleven points, reaching 2.16 billion dollars against the high of 3.22 in 2007 attributed; practically, there was recovered 16 percent of what had been lost in the previous two years (Table 67). With respect to commodity economics, the structure of disaggregated value added imports shows diffuse residual pockets of critical final balances, particularly with regard to manufactured and semi-finished limestone, and the recovery of siliceous stones, which is almost half the total, was particularly strong, highlighting a growing differentiated demand (Table 68). The distribution of purchasing has been very selective, focusing primarily on Brazil, which has returned to the top of the ranking of the largest providers with significant advantage over China and Italy: the latter, unlike others, saw its shipments to further reduce the absolute number (Table 69) and in market share (Table 70). In other words, the U.S. ratio of customer loyalty has gone further tapered to the detriment of European suppliers, with strong penalties
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for Spain, Portugal, France and Greece. Four-fifths of imports are the prerogative of only five countries that appear to be the major players in the commercial contest on the number one world market. From this point of view, we must say that, apart from the negative trend in Italy, whose “share� has dropped in ten years from 37.9 to 14 per cent in 2010, has reduced the ambitions of China, which has maintained its previous positions of a small two points increase, while much higher satisfaction was obtained by Brazil, India and to a lesser extent by Turkey. As for Canada, the sixth biggest supplier, has failed to fully exploit its advantage of proximity, also because a still limited policy of vertical integration. The Brazilian success lets easily infer a strong return for the appreciation of the granite, including the domestic use of more international appeal (Vermont), which is not foreign to the engulfment of the theory, all-American and objectively unfounded, that siliceous products would be harmful to health. At the same time, it has benefited from a significant investment policy in processing and distribution, without neglecting to support the technology and image references. The average price of imported manufactured goods in the United States amounted to just under $ 39 per equivalent square meters (Table 71), an increase of three and a half points against 2009. Again the stock remains well below the previous levels when they had passed $
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42. Italy has paid the negative effect of a mean value significantly higher than the total, and almost twice trimmed to $ 31 by the exporters in Turkey, which has weighed the impact of a very significant share of travertine. On balance, the flow of manufactured goods that entered the United States totaled 55.6 million equivalent square meters, an increase of just under four millions. A good starting point that it is worth noting because it seems to have engaged a good flying wheel in the pursuit of positive forecasting, comforted by the possibility to increase the consumption levels still limited up to now, but hampered by financial uncertainties. In fact, the levels of few years ago are still far away, beginning with those of 2007, when there were imported over 87 million square meters.
12. The other non-European leaders Apart from China, which now has a prominent position in the sector, essentially irreversible due to the acquisition of an increasingly large advantage compared to competing countries, the protagonists of the stone industry are growing in dimension mainly at non-European level, substantially similar both in production, both in the distribution and consumption. India, confirming himself as the main outsider with respect to the primacy of
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China, has increased by several points a vibrant domestic consumption, not far from one hundred million square meters, although the level of its unitary use is still minimal. Exports, however, showed some contraction, larger in raw limestone (Table 72), where shipments are limited to white and colored high-value material, and smaller in siliceous material (Table 73), where the regression has more significantly affected shipments to Italy, while those to the United Kingdom, Germany and the Netherlands, which have contributed to the semi-thick blocks for funerary, are grown. The finished product of India has suffered a decline of 13 percent, with generalized though very different reductions according to the importing countries (where the best results iterate those now found for the rough granite) but with one significant exception for the Italian market (Table 74). It should be noted, however, that India’s balance sheets are not strictly consistent with those of importing countries, for the calendar reasons outlined in the Appendix. Very flattering was the final balance for Brazil, which has scored a very substantial growth in raw silica export, so as to reach a new record in the order of $ 220 million (Table 75), provided mostly by China, which accounted for 52.5 per cent, followed at some distance by Italy, Taiwan and Hong Kong, that substantially is a Chinese store. The Brazilian exports of finished products, which is undergoing a strong recovery
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(Table 76), had proved to be a phenomenon of great magnitude, particularly involving the American markets, with a large advantage of the U.S. and Canada, Mexico and Venezuela in their support positions. Less bright but still noticeable was the resumption of finished slate (Table 77), still a far cry from its peak of 2008, because among the top four importers are included European customers such as United Kingdom, the Netherlands and Spain, where the development of the economy is not immune against the persistence of critical factors. In terms of large consumers, a special mention must also be given to Japan, where the strategic change over the last two decades has found a natural confirmation, substantially discounted in the 2010 final accounts, which have now confirmed a total disregard for the raw material, not disjointed from still reflective purchases, but of permanent amplitude, of the same finished product. In particular, the Japanese purchase of blocks and semi-finished products have fallen to a new minimum of 18 thousand tons (Table 78), as compared to 1.15 million in 1991, highlighting the almost complete abandonment of the sawmill and laboratory activities, replaced by Chinese labor able to satisfy more than 96 percent of Japan’s demand (Table 79) and leave to India, Italy and other producing countries distribution shares that are absolutely marginal. The case of Japan is
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typical, yet it is not unique, but common to other countries in the Far East and first of all South Korea. Furthermore, the dynamics of the average values, that have been falling steadily until 2006, has allowed to ascribe four consecutive increases from 2007 onwards, a total re-evaluating the extent of 51.2 per cent, equivalent to 12.8 due to year (Table 80). This is further confirmation of the pursuit of a new policy of return on sales also from China.
13. Complementary strengths An important role is played in the interchange of stone from various countries which in the past have previously had additional effects and now offer themselves as outsiders of a certain level, able to pursue substantial claims. This regards particularly the export of raw material, but in some cases even processed material. The quantitatively most important example, which refers to marble blocks and semi-finished items, is Egypt, included among the world’s largest producers and exporters of this type due to Chinese demand, which is market for a large majority of Egyptian shipments (pl. 81). The crisis of 2009 was only partly overcome, but if Chinese imports of Egyptian material have remained steady, that is more than a million tons, other destinations have risen:
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among them Lebanon and above all Libya, reflecting its growing transforming power. The average price of Egyptian export is a crucial condition in the demand for current materials from China, so the price value is lower than 50 percent against the overall value, which means that there is an effort to diversify, which was not easy, he found good answers among Western buyers but even those of some countries in the Arab world. The export of raw quality granite relies on the traditional confirmation of Finland (Table 82) and Norway (Table 83). However, even the Finnish shipping, able to recover within a single year the decline in 2009, are crucial assets in their purchases by China, who have come to express the two-thirds of the total outward, leaving relatively small shares to Italy, Poland and Spain, and essentially marginal shares to all other importers. The Norwegian pattern is similar: in this case the structure of exports is made up by Chinese demand, which is obviously increasingly concerned with the supply of precious materials destined for its domestic market after processing them on site. It is also a structural change to emphasize the perspective of the Nordic production, lack of vertical integration but guaranteed the continuity and development prospects of China’s raw material production, for which some suppliers seem to assume, as in this case, a function of substantial vassalage. A remarkable case of emerging force in
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the export of finished products, although not unique (similar considerations could be made for Jordan and Palestine), is Oman, which becomes emblematic because its sales are directed almost exclusively to Asian countries, led by Saudi Arabia and the UAE, with some “exploit” for the Qatar (Table 84). Actually, the flow of Omani shipments was affected by the crisis of 2009 and was only partially overcome, but the country’s resources, which can count on deposits with high yields and on careful policies on industrialization, suggest the existence of positive prospects, mainly because they have been endorsed by a strategy of sinking average prices down, which certainly are competitive. In terms of imports, not limited to the finished product, we must note a substantial development of certain emerging realities, even under conditions that are already characterized by stagnation. It is the case of many African countries, and first of all Nigeria, which in 2010 bought a large volume of raw silica and about 300 000 tons of manufactured goods: everything for the domestic market, since Nigerian exports is still zero.
14. The case of Turkey A situation that is worth a study in-depth is that in Turkey, big manufacturing country, which according to news from academic
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sources is able to boast of proven reserves that can express a particularly high volume, along with processing traditions and use prestigious applications which date back to classical antiquity. The destination of the Turkish stone product is mainly reserved for export, but the great strength of Chinese demand for raw material has conditioned the strategic choices of the local industry and changed it into to a policy of intensive exploitation aimed to the sale of blocks. To this phenomenon has contributed the crisis of the most important market for processed products: the United States. Today, the absolute majority of exports from Turkey is made up of raw limestone, which reached a volume of 4.7 million tons, increased by more than 18 times within a decade (Table 85). It should be highlighted that the Chinese share has risen from 11.9 percent to 72.5 percent in 2010, while the “share� of shipments in Europe was reduced to minimum levels (other complementary destinations have benefitted, such as Russia and the Middle East). On the contrary, the exports of value added goods consisting of processed items set the pace. After the historical maximum peak reached in 2007 with two million tons, representing around 37 million equivalent square meters, the volume was reduced significantly mainly due to the stagnation in the USA but also due to the stationary conditions in Europe, which was bypassed only in part by sales in other emerging areas,
57
particularly in Arab countries and in those of the Mediterranean (Table 86). The minimum was reached in 2009, which was followed by a good recovery in the accounting year at a rate of more than one tenth. The final balance of Turkey, which has some strategic elements common to other countries and Italy itself, is important because it demonstrates how the driving force behind the stone industry of China is of such significance that policy choices from a competitor that certainly figures among the biggest and that seems to have subordinated the vertical options for direct sale of quality raw material: indeed, if the Chinese mills and workshops show a marked preference towards the Turkish products, this should not be owed only to competitive prices, but first of all to the outstanding chromatic and technological levels. Nevertheless, we have to point out that the Turkish sector fairs in Istanbul and Izmir are only marginally frequented by Chinese, who are much present on the western fairs, where there are several potential selling opportunities for their own products. Anyway, for purchases important promotional commitments aren’t that necessary after all. The strategic evolution of the Turkish stone industry concerning a strong raw material policy has been confirmed by the policies adopted by other developing countries in this sector, starting with Egypt, which has become the second largest supplier
58
of limestone blocks to China. There are, however, affinity for mature economies like the already mentioned Italian one, where a lively confrontation, especially in the area of Carrara, between those who evaluate a policy of raw material and the proponents of vertical development, that is a logic of added value not without social considerations. From this point of view, prevalent assessments in Turkey are sometimes revealed by the vivid language of numbers, supported by the persistent difficulties of shipments in the U.S. and the lure of a strategy for the pursuit of maximum profit with minimum effort, regardless of risk however, aware of those who have decided to focus largely on the prevalence of a single market.
15. Investment Expectations The nature of the economic situation relating to the global recovery of the stone sector which has had an impact on the financial balance as for production and distribution for 2010 are a confirmation of a still critical investment situation. In other words, the rebound in demand was offset by a greater use of plant facilities in place, but were lacking innovation, and in some cases also the substitutions, limited to the essentials, even for assets that would have completed the normal cycle of depreciation.
XXII World Marble and Stones Report 2011
It is an assertion backed up by several evidence factors, such as the trend regarding imports of sector technologies on behalf of Leader countries: in several strong players (except for China and Brazil) there are widespread declines also in 2010 as a follow-to those of the previous accounting year, as in the case of United States, India and the European Union. On the other hand, it must be said that the extent of investments made in recent years had been such as to make available high-yielding technologies, still far from having exhausted their life cycle. It should be added that with regard to these considerations, the healthy increase in exports of technologies from Italy, still leading in this distribution segment, is due to a highly articulated range of markets, where the majors have played an important but not decisive role. The “waiting for character� that the accounting year has ended up taking is confirmed by the stationary conditions of investment in research and development, which in fact is a widespread phenomenon in the whole economy, even in general, with specific quotas in further contraction of gross domestic product. Similar considerations apply for investment promotion at which the stone world has always looked with particular interest, by requirements linked to the need of documentation and information about material characteristics and the processes of extraction and transformation.
carlo c. montani
In this field, the role of fairs was further tapered as a result of progressive globalization, leaving growing spaces to leading initiatives such as Xiamen (Table 87) and Verona, in the order of 1,500 exhibitors representing over 50 countries , while others have reduced their impact at a macro-regional context, or they were deleted from the law of the market, as in the case of Seoul, Singapore and Tokyo, and some places in Eastern Europe. On the contrary, we look with increasing and motivated interest at the policy of “Awards� , that is the prizes awarded in various countries to projects where the use of stone has been guided by the criteria of particular interest in functional and aesthetic innovation, so that they can be elevated to a form of renewed reference. In this regard one cannot help but remember, that the incidence of major works on the total volume of marble and stone utilization has been progressively decreasing and that the promotion is not capable to leave apart the relaunching of current uses, even through the opening of the stone world to that of the final customer. Remember that the waiting list in which many investments continue to be stationed, in the hope of better times, due to the high cost of money and more generally because of distrust that separates several mature economies, getting worse especially in Europe, caused by environmental constraints, fiscal impositions and
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abnormal level of taxation of certain costs such as labor and energy. This means that a real recovery in investment that can start up a significant multiplier effect depends, more than ever, on the attention of political will and the time and manner in which it is capable of removing regulatory, financial and trade union barriers that affect a growth complying with the demand potential.
16. Consumption trend The stone industry sector produces on order, avoiding the risk of warehousing of the finished product, that in other related sectors leads sometimes to abnormal stocks. Therefore we can assume that the volume of consumption is substantially similar to that of production, estimated in 2010 to over 1.2 billion equivalent square meters: a new record, surpassing the 71.4 percent level of 2001, resulting in points in more than seven-year average growth of the sector (Table 88). The contribution of the major consumer countries to the use of marbles and stones did not record changes of particular entity. The first three places in the ranking in the absolute number are held, in order, by China, India and the United States, while Italy, the first European country, is located on the fourth rank, with about 60 million equivalent square meters, around five percent of the world production.
60
The final figure varies considerably from one country to another, so that in some cases the amount used in 2010 is less than ten years earlier (Table 89): it is an almost exclusive European phenomenon particularly visible in Spain, Greece, Holland and Germany, but also in Japan, where the decrease is continuing. The trend of consumption differs according to the prevalent use: for example, funerary products, usually more noticeable in Europe, especially in terms of quality, but less elastic in terms of changes, except if non-marginal influences in some strong cultural innovation might be found, as those of cremations or so-called green graveyard fields. The most important sector remains the building industry, however subject to natural capital and credit constraints: in fact, the great crisis of 2009 began with the story of U.S. mortgages. Consumption “per capita� has progressed in almost proportional measure, because the population growth of a single accounting year is not a decisive factor. The latest survey states 195 square meters per thousand inhabitants (Table 90): In this case, the top players in the stone world, such as China and India, which were joined by Japan, appear always in at the end of the ranking list, which implies the presence of additional development opportunities in these countries. The mature economies, however, are at the top, with clear evidence of results in Belgium and Switzerland, but also in
XXII World Marble and Stones Report 2011
Greece, Portugal and Italy, all countries where consumption has exceeded 2010 per square meter per capita (equal to what has happened in South Korea and Taiwan). In fact, the EU has the highest consumption: only the group of the Fifteen alone records a total balance sheet total in the order of 250 million square meters, with impressive results even in countries with a minor population, such as Austria , Denmark, Finland, Ireland and Luxembourg (Table 91). At Extra-European level, the big players make the law, but there are cases of highly populated countries such as Pakistan and Russia (Table 92), not to mention those in Africa (starting from Nigeria who is leading the continent regarding to residents ), where the unitary consumption is still low. With respect to alternative products, first of all pottery, the ratio is virtually unchanged, the proportion of one to seven with regard to volumes (Table 93) and in terms of comparison between actual square meters for tiles and equivalent square meters for marble and stones, which implies a significant difference in weight and average value. Moreover, many consumptions of marble and natural stone are exclusive ones in such a way that they cannot be subject to competing uses. The most important exception is given by floors and internal linings which however represent only minority shares of the total, as was evidenced concerning some breakdowns
carlo c. montani
of production. Other uses, such as street furniture, special works and funerary products are not reasonably likely to suit for other material types: in fact, the stone sector can count on substantial niche markets also on a level of commodity economics and it is able to exploit these opportunities through specific economic related strategies.
17. Machinery and equipment The critical factors that still exist in the system don’t have precluded an exchange of technology that identifies its strength in the machinery and plant facilities. Productive investments are still far from having found the gradient of the best years of development, but in some countries, particularly with regard to the third world, the trend towards recovery has found significant performances in this field too. In the EU alone, the exports in 2010 totaled more than 1,300 million dollars, against 450 of imports (Table 94): both shipments and purchases have recorded a remarkable recovery after the sharp decline in 2009, but remained well below their respective maxima, which date back to 2008 for both the volume of shipments (Table 95) an purchase (Table 96). As to the first one, it has been confirmed the traditional European record held by Italy, while in the second range the situation is more balanced.
61
Italian exports by volume have been able to bring themselves close to the peak of 2004, with sales of more than 680 thousand tons (Table 97). For its part, the total value of sales of “Made in Italy”, net of spare parts and capital goods, reached a new record (613 million), whilst the value per unit of product, equal to about nine Euros / kg., has progressed to the extent of 3.2 percent, recovering half of the previous loss. As for individual destinations, the countries that in 2010 had bought Italian technologies for over 10 million Euros were twelve (Table 98): the relative ranking is headed by China, well ahead of Iran, Turkey and Brazil, while Germany, Europe’s largest importer, is set out in fifth place. The average value was divided in a very diverse range, with maximum price in Canada and minimum price in India. The non-EU European countries have contributed quit significantly to the interchange, by importing foreign technologies for 108 million dollars, compared to exports of just under 40. The most significant purchases had belonged to Russia and Switzerland (Table 99), but those with greater impact on the global stone sector have logically been made by the Leaders, first of all China and the United States, along with Brazil, India and Iran in successive positions (Table 100). It should be remembered that these final balances are official but also indicative data, because they don’t take into account
62
the purchase of equipment and domestic technologies. In any case, the role of Italy as a manufacturer and designer has been crucial also in 2010, because its supplies made up the relative European and global majority in terms of purchased goods, with peaks of more than three-fifths of the total within a large group of countries (Albania, Egypt, Latvia, Macedonia, Malta, Serbia, Slovenia), not counting those in which Italy controls more than 50 percent of purchases (among others, Armenia, Brazil, Croatia, Romania). The primacy of Italian technology is able to bypass the effects of the economic downturn and the impact of competition, with a clear recognition that is reflected in the balance figures, confirming a traditional dedication to research, experimentation and to the pursuit of essential factors such as yields and safety , objective parameters of quality. Not surprisingly, some of the most significant technical advances in recent years, as the completion of multiple drilling in the quarries or multi wire cutting in the transformation activities actually come from Italy. In 2010, as mentioned before, China and the United States have maintained majority positions in the import of foreign technology: this all the more remarkable since, especially in the first case, we have to deal with major producing countries. However, while the Chinese purchases have recorded an excellent marginal recovery (Table 101), to which Italy has
XXII World Marble and Stones Report 2011
contributed to a large extent, those in the U.S. have continued to decline, mainly hitting supplies coming from Germany, Switzerland and Italy too (Table 102), unlike what happened to the exports of China, Spain and Japan.
18. Capital equipment and diamond tools The production of consumption parts for the stone industry, which primarily consists of abrasives and diamond tools, conforms to that of particularly processed materials of large, distribution potential which, notwithstanding the priority given to domestic clients, are increasingly required in the international market. An example of this commercial expansion are the twentyseven member states of the European Union, which over the last decade have seen increasing their exports by 52 percent in quantity and 127 per cent in value, while the average price has increased by 49 per cent, despite the downturn during the last two years (Table 103). More vivid is the increase in imports, which amounts to 134 per cent in volume and to 86 per cent in value, where the price per unit of output recorded a decline of 20.2 percent. The large differential between the price of shipments and the purchase is striking; the purchases are divided in a proportion of eight to one in favor of the shipments.
carlo c. montani
This proves the agreed preferences of very cheap purchase, where factors such as quality and performance are clearly subordinated; the crisis of 2009 had also affected these imports, whereas their instrumental function results essentially in rigid economic constraints. In determining the flow of consumables from extra-European origin, the Chinese contribution has been decisive, both in the quantification of volumes and values and in setting the average price, which has become a mandatory reference for the other supplier countries. In fact, if we compare the flows coming from China with those from Italy, the European number one producer and exporter, the phenomenon is of immediate clarity. The imports of Chinese abrasives and tools on behalf of the twenty-seven E.U. members that include also Italy with a purchased volume second only to that of Spain, have increased in 2010 by 44.6 percent in quantity (Table 104) and 40.5 per cent in value (Table 105), while the Italian supplies to other European countries have grown, respectively, eleven and 25 points. There are several markets in which Italy still dominates China, thanks to the technological competitiveness of its consumption products: France and especially Greece, where the Italian advantage is still very big, but also with regard to smaller customers such as Ireland, Sweden, Portugal. Elsewhere, the Chinese product enjoys wide preferences, starting
63
from Spain, the first European importer, who in 2010 bought Chinese goods that were four times the Italian amount. It may be added that the purchases from China in 2010 showed increases in generalized quantities, with the marginal exception of Ireland, while those from Italy, though highlighting a good global recovery, continued to drop in Austria, Denmark, Spain and in Ireland. The Chinese import into Europe is crucial, since it has come to cover two thirds of purchases from outside the EU in quantities; this clearly shows the role that China has gained in the interchange of consumption products. Apart from this, the movements of quantities and currency show, with the support of additional data regarding the use of abrasives and tools, that the economic downturn of 2009 has been partially overcome and that the stone industry seems to have found new opportunities for growth in mature economics.
19. Development potentials The stone industry is characterized by a steadily rising trend that was interrupted only in 2009, restarting in the following year with a propensity to resume growth quickly recovered in most of the advanced countries, and not only in those. This is an important phenomenon, because the development of the sector is generally
64
characterized by larger dimensions than the world economy as a whole: with respect to the volumes produced and used in the mid nineties those of 2010 were greater in extent by 140 per cent (Table 106). The matrices of such expansion are many and belong to both the technological sphere and functional and decorative features. On the one hand, the contribution of new production processes in a logic of industrialization was essential, despite having left marginal spaces for creativity and imagination of the stone mason: the use of robotics in the manufacture of special pieces such as serial bathroom floors and cooking has become normal, like the mining techniques that have allowed to streamline dimensions and measures of raw material and to further improve the yields and third processing. One wonders what scale might have taken the growth of the sector, if it would have been supported by adequate financial resources and effective credit cooperation. applications in architecture have seen a significant expansion of preferences for the stone material, supported by new technologies and by the contribution they have provided to the competitiveness of the product. On the other hand, marbles and stones have always benefited from special attention for their ability to pursue altogether practical and attractive targets, the more valuable compared to an all-
XXII World Marble and Stones Report 2011
out exchange, which has optimized the available range of colors and types and has recorded a growth complying with industrial increase that will continue for the medium and long term (Table 107). In some countries, the contribution to the dynamic natural stone trade was so important thus to support the thesis (also endorsed by the UN), which sees in the stone sector a particularly suitable means to initiate a multiplier effect, especially in the third world. One example is the case of Turkey, where the impact on total export turnover has far exceeded one percent, not to mention Greece, India and Portugal, where the same share settles to more than half a point (pl. 108). It remains to add that in 2010 the expansion of stone interchange was higher than that recorded by the economic system as a whole, with an incidence equal to 1.18 per thousand (Table 109) which is a new historical maximum confirming the adequacy of marble and stone to start up the development process. If we think that the level of consumption per unit is still low, except for Mediterranean Europe and other North European countries with marked stone vocation like Belgium, there result further potentials for growth, such as to suggest that in a decade the goal of two billion equivalent square meters (average thickness of cm. 2) produced and installed, can be easily reached. It makes sense that the results will be most important to the extent that the
carlo c. montani
sector’s growth is supported by adequate infrastructural, financial and promotional providences. The stone belongs to the culture of human civilization without limits of space and time, but in modern times it has taken an unprecedented rate of expansion that allows to predict widespread confirmation, in the light of a broad spectrum of motivations guided by the suitability of the stone material in order to optimize the “way of life� in the world today.
Conclusion Two thousand years ago the world population, according to UN estimates, amounted to no more than 270 million units, while today it has reached the threshold of seven billion, with a progression that has been briefed in 2010 to 145 individuals per minute all the more remarkable when one considers that in the first half of the twentieth century there lived just two and a half billion people on earth. Eleven countries (seven from Asia, three from Americas and one from Africa) have exceeded hundred million inhabitants and two of them, China and India lead the rankings by a wide margin, largely supported by a population of over a billion: three-fifths of the world population live in Asia. The urban centers, in turn, are booming, with twelve cities, all outside of Europe,
65
the demographic component of which exceeds ten million residents. These large numbers are enough to understand how the development of stone industry was not random but found an essential matrix in the natural increasing of population, although it was endorsed in an ever more convinced and increasing measure by the technological advancement and thanks to the planners and designers appreciation of natural products, and therefore of high environmental compatibility, such as marble and stone. Moreover, it is useful to reiterate that the last half-century stone consumption was higher than that of all previous eras, globally considered. The distribution of population growth, well differentiated from one continent to another, points out that the highest propensity to employment is a physiological privilege of Asia, home to the majority of produced and installed volumes, and where exist broader perspectives in terms of progress. On the other hand, the mature economies, mainly with regard to those of Europe and North America, can still rely on the role of tradition and taste, and before that, of funds available to program top quality construction activity, able to use materials of high value. In these basic conditions, the growth prospects correspond to basic needs, like buildings tailored according to human requirements, and thorough assessment of local resources. The effects of economic
66
downturn, in this view, are necessarily limited, since they are ignored by the driving force behind global growth in which pockets of stagnation may cause some
XXII World Marble and Stones Report 2011
relevant local problems, but these don’t seem to be able to affect in a binding way the accelerated path towards the targets of a substantially universal expansion.
Documentazione statistica Statistical documents
XXII World Marble and Stones Report 2011
69
1. Distribuzione del pil mondiale (2009) World GNP distribution (2009) COUNTRIES
MLD/USD
PER CAPITA
ABS. VALUE
%
ABS. VALUE
±D%
USA
13.820
23.83
45.934
-2.6
CHINA
4.814
8.30
6.778
+9.5
JAPAN
4.262
7.35
32.554
-4.2
GERMANY
2.816
4.85
34.388
-3.6
UNITED KINGDOM
2.154
3.71
34.387
-4.7
FRANCE
2.074
3.58
33.434
-2.2
ITALY
1.814
3.13
29.068
-4.9
SPAIN
1.337
2.31
29.625
-4.0
CANADA
1.263
2.18
37.947
-2.8
OTHERS
23.646
40.76
...
...
WORLD
58.000
100.00
8.530
-2.9
(Fonte: World Economic Outlook)
(Source: World Economic Outlook)
70
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
2. UE/15: variazioni annuali del PIL EU/15: GNP yearly variations COUNTRIES
2006
2007
2008
2009
2010
AUSTRIA
1.8
3.5
2.0
-3.6
-0.5
BELGIUM
2.1
2.6
1.0
-3.4
-0.5
DENMARK
3.7
1.6
-1.2
-3.6
-3.5
FINLAND
2.5
4.1
0.8
-6.7
-3.5
FRANCE
1.3
1.3
0.3
-2.1
1.1
GERMANY
2.5
2.5
1.3
-5.0
2.2
GREECE
3.1
3.1
1.6
-7.4
-6.5
IRELAND
4.7
4.2
-0.7
-7.3
-4.4
ITALY
1.9
1.9
-1.0
-5.0
1.3
NETHERLANDS
2.0
3.6
2.2
-4.3
0.2
PORTUGAL
1.0
1.8
0.0
-3.3
-6.0
SPAIN
3.9
3.7
1.2
-4.6
-0.5
SWDEN
3.0
2.7
-0.4
-4.6
-0.4
UN. KINGDOM
1.5
2.3
-0.3
-4.8
0.5
(Fonte: World Economic Outlook)
(Source: World Economic Outlook)
XXII World Marble and Stones Report 2011
71
3. Invesimenti in ricerca e svilupppo (%PIL) Research and developmen investiment (%GNP) YEAR
ITALY
FRANCE
GERMANY
UK
USA
JAPAN
CHINA
RUSSIA
1996
1.04
2.30
2.26
1.88
2.55
2.77
0.60
0.97
1997
1.05
2.22
2.29
1.81
2.58
2.83
0.68
1.04
1998
1.07
2.17
2.31
1.80
2.60
2.95
0.70
0.95
1999
1.04
2.16
2.40
1.87
2.66
2.96
0.76
1.00
2000
1.05
2.15
2.45
1.86
2.74
2.99
0.90
1.05
2001
1.09
2.20
2.46
1.83
2.76
3.12
0.95
1.18
2002
1.13
2.23
2.49
1.82
2.66
3.17
1.07
1.25
2003
1.11
2.17
2.52
1.75
2.66
3.20
1.13
1.28
2004
1.10
2.15
2.49
1.68
2.54
3.17
1.23
1.15
2005
1.09
2.10
2.49
1.73
2.57
3.32
1.34
1.07
2006
1.13
2.10
2.33
1.75
2.61
3.41
1.42
1.07
2007
1.18
2.04
2.53
1.79
2.66
3.44
1.44
1.12
2008
1.23
2.02
2.64
1.77
2.77
3.42
1.54
1.04
08/96
118
88
117
94
123
257
257
107
(Fonte: Elaborazione dati OECD)
(Source: OECD data processing)
72
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
4. Tassi trimestrali d’interesse (depositi) Quarterly rates of interest YEARLY
REL. INDEX AREA EURO (EURIBOR)
US DOLLARS (LIBOR)
JAPAN JEN (LIBOR)
EURO/USD
EURO/YEN
2008
4.64
2.93
0.93
158.3
498.9
2009
1.22
0.69
0.47
176.8
259.5
2010
0.81
0.34
0.23
238.2
352.2
GEN
0.68
0.25
0.26
272.0
261.5
FEB
0.66
0.25
0.25
264.0
264.0
MAR
0.64
0.27
0.25
237.0
256.0
APR
0.64
0.31
0.24
206.5
266.7
MAG
0.69
0.46
0.24
150.0
287.5
GIU
0.73
0.54
0.24
135.2
304.2
LUG
0.85
0.51
0.24
166.7
354.1
AGO
0.90
0.36
0.24
250.0
375.0
SET
0.88
0.29
0.22
303.4
400.0
OTT
1.00
0.29
0.20
344.8
500.0
NOV
1.04
0.29
0.19
358.6
547.4
DIC
1.02
0.30
0.18
340.0
566.7
MONTHLY
(Fonte: Bollettino Mensile ONU)
(Source: UNO Monthly Bulletin)
XXII World Marble and Stones Report 2011
73
5. AttivitĂ edilizia residenziale nel mondo (medie mensili x 1000 abitazioni)
China
USA
Japan
Russia
Spain
France
Poland
Germany
Australia
Portugal
South Korea
Total
00
...
157
109
31
30,6
20,1 29,4
7,3
35,2
13,2
9,3
3,6
...
01
...
157
104
32
30,5
20,3 27,5
8,8
24,2
10,2
9,4
6,2
...
02
...
165
102
33
35,0
13,5 26,0
8,1
20,7
12,1
10,2
7,5
...
03
...
168
102
36
38,1
13,2 27,2
13,6
22,3
12,7
7,2
5,2
...
04
289
184
104
40
41,4
13,6 31,1
9,1
19,7
13,5
5,2
3,8 754,4
05
333
161
108
43
43,7
20,1 34,9
9,5
17,6
13,7
5,2
3,2 792,9
06
360
165
112
51
48,7
20,6 36,1
9,6
18,0
12,1
4,5
4,4 842,0
07
396
125
83
60
53,4
25,7 36,4
11,1
13,1
12,7
6,0
6,1 828,5
08
398
93
95
64
51,2
41,9 30,7
13,8
12,6
12,1
6,1
6,4 824,8
09
481
66
63
58
33,1
32,4 26,2
12,7
12,5
11,6
7,1
6,1 809,7
10
368
55
67
60
19,3
23,8 28,4
9,3
13,8
10,7
4,7
5,2 656,2
10/09 -23,5 -16,7
+6,3
10/00
Turkey
YEAR
Residential building in the world (monthly average x 1000 dwellings)
+3,4 -41,7 -26,5 +8,4 -26,8 +10,4
-7,8 -33,8 -14,8 -19,0
... -65,0 -38,5 +93,5 -36,9 +18,4 -3,4 +27,4 -60,8 -18,9 -49,5 +44,4
(Fonte: Bollettino Mensile ONU)
...
(Source: UNO Monthly Bulletin)
74
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
6. AttivitĂ edilizia residenziale nel mondo (indici 2004=100)
France
Portugal
South Korea
Total
73,9 147,8
94,5
80,2 178,7
97,8 178,8
94,7
...
01
...
85,3 100,0
80,0
73,7 749,3
88,4
96,7 122,8
75,6 180,8 163,2
...
02
...
89,7
98,1
82,5
84,5
99,3
83,6
89,0 105,1
89,6 196,2 197,4
...
03
...
91,3
98,1
90,0
92,0
97,1
87,5 149,5 113,2
94,1 138,5 136,8
...
Australia
Turkey
77,5
Germany
Russia
85,3 104,8
Poland
Japan
...
Spain
China
00
USA
YEAR
Residential building in the world (index 2004=100)
04
100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
05
115,2
87,5 103,8 107,5 105,6 147,8 112,2 104,4
89,3 101,5 100,0
06
124,6
89,7 107,7 127,5 117,6 152,9 116,1 105,5
91,4
89,6
07
137,0
67,9
79,8 150,0 129,0 189,0 117,0 122,0
66,5
94,1 115,4 160,5 109,8
08
137,7
50,5
91,3 160,0 123,7 308,1
98,7 151,6
64,0
89,6 117,3 168,4 109,3
09
166,4
35,9
60,6 145,0
80,0 238,2
84,2 139,6
63,5
85,9 136,5 160,5 107,3
10
127,3
29,9
64,4 150,0
46,6 175,0
91,3 102,2
70,1
79,3
(Fonte: elaborazione dati ONU)
84,2 105,1
86,6 115,8 111,6
90,4 136,9
87,0
(Source: own data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
75
7. Investimenti in costruzioni: variazioni annue Building investment: yearly variations COUNTRIES
2005
2006
2007
2008
2009
2010
AV.
China
14.7
16.1
15.8
12.1
13.2
12.1
14.0
USA
7.7
2.6
-4.0
-8.8
-14.3
3.7
-2.2
Japan
-0.8
0.2
-5.0
-0.5
0.9
-5.4
-1.8
Germany
-2.8
4.5
0.5
2.6
-1.2
0.8
0.7
France
3.2
4.5
3.4
-2.5
-6.8
-0.7
-0.2
Italy
-0.2
0.9
-0.3
-4.2
-9.0
-2.0
-2.5
United Kingdom
-0.9
1.1
2.2
-0.8
-12.6
-0.8
-1.9
India
20.3
13.1
10.2
7.2
9.1
8.9
11.5
Spain
5.6
6.0
3.0
-17.3
-21.5
-9.7
-5.7
Canada
7.3
8.0
2.6
1.8
0.4
3.0
3.9
Brazil
3.3
6.8
11.6
10.0
-4.0
2.3
5.0
Russia
10.6
18.1
18.2
12.8
-18.2
2.6
7.3
South Korea
-8.5
-4.1
1.8
-4.8
-1.8
-1.4
-3.1
Australia
4.2
5.6
5.6
3.4
1.0
2.7
3.7
Netherlands
3.3
3.8
4.8
4.0
-6.0
9.3
3.2
World
5.1
6.0
3.6
0.4
-3.6
2.9
2.4
Asia
...
8.5
6.6
5.2
5.7
5.8
6.4
Europe
...
5.0
3.8
-1.6
-9.3
-1.8
-0.8
North America
...
3.4
-2.7
-6.6
-11.4
4.3
-2.6
Latin America
...
8.5
10.1
9.6
1.8
5.1
7.0
Oceania
...
4.5
5.0
3.5
-0.3
3.2
3.2
(Fonte: Elaborazione dati CRESME)
(Source: CRESME data processing)
8. Costo del lavoro nominale orario (variazioni) Nominal hourly labour cost (variations) Industry
Construction
Services
2009
2010
2009
2010
2009
2010
Austria
2.8
0.8
3.4
1.3
5.8
3.4
Belgium
2.4
...
3.2
...
2.6
...
Bulgaria
8.6
7.9
26.0
6.7
10.2
8.0
Cyprus
2.3
2.3
2.0
2.6
3.8
2.8
Czech Republic
6.4
5.1
6.4
7.2
5.0
3.0
Denmark
1.8
2.4
-2.0
5.6
2.3
3.1
Estonia
-1.1
1.4
-13.1
-1.2
-6.5
1.0
Finland
0.8
1.4
-1.8
1.3
1.3
0.4
France
1.2
3.7
2.4
3.1
1.5
2.8
Germany
-1.6
1.4
2.1
0.7
1.1
1.6
Greece
10.7
-6.2
13.0
-7.6
11.8
-6.3
Hungary
-0.5
1.0
-0.1
-5.9
-2.2
-4.5
Ireland
4.8
-3.3
5.9
-2.3
0.3
-0.2
Italy
6.7
...
3.1
...
4.3
...
Lettonia
-7.1
1.7
-3.6
-6.1
-6.3
1.0
Lithuania
-9.5
3.3
-19.7
-4.8
-9.1
0.0
LuxembOurg
1.3
1.5
1.5
2.4
3.2
4.3
Malta
6.9
-2.2
1.6
-2.8
0.4
1.8
Netherlands
2.2
...
3.7
...
0.1
...
Poland
-0.1
2.0
1.1
-0.2
7.9
-0.3
Portugal
0.5
5.5
4.9
6.0
0.7
2.9
Romania
9.2
6.9
6.0
0.6
3.6
5.2
Slovakia
-2.1
3.7
-1.9
10.3
-0.3
4.1
Slovenia
-1.1
4.1
-4.7
6.6
-5.0
4.5
Spain
4.2
1.1
5.1
0.4
4.0
0.8
Sweden
5.1
1.5
2.0
-0.6
3.5
1.6
Un. Kingdom
1.7
2.7
0.6
0.2
1.9
4.2
EU-27
1.8
1.9
2.8
1.0
2.7
2.2
Countries
(Fonte: Elaborazione dati Eurostat)
(Source: Eurostat data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
77
9. Industria lapidea mondiale: produzione netta World stone industry: net production
000 cub. mt.
000 tons
Par.
Years
Gross quarrying
Quarrying waste (1)
Raw production
Processing waste (1)
Processed production
2003
153.750
78.750
75.000
30.750
44.250
2004
166.500
85.250
81.250
33.300
47.950
2005
174.750
89.500
85.250
34.950
50.300
2006
190.250
97.500
92.750
38.000
54.750
2007
212.000
108.500
103.500
42.500
61.000
2008
215.000
110.000
105.000
43.000
62.000
2009
213.750
109.250
104.500
42.850
61.650
2010
228.000
116.500
111.500
45.715
65.785
2003
57.000
29.200
27.800
11.400
16.400
2004
61.650
31.550
30.100
12.300
17.800
2005
64.750
33.150
31.600
12.950
18.650
2006
70.450
36.100
34.350
14.100
20.250
2007
78.500
40.200
38.300
15.750
22.550
2008
79.600
40.700
38.900
15.950
22.950
2009
79.150
40.450
38.700
15.900
22.800
2010
84.450
43.150
41.300
12.350
28.950
(1) Ăˆ compreso lo sfrido destinato a granulati, polveri ed altri usi. Waste material destined for granules, powders and other uses are included. (Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
78
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
10. Industria lapidea mondiale: produzione storica World stone industry: historical production outline Calcareous Years
000 tons
%
Siliceous
Other
000 tons
%
000 tons
Total %
000 tons
Index
1926
1.175
65.6
175
9.8
440
24.6
1.790
10.1
1976
13.600
76.4
3.400
19.1
800
4.5
17.800
100.0
1986
13.130
60.5
7.385
34.0
1.195
5.5
21.710
122.0
1996
26.450
56.9
17.625
37.9
2.425
5.2
46.500
261.2
1997
27.650
55.8
19.350
39.1
2.500
5.1
49.500
278.0
1998
29.400
57.6
19.000
37.3
2.600
5.1
51.000
286.5
1999
31.300
57.4
20.350
37.3
2.850
5.3
54.500
306.2
2000
34.500
57.8
21.700
36.3
3.450
5.9
59.650
335.1
2001
38.500
59.2
23.250
35.8
3.250
5.0
65.000
365.2
2002
39.000
57.8
25.000
37.0
3.500
5.2
67.500
379.2
2003
42.500
56.7
28.500
38.0
4.000
5.3
75.000
421.3
2004
43.750
53.9
33.000
40.6
4.500
5.5
81.250
456.5
2005
46.750
54.8
34.000
39.9
4.500
5.3
85.250
478.9
2006
53.350
57.5
34.800
37.5
4.600
5.0
92.750
521.1
2007
60.500
58.5
37.500
36.2
5.500
5.3
103.500
581.5
2008
61.000
58.0
38.300
36.5
5.700
5.5
105.000
589.9
2009
60.850
58.2
38.000
36.4
5.650
5.4
104.500
587.0
2010
65.230
58.5
40.500
36.3
5.750
5.2
111.500
626.4
(Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
79
11. Maggiori produzioni mondiali e rendimento teorico in lavorati Leading quarry production and theorical yield in processed stones 000 tons COUNTRIES
mill. eq. sq. mt./cm2
abs. figures
shares
total
waste
net
China
33.000
29.4
610
250
360
India
13.250
11.9
245
100
145
Turkey
10.000
8.9
185
76
109
Italy
7.800
7.0
144
60
84
Iran
8.500
7.6
157
64
93
Spain
5.750
5.2
106
43
63
Brazil
6.750
6.1
125
51
74
Portugal
2.750
2.5
51
21
30
USA
1.850
1.7
34
14
20
Greece
1.650
1.5
31
13
18
France
1.150
1.0
21
9
12
850
0.8
16
7
9
Others
18.200
16.3
338
138
200
WORLD
111.500
100.0
2.063
846
1.217
South Africa
(Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
80
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
12. Industria lapidea mondiale: produzione di cava e rendimento teorico in lavorati (2010) World stone industry: quarrying production and theorical processed yield (2010) 000 tons ZONES
shares
total
waste
net
24.250
21.7
44.9
184
265
3.750
3.3
69
28
41
28.000
25.0
518
212
306
North America
3.000
2.7
56
22
34
Latin America
8.000
7.2
148
61
87
Subtotal
11.000
9.9
204
83
121
China
33.000
29.7
610
250
360
India
13.250
11.9
245
100
145
Others
19.500
17.5
360
150
210
Subtotal
65.750
59.1
1.215
500
715
6.250
5.6
116
47
69
500
0.4
10
4
6
6.750
6.0
126
51
75
111.500
100.0
2.063
846
1.217
EU/27 Others Europe Subtotal
Africa Oceania Subtotal WORLD (Fonte: Elaborazione propria)
abs. figures
mill. eq. sq. mt./cm2
(Source: own data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
81
13. Unione Europea: produzione di cava e rendimento teorico in lavorati (2010) European Union: quarring production and theorical processed yield (2010) 000 tons COUNTRIES
abs. figures
mill. eq. sq. mt./cm2 shares
total
waste
net
Austria
450
1.8
8.325
3.410
4.915
Belgium
800
3.3
14.800
6.070
8.730
Bulgaria
250
1.0
4.625
1.900
2.725
Cyprus
50
0.2
925
380
545
Czech Republic
200
0.8
3.700
1.520
2.180
Denmark
50
0.2
925
380
545
Estonia
50
0.2
925
380
545
Finland
600
2.5
11.100
4.550
6.550
France
1.150
4.7
21.275
8.725
12.550
650
2.7
12.025
4.930
7.095
1.650
6.8
30.525
12.525
18.00
Hungary
50
0.2
925
380
545
Ireland
150
0.6
2.775
1.140
1.635
Italy
7.800
32.3
144.300
59.150
85.150
Latvia
25
0.1
465
190
275
Lithuania
25
0.1
465
190
275
Luxembourg
50
0.2
925
380
545
Malta
50
0.2
925
380
545
-
-
-
-
650
2.7
12.025
4.930
7.095
Portugal
2.750
11.4
50.875
20.850
30.025
Romania
200
0.8
3.700
1.520
2.180
Slovakia
50
0.2
925
380
545
Slovenia
150
0.6
2.775
1.140
1.635
5.750
23.8
106.375
43.615
62.760
Sweden
350
1.4
6.475
2.650
3.825
Un. Kingdom
300
1.2
5.550
2.280
3.330
Total EU-27
24.250
100.0
448.625
183.950
264.975
Germany Greece
Netherlands Poland
Spain
(Fonte: Elaborazione propria)
-
(Source: own data processing)
82
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
14. Industria lapidea mondiale: produzione netta di lavorati e principali applicazioni del manufatto World stone industry: net finished production and main uses of worked material 000 sq. m2
000 net tons
Applications
’95
’10
Pavimenti Floor and paving
175.750
425.950
9.500
Rivestimenti esterni External wall cladding
55.500
97.360
Scale Steps
18.500
Rivestimenti interni Internal wall cladding
’10
±D%
’95
’10
23.025
38.0
35.0
9.5
3.000
5.250
12.0
8.0
5.0
36.510
1.000
1.917
4.0
3.0
6.5
27.750
121.700
1.500
6.575
6.0
10.0
22.5
Lavori speciali Special works
46.250
219.060
2.500
11.850
10.0
18.0
24.9
Subtotale edilizia Subtotal building sector
323.750
900.580
17.500
48.675
70.0
74.0
11.9
Arredo urbano Civil external uses
46.250
73.020
2.500
3.950
10.0
6.0
3.9
Arte funeraria Memorial art
69.375
194.720
3.750
10.950
15.0
16.0
12.0
Altri impieghi Others uses
23.125
48.680
1.250
2.600
5.0
4.0
7.4
Subtotale usi diversi Others uses subtotal
183.750
316.420
7.500
17.075
30.0
26.0
4.8
Totale Total
462.500 1.217.000
25.000
65.750 100.00 100.0
10.9
(Fonte: Elaborazione propria)
’95
%
av./year
(Source: own data processing)
1 2 1 11 2 2 4 2 3 0 2 0 0 0 30 60
Italy
3 15 12 10 4 5 44 84 4 21 4 0 8 3 210 427
EXPORT
Italy Germany France Spain Portugal Belgium Greece Turkey Egypt India Iran China USA Mexico Brazil Others TOTAL
France
4 0 3 2 1 0 3 1 0 0 1 0 0 0 5 20
Spain
15 0 1 18 0 1 2 7 1 0 1 0 3 0 5 54
Belgium
Portugal 1 2 0 3 0 5 15 4 - 3 0 0 0 4 1 2 2 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 6 1 28 22
Netherlands 0 14 0 0 0 9 1 1 1 0 0 1 0 0 0 39 66
Un. Kingdom 4 0 0 1 0 2 0 8 0 0 0 1 0 0 0 4 20
Austria 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5
Switzerland 6 49 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 32 90
S. Arabia 5 0 0 42 4 0 0 5 11 0 0 0 0 0 0 1 68
India
Lebanon
Kuwait 0 39 112 0 0 0 0 0 0 3 13 7 0 2 0 0 0 0 0 0 3 0 14 112 1 63 35 0 0 0 1 5 0 0 3 0 1 1 0 0 0 0 0 0 1 5 40 5 138 318
Hong-Kong
Singapore 1 27 0 16 0 0 1 53 1 8 0 0 1 15 4 16 0 0 0 21 0 1 1 8 0 0 0 1 0 0 5 2 14 168
49 4 0 8 6 0 7 70 0 1 1 53 0 1 1 60 216
501 143 7 678 283 0 372 3393 1088 123 730 2 12 1 1191 8524
South Corea 2 0 0 1 0 0 0 3 3 0 0 1 0 0 0 0 10
Canada
Japan
Others USA
0 545 1321 0 0 234 1 3 37 0 275 1117 0 130 478 0 0 18 0 3 411 1 995 4680 8 302 1610 4 9 166 0 57 817 1 0 80 1 55 1 1 27 0 0 5 2 635 2278 18 2956 13334
Total (Source: own data processing)
1 1 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 1 0 50 0 0 0 0 1 3 7 55
(Fonte: Elaborazione propria)
Germany
IMPORT Taiwan
IInput-Output of quantity trade 2010 (000 tonn.): raw calcareous (cod. 25.15)
China
15. Input-Output dell’interscambio quantitativo 2010 (000 tonn.): calcarei grezzi (cod. 25.15)
XXII World Marble and Stones Report 2011 83
(Fonte: Elaborazione propria)
7 20 41 20 3 1 13 15 0 6 0 11 5 14 19 129 2 7 118 0 7 20 0 1 31 10 5 13 2 0 4 0 26 3 2 12 105 0 20 34 152 45 27 26 8 6 4 14 4 0 0 0 12 0 0 0 174 1 11 23 316 58 53 191 883 186 297 485
Germany
Italy Germany France Spain Portugal Belgium Netherlands Norway Sweden Finland South Africa India China Canada USA Brazil Others TOTAL
France
EXPORT
Spain
Italy
IMPORT Belgium
Portugal 1 1 0 7 0 7 47 1 1 0 0 5 1 2 0 0 0 0 0 47 0 59 0 0 0 0 0 2 0 15 2 33 51 180
Un. Kingdom
Netherlands 0 10 9 0 0 3 0 0 0 10 7 11 0 23 21 0 0 0 0 0 0 1 390 2 7 0 0 1 0 0 0 108 42 561
Switzerland
Austria 9 33 4 33 0 7 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 4 1 0 1 0 0 0 0 0 0 17 104 34 179
Hong-Kong
Singapore
S. Arabia 2 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 7 0 0 3 10 0 250 1 5 10 0 0 0 0 1 1 2 0 74 5 220 2 20 226 349
China
Taiwan 4 8 0 2 0 1 2 7 1 28 0 4 0 0 11 213 1 7 5 210 12 65 146 1785 333 15 26 1 48 99 726 360 606 990 3736
USA
South Korea
Others
Australia 0 34 0 150 0 9 0 222 0 4 0 9 0 9 0 63 0 19 0 43 0 73 2 601 3 118 0 4 0 10 0 56 0 500 5 1924
175 229 56 296 212 158 42 395 33 308 363 3720 588 76 122 1182 2576 10531
Total
(Source: own data processing)
2 0 1 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 4 0 13 12 14 182 62 4 5 5 1 0 - 26 1 0 45 0 0 1 0 0 0 0 1 80 18 70 215
Japan
IInput-Output of quantity trade 2010 (000 tonn.): raw siliceous (cod. 25.16)
Canada
16. Input-Output dell’interscambio quantitativo 2010 (000 tonn.): silicei grezzi (cod. 25.16)
84 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
Italy
- 47 15 1 - 58 3 12 0 2 17 11 122 47 0 50 32 0 92 0 0 44 0 0 75 0 15 2 4 0 0 0 7 73 117 0 0 0 0 0 0 22 27 20 73 69 47 132 615 357
Italy Germany France Spain Portugal Belgium Netherlands Czech Rep. Poland Turkey India China Canada USA Brazil Others TOTAL
Un. Kingdom
Netherlands
Belgium
Portugal 0 0 0 1 0 12 23 0 0 4 2 0 1 0 0 1 - 17 33 13 0 - 65 1 0 11 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 14 10 2 0 0 0 0 0 180 247 43 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 3 0 0 101 8 118 1 344 391 179
Switzerland
Austria 9 29 41 13 1 6 0 0 0 11 0 0 0 2 10 0 1 0 1 0 0 0 26 0 0 0 0 0 2 1 4 45 95 107
Hong-Kong 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 0 0 0 0 5
Taiwan 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 18 0 0 0 40 58
China 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 2
Canada
Japan
South Korea
0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 7 4 1 4 18
58 0 4 0 102 31 110 3 15 2 2 90 0 0 1 300 718
160 149 34 21 359 179 215 57 91 51 2 1038 4 16 101 824 3.301
Total
(Source: own data processing)
0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 75 112 8 0 0 0 0 16 0 15 3 0 6 1 75 134 28
(Fonte: Elaborazione propria)
1 0 0 2 0 0 0 0 1 0 30 0 0 1 7 42
France
EXPORT
Germany
Spain
IMPORT
USA
IInput-Output of quantity trade 2010 (000 tonn.): simple finished products (cod. 68.01)
Others
17. Input-Output dell’interscambio quantitativo 2010 (000 tonn.): lavorati semplici (cod. 68.01)
XXII World Marble and Stones Report 2011 85
(Fonte: Elaborazione propria)
- 120 29 17 3 - 15 1 32 19 5 16 10 22 2 12 42 50 0 71 15 2 1 2 0 3 9 21 55 21 1 0 9 1 56 63 16 11 2 0 0 1 0 0 0 1 78 484 85 87 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 0 0 1 4 3 0 3 34 4 21 10 243 809 309 214
Germany
Italy Germany France Spain Portugal Belgium Greece Turkey Egypt India Iran Taiwan China Canada USA Mexico Argentina Brazil Others Total
France
EXPORT
Spain
Italy
IMPORT Israel
Lebanon
Kuwait
Emirates
S.Arabia
Switzerland
Austria
Un. Kingdom
Netherlands
Belgium
Portugal
1 17 6 12 40 85 120 58 28 20 6 0 2 5 4 26 22 0 0 2 0 2 0 20 1 4 3 8 1 0 0 0 0 13 7 1 16 1 3 36 36 3 3 2 6 4 8 2 6 75 5 0 10 0 0 - 54 2 0 1 0 0 0 0 0 1 195 0 0 0 0 9 6 1 0 1 2 26 9 58 5 1 134 32 63 32 72 0 0 0 3 0 0 47 14 13 7 8 2 38 32 96 2 1 17 109 9 16 5 0 0 0 1 0 0 5 6 44 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 4 238 127 59 81 0 26 156 52 52 65 0 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 3 0 0 0 3 0 0 0 2 78 3 20 30 5 43 157 50 55 3 25 630 242 287 190 132 513 582 265 195 164
India 10 0 2 2 0 0 0 9 5 0 0 25 0 0 0 0 0 33 86
S.Korea
China
Singapore 14 17 4 8 9 0 0 0 3 1 0 0 2 2 0 2 3 0 15 5 0 0 0 4 3 0 0 0 2 0 18 0 0 0 1 10 2 4 2 8 0 0 0 1 1 4 2 5 2 5 0 0 0 1 1 0 1 - 4 2 101 235 254 - 2246 0 0 0 0 0 0 0 0 4 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 4 5 12 0 57 153 265 281 48 2340
Hong-Kong
IInput-Output of quantity trade 2010 (000 tonn.): processed stones (cod. 68.02)
Taiwan
18. Input-Output dell’interscambio quantitativo 2010 (000 tonn.): lavorati speciali (cod. 68.02)
Japan 5 1 1 2 0 0 2 1 0 6 0 1 835 0 1 0 0 0 14 869
USA
Canada
Australia
27 498 0 16 0 22 4 229 0 80 0 65 1 74 18 550 1 144 22 211 3 75 1 3 57 4400 0 3 0 213 0 2 0 5 0 111 15 950 149 7651
Others
1478 106 128 525 323 213 322 1677 268 1065 139 50 10378 126 250 87 13 777 2101 20.026 (Source: own data processing)
60 267 1 2 2 4 8 76 2 12 0 1 2 5 49 484 0 13 54 281 0 0 8 29 93 538 - 120 30 2 83 0 2 37 613 22 474 370 3004
Total
0
0
0
0
0
2
0
3
0
0
0
8
0
13
Germany
France
Spain
Portugal
Belgium
Norway
Turkey
India
China
Canada
USA
Brazil
Others
Total
Germany
-
10
2
France
4
3
0
8
5
0
0
0
0
5
92 273
0
10
0
0
6
1
0
1
3
1
70 236
0
-
0
Spain
34
0
12
0
0
20
1
0
0
0
1
-
0
0
0
Belgium 42
10
8
0
4
3
1
0
0
-
0
16
0
0
0
Netherlnds 0
0
2
Un.Kingdom 5
47
0
3
24
2
1
0
0
1
17 191
2
6
0
0
1
1
0
1
4
0
2 106
0
0
0
Switzerland 8
0
0
0
0
0
0
0
1
1
0
1
1
2
2
Singapore 3
2
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
0
Hong-Kong 1
1
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
Taiwan 7
0
0
0
0
7
0
0
0
0
0
0
0
0
0
China 2
1
0
0
0
-
0
0
0
0
0
1
0
0
0
South Korea 13
0
0
0
0
13
0
0
0
0
0
0
0
0
0
Japan 9
0
0
0
0
6
3
0
0
0
0
0
0
0
0
24
1
3
5
-
11
3
0
0
0
0
1
0
0
0
Australia 4
2
2
4
1
69
1
0
2
Others 38
49
1
0
13 392
2
1
0
0
6 257
2
0
0
0
0
2
0
0
0
1306
47
160
6
26
412
52
3
7
12
9
509
2
13
10
Total
(Source: own data processing)
134
19
13
-
11
53
31
0
0
0
0
5
0
0
2
(Fonte: Elaborazione propria)
-
Italy
Italy
EXPORT
IMPORT Canada
IInput-Output of quantity trade 2010 (000 tonn.): slates (cod. 68.03)
USA
19. Input-Output dell’interscambio quantitativo 2010 (000 tonn.): ardesia (cod. 68.03)
XXII World Marble and Stones Report 2011 87
135.7 (61.6) 181,7 (65.3) 195,8 (63.7) 220,6 (65.1) 227.3 (63.8) 243.2 (64.6) 296.6 (66.7) 317.8 (65.0) 361.2 (66.7) 431.3 (68.6) 490.8 (59.5) 462,4 (67.7) 420,0 (67.7) 455.7 (63.6)
(Fonte: Elaborazione dati Eurostat/ICE/Comtrade)
(Source: Eurostat/ICE/Comtrade data processing)
220,2 100.0 278,4 100.0 307,3 100.0 338.7 100.0 356.2 100.0 376.7 100.0 444.5 100.0 488.8 100.0 541.6 100.0 628.4 100.0 705.8 100.0 682,9 100.0 320,6 100.0 716.2 100.0
Mill. eq. sq. mt.
50.8
2.7
41.3
15,083 100.0 8.681 100.0 20.805 100.0 22.751 100.0 24.102 100.0 25.381 100.0 29.586 100.0 31.847 100.0 36.058 100.0 41.368 100.0 46.232 100.0 45.193 100.0 41.078 100.0 48.498 100.0
880 3.4 1.070 3.6 1.252 3.8 1.256 3.5 1.369 3.4 1.568 3.4 1.500 3.3 1.242 3.1 1.306
Mill. eq. sq. mt.
967 4.0
7,337 48.7 9.823 52.7 10.585 50.9 11.926 52.4 12.289 51.0 13.149 51.8 16.034 54.2 17.180 52.3 19.527 54.2 23.311 56.4 26.532 57.4 24.993 55.3 22.703 55.3 24.633
4.7
Total
887 4.3 1.086
581 3.9
68.03
815 4.4
5,029 33.4 6.866 36.8 7.214 34.7 7.845 34.5 8.651 35.9 9.610 37.9 11.758 39.7 13.202 40.2 14.582 40.5 18.138 43.8 21.150 45.8 19.791 43.8 18.375 44.3 20.026
6.8
49.2
21.7
27.5
%
68.02
000 tons
2010
1,727 11.4 2.142 11.5 2.484 11.9 2.995 13.2 2.671 11.1 2.659 10.5 3.206 10.8 2.726 8.3 3.689 10.2 3.804 9.2 3.814 8.2 3.702 8.2 3.262 7.9 3.301
2009
68.01
2008
84,5 (34.8) 96,7 (34.7) 111,55 (36.3) 118.1 (34.9) 128.9 (36.2) 133.5 (35.4) 147.9 (33.3) 171.0 (35.0) 180.4 (33.3) 197.1 (31.4) 215.0 (30.5) 220,5 (32.3) 200,6 (32.3) 260.5 (36.4)
2007
Mill. eq. sq. mt.
2006
7,746 51.3 8.858 47.3 10.220 49.1 10.825 47.6 11.813 49.0 12.232 48.2 13.552 45.8 15.667 47.7 16.531 45.8 18.057 43.6 19.700 42.6 20.200 44.7 18.375 44.7 23.865
2005
Total
2004
6,356 42.1 6.785 36.3 7.901 38.0 7.754 34.1 8.576 35.6 8.426 33.2 8.346 28.2 10.237 31.2 10.266 28.4 10.563 25.5 11.429 24.7 10.816 23.9 8.909 21.7 10.531
2003
25.16
2002
000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons %
2001
1,390 9.2 2.073 11.0 2.319 11.1 3.071 13.5 3.237 13.4 3.806 15.0 5.206 17.6 5.430 16.5 6.265 17.4 7.495 18.1 8.271 17.9 9.384 20.8 9.466 23.0 13.334
%
2000
25.15
1999
000 000 000 000 tons % tons % tons % tons
1998
CODES
1994
GENERAL TOTAL
LAVORATI/PROCESSED
Grezzi/Raw
World stone industry: historical outline and types of import-export
20. Industria lapidea mondiale: andamento storico e tipologie dell’interscambio
88 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
XXII World Marble and Stones Report 2011
89
21. Interscambio lapideo per Paesi e tipologie (000 tonn./2010): export UE/27 Stone exchange for Countries and types (000 tons/2010): export EU/27 25.15
25.16
68.01
68.02
68.03
TOTAL
Austria
103
82
21
17
1
224
Belgium
18
158
179
213
12
580
Bulgaria
30
6
1
28
-
65
Cyprus
-
-
-
-
-
-
Czech Republic
-
8
57
54
1
120
Denmark
-
2
7
8
-
17
Estonia
-
-
-
2
1
3
Finland
-
308
1
22
-
331
37
56
34
128
2
257
Germany
234
229
149
106
13
731
Greece
411
13
-
322
2
748
Hungary
-
1
-
2
-
3
Ireland
-
9
1
14
9
33
1321
175
160
1478
10
3.144
Latvia
-
-
-
7
-
7
Lithuania
-
-
-
2
-
2
Luxembourg
-
8
1
1
1
11
Malta
-
-
-
-
-
-
18
42
215
131
2
408
1
89
91
26
-
207
Portugal
478
212
359
323
9
1.381
Romania
7
1
2
10
-
20
Slovakia
-
-
-
1
-
1
Slovenia
4
-
-
5
-
9
1.117
296
21
525
509
2.468
Sweden
1
229
2
2
2
236
United Kingdom
1
30
4
6
21
62
3.781
1.954
1.305
3.433
595
11.068
COUNTRIES
France
Italy
Netherlands Poland
Spain
TOTAL EU-27 (Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
90
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
22. Interscambio lapideo per Paesi e tipologie (000 tonn./2010): import UE/27 Stone exchange for Countries and types (000 tons/2010): import EU/27 25.15
25.16
68.01
68.02
68.03
TOTAL
Austria
5
34
95
190
3
327
Belgium
22
180
344
630
421
218
Bulgaria
12
1
2
27
-
42
Cyprus
2
-
5
55
5
67
Czech Republic
1
18
5
30
4
58
Denmark
1
59
101
32
7
200
Estonia
-
1
1
6
1
9
Finland
-
7
24
10
1
42
France
20
297
357
309
273
1.256
Germany
60
186
615
809
92
1.762
141
68
4
115
-
328
Hungary
5
7
8
32
-
52
Ireland
4
17
18
57
17
113
427
883
132
243
13
1.698
Latvia
-
89
1
3
-
93
Lithuania
-
9
3
19
1
32
Luxembourg
1
190
27
20
7
245
Malta
1
2
-
11
-
14
66
42
391
242
17
758
8
228
34
270
4
544
Portugal
28
51
1
25
4
109
Romania
4
5
17
71
1
98
Slovakia
3
3
17
29
-
52
Slovenia
2
9
7
23
1
42
54
485
42
214
34
829
2
35
45
30
3
115
20
561
179
287
191
1.238
889
3467
2475
3789
721
11.341
COUNTRIES
Greece
Italy
Netherlands Poland
Spain Sweden United Kingdom TOTAL EU-27 (Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
91
23. Interscambio lapideo per Paesi e tipologie (000 tonn./2010): export altri UE Stone exchange for Countries and types (000 tons/2010): export other EU 25.15
25.16
68.01
68.02
68.03
TOTAL
Albania
14
115
1
4
-
134
Armenia
2
6
-
13
-
21
Belarus
-
-
-
3
-
3
Bosnia
4
2
1
5
-
12
Croatia
129
37
2
27
-
195
Georgia
-
1
-
-
-
1
Iceland
-
-
-
-
-
-
52
1
-
4
-
57
-
-
-
-
-
-
10
-
-
3
-
13
Norway
2
395
5
3
7
412
Russia
3
6
-
16
-
25
Serbia
1
1
1
4
-
7
Switzerland
-
38
1
7
-
46
Ukraine
-
21
27
39
-
87
217
623
38
128
7
1013
COUNTRIES
Macedonia Moldova Montenegro
TOTAL other EU (Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
92
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
24. Interscambio lapideo per Paesi e tipologie (000 tonn./2010): import altri UE Stone exchange for Countries and types (000 tons/2010): export other EU 25.15
25.16
68.01
68.02
68.03
TOTAL
Albania
41
-
-
23
-
64
Armenia
-
1
-
10
-
11
Belarus
3
24
1
16
-
44
Bosnia
6
17
1
28
-
52
Croatia
3
10
2
55
-
70
Georgia
-
3
-
7
-
10
Iceland
-
1
-
1
-
2
Macedonia
4
1
-
17
-
22
Moldova
-
1
-
5
-
6
Montenegro
1
3
1
9
-
14
Norway
2
27
122
27
3
181
Russia
3
86
63
309
3
464
Serbia
3
30
1
20
-
54
90
179
107
132
8
516
1
-
-
14
-
15
157
383
298
673
14
1525
COUNTRIES
Switzerland Ukraine TOTAL other EU (Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
93
25. Interscambio lapideo per Paesi e tipologie: extra-europei leader (000 tonn./2010). Export
Stone exchange for Countries and types: leading extra-europe (000 tons/2010). Export COUNTRIES
25.15
25.16
68.01
68.02
68.03
TOTAL
Australia
1
47
1
3
-
52
Brazil
5
1182
101
778
160
2.226
Canada
2
76
4
126
26
234
China
80
588
1.038
10.378
412
12.496
Egypt
1610
4
-
268
-
1.882
India
166
3720
2
1.065
52
5.005
Iran
817
4
-
139
-
960
Japan
1
46
-
2
-
49
South Africa
-
363
-
37
3
403
South Korea
-
10
-
3
-
13
Taiwan
3
4
-
50
2
59
Turkey
4680
192
51
1.677
3
6.603
55
122
16
250
6
449
7420
6.358
1.213
14.776
664
30.431
USA Total (Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
94
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
26. Interscambio lapideo per Paesi e tipologie: extra-europei leader (000 tonn./2010). Import
Stone exchange for Countries and types: leading extra-Europe (000 tons/2010). Import COUNTRIES
25.15
25.16
68.01
68.02
68.03
TOTAL
Australia
1
5
42
149
13
210
Brazil
1
2
-
68
-
71
55
70
28
370
24
547
China
8.524
3.736
2
48
2
12.312
Egypt
239
40
1
16
1
297
India
318
56
-
86
-
460
Iran
-
-
-
-
-
-
Japan
7
18
134
869
9
1.037
South Africa
-
9
-
59
10
78
South Korea
10
80
75
2.340
13
2.518
Taiwan
261
990
58
281
7
1.597
Turkey
2
69
12
260
3
346
18
215
18
3.004
134
3.389
9.436
5.290
370
7.550
216
22.862
Canada
USA Total (Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
95
27. Interscambio lapideo per Paesi e tipologie: altri extra-europei (000 tonn./2010). Export
Stone exchange for Countries and types: other extra-european (000 tons/2010). Export COUNTRIES
25.15
25.16
68.01
68.02
68.03
TOTAL
Afghanistan Algeria Argentina Bahrein Colombia Costarica Emirates Ethiopia Hong-Kong Indonesia Israel Jordan Kazakhstan Kyrgyzstan Macao Malaysia Mexico Morocco New Zealand Nigeria Oman Pakistan Panama Peru Philippines Santo Domingo Saudi Arabia Senegal Singapore Sri Lanka Thailand Tunisia Uruguay Venezuela Zimbawe Others Total
1 1 21 2 ... 150 2 2 9 15 27 15 3 147 65 2 10 1 ... 2 101 1 1.339 1961
2 1 ... 2 9 2 19 26 178 1 4 109 19 ... 3 3 1 6 72 1.139 1.596
5 10 107 ... 7 1 3 12 57 1 ... 1 541 745
1 13 4 7 32 ... 130 25 255 9 29 87 1 3 208 25 1 19 58 1 1 ... 7 12 10 651 1.689
1 3 4 ... 1 ... . 31 40
7 1 28 4 8 21 146 ... 289 28 257 9 20 63 144 16 6 545 148 1 21 68 7 110 19 ... 10 17 112 7 1 72 3.701 5.986
(Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
96
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
28. Interscambio lapideo per Paesi e tipologie: altri extra-europei (000 tonn./2010). Import
Stone exchange for Countries and types: other extra-european (000 tons/2010). Import COUNTRIES Afghanistan Algeria Argentina Bahrein Colombia Costarica Emirates Ethiopia Hong-Kong Indonesia Israel Jordan Kazakhistan Kyrgyzstan Macao Malaysia Mexico Morocco New Zealand Nigeria Oman Pakistan Panama Peru Philippines Santo Domingo Saudi Arabia Senegal Singapore Sri Lanka Thailand Tunisia Uruguay Venezuela Zimbawe Others Total (Fonte: Elaborazione propria)
25.15 98 1 2 14 9 168 52 3 143 6 5 46 5 14 2 2 4 2 6 68 14 17 45 102 1 35 1.988 2852
25.16 2 6 57 6 1 91 349 28 15 12 13 6 4 14 1 45 218 1 10 20 226 3 172 5 1 85 1.391
68.01 57 2 1 2 5 1 21 2 1 4 1 1 1 41 2 1 15 158
68.02 72 7 58 34 7 582 9 265 47 164 107 94 1 19 72 120 159 20 277 56 26 21 10 24 13 513 4 153 2 2 36 7 70 4.963 8.014
68.03 1 2 1 2 1 6 1 1 1 6 3 3 1 2 2 1 1 1 5 2 3 2 2 3 302 355
TOTAL 57 173 16 120 56 10 690 9 788 129 168 265 139 14 24 129 133 188 29 326 280 29 23 17 40 15 642 4 396 22 223 143 11 109 7.353 12.770
(Source: own data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
97
29. Interscambio lapideo mondiale (000 tonn/2010): export World stone exchange (000 tons/2010): export Raw PAR.
Countries/zones
68.01
68.02
68.03
3.781
1.954
1.305
3.433
595
11.068
217
623
38
128
7
1.013
Leading extra/EU
7.420
6.358
1.213
14.776
664
30.431
Others extra/EU
1.916
1.596
745
1.689
40
5.986
13.334
10.531
3.301
20.026
1.306
48.498
28.4
18.5
39.5
17.1
45.5
22.8
1.6
5.9
1.2
0.6
0.5
2.1
Leading extra/EU
55.6
60.4
36.7
73.8
50.8
62.7
Others extra/EU
14.4
15.2
22.6
8.5
3.2
12.4
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
Abs. Figures
Others Europe
Total EU/27 Others Europe Shares
Total
25.16
EU/27
Total (Fonte: Elaborazione propria)
25.15
Processed
(Source: own data processing)
98
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
30. Interscambio lapideo mondiale (000 tonn/2010): import World stone exchange (000 tons/2010): import Raw
Abs. Figures
PAR.
Total
Countries/zones
25.15
25.16
68.01
68.02
68.03
EU/27
889
3.467
2.475
3.789
721
11.341
Others Europe
157
383
298
673
14
1.525
Leading extra/EU
9.436
5.290
370
7.550
216
22.862
Others extra/EU
2.852
1.391
158
8.014
355
12.770
13.334
10.531
3.301
20.026
1.306
48.498
EU/27
6.7
32.9
74.9
18.9
55.2
23.4
Others Europe
1.2
3.6
9.0
3.4
1.0
3.1
Leading extra/EU
70.8
50.2
11.2
37.7
16.5
47.1
Others extra/EU
21.3
13.3
4.9
40.0
27.3
26.4
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
Total
Shares
Processed
Total (Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
99
31. Interscambio lapideo mondiale: quantitĂ (000 tonn) World stone trade: quantity (000 tons) Raw materials Years Calcareous Siliceous
Processed materials Total Simple
Special
Slate
Total
GENERAL TOTAL
1989
988
4.140
5.128
1.260
2.904
425
4.489
9.717
1990
915
4.519
5.434
1.327
3.025
448
4.800
10.234
1991
1.050
4.968
6.018
1.398
3.035
471
4.904
10.922
1992
1.000
5.043
6.043
1.490
3.845
502
5.837
11.880
1993
1.074
5.218
6.292
1.628
4.200
548
6.376
12.668
1994
1.390
6.356
7.746
1.727
5.029
581
7.337
15.083
1995
1.396
6.024
7.420
1.903
5.606
644
8.153
15.573
1996
1.533
6.562
8.095
2.278
6.267
700
9.245
17.340
1997
1.987
7.515
9.502
2.245
6.675
769
9.689
19.191
1998
2.073
6.785
8.858
2.142
6.866
815
9.823
18.681
1999
2.319
7.901
10.220
2.484
7.214
887
10.585
20.805
2000
3.071
7.754
10.825
2.995
7.845
1.086
11.926
22.751
2001
3.237
8.576
11.813
2.671
8.651
967
12.289
24.102
2002
3.806
8.426
12.232
2.659
9.610
880
13.149
25.381
2003
5.206
8.346
13.552
3.206
11.758
1.070
16.034
29.586
2004
5.430
10.237
15.667
2.726
13.202
1.252
17.180
32.847
2005
6.265
10.266
16.531
3.689
14.582
1.256
1.256
36.058
2006
7.495
10.562
18.057
3.804
18.138
1.369
23.311
41.368
2007
8.271
11.429
19.700
3.814
21.150
1.568
26.532
46.232
2008
9.384
10.816
20.200
3.702
19.791
1.500
24.993
45.193
2009
9.466
8.909
18.375
3.262
18.199
1.242
22.703
41.078
2010
13.334
10.531
23.865
3.301
20.026
1.306
24.633
48.498
(Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
100
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
32. Interscambio lapideo mondiale: variazioni storiche World stone trade: historical outline Raw materials Years Calcareous Siliceous
Processed materials Total Simple
Special
Slate
Total
GENERAL TOTAL
1990
- 7.4
+ 9.2
+ 6.0
+ 5.3
+ 4.2
+ 5.4
+ 4.6
+ 5.3
1991
+ 14.7
+ 9.9
+ 10.7
+ 5.4
+ 0.3
+ 5.1
+ 2.2
+ 6.7
1992
- 4.8
+ 1.5
+ 0.4
+ 6.6
+ 26.7
+ 6.6
+ 19.0
+ 8.8
1993
+ 7.4
+ 3.5
+ 4.1
+ 9.3
+ 9.2
+ 9.2
+ 9.2
+ 6.6
1994
+ 29.4
+ 21.8
+ 23.1
+ 6.1
+ 19.7
+ 6.0
+ 15.1
+ 19.1
1995
+ 0.5
-5.2
-4.2
+ 10.2
+ 11.5
+ 10.8
+ 11.1
+ 3.2
1996
+ 9.8
+ 8.9
+ 9.1
+ 19.7
+ 11.8
+ 8.7
+ 13.4
+ 11.3
1997
+ 29.6
+ 14.5
+ 17.4
- 1.4
+ 6.5
+ 9.9
+ 4.8
+ 10.7
1998
+ 4.3
- 9.3
-6.8
- 4.6
+ 2.9
+ 6.0
+ 1.4
- 2.7
1999
+ 11.9
+ 16.4
+ 15.4
+ 16.0
+ 5.1
+ 8.8
+ 7.8
+ 11.4
2000
+ 32.4
- 1.9
+ 5.9
+ 20.6
+ 8.7
+ 22.4
+ 12.7
+ 9.4
2001
+ 5.4
+ 10.6
+ 9.1
- 10.8
+ 10.3
- 11.0
+ 3.0
+ 5.9
2002
+ 17.6
- 1.7
+ 3.5
- 0.4
+ 11.1
- 9.0
+ 7.0
+ 5.3
2003
+ 36.8
- 0.9
+ 10.8
+ 20.6
+ 22.4
+ 21.6
+ 21.9
+ 16.6
2004
+ 4.3
+ 22.6
+ 15.6
- 15.0
+ 12.3
+ 17.0
+ 7.1
+ 11.0
2005
+ 15.4
+ 0.3
+ 5.5
+ 35.3
+ 10.5
+ 0.3
+ 13.7
+ 9.8
2006
+ 19.6
+ 2.9
+ 9.2
+ 3.1
+ 24.3
+ 9.0
+ 19.4
+ 14.7
2007
+ 10.4
+ 8.2
+ 9.1
+ 0.3
+ 16.6
+ 14.5
+ 13.8
+ 11.8
2008
+ 13.5
- 5.4
+ 2.5
- 2.9
- 6.4
- 4.3
- 5.8
- 2.2
2009
+ 0.9
- 17.6
-9.0
- 11.9
- 8.0
- 17.2
- 9.2
- 9.1
2010
+40.9
+18.2
+29.8
+1.2
+10.0
+5.1
+8.5
+18.1
(Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
101
33. Interscambio lapideo mondiale: indici World stone trade: index
Raw materials Years Calcareous Siliceous
Processed materials Total Simple
Special
Slate
Total
GENERAL TOTAL
1989
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
1990
92.6
109.2
106.0
105.3
104.2
105.4
104.6
105.3
1991
106.3
120.0
117.4
111.0
104.5
110.8
106.9
112.4
1992
101.2
121.8
117.8
118.3
132.4
118.1
127.2
122.3
1993
108.7
126.0
122.7
129.2
144.6
128.9
138.9
130.4
1994
140.7
153.5
151.0
137.1
173.2
136.7
159.8
155.2
1995
141.3
145.5
144.7
151.0
193.0
151.5
177.7
160.3
1996
155.2
158.5
157.8
180.8
215.8
164.7
201.5
178.5
1997
201.1
181.5
185.3
178.2
229.9
108.9
211.1
197.5
1998
209.8
163.9
172.7
170.0
236.4
191.8
214.1
192.3
1999
234.7
190.8
199.3
197.1
248.4
208.7
230.7
214.1
2000
310.8
187.3
211.1
237.6
270.1
255.5
259.9
234.1
2001
327.6
207.1
230.4
212.0
297.9
227.5
267.8
248.0
2002
385.2
203.5
238.5
211.0
330.9
207.1
286.5
261.2
2003
526.9
201.6
264.3
254.4
404.9
251.8
349.4
304.5
2004
549.6
247.3
305.5
216.3
454.6
294.6
374.4
338.0
2005
634.1
248.0
322.4
292.8
502.1
295.5
425.5
371.1
2006
758.6
255.1
352.1
301.9
624.6
322.1
508.0
425.7
2007
837.1
276.1
384.2
302.7
728.3
368.9
578.2
475.8
2008
949.8
261.3
393.9
293.8
681.5
352.9
544.6
465.1
2009
958.1
215.2
358.3
258.9
626.7
292.2
494.7
422.7
2010
1349.6
254.4
465.4
262.0
689.6
307.3
536.8
499.1
(Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
102
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
34. Interscambio lapideo mondiale: quote World stone trade: shares
Raw materials Years Calcareous Siliceous
Processed materials Total Simple
Special
Slate
Total
GENERAL TOTAL
1989
10.2
42.6
52.8
13.0
29.9
4.3
47.2
100.0
1990
8.9
44.1
53.0
13.0
31.8
4.2
47.0
100.0
1991
9.6
45.5
55.1
12.8
27.8
4.3
44.9
100.0
1992
8.4
42.5
50.9
12.5
32.4
4.2
49.1
100.0
1993
8.5
41.2
49.7
12.9
33.2
4.2
50.3
100.0
1994
9.2
42.1
51.3
11.4
33.3
4.0
48.7
100.0
1995
9.0
38.7
47.7
12.2
36.0
4.1
52.3
100.0
1996
8.8
37.8
46.6
13.1
36.1
4.2
53.4
100.0
1997
10.3
39.2
49.5
11.7
34.8
4.0
50.5
100.0
1998
11.0
36.3
47.3
11.5
36.8
4.4
52.7
100.0
1999
11.1
38.0
49.1
11.9
34.7
4.3
50.9
100.0
2000
13.5
34.1
47.6
13.2
34.5
4.7
52.4
100.0
2001
13.4
35.6
49.0
11.1
35.9
4.0
51.0
100.0
2002
15.0
33.2
48.2
10.5
37.9
3.4
51.8
100.0
2003
17.6
28.2
45.8
10.8
39.7
3.6
54.2
100.0
2004
16.5
31.2
47.7
8.3
40.2
3.8
52.3
100.0
2005
17.4
28.4
45.8
10.2
40.5
3.5
54.2
100.0
2006
18.1
25.5
43.6
9.2
43.8
3.4
56.4
100.0
2007
17.9
24.7
42.6
8.2
45.8
3.4
57.4
100.0
2008
20.8
23.9
44.7
8.2
43.8
3.3
55.3
100.0
2009
23.0
21.7
44.7
7.9
44.3
3.1
55.3
100.0
2010
27.5
21.7
49.2
6.8
41.3
2.7
50.8
100.0
(Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
306 2.0
255 1.7
2.218 14.7 2.393 15.4 3.095 17.8 3.130 16.3 2.268 13.7 3.156 15.2 4.095 18.0 4.692 19.5 5.700 22.5 6.992 23.6 7.534 22.9 8.896 24.7 10.338 25.0 11.533 25.0 11.793 26.1 11.733 28.6 12.496 25.8
1.197 7.9 1.335 8.6 1.346 7.8 2.070 10.8 1.724 9.2 1.888 9.1 2.307 10.1 2.294 9.5 2.431 9.6 3.192 10.8 3.875 11.8 4.044 11.2 4.522 10.9 5.571 12.1 5.426 12.0 5.311 12.9 5.005 10.3
520 3.4
266 1.8
637 4.2
3.278 21.7 2.895 18.6 3.785 21.8 3.942 20.5 4.357 23.3 25.7 25.7 4.904 21.6 5.612 23.2 5.445 21.5 6.834 23.1 7.434 22.6 8.020 22.2 9.925 24.0 11.276 24.4 11.306 25.1 8.941 21.6 11.844 24.6
15.083 100.0 15.573 100.0 17.340 100.0 19.191 100.0 18.681 100.0 100.0 100.0 22.751 100.0 24.102 100.0 25.381 100.0 29.586 100.0 32.847 100.0 36.058 100.0 41.368 100.0 46.232 100.0 45.193 100.0 41.078 100.0 48.498 100.0
Norway
China
India
South Africa
USA
Brazil
Others
TOTAL
724 4.2
283 1.6
680 3.9
261 1.5
289 1.7
377 1.1
349 1.0
404 1.0
255 0.6
365 0.8
285 0.6
376 0.8
266 0.6
359 0.9
246 0.6
748 1.5
257 0.5
899 4.7
305 1.6
900 4.7
238 1.2
378 1.9
434 2.3
336 1.6
947 4.6
249 1.2
376 1.8
426 2.0
243 1.1
960 4.2
297 1.3
340 1.5
658 2.9
253 1.0
903 3.7
315 1.3
325 1.3
267 1.1
936 3.7
352 1.4
326 1.3
267 0.9
742 2.5
362 1.2
338 1.1
276 0.8
687 2.1
412 1.3
352 1.1
364 1.0
660 1.8
365 1.0
385 1.1
371 0.9
620 1.5
330 0.8
385 0.9
387 0.8
551 1.2
379 0.8
380 0.8
287 0.6
513 1.1
311 0.7
319 0.7
369 0.9
380 0.9
350 0.9
241 0.6
449 0.9
403 0.8
412 0.8
331 0.7
985 4.1 1.470 5.8 2.065 7.0 2.633 8.0 3.045 8.4 4.041 9.8 4.736 10.2 4.886 10.8 4.868 11.9 6.603 13.6
(Source: own data processing)
898 4.8 1.020 4.9 1.084 4.8 1.222 5.1 1.412 5.6 1.508 5.1 1.800 5.5 2.157 6.0 2.536 6.1 2.475 5.4 1.990 4.4 1.651 4.0 2.226 4.6
364 1.9
867 4.6
236 1.3
301 1.6
469 2.5
(Fonte: Elaborazione propria)
687 4.4
237 1.5
708 4.6
208 1.3
287 1.8
358 2.1
370 1.3
225 0.6
731 1.5
Finland
257 1.7
340 1.3
237 0.7
737 1.8
914 4.8 1.064 5.7 1.133 5.4 1.217 5.3 1.217 5.0 1.054 4.2 1.046 3.5 1.147 3.5 1.235 3.4 1.335 3.2 1.532 3.3 1.266 2.8 1.089 2.7 1.381 2.8
277 1.1
181 0.6
855 1.9
214 1.4
903 5.2
331 1.5
194 0.8
785 1.7
Turkey
954 6.1
251 1.2
248 1.0
642 1.6
1.002 6.6
267 1.4
241 1.1
749 2.1
Portugal
305 1.6
234 1.1
534 1.6
1.409 9.3 1.514 9.7 1.497 8.6 1.593 8.3 1.586 8.5 1.659 8.0 2.028 8.9 1.861 7.7 1.843 7.3 2.213 7.5 2.460 7.5 2.442 6.8 2.403 5.8 2.635 5.7 2.445 5.4 1.968 4.8 2.468 5.1
234 1.3
228 1.2
405 1.4
Spain
189 1.2
272 1.4
420 1.7
196 1.3
198 1.1
348 1.4
Greece
186 1.2
411 1.8
179 1.2
340 1.6
France
244 1.3
Germany
248 1.3
285 1.9
Italy
249 1.4
3.121 20.7 3.391 21.8 3.438 19.8 3.563 18.5 3.508 18.7 3.429 16.5 3.635 16.0 3.550 14.7 3.191 12.6 3.071 10.4 3.089 9.4 3.122 8.7 3.261 7.9 3.342 7.2 3.154 7.0 2.835 6.9 3.144 6.5
COUNTRIES
332 2.1
1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % tons tons tons tons tons tons tons tons tons tons tons tons tons tons tons tons tons
Quantity exchange variation in leading exporter Countries
35. Variazioni dell’interscambio quantitativo nei principali Paesi esportatori (EX tav. 22/XXI Rapporto)
XXII World Marble and Stones Report 2011 103
205 1.4
184 1.2
140 0.9
731 4.8
5.254 34.8 4.536 29.1
15.083 100.0 15.573 100.0 5842 100.0 19.191 100.0 18.681 100.0 20.805 100.0 22.751 100.0 24.102 100.0 25.381 100.0 29.586 100.0 32.847 100.0 36.058 100.0 41.638 100.0 46.232 100.0 45.193 100.0 41.078 100.0 48.498 100.0
Suth Corea
Singapore
Canada
USA
Others
TOTAL
511 2.1
436 1.8
203 0.8
495 2.0
459 1.8
193 0.8
469 1.6
651 2.2
205 0.7
529 1.6
931 2.8
181 0.6
176 0.4
177 0.4
140 0.3
539 1.5
575 1.4
620 1.3
594 1.3
994 2.8 1.336 3.2 1.387 3.0 1.185 2.6
156 0.4
109 0.2
829 1.7
570 1.4
516 1.1
991 2.4 1.238 2.6
128 0.3
858 2.1
933 2.8 1.093 3.0 1.340 3.2 1.331 2.9 1.286 2.8 1.095 2.7 1.256 2.6
973 3.8 1.553 5.3 1.344 4.1 1.430 4.0 1.573 3.8 1.653 3.6 1.273 2.8
926 3.1
118 0.8
456 2.0
341 1.5
153 0.7
843 3.7 1.073 4.5
751 3.0
China
486 2.3
278 1.3
130 0.6
795 3.8
944 4.5 1.082 4.8 1.049 4.4
837 5.5
391 2.1
267 1.4
122 0.7
713 3.8
834 4.5
Taiwan
427 2.2
249 1.3
83 0.4
563 2.9
795 4.1
(Fonte: Elaborazione propria)
930 6.0
105 0.7
177 1.1
277 1.8
162 0.8
212 1.1
430 2.2
887 4.6
198 1.1
148 0.8
189 1.0
180 0.9
227 1.1
276 1.3
190 0.8
164 0.7
444 2.0
178 0.7
190 0.8
198 0.8
135 0.6
219 0.7
173 0.6
307 0.9
210 0.6
423 1.2
276 0.8
464 1.1
272 0.7
596 1.3
283 0.6
505 1.1
423 0.9
542 1.3
370 0.9
547 1.1
396 0.8
705 2.9 1.541 6.1 1.857 6.3 1.824 5.6 1.833 5.1 2.110 5.1 2.526 5.5 2.528 5.6 2.470 6.0 2.518 5.2
908 4.8 1.202 5.8 1.741 7.7 2.196 9.1 2.546 10.0 3.410 11.5 4.197 12.8 4.554 12.6 6.007 14.5 7.245 15.7 8.207 18.2 8.166 19.9 12.312 25.4
(Source: own data processing)
757 33.7 6.227 32.4 5.895 31.5 6.525 31.4 7.721 33.8 7.551 31.3 8.753 34.5 10.051 34.0 11.078 33.7 13.124 36.4 13.926 33.7 16.819 36.3 17.969 39.9 16.645 40.4 19.294 39.8
149 4.4 1.074 5.5 1.320 7.1 1.640 7.9 1.815 8.0 2.006 8.3 2.083 8.2 2.871 9.7 3.273 10.0 3.727 10.3 4.943 11.9 5.277 11.4 3.956 8.8 3.147 7.7 3.389 7.0
210 0.9
378 1.2
454 2.2
282 1.8 1.119 2.6
955 6.1 2.533 6.5 1.714 8.9 1.429 7.6 1.796 8.6 1.471 6.4 1.459 6.1 1.458 5.7 1.048 3.5 1.768 5.4 1.896 5.3 1.938 4.7 1.608 3.5 1.484 3.3 1.312 3.2 1.597 3.3
313 14.6 2.085 10.9 1.735 9.3 1.744 8.4 1.738 7.6 1.805 7.5 1.755 6.9 1.674 5.7 1.680 5.1 1.735 4.8 1.563 3.8 1.459 3.2 1.238 2.7 1.223 3.0 1.037 2.1
313 1.8
184 1.1
80 0.5
541 3.1
659 3.8
2.241 14.9 2.173 14.0
384 2.5
190 1.2
68 0.4
482 3.1
744 4.8
Japan
2010
372 2.5
2009
Switzerland
2008
251 1.7
2007
Un. Kingdom
2006
44 0.3
2005
Portugal
2004
377 2.5
2003
Spain
2002
782 5.2
2001
France
2000
1.864 12.4 2.226 14.3 2.175 12.2 2.139 11.1 2.400 12.8 2.386 11.5 2.223 9.8 2.416 10.0 1.871 7.4 2.478 8.3 1.911 5.8 1.795 5.0 2.407 5.8 2.596 5.6 2.098 4.6 1.967 4.8 1.762 3.6
1999
Germany
1998
1.683 11.2 2.044 13.1 1.946 11.2 2.144 11.2 2.132 11.4 2.196 10.5 2.359 10.4 2.324 9.6 2.170 8.5 2.271 7.7 2.681 8.2 2.483 6.9 2.738 6.6 2.655 5.7 2.307 5.1 1.594 3.9 1.698 3.5
1997
Italy
1996
COUNTRIES
1995
000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons %
1994
Quantity exchange variation in leading importer Countries
36. Variazioni dell’interscambio quantitativo nei principali Paesi importatori
104 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
226 16.2 234 15.3 447 22.4 293 14.2 473 20.3 881 31.8 732 22.7 955 25.1 1.462 28.1 1.280 23.6 1.715 27.4 2.101 28.0 2.700 32.6 3.340 35.7 2.643 27.8 3850 28.9
1.396 100.0 1.533 100.0 1.987 100.0 2.073 100.0 2.319 100.0 3.071 100.0 3.237 100.0 3.806 100.0 5.206 100.0 5.430 100.0 6.265 100.0 7.495 100.0 8.271 100.0 9.384 100.0 9.466 100.0 13334 100.0
Total
4.6
75
3.2
2.7 87
40 2.8
1.3 76
63 2.3
1.9 80
29
34
2.1 101
0.8
29 1.9 149
0.7
5.8 389
1.9 173
5.2 568
2.3 210
6.9 595
2.5 218
61
4.0
62
3.2 114
5.5 124
5.3 187
5.5 817
2.1 166
2.5 411
1.4 234
31 2.7 169
0.5
35 2.7 250
0.5
28 3.3 286
0.5
27 3.5 293
0.3
28
10
7.8 1117
3.3 478
0.3
8.4
3.6
0.1
(Source: own data processing)
6.1 371 11.5 624 16.4 1.148 22.0 1.363 25.1 1.569 25.0 2.130 28.4 1.718 20.8 2.184 23.3 3.198 33.8 4680 35.1
9.7 735
3.1 313
0.3
9.9
6.1
1.2
3.1
1.8
1.0
(Fonte: Elaborazione propria)
4.4
6.3 518
2.3 203
2.5 233
1.2 128
9.0 786 12.5 885 11.8 971 11.7 1.007 10.7 1.075 11.4 1321
6.4 364
2.9 117
2.9 239
1.5 116
1.0 129
0.1
Others
96
62
5.2 345
3.3 159
3.8 240
1.2 120
1.1 101
18
0.8
62
3.9
2.1
5.3 268
3.6 174
93
3.7 282
1.2
1.4 105
1.4
1.7 103
Turkey
77
43
6.3 201
3.5 138
78
4.5 230
1.4
1.5 118
6.7 154 10.0 329 16.5 315 15.2 359 15.5 454 14.8 481 14.9 598 15.7 785 15.1 1.024 18.9 985 15.7 810 10.8 956 11.6 906
6.4
1.7
3.5 205
2.6 114
75
4.7 243
1.0
1.2 110
2.1 128
1.7 163
94
98
33
44 107
80
54
5.0 244
1.4
74
3.0 198
1.3 156
Spain
7.6
2.2
4.5 101
2.5
54
4.2 191
1.7
2.1
2.1 248
1.1 108
106
34
93
59
5.7 136
54
0.8 112
81
1.2 156
1.1
Portugal
4.9
2.3
2.9
4.0 174
1.6
42
75
72
68
45
60
93
49
1.4
1.1
1.8
Philippines
1.9
3.4
4.0
2.0
54
62
99
588 42.1 634 41.4 596 30.0 635 30.6 616 26.5 769 25.0 755 23.3 706 18.5 688 13.2 490
29
67
83
47
1.7
2.2
1.8
Italy
1.5
2.4
4.9
1.0
55
91
2.6 115
2.0
21
37
98
20
1.6
99
77
Iran
3.9
3.1
0.3
50
3.7
2.3
54
48
6
4.7
75
3.9 120
2.4
India
2.4
0.9
5.4 110
74
4.6 119
4.0
34
14
5.1 112
5.8 108
92
Greece
1.9
2.7 102
1.3 122
4.2
26
41
26
87
Germany
2.3
3.7
5.0
32
57
99
Croatia
1.1
6.0
15
92
Belgium
5.0
70
Austria
COUNTRIES
1996
000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons %
1995
World exchange of raw calcareous stones (code 25.15): export (000 tons)
37. Interscambio mondiale di calcarei grezzi (cod. 25.15): export (000 tonn.)
XXII World Marble and Stones Report 2011 105
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
96 6.9
79 5.7 131 8.5
131 9.4 116 7.6 138 6.9 136 6.6 169 7.3 129 4.2 132 4.1 107 2.8 148 2.8 183 3.4 186 3.0 195 2.6 230 2.8 233 2.5 202 2.1
19 1.4
413 29.5 453 29.5 699 35.1 689 33.2 667
Spain
Switzerland
Taiwan
United States
Others
40 2.6
85 5.5
98 4.2
72 2.3
69 2.1
30 0.8
97 1.8
79 2.1 100 1.9 47 0.9
89 1.6
18 0.3
96 1.5
40 0.5
86 1.1
75 1.0
17 0.2 101 1.0
10 0.5
34 1.6
89 2.7
92 2.4
68 2.2 125 3.9 152 4.0
94 3.1
67 1.3
61 1.1
38 0.6
38 0.5
18 0.2
55 0.5
21 0.2
88 1.7 132 2.4 120 1.9 107 1.4 113 1.4 104 1.1 105 1.1
18 0.1
261 2.0
90 0.7
54 0.4
66 0.5
138 1.0
427 3.2
168 1.3
141 1.1
60 0.4
28 1.027 33.4 812 25.1 1.260 33.1 1.769 34.0 1.679 30.9 2.317 37.0 2.404 32.1 1.829 22.1 2.312 24.6 2.884 30.8 3367 25.3
63 2.7
92 4.6 105 5.1 103 4.4
93 1.0
76 0.9 149 1.6 156 1.6
96 1.2 110 1.2 100 1.0
39 0.5
87 4.4 115 5.5 112 4.8 153 5.0 163 5.0 169 4.4 334 6.4 140 2.6 206 3.3 209 2.8 261 3.2 307 3.3
61 4.0 110 5.5 106 5.1
58 0.6
20 0.1
(Source: own data processing)
1.396 100.0 1.533 100.0 1.987 100.0 2.073 100.0 2.319 100.0 3.071 100.0 3.237 100.0 3.806 100.0 5.206 100.0 5.430 100.0 6.265 100.0 7.495 100.0 8.271 100.0 9.384 100.0 9.466 100.0 13.334 100.0
(Fonte: Elaborazione propria)
Total
54 3.9
87 0.9
22 0.2
Netherlands
56 0.7 119 1.4
26 0.3
153 11.0 170 11.1 168 8.5 189 9.1 154 6.6 106 3.5 106 3.3
32 0.5
20 0.2
Lebanon
47 0.9
20 0.3
12 0.4 139 3.6 183 3.5 225 4.1 236 3.8 259 3.5 316 3.8 228 2.4 189 2.0
47 0.9
86 4.1 113 4.9 114 3.7 125 3.9 112 2.9 129 2.5 125 2.3 112 1.8
59 1.9
36 0.9
21 0.3
261 18. 277 18.1 334 16.8 317 15.3 310 13.4 368 12.0 431 13.3 368 9.7 431 8.3 495 9.1 470 7.5 608 8.1 678 8.2 664 7.1 402 4.2
84 4.2
44 1.9
39 1.2
31 0.6
Italy
33 2.2
29 1.4
62 2.0
37 0.7
42 3.0
29 1.5
70 3.0
29 0.8
Hong-Kong
18 1.2
44 2.1
73 2.4 114 3.5
6 0.4
39 2.0
54 2.3
Greece
36 2.3
63 3.0
45 3.2
65 3.3
Germany
29 1.9
32 2.3
France
%
2010 000 tons
84 5.5 132 6.6 160 7.7 362 5.6 746 24.3 1.020 31.5 1.233 32.4 1.776 34.1 2.176 40.1 2.413 38.5 3.398 45.3 4.476 54.1 5.092 54.3 5.133 54.2 8.524 63.9
65 4.7
China
COUNTRIES
1996
000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons %
1995
World exchange of raw calcareous stones (code 25.15): import (000 tons)
38. Interscambio mondiale di calcarei grezzi (cod. 25.15): import (000 tonn.)
106 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
574 9.5
61 1.0
United States 158 2.0
375 4.8 168 2.0
299 3.5
885 10.3
166 2.0
298 3.5
905 10.7
169 2.0
295 3.5
716 8.6
312 3.7
178 1.7
329 3.2
660 6.4
310 3.0
193 1.9
311 3.0
637 6.2
380 3.7
351 3.4
136 1.3
327 3.1
573 5.4
333 3.2
294 2.8
189 1.8
283 2.7
312 3.0
151 1.3
349 3.1
506 4.4
469 4.1
311 2.7
197 1.7
357 3.1
325 2.8
118 1.1
383 3.5
464 4.3
254 2.3
298 2.8
170 1.6
366 3.4
301 2.7
98 1.1
217 2.4
338 3.8
138 1.5
330 3.7
162 1.8
324 3.6
207 2.3
122 1.2
296 2.8
363 3.4
212 2.0
395 3.8
175 1.7
229 2.2
308 2.9
588 5.6
76 0.7
(Source: own data processing)
(Fonte: Elaborazione propria)
6.024 100.0 6.562 100.0 7.515 100.0 6.785 100.0 7.901 100.0 7.754 100.0 8.576 100.0 8.426 100.0 8.346 100.0 10.237 100.0 10.266 100.0 10.562 100.0 11.429 100.0 10.816 100.0 8.909 100.0 10.531 100.0
198 2.5
353 4.5
937 12.1
370 4.4
394 3.8
205 2.0
337 3.3
342 3.3
379 4.3
68 0.8
Total
220 3.2
378 5.6
921 11.7
310 3.6
344 4.1
216 2.1
225 2.2
324 3.2
713 6.6
57 0.5
1.264 21.0 1.634 24.9 1.290 17.2 1.165 17.2 1.962 24.8 1.501 19.4 1.927 11.5 2.010 23.9 1.982 23.7 2.747 26.8 2.216 21.6 2.858 27.1 2.800 24.7 2.650 24.6 1.902 21.5 2865 27.2
182 2.4
428 5.7
839 12.4
199 2.6
323 3.8
175 2.1
173 2.1
313 3.8
942 8.2
73 0.6
Others
160 2.4
481 7.3
844 11.2
216 2.7
286 3.3
155 1.8
183 2.2
303 3.6
960 9.1
115 1.1
786 8.8 1182 11.2
Spain
614 9.4
373 5.4
265 3.4
185 2.2
140 1.6
295 3.4
189 1.8
906 8.4
678 11.3
224 3.0
235 3.0
131 1.7
147 1.9
314 4.0
190 1.9
776 9.3 1.279 12.5 1.569 15.3
162 1.9
832 8.1 1.044 10.2 1.248 11.8 1.176 10.3
South Africa
171 2.6
211 3.1
193 2.4
157 2.0
352 4.5
801 9.5
88 1.0
819 9.8
141 2.3
214 2.8
217 3.2
116 1.7
275 4.1
253 3.0
880 10.3 1.012 12.0
916 11.8 1.289 15.0
245 3.2
804 10.4
Portugal
230 3.5
204 2.7
131 1.7
354 4.7
818 10.4
228 2.9
831 10.5
181 3.0
170 2.6
135 2.1
267 4.1
709 10.4
240 3.5
753 11.1
Norway
195 2.6
773 10.3
875 13.3 1.006 13.4
73 1.1
621 9.5
178 3.0
2010
Italy
2009
1.077 17.9 1.131 17.2 1.670 22.2 1.289 19.0 1.437 18.2 1.762 22.7 1.659 19.3 1.812 21.5 2.110 25.3 2.553 24.9 2.492 24.3 2.934 27.8 3.773 33.0 4.136 38.2 3.960 44.4 3720 35.3
2008
India
2007
214 3.6
2006
Germany
2005
265 4.4
2004
Finland
2003
722 12.0
2002
China
2001
65 1.1
2000
Canada
1999
604 10.0
1998
Brazil
1997
000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons %
1996
COUNTRIES
1995
World exchange of raw calcareous stones (code 25.15): export (000 tons)
39. Interscambio mondiale di silicei grezzi (cod. 25.16): export (000 tonn.)
XXII World Marble and Stones Report 2011 107
6.024 100.0 2.562 100.0 7.515 100.0 6.785 100.0 7.901 100.0 7.754 100.0 8.576 100.0 8.426 100.0 8.346 100.0 10.237 100.0 10.266 100.0 10.562 100.0 11.429 100.0 10.816 100.0 8.909 100.0 10.531 100.0
(Fonte: Elaborazione propria)
263 3.3
180 1.7
Total
180 2.7
176 2.0
937 15.6 1.425 21.7 1.823 24.2 1.277 18.9 1.648 20.9 1.585 20.4 1.979 23.1 2.313 27.5 1.958 23.5 2.846 27.8 2.912 28.4 2.356 22.3 3.526 30.8 3.474 32.1 2.752 30.8 3240 30.8
131 1.7
223 2.1
Others
139 2.1
456 4.0
45 0.7
471 4.5
United States
183 2.3
151 1.9
527 6.8
67 0.9
142 1.8
267 3.4
349 4.5
332 4.3
210 2.4
665 7.8
44 0.5
155 1.8
231 2.7
527 6.1
290 3.4
195 2.3
653 7.7
52 0.6
94 1.1
135 1.6
372 4.4
201 2.4
315 4.1
310 3.6
301 3.6
893 13.6 1.416 18.8 1.137 16.8 1.426 18.0 1.146 14.8 1.150 13.4 1.051 12.5
124 1.8
274 2.7
736 12.2
156 2.1
502 6.4
288 2.8
Taiwan
131 2.0
450 6.6
272 3.2
117 1.9
386 5.1
140 1.8
207 2.5
Switzerland
350 5.3
108 1.6
211 2.5
200 2.0
898 8.8
38 0.4
78 0.8
69 0.7
386 3.8
203 2.0
154 1.5
890 8.7
50 0.5
358 3.5
54 0.5
187 1.8
196 1.9
160 1.5
735 7.0
58 0.5
445 4.2
45 0.4
265 2.5
205 1.9
178 1.6
801 7.0
66 0.6
279 2.4
48 0.4
303 2.7
312 2.7
374 4.5
331 3.3
303 3.0
408 3.9
241 2.1
640 7.7 1.134 11.0 1.262 12.3 1.256 11.9 1.014 8.9
185 2.2
943 11.3
63 0.8
63 0.8
84 1.0
386 4.6
224 2.7
125 1.4
759 8.5
154 1.7
425 4.8
112 1.3
180 2.0
32 0.4
784 8.8
184 2.1
297 3.3
215 2.0
990 9.4
179 1.7
485 4.6
80 0.8
42 0.4
18 0.2
883 8.4
186 1.8
297 2.8
(Source: own data processing)
262 2.4
904 8.4
169 1.6
546 5.0
41 0.4
359 3.3
30 0.3
243 2.2
337 3.1
834 10.8 1.078 12.6 1.244 14.7 1.565 18.8 1.966 19.2 2.079 20.3 2.498 23.7 2.667 23.3 3.041 28.1 2.929 32.9 3.736 35.5
209 2.7
272 4.5
193 2.6
125 1.6
362 4.6
416 5.3
269 3.4
596 7.5
270 3.4
Spain
210 3.2
123 1.8
416 6.1
490 7.2
242 3.6
316 4.7
230 3.4
203 3.4
87 1.2
547 7.3
412 5.5
218 2.9
231 3.1
223 3.0
South Korea
148 2.3
665 10.1
409 6.2
223 3.4
63 0.9
353 5.4
176 2.9
2010
Netherlands
2009
818 13.6
2008
Japan
2007
1.698 28.2 1.553 23.7 1.692 22.5 1.692 24.9 1.701 21.5 1.830 23.6 1.726 20.1 1.608 19.1 1.589 19.0 1.800 17.6 1.547 15.1 1.660 15.7 1.538 13.5 1.187 11.0
2006
Italy
2005
407 6.8
2004
Germany
2003
244 4.1
2002
France
2001
53 0.8
2000
China
1999
318 5.3
1998
Belgium
1997
COUNTRIES
1996
000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons %
1995
World exchange of raw calcareous stones (code 25.15): import (000 tons)
40. Interscambio mondiale di silicei grezzi (cod. 25.16): import (000 tonn.)
108 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
2005
2006
2007
2008
2009
2010
232 12.2
1.903 100.0 2.278 100.0 2.245 100.0 2.142 100.0 2.484 100.0 2.995 100.0 2.671 100.0 2.659 100.0 3.206 100.0 2.726 100.0 3.689 100.0 3.804 100.0 3.814 100.0 3.702 100.0 3.262 100.0 3.301 100.0
Total
336 15.0
513 23.9
13 0.6 306 12.3
15 0.6 299 10.0
33 1.1
665 22.2
598 22.4
10 0.4
526 19.7
339 12.7
28 1.1
353 13.3
172 6.5
411 12.8
10 0.4
354 11.0
202 6.3
12 0.3
397 10.8
45 1.2
267 7.2
11 0.3
441 11.6
153 4.0
195 5.1
13 0.3
440 11.5
101 2.6
218 5.7
208 5.5
18 0.5
447 12.1
83 2.2
168 4.5
180 4.9
...
...
...
...
91 2.8
21 0.6 517 15.8 897 27.2
13 0.4
398 12.2 359 10.9
69 2.1
212 3.7 215 6.5
168 5.2 160 4.8
...
(Source: own data processing)
385 14.1 1.165 31.5 1.172 30.8 1.094 28.8 1.301 35.1
20 0.7
393 14.4
93 3.4
278 10.2
201 5.3
...
(Fonte: Elaborazione propria)
311 13.7
12 0.5
598 24.1
221 8.3
195 6.1
198 5.4
509 13.3
156 4.8 149 4.5
Others
10 0.4
382 17.8
236 7.9
119 4.5
210 7.7
480 12.6
239 6.5
34 1.0
11 0.6
384 17.1
245 9.9
127 4.8
208 6.5
485 13.2
176 4.6
30 0.9
57 1.7
Spain
416 18.3
207 9.7
78 2.6
223 8.4
306 11.2
155 4.1
35 0.9
75 2.3
490 25.7
245 10.9
122 4.9
221 8.3
226 7.1
209 5.7
30 0.8
91 2.5
Portugal
205 9.0
95 4.4
231 7.7
145 5.5
153 5.6
23 0.6
95 2.9 101 3.1
178 5.5 179 5.4
846 22.8 1.442 44.2 1.038 31.4
113 3.1
181 4.9
152 8.0
42 1.9
213 8.6
151 5.7
112 3.5
20 0.5
106 2.8
558 14.6
148 3.9
213 5.6
Poland
53 2.3
205 9.6
123 4.1
113 4.2
20 0.7
113 3.0
419 11.0
135 3.5
306 8.0
58 3.0
224 10.0
99 4.0
80 3.0
16 0.5
73 2.0
250 6.8
130 3.5
438 11.9
Netherlands
220 9.7
98 4.6
137 4.6
23 0.9
126 4.6
198 7.3
121 4.4
423 15.5
232 12.2
25 1.1
79 3.2
28 1.0
166 5.2
852 26.6
90 2.8
364 11.4
Italy
16 0.6
53 2.5
20 0.7
161 6.1
591 22.2
62 2.3
330 12.4
31 1.6
62 2.8
16 0.6
204 7.6
205 7.7
56 2.1
244 9.1
India
33 1.4
21 1.0
208 6.9
770 25.7
40 1.3
155 5.2
26 1.4
16 0.7
188 7.6
354 14.3
33 1.3
216 8.7
Germany
5 0.2
142 6.6
274 12.8
26 1.2
113 5.3
5 0.3
222 9.9
486 23.1
21 0.9
170 7.6
France
138 6.1
732 32.1
10 0.4
132 5.8
104 5.5
2004
Czech Rep.
2003
418 22.0
2002
China
2001
8 0.4
2000
Brazil
1999
136 7.1
1998
Belgium
1997
COUNTRIES
1996
000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons %
1995
World exchange of simple processed stones (code 68.01): export (000 tons)
41. Interscambio mondiale di lavorati semplici (cod. 68.01): export (000 tonn.)
XXII World Marble and Stones Report 2011 109
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
43 2.3
26 1.4
86 4.5
9 0.5
140 7.4
1.903 100.0 2.278 100.0 2.245 100.0 2.142 100.0 2.484 100.0 2.995 100.0 2.671 100.0 2.659 100.0 3.206 100.0 2.726 100.0 3.689 100.0 3.804 100.0 3.814 100.0 3.702 100.0 3.262 100.0 3.301 100.0
Sweden
Switzerland
Taiwan
Others
Total
(Fonte: Elaborazione propria)
159 7.0
10 0.4
80 3.5
24 1.1
37 1.6
294 13.1
6 0.3
78 3.5
29 1.3
39 1.7
258 11.5
120 5.7
27 1.3
64 3.0
43 2.0
41 1.9
189 8.8
278 11.2
89 3.6
95 3.8
43 1.7
45 1.8
221 8.9
214 8.6
524 17.5
97 3.2
98 3.3
56 1.9
54 1.8
241 8.0
210 7.0
219 8.2
90 3.4
97 3.6
67 2.5
51 1.9
287 10.7
214 8.0
69 2.6
345 13.0
104 3.9
92 3.5
68 2.6
66 2.5
357 13.4
198 7.4
97 3.6
310 9.7
125 3.9
76 2.4
55 1.7
60 1.9
473 14
183 5.7
115 3.6
427 15.7
166 6.1
62 2.3
38 1.4
72 2.6
435 16.0
29 1.1
124 4.5
828 22.4
153 4.1
124 3.4
53 1.4
88 2.4
586 15.9
21 0.6
211 5.7
...
938 24.7
151 4.0
133 3.5
...
92 2.4
403 10.6
185 4.8
151 4.0
796 20.9
118 3.1
133 3.5
48 1.3
70 1.8
408 10.7
184 4.8
140 3.7
978 25.6
397 10.4
144 3.8
45 1.4
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50 1.5
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58 1.8
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865 26.5 615 18.6
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118 3.6 101 3.1
(Source: own data processing)
748 20.2
147 4.0
133 3.6
54 1.5
131 3.5
373 10.1
153 4.1
161 4.3
907 24.5
334 9.0
156 4.2
318 9.7 344 10.4
Norway
118 5.2
236 11.0
55 1.8
846 22.2
374 9.8
138 3.6
302 8.2
95 2.9
134 7.0
260 11.6
56 2.2
735 19.9
314 8.5
160 4.3
282 7.4
147 4.5
Netherlands
644 28.2
49 2.3
757 27.8
237 8.7
120 4.4
281 7.4
103 2.8
296 15.6
46 2.0
194 6.0
869 32.7 1.237 38.6
143 5.4
98 3.1
306 8.3
116 3.0
Japan
43 1.9
174 6.5
120 4.5
167 6.1
112 2.9
25 1.3
240 8.0
857 38.2 1.024 47.8 1.019 41.0 1.124 37.5 1.021 38.2
186 7.5
145 5.4
179 5.6
110 3.0
Italy
879 38.6
129 6.0
90 3.0
125 4.7
92 3.4
865 45.5
165 7.3
61 2.5
147 5.5
101 3.2
Germany
104 4.6
64 3.0
130 4.3
75 2.8
98 5.1
63 2.8
112 4.5
90 3.4
France
56 2.5
94 4.4
76 2.5
50 2.6
99 4.4
65 2.6
Denmark
95 4.2
62 2.8
106 5.6
51 2.3
Belgium
29 1.3
25 1.3
Austria
COUNTRIES
1996
000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons %
1995
World exchange of simple processed stones (code 68.01): import (000 tons)
42. Interscambio mondiale di lavorati semplici (cod. 68.01): import (000 tonn.)
110 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
46 0.8
Canada
33 0.5
64 1.0
55 0.9
107 1.6
71 1.1
94 1.4
139 2.0
79 1.2
92 1.3
153 2.1
104 1.4
108 1.6
178 2.3
168 2.1
125 1.6
235 2.7
201 2.3
125 1.4
223 2.3
240 2.5
113 1.2
189 1.6 170 1.3
467 4.0 661 5.0
150 1.3 185 1.4
160 1.1
767 5.3
206 1.4
319 1.8
927 5.1
223 1.2
170 0.8
917 4.3
252 1.2
143 0.7
744 3.8
217 1.1
119 0.7
610 3.4
206 1.1
126
778
213
0.6
3.9
1.1
%
2010
660 11.8 1.100 17.5
5.606 100.0 6.267 100.0 6.675 100.0 6.866 100.0 7.214 100.0 7.845 100.0 8.651 100.0 9.610 100.0 11.758 100.0 13.202 100.0 14.582 100.0 18.138 100.0 21.150 100.0 19.791 100.0 18.199 100.0 20.026 100.00
Total
238 3.3 917 11.7
290 3.7
448 5.7
724 8.4
443 5.1
493 5.1
502 3.4
285 2.0
529 2.9
306 1.7
661 3.1
332 1.6
198 0.9
510 2.6
267 1.3
151 0.8
457 2.5
234 1.3
105 0.6
525
323
87
796 6.8 1.080 8.2 1.281 8.8 1.646 9.1 2.651 12.5 2.360 11.9 1.471 8.1 1.677
524 4.5 470 3.6
270 2.3 292 2.2
172 0.9
8.4
2.6
1.6
0.4
(Source: own data processing)
928 9.7 1.299 11.0 1.246 9.4 1.391 9.5 2.202 12.1 2.966 14.0 2.567 13.0 2.735 15.0 2.926 14.6
543 5.7
456 4.7
248 2.6
140 1.0
(Fonte: Elaborazione propria)
234 3.4
948 14.2 1.218 17.7 1.085 15.0
174 2.6
396 5.5
302 3.5
118 1.0 128 1.0
7.4
5.3
1.6
Others
140 2.2
380 5.5
263 3.4
139 1.5
322
0.6
123 2.2
351 5.3
242 3.4
108 1.2
113 0.6
128
885 4.9 1.023 4.8 1.038 5.2 1.114 6.1 1065
121 0.6
111 0.6
Turkey
413 6.6
212 3.1
112 1.4
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112 0.5
133 0.7
371 6.6
226 3.4
103 1.4
605 5.1 742 5.6
118 0.7
145 0.7
Spain
215 3.4
84 1.2
266 2.8
113 0.8
119 0.7
213 3.8
50 0.7
324 3.7
112 0.9 127 1.0
78 0.5
Portugal
42 0.7
312 4.0
121 1.3
80 0.6
115 2.1
267 3.7
132 1.5
85 0.7
Mexico
247 3.6
150 1.9
90 0.9
2.357 42.0 2.380 38.0 2.503 37.5 2.415 35.2 2.370 32.9 2.471 31.5 2.356 27.2 2.076 21.6 1.976 16.8 2.150 16.3 1.912 13.1 1.965 10.8 1.948 9.2 1.784 9.0 1.420 7.8 1478
297 4.4
153 2.1
110 1.3
Italy
155 2.5
183 2.7
114 1.5
168 3.0
207 3.1
117 1.6
India
185 3.0
106 1.5
155 2.8
107 1.6
Greece
87 1.4
92 1.6
France
1.203 21.5 1.398 22.3 1.540 23.1 1.477 21.5 1.878 26.0 2.297 29.3 3.098 35.8 4.167 43.4 5.167 43.9 5.871 43.9 6.908 47.4 8.727 48.1 9.775 46.2 49.3 2.7 9.504 52.2 10378 51.8
55 1.0
Brazil
China
48 0.9
Belgium
COUNTRIES
1996
000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons
1995
World exchange of processed stones (code 68.02): export (000 tons)
43. Interscambio mondiale di lavorati speciali (cod. 68.02): export (000 tonn.)
XXII World Marble and Stones Report 2011 111
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
66 1.2
108 1.9
791 14.1
1.681 30.0 2.174 34.6 1.719 25.8 2.181 31.7 2.282 31.6 2.914 37.0 2.938 34.0 3.418 35.6 3.983 33.9 4.557 34.5 5.163 35.4 6.461 35.6 8.876 42.1 9.664 48.7 8.646 52.5 10.540 52.6
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South Korea
Spain
United States
Others
Total
(Fonte: Elaborazione propria)
720 11.5
99 1.6
163 2.6
345 5.5
139 2.0
68 1.0
348 5.1
170 2.4
125 1.7
353 4.9
121 1.7
144 1.8
358 4.6
391 5.0
145 1.8 448 4.7
125 1.3 447 3.8
115 1.8
457 3.5
266 2.0
248 1.9
426 2.9
332 2.3
240 1.6
589 3.2
402 2.2
302 1.7
158 0.9
511 2.4
427 2.0
275 1.3
135 0.6
485 2.5
285 1.4
272 1.4
156 0.8
669 3.7
242 1.3
234 1.3
240 1.3
513 2.6
242 1.2
869 4.3
243 1.2
265 1.3
809 4.0
309 1.5
226 2.6
130 1.4
250 2.1
263 2.0
270 1.9
537 2.9
490 2.3
348 1.8
283 1.6
214 1.1
655 7.6 1.423 14.8 1.784 15.2 1.745 13.2 1.715 11.8 1.991 11.0 2.434 11.5 2.467 12.5 2.315 12.7 2340 11.7
414 4.8
182 2.1
126 1.1
238 1.6
748 4.1
748 4.1
(Source: own data processing)
884 12.2 1.028 15.0 1.217 16.9 1.438 16.7 1.483 15.4 2.264 19.3 2.691 20.4 3.080 21.1 4.180 23.0 4.727 22.4 3.411 17.2 2.804 15.4 2.804 15.4 3004 15.0
86 1.3
231 3.5
345 5.2
137 2.0
90 0.9
241 1.8
763 3.9
256 1.3
48 0.2
365 6.5
95 1.4
91 1.1
203 1.7
734 5.0 1.073 6.0 1.073 5.1
263 1.2
101 0.6
Saudi Arabia
85 1.4
100 1.3
212 2.2
597 4.5
424 2.3
70 0.4
630 3.1
95 1.7
126 1.7
192 2.2
675 5.7
245 1.7
95 0.4
528 2.9
Nethelands
69 1.0
211 2.7
480 5.0
166 1.3
106 0.6
580 2.9
987 17.6 1.168 18.6 1.240 18.5 1.010 14.7 1.135 15.7 1.222 15.6 1.322 15.3 1.383 14.4 1.378 11.7 1.540 11.7 1.628 11.2 1.307 7.2 1.204 5.7 1.034 5.2 1.138 6.3
68 1.0
323 4.5
710 8.2
170 1.5
60 0.4
640 3.0
Japan
69 1.1
716 6.1
540 6.9
122 1.3
53 0.4
583 3.2
57 1.0
537 8.0
738 10.2
164 1.9
65 0.6
451 3.1
Italy
167 2.7
703 10.2
143 1.8
64 0.7
378 2.9
306 5.5
685 10.3
168 2.3
90 1.0
298 2.5
Hong-Kong
713 11.4
148 2.2
139 1.8
232 2.4
754 13.4
117 1.8
241 3.3
229 2.6
Germany
123 2.0
412 6.0
218 2.8
141 2.5
507 7.6
215 3.0
France
301 4.8
207 3.0
159 2.8
161 2.4
China
140 2.2
96 1.7
Belgium
COUNTRIES
1996
000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons %
1995
World exchange of processed stones (code 68.02): import (000 tons)
44. Interscambio mondiale di lavorati speciali (cod. 68.02): import (000 tonn.)
112 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
8 1.2
35 5.4
9 1.4
7 1.1
5 0.8
36 5.6
16 2.5
464 72.0
10 1.6
10 1.6
5 0.8
27 4.2
644 100.0
Canada
China
France
Germany
India
Italy
Norway
Spain
Taiwan
Un. Kingdom
United States
Others
Total
700 100.0
45 6.4
25 3.6
11 1.6
22 3.1
439 62.7
19 2.7
34 4.9
10 1.4
8 1.1
9 1.3
51 7.3
4 0.6
23 3.3
769 100.0
26 3.4
25 3.3
13 1.7
64 8.3
473 61.5
13 1.7
36 4.7
11 1.4
14 1.8
8 1.0
49 6.4
8 1.0
29 3.8
32 3.6
26 2.9
15 1.7
45 5.1
536 60.4
10 1.1
37 4.2
26 2.9
10 1.1
6 0.7
69 7.8
25 2.8
50 5.6
53 4.9
15 1.4
15 1.4
18 1.7
718 66.1
18 1.7
33 3.0
30 2.8
13 1.2
4 0.4
70 6.4
30 2.8
69 6.4
49 5.1
14 1.4
13 1.3
25 2.6
578 59.8
17 1.8
33 3.4
46 4.8
13 1.3
6 0.6
75 7.8
19 2.0
79 8.2
28 3.2
22 2.5
9 1.0
23 2.6
463 52.6
17 1.9
31 3.5
70 8.0
10 1.1
5 0.6
86 9.8
28 3.2
88 10.0
45 4.2
18 1.7
16 1.5
27 2.5
597 55.8
10 0.9
24 2.2
77 7.2
10 0.9
4 0.4
85 7.9
34 3.2
123 11.5
73 5.8
20 1.6
20 1.6
30 2.4
617 49.3
8 0.6
23 1.8
115 9.2
10 0.8
4 0.3
120 9.6
32 2.6
180 14.4
70 5.6
12 1.0
25 2.0
25 2.0
632 50.3
5 0.4
21 1.7
111 8.8
10 0.8
4 0.3
103 8.2
35 2.8
203 16.2
128 9.3
8 0.6
13 0.9
18 1.3
726 53.0
9 0.7
21 1.5
50 3.7
11 0.8
3 0.2
146 10.7
21 1.5
215 15.7
...
324 20.8
16 1.0
17 1.1
...
656 41.9
7 0.4
18 1.1
56 3.6
13 0.8
2 0.1
162 10.3
69 4.4
228 14.5
103 6.6
7 0.5
18 1.2
1 0.1
628 41.9
7 0.5
13 0.9
30 2.0
13 0.9
1 0.1
409 27.3
50 3.3
220 14.7
26 2.0
7 0.5
10 0.8
52 4.0
13 1.0
2 0.2
65 5.2
9 0.7
24 1.9
1 0.1
86 6.5
6 0.5
21 1.6
2 0.2
546 44.0 509 39.0
6 0.5
10 0.8
30 2.4
19 1.5
2 0.2
340 57.4 412 31.5
36 2.9
154 12.4 160 12.2
(Source: own data processing)
815 887 100.0 1.086 100.0 967 100.0 880 100.0 1.070 100.0 1.252 100.0 1.256 100.0 1.369 100.0 1.568 100.0 100.0 1.500 100.0 1.242 100.0 1.306 100.0
28 3.4
28 3.4
12 1.5
27 3.3
500 61.3
15 1.8
36 4.4
30 3.7
9 1.1
7 0.9
73 9.0
16 2.0
34 4.2
(Fonte: Elaborazione propria)
12 1.9
Brazil
COUNTRIES
1996
000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons %
1995
World exchange of processed slates (code 68.03): export (000 tons)
45. Interscambio mondiale di ardesia (cod. 68.03): export (000 tonn.)
XXII World Marble and Stones Report 2011 113
6 0.9
229 35.6
155 24.1
10 1.6
18 2.8
-
-
4 0.6
11 1.7
51 7.9
50 7.8
60 9.3
644 100.0
Canada
France
Germany
Ireland
Netherlands
Saudi Arabia
South Africa
Switzerland
Taiwan
Un. Kingdom
United States
Others
Total
39 5.6
34 4.9
-
700 100.0
147 21.0
43 6.1
45 6.4
52 7.4
4 0.6
1 0.1
-
4 0.6
13 1.9
13 19.7
180 25.7
(Fonte: Elaborazione propria)
-
-
50 7.8
Belgium
COUNTRIES
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
769 100.0
112 14.6
45 5.9
67 8.7
60 7.8
5 0.7
1 0.1
1 0.1
5 0.7
21 2.7
146 19.0
230 29.9
25 3.3
51 6.6
815 100.0
121 14.8
72 8.8
92 11.3
16 2.0
5 0.6
0 0.1
8 1.0
21 2.6
22 2.7
139 17.1
252 30.9
13 1.6
53 6.5
287 26.4
99 9.1
95 8.7
15 1.4
9 0.8
11 1.0
10 0.9
19 1.7
37 3.4
158 14.5
294 27.1
14 1.3
38 3.5
887 100.0 1.086 100.0
155 17.5
92 10.4
62 7.0
18 2.0
5 0.6
10 1.1
32 3.6
12 1.4
33 3.7
143 16.1
267 30.1
11 1.2
47 5.3
967 100.0
159 16.4
118 12.2
124 12.8
7 0.7
7 0.7
10 1.0
11 1.1
20 2.1
40 4.1
119 12.3
307 31.7
7 0.7
38 3.9
-
182 17.0
134 12.5
170 15.9
7 0.7
7 0.7
4 0.4
10 0.9
17 1.6
50 4.7
133 12.4
301 28.1
9 0.8
46 4.3
288 23.0
167 13.3
212 16.9
16 1.3
8 0.6
1 0.1
10 0.8
39 3.1
36 2.9
124 9.9
296 23.6
13 1.0
42 3.4
291 23.2
170 13.5
218 17.4
15 1.2
8 0.6
2 0.2
7 0.6
14 1.1
48 3.8
107 8.5
317 25.2
16 1.3
43 3.4
290 21.2
227 16.6
209 15.3
10 0.7
8 0.6
8 0.6
17 1.2
22 1.6
52 3.8
142 10.4
317 23.2
18 1.3
49 3.6
522 33.4
173 11.0
210 13.4
10 0.6
10 0.6
9 0.6
8 0.5
36 2.3
61 3.9
123 7.8
339 21.7
16 1.0
51 3.2
515 34.4
175 11.7
206 13.7
7 0.5
9 0.6
11 0.7
10 0.7
33 2.2
39 2.6
98 6.5
333 22.2
20 1.3
44 2.9
24 1.8
42 3.2
-
7 0.6
8 0.6
10 0.8
-
17 1.3
17 1.3
92 7.0
428 34.5 491 37.6
116 9.3 134 10.3
170 13.7 191 14.6
7 0.6
8 0.6
11 0.9
6 0.5
35 2.8
22 1.8
112 9.0
270 21.7 273 20.9
15 1.2
44 3.4
(Source: own data processing)
880 100.0 1.070 100.0 1.252 100.0 1.256 100.0 1.369 100.0 1.568 100.0 1.500 100.0 1.242 100.0 1.306 100.0
153 17.4
129 14.7
135 15.3
10 1.1
8 0.9
-
12 1.4
12 1.4
6 0.7
114 13.0
256 29.1
7 0.8
38 4.3
000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons %
1995
World exchange of processed slates (code 68.03): import (000 tons)
46. Interscambio mondiale di ardesia (cod. 68.03): import (000 tonn.)
114 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
XXII World Marble and Stones Report 2011
115
47. Italia: export lapideo (000 tonn.) Italy: stone export (000 tons) Raw materials Years
25.15
25.16
Processed materials Total 68.01 68.02
GENERAL TOTAL
68.03
Total
Vol.
Index
Δ%
1997
596
204
800
224
2.503
36
2.763
3.563
100.0
-
1998
635
217
852
205
2.415
36
2.656
3.508
98.5
- 1.5
1999
616
193
809
213
2.370
37
2.620
3.429
96.2
- 2.3
2000
769
131
900
231
2.471
33
2.735
3.635
102.0
6.0
2001
755
185
940
221
2.356
33
2.610
3.550
99.6
- 2.3
2002
706
155
861
223
2.076
31
2.330
3.191
89.5
- 10.1
2003
688
175
863
208
1.976
24
2.208
3.071
86.2
- 3.8
2004
490
216
706
210
2.150
23
2.383
3.089
86.7
0.6
2005
786
205
991
198
1.912
21
2.131
3.122
87.6
1.1
2006
885
189
1.074
201
1.965
21
2.187
3.261
91.5
4.5
2007
971
197
1.168
208
1.948
18
2.174
3.342
93.8
2.5
2008
1.007
170
1.177
180
1.784
13
1977
3.154
88.5
- 5.6
2009
1.075
162
1.237
168
1.420
10
1.598
2.853
79.6
-10.1
2010
1.321
175
1.496
160
1.478
10
1.648
3.144
88.2
+10.9
(Fonte: Elaborazione dati Eurostat)
(Source: Eurostat data processing)
116
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
48. Italia: import lapideo (000 tonn.) Italy: stone import (000 tons) Raw materials
Processed materials
25.15
25.16
Total
68.03
Total
Vol.
Index
Δ%
1997
334
1.692
2.026
46
68
4
118
2.144
100.0
-
1998
317
1.692
2.009
49
69
5
123
2.132
99.4
- 0.6
1999
310
1.701
2.011
56
126
3
185
2.196
102.4
3.0
2000
368
1.830
2.198
55
100
6
161
2.359
110.0
7.4
2001
431
1.726
2.157
69
91
7
167
2.324
108.4
- 1.5
2002
368
1.608
1.976
97
90
7
194
2.170
101.2
- 6.6
2003
431
1.589
2.020
115
126
10
251
2.271
105.9
4.7
2004
495
1.800
2.295
124
248
14
386
2.681
125.0
18.1
2005
470
1.547
2.017
211
240
15
466
2.483
115.8
- 7.4
2006
608
1.660
2.268
151
302
17
470
2.738
127.7
10.3
2007
678
1.538
2.216
140
275
24
439
2.655
123.8
- 3.0
2008
664
1.187
1.851
161
272
23
456
2.307
107.6
- 13.1
2009
402
784
1.186
156
234
18
408
1.594
74.3
-30.9
2010
427
883
1.310
132
243
13
388
1.698
79.2
+6.5
Years
(Fonte: Elaborazione dati Eurostat)
68.01 68.02
GENERAL TOTAL
(Source: Eurostat data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
117
49. Italia: export lapideo di lavorati (000 tonn.) Italy: processed stone export (000 tons) Quantity
Value
Average price
YEARs
000 tons
Index
mill. e
e/sq.mt.
Index
2000
2.471
100.0
1.668,9
100.0
675,4
36,50
100.0
2001
2.356
95.3
1.584,5
94.9
672,5
36,35
99.6
2002
2.076
84.0
1.548,8
92.8
746,1
40,33
110.5
2003
1.976
80.0
1.661,5
99.6
840,8
45,45
124.5
2004
2.150
87.0
1.530,3
91.7
711,8
38,47
105.4
2005
1.912
77.4
1.452,0
87.0
759,4
41,05
112.5
2006
1.965
79.5
1.566,2
93.8
797,0
43,08
118.0
2007
1.948
78.8
1.564,0
93.7
802,9
43,9
118.9
2008
1.784
72.2
1.447,7
86.7
811,5
43,84
120.2
2009
1.420
57.5
1.116,9
66.9
786,5
42,52
116.5
2010
1.478
59.8
1.187,5
73.5
829,5
43,42
119.0
(Fonte: Elaborazione propria)
Index
e/ton
(Source: own data processing)
118
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
50. Italia: export lapideo ed export totale (Valore) Italy: stone and total export (Value) Stone Codes
Sector export
Global export
YEAR
25.15
25.16
68.01
68.02
68.03
Stone
Index
Total
2000
157,4
56,8
45,4
1.668,9
21,2
1.949,7
100.0
260.413
0.75
2001
153,5
46,3
43,6
1.584,5
21,7
1.849,6
94.9
272.990
0.69
2002
162,6
46,2
42,6
1.548,8
22,3
1.822,5
93.5
269.064
0.68
2003
162,9
57,5
45,3
1.661,5
17,9
1.945,1
99.8
264.616
0.73
2004
164,6
68,4
40,4
1.530,3
14,7
1.818,4
93.3
284.413
0.64
2005
151,6
55,3
37,6
1.452,0
13,0
1.709,5
87.7
299.923
0.57
2006
172,5
49,2
37,9
1.566,2
13,1
1.838,9
94.3
332.013
0.55
2007
188,6
46,5
40,8
1.564,0
11,1
1.851,0
94.9
364.744
0.51
2008
198,4
45,3
35,5
1.447,7
8,7
1.735,6
89.0
369.016
0.47
2009
204,4
38,8
32,6
1.116,9
6,2
1.398,9
71.7
290.800
0.47
2010
259,9
41,8
32,3
1.187,5
6,8
1.528,3
78.4
336.750
0.45
(Fonte: Elaborazione propria)
Stone sh.
(Source: own data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
119
51. Italia: Export lapideo per regioni in valore (quote) Italy: regional stone export in value (shares) Lavorati
Regioni 2010
Grezzi
2009
2010
Totale
2009
2010
2009
Toscana
30.1
29.1
40.5
41.4
32.7
31.8
Veneto
33.4
34.5
10.5
11.6
27.6
29.4
Lombardia
9.4
9.0
14.2
16.1
10.6
10.6
Sicilia
6.9
6.7
3.0
2.5
5.9
5.8
Trentino- Alto Adige
4.6
4.7
3.2
3.8
4.3
4.5
Piemonte-Val d’Aosta
3.0
2.6
5.0
5.3
3.5
3.2
Friuli-Venezia Giulia
2.7
3.1
2.5
2.6
2.7
3.0
Emilia-Romagna
2.8
2.8
2.1
1.5
2.6
2.5
Lazio
2.5
2.5
2.9
2.9
2.6
2.6
Sardegna
0.3
0.2
6.9
5.4
1.9
1.4
Liguria
1.4
1.6
1.4
1.2
1.4
1.5
Puglie
1.4
1.2
1.4
1.8
1.4
1.3
Altre (1)
1.6
1.9
6.3
3.9
2.8
2.3
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
Italia
100.0
(Fonte: Elaborazione dati Marmomacc VR) (1) Abruzzi, Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Molise, Umbria.
(Source: Marmomacc VR data processing)
306
179
285
196
28
Finland
France
Germany
Greece
Ireland
7.665
21
174
1.514
954
114
...
3.391
16
189
332
186
287
(Fonte: Elaborazione dati Eurostat)
1 Codes 25.15 - 25.16 - 68.01 - 68.02 - 68.03 2 1994/2000 include Luxembourg.
7.258
23
Un. Kingdom
Total EU/15
171
1.409
Spain
Sweden
1.002
137
Netherlands
Portugal
...
Luxembourg
Italy
3.121
6
Denmark
36
348
320
Belgium
103
75
2
Austria
1995
1994
Countries
7.571
19
174
1.497
903
83
...
3.438
16
234
249
198
289
33
324
114
1996
8.200
28
222
1.593
914
90
...
3.563
21
305
248
272
378
23
400
143
1997
EU/15: stone exchange (000 tons). Export 1
8.059
28
144
1.586
1.064
140
...
3.508
20
267
244
228
301
24
386
119
1998
8.480
35
159
1.659
1.133
188
...
3.429
31
251
340
234
376
26
488
131
1999
52. UE/15: interscambio lapideo (000 tonn.). Export 1
9.410
58
255
2.028
1.217
165
...
3.635
39
331
411
241
340
29
522
139
2000
9.097
31
245
1.861
1.217
171
1
3.550
49
277
348
248
325
28
615
131
2001
8.706
31
285
1.843
1.054
199
9
3.191
36
340
420
194
326
22
628
128
2002
40
334
2.460
1.147
365
2
3.089
30
377
534
237
352
43
816
285
2004
54
162
2.442
1.235
481
4
3.122
95
349
749
225
385
15
862
184
2005
40
144
2.403
1.335
413
5
3.261
22
404
642
255
385
28
830
234
2006
57
236
2.635
1.532
435
9
3.342
15
365
785
285
380
33
868
310
2007
43
256
2.445
1.266
311
10
3.154
32
376
855
266
311
18
827
318
2008
62
236
2.468
1.381
408
11
3.144
33
748
731
257
331
17
580
224
2010
9.130 10.631
44
208
1.968
1.089
315
12
2.835
35
359
737
246
241
20
707
314
2009
(Source: Eurostat data processing)
9.230 10.111 10.284 10.401 11.287 10.488
41
290
2.213
1.046
248
5
3.071
42
370
405
181
338
21
757
202
2003
120 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
8
782
1.864
Finland
France
Germany
385
44
377
47
251
6.286
Netherlands
Portugal
Spain
Sweden
Un. Kingdom
Total EU/15
7.372
190
65
482
68
533
...
2.044
22
8
2.226
744
7
84
594
305
1995
(Fonte: Elaborazione dati Eurostat)
7.077
184
33
541
80
416
...
1.946
28
35
2.175
659
11
98
649
222
1996
7.589
249
41
563
83
555
...
2.144
37
64
2.139
795
16
104
556
213
1997
8.143
267
59
713
122
576
...
2.132
41
71
2.400
834
20
125
602
181
1998
8.507
278
60
795
130
577
...
2.196
66
83
2.386
944
20
116
663
193
1999
8.965
341
103
843
153
619
...
2.359
76
141
2.233
1.082
28
144
613
230
2000
9.705
436
127
1.073
203
713
56
2.324
87
72
2.416
1.049
37
209
649
254
2001
651
92
1.553
205
860
73
2.271
122
281
2.478
926
25
202
821
335
2003
931
73
1.344
181
865
78
2.681
119
372
1.911
933
38
214
908
318
2004
994
95
1.430
156
1.308
92
2.483
133
405
1.795
1.093
48
225
1.115
336
2005
1.336
48
1.573
176
1.312
91
2.738
229
469
2.407
1.340
44
236
1.415
327
2006
1.387
107
1.653
177
1.226
74
2.655
281
595
2.596
1.331
59
215
1.453
405
2007
1.185
123
1.273
140
1.199
222
2.307
223
504
2.098
1.286
61
221
1.177
354
2008
991
112
858
128
903
259
1.594
117
415
1.967
1.095
52
253
1.091
379
2009
1.238
115
829
98
758
245
1.698
113
328
1.762
1.256
42
200
1.218
327
2010
(Source: Eurostat data processing)
8.573 10.895 10.966 11.708 13.741 14.214 12.373 10.214 10.227
459
98
973
193
618
68
2.170
64
209
1.871
751
30
231
622
216
2002
1 Codes 25.15 - 25.16 - 68.01 - 68.02 - 68.03 2 1994/2000 include Luxembourg.
...
1.683
Luxembourg
Italy
5
24
Denmark
Ireland
375
Belgium (2)
8
433
Austria
Greece
1994
Countries
EU/15: stone exchange (000 tons). Import 1
53. UE/15: interscambio lapideo (000 tonn.). Import 1
XXII World Marble and Stones Report 2011 121
122
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
54. UE/27. Interscambio lapideo globale extra-Unione (cod. 25.15) EU/27. Global stone exchange extra-Union (cod. 25-15) YEAR
Import 000 tons
Export
mill. USD
USD/ton
000 tons
mill. USD
USD/ton
2001
580
80,3
138,5
560
85,5
152,7
2002
569
82,9
145,7
1.505
338,7
225,1
2003
700
127,4
182,0
1.719
363,2
211,3
2004
802
165,1
205,8
2.016
456,3
226,3
2005
866
171,3
197,8
2.095
500,7
239,0
2006
960
200,4
208,8
2.123
533,3
251,2
2007
1.087
249,7
229,7
2.386
618,6
259,3
2008
1.023
258,1
252,2
2.452
670,3
273,4
2009
685
161,3
235,5
2.411
583,8
242,1
2010
629
159,4
2,534
3.447
748,5
217,2
(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)
(Source: Comtrade data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
123
55. UE/27. Interscambio lapideo globale extra-Unione (cod. 25.16) EU/27. Global stone exchange extra-Union (cod. 25.16) YEAR
Import
Export
000 tons
mill. USD
USD/ton
000 tons
mill. USD
USD/ton
2001
3.826
562,9
147,1
402
52,5
130,6
2002
4.059
581,1
143,2
460
61,2
133,0
2003
3.931
604,0
153,6
455
77,1
169,5
2004
4.628
724,7
156,6
525
97,5
185,7
2005
4.235
753,6
177,9
606
101,9
168,2
2006
3.513
845,2
240,6
625
103,9
166,3
2007
3.455
917,9
265,7
644
144,5
177,8
2008
3.674
837,1
277,8
577
118,1
204,7
2009
2.168
530,6
244,7
496
92,8
187,1
2010
2.189
543,8
248,4
640
102,4
160,0
(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)
(Source: Comtrade data processing)
124
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
56. UE/27. Interscambio lapideo globale extra-Unione (cod. 68.02) EU/27. Global stone exchange extra-Union (cod. 68.02) YEAR
Import 000 tons
mill. USD
Export USD/ton
000 tons
mill. USD
USD/ton
2001
599
280,0
25,3
2.062
1.363,3
35,7
2002
76,6
333,7
23,5
2.033
1.364,5
36,3
2003
1.009
452,6
24,2
1.871
1.477,2
42,7
2004
1.543
689,4
24,2
1.850
1.594,8
46,6
2005
1.923
861,1
24,2
1.827
1.631,5
48,3
2006
2.467
1.081,0
23,7
1.932
1.808,3
50,6
2007
3.010
1.484,5
26,7
2.023
2.008,8
53,7
2008
2.883
1.588,8
29,7
1.924
2.036,3
57,2
2009
2.663
1.270,6
25,8
1.634
1.619,5
53,6
2010
2.787
1.414,7
27,4
1.789
1.601,4
48,4
(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)
(Source: Comtrade data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
125
57. UE/27. Interscambio lapideo extra-Unione (cod. 68.02) EU/27. Stone exchange extra-Union (cod. 68.02) Countries
000 tons
000 usd
USD/sq.mt
abs. fig.
share
abs.fig
share
USA
229,7
12.8
361.993
22.6
85,18
Switzerland
132,1
7.4
168.844
10.5
69,08
Saudi Arabia
223,6
12.5
130.209
8.1
31,48
Emirates
91,1
5.1
96.983
6.1
57,54
Russia
40,3
2.3
95.968
6.0
128,72
Canada
40,9
2.3
66.098
4.1
87,35
112,3
6.3
49.583
3.1
23,87
Quatar
27,7
1.5
37.397
2.3
72,98
Singapore
35,1
2.0
36.829
2.3
56,71
China
112,9
6.3
36.358
2.3
17,41
Others
743,5
41.5
521.092
32.6
37,88
1.789,2
100.0
1.601.354
100.0
48,38
Morocco
TOTAL (Fonte: Elaborazione dati Comtrade)
(Source: Comtrade data processing)
126
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
58. UE/27: interscambio lapideo extra-Unione (cod. 68.02). Import 2010 EU/27: stone exchange extra-Union (cod. 68.02). Import 2010 Countries
000 tons
000 USD
USD/sq.mt
abs. fig.
share
abs.fig
share
China
1.623,8
58.3
695.189
49.1
23,14
India
469,9
16,9
343.035
24.2
39,46
Turkey
254,1
9.1
152.551
10.8
32,45
Vietnam
129,2
4.6
38.747
2.7
16,21
Brazil
34,2
1.2
31.897
2.3
50,41
Indonesia
22,8
0.8
22.987
1.6
54,50
South Africa
23,6
0.8
16,040
1.1
36,74
Egypt
34,6
1.2
15.472
1.1
24,17
USA
10,4
0.4
14.511
1.0
75,42
8,9
0.3
12.206
0.9
74,13
175,4
6.4
72.022
5.2
22,20
2.786,9
100.0
1.414.657
100.0
27.44
Israel Others Total (Fonte: Elaborazione dati Comtrade)
(Source: Comtrade data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
127
59. Valori medi dell’interscambio lapideo storico (cod. 68.02) nei maggiori paesi europei Average value of historical stone exchange (cod.68.02) in the leading EU countries Year
Italy export
France
Germany
Spain
Portugal
import
export
import
export
import
export
import
export
import
1991
40,00
36,70
44,43
33,68
43,78
36,22
26,81
34,20
40,05
26,32
2000
36,50
29,68
54,97
30,70
41,20
35,35
26,32
24,70
33,62
20,48
2001
36,35
29,78
58,27
29,50
51,73
30,60
24,00
31,95
34,76
15,95
2002
40,33
28,32
56,65
36,81
52,86
31,57
24,81
31,24
36,00
20,16
2003
45,45
22,81
54,59
32,00
57,56
22,32
23,35
17,84
34,27
18,22
2004
38,47
16,55
57,30
33,89
52,27
26,22
22,43
27,89
33,08
15,30
2005
41,05
18,48
59,51
25,78
35,90
22,81
22,38
29,95
32,10
1762
2006
43,08
21,50
37,73
28,38
45,40
24,27
24,32
29,30
33,24
19,62
2007
43,40
20,92
32,18
29,84
41,08
23,22
23,73
31,24
30,27
15,57
2008
43,84
21,19
32,00
32,26
41,78
23,08
30,59
17,42
32,32
17,40
2009
42,52
21,07
31,70
30,43
44,68
21,52
30,58
14,18
28,37
15,52
2010
43,42
23,96
24,95
30,85
40,84
21,95
27,73
21,07
26,36
17,15
(Fonte: Elaborazione dati Eurostat)
(Source: Eurostat data processing)
128
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
60. Cina: export lapideo (000 tons) China: stone export (000 tons) YEARS
25.15
25.16
68.01
68.02
68.03
Total
1994
13
925
375
870
22
2.205
1995
15
722
418
1.203
35
2.393
1996
39
875
732
1.398
51
3.095
1997
49
1.006
489
1.540
49
3.130
1998
35
709
274
1.477
73
2.568
1999
37
818
354
1.878
69
3.156
2000
42
916
770
2.297
70
4.095
2001
25
1.289
205
3.098
75
4.692
2002
55
801
591
4.167
86
5.700
2003
112
776
852
5.167
85
6.992
2004
66
1.279
198
5.871
120
7.534
2005
66
1.569
250
6.908
103
8.896
2006
86
960
419
8.727
146
10.338
2007
96
942
558
9.775
162
11.533
2008
69
713
846
9.756
409
11.793
2009
68
379
1.442
9.504
340
11.733
2010
80
588
1.038
10.378
412
12.496
(Fonte: Elaborazione dati ICE)
(Source: ICE data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
129
61. Cina: export lapideo (index) China: stone export (index) YEARS
25.15
25.16
68.01
68.02
68.03
Total
1994
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
1995
115.4
78.1
111.5
138.3
159.1
108.5
1996
300.0
95.0
195.2
160.7
231.8
140.4
1997
376.9
108.8
129.6
177.0
222.7
142.0
1998
269.2
76.6
73.1
169.8
331.8
116.5
1999
284.6
88.4
94.4
215.9
313.6
185.7
2000
323.1
99.0
205.3
264.0
318.2
185.7
2001
192.3
139.4
54.7
356.1
340.9
212.8
2002
423.1
86.6
157.6
479.0
390.9
258.5
2003
861.5
83.9
227.2
593.9
386.4
317.1
2004
507.7
138.3
52.8
674.8
545.5
341.7
2005
507.7
169.6
66.7
794.0
468.2
403.4
2006
661.5
103.8
111.7
1003.1
663.6
468.8
2007
738.5
101.8
148.8
1123.6
736.4
523.0
2008
530.8
77.1
225.6
1121.4
1859.1
534.8
2009
523.1
41.0
384.5
1092.4
1545.5
532.1
2010
615.4
63.6
276.8
1192.8
1872.7
566.7
(Fonte: Elaborazione dati ICE)
(Source: ICE data processing)
130
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
62. Cina: export lapideo (mill. USD) China: stone export (mill. USD) YEARS
25.15
25.16
68.01
68.02
68.03
Total
1994
3,4
68,9
15,8
341,2
5,8
435,1
1995
4,2
57,9
21,2
528,4
13,9
625,6
1996
6,2
65,4
19,7
597,1
17,9
706,3
1997
4,8
49,5
28,2
639,0
18,8
740,3
1998
3,1
43,9
23,9
568,1
22,6
661,6
1999
3,8
39,2
16,4
608,4
21,0
688,8
2000
4,7
49,5
53,8
708,6
20,2
836,8
2001
3,8
38,7
15,7
849,1
18,8
926,1
2002
10,2
43,1
32,2
1.031,9
21,6
1.139,0
2003
9,4
40,1
11,6
1,249,6
20,7
1.331,4
2004
8,8
42,2
15,2
1.535,6
27,9
1.627,7
2005
8,8
52,1
17,1
2.064,9
28,7
2.171,6
2006
10,4
51,8
22,6
2.654,1
48,5
2.787,4
2007
12,6
34,3
16,0
3.160,5
111,8
3.335,2
2008
11,3
32,2
27,0
3.648,7
124,6
3.843,8
2009
10,4
19,9
48,7
3.380,7
102,8
3.562,5
2010
8,8
24,8
61,2
3.870,6
131,6
4.097,0
(Fonte: Elaborazione dati ICE)
(Source: ICE data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
131
63. Cina: import lapideo (mill. USD) China: stone import (mill. USD) YEARS
25.15
25.16
68.01
68.02
68.03
Total
1994
6,6
4,4
2,8
57,2
0,3
71,3
1995
10,1
11,6
0,9
99,5
0,8
122,9
1996
16,4
19,7
1,1
117,4
2,3
156,9
1997
24,3
45,6
1,1
133,0
0,9
204,9
1998
33,3
53,4
3,4
128,8
0,7
219,6
1999
86,8
115,1
0,3
81,3
0,3
283,8
2000
188,4
166,7
5,4
39,3
0,5
400,3
2001
216,2
199,7
0,7
31,9
0,2
448,7
2002
212,7
211,7
0,4
15,9
0,1
440,8
2003
287,7
278,2
0,3
17,8
0,1
584,1
2004
348,7
372,1
0,4
22,8
0,5
744,5
2005
387,6
405,5
0,9
23,0
0,2
817,2
2006
535,5
485,4
0,8
24,8
0,2
1.046,7
2007
718,1
511,3
0,5
22,4
0,5
1.252,8
2008
868,7
644,2
0,2
27,0
1,4
1.541,5
2009
860,6
566,2
0,2
23,3
0,3
1.450,6
2010
1.487,0
739,9
0,7
28,0
0,2
2.225,8
(Fonte: Elaborazione dati ICE)
(Source: ICE data processing)
197,4 35,67 180,70
174,2 31,39 180,19
138,4 27,64 199,71
141,7 21,75 153,49
15,8
30,8
13,2
17,5
123,5 18,07 146,32
44,3
Iran
Spain
Italy
Greece
Philippines
Portugal
Pakistan
Indonesia
India
Others
USD ton
2,30 128,49
5,63 175,94
3,38 183,70
43,5
7,75 178,16
105,3 15,82 150,24
32,0
18,4
67,0 11,40 170,15
17,9
125,6 20,99 167,12
201,2 40,08 199,20
258,9 43,66 168,64
226,1 39,57 175,01
616,5 85,97 139,45
mill. USD
2005 USD ton
58,9
63,6
34,0
14,3
91,7
13,5
106,8
166,3
294,0
366,6
556,5
11,72 198,98
9,51 149,53
6,05 177,94
2,61 182,52
15,52 169,25
1,73 128,15
16,31 152,72
33,66 202,40
51,95 176,70
60,10 163,93
73,41 131,91
646,9 105,00 162,31
000 tons
mill. USD
2006 USD ton
000 tons
mill. USD
2007 USD ton
000 tons
mill. USD
2008 USD ton
000 tons
mill. USD
2009 USD ton
000 tons
mill. USD
2010 USD ton
1,88 107,43
2,33 195,80
107,8 21,16 196,29
97,8 13,88 141,92
63,6 11,27 177,20
11,9
143,0 23,37 163,43
17,5
142,6 22,03 154,49
232,5 46,96 201,98
398,5 69,70 174,90
420,4 65,11 154,88
2,01 111,05
6,04 167,31
274,1 30,46 111,13
37,0 12,82 346,40
90,5 14,51 160,33
36,1
151,4 25,70 169,75
18,1
181,8 32,36 178,00
274,9 61,93 225,28
556,8 100,27 180,08
448,5 86,76 193,44
2,48 126,53
9,65 160,30
185,1 39,92 199,46
108,6 16,35 150,55
117,1 19,16 163,62
60,2
176,4 33,92 192,29
19,6
183,0 39,11 213,72
300,9 79,67 264,77
556,5 105,75 190,03
497,0 88,61 178,29
216,1
79,3
91,9
78,4
169,3
20,3
191,4
331,0
435,4
435,0
40,43 187,09
10,85 136,82
13,76 149,73
13,04 166,33
31,97 188,84
2,51 123,65
45,70 238,77
85,94 259,16
78,65 180,64
71,39 164,11
3,74 110,46
416,5 78,90 189,50
123,1 17,61 142,97
129,0 19,23 148,84
174,8 28,34 161,90
282,8 53,00 187,41
34,4
372,0 81,43 218,82
501,8 126,00 251,10
678,7 122,51 180,49
729,5 118,83 162,85
812,8 100,90 124,13 1.047,8 120,60 115,09 1.218,9 130,52 107,08 1.263,6 129,32 102,34 1.387,9 177,60 105,22
949,9 156,92 165,20 1.359,0 224,64 165,30 1.668,7 306,53 183,69 1.820,8 337.06 185,12 3.393,5 659,81 194,43
000 tons
(Source: ICE/Comtrade data processing)
1.776,5 287,67 161,93 2.176,3 348,66 160,21 2.413,1 387,57 160,61 3.398,3 535,51 157,58 4.476,0 718,10 160,43 5.092,0 868,67 170,60 5.133,1 860,62 167,60 8.524,0 1.487,8 174,45
9,68 218,51
3,45 197,14
2,52 190,91
4,99 162,01
mill. USD
2004
463,9 72,11 155,44
000 tons
(Fonte: Elaborazione dati ICE/Comtrade)
Total
468,6 67,98 145,07
Egypt
2,16 136,71
411,1 62,37 151,71
Turkey
USD ton
COUNTRIES
mill. USD
000 tons
2003
CINA: calcareous raw stones import (code 25.15)
64. CINA: importazioni di calcarei grezzi (cod. 25.15)
132 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
XXII World Marble and Stones Report 2011
133
65. Cina: prezzi medi dell’interscambio lapideo (export) China: stone exchange average prices (export) 25.15 YEARS
25.16
68.01
68.02
68.03
Total
USD / index USD / index USD / index USD / index USD / index USD / cub.mt. cub.mt. sq.mt sq.mt sq.mt ton.
index
1994
700,6 100.0
201,2 100.0
2,28 100.0 21,19 100.0 14,24 100.0 197,3 100.0
1995
751,7 107.3
216,8 107.8
2,74 120.2 23,74 112.0 21,52 151.1 261,5 132.5
1996
429,3
61.3
202,0 100.4
1,46
1997
262,2
37.4
132,8
66.0
3,12 136.8 22,43 105.9 20,75 145.7 236,5 119.9
1998
237,9
34.0
167,4
83.2
4,71 206.6 20,79 98.1 16,74 117.6 257,7 130.6
1999
274,1
39.1
129,6
64.4
2,51 110.1 17,51 82.6 16,42 115.3 218,3 110.6
2000
305,1
43.5
145,8
72.5
3,78 165.8 16,68 78.7 15,61 109.6 204,3 103.5
2001
413,6
59.0
121,3
60.3
4,15 182.0 14,82 70.0 13,57 95.3 197,4 100.1
2002
498,9
71.2
145,2
72.2
2,94 128.9 13,38 63.1 13,55 95.2 199,8 101.2
2003
225,6
32.2
139,6
69.4
0,73
2004
358,4
51.2
89,1
44.3
4,16 182.4 14,13 66.6 12,57 88.3 216,3 109.6
2005
361,1
51.5
89,6
44.5
3,70 162.3 16,15 76.2 15,04 105.6 261,4 132.5
2006
327,2
46.7
145,6
72.4
2,91 127.7 16,44 77.5 17,96 126.1 269,6 136.7
2007
354,5
50.6
98,3
48.9
1,55
67.9 17,48 82.5 37,32 262.1 289,2 146.5
2008
442,1
63.1
122,0
60.6
1,72
75.4 20,22 95.4 16,47 115.6 325,9 165.2
2009
419,5
58.7
141.7
70.5
1.82
79.8 19.23 90.8 16.34 114,7 303.6 153.9
2010
297,0
42,4
113,9
56,6
3,19 139,9 20,16 95,1 17,26 121,2 327,8 166,1
(Fonte: Elaborazione propria)
64.1 23,09 109.0 19,02 133.5 228,2 115.7
32.1 13,07 61.7 13,17 92.5 190,4
96.5
(Source: our data processing)
134
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
66. Cina: prezzi medi dell’interscambio lapideo (import) China: stone exchange average prices (import) 25.15 YEARS
USD / cub.mt.
25.16
index USD / cub.mt.
68.01
68.02
68.03
Total
index USD / index USD / index USD / index USD / sq.mt sq.mt sq.mt ton.
index
1994
686,6 100.0
839,7 100.0
11,30 100.0 41,79 100.0 17,35 100.0 604,9 100.0
1995
419,0
61.0
590,0
70.3
11,98 106.0 33,82 80.9 23,95 138.0 435,6
72.0
1996
528,7
77.0
842,4 100.3
15,06 133.3 21,09 50.5 21,40 123.3 345,6
57.1
1997
496,3
72.3
533,0
63.5
14,71 130.2 14,18 33.9 12,05 69.5 231,0
38.2
1998
561,3
81.8
456,6
54.4
10,92
96.6 16,90 40.4 18,45 77.5 241,9
40.0
1999
647,7
94.3
521,6
62.1
6,35
56.2 18,23 43.6 17,13 98.7 236,1
39.0
2000
681,7
99.3
539,7
64.3
13,79 122.0 15,30 36.6 12,43 71.6 229,9
38.0
2001
572,1
83.3
503,5
60.0
6,10
54.0 19,15 45.8 14,38 82.9 204,3
33.8
2002
465,8
67.8
459,5
54.7
10,54
93.3 13,45 32.2 12,12 69.8 173,1
28.6
2003
437,3
63.7
480,4
57.2
8,08
71.5 14,78 35.4
... 171,3
28.3
2004
432,6
63.0
511,0
60.8
22,49 199.0 23,25 55.6 28,86 166.3 177,4
29.3
2005
433,6
63.2
526,6
62.7
10,95
29.7
2006
425,5
62.0
524,6
62.5
13,64 120.7 12,63 30.2
2007
433,2
63.1
517,6
61.6
6,78
60.0 12,72 30.4
2008
460.6
67.1
572,0
68.1
3,58
31.7 20,83 49.8
... 187,8
31.1
2009
452.5
65.9
521.9
62.2
4.86
43.0 28.05 67.1 29.62 170.7 177.6
29.4
2010
471,0
68,6
534,7
63,7
18,92 167,4 31,53 75,5 54,05 311,5 183,2
30,3
(Fonte: Elaborazione propria)
...
96.9 20,76 49.7 10,12 58.3 179,4 5,73 33.1 174,2
28.8
8,87 51.2 172,9
28.6
...
(Source: our data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
135
67. USA: importazioni di lavorati (cod. 68.02). Evoluzione storica USA: import of processed stones (code 68.02). Historical outline Mill. USD
Yearly variation
Domestic use
abs. fig.
index
abs. fig.
± D%
mill. sq.mt.
1992
376,6
100.0
–
–
20,50
–
100.0
1993
372,5
98.9
-4,1
-1.1
20,35
-0.7
99.3
1994
414,7
110.1
42,2
11.3
22,57
10.9
110.1
1995
458,2
121.7
43,5
10.5
28,84
27.8
140.7
1996
517,6
137.5
59,4
13.0
25,29
-12.3
123.4
1997
631,5
167.7
113,9
21.9
32,10
26.9
156.6
1998
825,2
219.1
193,7
30.7
35,41
10.3
172.7
1999
958,4
254.4
133,2
16.1
41,92
18.4
204.5
2000
978,7
259.8
20,3
2.1
46,63
11.2
227.5
2001
1.316,1
349.5
337,4
34.4
53,45
14.6
260.7
2002
1.456,7
386.7
40,6
10.7
58,46
9.4
285.2
2003
1.723,3
457.6
266,6
18.3
70,89
21.3
345.8
2004
2.201,3
584.5
478,0
27.7
79,12
11.6
386.0
2005
2.667,2
708.2
465,9
21.2
87,97
11.2
429.1
2006
3.144,8
835.1
477,6
17.9
107,35
22.0
523.7
2007
3.224,9
856.3
80,1
2.5
115,14
7.2
561.6
2008
2.736,9
726.7
-488,0
-15.1
88,02
-23.5
429.4
2009
1.945,9
516.7
-791,0
-28.9
70,91
-19.4
345.9
2010
2.160,8
573.7
214,9
11,0
74,17
4.6
361.8
Years
(Fonte: Elaborazione propria)
± D%
Index
(Source: own data processing)
136
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
68. Stati Uniti: import disaggregato di lavorati speciali United States: disaggregated import of processed stones quantity (sq. mt.) CODES
value (000 USD)
2009
2010
±∆%
2009
6802.10 tiles and cubes
52.488
66.281
26.3
35.087
40.932
6802.21 marble slabs
26.906
35.627
32.4
31.292
32.939
6802.21 granite slabs
52.472
37.545
-28.4
6802.29 other slabs
46.841
28.200
6802.91 processed marble
725.042
6802.92 calc. processed
663.061
6802.93 processed granite 6802.99 monumental stone Total
usd/sq.mt 2009
2010
16.7
36,1
33,4
5.3
62,8
50,0
31.431
25.446 -19.0
32,4
36,6
-39.8
17.997
16.311
-9.7
20,8
31.3
744.419
2.7
654.920
651.232
-0.6
48,8
47,3
347.616
-47.6
125.560
98.817 -21.3
10,2
15,4
1.002.338 1.441.056
43.8
824.385 1.045.435
26,8
44,5
39,2
272.933
16.4
225.210
249.676
10.9
51.9
49,4
2.803.602 2.973.677
6.1
1.945.881 2.160.842
11.1
37,5
38,9
234.454
(Fonte: Elaborazione dati Comtrade/USDC)
2010 ±∆%
(Source: Comtrade/USDC data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
137
69. USA: importazioni di lavorati (cod. 68.02). Paesi di origine (mill. USD) USA: import of processed stones (code 68.02). Origin Countries (mill. USD) COUNTRIES
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
Brazil
104,4
150,6
209,7
310,2
451,1
617,0
631,8
507,0
308,2
553,7
China
75,6
100,5
139,7
229,3
330,4
432,0
507,4
479,9
406,4
416,4
Italy
499,2
498,5
535,3
589,8
611,5
644,3
617,1
524,8
394,1
303,1
Turkey
83,2
123,8
182,8
258,7
364,3
424,3
441,8
352,2
257,5
278,6
India
93,3
112,8
151,8
214,2
261,2
310,6
297,1
266,3
186,5
232,8
Canada
95,9
90,9
83,3
92,8
90,0
96,9
102,6
96,9
77,0
75,3
Mexico
96,0
101,0
106,0
115,2
130,1
149,4
145,2
107,9
65,1
69,4
106,5
106,3
119,6
147,1
149,4
149,9
133,1
98,3
62,4
60,1
Taiwan
22,1
25,2
30,6
47,9
46,4
58,3
52,3
37,8
30,6
32,7
Portugal
12,5
11,0
11,4
15,4
18,7
19,5
22,2
27,4
15,4
15,1
6,4
8,2
12,7
17,6
22,5
28,2
30,1
27,4
14,2
13,8
Israel
19,3
23,2
23,9
26,8
33,3
36,2
42,2
34,7
17,8
13,2
France
24,7
20,6
22,4
22,1
22,4
18,3
23,2
22,5
20,4
11,0
Greece
16,8
18,8
17,3
19,5
21,1
21,6
25,6
23,0
16,3
9,7
9,9
8,6
12,2
14,0
8,3
10,7
10,8
11,7
4,8
4,1
50,5
56,4
64,6
80,6
106,7
127,4
142,4
119,1
69,2
71,8
Spain
Peru
Germany Others Total
1.316,1 1.456,7 1.723,3 2.201,3 2.667,2 3.144,8 3.224,9 2.736,9 1.945,9 2.160,8
(Fonte: Elaborazione dati USDC)
(Source: USDC data processing)
138
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
70. USA: importazioni di lavorati (cod. 68.02). Paesi di origine (quote di mercato) USA: import of processed stones (code 68.02). Origin Countries (shares) COUNTRIES
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
Brazil
7.9
10.3
12.2
14.1
16.9
19.6
19.7
18.5
15.8
25.6
China
5.7
6.9
8.1
10.5
12.4
13.7
15.7
17.5
20.9
19.3
Italy
37.9
34.2
31.0
26.8
22.9
20.5
19.0
19.2
20.3
14.0
Turkey
6.3
8.5
10.6
11.8
13.7
13.5
13.7
12.9
13.2
12.9
India
7.1
7.7
8.8
9.7
9.8
9.9
9.2
9.7
9.6
10.8
Canada
7.3
6.2
4.8
4.2
3.4
3.1
3.2
3.5
4.0
3.5
Mexico
7.3
6.9
6.2
5.2
4.9
4.8
4.5
3.9
3.3
3.2
Spain
8.1
7.3
6.9
6.7
5.6
4.8
4.1
3.6
3.2
2.8
Taiwan
1.7
1.7
1.8
2.2
1.7
1.9
1.6
1.4
1.6
1.5
Portugal
0.9
0.8
0.6
0.7
0.7
0.6
0.7
1.0
0.8
0.7
Peru
0.5
0.6
0.7
0.8
0.8
0.9
1.0
1.0
0.7
0.6
Israel
1.5
1.6
1.4
1.2
1.3
1.2
1.3
1.3
0.9
0.6
France
1.9
1.4
1.3
1.0
0.8
0.6
0.7
0.8
1.0
0.5
Greece
1.3
1.3
1.0
0.9
0.8
0.7
0.8
0.8
0.8
0.4
Germany
0.8
0.6
0.7
0.6
0.3
0.3
0.3
0.4
0.2
0.2
Others
3.8
3.9
3.7
3.7
4.0
4.1
4.3
4.4
3.7
3.3
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
100.0
Total
(Fonte: Elaborazione dati USDC/Comtrade)
(Source: USDC/Comtrade data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
139
71. USA: importazioni di lavorati (cod. 68.02). Volumi e valori medi USA: import of processed stones (code 68.02). Quantity and average value 000 sq.mt./cm.2 COUNTRIES
2007
2008
2009
USD/sq.mt./cm.2 2010
2007
2008
2009
2010
Brazil
17.327 10.453
9.848 14.490
36,46
48,50
40,02
38,21
China
13.483 10.064
8.954
9.960
37,64
47,68
45,38
41,30
Turkey
14.236 11.396
8.087
8.960
31,03
30,90
31,85
31,09
India
8.210
5.976
3.900
5.216
36,18
44,56
47,82
44,63
Italy
10.753
5.273
3.552
4.935
57,38
99,52
86,76
61,41
Canada
3.584
2.479
1.587
1.658
28,63
39.09
48,52
45,40
Mexico
3.591
2.701
1.873
1.540
40,44
39,95
34,76
45,06
Spain
2.919
1.851
1.697
1.407
45,60
53,10
36,77
42,69
Taiwan
978
612
462
545
53,47
61,76
66,23
60,03
Peru
624
555
256
262
48,33
49,37
55,46
52,48
Portugal
472
407
457
234
47,08
67,32
44,64
64,64
1.222
981
339
210
34,50
35,37
52,50
63,00
France
245
204
146
206
94,70 110,30 111,64
53,27
Greece
337
204
129
96
75,90 115,75 119,38 101,49
Germany
148
130
57
46
73,09
90,00
84,21
89,95
9.331 11.136 10.523
5.803
15,25
10,70
6,58
12,37
87.463 64.422 51.867 55.568
36,87
42,48
37,52
38,89
Israel
Others Total
(Fonte: Elaborazione dati Comtrade/USDC)
(Source: Comtrade/USDC data processing)
140
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
72. India: esportazione di calcarei grezzi (cod. 25.15) India: raw calcareous stone export (code. 25.15) 000 USD
±∆%
COUNTRIES
05/06
06/07
07/08
08/09
09/10
‘10:’06
‘10:’09
China
3.986
4.335
5.191
11.505
8.345
109.4
-27.5
Hong-Kong
5.669
6.744
5.440
1.152
2.729
-51.8
136.9
Italy
1.251
1.817
2.087
1.415
912
-27.1
-32.2
503
760
405
793
795
58.1
0.3
Germany
35
194
726
1.471
635
...
-56.8
Australia
155
56
-
210
255
64.5
21.4
29
193
278
168
152
424.1
-9.5
Spain
2.602
3.834
1.193
362
138
-94.7
-61.9
Un. Kingdom
2.390
1.829
408
266
117
-95.1
-34.8
South Korea
22
112
-
98
97
340.9
-1.0
Indonesia
91
59
352
54
45
-50.5
-16.7
Others
4.011
5.167
13.685
17.654.
10.717
167.2
-39.3
Total
20.744
25.100
29.765
35.148
24.937
20.2
-29.1
USA
Taiwan
(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)
(Source: Comtrade data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
141
73. India: esportazione di silicei grezzi (cod. 25.16) India: raw siliceous stone export (code. 25.16) 000 USD
±∆%
05/06
06/07
07/08
08/09
125.644
193.893
223.497
244.612
219.252
74.5
-10.4
Un. Kingdom
42.803
74.934
98.166
33.813
52.432
22.5
55.1
Hong-Kong
22.409
32.230
32.980
39.832
35.376
57.9
-11.2
Italy
70.037
90.140
90.709
70.330
24.324
-65.2
-65.0
Taiwan
21.641
28.616
32.435
25.118
19.679
-9.1
-21.6
Belgium
18.624
19.682
24.939
18.891
14.529
-22.0
-23.1
USA
18.810
9.537
18.506
18.778
12.352
-34.3
-34.2
5.854
8.115
10.484
4.963
6.307
7.7
27.1
19.315
20.486
19.851
17.953
4.585
-76.3
-74.5
Netherlands
4.260
5.089
6.670
3.873
4.534
6.4
17.1
France
4.000
4.566
6.206
4.769
3.185
-20.4
-33.2
Others
42.388
83.759
88.810
49.886
78.150
84.4
56.7
Total
395.785
571.047
653.253
532.818
474.705
19.9
-10.9
COUNTRIES China
Germany Spain
(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)
09/10 ‘10:’06 ‘10:’09
(Source: Comtrade data processing)
142
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
74. India: esportazione di lavorati (cod. 68.02) India: processed stone export (code. 68.02)
000 USD
±∆%
05/06
06/07
07/08
08/09
259.362
285.697
283.013
208.307
139.921
-46.1
-32.8
Germany
31.304
41.722
46.367
58.296
57.044
82.2
-2.1
Un. Kingdom
30.936
42.407
60.751
49.056
45.848
48.2
-6.5
Emirates
24.790
39.511
42.187
51.264
44.642
80.1
-12.9
Belgium
18.404
24.884
34.272
33.340
33.216
80.5
-0.4
Italy
14.527
21.626
17.353
22.243
31.554
117.2
41.9
Netherlands
23.381
24.570
24.571
28.339
27.550
17.8
-2.8
China
13.345
14.056
19.383
25.507
20.795
55.8
-18.5
Canada
18.172
22.154
22.703
24.284
20.595
13.3
-15.2
Australia
13.799
11.332
12.334
12.291
10.400
-24.6
-15.4
Spain
13.085
22.535
19.089
11.504
6.489
-50.4
-43.6
Others
113.660
150.370
190.068
260.824
244.964
115.5
-6.1
Total
575.035
700.864
772.091
785.255
683.018
18.8
-13.0
COUNTRIES USA
(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)
09/10 ‘10:’06 ‘10:’09
(Source: Comtrade data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
143
75. Brasile: esportazione di silicei grezzi (cod. 25.16) Brazil: raw siliceous stone export (code 25.16) 000 USD
±∆%
2006
2007
2008
2009
2010
‘10:’06
‘10:’09
China
74.662
67.870
75.395
73.851
115.581
54.8
56.5
Italy
66.478
62.251
51.424
26.189
47.373
-28.7
80.9
Taiwan
11.887
13.139
9.813
9.110
17.679
48.7
94.1
Spain
17.985
17.114
9.059
3.064
5.440
-69.8
77.5
Hong-Kong
11.027
11.264
8.595
9.934
15.304
38.8
54.1
Belgium
5.355
5.397
4.277
2.197
4.021
-25.5
83.0
France
2.590
2.958
3.089
1.581
2.423
-6.5
53.3
682
912
1.323
870
1.084
58.9
24.6
Canada
1.938
1.007
719
281
340
-82.5
21.0
Turkey
1.952
4.372
442
1.768
541
-72.3
-69.4
Indonesia
437
...
383
12
403
-7.8
...
Germany
337
320
337
577
231
-31.5
-60.0
USA
436
591
324
653
336
-22.9
-48.5
Poland
335
481
289
692
545
62.7
-21.2
Greece
1.105
393
231
265
475
-57.0
79.2
Others
3.068
6.348
12.320
4.492
7.419
141.8
65.2
200.274
194.417
178.020
135.536
219.195
9.5
61.7
COUNTRIES
Argentina
Total
(Fonte: Elaborazione dati Abirochas/Comtrade)
(Source: Abirochas/Comtrade data processing)
144
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
76. Brasile: esportazione di lavorati (cod. 68.02) Brazil: processed stone export (code 68.02)
000 USD
±∆%
2006
2007
2008
2009
2010
616.409
622.226
491.960
357.508
493.595
-20.0
38.1
Canada
20.579
26.775
30.079
23.895
39.232
90.6
64.2
Mexico
10.998
15.104
16.372
15.201
18.831
71.2
23.9
Venezuela
7.197
17.646
16.709
17.272
7.175
-0.3
-58.5
Colombia
3.135
4.123
4.487
5.408
5.963
90.2
10.3
Argentina
2.635
4.625
4.128
4.445
5.328
102.2
19.8
Italy
3.978
5.629
4.116
2.691
4.026
1.2
49.6
Germany
4.615
4.647
3.387
4.899
3.769
-18.3
-23.1
Libya
1.340
1.630
2.203
3.427
2.858
113.3
-16.6
Spain
4.435
3.948
5.224
4.030
2.725
-38.6
-22.4
Un. Kingdom
1.948
2.250
2.838
2.287
1.993
2.3
-12.9
Chile
1.876
1.863
2.392
1.455
1.785
-4.9
22.7
Israel
1.526
1.120
1.150
1.008
1.121
-26.5
11.2
Belgium
3.583
3.549
1.761
1.194
1.036
-71.1
-13.2
South Africa
1.973
1.763
642
472
325
-83.5
-31.1
Others
25.030
37.508
38.182
41.115
43.719
74.7
6.3
Total
711.257
754.406
625.630
486.307
633.481
-10.9
30.3
COUNTRIES USA
(Fonte: Elaborazione dati Abirochas/Comtrade)
‘10:’06 ‘10:’09
(Source: Abirochas/Comtrade data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
145
77. Brasile: esportazione di ardesia lavorata (cod. 68.03) Brazil: processed slate export (code 68.03)
000 USD
±∆%
2006
2007
2008
2009
Un. Kingdom
16.517
20.481
23.640
16.641
17.868
8.2
7.4
Netherlands
4.670
7.365
9.890
7.227
6.750
44.5
-6.6
USA
13.624
12.082
10.586
5.013
6.071
-55.4
21.1
Spain
11.475
14.788
11.129
5.835
5.655
-50.7
-3.1
Germany
6.457
6.801
7.536
4.855
5.429
-13.9
11.8
Chile
1.991
2.670
4.206
2.840
4.888
145.5
72.1
Belgium
4.279
4.190
3.718
4.339
4.067
-5.0
-6.3
Italy
3.977
4.813
5.069
3.563
3.740
-6.0
5.0
797
958
1.008
978
1.557
95.4
59.2
1.268
1.580
1.747
1.112
1.548
22.1
39.2
Mexico
858
1.088
1.196
1.058
1.422
65.7
34.4
France
1.036
1.652
2.471
1.245
1.411
36.2
13.3
Portugal
1.856
1.996
2.990
1.572
1.019
-45.1
-35.2
Ireland
4.241
3.865
2.753
1.803
1.148
-72.9
-36.3
Norway
1.353
1.449
1.244
794
575
-57.5
-27.6
Others
6.525
8.466
23.917
6.447
6.227
-4.6
-3.4
Total
80.924
94.244
113.100
65.322
69.375
-14.3
6.3
COUNTRIES
Colombia Canada
(Fonte: Elaborazione dati Abirochas/Comtrade)
2010 ‘10:’06 ‘10:’09
(Source: Abirochas/Comtrade data processing)
44,8
0,2
0,3
3,0
South Africa
Canada
Finland
Brazil
‘99
(Fonte: Elaborazione dati ICE/contrade)
91,1 62,5
28,8 26,2
26,9 16,3
23,6 22,9
47,8 46,7
91,5 93,9
177,1 128,1
38,1 36,9
7,9
51,1 51,6
13,0
20,0 20,9
71,8 15,7
9,0
4,4
29,9 56,7
8,0
7,8 10,8
15,0 11,0
58,0 20,8
‘01
‘02
‘03
4,5 6,5
4,5
4,1
9,0
3,1
5,4
3,7
2,0
3,5
3,6
25,5 28,1 10,0 9,2
2,7
3,2 2,4
2,5
17,5
17,4
‘04
0,5
1,1
3,6
3,6
0,7
1,1
2,5
2,8
35,3 20,2 10,5 10,5
22,4 49,4
6,5
57,4 36,7 30,0 19,8
44,6 31,0 24,3 19,7
‘00
54,3 43,4
41,9 43,1
11,9
62,6 62,8
40,5 47,7
94,7
69,9 69,2
22,7 18,0
639,5 255,1 211,5 156,3 120,8 94,4
60,1 57,3
‘98
53,9
6,1
0,3
0,5
1,8
3,8
4,4
6,7
2,2
16,9
11,6
‘05
45,0
8,5
0,4
1,0
0,7
2,6
3,8
1,2
1,8
14,5
10,5
‘06
48,2
13,9
2,7
6,0
0,6
1,3
2,3
1,2
0,5
10,6
9,1
‘07
30,1
5,8
0,3
1,5
0,4
0,8
2,0
1,1
0,7
8,8
8,7
‘08
21,0
3,2
0,1
2,2
0,3
0,2
0,7
0,4
0,7
5,4
7,8
‘09
18,3
3,7
0,1
0,1
0,2
0,2
0,3
0,5
0,6
5,3
7,3
‘10
(Source: ICE/Comtrade data processing)
68,7
77,4
‘97
93,4 97,2
‘96
85,5 541,8 1.157,1 1.160,4 1.047,0 1.011,2 1.078,1 807,5 638,6 547,1 416,2 361,8 266,8 230,7 135,8 84,4
67,0
23,7
17,0
13,9
70,1
97,4
187,0
33,2
‘95
183,7 118,9
‘94
Total
129,0
18,9
20,6
23,2
93,3
104,0
207,8
48,1
335,8
155,7
‘93
11,3
123,2
35,2
24,3
29,0
43,2
92,3
242,6
55,0
325,8
138,3
‘92
44,7 33,5 31,2 19,7
41,1
32,0
19,3
24,6
48,9
93,2
266,0
63,1
296,4
212,5
‘91
20,9
29,0
22,7
1,3
3,7
64,5
17,1
254,1
232,7
‘90
Others
-
4,6 129,1
South Korea
United States
0.9
Portugal
61,4
2,1
China
‘80
8,7 171,8
‘70
India
Countries
Japan: imports of siliceous raw materials. Origin of purchasesm by quantity (000 tons)
78. Giappone: importazioni di grezzi silicei. Provenienze degli acquisti in quantità (000 tonn.)
146 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
‘98
‘99
‘00
‘01
‘02
‘03
‘04
‘05
‘06
‘07
0,7
6,7 1,8
4,8 1,2
6,7
6,4 10,4 0,8
6,8
1,9
6,9
6,4
(Fonte: Elaborazione dati ICE/contrade)
36,9
6,6 21,4
2,2 36,6
9,9 40,6
8,2
14,7
5,9
13,6
43,0
6,4
10,3
4,9
21,8
46,7
13,1
43,7
6,0
7,0
5,8
14,9
39,6
11,2
36,8
4,5
5,3
6,1
16,5
37,6
10,8
33,0
3,0
5,0
7,0
15,0
29,0
12,0
37,4
1,2
5,2
4,7
13,5
23,1
9,9
32,0
1,1
2,3
4,4
7,2
15,6
8,9
‘10
1,3
1,4
2,4
3,7
8,5
9,6
0,9
1,2
1,3
2,1
5,5
6,1
868,9
16,5
1,1
1,1
1,5
1,7
5,0
6,5
(Source: ICE/Comtrade data processing)
61,8
1,6
3,4
3,7
7,5
17,2
9,2
911,9
2,0
8,2 13,9 11,8 13,0 20,5 44,8
3,2
27,9
3,7
12,0
41,7
12,9
297,0 305,8 358,5 414,3 450,6 593,5 891,5 969,8 1.091,4 930,3 1.135,3 1.222,4 1.321,6 1.383,0 1.377,6 1.540,0 1.628,0 1.307,3 1.203,5 1.034,0
7,3
6,1
27,6
1,2
3,1
33,0
12,7
17,2
6,8
Others
3,3
51,5
1,3
5,4
13,6
10,4
‘09
983,1 1.202,9 1.132,0
‘08
24,0
2,4
Total
0,5
9,8
158,1 146,1 142,5 125,1 105,5 100,9 86,2 86,5
Taiwan
South Korea
1,0
6,4
19,9
32,7
1,1
‘97
Portugal
‘96
5,0
‘95
Spain
‘94
76,5 68,1 78,9 53,7 30,7 32,0 46,7 32,5
‘93
Italy
‘92
6,5 10,4 15,0 23,7 19,0 18,7 30,5 32,2
‘91
India
‘90
40,6 63,2 97,5 187,3 275,0 419,4 683,6 759,8 937,1 850,8 999,5 1.084,8 1.084,8 1.175,4 1.254,8 1.260,0 1.533,0 1.202,9 1.132,0
‘89
China
Countries
Japan: special finished products. Origin of purchases by quantity (000 tons)
79. Giappone: importazioni di lavorati speciali. Provenienze degli acquisti in quantità (000 tonn.)
XXII World Marble and Stones Report 2011 147
148
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
80. Giappone: maggiori importazioni di prodotti lapidei (quantità, valori e prezzi) Japan: leading imports of stone products (quantity, value and prices) Siliceous raw materials YEARS
Special finished products
‘000 tons
mill. yen
yen/ton
mill. yen
yen/ton
pr./ind.
1989
1.191,8
31.083
26.080
100.0
297,0
50.468
169.925
100.0
1990
1.157,1
34.509
29.824
114.3
305,8
55.533
181.600
106.9
1991
1.160,4
33.601
28.956
111.0
358,5
59.262
165.305
97.3
1992
1.0474
28.815
27.521
105.5
414,3
55.140
133.092
78.3
1993
1.011,2
22.693
22.442
86.1
450,6
44.591
98.960
58.2
1994
1.078,1
24.550
22.771
87.3
593,5
50.632
85.310
50.2
1995
807,5
18.201
22.540
86.4
891,5
63.752
71.510
42.1
1996
683,6
16.433
25.732
98.7
969,8
71,876
74.114
43.6
1997
574,1
17.019
31.108
119.3
1.091,4
82.958
76.010
44.7
1998
416,2
11.895
28.580
109.6
930,3
71.983
77.376
45.5
1999
361,8
7.763
21.457
82.3
1.135,3
75.433
66.443
39.1
2000
266,8
5.930
22.226
85.2
1.222,4
77.377
63.300
37.2
2001
230,7
5.021
21.764
83.5
1.321,6
92.177
69.747
41.0
2002
135,8
3,422
25,200
96,6
1.383,0
97.252
70.320
41.4
2003
84,4
2.137
25.310
97.0
1.377,6
85.843
62.312
36.7
2004
68,7
1,730
25.180
96.5
1.540,0
80.850
52.500
30.9
2005
53,9
2.156
40.000
153.4
1.628,0
87.148
53.530
31.5
2006
45,0
1.951
43.397
166.4
1.307,3
84.098
64.330
37.9
2007
48,2
2.024
41.995
161.0
1.203,5
83.170
69.170
40.6
2008
30,1
1.178
39.145
150.1
1.034,0
92.672
89.625
52.7
2009
21,0
733
34.891
133.8
911,9
85,073
93.292
54.9
2010
18,3
669
36.570
140.2
868,9
84,478
97,223
57.2
(Fonte: Elaborazione dati ICE/contrade)
pr./ind. ‘000 tons
(Source: ICE/Comtrade data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
149
81. EGITTO: esportazione di calcarei grezzi (cod. 25.15) EGITTO: raw calcareous stone export (cod. 25.15) 2008 COUNTRIES China
2009
tons 000/USD USD/ton 1.324,8
86,345
Libya
53,0
Italy
2010
tons 000/USD USD/ton
65,18 1.065,8
62.301
4.761
89,83
33,0
12,128
367,50
314,0
22.657
72,15
43,7
11.971
Lebanon
39,5
2.534
64,15
16,1
India
32,6
4.155
127,45
Qatar
8,9
4.224
Emirates
14,2
Saudi Arabia
tons 000/USD USD/ton 57.213
53,19
170,6
39.803
233,30
273,90
83,5
9.842
117,87
5.779
358,94
62.5
8.153
130,45
18,6
5.134
276,02
33,6
3.670
109,23
474,61
4,1
2.620
639,02
24,3
966
397,53
8.277
582,89
12,4
8,629
695,89
11,6
6.563
565,78
51,5
12.353
239,86
29,2
13.478
461,58
11,4
4.747
416,40
France
9,8
4.890
498,98
7,9
3.706
469,12
10,7
4.565
426,64
Greece
30,8
3.168
102,85
6,8
6.754
993,25
10,6
1.140
107,55
8,8
2.831
321,70
8,6
3.648
424,18
7,7
2.175
282,46
36,0
7.412
205,88
8,1
8,145 1005,55
7,6
4.048
532,63
Colombia
7,5
2.387
318,27
6,3
6.290
998,41
6,0
1.922
320,33
Algeria
4,3
1.301
302,55
6,8
6.774
996,18
5,6
1.595
284,82
Russia
1,3
560
430,76
1,3
1.296
996,92
4,6
1.138
247,40
Others
164,8
44.473
269,86
73,2
9,390
128,27
83,8
26.800
319,80
128,90 1.609,8 174.340
108,30
Morocco USA
World
2.101,8 212.328
(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)
101,01 1.341,9 173.043
58,45 1.075,7
(Source: Comtrade data processing)
150
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
82. FINLANDIA: esportazione di silicei grezzi (cod. 25.16) FINLAND: raw siliceous stone export (cod. 25.16) 2007
2008
2009
COUNTRIEs
000 Kg. 000 USD
China
187.609
Italy
47.411
7.417
31.419
5.177
15.036
2.076
25.612
3.606
POLAND
22.058
3.312
17.097
2.991
16.052
2.267
21.304
3.241
SPAIN
23.033
4.068
17.205
3.124
5.420
846
12.218
1.869
49
11
-
-
2.010
278
7.047
1.023
RUSSIA
8.539
1.075
11.394
1.690
3.490
460
6.662
797
INDIA
4.659
826
3.998
891
4.871
822
5.414
884
TAIWAN
9.567
1.731
5.800
1.120
3.468
602
5.204
840
LITHUANIA
3.272
494
3.425
571
2.605
411
3.404
508
GERMANY
5.084
1.101
5.689
1.318
4.046
1.007
2.961
695
SWEDEN
1.240
255
1.061
188
932
148
2.108
332
FRANCE
3.262
572
3.762
616
1.186
226
1.738
299
-
-
-
-
398
71
1.074
186
BELARUS
571
137
1.670
285
1.926
285
743
98
ESTONIA
591
132
401
80
608
123
542
97
Others
8.251
1.531
11.586
1.907
4.703
797
2.815
1.028
World
325.196
30.108 308.752
42.662
HONG-KONG
SYRIA
000 Kg. 000 USD
2010
28.260 176.295
50.922 290.802
(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)
000 Kg. 000 USD
27.223 141.550
47.181 208.301
000 Kg. 000 USD
19.689 209.906
27.159
(Source: Comtrade data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
151
83. Norvegia: esportazione di silicei grezzi (cod. 25.16) Norway: raw siliceous stone export (cod. 25.16) 2007
2008
COUNTRIEs
000 Kg. 000 USD
China
126.432
Italy India
2009
000 Kg. 000 USD
2010
000 Kg. 000 USD
000 Kg. 000 USD
36.632 177.583
49.077 183.451
39.713 213.461
49.598
65.416
27.221
43.435
18.383
28.823
10.257
30.754
10.988
15.850
6.585
20.697
9.257
25.478
7.374
26.088
9.841
9.335
3.371
8.579
3.160
8.645
3.604
4.935
2.037
16.513
8.745
12.475
6.994
6.723
2.577
12.917
5.292
Taiwan
5.132
2.088
6.141
2.733
6.575
2.194
11.425
3.966
Vietnam
2.294
664
2.708
860
6.067
1.341
2.919
1.207
Poland
3.535
1.114
4.045
1.199
3.376
802
1.441
1.709
Turkey
12.534
2.850
2.641
708
3.095
761
2.571
723
Belgium
4.500
2.249
4.141
2.304
2.892
1.477
2.191
1.207
Germany
3.501
1.559
3.762
1.568
2.701
1.028
9.700
1.193
Thailand
2.230
815
2.511
945
1.532
425
1.159
315
Sweden
1.025
506
1.004
343
975
342
609
258
Belarus
27
9
1.021
447
409
137
-
-
1.620
505
1.064
493
35
12
842
227
Others
11.060
4.407
6.438
3.052
49.915
5.643
69.543
6.489
World
281.004
77.687 395.000
94.919
France Spain
Czech Rep.
99.320 298.245 101.523 330.692
(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)
(Source: Comtrade data processing)
152
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
84. Oman: esportazione di lavorati speciali (cod.68.02) Oman: export of special processed stone (cod. 68.02) 2008
2009
tons
000 usd
usd/ sq.mt
000 usd
usd/ sq.mt
000 usd
usd/ sq.mt
Saudi Arabia
24,824
19,430
42,30
36.020 23.200
34,82
77.735 30.079
20,92
Emirates
20,385
19,746
52,36
43.796 30,157
37,22
52,381 15,973
16,48
South Korea
28,724
13.098
24,65
26.679 13.183
26,70
17.200
9.729
30,58
China
25.455
7.430
15,78
16.037
7.498
25,27
11.992
5.478
24,69
Singapore
10.590
5.243
26,7
9.130
4.665
27,62
7.983
4.566
30,92
Qatar
72.319
27.279
20,39
2.019
1.292
34,59
5.133
1.847
19,45
India
20.392
4.978
13,20
5.888
1.591
14,60
3.187
1.206
20,45
4.786
1.959
22,13
786
436
29,98
1.645
514
16,89
11.7902
2.752
12,62
7.082
2.058
15,70
849
458
29,16
Kuwait
2.965
2.009
36,63
473
456
52,11
275
140
27,52
Others
44.146
14.243
17,44
24.865
7.062
15,35
29.311
7.205
13,29
28,65 207.691 77.195
20,09
COUNTRIEs
Bahrein Malaysia
Total
266.376 118.167
(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)
tons
2010
23.98 172.775 91.598
tons
(Source: Comtrade data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
153
85. Turchia: export di calcarei grezzi (cod. 25.15) Turkey: raw calcareous stone export (cod. 25.15) YEAR
Total
China
EU/27
000 tons
index
000 tons
index
2000
252
100.0
30
11.9
116
46.0
106
42.1
2001
515
204.4
84
16.3
154
29.9
277
53.8
2002
698
277.0
206
29.5
199
28.5
293
42.0
2003
1159
460.0
411
35.5
271
23.4
477
41.1
2004
1404
557.1
464
33.0
310
22.1
630
44.9
2005
1586
629.4
647
40.8
313
19.7
626
39.5
2006
2140
849.2
950
44.4
337
15.7
583
39.9
2007
2675
1061.5
1359
50.8
392
14.7
924
34.5
2008
3079
1221.8
1669
54.2
325
10.6
1085
35.2
2009
3199
1269.4
1821
56.9
198
6.2
1180
36.9
2010
4680
1857.1
3394
72.5
136
2.9
1150
24.6
(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)
000 tons
Others index
000 tons
index
(Source: Comtrade data processing)
154
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
86. Turchia: export di lavorati speciali (cod. 68.02) Turkey: processed stone export (cod. 68.02) YEAR
Total
China
EU/27
000 tons
index
000 tons
index
2000
469
100.0
100
21.3
55
11.7
314
67.0
2001
474
101.1
155
32.7
61
12.9
248
52.4
2002
603
128.6
256
42.5
81
13.4
266
44.1
2003
798
170.1
379
47.5
102
12.8
317
39.7
2004
1095
233.5
522
47.7
145
13.2
428
39.1
2005
1287
274.4
723
56.2
183
14.2
381
29.6
2006
1646
351.0
800
48.6
226
13.7
620
37.7
2007
2010
428.6
770
38.3
295
14.7
954
47.0
2008
1621
345.6
584
36.0
290
17.9
747
46.1
2009
1472
313.9
437
29.7
240
16.3
795
54.0
2010
1677
357.6
484
28.9
254
15.1
939
56.0
(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)
000 tons
Others index
000 tons
index
(Source: Comtrade data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
155
87. Fiera internazionale di Xiamen Xiamen international stone exhibition Parameters
Abs. figures
+∆%
2008
2010
2011
11/08
av./year
11/10
70.981
101.526
120.478
69.7
23.2
18.7
countries
115
130
140
21.7
7.2
7.7
exhibitors
1.000
1.300
1.370
37.0
12.3
5.4
countries
35
45
50
42.9
14.3
11.1
75.000
95.000
105.000
40.0
13.3
10.5
75
73
76
1.3
0.4
4.1
visitors
sq. mt. area id./exh. (Fonte: Fiera di Xiamen)
(Source: Xiamen Stone Exhibition)
156
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
88. Consumo lapideo mondiale (mill. mq. eq./2) World stone use (mill. sq. mt./2) 2001
2005
2006
COUNTRIEs
Vol.
China
73,3 10.3 116,3 12.5
India
36,9
5.2
55,2
5.9
USA
50,8
7.2
88,0
9.5
Italy
59,8
8.4
62,3
6.7
64,8
South Korea
25,4
3.6
40,0
4.3
Brazil
12,3
1.7
18,1
Spain
45,1
6.4
France
26,2
Germany
%
Vol.
%
Vol.
2007 %
128,7 12.7
%
163,6 14.5
Vol.
2009 %
Vol.
2010 %
178,1 15.5 214,6 18.8
Vol.
%
268,9 22.1
6.8
70,9
6.2
83,1
7.3
82,5
7.2
87,2
7.2
107,4 10.6
111,9
9.9
88,0
7.7
71,0
6.2
74,2
6.1
6.4
63,9
5.7
65,4
5.7
59,3
5.2
59,8
4.9
43,7
4.3
50,4
4.5
50,1
4.4
47,8
4.2
49,6
4.1
1.9
23,7
2.3
26,1
2.4
41,5
3.6
42,1
3.7
42,8
3.5
51,9
5.6
51,6
5.1
49,2
4.4
44,9
3.9
39,5
3.5
39,1
3.2
3.7
29,0
3.1
31,8
3.1
30,8
2.7
29,2
2.5
26,1
2.3
29,3
2.4
43,1
6.1
32,5
3.5
40,7
4.0
42,1
3.7
32,3
2.8
30,9
2.7
27,8
2.3
Taiwan
19,3
2.7
26,1
2.8
26,6
2.6
22,8
2.0
21,7
1.9
19,2
1.7
22,9
1.9
Japan
34,5
4.9
34,2
3.7
30,9
3.1
28,6
2.5
24,2
2.1
25,0
2.2
21,3
1,8
8,5
1.2
17,8
1.9
22,8
2.2
23,3
2.1
20,3
1.8
17,0
1.5
20,9
1.7
Belgium
10,5
1.5
14,2
1.5
18,5
1.8
18,9
1.7
15,9
1.4
16,1
1.4
20,2
1.7
Saudi Arabia
14,9
2.1
14,1
1.5
18,0
1.8
15,4
1.4
16,7
1.5
15,9
1.4
18,0
1.5
Greece
14,3
2.0
15,2
1.6
16,0
1.6
17,6
1.5
15,8
1.4
13,8
1.2
11,9
1,0
Switzerland
10,6
1.5
11,4
1.2
12,3
1.2
12,7
1.1
12,5
1.1
12,1
1.1
11,3
0.9
Portugal
9,4
1.3
10,8
1.2
12,5
1.2
12,1
1.1
11,6
1.0
11,7
1.0
11,1
0.9
Netherlands
8,5
1.2
13,5
1.4
13,8
1.4
12,8
1.1
13,1
1.1
9,3
0.8
6,1
0.5
Un. Kingdom
Others
206,4 29.1 280,1 30.1
World
709,5 100.0
(Fonte: Elaborazione propria)
68,8
Vol.
2008
291,8 27.8
356,9 31.5
381,7 33.3 386,1 33.9
930,5 100.0 1.012,3 100.0 1.129,7 100.0 1.146,1 100.0
394,6 32.4
140,0 100.0 1217,0 100.0 (Source: own data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
157
89. Consumo lapideo mondiale (indici 2001=100) World stone use (index 2001=100) COUNTRIES
2005
2006
2007
2008
2009
2010
China
158,7
175,6
223,2
243,0
292,8
366,8
Brazil
147,2
192,7
212,2
337,4
342,3
348,0
Un. Kingdom
209,4
268,2
274,1
238,8
200,0
245,9
India
149,6
186,4
192,1
225,2
223,6
236,3
South Korea
157,5
172,0
198,4
197,2
188,2
195,3
Belgium
135,2
176,2
180,0
151,4
153,3
192,4
USA
173,2
211,4
220,3
173,2
139.7
146,1
94,6
120,0
103,4
112,1
106,7
120,8
Taiwan
135,2
137,8
118,1
112,4
99,5
118,6
Portugal
114,9
133,0
128,7
123,4
124,5
118,1
France
110,4
121,4
117,6
111,5
99,6
111,8
Switzerland
107,5
116,0
119,8
117,9
114,2
106,6
Italy
104,2
108,4
106,9
109,4
99,2
100,0
Spain
115,1
114,4
109,1
99,5
87,6
86,7
Greece
106,3
111,9
123,1
110,5
96,5
83,2
Netherlands
158,8
162,4
150,6
154,1
109,4
71,8
Germany
75,4
94,4
97,7
74,9
71,7
64,5
Japan
99,1
89,6
82,9
70,2
72,5
61,7
Others
135,7
141,4
172,9
184,9
187,1
191,2
World
131,1
142,7
159,2
161,5
160,6
171,5
Saudi Arabia
(Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
158
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
90. Consumo lapideo mondiale pro-capite (mq. eq./2 x 1000 abitanti) World stone use per capita (sq.mt./2 x 1000)
Abs. Figures COUNTRIEs
2001
2005
2006
2007
2008
2009
2010
Belgium
1.029
1.397
1.765
1.802
1.518
1.537
1.929
Switzerland
1.493
1.599
1.656
1.708
1.681
1.627
1.519
Greece
1.367
1.451
1.439
1.583
1.426
1.245
1.073
Italy
1.040
1.084
1.102
1.088
1.113
1.010
1.055
938
1.188
1.182
1.147
1.102
1.112
1.018
1.147
1.319
1.174
1.119
1.021
898
1.006
Taiwan
891
1.087
1.168
1.002
953
843
1.005
South Korea
556
877
877
1.023
1.017
970
889
Netherlands
543
864
847
786
803
570
772
France
447
496
522
505
480
429
482
Saudi Arabia
779
736
772
662
716
682
375
Un. Kingdom
144
304
379
387
338
283
348
Germany
525
396
494
511
392
375
337
USA
190
329
362
377
297
240
251
Brazil
78
112
129
142
225
228
232
China
60
94
98
125
137
165
206
Japan
273
271
242
223
189
195
166
India
38
58
63
65
76
75
79
Others
72
98
107
137
140
139
142
World
117
153
165
184
187
186
195
Portugal Spain
(Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
338
488
1.016
1.504
414
1.090
125
179
288
467
39
428
189
15
204
140
64
44
108
189
23
212
35
177
122
299
308
1.586
164
1.750
939
811
563
1.374
93
1.467
317
Germany
1.503
268
1.771
1.516
255
178
433
463
896
246
650
642
324
966
119
847
588
1.435
424
1.859
209
1.650
162
24
186
90
96
66
162
9
171
21
150
Ireland
3.232
1.648
4.880
388
4.492
3.122
7.614
1.496
9.110
1.310
7.800
3
191
54
137
96
233
8
241
191
50
348
679
650
29
19
48
60
108
108
-
6.120
826
304
2
607
7
France
1.150
Italy
7.920 20.160 3.500 3.500 29.340 27.810 11.880 3.000 59.800 3.480
176
185
110
60
Finland
600
Luxembourg
331
1.002
489
Denmark
50
Netherlands
188
202
39
Austria
800
Belgium
450
Portugal Spain
2.113
1.054
3.167
290
2.877
1.998
4.875
1.414
6.289
539
5.750
Sweden
165
6
171
78
93
64
157
230
387
37
350
UK
1.127
31
1.158
657
501
349
850
31
381
591
300
13.546
5.052
18.598
6.290
12.308
8.549
20.857
5.589
26.446
3.946
22.500
UE/15
(Source: own data processing)
3.120 39.100 3.050 20.850 250.600
601
691
1.292
30
1.262
877
2.139
690
2.829
79
2.750
(Fonte: Elaborazione propria)
Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import Disponibilità grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Word load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import Disponibilità finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equivalent in 000 sq.mt.
Parameters
Greece
91. EU 15. Produzione interscambio e consumo (000 tonn/2009) UE 15. Production Exchange and use (000 tonn/2009)
XXII World Marble and Stones Report 2011 159
(Fonte: Elaborazione propria)
Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import Disponibilità grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Word load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import Disponibilità finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equivalent in 000 sq.mt.
Parameters
331
48
283
116
167
204
371 4
367
357
2
355
145
210
9
219
26
193
Brazil
2.313
1.039
3.352
68
3.284
1.282
5.566
1.187
6.753
3
6.750
India
China
Canada
374
668
52
618 14.533
156 11.828
774 26.361
422
352 26.309
245 18.283
597 44.592
78
4.712
1.119
5.831
86
5.745
3.993
9.738
3.886
675 45.260 13.624
125 12.260
550 33.000 13.250
Japan
1.149
2
1.147
1.012
135
93
228
47
275
25
250
Pakistan
Norway
3
66
244
15
259
152
107
75
130
597
727
26
701
486
182 1.187
397
579 1.253
29
550 1.250
Russia
701
16
717
375
342
238
580
9
589
89
500
322
40
362
69
293
203
496
363
859
9
850
South Korea
2.679
3
2.682
2.428
254
176
430
10
440
90
350
Switzerland
611
8
619
247
372
259
631
38
69
269
400
Turkey
Taiwan
71
1.242
52
1.294
346
948
660
1.608
7
1.611
1.731
3.342
275
3.067
2.132
5.199
4.872
1.601 10.071
1.251
350 10.000
4.009
272
4.281
3.156
1.125
781
1.906
177
2.083
233
1.850
USA
(Source: own data processing)
3.570 6.790 42.800 11.430 268.860 87.170 21.250 4.510 2.410 12.970 5.950 49.620 11.300 22.980 29.800 74.170
6
7
Argentina
325
Australia
350
South Africa
92. Produzione interscambio e consumo nei maggiori Paesi extra/EU (000 tonn/2009) Production Exchange and use in the leading extra/UE countries (000 tonn/2009)
160 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
XXII World Marble and Stones Report 2011
161
93. Consumi mondiali di ceramica e lapidei World consumption of ceramic tiles and stones Ceramic tiles
Stones
Tiles/Stones Index
+D
285
100.0
7.54
105.5
320
112.3
7.10
2.480
115.3
335
117.5
7.40
1993
2.790
129.8
370
129.8
7.54
1994
3.240
150.6
410
143.8
7.90
1995
3.650
170.0
462
162.1
7.90
1996
3.910
181.8
507
177.9
7.71
1997
4.390
204.1
540
189.5
8.13
1998
4.520
210.2
557
195.4
8.11
1999
4.840
225.1
595
208.8
8.14
2000
5.320
247.4
651
228.4
8.17
2001
5.500
255.8
710
249.1
7.75
2002
5.740
267.0
737
258.6
7.79
2003
6.030
280.5
819
287.4
7.36
2004
6.280
292.1
886
310.9
7.10
2005
6.500
302.3
930
326.3
6.99
2006
7.090
329.8
1.012
355.1
7.01
2007
7.800
362.7
1.130
396.5
6.90
2008
8.150
379.1
1.150
403.5
7.08
2009
8.000
372,1
1.140
400,0
7.02
2010
8.640
401.7
1.217
427.0
7.10
YEARS
mill. sq. mt.
Index
1990
2.150
100.0
1991
2.270
1992
(Fonte: Elaborazione propria)
mill. sq. mt.
(Source: own data processing)
162
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
94. Interscambio di tecnologie settoriali (2010): cod. 84.64/UE Stone technology exchange (2010): cod.84.64/EU Total export COUNTRIES
Total import
tons
000 USD
Austria
1.484
51.028
1.025
21.747
Belgium
943
16.623
1.948
Bulgaria
153
16.623
7
Czech REP. Denmark
Import/Italy tons
000 USD
21.2
2.500
11.5
30.729
15.8
11.958
38.9
1.948
30.729
15,8
11.958
38.9
77
380
3.655
9,6
1.629
44,6
1.277
25.756
619
6.360
10,3
1.036
16.3
229
3.430
509
4.378
8,6
549
12.5
Estonia
15
169
11
210
19,1
10
4.8
Finland
19
838
209
4.218
20.2
970
23.0
France
758
16.689
3.494
57.229
16,4
13.891
24.3
5.725
179.481
4.217
85.075
20,2
24.133
28.4
Greece
359
1.251
1.456
12.624
8,7
4.220
33.4
Hungary
302
2.057
129
2.039
15,8
178
8.7
Ireland
89
391
85
1.909
22,5
11
0.6
68.251
836.945
5.305
38.146
7,2
-
-
55
678
80
1.209
15,1
942
77.9
383
2.776
227
830
3,7
170
20.5
1.191
11.774
829
9.379
11,3
100
1.1
-
-
24
470
19,6
336
71.5
Netherlands
987
12.172
1.423
12.944
9,1
3.660
28.3
Poland
569
4.707
2.830
32.243
11.4
9.775
30.3
PORTUGAL
1.136
10.069
645
15.640
24,2
6.705
42,8
ROMANIA
380
2.006
855
8,177
9,5
4,192
51.6
SLOVAKIA
48
531
78
3.406
43.6
576
16.9
SLOVENIA
85
1.319
421
6.896
16,4
4.247
61.6
SPAIN
9.349
99.980
2.305
32.123
13,9
9.507
29.6
SWEDEN
1.210
31.848
1.008
14.510
14,4
2.725
18.7
UN. KINGDOM
1.087
15.372
1.678
41.364
24,6
10.807
26.1
96.091 1.329.645
31.986
450.822
14,1
115.679
25.7
Cyprus
Germany
Italy Latvia Lithuania Luxemburg Malta
EU-27 (Fonte: Elaborazione propria)
tons 000 USD USD/kg.
(Source: own data processing)
3.843
74
141
1.592
3.912
164
–
Belgium
Denmark
Finland
France
Germany
Greece
Ireland
56
378
6.349
2.115
108
183
1.872
1.743
2000
5
166
4.470
1.651
84
64
1.018
1.771
2001
38
1.267
5.065
1.404
165
369
1.664
1.509
2002
14
571
4.365
1.966
125
176
1.666
1.344
2003
23
382
7.247
1.922
221
337
1.999
2.369
2004
–
588
7.610
2.696
362
285
1.766
1.834
2005
22
1.158
7.105
2.645
306
253
674
2.085
2006
167
2.657
201
810
Portugal
Spain
Sweden
Un. Kingdom
896
261
7.479
397
1.445
609
277
3.729
559
949
707
431
4.871
2.647
795
606
1.173
3.565
520
701
900
471
5.636
513
1.115
1.177
580
5.217
614
919
1.834
508
4.928
627
1.213
1.095
860
3.454
1.897
685
2.375
1.343
4.479
4.841
1.649
2.521
843
8.112
4.557
3.289
64.459
-
316
19.184
4.022
157
289
756
3.076
2008
(Fonte: Elaborazione dati Eurostat)
2.2
0.7
7.3
4.1
2.9
57.8
-
0.3
17.2
3.6
0.1
0.3
0.7
2.8
2008
89
359
5.725
758
19
229
943
1.484
2010
1.1
0.7
12.2
1.1
1.8
1.087
1.210
9.349
1.136
987
70.3 68.251
-
0.3
8.0
0.8
0.2
0.3
1.2
2.0
2009
64.337 100.0 100.0 91.626
644
476
7.884
699
1.144
45.203
27
177
5.128
534
153
224
778
1.266
2009
(Source: Eurostat data processing)
67.552 69.379 76.231 75.436 66.966 87.003 92.352 89.321 82.703 105.071 111.581
760
Netherlands
63.004
89
638
14.719
7.311
311
325
1.206
2.781
2007
Total EU/15
20
240
3.621
1.863
160
76
1.792
2.241
1999
52.035 48.888 57.304 56.756 48.920 68.141 69.345 65.070 60.464
1.196
Austria
Italy
1998
COUNTRIEs
Quantity (tons)
International exchange of stone technology: EU/15 export (absolute figures)
95. Interscambio di tecnologie per marmo: esportazioni UE/15 (cifre assolute)
XXII World Marble and Stones Report 2011 163
336
2.758
4.772
1.286
290
1.584
1.207
2.789
8.132
362
Finland
France
Germany
Greece
Ireland
Italy
Netherlands
Portugal
Spain
Sweden
(Fonte: Elaborazione dati Eurostat)
1.776
352
3.711
1.521
931
1.467
98
754
4.523
3.142
222
229
2.557
814
6.089
2.601
782
1.647
462
739
5.711
3.738
253
360
3.082
2.758
532
9.488
2.637
990
2.185
399
1.529
5.180
3.744
227
348
1.688
1.238
2.039
268
4.380
2.090
1.070
1.370
284
933
4.023
3.032
275
367
1.802
835
2002
3.696
446
4.528
1.475
1.194
1.588
342
1.284
4.075
4.370
276
547
1.853
844
2003
4.456
436
3.985
1.230
1.188
1.892
675
1.086
4.336
4.362
211
894
2.855
764
2004
2.801
472
4.546
946
1.483
1.789
233
977
6.080
3.132
201
606
2.505
636
2005
3.175
619
2.421
1.202
911
1.873
347
1.466
5.364
4.126
298
1.210
2.244
792
2006
6.132
2.236
7.581
1.936
2.892
3.222
380
4.019
6.490
4.123
1.373
921
3.632
2.637
2007
9.867
1.246
8.055
1.135
1.176
3.014
118
3.192
6.321
8.620
1.559
416
3.432
1.503
2008
1.054
657
1.676
652
1.356
1.966
217
1.184
4.202
3.549
236
407
2.573
639
2009
29.333 22.107 30.216 32.943 22.768 26.518 28.370 26.407 26.048 47.574 49.654 20.368
256
Denmark
2.552
1.381
2001
Total EU/15
1.876
Belgium
829
2000
2.770
915
Austria
1999
Un. Kingdom
1998
COUNTRIEs
Quantity (tons)
International exchange of stone technology: EU/15 import (absolute figures)
96. Interscambio di tecnologie per marmo: importazioni UE/15 (cifre assolute)
1.268
1.008
2.305
645
1.423
5.305
85
1.456
4.217
3.494
209
509
1.948
1.025
2010
100.0 24.897
5.2
3.2
8.2
3.2
6.7
9.7
1.1
5.8
20.6
17.4
1.2
2.0
12.6
3.1
2009
(Source: Eurostat data processing)
100.0
19.9
2.6
16.2
2.3
2.4
6.1
0.2
6.4
12.7
17.4
3.1
0.8
6.9
3.0
2008
164 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
XXII World Marble and Stones Report 2011
165
97. Italia: export di tecnologie settoriali Italy: stone technology export
Quantity YEAR
000 kg.
Value Index
000 â‚Ź
Av. Price Index
â‚Ź/ kg.
Index
1998
52.035
100.0
344.712
100.0
6,63
100.0
1999
48.888
94.0
339.398
98.5
6,94
104.7
2000
57.304
110.1
414.476
120.2
7,23
109.0
2001
56.756
109.1
408.677
118.5
7,20
108.6
2002
48.920
94.0
360.838
104.7
7,38
111.3
2003
68.141
131.0
460.174
133.5
6,75
101.8
2004
69.345
133.3
504.457
146.3
7,27
109.7
2005
65.070
125.0
503.267
146.0
7.73
116.6
2006
60.464
116.2
501.091
145.4
8,29
125.0
2007
63.004
121.0
549.967
159.5
8,73
131.7
2008
64.459
123.9
593.279
172.1
9,20
138.7
2009
45.203
83.0
393.400
114.1
8,70
131.3
2010
68.251
131.2
613.147
177.8
8,98
135.4
(Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
166
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
98. Italia: export disaggregato di tecnologie settoriali (2010) Italy: disaggregated technology export (2010) 000 â‚Ź Countries
abs.fig.
000 tons shares
abs.fig.
shares
â‚Ź/kg.
China
85.485
13.9
5.831
8.5
14,66
Iran
47.101
7.7
4.706
6.9
10,01
Turkey
29.854
4.9
2.221
3.3
13,44
Brazil
29.235
4.8
4.141
6.1
7,06
Germany
24.133
3.9
2.785
4.1
8,67
USA
19.489
3.2
1.458
2.1
13,37
Canada
16.648
2.7
675
1.0
24,66
Russia
14.743
2.4
1.047
1.5
14,08
France
13.891
2.3
1.139
1.7
12,20
India
12.119
2.0
4.057
5.9
3,00
Belgium
11.958
1.9
1.442
2.1
8,29
Un. Kingdom
10.807
1.8
710
1.0
15,22
Others
297.684
48.5
38.039
55.8
7,83
Total
613.147
100.0
68.251
100.0
8,98
(Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
167
99. Intersacambio di tecnologie settoriali (2010): cod. 84.64. Altri paesi europei. Stone technology exchange (2010): cod. 84.64. Other european countries. Total export COUNTRIES
Total import
Import/Italy
tons
000 USD
tons
000 USD
USD/kg.
000 usd
Share
Albania
1
13
558
1.147
2,1
869
75.8
Armenia
74
344
317
2.195
6,9
1.258
57.3
Belarus
4
165
313
5.428
17,3
2.431
44.8
Bosnia
78
157
507
960
1,9
378
39.4
Croatia
137
341
939
5.998
6,4
3,459
57,6
Georgia
-
-
45
786
17,5
212
27,0
Iceland
1
55
3
107
35,7
10
9.4
Macedonia
5
29
183
1.525
8,3
930
61.0
Moldova
-
-
80
486
6,1
154
31.7
Montenegro
-
-
26
125
5,8
67
44.1
82
1.098
435
8.240
18,9
2.779
33.7
Russia
100
1.092
4.666
47.540
10,6
14.743
31.0
Serbia
91
469
327
3.470
10,6
2.298
66.2
706
34.212
993
25.716
25,8
8.288
32.2
17
545
454
4.338
9,6
1.852
42.7
1.296
38.520
9.846
108.088
11,0
39.728
36.7
Norway
Switzerland Ukraine Total (Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
168
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
100. Intersacambio di tecnologie settoriali (2010): cod. 84.64. Paesi extra-europei leader.
Stone technology exchange (2010): cod. 84.64. Leading extra-Europe countries. Value (000 usd) COUNTRIES
export
Import from Italy
Import
tons
000 USD
Australia
5.394
32.102
9.534
29.7
Brazil
2.562
55.667
29.235
52.5
Canada
3.931
59.149
16.648
28.1
China
268.740
453.624
85.485
18.8
Egypt
105
14.797
9.451
63.9
India
4.497
56.033
12.119
21.6
295.870
22.101
474
2.1
South Africa
773
10.540
3.642
34.6
South Korea
47.892
10.920
2.625
24.0
Taiwan
45.272
...
3.440
...
Turkey
15.490
37.020
29.854
80.6
USA
79.375
152.225
19.489
12.8
Japan
(Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
169
101. China: import di tecnologie settoriali (cod. 84.64) China: stone technology import (cod. 84.64) 2007
2008
2009
2010
000 usd
Share
000 usd
Share
000 usd
Share
000 usd
share
145.843
30.7
142,840
30.6
134.188
42.3
106.113
23.4
Italy
30.255
6.4
31.758
6.8
19.420
6.2
85.485
18.8
Japan
111.182
23.4
144.188
30.9
59.702
18.8
76.204
16.8
Taiwan
33.681
7.1
45.397
9.7
23.610
7.5
27.950
6.2
176
0.1
414
0.1
99
...
12.150
2.7
South Korea
45.445
9.5
25.678
5.5
20.833
6.6
11.222
2.5
Germany
62.194
13.1
38.059
8.1
35.898
11.3
10.518
2.3
USA
11.873
2.5
14.482
3.1
8.537
2.7
3.400
2.1
-
-
5
...
158
0.1
180
0.4
2.462
0.5
136
...
45
...
137
0.3
7
...
-
-
6
...
20
...
31.178
6.7
24.386
5.2
14.394
4.5
114.245
24.5
474.296
100.0
467.343
100.0
316.890
100.0
453.624
100.0
COUNTRIES Switzerland
Spain
Vietnam Australia Canada Others Total
(Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
170
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
102. USA: import di tecnologie settoriali (cod. 84.64) USA: stone technology import (cod. 84.64) 2007
2008
2009
2010
000 usd
Share
000 usd
Share
000 usd
Share
000 usd
share
China
77.820
24.2
61.703
21.5
40.601
25.0
43.964
28.9
Taiwan
17.095
5.3
16.311
5.7
23.284
14.3
23.057
15.1
Italy
92.856
28.9
70.190
24.5
30.393
18.7
19.489
12.8
Spain
2.177
0.7
1.759
0.6
1.918
1.2
14.136
9.3
Japan
24.614
7.7
28.863
10.1
8.977
5.5
12.222
8.0
Germany
51.105
15.9
33.736
11.8
18.815
11.6
10.553
6.9
Sweden
2.690
0.8
2.539
0.9
2.538
1.6
4.914
3.2
Ukraine
1.482
0.5
3.307
1.2
1.102
0.7
3.374
2.2
Israel
2.597
0.8
4.782
1.7
1.866
1.1
3.261
2.1
S. Korea
1.251
0.4
562
0.2
1.630
1.0
2.978
2.0
Un. Kingdom
6.005
1.9
2.349
0.8
1.258
0.8
2.890
1.9
Switzerland
15.334
4.8
34.439
12.0
19.888
12.2
2.627
1.7
Others
25.874
8.1
26.353
9.0
10.016
6.3
8.760
5.9
320.900
100.0
286.893
100.0
162.286
100.0
152.225
100.0
COUNTRIES
Total
(Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
171
103. Beni strumentali per la pietra: interscambio UE/27 (extra) Instrumental goods for stone: exchange EU/27 (extra) YEARS
Export
Import
000 ql.
000 USD
USD/kg.
000 ql.
000 USD
USD/kg.
2001
57,8
304.382
5,26
180,5
214.916
1,19
2002
58,3
327
5,62
220,7
235.130
1,07
2003
61,5
384.660
6,25
246,7
282.724
1,14
2004
69,1
466.496
6,75
351,6
343.868
0,98
2005
70,5
487.586
6,92
337,0
356.531
1,06
2006
74,3
541.899
7,29
385,1
405.460
1,05
2007
81,5
655.836
8,05
462,1
478.003
1,03
2008
82,6
710.536
8,60
455,0
475.458
1,05
2009
65,9
526.283
7,98
315,4
306.355
0,97
2010
88,2
692.768
7,85
421,9
400.603
0,95
(Fonte: Elaborazione dati Eurostat)
(Source: Eurostat data processing)
172
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
104. Beni strumentali per la pietra: import in UE/27 (extra) (q.li) Instrumental goods for stone: EU/27 import (extra) (q.li) COUNTRIES
Import fr. China
Import fr. Italy
2010
2009
±∆%
2010
2009
±∆%
Austria
1.798
1.666
7.9
3.356
3.647
-8.0
Belgium
3.332
3.283
1.5
2.056
1.726
19.1
Denmark
516
242
113.2
194
248
-21.8
Finland
944
523
80.5
649
594
9.3
9.953
9.117
9.2
20.842
17.669
18.0
42.051
32.157
30.8
16.258
13.082
24.3
Greece
239
185
29.2
7.589
7.545
0.6
Ireland
200
224
-10.7
303
1.043
-70.9
42.423
30.431
39.4
-
-
-
Luxembourg
3.420
2.275
50.3
138
40
254.0
Netherlands
27.590
25.670
7.5
8.602
2.726
215.6
2.593
2.161
20.0
6.300
5.959
5.7
67.896
34.498
96.8
16.235
17.071
-4.9
1.014
998
1.6
1.786
798
123.8
Un. Kingdom
22.800
15.997
42.5
5.021
4.865
3.2
Others
54.855
35.368
55.1
22.987
23.173
-0.8
281.624
194.795
44.6
112.316
100.186
11.6
France Germany
Italy
Portugal Spain Sweden
Total EU/27
(Fonte: Elaborazione dati Eurostat)
(Eurostat data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
173
105. Beni strumentali per la pietra: import in UE (000 €) Instrumental goods for stone: UE import (000 €) COUNTRIES
Import fr. China 2010
2009
Import fr. Italy ±∆%
2010
2009
±∆%
Austria
1.738
1.695
2.5
1.219
1.107
10.1
Belgium
1.477
1.550
-4.7
2.195
1.747
25.6
Denmark
284
82
246.3
163
156
4.5
Finland
558
307
81.8
399
431
-7.4
5.397
4.753
13.5
12.767
11.426
11.7
30.189
21.781
38.6
10.004
8.560
16.9
Greece
91
62
46.8
2.530
2.601
-2.7
Ireland
88
276
-68.1
249
363
-31.4
10.688
7.529
42.0
-
-
-
Luxembourg
4.240
2.978
42.4
431
102
322.5
Netherlands
9.101
7.190
26.6
4.863
2.031
139.4
802
938
-14.5
4.690
2.895
62.0
7.813
3.945
98.0
14.764
11.755
25.6
792
561
41.2
1.406
659
113.4
6.396
4.006
59.7
3.508
2.969
18.2
Others
15.373
9.998
53.8
13.895
11.596
19.8
Total EU/27
95.027
67.651
40.5
73.083
58.398
25.1
France Germany
Italy
Portugal Spain Sweden Un. Kingdom
(Fonte: Elaborazione dati Eurostat)
(Eurostat data processing)
174
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
106. Ipotesi di sviluppo mondiale della produzione e degli impieghi lapidei Forecast of world development in production and uses of stone
Production YEARS
Gross
Uses
Waste
Net
mill.sq.mt. (1) Index (2)
1996
46.500
19.070
27.430
507,5
100.0
1997
49.500
20.300
29.200
540,2
106,4
1998
51.000
20.910
30.090
556,7
109.7
1999
54.500
22.345
32.155
595,0
117.2
2000
59.650
24.450
35.200
651,0
128.3
2001
65.000
26.650
38.350
709,5
139.8
2002
67.500
27.675
39.825
736,7
145.2
2003
75.000
30.750
44.250
818,6
161.3
2004
81.250
33.300
47.950
886,3
174.6
2005
85.250
34.950
50.300
930,5
183.3
2006
92.750
38.000
54.750
1.012,3
199.5
2007
103.500
42.500
61.000
1.129,7
222.6
2008
105.000
43.000
62.000
1.146,1
225.8
2009
104.500
42.850
61.650
1.140,0
224.6
2010
111.500
45.715
65.785
1.217,0
239.8
2015
149,250
61,200
88.050
1.628,9
321.0
2020
200.000
82.000
114.000
2.109,0
415,6
(Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
(1) Spessore convenzionale di cm. 2 (produzione x mq. 18.5/tonn) Conventional thickness of cm. 2 (production x 18.5 sq. mt./ton) (2) Tasso di sviluppo del 6% annuo (media storica dell’ultimo quinquennio) Compound growth rate equal to 6% per year (Historical average of production over the last five years)
XXII World Marble and Stones Report 2011
175
107. Ipotesi di sviluppo mondiale dell’interscambio lapideo Forecast of world development in stone trade COUNTRIES
Raw (mill. sq. mt)
Processed
Total (1)
(mill. sq. mt) (mill. sq. mt)
Index (2)
Shares: prod. (%)
1996
88,4
171,0
259,4
100.0
51.1
1997
103,7
179,2
282,9
109.1
52.4
1998
96,7
181,7
278,4
107.3
50.0
1999
111,5
195,8
307,3
118.5
51.6
2000
118,1
220,6
338,7
130.6
52.0
2001
128,9
227,3
356,2
137.3
50.2
2002
133,5
243,2
376,7
145.2
51.2
2003
147,9
296,6
444,5
171.4
54.3
2004
171,0
317,8
488,8
188.4
55.2
2005
180,4
361,2
541,6
208.8
58,22
2006
197,1
431,3
628,4
242.3
62.1
2007
215,0
490,8
705,8
272.1
62.5
2008
220,5
462,4
682,9
263.3
59.6
2009
200,6
420.0
620.6
239.2
54.5
2010
260,5
455,7
716,2
276.1
58.8
2015
365,3
683,8
1.049,1
404,4
64,4
2020
512,5
960,0
1.472,5
567.5
69.8
(Fonte: Elaborazione propria) (1) Spessore convenzionale di cm. 2 Conventional thickness of cm. 2 (2) Tasso di sviluppo del 7% annuo (media storica dell’ultimo quinquennio Compound growth rate equal to 7% per year (last five years average)
(Source: own data processing)
176
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
108. Scambi lapidei e totali nei maggiori paesi (mill. USD/2009) Stone and total exchange: leading countries (mill. USD/2009) TOTAL COUNTRIES
import
STONE export
import
STONE SHARE % export
import
export
BRAZIL
133.673
152.994
36
716
0.26
4.67
CHINA
1.005.555
1.201.647
1.450
3.562
1.44
2.96
540.205
464.112
525
93
0.97
0.20
1.204.209
1.127.840
631
148
0.52
0.13
67.192
20.053
64
189
0.95
9.43
INDIA
266.402
176.765
181
1.387
0.72
7.73
ITALY
412.340
405.179
493
1.903
1.20
4.70
JAPAN
551.985
580.718
873
28
1.58
0.05
69.985
43.397
47
295
0.67
6.80
SOUTH KOREA
323.082
363.531
929
5
2.88
0.02
SPAIN
290.744
220.848
236
959
0.81
4.34
TURKEY
140.869
102.139
142
1.232
0.10
12.06
1.601.896
1.056.712
2.062
118
1.29
0.12
FRANCE GERMANY GREECE
PORTUGAL
USA
(Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
XXII World Marble and Stones Report 2011
177
109. Interscambio nel mondo (totale e lapideo/mill. USD) World exchange (total and stone/mill. USD) Total
Total Stone
±∆%
YEAR
Abs. fig.
Index
Abs. fig.
Index
Share %
Total
Stone
2001
6.118.192
100.0
5.244
100.0
0.85
...
...
2002
6.409.408
104.8
6.074
115.8
0.94
4.8
15.8
2003
7.459.830
122.0
7.783
148.4
1.04
14.4
28.2
2004
9.074.772
148.3
9.218
175.8
1.02
21.6
18.4
2005
10.342.389
169.0
10.866
207.2
1.05
14.0
29.7
2006
11.952.689
195.3
12.608
240.4
1.05
15.6
16.0
2007
13.781.417
225.3
15.095
287.8
1.09
15.3
19.7
2008
15.946.271
260.6
15.516
295.9
0.97
15.7
2.8
2009
12.377.277
202.3
14.081
268.5
1.14
-22.4
-9.2
2010
14.095.025
230.4
16.630
317.1
1.18
13.9
18.1
(Fonte: Elaborazione dati Comtrade) N.B - I dati lapidei del 2010 sono stimati in relazione alle quantità R. - Stone data for 2010 are valued in connection to quantites.
(Source: Comtrade data processing)
Schede dei maggiori Paesi 1994-2010
Australia La risorsa lapidea australiana, che non è affatto limitata, insistendo sul territorio di un vero e proprio continente, è oggetto di una valorizzazione relativamente circoscritta, con punte più significative nel Queensland settentrionale, nel SudEst, e con qualche interessante esclusiva silicea anche in Tasmania. Le strutture trasformatrici sono poco sviluppate, riservando all’import grezzo volumi marginali, che invece diventano apprezzabili a livello di prodotto finito. Nel 2010 i manufatti in arrivo dall’estero hanno superato le 200 mila tonnellate, pari a due quinti del fabbisogno, ed hanno espresso un valore per 124 milioni di dollari. Tali approvvigionamenti, che si sono ragguagliati a 3,7 milioni di metri quadrati equivalenti, sono stati effettuati ad un prezzo unitario di circa 33 dollari, inferiore di alcuni punti a quello delle
provenienze dalla Cina: è un fenomeno innovativo da sottolineare, cui hanno contribuito importazioni di materiali correnti da Indonesia, Iran e Vietnam. Fornitrice quantitativamente leader è risultata la stessa Cina, seguita a distanza da Italia, India, Turchia e dagli altri produttori citati. L’esportazione di grezzi ha raggiunto il massimo dell’ultimo decennio, sfiorando i 20 mila metri cubi, con destinazioni prevalenti in Estremo Oriente e qualche sporadico movimento verso gli altri Paesi dell’Oceania, cui si deve aggiungere qualche piccola partita di lavorati. L’attività edilizia del 2010 ha fatto registrare una flessione quantitativa di oltre sette punti, bilanciata da un aumento sia pure contenuto degli investimenti. In effetti, l’impiego lapideo ha evidenziato una crescita complessiva nell’ordine del 13 per cento, che ha permesso di recuperare gran parte del regresso precedente
180
e di collocarsi non lontano dal massimo storico del 2008. Si tratta di un risultato comunque apprezzabile: a più forte ragione per un Paese ai margini delle grandi iniziative promozionali. Dal punto di vista strategico la sfera d’influenza della Cina, ed in misura minore dell’India, ha preso il sopravvento, rendendo subalterne le relazioni commerciali con l’Occidente ed in modo particolare con l’Europa, anche nel campo delle tecnologie, dove la quota italiana del mercato australiano si è ridotta al 29,7 per cento. In altri termini, la leadership cinese tende ad estendersi anche in zone caratterizzate da una domanda qualitativamente elevata: al fenomeno hanno contribuito la necessità di rastremare i costi di trasporto e l’ampio ventaglio di materiali, non sempre di provenienza domestica, a disposizione dell’export cinese.
Austria Si tratta di un tipico mercato di seconda fascia, caratterizzato dal buon volume dell’interscambio e da un consumo che avverte in misura circoscritta gli effetti della congiuntura internazionale, pur essendo limitato nelle prospettive di sviluppo da condizioni di raggiunta maturità: in questo senso, può considerarsi simile a quello tedesco che se non altro per contiguità economica e culturale ne costitui-
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
sce il ragguaglio prioritario. Circa due terzi del prodotto lapideo posto in opera nel 2010 sono stati importati, con una larga prevalenza del manufatto, non lontano dai massimi. Anche in Austria, prima fornitrice è la Cina con quasi metà del volume in arrivo, seguita a distanza da Germania, India e Italia, a conferma di un primato che si è andato estendendo a macchia d’olio in una larga maggioranza di Paesi, e di attenzioni diversificate che prescindono dalle potenziali dimensioni di sbocco. Le dimensioni della domanda scontano la consistenza demografica limitata, ma il consumo pro-capite è notevolmente più alto di quelli dell’Europa continentale, fatta eccezione per la Svizzera, avvantaggiata dalle maggiori disponibilità di pietra locale e da un reddito medio di vertice. La fiera dell’edilizia di Salisburgo costituisce un discreto strumento di documentazione e promozione, conforme alle caratteristiche oggettive del mercato. Il successo del materiale cinese ha influito negativamente sui cosiddetti traffici di frontiera coi Paesi contigui, quali la stessa Svizzera, la Slovacchia e soprattutto l’Italia, tradizionale fornitrice di prodotti tipici come il porfido ed altre pietre dure, in particolare dell’arco alpino. Un volume non marginale di grezzi, che nel 2010 è pervenuto a 185 mila tonnellate ma è risultato in flessione rispetto al biennio precedente, è stato oggetto di esportazione, diretta in larga maggioran-
XXII World Marble and Stones Report 2011
za verso Germania, Slovenia e Svizzera, con riguardo merceologico soprattutto a quarziti, arenarie e pietre similari. Nell’ambito delle tecnologie, l’export è lievemente superiore all’import, ma in entrambi i casi i volumi oggetto dell’interscambio sono lontani dai rispettivi massimi. In valore, invece, il prezzo medio degli acquisti di macchine è maggiore della media europea nella misura di un terzo, con provenienze dalla Germania largamente prevalenti, mentre la quota italiana è piuttosto bassa, superando di poco il dieci per cento del totale: un effetto, anche questo, della gravitazione austriaca verso il suo mercato di massimo riferimento.
Belgio Le dimensioni relativamente contenute del comparto lapideo belga coesistono con un livello assai elevato dei consumi ed in modo speciale di quelli unitari, dove il Belgio, anche alla luce delle contrazioni verificatesi in altri Paesi europei a forte vocazione utilizzatrice quali Grecia e Svizzera, è pervenuto a guidare la graduatoria con quasi due metri quadrati equivalenti per abitante: senza dubbio, un risultato degno di nota. Tale obiettivo è stato raggiunto grazie ad una produzione di nicchia come quella della Pietra Blu che ha fronteggiato in modo positivo la forza della concorrenza,
181
e soprattutto, ad un importante flusso di acquisto dei manufatti, che nel 2010 ha superato per la prima volta il milione di tonnellate nette. Tali approvvigionamenti si riferiscono per oltre due quinti a materiali provenienti dalla Cina, ma un ruolo importante è stato svolto anche da quelli europei. Un discreto volume d’affari è assicurato, per la sua parte, dagli arrivi del grezzo, destinati solo in parte alle segherie domestiche. Il resto continua ad irradiarsi dallo scalo di Anversa alimentando un significativo volume di intermediazioni. L’industria lapidea belga conserva buone propensioni ad investire: non a caso, il Paese figura fra i primi sei importatori di tecnologie settoriali nell’ambito dell’Europa dei Ventisette, con un volume di acquisti che nel 2010 ha superato i 30 milioni di dollari, oltre un terzo dei quali di provenienza italiana. Va soggiunto, peraltro, che il volume degli acquisti di macchine ed impianti resta assai lontano dai massimi, conseguiti fra il 2007 ed il 2008: si tratta di investimenti tuttora giovani e quindi lontani dalla tempistica di sostituzione. Il 2010 ha fatto registrare, inoltre, una buona ripresa dell’export di tecnologie, che si è portato a circa 17 milioni di dollari (massimo dell’ultimo triennio), avvalendosi di consolidate strutture produttive, anche nel campo della ricerca. Una parte significativa delle disponibilità
182
di materiale lapideo è oggetto di esportazione, in specie per quanto riguarda il prodotto finito. Da questo punto di vista, il Belgio si giova prioritariamente del cosiddetto traffico di frontiera verso i Paesi contigui (Francia, Germania, Lussemburgo, Olanda), con cui esiste, ormai da tempo, un efficace rapporto di osmosi. Al contrario, sono sempre marginali le esportazioni oltremare. La promozione, come si conviene ad un Paese con alti livelli di consumo, ha funzioni complementari ma importanti, grazie ad una fiera di consolidata esperienza come quella di Liegi ed alle attività culturali di settore, tipiche soprattutto della Vallonia.
Brasile La crisi del 2009 aveva colpito in misura accentuata i Paesi lapidei legati con forti vincoli al mercato nordamericano. Proprio per questo, il regresso produttivo e commerciale del Brasile era stato superiore alla media, con risultati negativi tanto più rilevanti in quanto facevano seguito ad un lungo trend di ascesa costante. Nel 2010 la domanda degli Stati Uniti ha invertito la tendenza in misura tuttora circoscritta, ma sufficiente a dare nuovo impulso all’industria lapidea brasiliana. La produzione ha fatto registrare una crescita di circa 12 punti che ha permesso di raggiungere un nuovo massimo storico,
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
anche per l’apporto di un mercato interno reso quasi euforico dai programmi di grandi investimenti nell’edilizia e nelle opere pubbliche in vista dei mondiali di calcio del 2014, per cui si prevede un afflusso di oltre 600 mila visitatori esteri: soltanto per gli stadi e per l’ottimizzazione degli aeroporti sono in programma interventi per tre miliardi di dollari. Dal canto loro, le esportazioni di grezzi hanno compiuto un balzo quasi straordinario, nell’ordine del 50 per cento, portandosi a breve distanza dal consuntivo record del 2006, grazie alla forte tensione della domanda cinese, capace di alimentare il 62,8 per cento delle spedizioni brasiliane di blocchi e semilavorati. Assai ragguardevole è stata anche la ripresa dell’export di manufatti, pari al 21 per cento, con un flusso in uscita di poco inferiore ai 20 milioni di metri quadrati equivalenti. In questo caso, il recupero del mercato statunitense è stato determinante: nei lavorati ad alto valore aggiunto, con una quota ponderale del 78,9 per cento, completata dagli acquisti del Canada, secondo importatore del prodotto finito brasiliano, e per volumi inferiori ma pur sempre significativi, da quelli di Messico e Venezuela. Un addendo importante è stato costituito ancora una volta dall’ardesia, di cui il Brasile è secondo produttore mondiale, con un’incidenza dell’export in prodotto finito pari a 160 mila tonnellate nette, a cui corrispondono circa tre milioni di me-
XXII World Marble and Stones Report 2011
tri quadrati: nella fattispecie, con destinazioni più articolate, fra cui hanno primeggiato quelle dirette nel Regno Unito. La domanda domestica è accreditata da un volume di consumi pari a circa 43 milioni di metri quadrati, che ha permesso di triplicare il quantitativo del 1994 e di qualificare con una crescente presenza lapidea i grandi lavori delle metropoli brasiliane. Da questo punto di vista, un ruolo positivo non marginale è stato esercitato dalle iniziative di formazione (tra cui una nuova scuola della pietra) e da quelle promozionali: non a caso, il Brasile vanta due manifestazioni fieristiche specializzate a Cachoeiro e Vitoria, entrambe a cadenza annua.
Canada Un rimbalzo di segno positivo si è registrato anche in Canada, sia pure senza enfasi: d’altra parte, la crisi precedente aveva colpito in misura limitata, tanto che il regresso dei consumi ascritto nel 2008 era stato già recuperato nell’anno successivo, cui ha fatto seguito una nuova crescita di quattro punti. L’importazione grezza, che ha raggiunto le 125 mila tonnellate, è aumentata di un quarto, mentre quella del prodotto finito è rimasta quasi stazionaria, con quasi otto milioni di metri quadrati equivalenti. A loro volta, le spedizioni all’estero hanno mantenuto le posizioni, con una notevole
183
prevalenza del prodotto finito diretto negli Stati Uniti. Il mercato canadese si distingue per un rapporto preferenziale con quello statunitense esaltato da una contiguità di quattromila chilometri. La sola eccezione considerevole, nell’ambito dell’export siliceo grezzo, è quella che si riferisce alle vendite in Estremo Oriente, e segnatamente in Cina ed a Taiwan, grazie a talune importanti esclusive di graniti a pigmentazione accesa. La buona resistenza dei fondamentali lapidei di questo Paese trova una motivazione importante nell’andamento positivo dell’edilizia, dove gli investimenti hanno continuato a progredire senza soluzione di continuità, esprimendo un consuntivo in significativa controtendenza rispetto alla congiuntura mondiale. Si tratta di un risultato doppiamente apprezzabile, perché sottolinea l’autonomia del sistema economico canadese rispetto a quello degli Stati Uniti, e nello stesso tempo, perché è stato conseguito in carenza di iniziative promozionali importanti. Il trend ascendente dell’attività costruttiva si coniuga con risultati positivi per l’impiego lapideo, tanto più considerevoli alla stregua degli impieghi di materiali con alta resistenza alle escursioni termiche, sostenuta, soprattutto nei rivestimenti esterni, da spessori generalmente superiori alla media. La produzione locale di tecnologie è di scarsa consistenza, diversamente da
184
un’importazione molto selettiva in senso qualitativo, la cui quota italiana del 2010 ha conservato il 28 per cento del valore complessivo: è uno “share” da ritenersi soddisfacente, se non altro alla luce della competitività statunitense indotta dalla contiguità geografica.
Cina Il consolidamento del primato lapideo cinese è stato ribadito da consuntivi largamente positivi, superiori di parecchi punti a quello, pur straordinario, del prodotto interno lordo. Il valore dell’export è pervenuto a 4,1 miliardi di dollari, con un aumento del 16,1 per cento rispetto all’anno precedente, ed un apporto del comprensorio di Xiamen di poco inferiore ai due terzi. Ancora più impetuosa è stata la crescita dell’import, che ha sfiorato 2,3 miliardi di dollari, tanto più apprezzabile, in quanto costituito in larghissima maggioranza da materiale grezzo. C’è di più. L’esportazione lapidea cinese ha interessato 130 Paesi di tutto il mondo, coprendo un ventaglio che non conosce limiti di latitudini né di longitudini. Del resto, i grandi numeri del momento produttivo parlano da soli: in Cina, secondo notizie della Shandong Stone Association, esistono seimila cave, molte delle quali plurime (nel senso di interessare un solo giacimento con diversi punti di attacco) ed operano 24 mila Aziende
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
del settore, cinquemila delle quali attive negli scambi con l’estero. Il forte sviluppo dell’import attesta la grande vitalità del mercato interno, in cui sono stati impiegati circa 270 milioni di metri quadrati, e conferma la leadership cinese anche nell’ambito dei consumi (fatta eccezione per quelli unitari). Inoltre, sottolinea l’esistenza di una forte propensione ad investire, in specie nelle tecnologie d’importazione, dove la Cina vanta un ulteriore primato mondiale, a cui l’impiantistica italiana fornisce un contributo importante: nel 2010, con acquisti di macchine e relative pertinenze pari ad oltre 85 milioni di dollari ed al 18,8 per cento degli approvvigionamenti totali cinesi, che vedono all’avanguardia anche le forniture di Svizzera e Giappone. In altri termini, si tratta di prodotti di qualità, provenienti da Paesi sviluppati. Si diceva dell’acquisto di materiale grezzo, dove la Cina determina le condizioni del mercato con approvvigionamenti maggioritari, specialmente in campo calcareo, dove la scena è dominata dai carichi provenienti dall’Egitto e soprattutto dalla Turchia, ma dove sono tanti i Paesi che hanno potuto superare fasi congiunturali obiettivamente critiche grazie alla crescita della domanda cinese. È il caso dei graniti provenienti da Finlandia e Norvegia, alla prima delle quali il collegamento ferroviario ha giovato oltre le aspettative; ed è il caso di altre produzioni tipiche, fra cui si deve ricordare, anche per i dibattiti
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che ha innescato, quella di Carrara. L’attività edilizia ha fatto registrare nel corso del 2010 una notevole inversione di tendenza ma il fenomeno non ha provocato ripercussioni sul settore lapideo: da una parte, perché l’impiego di marmi e pietre avviene nell’ultima fase del processo costruttivo mentre le rilevazioni si riferiscono all’inizio dei lavori, e dall’altra perché la preferenza della progettazione per il prodotto di natura consente di fronteggiare positivamente le fluttuazioni congiunturali, dovute in prevalenza a ragioni monetarie piuttosto che strutturali.
Corea del Sud La struttura lapidea della Corea, ormai da diversi anni, è quella di un importante mercato del prodotto finito sotto il controllo quasi esclusivo della Cina. Gli approvvigionamenti del manufatto valgono, da un triennio, oltre 40 milioni di metri quadrati equivalenti in ragione annua, che permettono di soddisfare una domanda domestica nell’ordine dei 50 milioni, ormai sostanzialmente stazionaria. Nell’ultimo esercizio, il volume dei predetti acquisti è stato coperto dalle vendite cinesi nella misura del 92,5 per cento, con un flusso in cifra assoluta che è aumentato di circa un punto: ciò, a fronte di un corrispettivo valutario pari a 734 milioni di dollari, a sua volta in crescita del 7,8 per cento, mentre il valore medio
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è stato di 17,7 dollari al metro, con una rivalutazione di sette punti. Esiste un differenziale tuttora negativo nei confronti del prezzo medio complessivo spuntato dall’export cinese (dovuto anche alla contiguità del mercato) ma con la tendenza a ridursi. Le importazioni del grezzo sono sempre marginali, come l’export, compreso quello del lavorato, ridotto a livelli minimi. In altri termini, la convenienza ad acquistare direttamente il prodotto finito ha reso sostanzialmente ininfluenti le attività domestiche di produzione e trasformazione: è un esempio palese di modificazioni strategiche ormai consolidate. La concorrenza alla Cina, soprattutto di marca europea, esercita un ruolo meramente complementare, con piccoli volumi di vendite relative a prodotti di nicchia appannaggio di Italia, Turchia e Spagna. Diverso è il caso delle tecnologie, dove la produzione coreana è tuttora importante, con un volume di fatturato estero che nel 2010 è stato di poco inferiore a 50 milioni di dollari, ed importazioni di impianti per finitura nell’ordine di una decina, a cui l’Italia ha contribuito nella misura di oltre un terzo. Ciò significa che il mercato delle macchine, diversamente da quanto è accaduto per i materiali, può sempre contare su una domanda selettiva, attenta a rendimenti e qualità. In siffatte condizioni, la promozione del prodotto lapideo è affidata prioritariamente alla competitività delle quotazioni
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ed alla democratizzazione degli impieghi che ne è derivata: nel giro di sedici anni, i metri quadrati di marmo, granito e pietra utilizzati in Corea sono cresciuti di tre volte e mezzo. Anche per questo, il supporto fieristico non è stato più necessario: gli operatori interessati hanno potuto trovare valide alternative in campo informativo nelle manifestazioni altrui, ed in primo luogo in quelle cinesi.
Finlandia La ripresa lapidea del 2010 è stata piuttosto vivace nell’Europa settentrionale, con particolare riguardo alla Finlandia, dove ha trovato motivi peculiari di affermazione nel valore tecnologico e cromatico delle sue risorse, nell’ottimo livello dei supporti scientifici e nella capacità di orientare al meglio i flussi distributivi, secondo le mutevoli esigenze del mercato globale. L’export grezzo ha recuperato circa un terzo dei volumi che aveva perduto nel 2009, portandosi non lontano dai massimi storici ed ascrivendo effetti proporzionali sulla produzione. Ciò, alla luce di una nuova, forte crescita della domanda cinese di granito grezzo, avvantaggiata dal trasporto attraverso la Siberia che si è rivelato competitivo rispetto a quello marittimo. Fra le altre destinazioni, emergono quelle dirette in Italia, Spagna e Polonia, mentre
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le altre hanno svolto un ruolo quasi marginale. È importante sottolineare il buon comportamento innovativo della domanda polacca di blocchi, che sottintende la presenza di adeguate attività trasformatrici, destinate solo in parte al contiguo mercato tedesco, e la propensione ad apprezzare merci di qualità come quelle finlandesi, in specie per gli impieghi funerari. Le carenze di verticalizzazione, fatta eccezione per alcuni prodotti di nicchia come la pietra ollare, destinata ad utilizzi funzionali e decorativi quali quelli delle stufe, rimangono palesi, come attestano il livello marginale dell’export di manufatti ed il buon volume degli acquisti del lavorato, che proprio nel 2010 hanno raggiunto un nuovo massimo, nell’ordine di 1,3 milioni di metri quadrati equivalenti. Gli investimenti finlandesi riguardano soprattutto le cave, dove lo sviluppo tecnico si coniuga, tradizionalmente, con una forte tecnologia domestica e con spiccate attenzioni per la salvaguardia ambientale. Restano ridotti, invece, quelli nel momento di lavorazione, che si riferiscono a macchinari d’importazione il cui valore, sempre nel 2010, è stato pari a circa quattro milioni di euro, un terzo dei quali di provenienza italiana. Sul piano promozionale, le attenzioni dell’industria silicea finlandese si sono rivolte soprattutto alla documentazione ed all’informazione scientifica, senza trascurare la presenza ai maggiori appunta-
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menti fieristici asiatici ed europei, dove l’interesse per materiali di ottime referenze è sempre all’ordine del giorno.
Francia Il dato più significativo dell’esercizio 2010 riguarda la buona ripresa dell’import di manufatti lapidei e del consumo interno, che ha permesso di recuperare integralmente la perdita dell’anno precedente, anche se il massimo storico resta quello del 2006. In volume, gli acquisti di lavorati esteri hanno avuto riguardo a circa 18 milioni di metri quadrati equivalenti, mentre quelli del grezzo si sono riferiti a poco più di 300 mila tonnellate (con larga prevalenza dei silicei provenienti dal Belgio) da cui derivano, detratti gli scarti, tre milioni e mezzo di metri quadrati. In altri termini, le strutture di trasformazione sono state oggetto di investimenti innovativi limitati, tanto più che l’estrazione domestica è rimasta quasi invariata. Fra le provenienze del lavorato eccelle sempre la Cina, anche nell’ambito dei manufatti semplici, con la sola eccezione dell’ardesia, dove la quota largamente maggioritaria degli approvvigionamenti francesi è appannaggio di forniture dalla Spagna. Tuttavia, la prevalenza cinese, soprattutto nel campo dei materiali con elevato valore aggiunto, non esprime la maggioranza assoluta come accade in altri mercati: sono importanti, nell’ordine,
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anche i flussi quantitativi in arrivo da Turchia, Portogallo e Italia. Quanto all’export, le vendite all’estero hanno continuato a distinguersi, pur nell’ambito di volumi relativamente contenuti, per l’alta qualità del prodotto ed il conseguente livello dei valori medi. Considerazioni simili valgono per il mercato interno, dove l’impiego unitario non è ancora competitivo con quello dei Paesi europei di grande tradizione lapidea, ma nello stesso tempo, risulta incline ad un utilizzo più frequente di materiali “top”. Al fenomeno giovano le grandi tradizioni dell’architettura transalpina e nello stesso tempo una promozione mirata, sia nei confronti del progettista, sia in quelli del cliente finale: ad esempio, attraverso le tradizionali iniziative del “mois de la pierre” e la presenza di importanti Istituti di formazione professionale. La struttura dell’import grezzo e semilavorato, dove gli approvvigionamenti dall’India e dalla Cina sono piuttosto limitati, induce a ritenere che il problema della concorrenza eccessivamente competitiva, in specie nell’ambito dei masselli funerari, che in passato fu oggetto di una richiesta d’intervento europeo antidumping poi abortita, sia andato ridimensionandosi a favore di materiali indigeni e di quelli provenienti, come detto, dal vicino Belgio, se non altro per la competitività del costo dei trasporti. In tutta sintesi, la Francia resta un protagonista di primo piano sulla scena la-
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pidea internazionale sia pure a fronte di una dinamica produttiva con qualche vischiosità e di attenzioni per un carattere d’impiego distinto da talune suggestioni elitarie.
Germania La congiuntura lapidea tedesca del 2010 ha posto in evidenza, quale carattere saliente a consuntivo dell’esercizio, un’ulteriore flessione dell’importazione di lavorati, scesi intorno ai minimi. Infatti, gli approvvigionamenti di manufatti esteri hanno avuto riguardo a circa un milione e mezzo di tonnellate, cui corrispondono, con una flessione del 12,2 per cento, 28 milioni di metri quadrati equivalenti. Stante il carattere sostanzialmente integrativo della movimentazione di grezzi, ciò si è tradotto nell’ennesimo calo del consumo interno, che ha dovuto ascrivere una perdita di quasi dieci punti. Quello tedesco è un tipico mercato maturo, in cui le attività domestiche di produzione e trasformazione hanno un peso relativo, senza dire che i notevoli problemi dell’edilizia residenziale e degli stessi lavori pubblici si trasferiscono automaticamente su marmi e pietre. Il segmento meno penalizzato resta quello dei lavorati speciali per monumenti funerari, che in Germania ha sempre fruito di una tradizione consolidata. In fase di ristagno, nonostante il livello
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qualitativo dell’impiantistica tedesca, appare anche il comparto delle tecnologie, la cui esportazione è ridotta ad un terzo dei massimi, mentre l’import resta stazionario, su posizioni che sembrano confermare propensioni ad investire nel momento produttivo, necessariamente circoscritte. Del resto, non pochi mercati contigui, in specie dell’Europa orientale, continuano ad essere condizionati da problemi di liquidità finanziaria che non giovano a scambi proporzionali ai fabbisogni. Non a caso, tra gli acquisti di lavorati semplici, punto di forza dell’import tedesco, risultano in sofferenza significativa quelli da Paesi come la Polonia o la Repubblica Ceca, che sino a pochi anni or sono figuravano tra i fornitori più significativi di questa tipologia produttiva. In sintesi, la Germania non ha potuto partecipare apprezzabilmente alla ripresa settoriale del 2010, dimostrando che quando la domanda è condizionata da fattori strutturali, la stessa offerta a quotazioni competitive, praticata soprattutto dai Paesi in via di sviluppo, è destinata a determinare effetti limitati. Al contrario, le esportazioni hanno tenuto discretamente, sia nel grezzo che nel prodotto finito, sia pure nell’ambito di volumi contenuti: da un lato, per la minore capacità ricettiva del mercato interno, e dall’altra per l’interesse della clientela internazionale nei confronti di talune interessanti esclusive.
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Gli investimenti promozionali avvertono problemi analoghi a quelli produttivi ed evidenziano una permanente tendenza al rinvio, tanto più che l’esercizio ha scontato la consueta opzione biennale dell’unica fiera tedesca di riferimento: quella di Norimberga. Il fenomeno, del resto, è tipico di molti mercati sviluppati dove le vischiosità della domanda rendono relativamente interessante l’impegno promozionale anche da parte di un’offerta estera sempre attenta a preferire le migliori potenzialità distributive.
Giappone L’economia lapidea nipponica è caratterizzata da un profondo ristagno, che dopo avere coinvolto in modo sostanzialmente irreversibile le attività produttive e trasformatrici sta coinvolgendo anche l’importazione di manufatti ed i consumi. Nel 2010 l’impiego interno è sceso a circa 21 milioni di metri quadrati equivalenti (meno della metà rispetto al massimo storico del 1996), con un approvvigionamento dall’estero che non era mai stato così basso. Gli acquisti di materiali grezzi, ridotti a 25 mila tonnellate, si ragguagliano al due per cento di quelli che erano stati effettuati nel 1994, avendo contabilizzato un trend discendente che evidenzia in maniera icastica il regresso epocale di segherie e laboratori, il cui prodotto è
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stato sostituito quasi integralmente dai lavorati cinesi. Tuttavia, anche il flusso dei manufatti d’importazione tende a ridursi, con una flessione che nell’ultimo esercizio è stata pari al 14,5 per cento ed ha interessato soprattutto l’export dalla Cina, mentre gli altri fornitori, guidati dall’Italia con lo 0,6 per cento del totale, esercitano un ruolo ininfluente, limitato a piccole partite di materiali scelti come quelli provenienti dalla Germania o dalla Grecia. I consumi unitari sono oggetto di ridimensionamenti persino nell’arte funeraria, che pure è stata caratterizzata, storicamente, da impieghi superiori alla media degli altri Paesi sviluppati. Ciò si deve alla concorrenza dei materiali alternativi e negli ultimi anni, alla crisi degli investimenti, che il costo minimo del denaro, sostanzialmente azzerato con una politica monetaria assai mirata, non è riuscito ad elidere. Del resto, l’offerta lapidea cinese, caratterizzata da prezzi medi competitivi, non è stata in grado di promuovere lo sviluppo della domanda giapponese, pur avendo eliminato ogni apprezzabile concorrenza. Il caso del Giappone deve definirsi atipico, perché esprime una forte controtendenza rispetto allo sviluppo mondiale del settore, sostanzialmente costante, laddove si prescinda dalla grande crisi del 2009. C’è da chiedersi in quale misura il materiale cinese, di qualità talvolta non ottimale, abbia finito per giovare paradossalmente
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ai prodotti sostitutivi, agevolati, tra l’altro, dalla mancanza di qualsivoglia promozione per il lapideo di natura e dalla cancellazione della fiera settoriale di Tokio a tutto vantaggio di quelle cinesi. Maggiore successo è stato conseguito dalla produzione nipponica nelle tecnologie per marmi e pietre ed in particolare nell’impiantistica di qualità, dove è riuscita a conservare posizioni di buon livello, sia pure largamente inferiori a quelle italiane, grazie all’export verso il mercato nordamericano e diversi Paesi contigui.
Grecia La crisi finanziaria che ha investito il Paese ellenico in modo impetuoso si è tradotta non troppo paradossalmente in sensibili vantaggi per la sua economia lapidea, che ne ha tratto ulteriori spunti di ripresa in aggiunta a quelli rivenienti dalla congiuntura internazionale del settore. Nonostante il ristagno del mercato interno, che peraltro continua ad esprimere un consumo unitario fra i più alti in assoluto, il forte incremento dell’export, sia di calcarei grezzi che di materiali finiti, ha supportato lo sviluppo della produzione, tornata ai livelli di dieci anni or sono. Il caso della Grecia, prima della crisi, era stato oggetto di attenzioni particolari nel momento in cui aveva fatto registrare uno storico sorpasso delle importazioni quantitative sulle spedizioni all’estero.
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Ebbene, questo fatto nuovo è stato largamente superato dai nuovi consuntivi, anche se l’importazione ha retto in modo comunque significativo, grazie alla dipendenza dagli approvvigionamenti silicei (sempre importanti per il completamento di talune forniture), dovuta al fatto che la Grecia è tradizionalmente priva di graniti e pietre dure similari. È chiaro che nella fattispecie i fattori monetari ed i prezzi competitivi sono stati funzionali, ma un ruolo importante è stato svolto dalla qualità del materiale, che ha permesso al grezzo ellenico, grazie ad acquisti cinesi di blocchi per quasi 300 mila tonnellate, e soprattutto al lavorato, di conseguire progressi ragguardevoli sui mercati contigui e su quelli del Medio Oriente come il Libano e l’Arabia Saudita, senza trascurare la stessa Cina, Taiwan e Singapore; ma anche in Europa, a cominciare dal Belgio. Come è facile constatare da questo esempio, la congiuntura negativa può diventare un’occasione stimolante a patto che si sappia coglierne gli spunti propositivi: in questo senso, è d’uopo ricordare la disponibilità ad investire, che non è stata azzerata dalla tempesta finanziaria, tanto che nel 2010 si sono registrati investimenti in tecnologie d’importazione pari a circa 13 milioni di dollari, un terzo dei quali di provenienza italiana. Del resto, le produzioni impiantistiche locali e quelle di consumabili sono molto limitate, rendendo necessario il ricorso all’estero per un’apprezza-
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bile politica di salvaguardia dell’esistente, ed a più forte ragione, di sviluppo. La Grecia si è vista meno nelle fiere del settore, ma il suo mondo produttivo ha manifestato un’ottima capacità di serrare le file e di conseguire discreti successi commerciali anche su mercati contigui non certo prioritari come l’Albania e su quelli mediterranei come la Libia e lo stesso Egitto, senza dire della Turchia.
Italia La grande crisi che aveva interessato il comparto lapideo italiano nel triennio precedente non è stata superata ma il 2010 ha fatto registrare un’apprezzabile inversione di tendenza, soprattutto nell’export, dove quello dei grezzi attraversa una fase di ascesa che lo ha portato a conseguire un nuovo massimo storico, forte di spedizioni per un milione e mezzo di tonnellate. Al contrario, il recupero dei lavorati è stato molto contenuto, essendosi ragguagliato a poco più di tre punti, proprio mentre le vendite all’estero del grezzo mettevano a segno una crescita di oltre il 20 per cento. Il ritardo dell’export di manufatti lapidei rispetto al massimo del 1997 è stato pari ad oltre un terzo ed appare difficilmente suscettibile di elisione nel breve e medio termine, mentre la forte progressione dei grezzi pone in luce le carenze di una politica del valore aggiunto in cui altri Paesi
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si vanno impegnando alacremente. Il forte incremento della domanda grezza da parte di alcuni grandi Paesi trasformatori ed in primo luogo della Cina, grazie ai costi competitivi di lavorazione ed alla dinamica della domanda locale, costituisce una motivazione del fenomeno indubbiamente significativa, ma nello stesso tempo ne esprime un effetto. Il mercato interno è sempre stazionario, con una ripresa quasi frizionale della produzione ed una crescita delle importazioni grezze che, pur avendo ascritto un aumento del dieci per cento, accusa un ritardo del 42,9 per cento rispetto al massimo del 2004. Le importazioni del prodotto finito, dopo la contrazione dell’anno precedente, si sono ridotte di altri cinque punti, portando la rispettiva equivalenza a 7,2 milioni di metri quadrati, contro gli oltre 30 milioni dell’export. Produzione e distribuzione sono diffuse su tutto il territorio nazionale, sia pure con la tradizionale preminenza della Toscana e del Veneto. A questo proposito è da sottolineare che il rimbalzo positivo del 2010 ha interessato quasi tutte le Regioni, confermando il ruolo socio-economico espresso dal settore, anche se l’incidenza del suo export in valore su quello complessivo dell’Italia ha posto in evidenza un’ulteriore contrazione, da porre in rapporto al limite strutturale di cui si diceva. L’Italia è sempre protagonista delle commesse internazionali più qualificate ma conferma i suoi limiti nell’ambito dei gran-
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di volumi, che del resto sono comuni agli altri maggiori protagonisti dell’Occidente settoriale. Resta il fatto che il suo consumo interno, nel riferimento unitario, mantiene i livelli più alti, sottolineando l’importanza di un sempre attento impegno promozionale, anche sul mercato domestico.
Norvegia La tradizione lapidea dell’Europa settentrionale, con riguardo prioritario a quella silicea, ha un punto di forza consolidato in Norvegia, che si distingue, tra l’altro, per le cave di marmo più settentrionali del mondo nel comprensorio di Tromso. Non sorprende, quindi, che in questo Paese la crisi del 2009 sia stata superata con prontezza, sebbene permangano conseguenze significative di natura commerciale e distributiva, in specie per quanto concerne il ristagno dei valori medi. La ripresa della produzione, nell’ordine dei dieci punti, è stata conforme a quella dell’export grezzo, pervenuto a circa 400 mila tonnellate, in linea col vecchio massimo del 2004; le vendite all’estero del prodotto finito, invece, sono rimaste su posizioni marginali, con circa 300 mila metri quadrati equivalenti. Al pari di quanto è accaduto in altri Paesi dell’area, matrice essenziale del recupero è stata la domanda cinese, che ha assorbito oltre metà dell’esportazione norvegese di granito grezzo, conferman-
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do crescenti attenzioni per merci di alta qualità come i materiali a forte pigmentazione estratti nel comprensorio di Larvik. Restano ampie carenze di verticalizzazione, confermate dalla forte crescita dell’import di lavorati, con larga prevalenza di quelli semplici per uso strutturale, in cui hanno prevalso, a loro volta, le provenienze dalla Cina, seguite a distanza da quelle in arrivo dal Portogallo e dall’India: in questa voce doganale l’aumento rispetto al 2009 è stato di poco inferiore al 30 per cento, e segna un nuovo massimo con oltre 120 mila tonnellate. Assai vivace è risultato anche l’import di lavorati con alto valore aggiunto, dominato ugualmente dalla Cina, con l’India in posizione di rincalzo. Ne consegue che il consumo interno ha fatto registrare, a sua volta, un buon aumento, portandosi a 4,5 milioni di metri quadrati equivalenti, sia pure con il concorso di non pochi lavorati ad alto spessore, ma restando ancora lontano dai massimi del 2008. Scarsa consistenza ha avuto l’interscambio degli impianti di trasformazione, con specifico riguardo alle importazioni che, sempre nel 2010, sono state pari a poco più di 4000 quintali, cui corrispondono un valore di otto milioni di dollari ed una quota italiana nell’ordine di un terzo.
Portogallo La crisi macro-economica che ha investito il mondo produttivo portoghese più di
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quanto sia accaduto altrove trova riscontro nella permanenza di notevoli flessioni del prodotto interno lordo e della stessa attività edilizia ma non ha precluso al comparto lapideo un buon consolidamento dei suoi fondamentali, con riguardo prioritario all’export, salito di circa metà nelle spedizioni grezze, pari a circa 700 mila tonnellate, e di quasi dieci punti nelle vendite di lavorati, pervenute ad oltre 12 milioni di metri quadrati equivalenti. Punto di forza prioritario sono state le destinazioni in Cina per quanto riguarda i calcarei grezzi ed in Spagna per quanto attiene ai silicei. Nei lavorati semplici, che costituiscono un’altra risorsa tradizionalmente importante del Portogallo, il mercato più ricettivo è stato quello tedesco, mentre nei prodotti con maggior valore aggiunto si sono distinte le forniture all’Arabia Saudita, di volume quasi uguale a quelle dirette negli Stati Uniti. Ciò significa che l’industria lapidea lusitana è riuscita a diversificare positivamente i rischi commerciali, a cominciare dall’articolazione di base, che vede attestati grezzi e manufatti su volumi praticamente identici. Il rapporto con la Cina sta assumendo, peraltro, una rilevanza sempre maggiore, come attesta il fatto che l’export di marmo grezzo, voce prioritaria di quello totale del Portogallo, abbia trovato sbocco sul mercato in parola nella misura del 78 per cento. L’impiego domestico, pur giovandosi di un consumo unitario fra i più alti d’Euro-
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pa, ha avvertito il peso della congiuntura negativa e si è ulteriormente allontanato dal massimo storico conseguito nel 2006: in tale raffronto, la flessione del 2010 assomma a circa 12 punti. Conseguentemente, le importazioni sono diminuite, sia pure in misura contenuta, ed hanno conservato una quota maggioritaria di grezzi, destinati ad alimentare le unità produttive locali con un ventaglio ben articolato, ad integrazione di un volume domestico proveniente da distretti affermati tra cui emerge quello dell’Alentejo, dove la collaborazione del momento pubblico continua ad essere caratterizzata da attenzioni non marginali per il ruolo socio-economico del comparto: ad esempio, nella politica delle infrastrutture, ivi compresa quella di stoccaggio degli scarti. Di buon interesse, in entrambi i flussi del commercio estero di settore, sono rimasti i rapporti coi Paesi di lingua portoghese, ed in particolare con Angola, Mozambico e la stessa Macao.
India La congiuntura settoriale dell’India, che si conferma massimo protagonista del comparto lapideo, secondo solo alla Cina, non sembra immune dai fattori critici che hanno condizionato negativamente i mercati occidentali, sbocchi prioritari delle sue produzioni. Il consumo domestico ha continuato a progredire in misura apprez-
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zabile e le vendite di granito grezzo alla stessa Cina hanno fatto altrettanto, portandosi non lontano dal 50 per cento in volume (ed oltre, qualora si tenga conto del flusso aggiuntivo verso Hong Kong), ma le cifre assolute dell’export sono rimaste sostanzialmente stazionarie. A livello statistico può avere inciso il carattere disomogeneo del periodo di riferimento, perché l’esercizio indiano non coincide con quello dell’Occidente, ma a ben vedere non si tratta di un fattore determinante. Va detto, invece, che l’euforia del mercato interno, ben dimostrata dal trend di vivace crescita delle importazioni grezze, in specie di marmo, raddoppiate nel giro di un triennio e cresciute di circa venti volte nel volgere del decennio, si è tradotta nella minore disponibilità di offerta all’export, soprattutto per i blocchi. La straordinaria crescita degli approvvigionamenti dall’estero, sebbene sia largamente inferiore al volume delle vendite, nella proporzione di uno a dieci, ha suscitato notevoli preoccupazioni nel comparto lapideo locale, fino al punto da promuovere la richiesta di adeguati calmieri, che d’altra parte non trovano motivazioni nell’avvento di strategie sempre più diffuse di liberalizzazione degli scambi. Del resto, in tempi ormai remoti era accaduto altrettanto per l’intervento antidumping sollecitato in Unione Europea dai marmisti di Francia e Germania, a fronte dell’import di lavorati indiani ritenuti troppo competitivi (ma non fu pos-
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sibile dimostrare che quelle produzioni venivano realizzate sulla base di costi superiori al prezzo di vendita). Il ventaglio di destinazioni estere dei manufatti è rimasto opportunamente differenziato, con gli Stati Uniti in posizione prioritaria, seguiti da Emirati Arabi, Turchia, Germania e Regno Unito, mentre l’Italia segue in sesta posizione. Ciò, nell’ambito di valori unitari mediamente in rialzo, anche alla luce dell’alto valore aggiunto di parecchie spedizioni, come quelle dei masselli per l’arte funeraria. Si deve aggiungere che le attenzioni dell’industria lapidea indiana per lo strumento promozionale sono conformi all’importanza raggiunta nell’economia del settore: da un lato, attraverso le grandi fiere di Bangalore e Jaipur, e dall’altro, tramite la presenza diretta alle maggiori manifestazioni internazionali come in quelle in Cina, in Europa e negli Stati Uniti, cui si deve aggiungere la disponibilità di importanti Soggetti scientifici preposti alla certificazione ed alla documentazione tecnologica.
Regno Unito La ripresa lapidea del 2010 ha trovato una manifestazione significativa nei consuntivi del Regno Unito: un Paese di tradizione produttiva limitata, che tuttavia non pregiudica un buon andamento dei consumi, nell’ambito di una costante rivalutazione
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del materiale, in specie d’importazione, da parte di costruttori e progettisti britannici. Le cifre dell’ultimo esercizio sono molto indicative, con acquisti di grezzi che sono saliti a circa 900 mila tonnellate, incrementandosi del 29 per cento rispetto al 2009, mentre gli approvvigionamenti del prodotto finito hanno superato le 650 mila tonnellate, a cui corrispondono oltre 12 milioni di metri quadrati equivalenti, con un aumento del 17,8 per cento. Per converso, l’export inglese è poco significativo, sebbene non manchino esempi di lavori importanti realizzati all’estero da imprese locali. Nella tradizione lapidea del Regno Unito è compreso un forte utilizzo del granito e del marmo bianco negli impieghi funerari. Ciò spiega il notevole import di materiali grezzi, sia pure a fronte di strutture relativamente circoscritte nell’ambito della prima trasformazione: esiste un notevole volume di acquisti semilavorati da parte dei marmisti, che nella misura di quattro quinti del totale hanno avuto riguardo a pietre indiane, ed in subordine, cinesi. Quanto al prodotto finito, le provenienze sono più articolate, sebbene le forniture asiatiche rimangano prevalenti, con l’aggiunta di un forte volume di ardesia in arrivo dalla Spagna. Si deve segnalare la permanenza di un notevole volume di acquisti del lavorato semplice, destinato ad impieghi esterni di tipo stradale o strutturale. In questo caso, la minore capacità di fronteggiare
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costi di trasporto a largo raggio ha dato la preferenza ad approvvigionamenti macro-regionali come quelli provenienti dalla Scandinavia e soprattutto dall’Irlanda. Il consumo domestico del 2010 è valutabile in circa 21 milioni di metri quadrati, con un aumento di oltre un quinto rispetto all’anno precedente. Non sono stati recuperati i massimi del 2007 ma l’inversione della tendenza negativa rilevata nel biennio successivo è stata certamente apprezzabile: vi hanno contribuito, tra l’altro, rinnovate attenzioni promozionali anche da parte degli esportatori di Asia ed Europa, intervenuti con buon interesse alle iniziative britanniche. Le prospettive di ulteriore sviluppo del mercato inglese restano ragguardevoli, se non altro perché il suo consumo unitario è tuttora limitato, ponendosi in una condizione di retroguardia rispetto agli altri grandi Paesi europei. Inoltre, i Giochi Olimpici in programma a Londra nel 2012 sono in grado di conferire nuovi impulsi anche al settore lapideo.
Russia Lo sviluppo lapideo si è manifestato in termini largamente superiori al pur significativo recupero mondiale che ha fatto seguito alla crisi del 2009, ed il consumo domestico ha fatto registrare un incremento assai importante, nell’ordine di circa un terzo, raggiungendo un nuovo
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massimo, oltre le pur favorevoli ipotesi già formulate per questo mercato. A tali risultati ha contribuito in maniera decisiva l’ulteriore progresso dell’edilizia, con un volume di costruzioni residenziali raddoppiato nel corso del decennio ed attestato, fra l’altro, dalla rilevazione di 60 mila nuove abitazioni in ragione mensile, nonchè dal successo della fiera settoriale di Mosca. Il successo di marmi e pietre si deve in larga misura alle importazioni, segnatamente di lavorati, più che raddoppiate rispetto all’esercizio precedente, con un flusso di acquisti pari a 375 mila tonnellate, cui corrispondono circa sette milioni di metri quadrati equivalenti (allo spessore convenzionale di cm. 2). Meno alto in cifra assoluta, ma assai notevole in percentuale, è stato anche l’acquisto di grezzi, che sottintende un impegno dell’industria locale nelle attività di trasformazione, confermato da un buon aumento dell’export, soprattutto verso alcuni mercati contigui dell’ex-Unione Sovietica, quali Tagikistan e Turkmenistan. Gli approvvigionamenti del prodotto finito effettuati nel 2010 sono giunti dalla Cina per la maggioranza assoluta del volume, mentre altre forniture importanti sono pervenute, nell’ordine, da India, Ucraina, Turchia e Italia (quest’ultima, con una quota di mercato pari a cinque punti). È da notare che il prezzo medio spuntato dagli esportatori sul mercato russo è stato di quasi 35 dollari al metro quadrato,
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da ritenersi soddisfacente, in specie se si considera l’alta componente di materiale cinese venduto a quotazioni competitive. La Russia figura tra i primi sette importatori di tecnologie settoriali, con un volume d’affari che, sempre nel 2010, ha superato i 47 milioni di dollari, un terzo dei quali riferiti agli acquisti dall’Italia; in Europa, invece, figura al terzo posto assoluto, dopo la Germania ed a breve distanza dalla Francia. Ciò vuol dire che gli investimenti attraversano una fase positiva, a seguito di un periodo incerto piuttosto lungo. Con poco più di 200 metri quadrati per mille abitanti, il consumo pro-capite rimane lontano da quello dei Paesi occidentali europei, dove la tradizione lapidea ha radici più estese anche nei segmenti medi di utilizzo. In Russia, al pari di quanto accade nell’Est e nella stessa Cina, marmi e pietre sono prodotti tuttora elitari, ma la tendenza, anche in quest’area, è verso una progressiva democratizzazione dei consumi in grado di promuovere ulteriori prospettive di sviluppo, al di là dei risultati positivi già conseguiti durante la recente congiuntura.
Spagna La struttura del settore lapideo in Spagna si va nettamente modificando in favore dell’export grezzo, che ha fatto registrare una forte ripresa dopo la crisi del 2009 ed
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è pervenuto ad un nuovo massimo storico, con oltre 1,4 milioni di tonnellate spedite. Non è un fenomeno unico, che trova una somiglianza significativa con quanto accade in Italia, senza dire che si accompagna ad un notevole ridimensionamento delle attività trasformatrici: infatti, il carico di lavoro è sceso a meno di 4,9 milioni di tonnellate, contro i 6,1 del 2005. L’importazione grezza ha recuperato soltanto qualche frazione rispetto al 2009 e risulta inferiore del 58 per cento al suo massimo, raggiunto nell’ormai lontano 2003. Il mercato interno ha confermato le dimensioni in essere, attestate sui minimi dell’ultimo decennio, mentre l’esportazione di lavorati ha recuperato il 3,7 per cento ma continua a manifestare diffuse vischiosità. Rispetto alle condizioni generali del Paese, il comparto ha posto in evidenza una capacità reattiva degna di nota ma la propensione ad investire, al pari di quanto accade in altre economie mature dell’Occidente, rimane limitata. L’assunto è confermato dall’interscambio di tecnologie, dove l’importazione risulta inferiore di circa quattro volte al suo massimo storico e dove l’export, al contrario, lo ha raggiunto proprio nel 2010, a fronte di una ricettività del mercato interno decisamente inferiore. D’altra parte, anche in Spagna gli investimenti produttivi effettuati globalmente nell’ultimo decennio sono stati importanti e sono ancora lontani dall’avere completato il normale
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ciclo di ammortamento. L’export grezzo, che si è distinto per la ripresa accentuata, deve il successo dell’ultimo esercizio alle spedizioni di materiali calcarei, che hanno costituito il 74,7 per cento dell’aggregato, mentre quelle di silicei sono rimaste intorno alle 300 mila tonnellate. Ciò si deve, tra l’altro, alla tonalità cromatica dei graniti spagnoli, notoriamente meno accesa rispetto a quella dei maggiori concorrenti extra-europei. Un punto di forza del settore si conferma l’ardesia di cui la Spagna è sempre leader mondiale. Non a caso, l’esportazione di questo materiale, nella sua componente lavorata, ha interessato oltre mezzo milione di tonnellate, con destinazioni quasi totalitarie nell’Unione Europea, a cominciare da Francia e Regno Unito: si tratta di un esempio importante della cosiddetta macroregionalizzazione dei consumi, meno avvertito, peraltro, dai maggiori concorrenti dell’ardesia spagnola, che sono la Cina e lo Stato brasiliano del Minas Gerais. In sintesi, è possibile affermare che la crisi, per alcuni aspetti epocale, abbia trovato un valido antidoto nella presenza di parecchie esclusive prestigiose, soprattutto nell’ambito del marmo; e nella capacità produttiva e distributiva di taluni Soggetti leader a livello di nicchie importanti come quelle dell’arredo e dei piani da cucina.
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Sudafrica Le condizioni di sostanziale equilibrio che caratterizzano da tempo il comparto lapideo sudafricano non hanno subito apprezzabili modificazioni nel corso del 2010, anche se il recupero dell’esportazione grezza, peraltro largamente maggioritaria fino ad esprimere quattro quinti del totale, è stato accompagnato da un incremento del prodotto finito di entità analoga. Il volume del materiale estratto è sempre lontano da quello degli anni di maggiore sviluppo, a fronte di una permanente politica di salvaguardia qualitativa chiamata a confrontarsi con problemi locali ricorrenti, sia nel campo sindacale che in quello dei trasporti. La struttura della produzione e dell’export si basa tuttora sull’apporto fondamentale del granito, lasciando un ruolo integrativo al marmo, e con qualche maggiore potenzialità di sviluppo anche all’ardesia. Quanto al consumo interno che rimane circoscritto, si deve segnalare il ritorno a quote di manufatto non lontane dai massimi, nell’ordine dei sei milioni di metri quadrati equivalenti: ciò, con vantaggio specifico per le attività trasformatrici domestiche, tanto più che l’importazione di lavorati, pur avendo recuperato mezzo milione di metri quadrati, esercita un ruolo complementare. Destinazione maggioritaria del granito sudafricano è l’Italia: si tratta di un aspetto da porre in evidenza, trattandosi
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di un caso ormai infrequente, in cui non si registra la prevalenza degli acquisti cinesi del grezzo. Sono da menzionare anche le spedizioni in Belgio ed in Polonia, a conferma dell’importanza trasformatrice assunta dalle segherie di tale ultimo Paese, e dell’apprezzamento per il granito nero manifestata dalla clientela locale nel quadro di uno specifico interesse per i materiali scuri od a pigmentazione accesa destinati alla memorialistica. La promozione non fruisce di iniziative fieristiche locali, puntando essenzialmente sul valore del materiale, sulle strategie di ottimizzazione produttiva e sull’intervento sistematico che le Case titolari delle maggiori risorse riservano alle manifestazioni significative del comparto. Gli investimenti in tecnologie, a fronte delle permanenti carenze di verticalizzazione, sono relativamente limitati ma evidenziano una significativa preferenza per il prodotto italiano: nel corso del 2010, a fronte di approvvigionamenti globali di impiantistica settoriale per un valore pari ad oltre dieci milioni di dollari, l’apporto di quella italiana, che vanta la maggioranza relativa dell’import sudafricano, ha raggiunto un terzo del totale.
Taiwan L’andamento storico del consumo taiwanese che dipende in misura largamente maggioritaria dell’importazione dei materiali
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grezzi (l’estrazione locale esercita un ruolo complementare pur potendo contare su talune esclusive interessanti), è sempre stato oscillante, sia pure nell’ambito di valori unitari che si collocano, assieme a quelli coreani, sui massimi extra-europei. Il 2010 non costituisce un’eccezione, avendo fatto registrare, al pari di quanto è accaduto mediamente in tutto il Far East, un recupero pari a circa un quinto del volume posto in opera durante l’anno precedente. L’import grezzo, pur restando notevolmente inferiore al massimo del 1999, ha messo a segno una crescita del 30 per cento, che si deve in misura preponderante, come da consuetudine, al prodotto siliceo ed alla vocazione trasformatrice di Taiwan, dove si registra la più alta capacità segante extra-europea pro-capite. Le maggiori provenienze hanno avuto riguardo alla Cina ed all’India che hanno alimentato metà degli approvvigionamenti locali di granito grezzo, senza trascurare gli altri Paesi dell’area, mentre gli acquisti dei prodotti tipici europei sono rimasti marginali. Diverso è il caso dell’import di calcarei grezzi, dove alcuni flussi rilevanti sono pervenuti da Turchia, Italia e Spagna. Quanto ai lavorati, che hanno dato luogo ad arrivi per circa 5,2 milioni di metri quadrati equivalenti, oltre nove decimi del totale sono pervenuti dalla Cina, il cui controllo del mercato taiwanese del finito è diventato quasi assoluto, alla stregua di quanto accade, a livello quantitativo maggiore, in Corea del Sud e Giappone.
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Del resto, i rapporti di integrazione commerciale con la “Mainland” hanno dimostrato di potersi incrementare a prescindere dalle pregiudiziali di natura politica. L’esportazione lapidea è rimasta quasi marginale e limitata ai manufatti, confermando che gran parte delle attività trasformatrici locali è destinata al mercato domestico e sottolineando l’importanza di Taiwan anche per quanto si riferisce alle tecnologie, accreditate, sempre per il 2010, di esportazioni per circa 45 milioni di dollari. Ciò non significa che il mercato taiwanese delle macchine e degli impianti non sia di buon rilievo anche a livello d’importazione qualitativamente significativa: quella di provenienza italiana è risultata pari a 3,5 milioni di dollari. Taiwan resta un ottimo outsider nel panorama lapideo asiatico pur essendo condizionata, nelle sue prospettive di sviluppo, dalla contiguità del gigante cinese e subordinatamente dalla stessa India. Tuttavia, sta dimostrando di poter conservare un ruolo importante e di costituire un buon modulo di riferimento anche nell’ambito dei consumi unitari e di una promozione basata su tradizioni importanti e su qualità di livello.
Turchia La leadership turca è dichiaratamente sicura nell’ambito delle riserve accertate e coltivabili, con riguardo prioritario a quelle
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di marmo e travertino, che nei primi cinque comprensori (Balikesir, Denizli, Afyon, Tokat, Canakkale) ammontano a circa quattro miliardi di metri cubi lordi, pari al 75 per cento del totale. La consistenza di queste risorse suffraga il ruolo di protagonista assunto dalla Turchia e confermato dal fatto che, già oggi, questo Paese è il terzo produttore mondiale di lapidei dopo Cina e India, con una quota mondiale nell’ordine del nove per cento, notevolmente più alta se riferita ai soli calcarei. L’ampiezza dello sviluppo conseguito si spiega con volumi e qualità, ma nello stesso tempo con le strategie industriali che hanno dato vita ad un cospicuo programma di investimenti, cui hanno contribuito tecnologie di fabbricazione domestica, e soprattutto quelle di provenienza estera, in primo luogo italiana (con un giro d’affari del “made in Italy” che nel 2010 ha raggiunto i 30 milioni di dollari). Un altro motivo essenziale del successo turco va individuato nella politica distributiva ed in particolare nell’esportazione, equamente suddivisa, quanto a valore, tra grezzi e lavorati, i cui mercati di massimo sbocco si sono confermati, rispettivamente, la Cina e gli Stati Uniti (nonostante le permanenti sacche critiche presenti nel grande emporio nordamericano), mentre volumi di tutto rispetto ed in significativa ascesa hanno interessato, fra le altre, le destinazioni in Russia, Libano, Paesi arabi ed Africa mediterranea. In tale ottica, l’assunto recentemente il-
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lustrato a cura dell’Associazione di categoria del comparto (Tummer), secondo cui la Turchia si candida ad essere il nuovo leader del mondo lapideo entro una decina d’anni, trascende la pur comprensibile valenza promozionale, sebbene il primato cinese fruisca di un vantaggio che per il momento appare incolmabile. Va aggiunto che la preferenza per una politica quantitativa del grezzo, supportata dall’impetuoso sviluppo delle vendite in Cina, conferisce all’assunto in parola un carattere sostanzialmente conservatore. Contributi non marginali all’espansione possono derivare dalle fiere, ed in particolare da quelle di Istanbul e soprattutto di Izmir, che nella primavera del 2011 ha visto la presenza di ben 1425 espositori provenienti da 42 Paesi, confermandosi nella prima terna del mondo. Si deve aggiungere che l’età media delle Aziende turche è relativamente bassa, tanto che secondo dati di fonte accademica (in Turchia il rapporto fra il momento produttivo e quello scientifico è particolarmente stretto), soltanto un terzo delle medesime opera da oltre dieci anni. Ciò significa che la maggior parte degli investimenti è stata effettuata in tempi recenti, con l’ammortamento tuttora in corso e con livelli comprensibilmente competitivi della produttività.
USA L’inversione di tendenza che ha fatto
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seguito alla grande crisi del 2009 si è avvertita anche negli Stati Uniti, ma gli effetti della congiuntura negativa sono sempre di tutta evidenza. In particolare, il consumo interno ha potuto recuperare circa cinque punti, ma è rimasto lontano dai vertici del 2007, quando si era portato intorno a 112 milioni di metri quadrati equivalenti, ben lontano dagli attuali 75. L’importazione dei lavorati lapidei, che soddisfa tre quarti della domanda domestica, avverte tuttora le incertezze dovute alla stasi degli investimenti ed ai timori sulla reale possibilità di programmare una politica di sviluppo diffuso. Non a caso, il progresso nei confronti del 2009 si è limitato a circa 150 mila tonnellate, cui corrispondono tre milioni di metri quadrati equivalenti: il 3,8 per cento degli impieghi. Si deve segnalare, invece, un discreto incremento dell’esportazione, che ha portato quella dei manufatti ad un nuovo massimo storico, con l’apporto determinante dei Paesi contigui: segno che le produzioni locali non trascurano le potenzialità offerte dalla domanda estera, tanto più apprezzabili visto il ristagno di quella locale. I materiali altrui hanno manifestato un diverso gradiente di recupero, notevolmente più vivace per quelli del Brasile, che è tornato in testa alla graduatoria dei Paesi fornitori, davanti alla Cina ed all’Italia: il solo Paese, quest’ultimo, che non sia riuscito a fruire della pur contenuta ripresa nordamericana, tanto da avere ascritto
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un nuovo minimo. Nello spazio di un decennio, la quota italiana dell’import statunitense di lavorati è scesa, nel ragguaglio in valore, dal 38 per cento al 14, con un trend discendente molto accentuato e condiviso con la sola Spagna. Non ha brillato troppo nemmeno la stella cinese, mentre progressi superiori alla media, sono stati acquisiti, oltre che dal Brasile, da India e Turchia. La sensazione prevalente è che il Paese stia attraversando una fase di assestamento, in cui è possibile intravvedere qualche iniziativa per il rilancio delle produzioni domestiche basato sulla valorizzazione delle tecnologie proprie, visto che l’import delle macchine di prima trasformazione è tornato ai livelli del 2002 con un ulteriore calo del 14 per cento che ha dimezzato il valore approvvigionato appena cinque anni or sono. È logico che agli Stati Uniti, primo mercato d’importazione lapidea in valore, si guardi con attenzioni costanti e che non si lasci alcunché d’intentato, anche sul piano promozionale, per coltivare al meglio le sue indubbie potenzialità, sottolineate dal basso livello dei consumi unitari. Di qui, il discreto successo di manifestazioni che conservano un elevato indice d’interesse professionale, a cominciare da Coverings (quest’anno nella tradizionale sede di Orlando) se non altro per il numero e la qualità delle iniziative collaterali.
Leading Countries files 1994-2010
Australia The Australian stone resource, which is not limited at all, boasting of the territory of an entire continent, is subject of a relatively limited valorization, with the most significant peaks in northern Queensland, in South-East, and with some interesting exclusive silica in Tasmania. Transforming structures are poorly developed, the import of raw material is quit limited, instead of the finished product that has reached noticeable volumes. In 2010, the artifacts coming from abroad have exceeded 200 000 tons, equal to two fifths of the requirements, and expressed a value of 124 million dollars. These supplies, which were briefed to 3.7 million equivalent square meters, were carried out at a unit price of about $ 33, less than a few points away from the material originating from China: this is a innovation phenomenon to which have
contributed imports of current materials from Indonesia, Iran and Vietnam. Quantitatively, the leading supplier was China, followed at some distance by Italy, India, Turkey and other manufacturers mentioned. The export of raw stone peaked last decade, to reach almost 20 thousand cubic meters, with prevailing destinations in the Far East and occasional movement to other countries of Oceania, which add some little volume of processed products to the total. Building activity in 2010 has shown a quantitative reduction of more than seven points, offset by a slight increase in investment. In fact, the use of stone has an overall growth in the order of 13 percent, which made it possible to recover most of the previous downturn, thus to settle not far from the historical high of 2008. This result is considerable: even more for a country on the outskirts of the great promotional activities.
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From the strategic point of view the sphere of influence of China, and to a lesser extent of India, has lift off, making subordinate the trade relations with the West and particularly with Europe, even in technology, where the Italian share of the Australian market decreased to 29.7 percent. In other words, the Chinese leadership tends to spread in areas with demand for high quality: to this phenomenon have contributed the need to taper the transportation costs and the wide range of materials, not always domestic products, but available through Chinese export.
Austria This is a typical second-tier market, characterized by the good volume of intertrade and by a consumption the is, to a limited extent, conditioned by the effects of the international economy, although limited in terms of development prospects because it has reached the state of mature economy: in this sense, Austria can considered similar to German, at least for their economic and cultural proximity. About two-thirds of stone products (set in place in 2010) were imported, with a large prevalence of manufactured products, not far from the maximum. Also in Austria, the first supplier is China with nearly half the volume of incoming, followed at some distance by Germany, India and Italy, to
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confirm a record that went like wildfire extending in a large majority of countries, and differed attentions that go beyond the potential outlet dimensions. The volume of demand is paying the limited demographic consistency, but the consumption per capita is considerably higher than those of continental Europe except for Switzerland, benefited from greater availability of local stone and an average income of the top. The building fair of Salzburg is a decent tool for documentation and promotion, meeting to the real characteristics of the market. The success of the Chinese material has a negative effect on so-called border trade with neighboring countries such as Switzerland itself, particularly Slovakia and Italy, a traditional provider of local products such as porphyry and other stones, especially from the Alps. A non marginal volume of raw material, which in 2010 reached to 185 thousand tons but dropped down compared to the previous two years, has been subject to the exportation mainly into Germany, Slovenia and Switzerland, especially with particular regard to quartzite, sandstone and similar rocks. Within technology, export is slightly higher than import, but in both cases the interchange volumes are far from their maximum levels. However, with respect to the value the average price of purchases of machines is a third higher than the European average, with widely prevalent
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origins from Germany, while the Italian share is quite low, they are just over ten percent of the total: another effect of Austrian gravitation towards its reference market.
Belgium The relatively small size of the Belgian stone industry co-exist with a very high level of consumption, and especially of those denominations, where Belgium, with respect to contractions occurring in other European countries with a strong user such as Greece and Switzerland, has come to lead the list with nearly two equivalent square feet per capita, undoubtedly, a remarkable result. This was achieved thanks to a niche product like the Blue Stone which has faced in a positive way the strength of competition, and above all, an important flow of purchased products, which in 2010 exceeded one million net tons for the first time. These supplies over two fifths refer to materials from China, but an important role was played also by those in Europe. A fairly good volume of business is insured, for its part, by the arrivals of raw material, intended in part to domestic sawmills. The rest continues to radiate outward from the port of Antwerp, feeding a significant volume of intermediation. The Belgian stone industry maintains good propensities to invest: not surprisingly, the country ranks among the top six importers
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of sector technologies among the twentyseven European nations, with a volume of purchases that in 2010 exceeded 30 million $, more than a third of which are of Italian origin. It should be added, however, that the volume of purchases of machinery and equipment continues to be very far from the maximum, achieved between 2007 and 2008: these investments are still young and therefore far from replacement timing. The year 2010 has seen also a revival in exports of technologies, which has resulted in about $ 17 million (maximum of the last three years), boasting established production facilities, also in the field of research. A significant portion of the available stone material is subject to export, especially as regards the finished product. From this point of view, it benefits primarily from the so-called Belgian border traffic to the neighboring countries (France, Germany, Luxembourg, Netherlands), where there exists, since a long time, an efficient relationship of osmosis. On the contrary, oversea exports are always marginal. The promotion, as befits a country with high levels of consumption, has additional though important functions, thanks to a trade fair with extensive experience like that of Liege and cultural activities in the sector, especially in Wallonia.
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Brazil The crisis of 2009 had strongly shaken those Stone processing countries which are linked to the North American market. For this reason, the decline of production and trade of Brazil was above average, with negative results were all the more relevant as they interrupted a long trend of constant increase. In 2010, the U.S. demand has reversed that trend in a still limited rate, but enough to give new impetus to the Brazilian stone. The production recorded a growth of about 12 points that has permitted to achieved a new historic peak, even for the intake of an internal market getting almost euphoric due to programs for large investments in public works and in view of the world football championship 2014, which provides an influx of more than 600 000 foreign visitors: only for the stadium and the optimization of airports there are planned works for three billion dollars. In turn, exports of raw material have completed quit an extraordinary leap in the order of 50 percent, reaching near to the final record in 2006, thanks to strong Chinese demand, capable of feeding the 62.8 percent of Brazilian shipments of blocks and semi-finished products. Very remarkable was also the restart of export of manufactured goods, up to 21 percent, with an outflow of nearly 20 million equivalent square meters. In this case, the recovery of the U.S. market has
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been decisive in the processed valueadded products, with a market share of 78.9 percent, supplemented by purchases of Canada, second largest importer of Brazilian finished products, and lower but still significant volumes by Mexico and Venezuela. An important addendum was made up again by slate, of which Brazil is the second largest producer, with an incidence in the finished product exports amounting to 160 000 tons net, which correspond to approximately three million square meters: the destinations were more complex, prevailing those directed in the United Kingdom. The domestic demand is accredited by the volume of consumption of approximately 43 million square meters, which led to triple the amount in 1994 and to qualify with a growing presence of stone material the important building activities in the major cities of Brazil. From this point of view, a positive role has been exercised by training initiatives (including a new stone mason school) and the promotion campaigns: Brazil boasts two specialized annual fairs in Cachoeiro and Vitoria.
Canada A positive rebound has been recorded in Canada, albeit without emphasis: on the other hand, the previous crisis had hit to a limited extent, so that the decline in
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consumption related to 2008 had already been recovered the year after, which was followed by a new growth of four points. The imported raw material, which reached 125 thousand tons, increased by one quarter, while that of the finished product has remained almost stationary, with nearly eight million equivalent square meters. In turn, shipments abroad have maintained their positions, with a notable prevalence of the finished product to the United States. The Canadian market is characterized by a preferential relationship with the U.S. enhanced by contiguity of four thousand kilometers. The only significant exception is the export of siliceous stones, with sales in the Far East, and particularly in China and Taiwan, thanks to some important exclusive granites with a very bright pigmentation. The high resistance of the fundamental stone types of this country is an important motivation for the positive building activities, where investments have continued to progress without interruption, expressing a balance sheet in significant contrast to the global economy. This is a very considerable result, as it emphasizes the autonomy of the Canadian economy against the United States, and at the same time, because it has been achieved in the absence of major promotional events. The upward trend in the building sector is combined with positive results for use in stone, the more significant by reference to
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the use of materials with high resistance to temperature, generally due the use of tiles above average thickness, especially for the external claddings. Local technology production is of little substance, unlike a very selective import in terms of quality, whose Italian share of the 2010 has maintained 28 percent of the total value: it is a “share� to be considered satisfactory, at least with regard to U.S. competitiveness induced by geographical contiguity.
China The consolidation of the primacy of the Chinese stone was confirmed by largely positive final balances, several points higher than the likewise striking gross domestic product. The value of exports reached 4.1 billion U.S. dollars, an increase of 16.1 percent over the previous year, and input into the district of Xiamen of just under two thirds. Even more fiery was the growth in imports, which reached almost $ 2.3 billion, more valuable, as made up to a very large majority of raw material. Furthermore, the export of China stone has affected 130 countries around the world, covering a range of latitudes that knows no bounds nor longitude. Moreover, the large numbers of manufacturing time speak for themselves: in China, according to the news of Shandong Stone Association, there are six thousand quarries, many
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of which have multiple (in the sense of interest to only one deposit with different exploitation areas) and 24 000 companies operating in the sector, five of which are involved in trade with foreign countries. The strong import growth attests to the vitality of the internal market, in which there were used about 270 million square meters, and confirms the Chinese leadership also in consumption (except for unitary consumptions). It also emphasizes the existence of a strong propensity to invest, especially in technology import, where China has another world record, to which the Italian plant engineering makes an important contribution: in 2010, with purchases of machinery and related appliances at more than $ 85 million and to 18.8 percent of total supplies in China, where also the supplies of Switzerland and Japan are in high positions. In other words, these are quality products from developed countries. We said that the purchase of raw material, where China lays down conditions for the of the market with major purchases, especially in the field of limestone, where the scene is dominated by shipments from Egypt and especially from Turkey, but where there are many countries that have been able to overcome critical economic stages due to the growth of Chinese demand. This concerns the granite from Finland and Norway, the first of which the rail link has benefited beyond any expectations, and this is the case of other typical products,
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including the one of Carrara. in 2010 the building activity has recorded a remarkable turnaround, but the phenomenon did not result in impacts on the stone industry: on the one hand, because the use of marble and natural stone takes place in the last phase of the construction process the recording refer to the beginning of work, and on the other hand, because the preferred design for a natural product permits to positively cope with economic fluctuations, due mainly to structural rather than monetary reasons.
South Korea The stone sector of Korea has been representing for several years an important market for the finished product and is almost exclusively controlled by China. The supply of the items corresponds, for the last three-year period, to more than 40 millions equivalent square per year, which allow to meet a domestic demand equal to 50 millions, now substantially stationary. As for the last accounting year, the volume of said purchases was covered by Chinese sales to the extent of 92.5 per cent, with a flow in absolute figure, which has increased by about one point: All this corresponding to a currency equal to 734 million dollars, in turn increasing by a 7.8 percent rate, while the average value was $ 17.7 per meter, with a revaluation of seven points. There is still a negative
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differential concerning the overall average price trimmed by the exports of China (also due to the proximity of the market), but with a tendency to shrink. Imports of raw material are always marginal, such as exports, including the processed material, that is reduced to a minimum. In other words, the convenience to simply purchase finished products has made essentially irrelevant the domestic production and processing activities: it is a striking example of already well established strategic changes. The competition with China, especially by Europe, has merely complementary a role, with small volumes of sales related to niche products, which are a prerogative of Italy, Turkey and Spain. Unlike the case of technology, where the Korean production is still important, with a volume of foreign sales that in 2010 was close to 50 million dollars, and imports of equipment for finishing in the order of ten, to which Italy has contributed for more than a third. This means that the equipment market, unlike what happened to the materials, can always count on selective demand that pays attention to efficiency and quality. Under these conditions, the promotion of stone products is entrusted primarily to the competitiveness of prices and the democratization of the uses that is derived from: in the space of sixteen years the square meters of marble, granite and stone used in Korea increased by three times
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and half. Also in that case supporting fairs were no longer necessary: the relevant operators have been able to find viable alternatives in the information field in the events of others, and in first place in the Chinese ones.
Finland The stone upturn of 2010 was quite vibrant in northern Europe, particularly with regard to Finland, where it has found unique patterns of chromatic and technological value of its resources, in an excellent level of scientific support and the ability to direct the best the distribution flow, according to the changing needs of the global market. The raw material exports have recovered about one third of the volumes that were lost in 2009, reaching peaks not far from historic maximum values and generating proportional effects on production. All this in the light of a new, strong growth of Chinese demand for raw granite, benefited from transportation across Siberia that has proved competitive with respect to sea transport. Among the other destinations emerge the ones directed to Italy, Spain and Poland, while the others have played an almost marginal role. It is important to underline the good innovative feedback of the Polish demand for raw blocks, which implies the presence of appropriate processing facilities, partly designed by the adjacent
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German market, and the willingness to appreciate quality goods such as Finnish products, especially for funerary purposes. The lack of vertical integration, except for some niche products such as soapstone, intended for uses such as functional and decorative stoves, are obvious, as witnessed by the marginal level of exports of manufactures and the discrete volume of finished product purchases, that just in 2010 reached a new maximum, in the order of 1.3 million equivalent square meters. Finnish investments mainly concern the quarries, where technical development is traditionally linked with a strong domestic technology and with strong attention to environmental protection. Remain low, however, the investments for processing, which refer to imported machinery which in 2010 amounted to about four million Euros, one third of which are of Italian origin. On the promotional level the attention of the Finnish silica are mainly orientated towards scientific documentation and information, without neglecting the presence at the major trade fairs in Asia and Europe, where interest in materials of very good references is persisting.
France The most significant data of 2010 concerns the good recovery in imports
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of manufactured stone and the domestic consumption, which has allowed us to fully recover the loss of the previous year, although the historical record remains that of 2006. Measured by volume, the purchases of foreign manufactured products equaled to about 18 million equivalent square meters, while those of raw material have corresponded to slightly over 300 000 tons (with a large prevalence of silica from Belgium) from which, less the waste, three and a half million square meters. In other words, the processing facilities have been subject to limited investment in innovation, especially as domestic stone exploitation remained almost unchanged. Among the origins of processed stone material it is always China which excels, even with regard to simple objects, with the exception of the slate, where the major share of supply comes from Spain. However, the prevalence of China, especially in the field of materials with high added value, does not express the absolute majority as happens in other markets: important are also the quantitative flows coming from Turkey, Portugal and Italy. As for exports, oversea sales have continued to emerge, even in relatively low volumes, for the high quality of the product and the resultant level of average values. Similar considerations apply to the internal market, where its unitary use is not yet competitive with that of European
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countries with a long stone tradition, but at the same time, it is prone to more frequent use of “top” materials. The phenomenon helped the great traditions of trans-alpine architecture and at the same time a targeted promotion, both regarding the designer and the user: for example, through the traditional steps of the “Mois de la pierre” and the presence of important vocational training institutions. The structure of raw and semi-finished import, where supplies from India and China are quite limited, suggests that the problem of competition particularly competitive, especially concerning funerary products, which in the past were subject of a European request for anti-dumping action, then aborted, has been reduced in favor of the left and those from indigenous materials, as mentioned, from nearby Belgium, at least for the competitiveness of the transport costs. After all, France remains a major player on the international scene, albeit considering the slightly viscous production dynamics and the attention for a utilization that distinguishes itself from certain elite suggestions.
Germany The German stone economy of 2010 has highlighted as a prominent character in the final balance of the year, a further decline in imports of finished materials, dropped
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to a minimum. In fact, the purchase of foreign products has been around a million and a half tons, to which correspond, with a decline of 12.2 percent, 28 million equivalent square meters. Given the essentially complementary nature of raw material transportation, this has resulted in the umpteenth decline in domestic consumption, which has been ascribed to a loss of nearly ten points. The German market is a typical mature market, where domestic activities of production and processing have a relative weight, without saying that the significant problems of building and public works move automatically towards marble and stone. The segment is penalized less than that of machined special funerary monuments, which in Germany has always enjoyed a strong tradition. Stagnating, despite the quality of German facilities, appears to be also the technology sector, the export of which is reduced to one third of the maximum, while imports remained steady, positions that seem to confirm propensities to invest in productive time necessarily limited. Moreover, many neighboring markets, especially Eastern Europe, continue to be constrained by financial liquidity problems, that don’t support exchanges which might be proportional to the requirements. Therefore, between the purchases of simple processed products, a stronghold of German imports, resulting in significant distress than those from countries such
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as Poland or the Czech Republic, which until a few years ago were among the most significant suppliers of this type production. In short, Germany could not participate appreciably in the shooting industry in 2010, showing that when demand is conditioned by structural factors, the same offer at competitive prices, especially practiced by developing countries, is likely to cause effects limited. In contrast, exports held discreetly in both raw and finished product, albeit in low volumes: on the one hand, to the lower carrying capacity of the internal market, and the other for the sake of international customers against some exclusive interesting. Investment promotion problems are similar to those in production and show a permanent tendency to court, especially since the accounting period has adopted the usual two-year option, the only German show of reference: that of Nuremberg. The phenomenon, moreover, is typical of many developed markets where the stickiness of demand make it relatively attractive promotional efforts also by always careful to prefer foreign offer the best potential distribution. In short, Germany could not participate appreciably in the shooting industry in 2010, showing that when demand is conditioned by structural factors, the same offer at competitive prices, especially practiced by developing countries, is likely to cause effects limited. In contrast, exports
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
held discreetly in both raw and finished product, albeit in low volumes: on the one hand, to the lower carrying capacity of the internal market, and the other for the sake of international customers against some interesting exclusive.
Japan Japan’s economy is characterized by a deep stone stagnation, that after having engaged in an essentially irreversible productive activities and processors are also involving the import of manufactured goods and fuel consumption. In 2010, domestic use has dropped to about 21 million square meters equivalent (less than half the record high of 1996), with a supply from abroad who had never been so low. Purchases of raw materials, reduced to 25 000 tons, are equal to two percent of those that were gained in 1994, having recorded a downward trend that highlights the decline in a figurative epochal decline of sawmills and workshops, whose product was replaced almost entirely by Chinese products. However, the flow of imported manufactured goods tends to decrease, with a downturn which in the last financial year amounted to 14.5 per cent and mainly affected the exports from China, while other providers, led by Italy with 0.6 percent of the total, haven’t an important weight, but are limited to small quantities of selected materials
XXII World Marble and Stones Report 2011
such as those from Germany or Greece. The unitary consumption are the subject of downsizing even in funerary art, which has been well characterized, historically, from jobs above the average of other developed countries. This is due to competition from alternative materials, and in recent years, the crisis of investment, the minimum cost of money, essentially to zero with a very targeted monetary policy, failed to obliterate. Moreover, the offer Chinese stone, characterized by average prices competitive, has not been able to promote the development of Japanese demand, despite having removed any appreciable competition. The case of Japan should be called atypical because it expresses a strong contrast with the global development of the essentially constant sector, if not considering the great crisis of 2009. One wonders to what extent the Chinese material, even if its quality isn’t the best sometimes, has paradoxically come to benefit the replacement products, facilitated, among other things, the lack of any promotion for the stone of nature and the cancellation of the trade fair Tokyo to the benefit of the Chinese. Greater success has been achieved by the production technologies in Japan for marble and stones, and in particular in plant quality, which has managed to retain a good level positions, albeit considerably lower than the Italian ones, thanks to the North American market and export several neighboring countries.
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Greece The financial crisis that has strongly hit the Hellenic country has resulted paradoxically in sensitive advantages for its stone economy, which drew more points for shooting in addition to that earned by the international sector. Despite the sluggish domestic market, which also continues to express a unit consumption among the highest ever, the strong increase in exports, both raw and calcareous materials finished, has supported the development of production, returned to the levels of ten years ago. The case of Greece before the crisis, had been the subject of special attention when the country recorded a historic passing of quantitative import shipments abroad. Well, this new fact has been largely overtaken by the new balance sheets, even if the import has resisted in a significant way, due to the dependence of silica supply (always important for the completion of certain purchases), due to the fact that Greece has traditionally devoid of granite and similar stones. Obviously, in this case the monetary factors and competitive prices have been functional, but an important role was played by the quality of the material, which allowed the raw Hellenic, thanks to Chinese purchases of blocks for almost 300 000 tons and above to work, to achieve considerable progress on the adjacent markets and those in the Middle
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East such as Lebanon and Saudi Arabia, not to mention the same China, Taiwan and Singapore, but also in Europe, starting with Belgium. As you can see from this example, the downturn can be challenging opportunity as long as you know how to grasp the proactive ideas: in this sense, it is necessary to recall the willingness to invest, which has not been cleared by the financial storm, so that in 2010 there have been investments in technology import amounting to about $ 13 million, of which one third of Italian origin. Moreover, the local production plants and consumption producing facilities are very limited, making it necessary to use foreign policy to safeguard the existing conditions and, even more important, the development. Greece was seen less in trade fairs, but its production world has shown a great ability to close ranks and achieve moderate success in adjacent business markets, which certainly don’t are on top of ranking like Albania and Mediterranean countries such as Libya and Egypt, not to mention Turkey.
Italy The great crisis which had affected the Italian stone sector in the previous three years has not been exceeded but in 2010 it had been recorded an appreciable reverse of the trend, especially in exports, where
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
raw material is undergoing a phase of ascension, thus to achieve a new record, strong shipments of one million and a half tons. In contrast, the recovery of the worked was very limited, having been briefed by little more than three points, just as the foreign sales of crude oil to put a sign up by over 20 percent. The delay in exports of manufactured stone with respect to the maximum of 1997 amounted to more than one third and is hardly susceptible to elimination in the short and medium term, while the strong growth of raw material highlights the shortcomings of a policy of added value whereas other countries are striving hard obtain these targets. The sharp increase of demand for raw material by some big processing countries, first of all China, thanks to the competitive costs of processing and the dynamic local demand, is a justification of the certainly significant phenomenon, but at the same time expresses an effect. The internal market is always steady, with a recovery of production and almost frictional growth of raw imports, which, although ascribed to an increase of ten percent, are lagging behind 42.9 percent compared to the maximum of 2004. Imports of finished products, after the decrease the previous year, fell by five points, bringing the respective equivalent to 7.2 million square meters, compared with more than 30 million in exports. Production and distribution are spread
XXII World Marble and Stones Report 2011
throughout the country, albeit with the traditional pre-eminence of Tuscany and Veneto. At this point it should be noted that the positive rebound of 2010 has affected almost all regions, confirming the socio-economic role expressed by industry, although the incidence of its total exports in value against the total amount of Italy has highlighted a further contraction, to be related to the mentioned structural limit. Italy has always been a leader of the most qualified international orders but confirms its limits in the context of large volumes, which are common to the rest of the other major realities in the Western stone sector. However, its domestic consumption referred to unitary, maintains the highest levels, stressing the importance of a promotional effort is always attentive, even on the domestic market.
Norway The tradition of stone in northern Europe, with regard to the priority silica, has established a strong point in Norway, which is distinguished, among other things, to the marble quarries in the world’s northernmost district of Tromso. Not surprisingly, then, that in this country the crisis of 2009 was passed promptly, although there are significant consequences of a commercial nature and distribution, especially as regards the stagnation of average values.
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The recovery of production, corresponding to ten points, was consistent with that of raw material exports, which reached about 400 000 tons, meeting the old maximum of 2004; however, oversea sales of finished products remained marginal on positions, with approximately 300 000 equivalent square meters. Likewise what happened in other countries in the area, essential matrix for the recovery was the Chinese demand, which has absorbed more than half of Norwegian raw granite export, confirming the growing attention to high quality goods such as materials with strong pigmentation extracted in the district of Larvik. There are still big vertical gaps, confirmed by strong growth in imports of finished products, with a large prevalence of simple ones for structural use, in which they prevailed, in turn, the origins from China, followed at some distance from those coming from Portugal and India: In this heading the increase compared to 2009 was just under 30 percent, and marks a new peak with over 120 000 tons. Also very lively has been the import of processed products with high added value, that is also dominated by China though, with India in topping up position. Therefore, domestic consumption has registered, in turn, a healthy increase, rising to 4.5 million equivalent square meters, albeit with the help of many processed products of high thickness, but still remaining far from the maximum of 2008.
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Lack of consistency has been the exchange of processing plants, with specific regard to imports, again in 2010, amounted to little more than 4000 tons, corresponding to a value of eight million dollars and an Italian share in the range of one third.
Portugal The macro-economic crisis that has hit the world of production Portuguese more than has elsewhere is reflected in the persistence of significant declines in gross domestic product and the same activity but did not preclude the building stone industry consolidation good fundamentals, with regard primary exports, shipments rose by about half in the rough, approximately 700 000 tons, and nearly ten points in the sales of finished products, received more than 12 million equivalent square meters. The strong point of priority were the exportations to China with regard to raw limestone and Spain with regard to silica. Regarding the simple products, that are traditionally important to Portugal’s another resource, the market was more receptive to German, while in higher value-added products the supplies to Saudi Arabia have exceeded, with a volume close to those exported to the USA. The domestic use, while availing themselves of one of the highest unitary consumption in Europe, felt the weight of the downturn and is quit distant from the
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historical peak achieved in 2006: In this comparison, the fall of 2010 amounted to about 12 points. Consequently, imports have declined, albeit to a lesser extent, and have retained a majority share of raw, intended for local food production units with a wellarticulated range, complementing domestic volume from established districts including that of emerging Alentejo, where the c public collaboration continues to be characterized by non-marginal attention to the socio-economic sector, for example, in infrastructure policy, including the storage of waste. Of good interest in both flows of the foreign trade sector were the relations with Portuguese-speaking countries, particularly Angola, Mozambique and Macao.
India The economics of the stone industry in India, which confirm themselves as the leading sector, second only to China, does not seem to be immune against the critical factors that have adversely affected the western markets, outlets priority of its productions. Domestic consumption has continued to progress to an appreciable extent and the sales of the same rough granite China have done the same, reaching not far from 50 per cent in volume (and beyond if you take into account the additional flow to Hong Kong), but absolute numbers of exports have
XXII World Marble and Stones Report 2011
remained essentially stationary. At a statistical level it may have been affected by the uneven character of the reference period, because the exercise does not coincide with that of the Western world, but in hindsight it is not a factor. It must be said, however, that the euphoria of the internal market, well demonstrated by the trend of robust growth in imports of raw, especially marble, doubled within three years and increased by about twenty times in the turn of the decade, has resulted in lower availability of export supply, especially for blocks The extraordinary growth of supply from abroad, although it is much lower than the volume of sales, in the proportion of one to ten, has aroused considerable concern in the local stone industry, to the point of promoting the application of appropriate price-list, who on the other hand motivations are not always the most popular strategies in the advent of trade liberalization. Moreover, in remote times there had happened the same regarding the antidumping action in the European Union urged by the marble workers of France and Germany, against imports of finished Indian products deemed too competitive (but it was not possible to demonstrate that those products were made based on higher costs to the selling price). The range of international destinations of manufactured goods remained appropriately differentiated, with the
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United States on the first rank, followed by UAE, Turkey, Germany and the United Kingdom, while Italy followed on sixth place. This, in average unitary values rising, especially in light of several shipments of the high value added, such as those of the blocks for funerary. It should be added that the attention for the Indian stone industry promotional tool conform to the importance of the sector in the economy reached: on the one hand, through the trade fairs in Bangalore and Jaipur, and on the other, through the direct presence major international events like those in China, Europe and the United States, which must be added the availability of important scientific topics certifying officers and technological documentation.
United Kingdom The stone sector recovery of 2010 resulted significantly in the balance sheets of the UK: a country of traditionally limited production, which does not affect a good consumption as part of a steady revaluation by British manufacturers and designers of the (mainly imported) stone material. The figures are indicative of the last year, with purchases of raw material, which rose to about 900 thousand tons, up 29 percent over 2009, while supplies of the finished product has exceeded 650 thousand tons, which correspond to more
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than 12 million equivalent square meters, an increase of 17.8 percent. Conversely, English is not very significant concerning exports, although it don’t lack examples of important work carried out abroad by local companies. In the stone tradition of the United Kingdom prevails a strong use of granite and white marble in funerary applications. This explains the significant imports of raw materials, albeit relatively limited compared to structures in the first transformation: there is a large volume of purchases by the semi-finished marble workers, to the extent of four-fifths of the total concerned Indian stones, and in the alternative, Chinese material. As for the finished product, the origins are more complex, though Asian supplies remain prevalent, with the addition of a high volume of slate coming from Spain. Noteworthy is the persistence of a large volume of purchases of simple products, intended for outdoor use or structural works. In this case, the reduced ability to cope with long-range transport costs gave preference to supply macro-regional as those from Scandinavia and especially from Ireland. Domestic consumption in 2010 is estimated at about 21 million square meters, an increase of more than a fifth over the previous year. The maximum values of 2007 have not been recovered, but a reverse of negative trends observed in the following two years has certainly
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been appreciated: this is partly due to renewed promotional attention by the exporters in Asia and Europe. The prospects for further development of the UK market are considerable, also because its unitary consumption is still limited, putting themselves in a rear position against other major European countries. In addition, the Olympic Games held in London in 2012 are able to give new impetus to the stone industry.
Russia Stone industry has developed well above the global recovery that followed the 2009 crisis, and the domestic sector has recorded a very important increase in the order of about one third, reaching a new maximum, beyond any hypothesis already put forward for this market. These results contributed significantly to the further progress of the building sector, with a volume of residential construction doubled during the decade and attested, among other things, by the recording of 60 000 new homes per month, as well as the success of trade fair in Moscow. The success of marbles and stones is due to a large extent on imports, particularly of processed products, more than doubled against the previous year, with a purchase flow amounting to 375 thousand tons, corresponding to about seven million equivalent square meters (conventional
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thickness cm. 2). Less high in absolute figure, but a very significant percentage, was also the purchase of raw material, which implies a commitment of local industry in processing, confirmed by a healthy increase in exports, especially to some of the neighboring markets of the former Soviet Union such as Tajikistan and Turkmenistan. The supply of finished products made in 2010 came mainly from China, while other important supplies were received, in order, from India, Ukraine, Turkey and Italy (the latter with a market share equal to five points). Noteworthy: the average price ticked by exporters on the Russian market was almost $ 35 per square meter, to be considered satisfactory, especially considering the high component of Chinese material sold at competitive prices. Russia is among the top seven importers of sector technologies, with a turnover that, again in 2010, exceeded $ 47 million, one third of which related to purchases from Italy, in Europe, by contrast, Italy appears in third position, after Germany and close to France. This means that investments go through a positive phase, after a rather long period of uncertainty. With just over 200 square meters per thousand inhabitants the per capita consumption remains far from that of Western European countries, where tradition has extended roots regarding stone in the middle segment of use. In Russia, like what happens in the East and
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in China itself, marble and stone products are still elitist, but the trend, even in this area, is toward a gradual democratization of consumption which may promote further development prospects, beyond the positive results already achieved during the recent economic situation.
Spain The structure of the stone sector in Spain is clearly changing in favor of raw exports, which registered a strong recovery after the crisis of 2009 and reached a new record, with over 1.4 million tons shipped. It is not a unique phenomenon, which is a significant similarity with what happens in Italy, without saying that it is accompanied by a significant downsizing of the transforming activity: in fact, the workload has dropped to less than 4.9 million tons, compared 6.1 in 2005. The imported raw material has recovered only a fraction compared to 2009 and is below 58 per cent its peak back in 2003. The internal market has confirmed such dimensions, attested to its lowest of the last decade, while exports of processed has recovered 3.7 per cent but continues to experience widespread viscosity. Compared to the general conditions of the country, the sector has highlighted a remarkable capability to react but the propensity to invest, like what happens in other mature economies of the West,
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remains limited. The assumption is confirmed by the interchange of technology, where the import is less than about four times its historical record, and where exports, on the contrary, have reached it in 2010, compared to a lower receptive capacity of the internal market. On the other hand, even in Spain production investments made over the past decade have been important on a global scale and are still far from having completed the normal cycle of depreciation. Raw material exports, which stood out for enhanced recovery, owe their success in the last year to shipments of limestone materials, which accounted for 74.7 percent of the aggregate, while those of silica remained at around 300 000 tons. This is due, among other things, to the chromatic features of Spanish granites, less bright with respect to the materials of the largest non-European competitors. One of the strengths of the sector is confirms the slate of which Spain is still the world leader. Not surprisingly, the export of this material, in its machined component, involving over half a million tons, almost totalitarian European Union destinations, starting with France and the United Kingdom: it is an important example of the so-called macro-regionalization of the consumptions, less experienced, however, by major competitors of Spanish slate, which are China and the Brazilian state of Minas Gerais. Summarizing, we can say that the
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somewhat epoch-like crisis has found an effective antidote in the presence of several prestigious exclusivities, especially in the marble and in the production and distribution capacity of certain leading topics of niches as important the furnishings and kitchen worktops.
South Africa The conditions of substantial balance that characterize the stone industry for some time South Africa did not undergo appreciable changes during 2010, in spite of the recovery of raw export, but a large majority however, made up four fifths of the total, was accompanied by an increase of finished product of similar size. The volume of the extracted material is still far from that of the years of greatest development with respect to a continued policy of quality safeguarding in order to cope with local problems recurring in both the trade union and the transport sector. The structures of production and exports are still based on the contribution of the central role of granite, leaving an integrative role to marbles and some even greater potential for slate development. As for the limited domestic consumption, we must mention the return of unitary products not far from the peaks, in the order of six million equivalent square meters: this, with particular benefit for transforming domestic activities, especially
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as the import of finished, despite having recovered half a million square meters, has a complementary role. Main destination of South African granite is Italy: it is an aspect to be highlighted, because it is an unusual case now, where the prevalence of Chinese purchases of raw material is no more recorded. Shipments are also provided for Belgium and Poland, confirming the transforming importance of sawmills from the latter country, and expressed appreciation for the black granite from local customers as part of a special interest in materials or in bright dark pigmentation for monuments. The promotion is not entitled to local trade fairs, focusing primarily on the value of the material, the optimization of production and intervention strategies that the holders of the main resources reserve for significant sector events. Investment in technology in the face of persistent lack of vertical integration, are relatively limited, but showed a significant preference for Italian products: in 2010, compared to global supplies regarding the plant engineering sector for a value of more than ten million dollars, the contribution of the Italians, who have a relative majority of imports from South Africa, has reached one third of the total.
Taiwan The historic evolution of the Taiwanese
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consumer who depends heavily on imported raw materials (the local quarrying has a merely complementary role though relying on some interesting exclusive stones), was always swinging, albeit in unit values which lie, together with those in Korea, the highest non-European. The 2010 is no exception, having recorded, like what happened on average throughout the Far East, a recovery rate of about one-fifth placed during the previous year. The raw material imports, while remaining significantly lower than in 1999, have posted a growth of 30 percent, which is predominantly depending on siliceous products and the transforming vocation of Taiwan, where there is the highest nonEuropean sawmill capacity per capita. The backgrounds have been more on China and India that have fed half of the local supplies of raw granite, without neglecting the other countries in the area, while purchases of typical European products have remained marginal. Unlike the case of raw limestone import, where some significant flows have come from Turkey, Italy and Spain. As for processed materials, giving rise to reach about 5.2 million equivalent square meters, more than nine tenths of the total were received from China, whose control over the Taiwanese market has become almost absolute, like what happens, in larger quantity, in South Korea and Japan. Moreover, the relations of trade integration with the “Mainland� have been shown
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to be able to increase regardless of the political contrasts. The stone export has remained almost marginal and limited to artifacts, confirming that most of the local processing activities is destined to the domestic market and emphasizing the importance of Taiwan also referring to technologies, which accredited in 2010 exports for about $ 45 million. This does not mean that the Taiwanese market of machines and plants is not significant at the level of good quality import: that of Italian origin totaled 3.5 million dollars. Taiwan remains an excellent outsider in the Asian stone sector despite being conditioned in its development prospects, by the contiguity with the Chinese giant and also conditioned by India. However, Taiwan is demonstrating that it can retain an important role and be a good reference in unitary consumption and a promotion based on traditions and quality of high level.
Turkey The Turkish leadership is safe concerning its in proven reserves and exploitable areas, mainly with regard to marble and travertine in the first five districts (Balikesir, Denizli, Afyon, Tokat, Canakkale) amounting to about four billion cubic meters of gross, equal to 75 percent of the total. The consistency of these resources endorsed the leading role taken by Turkey and confirmed by the fact that today this
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country is the world’s third largest producer after China and India, with a global share of nine percent, and significantly more if it refers only to limestone. The extent of achieved development is due to volume and quality, but at the same time to the industrial strategies that have led to a substantial investment program, which helped domestic manufacturing technologies, and especially those of foreign origin, primarily Italian (with a turnover of “Made in Italy�, which in 2010 reached $ 30 million). Another essential reason for success is found in the turkish distribution policy and in particular export, equally divided, in terms of value, including raw and finished products, whose markets have confirmed the maximum outlet, respectively, China and the United States (despite persistent pockets in the great emporium U.S.), while respectable volumes and rising significantly, among others, destinations in Russia, Lebanon, Arab and Mediterranean Africa. In thiscontext, the assumption recently illustrated by the association class of the fund (Tummer), according to which Turkey is a candidate to be the new leader of the world within a decade, transcends the understandable but promotional value, although the Chinese leadership enjoys an advantage that for the moment seems unbridgeable. Furthermore, the preference for a quantitative policy of raw material, supported by the impetuous development
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of sales in China, the assumption in question gives an essentially conservative character. Contributions can arise from non-marginal expansion of trade fairs, especially those in Istanbul and Izmir in particular, that in the spring of 2011 was well attended by 1425 exhibitors from 42 countries, confirming the first triplet of the world. It should be added that the average age of Turkish companies is relatively low, so that the second source of academic data (in Turkey the ratio between the time and the scientific production is particularly tight), only one third of the same worked for more than ten years. This means that most investment has been made in recent times, with the depreciation is still under way, and understandably competitive levels of productivity.
USA The turnaround that followed the great crisis of 2009 was also felt in the United States, but the effects of the downturn are becoming quite evident. In particular, domestic consumption has been able to recover about five points, but remained far from the summit of 2007, when it was brought around 112 million equivalent square meters, well away from the current 75. The import of manufactured stone, which meets three-quarters of domestic demand,
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still feels the uncertainties due to the stagnation of investment and to fears about the real possibility of programming a policy of widespread development. Not surprisingly, progress towards the 2009 is limited to approximately 150 thousand tons, corresponding to three million equivalent square meters: 3.8 percent of loans. It should be noted, however, a moderate increase in exports, which led the artifacts to a new historic record, with the decisive contribution of the neighboring countries, a sign that local production does not neglect the potential offered by foreign demand, the more appreciable since the stagnation of the local. The materials of others have indicated a different gradient recovery, much more vivid for those of Brazil, who returned at the top of the list of supplying countries, ahead of China and Italy: the latter has failed to benefit while the U.S. recovery contained, so as to have ascribed a new low. In the space of a decade, the Italian U.S. share of manufactured imports has fallen in value from 38 percent to 14, with a very pronounced downward trend, shared with Spain. Above-average progress were acquired from Brazil, India and Turkey. The prevailing feeling is that the country is going through a period of adjustment, where you can glimpse some initiative for the revival of domestic production based on exploitation of its technologies, as imports of machinery of the first processor
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has returned to 2002 levels with a further decline of 14 percent that has supplied half the value just five years ago. It makes sense that the United States, the first stone import market in value, pays constant attention and not leave anything undone, even on the promotional plan, to cultivate the best of its undoubted
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potentials, which are highlighted by the low unitary consumption level. Hence, the moderate success of events that maintain a high index of professional interest, starting with Coverings (the traditional site in Orlando this year) if only for the number and quality initiatives.
Documentazione statistica dei maggiori Paesi 1994-2010
Leading Countries statistical documents 1994-2010
(Fonte: Elaborazione propria)
Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import DisponibilitĂ grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Work load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import DisponibilitĂ finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
125
5
130
17
113
46
67
40
107
5
102
1.890
4
129
14
115
47
68
41
109
5
104
1.920
1995
125
1994
110. AUSTRALIA (000 tons)
2.220
119
3
122
39
83
58
141
18
159
9
150
1996
2.160
117
11
128
45
83
57
140
20
160
10
150
1997
2.180
118
23
141
53
88
62
150
13
163
13
150
1998
2.240
121
13
154
69
85
59
144
12
156
6
150
1999
2.480
134
7
141
49
92
64
156
56
212
12
200
2000
2.420
131
4
135
42
93
64
157
14
171
21
150
2001
3.030
164
4
168
60
108
76
184
15
199
24
175
2002
3.180
172
5
177
58
119
83
202
13
215
15
200
2003
4.230
229
3
232
105
127
89
516
26
242
17
225
2004
4.700
254
4
258
113
145
100
245
26
271
21
250
2005
5.270
285
5
290
141
149
103
252
32
284
34
250
2006
7.060
382
3
385
222
163
113
276
33
309
34
275
2008
6.010
325
3
328
166
162
112
274
34
308
8
300
2009
6.790
367
4
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467
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283
48
331
331
325
2010
(Source: own data processing)
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6
322
154
168
116
284
27
311
11
300
2007
226 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
250
86
336
72
264
108
156
141
297
14
283
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10
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1995
250
1994
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307
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83
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1996
5.740
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1997
6.050
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34
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1998
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1999
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2000
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216
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2001
6.570
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400
2002
8.510
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2003
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2004
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2005
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2006
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2008
8.160
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54
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2009
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467
288
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489
39
450
2010
(Source: own data processing)
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566
291
275
192
467
247
714
114
600
2007
(Fonte: Elaborazione propria)
Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import DisponibilitĂ grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Work load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import DisponibilitĂ finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
111. AUSTRIA (000 tons)
XXII World Marble and Stones Report 2011 227
(Fonte: Elaborazione propria)
Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import DisponibilitĂ grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Work load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import DisponibilitĂ finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
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190
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1995
650
1994
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1996
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1998
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1999
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2000
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2001
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1997
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1.121
523
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2003
632
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1.248
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1.121
200
1.321
321
1.000
2004
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624
433
1.507
208
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950
2005
999
542
1.541
913
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436
1.064
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1.352
502
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2006
1.020
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2007
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1.330
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251
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2008
871
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1.267
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2009
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1.016
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202
800
2010
(Source: own data processing)
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395
560
389
949
178
1.127
227
900
2002
228 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
(Source: own data processing)
(Fonte: Elaborazione propria)
Produzione di cava 1.980 1.950 1.900 2.000 1.950 2.100 2.250 2.500 2.750 3.200 4.000 4.500 5.500 5.750 6.400 6.000 6.750 Quarry production Import grezzo 2 2 8 6 6 3 4 3 2 6 7 9 11 14 21 16 3 Raw import DisponibilitĂ grezzo 1.982 1.952 1.908 2.006 1.956 2.103 2.254 2.503 2.752 3.206 4.007 4.509 5.511 5.764 6.421 6.016 6.753 Raw availability Export grezzo 584 620 637 778 759 833 807 886 1.022 828 838 1.057 1.259 1.182 913 792 1.187 Raw export Carico di lavoro 1.398 1.332 1.271 1.228 1.197 1.270 1.447 1.617 1.730 2.378 3.169 3.452 4.252 4.582 5.508 5.224 5.566 Work load Sfrido di lavoro 573 546 521 503 491 520 593 663 709 975 1.300 1.415 1.743 1.879 2.258 2.142 2.282 Processing waste Produzione manufatti 825 786 750 725 706 750 854 954 1.021 1.403 1.869 2.037 2.509 2.703 3.250 3.082 3.284 Finished production Import lavorati 7 9 34 55 63 51 47 48 38 33 35 42 49 77 70 51 68 Finished import DisponibilitĂ finiti 832 795 784 780 769 801 901 1.002 1.059 1.436 1.904 2.079 2.558 2.780 3.320 3.133 3.352 Finished availability Export lavorati 53 62 87 121 140 187 277 336 390 680 962 1.100 1.277 1.293 1.077 859 1.039 Finished export Consumo interno 779 733 697 659 629 614 624 666 669 756 942 979 1.281 1.410 2.243 2.274 2.313 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 14.410 13.560 12.900 12.190 11.640 11.360 11.540 12.320 12.380 13.980 17.430 18.120 23.700 26.090 41.500 42.070 42.800 Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
113. BRAZIL (000 tons)
XXII World Marble and Stones Report 2011 229
(Fonte: Elaborazione propria)
Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import DisponibilitĂ grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Work load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import DisponibilitĂ finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
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32
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3.160
1995
250
1994
114. CANADA (000 tons)
2.970
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1996
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115
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196
477
77
400
1997
2.330
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155
281
101
180
125
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242
547
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450
1998
2.240
121
178
299
81
218
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229
599
99
500
1999
2.260
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2000
1.950
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2001
2.480
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223
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132
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2002
3.050
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2003
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2004
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201
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391
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252
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2005
6.730
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294
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119
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170
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2006
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99
500
2009
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352
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125
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2010
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500
2008
(Source: own data processing)
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698
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775
325
450
2007
230 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2007
2008
2009
2010
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69
55
62
111
102
74
104
5.737
6.104
6.136
6.189
6.287
7.261
6.954
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9.292 10.495 11.011 11.286
14.533
11.828
26.361
52
(Source: own data processing)
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4.844
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26.309
161
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7.244
8.527
782
6.414
8.181
1.038
8.133
18.283
6.405
1.046
7.143
5.040
1.635
5.896
4.458
1.345
4.492
44.592
888
4.142
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856
3.341
668
1.314
2.477
447
958
2.098
45.260
2006
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2005
12.260
2004
8.062
2003
1.580
2002
33.000
2001
10.250 11.500 14.000 17.500 18.000 20.000 22.500 26.500 27.500 31.000
2000
(Fonte: Elaborazione propria
Produzione di cava 6.500 7.250 7.500 7.750 8.150 9.000 Quarry production Import grezzo 40 118 147 363 476 958 Raw import DisponibilitĂ grezzo 6.540 7.368 7.647 8.113 8.626 9.958 Raw availability Export grezzo 938 737 914 1.055 744 855 Raw export Carico di lavoro 5.602 6.631 6.733 7.058 7.882 9.103 Work load Sfrido di lavoro 2.297 2.719 2.760 2.894 3.252 3.732 Processing waste Produzione manufatti 3.350 3.912 3.973 4.164 4.630 5.371 Finished production Import lavorati 78 164 307 524 432 244 Finished import DisponibilitĂ finiti 3.383 4.076 4.280 4.688 5.062 5.615 Finished availability Export lavorati 1.045 1.656 2.181 2.075 1.824 2.301 Finished export Consumo interno 2.238 2.420 2.099 2.613 3.238 3.314 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 43.250 44.770 38.840 48.300 59.900 61.310 Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
115. CHINA (000 tons)
XXII World Marble and Stones Report 2011 231
(Fonte: Elaborazione propria
Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import DisponibilitĂ grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Work load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import DisponibilitĂ finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
287
118
169
5
174
22
152
218
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129
5
134
21
113
155
22
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8
169
117
286
267
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24
188
10
178
124
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354
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26
179
11
168
116
284
275
559
9
141
24
165
15
150
103
253
352
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5
600
1999
167
26
193
18
175
123
298
314
612
12
600
2000
184
30
214
30
184
128
312
295
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7
600
2001
23
173
22
151
104
255
303
558
8
550
2002
25
162
18
144
100
244
313
557
7
550
2003
2.530
265
285
553
6
550
1998
2.090 2.810 2.870 3.030 2.830 2.610 3.090 3.400 2.780
552
503
3
650
1997
137
2
3
550
1996
150
550
1995
500
1994
116. FINLAND (000 tons)
2.590
140
28
168
29
139
96
235
324
559
9
50
2004
2.830
153
43
196
38
158
110
268
342
610
10
600
2005
2.560
138
73
211
37
174
121
295
312
607
7
600
2006
208
34
242
67
175
120
295
207
502
2
500
2009
189
23
212
35
177
122
299
308
607
7
600
2010
3.580 3.850 3.500
194
10
204
51
153
106
259
301
560
10
550
2008
(Source: own data processing)
3.030
164
55
219
53
166
115
281
325
606
6
600
2007
232 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
(Source: own data processing)
(Fonte: Elaborazione propria)
Produzione di cava 1.050 1.100 1.150 1.200 1.250 1.200 1.200 1.250 1.200 1.250 1.300 1.250 1.150 1.200 1.150 1.100 1.150 Quarry production Import grezzo 369 276 252 283 305 323 405 404 230 261 234 217 225 332 363 319 317 Raw import DisponibilitĂ grezzo 1.419 1.376 1.402 1.483 1.555 1.523 1.605 1.654 1.430 1.511 1.534 1.467 1.375 1.532 1.513 1.419 1.467 Raw availability Export grezzo 78 80 97 141 94 95 103 104 76 76 133 123 110 108 97 103 93 Raw export Carico di lavoro 1.341 1.296 1.305 1.342 1.461 1.428 1.502 1.550 1.354 1.435 1.401 1.344 1.265 1.424 1.416 1.316 1.374 Work load Sfrido di lavoro 550 531 535 550 600 585 616 636 555 588 574 551 518 584 580 589 563 Processing waste Produzione manufatti 791 765 770 792 861 843 886 914 799 847 827 793 747 840 836 777 811 Finished production Import lavorati 413 468 407 512 429 621 677 645 521 665 699 876 1.115 999 923 776 939 Finished import DisponibilitĂ finiti 1.024 1.233 1.177 1.304 1.290 1.464 1.563 1.559 1.320 1.512 1.526 1.669 1.862 1.839 1.759 1.553 1.750 Finished availability Export lavorati 101 106 101 131 124 139 138 144 118 105 104 102 145 177 169 143 164 Finished export Consumo interno 1.103 1.127 1.076 1.173 1.166 1.325 1.425 1.415 1.202 1.407 1.422 1.567 1.717 1.662 1.580 1.410 1.586 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 20.400 20.850 19.910 21.700 24.570 24.510 26.360 26.180 22.240 26.030 26.310 28.990 31.760 30.750 29.230 26.080 29.340 Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
117. FRANCE (000 tons)
XXII World Marble and Stones Report 2011 233
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
(Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
Produzione di cava 650 700 650 700 750 750 750 700 650 700 750 850 700 750 750 600 650 Quarry production Import grezzo 514 452 445 451 534 486 411 566 408 433 433 219 321 422 330 242 246 Raw import DisponibilitĂ grezzo 1.164 1.152 1.095 1.151 1.284 1.236 1.161 1.266 1.058 1.133 1.183 1.269 1.021 1.172 1.080 842 896 Raw availability Export grezzo 207 240 149 137 136 204 196 194 227 227 300 415 376 477 482 452 463 Raw export Carico di lavoro 957 912 946 1.014 1.148 1.032 965 1.072 831 906 883 854 645 695 598 390 433 Work load Sfrido di lavoro 392 374 388 416 471 423 395 440 340 372 362 350 264 285 245 160 178 Processing waste Produzione manufatti 565 538 558 598 677 609 570 632 491 534 521 504 381 410 353 230 255 Finished production Import lavorati 1.350 1.774 1.730 1.688 1.866 1.901 1.822 1.850 1.463 2.045 1.478 1.576 2.086 2.174 1.768 1.725 1.516 Finished import DisponibilitĂ finiti 1.915 2.312 2.288 2.286 2.543 2.510 2.392 2.482 1.954 2.579 1.999 2.080 2.467 2.584 2.121 1.955 1.771 Finished availability Export lavorati 78 92 100 111 108 136 215 154 183 178 234 324 266 308 373 285 268 Finished export Consumo interno 1.837 2.220 2.188 2.175 2.435 2.374 2.177 2.328 1.771 2.401 1.765 1.756 2.201 2.276 1.748 1.670 1.503 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 33.980 41.070 40.480 40.240 45.050 43.920 40.270 43.060 32.760 44.420 32.650 32.490 40.720 42.100 32.340 30.900 27.810 Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
118. GERMANY (000 tons)
234 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
(Source: own data processing)
(Fonte: Elaborazione propria)
Produzione di cava 1.700 1.750 1.800 1.850 1.750 1.650 1.700 1.600 1.500 1.450 1.400 1.350 1.400 1.250 1.300 1.250 1.650 Quarry production Import grezzo 7 6 30 50 52 68 82 50 175 229 291 312 355 542 355 284 209 Raw import DisponibilitĂ grezzo 1.707 1.756 1.830 1.900 1.802 1.718 1.782 1.650 1.675 1.679 1.691 1.662 1.755 1.792 1.655 1.534 1.859 Raw availability Export grezzo 51 34 49 98 84 95 175 137 213 251 246 234 284 252 254 245 424 Raw export Carico di lavoro 1.656 1.722 1.781 1.802 1.718 1.623 1.607 1.513 1.462 1.428 1.445 1.428 1.471 1.540 1.401 1.289 1.435 Work load Sfrido di lavoro 679 706 730 739 704 665 659 620 600 585 592 585 603 631 574 528 588 Processing waste Produzione manufatti 977 1.016 1.051 1.063 1.014 958 948 893 862 843 853 843 868 909 827 761 847 Finished production Import lavorati 1 2 5 14 19 15 59 22 34 52 81 93 114 153 149 114 119 Finished import DisponibilitĂ finiti 978 1.018 1.056 1.077 1.033 973 1.007 915 896 895 934 936 982 1.062 976 875 966 Finished availability Export lavorati 145 155 185 207 183 156 156 140 127 119 131 115 120 113 122 131 324 Finished export Consumo interno 833 863 871 870 850 817 851 775 769 776 803 821 862 949 854 744 642 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 15.410 15.960 16.110 16.100 15.730 15.120 15.750 14.340 14.230 14.360 14.850 15.190 15.950 17.550 15.800 13.760 11.880 Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
119. GREECE (000 tons)
XXII World Marble and Stones Report 2011 235
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
(Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
Produzione di cava 3.000 3.250 3.500 4.000 4.250 4.600 5.200 6.000 6.500 8.500 9.500 10.000 11.500 13.000 13.500 13.200 13.250 Quarry production Import grezzo 11 19 32 42 23 20 18 35 55 60 55 70 141 172 202 286 374 Raw import Disponibilità grezzo 3.011 3.269 3.532 4.042 4.273 4.620 5.218 6.035 6.555 8.560 9.555 10.070 11.641 13.172 13.702 13.486 13.624 Raw availability Export grezzo 985 1.131 1.168 1.737 1.349 1.496 1.842 1.773 1.950 2.284 2.712 2.609 3.058 3.983 4.454 4.163 3.886 Raw export Carico di lavoro 2.026 2.138 2.364 2.305 2.924 3.124 3.376 4.262 4.605 6.276 6.843 7.461 8.583 9.189 9.248 9.323 9.738 Work load Sfrido di lavoro 831 877 970 945 1.200 1.280 1.384 1.748 1.888 2.574 2.805 3.059 3.519 3.767 3.790 3.822 3.993 Processing waste Produzione manufatti 1.195 1.261 1.394 1.360 1.724 1.844 1.992 2.514 2.717 3.702 4.038 4.402 5.064 5.422 5.458 5.501 5.745 Finished production Import lavorati – 1 – – 1 1 1 4 12 13 15 18 68 97 96 106 86 Finished import Disponibilità finiti 1.195 1.262 1.394 1.360 1.725 1.845 1.993 2.518 2.729 3.715 4.053 4.420 5.132 5.519 5.564 5.607 5.831 Finished availability Export lavorati 212 199 178 333 375 392 465 521 481 908 1.163 1.435 1.415 1.590 1.072 1.148 1.119 Finished export Consumo interno 983 1.063 1.216 1.027 1.350 1.453 1.528 1.997 2.248 2.807 2.890 2.985 3.717 3.832 4.492 4.459 4.712 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 18.190 19.670 22.490 19.000 24.970 26.880 28.270 36.940 41.590 51.930 53.460 55.220 68.760 70.900 83.100 82.500 87.170 Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
120. INDIA (000 tons)
236 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
(Source: own data processing)
(Fonte: Elaborazione propria)
Produzione di cava 7.650 8.000 8.250 8.500 8.350 8.250 8.500 8.400 8.000 7.850 7.650 7.500 7.650 7.750 7.900 7.500 7.800 Quarry production Import grezzo 1.624 1.959 1.830 2.026 2.009 2.011 2.198 2.157 1.976 2.020 2.295 2.017 2.268 2.216 1.851 1.186 1.310 Raw import DisponibilitĂ grezzo 9.274 9.959 10.080 10.526 10.359 10.261 10.698 10.557 9.976 9.870 9.945 9.517 9.918 9.966 9.751 8.686 9.110 Raw availability Export grezzo 659 766 804 800 852 809 900 940 861 863 706 991 1.074 1.168 1.177 1.237 1.496 Raw export Carico di lavoro 8.615 9.193 9.276 9.726 9.507 9.452 9.798 9.617 9.115 9.007 9.239 8.526 8.844 8.798 8.574 7.449 7.614 Work load Sfrido di lavoro 3.532 3.769 3.803 3.988 3.898 3.875 4.018 3.943 3.737 3.693 3.788 3.495 3.626 3.607 3.515 3.054 3.122 Processing waste Produzione manufatti 5.083 5.424 5.473 5.738 5.609 5.577 5.780 5.674 5.378 5.314 5.451 5.031 5.218 5.191 5.059 4.395 4.492 Finished production Import lavorati 59 85 116 118 123 185 161 167 194 251 386 466 470 439 456 408 388 Finished import DisponibilitĂ finiti 5.142 5.509 5.589 5.856 5.732 5.762 5.941 5.841 5.572 5.565 5.837 5.497 5.688 5.630 5.515 4.803 4.880 Finished availability Export lavorati 2.442 2.625 2.634 2.763 2.656 2.620 2.735 2.610 2.330 2.208 2.383 2.131 2.187 2.174 1.977 1.598 1.648 Finished export Consumo interno 2.700 2.884 2.955 3.093 3.076 3.142 3.206 3.231 3.242 3.357 3.454 3.366 3.501 3.456 3.538 3.205 3.232 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 49.950 53.350 54.670 57.220 56.910 58.130 59.310 59.780 59.980 62.100 63.900 62.270 64.760 63.940 65.450 59.300 59.800 Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
121. ITALY (000 tons)
XXII World Marble and Stones Report 2011 237
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
(Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
Produzione di cava 500 550 500 450 400 400 350 300 250 200 250 300 300 250 200 300 250 Quarry production Import grezzo 1.171 875 707 576 455 391 300 262 163 103 95 78 62 61 43 40 25 Raw import Disponibilità grezzo 1.671 1.425 1.207 1.026 855 791 650 562 413 303 345 378 362 311 243 340 275 Raw availability Export grezzo 2 – 2 2 5 11 18 27 30 38 53 63 56 47 43 47 Raw export Carico di lavoro 1.671 1.423 1.207 1.024 853 786 639 544 386 273 307 325 299 255 196 297 228 Work load Sfrido di lavoro 685 583 495 420 350 323 262 223 158 112 126 133 122 105 80 122 93 Processing waste Produzione manufatti 986 840 712 604 503 463 377 321 228 161 181 192 173 150 116 175 135 Finished production Import lavorati 1.070 1.298 1.826 1.509 1.280 1.353 1.438 1.543 1.592 1.571 1.585 1.657 1.501 1.398 1.195 1.183 1.012 Finished import Disponibilità finiti 2.056 2.138 2.538 2.113 1.783 1.816 1.815 1.864 1.820 1.732 1.766 1.849 1.674 1.548 1.311 1.358 1.147 Finished availability Export lavorati 2 1 1 3 2 13 5 2 2 1 1 2 2 4 5 6 2 Finished export Consumo interno 2.054 2.137 2.537 2.110 1.781 1.803 1.810 1.862 1.818 1.731 1.765 1.847 1.672 1.544 1.306 1.352 1.149 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 38.000 39.530 46.930 39.040 32.950 33.360 33.480 34.450 33.630 32.020 32.650 34.170 30.930 28.560 24.160 25.010 21.250 Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
122. JAPAN (000 tons)
238 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
174
72
102
46
148
22
126
110
45
65
33
98
8
90
121
26
147
40
107
74
181
235
142
20
162
43
119
83
202
218
420
149
21
170
47
123
86
209
215
424
24
146
13
159
50
109
76
185
236
421
21
400
1999
150
27
177
61
116
80
196
270
466
16
450
2000
169
26
195
59
136
97
233
289
522
22
500
2001
193
26
219
74
145
100
245
326
571
21
550
2002
195
14
209
74
135
94
229
348
577
27
550
2003
208
13
221
86
135
93
228
399
627
27
600
2004
238
11
249
111
138
96
234
354
588
38
550
2005
228
31
259
124
135
93
228
299
527
27
500
2006
16
311
165
146
101
247
303
550
50
500
2008
13
247
127
120
83
203
337
540
40
500
2009
4.510
244
15
259
152
107
75
182
397
579
29
550
2010
(Source: own data processing)
191
64
255
79
176
121
297
315
612
12
600
2007
4.320
186
247
416
20
400
1998
1.670 2.330 2.240 2.630 2.760 2.740 2.780 3.120 3.570 3.610 3.850 4.400 4.220 3.530 5.450
360
357
16
400
1997
234
10
7
400
1996
295
350
1995
350
1994
(Fonte: Elaborazione propria)
Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import DisponibilitĂ grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Work load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import DisponibilitĂ finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
123. NORWAY (000 tons)
XXII World Marble and Stones Report 2011 239
(Fonte: Elaborazione propria)
Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import DisponibilitĂ grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Work load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import DisponibilitĂ finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
1.950
49
1.999
247
1.752
718
1.034
19
1.053
707
346
6.400
34
2.034
259
1.775
728
1.047
10
1.057
743
314
5.810
1995
2.000
1994
124. PORTUGAL (000 tons)
7.710
417
634
1.051
28
1.023
710
1.733
269
2.002
52
1.950
1996
9.970
539
613
1.152
30
1.122
780
1.902
301
2.203
53
2.150
1997
9.560
517
595
1.112
46
1.066
741
1.807
469
2.276
76
2.200
1998
8.670
469
842
1.311
46
1.265
878
2.143
291
2.434
84
2.350
1999
9.140
494
931
1.425
71
1.354
942
2.296
286
2.582
82
2.500
2000
631
604
1.235
72
1.163
808
1.971
450
2.421
121
2.300
2002
620
633
1.253
118
1.135
789
1.924
413
2.337
87
2.250
2003
626
688
1.314
77
1.237
858
2.095
459
2.554
104
2.450
2004
586
686
1.272
71
1.201
835
2.036
549
2.585
85
2.500
2005
673
752
1.425
104
1.321
918
2.239
583
2.822
72
2.750
2006
653
777
1.430
75
1.355
942
2.297
755
3.052
102
2.950
2007
629
719
1.348
58
1.290
895
2.185
547
2.732
82
2.650
2008
632
638
1.270
36
1234
857
2.091
451
2.542
92
2.450
2009
601
691
1.292
30
1.262
877
2.139
690
2.829
79
2.750
2010
(Source: own data processing)
9.380 11.670 11.470 11.580 10.840 12.450 12.080 11.640 11.690 11.120
507
823
1.338
71
1.267
879
2.146
386
2.532
132
2.400
2001
240 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
50
700
16
684
280
404
45
449
8
441
15
665
22
643
264
379
31
348
10
338
511
7
518
59
459
319
778
10
788
88
700
1996
464
3
467
62
405
280
685
8
693
43
650
1997
384
10
394
39
355
247
602
9
611
11
600
1998
340
9
349
35
314
218
532
14
546
46
500
1999
369
8
377
54
323
224
547
8
555
55
500
2000
400
3
403
89
314
319
533
9
542
42
500
2001
413
3
416
94
322
223
545
10
555
55
500
2002
436
3
439
121
318
221
539
13
552
52
500
2003
475
5
480
150
330
229
559
13
572
72
500
2004
407
21
428
59
369
257
626
8
634
34
600
2005
413
6
419
44
375
261
636
13
649
49
600
2006
396
4
400
73
327
226
553
13
566
16
550
2007
393
1
399
69
330
229
559
10
569
19
550
2008
701
16
717
375
342
238
580
9
589
89
500
2010
8.270 12.970
447
7
454
154
300
207
507
8
515
15
500
2009
(Source: own data processing)
6.250 8.160 9.450 8.580 7.100 6.290 6.830 7.400 7.640 8.070 8.790 7.530 7.640 7.330 7.360
650
1995
650
1994
(Fonte: Elaborazione propria)
Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import DisponibilitĂ grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Work load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import DisponibilitĂ finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
125. RUSSIA (000 tons)
XXII World Marble and Stones Report 2011 241
(Fonte: Elaborazione propria)
Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import Disponibilità grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Work load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import Disponibilità finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
850
2
852
678
174
71
103
5
108
30
78
1.450
2
652
518
134
54
80
2
82
20
62
1.150
1995
650
1994
126. SOUTH AFRICA (000 tons)
3.630
196
65
261
8
253
175
428
775
1.203
3
1.200
1996
3.640
197
55
252
10
242
168
410
845
1.255
5
1.250
1997
3.680
199
27
226
11
215
148
363
840
1.203
3
1.200
1998
4.010
217
26
243
19
224
155
379
921
1.300
–
1.300
1999
4.490
243
23
266
23
243
170
413
937
1.350
–
1.350
2000
5.440
294
18
312
7
305
212
517
885
1.402
2
1.400
2001
4.460
241
31
272
8
264
183
447
905
1.352
2
1.350
2002
5.160
279
25
304
34
270
187
457
717
1.174
24
1.150
2003
5.090
275
27
302
31
271
189
460
660
1.120
20
1.100
2004
5.020
271
23
294
34
260
179
439
637
1.076
16
1.050
2005
5.640
305
47
352
90
262
182
444
573
1.017
17
1.000
2006
5.610
303
48
351
88
263
183
446
465
911
11
900
2008
5.090
275
64
319
41
278
192
470
339
809
9
800
2009
5.950
322
40
362
69
293
203
496
363
859
9
850
2010
(Source: own data processing)
5.920
320
45
365
90
275
190
465
506
971
21
950
2007
242 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
(Source: own data processing)
(Fonte: Elaborazione propria)
Produzione di cava 1.450 1.400 1.400 1.350 1.250 1.500 1.400 1.250 1.000 750 700 650 500 400 350 300 350 Quarry production Import grezzo 164 204 213 197 113 144 82 46 94 66 57 90 79 71 46 125 90 Raw import DisponibilitĂ grezzo 1.614 1.604 1.613 1.547 1.363 1.644 1.482 1.296 1.094 816 757 740 579 471 396 425 440 Raw availability Export grezzo 179 122 76 72 57 62 25 63 9 5 7 12 5 5 6 12 10 Raw export Carico di lavoro 1.435 1.482 1.537 1.475 1.306 1.582 1.457 1.233 1.085 811 750 728 574 466 390 413 430 Work load Sfrido di lavoro 588 608 630 605 535 648 597 505 445 332 308 298 235 191 160 169 176 Processing waste Produzione manufatti 847 874 907 870 771 934 860 728 640 479 442 430 339 275 230 244 254 Finished production Import lavorati 41 73 165 233 76 132 362 659 1.447 1.791 1.767 1.743 2.031 2.455 2.482 2.345 2.428 Finished import DisponibilitĂ finiti 888 947 1.072 1.103 847 1.066 1.222 1.387 2.087 2.270 2.209 2.173 2.370 2.730 2.712 2.589 2.682 Finished availability Export lavorati 121 94 73 51 33 31 27 16 10 7 9 10 8 7 3 4 3 Finished export Consumo interno 767 853 999 1.052 814 1.035 1.195 1.371 2.077 2.263 2.200 2.163 2.362 2.723 2.709 2.585 2.679 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 14.190 15.780 14.480 19.460 15.060 19.150 22.100 25.360 38.420 41.860 40.700 40.020 43.690 50.380 50.120 47.820 49.620 Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
127. south korea (000 tons)
XXII World Marble and Stones Report 2011 243
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
(Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
Produzione di cava 4.050 4.200 4.250 4.350 4.600 5.000 5.850 5.500 5.350 5.750 6.250 6.300 6.000 6.000 5.800 5.200 5.750 Quarry production Import grezzo 321 368 435 473 565 614 680 828 822 1.277 1.038 1.096 944 1.062 853 518 539 Raw import DisponibilitĂ grezzo 4.371 4.568 4.685 4.823 5.165 5.614 6.530 6.328 6.172 7.027 7.288 7.396 6.944 7.062 6.653 5.718 6.289 Raw availability Export grezzo 616 668 635 757 693 712 829 780 896 1.080 1.353 1.296 1.137 1.305 1.289 952 1.414 Raw export Carico di lavoro 3.755 3.900 4.050 4.066 4.472 4.902 5.701 5.548 5.276 5.947 5.935 6.100 5.807 5.757 5.364 4.766 4.875 Work load Sfrido di lavoro 1.540 1.600 1.660 1.667 1.834 2.010 2.337 2.275 2.163 2.438 2.433 2.500 2.380 2.360 2.200 1.955 1.998 Processing waste Produzione manufatti 2.215 2.300 2.390 2.399 2.638 2.892 3.364 3.273 3.113 3.509 3.502 3.600 3.427 3.397 3.164 2.811 2.877 Finished production Import lavorati 57 114 106 90 148 181 163 245 151 276 306 334 629 591 420 340 290 Finished import DisponibilitĂ finiti 2.272 2.414 2.496 2.489 2.786 3.073 3.527 3.518 3.264 3.785 3.808 3.934 4.056 3.988 3.584 3.151 3.167 Finished availability Export lavorati 793 846 862 836 893 947 1.199 1.081 947 1.133 1.017 1.146 1.266 1.330 1.156 1.016 1.054 Finished export Consumo interno 1.479 1.568 1.634 1.653 1.893 2.126 2.328 2.437 2.317 2.652 2.791 2.788 2.790 2.658 2.428 2.135 2.113 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 27.360 29.000 30.230 30.580 35.020 39.330 43.070 45.080 42.870 49.060 51.630 51.580 51.620 49.180 44.920 39.500 39.100 Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
128. Spain (000 tons)
244 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
(Source: own data processing)
(Fonte: Elaborazione propria)
Produzione di cava 300 300 350 400 400 350 300 300 250 250 300 300 300 350 350 300 350 Quarry production Import grezzo 778 867 1.009 1.554 1.273 1.595 1.275 1.282 1.158 788 1.317 1.448 1.451 1.244 1.137 961 1.251 Raw import DisponibilitĂ grezzo 1.078 1.167 1.359 1.954 1.673 1.945 1.575 1.582 1.408 1.038 1.617 1.748 1.751 1.594 1.487 1.261 1.601 Raw availability Export grezzo 2 17 35 26 29 41 48 21 14 9 9 9 7 16 6 5 7 Raw export Carico di lavoro 1.076 1.150 1.324 1.928 1.644 1.904 1.527 1.561 1.394 1.029 1.608 1.739 1.742 1.578 1.481 1.256 1.608 Work load Sfrido di lavoro 441 470 543 790 674 781 626 640 572 422 660 713 715 647 607 515 660 Processing waste Produzione manufatti 635 680 781 1.138 970 1.123 901 921 822 607 948 1.026 1.027 931 874 741 948 Finished production Import lavorati 59 88 110 160 156 201 196 177 300 260 451 458 487 364 347 351 346 Finished import DisponibilitĂ finiti 694 768 891 1.298 1.126 1.324 1.097 1.098 1.122 867 1.399 1.484 1.514 1.295 1.221 1.092 1.294 Finished availability Export lavorati 38 42 99 192 147 139 79 57 55 77 71 75 76 63 49 57 52 Finished export Consumo interno 656 726 792 1.106 979 1.185 1.018 1.041 1.067 790 1.328 1.409 1.438 1.232 1.172 1.035 1.242 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 12.140 13.430 14.650 20.460 18.110 21.920 18.840 19.250 19.740 14.620 24.570 26.070 26.600 22.800 21.680 19.150 22.980 Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
129. TAIWAN (000 tons)
XXII World Marble and Stones Report 2011 245
(Fonte: Elaborazione propria)
Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import DisponibilitĂ grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Work load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import DisponibilitĂ finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
130. TURKEY (000 tons)
641
262
379
7
386
125
261
553
227
326
5
331
110
221
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
32
49
52
58
49
59
68
112
170
220
275
217
492
18
474
330
804
141
225
204
276
410
789 1.266 1.538
315
286
601
20
581
403
401
244
645
41
604
420
501
242
743
36
707
491
775
725
841 1.137
39
42
61
87
401
244
575
680
629
170
712
874
1287 1.706
1999 2.580
133
1866 2.410
1296 1.675
3162 4.085
1758 2.335
1035
1725
2764
241
2523
1754
4277
2906
7183
183
7000
2007
1324
1639
2963
240
2723
1893
4616
3312
7928
128
7800
2008
2010
71
1.821
1.495
3.316
253
3.063
2.129
5.192
3.373
1.611
1.731
3.342
275
3.067
2.132
5.199
4.872
8.565 10.071
65
8.500 10.000
2009
(Source: own data processing)
3.750 11.640 13.170 16.160 19220 24500 33.690 29.800
473
799 1.095
645 1.153 1.087 1.272 1.724
41
904 1.114 1.045 1.211 1.637
628
984 1.024 1.198 1.532 1.889 1.770 2.052 2.774
148
945 1.132 1.249 1.402 1.808 2.299 2.559 3.318 4.312 4.920 6.420
45
7.530
132
104
1999
4.090 4.830 5.090 5.830 3.420 3.420 3.420 10.700
773
657
1998
407
23
7
1997
900 1.100 1.200 1.350 1.750 2.250 2.500 3.250 4.200 4.750 6.200
1996
578
750
1995
650
1994
246 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
50
59
109
4
105
43
62
131
193
17
176
3.260
45
95
3
92
38
54
87
141
20
121
9.240
1995
50
1994
3.680
199
17
216
122
94
66
160
2
162
62
100
1996
5.010
271
22
293
177
116
80
196
6
202
102
100
1997
5.120
277
19
296
206
90
62
152
9
161
61
100
1998
5.550
300
25
325
191
134
93
227
10
237
87
150
1999
6.850
370
24
394
231
163
113
276
34
310
110
200
2000
8.450
457
22
479
340
139
96
235
9
246
96
150
2001
629
28
657
469
188
131
319
13
332
182
150
2003
885
32
917
693
224
156
380
8
388
238
150
2004
934
45
979
679
300
206
506
9
515
315
200
2005
1.230
29
1.259
876
383
266
649
11
660
460
200
2006
1.257
33
1.290
826
464
323
787
24
811
561
250
2007
1.097
31
1.128
703
425
295
720
12
732
482
250
2008
921
34
955
558
397
276
673
10
683
433
250
2009
1.127
31
1.158
657
501
349
850
31
881
581
300
2010
(Source: own data processing)
8.750 11.640 16.370 17.280 22.750 23.250 20.300 17.040 20.850
473
21
494
341
153
105
258
10
268
118
150
2002
(Fonte: Elaborazione propria)
Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import DisponibilitĂ grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Work load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import DisponibilitĂ finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
131. UNITED KINGDOM (000 tons)
XXII World Marble and Stones Report 2011 247
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
(Fonte: Elaborazione propria)
(Source: own data processing)
Produzione di cava 1.200 1.300 1.350 1.500 1.650 1.700 1.750 1.850 2.000 2.250 2.300 2.400 2.250 2.000 1.950 1.800 1.850 Quarry production Import grezzo 94 64 179 231 214 326 383 435 453 441 392 341 446 259 317 146 233 Raw import DisponibilitĂ grezzo 1.294 1.364 1.529 1.731 1.864 2.026 2.133 2.285 2.453 2.691 2.692 2.741 2.696 2.259 2.267 1.946 2.083 Raw availability Export grezzo 208 87 170 207 249 226 179 191 188 192 204 282 210 202 166 133 177 Raw export Carico di lavoro 1.086 1.277 1.359 1.525 1.565 1.800 1.954 2.094 2.265 2.499 2.488 2.459 2.486 2.057 2.101 1.813 1.906 Work load Sfrido di lavoro 445 524 557 624 642 738 801 859 929 1.024 1.020 1.008 1.019 843 861 743 781 Processing waste Produzione manufatti 641 753 802 900 923 1.062 1.153 1.235 1.336 1.475 1.468 1.451 1.467 1.214 1.240 1.070 1.125 Finished production Import lavorati 637 856 678 933 1.106 1.314 1.432 1.716 1.903 2.430 2.881 3.386 4.497 5.018 3.639 3.001 3.156 Finished import DisponibilitĂ finiti 1.278 1.609 1.480 1.833 2.029 2.376 2.585 2.951 3.239 3.905 4.349 4.837 5.964 6.232 4.879 4.071 4.281 Finished availability Export lavorati 58 50 113 98 115 110 64 62 79 73 72 82 161 185 121 236 572 Finished export Consumo interno 1.220 1.559 1.367 1.735 1.914 2.266 2.521 2.889 3.160 3.832 4.277 4.755 5.803 6.047 4.758 3.835 4.009 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 22.570 28.840 25.290 32.100 35.410 41.920 46.630 53.450 58.460 70.890 79.120 87.970 107.350 111.870 88.020 70.950 74.170 Equiv. in 000 sq.mt.
PARAMETERS
132. UNITED STATES (000 tons)
248 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
Appendice critica
La raccolta e l’elaborazione dei dati contenuti nel Rapporto hanno richiesto particolari attenzioni, stanti il carattere talvolta disomogeneo delle fonti e le discrasie rilevate anche nei volumi dell’interscambio, nonostante l’ufficialità delle fonti. Pertanto, è funzionale fornire le informazioni essenziali circa la metodologia assunta, in modo da consentire l’analisi ottimale delle serie storiche e da promuovere giudizi attendibili sull’andamento della congiuntura di settore. Le notizie più elastiche sono quelle riferite alla produzione: in questo caso le fonti locali debbono essere oggetto di costanti verifiche perché talune stime sono estese ai materiali poveri, come accade per la Cina, dove le tonnellate estratte evidenziano escursioni che si collocano, secondo i casi, nell’ordine delle decine di milioni. In misura minore, ciò vale anche per alcuni Paesi europei di notevole rilievo, quali Croazia e Norvegia, il cui dato produttivo
è stato opportunamente corretto. Si è reso necessario procedere alle modifiche espungendo i predetti materiali, facendo riferimento ai volumi dell’interscambio ed a quello del consumo interno riveniente dai consuntivi dell’attività costruttiva, e laddove possibile, richiamandosi alle variazioni della consistenza impiantistica fornite dagli approvvigionamenti di tecnologie. Per altri Paesi di cospicua rilevanza settoriale esistono dati ufficiali, sia pure non aggiornati al 2010: in questi casi, tra cui si possono citare quelli di Brasile e Portogallo, è agevole predisporre stime produttive più attendibili, avuto riguardo agli aggiustamenti marginali introdotti a fronte dell’interscambio rilevato per l’ultimo esercizio. Nelle tavole illustrative dei parametri di base nei Paesi leader, fino al consumo domestico, il dato dello scarto di lavorazione, stante l’impossibilità di valutazioni analitiche, è stato oggetto di una quota
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attribuita con criteri di omogeneità. Ne deriva una sovrastima potenziale del volume di manufatti prodotti, a vantaggio dei Paesi meno sviluppati, dove le perdite di segheria e di lavorazione sono generalmente più alte. L’escursione non è comunque decisiva, riguardando pochi punti percentuali, ed è parzialmente corretta dall’incidenza dei lavorati semplici, in cui lo scarto di trasformazione risulta più contenuto. La struttura informativa assunta a base del Rapporto resta quella dell’export e dell’import, arricchita dalla disponibilità dei dati sia in volumi che in valori e dal carattere generalmente tempestivo dei flussi essenziali d’informazione. Tuttavia, non mancano problemi ricorrenti di interpretazione e perequazione dei dati, in specie nell’applicazione del modello input-output relativa ai Paesi settorialmente determinanti, per i cinque codici doganali di base a quattro cifre (calcarei grezzi, silicei grezzi, lavorati semplici, lavorati con alto valore aggiunto, lavorati di ardesia). L’import lapideo statunitense del prodotto finito, data la sua rilevanza strategica, è stato illustrato, limitatamente al 2010, anche nei disaggregati ad otto cifre. Nella classificazione del lavorato (e talvolta anche nella qualificazione merceologica del grezzo) può accadere che sussistano attribuzioni a carattere disomogeneo, cui è possibile apportare i correttivi del caso attraverso l’analisi dei va-
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
lori medi per unità di prodotto, come nel caso dell’India, dove esiste un ulteriore problema perequativo per la diversità del calendario rispetto a quello occidentale (cosa che si verifica anche in Iran ed in altri Paesi dell’area islamica). Quando il controllo incrociato ha posto in luce divergenze di qualche rilievo si è conservata, anche in chiave di omogeneità, la scelta di considerare prevalente il dato di maggiore affidabilità statistica. Il modello input-output, che non è stato possibile utilizzare per le tecnologie ed i beni strumentali anche alla stregua delle diverse unità di misura (riferite spesso al numero di pezzi anziché al peso), ha trovato integrazione, sempre con criteri di uniformità rispetto a quelli utilizzati nei precedenti Rapporti, con la stima delle movimentazioni tra i cosiddetti “altri” intendendo per tali i Paesi minori che non sono oggetto di rilevazioni specifiche ma il cui numero si è ridotto: infatti, quelli monitorati sono saliti a 90, in guisa da incrementare ulteriormente l’attendibilità del Rapporto. Per il gruppo degli “altri” è stato riveduto l’apporto convenzionale di un volume pari al tre per cento del totale riveniente dall’input-output degli aggregati di base, portandolo a cinque punti, con l’eccezione dell’ardesia che è rimasta invariata perché più circoscritta in cifra assoluta globale: l’assunto trova giustificazione metodologicamente accettabile nel progressivo incremento degli scambi speci-
XXII World Marble and Stones Report 2011
fici tra gli “altri”. Si deve aggiungere che talune rilevazioni statistiche di base relative all’impiantistica (cod. 84.64), diversamente da quelle riguardanti i materiali, sono state ridotte dalle otto cifre del massimo disaggregato a sei, con ovvie conseguenze sull’analisi in termini omogenei. In conseguenza, si è provveduto, con particolare riguardo all’Italia, a presentare un quadro esaustivo dell’aggregato, anche in riferimento alla sua posizione di Paese leader, in ciascun mercato di sbocco. Va precisato, sempre a proposito dell’Italia, che la scomposizione dell’interscambio nei due grandi gruppi delle macchine e dei beni strumentali non rende immediatamente comparabili le cifre di consuntivo con quelle ufficiali di fonte associativa. Resta da dire che i valori medi per unità di prodotto, evidenziati con particolare riguardo al prodotto finito, integrano l’informazione quantitativa e presentano, come d’uso, un quadro congiunturale più esauriente, in grado di evidenziare, alla luce di taluni regressi significativi, la permanenza di un “trend” mediamente favorevole ai materiali correnti.
Fonti statistiche La raccolta selettiva dei dati di base e la ricerca delle fonti sono state condotte con riferimento ai maggiori Soggetti preposti alla fornitura di informazioni statistiche
251
nell’ambito di rispettiva competenza, in modo da garantirne il carattere ufficiale e la conseguente attendibilità. In primo luogo si è fatto riferimento ad Eurostat per tutte le cifre dell’interscambio riguardante l’Unione Europea, ed a Comtrade, banca dati dell’ONU, per quanto attiene ai Paesi extra-europei. Altre fonti di comprovata attendibilità, citate in calce alle tavole, sono state utilizzate per il reperimento delle statistiche macroeconomiche. Per alcuni monitoraggi è stata di utile supporto la fruizione di informazioni dell’ICE o delle Camere di Commercio, mentre i dati produttivi, salvo eccezioni, sono stati oggetto di stime in base ai criteri indicati nella precedente nota metodologica. In proposito, un supporto significativo è stato fornito, per taluni Paesi, dalle rispettive Organizzazioni e dal confronto con altre fonti, tra cui quella dell’Osservatorio di IMM Carrara: talvolta, con gli adeguamenti consigliati dai volumi dell’interscambio. Giova ribadire che, in chiave di omogeneità coi precedenti Rapporti, sono state escluse dalle cifre di movimentazione internazionale quelle relative allo scambio di materiali correnti per uso strutturale, sebbene rilevato tra le voci doganali del manufatto lapideo. È il caso, ad esempio, di taluni flussi tra Paesi scandinavi e Olanda per l’apprestamento di opere marittime, e dell’export di lavorati semplici da Indonesia o Malaysia con destinazioni
252
a Singapore od in misura minore per altri mercati dell’area. Per quanto riguarda i maggiori Paesi di cui alle schede riassuntive inserite a conclusione del Rapporto, è da aggiungere che le verifiche di compatibilità dei dati,
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
in aggiunta a quella del modello inputoutput, sono state messe a punto anche sulla scorta dei valori unitari dell’interscambio, con esclusione di taluni movimenti effettuati a prezzi minimi.
Critical Appendix
A study based essentially on acquisition, elaboration and interpretation of data, partly inductive and non homogeneous, as those concerning the extraction process, cannot leave apart from the information on the adopted criterions that on the other hand are generally homogeneous to those of the previous Reports, thus to make the historical series comparable and the evaluations concerning the evolution of the conjuncture reliable. In the production, important divergences had been recorded (even on a local level) mainly for China, because with regard to extraction volumes some sources publish definitely abnormal quantities of current materials assigned to structural purposes. From this point of view it has been necessary to proceed afterwards to a reconstruction of the production data, moving from the volumes of the interchange and as far as possible from the variations of the process plant engineering structure
supported by the import of machines, with particular respect to those of sawmill and of primary cut. Regarding the interchange, the official nature of the available sources doesn’t exclude the existence of interpretative and equalized problems, especially in the application of the input-output model. This happens, on one hand, when the custom codes are originally recorded in an approximate way, especially in the classification of the manufactured products or the end products with a high added value; on the other hand, for the different articulation of observations of a calendar that doesn’t coincide with the western one, as it happens in India and in Iran. When the cross check has put in evidence further differences, the routine is maintained to give the preference to the data of greater reliability and particularly to the European ones. In the application of the input-output
254
system, the rating criterion of the movements has been likewise confirmed among the so-called “others�, meaning the smaller Countries that have not been matter of analytical surveys. For this purpose, a three percent increase has been inserted for the five base aggregates (raw calcareous, raw siliceous, simple manufactured, special manufactured, slate), additionally to the hash total of import and export, that also guarantees the continuity of a homogeneous assessment. The quotations of the materials especially if manufactured, that have been extended to a larger group of Countries, which are more important for the productive and transformation activities, shun the surveys of the market range, but the impression borrowed by the reflexive tendency of the middle prices supposes that the current
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
products have acquired new market segments in line with the course of the economic situation. The input-output model wouldn’t be applicable with respect to interchange of machines, because available data are mainly referring to the value and as to the turnover, data are only referred to the number of pieces, thus foreclosing an exhaustive processing also in front of a high variability due to the blend of commercialized items. With regard to technologies, an enhancement concerning information about capital goods has been suggested, particularly considering abrasive means, grinding materials and diamond tools, focusing on quantity, currency flow as well as mean values of the European trade interchange.
Indice dei nomi geografici Geographical Names Index
Africa 12, 26, 27, 43, 44, 56, 60, 65, 200, 222 Afyon 200, 222 Albania 31, 62, 191, 214 Alentejo 193, 216 Alicante 10, 42 America 9, 12, 35, 41, 43, 44, 51, 65, 213 Angola 193, 216 Anversa / Antwerpen 181, 205 Arabia Saudita / Saudi Arabia 19, 26, 50, 56, 190, 193, 214, 216 Armenia 31, 62 Asia 9, 12, 35, 40, 41, 43, 46, 52, 65.195, 210, 218, 222 Australia 8, 9, 40, 41, 179, 203, 204 Austria 30, 33, 60, 63, 180, 204 Balikesir 200, 222 Bangalore 194, 217 Belgio / Belgium 30, 34, 60, 64, 181, 182, 187, 190, 198, 205, 210, 218, 222 Brasile / Brazil 9, 11, 15, 16, 20, 22, 23, 24, 28, 31, 41, 43, 46, 47, 48, 51, 52, 53, 54, 58, 61, 62, 182, 201, 206, 223, 249 Bulgaria 10, 42 Cachoeiro 183, 206 Canada 9, 23, 24, 31, 41, 53, 55, 61, 182, 183, 206 Canakkale 200, 222 Carrara 18, 27, 49, 58, 185, 208, 251
Cina / China 7, 8, 9, 11, 15, 16, 19, 20, 22, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 31, 32, 33, 35, 39, 40, 41, 43, 46, 47, 48, 50, 51, 52, 53, 54, 55, 56, 57, 58, 59, 60, 61, 62, 63, 65, 179, 180, 181, 183, 184, 185, 187, 189, 190, 191, 192, 193, 194, 196, 197, 199, 200, 201, 203, 204, 205, 207, 208, 209, 210, 211, 212, 214, 215, 216, 217, 219, 220, 221, 222, 223, 249, 253 Corea / Korea 9, 15, 16, 22, 25, 30, 40, 46, 47, 48, 52, 55, 60, 185, 186, 199, 208, 209, 221 Croazia / Croatia 31, 62, 249 Danimarca / Denmark 30, 33, 60, 63 Denizli 200, 222 Egitto / Egypt 11, 12, 15, 20, 21, 25, 27, 31, 43, 44, 51, 52, 55, 57, 62, 184, 191, 208, 214 Emirati / Emirates 19, 26, 50, 56, 194, 217 Europa / Europe 7, 8, 9, 10, 12, 15, 16, 18, 26, 27, 28, 29, 30, 32, 33, 34, 35, 39, 40, 41, 42, 43, 46, 47, 48, 49, 50, 51, 56, 58, 59, 60, 61, 62, 63, 65, 180, 181, 186, 188, 190, 192, 193, 194, 195, 196, 197, 204, 205, 209, 210, 211, 214, 215, 216, 217, 218, 219, 220, 221, 251, 253, 254 Far East 55, 199, 203, 207 Finlandia / Finland 25, 30, 56, 60, 184, 186, 208, 209, 210 Firenze / Florence 5, 37
256
Francia / France 7, 8, 12, 19, 20, 22, 33, 39, 40, 44, 50, 53, 63, 182, 187, 194, 196, 197, 205, 210, 211, 217, 219, 220 Germania / Germany 7, 8, 16, 19, 20, 24, 29, 31, 32, 39, 40, 48, 50, 51, 54, 60, 61, 62, 180, 181, 182, 188, 189, 194, 196, 204, 205, 210, 211, 212, 213, 216, 217, 219 Giappone / Japan 7, 8, 15, 16, 22, 24, 29, 32, 40, 46, 48, 52, 55, 60, 62, 184, 189, 199, 208, 212, 213, 221 Giordania / Jordan 12, 26, 43, 56 Grecia / Greece 7, 10, 12, 16, 19, 22, 29, 30.33, 34, 39, 42, 44, 47, 50, 53, 60, 63, 64, 181, 189, 190, 191, 205, 213, 214 Harvard 22, 52 Hong-Kong 24, 54, 194, 216 India 9, 11, 15, 16, 17, 20, 23, 24, 28, 29, 31, 34, 35, 43, 46, 47, 48, 51, 53, 54, 55, 58, 60, 61, 64, 179, 180, 192, 193, 196, 199, 201, 203, 204, 211, 215, 216, 219, 222, 223, 250 Indonesia 12, 43, 179, 203, 251 Iran 12, 21, 31, 52, 61, 179, 250 Irlanda / Ireland 18, 30, 33, 49, 60, 63, 195, 218 Istanbul 27, 200, 223 Italia / Italy 7, 9, 12, 17, 18, 20, 22, 23, 24, 25, 27, 28, 29, 30.31, 32, 33, 41, 43, 44, 47, 48, 49, 51, 53, 54, 55, 56, 58, 59, 60, 61, 62, 179, 180, 185, 186, 187, 191, 194, 196, 197, 198, 199, 200, 201, 203, 204 Izmir 27, 200, 223
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
Libano/Lebanon 25, 56, 190, 200, 214, 222 Libia / Libya 25, 56, 191, 214 Liegi / Liege 182, 205 Lombardia / Lombardy 18, 49 Londra / London 195, 218 Los Angeles 22, 53 Lucca 18, 49 Lussemburgo / Luxembourg 18, 30, 49, 60, 182, 205 Macao / Macau 193, 216 Macedonia 31, 62 Malaysia 251 Malta 31, 62 Marocco / Morocco 19, 51 Massa 18, 49 Messico / Mexico 24, 55, 182, 206 Middle East 26, 57, 213, 214 Minas Gerais 197, 220 Mosca / Moscow 196, 218 Mozambico / Mozambique 193, 216 New York 22, 53 Nigeria 26, 30, 56, 60 Norimberga / Nuernberg 189, 212 Norvegia / Norway 25, 56, 184, 192, 208, 215, 249 Oceania 179, 203 Olanda / Holland 9, 10, 29, 42, 60, 182, 251 Oman 12, 26, 43, 56 Orlando 201, 224
Jaipur 194, 217 Larvik 192, 215 Lazio 18, 49 Lettonia / Latvia 31, 62
Paesi Bassi/Netherlands 24, 41, 54, 55, 205 Pakistan 30, 60 Palestina 26, 56 Polonia / Poland 9, 25, 40, 56, 186, 188, 198,
XXII World Marble and Stones Report 2011
209, 212, 221 Portogallo / Portugal 7, 12, 16, 19, 20, 22, 30, 33, 34, 39, 44, 47, 50, 51, 53, 60, 63, 64, 187, 192, 193, 210, 215, 216, 249 Qatar 19, 26, 51, 56 Queensland 179, 203 Regno Unito / UK 7, 19, 24, 39, 50, 54, 55, 183, 194, 195, 197, 206, 217, 218, 220 Repubblica Ceca / Czech Rep. 188, 212 Romania 10, 31, 42, 62 Russia 8, 9, 15, 19, 26, 30, 31, 40, 41, 46, 50, 57, 60, 61, 195, 196, 200, 218, 219, 220, 222 Salisburgo / Salzburg 180, 204 Scandinavia 195, 218 Serbia 31, 62 Seul 28, 59 Shandong 184, 207 Siberia 186, 209 Singapore 28, 59, 190, 214, 252 Slovacchia / Slovakia 180, 204 Slovenia 31, 62, 181, 204 Spagna / Spain 9, 10, 12, 16, 19, 20, 22, 24, 25, 29, 32, 33, 41, 42, 44, 47, 48, 50, 51, 53, 55, 56, 60, 62, 63, 185, 186, 187, 193, 195, 196, 199, 201, 209, 210, 216, 218, 219, 221, 223 Stati Uniti / USA 7, 8, 9, 15, 16, 19, 23, 27, 28, 29, 31, 32, 39, 40, 41, 46, 47, 48, 50, 52, 53, 54, 56, 57, 58, 59, 60, 61, 62, 182, 183, 193, 194, 200, 201, 206, 207, 216, 217, 222, 223, 224 Sudafrica / South Africa 12, 20, 44, 51, 198, 220, 221 Svezia / Sweden 33, 63 Svizzera / Switzerland 15, 19, 30, 31, 32, 46,
257
50, 60, 61, 62, 180, 181, 184, 204, 205, 208
Tagikistan 196, 219 Thailandia / Thailand 12, 43 Tasmania 179, 203 Tokat 200, 222 Tokyo 28, 59, 190, 213 Toscana / Tuscany 18, 49, 191, 215 Tromso 192, 215 Turchia / Turkey 9, 11, 15, 16, 17, 20, 21, 23, 26, 27, 31, 34, 40, 43, 46, 47, 48, 51, 52, 53, 54, 56, 57, 58, 61, 64, 179, 184, 185, 187, 191, 194, 196, 199, 201, 203, 208, 209, 210, 214, 217, 219, 221, 222, 223 Turkmenistan 196, 219 Ucraina / Ukraine 196, 219 Vallonia / Wallonie 182, 205 Veneto 18, 49, 191, 215 Venezuela 24, 55, 182, 206 Vermont 23, 53 Verona 11, 28, 59 Vietnam 12, 20, 43, 51, 179, 203 Vitoria 183, 206 Xiamen 28, 59, 184, 207
N.B. - Non sono elencati i nomi geografici delle tavole fuori testo e quelli riportati nel saggio sul comprensorio lapideo di Carrara, Massa e Lucca. R. - The geographical names reported in the statistical tables and in the final check concerning the stone district of Carrara, Massa and Lucca are not listed.
Sommario XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011 Presentazione
5
1.
Congiuntura mondiale
7
2.
Attività edilizia
8
3.
Costo della manodopera e questioni del lavoro
10
4.
Produzione lapidea globale
11
5.
Stato dell’arte
12
6.
Evoluzione dell’interscambio
14
7.
Dinamica di mercato e tipologie di materiali
15
8.
Italia: un ristagno strutturale
17
9.
Unione Europea
18
10. Cina superstar
20
11. Contrasti nella ripresa statunitense
22
12. Gli altri leader extra-europei
23
13. Forze complementari
25
14. Il caso della Turchia
26
15. Attese di investimenti
27
16. Trend dei consumi
29
17. Macchine e impianti
30
18. Beni strumentali e utensili diamantati
32
19. Potenzialità di sviluppo
33
Conclusione
69
Documentazione statistica
67
Schede dei maggiori Paesi 1994-2010
179
Appendice critica - Fonti statistiche
249
Indice dei nomi geografici
255
Inserto: Considerazioni sul distretto lapideo apuano di Massimo Marcesini
261
Summary XXII World Marble and Stones Report 2011 Preface
37
1.
Global economy
39
2.
Building activity
40
3.
Labor costs and labor issues
42
4.
Global stone production
43
5.
State of the art
44
6.
Evolution of the interchange
45
7.
Market dynamics and types of materials
47
8.
Italy: a structural stagnation
48
9.
European Union
50
10. China superstar
51
11. Clashes resumed in U.S. recovery
52
12. The other non-European leaders
54
13. Complementary strengths
55
14. The case of Turkey
56
15. Expectations of investment
58
16. Consumption trend
59
17. Machinery and equipment
61
18. Capital equipment and diamond tools
62
19. Development potential
63
Conclusion
65
Statistical documents
67
Leading Countries files 1994-2010
203
Critical Appendix
253
Geographical Names Index
255
Insert: Evaluations around Carrara’s marble district by Massimo Marcesini
261
Considerazioni sul distretto lapideo apuano a cura di
Massimo Marcesini Ricercatore Istituto Studi e Ricerche (I.S.R.) Carrara
SOMMARIO Prefazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 262 L’identità persiste. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 262 Congiuntura locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 263 Imprese e occupazione lapidea. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 265 Attività edile. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 266 Mercato del lavoro. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 267 Produzione di cava . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 269 Quantità esportate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 270 Le vendite lapidee. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 273 Distretti a confronto. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 276 Evoluzione dei mercati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 279 L’area del Mediterraneo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 286 Porto: meno lapidei movimentati. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 287 I granulati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 290 I primi mesi del 2011 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 290
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Prefazione Il segnale che i più attendevano nel corso del 2010, dopo la profonda crisi internazionale del biennio precedente, era rappresentato dall’individuazione, attenta e spesso ricercata, di tendenze produttive in ripresa che potessero mostrare un nuovo start-up economico generale, in maniera che l’auspicio di una rinnovata crescita accompagnasse l’uscita da uno dei periodi più difficili dagli anni ‘50 ad oggi. Se alcuni dei Paesi delle cosiddette economie in ascesa, primi fra tutti Cina, India e Brasile, hanno evidenziato una maggiore forza di reazione, per altre econom1ie più mature le difficoltà sono state maggiori. In questo scenario gran parte dell’Unione Europea, ed in particolare l’Italia, sembrerebbero subire le tendenze globali più che determinarne le mutazioni, rischiando una marginalità dipendente più dalle proprie debolezze che dai meriti altrui; una nuova fase, quindi, nella quale la ripresa produttiva evidenzia ritmi e processi distinti dal passato e meno garantiti, nei quali una delle poche certezze, in un panorama di criticità, sarebbe delineata dalla crescita delle vendite all’estero dei propri prodotti, quale principale fattore per una possibile e favorevole inversione di rotta. Se questo paradigma è sostanzialmente rintracciabile nei maggiori opinion leader di settore è anche vero che la regione Toscana ed in particolare, per ciò che interessa in queste considerazioni, la provincia di Massa-Carrara, con la forte propensione all’esportazione dei propri prodotti, che ne caratterizza da sempre le dinamiche economiche, legherebbe il proprio sviluppo in maniera più decisa rispetto ad altre realtà territoriali all’andamento del commercio mondiale; un mercato globale che diviene non solo luogo di sfida produttiva con altri competitor ma anche spazio dove rintracciare quelle opportunità e vantaggi che possono permettere di incrementare, diversificare e migliorare la propria rete distributiva commerciale. Queste valutazioni assumono un valore strategico significativo se poste in relazione con il settore lapideo apuano che permane, nonostante le difficoltà, l’asse portante dell’economia locale e più di qualsiasi altro comparto unisce le proprie dinamiche a quelle dei mercati mondiali.
L’identità persiste L’importanza per il territorio apuo-ligure-versiliese della lavorazione lapidea, dalla fase estrattiva a quella del prodotto finale, è indiscutibile; una lavorazione millenaria che ha caratterizzato la nascita della colonia romana di Luni e che da quel tempo, per più di due millenni, ha visto il marmo di Carrara colonizzare l’intero pianeta. Un prestigio storico che nella fase attuale si traduce in una capacità produttiva che ancora influenza l’economia locale e determina, a caduta, effetti sulle scelte sociali, ambientali e politiche che caratterizzano le comunità interessate. Una materia prima che ancora oggi, nelle cave come nelle segherie, dal monte al porto, nel settore industriale oppure in quello artigianale rappresenta un unicum con la comunità locale;
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un’importanza ancora decisiva sebbene per alcuni aspetti, di ricaduta economica ed ambientale, parte della comunità locale è sempre più contornata da elementi di allontanamento da quell’attaccamento storico connaturato al mondo del marmo. Seppur in maniera meno decisa rispetto al recente passato il comparto lapideo permane imprescindibilmente connesso al tessuto produttivo locale, sia per attività dirette che collaterali, rimanendo al centro di qualsiasi scelta strategica per il presente ed il futuro del territorio. La produzione di cava, la trasformazione dei materiali, la commercializzazione degli stessi rappresentano la base dell’attività lapidea, intorno alla quale ruotano una serie innumerevole e complessa di molti altri comparti economici. Il settore lapideo attiva infatti altre branche dell’economia locale, dalle attività portuali a quelle metalmeccaniche, dalle attività complementari alla lavorazione dei materiali non metalliferi, ai trasporti ed alle attività bancarie e assicurative, oltre ad una quota consistente di attività dei servizi, da quelli avanzati a quelli legati alle attività culturali e turistiche. L’apporto lapideo alla crescita dell’economia locale è pertanto determinante ed incide non solo sul territorio di Carrara o di Massa ma interessa anche la Lunigiana ed in maniera consistente la Versilia e la Garfagnana, senza dimenticare l’importanza di comuni limitrofi quali Ortonovo, ed infrastrutture quali il porto di La Spezia, terminal spesso utilizzato per la vendita all’estero dei materiali locali. Un settore strategico dell’economia locale costituito da centinaia di attività produttive, che attivano migliaia di occupati, tra diretti e indiretti, e produce un fatturato stimato superiore al miliardo di euro.
Congiuntura locale Diventa difficile per un’economia piccola come quella apuana presentare una sintesi dei risultati ottenuti nel corso dell’anno 2010, sia per la diversificazioni dei settori economici, sia per il perdurare in alcune componenti produttive degli effetti della crisi internazionale. E’ possibile comunque iniziare dall’andamento dell’interscambio commerciale perché proprio nelle vendite all’estero dei prodotti locali si riscontra lo stato generale della salute dei settori più rappresentativi dell’economia. Non si può eludere infatti che la provincia di Massa-Carrara è storicamente orientata all’export e nel 2010 il 31,3 per cento del valore aggiunto è stato determinato dalle esportazioni, in Toscana il 27,9 per cento, in Italia il 24,3 per cento; se si sommano le importazioni il valore diventa del 44,1 per cento sul totale del valore aggiunto locale a fronte del 49,1 per cento per la Toscana e del 50,7 per cento dell’Italia. Si esporta mediamente più del resto del paese ma si importa meno. Nel suo complesso i dati annuali Istat mostrano come le esportazioni generali della provincia apuana siano diminuite. Ancora una volta la dinamica della provincia apuana è totalmente
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in controtendenza, per altro solamente statistica, con quanto avviene nelle altre aree della regione Toscana, infatti ad una perdita locale del -8,8 per cento, in termini assoluti meno 125 milioni di euro, ha corrisposto mediamente una crescita della Toscana del +15,6 per cento. Separando dal dato totale l’export delle macchine e degli apparecchi meccanici, riferibile ad una sola azienda e che influenza fortemente il dato complessivo, si è registrato nell’insieme una variazione positiva e pari al +19,7 per cento, che in termini assoluti significa più 92 milioni di euro circa, a testimonianza che l’andamento locale nel 2010 è stato per taluni settori produttivi più che soddisfacente. Nel dettaglio si osserva che il marmo presenta andamenti apprezzabili all’export. Per quanto riguarda i grezzi la crescita è stata pari al 22,8 per cento, un andamento positivo più accentuato sia rispetto alla provincia di Lucca che al resto d’Italia, e notevolmente superiore al distretto Veneto (+6,4%). Per i lavorati il trend cambia segno +10,7 per cento rispetto al 2009, ma il recupero in valore non è sufficiente a riportare Massa-Carrara ai livelli del 2008. Il lapideo lavorato ha inciso per il 18,8 per cento sul totale delle esportazioni locali mentre il lapideo grezzo il 10,4 per cento. Nell’analisi più strettamente congiunturale delle imprese manifatturiere lapidee della provincia di Massa-Carrara si evidenzia che la produzione ha registrato un -6,5 per cento, un dato negativo ma inferiore al -21 per cento ottenuto a consuntivo 2009. Sono comunque tre esercizi consecutivi che le aziende ottengono andamenti della produzione in rosso. La stessa situazione è stata rilevata anche per gli altri indicatori di settore. Il fatturato perde il -3,6 per cento, gli ordini interni -4,7 per cento, gli ordini esteri -8,8 per cento, in calo anche l’occupazione -8 per cento e gli investimenti -8,5 per cento, mentre l’utilizzo degli impianti con un valore del 70,2 per cento, aumenta lievemente rispetto al 68,5 per cento di fine 2009. Continua in maniera sempre più allarmante la crisi per l’artigianato apuano che vede diminuire il fatturato nella specializzazione distrettuale lapidea del -5,5 per cento, nel 2009 la perdita era stata addirittura del -18,8 per cento. Nel 2010 la movimentazione totale delle merci del porto di Marina di Carrara ha registrato un incremento notevole del +64,9 per cento, annullando del tutto le perdite degli ultimi tre anni. Il fatto nuovo è rappresentato dalla crescente importanza dei rotabili che ha influito di conseguenza sull’incidenza dei prodotti lapidei che è scesa, pur con oltre un milione di tonnellate movimentate, al 39 per cento; era l’85 per cento nel 1997 e il 75 per cento nel 2005. Il valore più basso dal 1952 . Ricordiamo inoltre che cala dell’1,5 per cento, nell’ultimo anno, il reddito pro-capite: la disponibilità reale dei cittadini apuani è ancora lontana da quella della Toscana e dell’Italia (22.816 euro a Massa-Carrara, 28.414 in Toscana, 25.615 in Italia), ma, nella variazione di lungo periodo, 1995-2010, la ricchezza personale è salita del +4,5 per cento, in linea con la regione, e più dell’Italia. Infine si osserva che il tasso di disoccupazione nel 2010 è stato pari al 10,1 per cento purtroppo più alto di quello regionale (6,1%) sia di quello nazionale (8,4%).
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In ascesa il fenomeno delle persone che sembrano aver desistito nella ricerca continua di un posto di lavoro. Nel 2010 le ore per cassa integrazione ordinaria sono diminuite mentre quelle relative alla componente straordinaria sono aumentate.2
Imprese e occupazione lapidea L’industria lapidea apuana si estende su tutta la provincia di Massa-Carrara, su un parte limitrofa della provincia di Lucca, la Versilia, la Garfagnana e comprende anche la zona ligure di confine, in specie alcuni comuni della Valle del Magra, da sempre territori legati e integrati con la produzione lapidea comprensoriale. Questa descrizione geografica permette di ottenere, sulla base delle collocazioni delle sedi legali delle imprese, informazioni significative sul radicamento territoriale della produzione lapidea e offre la possibilità di misurare qual è il valore oggi in termini di localizzazione aziendale e presenza occupazionale del settore lapideo. Il ruolo centrale del settore non è in discussione ma le cifre ci dicono che la forza occupazionale del passato è ormai solo un ricordo. Già nell’ultimo censimento del settore (realizzato da IMM del 2001) si rimarcava la caduta degli addetti subordinati nel comparto dell’estrazione ed in quello della trasformazione del materiale, una diminuzione progressiva del settore dovuta da un lato, alla contrazione delle aziende della lavorazione del materiale, percepita talvolta come fisiologica e dovuta a processi evolutivi di ristrutturazione aziendale, e, dall’altro, alla perdita di occupazione al monte soprattutto per il profilo riguardante l’aumentata tecnologia della fase estrattiva. Resta difficile l’interpretazione della componente commerciale, in valore assoluto importante ma spesso collegata ad altre attività oppure svolta direttamente, come attività secondaria, da imprese ed intermediari legati alle aziende più dimensionate. A distanza di dieci anni da tale rilevazione il quadro è ancora quello di un costante e progressivo rallentamento sia della presenza imprenditoriale diretta che del livello occupazionale. Questo dato ha ovviamente subito una fortissima accelerazione nell’ultimo periodo: specie nel corso del 2009 la perdita di addetti e la difficoltà di sopravvivenza delle aziende meno strutturate è risultata evidente. A fine 2010 le aziende estrattive attive della provincia di Massa-Carrara sono risultate 97, con un totale di addetti pari a circa 690 unità, quelle della provincia di Lucca, comprendendo quindi Versilia e Garfagnana, all’incirca 68 unità per più di 440 addetti. Il dato spezzino è di 15 imprese attive per circa 66 addetti. Il totale delle imprese che nel comprensorio svolgono attività di estrazione di pietra risultano quindi 180, con quasi 1.200 addetti subordinati. Nel raffronto con
1 Vedi Rapporto Economia Massa-Carrara, ISR maggio 2011.
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il 2009 le attività al monte sembrano tenere difatti la diminuzione di aziende è minima, solo due imprese in meno, ed anche il numero di addetti diminuisce lievemente e di sole 12 unità (elaborazioni proprie su dati Infocamere). Il discorso è invece nettamente distinto per la parte inerente la lavorazione dei materiali, in questo caso le difficoltà nell’ultimo anno sono ancora evidenti; nel 2010 le aziende di taglio, modellatura e finitura di materiale lapideo sono risultate 458 nella provincia di Massa-Carrara per un totale di circa 2.012 addetti, per Lucca 395 aziende e 1.299 addetti, e per i comuni spezzini 67 attività per 175 dipendenti. Nel 2009 gli addetti a Massa-Carrara risultavano 2.161 e 2.208 nel 2008 per una diminuzione riferita all’ultimo biennio di circa 200 unità lavorative, mentre nella provincia di Lucca nello stesso arco di tempo la perdita è stata di 160 unità. E’ importante sottolineare che la distanza tra la provincia apuana e quella lucchese, in termini di aziende che si occupano della fase di trasformazione dei materiali, è sempre più corta, con una differenza di circa una sessantina di imprese. Una stima degli addetti con variazione storica decennale mostra l’indiscusso ridimensionamento del settore: i circa 10mila addetti diretti degli anni ’80, divenuti meno di 9mila negli anni ’90 e poco più di 6.600 all’inizio del nuovo secolo, possono oggi essere stimati, per il distretto apuo-ligure-versiliese, in meno di 5mila unità, fra estrazione al monte, trasformazione e attività complementari quali quella degli abrasivi e utensili diamantati. Inoltre aggiungendo le attività lapidee da identificarsi con la fase commerciale, in particolare all’ingrosso, le attività complessive del comparto possono essere stimate in un aumento del 50 per cento circa per quanto concerne le imprese e di un 30 per cento per gli addetti.
Attività edile Il settore delle costruzioni mostra ancora, in Italia come nell’insieme dell’area dell’euro, una tendenza negativa: l’indice della produzione, che era caduto dell’11,6 per cento nel 2009, è diminuito del 3,5 per cento nella media del 2010. Una stagnazione che le imprese operanti nel settore hanno verificato nei fatti come diretta conseguenza della stretta creditizia e del calo della fiducia delle famiglie. Le imprese manifestano sensibili difficoltà per tutti i comparti di attività: nel ritardo dei cantieri per le opere pubbliche dovute alle problematicità dei bilanci degli enti locali, nell’edilizia residenziale, sia quella di nuova costruzione sia quella di ristrutturazione e manutenzione delle abitazioni private, fino agli investimenti industriali. Pertanto, anche a livello apuano le compravendite hanno mostrato livelli di affari ancora distanti dai valori degli ultimi anni precedenti la crisi, anche se il 2010 si è chiuso con variazioni leggermente superiori nel raffronto con il 2009, vero anno nero per il mercato locale delle costruzioni. Sempre nel corso del 2010 è comunque aumentato dell’1,5 per cento rispetto al 2009 l’indice del costo di costruzione di un fabbricato residenziale.
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E’ continuata a livello provinciale la frammentazione dell’imprenditoria edile, il dato è estensibile anche a realtà limitrofe, registrando un tasso di sviluppo del +0,75 per cento, nel 2009 era stato del +1,59 per cento, per un totale di aziende edili pari a 4.032 unità che rappresentano il 18 per cento del totale delle imprese apuane. In particolare si pone in evidenza che la componente più rappresentativa del settore è quella dei lavori di costruzione specializzati, con 2.574 aziende, seguono con 1.414 unità le costruzioni di edifici, che hanno invece registrato un saldo negativo di ben 28 unità, ed infine il comparto dell’ingegneria civile con solo 44 aziende registrate. Oltre a ciò si rileva la sempre più consistente presenza nella categoria dell’edilizia di imprese dirette da imprenditori extracomunitari, notevole negli ultimi anni la partecipazione di rumeni e albanesi. Inoltre nelle imprese artigiane edili si è registrata nell’ultimo anno, una diminuzione del -8,8 per cento del fatturato, nel 2009 era stato del -16,8 per cento e sembrerebbe, nell’anno in corso, il persistere di questa tendenza negativa del settore edile locale. Se la vitalità edile locale vive un momento di smarrimento, dovuto principalmente alla contrazione delle disponibilità finanziarie delle famiglie e delle imprese, la produzione di materiale da costruzione finito, ossia marmo lavorato, guarda con fiducia alla ripresa degli ordini nel mercato del Nord America, dove l’iniezione di denaro pubblico e le conseguenti riprese di interventi pubblici sembrano offrire interessanti prospettive; la ripresa valutata in qualche punto percentuale di crescita del settore edile non ha comunque ancora compensato il crollo degli ordinativi e dei lavori registratosi nel biennio 2008-2009. Più difficile appare la situazione europea dove invece il mercato immobiliare e degli interventi pubblici non mostrano segnali di ripresa, con particolari criticità in mercati come quello spagnolo.
Mercato del lavoro Un punto d’osservazione particolare merita l’aspetto occupazionale locale, una difficoltà del mercato del lavoro distribuita in tutti i comparti economici che produce verosimilmente delle contrazioni nei consumi delle famiglie e si ripercuote anche sugli investimenti delle stesse. Gli elementi più preoccupanti non provengono dai consueti indicatori statistici quanto da un clima generale di sfiducia che sembra attraversare trasversalmente tutto il territorio apuano, categorie economiche, associazioni rappresentative, lavoratori e cittadini, senza distinzioni di sesso, età o luoghi di residenza. Le difficoltà degli anni passati affrontate con dispendio di energie ma unità d’intenti avevano ridotto la fuoruscita dal mercato del lavoro di coloro che si trovavano in crisi aziendali anche di lungo corso. Risultava favorita l’entrata nel mondo del lavoro di quelle fasce giovanili o categorie sociali, le donne in primis, che incontravano problematiche
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d’inserimento, grazie anche al ricorso diffuso a strumenti come i contratti atipici; tutto questo sforzo, nel breve arco di un biennio è stato in buona parte spazzato via. Le forze lavoro a fine 2010 sono risultate leggermente inferiori alle 90mila unità, di cui 80mila classificate come occupati e la quota restante, pari a poco più di 9mila, come persona in cerca di occupazione. Le forze lavoro apuane hanno registrato, nel raffronto con il 2009, una perdita di circa 2.800 unità, un decremento distribuito totalmente sulla componente femminile: sono state le donne coloro che sono uscite dalle forze lavoro locali e non si trovano nella situazione di occupati ma nemmeno in quella di coloro che esercitano azioni per la ricerca di occupazione. Una tendenza confermata dal tasso di attività dove la componente femminile perde ben 5 punti a fronte di una crescita dell’1,4 per cento di quella maschile. Il tasso di occupazione locale è stato del 59,8 per cento, maggiore rispetto al dato medio nazionale pari al 56,9 per cento, ma minore del 63,8 per cento della Toscana. Soffermando l’attenzione in modo particolare sulla dinamica inerente le persone in cerca di occupazione si sottolinea che nel 2009 erano notevolmente aumentate, circa 1.795 unità rispetto al 2008 e divenivano addirittura più di 4mila nell’ultimo quadriennio 2006-09. A consuntivo 2010 osserviamo che le persone in cerca di occupazione sono risultate 9.044, un valore inferiore di circa 1.352 unità rispetto al 2009 (elaborazioni proprie su dati Istat). Questa variazione, frutto di un aumento delle persone in cerca di lavoro di sesso maschile a fronte di una forte decrescita della componente femminile, nell’ordine di meno 2.234 unità, deve essere valutata con cautela. La diminuzione delle persone disoccupate convaliderebbe la tesi secondo cui nell’ultimo periodo vi è stata una diminuzione delle forze lavoro ed in specifico di coloro che sono alla ricerca di un posto di lavoro; una quota rilevante di individui, soprattutto femminili, motivati dalla sfiducia e dallo sconforto dovuti alla mancanza di esito positivo delle proprie azioni di ricerca di lavoro. Siamo di fronte ai cosiddetti scoraggiati che andrebbero ad aumentare le fila degli inattivi, diminuendo al contempo il valore assoluto di coloro che sono alla ricerca di un’occupazione e di conseguenza anche del relativo tasso di disoccupazione. Inoltre, se il 2009 era stato contrassegnato dall’espressione la crisi la stanno pagando prevalentemente le donne, il 2010 conferma che le donne, assieme ai giovani, rappresentano l’anello debole della catena produttiva, poiché sono per antonomasia il genere più precario, quello con una minore copertura degli ammortizzatori sociali, lavorando prevalentemente nel settore terziario, ed inoltre, nella nostra realtà, hanno più degli uomini contratti di lavoro a termine. Tutti questi elementi avvalorano l’interpretazione che siano proprio le donne in una situazione di crisi, dopo aver tentato invano di trovare lavoro, ad entrare a far parte di quella zona grigia della popolazione che tende ad incrementare il numero di quanti non cercano più lavoro attivamente.
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Produzione di cava La produzione delle cave del territorio apuano alla fine dell’anno 2010 è stata di circa 1 milione e 300mila tonnellate di marmo escavato. Questo dato è comprensivo della zona di Carrara e di Massa e delle zone della Versilia e della Garfagnana. Il dato complessivo è in leggero aumento nella variazione rispetto al 2009 (+7,7%), mentre nel 2009 nel raffronto con il 2008 aveva registrato, all’opposto, una lieve diminuzione (-5,3%). Il livello generale è stato quindi superiore all’anno 2009 e bisogna tornare ben sette anni addietro, fino al 2002, per ritrovare un risultato migliore. Le 979mila tonnellate estratte nelle sole cave di Carrara rappresentano il 75 per cento del totale della produzione, il rimanente è distribuito per l’11 per cento nelle cave del comune di Massa, il 10 per cento in Versilia ed il 4 per cento in Garfagnana (elaborazioni proprie su dati vari Comuni e IMM). L’elemento da sottolineare è quello di una tendenza ormai consolidata negli ultimi anni per quanto concerne i quantitativi estratti al monte; si registrano comunque, in una disamina più storica riferita al bacino carrarese, valori decennali di molto superiori ai 5,4 milioni di tonnellate estratte nel periodo 1971 al 1980. L’evoluzione sia delle tecniche di escavazione e taglio dei blocchi, con l’introduzione del filo diamantato, sia il miglioramento delle strutture viarie di collegamento con i bacini marmiferi, permisero nel decennio 1981-90 di implementare notevolmente la produzione di blocchi che raggiunse 8 milioni e 444.632 tonnellate, crescita maggiore del 50 per cento nel raffronto con il 1971-80. Fu però nei primi anni novanta, fino all’inizio del nuovo secolo, il periodo di maggiore produttività del settore con l’estrazione nel decennio 1991-00 di 10 milioni e 844.055 tonnellate di marmo in blocchi. Nell’ultimo periodo 2001-2010 possiamo affermare che l’attività estrattiva si è stabilizzata, con valori medi annuali inferiori a quelli del periodo precedente e con un totale decennale di 9 milioni e 652.435 tonnellate, valore inferiore del -10,9 per cento rispetto ai dieci anni precedenti. Nell’ultimo periodo le cave apuane hanno superato il milione di tonnellate estratte solo in due anni, 2001-e 2002, mentre tale livello, nel decennio 1991-2000 venne superato in ben 9 esercizi su dieci. Sul complesso del materiale estratto nell’ultimo anno il totale quantitativo proveniente dalle sole cave carraresi è stato di poco superiore ai 4 milioni di tonnellate di cui il 24 per cento blocchi, pari a 980mila tonnellate, il 6 per cento terre, con 237mila tonnellate ed un valore dimezzatosi nell’arco di un quinquennio, il 34 per cento scaglie scure, per 1,3 milioni ed in aumento di 10 punti nel raffronto con il 2005. Mentre le scaglie bianche, 1,5 milioni di tonnellate, subiscono, all’opposto, una riduzione di 10 punti percentuali per un’ incidenza sul totale proveniente dai bacini marmiferi del 36 per cento. Infine troviamo i materiali da scogliera con valori molto vicini allo zero, ed in diminuzione di circa 80mila tonnellate rispetto al 2005 (elaborazioni proprie su dati comune di Carrara). Dopo aver esaminato quanto materiale lapideo si estrae dalle cave di Carrara si può affrontare un altro tema di sicuro interesse riferito a quanto materiale lapideo grezzo viene esportato e
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quanto no. Se i dati ufficiali dicono che sono all’incirca 1,3 milioni di tonnellate di materiale lapideo in blocchi estratto alle cave del distretto apuano, di questi circa 750mila tonnellate (elaborazioni IMM su dati Istat), sono quelle che vengono esportate all’estero. Questo permette di stimare che il materiale lapideo delle cave che resta nel territorio locale per essere trasformato, oppure prende strade di lavorazione riferibili al mercato nazionale extra-distrettuale, si aggira sulle circa 550mila tonnellate. A questa valutazione, ma senza eccessive elaborazioni statistiche che potrebbero portare a conclusioni errate, si aggiunge che il marmo lavorato esportato, sempre dal distretto, è valutato all’incirca sulle 264 mila tonnellate, mentre quello grezzo importato, per essere lavorato in loco o per essere diretto in altre località, trattandosi soprattutto di materiali silicei, si aggira sulle 250mila tonnellate. MARMO ESCAVATO NELLA ZONA APUANA Quantità in tonnellate
Variazione % rispetto anno precedente
Carrarese
Massese
Totale
Versilia
Garfagnana
Totale
TOTALE ZONA APUANA
2000
1.087.393
137.110
1.224.503
128.135
70.000
198.135
1.422.638
2001
1.171.966
111.610
1.283.576
128.439
66.983
195.422
1.478.998
3,96
2002
1.079.145
105.975
1.185.120
157.536
67.000
224.536
1.409.656
-4,69
2003
953.700
90.861
1.044.561
152.918
73.485
226.403
1.270.964
-9,84
2004
912.436
89.826
1.002.262
152.319
82.581
234.900
1.237.162
-2,66
2005
877.965
72.990
950.955
109.326
84.732
194.058
1.145.013
-7,45
2006
900.181
82.839
983.020
131.526
60.385
191.911
1.174.931
2,61
2007
914.746
94.957
1.009.703
93.950
64.073
158.023
1.167.726
-0,61
2008
936.434
109.799
1.046.233
171.636
59.000
230.636
1.276.869
9,35
ANNI
2009
925.933
134.185
1.060.118
99.428
50.000
149.428
1.209.546
-5,27
2010
979.929
137.705
1.117.634
126.364
58.365
184.729
1.302.363
7,67
Fonte: Elaborazioni proprie su dati Comuni e IMM * sono stimati alcuni dati riferiti alla zona Versilia e Garfagnana
Quantità esportate Il 2009 si era chiuso complessivamente con una forte diminuzione del materiale lapideo esportato dal distretto apuano, una riduzione delle quantità pari al -3,3 per cento (elaborazioni IMM su dati Istat); le perdite hanno riguardato il granito in blocchi (-20,1%), i marmi lavorati (-29,4%) ed i graniti lavorati (-25,5%). La crisi globale aveva pertanto inciso fortemente soprattutto sulla componente dei lavorati e principalmente sulla voce riferita ai lapidei, che rappresentavano il 23 per cento circa del totale delle quantità di materiali calcarei e silicei esportati dal territorio.
XXII World Marble and Stones Report 2011
271
Otteneva invece una variazione del tutto opposta il quantitativo di materiale estratto al monte, il quale aumentava le quantità esportate del 16 per cento circa, con un totale di 693mila tonnellate che avevano rappresentato il 68 per cento del totale del materiale esportato. In sostanza la crisi internazionale aveva colpito soprattutto i materiali da costruzione e le conseguenze negative ricadevano direttamente sui prodotti finiti locali, il cui mercato di riferimento, quello statunitense, subiva le ripercussioni maggiori. La congiuntura finale del 2009 mostrava pertanto delle variazioni negative dell’export apuano ad eccezione del prodotto grezzo calcareo. Una situazione insoddisfacente che invece ha mostrato segnali di ripresa a consuntivo 2010. Nel corso dell’anno appena terminato le quantità di marmo in blocchi e lastre sono state pari a 748mila tonnellate, in aumento del 7,8 per cento rispetto al 2009, un trend in costante ascesa che mostra per l’ennesima volta una variazione positiva, stabilendo il nuovo record storico di quantità di materiale esportato. In valori assoluti si è passati dalle 515mila tonnellate dell’anno 2000 alle 439 del 2005 per arrivare alle attuali 747mila, con variazioni del +45 per cento nell’arco del decennio e del +70 per cento nel raffronto con gli ultimi 5 anni. Il marmo estratto al monte ed esportato sotto forma di blocchi o lastre grezze non ha risentito della crisi, né dell’ultima 2008-09, né di quelle precedenti, rappresentando sempre e comunque un materiale di pregio che trova sbocchi commerciali anche in periodi difficili per il commercio internazionale delle pietre. Diversa è invece la situazione riguardante il materiale siliceo; il granito che aveva rappresentato una vera intuizione dell’imprenditoria apuana negli ’80 e ’90, oggi presenta forme residuali di lavorazioni ed i volumi sono in costate diminuzione. Nella valutazione congiunturale il granito grezzo esportato dal comprensorio è stato pari a 13mila tonnellate circa e leggermente in aumento rispetto alle 8mila dell’anno 2009. Si tratta comunque di una voce da sempre minoritaria nella commercializzazione locale, e ulteriormente contrattasi nell’arco dell’ultimo decennio (-54%), ed anche negli ultimi 5 anni (-36%). Più attenta deve essere invece l’analisi dell’andamento del granito lavorato che ha sempre rappresentato una quota importante delle lavorazioni locali. Dalle 262mila tonnellate dell’anno 2000 si è passati purtroppo alle sole 88mila dell’ultimo anno, per una contrazione decennale del -67 per cento, che diviene del -53 per cento nel raffronto con il 2005. Il territorio apuano ha smarrito con il passare degli anni quella caratteristica di distretto conosciuto anche per la lavorazione dei graniti perdendo quote sempre più rilevanti, sebbene il 2010 abbia rappresentato una piccola svolta, con valori comunque ancora lontani da quelli degli anni ’90 ed anche dei primi anni 2000, mostrando un incremento del +4,3 per cento delle quantità di granito lavorato nel comprensorio e successivamente esportato. La voce più significativa dell’insieme dei prodotti lapidei locali e dalla quale si può ricavare lo stato di salute della filiera lapidea locale è in ogni caso quella inerente le lavorazioni di materiale calcareo. Se a inizio anni 2000 le quantità di marmo lavorato esportato erano all’incirca sulle 490mila tonnellate annue, questo valore assoluto si è progressivamente ridotto.
272
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
Nell’anno 2005 le tonnellate hanno toccato le 275mila, prima vera contrazione del settore della lavorazione, riprendendo vigore nei due anni successivi con le 358mila tonnellate di fine 2007. Nel 2008 il comparto si contrae nuovamente ma il livello più basso della storia recente del settore si ha nell’anno 2009, con una crisi del mercato internazionale delle costruzioni che ha influito direttamente sulle attività di trasformazione del materiale lapideo del distretto. A fine 2009 le quantità di marmo lavorato vendute all’estero sono state 238mila, il valore più basso degli ultimi decenni. Dal punto di vista congiunturale nel 2010 possiamo osservare che, dopo aver toccato il fondo con la crisi nera del 2009, il settore ha reagito è si è manifestata una lieve ripresa; un rilancio da valutare con cautela perché, se da un lato potrebbe rappresentare uno scatto in avanti del comparto per una nuova fase produttiva, dall’altro, potrebbe rappresentare un apprezzabile tentativo di rilancio ma senza una prospettiva di settore delineata e comunque priva delle visioni di sviluppo necessarie per il rilancio dell’intera filiera della trasformazione locale. Nel 2010 si sono esportate 264mila tonnellate di marmo lavorato, che rappresentano ancora il peggior risultato dell’ultimo decennio, dopo quello del 2009, con una variazione positiva del +11 per cento rispetto al 2009, ma fortemente negativa nel raffronto sia con il 2005, -4 per cento, sia in particolare con l’anno 2000 -46 per cento. In sintesi il settore lapideo locale continua a mostrare una forza derivante dall’estrazione della materia prima al monte e della sua esportazione diretta, mentre permangono, e la crisi le ha accentuate, le problematiche della lavorazione in loco. La leadership del granito lavorato è stata ormai persa da parecchi anni e il rilancio produttivo non puo’ che passare da una ripresa anche della lavorazione dei materiali marmorei, ma, soprattutto, da un nuovo approccio ai mercati, che chiedono oltre al prodotto nuovi servizi, servizi d’eccellenza e in particolare sempre più personalizzati a seconda delle esigenze del cliente. Si ricorda infine che sempre dal territorio apuano vengono esportate circa 15 mila tonnellate di materiale inerente l’ardesia, soprattutto lavorata, e circa 1.000 tonnellate di pietra pomice. Per quanto attiene alle dinamiche inerenti le importazioni si conferma la perdita di leadership del comprensorio nell’acquisizione di materiale grezzo dai mercati di origine, soprattutto granito, per la lavorazione in loco e per la successiva esportazione sia all’interno del mercato italiano sia all’estero.
XXII World Marble and Stones Report 2011
273
EXPORT Distretto apuano MS-LU-SP/Mondo TUTTI I PAESI
2000
2005
2010
tonn.
Euro
tonn.
Euro
tonn.
Euro
514.518
72.798.044
438.756
62.419.788
746.956
130.825.462
27.481
10.175.661
19.984
10.178.356
12.708
3.566.240
Marmo lavorato
489.609
329.174.816
274.993
222.384.997
264.027
Granito lavorato
262.022
240.424.447
188.038
168.758.753
Granulati e polveri
916.815
27.831.358
967.092
36.035.576
Totale
Marmo in blocchi e lastre Granito in blocchi e lastre
diff.% 2010/2005 % % Qt.à Val.
diff.% 2010/2000 % % Qt.à Val.
70,2
45,2
109,6
79,7
-36,4 -65,0
-53,8 -65,0
264.626.990
-4,0
19,0
-46,1 -19,6
87.701
89.214.735
-53,4 -47,1
-66,5 -62,9
591.816
21.285.315
-38,8 -40,9
-35,4 -23,5
2.210.445 680.404.326 1.888.863 499.777.470 1.703.208
509.518.742
-9,8
-22,9 -25,1
1,9
Fonte: Elaborazioni proprie su dati IMM-Istat
Le nostre importazioni nel complesso a fine 2010 sono state pari a circa 278mila tonnellate e sono diminuite del -41,7 per cento rispetto al 2005 e del -65 per cento nell’ultimo decennio. Il granito in blocchi e lastre, la voce principale, era pari a circa 565mila tonnellate ad inizio del nuovo secolo e dopo dieci anni è di sole 134mila tonnellate, una perdita del -76 per cento delle quantità di materiale importato che testimonia per l’ennesima volta la fortissima diminuzione della lavorazione del granito nel nostro comprensorio e rileva, se ancora vi fossero dei dubbi, il quasi totale abbandono delle aziende locali della produzione legata ai materiali silicei che aveva spesso, nel passato, fatto primeggiare le nostre imprese a livello mondiale.
Le vendite lapidee Si approfondisce l’analisi del settore introducendo delle osservazioni inerenti il comparto lapideo locale per valore di materiali esportati grazie ad elaborazioni effettuate sui dati ufficiali Istat. Si inizia dalle esportazioni di pietra, sabbia e argilla, in sostanza marmo grezzo, per poi passare alle vendite di pietre tagliate, modellate e finite, in sostanza marmo lavorato, il tutto sia dal punto di vista strettamente congiunturale sia da quello tendenziale. Il marmo in blocchi e lastre esportato dal distretto apuano nell’anno 2010 è stato pari a 161.009.047 euro, un valore in crescita del 22,2 per cento rispetto al 2009 ed in valore assoluto di circa 30 milioni di euro. Quanto ottenuto dal comprensorio testimonia l’ottimo stato di salute del comparto confermando un trend ormai pluriennale che non ha subito flessioni nemmeno
274
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
nel corso della crisi internazionale: un mercato quello del bianco di Carrara che non soffre le crisi congiunturali neanche quando sono di portata generale e particolarmente acute. Le vendite all’estero del nostro prodotto grezzo mostrano incrementi percentuali e di valore assoluto dal 2003 ad oggi, e nell’arco degli ultimi vent’anni, il valore delle vendite ha ottenuto decrementi solo negli anni 1996, 1997, 1999 e 2003. Nel raffronto tra il 2010 ed il 1991 l’aumento in valore è stato del +144,8 per cento, rispetto all’anno 2000 del +42,5 per cento e sempre del +42,5 per cento nel raffronto con il 2005. Se invece si osserva l’andamento dell’import si assiste al graduale ma costante decremento dei valori di prodotti grezzi importati. Partendo dai 135 milioni di euro del 1991 ai 183 milioni dell’anno 2000 il trend è stato sostanzialmente stabile. Da quella data l’accentuarsi della progressiva erosione di quote di mercato ha determinato una caduta del valore dell’ import di materiali grezzi nel comprensorio, con la punta più bassa degli ultimi dieci anni proprio nel 2009, con soli 62 milioni di euro di valori importati. Nella congiuntura del 2010 si registra una lieve ripresa che mostra un +20 per cento, in valori assoluti circa 12 milioni di euro in più; valori in ogni modo ancora distanti dalle medie degli anni antecedenti la crisi e posizionabili, nella graduatoria degli ultimi 20 anni, come il secondo peggior risultato. Serie storica esportazioni in valore dal Distretto apuano di Pietra, sabbia e argilla EXP1991 EXP1992 EXP1993 EXP1994 EXP1995 EXP1996 EXP1997 EXP1998 EXP1999 EXP2000 EXP2001 EXP2002 EXP2003 EXP2004 EXP2005 EXP2006 EXP2007 EXP2008 EXP2009 EXP2010
Massa-Carrara 45.167.521 39.091.588 59.789.157 75.057.964 82.120.429 76.521.195 75.961.503 78.891.325 72.189.187 88.259.244 89.403.959 92.049.426 76.956.937 86.840.249 93.512.970 101.292.404 103.128.591 105.929.647 110.916.563 136.240.426
Lucca 18.561.801 22.705.626 22.734.652 26.066.580 27.837.891 25.976.295 26.678.179 27.792.694 21.030.565 21.764.671 20.216.937 19.550.483 19.382.058 18.416.621 16.541.206 16.948.831 18.811.221 18.894.453 17.770.857 21.274.006
Fonte: Elaborazioni proprie su dati Istat
La Spezia 2.044.693 3.114.003 4.663.226 5.780.004 3.916.718 5.727.623 4.227.111 2.720.863 2.007.749 2.943.403 2.293.041 1.878.695 2.438.789 2.466.230 2.940.521 2.382.236 2.017.245 2.033.097 3.061.620 3.494.615
Distretto MS-LU-SP 65.774.015 64.911.217 87.187.035 106.904.548 113.875.038 108.225.113 106.866.793 109.404.882 95.227.501 112.967.318 111.913.937 113.478.604 98.777.784 107.723.100 112.994.697 120.623.471 123.957.057 126.857.197 131.749.040 161.009.047
Var. % -1,3 34,3 22,6 6,5 -5,0 -1,3 2,4 -13,0 18,6 -0,9 1,4 -13,0 9,1 4,9 6,8 2,8 2,3 3,9 22,2
XXII World Marble and Stones Report 2011
275
L’altra componente di rilievo del settore, che in termini di valore rappresenta la quota più consistente, è quella delle pietre tagliate, modellate e finite, in sostanza marmo lavorato venduto all’estero dal comprensorio locale. Nel 2009 la quota in valore di prodotti finiti venduti all’estero è stata pari a circa 324 milioni di euro, il valore più basso degli ultimi 20 anni. Si è registrata una flessione consistente, 76 milioni di euro, rispetto al 2008, che a sua volta aveva ottenuto una contrazione nell’ordine di 45 milioni di euro rispetto al 2007. Le difficoltà del comparto si sono pertanto accentuate nel momento della crisi con perdite che nel solo biennio 2008-09 hanno superato i 120 milioni di euro. Siamo ben lontani dalle preformances di fine anni ’90 quando spesso si superavano i 500 milioni di marmo lavorato venduto dal comprensorio, vendite favorite anche dall’apprezzamento della lira sul dollaro; mentre le criticità dei primi anni duemila si sono intensificate particolarmente nella seconda parte del decennio ed hanno subito un colpo decisivo dalla crisi del mercato delle costruzioni, ed in particolare quello statunitense, fortemente colpito dalla recessione internazionale. Nel consuntivo 2010 la situazione è mutata per l’ennesima volta con un bilancio positivo della congiuntura di fine anno con un aumento del 9,3 per cento rispetto al 2009, in valore assoluto 30 milioni di euro ed un totale esportato dal comprensorio di circa 355 milioni di euro, valore in ogni caso ancora inferiore ai livelli di vendite registrati negli anni precedenti alla crisi. Il 69 per cento del lapideo lavorato esportato dal comprensorio è attribuibile alla provincia di Massa-Carrara, il 28 per cento circa 100 milioni di euro è riferibile alla Versilia e Garfagnana, mentre il restante 3 per cento alla provincia di La Spezia; negli ultimi anni si è lievemente incrementato il peso della componente di materiale prodotto e venduto all’estero dalla zona della Versilia. In crescita anche le importazioni di materiale lapideo lavorato con un aumento in valore di 5 milioni nel raffronto con il 2009 per un totale venduto a consuntivo 2010 di circa 17 milioni di euro. Questa voce che rappresenta il marmo e granito lavorato importato nel comprensorio incide con un percentuale veramente esigua sui traffici lapidei del nostro territorio.
276
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
Serie storica esportazioni in valore dal Distretto apuano di Pietre tagliate, modellate e finite
Massa-Carrara
Lucca
La Spezia
Distretto MS-LU-SP
Var. %
EXP1991
259.387.001
158.158.044
11.571.820
429.116.865
EXP1992
223.337.615
137.387.523
21.711.624
382.436.762
-10,9
EXP1993
250.023.753
131.839.980
24.675.239
406.538.972
6,3
EXP1994
301.869.441
157.368.356
41.154.049
500.391.846
23,1
EXP1995
345.047.850
180.295.758
32.727.693
558.071.301
11,5
EXP1996
338.779.480
172.733.790
23.115.351
534.628.621
-4,2
EXP1997
373.653.665
166.508.836
24.198.428
564.360.929
5,6
EXP1998
348.809.396
137.978.500
20.488.521
507.276.417
-10,1
EXP1999
342.065.038
129.233.505
15.029.663
486.328.206
-4,1
EXP2000
402.056.694
147.649.424
20.523.070
570.229.188
17,3
EXP2001
396.191.050
136.458.081
18.665.234
551.314.365
-3,3
EXP2002
356.785.347
114.651.263
15.778.115
487.214.725
-11,6
EXP2003
295.182.289
103.491.538
26.052.760
424.726.587
-12,8
EXP2004
276.046.917
101.249.843
19.242.461
396.539.221
-6,6
EXP2005
268.417.345
108.556.412
15.607.482
392.581.239
-1,0
EXP2006
298.695.892
107.098.425
18.207.968
424.002.285
8,0
EXP2007
316.641.324
111.784.425
16.883.566
445.309.315
5,0
EXP2008
272.837.892
110.354.884
17.341.244
400.534.020
-10,1
EXP2009
221.068.348
92.153.199
10.936.229
324.157.776
-19,1
EXP2010
244.747.133
100.447.639
9.091.964
354.286.736
9,3
Fonte: Elaborazioni proprie su dati Istat
Distretti a confronto Affrontare l’andamento congiunturale dell’interscambio commerciale apuo–ligure-versiliese, assume maggiore rilevanza se posto a confronto con l’andamento del distretto veneto ed anche con l’Italia. A tale proposito, secondo le elaborazioni effettuate su dati base Istat, si evidenza che nell’anno della crisi, il 2009, le esportazioni italiane di marmi e graniti, sia grezzi che lavorati, erano state pari a circa 1.506 milioni di euro, con un calo consistente rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in valore assoluto 367 milioni di euro e in termini percentuali -20 per cento; all’interno delle varie componenti le maggiori difficoltà erano state registrate per i prodotti lavorati che rappresentavano il 77 per cento del settore. Nel 2009 il distretto apuano aveva esportato 455 milioni di prodotti lapidei, superiori ai 417 milioni circa ottenuti dal distretto veneto nelle province di Vicenza e Verona. In una situazione di
XXII World Marble and Stones Report 2011
277
generale contrazione di quote di export il nostro sistema locale perdeva meno rispetto a quello veneto, riconquistando la leadership nel panorama nazionale. Un dato positivo che dipendeva non tanto dal rilancio del distretto locale quanto dalle perdite, nettamente superiori, che avevano fortemente marcato le produzioni di lavorati del distretto veneto, che nel solo anno della crisi segnalavano decrementi in valore di circa 137 milioni di euro, la cui motivazione poteva essere riscontrata nella forte diminuzione della lavorazione di granito, materiale maggiormente trattato nel comprensorio veneto. L’unico dato favorevole nel panorama distrettuale risultava quello delle vendite di marmo grezzo del distretto apuano, con un saldo positivo di circa 5 milioni di euro. Osservando i dodici mesi del 2010 si pone in evidenza che le esportazioni italiane di marmi e graniti, sia grezzi che lavorati, sono state pari a circa 1.638 milioni di euro, con un aumento consistente rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in valore assoluto 133 milioni di euro e in termini percentuali +8,8 per cento; entrambe le componenti hanno ottenuto variazioni positive anche se i prodotti lavorati hanno rappresentato quasi il 75 per cento del settore. Nell’anno 2010 il mercato della pietra da costruzione sembrerebbe aver ritrovato una linfa positiva, sia a livello nazionale che a livello di singoli distretti, per una sorta di ripresa che tuttavia non può far eludere le criticità che ancora attraversano il settore. Si rileva che nel complesso delle vendite all’estero il distretto apuano ha registrato 515 milioni di euro, maggiori dei 422 milioni rilevati per il distretto veneto delle province di Vicenza e Verona. In particolare si deve considerare che le vendite di lavorati da parte del distretto veneto sono influenzate da due fattori rilevanti, da un lato il persistere della forte crisi del granito e, dall’altro, le criticità dei mercati del Centro Europa, in particolare quello della Germania, storicamente punto di riferimento per le imprese venete. Questi fattori, e non solo, determinano per le aziende venete delle tendenze di recupero ancora difficili. Nel 2010 i prodotti finiti esportati dalle province di Verona e Vicenza sono stati pari a circa 383 milioni di euro, lievemente superiori al dato 2009; una tenuta del territorio veneto che sui lavorati arresta la brusca caduta del 2009, ma si mostra ancora in perdita rispetto all’anno 2008. Addirittura comparando il risultato dell’ultimo esercizio con quello del 2005, la variazione negativa è del -32 per cento, in valore assoluto, ben 181 milioni di euro di prodotti in meno venduti all’estero. Persiste, dopo il 2009, la leadership distrettuale apuana ma è ancora una posizione di vantaggio frutto delle maggiori difficoltà altrui che non delle performances del comprensorio. In effetti un dato che ricorre e premia le produzioni anche nell’anno appena concluso è quello dei lapidei grezzi; il marmo estratto dalle apuane e venduto sui mercati esteri ha registrato un totale all’export di circa 161 milioni di euro, di cui 136 della sola provincia di Massa-Carrara, per un variazione positiva del +22,2 per cento rispetto al 2009, che sale addirittura al +42,5 per cento se il raffronto viene fatto con l’anno 2005. Per i prodotti lavorati invece è stato l’anno nel quale si è certificata una ripresa delle vendite per il distretto apuano con un incremento del +9,3 per cento, che divine del 10,7 per cento per
93.512.970
37.334.300
171.270.072
321.599.069
Distretto Apuo-Ligure -Versiliese
di cui Massa-Carrara
Distretto Veneto
Resto d’Italia
Italia
268.417.345
564.619.391
562.598.599
1.519.799.229
di cui Massa-Carrara
Distretto Veneto
Resto d’Italia
Italia
505.575.936
361.930.315
601.953.691
733.868.671
1.841.398.298
Distretto Apuo-Ligure -Versiliese
di cui Massa-Carrara
Distretto Veneto
Resto d’Italia
Italia
2005
392.581.239
Distretto Apuo-Ligure -Versiliese
2005
2005 112.994.697
Fonte: Elaborazioni proprie su dati Istat
362.125.538
198.181.944
39.986.537
103.128.591
2007 123.957.057
358.881.614
192.896.156
39.128.261
105.929.647
2008 126.857.197
1.973.715.208
786.125.449
642.964.003
399.988.296
544.625.756
2006
1.645.762.548
602.211.752
598.241.481
316.641.324
445.309.315
2007
2.007.888.086
800.393.696
638.228.018
419.769.915
569.266.372
2007
2008
1.873.547.203
789.020.646
557.135.340
378.767.539
527.391.217
2008
1.514.665.589
596.124.490
518.007.079
272.837.892
400.534.020
Totale produzione lapidea
1.629.697.755
601.176.229
604.519.241
298.695.892
424.002.285
2006
CG237-Pietre tagliate, modellate e finite
344.017.453
184.949.220
38.444.762
101.292.404
2006 120.623.471
BB081-Pietra, sabbia e argilla
1.506.372.507
632.496.377
417.969.314
331.984.911
455.906.816
2009
1.167.562.811
461.437.062
381.967.973
221.068.348
324.157.776
2009
338.809.696
171.059.315
36.001.341
110.916.563
2009 131.749.040
Esportazioni commerciale lapidee per distretto dal 2005 al 2010
1.638.297.848
701.326.513
421.675.552
380.987.559
515.295.783
2010
1.226.433.841
488.777.404
383.369.701
244.747.133
354.286.736
2010
411.864.007
212.549.109
38.305.851
136.240.426
2010 161.009.047
-11,0
-4,4
-29,9
5,3
diff. % 10-05 1,9
-19,3
-13,1
-32,1
-8,8
diff. % 10-05 -9,8
28,1
24,1
2,6
45,7
diff. % 10-05 42,5
8,8
10,9
0,9
14,8
diff. % 10-09 13,0
5,0
5,9
0,4
10,7
diff. % 10-09 9,3
21,6
24,3
6,4
22,8
diff. % 10-09 22,2
278 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
XXII World Marble and Stones Report 2011
279
Massa-Carrara, ed in valore una crescita di circa 30 milioni di euro, per la provincia apuana l’aumento è stato di 23 milioni. Per il distretto apuano, ma vale anche per quello veneto, i segnali positivi del 2010 non significano affatto che il comparto sia fuori dalla crisi, tutt’altro, ciò nondimeno è opportuno sottolineare i numeri favorevoli che offrono fiducia per il futuro, anche alla luce dell’incremento del commercio mondiale dei lapidei: un 2010 in sostanza che apre nuove opportunità pur non compensando le perdite degli anni precedenti, in particolare per quanto attiene ai lapidei lavorati. All’orizzonte del mercato lapideo locale sembra delinearsi una situazione più difficile e complessa rispetto al passato, ma anche un mercato dei lapidei molto più ampio e allargato che può intimorire ma allo stesso tempo offrire opportunità di sviluppo senza precedenti. Non si può legger pertanto la dimensione locale e l’eventuale ripresa produttiva del comparto lapideo comprensoriale al di fuori o malgrado i trend internazionali, che sempre maggiormente influenzeranno le scelte strategiche locali. La concorrenza dei paesi emergenti quali Cina, India e Turchia, dev’essere stimolo per l’imprenditoria locale e spunto per perfezionare la filiera produttiva lapidea; il tradizionale collegamento della fase estrattiva con quella della trasformazione e poi successiva commercializzazione sembrano processi produttivi sempre più distanti e autonomi l’uno dall’altro, mentre le sfide globali richiedono altro.
Evoluzione dei mercati Il quadro di riferimento del settore lapideo locale a livello internazionale, in particolare per la componente grezza, è fortemente cambiato rispetto a quanto registrato anche solo cinque, dieci o quindici anni fa. Il forte incremento dai primi anni duemila del commercio mondiale di materiali da costruzioni, dovuto principalmente all’emergere di paesi quali la Cina e l’India, ma non solo, ha contribuito al mutamento dello scenario internazionale: la produzione, la trasformazione, il mercato, i servizi avanzati e le richieste dei consumatori finali sono irreversibilmente cambiati, come, di conseguenza, si sono modificati i ruoli dei produttori e dei protagonisti precedenti. Paesi storicamente al vertice delle produzioni e soprattutto leader internazionali, come l’Italia, oppure distretti produttivi come quello apuano, definito anni addietro l’emporio mondiale dei marmi, delle pietre e dei graniti, hanno visto trasformare profondamente la loro incidenza, il volume del loro circuito d’affari, e, soprattutto, la loro collocazione e importanza economica nel nuovo panorama globale. Marmo grezzo Nel 1995 il principale mercato di riferimento del materiale lapideo grezzo esportato dal distretto locale, con un valore di circa 9,6 milioni di euro, l’8,5 per cento del totale, era la Spa-
280
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
gna. Verso il mercato iberico andavano quei materiali grezzi, granito ma soprattutto marmo, che lavorati in quei luoghi venivano successivamente riesportati in tutto il mondo. Con valori e peso praticamente identici incontravamo come secondo mercato di riferimento quello del Giappone, seguivano Libano (7,8%), Tunisia (7,4%), Germania (6,6%), Egitto (6,4%) e Hong Kong (6,2%), tutti gli altri mercati avevano un peso inferiore ai cinque punti percentuali. Dopo un quinquennio, nell’anno 2000, la leadership passava all’ Egitto, che risultava destinatario dell’8,5 per cento dell’ export del comprensorio locale per un valore superiore ai 9,6 milioni di euro, salendo di ben 5 posizioni rispetto al 1995. Seguivano, con valori e incidenza similare a quella di cinque anni prima la Spagna (7,8%), la Germania (7,2%), la Tunisia (6,8%) e il Libano (5,5%). Il dato che si evidenziava, e che per la prima volta risultava di una certa importanza economica per le vendite dei prodotti lapidei grezzi estratti nel nostro territorio, era quello riferito all’apparire di due nuovi mercati di riferimento, che da allora, e negli anni successivi, avrebbero assunto un ruolo sempre più importante nei rapporti tra il distretto locale e le conseguenti vendite all’estero. Il riferiamo è all’India, che con all’incirca 5,6 milioni di euro divenne il sesto mercato verso il quale erano indirizzate le nostre esportazioni, con un balzo in avanti di ben 26 posizioni rispetto a cinque anni prima, ed alla Cina. Il gigante asiatico cinese che da alcuni anni registrava cifre di sviluppo assai considerevoli e si apprestava ad insidiare leadership storiche in vari settori merceologici comparve anche nell’interscambio locale del marmo prodotto dai bacini apuani, con valori minimi ma già significativi (5,1 milioni di euro per un peso del 4,5% sul totale dell’export), e ottenendo un’ascesa di 18 posizioni rispetto all’anno 1995. Nel 2005 si registrava invece la progressiva marginalizzazione di mercati che erano stati punti di riferimento storici per gli operatori locali nel decennio precedente. Il ruolo del Giappone scomparve quasi del tutto limitando i rapporti con il territorio locale a circa 2,3 milioni di euro di materiali importati, lo stesso dicasi di Hong Kong, dato comunque compensato dalla crescita del mercato cinese. Si poteva ridefinire il ruolo di paesi come il Libano sceso nell’arco di un quinquennio di circa 10 posizioni nella graduatoria dei paesi verso i quali veniva esportato il nostro marmo grezzo, limitandosi a valori vicini ai 2,5 milioni di euro. L’Egitto da paese leader nell’anno 2000 perdeva dodici posizioni e passava da un peso dell’8,5 per cento a meno del 3 per cento. Ma in particolare si concludeva l’importante esperienza dei mercati spagnoli che acquisito un ruolo di primordine nello scenario internazionale attenuavano le importazioni del materiale grezzo apuano; la Spagna che era stata nel decennio precedente uno dei paesi verso i quali veniva diretto il maggior quantitativo di marmo in blocchi e lastre che usciva dal distretto, a fine 2005 rappresentava il 4,4 per cento del totale, perdendo otto posizioni nell’arco dei soli ultimi cinque anni. A fine 2005 il primo paese risultava la Tunisia con più di 10 milioni di euro di materiali venduti, seguita dagli Stati Uniti, per un valore pressoché identico, dalla Germania e dalla Cina. Quest’ultima cresceva nell’arco degli ultimi cinque anni di 4 posizioni nella graduatoria dei
XXII World Marble and Stones Report 2011
281
mercati verso cui erano dirette le esportazioni locali, con un valore di 8,7 milioni di euro ed un peso sul totale del 7,7 per cento. L’ultimo anno, il 2010, permette di osservare la situazione all’oggi e di analizzare quei cambiamenti che si sono verificati rispetto ai partner commerciali delle aziende locali con riferimento al marmo grezzo in uscita dal comprensorio apuo-ligure-versiliese. Il leader incontrastato è diventata la Cina, la super potenza asiatica conferma nel corso dell’ultimo esercizio il predominio iniziato fin dal 2006 quando sulla scena locale divenne il principale mercato di riferimento per le imprese locali che commercializzavano il prodotto lapideo grezzo. Una posizione di egemonia ormai quinquennale cresciuta con il crescere delle esportazioni locali e che si è attestata a fine 2010 ad un valore superiore ai 42 milioni di euro; uno sviluppo fortissimo basti porre in evidenza che si è passati in soli cinque anni ad un incremento superiore ai 33 milioni di euro, in termini percentuali più 385 per cento. Un’incidenza che ha raggiunto il 26 per cento del totale e permette di affermare che un blocco di marmo ogni quattro che esce dal distretto apuano è diretto al mercato cinese, dove viene trasformato in prodotto finito e immesso nella quasi totalità sul mercato interno. La Cina è cresciuta di 25 posizioni dal 1995 ad oggi e di 3 posizioni rispetto al 2005. Il gigante asiatico è seguito da un’altra superpotenza, l’India, che apparsa nel panorama locale ad inizio degli anni duemila pareva essersi eclissata dopo alcuni anni ed è invece ricomparsa con decisione nell’ultimo periodo, registrando a consuntivo 2010 circa 21 milioni di euro di materiale venduto. Rappresenta il secondo mercato di riferimento delle vendite locali di materiale grezzo, con un peso sul totale del 13 per cento; rispetto al 2005 l’India cresce di 7 posizioni nella graduatoria generale e di ben 30 posizioni rispetto al 1995. La Cina e l’India occupano attualmente il 40 per cento circa del mercato verso cui viene diretto il marmo in blocchi e lastre che viene venduto dal distretto apuano. Aggiungendo una valutazione di ordine congiunturale, annotiamo che nel raffronto 2010-2009 , la Cina ha aumentato il proprio valore di materiale importato di circa 4,5 milioni di euro, +11,8 per cento, e l’India di circa 11 milioni di euro, +117 per cento. Seguono i giganti asiatici i paesi dell’area del Mediterraneo, le posizioni terza, quarta e quinta sono infatti occupate rispettivamente dall’Algeria, con 15 milioni di euro, dalla Tunisia con 12,6 milioni e dalla Libia con un valore identico; in sostanza questi tre paesi rappresentano i mercati di riferimento del 25 per cento del totale del marmo grezzo che viene venduto dal nostro territorio. L’Algeria è un partner commerciale cresciuto in questi ultimi anni scalando 8 posizioni nell’ultimo quinquennio e ben 77 rispetto al 1995, lo stesso si può affermare anche per la Libia in crescita di 3 posizioni rispetto al 2005 e di 40 nel raffronto con il 1995. Appare invece differente la situazione della Tunisia che rappresenta da molto tempo un mercato favorevole per le relazioni di alcune imprese del nostro territorio ed occupa, infatti, la stessa posizione che aveva nel 1995. Nel panorama europeo resiste la Germania verso cui si dirigono quote del 5 per cento circa del nostro materiale e la Francia con un peso del 2 per cento sul totale, mentre si è definitivamente esautorata l’importanza del mercato spagnolo.
282
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
Interscambio commerciale in valore Pietra, sabbia e argilla 2010 per i primi 20 paesi di destinazione e variazione posizioni rispetto 2005 e1995 Distretto apuano MS-LU-SP Graduatoria
Paese
Val. ass.
Inc. %
Var. posizione rispetto 2005
Var. posizione rispetto 1995
1
Cina
42.218.876
26,2
3
25
2
India
20.770.327
12,9
7
30
3
Algeria
15.044.369
9,3
8
77
4
Tunisia
12.646.941
7,9
-3
=
5
Libia
12.610.051
7,8
3
40
6
Germania
7.835.265
4,9
-3
-1
7
Taiwan
4.922.977
3,1
17
13
8
Francia
3.517.471
2,2
4
3
9
Indonesia
3.244.406
2,0
19
5
10
Libano
2.917.040
1,8
5
-7
11
Egitto
2.805.983
1,7
2
-5
12
Stati Uniti
2.545.697
1,6
-10
-2
13
Siria
2.402.191
1,5
1
49
14
Regno Unito
2.073.668
1,3
-9
-1
15
Hong Kong
2.164.136
1,3
2
-8
16
Svizzera
1.672.763
1,0
10
=
17
Spagna
1.660.659
1,0
-7
-16
18
Slovenia
1.228.897
0,8
2
62
19
Ungheria
984.429
0,6
10
25
20
Marocco
993.571
0,6
1
10
Resto Paesi
16.749.330
10,4
Totale
161.009.047
100,0
Fonte: Elaborazioni proprie su dati Istat
Marmo lavorato Nella componente del materiale lavorato in uscita dal distretto apuano il ruolo odierno è quasi esclusivamente riferibile al marmo mentre la lavorazione del granito, che ottenne negli anni ottanta un vero e proprio boom a livello locale, sembrerebbe quasi definitivamente avere esaurito il proprio ruolo, quantomeno come materiale lavorato in loco. Se molti sono stati i
XXII World Marble and Stones Report 2011
283
cambiamenti avvenuti negli ultimi quindici anni nei mercati di sbocco dei materiali grezzi non altrettanto può affermarsi per quanto concerne i prodotti lavorati. I materiali finiti, in specie il marmo, vengono da sempre, spesso con grandi commesse pluriennali, utilizzati nelle grandi opere infrastrutturali, nella costruzione di edifici di culto nel Medio Oriente, oppure venduti nei mercati più maturi, quelli del Nord America, nei quali il prodotto locale ha creato un proprio brand ormai qualificato. Se da un lato questo è indubbiamente un aspetto positivo, dall’altro, in particolare alla luce dell’ascesa di nuovi paesi emergenti, che mostrano una fortissima potenzialità sia come produttori che come consumatori finali, la mancata diversificazione nella distribuzione estera dei nostri prodotti lavorati, spesso con alta specializzazione, potrebbe rappresentare un limite che minerebbe ancor più di quanto non lo è già la trasformazione locale del prodotto lapideo. Sembrerebbe pertanto esistere, al di là dei canali tradizionali, e grazie a produzioni di alto livello qualitativo e l’implementazioni di servizi avanzati rivolti non solo agli art designer o agli architetti di settore, ma anche ai consumatori finali, la possibilità di rilanciare una vendita del prodotto locale anche in mercati che mostrano un livello dei consumi privati, e anche pubblici, in fortissima ascesa, e ancora una volta non si può fare a meno di riferirsi ai paesi asiatici, in particolare India e Cina. Nell’ultimo esercizio il 29,7 per cento del totale del materiale lavorato venduto dal comprensorio apuano è stato diretto negli Stati Uniti, con un valore di circa 105 milioni di euro, in ascesa del più 5,4 per cento nel raffronto con il 2009. La leadership degli Stati Uniti è storicamente incontrastata, variando a seconda dei periodi e determinando ascese o diminuzioni delle nostre esportazioni. La fine degli anni novanta, con il cambio favorevole del dollaro sulla lira e quindi la convenienza dei nostri prodotti nel mercato nord- americano, era stata caratterizzata da un soddisfacente andamento dei lavorati in quel mercato, ed il prodotto locale di qualità affiancato a specializzazioni produttive d’eccellenza aveva fatto il resto, si raggiungevano a consuntivo duemila ben 204 milioni di euro di prodotti lavorati venduti verso gli Stati Uniti. Variazioni positive che invece si attenuavano negli anni successivi, con l’introduzione dell’euro, la concorrenza sempre maggiore di prodotti e lavorazioni di altri paesi emergenti, nonché da avvenimenti che creavano conseguenze sul clima di fiducia dei consumatori, come l’attentato alle torri gemelle. A fine 2005 comunque le esportazioni pari a 186 milioni di euro negli Stati Uniti, seppure in diminuzione rispetto al periodo precedente, potevano ritenersi accettabili. Si modificava sensibilmente invece la situazione nel corso degli ultimi cinque anni quando le difficoltà strutturali del distretto apuano determinavano un accorciamento della filiera produttiva locale, sempre maggiormente caratterizzata dalla vendita all’estero del prodotto grezzo, e le conseguenti criticità ricadevano sulla vendita dei prodotti finiti, le cui problematicità si sono da ultimo notevolmente accentuate alla luce della crisi economico- finanziaria del 2008-09, la peggiore dal dopoguerra ad oggi. Lo scoppio della bolla immobiliare negli Stati Uniti, la nota vicenda dei mutui subprime a
284
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
tasso variabile, il conseguente crollo dell’attività nell’edilizia residenziale, la stagnazione dei salari, ed il record storico per il cambio dell’euro sul dollaro nel settembre 2007, hanno portato gli Stati Uniti in una crisi strutturale senza precedenti, con ricadute internazionali fortissime. Di questa condizione difficile il comprensorio apuano ne ha risentito in maniera particolare vista la storica propensione dei lavorati lapidei verso i mercati del Nord America. Si è raggiunto infatti nel 2009, il momento peggiore della crisi internazionale, una quota di vendite di marmo lavorato verso gli Usa pari all’incirca a 100 milioni di euro, il valore più basso dell’ultimo decennio ed in diminuzione rispetto al 2008 del -30 per cento, in valore assoluto 44 milioni di euro. A questo risultato negativo si sommava il già critico consuntivo del 2008, quando, nel raffronto con il 2007, si segnalava una perdita nell’ordine di 37 milioni di euro. Il biennio della crisi portava pertanto a diminuire le vendite di marmo lavorato verso il solo mercato degli Stati Uniti per circa 81 milioni di euro, una profonda ferita alla lavorazione lapidea del distretto che ha causato conseguenze negative su tutta la filiera produttiva, dalle imprese più strutturate a quelle meno, con chiusura di aziende e ricorso agli ammortizzatori sociali, determinando anche una ricaduta pesante sul livello occupazionale del settore. Nell’ultimo esercizio invece, dopo un triennio di segni meno, abbiamo registrato un’inversione di rotta che ovviamente deve essere valutata con accortezza anche se è doveroso mettere in evidenza che il 2010 a consuntivo ha ottenuto verso gli USA una variazione positiva del +5,4 per cento, per un saldo positivo di circa 6 milioni di euro; nonostante il livello di prodotto esportato sia ancora decisamente lontano dai valori degli anni precedenti e quindi non compensativo delle diminuzioni avvenute nel biennio della crisi 2009-2008. Dopo il mercato statunitense il più vivace è risultato quello degli Emirati Arabi Uniti, anch’esso da sempre mercato tradizionale delle vendite dei lavorati locali. Con 32 milioni di euro rappresenta il 9,1 per cento del totale, segue il Qatar, mercato emergente dell’ultimo periodo con 17 milioni di euro, poi troviamo il primo partner europeo, il Regno Unito, e il Canada, entrambi con circa 14 milioni di euro e quest’ultimo in ascesa di 19 posizioni rispetto al 1995 e di 10 rispetto al 2005. Non trovano invece grandi flussi le relazioni con Cina e India, veri paesi leader invece per quanto concerne il marmo grezzo. Inoltre si osserva la minor incidenza che ha caratterizzato i rapporti con gli altri paesi dell’Europa; la Francia con 12 milioni di euro ed un peso del 3,3 per cento mantiene la stessa posizione del 1995 e perde qualcosa nel raffronto con gli ultimi cinque anni, mentre la Germania con solo 6 milioni di prodotti retrocede di 10 posizioni rispetto al 1995 e di 5 nel raffronto con il 2005. Tengono le posizioni, anche rispetto agli anni precedenti, mercati come quello dell’Arabia Saudita, Kuwait, Singapore, Australia e Russia, mentre nell’ultimo anno la sorpresa piacevole è stata registrata dal Turkmenistan con un valore di prodotti esportati pari a 6,2 milioni di euro.
XXII World Marble and Stones Report 2011
285
Interscambio commerciale in valore di Pietre tagliate, modellate e finite 2010 per i primi 20 paesi di destinazione e variazione posizioni rispetto 2005 e1995 Distretto apuano MS-LU-SP Graduatoria
Paese
Val. ass.
Inc. %
Var. posizione rispetto 2005
Var. posizione rispetto 1995
1
Stati Uniti
105.233.120
29,7
=
1
2
Emirati Arabi Uniti
32.406.911
9,1
=
8
3
Qatar
17.120.563
4,8
30
44
4
Regno Unito
14.266.770
4,0
-1
6
5
Canada
13.865.636
3,9
10
19
6
Arabia Saudita
11.781.952
3,3
-2
=
7
Francia
11.613.130
3,3
-2
=
8
India
10.784.636
3,0
16
19
9
Kuwait
9.321.437
2,6
-2
-1
10
Singapore
8.733.483
2,5
13
-5
11
Australia
7.827.972
2,2
-2
6
12
Russia
7.007.762
2,0
9
2
13
Germania
6.299.867
1,8
-5
-10
14
Turkmenistan
6.287.230
1,8
37
43
15
Hong Kong
5.935.156
1,7
-1
-14
16
Indonesia
5.081.556
1,4
-6
13
17
Cina
4.796.245
1,4
11
-4
18
Marocco
4.229.499
1,2
11
12
19
Belgio
3.663.753
1,0
=
-4
20
Brasile
3.531.325
1,0
=
2
Resto Paesi
64.498.733
18,2
Totale
354.286.736
100,0
Fonte: Elaborazioni proprie su dati Istat
Import graniti Non molte sono invece le considerazioni che attengono alla distribuzione commerciale inerenti le importazioni di materiali lapidei. Se l’import di lavorati è da sempre influente sulle dinamiche di settore non altrettanto si può affermare per quanto concerne l’importazione di materiali grezzi. Di là da valutazioni sugli aspetti quantitativi già analizzati e che testimoniano una storica marginalizzazione nell’importazione dei graniti, merita ancora attenzione l’osserva-
286
XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
zione inerente i mercati di approvvigionamento da parte delle aziende del comprensorio. A tale proposito si può rilevare che a fine 2010 con più di 16 milioni di import e per un peso del 22 per cento sul totale, il paese leader è risultato il Brasile. L’import di graniti dal Brasile è storicamente datato essendo questo paese l’incontrastato mercato di riferimento per le importazioni di materiale grezzo da parte delle aziende locali, sin dai lontani anni novanta. Segue a consuntivo 2010 l’Iran, con 5,4 milioni di import e un’incidenza del 7,3 per cento; in ascesa di tre posizioni rispetto al 2005 e di 12 nel raffronto con 1995. L’India rappresenta il terzo mercato di riferimento con 5,2 milioni di euro, un peso del 7,1 per cento, mantenendo stabile la posizione rispetto ai quinquenni recedenti. Seguono, con peso inferiore al 5 per cento, Turchia, Bulgaria, Tunisia, Francia, Spagna, Portogallo ed Egitto. Infine si registra che è riemerso nell’ultimo periodo dopo anni di oblio il mercato del Mozambico, mentre perde importanza il mercato della Norvegia con solo 1,4 milioni di euro ed in calo di 10 posizioni rispetto al 2005.
L’area del Mediterraneo Prima la Tunisia, poi l’Egitto, la Libia, la Siria, in tutta l’area del Mediterraneo è salita la tensione politica e sociale nel corso dei primi mesi del 2011 e in taluni casi le ricadute economiche per molte aziende italiane sono state immediate. Se la difficile uscita dalla crisi internazionale mostra ancora forti incertezze, le difficoltà degli ultimi mesi dei paesi della sponda del Mediterraneo accentuano le criticità della ripresa economica. Le forti turbolenze dei mercati esteri incidono anche sulla produttività delle imprese di Massa-Carrara, da sempre fortemente propense all’esportazione dei propri prodotti. E’ proprio sotto la lente dell’interscambio commerciale del territorio apuano con le aree del Mediterraneo l’elemento che fa presagire che le tensioni in Tunisia, Egitto, Libia e altri paesi ancora, possano avere ricadute dirette anche sul nostro sistema imprenditoriale. Uno dei settori più coinvolti pare essere proprio quello del lapideo e se l’export italiano del settore verso la sponda mediterranea esprime il due per cento di quello totale, e le vendite di tecnologie per il lapideo si pongono nell’ordine di un punto o poco più, distinta è l’importanza invece di tali aree per le vendite del distretto apuano. In particolare si evidenzia che per quanto concerne il lapideo, ed in speciale modo la produzione di marmo grezzo, si rileva a fine 2010 una robusta incidenza dei paesi dell’Africa Settentrionale che si affacciano sulle sponde del Mediterraneo, superiore nel complesso a quanto riferito della Cina. Si osserva infatti che nel corso dell’ultimo anno le vendite di materiale lapideo grezzo dal distretto sono state indirizzate, per un valore di circa 12,6 milioni di euro e per un peso del 7,9 per cento sul totale dell’export di settore, verso la Tunisia, paese che a sua volta nell’ultimo esercizio ha incrementato i propri acquisti del più 6,2 per cento. Con un
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valore in termini assoluti pressoché identico si registra la presenza della Libia che però perde, nel raffronto con il 2009, più di tre milioni di prodotti esportati. La leadership spetta all’Algeria con più di 15 milioni di marmo grezzo acquistato e con un’incidenza sul totale del 9,3 per cento, nell’ultimo anno ha ottenuto una variazione positiva nell’ordine del +26 per cento. Dopo questi tre paesi leader come mercati di destinazione del prodotto grezzo in uscita dal distretto s’incontrano, con valori minori, rispettivamente il Libano, 2,9 milioni di valori esportati per un peso dell’1,8 per cento, poi l’Egitto con 2,8 milioni di euro ed un peso dell’1,7 per cento e la Siria con 2,4 milioni di euro di marmo grezzo, il cui peso è all’incirca dell’1,5 per cento sul totale. Con valori inferiori al milione di euro si rileva anche la presenza del Marocco. Nel complesso questi 7 paesi dell’area del Mediterraneo hanno rappresentato più del 30 per cento del totale del materiale lapideo grezzo in uscita dal nostro comprensorio ed in crescita nell’ultimo anno rispetto al 2009. Se quindi le vendite di marmo grezzo sulla sponda mediterranea dell’Africa Settentrionale risultano rilevanti ed in crescita, altrettanto significative saranno le ripercussioni che l’agitazione sociale e politica, che continua ad attraversare alcuni di quei paesi, avrà sulle fluttuazioni commerciali dell’anno in corso. Meno importanti sul piano del valore gli scambi commerciali inerenti l’export locale di materiali lapidei lavorati. Nell’ultimo anno sono stati venduti nell’area Africana circa 15 milioni di euro di marmo lavorato, il paese leader è risultato il Marocco con circa 4,2 milioni di euro, per un’incidenza che comunque non supera l’1,2 per cento del totale dell’export locale. Da ricordare inoltre che dal lato delle importazioni di materiali lapidei grezzi la Tunisia con più di 2,5 milioni di euro rappresenta il sesto paese nella graduatoria dei territori da cui proviene il materiale grezzo per il distretto apuano, segue con circa 1,5 milioni l’import proveniente dall’Egitto. Infine si conferma che risulta veramente minimo il materiale lavorato importato dalle aziende locali dall’Africa Settentrionale.
Porto: meno lapidei movimentati Il porto di Marina di Carrara cresciuto e sviluppatosi nel passato grazie soprattutto alla forte connessione con il comparto lapideo locale e quindi con le vendite all’estero dei prodotti grezzi e lavorati delle imprese localizzate nel territorio ad oggi ha rapporti commerciali con più di 80 porti in circa 50 nazioni sparse nei vari continenti. Con riferimento ai prodotti lapidei si specifica che i marmi lavorati o in blocchi, quest’ultimi rappresentano oggi la quasi totalità, che vengono imbarcati dal porto Marinello sono destinati ovunque nel mondo ma, con particolare riferimento ai lavorati, le aree di attinenza sono gli Stati Uniti d’America, l’Estremo Oriente, il Golfo Persico, il Mar Rosso, etc., mentre, relativamente ai blocchi non lavorati o informi, le destinazioni principali sono quelle dei Paesi della
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sponda africana del mediterraneo, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Libano e Siria, oltre alle destinazioni asiatiche, Cina e India in primis. Gli sbarchi, invece, quasi esclusivamente granito in blocchi, provengono principalmente dall’India e dal Brasile e per la restante parte dal Sud Africa e dal Nord Europa, anche se in questo caso ci riferiamo a materiale grezzo che trova destinazione per la parte maggioritaria fuori dalla zona apuana, in particolare Verona, dove viene lavorato e successivamente riesportato come prodotto finito. Negli ultimi anni si è comunque allentato il ruolo dello scalo, come luogo essenzialmente deputato all’imbarco oppure allo sbarco di materiali lapidei, sviluppando all’opposto ulteriori specializzazioni merceologiche, che hanno diminuito l’incidenza, pur sempre determinante ma in calo, dei traffici legati alle pietre. Nel dettaglio si osserva che i prodotti lapidei imbarcati, in particolare blocchi di marmo, nel corso del 2010 sono stati pari a 304.431 tonnellate in diminuzione del -7,5 per cento rispetto al 2009, circa 25 mila tonnellate in meno; un trend in controtendenza rispetto a quanto verificato per le esportazioni complessive di materiali lapidei, ed in specifico per il marmo grezzo, venduti dalle aziende del comprensorio. In questo caso si deve sottolineare l’importanza, sempre maggiore, che viene esercitata dal vicino porto di La Spezia, fortemente collegato a mercati importanti per le nostre esportazioni e soprattutto specializzato nel trasporto di merce in container: quest’ultimo è un mezzo molto utilizzato sia per la vendita di prodotti finiti, che per prodotti grezzi o semilavorati. In specifico, per quanto attiene al marmo grezzo, mettiamo in evidenza che dal porto spezzino nel corso dell’anno 2010 sono partite 165.330 tonnellate, un valore in crescita del +36 per cento rispetto al 2009, per circa 44 mila tonnellate. Un dato molto significativo che mostra come il collegamento decisamente più intenso con mercati come quello della Cina e dell’India, da parte del porto di La Spezia, favorisca anche i traffici di marmo grezzo apuano, che una volta sceso dal monte prende la via dello scalo spezzino per raggiungere quei paesi che rappresentano più del 40 per cento dei mercati di riferimento del settore. Il valore quantitativo imbarcato dallo scalo spezzino raggiunto nell’ultimo anno è superiore anche alle 158 mila tonnellate del 2008 ed alle 161 mila del 2007; mentre si ricorda che sono state sbarcate circa 11 mila tonnellate di materiale lapideo, in sostanza graniti, in diminuzione di circa 1.380 tonnellate rispetto al 2009, ma soprattutto in deciso calo, meno 45 mila tonnellate nel raffronto con il 2007. Tornando allo scalo apuano si osserva che per quanto attiene gli sbarchi di materiale grezzo, graniti, sono stati pari a 752.155 tonnellate in crescita del +30,8 rispetto al 2009, in valore assoluto più 178 mila tonnellate; una ripresa che si valuta con fiducia dopo un 2009 che aveva rappresentato il valore decisamente più basso degli ultimi anni e che testimoniava lo stato di crisi della lavorazione del granito non solo del distretto apuano ma anche del resto d’Italia, in particolare del distretto Veneto, località verso la quale sono diretti in prevalenza i materiali silicei che sbarcano nel porto di Carrara.
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In sintesi si sottolinea che il totale del materiale lapideo movimentato dal porto apuano nel 2010 è stato di circa 1,3 milione di tonnellate, per un incidenza del 38,8 per cento sul totale delle movimentazioni portuali; in valore assoluto solo il 2009, con 1,1 milioni di prodotti lapidei movimentati, ha ottenuto negli ultimi decenni un valore cosÏ basso (elaborazioni proprie su dati Porto di Carrara). Movimentazioni Porto Marina di Carrara ANNO
IMBARCHI
SBARCHI
TOTALE
Valori in tonnellate
PRODOTTI LAPIDEI Valori
Incidenza
1989
1.156.206
1.852.891
3.009.097
1.759.539
58,5
1990
1.024.337
1.939.898
2.964.235
1.838.502
62
1991
901.762
1.720.834
2.622.596
1.859.192
70,9
1992
889.887
1.505.926
2.395.813
1.619.935
67,6
1993
1.078.440
1.534.464
2.612.904
1.890.850
72,4
1994
1.262.888
1.521.235
2.784.123
2.185.106
78,5
1995
1.266.378
1.944.926
3.211.304
2.600.831
81
1996
1.211.037
1.712.086
2.923.123
2.442.737
83,6
1997
1.136.931
1.876.880
3.013.811
2.553.590
84,7
1998
1.329.550
1.827.158
3.156.708
2.548.577
80,7
1999
1.377.899
1.681.871
3.059.770
2.405.925
78,6
2000
1.558.643
1.824.887
3.383.530
2.693.611
79,6
2001
1.480.041
1.675.241
3.155.282
2.417.239
76,6
2002
1.516.143
1.755.673
3.271.816
2.536.406
77,5
2003
1.208.472
1.851.549
3.060.021
2.304.512
75,3
2004
1.094.756
1.937.724
3.032.480
2.183.357
72
2005
1.258.703
1.803.033
3.061.736
2.296.647
75
2006
1.295.471
1.974.392
3.269.863
2.405.726
73,6
2007
1.134.459
1.765.834
2.900.293
2.208.029
76,1
2008
1.102.591
1.467.616
2.570.207
1.841.718
71,6
2009
1.080.118
946.738
2.026.856
1.147.131
56,6
2010
1.526.602
1.815.228
3.341.830
1.297.548
38,8
Fonte: Elaborazioni proprie su dati Porto Spa
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XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011
I granulati Altro comparto degno di attenzione e che molto ha influito sull’evolversi del settore negli ultimi decenni è quello riferito alla produzione di granulati. Il comparto in forte espansione negli anni ’90 e primi anni 2000 sembrerebbe subire nell’ultimo periodo una contrazione dei livelli produttivi, a causa soprattutto di una azienda del settore che ha preferito diversificare la propria attività puntato su altri mercati ed approvvigionamenti, preferendo ai bacini marmiferi locali quelli di altre località, in primis la Turchia. Tendenzialmente l’ascesa della produzione di granulati, salve alcune annualità, è costante fino all’anno 2006, nel quale si arriva a sfiorare circa 1 milione di tonnellate di prodotto esportato. Da quel momento, anche per i motivi sopra esposti, la produzione cala toccando il punto più basso nel corso del 2009 con 450mila tonnellate di prodotto esportato. Nel 2010 la congiuntura offre spunti di ripresa registrando un incremento nell’ordine del +31 per cento per un totale di esportato pari a circa 592mila tonnellate (elaborazioni IMM su dati Istat). La quantità odierna, seppur in diminuzione del -39 per cento rispetto al 2005 e del -35 per cento rispetto all’anno 2000, rappresenta ancora una quota significativa di materiale rappresentando il 35 per cento del totale della produzione lapidea esportata dal distretto, nell’anno 2000 era il 41 per cento e nel 2005 il 51 per cento. Un altro indicatore del commercio dei granulati ci è offerto dalle dinamiche portuali. Nel 2010 le tonnellate di granulati e scaglie imbarcate sono state 240.972, ancora in leggera diminuzione rispetto al 2009, meno 0,9 per cento, ma con una tendenza che verosimilmente sembrerebbe stabilizzare le fluttuazioni di questo comparto. La forte diminuzione delle quantità esportate sono da imputarsi al fatto, come sopra già evidenziato, che la multinazionale che operava sul territorio ha preferito spostare la propria attività in Turchia. La perdita ha iniziato a verificarsi nell’anno 2007, a fronte comunque di un 2006 che aveva rappresentato il massimo storico con 750mila tonnellate di granulati e scaglie imbarcate; alla leggera perdita del 2007 si era succeduta la fortissima contrazione dell’anno seguente, quando si erano raggiunte le circa 380mila tonnellate di merce imbarcata, pari ad una diminuzione nell’arco di un solo anno superiore alle 200mila tonnellate. Una contrazione che è proseguita fino all’ultimo anno nel quale le circa 241mila tonnellate di granulati e scaglie movimentate sono lontanissime dal massimo valore raggiunto nel 2006 e testimoniano una perdita nell’ordine delle 509mila tonnellate e pertanto un netto ridimensionamento di tale attività nel territorio apuano.
I primi mesi del 2011 Secondo i dati Istat continuano nel primo trimestre dell’anno 2011 le abbastanza soddisfacenti tendenze che si erano registrate nel corso dell’anno 2010 e che si mostravano come una sorta di ripresa delle vendite all’estero di lapideo da parte del distretto apuano dopo la crisi del bien-
XXII World Marble and Stones Report 2011
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nio 2008-2009. Una ripresa che comunque riguardava esclusivamente le vendite di materiale lavorato, la componente che maggiormente negli ultimi periodi aveva risentito delle criticità dei mercati e aveva subito le maggiori ripercussioni economiche dovute alla crisi, mentre l’altro comparto, quello del marmo grezzo, non solo non aveva risentito della crisi internazionale ma aveva ottenuto all’opposto ottime performances che sembrano proseguire anche nei primi mesi dell’anno in corso. Il distretto apuano ha esportato materiale lapideo grezzo per un valore di circa 37 milioni di euro, un dato in crescita del 12 per cento rispetto al primo trimestre dell’anno 2010; un valore maggiore di circa 4 milioni di euro nel raffronto con il 2010 e addirittura di 11 milioni rispetto ai primi tre mesi del 2009. Si confermano pertanto le favorevoli condizioni che caratterizzano le vendite della materia prima apuana i cui mercati prevalenti di destinazione permangono la Cina (20%), Algeria (13%), India (13%), Libia (7%), Arabia Saudita (6%), Tunisia (6%), etc. In questi primi mesi non si sono ancora avvertite le ripercussioni della problematica situazione dell’area del Mediterraneo, in particolare della Libia, difficoltà che certamente verranno riscontrate nei consuntivi dei mesi successivi. Stazionarie sono invece risultate le importazioni di materiale grezzo, soprattutto granito, in linea con quanto avvenuto nel 2010 (+0,3%) e leggermente superiori anche nel raffronto con i primi tre mesi del 2009, quando invece la crisi colpiva fortemente il comparto dei materiali silicei registrando una forte contrazione, circa 10 milioni di euro, delle importazioni rispetto ai primi mesi del 2008. Il principale mercato di approvvigionamento resta il Brasile, seguito dalla sorpresa Bulgaria e dall’Iran. Trova conferma, e questo è il dato maggiormente interessante, la ripresa delle vendite all’estero di materiale lapideo lavorato. Il comprensorio locale ha registrato nel corso del primo trimestre dell’anno vendite per un valore di circa 83 milioni di euro, in aumento del 19 per cento rispetto allo stesso periodo del 2010, più 13 milioni. Nei primi tre mesi del 2010 il risultato era stato negativo rispetto ai primi tre mesi del 2009, meno 7 milioni circa di euro, compensato nei mesi successivi che avevano portato ad ottenere un consuntivo annuale all’incirca del +9 per cento, in valore assoluto un saldo di 30 milioni di euro. Nelle variazioni trimestrali si osserva che pur non raggiungendo ancora i valori pre-crisi l’interscambio di lavorati sembrerebbe aver imboccato una sorta di ripresa produttiva dovuta essenzialmente alla ripresa degli investimenti in costruzioni nei mercati di riferimento principali per le nostre imprese che permangono ancora quelli del Nord America, Stati Uniti (25%) e Canada (5%), e quelli del Medio Oriente, Arabia Saudita (8%), Emirati (6%) e Qatar (6%), e per quanto concerne i mercati dell’Europa segnali incoraggianti provengono dalla Francia (6%) e dal Regno Unito (5%).
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