WORLD MARBLE AND STONE XXI REPORT - 2011

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carlo c. montani

Rapporto marmo e pietre nel mondo XXII Report world marble and stones

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XXII Rapporto marmo e pietre nel mondo

2011

world marble and stones

XXII Report


L’Editore ringrazia gli Enti patrocinatori della presente pubblicazione

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© 2011 Aldus Casa di Edizioni in Carrara Tutti i diritti riservati Carlo C. Montani XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011 XXII World Marble and Stones Report 2011 Progetto editoriale Daniele Canali Traduzione di Gabriel Stohrer La riproduzione è consentita per utilizzi didattici o scientifici

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XXII RappoRto

2011

maRmo e pIetRe nel mondo

woRld maRble and stones

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Prefazione

La rilevanza economica e sociale del settore lapideo, con particolare riguardo alle attività di estrazione e lavorazione di marmi e pietre affini, è certamente indiscussa. Basti rammentare che già dal 1964, nel Congresso internazionale di Firenze con cui venne costituita la Federazione europea di settore, fu sottolineata l’idoneità del comparto ad avviare politiche di sviluppo, ribadita una dozzina d’anni più tardi a cura dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Oggi, nelle cave, nelle segherie e nei cantieri di trasformazione industriale ed artigiana del mondo parecchi milioni di persone affermano la dignità di un lavoro millenario, reso più agevole e funzionale dal progresso tecnico, ma tuttora propenso ad esaltare le doti di fantasia e di creatività tipiche di ogni buon marmista. In tale ottica, è logico dedicare a marmi e pietre le specifiche attenzioni di questo Rapporto, confortato da una lunga espe-

rienza e da apprezzamenti diffusi del momento istituzionale e di quello operativo. Il contributo lapideo alla crescita economica globale, accresciuto da quello di un indotto molto vivace sia nella produzione e distribuzione di tecnologie, sia nei servizi, si giova di un interscambio che con lo scorrere degli anni è diventato sempre più importante, anche alla luce di trasporti funzionali e veloci. Non a caso, l’impiego maggioritario si riferisce a materiali estratti e spesso, anche lavorati in Paesi diversi da quello di posa in opera: ecco un buon motivo in più per dedicare alle relazioni internazionali del settore un’attenzione tradizionalmente prioritaria. Il trend di sviluppo di marmi e pietre, che nell’ultimo ventennio è stato sostanzialmente costante, talvolta con accelerazioni quasi impetuose, ha fatto registrare una forte inversione di tendenza nel corso del 2009, innescata da una crisi mondiale che per dimensioni e diffusione è stata


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assimilata a quella del 1929. Le conseguenze negative sono tuttora presenti nel ciclo, soprattutto in alcuni Paesi maturi, ma nell’economia globale la capacità reattiva si è tradotta in consuntivi di segno positivo estesi alla maggior parte dei casi, ed in un recupero dell’interscambio che lo ha condotto al nuovo massimo. In altri termini, nonostante il carattere non sempre rigido della domanda lapidea, legata in misura prevalente all’edilizia, il comparto ha dimostrato di poter fronteggiare una fase assai difficile del-

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la congiuntura con risultati mediamente positivi, resi perseguibili dalla qualità naturale di una materia prima compatibile con l’ambiente; dalla duttilità della sua organizzazione tecnologica; e non ultimo, dalle attenzioni delle imprese per una moderna strategia di investimenti. I problemi sono lontani dall’essere risolti, ma la consapevolezza di poterli affrontare con strumenti idonei, anche dal punto di vista informativo, costituisce un ragionevole motivo di rinnovata fiducia.


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1. Congiuntura mondiale Il prodotto lordo mondiale, dopo avere scontato il ristagno congiunturale dell’ultimo biennio, assomma a circa 58 mila miliardi di dollari, con un ragguaglio pro-capite di oltre 8.500 dollari in ragione annua (tav. 1). Nei primi nove Paesi si concentrano tre quinti della somma complessiva, mentre i tre leader, tutti extra-europei, ne esprimono oltre un terzo; il fatto nuovo più significativo è costituito dal recente sorpasso della Cina ai danni del Giappone, retrocesso in terza posizione. Gli Stati Uniti restano saldamente al comando della graduatoria, ma è stato calcolato che, laddove si iterassero i consuntivi attuali, sarebbe sufficiente un trentennio per giungere al primato cinese. Le variazioni annuali del PIL durante l’ultimo quinquennio mettono in evidenza, per quanto si riferisce all’Europa, una crescita generalizzata nel 2006-2007, le prime av-

visaglie critiche nel 2008, ed un regresso altrettanto omogeneo nel 2009, seguito da un recupero parziale nel 2010, a cui non hanno partecipato Grecia e Portogallo, dove il consuntivo ha fatto registrare un ulteriore peggioramento (tav. 2). È logico che gli investimenti ne abbiano risentito negativamente, sia nell’adeguamento impiantistico, sia nelle innovazioni, dove la battuta d’arresto è stata più forte. Del resto, i capitali destinati a ricerca e sviluppo manifestano da parecchi anni, non soltanto in Europa, una tendenza vischiosa: l’analisi di lungo periodo relativa ai maggiori Paesi industriali dimostra che soltanto in Cina si è avuta una crescita importante di questi investimenti trainanti, pari al 13 per cento in ragione annua, mentre in Italia ed in Germania è stata di un solo punto (tav. 3) con una quota specifica del PIL italiano che resta fra le più basse. Quanto al Regno Unito ed alla Francia, si è dovuta registrare una pur


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contenuta contrazione. La politica del credito è riuscita a fronteggiare soltanto parzialmente i fabbisogni produttivi. I costi della raccolta sono diminuiti con rapide progressioni nel corso del biennio, soprattutto nell’area dell’euro, pur conservando un forte differenziale negativo rispetto a quelle del dollaro e dello yen (tav. 4), ma i mezzi finanziari disponibili si sono tradotti in maggiori liquidità del sistema, anche per la strategia prudenziale di molte imprese, in specie nei Paesi più coinvolti dalla crisi. Il ristagno dei consumi, reso più apprezzabile dall’aumento della disoccupazione, ha fatto il resto. Questi fenomeni hanno interessato in modo evidente le economie occidentali, con la sola eccezione dell’Australia, dove il PIL è riuscito a crescere sia pure marginalmente anche nel 2009, mentre quelle dei Paesi in via di sviluppo, pur non essendone totalmente immuni, hanno continuato a progredire. A parte il caso emblematico della Cina, aumenti di particolare consistenza si sono avuti in India ed in altri Paesi del sud-est asiatico, il cui ruolo protagonista ha finito per essere esaltato dalla bassa congiuntura degli Stati Uniti e dell’Europa. Fra le ragioni che hanno reso meno agevole l’azione anticiclica emerge, sostanzialmente dovunque, la maggiore incidenza del debito pubblico consolidato sul prodotto lordo d’esercizio, speculare

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ad un’imposizione fiscale ugualmente in aumento. Spunti positivi sono derivati, invece, dal contenimento del costo energetico indotto dalla domanda riflessiva, ma comunque insufficiente ad avviare un volano di sviluppo valido per tutti, nonostante la minore conflittualità sindacale in parecchi Paesi industriali. È naturale che i settori maggiormente coinvolti dal ristagno congiunturale siano stati quelli caratterizzati dalle potenzialità più significative di rinvio o di posticipazione programmata degli investimenti, a cominciare dall’edilizia, con riguardo prioritario a quella residenziale, mentre le opere pubbliche, se non altro alla luce del ruolo complementare di intervento pubblico in chiave correttiva, hanno ascritto conseguenze relativamente contenute.

2. Attività edilizia Il consuntivo mondiale dell’edilizia mette in evidenza, per il 2010, un decremento più accentuato di quello avutosi nell’anno precedente, anche se in alcuni Paesi, quali Giappone, Francia, Germania e Russia si sono registrati consuntivi in ripresa (tav. 5). Ciò si deve ad un intervallo fisiologico che ritarda gli effetti settoriali della congiuntura negativa per la prosecuzione dei lavori nei cantieri già aperti, ed in misura notevole, anche ad un primo regresso della Cina, dove le nuove abitazioni residenziali costruite nell’esercizio sono


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tornate ai livelli del 2006 e del 2007. In periodo lungo sono pochi i Paesi che hanno chiuso con un bilancio positivo: oltre alla stessa Cina, ciò riguarda, nell’ordine, Turchia, Russia, Corea del Sud e Polonia (tav. 6). Mediamente, si rileva una flessione complessiva del 13 per cento nei confronti del 2004. Il caso della Cina, che appare determinante per la forte consistenza delle cifre assolute (quasi cinque milioni di nuove abitazioni in ragione annua), deve essere approfondito con riguardo prioritario agli investimenti, che risultano in crescita consolidata anche nel 2010, diversamente dal volume di unità costruite, ascrivendo un aumento del 12,1 per cento, omogeneo a quelli, tutti a due cifre, che si erano avuti nel quinquennio precedente (tav. 7). Poiché gli investimenti riguardano l’intero ventaglio dell’attività edilizia, è logico presumere che ciò si debba alla maggiore consistenza delle opere pubbliche e dell’edilizia non residenziale, e naturalmente, ad una qualità migliore. Si deve aggiungere che nessun Paese può vantare investimenti così elevati, oltre che continuativi, come quelli della Cina: soltanto l’India è in grado di competere, sia pure in posizione subordinata. Comunque, nel 2010 si sono registrati consistenti recuperi, nell’ordine, anche in Olanda (grazie ad un forte contributo di lavori pubblici), ed a seguire, in Canada, Stati Uniti, Australia, Russia e Brasile. Dopo il ristagno dell’anno precedente,

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la reattività più significativa si è manifestata a livello extra-europeo, mentre nel vecchio Continente permangono sacche critiche talvolta vistose, come in Spagna, dove è maturato un calo di dieci punti, o sostanzialmente croniche come in Italia, dove il regresso dura da quattro anni. A livello continentale, l’andamento degli investimenti edili premia soprattutto l’Asia e l’America latina, dove la crescita del 2010 è stata superiore ai cinque punti, mentre il Nord America ha messo a segno, dopo il crollo del 2008 e del 2009, una ripresa del 4,3 per cento, ancora lontana dai massimi storici, ma pur sempre considerevole. Al contrario, la congiuntura resta deficitaria in Europa, con una flessione di quasi due punti che si aggiunge alla perdita del 9,3 per cento avutasi l’anno prima; e con un’occupazione edile che dopo le contrazioni dell’1,8 per cento nel 2008 e del 6,7 nel 2009, si è ridotta di un ulteriore 1,3 per cento anche nel 2010. È naturale che gli effetti di questi consuntivi siano stati avvertiti non tanto nella tipologia delle costruzioni che continua ad essere qualitativamente competitiva in tutti i Paesi sviluppati, in specie per l’edilizia residenziale di livello, quanto nel volume di consumo dei materiali d’impiego strutturale, ed a più forte ragione da finitura: le conseguenze più penalizzanti sono state avvertite dai manufatti destinati prevalentemente a mercati puntiformi, od al massimo dalle dimensioni macro-regionali, mentre si sono difesi meglio quelli


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capaci di sopportare l’onere di trasporti ad ampio raggio, quali marmi e pietre, compatibilmente coi relativi costi. Ciò vale, a più forte ragione, per le tipologie che siano in grado di contare su consumi alternativi collaterali a quelli nell’edilizia e sulla capacità di soddisfare una domanda di alta qualità a prezzi competitivi.

3. Costo della manodopera e questioni del lavoro La dinamica dei costi sfugge ad una rilevazione mondiale omogenea, fatta eccezione per quello del lavoro, che d’altra parte costituisce un onere tuttora importante per il settore lapideo. Al riguardo, l’andamento dell’ultimo biennio, almeno per quanto concerne l’Europa, pone in evidenza che la crisi congiunturale ha avuto un’incidenza circoscritta, tanto che nella media dei 27 Paesi membri si sono avuti aumenti sia pure contenuti, tanto nel 2009 quanto nel 2010, con una progressione sostanzialmente analoga nell’industria, nell’attività costruttiva e nei servizi (tav. 8). L’andamento è piuttosto diverso da un Paese all’altro, con escursioni di segno negativo talvolta rilevanti ma limitate ad un numero minoritario di Paesi tra cui emergono, per l’ampiezza del fenomeno, quelle rilevate in Grecia nel 2010, dopo le variazioni positive massime che si erano

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avute nell’anno precedente. In genere, le economie mature sono interessate ad oscillazioni contenute, da porre in rapporto anche ad un aumento generalizzato della disoccupazione (più accentuato in Spagna), mentre in alcuni Paesi dell’Europa orientale il recupero di salari meno lontani dalle medie occidentali è proseguito con progressioni talvolta vistose, come in Bulgaria ed in Romania. Il costo della manodopera è una variabile che si coniuga in modo significativo con le condizioni di lavoro. A questo riguardo, è utile sottolineare che proprio nel 2010 è stato messo a punto il codice di condotta predisposto dal “Working Group in Sustainable Natural Stone” (con sede in Olanda) che aspira a diventare una normativa di riferimento mondiale per il comparto lapideo: tra le direttive più importanti vanno ricordate quelle contro il lavoro forzato e l’occupazione di manodopera infantile, e quelle che propongono l’assenza di ogni forma discriminatoria tra i lavoratori, la necessità di salari idonei a permettere condizioni sufficienti di vita civile nell’ambito di un orario congruo e di condizioni atte a tutelare la sicurezza e la salute delle maestranze, per finire con l’obbligo di un contratto legalmente valido. In realtà, come è emerso dal II Congresso mondiale della Pietra, svoltosi ad Alicante nel marzo 2010, esistono tuttora Paesi anche importanti in cui, per fare un esempio, la pratica del lavoro minorile è tutto-


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ra diffusa, cosa che induce conseguenze significative non solo per l’inosservanza di alcuni diritti fondamentali riconosciuti in sede internazionale, ma anche per gli effetti economici a danno dei Paesi sviluppati, rivenienti dalla maggiore competitività “discriminatoria” dei costi altrui. Nel corso del 2010 l’esigenza, avvertita ormai da tempo, di costituire un Soggetto di rappresentanza imprenditoriale idoneo ad affrontare i problemi mondiali del comparto, non solo a livello tecnico e promozionale, ma anche nell’ambito normativo, ha trovato un primo seguito concreto con la costituzione della “World Natural Stone Association” che ha avuto luogo in ottobre, durante la fiera di Verona, con l’intervento, tra gli altri, di importanti Paesi africani, asiatici e sudamericani quali Egitto, India e Brasile. È quindi auspicabile che l’avviamento di un dialogo ai livelli internazionali di competenza possa consentire un approccio moderno ai problemi del lavoro, anche nel perseguimento di quella “rivalutazione psicologica del mestiere” la cui esigenza era stata espressa sin dal Congresso del 1964 che vide sorgere la prima Federazione dell’industria marmifera europea.

4. Produzione lapidea globale La stasi dell’ultimo triennio, culminata nel pur contenuto regresso di estrazione e trasformazione ascritto nel 2009, è sta-

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ta prontamente superata grazie alla ripresa della domanda, e nello stesso tempo, grazie alla necessità di salvaguardare la competitività dei costi unitari attraverso un utilizzo degli impianti per quanto possibile ottimale, sia pure al prezzo di margini ulteriormente rastremati. Il volume di materiali lapidei estratti, al netto degli scarti di cava, la cui consistenza rimane un problema strategico di fondo, è pervenuto ad oltre 41 milioni di metri cubi, cui corrispondono circa 112 milioni di tonnellate (tav. 9), con un aumento di oltre sei punti che deve ritenersi assai positivo, laddove si tengano in considerazione i fattori critici tuttora presenti nel sistema e la risposta tuttora parziale di alcuni mercati domestici. La ripartizione merceologica della produzione ha visto un ulteriore recupero dei materiali calcarei, attestati intorno a tre quinti del totale (tav. 10). In passato, si erano avuti alcuni incrementi annuali notevolmente più alti, l’ultimo dei quali si era manifestato quattro anni or sono. Ora, il ritorno ad un gradiente di sviluppo non lontano dalla media di lungo periodo relativa all’ultimo ventennio fa presumere che l’evoluzione della congiuntura a breve e medio termine possa essere nuovamente positiva. I massimi Paesi produttori continuano a governare l’economia di settore ed a consolidare le proprie posizioni di leadership. Ciò vale soprattutto per Cina, India e Turchia, che occupano i primi posti


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della graduatoria mondiale ed esprimono un volume pari a metà della produzione planetaria, mentre l’Italia è retrocessa al quinto posto, con un’incidenza nell’ordine dei sette punti percentuali (tav. 11). Dal punto di vista geografico, la tradizionale preminenza dell’Asia ha trovato una conferma scontata nel consuntivo del 2010, grazie all’apporto dei Paesi leader (tav. 12), cui si sono aggiunte, assieme all’Iran, diverse realtà emergenti come Oman, Giordania e Vietnam, senza dire delle vecchie “tigri” Indonesia e Thailandia che sembrano aver superato il momento di congiuntura precaria da cui erano state condizionate. Qualche segnale reattivo è stato manifestato dall’Europa, e soprattutto dall’America Latina, mentre l’Africa è rimasta in posizione di retroguardia, fatta eccezione per la buona conferma di Egitto e Sudafrica. Nel Vecchio Continente le opportunità migliori in campo produttivo sono state conseguite da Grecia, Portogallo e Spagna: paradossalmente, i Paesi che hanno maggiormente sofferto per difficoltà economiche di carattere generale e che hanno trovato nel lapideo un’occasione anticiclica già sperimentata in passato. L’Italia, dal canto suo, ha potuto confermare il tradizionale primato europeo, con un terzo dell’intera produzione comunitaria (tav. 13). In Europa si ravvisa il medesimo fenomeno di concentrazione riscontrabile a livello mondiale. Infatti, i primi cinque

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Paesi produttori (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Francia), che sono i soli a poter contare su volumi estratti superiori al milione di tonnellate in ragione annua, hanno espresso i quattro quinti della produzione, mentre altri dieci non superano la quota di 100 mila tonnellate. Resta da accennare alla produzione di manufatti, che a livello mondiale è pervenuta a 1,22 miliardi di metri quadrati equivalenti, riferiti allo spessore convenzionale di cm. 2, ed articolati in circa tre quarti di destinazioni all’edilizia, con una quota a saldo costituita da altri usi, guidati dalla funeraria e dall’arredo urbano (tav. 14). L’incremento, omogeneo a quello dell’escavazione, si è tradotto in una maggiore offerta nell’ordine degli 80 milioni di metri quadrati. Nel lungo periodo le variazioni più importanti hanno avuto riguardo alla minore incidenza ponderale dei pavimenti e dei rivestimenti esterni ed alla forte ascesa dei lavori speciali resa possibile dalle tecnologie avanzate e dall’interesse del mercato per impieghi di successo anche nelle manutenzioni straordinarie e nelle ristrutturazioni, come i piani da cucina e la finitura dei bagni.

5. Stato dell’arte La crisi del 2009, come spesso accade nelle epoche di transizione, non è stata inutile, perché ha promosso nuove


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ricerche in campo tecnologico rivolte a contenere l’aumento naturale dei costi di produzione e subordinatamente a promuovere ulteriori progressi nell’ambito qualitativo. Ciò, sia nella fase estrattiva, sia in quella trasformatrice. Considerazioni analoghe valgono per il grande tema della sicurezza, dove i lavori del CEN TC 151 sono finalizzati a perseguire importanti avanzamenti nella normativa di riferimento, riguardante diverse tipologie di macchine. Nella tematica di cava, il sistema di perforazione multipla e quello del taglio a filo (con parecchie decine di unità seganti parallele) sono stati oggetto di migliorie che hanno permesso di razionalizzare tempi e metodi di lavoro e di potenziare produttività e rendimenti, anche attraverso la riduzione degli scarti. A valle, i progressi dell’automazione nelle lavorazioni speciali, anche con l’ausilio della robotica, si sono tradotti in una nuova tappa verso la reale industrializzazione massiva del settore. Nella fattispecie, sono da segnalare i processi automatici di stuccatura e resinatura, con programmazione preventiva della miscela ed essiccazione rapida; la produzione di pezzi a spessore ultra-sottile, che si giova di utili integrazioni con la stessa resinatura e persegue obiettivi di competitività nel peso unitario dei manufatti; l’utilizzo della marcatura di garanzia come strumento contrattualmente significativo. La ricerca di una qualità sempre più

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competitiva non si è limitata al contesto strettamente tecnico, essendosi estesa alla cura dell’accompagnamento cromatico attraverso il controllo computerizzato del prodotto con esclusione dei manufatti fuori tolleranza. Il mondo produttivo si è posto in termini sempre più vincolanti il problema della qualità totale subordinando alla sua soluzione, se non altro a livello leader, le opzioni in materia di investimenti, compatibilmente con le strozzature finanziarie rese più forti dalla congiuntura difficile. Questo obiettivo, sia pure tendenziale, ha acquisito un carattere di base perché il convincimento della sua effettiva perseguibilità è diventato patrimonio comune di produttori ed utilizzatori. La variabile in grado di fare la differenza, alla luce dello stato dell’arte, è proprio la qualità, dato che non esistono questioni pregiudizialmente insolubili di tipo fisicomeccanico o fisico-chimico, senza dire che le dotazioni impiantistiche, a cominciare da quelle di segheria per finire alle lavorazioni speciali, sono funzionalmente duttili e si possono gestire in base alle esigenze di ciascun materiale e di ogni grado di processo. In queste condizioni, lo stato dell’arte diventa un elemento importante anche nella scelta delle politiche commerciali e distributive e nella determinazione dei flussi d’interscambio, dove il valore aggiunto è tanto più avanzato, in quanto esistano un’offerta tecnicamente e quali-


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tativamente valida, e una domanda capace di apprezzare il valore di un prodotto destinato a soddisfare elevate esigenze funzionali e decorative. Ciò significa che nelle valutazioni d’acquisto diventano sempre più importanti fattori complementari come la politica di servizio, intesa quale documentazione esauriente, puntualità nelle consegne, supporti professionali, lavori effettuati. Anche per questo, le economie mature sono in grado di consolidare i risultati conseguiti, mentre quelle in via di sviluppo debbono confrontarsi con problemi di ottimizzazione qualitativa e quindi, di adeguati investimenti.

6. Evoluzione dell’interscambio Il momento in cui la ripresa complessiva del 2010 ha trovato espressione più evidente è quello della distribuzione internazionale, dove sono stati recuperati i regressi precedenti, non senza raggiungere un nuovo massimo storico particolarmente significativo, attraverso un’ampia modifica strutturale che ha privilegiato il movimento dei grezzi. Il modello input-output, assunto a base della rilevazione incrociata secondo i criteri illustrati in appendice, pone in evidenza come i calcarei grezzi (blocchi e lastre a piano di sega) siano stati oggetto di scambio per 13,3 milioni di tonnellate (tav. 15), con un aumento del 40,9 per

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cento che è il più alto dell’ultimo ventennio. I silicei grezzi, invece, hanno visto un flusso dell’export e dell’import pari a 10,5 milioni di tonnellate (tav. 16), con un aumento del 18,2 per cento, anch’esso molto soddisfacente, ed intorno ai massimi del periodo. La media dell’incremento grezzo è stata del 29,8 per cento, mentre quella dei lavorati si è attestata su circa nove punti. Più specificamente, i lavorati semplici hanno indotto movimenti per 3,3 milioni di tonnellate (tav. 17) e ad una crescita dell’ 1,2 per cento; i lavorati speciali, che costituiscono il punto di forza del comparto, specialmente in valore, hanno chiuso l’esercizio con scambi per 20 milioni di tonnellate (tav. 18) ed un incremento del 10 per cento; l’ardesia ha fatto registrare spedizioni internazionali per 1,3 milioni di tonnellate (tav. 19) ed un aumento del 5,1 per cento. In pratica, tutte le voci sono in crescita, con una cifra finale di consuntivo pari a 48,5 milioni di tonnellate (tav. 20), in aumento del 18,1 per cento rispetto al 2009: il più alto degli ultimi 16 anni. La movimentazione, al netto della quota di scarto calcolata sulla movimentazione grezza, ha interessato 716 milioni di metri quadrati equivalenti, in aumento del 15,4 per cento. Il grezzo ha recuperato quasi cinque punti portandosi al 49,2 per cento del totale e tornando ai livelli del 1999. Da questo punto di vista, l’inversione di tendenza è stata indubbiamente forte ed improv-


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visa, trovando la motivazione principale nell’accentuata propensione cinese all’acquisto di materiali da destinare a segherie e laboratori locali. L’Unione Europea ha visto un’esportazione di poco superiore agli 11 milioni di tonnellate (tav. 21) ed un’importazione nell’ordine degli 11,3 milioni (tav. 22), entrambe in ripresa, soprattutto nelle vendite, mentre sono apparsi più vischiosi i movimenti del resto d’Europa, sia in uscita (tav. 23) che in entrata (tav. 24), dove si distinguono i consuntivi più importanti di Svizzera e Russia. Assumono carattere decisivo, invece, i grandi flussi che caratterizzano i maggiori Paesi extraeuropei, guidati da Cina, Turchia e India nelle vendite, con Brasile ed Egitto in ottime posizioni di rincalzo (tav. 25); e dalla stessa Cina negli acquisti, seguita a forte distanza da Stati Uniti, Corea del Sud, Taiwan e Giappone (tav. 26). Il panorama si completa con un ampio gruppo di altri Paesi extra-europei la cui importanza è sostanzialmente complementare ma nel cui ambito si registrano risultati significativi ed ulteriori potenzialità notevoli, in specie a livello asiatico, sia nell’esportazione (tav. 27) che nell’importazione (tav. 28). In effetti, il quadro riassuntivo per grandi aggregati mette in evidenza come i maggiori protagonisti extra-europei abbiano assunto un ruolo di mercato determinante, potendo esprimere il 62,7 per cento dell’export mondiale (tav. 29) ed il 47,1 per cento dell’import (tav.

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30), mentre l’Europa, comprensiva di quella extra-comunitaria, si è ridotta rispettivamente al 24,9 ed al 26,5 per cento. In tutta sintesi, il trend del settore sembra avere ripreso una grande forza propulsiva, sia nelle cifre assolute (tav. 31) che nei ragguagli percentuali (tav. 32), e naturalmente negli indici di lungo periodo, da cui emerge come nel giro di un ventennio la movimentazione lapidea mondiale sia quintuplicata (tav. 33) con un’articolazione per gradi di finitura quasi paritetica fra grezzi e lavorati, al di là della forte modifica intervenuta nell’ultimo esercizio, e con una quota crescente del prodotto calcareo grezzo rispetto al siliceo (tav. 34).

7. Dinamica di mercato e tipologie di materiali La potenza settoriale della Cina, che ha trovato ulteriore conferma nel 2010, è fotografata in modo immediato da una prevalenza sostanzialmente paritetica nell’export e nell’import mondiale, con spedizioni che nel 2010 hanno interessato 12 milioni e mezzo di tonnellate (tav. 35) ed acquisti che hanno raggiunto 12,3 milioni (tav. 36). Tuttavia, la quota cinese dell’export si è ridotta di tre punti, scendendo al 25,8 per cento, mentre quella dell’import è balzata avanti di sei, portandosi al 25,4 per cento. Ciò significa che il mercato interno sta attraversando una


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fase molto positiva, al pari delle attività trasformatrici locali. In pratica, un quarto del settore lapideo mondiale è in mano alla Cina, anche se gli altri Paesi protagonisti hanno partecipato vivacemente al recupero ed allo sviluppo del 2010. Ciò, con particolare riguardo a Turchia e India nell’export ed a Stati Uniti e Corea del Sud nell’import. Sette Paesi hanno esportato oltre un milione di tonnellate, mentre il numero corrispondente degli importatori è salito a undici. La sofferenza dell’Europa, che sembra essere elisa, relativamente a cifre assolute e quote di mercato, almeno nell’export di Spagna, Portogallo e Grecia, continua in Italia, sia pure a fronte di migliori risultati in volume, dove lo “share” si è ulteriormente ridotto scendendo al 6,5 per cento in uscita ed al 3,5 per cento in entrata; considerazioni analoghe valgono per gli acquisti statunitensi, la cui ripresa è vischiosa e coincide con un ulteriore abbattimento della quota percentuale. A livello disaggregato in chiave merceologica, i calcarei grezzi hanno posto in luce una forte progressione delle vendite turche oltre il 35 per cento del totale (tav. 37), mentre gli acquisti cinesi sono giunti addirittura al 63,9 per cento, collocando tutti gli altri in un ruolo comprimario (tav. 38). Nei silicei grezzi ha trovato conferma la tradizionale preminenza esportatrice dell’India, sebbene con qualche accenno di stasi, diversamente da quanto è accaduto per altri produttori ed in primo luogo

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per il Brasile (tav. 39), mentre sul fronte dell’import ha prevalso ugualmente la Cina, sia pure con una quota inferiore a quella calcarea e con forte vantaggio su Taiwan (tav. 40). Passando ai lavorati, la leadership cinese ha trovato conferma nell’export di quelli semplici (tav. 41), cui corrispondono acquisti significativi da parte europea ed in primo luogo della Germania (tav. 42), mentre nei manufatti con valore aggiunto il primato della Cina si è tradotto in una nuova maggioranza assoluta, costituita da 10,4 milioni di tonnellate e da oltre 190 milioni di metri quadrati, con la Turchia molto lontana ad occupare la seconda piazza (tav. 43). Le importazioni di lavorati speciali, invece, hanno confermato ai primi posti della graduatoria Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone (tav. 44). Resta da accennare all’ardesia, nelle cui spedizioni il primato della Spagna è insidiato dalla Cina che ha confermato la recente acquisizione del secondo posto ai danni del Brasile (tav. 45), mentre l’import rimane più articolato, con prevalenza degli approvvigionamenti europei (tav. 46). Dalle cifre esposte emerge una realtà consolidata da individuare nella leadership cinese, le cui dimensioni hanno raggiunto un livello che appare sostanzialmente inattaccabile, se non altro nei volumi di riferimento, sia nel breve che nel medio termine. La competizione avviene nelle retrovie, con diverse manifestazioni


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di forza talvolta accentuata, come quelle relative all’export calcareo grezzo dalla Turchia od a quello siliceo dell’India, e con diverse sacche critiche, in specie nelle economie mature. Nell’ottica globale, resta il fatto certamente positivo di un comparto che ha dimostrato di possedere una capacità reattiva assai apprezzabile, idonea a superare gli effetti della congiuntura sfavorevole, sia pure attraverso contributi molto diversi da un Paese all’altro. In ogni caso, le potenzialità appartengono a tutti e sono in grado di pervenire a risultati concreti in funzione delle risorse disponibili, ma prima ancora della propensione ad investire, ed in ultima analisi, della volontà politica.

8. Italia: un ristagno strutturale Gli spunti di ripresa che hanno interessato il comparto lapideo mondiale nel corso del 2010 si sono diffusi a macchia di leopardo, con effetti notevolmente diversi secondo le effettive capacità nazionali di confrontarsi con le tendenze critiche tuttora in atto. In Italia, la cui vecchia leadership in materia professionale è sempre in grado di assicurare talune rendite di posizione, in specie per i prodotti di nicchia, la congiuntura negativa è stata bloccata, ma ha fatto registrare risultati complessivi inferiori alla media. Il mercato domestico continua ad avvertire gli effetti di una stasi prolungata

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dell’edilizia, mentre l’esportazione, tradizionale valvola di sicurezza del lapideo, ha posto in evidenza risultati importanti nelle sole spedizioni del grezzo, dove è stato raggiunto un nuovo massimo storico, con quasi un milione e mezzo di tonnellate. Al contrario, nei lavorati al netto di sottoprodotti il recupero è stato marginale, fermandosi intorno ai quattro punti e restando assai lontano dai livelli di dieci anni or sono, quando si destinavano all’estero 2,7 milioni di tonnellate, contro gli 1,6 milioni di oggi (tav. 47). Nell’importazione, costituita per il 77 per cento da prodotti finiti, il rimbalzo è stato pari al 6,5 per cento ma ha permesso di elidere l’ampio regresso ascritto durante il precedente triennio in misura non superiore al nove per cento (tav. 48). È da sottolineare positivamente le nuova contrazione degli approvvigionamenti di lavorati esteri, che ha iterato quella del 2009 ed ha confermato l’interruzione di un lungo trend da cui erano scaturite non poche perplessità strategiche: tuttavia, questo fenomeno deve essere posto in relazione al ristagno del mercato domestico. Nel lungo periodo, il valore dell’export è diminuito in misura naturalmente inferiore rispetto ai volumi, ma il prezzo medio del prodotto finito evidenzia una stazionarietà da cui non emergono considerazioni positive circa le strategie di redditività aziendale: non a caso, negli ultimi cinque anni è rimasto praticamente fermo, intorno a 43 dollari per metro qua-


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drato equivalente (tav. 49), manifestando un carattere vischioso che non sembra imputabile se non marginalmente alla maggiore presenza di materiali correnti nel mix esportato, ma alle oggettive difficoltà di trasferire gli aumenti dei costi sulle quotazioni commerciali. In tale contesto non può sorprendere che l’incidenza del lapideo sul valore complessivo dell’export italiano sia andata progressivamente riducendosi, fino al minimo dello 0,45 per cento raggiunto nel 2010: specchio significativo di una congiuntura che non brilla per soverchie attenzioni nemmeno nell’ambito della promozione istituzionale a favore di marmi e pietre (tav. 50). Un fatto positivo, che del resto è comune ad altri Paesi, riguarda la diffusione del comparto sul territorio, in cui risulta coinvolto un numero largamente maggioritario di Regioni (tav. 51). In questo ambito ha trovato conferma il tradizionale primato della Toscana (grazie al distretto di Massa Carrara e Lucca), sia pure con un vantaggio quantitativo globale sul Veneto ridotto a due soli punti: queste due Regioni esprimono, da sole, circa due terzi dell’esportazione nazionale, con una forte prevalenza della prima nel disaggregato relativo ai grezzi, mentre in quello dei lavorati prevale il Veneto, con un differenziale di cinque punti. Per quanto riguarda le altre Regioni, è da rilevare il consuntivo in buona ascesa della Lombardia, mentre risulta in considerevole

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ridimensionamento quello del Lazio. In un Paese come l’Italia, oberato da strozzature importanti in materia di costi professionali ed energetici (in Europa la sua dipendenza dal petrolio è inferiore solo a quelle di Irlanda e Lussemburgo), da oneri finanziari e fiscali superiori alla media, dalla carenza di una politica nazionale per le cave e da ricorrenti difficoltà di natura sindacale, che uniscono i loro effetti a quelli di una concorrenza davvero impetuosa, il bilancio del 2010 deve considerarsi sostanzialmente interlocutorio, avendo dimostrato la rinnovata presenza di una reattività imprenditoriale tanto più apprezzabile in quanto priva di adeguati supporti normativi, anche nell’ambito dei maggiori distretti locali; ma nello stesso tempo, la conclamata necessità di interventi mirati.

9. Unione Europea L’andamento storico del commercio estero europeo ha progredito in misura inferiore a quanto è accaduto altrove, ma nel lungo periodo permane un differenziale attivo piuttosto importante. Durante il 2010, il recupero conseguito dai Quindici è stato notevole nell’export, con una crescita nell’ordine del milione e mezzo di tonnellate (tav. 52), mentre l’importazione è rimasta praticamente invariata (tav. 53). Oggi, i due flussi in uscita ed entrata si equivalgono, nella misura di oltre dieci


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milioni di tonnellate cadauno. Detto questo, si deve aggiungere che il percorso verso l’integrazione economica si è sostanzialmente compiuto e che l’aggregato complessivo di tutti i Ventisette costituisce una realtà operativa i cui rapporti col resto del mondo debbono essere oggetto di esame specifico anche per quanto riguarda il settore lapideo, pur nell’ambito di incidenze ponderali assai diverse, a vantaggio dell’Italia e degli altri Paesi con maggiori vocazioni settoriali di produzione e consumo (da una parte, Spagna, Portogallo e Grecia, e dall’altra, Germania, Francia e Regno Unito). Il commercio estero dell’Unione a livello extra-comunitario ha avvertito fortemente l’impatto della congiuntura. È quanto emerge dal consuntivo dei grezzi calcarei, dove gli acquisti sono notevolmente diminuiti rispetto al massimo del 2007, mentre le spedizioni hanno raggiunto il quantitativo più alto proprio nel 2010, risultando largamente maggioritarie nei riguardi dell’importazione (tav. 54). Considerazioni analoghe valgono per i grezzi silicei, i cui approvvigionamenti, tuttora quasi quadrupli dell’export, sono in forte calo nei confronti di un massimo che risale addirittura al 2004 (tav. 55). In entrambi i casi l’andamento storico dei valori medi evidenzia una crescita notevolmente inferiore a quella dei volumi. L’interscambio europeo di maggiore significato economico col resto del mondo è quello dei lavorati ad alto valore aggiun-

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to (cod. 68.02), dove il ristagno si è fatto ugualmente sentire, sia pure in misura meno accentuata. L’importazione in valore del 2010 risulta inferiore di non oltre dieci punti rispetto al massimo del 2008, avendo recuperato circa metà del regresso ascritto nell’anno precedente, mentre l’esportazione, in calo del 21,4 per cento nello stesso ragguaglio temporale, è rimasta pressoché invariata nei confronti del 2009, evidenziando una flessione di alcuni punti nel valore medio per unità di prodotto (tav. 56). Non meno significativo, sempre nell’ambito del prodotto finito, è l’esame del disaggregato per maggiori destinazioni e provenienze. L’esportazione risulta distribuita in un ventaglio articolato di Paesi, tra cui emergono gli Stati Uniti, che nel 2010 hanno ricevuto il 12,8 per cento dell’export europeo in quantità ed il 22,8 per cento di quello in valore, mentre nelle posizioni di rincalzo figurano Svizzera, Arabia Saudita, Emirati e Russia, laddove quest’ultimo Paese si distingue per il prezzo medio più alto (tav. 57). La Cina, invece, figura in decima posizione nella graduatoria in valore, e con il prezzo medio più basso. Sono da porre in rilievo anche i buoni affari che gli esportatori europei hanno concluso in taluni Paesi emergenti come il Marocco ed il Qatar. Ben diverso è il panorama dell’importazione, dove la Cina è stata in grado di affermare ulteriormente il suo primato, con forniture che hanno coperto il 58,3


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per cento del totale in volume ed il 49,1 per cento in valore (tav. 58), ad un prezzo medio di poco superiore a 23 dollari per metro quadrato equivalente. Tale quotazione, tuttavia, non è la più bassa, perché le importazioni comunitarie dal Vietnam, quarto Paese fornitore, sono avvenute ad un livello nell’ordine dei 16 dollari. In ogni caso, i primi tre esportatori (Cina, India e Turchia) hanno soddisfatto oltre quattro quinti della domanda specifica, lasciando alla concorrenza quote complementari che per il momento non sono in grado di condizionare significativamente il mercato: considerazione che vale per il Sudafrica e soprattutto per l’Egitto, tradizionali esportatori di grezzi, ma anche per il Brasile, che destina agli empori nordamericani una parte largamente maggioritaria della sua forte esportazione di lavorati. A livello di singoli Paesi, i prezzi disaggregati del prodotto finito, componente essenziale dell’export, mettono in luce diverse notevoli cedenze negli acquisti, quale effetto degli accresciuti approvvigionamenti dalla Cina e dai Paesi in via di sviluppo, mentre i valori medi dell’export attestano maggiori capacità di resistenza in Italia, Germania e Spagna, diversamente da quanto è accaduto in Francia e Portogallo (tav. 59). L’Unione dei Ventisette resta uno sbocco di grande rilievo per il comparto lapideo extra-europeo, ma sembra privilegiare un ristretto gruppo di fornitori che sono in

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grado di coniugare positivamente la competitività economica con l’organizzazione distributiva e promozionale.

10. Cina superstar La potenza settoriale cinese, fotografia di quella complessiva, è attestata in modo evidente dalle cifre dell’interscambio relative al 2010: un esercizio che ha visto riprendere con forza il trend di ascesa già ascritto dagli anni novanta in poi ed elidere rapidamente il contenuto rallentamento da cui era stato caratterizzato il 2009, in concomitanza con una crisi mondiale avvertita in Cina solo marginalmente. L’esportazione quantitativa è pervenuta a 12,5 milioni di tonnellate, nuovo massimo storico, con un aumento del 6,5 per cento rispetto all’anno precedente (tav. 60). Protagonisti assoluti risultano ancora una volta i lavorati ad alto valore aggiunto, le cui spedizioni sono giunte a 10,4 milioni di tonnellate, cui corrispondono oltre 190 milioni di metri quadrati equivalenti, allo spessore convenzionale di cm. 2: la crescita di questa voce è stata pari al 9,2 per cento. L’apporto dei grezzi, pur notevole in cifra assoluta, è stato complementare quanto a “share”, circoscritto al 5,3 per cento delle vendite totali. Gli indici confermano la forza trainante del prodotto finito anche nell’andamento di lungo periodo: nel giro di sedici anni, questa tipologia di export è aumentata di


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18 volte (tav. 61), mentre il totale è sestuplicato. In pratica, il rilievo complessivo pone in evidenza un abbondante raddoppio medio della spedizione di manufatti in ogni esercizio storico. In valore, l’industria lapidea cinese ha superato per la prima volta il muro dei quattro miliardi di dollari esportati, con un incremento del 15 per cento rispetto al 2009 (tav. 62) ed un apporto dei lavorati speciali pari al 94,5 per cento. Dal canto loro, le importazioni hanno progredito con un tasso ancora più elevato, sfiorando un valore nell’ordine di 2,3 milioni di dollari e mettendo a segno un balzo del 55 per cento, dovuto pressoché integralmente al grezzo, che costituisce il 98,7 per cento degli approvvigionamenti (tav. 63): sono numeri che attestano senza bisogno di commenti lo stato di salute dell’industria cinese di settore, nonostante il rallentamento dell’attività edilizia. L’espansione più ampia si è registrata nell’import di calcarei grezzi, che hanno superato gli 8,5 milioni di tonnellate, per un valore prossimo al miliardo e mezzo di dollari, a cui hanno contribuito in maniera determinante gli acquisti dalla Turchia, seguiti da quelli in arrivo da Egitto ed Iran (tav. 64). In questo caso, il progresso compiuto in un solo esercizio è stato di circa tre milioni e mezzo di tonnellate, con una crescita del 66,1 per cento in volume e del 72,7 per cento in valore. In un comparto come il lapideo, che storicamente era stato caratterizzato da variazioni con-

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tenute dei maggiori consuntivi, se non anche da diffuse vischiosità, queste cifre evidenziano l’ampiezza della modificazione strategica indotta dalla Cina. Il valore medio per unità di prodotto, che assume valore decisivo nell’export dei lavorati speciali, è tornato oltre i 20 dollari per metro quadrato equivalente, riprendendo il trend di ascesa che era stato inaugurato nel 2004 e che aveva fatto registrare una pur limitata interruzione nel 2009: il prezzo odierno, praticamente, va quasi a coincidere con quello di 16 anni or sono, quando il flusso quantitativo, al confronto, era quasi minimo (tav. 65). Nel ragguaglio globale a peso, il valore del 2010 si è attestato sul nuovo massimo di 327,8 dollari per tonnellata, con un aumento di otto punti nei confronti dell’anno precedente. Resta da dire del valore medio dell’import, che ha fatto registrare notevoli recuperi in entrambe le tipologie del grezzo, dove le quotazioni unitarie si sono poste sui massimi dell’ultimo decennio con aumenti del 4,1 per cento nei calcarei e del 2,9 per cento nei silicei, e più alti nel prodotto finito (tav. 66). Ciò conferma che la grande espansione lapidea cinese prosegue con attenzioni diffuse anche per la politica di qualità. Si deve aggiungere che i rapporti della Cina si esprimono in un grande ventaglio mondiale di destinazioni e di provenienze, quasi senza distinzioni tra economie mature e Paesi in via di sviluppo, anche se


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con quelli asiatici esiste un rapporto naturalmente preferenziale: lo conferma il fatto che Corea del Sud e Giappone abbiano assorbito da soli, anche nel 2010, un terzo dell’export cinese di manufatti lapidei.

11. Contrasti nella ripresa statunitense Le previsioni di ripresa del mercato americano sono confortate da talune ricerche importanti come quella del Joint Center for Housing Studies (Università di Harvard) che hanno accertato una potenzialità pari a 21 milioni di progetti durante il prossimo decennio nelle sole ristrutturazioni, con una spesa unitaria di circa novemila dollari ed interventi di grande impatto nei bagni e nelle cucine, a cominciare dalle dieci maggiori concentrazioni metropolitane guidate da New York e Los Angeles, dove si realizza un terzo del volume d’affari globale. Il sogno americano, insomma, prosegue alacremente anche per quanto attiene all’edilizia ed al consumo lapideo, costituito per tre quarti del volume da lavorati d’importazione, ma il rilancio del 2010, sebbene non trascurabile, è stato inferiore alle attese, o meglio alle speranze. Il progresso degli approvvigionamenti dall’estero in valore si è limitato a undici punti, portandosi a 2,16 miliardi di dollari contro il massimo storico di 3,22 ascritto nel 2007: in pratica, è stato recuperato il

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16 per cento di quanto si era perduto nel biennio precedente (tav. 67). Sul piano merceologico, la struttura dell’import di valore aggiunto disaggregato evidenzia diffuse sacche residue di consuntivi critici, con particolare riguardo ai semilavorati ed ai manufatti calcarei, mentre la ripresa di quelli silicei, che costituiscono quasi metà del totale, è stata particolarmente vigorosa, sottolineando l’esistenza di una domanda sempre più differenziata (tav. 68). La distribuzione degli acquisti è stata molto selettiva, privilegiando prioritariamente il Brasile, che è tornato in testa alla graduatoria dei maggiori fornitori con notevole vantaggio sulla Cina e sull’Italia: questa, diversamente dagli altri, ha visto ulteriormente ridurre le sue spedizioni in cifra assoluta (tav. 69) ed in quota di mercato (tav. 70). In altri termini, il coefficiente di fedeltà della clientela nordamericana si è andato ulteriormente rastremando a danno dei fornitori europei, con forti penalizzazioni anche per Spagna, Portogallo, Francia e Grecia. Quattro quinti dell’import sono appannaggio di cinque soli Paesi, che risultano essere i maggiori protagonisti del confronto commerciale sul primo mercato del mondo. Da questo punto di vista, bisogna dire che, a parte il trend negativo dell’Italia, il cui “share” è sceso in dieci anni dal 37,9 al 14 per cento, il 2010 ha ridimensionato anche le ambizioni della Cina, che ha mantenuto le posizioni pre-


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gresse incrementandole di due soli punti, mentre soddisfazioni assai maggiori sono state conseguite, dopo il Brasile, dall’India ed in misura minore dalla Turchia. Quanto al Canada, sesto Paese fornitore, non è riuscito a valorizzare compiutamente il suo vantaggio di contiguità, anche a fronte di una politica di verticalizzazione tuttora limitata. Dal successo brasiliano è facile desumere un forte ritorno all’apprezzamento per il granito, compreso quello domestico di maggiore appeal internazionale (Vermont), cui non risulta estranea la fagocitazione della teoria, tutta americana ed obiettivamente infondata, secondo cui il prodotto siliceo sarebbe stato dannoso per la salute. Nello stesso tempo, gli ha giovato una politica di investimenti importanti nella trasformazione e nella distribuzione, senza trascurare quelli a supporto delle referenze tecnologiche e dell’immagine. Il prezzo medio del manufatto importato negli Stati Uniti è stato pari a poco meno di 39 dollari per metro quadrato equivalente (tav. 71), con un incremento di tre punti e mezzo rispetto al 2009. Anche in questo caso la quotazione resta notevolmente inferiore ai livelli precedenti quando aveva superato i 42 dollari. L’Italia ha pagato l’effetto negativo di un valore medio notevolmente più alto di quello complessivo, e praticamente doppio rispetto ai 31 dollari spuntati dagli esportatori della Turchia, su cui ha pesato l’incidenza

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di una quota particolarmente significativa di travertino. A conti fatti, il flusso dei manufatti entrati negli Stati Uniti è stato pari a 55,6 milioni di metri quadrati equivalenti, con una crescita di poco inferiore ai quattro milioni. È uno spunto positivo che vale la pena di sottolineare perché sembra avere avviato un volano utile al perseguimento di previsioni positive, confortate dalla possibilità di incrementare livelli tuttora contenuti di consumo unitario, ma sempre condizionate dalle incertezze finanziarie. In effetti, i livelli di pochi anni addietro sono tuttora lontani, a cominciare da quelli del 2007, quando furono importati oltre 87 milioni di metri quadrati.

12. Gli altri leader extra-europei A parte la Cina, che ormai vanta una preminenza settoriale sostanzialmente irreversibile grazie all’acquisizione di un vantaggio sempre più ampio rispetto ai Paesi concorrenti, i protagonisti del comparto lapideo vanno ascrivendo dimensioni di crescente ampiezza soprattutto a livello extra-europeo, in misura sostanzialmente analoga sia nel campo produttivo, sia in quello della distribuzione e dei consumi. L’India, confermandosi quale principale outsider del primato cinese, ha incrementato di parecchi punti un vivace consumo interno, non lontano dai cento milioni di metri quadrati, sebbene il livello del suo


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impiego unitario sia tuttora minimo. L’export, invece, ha fatto registrare qualche contrazione, più ampia nei calcarei grezzi (tav. 72), dove le spedizioni sono limitate a bianchi e colorati di alto pregio, e più contenuta nei silicei (tav. 73), dove il regresso più significativo ha interessato le spedizioni in Italia, mentre sono cresciute quelle verso Regno Unito, Germania e Paesi Bassi, a cui hanno contribuito i semilavorati ad alto spessore per masselli funerari. Dal canto suo, il prodotto finito indiano ha accusato un regresso del 13 per cento, con riduzioni generalizzate, sia pure assai diverse secondo i Paesi importatori (laddove i risultati migliori iterano quelli ora rilevati per il granito grezzo) ma con una significativa eccezione per il mercato italiano (tav. 74). Va rilevato, tuttavia, che i consuntivi dell’India non sono strettamente omogenei a quelli dei Paesi importatori, per le ragioni di calendario evidenziate in appendice. Assai lusinghiero è stato il consuntivo del Brasile, che ha messo a segno una crescita assai consistente dell’esportazione silicea grezza, tanto da pervenire ad un nuovo massimo, nell’ordine dei 220 milioni di dollari (tav. 75), garantito in maggioranza dalla Cina, che ne ha assorbito il 52,5 per cento, seguita a distanza da Italia, Taiwan e dalla stessa Hong - Kong, che nella sostanza delle cose è un emporio cinese. L’export brasiliano del prodotto finito, anch’esso in forte recupero (tav. 76), si è confermato un fenomeno di grande am-

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piezza, interessante soprattutto i mercati americani, con largo vantaggio di quello statunitense e Canada, Messico e Venezuela nelle posizioni di rincalzo. Meno brillante ma pur sempre apprezzabile è stata la ripresa dei lavorati di ardesia (tav. 77), tuttora assai lontani dal massimo del 2008, anche perché fra i primi quattro importatori figurano clienti europei come Regno Unito, Paesi Bassi e Spagna, dove l’evoluzione della congiuntura non è immune dalla permanenza di fattori critici. A livello di grandi consumatori, un accenno specifico deve essere riservato anche al Giappone, dove la modificazione strategica maturata nel corso dell’ultimo ventennio ha trovato naturale conferma, sostanzialmente scontata, nei consuntivi per il 2010, che hanno ribadito un disinteresse ormai totale per il grezzo, non disgiunto da acquisti tuttora riflessivi, ma di permanente ampiezza, dello stesso prodotto finito. In particolare, gli approvvigionamenti giapponesi di blocchi e semilavorati sono scesi al nuovo minimo di 18 mila tonnellate (tav. 78), a fronte delle 1.150 mila del 1991, sottolineando l’abbandono quasi assoluto delle attività di segheria e laboratorio, sostituite dal lavorato cinese, capace di soddisfare oltre il 96 per cento della domanda nipponica (tav. 79) e di lasciare a India, Italia ed agli altri Paesi produttori del manufatto quote assolutamente marginali della distribuzione. Quello del Giappone è un caso emblematico,


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che peraltro non è unico, essendo comune ad altri Paesi dell’Estremo Oriente ed in primo luogo alla Corea del Sud. Va aggiunto che la dinamica dei valori medi, in costante diminuzione fino al 2006, ha consentito di ascrivere quattro maggiorazioni consecutive dal 2007 in poi, rivalutandosi complessivamente nella misura del 51,2 per cento, pari al 12,8 in ragione annua (tav. 80). Ciò costituisce un’ulteriore conferma del perseguimento di una nuova politica di redditività delle vendite anche da parte cinese.

13. Forze complementari Un ruolo importante nell’interscambio lapideo è svolto da diversi Paesi che in passato hanno avuto incidenze integrative e che ora si propongono come outsider di livello, in grado di perseguire affermazioni notevoli. Ciò riguarda soprattutto l’export di grezzi, ma in taluni casi anche quello dei lavorati. L’esempio quantitativamente maggiore, che si riferisce a blocchi e semilavorati di marmo, è quello dell’Egitto, inserito tra i maggiori produttori ed esportatori mondiali di questa tipologia grazie alla domanda della Cina, mercato di sbocco per una larga maggioranza delle sue spedizioni (tav. 81). La crisi del 2009 è stata superata solo in parte, ma se l’import cinese del materiale egiziano è rimasto stazionario, sia pure oltre il milione di

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tonnellate, altre destinazioni sono venute alla ribalta: tra di esse, il Libano, e soprattutto la Libia, a dimostrazione di una sua forza trasformatrice crescente. Il prezzo medio dell’export egiziano trova un condizionamento decisivo nella richiesta di materiali correnti da parte cinese, per cui spunta una quotazione inferiore del 50 per cento a quella complessiva: ciò significa che esiste uno sforzo di diversificazione, peraltro non facile, che ha trovato buone risposte tra gli acquirenti occidentali ma anche fra quelli di alcuni Paesi dell’area araba. L’esportazione del granito grezzo di qualità conta sulle tradizionali conferme della Finlandia (tav. 82) e della Norvegia (tav. 83). Tuttavia, anche le spedizioni finniche, capaci di recuperare in un solo anno il regresso del 2009, hanno il punto di forza determinante proprio negli acquisti da parte della Cina, che sono giunti ad esprimere i due terzi delle partenze complessive, lasciando quote relativamente modeste a Italia, Polonia e Spagna, e sostanzialmente marginali a tutti gli altri importatori. Il panorama norvegese è analogo: anche in questo caso la struttura portante dell’export è costituita dalla domanda cinese, che evidentemente è interessata in misura crescente agli approvvigionamenti di materiali pregiati da destinare al proprio mercato interno previa trasformazione sul posto. Si tratta di una modificazione strutturale da sottolineare anche nell’ottica delle produzioni nordiche, carenti di ver-


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ticalizzazione ma garantite nella continuità e nelle prospettive di sviluppo grezzo dalla potenza settoriale della Cina, nei cui confronti taluni fornitori sembrano assumere, come nella fattispecie, una funzione di sostanziale vassallaggio. Un caso notevole di forza emergente nell’export di lavorati, peraltro non unico (considerazioni analoghe potrebbero farsi per Giordania o Palestina), è quello dell’Oman, che diventa emblematico perché le sue vendite sono dirette quasi esclusivamente a Paesi asiatici, guidati dall’Arabia Saudita e dagli Emirati, con qualche “exploit” anche per il Qatar (tav. 84). Per la verità, il flusso delle spedizioni omanite è stato condizionato dalla crisi del 2009 solo in parte superata, ma le risorse del Paese, che può contare su giacimenti con alte rese di monte e su attente politiche di industrializzazione, fanno presumere l’esistenza di prospettive favorevoli, tanto più che sono state avallate da una strategia di prezzi medi in flessione, certamente competitivi. A livello di importazioni, non soltanto del prodotto finito, si deve segnalare il cospicuo sviluppo di talune realtà emergenti, anche in contesti già caratterizzati da condizioni di ristagno. È il caso di non pochi Paesi dell’Africa, ed in primo luogo della Nigeria, che nel 2010 ha acquistato un alto volume di grezzi silicei e circa 300 mila tonnellate di manufatti: il tutto destinato al mercato interno, dato che l’export nigeriano risulta tuttora nullo.

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14. Il caso della Turchia Una situazione che vale la pena di approfondire in maniera specifica è quella della Turchia, grande Paese produttore che secondo notizie di fonte accademica è in grado di vantare riserve accertate capaci di esprimere un volume particolarmente elevato, senza dire delle tradizioni trasformatrici e degli impieghi prestigiosi che risalgono all’antichità classica. La destinazione del prodotto lapideo turco è riservata in larga prevalenza all’esportazione, ma la grande forza della domanda cinese di grezzo ha finito per orientare le scelte strategiche dell’industria locale verso una politica di coltivazione intensiva finalizzata alla vendita dei blocchi. A questo fenomeno ha contribuito in maniera speculare la crisi del mercato più importante del prodotto lavorato, quello statunitense. Oggi, la maggioranza assoluta dell’export dalla Turchia è costituita dai calcarei grezzi, che hanno raggiunto un volume pari a 4,7 milioni di tonnellate, aumentato di oltre 18 volte nel giro di un decennio (tav. 85). Va sottolineato che la quota cinese è salita dall’ 11,9 per cento al 72,5 per cento del 2010, mentre lo “share” delle spedizioni in Europa si è ridotto a livelli frizionali (si sono avvantaggiate altre destinazioni complementari come quelle in Russia e nel Medio Oriente). Al contrario, l’export del valore aggiunto costituito dai lavorati segna il passo.


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Dopo il massimo storico conseguito nel 2007 con due milioni di tonnellate, corrispondenti a circa 37 milioni di metri quadrati equivalenti, il volume si è notevolmente ridotto per effetto principale del ristagno americano ma anche per la stazionarietà dell’Europa, a cui si è sopperito solo parzialmente con le vendite nelle altre zone emergenti, ed in particolare nei Paesi arabi ed in quelli dell’Africa mediterranea (tav. 86). Il minimo è stato toccato nel 2009, cui ha fatto seguito una buona ripresa nell’ultimo esercizio, in misura di oltre un decimo. Il consuntivo della Turchia, che presenta alcuni elementi strategici comuni ad altri Paesi ed alla stessa Italia, è importante perché dimostra come la forza trainante del comparto lapideo cinese sia di tale entità da orientare le scelte strategiche di un concorrente che figura certamente tra i maggiori e che sembra avere subordinato le opzioni di verticalizzazione alla vendita diretta del grezzo di qualità: in effetti, se le segherie ed i laboratori cinesi manifestano una preferenza così spiccata per il prodotto turco, ciò non si deve solo alla competitività dei prezzi, ma prima ancora, ai valori tecnologici e cromatici. È appena il caso di ricordare come le fiere turche settoriali di Istanbul ed Izmir siano frequentate solo marginalmente dai produttori cinesi, che invece sono presenti in forze a quelle occidentali, dove esistono diverse potenzialità di collocamento dei loro prodotti. Per gli acquisti, ovviamen-

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te, non servono importanti impegni promozionali. L’evoluzione strategica del comparto lapideo turco nel senso di una spiccata politica del grezzo trova conferma nel comportamento assunto da altri Paesi in via di sviluppo settoriale, a cominciare dall’Egitto, che è diventato il secondo fornitore di blocchi calcarei alla Cina. Non mancano, peraltro, affinità con economie mature come quella italiana già richiamata, dove si è fatto vivace, soprattutto nel comprensorio di Carrara, il confronto tra coloro che ritengono congrua la politica del grezzo ed i fautori della verticalizzazione, in una logica di valore aggiunto non priva di considerazioni sociali. Da questo punto di vista, in Turchia le valutazioni prevalenti sono dimostrate dal linguaggio talvolta icastico dei numeri, suffragato dalle permanenti difficoltà delle spedizioni negli Stati Uniti e dal richiamo di una strategia diretta al perseguimento del massimo utile col minimo sforzo, a prescindere dal rischio, peraltro consapevole, di chi abbia deciso di puntare in larga prevalenza su di un solo mercato.

15. Attese di investimenti Il carattere congiunturale della ripresa lapidea mondiale che si è tradotta nei consuntivi di produzione e distribuzione per il 2010 trova conferma nell’andamento tuttora critico degli investimenti. In altri


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termini, al rimbalzo della domanda ha corrisposto un maggiore utilizzo delle strutture impiantistiche in essere, ma sono state carenti le innovazioni, ed in alcuni casi anche le sostituzioni, limitate all’essenziale, sia pure per cespiti che abbiano completato il normale ciclo di ammortamenti. Si tratta di un’affermazione confortata da diversi fattori probanti, tra cui è congruo citare l’andamento delle importazioni di tecnologie settoriali nei Paesi leader: in diversi protagonisti forti (fatta eccezione per Cina e Brasile) esistono flessioni diffuse anche nel 2010 che fanno seguito a quelle dell’esercizio precedente, come nei casi di Stati Uniti, India ed Unione Europea. D’altra parte, bisogna pur dire che l’ampiezza degli investimenti effettuati negli ultimi anni era stata tale da rendere disponibili tecnologie altamente produttive, tuttora lontane dall’avere esaurito il proprio ciclo di vita. Giova aggiungere che alla luce di tali considerazioni il buon aumento dell’export di tecnologie dall’Italia, Paese tuttora leader in questo segmento distributivo, è dovuto ad un ventaglio assai articolato di mercati, in cui quelli maggiori hanno assunto un ruolo importante ma non determinante. Il carattere attendista che l’esercizio ha finito per assumere trova conferma nella stazionarietà degli investimenti in ricerca e sviluppo, che del resto è un fenomeno diffuso in tutto il mondo economico, anche a livello generale, con quote specifiche del prodotto lordo in ulteriore contrazione. Considerazioni analoghe valgono per gli

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investimenti promozionali, a cui il mondo lapideo ha sempre guardato con particolare interesse, per necessità collegate alle esigenze di documentazione ed informazione sulle caratteristiche dei materiali e sui processi di estrazione e trasformazione. In questo campo, il ruolo delle fiere si è andato ulteriormente rastremando quale effetto della progressiva mondializzazione, lasciando spazi crescenti alle iniziative leader come quelle di Xiamen (tav. 87) e di Verona, nell’ordine dei 1.500 espositori in rappresentanza di oltre 50 Paesi, mentre altre hanno ridotto il proprio impatto ad un ambito macro-regionale, quando non siano state cancellate dalla legge del mercato, come nei casi di Seul, Singapore e Tokyo, e di alcune piazze dell’Europa orientale. Al contrario, si guarda con crescente e motivato interesse alla politica degli “Awards” e cioè dei premi conferiti in diversi Paesi a progetti in cui l’impiego del prodotto lapideo sia stato improntato a criteri funzionali ed estetici di particolare interesse innovativo, tanto da poterli elevare a moduli di rinnovato riferimento. A questo proposito non si può fare a meno dal ricordare, peraltro, che l’incidenza dei grandi lavori sul volume totale degli utilizzi di marmo e pietre è andata progressivamente riducendosi e che la promozione non è in grado di poter prescindere dal rilancio degli impieghi correnti, anche attraverso l’apertura del mondo lapideo a quello della committenza finale. È il caso di rammentare che la lista d’attesa in cui non pochi investimenti continuano


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a stazionare nell’auspicio di tempi migliori trova motivazioni nell’alto costo del denaro e più generalmente nel clima di scarsa fiducia che distingue diverse economie mature, aggravato, soprattutto in Europa, dai vincoli ambientali, dalle imposizioni del fisco e dal livello abnorme di alcuni costi come quelli del lavoro e dell’energia. Ciò vuol dire che una reale ripresa degli investimenti capace di avviare un significativo effetto moltiplicatore è subordinata, oggi più che mai, alle attenzioni della volontà politica ed ai tempi e modi in cui sia capace di rimuovere gli ostacoli normativi, finanziari e sindacali che condizionano una crescita conforme alle potenzialità della domanda.

16. Trend dei consumi Il settore lapideo produce manufatti su commessa, evitando il rischio di stoccaggio a magazzino del prodotto finito, che in altri settori contigui induce giacenze talvolta abnormi. Ciò consente di presumere che il volume dei consumi sia sostanzialmente analogo a quello della produzione, stimata per il 2010 in oltre 1,2 miliardi di metri quadrati equivalenti: un nuovo massimo, che supera del 71,4 per cento il livello del 2001, determinando in oltre sette punti la crescita media decennale del settore (tav. 88). L’apporto dei maggiori Paesi consumatori all’utilizzo di marmi e pietre non ha fatto registrare variazioni di particolare entità. I

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primi tre posti della graduatoria in cifra assoluta sono sempre occupati, nell’ordine, da Cina, India e Stati Uniti, mentre l’Italia, primo Paese europeo, si trova sul quarto gradino, con circa 60 milioni di metri quadrati equivalenti, intorno al cinque per cento del volume mondiale. Il consuntivo varia sensibilmente da un Paese all’altro, tanto che in alcuni casi il quantitativo utilizzato nel 2010 è inferiore a quello di dieci anni prima (tav. 89): si tratta di un fenomeno quasi esclusivamente europeo, relativo in modo particolarmente visibile a Spagna, Grecia, Olanda e Germania, ma anche al Giappone, dove il decremento è continuativo. Il trend dei consumi si diversifica in funzione degli utilizzi prevalenti: ad esempio, quelli funerari, generalmente più apprezzabili in Europa in specie dal punto di vista qualitativo, hanno carattere meno elastico, salvo trovare condizionamenti non marginali in qualche forte innovazione culturale come quelle delle cremazioni o dei cosiddetti campi verdi. La quota più importante resta quella dell’edilizia, subordinata a naturali condizionamenti finanziari e creditizi: non a caso, la grande crisi del 2009 ebbe inizio con la vicenda dei mutui americani. Il consumo “pro-capite” ha progredito in misura quasi proporzionale, perché l’incremento demografico di un solo esercizio in genere non è determinante. L’ultima rilevazione porta a 195 metri quadrati per mille abitanti (tav. 90): in questo caso, i massimi protagonisti del mondo lapideo, quali Cina e India, cui si è aggiunto il Giappone, figu-


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rano sempre in coda alla graduatoria, cosa che sottintende la presenza di ulteriori opportunità di sviluppo proprio in questi Paesi. Le economie mature, invece, si trovano in testa alla classifica, con risultati di netta evidenza in Belgio e Svizzera, ma anche in Grecia, Portogallo e Italia, tutti Paesi in cui il consumo del 2010 ha superato il metro quadrato per abitante (al pari di quanto è accaduto nella Corea del Sud ed a Taiwan). In effetti, l’Unione Europea vanta gli impieghi più elevati: basti dire che il solo gruppo dei Quindici evidenzia un consuntivo globale nell’ordine dei 250 milioni di metri quadrati, con risultati di tutto rispetto anche nei Paesi di minore consistenza demografica, quali Austria, Danimarca, Finlandia, Irlanda e Lussemburgo (tav. 91). A livello extra-europeo, i grandi protagonisti dettano legge, ma non mancano casi di Paesi fortemente popolati, come Pakistan e Russia (tav. 92), per non dire di quelli africani (a cominciare dalla Nigeria che è leader continentale quanto a persone residenti), dove il consumo unitario è sempre basso. Nei confronti dei prodotti alternativi, tra cui spicca sempre la ceramica, il rapporto è sostanzialmente stazionario, nella proporzione di uno a sette per quanto si riferisce ai volumi (tav. 93) ed in termini di raffronto tra metri quadrati effettivi per le piastrelle e metri quadrati equivalenti per marmi e pietre, cosa che sottintende un significativo differenziale di peso, e soprattutto di valore medio.

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Del resto, molti consumi del marmo e della pietra sono esclusivi, nel senso che non possono essere oggetto di impieghi concorrenti. L’eccezione più rilevante riguarda i pavimenti ed i rivestimenti interni, che tuttavia, come è stato evidenziato trattando delle disaggregazioni produttive, costituiscono quote minoritarie del totale. Altri usi, come l’arredo urbano, i lavori speciali e la stessa funeraria non sono ragionevolmente suscettibili di fungibilità con altro materiale: non a caso, il lapideo può contare su notevoli mercati di nicchia anche sul piano merceologico ed è in grado di valorizzare queste opportunità nell’ambito di specifiche strategie anticongiunturali.

17. Macchine e impianti I fattori critici tuttora presenti nel sistema non hanno precluso un interscambio di tecnologie che vede il suo punto di forza in quello delle macchine e delle strutture impiantistiche. Gli investimenti produttivi sono tuttora lontani dall’avere ritrovato il gradiente di sviluppo degli anni migliori, ma in alcuni Paesi, con particolare riguardo a quelli del terzo mondo, la tendenza alla ripresa ha trovato esplicazioni significative anche in questo campo. Nella sola Unione Europea, l’export del 2010 si è attestato oltre 1.300 milioni di dollari, contro 450 di importazioni (tav. 94): sia le spedizioni che gli approvvigionamenti hanno fatto registrare un recupero notevole dopo il forte decremento del


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2009, ma sono rimaste largamente al di sotto dei rispettivi massimi che risalgono al 2008 sia per il volume delle spedizioni (tav. 95) che per quello degli acquisti (tav. 96). Nelle prime ha trovato conferma il tradizionale primato europeo dell’Italia, mentre nelle seconde il ventaglio risulta più equilibrato. L’export italiano in volume è stato capace di riportarsi non lontano dal massimo del 2004, con vendite pari ad oltre 680 mila quintali (tav. 97). Dal canto suo, il valore globale delle vendite di “made in Italy”, al netto di ricambi e beni strumentali, è pervenuto ad un nuovo record (613 milioni di euro), laddove quello per unità di prodotto, pari a circa nove euro/kg., ha progredito nella misura del 3,2 per cento, recuperando metà della perdita precedente. A livello di singole destinazioni, sono stati dodici i Paesi che nel 2010 hanno acquistato tecnologie italiane per oltre 10 milioni di euro (tav. 98): la relativa graduatoria vede in testa la Cina, con largo vantaggio su Iran, Turchia e Brasile, mentre la Germania, maggior importatore europeo, figura in quinta posizione. Il valore medio si è articolato in un ventaglio assai differenziato, con prezzo massimo in Canada e minimo in India. I Paesi europei extra-comunitari hanno contribuito all’interscambio in misura per quanto possibile significativa, importando tecnologie estere per 108 milioni di dollari a fronte di esportazioni per poco meno di 40. Gli acquisti più rilevanti hanno interessato Russia e Svizzera (tav. 99), ma quelli

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di maggiore impatto sull’economia lapidea mondiale sono stati effettuati, secondo logica, dai protagonisti leader, guidati dalla Cina e dagli Stati Uniti, con Brasile, India e Iran nelle posizioni successive (tav. 100), È il caso di ricordare che questi consuntivi hanno carattere ufficiale ma indicativo, perché prescindono necessariamente dagli acquisti di macchine e di tecnologie domestiche. Ad ogni buon conto, il ruolo dell’Italia come Paese costruttore e progettista si è confermato determinante anche nel 2010, perché le sue forniture hanno espresso la maggioranza relativa degli approvvigionamenti europei e mondiali, con punte superiori ai tre quinti del totale in un gruppo piuttosto numeroso di Paesi (Albania, Egitto, Lettonia, Macedonia, Malta, Serbia, Slovenia), senza contare quelli in cui l’Italia controlla oltre il 50 per cento degli acquisti (tra gli altri, Armenia, Brasile, Croazia, Romania). Il primato tecnologico italiano riesce ad elidere gli effetti della congiuntura e l’impatto della concorrenza, con un riconoscimento che trova riscontro evidente nelle cifre di consuntivo, a conferma di un impegno tradizionale nella ricerca, nella sperimentazione e nel perseguimento di fattori essenziali come rendimenti e sicurezza, parametri oggettivi della qualità. Non a caso, alcuni dei progressi tecnici più significativi degli ultimi anni, come il perfezionamento della perforazione multipla nelle cave o quello del taglio con impianti multifilo nelle attività trasformatrici sono dovuti proprio all’Italia.


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Nel 2010, come si diceva, Cina e Stati Uniti hanno conservato posizioni maggioritarie nell’import di tecnologia estera: cosa tanto più apprezzabile trattandosi, soprattutto nel primo caso, di rilevanti Paesi produttori. Tuttavia, mentre gli acquisti cinesi hanno fatto registrare un ottimo recupero marginale (tav. 101) a cui l’Italia ha partecipato in misura notevole, quelli statunitensi hanno continuato a declinare, penalizzando soprattuttole forniture di Germania, Svizzera e della stessa Italia (tav. 102), diversamente da quanto è accaduto per l’export di Cina, Spagna e Giappone.

18. Beni strumentali e utensili diamantati La produzione di consumabili per il settore lapideo, costituita soprattutto da abrasivi e utensili diamantati, si adegua a quella dei materiali, segnatamente lavorati, con caratteri distributivi che, pur privilegiando la committenza domestica, interessano in misura crescente il mercato internazionale. Un esempio significativo di questa espansione commerciale è costituito dall’Europa dei Ventisette, che nell’ultimo decennio ha visto incrementare le sue esportazioni del 52 per cento in quantità e del 127 per cento in valore, mentre il prezzo medio, nonostante la flessione dell’ultimo biennio, si è incrementato del 49 per cento (tav. 103) . Più vivace è stato l’aumento delle importazioni, che è stato pari al 134 per cento

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

in volume ed all’86 per cento in valore, laddove il prezzo per unità di prodotto ha fatto registrare una flessione del 20,2 per cento. È di tutta evidenza l’ampio differenziale tra il prezzo delle spedizioni e quello degli acquisti che sono divisi nella proporzione di otto a uno a favore del primo. È la prova delle preferenze accordate ad approvvigionamenti molto economici, in cui fattori come qualità e rendimenti assumono un ruolo chiaramente subordinato. Né vale eccepire che la crisi del 2009 aveva colpito anche queste importazioni, la cui funzione strumentale si traduce in vincoli congiunturali sostanzialmente rigidi. Nella determinazione del flusso di consumabili di provenienza extra-europea l’apporto della Cina è stato decisivo, sia nella quantificazione dei volumi e dei valori, sia nella fissazione del prezzo medio, che è diventato un riferimento inderogabile per gli altri Paesi fornitori. In effetti, qualora si pongano a confronto i flussi in arrivo dalla Cina con quelli provenienti dall’Italia, primo Paese europeo produttore ed esportatore, il fenomeno assume immediata chiarezza. Le importazioni di abrasivi ed utensili cinesi da parte dei Ventisette, tra cui compare anche l’Italia con un volume inferiore solo a quello della Spagna, sono aumentate, nel 2010, del 44,6 per cento in quantità (tav. 104) e del 40,5 per cento in valore (tav. 105), mentre le forniture italiane agli altri Paesi europei sono cresciute, rispettivamente, di undici e di 25 punti.


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Esistono diversi mercati in cui l’Italia continua a prevalere sulla Cina, grazie alla competitività tecnologica dei suoi consumabili: è il caso della Francia e soprattutto della Grecia, dove il vantaggio italiano è sempre molto ampio, ma anche di acquirenti minori come Irlanda, Svezia e lo stesso Portogallo. Altrove, il prodotto cinese fruisce di ampie preferenze, a cominciare dalla Spagna, primo importatore europeo, che nel 2010 ha acquistato merci cinesi in proporzione quadrupla rispetto a quelle italiane. Si può aggiungere che gli acquisti dalla Cina nel corso del 2010 hanno fatto registrare incrementi quantitativi generalizzati, con la sola eccezione marginale dell’Irlanda, mentre quelli dall’Italia, pur evidenziando una buona ripresa globale, hanno continuato a cedere in Austria, Danimarca, Spagna e nella stessa Irlanda. L’import cinese in Europa è determinante, in quanto è giunto a coprire due terzi degli acquisti extra-comunitari in quantità, mettendo chiaramente in luce il ruolo che ha assunto anche nell’interscambio dei consumabili. A parte questo, i movimenti quantitativi e valutari dimostrano, con il supporto integrativo dei dati concernenti l’utilizzo di abrasivi e utensili, che la congiuntura negativa del 2009 è stata parzialmente superata e che il comparto lapideo sembra avere trovato nuove prospettive di crescita anche nelle economie mature.

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19. Potenzialità di sviluppo Il settore lapideo proviene da un trend di costante ascesa che si è interrotto soltanto nel 2009, salvo riprendere nell’anno successivo con una propensione alla crescita prontamente recuperata in buona parte dei Paesi avanzati, e non solo in quelli. Si tratta di un fenomeno importante, perché lo sviluppo del settore si distingue, generalmente, per dimensioni superiori a quelle dell’economia mondiale considerata nel suo complesso: rispetto ai volumi prodotti ed impiegati alla metà degli anni novanta, quelli del 2010 sono risultati maggiori nella misura del 140 per cento (tav. 106). Le matrici di tale espansione sono parecchie, ed appartengono, in tutta sintesi, sia alla sfera tecnologica che a quella funzionale e decorativa. Da un lato, l’apporto dei nuovi processi produttivi in una logica di industrializzazione è stato fondamentale, pur avendo lasciato spazi non marginali alla creatività ed alla fantasia del marmista: l’utilizzo della robotica nella fabbricazione seriale di pezzi speciali come i piani da bagno o da cucina è diventato normale, al pari delle tecniche estrattive che hanno permesso di razionalizzare dimensioni e misure del grezzo e di migliorare ulteriormente le rese di segheria e di terza lavorazione. Viene da chiedersi quale ampiezza avrebbe potuto assumere la crescita del comparto, qualora fosse stata supportata da adeguate disponibilità finanziarie e da un’efficace collaborazione creditizia.


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Gli impieghi in architettura hanno visto un significativo ampliamento delle preferenze per il materiale lapideo, suffragato dalle nuove tecnologie e dall’apporto che esse hanno fornito alla competitività del prodotto. D’altra parte, marmi e pietre hanno sempre fruito di attenzioni speciali per la loro idoneità a perseguire contestualmente obiettivi funzionali ed estetici, tanto più apprezzabili a fronte di un interscambio a tutto campo, che ha permesso di ottimizzare l’offerta di colori e tipologie ed ha fatto registrare una crescita conforme a quella industriale, con prospettive di accentuazione a medio e lungo termine (tav. 107). In alcuni Paesi, il contributo lapideo alla dinamica commerciale è stato importante suffragando la tesi, avallata anche dall’ONU, che vede nel settore una realtà particolarmente idonea ad avviare un effetto moltiplicatore, soprattutto nel terzo mondo. Basti citare il caso della Turchia, dove l’incidenza settoriale sul volume d’affari dell’export complessivo ha superato largamente l’uno per cento, senza dire di Grecia, India e Portogallo, dove la stessa quota si ragguaglia ad oltre mezzo punto (tav. 108). Resta da aggiungere che anche nel 2010 l’espansione dell’interscambio lapideo è stata superiore a quella fatta registrare dal sistema economico nel suo complesso, con un’incidenza pari all’ 1,18 per mille (tav. 109) che costituisce un nuovo massimo storico, a conferma dell’idoneità di marmi e pietre ad avviare processi di sviluppo. Qualora si pensi che il livello dei consumi

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unitari è tuttora basso, fatta eccezione per l’Europa mediterranea ed altri Paesi settentrionali a spiccata vocazione lapidea come il Belgio, ne conseguono ulteriori potenzialità di crescita, tali da far presumere che nel volgere di un decennio l’obiettivo dei due miliardi di metri quadrati equivalenti (allo spessore medio di cm. 2) prodotti e posti in opera, possa essere agevolmente raggiunto. È logico che i risultati saranno tanto più importanti nella misura in cui la crescita del settore venga supportata da adeguate provvidenze infrastrutturali, finanziarie e promozionali. La cultura della pietra appartiene alla civiltà umana senza limiti di spazio e di tempo, ma nell’epoca contemporanea ha assunto un tasso di espansione senza precedenti che consente di prevederne diffuse conferme, alla luce di un ampio spettro di motivazioni guidate dalla molteplice idoneità della materia lapidea ad ottimizzare la “way of life” del mondo attuale.

Conclusione Duemila anni or sono, la popolazione mondiale, secondo stime delle Nazioni Unite, ammontava a non oltre 270 milioni di unità, mentre oggi è stato raggiunto il traguardo dei sette miliardi, con una progressione che nel 2010 si è ragguagliata a 145 individui al minuto, tanto più straordinaria qualora si pensi che a metà del Novecento vivevano nel mondo appena due miliardi e


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mezzo di persone. Undici Stati (sette asiatici, tre americani ed uno africano) hanno superato i cento milioni di abitanti e due di essi, Cina e India, guidano la graduatoria con ampio margine, suffragato da una popolazione largamente superiore al miliardo: non a caso, tre quinti di quella planetaria vivono in Asia. Gli aggregati urbani, a loro volta, sono in forte espansione, con dodici città, tutte fuori d’Europa, la cui componente demografica supera i dieci milioni di residenti. Queste grandi cifre bastano a far comprendere come lo sviluppo del comparto lapideo non sia stato casuale ma abbia trovato nell’incremento naturale della popolazione una matrice indispensabile, sebbene sia stata avallata in misura sempre più convinta e crescente dall’avanzamento tecnologico e dall’apprezzamento della progettazione per prodotti naturali, e quindi di alta compatibilità ambientale, come marmi e pietre. Del resto, giova ribadire che il consumo lapideo dell’ultimo mezzo secolo è stato superiore a quello di tutte le epoche precedenti, globalmente considerate. La distribuzione della crescita demografica, così differenziata da un continente all’altro, sottolinea che la massima pro-

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pensione agli impieghi settoriali è appannaggio fisiologico dell’Asia, dove si concentra la maggioranza dei volumi prodotti e posti in opera, e dove insistono le più ampie prospettive di progresso. D’altra parte, le economie mature, con riguardo prioritario a quelle dell’Europa e dell’America settentrionale, possono contare tuttora sul ruolo della tradizione e del gusto, e prima ancora, su disponibilità finanziarie che consentono di programmare un’attività costruttiva qualitativamente di vertice, in grado di impiegare materiali di elevato valore. In siffatte condizioni di base, le prospettive di crescita corrispondono ad esigenze di fondo come quelle di un’edilizia a misura d’uomo e di una valorizzazione esaustiva delle risorse locali. Gli effetti dei momenti di bassa congiuntura, in questa ottica, sono necessariamente circoscritti, in quanto elisi dalla forza trainante di una crescita globale in cui le sacche di ristagno possono costituire problemi locali di qualche rilevanza ma non sembrano in grado di condizionare in modo vincolante un percorso accelerato verso obiettivi di espansione sostanzialmente universali.



Preface

The economic and social significance of the natural stone industry, with particular emphasis on mining and processing of marble and similar stones, is surely indisputable. Just remember that since 1964, at the International Congress in Florence, which gave birth to the Federation of European Stone Industries, there was pointed out the suitability of this sector to engage in policy development, a dozen years later reconfirmed by the Organization of the United Nations. Today, in quarries, sawmills and industrial processing as well as artisanship sites all over the world many millions of people claim the dignity of a millennial work, made easier and more practical by the functional and technical progress, but still intent on enhancing the skills of imagination and creativity, typical of any good mason. In this context, it is logical to devote specific attention to marbles and natural stones in the form of the present Report, that

is comforted by a long experience and widely appreciated at both institutional and operational levels. The contribution of natural stone to global economic growth, also increased by a very lively supply industry that operates in the production and distribution of technologies, as well as services, benefits from an interchange that with the passage of years has become more and more important, especially with regard to fast and functional transportation. Not surprisingly, the major use (of those Technologies) relates to stone materials, which are extracted and often even worked in countries other than that of the installation site: another good reason to devote special attention to the international relations of the sector. The developmental trend of marble and natural stone, which was essentially constant in the last two decades, though sometimes with almost impetuous acceleration, has recorded a strong


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turnaround in 2009, triggered by a global crisis that, in terms of spreading and extent, has been compared to that of 1929. The negative consequences are still present in the cycle, especially in some mature markets, but in the global economy the reactive capacity has resulted to be positive in most cases, also with respect to the interchange recovery leading to a new peak. In other words, despite the demand for natural stone not always being stringent, yet mainly tied to building industry, the sector has proved that it can cope

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with a very difficult economic situation achieving positive results on average, due to the natural quality of a material that is compatible with the environment, due to the flexibility of its technological organization, and last but not least, to modern investment strategies applied by the enterprises. The problems are far from being resolved, but the awareness that it will be possible to face them with appropriate tools, also from the informative point of view, constitutes a reasonable occasion for renewed confidence.


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1. Global economy The gross world product, after having paid for the economic stagnation of the last two years, amounts to about 58 trillion dollars, with a per capita account of over $ 8,500 annually (Table 1). In the first nine countries are concentrated three-fifths of the total sum, while the three leaders, all non-European, totalize more than a third; however, the most significant news is the recent Chinese overtaking of Japan, relegated to third place. The United States remain firmly in command of the ranking, but it was calculated that under current economy conditions China might reach the world leadership within thirty years. The annual changes in GDP during the last five years reveal, with regard to Europe, a general growth in 2006-2007, the first critical evidence in 2008, and an equally consistent regression in 2009, followed by a partial recovery in 2010, which did

not involve Greece and Portugal, where the balance sheet showed a further deterioration (Table 2). Logically, the investments were negatively affected with regard to both plant adaptation and innovation, where the setback was even stronger. Moreover, the funds provided for research and development have been revealing for several years a sticky trend, not only in Europe: a long-term analysis relating to the major industrial countries shows that in China alone there has been a major growth of these propellant investments, representing 13 per cent of the annual rate, while in Italy and Germany it was only one point (Table 3) with a specific share of the Italian GDP remaining among the lowest. With respect to the United Kingdom and to France, there has been recorded a slight contraction. The credit policy is only partially able to meet the production requirements.


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The collecting costs decreased with rapid progression during the last two years, especially in the euro area, while retaining a strong negative differential compared to the dollar and the yen (Table 4), but the financial resources available have resulted in more liquidity in the system, also due to the prudent strategy of many companies, especially in countries, which are more affected by the crisis. The stagnation in consumption, made more noticeable by rising unemployment, did the rest. These phenomena have clearly affected western economies, except for Australia, where GDP managed to grow, at least marginally, in 2009, whilst the economies of developing countries, though not totally immune, continued to advance. Apart from the emblematic case of China, particularly substantial increases have occurred in India and other countries of Southeast Asia, whose title role has come to be enhanced by the economic downturn of the United States and Europe. Among the reasons, that have made anti-cyclical action more difficult essentially everywhere, there is a higher rate of public debt consolidated for the gross product of the accounting year, in correspondence of an increasing taxation. However, positive effects result from the containment of energy cost due to a decreasing demand, but these effects are insufficient to engage a development flywheel for everyone’s needs, despite the less confrontational position of labor

XXII World Marble and Stones Report 2011

unions in many industrialized countries. Obviously, the sectors mainly affected by economic stagnation were the ones with the most significant potential for planned postponement of investments, starting with building industries (focusing mainly on the residential sector), whereas the public works, with regard to the complementary role of public intervention as corrective factor, have been only relatively affected by those effects.

2. Building activity As for 2010, the global accounting year highlights a decrease, which is more pronounced than that of the previous year, although in some countries such as Japan, France, Germany and Russia there have been financial statements of cyclical upturn (Table 5 ). This is due to a physiological time lag/interval, which delays the effects of the downturn on the sector because of the ongoing work in already open building sites; moreover, it is significantly due to the first step back in China, where the number of dwellings constructed in this economic/ financial year dropped back to the levels of 2006 and 2007. In the long term there are few countries that have closed with a positive outcome: in addition to China this concerns, in order, Turkey, Russia, South Korea and Poland (Table 6). On average, there is an overall decrease of 13 percent against 2004.


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The case of China, which is crucial for the strong consistency of absolute numbers (almost five million new homes per year), must be investigated with priority concerning investment, which results in growth established in 2010, unlike in the unit volume built, attributing an increase of 12.1 percent, homogeneous with those (all in double figures), which had occurred in the previous five years (Table 7). Since the investments cover the entire range of construction, it is logical to assume that this is due to the greater consistency of public works and non-residential buildings, and of course, to better quality. It should be added that no country can boast such high as well as continuous investments as those of China, India is the only country able to compete, although in a subordinate position. However, in 2010 there have been significant recoveries in the order, even in the Netherlands (thanks to a strong contribution of public works), and followed by Canada, the United States, Australia, Russia and Brazil. After the stagnation of the previous year, the most significant reaction occurred in extra-European, while in the old continent there are still some critical pockets, as in Spain, where a ten-point drop occurred, or substantially chronic like in Italy, where the decline has lasted four years by now. At continental level, the pace of building investment awards especially Asia and Latin America, where the growth of 2010 was more than five points, while North

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America has scored, since the drop of 2008 and 2009, a recovery of 4.3 per cent, still far from historical highs, but still substantial. On the contrary, the economy remains in deficit in Europe, with a downturn of almost two points in addition to the loss of 9.3 per cent of progress made in the year before, and with a building employment rate that, after contractions of 1.8 percent in 2008 and 6.7 in 2009, dropped still down to 1.3 per cent in 2010. Naturally, the effects of these statements have been felt not so much in terms of development that continues to be competitive in quality in all the developed countries, particularly in the high level building industry, than the volume of consumption of materials for structural use, and more likely for finishing works: the most penalizing consequences were felt mainly in well restricted markets for manufactured goods, or at most at macroregional level, whereas those which were able to bear the burden of large radius transportation, such as marble and stone, defended themselves better, anyway depending on any related costs. This is even more applicable to the typologies that are able to rely on alternative consumptions other than those of the building industry and on the ability to satisfy a demand for high quality at competitive prices.


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3. Labor costs and labor issues The trend of costs goes beyond a global homogeneous survey, except for that of the work, which on the other hand is a burden that is still important for the stone industry. In this regard, the trend of the last two years, at least for Europe, shows that the economic crisis has had limited impact, so that in the average of the 27 member countries there have been slight increases, in 2009 as well as in 2010, with a substantially analogue progression in the industry, along with construction and service activities (Table 8). The trend is quite different from one country to another, with some considerable negative range swings, that are limited though to a limited number of countries, among which Greece, regarding the extent of the phenomenon which occurred there in 2010, after the positive maximum changes of the previous year. In general, the mature economies are affected by limited fluctuations, which are relatable to a general increase in unemployment (most evident in Spain), while in some countries of Eastern Europe the recovery of wages (that come quit near to the Western average), has continued with sometimes very pronounced progression/ advancement as in Bulgaria and Romania. The cost of labor is a variable that is significantly linked to the occupation/ working conditions. In this regard, it is useful to underline that

XXII World Marble and Stones Report 2011

just in 2010 it was developed the code of conduct drawn up by the “Working Group on Sustainable Natural Stone” (based in Holland) who aspires to become a global reference standard for the stone industry: among the most important directives we should remember those against forced labor, child labor and employment, and those that suggest the lack of any discrimination between workers, the need for adequate wages to allow sufficient conditions of civil life in a reasonable time and conditions to protect the safety and health of workers, ending with the obligation of legally valid contracts. Actually, as revealed by the Second World Congress of the Stone, which took place in Alicante in March 2010, there are still even important countries where, for example, the practice of child labor is still widespread, which leads to significant consequences not only for failure to comply with certain fundamental rights recognized by international forums, but also for the economic effects to the detriment of developed countries, arising from increased “discriminatory” competitiveness of other man’s costs. During 2010, the need (felt since a long time) to built up a subject of business representation suited to deal with global issues of the sector, not only in technical and promotional terms, but also within the legal framework, has found the first concrete follow-up with the establishment of “World Natural Stone Association,


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which took place in October, during the fair in Verona, with the intervention, among others, of important countries in Africa, Asia and Latin America such as Egypt, India and Brazil. It is therefore desirable that the start of a dialogue at international level of expertise might enable a modern approach to the problems of work, even in pursuit of that “appreciation of the psychological revaluation of the specific profession” whose need was expressed as early as 1964 in the Congress where the first Federation of European marble came to birth.

4. Global stone production The stagnation of the last three years, culminating in a limited decline of extracting and processing recorded in 2009, was quickly overcome thanks to the recovery of demand, and at the same time, due to the need of maintaining the competitiveness of the unitary costs through optimal utilization of the facilities, even at the cost of margins even more diminished. The volume of extracted stone, net of quarry waste (whose consistency remains a fundamental strategic issue), reached over 41 million cubic meters, which equals approximately 112 million tons (Table 9), with an increase of more than six points to be considered very positive taking into account the critical factors that still exist

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in the system and the currently partial feedback of some domestic markets. The apportionment by type of production has seen a further recovery of calcareous materials, amounting to about three fifths of the total (Table 10). In the past, there had been some considerably higher annual increments, the last of which was recorded four years ago. Now, returning to a gradient of development not far from the long-term average of the last two decades may suggest that the evolution of the economy in the short and medium term will be positive again. The top producing countries continue to steer the economy of this sector and to consolidate their leadership positions. This applies particularly to China, India and Turkey, which represent the first places in world ranking and make a volume equal to half of global production, while Italy has dropped to fifth place, with a margin of approximately seven percentage points (Table 11). From the geographical point of view, the traditional pre-eminence in Asia has been confirmed for granted in 2010, thanks to the leaders of the countries (Table 12), which were added, along with Iran, several emerging realities as Oman, Jordan and Vietnam, not to mention old “tigers” like Indonesia and Thailand, that seem to have survived the precarious economic situation which conditioned them. Some reactive signal was expressed from Europe, and


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especially from Latin America, while Africa has remained in the position of rear guard, except for good confirmation of Egypt and South Africa. In the Old Continent the best opportunities in the field of production have been achieved by Greece, Portugal and Spain: paradoxically, countries that have suffered most from economic difficulties of general nature and found in the stone sector an anti-cyclical opportunity already experienced in the past. As to Italy, it has been able to confirm the traditional European primacy, with one third of total Community production (Table 13). In Europe occurs the same phenomenon of concentration as it is recorded worldwide. In fact, the top five producing countries (Italy, Spain, Portugal, Greece, France), which are the only ones who can rely on extracted volumes of more than a million tons per year by reason, to express fourfifths of production, while ten others not over the quota of 100 000 tons. Noteworthy the production of manufactures that has globally reached 1.22 billion equivalent square meters, related to a conventional thickness of 2 cm and divided into approximately three quarters for buildings, plus a percentage resulting from other uses, first of all funeral and from urban furnishings (Table 14). The increase is consistent with the excavation and has resulted in a greater supply in the order of 80 million square meters. In the long term, the most important

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changes have regarded the minor impact of flooring and exterior cladding and the strong rise of the special work made possible by advanced technologies and interest in the market in successful uses, also in extra maintenance and refurbishment such as kitchen tops and bathroom finishing.

5. State of the art The crisis of 2009, as often happens in times of transition, wasn’t that useless, because it has promoted research in new technology aimed to reduce the natural increase in production costs and subject to promote further progress in quality. This, both in mining, both in transformation. Similar considerations apply to the major issue of security, where the work of CEN TC 151 are designed to achieve important advances in the relevant legislation concerning different types of machines. With respect to the topic of quarries, the drilling system and that of the multiple wire cutting (with several tens of parallel sawing units) have been the subject of improvements which allowed to rationalize working hours and to streamline the working methods, enhancing productivity and efficiency, along with consistent waste reduction. In the processing facilities, the progress of automation in special applications including the use of robotics have resulted in a further move


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towards the real massive industrialization of the sector. In this specific case, there are noteworthy the automatic processes of filling and resin finish with prior planning and quick drying of the mixture; the production of ultrathin pieces, which again takes advantage of useful additions with resin finish and pursues targets of competitiveness in weight unit of manufactured goods; furthermore, the use of warranty marking as a significant contractual tool. The search for an even more competitive quality was not limited to a strictly technical context, because it has been extended to the care of accompanying color through computer control of the product excluding artifacts out of tolerance. The production sector (at least at leader level) is more and more focusing on the problem of quality in general, by subordinating for a solution of the quality issues investment options, consistent with the financial bottlenecks getting stronger by the difficult economic situation. This goal, though trend, has acquired a basic belief because of its effective prosecution has become the common heritage of producers and users. The variable can make a difference, given the state of the art, it is the quality, since there are no insoluble issues in physical, chemical or mechanical terms, without saying that the plant equipments, from sawmills to special processing facilities, are functionally adaptable and can

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be managed in accordance with the requirements of each material and each processing stage. Under these conditions, the state of the art becomes an important factor in the choice of trade policies and in determining the distribution and flow of exchange, where added value is much more advanced, because there are a technically and qualitatively valid offers, and a demand which is capable to appreciate the value of a product designed to meet high requirements on function and design. That means that with regard to purchase assessments additional factors are becoming increasingly important such as the service policy, as comprehensive documentation, on-time deliveries, professional support, the work carried out. Even so, the mature economies are able to consolidate achievements, while developing ones must cope with qualitative optimization problems and therefore, with appropriate investment.

6. Evolution of the interchange The time when the overall recovery of 2010 has resulted in the most obvious way is concerning international distribution, where previous setbacks had been recovered, not without reaching a new historic record of particular significance, through a broad structural change that has favored the movement of rough material.


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The input-output model used as the basis of cross-recognition according to the criteria outlined in the appendix, shows how the raw limestone (sawed blocks and slabs) have been traded for 13.3 million tons (Table 15), an increase of 40.9 percent which is the highest in the last two decades. However, the raw siliceous stones have seen a flow of imports and exports corresponding to 10.5 million tons (Table 16), an increase of 18.2 percent, which is also very satisfactory and around maximum level of that period. The average raw material increase was 29.8 percent, while that of processed material has held steady at about nine points. More specifically, the simply worked products have achieved movements of 3.3 million tons (Table 17) and an increase of 1.2 per cent; the special products, which constitute the strength of the sector especially in terms of value, have ended the business year with trades up to 20 million tons (Table 18) and an increase of 10 per cent; the slate has seen international shipments of 1.3 million tons (Table 19) and an increase of 5.1 per cent. Practically, all items are on the rise, with a final figure amounting to 48.5 million tons (Table 20), an increase of 18.1 percent compared to 2009: the highest in 16 years. The changes, net of the calculated waste amount of rough material handling, affected equivalent 716 million square meters, an increase of 15.4 percent. Raw material has recovered nearly five

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points ranging at 49.2 per cent of the total and returning to 1999 levels. From this point of view, the turnaround was definitely strong and unexpected, finding the main reason for China’s insistence on propensity to purchase materials for local sawmills and workshops. The European Union has seen exports of just over 11 million tons (Table 21) and an import in the order of 11.3 million (Table 22), both in recovery, especially in sales, while the movements of the rest of Europe appeared stickier, both in output (Table 23) and input (Table 24), where we distinguish the most important statements of Switzerland and Russia. However, the large flows that characterize the major non-European countries are led by China, India and Turkey in sales, with Brazil and Egypt in excellent positions (Table 25), and China itself regarding purchases, followed at a great distance by the United States, South Korea, Taiwan and Japan (Table 26). The panorama is completed with a large group of other non-European countries whose importance is largely complementary but in which there are more significant results and significant potential, especially in Asia, both in export (Table 27) that in import (Table 28). In fact, the summary for broad categories highlights like the major players outside of Europe have taken a decisive role in the market, being able to deliver 62.7 per cent of world exports (Table 29) and 47.1


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for percent of the amount (Table 30), while Europe, including the extra-EU, has been reduced respectively to 24.9 and to 26.5 percent. Summarizing, the trend in the sector seems to have taken a great driving force, both in absolute terms (Table 31) and percentage (Table 32), and of course in the long-term indices, which show how in a matter of two decades the global stone movement has increased fivefold (Table 33) with degrees of finishing articulation almost equal between raw and processed material, beyond the sharp changes occurring in the last business year, and with an increasing proportion of the raw limestone product against siliceous materials (Table 34).

7. Market dynamics and types of materials The power sector in China, which has been confirmed in 2010, is photographed in an immediate way across a prevalence substantially equal in exports and in the global import, with shipments in 2010 corresponding to 12 million and a half tons (Table 35 ) and purchases that have reached 12.3 million (Table 36). However, the share of Chinese exports has fallen by three points, falling to 25.8 percent, while that of imports has jumped ahead of six, reaching 25.4 percent. This means that the internal market is undergoing a very positive phase, like the local transforming

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activities. Practically, one quarter of the stone industry worldwide is in the hands of China, even if other countries took very actively part in the recovery and the development in 2010, in particular with regard to Turkey and India in the export and the United States and South Korea in the import. Seven countries have exported more than one million tons, while the corresponding number of importers has risen to eleven. The suffering of Europe, which seems to be elided, in relation to absolute numbers and market shares, at least in the export of Spain, Portugal and Greece, continues in Italy, even in the face of improved performance in volume, where the “share� was further reduced down to 6.5 percent in output and 3.5 percent of incoming. Similar considerations apply to U.S. purchases, whose recovery is viscous and coincides with a further reduction of the percentage. At a disaggregated level in terms of goods, the rough limestone have highlighted a strong progression of Turkish sales of over 35 percent of the total (Table 37), while the Chinese have reached even 63.9 percent, placing all others in a supporting actors role (Table 38). With respect to raw siliceous material, there has been confirmed the traditional exporter rule of India, though with some hint of sluggishness, unlike what has happened to other manufacturers mainly in Brazil (Table 39), while on the front of imports


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has prevailed China too, although with a lower level compared with calcareous and well ahead of Taiwan (Table 40). As to the processed material, the Chinese leadership has been confirmed in the export of the simple products (Table 41), which correspond to significant purchases from European countries, mainly from Germany (Table 42), while for value-added products the primacy of China has resulted in a new absolute majority, consisting of 10.4 million tons and more than 190 million square meters, with Turkey occupying a far second place (Table 43). Imports of special products, however, confirmed at the top of the list the United States, South Korea and Japan (Table 44). Furthermore, the slate, whose expeditions in the primacy of Spain is threatened by China, which has confirmed the recent acquisition of second place instead of Brazil (Table 45), while import is more complex, with a focus on supplies to Europe (Table 46). From the figures emerges a wellestablished Chinese leadership, whose dimensions have reached a level that is substantially impervious, at least in reference volumes, both in the short and medium term. The competition takes place in the rear, with different manifestations of strength sometimes accentuated, such as those relating to raw limestone export from Turkey or siliceous stone from India, and -except from some critical areasespecially in mature economies. In a global perspective, the fact is

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certainly positive for a sector that has demonstrated a good capability to react, such as to overcome the effects of the downturn, although through very different contributions from country to country. In any case, the potentialities belong to all of them and are able to achieve concrete results in light of the available resources, but first of all of the propensity to invest, and ultimately, the political will.

8. Italy: a structural stagnation The hints of recovery that have affected the stone industry worldwide in 2010, with significantly different effects according to the actual national capacities to confront the critical trends still in place. In Italy, where the old professional leadership is always able to provide certain advantageous positions, especially for niche products, the downturn has been blocked, but has performed below average overall. The domestic market continues to feel the effects of a prolonged stagnation of the building sector, while the export, a traditional safety valve of the stone industry, has revealed significant results only in the shipments of raw material, which had reached a new record, with nearly half a million tons. In contrast, net of by-products processed in the recovery was marginal, stopping at about four points and being far away from levels of a decade ago, when 2.7 million tons were sent abroad, against


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1.6 million of today (Table 47). As for the import, consisting for 77 percent in finished goods, the bounce rate was 6.5 per cent but has allowed to elide the large decline during the previous three years enrolled in no more than nine per cent (Table 48). And to emphasize the positive new contraction of supply of foreign workers, which has iterated that of 2009 and confirmed the interruption of a long trend which caused a lot of puzzles about strategies: however, this phenomenon must be related to stagnation of the domestic market. In the long term, the export value has declined far less than the volumes, but the average price of the finished product shows a stationary condition which does not reveal positive comments about the strategies of corporate profitability: over the past five years it remained practically stationary around $ 43 per equivalent square meter (Table 49), showing a viscous character who does not seem to be due to the increased presence of materials in the current export mix, but due to the objective difficulties to transfer the cost increases on commercial prices. In this context it is not surprising that the incidence of stone on the total value of Italian exports has been gradually reduced, until a minimum of 0.45 percent reached in 2010: a reflection of a significant economic situation that isn’t worth exaggerated attentions even in the institutional framework for the promotion of marble

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and natural stone (Table 50). The good thing is that the situation is common to other countries, it concerns the dissemination of the sector in the area, which is involved the major part of the regions (Table 51). In this area it has been confirmed the traditional primacy of Tuscany (thanks to the district of Massa Carrara and Lucca), also with a quantitative advantage against the Veneto region reduced to just two points: these two regions represent approximately two thirds of national export, with a high prevalence of the first region relating to raw material, while the Veneto prevails for processed material, with a differential of five points. As for the other regions, it should be noted the good rise of Lombardy, against a substantial downsizing of the Lazio. In a country like Italy, weighed down by serious bottlenecks regarding professional and energy costs (in Europe, its dependence on oil is second only to Ireland and Luxembourg), fiscal charges and taxes higher than the average level, the lack of a national policy for quarries and recurrent difficulties due to labor unions, that combine their effects to those of a very fiery competition; the 2010 budget must be considered tentative substantially, having demonstrated the renewed presence of a responsive business all the more impressive because without adequate legal support, even within the more local districts, but at the same time, the overt need for targeted interventions.


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9. European Union The history of the European foreign trade has progressed to a lesser extent to what happened elsewhere, but in the long run it rather remains an important active differential. During 2010, the export recovery achieved by the Fifteen has been remarkable, with an increase in the order of half a million tons (Table 52), while imports remained virtually unchanged (Table 53). Today, both incoming and outgoing flows are equal, to the extent of over ten million tons each. However, the path towards economic integration has been substantially completed and the aggregate total of all twenty-seven is an operational reality whose relations with the rest of the world must also be examined specifically with regard to stone industry, but under very different implications for weight, for the benefit of Italy and other countries with more vocations towards production and consumption (on the one hand, Spain, Portugal and Greece, and on the other, Germany, France and United Kingdom). Foreign trade in non European Union has strongly felt the impact of the economy. With respect to what emerges from the final balance concerning raw limestone, where purchases are significantly decreased compared to the maximum of 2007, while shipments have reached their highest amount in 2010, resulting widely superior against imports (Table 54).

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Similar considerations apply to the raw silica, whose purchase still being almost quadruple in export, are falling sharply with regard to a maximum which dates back to 2004 (Table 55). In both cases, the historical trend shows an increase of mean values significantly lower than volumes. The European interchange with greater economic significance with the rest of the world is that of processed material with high added value (code 68.02), where the stagnation is all the same felt, though in a less accentuated way. The import value of 2010 is no more than ten points lower than the maximum of 2008, having recovered about half the decline attributed in the previous year, while exports, going down to 21.4 percent at the same time, were almost unchanged against the 2009, showing a decline of some points in the average value per unit of product (Table 56). Not less significant, again as part of the finished product, is the examination of disaggregated products by major destinations and origins. The export is distributed in a range of countries, including the uprising United States, which in 2010 received 12.8 percent of exports in quantity and Europe 22.8 per cent of that value, while in positions of being tucked include Switzerland, Saudi Arabia, UAE and Russia, where the latter country stands for the highest average price (Table 57). China, however, figures in tenth position in the ranking in terms of value, and with the lowest average price.


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They are also to be emphasized that good business in some European exporters have concluded emerging countries such as Morocco and Qatar. Quite different is the import scene, where China has been able to further establish its leadership, with supplies that have covered 58.3 percent of the total volume and 49.1 per cent in value (Table 58), at an average price of just over $ 23 per square meter equivalent. This quotation, however, is not the lowest, because the EU imports from Vietnam, fourth largest supplier, were made at a level in the order of $ 16. In any case, the top three exporters (China, India and Turkey) met more than four fifths of the specific application, leaving the competition for the complementary units are currently not able to significantly affect the market: the consideration that applies to South Africa and especially Egypt, traditional exporters of raw material, but also for Brazil, which delivers a large majority of its strong export products to North American stores. In terms of individual countries, the disaggregated prices of the finished product, an essential component in exports, are highlighting several significant acquisition losses as a result of increased supplies from China and developing countries, while the average export shows more survivability in Italy, Germany and Spain, unlike what happened in France and Portugal (Table 59). The Union of the Twenty-Seven remains a

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major outlet for the stone industry outside Europe, but seems to favor a select group of suppliers that are able to combine positive economic competitiveness with the organization’s distribution and promotion.

10. China superstar The Chinese power in this sector of China is clearly attested by the figures for the interchange relating to 2010: an accounting year that has seen a strong upraise trend already recorded in the nineties, quickly eliminating the limited slowing down which was typical in 2009, along with a global crisis that was felt only marginally in China. The export quantity has reached 12.5 million tons, a new historical record, with an increase of 6.5 percent over the previous year (Table 60). Protagonists are once again finished products with high added value, whose shipments have reached 10.4 million tons corresponding to more than 190 million equivalent square meters of a conventional thickness of 2 cm: The growth of this item was equal to 9.2 percent. The supply of raw material, although significant in absolute terms, was complementary to the “share�, limited to 5.3 percent of total sales. The indexes confirm the driving force behind the finished product, even in the long-term trend: in the space of sixteen years, this type of export has increased


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by 18 times (Table 61), while the total is six-fold. Practically, the survey highlights a rich overall doubling of the average shipment of manufactured goods for each accounting year. In terms of value, the stone industry of China has exceeded for the first time the wall of four billion dollars exportation, an increase of 15 percent compared to 2009 (Table 62) and an injection of special items amounting to 94.5 per percent. On the other hand, imports have progressed at an even higher rate, touching a value in the range of $ 2.3 million and scoring a leap of 55 percent, due almost entirely to the raw material, which is 98.7 percent of supply (Table 63): these are numbers that prove without comments the health status of the Chinese industry, despite the slowdown in construction activity. The largest expansion was recorded in the import of raw limestone, which have exceeded 8.5 million tons, worth close to half billion dollars, where the purchases from Turkey had a decisive role, followed by the material coming from Egypt and Iran (Table 64). In this case, the progress made in one year was about three and a half million tons, an increase of 66.1 percent in volume and 72.7 percent in value. In a sector like the stone industry, which historically was characterized by limited changes made of the major final balances, if not by widespread viscosity, these figures highlight the magnitude of strategic changes induced by China.

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Concerning the average value of imports, it has achieved significant recoveries in both types of raw material, where unit prices have reached the maxima of the last decade, with increases of 4.1 percent for limestone and 2, 9 per cent siliceous material, and even higher in the finished products (Table 66). This confirms that the booming Chinese stone industry continues also with widespread attention to quality policy. It should be added that China’s relationship is expressed in a wide range of world destinations and origins, with almost no distinction between mature economies and developing countries, although in Asia there is a preferential relationship, of course: it confirms the fact that South Korea and Japan alone have absorbed, in 2010, one third of Chinese exports of manufactured stone.

11. Clashes resumed in U.S. recovery The estimated recovery of the U.S. market is reinforced by certain important research such as the Joint Center for Housing Studies (Harvard University) which have found a potential corresponding to 21 million of projects over the next decade only in the renovation sector at a cost of about nine thousand dollars and high impact interventions in bathrooms and kitchens, starting with the ten largest


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metropolitan concentrations led by New York and Los Angeles, where one third of total turnover is produced. In short, the American dream continues briskly even with respect to building activities and stone, accounting for three quarters of the volume of manufactured imports, but the revival of 2010, although significant, was lower than expected or hoped. Progress in the value of supplies from abroad was limited to eleven points, reaching 2.16 billion dollars against the high of 3.22 in 2007 attributed; practically, there was recovered 16 percent of what had been lost in the previous two years (Table 67). With respect to commodity economics, the structure of disaggregated value added imports shows diffuse residual pockets of critical final balances, particularly with regard to manufactured and semi-finished limestone, and the recovery of siliceous stones, which is almost half the total, was particularly strong, highlighting a growing differentiated demand (Table 68). The distribution of purchasing has been very selective, focusing primarily on Brazil, which has returned to the top of the ranking of the largest providers with significant advantage over China and Italy: the latter, unlike others, saw its shipments to further reduce the absolute number (Table 69) and in market share (Table 70). In other words, the U.S. ratio of customer loyalty has gone further tapered to the detriment of European suppliers, with strong penalties

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for Spain, Portugal, France and Greece. Four-fifths of imports are the prerogative of only five countries that appear to be the major players in the commercial contest on the number one world market. From this point of view, we must say that, apart from the negative trend in Italy, whose “share� has dropped in ten years from 37.9 to 14 per cent in 2010, has reduced the ambitions of China, which has maintained its previous positions of a small two points increase, while much higher satisfaction was obtained by Brazil, India and to a lesser extent by Turkey. As for Canada, the sixth biggest supplier, has failed to fully exploit its advantage of proximity, also because a still limited policy of vertical integration. The Brazilian success lets easily infer a strong return for the appreciation of the granite, including the domestic use of more international appeal (Vermont), which is not foreign to the engulfment of the theory, all-American and objectively unfounded, that siliceous products would be harmful to health. At the same time, it has benefited from a significant investment policy in processing and distribution, without neglecting to support the technology and image references. The average price of imported manufactured goods in the United States amounted to just under $ 39 per equivalent square meters (Table 71), an increase of three and a half points against 2009. Again the stock remains well below the previous levels when they had passed $


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42. Italy has paid the negative effect of a mean value significantly higher than the total, and almost twice trimmed to $ 31 by the exporters in Turkey, which has weighed the impact of a very significant share of travertine. On balance, the flow of manufactured goods that entered the United States totaled 55.6 million equivalent square meters, an increase of just under four millions. A good starting point that it is worth noting because it seems to have engaged a good flying wheel in the pursuit of positive forecasting, comforted by the possibility to increase the consumption levels still limited up to now, but hampered by financial uncertainties. In fact, the levels of few years ago are still far away, beginning with those of 2007, when there were imported over 87 million square meters.

12. The other non-European leaders Apart from China, which now has a prominent position in the sector, essentially irreversible due to the acquisition of an increasingly large advantage compared to competing countries, the protagonists of the stone industry are growing in dimension mainly at non-European level, substantially similar both in production, both in the distribution and consumption. India, confirming himself as the main outsider with respect to the primacy of

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China, has increased by several points a vibrant domestic consumption, not far from one hundred million square meters, although the level of its unitary use is still minimal. Exports, however, showed some contraction, larger in raw limestone (Table 72), where shipments are limited to white and colored high-value material, and smaller in siliceous material (Table 73), where the regression has more significantly affected shipments to Italy, while those to the United Kingdom, Germany and the Netherlands, which have contributed to the semi-thick blocks for funerary, are grown. The finished product of India has suffered a decline of 13 percent, with generalized though very different reductions according to the importing countries (where the best results iterate those now found for the rough granite) but with one significant exception for the Italian market (Table 74). It should be noted, however, that India’s balance sheets are not strictly consistent with those of importing countries, for the calendar reasons outlined in the Appendix. Very flattering was the final balance for Brazil, which has scored a very substantial growth in raw silica export, so as to reach a new record in the order of $ 220 million (Table 75), provided mostly by China, which accounted for 52.5 per cent, followed at some distance by Italy, Taiwan and Hong Kong, that substantially is a Chinese store. The Brazilian exports of finished products, which is undergoing a strong recovery


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(Table 76), had proved to be a phenomenon of great magnitude, particularly involving the American markets, with a large advantage of the U.S. and Canada, Mexico and Venezuela in their support positions. Less bright but still noticeable was the resumption of finished slate (Table 77), still a far cry from its peak of 2008, because among the top four importers are included European customers such as United Kingdom, the Netherlands and Spain, where the development of the economy is not immune against the persistence of critical factors. In terms of large consumers, a special mention must also be given to Japan, where the strategic change over the last two decades has found a natural confirmation, substantially discounted in the 2010 final accounts, which have now confirmed a total disregard for the raw material, not disjointed from still reflective purchases, but of permanent amplitude, of the same finished product. In particular, the Japanese purchase of blocks and semi-finished products have fallen to a new minimum of 18 thousand tons (Table 78), as compared to 1.15 million in 1991, highlighting the almost complete abandonment of the sawmill and laboratory activities, replaced by Chinese labor able to satisfy more than 96 percent of Japan’s demand (Table 79) and leave to India, Italy and other producing countries distribution shares that are absolutely marginal. The case of Japan is

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typical, yet it is not unique, but common to other countries in the Far East and first of all South Korea. Furthermore, the dynamics of the average values, that have been falling steadily until 2006, has allowed to ascribe four consecutive increases from 2007 onwards, a total re-evaluating the extent of 51.2 per cent, equivalent to 12.8 due to year (Table 80). This is further confirmation of the pursuit of a new policy of return on sales also from China.

13. Complementary strengths An important role is played in the interchange of stone from various countries which in the past have previously had additional effects and now offer themselves as outsiders of a certain level, able to pursue substantial claims. This regards particularly the export of raw material, but in some cases even processed material. The quantitatively most important example, which refers to marble blocks and semi-finished items, is Egypt, included among the world’s largest producers and exporters of this type due to Chinese demand, which is market for a large majority of Egyptian shipments (pl. 81). The crisis of 2009 was only partly overcome, but if Chinese imports of Egyptian material have remained steady, that is more than a million tons, other destinations have risen:


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among them Lebanon and above all Libya, reflecting its growing transforming power. The average price of Egyptian export is a crucial condition in the demand for current materials from China, so the price value is lower than 50 percent against the overall value, which means that there is an effort to diversify, which was not easy, he found good answers among Western buyers but even those of some countries in the Arab world. The export of raw quality granite relies on the traditional confirmation of Finland (Table 82) and Norway (Table 83). However, even the Finnish shipping, able to recover within a single year the decline in 2009, are crucial assets in their purchases by China, who have come to express the two-thirds of the total outward, leaving relatively small shares to Italy, Poland and Spain, and essentially marginal shares to all other importers. The Norwegian pattern is similar: in this case the structure of exports is made up by Chinese demand, which is obviously increasingly concerned with the supply of precious materials destined for its domestic market after processing them on site. It is also a structural change to emphasize the perspective of the Nordic production, lack of vertical integration but guaranteed the continuity and development prospects of China’s raw material production, for which some suppliers seem to assume, as in this case, a function of substantial vassalage. A remarkable case of emerging force in

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the export of finished products, although not unique (similar considerations could be made for Jordan and Palestine), is Oman, which becomes emblematic because its sales are directed almost exclusively to Asian countries, led by Saudi Arabia and the UAE, with some “exploit” for the Qatar (Table 84). Actually, the flow of Omani shipments was affected by the crisis of 2009 and was only partially overcome, but the country’s resources, which can count on deposits with high yields and on careful policies on industrialization, suggest the existence of positive prospects, mainly because they have been endorsed by a strategy of sinking average prices down, which certainly are competitive. In terms of imports, not limited to the finished product, we must note a substantial development of certain emerging realities, even under conditions that are already characterized by stagnation. It is the case of many African countries, and first of all Nigeria, which in 2010 bought a large volume of raw silica and about 300 000 tons of manufactured goods: everything for the domestic market, since Nigerian exports is still zero.

14. The case of Turkey A situation that is worth a study in-depth is that in Turkey, big manufacturing country, which according to news from academic


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sources is able to boast of proven reserves that can express a particularly high volume, along with processing traditions and use prestigious applications which date back to classical antiquity. The destination of the Turkish stone product is mainly reserved for export, but the great strength of Chinese demand for raw material has conditioned the strategic choices of the local industry and changed it into to a policy of intensive exploitation aimed to the sale of blocks. To this phenomenon has contributed the crisis of the most important market for processed products: the United States. Today, the absolute majority of exports from Turkey is made up of raw limestone, which reached a volume of 4.7 million tons, increased by more than 18 times within a decade (Table 85). It should be highlighted that the Chinese share has risen from 11.9 percent to 72.5 percent in 2010, while the “share� of shipments in Europe was reduced to minimum levels (other complementary destinations have benefitted, such as Russia and the Middle East). On the contrary, the exports of value added goods consisting of processed items set the pace. After the historical maximum peak reached in 2007 with two million tons, representing around 37 million equivalent square meters, the volume was reduced significantly mainly due to the stagnation in the USA but also due to the stationary conditions in Europe, which was bypassed only in part by sales in other emerging areas,

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particularly in Arab countries and in those of the Mediterranean (Table 86). The minimum was reached in 2009, which was followed by a good recovery in the accounting year at a rate of more than one tenth. The final balance of Turkey, which has some strategic elements common to other countries and Italy itself, is important because it demonstrates how the driving force behind the stone industry of China is of such significance that policy choices from a competitor that certainly figures among the biggest and that seems to have subordinated the vertical options for direct sale of quality raw material: indeed, if the Chinese mills and workshops show a marked preference towards the Turkish products, this should not be owed only to competitive prices, but first of all to the outstanding chromatic and technological levels. Nevertheless, we have to point out that the Turkish sector fairs in Istanbul and Izmir are only marginally frequented by Chinese, who are much present on the western fairs, where there are several potential selling opportunities for their own products. Anyway, for purchases important promotional commitments aren’t that necessary after all. The strategic evolution of the Turkish stone industry concerning a strong raw material policy has been confirmed by the policies adopted by other developing countries in this sector, starting with Egypt, which has become the second largest supplier


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of limestone blocks to China. There are, however, affinity for mature economies like the already mentioned Italian one, where a lively confrontation, especially in the area of Carrara, between those who evaluate a policy of raw material and the proponents of vertical development, that is a logic of added value not without social considerations. From this point of view, prevalent assessments in Turkey are sometimes revealed by the vivid language of numbers, supported by the persistent difficulties of shipments in the U.S. and the lure of a strategy for the pursuit of maximum profit with minimum effort, regardless of risk however, aware of those who have decided to focus largely on the prevalence of a single market.

15. Investment Expectations The nature of the economic situation relating to the global recovery of the stone sector which has had an impact on the financial balance as for production and distribution for 2010 are a confirmation of a still critical investment situation. In other words, the rebound in demand was offset by a greater use of plant facilities in place, but were lacking innovation, and in some cases also the substitutions, limited to the essentials, even for assets that would have completed the normal cycle of depreciation.

XXII World Marble and Stones Report 2011

It is an assertion backed up by several evidence factors, such as the trend regarding imports of sector technologies on behalf of Leader countries: in several strong players (except for China and Brazil) there are widespread declines also in 2010 as a follow-to those of the previous accounting year, as in the case of United States, India and the European Union. On the other hand, it must be said that the extent of investments made in recent years had been such as to make available high-yielding technologies, still far from having exhausted their life cycle. It should be added that with regard to these considerations, the healthy increase in exports of technologies from Italy, still leading in this distribution segment, is due to a highly articulated range of markets, where the majors have played an important but not decisive role. The “waiting for character� that the accounting year has ended up taking is confirmed by the stationary conditions of investment in research and development, which in fact is a widespread phenomenon in the whole economy, even in general, with specific quotas in further contraction of gross domestic product. Similar considerations apply for investment promotion at which the stone world has always looked with particular interest, by requirements linked to the need of documentation and information about material characteristics and the processes of extraction and transformation.


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In this field, the role of fairs was further tapered as a result of progressive globalization, leaving growing spaces to leading initiatives such as Xiamen (Table 87) and Verona, in the order of 1,500 exhibitors representing over 50 countries , while others have reduced their impact at a macro-regional context, or they were deleted from the law of the market, as in the case of Seoul, Singapore and Tokyo, and some places in Eastern Europe. On the contrary, we look with increasing and motivated interest at the policy of “Awards� , that is the prizes awarded in various countries to projects where the use of stone has been guided by the criteria of particular interest in functional and aesthetic innovation, so that they can be elevated to a form of renewed reference. In this regard one cannot help but remember, that the incidence of major works on the total volume of marble and stone utilization has been progressively decreasing and that the promotion is not capable to leave apart the relaunching of current uses, even through the opening of the stone world to that of the final customer. Remember that the waiting list in which many investments continue to be stationed, in the hope of better times, due to the high cost of money and more generally because of distrust that separates several mature economies, getting worse especially in Europe, caused by environmental constraints, fiscal impositions and

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abnormal level of taxation of certain costs such as labor and energy. This means that a real recovery in investment that can start up a significant multiplier effect depends, more than ever, on the attention of political will and the time and manner in which it is capable of removing regulatory, financial and trade union barriers that affect a growth complying with the demand potential.

16. Consumption trend The stone industry sector produces on order, avoiding the risk of warehousing of the finished product, that in other related sectors leads sometimes to abnormal stocks. Therefore we can assume that the volume of consumption is substantially similar to that of production, estimated in 2010 to over 1.2 billion equivalent square meters: a new record, surpassing the 71.4 percent level of 2001, resulting in points in more than seven-year average growth of the sector (Table 88). The contribution of the major consumer countries to the use of marbles and stones did not record changes of particular entity. The first three places in the ranking in the absolute number are held, in order, by China, India and the United States, while Italy, the first European country, is located on the fourth rank, with about 60 million equivalent square meters, around five percent of the world production.


60

The final figure varies considerably from one country to another, so that in some cases the amount used in 2010 is less than ten years earlier (Table 89): it is an almost exclusive European phenomenon particularly visible in Spain, Greece, Holland and Germany, but also in Japan, where the decrease is continuing. The trend of consumption differs according to the prevalent use: for example, funerary products, usually more noticeable in Europe, especially in terms of quality, but less elastic in terms of changes, except if non-marginal influences in some strong cultural innovation might be found, as those of cremations or so-called green graveyard fields. The most important sector remains the building industry, however subject to natural capital and credit constraints: in fact, the great crisis of 2009 began with the story of U.S. mortgages. Consumption “per capita� has progressed in almost proportional measure, because the population growth of a single accounting year is not a decisive factor. The latest survey states 195 square meters per thousand inhabitants (Table 90): In this case, the top players in the stone world, such as China and India, which were joined by Japan, appear always in at the end of the ranking list, which implies the presence of additional development opportunities in these countries. The mature economies, however, are at the top, with clear evidence of results in Belgium and Switzerland, but also in

XXII World Marble and Stones Report 2011

Greece, Portugal and Italy, all countries where consumption has exceeded 2010 per square meter per capita (equal to what has happened in South Korea and Taiwan). In fact, the EU has the highest consumption: only the group of the Fifteen alone records a total balance sheet total in the order of 250 million square meters, with impressive results even in countries with a minor population, such as Austria , Denmark, Finland, Ireland and Luxembourg (Table 91). At Extra-European level, the big players make the law, but there are cases of highly populated countries such as Pakistan and Russia (Table 92), not to mention those in Africa (starting from Nigeria who is leading the continent regarding to residents ), where the unitary consumption is still low. With respect to alternative products, first of all pottery, the ratio is virtually unchanged, the proportion of one to seven with regard to volumes (Table 93) and in terms of comparison between actual square meters for tiles and equivalent square meters for marble and stones, which implies a significant difference in weight and average value. Moreover, many consumptions of marble and natural stone are exclusive ones in such a way that they cannot be subject to competing uses. The most important exception is given by floors and internal linings which however represent only minority shares of the total, as was evidenced concerning some breakdowns


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of production. Other uses, such as street furniture, special works and funerary products are not reasonably likely to suit for other material types: in fact, the stone sector can count on substantial niche markets also on a level of commodity economics and it is able to exploit these opportunities through specific economic related strategies.

17. Machinery and equipment The critical factors that still exist in the system don’t have precluded an exchange of technology that identifies its strength in the machinery and plant facilities. Productive investments are still far from having found the gradient of the best years of development, but in some countries, particularly with regard to the third world, the trend towards recovery has found significant performances in this field too. In the EU alone, the exports in 2010 totaled more than 1,300 million dollars, against 450 of imports (Table 94): both shipments and purchases have recorded a remarkable recovery after the sharp decline in 2009, but remained well below their respective maxima, which date back to 2008 for both the volume of shipments (Table 95) an purchase (Table 96). As to the first one, it has been confirmed the traditional European record held by Italy, while in the second range the situation is more balanced.

61

Italian exports by volume have been able to bring themselves close to the peak of 2004, with sales of more than 680 thousand tons (Table 97). For its part, the total value of sales of “Made in Italy”, net of spare parts and capital goods, reached a new record (613 million), whilst the value per unit of product, equal to about nine Euros / kg., has progressed to the extent of 3.2 percent, recovering half of the previous loss. As for individual destinations, the countries that in 2010 had bought Italian technologies for over 10 million Euros were twelve (Table 98): the relative ranking is headed by China, well ahead of Iran, Turkey and Brazil, while Germany, Europe’s largest importer, is set out in fifth place. The average value was divided in a very diverse range, with maximum price in Canada and minimum price in India. The non-EU European countries have contributed quit significantly to the interchange, by importing foreign technologies for 108 million dollars, compared to exports of just under 40. The most significant purchases had belonged to Russia and Switzerland (Table 99), but those with greater impact on the global stone sector have logically been made by the Leaders, first of all China and the United States, along with Brazil, India and Iran in successive positions (Table 100). It should be remembered that these final balances are official but also indicative data, because they don’t take into account


62

the purchase of equipment and domestic technologies. In any case, the role of Italy as a manufacturer and designer has been crucial also in 2010, because its supplies made up the relative European and global majority in terms of purchased goods, with peaks of more than three-fifths of the total within a large group of countries (Albania, Egypt, Latvia, Macedonia, Malta, Serbia, Slovenia), not counting those in which Italy controls more than 50 percent of purchases (among others, Armenia, Brazil, Croatia, Romania). The primacy of Italian technology is able to bypass the effects of the economic downturn and the impact of competition, with a clear recognition that is reflected in the balance figures, confirming a traditional dedication to research, experimentation and to the pursuit of essential factors such as yields and safety , objective parameters of quality. Not surprisingly, some of the most significant technical advances in recent years, as the completion of multiple drilling in the quarries or multi wire cutting in the transformation activities actually come from Italy. In 2010, as mentioned before, China and the United States have maintained majority positions in the import of foreign technology: this all the more remarkable since, especially in the first case, we have to deal with major producing countries. However, while the Chinese purchases have recorded an excellent marginal recovery (Table 101), to which Italy has

XXII World Marble and Stones Report 2011

contributed to a large extent, those in the U.S. have continued to decline, mainly hitting supplies coming from Germany, Switzerland and Italy too (Table 102), unlike what happened to the exports of China, Spain and Japan.

18. Capital equipment and diamond tools The production of consumption parts for the stone industry, which primarily consists of abrasives and diamond tools, conforms to that of particularly processed materials of large, distribution potential which, notwithstanding the priority given to domestic clients, are increasingly required in the international market. An example of this commercial expansion are the twentyseven member states of the European Union, which over the last decade have seen increasing their exports by 52 percent in quantity and 127 per cent in value, while the average price has increased by 49 per cent, despite the downturn during the last two years (Table 103). More vivid is the increase in imports, which amounts to 134 per cent in volume and to 86 per cent in value, where the price per unit of output recorded a decline of 20.2 percent. The large differential between the price of shipments and the purchase is striking; the purchases are divided in a proportion of eight to one in favor of the shipments.


carlo c. montani

This proves the agreed preferences of very cheap purchase, where factors such as quality and performance are clearly subordinated; the crisis of 2009 had also affected these imports, whereas their instrumental function results essentially in rigid economic constraints. In determining the flow of consumables from extra-European origin, the Chinese contribution has been decisive, both in the quantification of volumes and values and in setting the average price, which has become a mandatory reference for the other supplier countries. In fact, if we compare the flows coming from China with those from Italy, the European number one producer and exporter, the phenomenon is of immediate clarity. The imports of Chinese abrasives and tools on behalf of the twenty-seven E.U. members that include also Italy with a purchased volume second only to that of Spain, have increased in 2010 by 44.6 percent in quantity (Table 104) and 40.5 per cent in value (Table 105), while the Italian supplies to other European countries have grown, respectively, eleven and 25 points. There are several markets in which Italy still dominates China, thanks to the technological competitiveness of its consumption products: France and especially Greece, where the Italian advantage is still very big, but also with regard to smaller customers such as Ireland, Sweden, Portugal. Elsewhere, the Chinese product enjoys wide preferences, starting

63

from Spain, the first European importer, who in 2010 bought Chinese goods that were four times the Italian amount. It may be added that the purchases from China in 2010 showed increases in generalized quantities, with the marginal exception of Ireland, while those from Italy, though highlighting a good global recovery, continued to drop in Austria, Denmark, Spain and in Ireland. The Chinese import into Europe is crucial, since it has come to cover two thirds of purchases from outside the EU in quantities; this clearly shows the role that China has gained in the interchange of consumption products. Apart from this, the movements of quantities and currency show, with the support of additional data regarding the use of abrasives and tools, that the economic downturn of 2009 has been partially overcome and that the stone industry seems to have found new opportunities for growth in mature economics.

19. Development potentials The stone industry is characterized by a steadily rising trend that was interrupted only in 2009, restarting in the following year with a propensity to resume growth quickly recovered in most of the advanced countries, and not only in those. This is an important phenomenon, because the development of the sector is generally


64

characterized by larger dimensions than the world economy as a whole: with respect to the volumes produced and used in the mid nineties those of 2010 were greater in extent by 140 per cent (Table 106). The matrices of such expansion are many and belong to both the technological sphere and functional and decorative features. On the one hand, the contribution of new production processes in a logic of industrialization was essential, despite having left marginal spaces for creativity and imagination of the stone mason: the use of robotics in the manufacture of special pieces such as serial bathroom floors and cooking has become normal, like the mining techniques that have allowed to streamline dimensions and measures of raw material and to further improve the yields and third processing. One wonders what scale might have taken the growth of the sector, if it would have been supported by adequate financial resources and effective credit cooperation. applications in architecture have seen a significant expansion of preferences for the stone material, supported by new technologies and by the contribution they have provided to the competitiveness of the product. On the other hand, marbles and stones have always benefited from special attention for their ability to pursue altogether practical and attractive targets, the more valuable compared to an all-

XXII World Marble and Stones Report 2011

out exchange, which has optimized the available range of colors and types and has recorded a growth complying with industrial increase that will continue for the medium and long term (Table 107). In some countries, the contribution to the dynamic natural stone trade was so important thus to support the thesis (also endorsed by the UN), which sees in the stone sector a particularly suitable means to initiate a multiplier effect, especially in the third world. One example is the case of Turkey, where the impact on total export turnover has far exceeded one percent, not to mention Greece, India and Portugal, where the same share settles to more than half a point (pl. 108). It remains to add that in 2010 the expansion of stone interchange was higher than that recorded by the economic system as a whole, with an incidence equal to 1.18 per thousand (Table 109) which is a new historical maximum confirming the adequacy of marble and stone to start up the development process. If we think that the level of consumption per unit is still low, except for Mediterranean Europe and other North European countries with marked stone vocation like Belgium, there result further potentials for growth, such as to suggest that in a decade the goal of two billion equivalent square meters (average thickness of cm. 2) produced and installed, can be easily reached. It makes sense that the results will be most important to the extent that the


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sector’s growth is supported by adequate infrastructural, financial and promotional providences. The stone belongs to the culture of human civilization without limits of space and time, but in modern times it has taken an unprecedented rate of expansion that allows to predict widespread confirmation, in the light of a broad spectrum of motivations guided by the suitability of the stone material in order to optimize the “way of life� in the world today.

Conclusion Two thousand years ago the world population, according to UN estimates, amounted to no more than 270 million units, while today it has reached the threshold of seven billion, with a progression that has been briefed in 2010 to 145 individuals per minute all the more remarkable when one considers that in the first half of the twentieth century there lived just two and a half billion people on earth. Eleven countries (seven from Asia, three from Americas and one from Africa) have exceeded hundred million inhabitants and two of them, China and India lead the rankings by a wide margin, largely supported by a population of over a billion: three-fifths of the world population live in Asia. The urban centers, in turn, are booming, with twelve cities, all outside of Europe,

65

the demographic component of which exceeds ten million residents. These large numbers are enough to understand how the development of stone industry was not random but found an essential matrix in the natural increasing of population, although it was endorsed in an ever more convinced and increasing measure by the technological advancement and thanks to the planners and designers appreciation of natural products, and therefore of high environmental compatibility, such as marble and stone. Moreover, it is useful to reiterate that the last half-century stone consumption was higher than that of all previous eras, globally considered. The distribution of population growth, well differentiated from one continent to another, points out that the highest propensity to employment is a physiological privilege of Asia, home to the majority of produced and installed volumes, and where exist broader perspectives in terms of progress. On the other hand, the mature economies, mainly with regard to those of Europe and North America, can still rely on the role of tradition and taste, and before that, of funds available to program top quality construction activity, able to use materials of high value. In these basic conditions, the growth prospects correspond to basic needs, like buildings tailored according to human requirements, and thorough assessment of local resources. The effects of economic


66

downturn, in this view, are necessarily limited, since they are ignored by the driving force behind global growth in which pockets of stagnation may cause some

XXII World Marble and Stones Report 2011

relevant local problems, but these don’t seem to be able to affect in a binding way the accelerated path towards the targets of a substantially universal expansion.


Documentazione statistica Statistical documents



XXII World Marble and Stones Report 2011

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1. Distribuzione del pil mondiale (2009) World GNP distribution (2009) COUNTRIES

MLD/USD

PER CAPITA

ABS. VALUE

%

ABS. VALUE

±D%

USA

13.820

23.83

45.934

-2.6

CHINA

4.814

8.30

6.778

+9.5

JAPAN

4.262

7.35

32.554

-4.2

GERMANY

2.816

4.85

34.388

-3.6

UNITED KINGDOM

2.154

3.71

34.387

-4.7

FRANCE

2.074

3.58

33.434

-2.2

ITALY

1.814

3.13

29.068

-4.9

SPAIN

1.337

2.31

29.625

-4.0

CANADA

1.263

2.18

37.947

-2.8

OTHERS

23.646

40.76

...

...

WORLD

58.000

100.00

8.530

-2.9

(Fonte: World Economic Outlook)

(Source: World Economic Outlook)


70

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

2. UE/15: variazioni annuali del PIL EU/15: GNP yearly variations COUNTRIES

2006

2007

2008

2009

2010

AUSTRIA

1.8

3.5

2.0

-3.6

-0.5

BELGIUM

2.1

2.6

1.0

-3.4

-0.5

DENMARK

3.7

1.6

-1.2

-3.6

-3.5

FINLAND

2.5

4.1

0.8

-6.7

-3.5

FRANCE

1.3

1.3

0.3

-2.1

1.1

GERMANY

2.5

2.5

1.3

-5.0

2.2

GREECE

3.1

3.1

1.6

-7.4

-6.5

IRELAND

4.7

4.2

-0.7

-7.3

-4.4

ITALY

1.9

1.9

-1.0

-5.0

1.3

NETHERLANDS

2.0

3.6

2.2

-4.3

0.2

PORTUGAL

1.0

1.8

0.0

-3.3

-6.0

SPAIN

3.9

3.7

1.2

-4.6

-0.5

SWDEN

3.0

2.7

-0.4

-4.6

-0.4

UN. KINGDOM

1.5

2.3

-0.3

-4.8

0.5

(Fonte: World Economic Outlook)

(Source: World Economic Outlook)


XXII World Marble and Stones Report 2011

71

3. Invesimenti in ricerca e svilupppo (%PIL) Research and developmen investiment (%GNP) YEAR

ITALY

FRANCE

GERMANY

UK

USA

JAPAN

CHINA

RUSSIA

1996

1.04

2.30

2.26

1.88

2.55

2.77

0.60

0.97

1997

1.05

2.22

2.29

1.81

2.58

2.83

0.68

1.04

1998

1.07

2.17

2.31

1.80

2.60

2.95

0.70

0.95

1999

1.04

2.16

2.40

1.87

2.66

2.96

0.76

1.00

2000

1.05

2.15

2.45

1.86

2.74

2.99

0.90

1.05

2001

1.09

2.20

2.46

1.83

2.76

3.12

0.95

1.18

2002

1.13

2.23

2.49

1.82

2.66

3.17

1.07

1.25

2003

1.11

2.17

2.52

1.75

2.66

3.20

1.13

1.28

2004

1.10

2.15

2.49

1.68

2.54

3.17

1.23

1.15

2005

1.09

2.10

2.49

1.73

2.57

3.32

1.34

1.07

2006

1.13

2.10

2.33

1.75

2.61

3.41

1.42

1.07

2007

1.18

2.04

2.53

1.79

2.66

3.44

1.44

1.12

2008

1.23

2.02

2.64

1.77

2.77

3.42

1.54

1.04

08/96

118

88

117

94

123

257

257

107

(Fonte: Elaborazione dati OECD)

(Source: OECD data processing)


72

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

4. Tassi trimestrali d’interesse (depositi) Quarterly rates of interest YEARLY

REL. INDEX AREA EURO (EURIBOR)

US DOLLARS (LIBOR)

JAPAN JEN (LIBOR)

EURO/USD

EURO/YEN

2008

4.64

2.93

0.93

158.3

498.9

2009

1.22

0.69

0.47

176.8

259.5

2010

0.81

0.34

0.23

238.2

352.2

GEN

0.68

0.25

0.26

272.0

261.5

FEB

0.66

0.25

0.25

264.0

264.0

MAR

0.64

0.27

0.25

237.0

256.0

APR

0.64

0.31

0.24

206.5

266.7

MAG

0.69

0.46

0.24

150.0

287.5

GIU

0.73

0.54

0.24

135.2

304.2

LUG

0.85

0.51

0.24

166.7

354.1

AGO

0.90

0.36

0.24

250.0

375.0

SET

0.88

0.29

0.22

303.4

400.0

OTT

1.00

0.29

0.20

344.8

500.0

NOV

1.04

0.29

0.19

358.6

547.4

DIC

1.02

0.30

0.18

340.0

566.7

MONTHLY

(Fonte: Bollettino Mensile ONU)

(Source: UNO Monthly Bulletin)


XXII World Marble and Stones Report 2011

73

5. AttivitĂ edilizia residenziale nel mondo (medie mensili x 1000 abitazioni)

China

USA

Japan

Russia

Spain

France

Poland

Germany

Australia

Portugal

South Korea

Total

00

...

157

109

31

30,6

20,1 29,4

7,3

35,2

13,2

9,3

3,6

...

01

...

157

104

32

30,5

20,3 27,5

8,8

24,2

10,2

9,4

6,2

...

02

...

165

102

33

35,0

13,5 26,0

8,1

20,7

12,1

10,2

7,5

...

03

...

168

102

36

38,1

13,2 27,2

13,6

22,3

12,7

7,2

5,2

...

04

289

184

104

40

41,4

13,6 31,1

9,1

19,7

13,5

5,2

3,8 754,4

05

333

161

108

43

43,7

20,1 34,9

9,5

17,6

13,7

5,2

3,2 792,9

06

360

165

112

51

48,7

20,6 36,1

9,6

18,0

12,1

4,5

4,4 842,0

07

396

125

83

60

53,4

25,7 36,4

11,1

13,1

12,7

6,0

6,1 828,5

08

398

93

95

64

51,2

41,9 30,7

13,8

12,6

12,1

6,1

6,4 824,8

09

481

66

63

58

33,1

32,4 26,2

12,7

12,5

11,6

7,1

6,1 809,7

10

368

55

67

60

19,3

23,8 28,4

9,3

13,8

10,7

4,7

5,2 656,2

10/09 -23,5 -16,7

+6,3

10/00

Turkey

YEAR

Residential building in the world (monthly average x 1000 dwellings)

+3,4 -41,7 -26,5 +8,4 -26,8 +10,4

-7,8 -33,8 -14,8 -19,0

... -65,0 -38,5 +93,5 -36,9 +18,4 -3,4 +27,4 -60,8 -18,9 -49,5 +44,4

(Fonte: Bollettino Mensile ONU)

...

(Source: UNO Monthly Bulletin)


74

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

6. AttivitĂ edilizia residenziale nel mondo (indici 2004=100)

France

Portugal

South Korea

Total

73,9 147,8

94,5

80,2 178,7

97,8 178,8

94,7

...

01

...

85,3 100,0

80,0

73,7 749,3

88,4

96,7 122,8

75,6 180,8 163,2

...

02

...

89,7

98,1

82,5

84,5

99,3

83,6

89,0 105,1

89,6 196,2 197,4

...

03

...

91,3

98,1

90,0

92,0

97,1

87,5 149,5 113,2

94,1 138,5 136,8

...

Australia

Turkey

77,5

Germany

Russia

85,3 104,8

Poland

Japan

...

Spain

China

00

USA

YEAR

Residential building in the world (index 2004=100)

04

100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

05

115,2

87,5 103,8 107,5 105,6 147,8 112,2 104,4

89,3 101,5 100,0

06

124,6

89,7 107,7 127,5 117,6 152,9 116,1 105,5

91,4

89,6

07

137,0

67,9

79,8 150,0 129,0 189,0 117,0 122,0

66,5

94,1 115,4 160,5 109,8

08

137,7

50,5

91,3 160,0 123,7 308,1

98,7 151,6

64,0

89,6 117,3 168,4 109,3

09

166,4

35,9

60,6 145,0

80,0 238,2

84,2 139,6

63,5

85,9 136,5 160,5 107,3

10

127,3

29,9

64,4 150,0

46,6 175,0

91,3 102,2

70,1

79,3

(Fonte: elaborazione dati ONU)

84,2 105,1

86,6 115,8 111,6

90,4 136,9

87,0

(Source: own data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

75

7. Investimenti in costruzioni: variazioni annue Building investment: yearly variations COUNTRIES

2005

2006

2007

2008

2009

2010

AV.

China

14.7

16.1

15.8

12.1

13.2

12.1

14.0

USA

7.7

2.6

-4.0

-8.8

-14.3

3.7

-2.2

Japan

-0.8

0.2

-5.0

-0.5

0.9

-5.4

-1.8

Germany

-2.8

4.5

0.5

2.6

-1.2

0.8

0.7

France

3.2

4.5

3.4

-2.5

-6.8

-0.7

-0.2

Italy

-0.2

0.9

-0.3

-4.2

-9.0

-2.0

-2.5

United Kingdom

-0.9

1.1

2.2

-0.8

-12.6

-0.8

-1.9

India

20.3

13.1

10.2

7.2

9.1

8.9

11.5

Spain

5.6

6.0

3.0

-17.3

-21.5

-9.7

-5.7

Canada

7.3

8.0

2.6

1.8

0.4

3.0

3.9

Brazil

3.3

6.8

11.6

10.0

-4.0

2.3

5.0

Russia

10.6

18.1

18.2

12.8

-18.2

2.6

7.3

South Korea

-8.5

-4.1

1.8

-4.8

-1.8

-1.4

-3.1

Australia

4.2

5.6

5.6

3.4

1.0

2.7

3.7

Netherlands

3.3

3.8

4.8

4.0

-6.0

9.3

3.2

World

5.1

6.0

3.6

0.4

-3.6

2.9

2.4

Asia

...

8.5

6.6

5.2

5.7

5.8

6.4

Europe

...

5.0

3.8

-1.6

-9.3

-1.8

-0.8

North America

...

3.4

-2.7

-6.6

-11.4

4.3

-2.6

Latin America

...

8.5

10.1

9.6

1.8

5.1

7.0

Oceania

...

4.5

5.0

3.5

-0.3

3.2

3.2

(Fonte: Elaborazione dati CRESME)

(Source: CRESME data processing)


8. Costo del lavoro nominale orario (variazioni) Nominal hourly labour cost (variations) Industry

Construction

Services

2009

2010

2009

2010

2009

2010

Austria

2.8

0.8

3.4

1.3

5.8

3.4

Belgium

2.4

...

3.2

...

2.6

...

Bulgaria

8.6

7.9

26.0

6.7

10.2

8.0

Cyprus

2.3

2.3

2.0

2.6

3.8

2.8

Czech Republic

6.4

5.1

6.4

7.2

5.0

3.0

Denmark

1.8

2.4

-2.0

5.6

2.3

3.1

Estonia

-1.1

1.4

-13.1

-1.2

-6.5

1.0

Finland

0.8

1.4

-1.8

1.3

1.3

0.4

France

1.2

3.7

2.4

3.1

1.5

2.8

Germany

-1.6

1.4

2.1

0.7

1.1

1.6

Greece

10.7

-6.2

13.0

-7.6

11.8

-6.3

Hungary

-0.5

1.0

-0.1

-5.9

-2.2

-4.5

Ireland

4.8

-3.3

5.9

-2.3

0.3

-0.2

Italy

6.7

...

3.1

...

4.3

...

Lettonia

-7.1

1.7

-3.6

-6.1

-6.3

1.0

Lithuania

-9.5

3.3

-19.7

-4.8

-9.1

0.0

LuxembOurg

1.3

1.5

1.5

2.4

3.2

4.3

Malta

6.9

-2.2

1.6

-2.8

0.4

1.8

Netherlands

2.2

...

3.7

...

0.1

...

Poland

-0.1

2.0

1.1

-0.2

7.9

-0.3

Portugal

0.5

5.5

4.9

6.0

0.7

2.9

Romania

9.2

6.9

6.0

0.6

3.6

5.2

Slovakia

-2.1

3.7

-1.9

10.3

-0.3

4.1

Slovenia

-1.1

4.1

-4.7

6.6

-5.0

4.5

Spain

4.2

1.1

5.1

0.4

4.0

0.8

Sweden

5.1

1.5

2.0

-0.6

3.5

1.6

Un. Kingdom

1.7

2.7

0.6

0.2

1.9

4.2

EU-27

1.8

1.9

2.8

1.0

2.7

2.2

Countries

(Fonte: Elaborazione dati Eurostat)

(Source: Eurostat data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

77

9. Industria lapidea mondiale: produzione netta World stone industry: net production

000 cub. mt.

000 tons

Par.

Years

Gross quarrying

Quarrying waste (1)

Raw production

Processing waste (1)

Processed production

2003

153.750

78.750

75.000

30.750

44.250

2004

166.500

85.250

81.250

33.300

47.950

2005

174.750

89.500

85.250

34.950

50.300

2006

190.250

97.500

92.750

38.000

54.750

2007

212.000

108.500

103.500

42.500

61.000

2008

215.000

110.000

105.000

43.000

62.000

2009

213.750

109.250

104.500

42.850

61.650

2010

228.000

116.500

111.500

45.715

65.785

2003

57.000

29.200

27.800

11.400

16.400

2004

61.650

31.550

30.100

12.300

17.800

2005

64.750

33.150

31.600

12.950

18.650

2006

70.450

36.100

34.350

14.100

20.250

2007

78.500

40.200

38.300

15.750

22.550

2008

79.600

40.700

38.900

15.950

22.950

2009

79.150

40.450

38.700

15.900

22.800

2010

84.450

43.150

41.300

12.350

28.950

(1) Ăˆ compreso lo sfrido destinato a granulati, polveri ed altri usi. Waste material destined for granules, powders and other uses are included. (Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


78

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

10. Industria lapidea mondiale: produzione storica World stone industry: historical production outline Calcareous Years

000 tons

%

Siliceous

Other

000 tons

%

000 tons

Total %

000 tons

Index

1926

1.175

65.6

175

9.8

440

24.6

1.790

10.1

1976

13.600

76.4

3.400

19.1

800

4.5

17.800

100.0

1986

13.130

60.5

7.385

34.0

1.195

5.5

21.710

122.0

1996

26.450

56.9

17.625

37.9

2.425

5.2

46.500

261.2

1997

27.650

55.8

19.350

39.1

2.500

5.1

49.500

278.0

1998

29.400

57.6

19.000

37.3

2.600

5.1

51.000

286.5

1999

31.300

57.4

20.350

37.3

2.850

5.3

54.500

306.2

2000

34.500

57.8

21.700

36.3

3.450

5.9

59.650

335.1

2001

38.500

59.2

23.250

35.8

3.250

5.0

65.000

365.2

2002

39.000

57.8

25.000

37.0

3.500

5.2

67.500

379.2

2003

42.500

56.7

28.500

38.0

4.000

5.3

75.000

421.3

2004

43.750

53.9

33.000

40.6

4.500

5.5

81.250

456.5

2005

46.750

54.8

34.000

39.9

4.500

5.3

85.250

478.9

2006

53.350

57.5

34.800

37.5

4.600

5.0

92.750

521.1

2007

60.500

58.5

37.500

36.2

5.500

5.3

103.500

581.5

2008

61.000

58.0

38.300

36.5

5.700

5.5

105.000

589.9

2009

60.850

58.2

38.000

36.4

5.650

5.4

104.500

587.0

2010

65.230

58.5

40.500

36.3

5.750

5.2

111.500

626.4

(Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

79

11. Maggiori produzioni mondiali e rendimento teorico in lavorati Leading quarry production and theorical yield in processed stones 000 tons COUNTRIES

mill. eq. sq. mt./cm2

abs. figures

shares

total

waste

net

China

33.000

29.4

610

250

360

India

13.250

11.9

245

100

145

Turkey

10.000

8.9

185

76

109

Italy

7.800

7.0

144

60

84

Iran

8.500

7.6

157

64

93

Spain

5.750

5.2

106

43

63

Brazil

6.750

6.1

125

51

74

Portugal

2.750

2.5

51

21

30

USA

1.850

1.7

34

14

20

Greece

1.650

1.5

31

13

18

France

1.150

1.0

21

9

12

850

0.8

16

7

9

Others

18.200

16.3

338

138

200

WORLD

111.500

100.0

2.063

846

1.217

South Africa

(Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


80

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

12. Industria lapidea mondiale: produzione di cava e rendimento teorico in lavorati (2010) World stone industry: quarrying production and theorical processed yield (2010) 000 tons ZONES

shares

total

waste

net

24.250

21.7

44.9

184

265

3.750

3.3

69

28

41

28.000

25.0

518

212

306

North America

3.000

2.7

56

22

34

Latin America

8.000

7.2

148

61

87

Subtotal

11.000

9.9

204

83

121

China

33.000

29.7

610

250

360

India

13.250

11.9

245

100

145

Others

19.500

17.5

360

150

210

Subtotal

65.750

59.1

1.215

500

715

6.250

5.6

116

47

69

500

0.4

10

4

6

6.750

6.0

126

51

75

111.500

100.0

2.063

846

1.217

EU/27 Others Europe Subtotal

Africa Oceania Subtotal WORLD (Fonte: Elaborazione propria)

abs. figures

mill. eq. sq. mt./cm2

(Source: own data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

81

13. Unione Europea: produzione di cava e rendimento teorico in lavorati (2010) European Union: quarring production and theorical processed yield (2010) 000 tons COUNTRIES

abs. figures

mill. eq. sq. mt./cm2 shares

total

waste

net

Austria

450

1.8

8.325

3.410

4.915

Belgium

800

3.3

14.800

6.070

8.730

Bulgaria

250

1.0

4.625

1.900

2.725

Cyprus

50

0.2

925

380

545

Czech Republic

200

0.8

3.700

1.520

2.180

Denmark

50

0.2

925

380

545

Estonia

50

0.2

925

380

545

Finland

600

2.5

11.100

4.550

6.550

France

1.150

4.7

21.275

8.725

12.550

650

2.7

12.025

4.930

7.095

1.650

6.8

30.525

12.525

18.00

Hungary

50

0.2

925

380

545

Ireland

150

0.6

2.775

1.140

1.635

Italy

7.800

32.3

144.300

59.150

85.150

Latvia

25

0.1

465

190

275

Lithuania

25

0.1

465

190

275

Luxembourg

50

0.2

925

380

545

Malta

50

0.2

925

380

545

-

-

-

-

650

2.7

12.025

4.930

7.095

Portugal

2.750

11.4

50.875

20.850

30.025

Romania

200

0.8

3.700

1.520

2.180

Slovakia

50

0.2

925

380

545

Slovenia

150

0.6

2.775

1.140

1.635

5.750

23.8

106.375

43.615

62.760

Sweden

350

1.4

6.475

2.650

3.825

Un. Kingdom

300

1.2

5.550

2.280

3.330

Total EU-27

24.250

100.0

448.625

183.950

264.975

Germany Greece

Netherlands Poland

Spain

(Fonte: Elaborazione propria)

-

(Source: own data processing)


82

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

14. Industria lapidea mondiale: produzione netta di lavorati e principali applicazioni del manufatto World stone industry: net finished production and main uses of worked material 000 sq. m2

000 net tons

Applications

’95

’10

Pavimenti Floor and paving

175.750

425.950

9.500

Rivestimenti esterni External wall cladding

55.500

97.360

Scale Steps

18.500

Rivestimenti interni Internal wall cladding

’10

±D%

’95

’10

23.025

38.0

35.0

9.5

3.000

5.250

12.0

8.0

5.0

36.510

1.000

1.917

4.0

3.0

6.5

27.750

121.700

1.500

6.575

6.0

10.0

22.5

Lavori speciali Special works

46.250

219.060

2.500

11.850

10.0

18.0

24.9

Subtotale edilizia Subtotal building sector

323.750

900.580

17.500

48.675

70.0

74.0

11.9

Arredo urbano Civil external uses

46.250

73.020

2.500

3.950

10.0

6.0

3.9

Arte funeraria Memorial art

69.375

194.720

3.750

10.950

15.0

16.0

12.0

Altri impieghi Others uses

23.125

48.680

1.250

2.600

5.0

4.0

7.4

Subtotale usi diversi Others uses subtotal

183.750

316.420

7.500

17.075

30.0

26.0

4.8

Totale Total

462.500 1.217.000

25.000

65.750 100.00 100.0

10.9

(Fonte: Elaborazione propria)

’95

%

av./year

(Source: own data processing)


1 2 1 11 2 2 4 2 3 0 2 0 0 0 30 60

Italy

3 15 12 10 4 5 44 84 4 21 4 0 8 3 210 427

EXPORT

Italy Germany France Spain Portugal Belgium Greece Turkey Egypt India Iran China USA Mexico Brazil Others TOTAL

France

4 0 3 2 1 0 3 1 0 0 1 0 0 0 5 20

Spain

15 0 1 18 0 1 2 7 1 0 1 0 3 0 5 54

Belgium

Portugal 1 2 0 3 0 5 15 4 - 3 0 0 0 4 1 2 2 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 6 1 28 22

Netherlands 0 14 0 0 0 9 1 1 1 0 0 1 0 0 0 39 66

Un. Kingdom 4 0 0 1 0 2 0 8 0 0 0 1 0 0 0 4 20

Austria 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5

Switzerland 6 49 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 32 90

S. Arabia 5 0 0 42 4 0 0 5 11 0 0 0 0 0 0 1 68

India

Lebanon

Kuwait 0 39 112 0 0 0 0 0 0 3 13 7 0 2 0 0 0 0 0 0 3 0 14 112 1 63 35 0 0 0 1 5 0 0 3 0 1 1 0 0 0 0 0 0 1 5 40 5 138 318

Hong-Kong

Singapore 1 27 0 16 0 0 1 53 1 8 0 0 1 15 4 16 0 0 0 21 0 1 1 8 0 0 0 1 0 0 5 2 14 168

49 4 0 8 6 0 7 70 0 1 1 53 0 1 1 60 216

501 143 7 678 283 0 372 3393 1088 123 730 2 12 1 1191 8524

South Corea 2 0 0 1 0 0 0 3 3 0 0 1 0 0 0 0 10

Canada

Japan

Others USA

0 545 1321 0 0 234 1 3 37 0 275 1117 0 130 478 0 0 18 0 3 411 1 995 4680 8 302 1610 4 9 166 0 57 817 1 0 80 1 55 1 1 27 0 0 5 2 635 2278 18 2956 13334

Total (Source: own data processing)

1 1 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 1 0 50 0 0 0 0 1 3 7 55

(Fonte: Elaborazione propria)

Germany

IMPORT Taiwan

IInput-Output of quantity trade 2010 (000 tonn.): raw calcareous (cod. 25.15)

China

15. Input-Output dell’interscambio quantitativo 2010 (000 tonn.): calcarei grezzi (cod. 25.15)

XXII World Marble and Stones Report 2011 83


(Fonte: Elaborazione propria)

7 20 41 20 3 1 13 15 0 6 0 11 5 14 19 129 2 7 118 0 7 20 0 1 31 10 5 13 2 0 4 0 26 3 2 12 105 0 20 34 152 45 27 26 8 6 4 14 4 0 0 0 12 0 0 0 174 1 11 23 316 58 53 191 883 186 297 485

Germany

Italy Germany France Spain Portugal Belgium Netherlands Norway Sweden Finland South Africa India China Canada USA Brazil Others TOTAL

France

EXPORT

Spain

Italy

IMPORT Belgium

Portugal 1 1 0 7 0 7 47 1 1 0 0 5 1 2 0 0 0 0 0 47 0 59 0 0 0 0 0 2 0 15 2 33 51 180

Un. Kingdom

Netherlands 0 10 9 0 0 3 0 0 0 10 7 11 0 23 21 0 0 0 0 0 0 1 390 2 7 0 0 1 0 0 0 108 42 561

Switzerland

Austria 9 33 4 33 0 7 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 4 1 0 1 0 0 0 0 0 0 17 104 34 179

Hong-Kong

Singapore

S. Arabia 2 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 7 0 0 3 10 0 250 1 5 10 0 0 0 0 1 1 2 0 74 5 220 2 20 226 349

China

Taiwan 4 8 0 2 0 1 2 7 1 28 0 4 0 0 11 213 1 7 5 210 12 65 146 1785 333 15 26 1 48 99 726 360 606 990 3736

USA

South Korea

Others

Australia 0 34 0 150 0 9 0 222 0 4 0 9 0 9 0 63 0 19 0 43 0 73 2 601 3 118 0 4 0 10 0 56 0 500 5 1924

175 229 56 296 212 158 42 395 33 308 363 3720 588 76 122 1182 2576 10531

Total

(Source: own data processing)

2 0 1 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 4 0 13 12 14 182 62 4 5 5 1 0 - 26 1 0 45 0 0 1 0 0 0 0 1 80 18 70 215

Japan

IInput-Output of quantity trade 2010 (000 tonn.): raw siliceous (cod. 25.16)

Canada

16. Input-Output dell’interscambio quantitativo 2010 (000 tonn.): silicei grezzi (cod. 25.16)

84 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


Italy

- 47 15 1 - 58 3 12 0 2 17 11 122 47 0 50 32 0 92 0 0 44 0 0 75 0 15 2 4 0 0 0 7 73 117 0 0 0 0 0 0 22 27 20 73 69 47 132 615 357

Italy Germany France Spain Portugal Belgium Netherlands Czech Rep. Poland Turkey India China Canada USA Brazil Others TOTAL

Un. Kingdom

Netherlands

Belgium

Portugal 0 0 0 1 0 12 23 0 0 4 2 0 1 0 0 1 - 17 33 13 0 - 65 1 0 11 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 14 10 2 0 0 0 0 0 180 247 43 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 3 0 0 101 8 118 1 344 391 179

Switzerland

Austria 9 29 41 13 1 6 0 0 0 11 0 0 0 2 10 0 1 0 1 0 0 0 26 0 0 0 0 0 2 1 4 45 95 107

Hong-Kong 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 0 0 0 0 5

Taiwan 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 18 0 0 0 40 58

China 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 2

Canada

Japan

South Korea

0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 7 4 1 4 18

58 0 4 0 102 31 110 3 15 2 2 90 0 0 1 300 718

160 149 34 21 359 179 215 57 91 51 2 1038 4 16 101 824 3.301

Total

(Source: own data processing)

0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 75 112 8 0 0 0 0 16 0 15 3 0 6 1 75 134 28

(Fonte: Elaborazione propria)

1 0 0 2 0 0 0 0 1 0 30 0 0 1 7 42

France

EXPORT

Germany

Spain

IMPORT

USA

IInput-Output of quantity trade 2010 (000 tonn.): simple finished products (cod. 68.01)

Others

17. Input-Output dell’interscambio quantitativo 2010 (000 tonn.): lavorati semplici (cod. 68.01)

XXII World Marble and Stones Report 2011 85


(Fonte: Elaborazione propria)

- 120 29 17 3 - 15 1 32 19 5 16 10 22 2 12 42 50 0 71 15 2 1 2 0 3 9 21 55 21 1 0 9 1 56 63 16 11 2 0 0 1 0 0 0 1 78 484 85 87 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5 0 0 1 4 3 0 3 34 4 21 10 243 809 309 214

Germany

Italy Germany France Spain Portugal Belgium Greece Turkey Egypt India Iran Taiwan China Canada USA Mexico Argentina Brazil Others Total

France

EXPORT

Spain

Italy

IMPORT Israel

Lebanon

Kuwait

Emirates

S.Arabia

Switzerland

Austria

Un. Kingdom

Netherlands

Belgium

Portugal

1 17 6 12 40 85 120 58 28 20 6 0 2 5 4 26 22 0 0 2 0 2 0 20 1 4 3 8 1 0 0 0 0 13 7 1 16 1 3 36 36 3 3 2 6 4 8 2 6 75 5 0 10 0 0 - 54 2 0 1 0 0 0 0 0 1 195 0 0 0 0 9 6 1 0 1 2 26 9 58 5 1 134 32 63 32 72 0 0 0 3 0 0 47 14 13 7 8 2 38 32 96 2 1 17 109 9 16 5 0 0 0 1 0 0 5 6 44 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 4 238 127 59 81 0 26 156 52 52 65 0 3 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 3 0 0 0 3 0 0 0 2 78 3 20 30 5 43 157 50 55 3 25 630 242 287 190 132 513 582 265 195 164

India 10 0 2 2 0 0 0 9 5 0 0 25 0 0 0 0 0 33 86

S.Korea

China

Singapore 14 17 4 8 9 0 0 0 3 1 0 0 2 2 0 2 3 0 15 5 0 0 0 4 3 0 0 0 2 0 18 0 0 0 1 10 2 4 2 8 0 0 0 1 1 4 2 5 2 5 0 0 0 1 1 0 1 - 4 2 101 235 254 - 2246 0 0 0 0 0 0 0 0 4 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 4 5 12 0 57 153 265 281 48 2340

Hong-Kong

IInput-Output of quantity trade 2010 (000 tonn.): processed stones (cod. 68.02)

Taiwan

18. Input-Output dell’interscambio quantitativo 2010 (000 tonn.): lavorati speciali (cod. 68.02)

Japan 5 1 1 2 0 0 2 1 0 6 0 1 835 0 1 0 0 0 14 869

USA

Canada

Australia

27 498 0 16 0 22 4 229 0 80 0 65 1 74 18 550 1 144 22 211 3 75 1 3 57 4400 0 3 0 213 0 2 0 5 0 111 15 950 149 7651

Others

1478 106 128 525 323 213 322 1677 268 1065 139 50 10378 126 250 87 13 777 2101 20.026 (Source: own data processing)

60 267 1 2 2 4 8 76 2 12 0 1 2 5 49 484 0 13 54 281 0 0 8 29 93 538 - 120 30 2 83 0 2 37 613 22 474 370 3004

Total


0

0

0

0

0

2

0

3

0

0

0

8

0

13

Germany

France

Spain

Portugal

Belgium

Norway

Turkey

India

China

Canada

USA

Brazil

Others

Total

Germany

-

10

2

France

4

3

0

8

5

0

0

0

0

5

92 273

0

10

0

0

6

1

0

1

3

1

70 236

0

-

0

Spain

34

0

12

0

0

20

1

0

0

0

1

-

0

0

0

Belgium 42

10

8

0

4

3

1

0

0

-

0

16

0

0

0

Netherlnds 0

0

2

Un.Kingdom 5

47

0

3

24

2

1

0

0

1

17 191

2

6

0

0

1

1

0

1

4

0

2 106

0

0

0

Switzerland 8

0

0

0

0

0

0

0

1

1

0

1

1

2

2

Singapore 3

2

0

0

0

0

0

0

0

0

0

0

0

1

0

Hong-Kong 1

1

0

0

0

0

0

0

0

0

0

0

0

0

0

Taiwan 7

0

0

0

0

7

0

0

0

0

0

0

0

0

0

China 2

1

0

0

0

-

0

0

0

0

0

1

0

0

0

South Korea 13

0

0

0

0

13

0

0

0

0

0

0

0

0

0

Japan 9

0

0

0

0

6

3

0

0

0

0

0

0

0

0

24

1

3

5

-

11

3

0

0

0

0

1

0

0

0

Australia 4

2

2

4

1

69

1

0

2

Others 38

49

1

0

13 392

2

1

0

0

6 257

2

0

0

0

0

2

0

0

0

1306

47

160

6

26

412

52

3

7

12

9

509

2

13

10

Total

(Source: own data processing)

134

19

13

-

11

53

31

0

0

0

0

5

0

0

2

(Fonte: Elaborazione propria)

-

Italy

Italy

EXPORT

IMPORT Canada

IInput-Output of quantity trade 2010 (000 tonn.): slates (cod. 68.03)

USA

19. Input-Output dell’interscambio quantitativo 2010 (000 tonn.): ardesia (cod. 68.03)

XXII World Marble and Stones Report 2011 87


135.7 (61.6) 181,7 (65.3) 195,8 (63.7) 220,6 (65.1) 227.3 (63.8) 243.2 (64.6) 296.6 (66.7) 317.8 (65.0) 361.2 (66.7) 431.3 (68.6) 490.8 (59.5) 462,4 (67.7) 420,0 (67.7) 455.7 (63.6)

(Fonte: Elaborazione dati Eurostat/ICE/Comtrade)

(Source: Eurostat/ICE/Comtrade data processing)

220,2 100.0 278,4 100.0 307,3 100.0 338.7 100.0 356.2 100.0 376.7 100.0 444.5 100.0 488.8 100.0 541.6 100.0 628.4 100.0 705.8 100.0 682,9 100.0 320,6 100.0 716.2 100.0

Mill. eq. sq. mt.

50.8

2.7

41.3

15,083 100.0 8.681 100.0 20.805 100.0 22.751 100.0 24.102 100.0 25.381 100.0 29.586 100.0 31.847 100.0 36.058 100.0 41.368 100.0 46.232 100.0 45.193 100.0 41.078 100.0 48.498 100.0

880 3.4 1.070 3.6 1.252 3.8 1.256 3.5 1.369 3.4 1.568 3.4 1.500 3.3 1.242 3.1 1.306

Mill. eq. sq. mt.

967 4.0

7,337 48.7 9.823 52.7 10.585 50.9 11.926 52.4 12.289 51.0 13.149 51.8 16.034 54.2 17.180 52.3 19.527 54.2 23.311 56.4 26.532 57.4 24.993 55.3 22.703 55.3 24.633

4.7

Total

887 4.3 1.086

581 3.9

68.03

815 4.4

5,029 33.4 6.866 36.8 7.214 34.7 7.845 34.5 8.651 35.9 9.610 37.9 11.758 39.7 13.202 40.2 14.582 40.5 18.138 43.8 21.150 45.8 19.791 43.8 18.375 44.3 20.026

6.8

49.2

21.7

27.5

%

68.02

000 tons

2010

1,727 11.4 2.142 11.5 2.484 11.9 2.995 13.2 2.671 11.1 2.659 10.5 3.206 10.8 2.726 8.3 3.689 10.2 3.804 9.2 3.814 8.2 3.702 8.2 3.262 7.9 3.301

2009

68.01

2008

84,5 (34.8) 96,7 (34.7) 111,55 (36.3) 118.1 (34.9) 128.9 (36.2) 133.5 (35.4) 147.9 (33.3) 171.0 (35.0) 180.4 (33.3) 197.1 (31.4) 215.0 (30.5) 220,5 (32.3) 200,6 (32.3) 260.5 (36.4)

2007

Mill. eq. sq. mt.

2006

7,746 51.3 8.858 47.3 10.220 49.1 10.825 47.6 11.813 49.0 12.232 48.2 13.552 45.8 15.667 47.7 16.531 45.8 18.057 43.6 19.700 42.6 20.200 44.7 18.375 44.7 23.865

2005

Total

2004

6,356 42.1 6.785 36.3 7.901 38.0 7.754 34.1 8.576 35.6 8.426 33.2 8.346 28.2 10.237 31.2 10.266 28.4 10.563 25.5 11.429 24.7 10.816 23.9 8.909 21.7 10.531

2003

25.16

2002

000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons %

2001

1,390 9.2 2.073 11.0 2.319 11.1 3.071 13.5 3.237 13.4 3.806 15.0 5.206 17.6 5.430 16.5 6.265 17.4 7.495 18.1 8.271 17.9 9.384 20.8 9.466 23.0 13.334

%

2000

25.15

1999

000 000 000 000 tons % tons % tons % tons

1998

CODES

1994

GENERAL TOTAL

LAVORATI/PROCESSED

Grezzi/Raw

World stone industry: historical outline and types of import-export

20. Industria lapidea mondiale: andamento storico e tipologie dell’interscambio

88 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


XXII World Marble and Stones Report 2011

89

21. Interscambio lapideo per Paesi e tipologie (000 tonn./2010): export UE/27 Stone exchange for Countries and types (000 tons/2010): export EU/27 25.15

25.16

68.01

68.02

68.03

TOTAL

Austria

103

82

21

17

1

224

Belgium

18

158

179

213

12

580

Bulgaria

30

6

1

28

-

65

Cyprus

-

-

-

-

-

-

Czech Republic

-

8

57

54

1

120

Denmark

-

2

7

8

-

17

Estonia

-

-

-

2

1

3

Finland

-

308

1

22

-

331

37

56

34

128

2

257

Germany

234

229

149

106

13

731

Greece

411

13

-

322

2

748

Hungary

-

1

-

2

-

3

Ireland

-

9

1

14

9

33

1321

175

160

1478

10

3.144

Latvia

-

-

-

7

-

7

Lithuania

-

-

-

2

-

2

Luxembourg

-

8

1

1

1

11

Malta

-

-

-

-

-

-

18

42

215

131

2

408

1

89

91

26

-

207

Portugal

478

212

359

323

9

1.381

Romania

7

1

2

10

-

20

Slovakia

-

-

-

1

-

1

Slovenia

4

-

-

5

-

9

1.117

296

21

525

509

2.468

Sweden

1

229

2

2

2

236

United Kingdom

1

30

4

6

21

62

3.781

1.954

1.305

3.433

595

11.068

COUNTRIES

France

Italy

Netherlands Poland

Spain

TOTAL EU-27 (Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


90

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

22. Interscambio lapideo per Paesi e tipologie (000 tonn./2010): import UE/27 Stone exchange for Countries and types (000 tons/2010): import EU/27 25.15

25.16

68.01

68.02

68.03

TOTAL

Austria

5

34

95

190

3

327

Belgium

22

180

344

630

421

218

Bulgaria

12

1

2

27

-

42

Cyprus

2

-

5

55

5

67

Czech Republic

1

18

5

30

4

58

Denmark

1

59

101

32

7

200

Estonia

-

1

1

6

1

9

Finland

-

7

24

10

1

42

France

20

297

357

309

273

1.256

Germany

60

186

615

809

92

1.762

141

68

4

115

-

328

Hungary

5

7

8

32

-

52

Ireland

4

17

18

57

17

113

427

883

132

243

13

1.698

Latvia

-

89

1

3

-

93

Lithuania

-

9

3

19

1

32

Luxembourg

1

190

27

20

7

245

Malta

1

2

-

11

-

14

66

42

391

242

17

758

8

228

34

270

4

544

Portugal

28

51

1

25

4

109

Romania

4

5

17

71

1

98

Slovakia

3

3

17

29

-

52

Slovenia

2

9

7

23

1

42

54

485

42

214

34

829

2

35

45

30

3

115

20

561

179

287

191

1.238

889

3467

2475

3789

721

11.341

COUNTRIES

Greece

Italy

Netherlands Poland

Spain Sweden United Kingdom TOTAL EU-27 (Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

91

23. Interscambio lapideo per Paesi e tipologie (000 tonn./2010): export altri UE Stone exchange for Countries and types (000 tons/2010): export other EU 25.15

25.16

68.01

68.02

68.03

TOTAL

Albania

14

115

1

4

-

134

Armenia

2

6

-

13

-

21

Belarus

-

-

-

3

-

3

Bosnia

4

2

1

5

-

12

Croatia

129

37

2

27

-

195

Georgia

-

1

-

-

-

1

Iceland

-

-

-

-

-

-

52

1

-

4

-

57

-

-

-

-

-

-

10

-

-

3

-

13

Norway

2

395

5

3

7

412

Russia

3

6

-

16

-

25

Serbia

1

1

1

4

-

7

Switzerland

-

38

1

7

-

46

Ukraine

-

21

27

39

-

87

217

623

38

128

7

1013

COUNTRIES

Macedonia Moldova Montenegro

TOTAL other EU (Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


92

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

24. Interscambio lapideo per Paesi e tipologie (000 tonn./2010): import altri UE Stone exchange for Countries and types (000 tons/2010): export other EU 25.15

25.16

68.01

68.02

68.03

TOTAL

Albania

41

-

-

23

-

64

Armenia

-

1

-

10

-

11

Belarus

3

24

1

16

-

44

Bosnia

6

17

1

28

-

52

Croatia

3

10

2

55

-

70

Georgia

-

3

-

7

-

10

Iceland

-

1

-

1

-

2

Macedonia

4

1

-

17

-

22

Moldova

-

1

-

5

-

6

Montenegro

1

3

1

9

-

14

Norway

2

27

122

27

3

181

Russia

3

86

63

309

3

464

Serbia

3

30

1

20

-

54

90

179

107

132

8

516

1

-

-

14

-

15

157

383

298

673

14

1525

COUNTRIES

Switzerland Ukraine TOTAL other EU (Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

93

25. Interscambio lapideo per Paesi e tipologie: extra-europei leader (000 tonn./2010). Export

Stone exchange for Countries and types: leading extra-europe (000 tons/2010). Export COUNTRIES

25.15

25.16

68.01

68.02

68.03

TOTAL

Australia

1

47

1

3

-

52

Brazil

5

1182

101

778

160

2.226

Canada

2

76

4

126

26

234

China

80

588

1.038

10.378

412

12.496

Egypt

1610

4

-

268

-

1.882

India

166

3720

2

1.065

52

5.005

Iran

817

4

-

139

-

960

Japan

1

46

-

2

-

49

South Africa

-

363

-

37

3

403

South Korea

-

10

-

3

-

13

Taiwan

3

4

-

50

2

59

Turkey

4680

192

51

1.677

3

6.603

55

122

16

250

6

449

7420

6.358

1.213

14.776

664

30.431

USA Total (Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


94

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

26. Interscambio lapideo per Paesi e tipologie: extra-europei leader (000 tonn./2010). Import

Stone exchange for Countries and types: leading extra-Europe (000 tons/2010). Import COUNTRIES

25.15

25.16

68.01

68.02

68.03

TOTAL

Australia

1

5

42

149

13

210

Brazil

1

2

-

68

-

71

55

70

28

370

24

547

China

8.524

3.736

2

48

2

12.312

Egypt

239

40

1

16

1

297

India

318

56

-

86

-

460

Iran

-

-

-

-

-

-

Japan

7

18

134

869

9

1.037

South Africa

-

9

-

59

10

78

South Korea

10

80

75

2.340

13

2.518

Taiwan

261

990

58

281

7

1.597

Turkey

2

69

12

260

3

346

18

215

18

3.004

134

3.389

9.436

5.290

370

7.550

216

22.862

Canada

USA Total (Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

95

27. Interscambio lapideo per Paesi e tipologie: altri extra-europei (000 tonn./2010). Export

Stone exchange for Countries and types: other extra-european (000 tons/2010). Export COUNTRIES

25.15

25.16

68.01

68.02

68.03

TOTAL

Afghanistan Algeria Argentina Bahrein Colombia Costarica Emirates Ethiopia Hong-Kong Indonesia Israel Jordan Kazakhstan Kyrgyzstan Macao Malaysia Mexico Morocco New Zealand Nigeria Oman Pakistan Panama Peru Philippines Santo Domingo Saudi Arabia Senegal Singapore Sri Lanka Thailand Tunisia Uruguay Venezuela Zimbawe Others Total

1 1 21 2 ... 150 2 2 9 15 27 15 3 147 65 2 10 1 ... 2 101 1 1.339 1961

2 1 ... 2 9 2 19 26 178 1 4 109 19 ... 3 3 1 6 72 1.139 1.596

5 10 107 ... 7 1 3 12 57 1 ... 1 541 745

1 13 4 7 32 ... 130 25 255 9 29 87 1 3 208 25 1 19 58 1 1 ... 7 12 10 651 1.689

1 3 4 ... 1 ... . 31 40

7 1 28 4 8 21 146 ... 289 28 257 9 20 63 144 16 6 545 148 1 21 68 7 110 19 ... 10 17 112 7 1 72 3.701 5.986

(Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


96

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

28. Interscambio lapideo per Paesi e tipologie: altri extra-europei (000 tonn./2010). Import

Stone exchange for Countries and types: other extra-european (000 tons/2010). Import COUNTRIES Afghanistan Algeria Argentina Bahrein Colombia Costarica Emirates Ethiopia Hong-Kong Indonesia Israel Jordan Kazakhistan Kyrgyzstan Macao Malaysia Mexico Morocco New Zealand Nigeria Oman Pakistan Panama Peru Philippines Santo Domingo Saudi Arabia Senegal Singapore Sri Lanka Thailand Tunisia Uruguay Venezuela Zimbawe Others Total (Fonte: Elaborazione propria)

25.15 98 1 2 14 9 168 52 3 143 6 5 46 5 14 2 2 4 2 6 68 14 17 45 102 1 35 1.988 2852

25.16 2 6 57 6 1 91 349 28 15 12 13 6 4 14 1 45 218 1 10 20 226 3 172 5 1 85 1.391

68.01 57 2 1 2 5 1 21 2 1 4 1 1 1 41 2 1 15 158

68.02 72 7 58 34 7 582 9 265 47 164 107 94 1 19 72 120 159 20 277 56 26 21 10 24 13 513 4 153 2 2 36 7 70 4.963 8.014

68.03 1 2 1 2 1 6 1 1 1 6 3 3 1 2 2 1 1 1 5 2 3 2 2 3 302 355

TOTAL 57 173 16 120 56 10 690 9 788 129 168 265 139 14 24 129 133 188 29 326 280 29 23 17 40 15 642 4 396 22 223 143 11 109 7.353 12.770

(Source: own data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

97

29. Interscambio lapideo mondiale (000 tonn/2010): export World stone exchange (000 tons/2010): export Raw PAR.

Countries/zones

68.01

68.02

68.03

3.781

1.954

1.305

3.433

595

11.068

217

623

38

128

7

1.013

Leading extra/EU

7.420

6.358

1.213

14.776

664

30.431

Others extra/EU

1.916

1.596

745

1.689

40

5.986

13.334

10.531

3.301

20.026

1.306

48.498

28.4

18.5

39.5

17.1

45.5

22.8

1.6

5.9

1.2

0.6

0.5

2.1

Leading extra/EU

55.6

60.4

36.7

73.8

50.8

62.7

Others extra/EU

14.4

15.2

22.6

8.5

3.2

12.4

100.0

100.0

100.0

100.0

100.0

100.0

Abs. Figures

Others Europe

Total EU/27 Others Europe Shares

Total

25.16

EU/27

Total (Fonte: Elaborazione propria)

25.15

Processed

(Source: own data processing)


98

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

30. Interscambio lapideo mondiale (000 tonn/2010): import World stone exchange (000 tons/2010): import Raw

Abs. Figures

PAR.

Total

Countries/zones

25.15

25.16

68.01

68.02

68.03

EU/27

889

3.467

2.475

3.789

721

11.341

Others Europe

157

383

298

673

14

1.525

Leading extra/EU

9.436

5.290

370

7.550

216

22.862

Others extra/EU

2.852

1.391

158

8.014

355

12.770

13.334

10.531

3.301

20.026

1.306

48.498

EU/27

6.7

32.9

74.9

18.9

55.2

23.4

Others Europe

1.2

3.6

9.0

3.4

1.0

3.1

Leading extra/EU

70.8

50.2

11.2

37.7

16.5

47.1

Others extra/EU

21.3

13.3

4.9

40.0

27.3

26.4

100.0

100.0

100.0

100.0

100.0

100.0

Total

Shares

Processed

Total (Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

99

31. Interscambio lapideo mondiale: quantitĂ (000 tonn) World stone trade: quantity (000 tons) Raw materials Years Calcareous Siliceous

Processed materials Total Simple

Special

Slate

Total

GENERAL TOTAL

1989

988

4.140

5.128

1.260

2.904

425

4.489

9.717

1990

915

4.519

5.434

1.327

3.025

448

4.800

10.234

1991

1.050

4.968

6.018

1.398

3.035

471

4.904

10.922

1992

1.000

5.043

6.043

1.490

3.845

502

5.837

11.880

1993

1.074

5.218

6.292

1.628

4.200

548

6.376

12.668

1994

1.390

6.356

7.746

1.727

5.029

581

7.337

15.083

1995

1.396

6.024

7.420

1.903

5.606

644

8.153

15.573

1996

1.533

6.562

8.095

2.278

6.267

700

9.245

17.340

1997

1.987

7.515

9.502

2.245

6.675

769

9.689

19.191

1998

2.073

6.785

8.858

2.142

6.866

815

9.823

18.681

1999

2.319

7.901

10.220

2.484

7.214

887

10.585

20.805

2000

3.071

7.754

10.825

2.995

7.845

1.086

11.926

22.751

2001

3.237

8.576

11.813

2.671

8.651

967

12.289

24.102

2002

3.806

8.426

12.232

2.659

9.610

880

13.149

25.381

2003

5.206

8.346

13.552

3.206

11.758

1.070

16.034

29.586

2004

5.430

10.237

15.667

2.726

13.202

1.252

17.180

32.847

2005

6.265

10.266

16.531

3.689

14.582

1.256

1.256

36.058

2006

7.495

10.562

18.057

3.804

18.138

1.369

23.311

41.368

2007

8.271

11.429

19.700

3.814

21.150

1.568

26.532

46.232

2008

9.384

10.816

20.200

3.702

19.791

1.500

24.993

45.193

2009

9.466

8.909

18.375

3.262

18.199

1.242

22.703

41.078

2010

13.334

10.531

23.865

3.301

20.026

1.306

24.633

48.498

(Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


100

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

32. Interscambio lapideo mondiale: variazioni storiche World stone trade: historical outline Raw materials Years Calcareous Siliceous

Processed materials Total Simple

Special

Slate

Total

GENERAL TOTAL

1990

- 7.4

+ 9.2

+ 6.0

+ 5.3

+ 4.2

+ 5.4

+ 4.6

+ 5.3

1991

+ 14.7

+ 9.9

+ 10.7

+ 5.4

+ 0.3

+ 5.1

+ 2.2

+ 6.7

1992

- 4.8

+ 1.5

+ 0.4

+ 6.6

+ 26.7

+ 6.6

+ 19.0

+ 8.8

1993

+ 7.4

+ 3.5

+ 4.1

+ 9.3

+ 9.2

+ 9.2

+ 9.2

+ 6.6

1994

+ 29.4

+ 21.8

+ 23.1

+ 6.1

+ 19.7

+ 6.0

+ 15.1

+ 19.1

1995

+ 0.5

-5.2

-4.2

+ 10.2

+ 11.5

+ 10.8

+ 11.1

+ 3.2

1996

+ 9.8

+ 8.9

+ 9.1

+ 19.7

+ 11.8

+ 8.7

+ 13.4

+ 11.3

1997

+ 29.6

+ 14.5

+ 17.4

- 1.4

+ 6.5

+ 9.9

+ 4.8

+ 10.7

1998

+ 4.3

- 9.3

-6.8

- 4.6

+ 2.9

+ 6.0

+ 1.4

- 2.7

1999

+ 11.9

+ 16.4

+ 15.4

+ 16.0

+ 5.1

+ 8.8

+ 7.8

+ 11.4

2000

+ 32.4

- 1.9

+ 5.9

+ 20.6

+ 8.7

+ 22.4

+ 12.7

+ 9.4

2001

+ 5.4

+ 10.6

+ 9.1

- 10.8

+ 10.3

- 11.0

+ 3.0

+ 5.9

2002

+ 17.6

- 1.7

+ 3.5

- 0.4

+ 11.1

- 9.0

+ 7.0

+ 5.3

2003

+ 36.8

- 0.9

+ 10.8

+ 20.6

+ 22.4

+ 21.6

+ 21.9

+ 16.6

2004

+ 4.3

+ 22.6

+ 15.6

- 15.0

+ 12.3

+ 17.0

+ 7.1

+ 11.0

2005

+ 15.4

+ 0.3

+ 5.5

+ 35.3

+ 10.5

+ 0.3

+ 13.7

+ 9.8

2006

+ 19.6

+ 2.9

+ 9.2

+ 3.1

+ 24.3

+ 9.0

+ 19.4

+ 14.7

2007

+ 10.4

+ 8.2

+ 9.1

+ 0.3

+ 16.6

+ 14.5

+ 13.8

+ 11.8

2008

+ 13.5

- 5.4

+ 2.5

- 2.9

- 6.4

- 4.3

- 5.8

- 2.2

2009

+ 0.9

- 17.6

-9.0

- 11.9

- 8.0

- 17.2

- 9.2

- 9.1

2010

+40.9

+18.2

+29.8

+1.2

+10.0

+5.1

+8.5

+18.1

(Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

101

33. Interscambio lapideo mondiale: indici World stone trade: index

Raw materials Years Calcareous Siliceous

Processed materials Total Simple

Special

Slate

Total

GENERAL TOTAL

1989

100.0

100.0

100.0

100.0

100.0

100.0

100.0

100.0

1990

92.6

109.2

106.0

105.3

104.2

105.4

104.6

105.3

1991

106.3

120.0

117.4

111.0

104.5

110.8

106.9

112.4

1992

101.2

121.8

117.8

118.3

132.4

118.1

127.2

122.3

1993

108.7

126.0

122.7

129.2

144.6

128.9

138.9

130.4

1994

140.7

153.5

151.0

137.1

173.2

136.7

159.8

155.2

1995

141.3

145.5

144.7

151.0

193.0

151.5

177.7

160.3

1996

155.2

158.5

157.8

180.8

215.8

164.7

201.5

178.5

1997

201.1

181.5

185.3

178.2

229.9

108.9

211.1

197.5

1998

209.8

163.9

172.7

170.0

236.4

191.8

214.1

192.3

1999

234.7

190.8

199.3

197.1

248.4

208.7

230.7

214.1

2000

310.8

187.3

211.1

237.6

270.1

255.5

259.9

234.1

2001

327.6

207.1

230.4

212.0

297.9

227.5

267.8

248.0

2002

385.2

203.5

238.5

211.0

330.9

207.1

286.5

261.2

2003

526.9

201.6

264.3

254.4

404.9

251.8

349.4

304.5

2004

549.6

247.3

305.5

216.3

454.6

294.6

374.4

338.0

2005

634.1

248.0

322.4

292.8

502.1

295.5

425.5

371.1

2006

758.6

255.1

352.1

301.9

624.6

322.1

508.0

425.7

2007

837.1

276.1

384.2

302.7

728.3

368.9

578.2

475.8

2008

949.8

261.3

393.9

293.8

681.5

352.9

544.6

465.1

2009

958.1

215.2

358.3

258.9

626.7

292.2

494.7

422.7

2010

1349.6

254.4

465.4

262.0

689.6

307.3

536.8

499.1

(Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


102

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

34. Interscambio lapideo mondiale: quote World stone trade: shares

Raw materials Years Calcareous Siliceous

Processed materials Total Simple

Special

Slate

Total

GENERAL TOTAL

1989

10.2

42.6

52.8

13.0

29.9

4.3

47.2

100.0

1990

8.9

44.1

53.0

13.0

31.8

4.2

47.0

100.0

1991

9.6

45.5

55.1

12.8

27.8

4.3

44.9

100.0

1992

8.4

42.5

50.9

12.5

32.4

4.2

49.1

100.0

1993

8.5

41.2

49.7

12.9

33.2

4.2

50.3

100.0

1994

9.2

42.1

51.3

11.4

33.3

4.0

48.7

100.0

1995

9.0

38.7

47.7

12.2

36.0

4.1

52.3

100.0

1996

8.8

37.8

46.6

13.1

36.1

4.2

53.4

100.0

1997

10.3

39.2

49.5

11.7

34.8

4.0

50.5

100.0

1998

11.0

36.3

47.3

11.5

36.8

4.4

52.7

100.0

1999

11.1

38.0

49.1

11.9

34.7

4.3

50.9

100.0

2000

13.5

34.1

47.6

13.2

34.5

4.7

52.4

100.0

2001

13.4

35.6

49.0

11.1

35.9

4.0

51.0

100.0

2002

15.0

33.2

48.2

10.5

37.9

3.4

51.8

100.0

2003

17.6

28.2

45.8

10.8

39.7

3.6

54.2

100.0

2004

16.5

31.2

47.7

8.3

40.2

3.8

52.3

100.0

2005

17.4

28.4

45.8

10.2

40.5

3.5

54.2

100.0

2006

18.1

25.5

43.6

9.2

43.8

3.4

56.4

100.0

2007

17.9

24.7

42.6

8.2

45.8

3.4

57.4

100.0

2008

20.8

23.9

44.7

8.2

43.8

3.3

55.3

100.0

2009

23.0

21.7

44.7

7.9

44.3

3.1

55.3

100.0

2010

27.5

21.7

49.2

6.8

41.3

2.7

50.8

100.0

(Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


306 2.0

255 1.7

2.218 14.7 2.393 15.4 3.095 17.8 3.130 16.3 2.268 13.7 3.156 15.2 4.095 18.0 4.692 19.5 5.700 22.5 6.992 23.6 7.534 22.9 8.896 24.7 10.338 25.0 11.533 25.0 11.793 26.1 11.733 28.6 12.496 25.8

1.197 7.9 1.335 8.6 1.346 7.8 2.070 10.8 1.724 9.2 1.888 9.1 2.307 10.1 2.294 9.5 2.431 9.6 3.192 10.8 3.875 11.8 4.044 11.2 4.522 10.9 5.571 12.1 5.426 12.0 5.311 12.9 5.005 10.3

520 3.4

266 1.8

637 4.2

3.278 21.7 2.895 18.6 3.785 21.8 3.942 20.5 4.357 23.3 25.7 25.7 4.904 21.6 5.612 23.2 5.445 21.5 6.834 23.1 7.434 22.6 8.020 22.2 9.925 24.0 11.276 24.4 11.306 25.1 8.941 21.6 11.844 24.6

15.083 100.0 15.573 100.0 17.340 100.0 19.191 100.0 18.681 100.0 100.0 100.0 22.751 100.0 24.102 100.0 25.381 100.0 29.586 100.0 32.847 100.0 36.058 100.0 41.368 100.0 46.232 100.0 45.193 100.0 41.078 100.0 48.498 100.0

Norway

China

India

South Africa

USA

Brazil

Others

TOTAL

724 4.2

283 1.6

680 3.9

261 1.5

289 1.7

377 1.1

349 1.0

404 1.0

255 0.6

365 0.8

285 0.6

376 0.8

266 0.6

359 0.9

246 0.6

748 1.5

257 0.5

899 4.7

305 1.6

900 4.7

238 1.2

378 1.9

434 2.3

336 1.6

947 4.6

249 1.2

376 1.8

426 2.0

243 1.1

960 4.2

297 1.3

340 1.5

658 2.9

253 1.0

903 3.7

315 1.3

325 1.3

267 1.1

936 3.7

352 1.4

326 1.3

267 0.9

742 2.5

362 1.2

338 1.1

276 0.8

687 2.1

412 1.3

352 1.1

364 1.0

660 1.8

365 1.0

385 1.1

371 0.9

620 1.5

330 0.8

385 0.9

387 0.8

551 1.2

379 0.8

380 0.8

287 0.6

513 1.1

311 0.7

319 0.7

369 0.9

380 0.9

350 0.9

241 0.6

449 0.9

403 0.8

412 0.8

331 0.7

985 4.1 1.470 5.8 2.065 7.0 2.633 8.0 3.045 8.4 4.041 9.8 4.736 10.2 4.886 10.8 4.868 11.9 6.603 13.6

(Source: own data processing)

898 4.8 1.020 4.9 1.084 4.8 1.222 5.1 1.412 5.6 1.508 5.1 1.800 5.5 2.157 6.0 2.536 6.1 2.475 5.4 1.990 4.4 1.651 4.0 2.226 4.6

364 1.9

867 4.6

236 1.3

301 1.6

469 2.5

(Fonte: Elaborazione propria)

687 4.4

237 1.5

708 4.6

208 1.3

287 1.8

358 2.1

370 1.3

225 0.6

731 1.5

Finland

257 1.7

340 1.3

237 0.7

737 1.8

914 4.8 1.064 5.7 1.133 5.4 1.217 5.3 1.217 5.0 1.054 4.2 1.046 3.5 1.147 3.5 1.235 3.4 1.335 3.2 1.532 3.3 1.266 2.8 1.089 2.7 1.381 2.8

277 1.1

181 0.6

855 1.9

214 1.4

903 5.2

331 1.5

194 0.8

785 1.7

Turkey

954 6.1

251 1.2

248 1.0

642 1.6

1.002 6.6

267 1.4

241 1.1

749 2.1

Portugal

305 1.6

234 1.1

534 1.6

1.409 9.3 1.514 9.7 1.497 8.6 1.593 8.3 1.586 8.5 1.659 8.0 2.028 8.9 1.861 7.7 1.843 7.3 2.213 7.5 2.460 7.5 2.442 6.8 2.403 5.8 2.635 5.7 2.445 5.4 1.968 4.8 2.468 5.1

234 1.3

228 1.2

405 1.4

Spain

189 1.2

272 1.4

420 1.7

196 1.3

198 1.1

348 1.4

Greece

186 1.2

411 1.8

179 1.2

340 1.6

France

244 1.3

Germany

248 1.3

285 1.9

Italy

249 1.4

3.121 20.7 3.391 21.8 3.438 19.8 3.563 18.5 3.508 18.7 3.429 16.5 3.635 16.0 3.550 14.7 3.191 12.6 3.071 10.4 3.089 9.4 3.122 8.7 3.261 7.9 3.342 7.2 3.154 7.0 2.835 6.9 3.144 6.5

COUNTRIES

332 2.1

1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % 000 % tons tons tons tons tons tons tons tons tons tons tons tons tons tons tons tons tons

Quantity exchange variation in leading exporter Countries

35. Variazioni dell’interscambio quantitativo nei principali Paesi esportatori (EX tav. 22/XXI Rapporto)

XXII World Marble and Stones Report 2011 103


205 1.4

184 1.2

140 0.9

731 4.8

5.254 34.8 4.536 29.1

15.083 100.0 15.573 100.0 5842 100.0 19.191 100.0 18.681 100.0 20.805 100.0 22.751 100.0 24.102 100.0 25.381 100.0 29.586 100.0 32.847 100.0 36.058 100.0 41.638 100.0 46.232 100.0 45.193 100.0 41.078 100.0 48.498 100.0

Suth Corea

Singapore

Canada

USA

Others

TOTAL

511 2.1

436 1.8

203 0.8

495 2.0

459 1.8

193 0.8

469 1.6

651 2.2

205 0.7

529 1.6

931 2.8

181 0.6

176 0.4

177 0.4

140 0.3

539 1.5

575 1.4

620 1.3

594 1.3

994 2.8 1.336 3.2 1.387 3.0 1.185 2.6

156 0.4

109 0.2

829 1.7

570 1.4

516 1.1

991 2.4 1.238 2.6

128 0.3

858 2.1

933 2.8 1.093 3.0 1.340 3.2 1.331 2.9 1.286 2.8 1.095 2.7 1.256 2.6

973 3.8 1.553 5.3 1.344 4.1 1.430 4.0 1.573 3.8 1.653 3.6 1.273 2.8

926 3.1

118 0.8

456 2.0

341 1.5

153 0.7

843 3.7 1.073 4.5

751 3.0

China

486 2.3

278 1.3

130 0.6

795 3.8

944 4.5 1.082 4.8 1.049 4.4

837 5.5

391 2.1

267 1.4

122 0.7

713 3.8

834 4.5

Taiwan

427 2.2

249 1.3

83 0.4

563 2.9

795 4.1

(Fonte: Elaborazione propria)

930 6.0

105 0.7

177 1.1

277 1.8

162 0.8

212 1.1

430 2.2

887 4.6

198 1.1

148 0.8

189 1.0

180 0.9

227 1.1

276 1.3

190 0.8

164 0.7

444 2.0

178 0.7

190 0.8

198 0.8

135 0.6

219 0.7

173 0.6

307 0.9

210 0.6

423 1.2

276 0.8

464 1.1

272 0.7

596 1.3

283 0.6

505 1.1

423 0.9

542 1.3

370 0.9

547 1.1

396 0.8

705 2.9 1.541 6.1 1.857 6.3 1.824 5.6 1.833 5.1 2.110 5.1 2.526 5.5 2.528 5.6 2.470 6.0 2.518 5.2

908 4.8 1.202 5.8 1.741 7.7 2.196 9.1 2.546 10.0 3.410 11.5 4.197 12.8 4.554 12.6 6.007 14.5 7.245 15.7 8.207 18.2 8.166 19.9 12.312 25.4

(Source: own data processing)

757 33.7 6.227 32.4 5.895 31.5 6.525 31.4 7.721 33.8 7.551 31.3 8.753 34.5 10.051 34.0 11.078 33.7 13.124 36.4 13.926 33.7 16.819 36.3 17.969 39.9 16.645 40.4 19.294 39.8

149 4.4 1.074 5.5 1.320 7.1 1.640 7.9 1.815 8.0 2.006 8.3 2.083 8.2 2.871 9.7 3.273 10.0 3.727 10.3 4.943 11.9 5.277 11.4 3.956 8.8 3.147 7.7 3.389 7.0

210 0.9

378 1.2

454 2.2

282 1.8 1.119 2.6

955 6.1 2.533 6.5 1.714 8.9 1.429 7.6 1.796 8.6 1.471 6.4 1.459 6.1 1.458 5.7 1.048 3.5 1.768 5.4 1.896 5.3 1.938 4.7 1.608 3.5 1.484 3.3 1.312 3.2 1.597 3.3

313 14.6 2.085 10.9 1.735 9.3 1.744 8.4 1.738 7.6 1.805 7.5 1.755 6.9 1.674 5.7 1.680 5.1 1.735 4.8 1.563 3.8 1.459 3.2 1.238 2.7 1.223 3.0 1.037 2.1

313 1.8

184 1.1

80 0.5

541 3.1

659 3.8

2.241 14.9 2.173 14.0

384 2.5

190 1.2

68 0.4

482 3.1

744 4.8

Japan

2010

372 2.5

2009

Switzerland

2008

251 1.7

2007

Un. Kingdom

2006

44 0.3

2005

Portugal

2004

377 2.5

2003

Spain

2002

782 5.2

2001

France

2000

1.864 12.4 2.226 14.3 2.175 12.2 2.139 11.1 2.400 12.8 2.386 11.5 2.223 9.8 2.416 10.0 1.871 7.4 2.478 8.3 1.911 5.8 1.795 5.0 2.407 5.8 2.596 5.6 2.098 4.6 1.967 4.8 1.762 3.6

1999

Germany

1998

1.683 11.2 2.044 13.1 1.946 11.2 2.144 11.2 2.132 11.4 2.196 10.5 2.359 10.4 2.324 9.6 2.170 8.5 2.271 7.7 2.681 8.2 2.483 6.9 2.738 6.6 2.655 5.7 2.307 5.1 1.594 3.9 1.698 3.5

1997

Italy

1996

COUNTRIES

1995

000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons %

1994

Quantity exchange variation in leading importer Countries

36. Variazioni dell’interscambio quantitativo nei principali Paesi importatori

104 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

226 16.2 234 15.3 447 22.4 293 14.2 473 20.3 881 31.8 732 22.7 955 25.1 1.462 28.1 1.280 23.6 1.715 27.4 2.101 28.0 2.700 32.6 3.340 35.7 2.643 27.8 3850 28.9

1.396 100.0 1.533 100.0 1.987 100.0 2.073 100.0 2.319 100.0 3.071 100.0 3.237 100.0 3.806 100.0 5.206 100.0 5.430 100.0 6.265 100.0 7.495 100.0 8.271 100.0 9.384 100.0 9.466 100.0 13334 100.0

Total

4.6

75

3.2

2.7 87

40 2.8

1.3 76

63 2.3

1.9 80

29

34

2.1 101

0.8

29 1.9 149

0.7

5.8 389

1.9 173

5.2 568

2.3 210

6.9 595

2.5 218

61

4.0

62

3.2 114

5.5 124

5.3 187

5.5 817

2.1 166

2.5 411

1.4 234

31 2.7 169

0.5

35 2.7 250

0.5

28 3.3 286

0.5

27 3.5 293

0.3

28

10

7.8 1117

3.3 478

0.3

8.4

3.6

0.1

(Source: own data processing)

6.1 371 11.5 624 16.4 1.148 22.0 1.363 25.1 1.569 25.0 2.130 28.4 1.718 20.8 2.184 23.3 3.198 33.8 4680 35.1

9.7 735

3.1 313

0.3

9.9

6.1

1.2

3.1

1.8

1.0

(Fonte: Elaborazione propria)

4.4

6.3 518

2.3 203

2.5 233

1.2 128

9.0 786 12.5 885 11.8 971 11.7 1.007 10.7 1.075 11.4 1321

6.4 364

2.9 117

2.9 239

1.5 116

1.0 129

0.1

Others

96

62

5.2 345

3.3 159

3.8 240

1.2 120

1.1 101

18

0.8

62

3.9

2.1

5.3 268

3.6 174

93

3.7 282

1.2

1.4 105

1.4

1.7 103

Turkey

77

43

6.3 201

3.5 138

78

4.5 230

1.4

1.5 118

6.7 154 10.0 329 16.5 315 15.2 359 15.5 454 14.8 481 14.9 598 15.7 785 15.1 1.024 18.9 985 15.7 810 10.8 956 11.6 906

6.4

1.7

3.5 205

2.6 114

75

4.7 243

1.0

1.2 110

2.1 128

1.7 163

94

98

33

44 107

80

54

5.0 244

1.4

74

3.0 198

1.3 156

Spain

7.6

2.2

4.5 101

2.5

54

4.2 191

1.7

2.1

2.1 248

1.1 108

106

34

93

59

5.7 136

54

0.8 112

81

1.2 156

1.1

Portugal

4.9

2.3

2.9

4.0 174

1.6

42

75

72

68

45

60

93

49

1.4

1.1

1.8

Philippines

1.9

3.4

4.0

2.0

54

62

99

588 42.1 634 41.4 596 30.0 635 30.6 616 26.5 769 25.0 755 23.3 706 18.5 688 13.2 490

29

67

83

47

1.7

2.2

1.8

Italy

1.5

2.4

4.9

1.0

55

91

2.6 115

2.0

21

37

98

20

1.6

99

77

Iran

3.9

3.1

0.3

50

3.7

2.3

54

48

6

4.7

75

3.9 120

2.4

India

2.4

0.9

5.4 110

74

4.6 119

4.0

34

14

5.1 112

5.8 108

92

Greece

1.9

2.7 102

1.3 122

4.2

26

41

26

87

Germany

2.3

3.7

5.0

32

57

99

Croatia

1.1

6.0

15

92

Belgium

5.0

70

Austria

COUNTRIES

1996

000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons %

1995

World exchange of raw calcareous stones (code 25.15): export (000 tons)

37. Interscambio mondiale di calcarei grezzi (cod. 25.15): export (000 tonn.)

XXII World Marble and Stones Report 2011 105


1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

96 6.9

79 5.7 131 8.5

131 9.4 116 7.6 138 6.9 136 6.6 169 7.3 129 4.2 132 4.1 107 2.8 148 2.8 183 3.4 186 3.0 195 2.6 230 2.8 233 2.5 202 2.1

19 1.4

413 29.5 453 29.5 699 35.1 689 33.2 667

Spain

Switzerland

Taiwan

United States

Others

40 2.6

85 5.5

98 4.2

72 2.3

69 2.1

30 0.8

97 1.8

79 2.1 100 1.9 47 0.9

89 1.6

18 0.3

96 1.5

40 0.5

86 1.1

75 1.0

17 0.2 101 1.0

10 0.5

34 1.6

89 2.7

92 2.4

68 2.2 125 3.9 152 4.0

94 3.1

67 1.3

61 1.1

38 0.6

38 0.5

18 0.2

55 0.5

21 0.2

88 1.7 132 2.4 120 1.9 107 1.4 113 1.4 104 1.1 105 1.1

18 0.1

261 2.0

90 0.7

54 0.4

66 0.5

138 1.0

427 3.2

168 1.3

141 1.1

60 0.4

28 1.027 33.4 812 25.1 1.260 33.1 1.769 34.0 1.679 30.9 2.317 37.0 2.404 32.1 1.829 22.1 2.312 24.6 2.884 30.8 3367 25.3

63 2.7

92 4.6 105 5.1 103 4.4

93 1.0

76 0.9 149 1.6 156 1.6

96 1.2 110 1.2 100 1.0

39 0.5

87 4.4 115 5.5 112 4.8 153 5.0 163 5.0 169 4.4 334 6.4 140 2.6 206 3.3 209 2.8 261 3.2 307 3.3

61 4.0 110 5.5 106 5.1

58 0.6

20 0.1

(Source: own data processing)

1.396 100.0 1.533 100.0 1.987 100.0 2.073 100.0 2.319 100.0 3.071 100.0 3.237 100.0 3.806 100.0 5.206 100.0 5.430 100.0 6.265 100.0 7.495 100.0 8.271 100.0 9.384 100.0 9.466 100.0 13.334 100.0

(Fonte: Elaborazione propria)

Total

54 3.9

87 0.9

22 0.2

Netherlands

56 0.7 119 1.4

26 0.3

153 11.0 170 11.1 168 8.5 189 9.1 154 6.6 106 3.5 106 3.3

32 0.5

20 0.2

Lebanon

47 0.9

20 0.3

12 0.4 139 3.6 183 3.5 225 4.1 236 3.8 259 3.5 316 3.8 228 2.4 189 2.0

47 0.9

86 4.1 113 4.9 114 3.7 125 3.9 112 2.9 129 2.5 125 2.3 112 1.8

59 1.9

36 0.9

21 0.3

261 18. 277 18.1 334 16.8 317 15.3 310 13.4 368 12.0 431 13.3 368 9.7 431 8.3 495 9.1 470 7.5 608 8.1 678 8.2 664 7.1 402 4.2

84 4.2

44 1.9

39 1.2

31 0.6

Italy

33 2.2

29 1.4

62 2.0

37 0.7

42 3.0

29 1.5

70 3.0

29 0.8

Hong-Kong

18 1.2

44 2.1

73 2.4 114 3.5

6 0.4

39 2.0

54 2.3

Greece

36 2.3

63 3.0

45 3.2

65 3.3

Germany

29 1.9

32 2.3

France

%

2010 000 tons

84 5.5 132 6.6 160 7.7 362 5.6 746 24.3 1.020 31.5 1.233 32.4 1.776 34.1 2.176 40.1 2.413 38.5 3.398 45.3 4.476 54.1 5.092 54.3 5.133 54.2 8.524 63.9

65 4.7

China

COUNTRIES

1996

000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons %

1995

World exchange of raw calcareous stones (code 25.15): import (000 tons)

38. Interscambio mondiale di calcarei grezzi (cod. 25.15): import (000 tonn.)

106 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


574 9.5

61 1.0

United States 158 2.0

375 4.8 168 2.0

299 3.5

885 10.3

166 2.0

298 3.5

905 10.7

169 2.0

295 3.5

716 8.6

312 3.7

178 1.7

329 3.2

660 6.4

310 3.0

193 1.9

311 3.0

637 6.2

380 3.7

351 3.4

136 1.3

327 3.1

573 5.4

333 3.2

294 2.8

189 1.8

283 2.7

312 3.0

151 1.3

349 3.1

506 4.4

469 4.1

311 2.7

197 1.7

357 3.1

325 2.8

118 1.1

383 3.5

464 4.3

254 2.3

298 2.8

170 1.6

366 3.4

301 2.7

98 1.1

217 2.4

338 3.8

138 1.5

330 3.7

162 1.8

324 3.6

207 2.3

122 1.2

296 2.8

363 3.4

212 2.0

395 3.8

175 1.7

229 2.2

308 2.9

588 5.6

76 0.7

(Source: own data processing)

(Fonte: Elaborazione propria)

6.024 100.0 6.562 100.0 7.515 100.0 6.785 100.0 7.901 100.0 7.754 100.0 8.576 100.0 8.426 100.0 8.346 100.0 10.237 100.0 10.266 100.0 10.562 100.0 11.429 100.0 10.816 100.0 8.909 100.0 10.531 100.0

198 2.5

353 4.5

937 12.1

370 4.4

394 3.8

205 2.0

337 3.3

342 3.3

379 4.3

68 0.8

Total

220 3.2

378 5.6

921 11.7

310 3.6

344 4.1

216 2.1

225 2.2

324 3.2

713 6.6

57 0.5

1.264 21.0 1.634 24.9 1.290 17.2 1.165 17.2 1.962 24.8 1.501 19.4 1.927 11.5 2.010 23.9 1.982 23.7 2.747 26.8 2.216 21.6 2.858 27.1 2.800 24.7 2.650 24.6 1.902 21.5 2865 27.2

182 2.4

428 5.7

839 12.4

199 2.6

323 3.8

175 2.1

173 2.1

313 3.8

942 8.2

73 0.6

Others

160 2.4

481 7.3

844 11.2

216 2.7

286 3.3

155 1.8

183 2.2

303 3.6

960 9.1

115 1.1

786 8.8 1182 11.2

Spain

614 9.4

373 5.4

265 3.4

185 2.2

140 1.6

295 3.4

189 1.8

906 8.4

678 11.3

224 3.0

235 3.0

131 1.7

147 1.9

314 4.0

190 1.9

776 9.3 1.279 12.5 1.569 15.3

162 1.9

832 8.1 1.044 10.2 1.248 11.8 1.176 10.3

South Africa

171 2.6

211 3.1

193 2.4

157 2.0

352 4.5

801 9.5

88 1.0

819 9.8

141 2.3

214 2.8

217 3.2

116 1.7

275 4.1

253 3.0

880 10.3 1.012 12.0

916 11.8 1.289 15.0

245 3.2

804 10.4

Portugal

230 3.5

204 2.7

131 1.7

354 4.7

818 10.4

228 2.9

831 10.5

181 3.0

170 2.6

135 2.1

267 4.1

709 10.4

240 3.5

753 11.1

Norway

195 2.6

773 10.3

875 13.3 1.006 13.4

73 1.1

621 9.5

178 3.0

2010

Italy

2009

1.077 17.9 1.131 17.2 1.670 22.2 1.289 19.0 1.437 18.2 1.762 22.7 1.659 19.3 1.812 21.5 2.110 25.3 2.553 24.9 2.492 24.3 2.934 27.8 3.773 33.0 4.136 38.2 3.960 44.4 3720 35.3

2008

India

2007

214 3.6

2006

Germany

2005

265 4.4

2004

Finland

2003

722 12.0

2002

China

2001

65 1.1

2000

Canada

1999

604 10.0

1998

Brazil

1997

000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons %

1996

COUNTRIES

1995

World exchange of raw calcareous stones (code 25.15): export (000 tons)

39. Interscambio mondiale di silicei grezzi (cod. 25.16): export (000 tonn.)

XXII World Marble and Stones Report 2011 107


6.024 100.0 2.562 100.0 7.515 100.0 6.785 100.0 7.901 100.0 7.754 100.0 8.576 100.0 8.426 100.0 8.346 100.0 10.237 100.0 10.266 100.0 10.562 100.0 11.429 100.0 10.816 100.0 8.909 100.0 10.531 100.0

(Fonte: Elaborazione propria)

263 3.3

180 1.7

Total

180 2.7

176 2.0

937 15.6 1.425 21.7 1.823 24.2 1.277 18.9 1.648 20.9 1.585 20.4 1.979 23.1 2.313 27.5 1.958 23.5 2.846 27.8 2.912 28.4 2.356 22.3 3.526 30.8 3.474 32.1 2.752 30.8 3240 30.8

131 1.7

223 2.1

Others

139 2.1

456 4.0

45 0.7

471 4.5

United States

183 2.3

151 1.9

527 6.8

67 0.9

142 1.8

267 3.4

349 4.5

332 4.3

210 2.4

665 7.8

44 0.5

155 1.8

231 2.7

527 6.1

290 3.4

195 2.3

653 7.7

52 0.6

94 1.1

135 1.6

372 4.4

201 2.4

315 4.1

310 3.6

301 3.6

893 13.6 1.416 18.8 1.137 16.8 1.426 18.0 1.146 14.8 1.150 13.4 1.051 12.5

124 1.8

274 2.7

736 12.2

156 2.1

502 6.4

288 2.8

Taiwan

131 2.0

450 6.6

272 3.2

117 1.9

386 5.1

140 1.8

207 2.5

Switzerland

350 5.3

108 1.6

211 2.5

200 2.0

898 8.8

38 0.4

78 0.8

69 0.7

386 3.8

203 2.0

154 1.5

890 8.7

50 0.5

358 3.5

54 0.5

187 1.8

196 1.9

160 1.5

735 7.0

58 0.5

445 4.2

45 0.4

265 2.5

205 1.9

178 1.6

801 7.0

66 0.6

279 2.4

48 0.4

303 2.7

312 2.7

374 4.5

331 3.3

303 3.0

408 3.9

241 2.1

640 7.7 1.134 11.0 1.262 12.3 1.256 11.9 1.014 8.9

185 2.2

943 11.3

63 0.8

63 0.8

84 1.0

386 4.6

224 2.7

125 1.4

759 8.5

154 1.7

425 4.8

112 1.3

180 2.0

32 0.4

784 8.8

184 2.1

297 3.3

215 2.0

990 9.4

179 1.7

485 4.6

80 0.8

42 0.4

18 0.2

883 8.4

186 1.8

297 2.8

(Source: own data processing)

262 2.4

904 8.4

169 1.6

546 5.0

41 0.4

359 3.3

30 0.3

243 2.2

337 3.1

834 10.8 1.078 12.6 1.244 14.7 1.565 18.8 1.966 19.2 2.079 20.3 2.498 23.7 2.667 23.3 3.041 28.1 2.929 32.9 3.736 35.5

209 2.7

272 4.5

193 2.6

125 1.6

362 4.6

416 5.3

269 3.4

596 7.5

270 3.4

Spain

210 3.2

123 1.8

416 6.1

490 7.2

242 3.6

316 4.7

230 3.4

203 3.4

87 1.2

547 7.3

412 5.5

218 2.9

231 3.1

223 3.0

South Korea

148 2.3

665 10.1

409 6.2

223 3.4

63 0.9

353 5.4

176 2.9

2010

Netherlands

2009

818 13.6

2008

Japan

2007

1.698 28.2 1.553 23.7 1.692 22.5 1.692 24.9 1.701 21.5 1.830 23.6 1.726 20.1 1.608 19.1 1.589 19.0 1.800 17.6 1.547 15.1 1.660 15.7 1.538 13.5 1.187 11.0

2006

Italy

2005

407 6.8

2004

Germany

2003

244 4.1

2002

France

2001

53 0.8

2000

China

1999

318 5.3

1998

Belgium

1997

COUNTRIES

1996

000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons %

1995

World exchange of raw calcareous stones (code 25.15): import (000 tons)

40. Interscambio mondiale di silicei grezzi (cod. 25.16): import (000 tonn.)

108 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


2005

2006

2007

2008

2009

2010

232 12.2

1.903 100.0 2.278 100.0 2.245 100.0 2.142 100.0 2.484 100.0 2.995 100.0 2.671 100.0 2.659 100.0 3.206 100.0 2.726 100.0 3.689 100.0 3.804 100.0 3.814 100.0 3.702 100.0 3.262 100.0 3.301 100.0

Total

336 15.0

513 23.9

13 0.6 306 12.3

15 0.6 299 10.0

33 1.1

665 22.2

598 22.4

10 0.4

526 19.7

339 12.7

28 1.1

353 13.3

172 6.5

411 12.8

10 0.4

354 11.0

202 6.3

12 0.3

397 10.8

45 1.2

267 7.2

11 0.3

441 11.6

153 4.0

195 5.1

13 0.3

440 11.5

101 2.6

218 5.7

208 5.5

18 0.5

447 12.1

83 2.2

168 4.5

180 4.9

...

...

...

...

91 2.8

21 0.6 517 15.8 897 27.2

13 0.4

398 12.2 359 10.9

69 2.1

212 3.7 215 6.5

168 5.2 160 4.8

...

(Source: own data processing)

385 14.1 1.165 31.5 1.172 30.8 1.094 28.8 1.301 35.1

20 0.7

393 14.4

93 3.4

278 10.2

201 5.3

...

(Fonte: Elaborazione propria)

311 13.7

12 0.5

598 24.1

221 8.3

195 6.1

198 5.4

509 13.3

156 4.8 149 4.5

Others

10 0.4

382 17.8

236 7.9

119 4.5

210 7.7

480 12.6

239 6.5

34 1.0

11 0.6

384 17.1

245 9.9

127 4.8

208 6.5

485 13.2

176 4.6

30 0.9

57 1.7

Spain

416 18.3

207 9.7

78 2.6

223 8.4

306 11.2

155 4.1

35 0.9

75 2.3

490 25.7

245 10.9

122 4.9

221 8.3

226 7.1

209 5.7

30 0.8

91 2.5

Portugal

205 9.0

95 4.4

231 7.7

145 5.5

153 5.6

23 0.6

95 2.9 101 3.1

178 5.5 179 5.4

846 22.8 1.442 44.2 1.038 31.4

113 3.1

181 4.9

152 8.0

42 1.9

213 8.6

151 5.7

112 3.5

20 0.5

106 2.8

558 14.6

148 3.9

213 5.6

Poland

53 2.3

205 9.6

123 4.1

113 4.2

20 0.7

113 3.0

419 11.0

135 3.5

306 8.0

58 3.0

224 10.0

99 4.0

80 3.0

16 0.5

73 2.0

250 6.8

130 3.5

438 11.9

Netherlands

220 9.7

98 4.6

137 4.6

23 0.9

126 4.6

198 7.3

121 4.4

423 15.5

232 12.2

25 1.1

79 3.2

28 1.0

166 5.2

852 26.6

90 2.8

364 11.4

Italy

16 0.6

53 2.5

20 0.7

161 6.1

591 22.2

62 2.3

330 12.4

31 1.6

62 2.8

16 0.6

204 7.6

205 7.7

56 2.1

244 9.1

India

33 1.4

21 1.0

208 6.9

770 25.7

40 1.3

155 5.2

26 1.4

16 0.7

188 7.6

354 14.3

33 1.3

216 8.7

Germany

5 0.2

142 6.6

274 12.8

26 1.2

113 5.3

5 0.3

222 9.9

486 23.1

21 0.9

170 7.6

France

138 6.1

732 32.1

10 0.4

132 5.8

104 5.5

2004

Czech Rep.

2003

418 22.0

2002

China

2001

8 0.4

2000

Brazil

1999

136 7.1

1998

Belgium

1997

COUNTRIES

1996

000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons %

1995

World exchange of simple processed stones (code 68.01): export (000 tons)

41. Interscambio mondiale di lavorati semplici (cod. 68.01): export (000 tonn.)

XXII World Marble and Stones Report 2011 109


1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

43 2.3

26 1.4

86 4.5

9 0.5

140 7.4

1.903 100.0 2.278 100.0 2.245 100.0 2.142 100.0 2.484 100.0 2.995 100.0 2.671 100.0 2.659 100.0 3.206 100.0 2.726 100.0 3.689 100.0 3.804 100.0 3.814 100.0 3.702 100.0 3.262 100.0 3.301 100.0

Sweden

Switzerland

Taiwan

Others

Total

(Fonte: Elaborazione propria)

159 7.0

10 0.4

80 3.5

24 1.1

37 1.6

294 13.1

6 0.3

78 3.5

29 1.3

39 1.7

258 11.5

120 5.7

27 1.3

64 3.0

43 2.0

41 1.9

189 8.8

278 11.2

89 3.6

95 3.8

43 1.7

45 1.8

221 8.9

214 8.6

524 17.5

97 3.2

98 3.3

56 1.9

54 1.8

241 8.0

210 7.0

219 8.2

90 3.4

97 3.6

67 2.5

51 1.9

287 10.7

214 8.0

69 2.6

345 13.0

104 3.9

92 3.5

68 2.6

66 2.5

357 13.4

198 7.4

97 3.6

310 9.7

125 3.9

76 2.4

55 1.7

60 1.9

473 14

183 5.7

115 3.6

427 15.7

166 6.1

62 2.3

38 1.4

72 2.6

435 16.0

29 1.1

124 4.5

828 22.4

153 4.1

124 3.4

53 1.4

88 2.4

586 15.9

21 0.6

211 5.7

...

938 24.7

151 4.0

133 3.5

...

92 2.4

403 10.6

185 4.8

151 4.0

796 20.9

118 3.1

133 3.5

48 1.3

70 1.8

408 10.7

184 4.8

140 3.7

978 25.6

397 10.4

144 3.8

45 1.4

58 1.8 753 23.1 800 24.2

50 1.5

126 3.9 107 3.2

58 1.8

101 3.1 122 3.7

290 8.9 391 11.8

25 0.8 134 4.1

156 4.8 132 4.0

865 26.5 615 18.6

255 7.8 357 10.8

118 3.6 101 3.1

(Source: own data processing)

748 20.2

147 4.0

133 3.6

54 1.5

131 3.5

373 10.1

153 4.1

161 4.3

907 24.5

334 9.0

156 4.2

318 9.7 344 10.4

Norway

118 5.2

236 11.0

55 1.8

846 22.2

374 9.8

138 3.6

302 8.2

95 2.9

134 7.0

260 11.6

56 2.2

735 19.9

314 8.5

160 4.3

282 7.4

147 4.5

Netherlands

644 28.2

49 2.3

757 27.8

237 8.7

120 4.4

281 7.4

103 2.8

296 15.6

46 2.0

194 6.0

869 32.7 1.237 38.6

143 5.4

98 3.1

306 8.3

116 3.0

Japan

43 1.9

174 6.5

120 4.5

167 6.1

112 2.9

25 1.3

240 8.0

857 38.2 1.024 47.8 1.019 41.0 1.124 37.5 1.021 38.2

186 7.5

145 5.4

179 5.6

110 3.0

Italy

879 38.6

129 6.0

90 3.0

125 4.7

92 3.4

865 45.5

165 7.3

61 2.5

147 5.5

101 3.2

Germany

104 4.6

64 3.0

130 4.3

75 2.8

98 5.1

63 2.8

112 4.5

90 3.4

France

56 2.5

94 4.4

76 2.5

50 2.6

99 4.4

65 2.6

Denmark

95 4.2

62 2.8

106 5.6

51 2.3

Belgium

29 1.3

25 1.3

Austria

COUNTRIES

1996

000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons %

1995

World exchange of simple processed stones (code 68.01): import (000 tons)

42. Interscambio mondiale di lavorati semplici (cod. 68.01): import (000 tonn.)

110 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

46 0.8

Canada

33 0.5

64 1.0

55 0.9

107 1.6

71 1.1

94 1.4

139 2.0

79 1.2

92 1.3

153 2.1

104 1.4

108 1.6

178 2.3

168 2.1

125 1.6

235 2.7

201 2.3

125 1.4

223 2.3

240 2.5

113 1.2

189 1.6 170 1.3

467 4.0 661 5.0

150 1.3 185 1.4

160 1.1

767 5.3

206 1.4

319 1.8

927 5.1

223 1.2

170 0.8

917 4.3

252 1.2

143 0.7

744 3.8

217 1.1

119 0.7

610 3.4

206 1.1

126

778

213

0.6

3.9

1.1

%

2010

660 11.8 1.100 17.5

5.606 100.0 6.267 100.0 6.675 100.0 6.866 100.0 7.214 100.0 7.845 100.0 8.651 100.0 9.610 100.0 11.758 100.0 13.202 100.0 14.582 100.0 18.138 100.0 21.150 100.0 19.791 100.0 18.199 100.0 20.026 100.00

Total

238 3.3 917 11.7

290 3.7

448 5.7

724 8.4

443 5.1

493 5.1

502 3.4

285 2.0

529 2.9

306 1.7

661 3.1

332 1.6

198 0.9

510 2.6

267 1.3

151 0.8

457 2.5

234 1.3

105 0.6

525

323

87

796 6.8 1.080 8.2 1.281 8.8 1.646 9.1 2.651 12.5 2.360 11.9 1.471 8.1 1.677

524 4.5 470 3.6

270 2.3 292 2.2

172 0.9

8.4

2.6

1.6

0.4

(Source: own data processing)

928 9.7 1.299 11.0 1.246 9.4 1.391 9.5 2.202 12.1 2.966 14.0 2.567 13.0 2.735 15.0 2.926 14.6

543 5.7

456 4.7

248 2.6

140 1.0

(Fonte: Elaborazione propria)

234 3.4

948 14.2 1.218 17.7 1.085 15.0

174 2.6

396 5.5

302 3.5

118 1.0 128 1.0

7.4

5.3

1.6

Others

140 2.2

380 5.5

263 3.4

139 1.5

322

0.6

123 2.2

351 5.3

242 3.4

108 1.2

113 0.6

128

885 4.9 1.023 4.8 1.038 5.2 1.114 6.1 1065

121 0.6

111 0.6

Turkey

413 6.6

212 3.1

112 1.4

839 5.8

112 0.5

133 0.7

371 6.6

226 3.4

103 1.4

605 5.1 742 5.6

118 0.7

145 0.7

Spain

215 3.4

84 1.2

266 2.8

113 0.8

119 0.7

213 3.8

50 0.7

324 3.7

112 0.9 127 1.0

78 0.5

Portugal

42 0.7

312 4.0

121 1.3

80 0.6

115 2.1

267 3.7

132 1.5

85 0.7

Mexico

247 3.6

150 1.9

90 0.9

2.357 42.0 2.380 38.0 2.503 37.5 2.415 35.2 2.370 32.9 2.471 31.5 2.356 27.2 2.076 21.6 1.976 16.8 2.150 16.3 1.912 13.1 1.965 10.8 1.948 9.2 1.784 9.0 1.420 7.8 1478

297 4.4

153 2.1

110 1.3

Italy

155 2.5

183 2.7

114 1.5

168 3.0

207 3.1

117 1.6

India

185 3.0

106 1.5

155 2.8

107 1.6

Greece

87 1.4

92 1.6

France

1.203 21.5 1.398 22.3 1.540 23.1 1.477 21.5 1.878 26.0 2.297 29.3 3.098 35.8 4.167 43.4 5.167 43.9 5.871 43.9 6.908 47.4 8.727 48.1 9.775 46.2 49.3 2.7 9.504 52.2 10378 51.8

55 1.0

Brazil

China

48 0.9

Belgium

COUNTRIES

1996

000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons

1995

World exchange of processed stones (code 68.02): export (000 tons)

43. Interscambio mondiale di lavorati speciali (cod. 68.02): export (000 tonn.)

XXII World Marble and Stones Report 2011 111


1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

66 1.2

108 1.9

791 14.1

1.681 30.0 2.174 34.6 1.719 25.8 2.181 31.7 2.282 31.6 2.914 37.0 2.938 34.0 3.418 35.6 3.983 33.9 4.557 34.5 5.163 35.4 6.461 35.6 8.876 42.1 9.664 48.7 8.646 52.5 10.540 52.6

5.606 100.0 6.267 100.0 6.675 100.0 6.866 100.0 7.214 100.0 7.845 100.0 8.651 100.0 9.610 100.0 11.758 100.0 13.202 100.0 14.582 100.0 18.138 100.0 21.150 100.0 19.791 100.0 18.199 100.0 20.026 100.0

South Korea

Spain

United States

Others

Total

(Fonte: Elaborazione propria)

720 11.5

99 1.6

163 2.6

345 5.5

139 2.0

68 1.0

348 5.1

170 2.4

125 1.7

353 4.9

121 1.7

144 1.8

358 4.6

391 5.0

145 1.8 448 4.7

125 1.3 447 3.8

115 1.8

457 3.5

266 2.0

248 1.9

426 2.9

332 2.3

240 1.6

589 3.2

402 2.2

302 1.7

158 0.9

511 2.4

427 2.0

275 1.3

135 0.6

485 2.5

285 1.4

272 1.4

156 0.8

669 3.7

242 1.3

234 1.3

240 1.3

513 2.6

242 1.2

869 4.3

243 1.2

265 1.3

809 4.0

309 1.5

226 2.6

130 1.4

250 2.1

263 2.0

270 1.9

537 2.9

490 2.3

348 1.8

283 1.6

214 1.1

655 7.6 1.423 14.8 1.784 15.2 1.745 13.2 1.715 11.8 1.991 11.0 2.434 11.5 2.467 12.5 2.315 12.7 2340 11.7

414 4.8

182 2.1

126 1.1

238 1.6

748 4.1

748 4.1

(Source: own data processing)

884 12.2 1.028 15.0 1.217 16.9 1.438 16.7 1.483 15.4 2.264 19.3 2.691 20.4 3.080 21.1 4.180 23.0 4.727 22.4 3.411 17.2 2.804 15.4 2.804 15.4 3004 15.0

86 1.3

231 3.5

345 5.2

137 2.0

90 0.9

241 1.8

763 3.9

256 1.3

48 0.2

365 6.5

95 1.4

91 1.1

203 1.7

734 5.0 1.073 6.0 1.073 5.1

263 1.2

101 0.6

Saudi Arabia

85 1.4

100 1.3

212 2.2

597 4.5

424 2.3

70 0.4

630 3.1

95 1.7

126 1.7

192 2.2

675 5.7

245 1.7

95 0.4

528 2.9

Nethelands

69 1.0

211 2.7

480 5.0

166 1.3

106 0.6

580 2.9

987 17.6 1.168 18.6 1.240 18.5 1.010 14.7 1.135 15.7 1.222 15.6 1.322 15.3 1.383 14.4 1.378 11.7 1.540 11.7 1.628 11.2 1.307 7.2 1.204 5.7 1.034 5.2 1.138 6.3

68 1.0

323 4.5

710 8.2

170 1.5

60 0.4

640 3.0

Japan

69 1.1

716 6.1

540 6.9

122 1.3

53 0.4

583 3.2

57 1.0

537 8.0

738 10.2

164 1.9

65 0.6

451 3.1

Italy

167 2.7

703 10.2

143 1.8

64 0.7

378 2.9

306 5.5

685 10.3

168 2.3

90 1.0

298 2.5

Hong-Kong

713 11.4

148 2.2

139 1.8

232 2.4

754 13.4

117 1.8

241 3.3

229 2.6

Germany

123 2.0

412 6.0

218 2.8

141 2.5

507 7.6

215 3.0

France

301 4.8

207 3.0

159 2.8

161 2.4

China

140 2.2

96 1.7

Belgium

COUNTRIES

1996

000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons %

1995

World exchange of processed stones (code 68.02): import (000 tons)

44. Interscambio mondiale di lavorati speciali (cod. 68.02): import (000 tonn.)

112 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

8 1.2

35 5.4

9 1.4

7 1.1

5 0.8

36 5.6

16 2.5

464 72.0

10 1.6

10 1.6

5 0.8

27 4.2

644 100.0

Canada

China

France

Germany

India

Italy

Norway

Spain

Taiwan

Un. Kingdom

United States

Others

Total

700 100.0

45 6.4

25 3.6

11 1.6

22 3.1

439 62.7

19 2.7

34 4.9

10 1.4

8 1.1

9 1.3

51 7.3

4 0.6

23 3.3

769 100.0

26 3.4

25 3.3

13 1.7

64 8.3

473 61.5

13 1.7

36 4.7

11 1.4

14 1.8

8 1.0

49 6.4

8 1.0

29 3.8

32 3.6

26 2.9

15 1.7

45 5.1

536 60.4

10 1.1

37 4.2

26 2.9

10 1.1

6 0.7

69 7.8

25 2.8

50 5.6

53 4.9

15 1.4

15 1.4

18 1.7

718 66.1

18 1.7

33 3.0

30 2.8

13 1.2

4 0.4

70 6.4

30 2.8

69 6.4

49 5.1

14 1.4

13 1.3

25 2.6

578 59.8

17 1.8

33 3.4

46 4.8

13 1.3

6 0.6

75 7.8

19 2.0

79 8.2

28 3.2

22 2.5

9 1.0

23 2.6

463 52.6

17 1.9

31 3.5

70 8.0

10 1.1

5 0.6

86 9.8

28 3.2

88 10.0

45 4.2

18 1.7

16 1.5

27 2.5

597 55.8

10 0.9

24 2.2

77 7.2

10 0.9

4 0.4

85 7.9

34 3.2

123 11.5

73 5.8

20 1.6

20 1.6

30 2.4

617 49.3

8 0.6

23 1.8

115 9.2

10 0.8

4 0.3

120 9.6

32 2.6

180 14.4

70 5.6

12 1.0

25 2.0

25 2.0

632 50.3

5 0.4

21 1.7

111 8.8

10 0.8

4 0.3

103 8.2

35 2.8

203 16.2

128 9.3

8 0.6

13 0.9

18 1.3

726 53.0

9 0.7

21 1.5

50 3.7

11 0.8

3 0.2

146 10.7

21 1.5

215 15.7

...

324 20.8

16 1.0

17 1.1

...

656 41.9

7 0.4

18 1.1

56 3.6

13 0.8

2 0.1

162 10.3

69 4.4

228 14.5

103 6.6

7 0.5

18 1.2

1 0.1

628 41.9

7 0.5

13 0.9

30 2.0

13 0.9

1 0.1

409 27.3

50 3.3

220 14.7

26 2.0

7 0.5

10 0.8

52 4.0

13 1.0

2 0.2

65 5.2

9 0.7

24 1.9

1 0.1

86 6.5

6 0.5

21 1.6

2 0.2

546 44.0 509 39.0

6 0.5

10 0.8

30 2.4

19 1.5

2 0.2

340 57.4 412 31.5

36 2.9

154 12.4 160 12.2

(Source: own data processing)

815 887 100.0 1.086 100.0 967 100.0 880 100.0 1.070 100.0 1.252 100.0 1.256 100.0 1.369 100.0 1.568 100.0 100.0 1.500 100.0 1.242 100.0 1.306 100.0

28 3.4

28 3.4

12 1.5

27 3.3

500 61.3

15 1.8

36 4.4

30 3.7

9 1.1

7 0.9

73 9.0

16 2.0

34 4.2

(Fonte: Elaborazione propria)

12 1.9

Brazil

COUNTRIES

1996

000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons %

1995

World exchange of processed slates (code 68.03): export (000 tons)

45. Interscambio mondiale di ardesia (cod. 68.03): export (000 tonn.)

XXII World Marble and Stones Report 2011 113


6 0.9

229 35.6

155 24.1

10 1.6

18 2.8

-

-

4 0.6

11 1.7

51 7.9

50 7.8

60 9.3

644 100.0

Canada

France

Germany

Ireland

Netherlands

Saudi Arabia

South Africa

Switzerland

Taiwan

Un. Kingdom

United States

Others

Total

39 5.6

34 4.9

-

700 100.0

147 21.0

43 6.1

45 6.4

52 7.4

4 0.6

1 0.1

-

4 0.6

13 1.9

13 19.7

180 25.7

(Fonte: Elaborazione propria)

-

-

50 7.8

Belgium

COUNTRIES

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

769 100.0

112 14.6

45 5.9

67 8.7

60 7.8

5 0.7

1 0.1

1 0.1

5 0.7

21 2.7

146 19.0

230 29.9

25 3.3

51 6.6

815 100.0

121 14.8

72 8.8

92 11.3

16 2.0

5 0.6

0 0.1

8 1.0

21 2.6

22 2.7

139 17.1

252 30.9

13 1.6

53 6.5

287 26.4

99 9.1

95 8.7

15 1.4

9 0.8

11 1.0

10 0.9

19 1.7

37 3.4

158 14.5

294 27.1

14 1.3

38 3.5

887 100.0 1.086 100.0

155 17.5

92 10.4

62 7.0

18 2.0

5 0.6

10 1.1

32 3.6

12 1.4

33 3.7

143 16.1

267 30.1

11 1.2

47 5.3

967 100.0

159 16.4

118 12.2

124 12.8

7 0.7

7 0.7

10 1.0

11 1.1

20 2.1

40 4.1

119 12.3

307 31.7

7 0.7

38 3.9

-

182 17.0

134 12.5

170 15.9

7 0.7

7 0.7

4 0.4

10 0.9

17 1.6

50 4.7

133 12.4

301 28.1

9 0.8

46 4.3

288 23.0

167 13.3

212 16.9

16 1.3

8 0.6

1 0.1

10 0.8

39 3.1

36 2.9

124 9.9

296 23.6

13 1.0

42 3.4

291 23.2

170 13.5

218 17.4

15 1.2

8 0.6

2 0.2

7 0.6

14 1.1

48 3.8

107 8.5

317 25.2

16 1.3

43 3.4

290 21.2

227 16.6

209 15.3

10 0.7

8 0.6

8 0.6

17 1.2

22 1.6

52 3.8

142 10.4

317 23.2

18 1.3

49 3.6

522 33.4

173 11.0

210 13.4

10 0.6

10 0.6

9 0.6

8 0.5

36 2.3

61 3.9

123 7.8

339 21.7

16 1.0

51 3.2

515 34.4

175 11.7

206 13.7

7 0.5

9 0.6

11 0.7

10 0.7

33 2.2

39 2.6

98 6.5

333 22.2

20 1.3

44 2.9

24 1.8

42 3.2

-

7 0.6

8 0.6

10 0.8

-

17 1.3

17 1.3

92 7.0

428 34.5 491 37.6

116 9.3 134 10.3

170 13.7 191 14.6

7 0.6

8 0.6

11 0.9

6 0.5

35 2.8

22 1.8

112 9.0

270 21.7 273 20.9

15 1.2

44 3.4

(Source: own data processing)

880 100.0 1.070 100.0 1.252 100.0 1.256 100.0 1.369 100.0 1.568 100.0 1.500 100.0 1.242 100.0 1.306 100.0

153 17.4

129 14.7

135 15.3

10 1.1

8 0.9

-

12 1.4

12 1.4

6 0.7

114 13.0

256 29.1

7 0.8

38 4.3

000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons % tons %

1995

World exchange of processed slates (code 68.03): import (000 tons)

46. Interscambio mondiale di ardesia (cod. 68.03): import (000 tonn.)

114 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


XXII World Marble and Stones Report 2011

115

47. Italia: export lapideo (000 tonn.) Italy: stone export (000 tons) Raw materials Years

25.15

25.16

Processed materials Total 68.01 68.02

GENERAL TOTAL

68.03

Total

Vol.

Index

Δ%

1997

596

204

800

224

2.503

36

2.763

3.563

100.0

-

1998

635

217

852

205

2.415

36

2.656

3.508

98.5

- 1.5

1999

616

193

809

213

2.370

37

2.620

3.429

96.2

- 2.3

2000

769

131

900

231

2.471

33

2.735

3.635

102.0

6.0

2001

755

185

940

221

2.356

33

2.610

3.550

99.6

- 2.3

2002

706

155

861

223

2.076

31

2.330

3.191

89.5

- 10.1

2003

688

175

863

208

1.976

24

2.208

3.071

86.2

- 3.8

2004

490

216

706

210

2.150

23

2.383

3.089

86.7

0.6

2005

786

205

991

198

1.912

21

2.131

3.122

87.6

1.1

2006

885

189

1.074

201

1.965

21

2.187

3.261

91.5

4.5

2007

971

197

1.168

208

1.948

18

2.174

3.342

93.8

2.5

2008

1.007

170

1.177

180

1.784

13

1977

3.154

88.5

- 5.6

2009

1.075

162

1.237

168

1.420

10

1.598

2.853

79.6

-10.1

2010

1.321

175

1.496

160

1.478

10

1.648

3.144

88.2

+10.9

(Fonte: Elaborazione dati Eurostat)

(Source: Eurostat data processing)


116

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

48. Italia: import lapideo (000 tonn.) Italy: stone import (000 tons) Raw materials

Processed materials

25.15

25.16

Total

68.03

Total

Vol.

Index

Δ%

1997

334

1.692

2.026

46

68

4

118

2.144

100.0

-

1998

317

1.692

2.009

49

69

5

123

2.132

99.4

- 0.6

1999

310

1.701

2.011

56

126

3

185

2.196

102.4

3.0

2000

368

1.830

2.198

55

100

6

161

2.359

110.0

7.4

2001

431

1.726

2.157

69

91

7

167

2.324

108.4

- 1.5

2002

368

1.608

1.976

97

90

7

194

2.170

101.2

- 6.6

2003

431

1.589

2.020

115

126

10

251

2.271

105.9

4.7

2004

495

1.800

2.295

124

248

14

386

2.681

125.0

18.1

2005

470

1.547

2.017

211

240

15

466

2.483

115.8

- 7.4

2006

608

1.660

2.268

151

302

17

470

2.738

127.7

10.3

2007

678

1.538

2.216

140

275

24

439

2.655

123.8

- 3.0

2008

664

1.187

1.851

161

272

23

456

2.307

107.6

- 13.1

2009

402

784

1.186

156

234

18

408

1.594

74.3

-30.9

2010

427

883

1.310

132

243

13

388

1.698

79.2

+6.5

Years

(Fonte: Elaborazione dati Eurostat)

68.01 68.02

GENERAL TOTAL

(Source: Eurostat data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

117

49. Italia: export lapideo di lavorati (000 tonn.) Italy: processed stone export (000 tons) Quantity

Value

Average price

YEARs

000 tons

Index

mill. e

e/sq.mt.

Index

2000

2.471

100.0

1.668,9

100.0

675,4

36,50

100.0

2001

2.356

95.3

1.584,5

94.9

672,5

36,35

99.6

2002

2.076

84.0

1.548,8

92.8

746,1

40,33

110.5

2003

1.976

80.0

1.661,5

99.6

840,8

45,45

124.5

2004

2.150

87.0

1.530,3

91.7

711,8

38,47

105.4

2005

1.912

77.4

1.452,0

87.0

759,4

41,05

112.5

2006

1.965

79.5

1.566,2

93.8

797,0

43,08

118.0

2007

1.948

78.8

1.564,0

93.7

802,9

43,9

118.9

2008

1.784

72.2

1.447,7

86.7

811,5

43,84

120.2

2009

1.420

57.5

1.116,9

66.9

786,5

42,52

116.5

2010

1.478

59.8

1.187,5

73.5

829,5

43,42

119.0

(Fonte: Elaborazione propria)

Index

e/ton

(Source: own data processing)


118

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

50. Italia: export lapideo ed export totale (Valore) Italy: stone and total export (Value) Stone Codes

Sector export

Global export

YEAR

25.15

25.16

68.01

68.02

68.03

Stone

Index

Total

2000

157,4

56,8

45,4

1.668,9

21,2

1.949,7

100.0

260.413

0.75

2001

153,5

46,3

43,6

1.584,5

21,7

1.849,6

94.9

272.990

0.69

2002

162,6

46,2

42,6

1.548,8

22,3

1.822,5

93.5

269.064

0.68

2003

162,9

57,5

45,3

1.661,5

17,9

1.945,1

99.8

264.616

0.73

2004

164,6

68,4

40,4

1.530,3

14,7

1.818,4

93.3

284.413

0.64

2005

151,6

55,3

37,6

1.452,0

13,0

1.709,5

87.7

299.923

0.57

2006

172,5

49,2

37,9

1.566,2

13,1

1.838,9

94.3

332.013

0.55

2007

188,6

46,5

40,8

1.564,0

11,1

1.851,0

94.9

364.744

0.51

2008

198,4

45,3

35,5

1.447,7

8,7

1.735,6

89.0

369.016

0.47

2009

204,4

38,8

32,6

1.116,9

6,2

1.398,9

71.7

290.800

0.47

2010

259,9

41,8

32,3

1.187,5

6,8

1.528,3

78.4

336.750

0.45

(Fonte: Elaborazione propria)

Stone sh.

(Source: own data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

119

51. Italia: Export lapideo per regioni in valore (quote) Italy: regional stone export in value (shares) Lavorati

Regioni 2010

Grezzi

2009

2010

Totale

2009

2010

2009

Toscana

30.1

29.1

40.5

41.4

32.7

31.8

Veneto

33.4

34.5

10.5

11.6

27.6

29.4

Lombardia

9.4

9.0

14.2

16.1

10.6

10.6

Sicilia

6.9

6.7

3.0

2.5

5.9

5.8

Trentino- Alto Adige

4.6

4.7

3.2

3.8

4.3

4.5

Piemonte-Val d’Aosta

3.0

2.6

5.0

5.3

3.5

3.2

Friuli-Venezia Giulia

2.7

3.1

2.5

2.6

2.7

3.0

Emilia-Romagna

2.8

2.8

2.1

1.5

2.6

2.5

Lazio

2.5

2.5

2.9

2.9

2.6

2.6

Sardegna

0.3

0.2

6.9

5.4

1.9

1.4

Liguria

1.4

1.6

1.4

1.2

1.4

1.5

Puglie

1.4

1.2

1.4

1.8

1.4

1.3

Altre (1)

1.6

1.9

6.3

3.9

2.8

2.3

100.0

100.0

100.0

100.0

100.0

Italia

100.0

(Fonte: Elaborazione dati Marmomacc VR) (1) Abruzzi, Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Molise, Umbria.

(Source: Marmomacc VR data processing)


306

179

285

196

28

Finland

France

Germany

Greece

Ireland

7.665

21

174

1.514

954

114

...

3.391

16

189

332

186

287

(Fonte: Elaborazione dati Eurostat)

1 Codes 25.15 - 25.16 - 68.01 - 68.02 - 68.03 2 1994/2000 include Luxembourg.

7.258

23

Un. Kingdom

Total EU/15

171

1.409

Spain

Sweden

1.002

137

Netherlands

Portugal

...

Luxembourg

Italy

3.121

6

Denmark

36

348

320

Belgium

103

75

2

Austria

1995

1994

Countries

7.571

19

174

1.497

903

83

...

3.438

16

234

249

198

289

33

324

114

1996

8.200

28

222

1.593

914

90

...

3.563

21

305

248

272

378

23

400

143

1997

EU/15: stone exchange (000 tons). Export 1

8.059

28

144

1.586

1.064

140

...

3.508

20

267

244

228

301

24

386

119

1998

8.480

35

159

1.659

1.133

188

...

3.429

31

251

340

234

376

26

488

131

1999

52. UE/15: interscambio lapideo (000 tonn.). Export 1

9.410

58

255

2.028

1.217

165

...

3.635

39

331

411

241

340

29

522

139

2000

9.097

31

245

1.861

1.217

171

1

3.550

49

277

348

248

325

28

615

131

2001

8.706

31

285

1.843

1.054

199

9

3.191

36

340

420

194

326

22

628

128

2002

40

334

2.460

1.147

365

2

3.089

30

377

534

237

352

43

816

285

2004

54

162

2.442

1.235

481

4

3.122

95

349

749

225

385

15

862

184

2005

40

144

2.403

1.335

413

5

3.261

22

404

642

255

385

28

830

234

2006

57

236

2.635

1.532

435

9

3.342

15

365

785

285

380

33

868

310

2007

43

256

2.445

1.266

311

10

3.154

32

376

855

266

311

18

827

318

2008

62

236

2.468

1.381

408

11

3.144

33

748

731

257

331

17

580

224

2010

9.130 10.631

44

208

1.968

1.089

315

12

2.835

35

359

737

246

241

20

707

314

2009

(Source: Eurostat data processing)

9.230 10.111 10.284 10.401 11.287 10.488

41

290

2.213

1.046

248

5

3.071

42

370

405

181

338

21

757

202

2003

120 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


8

782

1.864

Finland

France

Germany

385

44

377

47

251

6.286

Netherlands

Portugal

Spain

Sweden

Un. Kingdom

Total EU/15

7.372

190

65

482

68

533

...

2.044

22

8

2.226

744

7

84

594

305

1995

(Fonte: Elaborazione dati Eurostat)

7.077

184

33

541

80

416

...

1.946

28

35

2.175

659

11

98

649

222

1996

7.589

249

41

563

83

555

...

2.144

37

64

2.139

795

16

104

556

213

1997

8.143

267

59

713

122

576

...

2.132

41

71

2.400

834

20

125

602

181

1998

8.507

278

60

795

130

577

...

2.196

66

83

2.386

944

20

116

663

193

1999

8.965

341

103

843

153

619

...

2.359

76

141

2.233

1.082

28

144

613

230

2000

9.705

436

127

1.073

203

713

56

2.324

87

72

2.416

1.049

37

209

649

254

2001

651

92

1.553

205

860

73

2.271

122

281

2.478

926

25

202

821

335

2003

931

73

1.344

181

865

78

2.681

119

372

1.911

933

38

214

908

318

2004

994

95

1.430

156

1.308

92

2.483

133

405

1.795

1.093

48

225

1.115

336

2005

1.336

48

1.573

176

1.312

91

2.738

229

469

2.407

1.340

44

236

1.415

327

2006

1.387

107

1.653

177

1.226

74

2.655

281

595

2.596

1.331

59

215

1.453

405

2007

1.185

123

1.273

140

1.199

222

2.307

223

504

2.098

1.286

61

221

1.177

354

2008

991

112

858

128

903

259

1.594

117

415

1.967

1.095

52

253

1.091

379

2009

1.238

115

829

98

758

245

1.698

113

328

1.762

1.256

42

200

1.218

327

2010

(Source: Eurostat data processing)

8.573 10.895 10.966 11.708 13.741 14.214 12.373 10.214 10.227

459

98

973

193

618

68

2.170

64

209

1.871

751

30

231

622

216

2002

1 Codes 25.15 - 25.16 - 68.01 - 68.02 - 68.03 2 1994/2000 include Luxembourg.

...

1.683

Luxembourg

Italy

5

24

Denmark

Ireland

375

Belgium (2)

8

433

Austria

Greece

1994

Countries

EU/15: stone exchange (000 tons). Import 1

53. UE/15: interscambio lapideo (000 tonn.). Import 1

XXII World Marble and Stones Report 2011 121


122

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

54. UE/27. Interscambio lapideo globale extra-Unione (cod. 25.15) EU/27. Global stone exchange extra-Union (cod. 25-15) YEAR

Import 000 tons

Export

mill. USD

USD/ton

000 tons

mill. USD

USD/ton

2001

580

80,3

138,5

560

85,5

152,7

2002

569

82,9

145,7

1.505

338,7

225,1

2003

700

127,4

182,0

1.719

363,2

211,3

2004

802

165,1

205,8

2.016

456,3

226,3

2005

866

171,3

197,8

2.095

500,7

239,0

2006

960

200,4

208,8

2.123

533,3

251,2

2007

1.087

249,7

229,7

2.386

618,6

259,3

2008

1.023

258,1

252,2

2.452

670,3

273,4

2009

685

161,3

235,5

2.411

583,8

242,1

2010

629

159,4

2,534

3.447

748,5

217,2

(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)

(Source: Comtrade data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

123

55. UE/27. Interscambio lapideo globale extra-Unione (cod. 25.16) EU/27. Global stone exchange extra-Union (cod. 25.16) YEAR

Import

Export

000 tons

mill. USD

USD/ton

000 tons

mill. USD

USD/ton

2001

3.826

562,9

147,1

402

52,5

130,6

2002

4.059

581,1

143,2

460

61,2

133,0

2003

3.931

604,0

153,6

455

77,1

169,5

2004

4.628

724,7

156,6

525

97,5

185,7

2005

4.235

753,6

177,9

606

101,9

168,2

2006

3.513

845,2

240,6

625

103,9

166,3

2007

3.455

917,9

265,7

644

144,5

177,8

2008

3.674

837,1

277,8

577

118,1

204,7

2009

2.168

530,6

244,7

496

92,8

187,1

2010

2.189

543,8

248,4

640

102,4

160,0

(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)

(Source: Comtrade data processing)


124

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

56. UE/27. Interscambio lapideo globale extra-Unione (cod. 68.02) EU/27. Global stone exchange extra-Union (cod. 68.02) YEAR

Import 000 tons

mill. USD

Export USD/ton

000 tons

mill. USD

USD/ton

2001

599

280,0

25,3

2.062

1.363,3

35,7

2002

76,6

333,7

23,5

2.033

1.364,5

36,3

2003

1.009

452,6

24,2

1.871

1.477,2

42,7

2004

1.543

689,4

24,2

1.850

1.594,8

46,6

2005

1.923

861,1

24,2

1.827

1.631,5

48,3

2006

2.467

1.081,0

23,7

1.932

1.808,3

50,6

2007

3.010

1.484,5

26,7

2.023

2.008,8

53,7

2008

2.883

1.588,8

29,7

1.924

2.036,3

57,2

2009

2.663

1.270,6

25,8

1.634

1.619,5

53,6

2010

2.787

1.414,7

27,4

1.789

1.601,4

48,4

(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)

(Source: Comtrade data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

125

57. UE/27. Interscambio lapideo extra-Unione (cod. 68.02) EU/27. Stone exchange extra-Union (cod. 68.02) Countries

000 tons

000 usd

USD/sq.mt

abs. fig.

share

abs.fig

share

USA

229,7

12.8

361.993

22.6

85,18

Switzerland

132,1

7.4

168.844

10.5

69,08

Saudi Arabia

223,6

12.5

130.209

8.1

31,48

Emirates

91,1

5.1

96.983

6.1

57,54

Russia

40,3

2.3

95.968

6.0

128,72

Canada

40,9

2.3

66.098

4.1

87,35

112,3

6.3

49.583

3.1

23,87

Quatar

27,7

1.5

37.397

2.3

72,98

Singapore

35,1

2.0

36.829

2.3

56,71

China

112,9

6.3

36.358

2.3

17,41

Others

743,5

41.5

521.092

32.6

37,88

1.789,2

100.0

1.601.354

100.0

48,38

Morocco

TOTAL (Fonte: Elaborazione dati Comtrade)

(Source: Comtrade data processing)


126

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

58. UE/27: interscambio lapideo extra-Unione (cod. 68.02). Import 2010 EU/27: stone exchange extra-Union (cod. 68.02). Import 2010 Countries

000 tons

000 USD

USD/sq.mt

abs. fig.

share

abs.fig

share

China

1.623,8

58.3

695.189

49.1

23,14

India

469,9

16,9

343.035

24.2

39,46

Turkey

254,1

9.1

152.551

10.8

32,45

Vietnam

129,2

4.6

38.747

2.7

16,21

Brazil

34,2

1.2

31.897

2.3

50,41

Indonesia

22,8

0.8

22.987

1.6

54,50

South Africa

23,6

0.8

16,040

1.1

36,74

Egypt

34,6

1.2

15.472

1.1

24,17

USA

10,4

0.4

14.511

1.0

75,42

8,9

0.3

12.206

0.9

74,13

175,4

6.4

72.022

5.2

22,20

2.786,9

100.0

1.414.657

100.0

27.44

Israel Others Total (Fonte: Elaborazione dati Comtrade)

(Source: Comtrade data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

127

59. Valori medi dell’interscambio lapideo storico (cod. 68.02) nei maggiori paesi europei Average value of historical stone exchange (cod.68.02) in the leading EU countries Year

Italy export

France

Germany

Spain

Portugal

import

export

import

export

import

export

import

export

import

1991

40,00

36,70

44,43

33,68

43,78

36,22

26,81

34,20

40,05

26,32

2000

36,50

29,68

54,97

30,70

41,20

35,35

26,32

24,70

33,62

20,48

2001

36,35

29,78

58,27

29,50

51,73

30,60

24,00

31,95

34,76

15,95

2002

40,33

28,32

56,65

36,81

52,86

31,57

24,81

31,24

36,00

20,16

2003

45,45

22,81

54,59

32,00

57,56

22,32

23,35

17,84

34,27

18,22

2004

38,47

16,55

57,30

33,89

52,27

26,22

22,43

27,89

33,08

15,30

2005

41,05

18,48

59,51

25,78

35,90

22,81

22,38

29,95

32,10

1762

2006

43,08

21,50

37,73

28,38

45,40

24,27

24,32

29,30

33,24

19,62

2007

43,40

20,92

32,18

29,84

41,08

23,22

23,73

31,24

30,27

15,57

2008

43,84

21,19

32,00

32,26

41,78

23,08

30,59

17,42

32,32

17,40

2009

42,52

21,07

31,70

30,43

44,68

21,52

30,58

14,18

28,37

15,52

2010

43,42

23,96

24,95

30,85

40,84

21,95

27,73

21,07

26,36

17,15

(Fonte: Elaborazione dati Eurostat)

(Source: Eurostat data processing)


128

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

60. Cina: export lapideo (000 tons) China: stone export (000 tons) YEARS

25.15

25.16

68.01

68.02

68.03

Total

1994

13

925

375

870

22

2.205

1995

15

722

418

1.203

35

2.393

1996

39

875

732

1.398

51

3.095

1997

49

1.006

489

1.540

49

3.130

1998

35

709

274

1.477

73

2.568

1999

37

818

354

1.878

69

3.156

2000

42

916

770

2.297

70

4.095

2001

25

1.289

205

3.098

75

4.692

2002

55

801

591

4.167

86

5.700

2003

112

776

852

5.167

85

6.992

2004

66

1.279

198

5.871

120

7.534

2005

66

1.569

250

6.908

103

8.896

2006

86

960

419

8.727

146

10.338

2007

96

942

558

9.775

162

11.533

2008

69

713

846

9.756

409

11.793

2009

68

379

1.442

9.504

340

11.733

2010

80

588

1.038

10.378

412

12.496

(Fonte: Elaborazione dati ICE)

(Source: ICE data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

129

61. Cina: export lapideo (index) China: stone export (index) YEARS

25.15

25.16

68.01

68.02

68.03

Total

1994

100.0

100.0

100.0

100.0

100.0

100.0

1995

115.4

78.1

111.5

138.3

159.1

108.5

1996

300.0

95.0

195.2

160.7

231.8

140.4

1997

376.9

108.8

129.6

177.0

222.7

142.0

1998

269.2

76.6

73.1

169.8

331.8

116.5

1999

284.6

88.4

94.4

215.9

313.6

185.7

2000

323.1

99.0

205.3

264.0

318.2

185.7

2001

192.3

139.4

54.7

356.1

340.9

212.8

2002

423.1

86.6

157.6

479.0

390.9

258.5

2003

861.5

83.9

227.2

593.9

386.4

317.1

2004

507.7

138.3

52.8

674.8

545.5

341.7

2005

507.7

169.6

66.7

794.0

468.2

403.4

2006

661.5

103.8

111.7

1003.1

663.6

468.8

2007

738.5

101.8

148.8

1123.6

736.4

523.0

2008

530.8

77.1

225.6

1121.4

1859.1

534.8

2009

523.1

41.0

384.5

1092.4

1545.5

532.1

2010

615.4

63.6

276.8

1192.8

1872.7

566.7

(Fonte: Elaborazione dati ICE)

(Source: ICE data processing)


130

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

62. Cina: export lapideo (mill. USD) China: stone export (mill. USD) YEARS

25.15

25.16

68.01

68.02

68.03

Total

1994

3,4

68,9

15,8

341,2

5,8

435,1

1995

4,2

57,9

21,2

528,4

13,9

625,6

1996

6,2

65,4

19,7

597,1

17,9

706,3

1997

4,8

49,5

28,2

639,0

18,8

740,3

1998

3,1

43,9

23,9

568,1

22,6

661,6

1999

3,8

39,2

16,4

608,4

21,0

688,8

2000

4,7

49,5

53,8

708,6

20,2

836,8

2001

3,8

38,7

15,7

849,1

18,8

926,1

2002

10,2

43,1

32,2

1.031,9

21,6

1.139,0

2003

9,4

40,1

11,6

1,249,6

20,7

1.331,4

2004

8,8

42,2

15,2

1.535,6

27,9

1.627,7

2005

8,8

52,1

17,1

2.064,9

28,7

2.171,6

2006

10,4

51,8

22,6

2.654,1

48,5

2.787,4

2007

12,6

34,3

16,0

3.160,5

111,8

3.335,2

2008

11,3

32,2

27,0

3.648,7

124,6

3.843,8

2009

10,4

19,9

48,7

3.380,7

102,8

3.562,5

2010

8,8

24,8

61,2

3.870,6

131,6

4.097,0

(Fonte: Elaborazione dati ICE)

(Source: ICE data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

131

63. Cina: import lapideo (mill. USD) China: stone import (mill. USD) YEARS

25.15

25.16

68.01

68.02

68.03

Total

1994

6,6

4,4

2,8

57,2

0,3

71,3

1995

10,1

11,6

0,9

99,5

0,8

122,9

1996

16,4

19,7

1,1

117,4

2,3

156,9

1997

24,3

45,6

1,1

133,0

0,9

204,9

1998

33,3

53,4

3,4

128,8

0,7

219,6

1999

86,8

115,1

0,3

81,3

0,3

283,8

2000

188,4

166,7

5,4

39,3

0,5

400,3

2001

216,2

199,7

0,7

31,9

0,2

448,7

2002

212,7

211,7

0,4

15,9

0,1

440,8

2003

287,7

278,2

0,3

17,8

0,1

584,1

2004

348,7

372,1

0,4

22,8

0,5

744,5

2005

387,6

405,5

0,9

23,0

0,2

817,2

2006

535,5

485,4

0,8

24,8

0,2

1.046,7

2007

718,1

511,3

0,5

22,4

0,5

1.252,8

2008

868,7

644,2

0,2

27,0

1,4

1.541,5

2009

860,6

566,2

0,2

23,3

0,3

1.450,6

2010

1.487,0

739,9

0,7

28,0

0,2

2.225,8

(Fonte: Elaborazione dati ICE)

(Source: ICE data processing)


197,4 35,67 180,70

174,2 31,39 180,19

138,4 27,64 199,71

141,7 21,75 153,49

15,8

30,8

13,2

17,5

123,5 18,07 146,32

44,3

Iran

Spain

Italy

Greece

Philippines

Portugal

Pakistan

Indonesia

India

Others

USD ton

2,30 128,49

5,63 175,94

3,38 183,70

43,5

7,75 178,16

105,3 15,82 150,24

32,0

18,4

67,0 11,40 170,15

17,9

125,6 20,99 167,12

201,2 40,08 199,20

258,9 43,66 168,64

226,1 39,57 175,01

616,5 85,97 139,45

mill. USD

2005 USD ton

58,9

63,6

34,0

14,3

91,7

13,5

106,8

166,3

294,0

366,6

556,5

11,72 198,98

9,51 149,53

6,05 177,94

2,61 182,52

15,52 169,25

1,73 128,15

16,31 152,72

33,66 202,40

51,95 176,70

60,10 163,93

73,41 131,91

646,9 105,00 162,31

000 tons

mill. USD

2006 USD ton

000 tons

mill. USD

2007 USD ton

000 tons

mill. USD

2008 USD ton

000 tons

mill. USD

2009 USD ton

000 tons

mill. USD

2010 USD ton

1,88 107,43

2,33 195,80

107,8 21,16 196,29

97,8 13,88 141,92

63,6 11,27 177,20

11,9

143,0 23,37 163,43

17,5

142,6 22,03 154,49

232,5 46,96 201,98

398,5 69,70 174,90

420,4 65,11 154,88

2,01 111,05

6,04 167,31

274,1 30,46 111,13

37,0 12,82 346,40

90,5 14,51 160,33

36,1

151,4 25,70 169,75

18,1

181,8 32,36 178,00

274,9 61,93 225,28

556,8 100,27 180,08

448,5 86,76 193,44

2,48 126,53

9,65 160,30

185,1 39,92 199,46

108,6 16,35 150,55

117,1 19,16 163,62

60,2

176,4 33,92 192,29

19,6

183,0 39,11 213,72

300,9 79,67 264,77

556,5 105,75 190,03

497,0 88,61 178,29

216,1

79,3

91,9

78,4

169,3

20,3

191,4

331,0

435,4

435,0

40,43 187,09

10,85 136,82

13,76 149,73

13,04 166,33

31,97 188,84

2,51 123,65

45,70 238,77

85,94 259,16

78,65 180,64

71,39 164,11

3,74 110,46

416,5 78,90 189,50

123,1 17,61 142,97

129,0 19,23 148,84

174,8 28,34 161,90

282,8 53,00 187,41

34,4

372,0 81,43 218,82

501,8 126,00 251,10

678,7 122,51 180,49

729,5 118,83 162,85

812,8 100,90 124,13 1.047,8 120,60 115,09 1.218,9 130,52 107,08 1.263,6 129,32 102,34 1.387,9 177,60 105,22

949,9 156,92 165,20 1.359,0 224,64 165,30 1.668,7 306,53 183,69 1.820,8 337.06 185,12 3.393,5 659,81 194,43

000 tons

(Source: ICE/Comtrade data processing)

1.776,5 287,67 161,93 2.176,3 348,66 160,21 2.413,1 387,57 160,61 3.398,3 535,51 157,58 4.476,0 718,10 160,43 5.092,0 868,67 170,60 5.133,1 860,62 167,60 8.524,0 1.487,8 174,45

9,68 218,51

3,45 197,14

2,52 190,91

4,99 162,01

mill. USD

2004

463,9 72,11 155,44

000 tons

(Fonte: Elaborazione dati ICE/Comtrade)

Total

468,6 67,98 145,07

Egypt

2,16 136,71

411,1 62,37 151,71

Turkey

USD ton

COUNTRIES

mill. USD

000 tons

2003

CINA: calcareous raw stones import (code 25.15)

64. CINA: importazioni di calcarei grezzi (cod. 25.15)

132 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


XXII World Marble and Stones Report 2011

133

65. Cina: prezzi medi dell’interscambio lapideo (export) China: stone exchange average prices (export) 25.15 YEARS

25.16

68.01

68.02

68.03

Total

USD / index USD / index USD / index USD / index USD / index USD / cub.mt. cub.mt. sq.mt sq.mt sq.mt ton.

index

1994

700,6 100.0

201,2 100.0

2,28 100.0 21,19 100.0 14,24 100.0 197,3 100.0

1995

751,7 107.3

216,8 107.8

2,74 120.2 23,74 112.0 21,52 151.1 261,5 132.5

1996

429,3

61.3

202,0 100.4

1,46

1997

262,2

37.4

132,8

66.0

3,12 136.8 22,43 105.9 20,75 145.7 236,5 119.9

1998

237,9

34.0

167,4

83.2

4,71 206.6 20,79 98.1 16,74 117.6 257,7 130.6

1999

274,1

39.1

129,6

64.4

2,51 110.1 17,51 82.6 16,42 115.3 218,3 110.6

2000

305,1

43.5

145,8

72.5

3,78 165.8 16,68 78.7 15,61 109.6 204,3 103.5

2001

413,6

59.0

121,3

60.3

4,15 182.0 14,82 70.0 13,57 95.3 197,4 100.1

2002

498,9

71.2

145,2

72.2

2,94 128.9 13,38 63.1 13,55 95.2 199,8 101.2

2003

225,6

32.2

139,6

69.4

0,73

2004

358,4

51.2

89,1

44.3

4,16 182.4 14,13 66.6 12,57 88.3 216,3 109.6

2005

361,1

51.5

89,6

44.5

3,70 162.3 16,15 76.2 15,04 105.6 261,4 132.5

2006

327,2

46.7

145,6

72.4

2,91 127.7 16,44 77.5 17,96 126.1 269,6 136.7

2007

354,5

50.6

98,3

48.9

1,55

67.9 17,48 82.5 37,32 262.1 289,2 146.5

2008

442,1

63.1

122,0

60.6

1,72

75.4 20,22 95.4 16,47 115.6 325,9 165.2

2009

419,5

58.7

141.7

70.5

1.82

79.8 19.23 90.8 16.34 114,7 303.6 153.9

2010

297,0

42,4

113,9

56,6

3,19 139,9 20,16 95,1 17,26 121,2 327,8 166,1

(Fonte: Elaborazione propria)

64.1 23,09 109.0 19,02 133.5 228,2 115.7

32.1 13,07 61.7 13,17 92.5 190,4

96.5

(Source: our data processing)


134

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

66. Cina: prezzi medi dell’interscambio lapideo (import) China: stone exchange average prices (import) 25.15 YEARS

USD / cub.mt.

25.16

index USD / cub.mt.

68.01

68.02

68.03

Total

index USD / index USD / index USD / index USD / sq.mt sq.mt sq.mt ton.

index

1994

686,6 100.0

839,7 100.0

11,30 100.0 41,79 100.0 17,35 100.0 604,9 100.0

1995

419,0

61.0

590,0

70.3

11,98 106.0 33,82 80.9 23,95 138.0 435,6

72.0

1996

528,7

77.0

842,4 100.3

15,06 133.3 21,09 50.5 21,40 123.3 345,6

57.1

1997

496,3

72.3

533,0

63.5

14,71 130.2 14,18 33.9 12,05 69.5 231,0

38.2

1998

561,3

81.8

456,6

54.4

10,92

96.6 16,90 40.4 18,45 77.5 241,9

40.0

1999

647,7

94.3

521,6

62.1

6,35

56.2 18,23 43.6 17,13 98.7 236,1

39.0

2000

681,7

99.3

539,7

64.3

13,79 122.0 15,30 36.6 12,43 71.6 229,9

38.0

2001

572,1

83.3

503,5

60.0

6,10

54.0 19,15 45.8 14,38 82.9 204,3

33.8

2002

465,8

67.8

459,5

54.7

10,54

93.3 13,45 32.2 12,12 69.8 173,1

28.6

2003

437,3

63.7

480,4

57.2

8,08

71.5 14,78 35.4

... 171,3

28.3

2004

432,6

63.0

511,0

60.8

22,49 199.0 23,25 55.6 28,86 166.3 177,4

29.3

2005

433,6

63.2

526,6

62.7

10,95

29.7

2006

425,5

62.0

524,6

62.5

13,64 120.7 12,63 30.2

2007

433,2

63.1

517,6

61.6

6,78

60.0 12,72 30.4

2008

460.6

67.1

572,0

68.1

3,58

31.7 20,83 49.8

... 187,8

31.1

2009

452.5

65.9

521.9

62.2

4.86

43.0 28.05 67.1 29.62 170.7 177.6

29.4

2010

471,0

68,6

534,7

63,7

18,92 167,4 31,53 75,5 54,05 311,5 183,2

30,3

(Fonte: Elaborazione propria)

...

96.9 20,76 49.7 10,12 58.3 179,4 5,73 33.1 174,2

28.8

8,87 51.2 172,9

28.6

...

(Source: our data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

135

67. USA: importazioni di lavorati (cod. 68.02). Evoluzione storica USA: import of processed stones (code 68.02). Historical outline Mill. USD

Yearly variation

Domestic use

abs. fig.

index

abs. fig.

± D%

mill. sq.mt.

1992

376,6

100.0

20,50

100.0

1993

372,5

98.9

-4,1

-1.1

20,35

-0.7

99.3

1994

414,7

110.1

42,2

11.3

22,57

10.9

110.1

1995

458,2

121.7

43,5

10.5

28,84

27.8

140.7

1996

517,6

137.5

59,4

13.0

25,29

-12.3

123.4

1997

631,5

167.7

113,9

21.9

32,10

26.9

156.6

1998

825,2

219.1

193,7

30.7

35,41

10.3

172.7

1999

958,4

254.4

133,2

16.1

41,92

18.4

204.5

2000

978,7

259.8

20,3

2.1

46,63

11.2

227.5

2001

1.316,1

349.5

337,4

34.4

53,45

14.6

260.7

2002

1.456,7

386.7

40,6

10.7

58,46

9.4

285.2

2003

1.723,3

457.6

266,6

18.3

70,89

21.3

345.8

2004

2.201,3

584.5

478,0

27.7

79,12

11.6

386.0

2005

2.667,2

708.2

465,9

21.2

87,97

11.2

429.1

2006

3.144,8

835.1

477,6

17.9

107,35

22.0

523.7

2007

3.224,9

856.3

80,1

2.5

115,14

7.2

561.6

2008

2.736,9

726.7

-488,0

-15.1

88,02

-23.5

429.4

2009

1.945,9

516.7

-791,0

-28.9

70,91

-19.4

345.9

2010

2.160,8

573.7

214,9

11,0

74,17

4.6

361.8

Years

(Fonte: Elaborazione propria)

± D%

Index

(Source: own data processing)


136

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

68. Stati Uniti: import disaggregato di lavorati speciali United States: disaggregated import of processed stones quantity (sq. mt.) CODES

value (000 USD)

2009

2010

±∆%

2009

6802.10 tiles and cubes

52.488

66.281

26.3

35.087

40.932

6802.21 marble slabs

26.906

35.627

32.4

31.292

32.939

6802.21 granite slabs

52.472

37.545

-28.4

6802.29 other slabs

46.841

28.200

6802.91 processed marble

725.042

6802.92 calc. processed

663.061

6802.93 processed granite 6802.99 monumental stone Total

usd/sq.mt 2009

2010

16.7

36,1

33,4

5.3

62,8

50,0

31.431

25.446 -19.0

32,4

36,6

-39.8

17.997

16.311

-9.7

20,8

31.3

744.419

2.7

654.920

651.232

-0.6

48,8

47,3

347.616

-47.6

125.560

98.817 -21.3

10,2

15,4

1.002.338 1.441.056

43.8

824.385 1.045.435

26,8

44,5

39,2

272.933

16.4

225.210

249.676

10.9

51.9

49,4

2.803.602 2.973.677

6.1

1.945.881 2.160.842

11.1

37,5

38,9

234.454

(Fonte: Elaborazione dati Comtrade/USDC)

2010 ±∆%

(Source: Comtrade/USDC data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

137

69. USA: importazioni di lavorati (cod. 68.02). Paesi di origine (mill. USD) USA: import of processed stones (code 68.02). Origin Countries (mill. USD) COUNTRIES

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

Brazil

104,4

150,6

209,7

310,2

451,1

617,0

631,8

507,0

308,2

553,7

China

75,6

100,5

139,7

229,3

330,4

432,0

507,4

479,9

406,4

416,4

Italy

499,2

498,5

535,3

589,8

611,5

644,3

617,1

524,8

394,1

303,1

Turkey

83,2

123,8

182,8

258,7

364,3

424,3

441,8

352,2

257,5

278,6

India

93,3

112,8

151,8

214,2

261,2

310,6

297,1

266,3

186,5

232,8

Canada

95,9

90,9

83,3

92,8

90,0

96,9

102,6

96,9

77,0

75,3

Mexico

96,0

101,0

106,0

115,2

130,1

149,4

145,2

107,9

65,1

69,4

106,5

106,3

119,6

147,1

149,4

149,9

133,1

98,3

62,4

60,1

Taiwan

22,1

25,2

30,6

47,9

46,4

58,3

52,3

37,8

30,6

32,7

Portugal

12,5

11,0

11,4

15,4

18,7

19,5

22,2

27,4

15,4

15,1

6,4

8,2

12,7

17,6

22,5

28,2

30,1

27,4

14,2

13,8

Israel

19,3

23,2

23,9

26,8

33,3

36,2

42,2

34,7

17,8

13,2

France

24,7

20,6

22,4

22,1

22,4

18,3

23,2

22,5

20,4

11,0

Greece

16,8

18,8

17,3

19,5

21,1

21,6

25,6

23,0

16,3

9,7

9,9

8,6

12,2

14,0

8,3

10,7

10,8

11,7

4,8

4,1

50,5

56,4

64,6

80,6

106,7

127,4

142,4

119,1

69,2

71,8

Spain

Peru

Germany Others Total

1.316,1 1.456,7 1.723,3 2.201,3 2.667,2 3.144,8 3.224,9 2.736,9 1.945,9 2.160,8

(Fonte: Elaborazione dati USDC)

(Source: USDC data processing)


138

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

70. USA: importazioni di lavorati (cod. 68.02). Paesi di origine (quote di mercato) USA: import of processed stones (code 68.02). Origin Countries (shares) COUNTRIES

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

Brazil

7.9

10.3

12.2

14.1

16.9

19.6

19.7

18.5

15.8

25.6

China

5.7

6.9

8.1

10.5

12.4

13.7

15.7

17.5

20.9

19.3

Italy

37.9

34.2

31.0

26.8

22.9

20.5

19.0

19.2

20.3

14.0

Turkey

6.3

8.5

10.6

11.8

13.7

13.5

13.7

12.9

13.2

12.9

India

7.1

7.7

8.8

9.7

9.8

9.9

9.2

9.7

9.6

10.8

Canada

7.3

6.2

4.8

4.2

3.4

3.1

3.2

3.5

4.0

3.5

Mexico

7.3

6.9

6.2

5.2

4.9

4.8

4.5

3.9

3.3

3.2

Spain

8.1

7.3

6.9

6.7

5.6

4.8

4.1

3.6

3.2

2.8

Taiwan

1.7

1.7

1.8

2.2

1.7

1.9

1.6

1.4

1.6

1.5

Portugal

0.9

0.8

0.6

0.7

0.7

0.6

0.7

1.0

0.8

0.7

Peru

0.5

0.6

0.7

0.8

0.8

0.9

1.0

1.0

0.7

0.6

Israel

1.5

1.6

1.4

1.2

1.3

1.2

1.3

1.3

0.9

0.6

France

1.9

1.4

1.3

1.0

0.8

0.6

0.7

0.8

1.0

0.5

Greece

1.3

1.3

1.0

0.9

0.8

0.7

0.8

0.8

0.8

0.4

Germany

0.8

0.6

0.7

0.6

0.3

0.3

0.3

0.4

0.2

0.2

Others

3.8

3.9

3.7

3.7

4.0

4.1

4.3

4.4

3.7

3.3

100.0

100.0

100.0

100.0

100.0

100.0

100.0

100.0

100.0

100.0

Total

(Fonte: Elaborazione dati USDC/Comtrade)

(Source: USDC/Comtrade data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

139

71. USA: importazioni di lavorati (cod. 68.02). Volumi e valori medi USA: import of processed stones (code 68.02). Quantity and average value 000 sq.mt./cm.2 COUNTRIES

2007

2008

2009

USD/sq.mt./cm.2 2010

2007

2008

2009

2010

Brazil

17.327 10.453

9.848 14.490

36,46

48,50

40,02

38,21

China

13.483 10.064

8.954

9.960

37,64

47,68

45,38

41,30

Turkey

14.236 11.396

8.087

8.960

31,03

30,90

31,85

31,09

India

8.210

5.976

3.900

5.216

36,18

44,56

47,82

44,63

Italy

10.753

5.273

3.552

4.935

57,38

99,52

86,76

61,41

Canada

3.584

2.479

1.587

1.658

28,63

39.09

48,52

45,40

Mexico

3.591

2.701

1.873

1.540

40,44

39,95

34,76

45,06

Spain

2.919

1.851

1.697

1.407

45,60

53,10

36,77

42,69

Taiwan

978

612

462

545

53,47

61,76

66,23

60,03

Peru

624

555

256

262

48,33

49,37

55,46

52,48

Portugal

472

407

457

234

47,08

67,32

44,64

64,64

1.222

981

339

210

34,50

35,37

52,50

63,00

France

245

204

146

206

94,70 110,30 111,64

53,27

Greece

337

204

129

96

75,90 115,75 119,38 101,49

Germany

148

130

57

46

73,09

90,00

84,21

89,95

9.331 11.136 10.523

5.803

15,25

10,70

6,58

12,37

87.463 64.422 51.867 55.568

36,87

42,48

37,52

38,89

Israel

Others Total

(Fonte: Elaborazione dati Comtrade/USDC)

(Source: Comtrade/USDC data processing)


140

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

72. India: esportazione di calcarei grezzi (cod. 25.15) India: raw calcareous stone export (code. 25.15) 000 USD

±∆%

COUNTRIES

05/06

06/07

07/08

08/09

09/10

‘10:’06

‘10:’09

China

3.986

4.335

5.191

11.505

8.345

109.4

-27.5

Hong-Kong

5.669

6.744

5.440

1.152

2.729

-51.8

136.9

Italy

1.251

1.817

2.087

1.415

912

-27.1

-32.2

503

760

405

793

795

58.1

0.3

Germany

35

194

726

1.471

635

...

-56.8

Australia

155

56

-

210

255

64.5

21.4

29

193

278

168

152

424.1

-9.5

Spain

2.602

3.834

1.193

362

138

-94.7

-61.9

Un. Kingdom

2.390

1.829

408

266

117

-95.1

-34.8

South Korea

22

112

-

98

97

340.9

-1.0

Indonesia

91

59

352

54

45

-50.5

-16.7

Others

4.011

5.167

13.685

17.654.

10.717

167.2

-39.3

Total

20.744

25.100

29.765

35.148

24.937

20.2

-29.1

USA

Taiwan

(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)

(Source: Comtrade data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

141

73. India: esportazione di silicei grezzi (cod. 25.16) India: raw siliceous stone export (code. 25.16) 000 USD

±∆%

05/06

06/07

07/08

08/09

125.644

193.893

223.497

244.612

219.252

74.5

-10.4

Un. Kingdom

42.803

74.934

98.166

33.813

52.432

22.5

55.1

Hong-Kong

22.409

32.230

32.980

39.832

35.376

57.9

-11.2

Italy

70.037

90.140

90.709

70.330

24.324

-65.2

-65.0

Taiwan

21.641

28.616

32.435

25.118

19.679

-9.1

-21.6

Belgium

18.624

19.682

24.939

18.891

14.529

-22.0

-23.1

USA

18.810

9.537

18.506

18.778

12.352

-34.3

-34.2

5.854

8.115

10.484

4.963

6.307

7.7

27.1

19.315

20.486

19.851

17.953

4.585

-76.3

-74.5

Netherlands

4.260

5.089

6.670

3.873

4.534

6.4

17.1

France

4.000

4.566

6.206

4.769

3.185

-20.4

-33.2

Others

42.388

83.759

88.810

49.886

78.150

84.4

56.7

Total

395.785

571.047

653.253

532.818

474.705

19.9

-10.9

COUNTRIES China

Germany Spain

(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)

09/10 ‘10:’06 ‘10:’09

(Source: Comtrade data processing)


142

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

74. India: esportazione di lavorati (cod. 68.02) India: processed stone export (code. 68.02)

000 USD

±∆%

05/06

06/07

07/08

08/09

259.362

285.697

283.013

208.307

139.921

-46.1

-32.8

Germany

31.304

41.722

46.367

58.296

57.044

82.2

-2.1

Un. Kingdom

30.936

42.407

60.751

49.056

45.848

48.2

-6.5

Emirates

24.790

39.511

42.187

51.264

44.642

80.1

-12.9

Belgium

18.404

24.884

34.272

33.340

33.216

80.5

-0.4

Italy

14.527

21.626

17.353

22.243

31.554

117.2

41.9

Netherlands

23.381

24.570

24.571

28.339

27.550

17.8

-2.8

China

13.345

14.056

19.383

25.507

20.795

55.8

-18.5

Canada

18.172

22.154

22.703

24.284

20.595

13.3

-15.2

Australia

13.799

11.332

12.334

12.291

10.400

-24.6

-15.4

Spain

13.085

22.535

19.089

11.504

6.489

-50.4

-43.6

Others

113.660

150.370

190.068

260.824

244.964

115.5

-6.1

Total

575.035

700.864

772.091

785.255

683.018

18.8

-13.0

COUNTRIES USA

(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)

09/10 ‘10:’06 ‘10:’09

(Source: Comtrade data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

143

75. Brasile: esportazione di silicei grezzi (cod. 25.16) Brazil: raw siliceous stone export (code 25.16) 000 USD

±∆%

2006

2007

2008

2009

2010

‘10:’06

‘10:’09

China

74.662

67.870

75.395

73.851

115.581

54.8

56.5

Italy

66.478

62.251

51.424

26.189

47.373

-28.7

80.9

Taiwan

11.887

13.139

9.813

9.110

17.679

48.7

94.1

Spain

17.985

17.114

9.059

3.064

5.440

-69.8

77.5

Hong-Kong

11.027

11.264

8.595

9.934

15.304

38.8

54.1

Belgium

5.355

5.397

4.277

2.197

4.021

-25.5

83.0

France

2.590

2.958

3.089

1.581

2.423

-6.5

53.3

682

912

1.323

870

1.084

58.9

24.6

Canada

1.938

1.007

719

281

340

-82.5

21.0

Turkey

1.952

4.372

442

1.768

541

-72.3

-69.4

Indonesia

437

...

383

12

403

-7.8

...

Germany

337

320

337

577

231

-31.5

-60.0

USA

436

591

324

653

336

-22.9

-48.5

Poland

335

481

289

692

545

62.7

-21.2

Greece

1.105

393

231

265

475

-57.0

79.2

Others

3.068

6.348

12.320

4.492

7.419

141.8

65.2

200.274

194.417

178.020

135.536

219.195

9.5

61.7

COUNTRIES

Argentina

Total

(Fonte: Elaborazione dati Abirochas/Comtrade)

(Source: Abirochas/Comtrade data processing)


144

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

76. Brasile: esportazione di lavorati (cod. 68.02) Brazil: processed stone export (code 68.02)

000 USD

±∆%

2006

2007

2008

2009

2010

616.409

622.226

491.960

357.508

493.595

-20.0

38.1

Canada

20.579

26.775

30.079

23.895

39.232

90.6

64.2

Mexico

10.998

15.104

16.372

15.201

18.831

71.2

23.9

Venezuela

7.197

17.646

16.709

17.272

7.175

-0.3

-58.5

Colombia

3.135

4.123

4.487

5.408

5.963

90.2

10.3

Argentina

2.635

4.625

4.128

4.445

5.328

102.2

19.8

Italy

3.978

5.629

4.116

2.691

4.026

1.2

49.6

Germany

4.615

4.647

3.387

4.899

3.769

-18.3

-23.1

Libya

1.340

1.630

2.203

3.427

2.858

113.3

-16.6

Spain

4.435

3.948

5.224

4.030

2.725

-38.6

-22.4

Un. Kingdom

1.948

2.250

2.838

2.287

1.993

2.3

-12.9

Chile

1.876

1.863

2.392

1.455

1.785

-4.9

22.7

Israel

1.526

1.120

1.150

1.008

1.121

-26.5

11.2

Belgium

3.583

3.549

1.761

1.194

1.036

-71.1

-13.2

South Africa

1.973

1.763

642

472

325

-83.5

-31.1

Others

25.030

37.508

38.182

41.115

43.719

74.7

6.3

Total

711.257

754.406

625.630

486.307

633.481

-10.9

30.3

COUNTRIES USA

(Fonte: Elaborazione dati Abirochas/Comtrade)

‘10:’06 ‘10:’09

(Source: Abirochas/Comtrade data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

145

77. Brasile: esportazione di ardesia lavorata (cod. 68.03) Brazil: processed slate export (code 68.03)

000 USD

±∆%

2006

2007

2008

2009

Un. Kingdom

16.517

20.481

23.640

16.641

17.868

8.2

7.4

Netherlands

4.670

7.365

9.890

7.227

6.750

44.5

-6.6

USA

13.624

12.082

10.586

5.013

6.071

-55.4

21.1

Spain

11.475

14.788

11.129

5.835

5.655

-50.7

-3.1

Germany

6.457

6.801

7.536

4.855

5.429

-13.9

11.8

Chile

1.991

2.670

4.206

2.840

4.888

145.5

72.1

Belgium

4.279

4.190

3.718

4.339

4.067

-5.0

-6.3

Italy

3.977

4.813

5.069

3.563

3.740

-6.0

5.0

797

958

1.008

978

1.557

95.4

59.2

1.268

1.580

1.747

1.112

1.548

22.1

39.2

Mexico

858

1.088

1.196

1.058

1.422

65.7

34.4

France

1.036

1.652

2.471

1.245

1.411

36.2

13.3

Portugal

1.856

1.996

2.990

1.572

1.019

-45.1

-35.2

Ireland

4.241

3.865

2.753

1.803

1.148

-72.9

-36.3

Norway

1.353

1.449

1.244

794

575

-57.5

-27.6

Others

6.525

8.466

23.917

6.447

6.227

-4.6

-3.4

Total

80.924

94.244

113.100

65.322

69.375

-14.3

6.3

COUNTRIES

Colombia Canada

(Fonte: Elaborazione dati Abirochas/Comtrade)

2010 ‘10:’06 ‘10:’09

(Source: Abirochas/Comtrade data processing)


44,8

0,2

0,3

3,0

South Africa

Canada

Finland

Brazil

‘99

(Fonte: Elaborazione dati ICE/contrade)

91,1 62,5

28,8 26,2

26,9 16,3

23,6 22,9

47,8 46,7

91,5 93,9

177,1 128,1

38,1 36,9

7,9

51,1 51,6

13,0

20,0 20,9

71,8 15,7

9,0

4,4

29,9 56,7

8,0

7,8 10,8

15,0 11,0

58,0 20,8

‘01

‘02

‘03

4,5 6,5

4,5

4,1

9,0

3,1

5,4

3,7

2,0

3,5

3,6

25,5 28,1 10,0 9,2

2,7

3,2 2,4

2,5

17,5

17,4

‘04

0,5

1,1

3,6

3,6

0,7

1,1

2,5

2,8

35,3 20,2 10,5 10,5

22,4 49,4

6,5

57,4 36,7 30,0 19,8

44,6 31,0 24,3 19,7

‘00

54,3 43,4

41,9 43,1

11,9

62,6 62,8

40,5 47,7

94,7

69,9 69,2

22,7 18,0

639,5 255,1 211,5 156,3 120,8 94,4

60,1 57,3

‘98

53,9

6,1

0,3

0,5

1,8

3,8

4,4

6,7

2,2

16,9

11,6

‘05

45,0

8,5

0,4

1,0

0,7

2,6

3,8

1,2

1,8

14,5

10,5

‘06

48,2

13,9

2,7

6,0

0,6

1,3

2,3

1,2

0,5

10,6

9,1

‘07

30,1

5,8

0,3

1,5

0,4

0,8

2,0

1,1

0,7

8,8

8,7

‘08

21,0

3,2

0,1

2,2

0,3

0,2

0,7

0,4

0,7

5,4

7,8

‘09

18,3

3,7

0,1

0,1

0,2

0,2

0,3

0,5

0,6

5,3

7,3

‘10

(Source: ICE/Comtrade data processing)

68,7

77,4

‘97

93,4 97,2

‘96

85,5 541,8 1.157,1 1.160,4 1.047,0 1.011,2 1.078,1 807,5 638,6 547,1 416,2 361,8 266,8 230,7 135,8 84,4

67,0

23,7

17,0

13,9

70,1

97,4

187,0

33,2

‘95

183,7 118,9

‘94

Total

129,0

18,9

20,6

23,2

93,3

104,0

207,8

48,1

335,8

155,7

‘93

11,3

123,2

35,2

24,3

29,0

43,2

92,3

242,6

55,0

325,8

138,3

‘92

44,7 33,5 31,2 19,7

41,1

32,0

19,3

24,6

48,9

93,2

266,0

63,1

296,4

212,5

‘91

20,9

29,0

22,7

1,3

3,7

64,5

17,1

254,1

232,7

‘90

Others

-

4,6 129,1

South Korea

United States

0.9

Portugal

61,4

2,1

China

‘80

8,7 171,8

‘70

India

Countries

Japan: imports of siliceous raw materials. Origin of purchasesm by quantity (000 tons)

78. Giappone: importazioni di grezzi silicei. Provenienze degli acquisti in quantità (000 tonn.)

146 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


‘98

‘99

‘00

‘01

‘02

‘03

‘04

‘05

‘06

‘07

0,7

6,7 1,8

4,8 1,2

6,7

6,4 10,4 0,8

6,8

1,9

6,9

6,4

(Fonte: Elaborazione dati ICE/contrade)

36,9

6,6 21,4

2,2 36,6

9,9 40,6

8,2

14,7

5,9

13,6

43,0

6,4

10,3

4,9

21,8

46,7

13,1

43,7

6,0

7,0

5,8

14,9

39,6

11,2

36,8

4,5

5,3

6,1

16,5

37,6

10,8

33,0

3,0

5,0

7,0

15,0

29,0

12,0

37,4

1,2

5,2

4,7

13,5

23,1

9,9

32,0

1,1

2,3

4,4

7,2

15,6

8,9

‘10

1,3

1,4

2,4

3,7

8,5

9,6

0,9

1,2

1,3

2,1

5,5

6,1

868,9

16,5

1,1

1,1

1,5

1,7

5,0

6,5

(Source: ICE/Comtrade data processing)

61,8

1,6

3,4

3,7

7,5

17,2

9,2

911,9

2,0

8,2 13,9 11,8 13,0 20,5 44,8

3,2

27,9

3,7

12,0

41,7

12,9

297,0 305,8 358,5 414,3 450,6 593,5 891,5 969,8 1.091,4 930,3 1.135,3 1.222,4 1.321,6 1.383,0 1.377,6 1.540,0 1.628,0 1.307,3 1.203,5 1.034,0

7,3

6,1

27,6

1,2

3,1

33,0

12,7

17,2

6,8

Others

3,3

51,5

1,3

5,4

13,6

10,4

‘09

983,1 1.202,9 1.132,0

‘08

24,0

2,4

Total

0,5

9,8

158,1 146,1 142,5 125,1 105,5 100,9 86,2 86,5

Taiwan

South Korea

1,0

6,4

19,9

32,7

1,1

‘97

Portugal

‘96

5,0

‘95

Spain

‘94

76,5 68,1 78,9 53,7 30,7 32,0 46,7 32,5

‘93

Italy

‘92

6,5 10,4 15,0 23,7 19,0 18,7 30,5 32,2

‘91

India

‘90

40,6 63,2 97,5 187,3 275,0 419,4 683,6 759,8 937,1 850,8 999,5 1.084,8 1.084,8 1.175,4 1.254,8 1.260,0 1.533,0 1.202,9 1.132,0

‘89

China

Countries

Japan: special finished products. Origin of purchases by quantity (000 tons)

79. Giappone: importazioni di lavorati speciali. Provenienze degli acquisti in quantità (000 tonn.)

XXII World Marble and Stones Report 2011 147


148

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

80. Giappone: maggiori importazioni di prodotti lapidei (quantità, valori e prezzi) Japan: leading imports of stone products (quantity, value and prices) Siliceous raw materials YEARS

Special finished products

‘000 tons

mill. yen

yen/ton

mill. yen

yen/ton

pr./ind.

1989

1.191,8

31.083

26.080

100.0

297,0

50.468

169.925

100.0

1990

1.157,1

34.509

29.824

114.3

305,8

55.533

181.600

106.9

1991

1.160,4

33.601

28.956

111.0

358,5

59.262

165.305

97.3

1992

1.0474

28.815

27.521

105.5

414,3

55.140

133.092

78.3

1993

1.011,2

22.693

22.442

86.1

450,6

44.591

98.960

58.2

1994

1.078,1

24.550

22.771

87.3

593,5

50.632

85.310

50.2

1995

807,5

18.201

22.540

86.4

891,5

63.752

71.510

42.1

1996

683,6

16.433

25.732

98.7

969,8

71,876

74.114

43.6

1997

574,1

17.019

31.108

119.3

1.091,4

82.958

76.010

44.7

1998

416,2

11.895

28.580

109.6

930,3

71.983

77.376

45.5

1999

361,8

7.763

21.457

82.3

1.135,3

75.433

66.443

39.1

2000

266,8

5.930

22.226

85.2

1.222,4

77.377

63.300

37.2

2001

230,7

5.021

21.764

83.5

1.321,6

92.177

69.747

41.0

2002

135,8

3,422

25,200

96,6

1.383,0

97.252

70.320

41.4

2003

84,4

2.137

25.310

97.0

1.377,6

85.843

62.312

36.7

2004

68,7

1,730

25.180

96.5

1.540,0

80.850

52.500

30.9

2005

53,9

2.156

40.000

153.4

1.628,0

87.148

53.530

31.5

2006

45,0

1.951

43.397

166.4

1.307,3

84.098

64.330

37.9

2007

48,2

2.024

41.995

161.0

1.203,5

83.170

69.170

40.6

2008

30,1

1.178

39.145

150.1

1.034,0

92.672

89.625

52.7

2009

21,0

733

34.891

133.8

911,9

85,073

93.292

54.9

2010

18,3

669

36.570

140.2

868,9

84,478

97,223

57.2

(Fonte: Elaborazione dati ICE/contrade)

pr./ind. ‘000 tons

(Source: ICE/Comtrade data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

149

81. EGITTO: esportazione di calcarei grezzi (cod. 25.15) EGITTO: raw calcareous stone export (cod. 25.15) 2008 COUNTRIES China

2009

tons 000/USD USD/ton 1.324,8

86,345

Libya

53,0

Italy

2010

tons 000/USD USD/ton

65,18 1.065,8

62.301

4.761

89,83

33,0

12,128

367,50

314,0

22.657

72,15

43,7

11.971

Lebanon

39,5

2.534

64,15

16,1

India

32,6

4.155

127,45

Qatar

8,9

4.224

Emirates

14,2

Saudi Arabia

tons 000/USD USD/ton 57.213

53,19

170,6

39.803

233,30

273,90

83,5

9.842

117,87

5.779

358,94

62.5

8.153

130,45

18,6

5.134

276,02

33,6

3.670

109,23

474,61

4,1

2.620

639,02

24,3

966

397,53

8.277

582,89

12,4

8,629

695,89

11,6

6.563

565,78

51,5

12.353

239,86

29,2

13.478

461,58

11,4

4.747

416,40

France

9,8

4.890

498,98

7,9

3.706

469,12

10,7

4.565

426,64

Greece

30,8

3.168

102,85

6,8

6.754

993,25

10,6

1.140

107,55

8,8

2.831

321,70

8,6

3.648

424,18

7,7

2.175

282,46

36,0

7.412

205,88

8,1

8,145 1005,55

7,6

4.048

532,63

Colombia

7,5

2.387

318,27

6,3

6.290

998,41

6,0

1.922

320,33

Algeria

4,3

1.301

302,55

6,8

6.774

996,18

5,6

1.595

284,82

Russia

1,3

560

430,76

1,3

1.296

996,92

4,6

1.138

247,40

Others

164,8

44.473

269,86

73,2

9,390

128,27

83,8

26.800

319,80

128,90 1.609,8 174.340

108,30

Morocco USA

World

2.101,8 212.328

(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)

101,01 1.341,9 173.043

58,45 1.075,7

(Source: Comtrade data processing)


150

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

82. FINLANDIA: esportazione di silicei grezzi (cod. 25.16) FINLAND: raw siliceous stone export (cod. 25.16) 2007

2008

2009

COUNTRIEs

000 Kg. 000 USD

China

187.609

Italy

47.411

7.417

31.419

5.177

15.036

2.076

25.612

3.606

POLAND

22.058

3.312

17.097

2.991

16.052

2.267

21.304

3.241

SPAIN

23.033

4.068

17.205

3.124

5.420

846

12.218

1.869

49

11

-

-

2.010

278

7.047

1.023

RUSSIA

8.539

1.075

11.394

1.690

3.490

460

6.662

797

INDIA

4.659

826

3.998

891

4.871

822

5.414

884

TAIWAN

9.567

1.731

5.800

1.120

3.468

602

5.204

840

LITHUANIA

3.272

494

3.425

571

2.605

411

3.404

508

GERMANY

5.084

1.101

5.689

1.318

4.046

1.007

2.961

695

SWEDEN

1.240

255

1.061

188

932

148

2.108

332

FRANCE

3.262

572

3.762

616

1.186

226

1.738

299

-

-

-

-

398

71

1.074

186

BELARUS

571

137

1.670

285

1.926

285

743

98

ESTONIA

591

132

401

80

608

123

542

97

Others

8.251

1.531

11.586

1.907

4.703

797

2.815

1.028

World

325.196

30.108 308.752

42.662

HONG-KONG

SYRIA

000 Kg. 000 USD

2010

28.260 176.295

50.922 290.802

(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)

000 Kg. 000 USD

27.223 141.550

47.181 208.301

000 Kg. 000 USD

19.689 209.906

27.159

(Source: Comtrade data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

151

83. Norvegia: esportazione di silicei grezzi (cod. 25.16) Norway: raw siliceous stone export (cod. 25.16) 2007

2008

COUNTRIEs

000 Kg. 000 USD

China

126.432

Italy India

2009

000 Kg. 000 USD

2010

000 Kg. 000 USD

000 Kg. 000 USD

36.632 177.583

49.077 183.451

39.713 213.461

49.598

65.416

27.221

43.435

18.383

28.823

10.257

30.754

10.988

15.850

6.585

20.697

9.257

25.478

7.374

26.088

9.841

9.335

3.371

8.579

3.160

8.645

3.604

4.935

2.037

16.513

8.745

12.475

6.994

6.723

2.577

12.917

5.292

Taiwan

5.132

2.088

6.141

2.733

6.575

2.194

11.425

3.966

Vietnam

2.294

664

2.708

860

6.067

1.341

2.919

1.207

Poland

3.535

1.114

4.045

1.199

3.376

802

1.441

1.709

Turkey

12.534

2.850

2.641

708

3.095

761

2.571

723

Belgium

4.500

2.249

4.141

2.304

2.892

1.477

2.191

1.207

Germany

3.501

1.559

3.762

1.568

2.701

1.028

9.700

1.193

Thailand

2.230

815

2.511

945

1.532

425

1.159

315

Sweden

1.025

506

1.004

343

975

342

609

258

Belarus

27

9

1.021

447

409

137

-

-

1.620

505

1.064

493

35

12

842

227

Others

11.060

4.407

6.438

3.052

49.915

5.643

69.543

6.489

World

281.004

77.687 395.000

94.919

France Spain

Czech Rep.

99.320 298.245 101.523 330.692

(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)

(Source: Comtrade data processing)


152

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

84. Oman: esportazione di lavorati speciali (cod.68.02) Oman: export of special processed stone (cod. 68.02) 2008

2009

tons

000 usd

usd/ sq.mt

000 usd

usd/ sq.mt

000 usd

usd/ sq.mt

Saudi Arabia

24,824

19,430

42,30

36.020 23.200

34,82

77.735 30.079

20,92

Emirates

20,385

19,746

52,36

43.796 30,157

37,22

52,381 15,973

16,48

South Korea

28,724

13.098

24,65

26.679 13.183

26,70

17.200

9.729

30,58

China

25.455

7.430

15,78

16.037

7.498

25,27

11.992

5.478

24,69

Singapore

10.590

5.243

26,7

9.130

4.665

27,62

7.983

4.566

30,92

Qatar

72.319

27.279

20,39

2.019

1.292

34,59

5.133

1.847

19,45

India

20.392

4.978

13,20

5.888

1.591

14,60

3.187

1.206

20,45

4.786

1.959

22,13

786

436

29,98

1.645

514

16,89

11.7902

2.752

12,62

7.082

2.058

15,70

849

458

29,16

Kuwait

2.965

2.009

36,63

473

456

52,11

275

140

27,52

Others

44.146

14.243

17,44

24.865

7.062

15,35

29.311

7.205

13,29

28,65 207.691 77.195

20,09

COUNTRIEs

Bahrein Malaysia

Total

266.376 118.167

(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)

tons

2010

23.98 172.775 91.598

tons

(Source: Comtrade data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

153

85. Turchia: export di calcarei grezzi (cod. 25.15) Turkey: raw calcareous stone export (cod. 25.15) YEAR

Total

China

EU/27

000 tons

index

000 tons

index

2000

252

100.0

30

11.9

116

46.0

106

42.1

2001

515

204.4

84

16.3

154

29.9

277

53.8

2002

698

277.0

206

29.5

199

28.5

293

42.0

2003

1159

460.0

411

35.5

271

23.4

477

41.1

2004

1404

557.1

464

33.0

310

22.1

630

44.9

2005

1586

629.4

647

40.8

313

19.7

626

39.5

2006

2140

849.2

950

44.4

337

15.7

583

39.9

2007

2675

1061.5

1359

50.8

392

14.7

924

34.5

2008

3079

1221.8

1669

54.2

325

10.6

1085

35.2

2009

3199

1269.4

1821

56.9

198

6.2

1180

36.9

2010

4680

1857.1

3394

72.5

136

2.9

1150

24.6

(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)

000 tons

Others index

000 tons

index

(Source: Comtrade data processing)


154

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

86. Turchia: export di lavorati speciali (cod. 68.02) Turkey: processed stone export (cod. 68.02) YEAR

Total

China

EU/27

000 tons

index

000 tons

index

2000

469

100.0

100

21.3

55

11.7

314

67.0

2001

474

101.1

155

32.7

61

12.9

248

52.4

2002

603

128.6

256

42.5

81

13.4

266

44.1

2003

798

170.1

379

47.5

102

12.8

317

39.7

2004

1095

233.5

522

47.7

145

13.2

428

39.1

2005

1287

274.4

723

56.2

183

14.2

381

29.6

2006

1646

351.0

800

48.6

226

13.7

620

37.7

2007

2010

428.6

770

38.3

295

14.7

954

47.0

2008

1621

345.6

584

36.0

290

17.9

747

46.1

2009

1472

313.9

437

29.7

240

16.3

795

54.0

2010

1677

357.6

484

28.9

254

15.1

939

56.0

(Fonte: Elaborazione dati Comtrade)

000 tons

Others index

000 tons

index

(Source: Comtrade data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

155

87. Fiera internazionale di Xiamen Xiamen international stone exhibition Parameters

Abs. figures

+∆%

2008

2010

2011

11/08

av./year

11/10

70.981

101.526

120.478

69.7

23.2

18.7

countries

115

130

140

21.7

7.2

7.7

exhibitors

1.000

1.300

1.370

37.0

12.3

5.4

countries

35

45

50

42.9

14.3

11.1

75.000

95.000

105.000

40.0

13.3

10.5

75

73

76

1.3

0.4

4.1

visitors

sq. mt. area id./exh. (Fonte: Fiera di Xiamen)

(Source: Xiamen Stone Exhibition)


156

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

88. Consumo lapideo mondiale (mill. mq. eq./2) World stone use (mill. sq. mt./2) 2001

2005

2006

COUNTRIEs

Vol.

China

73,3 10.3 116,3 12.5

India

36,9

5.2

55,2

5.9

USA

50,8

7.2

88,0

9.5

Italy

59,8

8.4

62,3

6.7

64,8

South Korea

25,4

3.6

40,0

4.3

Brazil

12,3

1.7

18,1

Spain

45,1

6.4

France

26,2

Germany

%

Vol.

%

Vol.

2007 %

128,7 12.7

%

163,6 14.5

Vol.

2009 %

Vol.

2010 %

178,1 15.5 214,6 18.8

Vol.

%

268,9 22.1

6.8

70,9

6.2

83,1

7.3

82,5

7.2

87,2

7.2

107,4 10.6

111,9

9.9

88,0

7.7

71,0

6.2

74,2

6.1

6.4

63,9

5.7

65,4

5.7

59,3

5.2

59,8

4.9

43,7

4.3

50,4

4.5

50,1

4.4

47,8

4.2

49,6

4.1

1.9

23,7

2.3

26,1

2.4

41,5

3.6

42,1

3.7

42,8

3.5

51,9

5.6

51,6

5.1

49,2

4.4

44,9

3.9

39,5

3.5

39,1

3.2

3.7

29,0

3.1

31,8

3.1

30,8

2.7

29,2

2.5

26,1

2.3

29,3

2.4

43,1

6.1

32,5

3.5

40,7

4.0

42,1

3.7

32,3

2.8

30,9

2.7

27,8

2.3

Taiwan

19,3

2.7

26,1

2.8

26,6

2.6

22,8

2.0

21,7

1.9

19,2

1.7

22,9

1.9

Japan

34,5

4.9

34,2

3.7

30,9

3.1

28,6

2.5

24,2

2.1

25,0

2.2

21,3

1,8

8,5

1.2

17,8

1.9

22,8

2.2

23,3

2.1

20,3

1.8

17,0

1.5

20,9

1.7

Belgium

10,5

1.5

14,2

1.5

18,5

1.8

18,9

1.7

15,9

1.4

16,1

1.4

20,2

1.7

Saudi Arabia

14,9

2.1

14,1

1.5

18,0

1.8

15,4

1.4

16,7

1.5

15,9

1.4

18,0

1.5

Greece

14,3

2.0

15,2

1.6

16,0

1.6

17,6

1.5

15,8

1.4

13,8

1.2

11,9

1,0

Switzerland

10,6

1.5

11,4

1.2

12,3

1.2

12,7

1.1

12,5

1.1

12,1

1.1

11,3

0.9

Portugal

9,4

1.3

10,8

1.2

12,5

1.2

12,1

1.1

11,6

1.0

11,7

1.0

11,1

0.9

Netherlands

8,5

1.2

13,5

1.4

13,8

1.4

12,8

1.1

13,1

1.1

9,3

0.8

6,1

0.5

Un. Kingdom

Others

206,4 29.1 280,1 30.1

World

709,5 100.0

(Fonte: Elaborazione propria)

68,8

Vol.

2008

291,8 27.8

356,9 31.5

381,7 33.3 386,1 33.9

930,5 100.0 1.012,3 100.0 1.129,7 100.0 1.146,1 100.0

394,6 32.4

140,0 100.0 1217,0 100.0 (Source: own data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

157

89. Consumo lapideo mondiale (indici 2001=100) World stone use (index 2001=100) COUNTRIES

2005

2006

2007

2008

2009

2010

China

158,7

175,6

223,2

243,0

292,8

366,8

Brazil

147,2

192,7

212,2

337,4

342,3

348,0

Un. Kingdom

209,4

268,2

274,1

238,8

200,0

245,9

India

149,6

186,4

192,1

225,2

223,6

236,3

South Korea

157,5

172,0

198,4

197,2

188,2

195,3

Belgium

135,2

176,2

180,0

151,4

153,3

192,4

USA

173,2

211,4

220,3

173,2

139.7

146,1

94,6

120,0

103,4

112,1

106,7

120,8

Taiwan

135,2

137,8

118,1

112,4

99,5

118,6

Portugal

114,9

133,0

128,7

123,4

124,5

118,1

France

110,4

121,4

117,6

111,5

99,6

111,8

Switzerland

107,5

116,0

119,8

117,9

114,2

106,6

Italy

104,2

108,4

106,9

109,4

99,2

100,0

Spain

115,1

114,4

109,1

99,5

87,6

86,7

Greece

106,3

111,9

123,1

110,5

96,5

83,2

Netherlands

158,8

162,4

150,6

154,1

109,4

71,8

Germany

75,4

94,4

97,7

74,9

71,7

64,5

Japan

99,1

89,6

82,9

70,2

72,5

61,7

Others

135,7

141,4

172,9

184,9

187,1

191,2

World

131,1

142,7

159,2

161,5

160,6

171,5

Saudi Arabia

(Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


158

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

90. Consumo lapideo mondiale pro-capite (mq. eq./2 x 1000 abitanti) World stone use per capita (sq.mt./2 x 1000)

Abs. Figures COUNTRIEs

2001

2005

2006

2007

2008

2009

2010

Belgium

1.029

1.397

1.765

1.802

1.518

1.537

1.929

Switzerland

1.493

1.599

1.656

1.708

1.681

1.627

1.519

Greece

1.367

1.451

1.439

1.583

1.426

1.245

1.073

Italy

1.040

1.084

1.102

1.088

1.113

1.010

1.055

938

1.188

1.182

1.147

1.102

1.112

1.018

1.147

1.319

1.174

1.119

1.021

898

1.006

Taiwan

891

1.087

1.168

1.002

953

843

1.005

South Korea

556

877

877

1.023

1.017

970

889

Netherlands

543

864

847

786

803

570

772

France

447

496

522

505

480

429

482

Saudi Arabia

779

736

772

662

716

682

375

Un. Kingdom

144

304

379

387

338

283

348

Germany

525

396

494

511

392

375

337

USA

190

329

362

377

297

240

251

Brazil

78

112

129

142

225

228

232

China

60

94

98

125

137

165

206

Japan

273

271

242

223

189

195

166

India

38

58

63

65

76

75

79

Others

72

98

107

137

140

139

142

World

117

153

165

184

187

186

195

Portugal Spain

(Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


338

488

1.016

1.504

414

1.090

125

179

288

467

39

428

189

15

204

140

64

44

108

189

23

212

35

177

122

299

308

1.586

164

1.750

939

811

563

1.374

93

1.467

317

Germany

1.503

268

1.771

1.516

255

178

433

463

896

246

650

642

324

966

119

847

588

1.435

424

1.859

209

1.650

162

24

186

90

96

66

162

9

171

21

150

Ireland

3.232

1.648

4.880

388

4.492

3.122

7.614

1.496

9.110

1.310

7.800

3

191

54

137

96

233

8

241

191

50

348

679

650

29

19

48

60

108

108

-

6.120

826

304

2

607

7

France

1.150

Italy

7.920 20.160 3.500 3.500 29.340 27.810 11.880 3.000 59.800 3.480

176

185

110

60

Finland

600

Luxembourg

331

1.002

489

Denmark

50

Netherlands

188

202

39

Austria

800

Belgium

450

Portugal Spain

2.113

1.054

3.167

290

2.877

1.998

4.875

1.414

6.289

539

5.750

Sweden

165

6

171

78

93

64

157

230

387

37

350

UK

1.127

31

1.158

657

501

349

850

31

381

591

300

13.546

5.052

18.598

6.290

12.308

8.549

20.857

5.589

26.446

3.946

22.500

UE/15

(Source: own data processing)

3.120 39.100 3.050 20.850 250.600

601

691

1.292

30

1.262

877

2.139

690

2.829

79

2.750

(Fonte: Elaborazione propria)

Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import Disponibilità grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Word load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import Disponibilità finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equivalent in 000 sq.mt.

Parameters

Greece

91. EU 15. Produzione interscambio e consumo (000 tonn/2009) UE 15. Production Exchange and use (000 tonn/2009)

XXII World Marble and Stones Report 2011 159


(Fonte: Elaborazione propria)

Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import Disponibilità grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Word load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import Disponibilità finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equivalent in 000 sq.mt.

Parameters

331

48

283

116

167

204

371 4

367

357

2

355

145

210

9

219

26

193

Brazil

2.313

1.039

3.352

68

3.284

1.282

5.566

1.187

6.753

3

6.750

India

China

Canada

374

668

52

618 14.533

156 11.828

774 26.361

422

352 26.309

245 18.283

597 44.592

78

4.712

1.119

5.831

86

5.745

3.993

9.738

3.886

675 45.260 13.624

125 12.260

550 33.000 13.250

Japan

1.149

2

1.147

1.012

135

93

228

47

275

25

250

Pakistan

Norway

3

66

244

15

259

152

107

75

130

597

727

26

701

486

182 1.187

397

579 1.253

29

550 1.250

Russia

701

16

717

375

342

238

580

9

589

89

500

322

40

362

69

293

203

496

363

859

9

850

South Korea

2.679

3

2.682

2.428

254

176

430

10

440

90

350

Switzerland

611

8

619

247

372

259

631

38

69

269

400

Turkey

Taiwan

71

1.242

52

1.294

346

948

660

1.608

7

1.611

1.731

3.342

275

3.067

2.132

5.199

4.872

1.601 10.071

1.251

350 10.000

4.009

272

4.281

3.156

1.125

781

1.906

177

2.083

233

1.850

USA

(Source: own data processing)

3.570 6.790 42.800 11.430 268.860 87.170 21.250 4.510 2.410 12.970 5.950 49.620 11.300 22.980 29.800 74.170

6

7

Argentina

325

Australia

350

South Africa

92. Produzione interscambio e consumo nei maggiori Paesi extra/EU (000 tonn/2009) Production Exchange and use in the leading extra/UE countries (000 tonn/2009)

160 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


XXII World Marble and Stones Report 2011

161

93. Consumi mondiali di ceramica e lapidei World consumption of ceramic tiles and stones Ceramic tiles

Stones

Tiles/Stones Index

+D

285

100.0

7.54

105.5

320

112.3

7.10

2.480

115.3

335

117.5

7.40

1993

2.790

129.8

370

129.8

7.54

1994

3.240

150.6

410

143.8

7.90

1995

3.650

170.0

462

162.1

7.90

1996

3.910

181.8

507

177.9

7.71

1997

4.390

204.1

540

189.5

8.13

1998

4.520

210.2

557

195.4

8.11

1999

4.840

225.1

595

208.8

8.14

2000

5.320

247.4

651

228.4

8.17

2001

5.500

255.8

710

249.1

7.75

2002

5.740

267.0

737

258.6

7.79

2003

6.030

280.5

819

287.4

7.36

2004

6.280

292.1

886

310.9

7.10

2005

6.500

302.3

930

326.3

6.99

2006

7.090

329.8

1.012

355.1

7.01

2007

7.800

362.7

1.130

396.5

6.90

2008

8.150

379.1

1.150

403.5

7.08

2009

8.000

372,1

1.140

400,0

7.02

2010

8.640

401.7

1.217

427.0

7.10

YEARS

mill. sq. mt.

Index

1990

2.150

100.0

1991

2.270

1992

(Fonte: Elaborazione propria)

mill. sq. mt.

(Source: own data processing)


162

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

94. Interscambio di tecnologie settoriali (2010): cod. 84.64/UE Stone technology exchange (2010): cod.84.64/EU Total export COUNTRIES

Total import

tons

000 USD

Austria

1.484

51.028

1.025

21.747

Belgium

943

16.623

1.948

Bulgaria

153

16.623

7

Czech REP. Denmark

Import/Italy tons

000 USD

21.2

2.500

11.5

30.729

15.8

11.958

38.9

1.948

30.729

15,8

11.958

38.9

77

380

3.655

9,6

1.629

44,6

1.277

25.756

619

6.360

10,3

1.036

16.3

229

3.430

509

4.378

8,6

549

12.5

Estonia

15

169

11

210

19,1

10

4.8

Finland

19

838

209

4.218

20.2

970

23.0

France

758

16.689

3.494

57.229

16,4

13.891

24.3

5.725

179.481

4.217

85.075

20,2

24.133

28.4

Greece

359

1.251

1.456

12.624

8,7

4.220

33.4

Hungary

302

2.057

129

2.039

15,8

178

8.7

Ireland

89

391

85

1.909

22,5

11

0.6

68.251

836.945

5.305

38.146

7,2

-

-

55

678

80

1.209

15,1

942

77.9

383

2.776

227

830

3,7

170

20.5

1.191

11.774

829

9.379

11,3

100

1.1

-

-

24

470

19,6

336

71.5

Netherlands

987

12.172

1.423

12.944

9,1

3.660

28.3

Poland

569

4.707

2.830

32.243

11.4

9.775

30.3

PORTUGAL

1.136

10.069

645

15.640

24,2

6.705

42,8

ROMANIA

380

2.006

855

8,177

9,5

4,192

51.6

SLOVAKIA

48

531

78

3.406

43.6

576

16.9

SLOVENIA

85

1.319

421

6.896

16,4

4.247

61.6

SPAIN

9.349

99.980

2.305

32.123

13,9

9.507

29.6

SWEDEN

1.210

31.848

1.008

14.510

14,4

2.725

18.7

UN. KINGDOM

1.087

15.372

1.678

41.364

24,6

10.807

26.1

96.091 1.329.645

31.986

450.822

14,1

115.679

25.7

Cyprus

Germany

Italy Latvia Lithuania Luxemburg Malta

EU-27 (Fonte: Elaborazione propria)

tons 000 USD USD/kg.

(Source: own data processing)


3.843

74

141

1.592

3.912

164

–

Belgium

Denmark

Finland

France

Germany

Greece

Ireland

56

378

6.349

2.115

108

183

1.872

1.743

2000

5

166

4.470

1.651

84

64

1.018

1.771

2001

38

1.267

5.065

1.404

165

369

1.664

1.509

2002

14

571

4.365

1.966

125

176

1.666

1.344

2003

23

382

7.247

1.922

221

337

1.999

2.369

2004

–

588

7.610

2.696

362

285

1.766

1.834

2005

22

1.158

7.105

2.645

306

253

674

2.085

2006

167

2.657

201

810

Portugal

Spain

Sweden

Un. Kingdom

896

261

7.479

397

1.445

609

277

3.729

559

949

707

431

4.871

2.647

795

606

1.173

3.565

520

701

900

471

5.636

513

1.115

1.177

580

5.217

614

919

1.834

508

4.928

627

1.213

1.095

860

3.454

1.897

685

2.375

1.343

4.479

4.841

1.649

2.521

843

8.112

4.557

3.289

64.459

-

316

19.184

4.022

157

289

756

3.076

2008

(Fonte: Elaborazione dati Eurostat)

2.2

0.7

7.3

4.1

2.9

57.8

-

0.3

17.2

3.6

0.1

0.3

0.7

2.8

2008

89

359

5.725

758

19

229

943

1.484

2010

1.1

0.7

12.2

1.1

1.8

1.087

1.210

9.349

1.136

987

70.3 68.251

-

0.3

8.0

0.8

0.2

0.3

1.2

2.0

2009

64.337 100.0 100.0 91.626

644

476

7.884

699

1.144

45.203

27

177

5.128

534

153

224

778

1.266

2009

(Source: Eurostat data processing)

67.552 69.379 76.231 75.436 66.966 87.003 92.352 89.321 82.703 105.071 111.581

760

Netherlands

63.004

89

638

14.719

7.311

311

325

1.206

2.781

2007

Total EU/15

20

240

3.621

1.863

160

76

1.792

2.241

1999

52.035 48.888 57.304 56.756 48.920 68.141 69.345 65.070 60.464

1.196

Austria

Italy

1998

COUNTRIEs

Quantity (tons)

International exchange of stone technology: EU/15 export (absolute figures)

95. Interscambio di tecnologie per marmo: esportazioni UE/15 (cifre assolute)

XXII World Marble and Stones Report 2011 163


336

2.758

4.772

1.286

290

1.584

1.207

2.789

8.132

362

Finland

France

Germany

Greece

Ireland

Italy

Netherlands

Portugal

Spain

Sweden

(Fonte: Elaborazione dati Eurostat)

1.776

352

3.711

1.521

931

1.467

98

754

4.523

3.142

222

229

2.557

814

6.089

2.601

782

1.647

462

739

5.711

3.738

253

360

3.082

2.758

532

9.488

2.637

990

2.185

399

1.529

5.180

3.744

227

348

1.688

1.238

2.039

268

4.380

2.090

1.070

1.370

284

933

4.023

3.032

275

367

1.802

835

2002

3.696

446

4.528

1.475

1.194

1.588

342

1.284

4.075

4.370

276

547

1.853

844

2003

4.456

436

3.985

1.230

1.188

1.892

675

1.086

4.336

4.362

211

894

2.855

764

2004

2.801

472

4.546

946

1.483

1.789

233

977

6.080

3.132

201

606

2.505

636

2005

3.175

619

2.421

1.202

911

1.873

347

1.466

5.364

4.126

298

1.210

2.244

792

2006

6.132

2.236

7.581

1.936

2.892

3.222

380

4.019

6.490

4.123

1.373

921

3.632

2.637

2007

9.867

1.246

8.055

1.135

1.176

3.014

118

3.192

6.321

8.620

1.559

416

3.432

1.503

2008

1.054

657

1.676

652

1.356

1.966

217

1.184

4.202

3.549

236

407

2.573

639

2009

29.333 22.107 30.216 32.943 22.768 26.518 28.370 26.407 26.048 47.574 49.654 20.368

256

Denmark

2.552

1.381

2001

Total EU/15

1.876

Belgium

829

2000

2.770

915

Austria

1999

Un. Kingdom

1998

COUNTRIEs

Quantity (tons)

International exchange of stone technology: EU/15 import (absolute figures)

96. Interscambio di tecnologie per marmo: importazioni UE/15 (cifre assolute)

1.268

1.008

2.305

645

1.423

5.305

85

1.456

4.217

3.494

209

509

1.948

1.025

2010

100.0 24.897

5.2

3.2

8.2

3.2

6.7

9.7

1.1

5.8

20.6

17.4

1.2

2.0

12.6

3.1

2009

(Source: Eurostat data processing)

100.0

19.9

2.6

16.2

2.3

2.4

6.1

0.2

6.4

12.7

17.4

3.1

0.8

6.9

3.0

2008

164 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


XXII World Marble and Stones Report 2011

165

97. Italia: export di tecnologie settoriali Italy: stone technology export

Quantity YEAR

000 kg.

Value Index

000 â‚Ź

Av. Price Index

â‚Ź/ kg.

Index

1998

52.035

100.0

344.712

100.0

6,63

100.0

1999

48.888

94.0

339.398

98.5

6,94

104.7

2000

57.304

110.1

414.476

120.2

7,23

109.0

2001

56.756

109.1

408.677

118.5

7,20

108.6

2002

48.920

94.0

360.838

104.7

7,38

111.3

2003

68.141

131.0

460.174

133.5

6,75

101.8

2004

69.345

133.3

504.457

146.3

7,27

109.7

2005

65.070

125.0

503.267

146.0

7.73

116.6

2006

60.464

116.2

501.091

145.4

8,29

125.0

2007

63.004

121.0

549.967

159.5

8,73

131.7

2008

64.459

123.9

593.279

172.1

9,20

138.7

2009

45.203

83.0

393.400

114.1

8,70

131.3

2010

68.251

131.2

613.147

177.8

8,98

135.4

(Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


166

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

98. Italia: export disaggregato di tecnologie settoriali (2010) Italy: disaggregated technology export (2010) 000 â‚Ź Countries

abs.fig.

000 tons shares

abs.fig.

shares

â‚Ź/kg.

China

85.485

13.9

5.831

8.5

14,66

Iran

47.101

7.7

4.706

6.9

10,01

Turkey

29.854

4.9

2.221

3.3

13,44

Brazil

29.235

4.8

4.141

6.1

7,06

Germany

24.133

3.9

2.785

4.1

8,67

USA

19.489

3.2

1.458

2.1

13,37

Canada

16.648

2.7

675

1.0

24,66

Russia

14.743

2.4

1.047

1.5

14,08

France

13.891

2.3

1.139

1.7

12,20

India

12.119

2.0

4.057

5.9

3,00

Belgium

11.958

1.9

1.442

2.1

8,29

Un. Kingdom

10.807

1.8

710

1.0

15,22

Others

297.684

48.5

38.039

55.8

7,83

Total

613.147

100.0

68.251

100.0

8,98

(Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

167

99. Intersacambio di tecnologie settoriali (2010): cod. 84.64. Altri paesi europei. Stone technology exchange (2010): cod. 84.64. Other european countries. Total export COUNTRIES

Total import

Import/Italy

tons

000 USD

tons

000 USD

USD/kg.

000 usd

Share

Albania

1

13

558

1.147

2,1

869

75.8

Armenia

74

344

317

2.195

6,9

1.258

57.3

Belarus

4

165

313

5.428

17,3

2.431

44.8

Bosnia

78

157

507

960

1,9

378

39.4

Croatia

137

341

939

5.998

6,4

3,459

57,6

Georgia

-

-

45

786

17,5

212

27,0

Iceland

1

55

3

107

35,7

10

9.4

Macedonia

5

29

183

1.525

8,3

930

61.0

Moldova

-

-

80

486

6,1

154

31.7

Montenegro

-

-

26

125

5,8

67

44.1

82

1.098

435

8.240

18,9

2.779

33.7

Russia

100

1.092

4.666

47.540

10,6

14.743

31.0

Serbia

91

469

327

3.470

10,6

2.298

66.2

706

34.212

993

25.716

25,8

8.288

32.2

17

545

454

4.338

9,6

1.852

42.7

1.296

38.520

9.846

108.088

11,0

39.728

36.7

Norway

Switzerland Ukraine Total (Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


168

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

100. Intersacambio di tecnologie settoriali (2010): cod. 84.64. Paesi extra-europei leader.

Stone technology exchange (2010): cod. 84.64. Leading extra-Europe countries. Value (000 usd) COUNTRIES

export

Import from Italy

Import

tons

000 USD

Australia

5.394

32.102

9.534

29.7

Brazil

2.562

55.667

29.235

52.5

Canada

3.931

59.149

16.648

28.1

China

268.740

453.624

85.485

18.8

Egypt

105

14.797

9.451

63.9

India

4.497

56.033

12.119

21.6

295.870

22.101

474

2.1

South Africa

773

10.540

3.642

34.6

South Korea

47.892

10.920

2.625

24.0

Taiwan

45.272

...

3.440

...

Turkey

15.490

37.020

29.854

80.6

USA

79.375

152.225

19.489

12.8

Japan

(Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

169

101. China: import di tecnologie settoriali (cod. 84.64) China: stone technology import (cod. 84.64) 2007

2008

2009

2010

000 usd

Share

000 usd

Share

000 usd

Share

000 usd

share

145.843

30.7

142,840

30.6

134.188

42.3

106.113

23.4

Italy

30.255

6.4

31.758

6.8

19.420

6.2

85.485

18.8

Japan

111.182

23.4

144.188

30.9

59.702

18.8

76.204

16.8

Taiwan

33.681

7.1

45.397

9.7

23.610

7.5

27.950

6.2

176

0.1

414

0.1

99

...

12.150

2.7

South Korea

45.445

9.5

25.678

5.5

20.833

6.6

11.222

2.5

Germany

62.194

13.1

38.059

8.1

35.898

11.3

10.518

2.3

USA

11.873

2.5

14.482

3.1

8.537

2.7

3.400

2.1

-

-

5

...

158

0.1

180

0.4

2.462

0.5

136

...

45

...

137

0.3

7

...

-

-

6

...

20

...

31.178

6.7

24.386

5.2

14.394

4.5

114.245

24.5

474.296

100.0

467.343

100.0

316.890

100.0

453.624

100.0

COUNTRIES Switzerland

Spain

Vietnam Australia Canada Others Total

(Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


170

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

102. USA: import di tecnologie settoriali (cod. 84.64) USA: stone technology import (cod. 84.64) 2007

2008

2009

2010

000 usd

Share

000 usd

Share

000 usd

Share

000 usd

share

China

77.820

24.2

61.703

21.5

40.601

25.0

43.964

28.9

Taiwan

17.095

5.3

16.311

5.7

23.284

14.3

23.057

15.1

Italy

92.856

28.9

70.190

24.5

30.393

18.7

19.489

12.8

Spain

2.177

0.7

1.759

0.6

1.918

1.2

14.136

9.3

Japan

24.614

7.7

28.863

10.1

8.977

5.5

12.222

8.0

Germany

51.105

15.9

33.736

11.8

18.815

11.6

10.553

6.9

Sweden

2.690

0.8

2.539

0.9

2.538

1.6

4.914

3.2

Ukraine

1.482

0.5

3.307

1.2

1.102

0.7

3.374

2.2

Israel

2.597

0.8

4.782

1.7

1.866

1.1

3.261

2.1

S. Korea

1.251

0.4

562

0.2

1.630

1.0

2.978

2.0

Un. Kingdom

6.005

1.9

2.349

0.8

1.258

0.8

2.890

1.9

Switzerland

15.334

4.8

34.439

12.0

19.888

12.2

2.627

1.7

Others

25.874

8.1

26.353

9.0

10.016

6.3

8.760

5.9

320.900

100.0

286.893

100.0

162.286

100.0

152.225

100.0

COUNTRIES

Total

(Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

171

103. Beni strumentali per la pietra: interscambio UE/27 (extra) Instrumental goods for stone: exchange EU/27 (extra) YEARS

Export

Import

000 ql.

000 USD

USD/kg.

000 ql.

000 USD

USD/kg.

2001

57,8

304.382

5,26

180,5

214.916

1,19

2002

58,3

327

5,62

220,7

235.130

1,07

2003

61,5

384.660

6,25

246,7

282.724

1,14

2004

69,1

466.496

6,75

351,6

343.868

0,98

2005

70,5

487.586

6,92

337,0

356.531

1,06

2006

74,3

541.899

7,29

385,1

405.460

1,05

2007

81,5

655.836

8,05

462,1

478.003

1,03

2008

82,6

710.536

8,60

455,0

475.458

1,05

2009

65,9

526.283

7,98

315,4

306.355

0,97

2010

88,2

692.768

7,85

421,9

400.603

0,95

(Fonte: Elaborazione dati Eurostat)

(Source: Eurostat data processing)


172

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

104. Beni strumentali per la pietra: import in UE/27 (extra) (q.li) Instrumental goods for stone: EU/27 import (extra) (q.li) COUNTRIES

Import fr. China

Import fr. Italy

2010

2009

±∆%

2010

2009

±∆%

Austria

1.798

1.666

7.9

3.356

3.647

-8.0

Belgium

3.332

3.283

1.5

2.056

1.726

19.1

Denmark

516

242

113.2

194

248

-21.8

Finland

944

523

80.5

649

594

9.3

9.953

9.117

9.2

20.842

17.669

18.0

42.051

32.157

30.8

16.258

13.082

24.3

Greece

239

185

29.2

7.589

7.545

0.6

Ireland

200

224

-10.7

303

1.043

-70.9

42.423

30.431

39.4

-

-

-

Luxembourg

3.420

2.275

50.3

138

40

254.0

Netherlands

27.590

25.670

7.5

8.602

2.726

215.6

2.593

2.161

20.0

6.300

5.959

5.7

67.896

34.498

96.8

16.235

17.071

-4.9

1.014

998

1.6

1.786

798

123.8

Un. Kingdom

22.800

15.997

42.5

5.021

4.865

3.2

Others

54.855

35.368

55.1

22.987

23.173

-0.8

281.624

194.795

44.6

112.316

100.186

11.6

France Germany

Italy

Portugal Spain Sweden

Total EU/27

(Fonte: Elaborazione dati Eurostat)

(Eurostat data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

173

105. Beni strumentali per la pietra: import in UE (000 €) Instrumental goods for stone: UE import (000 €) COUNTRIES

Import fr. China 2010

2009

Import fr. Italy ±∆%

2010

2009

±∆%

Austria

1.738

1.695

2.5

1.219

1.107

10.1

Belgium

1.477

1.550

-4.7

2.195

1.747

25.6

Denmark

284

82

246.3

163

156

4.5

Finland

558

307

81.8

399

431

-7.4

5.397

4.753

13.5

12.767

11.426

11.7

30.189

21.781

38.6

10.004

8.560

16.9

Greece

91

62

46.8

2.530

2.601

-2.7

Ireland

88

276

-68.1

249

363

-31.4

10.688

7.529

42.0

-

-

-

Luxembourg

4.240

2.978

42.4

431

102

322.5

Netherlands

9.101

7.190

26.6

4.863

2.031

139.4

802

938

-14.5

4.690

2.895

62.0

7.813

3.945

98.0

14.764

11.755

25.6

792

561

41.2

1.406

659

113.4

6.396

4.006

59.7

3.508

2.969

18.2

Others

15.373

9.998

53.8

13.895

11.596

19.8

Total EU/27

95.027

67.651

40.5

73.083

58.398

25.1

France Germany

Italy

Portugal Spain Sweden Un. Kingdom

(Fonte: Elaborazione dati Eurostat)

(Eurostat data processing)


174

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

106. Ipotesi di sviluppo mondiale della produzione e degli impieghi lapidei Forecast of world development in production and uses of stone

Production YEARS

Gross

Uses

Waste

Net

mill.sq.mt. (1) Index (2)

1996

46.500

19.070

27.430

507,5

100.0

1997

49.500

20.300

29.200

540,2

106,4

1998

51.000

20.910

30.090

556,7

109.7

1999

54.500

22.345

32.155

595,0

117.2

2000

59.650

24.450

35.200

651,0

128.3

2001

65.000

26.650

38.350

709,5

139.8

2002

67.500

27.675

39.825

736,7

145.2

2003

75.000

30.750

44.250

818,6

161.3

2004

81.250

33.300

47.950

886,3

174.6

2005

85.250

34.950

50.300

930,5

183.3

2006

92.750

38.000

54.750

1.012,3

199.5

2007

103.500

42.500

61.000

1.129,7

222.6

2008

105.000

43.000

62.000

1.146,1

225.8

2009

104.500

42.850

61.650

1.140,0

224.6

2010

111.500

45.715

65.785

1.217,0

239.8

2015

149,250

61,200

88.050

1.628,9

321.0

2020

200.000

82.000

114.000

2.109,0

415,6

(Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)

(1) Spessore convenzionale di cm. 2 (produzione x mq. 18.5/tonn) Conventional thickness of cm. 2 (production x 18.5 sq. mt./ton) (2) Tasso di sviluppo del 6% annuo (media storica dell’ultimo quinquennio) Compound growth rate equal to 6% per year (Historical average of production over the last five years)


XXII World Marble and Stones Report 2011

175

107. Ipotesi di sviluppo mondiale dell’interscambio lapideo Forecast of world development in stone trade COUNTRIES

Raw (mill. sq. mt)

Processed

Total (1)

(mill. sq. mt) (mill. sq. mt)

Index (2)

Shares: prod. (%)

1996

88,4

171,0

259,4

100.0

51.1

1997

103,7

179,2

282,9

109.1

52.4

1998

96,7

181,7

278,4

107.3

50.0

1999

111,5

195,8

307,3

118.5

51.6

2000

118,1

220,6

338,7

130.6

52.0

2001

128,9

227,3

356,2

137.3

50.2

2002

133,5

243,2

376,7

145.2

51.2

2003

147,9

296,6

444,5

171.4

54.3

2004

171,0

317,8

488,8

188.4

55.2

2005

180,4

361,2

541,6

208.8

58,22

2006

197,1

431,3

628,4

242.3

62.1

2007

215,0

490,8

705,8

272.1

62.5

2008

220,5

462,4

682,9

263.3

59.6

2009

200,6

420.0

620.6

239.2

54.5

2010

260,5

455,7

716,2

276.1

58.8

2015

365,3

683,8

1.049,1

404,4

64,4

2020

512,5

960,0

1.472,5

567.5

69.8

(Fonte: Elaborazione propria) (1) Spessore convenzionale di cm. 2 Conventional thickness of cm. 2 (2) Tasso di sviluppo del 7% annuo (media storica dell’ultimo quinquennio Compound growth rate equal to 7% per year (last five years average)

(Source: own data processing)


176

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

108. Scambi lapidei e totali nei maggiori paesi (mill. USD/2009) Stone and total exchange: leading countries (mill. USD/2009) TOTAL COUNTRIES

import

STONE export

import

STONE SHARE % export

import

export

BRAZIL

133.673

152.994

36

716

0.26

4.67

CHINA

1.005.555

1.201.647

1.450

3.562

1.44

2.96

540.205

464.112

525

93

0.97

0.20

1.204.209

1.127.840

631

148

0.52

0.13

67.192

20.053

64

189

0.95

9.43

INDIA

266.402

176.765

181

1.387

0.72

7.73

ITALY

412.340

405.179

493

1.903

1.20

4.70

JAPAN

551.985

580.718

873

28

1.58

0.05

69.985

43.397

47

295

0.67

6.80

SOUTH KOREA

323.082

363.531

929

5

2.88

0.02

SPAIN

290.744

220.848

236

959

0.81

4.34

TURKEY

140.869

102.139

142

1.232

0.10

12.06

1.601.896

1.056.712

2.062

118

1.29

0.12

FRANCE GERMANY GREECE

PORTUGAL

USA

(Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)


XXII World Marble and Stones Report 2011

177

109. Interscambio nel mondo (totale e lapideo/mill. USD) World exchange (total and stone/mill. USD) Total

Total Stone

±∆%

YEAR

Abs. fig.

Index

Abs. fig.

Index

Share %

Total

Stone

2001

6.118.192

100.0

5.244

100.0

0.85

...

...

2002

6.409.408

104.8

6.074

115.8

0.94

4.8

15.8

2003

7.459.830

122.0

7.783

148.4

1.04

14.4

28.2

2004

9.074.772

148.3

9.218

175.8

1.02

21.6

18.4

2005

10.342.389

169.0

10.866

207.2

1.05

14.0

29.7

2006

11.952.689

195.3

12.608

240.4

1.05

15.6

16.0

2007

13.781.417

225.3

15.095

287.8

1.09

15.3

19.7

2008

15.946.271

260.6

15.516

295.9

0.97

15.7

2.8

2009

12.377.277

202.3

14.081

268.5

1.14

-22.4

-9.2

2010

14.095.025

230.4

16.630

317.1

1.18

13.9

18.1

(Fonte: Elaborazione dati Comtrade) N.B - I dati lapidei del 2010 sono stimati in relazione alle quantità R. - Stone data for 2010 are valued in connection to quantites.

(Source: Comtrade data processing)



Schede dei maggiori Paesi 1994-2010

Australia La risorsa lapidea australiana, che non è affatto limitata, insistendo sul territorio di un vero e proprio continente, è oggetto di una valorizzazione relativamente circoscritta, con punte più significative nel Queensland settentrionale, nel SudEst, e con qualche interessante esclusiva silicea anche in Tasmania. Le strutture trasformatrici sono poco sviluppate, riservando all’import grezzo volumi marginali, che invece diventano apprezzabili a livello di prodotto finito. Nel 2010 i manufatti in arrivo dall’estero hanno superato le 200 mila tonnellate, pari a due quinti del fabbisogno, ed hanno espresso un valore per 124 milioni di dollari. Tali approvvigionamenti, che si sono ragguagliati a 3,7 milioni di metri quadrati equivalenti, sono stati effettuati ad un prezzo unitario di circa 33 dollari, inferiore di alcuni punti a quello delle

provenienze dalla Cina: è un fenomeno innovativo da sottolineare, cui hanno contribuito importazioni di materiali correnti da Indonesia, Iran e Vietnam. Fornitrice quantitativamente leader è risultata la stessa Cina, seguita a distanza da Italia, India, Turchia e dagli altri produttori citati. L’esportazione di grezzi ha raggiunto il massimo dell’ultimo decennio, sfiorando i 20 mila metri cubi, con destinazioni prevalenti in Estremo Oriente e qualche sporadico movimento verso gli altri Paesi dell’Oceania, cui si deve aggiungere qualche piccola partita di lavorati. L’attività edilizia del 2010 ha fatto registrare una flessione quantitativa di oltre sette punti, bilanciata da un aumento sia pure contenuto degli investimenti. In effetti, l’impiego lapideo ha evidenziato una crescita complessiva nell’ordine del 13 per cento, che ha permesso di recuperare gran parte del regresso precedente


180

e di collocarsi non lontano dal massimo storico del 2008. Si tratta di un risultato comunque apprezzabile: a più forte ragione per un Paese ai margini delle grandi iniziative promozionali. Dal punto di vista strategico la sfera d’influenza della Cina, ed in misura minore dell’India, ha preso il sopravvento, rendendo subalterne le relazioni commerciali con l’Occidente ed in modo particolare con l’Europa, anche nel campo delle tecnologie, dove la quota italiana del mercato australiano si è ridotta al 29,7 per cento. In altri termini, la leadership cinese tende ad estendersi anche in zone caratterizzate da una domanda qualitativamente elevata: al fenomeno hanno contribuito la necessità di rastremare i costi di trasporto e l’ampio ventaglio di materiali, non sempre di provenienza domestica, a disposizione dell’export cinese.

Austria Si tratta di un tipico mercato di seconda fascia, caratterizzato dal buon volume dell’interscambio e da un consumo che avverte in misura circoscritta gli effetti della congiuntura internazionale, pur essendo limitato nelle prospettive di sviluppo da condizioni di raggiunta maturità: in questo senso, può considerarsi simile a quello tedesco che se non altro per contiguità economica e culturale ne costitui-

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

sce il ragguaglio prioritario. Circa due terzi del prodotto lapideo posto in opera nel 2010 sono stati importati, con una larga prevalenza del manufatto, non lontano dai massimi. Anche in Austria, prima fornitrice è la Cina con quasi metà del volume in arrivo, seguita a distanza da Germania, India e Italia, a conferma di un primato che si è andato estendendo a macchia d’olio in una larga maggioranza di Paesi, e di attenzioni diversificate che prescindono dalle potenziali dimensioni di sbocco. Le dimensioni della domanda scontano la consistenza demografica limitata, ma il consumo pro-capite è notevolmente più alto di quelli dell’Europa continentale, fatta eccezione per la Svizzera, avvantaggiata dalle maggiori disponibilità di pietra locale e da un reddito medio di vertice. La fiera dell’edilizia di Salisburgo costituisce un discreto strumento di documentazione e promozione, conforme alle caratteristiche oggettive del mercato. Il successo del materiale cinese ha influito negativamente sui cosiddetti traffici di frontiera coi Paesi contigui, quali la stessa Svizzera, la Slovacchia e soprattutto l’Italia, tradizionale fornitrice di prodotti tipici come il porfido ed altre pietre dure, in particolare dell’arco alpino. Un volume non marginale di grezzi, che nel 2010 è pervenuto a 185 mila tonnellate ma è risultato in flessione rispetto al biennio precedente, è stato oggetto di esportazione, diretta in larga maggioran-


XXII World Marble and Stones Report 2011

za verso Germania, Slovenia e Svizzera, con riguardo merceologico soprattutto a quarziti, arenarie e pietre similari. Nell’ambito delle tecnologie, l’export è lievemente superiore all’import, ma in entrambi i casi i volumi oggetto dell’interscambio sono lontani dai rispettivi massimi. In valore, invece, il prezzo medio degli acquisti di macchine è maggiore della media europea nella misura di un terzo, con provenienze dalla Germania largamente prevalenti, mentre la quota italiana è piuttosto bassa, superando di poco il dieci per cento del totale: un effetto, anche questo, della gravitazione austriaca verso il suo mercato di massimo riferimento.

Belgio Le dimensioni relativamente contenute del comparto lapideo belga coesistono con un livello assai elevato dei consumi ed in modo speciale di quelli unitari, dove il Belgio, anche alla luce delle contrazioni verificatesi in altri Paesi europei a forte vocazione utilizzatrice quali Grecia e Svizzera, è pervenuto a guidare la graduatoria con quasi due metri quadrati equivalenti per abitante: senza dubbio, un risultato degno di nota. Tale obiettivo è stato raggiunto grazie ad una produzione di nicchia come quella della Pietra Blu che ha fronteggiato in modo positivo la forza della concorrenza,

181

e soprattutto, ad un importante flusso di acquisto dei manufatti, che nel 2010 ha superato per la prima volta il milione di tonnellate nette. Tali approvvigionamenti si riferiscono per oltre due quinti a materiali provenienti dalla Cina, ma un ruolo importante è stato svolto anche da quelli europei. Un discreto volume d’affari è assicurato, per la sua parte, dagli arrivi del grezzo, destinati solo in parte alle segherie domestiche. Il resto continua ad irradiarsi dallo scalo di Anversa alimentando un significativo volume di intermediazioni. L’industria lapidea belga conserva buone propensioni ad investire: non a caso, il Paese figura fra i primi sei importatori di tecnologie settoriali nell’ambito dell’Europa dei Ventisette, con un volume di acquisti che nel 2010 ha superato i 30 milioni di dollari, oltre un terzo dei quali di provenienza italiana. Va soggiunto, peraltro, che il volume degli acquisti di macchine ed impianti resta assai lontano dai massimi, conseguiti fra il 2007 ed il 2008: si tratta di investimenti tuttora giovani e quindi lontani dalla tempistica di sostituzione. Il 2010 ha fatto registrare, inoltre, una buona ripresa dell’export di tecnologie, che si è portato a circa 17 milioni di dollari (massimo dell’ultimo triennio), avvalendosi di consolidate strutture produttive, anche nel campo della ricerca. Una parte significativa delle disponibilità


182

di materiale lapideo è oggetto di esportazione, in specie per quanto riguarda il prodotto finito. Da questo punto di vista, il Belgio si giova prioritariamente del cosiddetto traffico di frontiera verso i Paesi contigui (Francia, Germania, Lussemburgo, Olanda), con cui esiste, ormai da tempo, un efficace rapporto di osmosi. Al contrario, sono sempre marginali le esportazioni oltremare. La promozione, come si conviene ad un Paese con alti livelli di consumo, ha funzioni complementari ma importanti, grazie ad una fiera di consolidata esperienza come quella di Liegi ed alle attività culturali di settore, tipiche soprattutto della Vallonia.

Brasile La crisi del 2009 aveva colpito in misura accentuata i Paesi lapidei legati con forti vincoli al mercato nordamericano. Proprio per questo, il regresso produttivo e commerciale del Brasile era stato superiore alla media, con risultati negativi tanto più rilevanti in quanto facevano seguito ad un lungo trend di ascesa costante. Nel 2010 la domanda degli Stati Uniti ha invertito la tendenza in misura tuttora circoscritta, ma sufficiente a dare nuovo impulso all’industria lapidea brasiliana. La produzione ha fatto registrare una crescita di circa 12 punti che ha permesso di raggiungere un nuovo massimo storico,

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

anche per l’apporto di un mercato interno reso quasi euforico dai programmi di grandi investimenti nell’edilizia e nelle opere pubbliche in vista dei mondiali di calcio del 2014, per cui si prevede un afflusso di oltre 600 mila visitatori esteri: soltanto per gli stadi e per l’ottimizzazione degli aeroporti sono in programma interventi per tre miliardi di dollari. Dal canto loro, le esportazioni di grezzi hanno compiuto un balzo quasi straordinario, nell’ordine del 50 per cento, portandosi a breve distanza dal consuntivo record del 2006, grazie alla forte tensione della domanda cinese, capace di alimentare il 62,8 per cento delle spedizioni brasiliane di blocchi e semilavorati. Assai ragguardevole è stata anche la ripresa dell’export di manufatti, pari al 21 per cento, con un flusso in uscita di poco inferiore ai 20 milioni di metri quadrati equivalenti. In questo caso, il recupero del mercato statunitense è stato determinante: nei lavorati ad alto valore aggiunto, con una quota ponderale del 78,9 per cento, completata dagli acquisti del Canada, secondo importatore del prodotto finito brasiliano, e per volumi inferiori ma pur sempre significativi, da quelli di Messico e Venezuela. Un addendo importante è stato costituito ancora una volta dall’ardesia, di cui il Brasile è secondo produttore mondiale, con un’incidenza dell’export in prodotto finito pari a 160 mila tonnellate nette, a cui corrispondono circa tre milioni di me-


XXII World Marble and Stones Report 2011

tri quadrati: nella fattispecie, con destinazioni più articolate, fra cui hanno primeggiato quelle dirette nel Regno Unito. La domanda domestica è accreditata da un volume di consumi pari a circa 43 milioni di metri quadrati, che ha permesso di triplicare il quantitativo del 1994 e di qualificare con una crescente presenza lapidea i grandi lavori delle metropoli brasiliane. Da questo punto di vista, un ruolo positivo non marginale è stato esercitato dalle iniziative di formazione (tra cui una nuova scuola della pietra) e da quelle promozionali: non a caso, il Brasile vanta due manifestazioni fieristiche specializzate a Cachoeiro e Vitoria, entrambe a cadenza annua.

Canada Un rimbalzo di segno positivo si è registrato anche in Canada, sia pure senza enfasi: d’altra parte, la crisi precedente aveva colpito in misura limitata, tanto che il regresso dei consumi ascritto nel 2008 era stato già recuperato nell’anno successivo, cui ha fatto seguito una nuova crescita di quattro punti. L’importazione grezza, che ha raggiunto le 125 mila tonnellate, è aumentata di un quarto, mentre quella del prodotto finito è rimasta quasi stazionaria, con quasi otto milioni di metri quadrati equivalenti. A loro volta, le spedizioni all’estero hanno mantenuto le posizioni, con una notevole

183

prevalenza del prodotto finito diretto negli Stati Uniti. Il mercato canadese si distingue per un rapporto preferenziale con quello statunitense esaltato da una contiguità di quattromila chilometri. La sola eccezione considerevole, nell’ambito dell’export siliceo grezzo, è quella che si riferisce alle vendite in Estremo Oriente, e segnatamente in Cina ed a Taiwan, grazie a talune importanti esclusive di graniti a pigmentazione accesa. La buona resistenza dei fondamentali lapidei di questo Paese trova una motivazione importante nell’andamento positivo dell’edilizia, dove gli investimenti hanno continuato a progredire senza soluzione di continuità, esprimendo un consuntivo in significativa controtendenza rispetto alla congiuntura mondiale. Si tratta di un risultato doppiamente apprezzabile, perché sottolinea l’autonomia del sistema economico canadese rispetto a quello degli Stati Uniti, e nello stesso tempo, perché è stato conseguito in carenza di iniziative promozionali importanti. Il trend ascendente dell’attività costruttiva si coniuga con risultati positivi per l’impiego lapideo, tanto più considerevoli alla stregua degli impieghi di materiali con alta resistenza alle escursioni termiche, sostenuta, soprattutto nei rivestimenti esterni, da spessori generalmente superiori alla media. La produzione locale di tecnologie è di scarsa consistenza, diversamente da


184

un’importazione molto selettiva in senso qualitativo, la cui quota italiana del 2010 ha conservato il 28 per cento del valore complessivo: è uno “share” da ritenersi soddisfacente, se non altro alla luce della competitività statunitense indotta dalla contiguità geografica.

Cina Il consolidamento del primato lapideo cinese è stato ribadito da consuntivi largamente positivi, superiori di parecchi punti a quello, pur straordinario, del prodotto interno lordo. Il valore dell’export è pervenuto a 4,1 miliardi di dollari, con un aumento del 16,1 per cento rispetto all’anno precedente, ed un apporto del comprensorio di Xiamen di poco inferiore ai due terzi. Ancora più impetuosa è stata la crescita dell’import, che ha sfiorato 2,3 miliardi di dollari, tanto più apprezzabile, in quanto costituito in larghissima maggioranza da materiale grezzo. C’è di più. L’esportazione lapidea cinese ha interessato 130 Paesi di tutto il mondo, coprendo un ventaglio che non conosce limiti di latitudini né di longitudini. Del resto, i grandi numeri del momento produttivo parlano da soli: in Cina, secondo notizie della Shandong Stone Association, esistono seimila cave, molte delle quali plurime (nel senso di interessare un solo giacimento con diversi punti di attacco) ed operano 24 mila Aziende

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

del settore, cinquemila delle quali attive negli scambi con l’estero. Il forte sviluppo dell’import attesta la grande vitalità del mercato interno, in cui sono stati impiegati circa 270 milioni di metri quadrati, e conferma la leadership cinese anche nell’ambito dei consumi (fatta eccezione per quelli unitari). Inoltre, sottolinea l’esistenza di una forte propensione ad investire, in specie nelle tecnologie d’importazione, dove la Cina vanta un ulteriore primato mondiale, a cui l’impiantistica italiana fornisce un contributo importante: nel 2010, con acquisti di macchine e relative pertinenze pari ad oltre 85 milioni di dollari ed al 18,8 per cento degli approvvigionamenti totali cinesi, che vedono all’avanguardia anche le forniture di Svizzera e Giappone. In altri termini, si tratta di prodotti di qualità, provenienti da Paesi sviluppati. Si diceva dell’acquisto di materiale grezzo, dove la Cina determina le condizioni del mercato con approvvigionamenti maggioritari, specialmente in campo calcareo, dove la scena è dominata dai carichi provenienti dall’Egitto e soprattutto dalla Turchia, ma dove sono tanti i Paesi che hanno potuto superare fasi congiunturali obiettivamente critiche grazie alla crescita della domanda cinese. È il caso dei graniti provenienti da Finlandia e Norvegia, alla prima delle quali il collegamento ferroviario ha giovato oltre le aspettative; ed è il caso di altre produzioni tipiche, fra cui si deve ricordare, anche per i dibattiti


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che ha innescato, quella di Carrara. L’attività edilizia ha fatto registrare nel corso del 2010 una notevole inversione di tendenza ma il fenomeno non ha provocato ripercussioni sul settore lapideo: da una parte, perché l’impiego di marmi e pietre avviene nell’ultima fase del processo costruttivo mentre le rilevazioni si riferiscono all’inizio dei lavori, e dall’altra perché la preferenza della progettazione per il prodotto di natura consente di fronteggiare positivamente le fluttuazioni congiunturali, dovute in prevalenza a ragioni monetarie piuttosto che strutturali.

Corea del Sud La struttura lapidea della Corea, ormai da diversi anni, è quella di un importante mercato del prodotto finito sotto il controllo quasi esclusivo della Cina. Gli approvvigionamenti del manufatto valgono, da un triennio, oltre 40 milioni di metri quadrati equivalenti in ragione annua, che permettono di soddisfare una domanda domestica nell’ordine dei 50 milioni, ormai sostanzialmente stazionaria. Nell’ultimo esercizio, il volume dei predetti acquisti è stato coperto dalle vendite cinesi nella misura del 92,5 per cento, con un flusso in cifra assoluta che è aumentato di circa un punto: ciò, a fronte di un corrispettivo valutario pari a 734 milioni di dollari, a sua volta in crescita del 7,8 per cento, mentre il valore medio

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è stato di 17,7 dollari al metro, con una rivalutazione di sette punti. Esiste un differenziale tuttora negativo nei confronti del prezzo medio complessivo spuntato dall’export cinese (dovuto anche alla contiguità del mercato) ma con la tendenza a ridursi. Le importazioni del grezzo sono sempre marginali, come l’export, compreso quello del lavorato, ridotto a livelli minimi. In altri termini, la convenienza ad acquistare direttamente il prodotto finito ha reso sostanzialmente ininfluenti le attività domestiche di produzione e trasformazione: è un esempio palese di modificazioni strategiche ormai consolidate. La concorrenza alla Cina, soprattutto di marca europea, esercita un ruolo meramente complementare, con piccoli volumi di vendite relative a prodotti di nicchia appannaggio di Italia, Turchia e Spagna. Diverso è il caso delle tecnologie, dove la produzione coreana è tuttora importante, con un volume di fatturato estero che nel 2010 è stato di poco inferiore a 50 milioni di dollari, ed importazioni di impianti per finitura nell’ordine di una decina, a cui l’Italia ha contribuito nella misura di oltre un terzo. Ciò significa che il mercato delle macchine, diversamente da quanto è accaduto per i materiali, può sempre contare su una domanda selettiva, attenta a rendimenti e qualità. In siffatte condizioni, la promozione del prodotto lapideo è affidata prioritariamente alla competitività delle quotazioni


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ed alla democratizzazione degli impieghi che ne è derivata: nel giro di sedici anni, i metri quadrati di marmo, granito e pietra utilizzati in Corea sono cresciuti di tre volte e mezzo. Anche per questo, il supporto fieristico non è stato più necessario: gli operatori interessati hanno potuto trovare valide alternative in campo informativo nelle manifestazioni altrui, ed in primo luogo in quelle cinesi.

Finlandia La ripresa lapidea del 2010 è stata piuttosto vivace nell’Europa settentrionale, con particolare riguardo alla Finlandia, dove ha trovato motivi peculiari di affermazione nel valore tecnologico e cromatico delle sue risorse, nell’ottimo livello dei supporti scientifici e nella capacità di orientare al meglio i flussi distributivi, secondo le mutevoli esigenze del mercato globale. L’export grezzo ha recuperato circa un terzo dei volumi che aveva perduto nel 2009, portandosi non lontano dai massimi storici ed ascrivendo effetti proporzionali sulla produzione. Ciò, alla luce di una nuova, forte crescita della domanda cinese di granito grezzo, avvantaggiata dal trasporto attraverso la Siberia che si è rivelato competitivo rispetto a quello marittimo. Fra le altre destinazioni, emergono quelle dirette in Italia, Spagna e Polonia, mentre

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le altre hanno svolto un ruolo quasi marginale. È importante sottolineare il buon comportamento innovativo della domanda polacca di blocchi, che sottintende la presenza di adeguate attività trasformatrici, destinate solo in parte al contiguo mercato tedesco, e la propensione ad apprezzare merci di qualità come quelle finlandesi, in specie per gli impieghi funerari. Le carenze di verticalizzazione, fatta eccezione per alcuni prodotti di nicchia come la pietra ollare, destinata ad utilizzi funzionali e decorativi quali quelli delle stufe, rimangono palesi, come attestano il livello marginale dell’export di manufatti ed il buon volume degli acquisti del lavorato, che proprio nel 2010 hanno raggiunto un nuovo massimo, nell’ordine di 1,3 milioni di metri quadrati equivalenti. Gli investimenti finlandesi riguardano soprattutto le cave, dove lo sviluppo tecnico si coniuga, tradizionalmente, con una forte tecnologia domestica e con spiccate attenzioni per la salvaguardia ambientale. Restano ridotti, invece, quelli nel momento di lavorazione, che si riferiscono a macchinari d’importazione il cui valore, sempre nel 2010, è stato pari a circa quattro milioni di euro, un terzo dei quali di provenienza italiana. Sul piano promozionale, le attenzioni dell’industria silicea finlandese si sono rivolte soprattutto alla documentazione ed all’informazione scientifica, senza trascurare la presenza ai maggiori appunta-


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menti fieristici asiatici ed europei, dove l’interesse per materiali di ottime referenze è sempre all’ordine del giorno.

Francia Il dato più significativo dell’esercizio 2010 riguarda la buona ripresa dell’import di manufatti lapidei e del consumo interno, che ha permesso di recuperare integralmente la perdita dell’anno precedente, anche se il massimo storico resta quello del 2006. In volume, gli acquisti di lavorati esteri hanno avuto riguardo a circa 18 milioni di metri quadrati equivalenti, mentre quelli del grezzo si sono riferiti a poco più di 300 mila tonnellate (con larga prevalenza dei silicei provenienti dal Belgio) da cui derivano, detratti gli scarti, tre milioni e mezzo di metri quadrati. In altri termini, le strutture di trasformazione sono state oggetto di investimenti innovativi limitati, tanto più che l’estrazione domestica è rimasta quasi invariata. Fra le provenienze del lavorato eccelle sempre la Cina, anche nell’ambito dei manufatti semplici, con la sola eccezione dell’ardesia, dove la quota largamente maggioritaria degli approvvigionamenti francesi è appannaggio di forniture dalla Spagna. Tuttavia, la prevalenza cinese, soprattutto nel campo dei materiali con elevato valore aggiunto, non esprime la maggioranza assoluta come accade in altri mercati: sono importanti, nell’ordine,

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anche i flussi quantitativi in arrivo da Turchia, Portogallo e Italia. Quanto all’export, le vendite all’estero hanno continuato a distinguersi, pur nell’ambito di volumi relativamente contenuti, per l’alta qualità del prodotto ed il conseguente livello dei valori medi. Considerazioni simili valgono per il mercato interno, dove l’impiego unitario non è ancora competitivo con quello dei Paesi europei di grande tradizione lapidea, ma nello stesso tempo, risulta incline ad un utilizzo più frequente di materiali “top”. Al fenomeno giovano le grandi tradizioni dell’architettura transalpina e nello stesso tempo una promozione mirata, sia nei confronti del progettista, sia in quelli del cliente finale: ad esempio, attraverso le tradizionali iniziative del “mois de la pierre” e la presenza di importanti Istituti di formazione professionale. La struttura dell’import grezzo e semilavorato, dove gli approvvigionamenti dall’India e dalla Cina sono piuttosto limitati, induce a ritenere che il problema della concorrenza eccessivamente competitiva, in specie nell’ambito dei masselli funerari, che in passato fu oggetto di una richiesta d’intervento europeo antidumping poi abortita, sia andato ridimensionandosi a favore di materiali indigeni e di quelli provenienti, come detto, dal vicino Belgio, se non altro per la competitività del costo dei trasporti. In tutta sintesi, la Francia resta un protagonista di primo piano sulla scena la-


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pidea internazionale sia pure a fronte di una dinamica produttiva con qualche vischiosità e di attenzioni per un carattere d’impiego distinto da talune suggestioni elitarie.

Germania La congiuntura lapidea tedesca del 2010 ha posto in evidenza, quale carattere saliente a consuntivo dell’esercizio, un’ulteriore flessione dell’importazione di lavorati, scesi intorno ai minimi. Infatti, gli approvvigionamenti di manufatti esteri hanno avuto riguardo a circa un milione e mezzo di tonnellate, cui corrispondono, con una flessione del 12,2 per cento, 28 milioni di metri quadrati equivalenti. Stante il carattere sostanzialmente integrativo della movimentazione di grezzi, ciò si è tradotto nell’ennesimo calo del consumo interno, che ha dovuto ascrivere una perdita di quasi dieci punti. Quello tedesco è un tipico mercato maturo, in cui le attività domestiche di produzione e trasformazione hanno un peso relativo, senza dire che i notevoli problemi dell’edilizia residenziale e degli stessi lavori pubblici si trasferiscono automaticamente su marmi e pietre. Il segmento meno penalizzato resta quello dei lavorati speciali per monumenti funerari, che in Germania ha sempre fruito di una tradizione consolidata. In fase di ristagno, nonostante il livello

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qualitativo dell’impiantistica tedesca, appare anche il comparto delle tecnologie, la cui esportazione è ridotta ad un terzo dei massimi, mentre l’import resta stazionario, su posizioni che sembrano confermare propensioni ad investire nel momento produttivo, necessariamente circoscritte. Del resto, non pochi mercati contigui, in specie dell’Europa orientale, continuano ad essere condizionati da problemi di liquidità finanziaria che non giovano a scambi proporzionali ai fabbisogni. Non a caso, tra gli acquisti di lavorati semplici, punto di forza dell’import tedesco, risultano in sofferenza significativa quelli da Paesi come la Polonia o la Repubblica Ceca, che sino a pochi anni or sono figuravano tra i fornitori più significativi di questa tipologia produttiva. In sintesi, la Germania non ha potuto partecipare apprezzabilmente alla ripresa settoriale del 2010, dimostrando che quando la domanda è condizionata da fattori strutturali, la stessa offerta a quotazioni competitive, praticata soprattutto dai Paesi in via di sviluppo, è destinata a determinare effetti limitati. Al contrario, le esportazioni hanno tenuto discretamente, sia nel grezzo che nel prodotto finito, sia pure nell’ambito di volumi contenuti: da un lato, per la minore capacità ricettiva del mercato interno, e dall’altra per l’interesse della clientela internazionale nei confronti di talune interessanti esclusive.


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Gli investimenti promozionali avvertono problemi analoghi a quelli produttivi ed evidenziano una permanente tendenza al rinvio, tanto più che l’esercizio ha scontato la consueta opzione biennale dell’unica fiera tedesca di riferimento: quella di Norimberga. Il fenomeno, del resto, è tipico di molti mercati sviluppati dove le vischiosità della domanda rendono relativamente interessante l’impegno promozionale anche da parte di un’offerta estera sempre attenta a preferire le migliori potenzialità distributive.

Giappone L’economia lapidea nipponica è caratterizzata da un profondo ristagno, che dopo avere coinvolto in modo sostanzialmente irreversibile le attività produttive e trasformatrici sta coinvolgendo anche l’importazione di manufatti ed i consumi. Nel 2010 l’impiego interno è sceso a circa 21 milioni di metri quadrati equivalenti (meno della metà rispetto al massimo storico del 1996), con un approvvigionamento dall’estero che non era mai stato così basso. Gli acquisti di materiali grezzi, ridotti a 25 mila tonnellate, si ragguagliano al due per cento di quelli che erano stati effettuati nel 1994, avendo contabilizzato un trend discendente che evidenzia in maniera icastica il regresso epocale di segherie e laboratori, il cui prodotto è

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stato sostituito quasi integralmente dai lavorati cinesi. Tuttavia, anche il flusso dei manufatti d’importazione tende a ridursi, con una flessione che nell’ultimo esercizio è stata pari al 14,5 per cento ed ha interessato soprattutto l’export dalla Cina, mentre gli altri fornitori, guidati dall’Italia con lo 0,6 per cento del totale, esercitano un ruolo ininfluente, limitato a piccole partite di materiali scelti come quelli provenienti dalla Germania o dalla Grecia. I consumi unitari sono oggetto di ridimensionamenti persino nell’arte funeraria, che pure è stata caratterizzata, storicamente, da impieghi superiori alla media degli altri Paesi sviluppati. Ciò si deve alla concorrenza dei materiali alternativi e negli ultimi anni, alla crisi degli investimenti, che il costo minimo del denaro, sostanzialmente azzerato con una politica monetaria assai mirata, non è riuscito ad elidere. Del resto, l’offerta lapidea cinese, caratterizzata da prezzi medi competitivi, non è stata in grado di promuovere lo sviluppo della domanda giapponese, pur avendo eliminato ogni apprezzabile concorrenza. Il caso del Giappone deve definirsi atipico, perché esprime una forte controtendenza rispetto allo sviluppo mondiale del settore, sostanzialmente costante, laddove si prescinda dalla grande crisi del 2009. C’è da chiedersi in quale misura il materiale cinese, di qualità talvolta non ottimale, abbia finito per giovare paradossalmente


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ai prodotti sostitutivi, agevolati, tra l’altro, dalla mancanza di qualsivoglia promozione per il lapideo di natura e dalla cancellazione della fiera settoriale di Tokio a tutto vantaggio di quelle cinesi. Maggiore successo è stato conseguito dalla produzione nipponica nelle tecnologie per marmi e pietre ed in particolare nell’impiantistica di qualità, dove è riuscita a conservare posizioni di buon livello, sia pure largamente inferiori a quelle italiane, grazie all’export verso il mercato nordamericano e diversi Paesi contigui.

Grecia La crisi finanziaria che ha investito il Paese ellenico in modo impetuoso si è tradotta non troppo paradossalmente in sensibili vantaggi per la sua economia lapidea, che ne ha tratto ulteriori spunti di ripresa in aggiunta a quelli rivenienti dalla congiuntura internazionale del settore. Nonostante il ristagno del mercato interno, che peraltro continua ad esprimere un consumo unitario fra i più alti in assoluto, il forte incremento dell’export, sia di calcarei grezzi che di materiali finiti, ha supportato lo sviluppo della produzione, tornata ai livelli di dieci anni or sono. Il caso della Grecia, prima della crisi, era stato oggetto di attenzioni particolari nel momento in cui aveva fatto registrare uno storico sorpasso delle importazioni quantitative sulle spedizioni all’estero.

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Ebbene, questo fatto nuovo è stato largamente superato dai nuovi consuntivi, anche se l’importazione ha retto in modo comunque significativo, grazie alla dipendenza dagli approvvigionamenti silicei (sempre importanti per il completamento di talune forniture), dovuta al fatto che la Grecia è tradizionalmente priva di graniti e pietre dure similari. È chiaro che nella fattispecie i fattori monetari ed i prezzi competitivi sono stati funzionali, ma un ruolo importante è stato svolto dalla qualità del materiale, che ha permesso al grezzo ellenico, grazie ad acquisti cinesi di blocchi per quasi 300 mila tonnellate, e soprattutto al lavorato, di conseguire progressi ragguardevoli sui mercati contigui e su quelli del Medio Oriente come il Libano e l’Arabia Saudita, senza trascurare la stessa Cina, Taiwan e Singapore; ma anche in Europa, a cominciare dal Belgio. Come è facile constatare da questo esempio, la congiuntura negativa può diventare un’occasione stimolante a patto che si sappia coglierne gli spunti propositivi: in questo senso, è d’uopo ricordare la disponibilità ad investire, che non è stata azzerata dalla tempesta finanziaria, tanto che nel 2010 si sono registrati investimenti in tecnologie d’importazione pari a circa 13 milioni di dollari, un terzo dei quali di provenienza italiana. Del resto, le produzioni impiantistiche locali e quelle di consumabili sono molto limitate, rendendo necessario il ricorso all’estero per un’apprezza-


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bile politica di salvaguardia dell’esistente, ed a più forte ragione, di sviluppo. La Grecia si è vista meno nelle fiere del settore, ma il suo mondo produttivo ha manifestato un’ottima capacità di serrare le file e di conseguire discreti successi commerciali anche su mercati contigui non certo prioritari come l’Albania e su quelli mediterranei come la Libia e lo stesso Egitto, senza dire della Turchia.

Italia La grande crisi che aveva interessato il comparto lapideo italiano nel triennio precedente non è stata superata ma il 2010 ha fatto registrare un’apprezzabile inversione di tendenza, soprattutto nell’export, dove quello dei grezzi attraversa una fase di ascesa che lo ha portato a conseguire un nuovo massimo storico, forte di spedizioni per un milione e mezzo di tonnellate. Al contrario, il recupero dei lavorati è stato molto contenuto, essendosi ragguagliato a poco più di tre punti, proprio mentre le vendite all’estero del grezzo mettevano a segno una crescita di oltre il 20 per cento. Il ritardo dell’export di manufatti lapidei rispetto al massimo del 1997 è stato pari ad oltre un terzo ed appare difficilmente suscettibile di elisione nel breve e medio termine, mentre la forte progressione dei grezzi pone in luce le carenze di una politica del valore aggiunto in cui altri Paesi

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si vanno impegnando alacremente. Il forte incremento della domanda grezza da parte di alcuni grandi Paesi trasformatori ed in primo luogo della Cina, grazie ai costi competitivi di lavorazione ed alla dinamica della domanda locale, costituisce una motivazione del fenomeno indubbiamente significativa, ma nello stesso tempo ne esprime un effetto. Il mercato interno è sempre stazionario, con una ripresa quasi frizionale della produzione ed una crescita delle importazioni grezze che, pur avendo ascritto un aumento del dieci per cento, accusa un ritardo del 42,9 per cento rispetto al massimo del 2004. Le importazioni del prodotto finito, dopo la contrazione dell’anno precedente, si sono ridotte di altri cinque punti, portando la rispettiva equivalenza a 7,2 milioni di metri quadrati, contro gli oltre 30 milioni dell’export. Produzione e distribuzione sono diffuse su tutto il territorio nazionale, sia pure con la tradizionale preminenza della Toscana e del Veneto. A questo proposito è da sottolineare che il rimbalzo positivo del 2010 ha interessato quasi tutte le Regioni, confermando il ruolo socio-economico espresso dal settore, anche se l’incidenza del suo export in valore su quello complessivo dell’Italia ha posto in evidenza un’ulteriore contrazione, da porre in rapporto al limite strutturale di cui si diceva. L’Italia è sempre protagonista delle commesse internazionali più qualificate ma conferma i suoi limiti nell’ambito dei gran-


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di volumi, che del resto sono comuni agli altri maggiori protagonisti dell’Occidente settoriale. Resta il fatto che il suo consumo interno, nel riferimento unitario, mantiene i livelli più alti, sottolineando l’importanza di un sempre attento impegno promozionale, anche sul mercato domestico.

Norvegia La tradizione lapidea dell’Europa settentrionale, con riguardo prioritario a quella silicea, ha un punto di forza consolidato in Norvegia, che si distingue, tra l’altro, per le cave di marmo più settentrionali del mondo nel comprensorio di Tromso. Non sorprende, quindi, che in questo Paese la crisi del 2009 sia stata superata con prontezza, sebbene permangano conseguenze significative di natura commerciale e distributiva, in specie per quanto concerne il ristagno dei valori medi. La ripresa della produzione, nell’ordine dei dieci punti, è stata conforme a quella dell’export grezzo, pervenuto a circa 400 mila tonnellate, in linea col vecchio massimo del 2004; le vendite all’estero del prodotto finito, invece, sono rimaste su posizioni marginali, con circa 300 mila metri quadrati equivalenti. Al pari di quanto è accaduto in altri Paesi dell’area, matrice essenziale del recupero è stata la domanda cinese, che ha assorbito oltre metà dell’esportazione norvegese di granito grezzo, conferman-

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do crescenti attenzioni per merci di alta qualità come i materiali a forte pigmentazione estratti nel comprensorio di Larvik. Restano ampie carenze di verticalizzazione, confermate dalla forte crescita dell’import di lavorati, con larga prevalenza di quelli semplici per uso strutturale, in cui hanno prevalso, a loro volta, le provenienze dalla Cina, seguite a distanza da quelle in arrivo dal Portogallo e dall’India: in questa voce doganale l’aumento rispetto al 2009 è stato di poco inferiore al 30 per cento, e segna un nuovo massimo con oltre 120 mila tonnellate. Assai vivace è risultato anche l’import di lavorati con alto valore aggiunto, dominato ugualmente dalla Cina, con l’India in posizione di rincalzo. Ne consegue che il consumo interno ha fatto registrare, a sua volta, un buon aumento, portandosi a 4,5 milioni di metri quadrati equivalenti, sia pure con il concorso di non pochi lavorati ad alto spessore, ma restando ancora lontano dai massimi del 2008. Scarsa consistenza ha avuto l’interscambio degli impianti di trasformazione, con specifico riguardo alle importazioni che, sempre nel 2010, sono state pari a poco più di 4000 quintali, cui corrispondono un valore di otto milioni di dollari ed una quota italiana nell’ordine di un terzo.

Portogallo La crisi macro-economica che ha investito il mondo produttivo portoghese più di


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quanto sia accaduto altrove trova riscontro nella permanenza di notevoli flessioni del prodotto interno lordo e della stessa attività edilizia ma non ha precluso al comparto lapideo un buon consolidamento dei suoi fondamentali, con riguardo prioritario all’export, salito di circa metà nelle spedizioni grezze, pari a circa 700 mila tonnellate, e di quasi dieci punti nelle vendite di lavorati, pervenute ad oltre 12 milioni di metri quadrati equivalenti. Punto di forza prioritario sono state le destinazioni in Cina per quanto riguarda i calcarei grezzi ed in Spagna per quanto attiene ai silicei. Nei lavorati semplici, che costituiscono un’altra risorsa tradizionalmente importante del Portogallo, il mercato più ricettivo è stato quello tedesco, mentre nei prodotti con maggior valore aggiunto si sono distinte le forniture all’Arabia Saudita, di volume quasi uguale a quelle dirette negli Stati Uniti. Ciò significa che l’industria lapidea lusitana è riuscita a diversificare positivamente i rischi commerciali, a cominciare dall’articolazione di base, che vede attestati grezzi e manufatti su volumi praticamente identici. Il rapporto con la Cina sta assumendo, peraltro, una rilevanza sempre maggiore, come attesta il fatto che l’export di marmo grezzo, voce prioritaria di quello totale del Portogallo, abbia trovato sbocco sul mercato in parola nella misura del 78 per cento. L’impiego domestico, pur giovandosi di un consumo unitario fra i più alti d’Euro-

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pa, ha avvertito il peso della congiuntura negativa e si è ulteriormente allontanato dal massimo storico conseguito nel 2006: in tale raffronto, la flessione del 2010 assomma a circa 12 punti. Conseguentemente, le importazioni sono diminuite, sia pure in misura contenuta, ed hanno conservato una quota maggioritaria di grezzi, destinati ad alimentare le unità produttive locali con un ventaglio ben articolato, ad integrazione di un volume domestico proveniente da distretti affermati tra cui emerge quello dell’Alentejo, dove la collaborazione del momento pubblico continua ad essere caratterizzata da attenzioni non marginali per il ruolo socio-economico del comparto: ad esempio, nella politica delle infrastrutture, ivi compresa quella di stoccaggio degli scarti. Di buon interesse, in entrambi i flussi del commercio estero di settore, sono rimasti i rapporti coi Paesi di lingua portoghese, ed in particolare con Angola, Mozambico e la stessa Macao.

India La congiuntura settoriale dell’India, che si conferma massimo protagonista del comparto lapideo, secondo solo alla Cina, non sembra immune dai fattori critici che hanno condizionato negativamente i mercati occidentali, sbocchi prioritari delle sue produzioni. Il consumo domestico ha continuato a progredire in misura apprez-


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zabile e le vendite di granito grezzo alla stessa Cina hanno fatto altrettanto, portandosi non lontano dal 50 per cento in volume (ed oltre, qualora si tenga conto del flusso aggiuntivo verso Hong Kong), ma le cifre assolute dell’export sono rimaste sostanzialmente stazionarie. A livello statistico può avere inciso il carattere disomogeneo del periodo di riferimento, perché l’esercizio indiano non coincide con quello dell’Occidente, ma a ben vedere non si tratta di un fattore determinante. Va detto, invece, che l’euforia del mercato interno, ben dimostrata dal trend di vivace crescita delle importazioni grezze, in specie di marmo, raddoppiate nel giro di un triennio e cresciute di circa venti volte nel volgere del decennio, si è tradotta nella minore disponibilità di offerta all’export, soprattutto per i blocchi. La straordinaria crescita degli approvvigionamenti dall’estero, sebbene sia largamente inferiore al volume delle vendite, nella proporzione di uno a dieci, ha suscitato notevoli preoccupazioni nel comparto lapideo locale, fino al punto da promuovere la richiesta di adeguati calmieri, che d’altra parte non trovano motivazioni nell’avvento di strategie sempre più diffuse di liberalizzazione degli scambi. Del resto, in tempi ormai remoti era accaduto altrettanto per l’intervento antidumping sollecitato in Unione Europea dai marmisti di Francia e Germania, a fronte dell’import di lavorati indiani ritenuti troppo competitivi (ma non fu pos-

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sibile dimostrare che quelle produzioni venivano realizzate sulla base di costi superiori al prezzo di vendita). Il ventaglio di destinazioni estere dei manufatti è rimasto opportunamente differenziato, con gli Stati Uniti in posizione prioritaria, seguiti da Emirati Arabi, Turchia, Germania e Regno Unito, mentre l’Italia segue in sesta posizione. Ciò, nell’ambito di valori unitari mediamente in rialzo, anche alla luce dell’alto valore aggiunto di parecchie spedizioni, come quelle dei masselli per l’arte funeraria. Si deve aggiungere che le attenzioni dell’industria lapidea indiana per lo strumento promozionale sono conformi all’importanza raggiunta nell’economia del settore: da un lato, attraverso le grandi fiere di Bangalore e Jaipur, e dall’altro, tramite la presenza diretta alle maggiori manifestazioni internazionali come in quelle in Cina, in Europa e negli Stati Uniti, cui si deve aggiungere la disponibilità di importanti Soggetti scientifici preposti alla certificazione ed alla documentazione tecnologica.

Regno Unito La ripresa lapidea del 2010 ha trovato una manifestazione significativa nei consuntivi del Regno Unito: un Paese di tradizione produttiva limitata, che tuttavia non pregiudica un buon andamento dei consumi, nell’ambito di una costante rivalutazione


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del materiale, in specie d’importazione, da parte di costruttori e progettisti britannici. Le cifre dell’ultimo esercizio sono molto indicative, con acquisti di grezzi che sono saliti a circa 900 mila tonnellate, incrementandosi del 29 per cento rispetto al 2009, mentre gli approvvigionamenti del prodotto finito hanno superato le 650 mila tonnellate, a cui corrispondono oltre 12 milioni di metri quadrati equivalenti, con un aumento del 17,8 per cento. Per converso, l’export inglese è poco significativo, sebbene non manchino esempi di lavori importanti realizzati all’estero da imprese locali. Nella tradizione lapidea del Regno Unito è compreso un forte utilizzo del granito e del marmo bianco negli impieghi funerari. Ciò spiega il notevole import di materiali grezzi, sia pure a fronte di strutture relativamente circoscritte nell’ambito della prima trasformazione: esiste un notevole volume di acquisti semilavorati da parte dei marmisti, che nella misura di quattro quinti del totale hanno avuto riguardo a pietre indiane, ed in subordine, cinesi. Quanto al prodotto finito, le provenienze sono più articolate, sebbene le forniture asiatiche rimangano prevalenti, con l’aggiunta di un forte volume di ardesia in arrivo dalla Spagna. Si deve segnalare la permanenza di un notevole volume di acquisti del lavorato semplice, destinato ad impieghi esterni di tipo stradale o strutturale. In questo caso, la minore capacità di fronteggiare

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costi di trasporto a largo raggio ha dato la preferenza ad approvvigionamenti macro-regionali come quelli provenienti dalla Scandinavia e soprattutto dall’Irlanda. Il consumo domestico del 2010 è valutabile in circa 21 milioni di metri quadrati, con un aumento di oltre un quinto rispetto all’anno precedente. Non sono stati recuperati i massimi del 2007 ma l’inversione della tendenza negativa rilevata nel biennio successivo è stata certamente apprezzabile: vi hanno contribuito, tra l’altro, rinnovate attenzioni promozionali anche da parte degli esportatori di Asia ed Europa, intervenuti con buon interesse alle iniziative britanniche. Le prospettive di ulteriore sviluppo del mercato inglese restano ragguardevoli, se non altro perché il suo consumo unitario è tuttora limitato, ponendosi in una condizione di retroguardia rispetto agli altri grandi Paesi europei. Inoltre, i Giochi Olimpici in programma a Londra nel 2012 sono in grado di conferire nuovi impulsi anche al settore lapideo.

Russia Lo sviluppo lapideo si è manifestato in termini largamente superiori al pur significativo recupero mondiale che ha fatto seguito alla crisi del 2009, ed il consumo domestico ha fatto registrare un incremento assai importante, nell’ordine di circa un terzo, raggiungendo un nuovo


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massimo, oltre le pur favorevoli ipotesi già formulate per questo mercato. A tali risultati ha contribuito in maniera decisiva l’ulteriore progresso dell’edilizia, con un volume di costruzioni residenziali raddoppiato nel corso del decennio ed attestato, fra l’altro, dalla rilevazione di 60 mila nuove abitazioni in ragione mensile, nonchè dal successo della fiera settoriale di Mosca. Il successo di marmi e pietre si deve in larga misura alle importazioni, segnatamente di lavorati, più che raddoppiate rispetto all’esercizio precedente, con un flusso di acquisti pari a 375 mila tonnellate, cui corrispondono circa sette milioni di metri quadrati equivalenti (allo spessore convenzionale di cm. 2). Meno alto in cifra assoluta, ma assai notevole in percentuale, è stato anche l’acquisto di grezzi, che sottintende un impegno dell’industria locale nelle attività di trasformazione, confermato da un buon aumento dell’export, soprattutto verso alcuni mercati contigui dell’ex-Unione Sovietica, quali Tagikistan e Turkmenistan. Gli approvvigionamenti del prodotto finito effettuati nel 2010 sono giunti dalla Cina per la maggioranza assoluta del volume, mentre altre forniture importanti sono pervenute, nell’ordine, da India, Ucraina, Turchia e Italia (quest’ultima, con una quota di mercato pari a cinque punti). È da notare che il prezzo medio spuntato dagli esportatori sul mercato russo è stato di quasi 35 dollari al metro quadrato,

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da ritenersi soddisfacente, in specie se si considera l’alta componente di materiale cinese venduto a quotazioni competitive. La Russia figura tra i primi sette importatori di tecnologie settoriali, con un volume d’affari che, sempre nel 2010, ha superato i 47 milioni di dollari, un terzo dei quali riferiti agli acquisti dall’Italia; in Europa, invece, figura al terzo posto assoluto, dopo la Germania ed a breve distanza dalla Francia. Ciò vuol dire che gli investimenti attraversano una fase positiva, a seguito di un periodo incerto piuttosto lungo. Con poco più di 200 metri quadrati per mille abitanti, il consumo pro-capite rimane lontano da quello dei Paesi occidentali europei, dove la tradizione lapidea ha radici più estese anche nei segmenti medi di utilizzo. In Russia, al pari di quanto accade nell’Est e nella stessa Cina, marmi e pietre sono prodotti tuttora elitari, ma la tendenza, anche in quest’area, è verso una progressiva democratizzazione dei consumi in grado di promuovere ulteriori prospettive di sviluppo, al di là dei risultati positivi già conseguiti durante la recente congiuntura.

Spagna La struttura del settore lapideo in Spagna si va nettamente modificando in favore dell’export grezzo, che ha fatto registrare una forte ripresa dopo la crisi del 2009 ed


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è pervenuto ad un nuovo massimo storico, con oltre 1,4 milioni di tonnellate spedite. Non è un fenomeno unico, che trova una somiglianza significativa con quanto accade in Italia, senza dire che si accompagna ad un notevole ridimensionamento delle attività trasformatrici: infatti, il carico di lavoro è sceso a meno di 4,9 milioni di tonnellate, contro i 6,1 del 2005. L’importazione grezza ha recuperato soltanto qualche frazione rispetto al 2009 e risulta inferiore del 58 per cento al suo massimo, raggiunto nell’ormai lontano 2003. Il mercato interno ha confermato le dimensioni in essere, attestate sui minimi dell’ultimo decennio, mentre l’esportazione di lavorati ha recuperato il 3,7 per cento ma continua a manifestare diffuse vischiosità. Rispetto alle condizioni generali del Paese, il comparto ha posto in evidenza una capacità reattiva degna di nota ma la propensione ad investire, al pari di quanto accade in altre economie mature dell’Occidente, rimane limitata. L’assunto è confermato dall’interscambio di tecnologie, dove l’importazione risulta inferiore di circa quattro volte al suo massimo storico e dove l’export, al contrario, lo ha raggiunto proprio nel 2010, a fronte di una ricettività del mercato interno decisamente inferiore. D’altra parte, anche in Spagna gli investimenti produttivi effettuati globalmente nell’ultimo decennio sono stati importanti e sono ancora lontani dall’avere completato il normale

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ciclo di ammortamento. L’export grezzo, che si è distinto per la ripresa accentuata, deve il successo dell’ultimo esercizio alle spedizioni di materiali calcarei, che hanno costituito il 74,7 per cento dell’aggregato, mentre quelle di silicei sono rimaste intorno alle 300 mila tonnellate. Ciò si deve, tra l’altro, alla tonalità cromatica dei graniti spagnoli, notoriamente meno accesa rispetto a quella dei maggiori concorrenti extra-europei. Un punto di forza del settore si conferma l’ardesia di cui la Spagna è sempre leader mondiale. Non a caso, l’esportazione di questo materiale, nella sua componente lavorata, ha interessato oltre mezzo milione di tonnellate, con destinazioni quasi totalitarie nell’Unione Europea, a cominciare da Francia e Regno Unito: si tratta di un esempio importante della cosiddetta macroregionalizzazione dei consumi, meno avvertito, peraltro, dai maggiori concorrenti dell’ardesia spagnola, che sono la Cina e lo Stato brasiliano del Minas Gerais. In sintesi, è possibile affermare che la crisi, per alcuni aspetti epocale, abbia trovato un valido antidoto nella presenza di parecchie esclusive prestigiose, soprattutto nell’ambito del marmo; e nella capacità produttiva e distributiva di taluni Soggetti leader a livello di nicchie importanti come quelle dell’arredo e dei piani da cucina.


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Sudafrica Le condizioni di sostanziale equilibrio che caratterizzano da tempo il comparto lapideo sudafricano non hanno subito apprezzabili modificazioni nel corso del 2010, anche se il recupero dell’esportazione grezza, peraltro largamente maggioritaria fino ad esprimere quattro quinti del totale, è stato accompagnato da un incremento del prodotto finito di entità analoga. Il volume del materiale estratto è sempre lontano da quello degli anni di maggiore sviluppo, a fronte di una permanente politica di salvaguardia qualitativa chiamata a confrontarsi con problemi locali ricorrenti, sia nel campo sindacale che in quello dei trasporti. La struttura della produzione e dell’export si basa tuttora sull’apporto fondamentale del granito, lasciando un ruolo integrativo al marmo, e con qualche maggiore potenzialità di sviluppo anche all’ardesia. Quanto al consumo interno che rimane circoscritto, si deve segnalare il ritorno a quote di manufatto non lontane dai massimi, nell’ordine dei sei milioni di metri quadrati equivalenti: ciò, con vantaggio specifico per le attività trasformatrici domestiche, tanto più che l’importazione di lavorati, pur avendo recuperato mezzo milione di metri quadrati, esercita un ruolo complementare. Destinazione maggioritaria del granito sudafricano è l’Italia: si tratta di un aspetto da porre in evidenza, trattandosi

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di un caso ormai infrequente, in cui non si registra la prevalenza degli acquisti cinesi del grezzo. Sono da menzionare anche le spedizioni in Belgio ed in Polonia, a conferma dell’importanza trasformatrice assunta dalle segherie di tale ultimo Paese, e dell’apprezzamento per il granito nero manifestata dalla clientela locale nel quadro di uno specifico interesse per i materiali scuri od a pigmentazione accesa destinati alla memorialistica. La promozione non fruisce di iniziative fieristiche locali, puntando essenzialmente sul valore del materiale, sulle strategie di ottimizzazione produttiva e sull’intervento sistematico che le Case titolari delle maggiori risorse riservano alle manifestazioni significative del comparto. Gli investimenti in tecnologie, a fronte delle permanenti carenze di verticalizzazione, sono relativamente limitati ma evidenziano una significativa preferenza per il prodotto italiano: nel corso del 2010, a fronte di approvvigionamenti globali di impiantistica settoriale per un valore pari ad oltre dieci milioni di dollari, l’apporto di quella italiana, che vanta la maggioranza relativa dell’import sudafricano, ha raggiunto un terzo del totale.

Taiwan L’andamento storico del consumo taiwanese che dipende in misura largamente maggioritaria dell’importazione dei materiali


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grezzi (l’estrazione locale esercita un ruolo complementare pur potendo contare su talune esclusive interessanti), è sempre stato oscillante, sia pure nell’ambito di valori unitari che si collocano, assieme a quelli coreani, sui massimi extra-europei. Il 2010 non costituisce un’eccezione, avendo fatto registrare, al pari di quanto è accaduto mediamente in tutto il Far East, un recupero pari a circa un quinto del volume posto in opera durante l’anno precedente. L’import grezzo, pur restando notevolmente inferiore al massimo del 1999, ha messo a segno una crescita del 30 per cento, che si deve in misura preponderante, come da consuetudine, al prodotto siliceo ed alla vocazione trasformatrice di Taiwan, dove si registra la più alta capacità segante extra-europea pro-capite. Le maggiori provenienze hanno avuto riguardo alla Cina ed all’India che hanno alimentato metà degli approvvigionamenti locali di granito grezzo, senza trascurare gli altri Paesi dell’area, mentre gli acquisti dei prodotti tipici europei sono rimasti marginali. Diverso è il caso dell’import di calcarei grezzi, dove alcuni flussi rilevanti sono pervenuti da Turchia, Italia e Spagna. Quanto ai lavorati, che hanno dato luogo ad arrivi per circa 5,2 milioni di metri quadrati equivalenti, oltre nove decimi del totale sono pervenuti dalla Cina, il cui controllo del mercato taiwanese del finito è diventato quasi assoluto, alla stregua di quanto accade, a livello quantitativo maggiore, in Corea del Sud e Giappone.

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Del resto, i rapporti di integrazione commerciale con la “Mainland” hanno dimostrato di potersi incrementare a prescindere dalle pregiudiziali di natura politica. L’esportazione lapidea è rimasta quasi marginale e limitata ai manufatti, confermando che gran parte delle attività trasformatrici locali è destinata al mercato domestico e sottolineando l’importanza di Taiwan anche per quanto si riferisce alle tecnologie, accreditate, sempre per il 2010, di esportazioni per circa 45 milioni di dollari. Ciò non significa che il mercato taiwanese delle macchine e degli impianti non sia di buon rilievo anche a livello d’importazione qualitativamente significativa: quella di provenienza italiana è risultata pari a 3,5 milioni di dollari. Taiwan resta un ottimo outsider nel panorama lapideo asiatico pur essendo condizionata, nelle sue prospettive di sviluppo, dalla contiguità del gigante cinese e subordinatamente dalla stessa India. Tuttavia, sta dimostrando di poter conservare un ruolo importante e di costituire un buon modulo di riferimento anche nell’ambito dei consumi unitari e di una promozione basata su tradizioni importanti e su qualità di livello.

Turchia La leadership turca è dichiaratamente sicura nell’ambito delle riserve accertate e coltivabili, con riguardo prioritario a quelle


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di marmo e travertino, che nei primi cinque comprensori (Balikesir, Denizli, Afyon, Tokat, Canakkale) ammontano a circa quattro miliardi di metri cubi lordi, pari al 75 per cento del totale. La consistenza di queste risorse suffraga il ruolo di protagonista assunto dalla Turchia e confermato dal fatto che, già oggi, questo Paese è il terzo produttore mondiale di lapidei dopo Cina e India, con una quota mondiale nell’ordine del nove per cento, notevolmente più alta se riferita ai soli calcarei. L’ampiezza dello sviluppo conseguito si spiega con volumi e qualità, ma nello stesso tempo con le strategie industriali che hanno dato vita ad un cospicuo programma di investimenti, cui hanno contribuito tecnologie di fabbricazione domestica, e soprattutto quelle di provenienza estera, in primo luogo italiana (con un giro d’affari del “made in Italy” che nel 2010 ha raggiunto i 30 milioni di dollari). Un altro motivo essenziale del successo turco va individuato nella politica distributiva ed in particolare nell’esportazione, equamente suddivisa, quanto a valore, tra grezzi e lavorati, i cui mercati di massimo sbocco si sono confermati, rispettivamente, la Cina e gli Stati Uniti (nonostante le permanenti sacche critiche presenti nel grande emporio nordamericano), mentre volumi di tutto rispetto ed in significativa ascesa hanno interessato, fra le altre, le destinazioni in Russia, Libano, Paesi arabi ed Africa mediterranea. In tale ottica, l’assunto recentemente il-

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lustrato a cura dell’Associazione di categoria del comparto (Tummer), secondo cui la Turchia si candida ad essere il nuovo leader del mondo lapideo entro una decina d’anni, trascende la pur comprensibile valenza promozionale, sebbene il primato cinese fruisca di un vantaggio che per il momento appare incolmabile. Va aggiunto che la preferenza per una politica quantitativa del grezzo, supportata dall’impetuoso sviluppo delle vendite in Cina, conferisce all’assunto in parola un carattere sostanzialmente conservatore. Contributi non marginali all’espansione possono derivare dalle fiere, ed in particolare da quelle di Istanbul e soprattutto di Izmir, che nella primavera del 2011 ha visto la presenza di ben 1425 espositori provenienti da 42 Paesi, confermandosi nella prima terna del mondo. Si deve aggiungere che l’età media delle Aziende turche è relativamente bassa, tanto che secondo dati di fonte accademica (in Turchia il rapporto fra il momento produttivo e quello scientifico è particolarmente stretto), soltanto un terzo delle medesime opera da oltre dieci anni. Ciò significa che la maggior parte degli investimenti è stata effettuata in tempi recenti, con l’ammortamento tuttora in corso e con livelli comprensibilmente competitivi della produttività.

USA L’inversione di tendenza che ha fatto


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seguito alla grande crisi del 2009 si è avvertita anche negli Stati Uniti, ma gli effetti della congiuntura negativa sono sempre di tutta evidenza. In particolare, il consumo interno ha potuto recuperare circa cinque punti, ma è rimasto lontano dai vertici del 2007, quando si era portato intorno a 112 milioni di metri quadrati equivalenti, ben lontano dagli attuali 75. L’importazione dei lavorati lapidei, che soddisfa tre quarti della domanda domestica, avverte tuttora le incertezze dovute alla stasi degli investimenti ed ai timori sulla reale possibilità di programmare una politica di sviluppo diffuso. Non a caso, il progresso nei confronti del 2009 si è limitato a circa 150 mila tonnellate, cui corrispondono tre milioni di metri quadrati equivalenti: il 3,8 per cento degli impieghi. Si deve segnalare, invece, un discreto incremento dell’esportazione, che ha portato quella dei manufatti ad un nuovo massimo storico, con l’apporto determinante dei Paesi contigui: segno che le produzioni locali non trascurano le potenzialità offerte dalla domanda estera, tanto più apprezzabili visto il ristagno di quella locale. I materiali altrui hanno manifestato un diverso gradiente di recupero, notevolmente più vivace per quelli del Brasile, che è tornato in testa alla graduatoria dei Paesi fornitori, davanti alla Cina ed all’Italia: il solo Paese, quest’ultimo, che non sia riuscito a fruire della pur contenuta ripresa nordamericana, tanto da avere ascritto

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un nuovo minimo. Nello spazio di un decennio, la quota italiana dell’import statunitense di lavorati è scesa, nel ragguaglio in valore, dal 38 per cento al 14, con un trend discendente molto accentuato e condiviso con la sola Spagna. Non ha brillato troppo nemmeno la stella cinese, mentre progressi superiori alla media, sono stati acquisiti, oltre che dal Brasile, da India e Turchia. La sensazione prevalente è che il Paese stia attraversando una fase di assestamento, in cui è possibile intravvedere qualche iniziativa per il rilancio delle produzioni domestiche basato sulla valorizzazione delle tecnologie proprie, visto che l’import delle macchine di prima trasformazione è tornato ai livelli del 2002 con un ulteriore calo del 14 per cento che ha dimezzato il valore approvvigionato appena cinque anni or sono. È logico che agli Stati Uniti, primo mercato d’importazione lapidea in valore, si guardi con attenzioni costanti e che non si lasci alcunché d’intentato, anche sul piano promozionale, per coltivare al meglio le sue indubbie potenzialità, sottolineate dal basso livello dei consumi unitari. Di qui, il discreto successo di manifestazioni che conservano un elevato indice d’interesse professionale, a cominciare da Coverings (quest’anno nella tradizionale sede di Orlando) se non altro per il numero e la qualità delle iniziative collaterali.



Leading Countries files 1994-2010

Australia The Australian stone resource, which is not limited at all, boasting of the territory of an entire continent, is subject of a relatively limited valorization, with the most significant peaks in northern Queensland, in South-East, and with some interesting exclusive silica in Tasmania. Transforming structures are poorly developed, the import of raw material is quit limited, instead of the finished product that has reached noticeable volumes. In 2010, the artifacts coming from abroad have exceeded 200 000 tons, equal to two fifths of the requirements, and expressed a value of 124 million dollars. These supplies, which were briefed to 3.7 million equivalent square meters, were carried out at a unit price of about $ 33, less than a few points away from the material originating from China: this is a innovation phenomenon to which have

contributed imports of current materials from Indonesia, Iran and Vietnam. Quantitatively, the leading supplier was China, followed at some distance by Italy, India, Turkey and other manufacturers mentioned. The export of raw stone peaked last decade, to reach almost 20 thousand cubic meters, with prevailing destinations in the Far East and occasional movement to other countries of Oceania, which add some little volume of processed products to the total. Building activity in 2010 has shown a quantitative reduction of more than seven points, offset by a slight increase in investment. In fact, the use of stone has an overall growth in the order of 13 percent, which made it possible to recover most of the previous downturn, thus to settle not far from the historical high of 2008. This result is considerable: even more for a country on the outskirts of the great promotional activities.


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From the strategic point of view the sphere of influence of China, and to a lesser extent of India, has lift off, making subordinate the trade relations with the West and particularly with Europe, even in technology, where the Italian share of the Australian market decreased to 29.7 percent. In other words, the Chinese leadership tends to spread in areas with demand for high quality: to this phenomenon have contributed the need to taper the transportation costs and the wide range of materials, not always domestic products, but available through Chinese export.

Austria This is a typical second-tier market, characterized by the good volume of intertrade and by a consumption the is, to a limited extent, conditioned by the effects of the international economy, although limited in terms of development prospects because it has reached the state of mature economy: in this sense, Austria can considered similar to German, at least for their economic and cultural proximity. About two-thirds of stone products (set in place in 2010) were imported, with a large prevalence of manufactured products, not far from the maximum. Also in Austria, the first supplier is China with nearly half the volume of incoming, followed at some distance by Germany, India and Italy, to

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confirm a record that went like wildfire extending in a large majority of countries, and differed attentions that go beyond the potential outlet dimensions. The volume of demand is paying the limited demographic consistency, but the consumption per capita is considerably higher than those of continental Europe except for Switzerland, benefited from greater availability of local stone and an average income of the top. The building fair of Salzburg is a decent tool for documentation and promotion, meeting to the real characteristics of the market. The success of the Chinese material has a negative effect on so-called border trade with neighboring countries such as Switzerland itself, particularly Slovakia and Italy, a traditional provider of local products such as porphyry and other stones, especially from the Alps. A non marginal volume of raw material, which in 2010 reached to 185 thousand tons but dropped down compared to the previous two years, has been subject to the exportation mainly into Germany, Slovenia and Switzerland, especially with particular regard to quartzite, sandstone and similar rocks. Within technology, export is slightly higher than import, but in both cases the interchange volumes are far from their maximum levels. However, with respect to the value the average price of purchases of machines is a third higher than the European average, with widely prevalent


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origins from Germany, while the Italian share is quite low, they are just over ten percent of the total: another effect of Austrian gravitation towards its reference market.

Belgium The relatively small size of the Belgian stone industry co-exist with a very high level of consumption, and especially of those denominations, where Belgium, with respect to contractions occurring in other European countries with a strong user such as Greece and Switzerland, has come to lead the list with nearly two equivalent square feet per capita, undoubtedly, a remarkable result. This was achieved thanks to a niche product like the Blue Stone which has faced in a positive way the strength of competition, and above all, an important flow of purchased products, which in 2010 exceeded one million net tons for the first time. These supplies over two fifths refer to materials from China, but an important role was played also by those in Europe. A fairly good volume of business is insured, for its part, by the arrivals of raw material, intended in part to domestic sawmills. The rest continues to radiate outward from the port of Antwerp, feeding a significant volume of intermediation. The Belgian stone industry maintains good propensities to invest: not surprisingly, the country ranks among the top six importers

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of sector technologies among the twentyseven European nations, with a volume of purchases that in 2010 exceeded 30 million $, more than a third of which are of Italian origin. It should be added, however, that the volume of purchases of machinery and equipment continues to be very far from the maximum, achieved between 2007 and 2008: these investments are still young and therefore far from replacement timing. The year 2010 has seen also a revival in exports of technologies, which has resulted in about $ 17 million (maximum of the last three years), boasting established production facilities, also in the field of research. A significant portion of the available stone material is subject to export, especially as regards the finished product. From this point of view, it benefits primarily from the so-called Belgian border traffic to the neighboring countries (France, Germany, Luxembourg, Netherlands), where there exists, since a long time, an efficient relationship of osmosis. On the contrary, oversea exports are always marginal. The promotion, as befits a country with high levels of consumption, has additional though important functions, thanks to a trade fair with extensive experience like that of Liege and cultural activities in the sector, especially in Wallonia.


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Brazil The crisis of 2009 had strongly shaken those Stone processing countries which are linked to the North American market. For this reason, the decline of production and trade of Brazil was above average, with negative results were all the more relevant as they interrupted a long trend of constant increase. In 2010, the U.S. demand has reversed that trend in a still limited rate, but enough to give new impetus to the Brazilian stone. The production recorded a growth of about 12 points that has permitted to achieved a new historic peak, even for the intake of an internal market getting almost euphoric due to programs for large investments in public works and in view of the world football championship 2014, which provides an influx of more than 600 000 foreign visitors: only for the stadium and the optimization of airports there are planned works for three billion dollars. In turn, exports of raw material have completed quit an extraordinary leap in the order of 50 percent, reaching near to the final record in 2006, thanks to strong Chinese demand, capable of feeding the 62.8 percent of Brazilian shipments of blocks and semi-finished products. Very remarkable was also the restart of export of manufactured goods, up to 21 percent, with an outflow of nearly 20 million equivalent square meters. In this case, the recovery of the U.S. market has

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been decisive in the processed valueadded products, with a market share of 78.9 percent, supplemented by purchases of Canada, second largest importer of Brazilian finished products, and lower but still significant volumes by Mexico and Venezuela. An important addendum was made up again by slate, of which Brazil is the second largest producer, with an incidence in the finished product exports amounting to 160 000 tons net, which correspond to approximately three million square meters: the destinations were more complex, prevailing those directed in the United Kingdom. The domestic demand is accredited by the volume of consumption of approximately 43 million square meters, which led to triple the amount in 1994 and to qualify with a growing presence of stone material the important building activities in the major cities of Brazil. From this point of view, a positive role has been exercised by training initiatives (including a new stone mason school) and the promotion campaigns: Brazil boasts two specialized annual fairs in Cachoeiro and Vitoria.

Canada A positive rebound has been recorded in Canada, albeit without emphasis: on the other hand, the previous crisis had hit to a limited extent, so that the decline in


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consumption related to 2008 had already been recovered the year after, which was followed by a new growth of four points. The imported raw material, which reached 125 thousand tons, increased by one quarter, while that of the finished product has remained almost stationary, with nearly eight million equivalent square meters. In turn, shipments abroad have maintained their positions, with a notable prevalence of the finished product to the United States. The Canadian market is characterized by a preferential relationship with the U.S. enhanced by contiguity of four thousand kilometers. The only significant exception is the export of siliceous stones, with sales in the Far East, and particularly in China and Taiwan, thanks to some important exclusive granites with a very bright pigmentation. The high resistance of the fundamental stone types of this country is an important motivation for the positive building activities, where investments have continued to progress without interruption, expressing a balance sheet in significant contrast to the global economy. This is a very considerable result, as it emphasizes the autonomy of the Canadian economy against the United States, and at the same time, because it has been achieved in the absence of major promotional events. The upward trend in the building sector is combined with positive results for use in stone, the more significant by reference to

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the use of materials with high resistance to temperature, generally due the use of tiles above average thickness, especially for the external claddings. Local technology production is of little substance, unlike a very selective import in terms of quality, whose Italian share of the 2010 has maintained 28 percent of the total value: it is a “share� to be considered satisfactory, at least with regard to U.S. competitiveness induced by geographical contiguity.

China The consolidation of the primacy of the Chinese stone was confirmed by largely positive final balances, several points higher than the likewise striking gross domestic product. The value of exports reached 4.1 billion U.S. dollars, an increase of 16.1 percent over the previous year, and input into the district of Xiamen of just under two thirds. Even more fiery was the growth in imports, which reached almost $ 2.3 billion, more valuable, as made up to a very large majority of raw material. Furthermore, the export of China stone has affected 130 countries around the world, covering a range of latitudes that knows no bounds nor longitude. Moreover, the large numbers of manufacturing time speak for themselves: in China, according to the news of Shandong Stone Association, there are six thousand quarries, many


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of which have multiple (in the sense of interest to only one deposit with different exploitation areas) and 24 000 companies operating in the sector, five of which are involved in trade with foreign countries. The strong import growth attests to the vitality of the internal market, in which there were used about 270 million square meters, and confirms the Chinese leadership also in consumption (except for unitary consumptions). It also emphasizes the existence of a strong propensity to invest, especially in technology import, where China has another world record, to which the Italian plant engineering makes an important contribution: in 2010, with purchases of machinery and related appliances at more than $ 85 million and to 18.8 percent of total supplies in China, where also the supplies of Switzerland and Japan are in high positions. In other words, these are quality products from developed countries. We said that the purchase of raw material, where China lays down conditions for the of the market with major purchases, especially in the field of limestone, where the scene is dominated by shipments from Egypt and especially from Turkey, but where there are many countries that have been able to overcome critical economic stages due to the growth of Chinese demand. This concerns the granite from Finland and Norway, the first of which the rail link has benefited beyond any expectations, and this is the case of other typical products,

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including the one of Carrara. in 2010 the building activity has recorded a remarkable turnaround, but the phenomenon did not result in impacts on the stone industry: on the one hand, because the use of marble and natural stone takes place in the last phase of the construction process the recording refer to the beginning of work, and on the other hand, because the preferred design for a natural product permits to positively cope with economic fluctuations, due mainly to structural rather than monetary reasons.

South Korea The stone sector of Korea has been representing for several years an important market for the finished product and is almost exclusively controlled by China. The supply of the items corresponds, for the last three-year period, to more than 40 millions equivalent square per year, which allow to meet a domestic demand equal to 50 millions, now substantially stationary. As for the last accounting year, the volume of said purchases was covered by Chinese sales to the extent of 92.5 per cent, with a flow in absolute figure, which has increased by about one point: All this corresponding to a currency equal to 734 million dollars, in turn increasing by a 7.8 percent rate, while the average value was $ 17.7 per meter, with a revaluation of seven points. There is still a negative


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differential concerning the overall average price trimmed by the exports of China (also due to the proximity of the market), but with a tendency to shrink. Imports of raw material are always marginal, such as exports, including the processed material, that is reduced to a minimum. In other words, the convenience to simply purchase finished products has made essentially irrelevant the domestic production and processing activities: it is a striking example of already well established strategic changes. The competition with China, especially by Europe, has merely complementary a role, with small volumes of sales related to niche products, which are a prerogative of Italy, Turkey and Spain. Unlike the case of technology, where the Korean production is still important, with a volume of foreign sales that in 2010 was close to 50 million dollars, and imports of equipment for finishing in the order of ten, to which Italy has contributed for more than a third. This means that the equipment market, unlike what happened to the materials, can always count on selective demand that pays attention to efficiency and quality. Under these conditions, the promotion of stone products is entrusted primarily to the competitiveness of prices and the democratization of the uses that is derived from: in the space of sixteen years the square meters of marble, granite and stone used in Korea increased by three times

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and half. Also in that case supporting fairs were no longer necessary: the relevant operators have been able to find viable alternatives in the information field in the events of others, and in first place in the Chinese ones.

Finland The stone upturn of 2010 was quite vibrant in northern Europe, particularly with regard to Finland, where it has found unique patterns of chromatic and technological value of its resources, in an excellent level of scientific support and the ability to direct the best the distribution flow, according to the changing needs of the global market. The raw material exports have recovered about one third of the volumes that were lost in 2009, reaching peaks not far from historic maximum values and generating proportional effects on production. All this in the light of a new, strong growth of Chinese demand for raw granite, benefited from transportation across Siberia that has proved competitive with respect to sea transport. Among the other destinations emerge the ones directed to Italy, Spain and Poland, while the others have played an almost marginal role. It is important to underline the good innovative feedback of the Polish demand for raw blocks, which implies the presence of appropriate processing facilities, partly designed by the adjacent


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German market, and the willingness to appreciate quality goods such as Finnish products, especially for funerary purposes. The lack of vertical integration, except for some niche products such as soapstone, intended for uses such as functional and decorative stoves, are obvious, as witnessed by the marginal level of exports of manufactures and the discrete volume of finished product purchases, that just in 2010 reached a new maximum, in the order of 1.3 million equivalent square meters. Finnish investments mainly concern the quarries, where technical development is traditionally linked with a strong domestic technology and with strong attention to environmental protection. Remain low, however, the investments for processing, which refer to imported machinery which in 2010 amounted to about four million Euros, one third of which are of Italian origin. On the promotional level the attention of the Finnish silica are mainly orientated towards scientific documentation and information, without neglecting the presence at the major trade fairs in Asia and Europe, where interest in materials of very good references is persisting.

France The most significant data of 2010 concerns the good recovery in imports

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of manufactured stone and the domestic consumption, which has allowed us to fully recover the loss of the previous year, although the historical record remains that of 2006. Measured by volume, the purchases of foreign manufactured products equaled to about 18 million equivalent square meters, while those of raw material have corresponded to slightly over 300 000 tons (with a large prevalence of silica from Belgium) from which, less the waste, three and a half million square meters. In other words, the processing facilities have been subject to limited investment in innovation, especially as domestic stone exploitation remained almost unchanged. Among the origins of processed stone material it is always China which excels, even with regard to simple objects, with the exception of the slate, where the major share of supply comes from Spain. However, the prevalence of China, especially in the field of materials with high added value, does not express the absolute majority as happens in other markets: important are also the quantitative flows coming from Turkey, Portugal and Italy. As for exports, oversea sales have continued to emerge, even in relatively low volumes, for the high quality of the product and the resultant level of average values. Similar considerations apply to the internal market, where its unitary use is not yet competitive with that of European


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countries with a long stone tradition, but at the same time, it is prone to more frequent use of “top” materials. The phenomenon helped the great traditions of trans-alpine architecture and at the same time a targeted promotion, both regarding the designer and the user: for example, through the traditional steps of the “Mois de la pierre” and the presence of important vocational training institutions. The structure of raw and semi-finished import, where supplies from India and China are quite limited, suggests that the problem of competition particularly competitive, especially concerning funerary products, which in the past were subject of a European request for anti-dumping action, then aborted, has been reduced in favor of the left and those from indigenous materials, as mentioned, from nearby Belgium, at least for the competitiveness of the transport costs. After all, France remains a major player on the international scene, albeit considering the slightly viscous production dynamics and the attention for a utilization that distinguishes itself from certain elite suggestions.

Germany The German stone economy of 2010 has highlighted as a prominent character in the final balance of the year, a further decline in imports of finished materials, dropped

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to a minimum. In fact, the purchase of foreign products has been around a million and a half tons, to which correspond, with a decline of 12.2 percent, 28 million equivalent square meters. Given the essentially complementary nature of raw material transportation, this has resulted in the umpteenth decline in domestic consumption, which has been ascribed to a loss of nearly ten points. The German market is a typical mature market, where domestic activities of production and processing have a relative weight, without saying that the significant problems of building and public works move automatically towards marble and stone. The segment is penalized less than that of machined special funerary monuments, which in Germany has always enjoyed a strong tradition. Stagnating, despite the quality of German facilities, appears to be also the technology sector, the export of which is reduced to one third of the maximum, while imports remained steady, positions that seem to confirm propensities to invest in productive time necessarily limited. Moreover, many neighboring markets, especially Eastern Europe, continue to be constrained by financial liquidity problems, that don’t support exchanges which might be proportional to the requirements. Therefore, between the purchases of simple processed products, a stronghold of German imports, resulting in significant distress than those from countries such


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as Poland or the Czech Republic, which until a few years ago were among the most significant suppliers of this type production. In short, Germany could not participate appreciably in the shooting industry in 2010, showing that when demand is conditioned by structural factors, the same offer at competitive prices, especially practiced by developing countries, is likely to cause effects limited. In contrast, exports held discreetly in both raw and finished product, albeit in low volumes: on the one hand, to the lower carrying capacity of the internal market, and the other for the sake of international customers against some exclusive interesting. Investment promotion problems are similar to those in production and show a permanent tendency to court, especially since the accounting period has adopted the usual two-year option, the only German show of reference: that of Nuremberg. The phenomenon, moreover, is typical of many developed markets where the stickiness of demand make it relatively attractive promotional efforts also by always careful to prefer foreign offer the best potential distribution. In short, Germany could not participate appreciably in the shooting industry in 2010, showing that when demand is conditioned by structural factors, the same offer at competitive prices, especially practiced by developing countries, is likely to cause effects limited. In contrast, exports

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

held discreetly in both raw and finished product, albeit in low volumes: on the one hand, to the lower carrying capacity of the internal market, and the other for the sake of international customers against some interesting exclusive.

Japan Japan’s economy is characterized by a deep stone stagnation, that after having engaged in an essentially irreversible productive activities and processors are also involving the import of manufactured goods and fuel consumption. In 2010, domestic use has dropped to about 21 million square meters equivalent (less than half the record high of 1996), with a supply from abroad who had never been so low. Purchases of raw materials, reduced to 25 000 tons, are equal to two percent of those that were gained in 1994, having recorded a downward trend that highlights the decline in a figurative epochal decline of sawmills and workshops, whose product was replaced almost entirely by Chinese products. However, the flow of imported manufactured goods tends to decrease, with a downturn which in the last financial year amounted to 14.5 per cent and mainly affected the exports from China, while other providers, led by Italy with 0.6 percent of the total, haven’t an important weight, but are limited to small quantities of selected materials


XXII World Marble and Stones Report 2011

such as those from Germany or Greece. The unitary consumption are the subject of downsizing even in funerary art, which has been well characterized, historically, from jobs above the average of other developed countries. This is due to competition from alternative materials, and in recent years, the crisis of investment, the minimum cost of money, essentially to zero with a very targeted monetary policy, failed to obliterate. Moreover, the offer Chinese stone, characterized by average prices competitive, has not been able to promote the development of Japanese demand, despite having removed any appreciable competition. The case of Japan should be called atypical because it expresses a strong contrast with the global development of the essentially constant sector, if not considering the great crisis of 2009. One wonders to what extent the Chinese material, even if its quality isn’t the best sometimes, has paradoxically come to benefit the replacement products, facilitated, among other things, the lack of any promotion for the stone of nature and the cancellation of the trade fair Tokyo to the benefit of the Chinese. Greater success has been achieved by the production technologies in Japan for marble and stones, and in particular in plant quality, which has managed to retain a good level positions, albeit considerably lower than the Italian ones, thanks to the North American market and export several neighboring countries.

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Greece The financial crisis that has strongly hit the Hellenic country has resulted paradoxically in sensitive advantages for its stone economy, which drew more points for shooting in addition to that earned by the international sector. Despite the sluggish domestic market, which also continues to express a unit consumption among the highest ever, the strong increase in exports, both raw and calcareous materials finished, has supported the development of production, returned to the levels of ten years ago. The case of Greece before the crisis, had been the subject of special attention when the country recorded a historic passing of quantitative import shipments abroad. Well, this new fact has been largely overtaken by the new balance sheets, even if the import has resisted in a significant way, due to the dependence of silica supply (always important for the completion of certain purchases), due to the fact that Greece has traditionally devoid of granite and similar stones. Obviously, in this case the monetary factors and competitive prices have been functional, but an important role was played by the quality of the material, which allowed the raw Hellenic, thanks to Chinese purchases of blocks for almost 300 000 tons and above to work, to achieve considerable progress on the adjacent markets and those in the Middle


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East such as Lebanon and Saudi Arabia, not to mention the same China, Taiwan and Singapore, but also in Europe, starting with Belgium. As you can see from this example, the downturn can be challenging opportunity as long as you know how to grasp the proactive ideas: in this sense, it is necessary to recall the willingness to invest, which has not been cleared by the financial storm, so that in 2010 there have been investments in technology import amounting to about $ 13 million, of which one third of Italian origin. Moreover, the local production plants and consumption producing facilities are very limited, making it necessary to use foreign policy to safeguard the existing conditions and, even more important, the development. Greece was seen less in trade fairs, but its production world has shown a great ability to close ranks and achieve moderate success in adjacent business markets, which certainly don’t are on top of ranking like Albania and Mediterranean countries such as Libya and Egypt, not to mention Turkey.

Italy The great crisis which had affected the Italian stone sector in the previous three years has not been exceeded but in 2010 it had been recorded an appreciable reverse of the trend, especially in exports, where

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raw material is undergoing a phase of ascension, thus to achieve a new record, strong shipments of one million and a half tons. In contrast, the recovery of the worked was very limited, having been briefed by little more than three points, just as the foreign sales of crude oil to put a sign up by over 20 percent. The delay in exports of manufactured stone with respect to the maximum of 1997 amounted to more than one third and is hardly susceptible to elimination in the short and medium term, while the strong growth of raw material highlights the shortcomings of a policy of added value whereas other countries are striving hard obtain these targets. The sharp increase of demand for raw material by some big processing countries, first of all China, thanks to the competitive costs of processing and the dynamic local demand, is a justification of the certainly significant phenomenon, but at the same time expresses an effect. The internal market is always steady, with a recovery of production and almost frictional growth of raw imports, which, although ascribed to an increase of ten percent, are lagging behind 42.9 percent compared to the maximum of 2004. Imports of finished products, after the decrease the previous year, fell by five points, bringing the respective equivalent to 7.2 million square meters, compared with more than 30 million in exports. Production and distribution are spread


XXII World Marble and Stones Report 2011

throughout the country, albeit with the traditional pre-eminence of Tuscany and Veneto. At this point it should be noted that the positive rebound of 2010 has affected almost all regions, confirming the socio-economic role expressed by industry, although the incidence of its total exports in value against the total amount of Italy has highlighted a further contraction, to be related to the mentioned structural limit. Italy has always been a leader of the most qualified international orders but confirms its limits in the context of large volumes, which are common to the rest of the other major realities in the Western stone sector. However, its domestic consumption referred to unitary, maintains the highest levels, stressing the importance of a promotional effort is always attentive, even on the domestic market.

Norway The tradition of stone in northern Europe, with regard to the priority silica, has established a strong point in Norway, which is distinguished, among other things, to the marble quarries in the world’s northernmost district of Tromso. Not surprisingly, then, that in this country the crisis of 2009 was passed promptly, although there are significant consequences of a commercial nature and distribution, especially as regards the stagnation of average values.

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The recovery of production, corresponding to ten points, was consistent with that of raw material exports, which reached about 400 000 tons, meeting the old maximum of 2004; however, oversea sales of finished products remained marginal on positions, with approximately 300 000 equivalent square meters. Likewise what happened in other countries in the area, essential matrix for the recovery was the Chinese demand, which has absorbed more than half of Norwegian raw granite export, confirming the growing attention to high quality goods such as materials with strong pigmentation extracted in the district of Larvik. There are still big vertical gaps, confirmed by strong growth in imports of finished products, with a large prevalence of simple ones for structural use, in which they prevailed, in turn, the origins from China, followed at some distance from those coming from Portugal and India: In this heading the increase compared to 2009 was just under 30 percent, and marks a new peak with over 120 000 tons. Also very lively has been the import of processed products with high added value, that is also dominated by China though, with India in topping up position. Therefore, domestic consumption has registered, in turn, a healthy increase, rising to 4.5 million equivalent square meters, albeit with the help of many processed products of high thickness, but still remaining far from the maximum of 2008.


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Lack of consistency has been the exchange of processing plants, with specific regard to imports, again in 2010, amounted to little more than 4000 tons, corresponding to a value of eight million dollars and an Italian share in the range of one third.

Portugal The macro-economic crisis that has hit the world of production Portuguese more than has elsewhere is reflected in the persistence of significant declines in gross domestic product and the same activity but did not preclude the building stone industry consolidation good fundamentals, with regard primary exports, shipments rose by about half in the rough, approximately 700 000 tons, and nearly ten points in the sales of finished products, received more than 12 million equivalent square meters. The strong point of priority were the exportations to China with regard to raw limestone and Spain with regard to silica. Regarding the simple products, that are traditionally important to Portugal’s another resource, the market was more receptive to German, while in higher value-added products the supplies to Saudi Arabia have exceeded, with a volume close to those exported to the USA. The domestic use, while availing themselves of one of the highest unitary consumption in Europe, felt the weight of the downturn and is quit distant from the

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historical peak achieved in 2006: In this comparison, the fall of 2010 amounted to about 12 points. Consequently, imports have declined, albeit to a lesser extent, and have retained a majority share of raw, intended for local food production units with a wellarticulated range, complementing domestic volume from established districts including that of emerging Alentejo, where the c public collaboration continues to be characterized by non-marginal attention to the socio-economic sector, for example, in infrastructure policy, including the storage of waste. Of good interest in both flows of the foreign trade sector were the relations with Portuguese-speaking countries, particularly Angola, Mozambique and Macao.

India The economics of the stone industry in India, which confirm themselves as the leading sector, second only to China, does not seem to be immune against the critical factors that have adversely affected the western markets, outlets priority of its productions. Domestic consumption has continued to progress to an appreciable extent and the sales of the same rough granite China have done the same, reaching not far from 50 per cent in volume (and beyond if you take into account the additional flow to Hong Kong), but absolute numbers of exports have


XXII World Marble and Stones Report 2011

remained essentially stationary. At a statistical level it may have been affected by the uneven character of the reference period, because the exercise does not coincide with that of the Western world, but in hindsight it is not a factor. It must be said, however, that the euphoria of the internal market, well demonstrated by the trend of robust growth in imports of raw, especially marble, doubled within three years and increased by about twenty times in the turn of the decade, has resulted in lower availability of export supply, especially for blocks The extraordinary growth of supply from abroad, although it is much lower than the volume of sales, in the proportion of one to ten, has aroused considerable concern in the local stone industry, to the point of promoting the application of appropriate price-list, who on the other hand motivations are not always the most popular strategies in the advent of trade liberalization. Moreover, in remote times there had happened the same regarding the antidumping action in the European Union urged by the marble workers of France and Germany, against imports of finished Indian products deemed too competitive (but it was not possible to demonstrate that those products were made based on higher costs to the selling price). The range of international destinations of manufactured goods remained appropriately differentiated, with the

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United States on the first rank, followed by UAE, Turkey, Germany and the United Kingdom, while Italy followed on sixth place. This, in average unitary values rising, especially in light of several shipments of the high value added, such as those of the blocks for funerary. It should be added that the attention for the Indian stone industry promotional tool conform to the importance of the sector in the economy reached: on the one hand, through the trade fairs in Bangalore and Jaipur, and on the other, through the direct presence major international events like those in China, Europe and the United States, which must be added the availability of important scientific topics certifying officers and technological documentation.

United Kingdom The stone sector recovery of 2010 resulted significantly in the balance sheets of the UK: a country of traditionally limited production, which does not affect a good consumption as part of a steady revaluation by British manufacturers and designers of the (mainly imported) stone material. The figures are indicative of the last year, with purchases of raw material, which rose to about 900 thousand tons, up 29 percent over 2009, while supplies of the finished product has exceeded 650 thousand tons, which correspond to more


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than 12 million equivalent square meters, an increase of 17.8 percent. Conversely, English is not very significant concerning exports, although it don’t lack examples of important work carried out abroad by local companies. In the stone tradition of the United Kingdom prevails a strong use of granite and white marble in funerary applications. This explains the significant imports of raw materials, albeit relatively limited compared to structures in the first transformation: there is a large volume of purchases by the semi-finished marble workers, to the extent of four-fifths of the total concerned Indian stones, and in the alternative, Chinese material. As for the finished product, the origins are more complex, though Asian supplies remain prevalent, with the addition of a high volume of slate coming from Spain. Noteworthy is the persistence of a large volume of purchases of simple products, intended for outdoor use or structural works. In this case, the reduced ability to cope with long-range transport costs gave preference to supply macro-regional as those from Scandinavia and especially from Ireland. Domestic consumption in 2010 is estimated at about 21 million square meters, an increase of more than a fifth over the previous year. The maximum values of 2007 have not been recovered, but a reverse of negative trends observed in the following two years has certainly

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been appreciated: this is partly due to renewed promotional attention by the exporters in Asia and Europe. The prospects for further development of the UK market are considerable, also because its unitary consumption is still limited, putting themselves in a rear position against other major European countries. In addition, the Olympic Games held in London in 2012 are able to give new impetus to the stone industry.

Russia Stone industry has developed well above the global recovery that followed the 2009 crisis, and the domestic sector has recorded a very important increase in the order of about one third, reaching a new maximum, beyond any hypothesis already put forward for this market. These results contributed significantly to the further progress of the building sector, with a volume of residential construction doubled during the decade and attested, among other things, by the recording of 60 000 new homes per month, as well as the success of trade fair in Moscow. The success of marbles and stones is due to a large extent on imports, particularly of processed products, more than doubled against the previous year, with a purchase flow amounting to 375 thousand tons, corresponding to about seven million equivalent square meters (conventional


XXII World Marble and Stones Report 2011

thickness cm. 2). Less high in absolute figure, but a very significant percentage, was also the purchase of raw material, which implies a commitment of local industry in processing, confirmed by a healthy increase in exports, especially to some of the neighboring markets of the former Soviet Union such as Tajikistan and Turkmenistan. The supply of finished products made in 2010 came mainly from China, while other important supplies were received, in order, from India, Ukraine, Turkey and Italy (the latter with a market share equal to five points). Noteworthy: the average price ticked by exporters on the Russian market was almost $ 35 per square meter, to be considered satisfactory, especially considering the high component of Chinese material sold at competitive prices. Russia is among the top seven importers of sector technologies, with a turnover that, again in 2010, exceeded $ 47 million, one third of which related to purchases from Italy, in Europe, by contrast, Italy appears in third position, after Germany and close to France. This means that investments go through a positive phase, after a rather long period of uncertainty. With just over 200 square meters per thousand inhabitants the per capita consumption remains far from that of Western European countries, where tradition has extended roots regarding stone in the middle segment of use. In Russia, like what happens in the East and

219

in China itself, marble and stone products are still elitist, but the trend, even in this area, is toward a gradual democratization of consumption which may promote further development prospects, beyond the positive results already achieved during the recent economic situation.

Spain The structure of the stone sector in Spain is clearly changing in favor of raw exports, which registered a strong recovery after the crisis of 2009 and reached a new record, with over 1.4 million tons shipped. It is not a unique phenomenon, which is a significant similarity with what happens in Italy, without saying that it is accompanied by a significant downsizing of the transforming activity: in fact, the workload has dropped to less than 4.9 million tons, compared 6.1 in 2005. The imported raw material has recovered only a fraction compared to 2009 and is below 58 per cent its peak back in 2003. The internal market has confirmed such dimensions, attested to its lowest of the last decade, while exports of processed has recovered 3.7 per cent but continues to experience widespread viscosity. Compared to the general conditions of the country, the sector has highlighted a remarkable capability to react but the propensity to invest, like what happens in other mature economies of the West,


220

remains limited. The assumption is confirmed by the interchange of technology, where the import is less than about four times its historical record, and where exports, on the contrary, have reached it in 2010, compared to a lower receptive capacity of the internal market. On the other hand, even in Spain production investments made over the past decade have been important on a global scale and are still far from having completed the normal cycle of depreciation. Raw material exports, which stood out for enhanced recovery, owe their success in the last year to shipments of limestone materials, which accounted for 74.7 percent of the aggregate, while those of silica remained at around 300 000 tons. This is due, among other things, to the chromatic features of Spanish granites, less bright with respect to the materials of the largest non-European competitors. One of the strengths of the sector is confirms the slate of which Spain is still the world leader. Not surprisingly, the export of this material, in its machined component, involving over half a million tons, almost totalitarian European Union destinations, starting with France and the United Kingdom: it is an important example of the so-called macro-regionalization of the consumptions, less experienced, however, by major competitors of Spanish slate, which are China and the Brazilian state of Minas Gerais. Summarizing, we can say that the

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somewhat epoch-like crisis has found an effective antidote in the presence of several prestigious exclusivities, especially in the marble and in the production and distribution capacity of certain leading topics of niches as important the furnishings and kitchen worktops.

South Africa The conditions of substantial balance that characterize the stone industry for some time South Africa did not undergo appreciable changes during 2010, in spite of the recovery of raw export, but a large majority however, made up four fifths of the total, was accompanied by an increase of finished product of similar size. The volume of the extracted material is still far from that of the years of greatest development with respect to a continued policy of quality safeguarding in order to cope with local problems recurring in both the trade union and the transport sector. The structures of production and exports are still based on the contribution of the central role of granite, leaving an integrative role to marbles and some even greater potential for slate development. As for the limited domestic consumption, we must mention the return of unitary products not far from the peaks, in the order of six million equivalent square meters: this, with particular benefit for transforming domestic activities, especially


XXII World Marble and Stones Report 2011

as the import of finished, despite having recovered half a million square meters, has a complementary role. Main destination of South African granite is Italy: it is an aspect to be highlighted, because it is an unusual case now, where the prevalence of Chinese purchases of raw material is no more recorded. Shipments are also provided for Belgium and Poland, confirming the transforming importance of sawmills from the latter country, and expressed appreciation for the black granite from local customers as part of a special interest in materials or in bright dark pigmentation for monuments. The promotion is not entitled to local trade fairs, focusing primarily on the value of the material, the optimization of production and intervention strategies that the holders of the main resources reserve for significant sector events. Investment in technology in the face of persistent lack of vertical integration, are relatively limited, but showed a significant preference for Italian products: in 2010, compared to global supplies regarding the plant engineering sector for a value of more than ten million dollars, the contribution of the Italians, who have a relative majority of imports from South Africa, has reached one third of the total.

Taiwan The historic evolution of the Taiwanese

221

consumer who depends heavily on imported raw materials (the local quarrying has a merely complementary role though relying on some interesting exclusive stones), was always swinging, albeit in unit values which lie, together with those in Korea, the highest non-European. The 2010 is no exception, having recorded, like what happened on average throughout the Far East, a recovery rate of about one-fifth placed during the previous year. The raw material imports, while remaining significantly lower than in 1999, have posted a growth of 30 percent, which is predominantly depending on siliceous products and the transforming vocation of Taiwan, where there is the highest nonEuropean sawmill capacity per capita. The backgrounds have been more on China and India that have fed half of the local supplies of raw granite, without neglecting the other countries in the area, while purchases of typical European products have remained marginal. Unlike the case of raw limestone import, where some significant flows have come from Turkey, Italy and Spain. As for processed materials, giving rise to reach about 5.2 million equivalent square meters, more than nine tenths of the total were received from China, whose control over the Taiwanese market has become almost absolute, like what happens, in larger quantity, in South Korea and Japan. Moreover, the relations of trade integration with the “Mainland� have been shown


222

to be able to increase regardless of the political contrasts. The stone export has remained almost marginal and limited to artifacts, confirming that most of the local processing activities is destined to the domestic market and emphasizing the importance of Taiwan also referring to technologies, which accredited in 2010 exports for about $ 45 million. This does not mean that the Taiwanese market of machines and plants is not significant at the level of good quality import: that of Italian origin totaled 3.5 million dollars. Taiwan remains an excellent outsider in the Asian stone sector despite being conditioned in its development prospects, by the contiguity with the Chinese giant and also conditioned by India. However, Taiwan is demonstrating that it can retain an important role and be a good reference in unitary consumption and a promotion based on traditions and quality of high level.

Turkey The Turkish leadership is safe concerning its in proven reserves and exploitable areas, mainly with regard to marble and travertine in the first five districts (Balikesir, Denizli, Afyon, Tokat, Canakkale) amounting to about four billion cubic meters of gross, equal to 75 percent of the total. The consistency of these resources endorsed the leading role taken by Turkey and confirmed by the fact that today this

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country is the world’s third largest producer after China and India, with a global share of nine percent, and significantly more if it refers only to limestone. The extent of achieved development is due to volume and quality, but at the same time to the industrial strategies that have led to a substantial investment program, which helped domestic manufacturing technologies, and especially those of foreign origin, primarily Italian (with a turnover of “Made in Italy�, which in 2010 reached $ 30 million). Another essential reason for success is found in the turkish distribution policy and in particular export, equally divided, in terms of value, including raw and finished products, whose markets have confirmed the maximum outlet, respectively, China and the United States (despite persistent pockets in the great emporium U.S.), while respectable volumes and rising significantly, among others, destinations in Russia, Lebanon, Arab and Mediterranean Africa. In thiscontext, the assumption recently illustrated by the association class of the fund (Tummer), according to which Turkey is a candidate to be the new leader of the world within a decade, transcends the understandable but promotional value, although the Chinese leadership enjoys an advantage that for the moment seems unbridgeable. Furthermore, the preference for a quantitative policy of raw material, supported by the impetuous development


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of sales in China, the assumption in question gives an essentially conservative character. Contributions can arise from non-marginal expansion of trade fairs, especially those in Istanbul and Izmir in particular, that in the spring of 2011 was well attended by 1425 exhibitors from 42 countries, confirming the first triplet of the world. It should be added that the average age of Turkish companies is relatively low, so that the second source of academic data (in Turkey the ratio between the time and the scientific production is particularly tight), only one third of the same worked for more than ten years. This means that most investment has been made in recent times, with the depreciation is still under way, and understandably competitive levels of productivity.

USA The turnaround that followed the great crisis of 2009 was also felt in the United States, but the effects of the downturn are becoming quite evident. In particular, domestic consumption has been able to recover about five points, but remained far from the summit of 2007, when it was brought around 112 million equivalent square meters, well away from the current 75. The import of manufactured stone, which meets three-quarters of domestic demand,

223

still feels the uncertainties due to the stagnation of investment and to fears about the real possibility of programming a policy of widespread development. Not surprisingly, progress towards the 2009 is limited to approximately 150 thousand tons, corresponding to three million equivalent square meters: 3.8 percent of loans. It should be noted, however, a moderate increase in exports, which led the artifacts to a new historic record, with the decisive contribution of the neighboring countries, a sign that local production does not neglect the potential offered by foreign demand, the more appreciable since the stagnation of the local. The materials of others have indicated a different gradient recovery, much more vivid for those of Brazil, who returned at the top of the list of supplying countries, ahead of China and Italy: the latter has failed to benefit while the U.S. recovery contained, so as to have ascribed a new low. In the space of a decade, the Italian U.S. share of manufactured imports has fallen in value from 38 percent to 14, with a very pronounced downward trend, shared with Spain. Above-average progress were acquired from Brazil, India and Turkey. The prevailing feeling is that the country is going through a period of adjustment, where you can glimpse some initiative for the revival of domestic production based on exploitation of its technologies, as imports of machinery of the first processor


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has returned to 2002 levels with a further decline of 14 percent that has supplied half the value just five years ago. It makes sense that the United States, the first stone import market in value, pays constant attention and not leave anything undone, even on the promotional plan, to cultivate the best of its undoubted

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potentials, which are highlighted by the low unitary consumption level. Hence, the moderate success of events that maintain a high index of professional interest, starting with Coverings (the traditional site in Orlando this year) if only for the number and quality initiatives.


Documentazione statistica dei maggiori Paesi 1994-2010

Leading Countries statistical documents 1994-2010


(Fonte: Elaborazione propria)

Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import DisponibilitĂ grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Work load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import DisponibilitĂ finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

125

5

130

17

113

46

67

40

107

5

102

1.890

4

129

14

115

47

68

41

109

5

104

1.920

1995

125

1994

110. AUSTRALIA (000 tons)

2.220

119

3

122

39

83

58

141

18

159

9

150

1996

2.160

117

11

128

45

83

57

140

20

160

10

150

1997

2.180

118

23

141

53

88

62

150

13

163

13

150

1998

2.240

121

13

154

69

85

59

144

12

156

6

150

1999

2.480

134

7

141

49

92

64

156

56

212

12

200

2000

2.420

131

4

135

42

93

64

157

14

171

21

150

2001

3.030

164

4

168

60

108

76

184

15

199

24

175

2002

3.180

172

5

177

58

119

83

202

13

215

15

200

2003

4.230

229

3

232

105

127

89

516

26

242

17

225

2004

4.700

254

4

258

113

145

100

245

26

271

21

250

2005

5.270

285

5

290

141

149

103

252

32

284

34

250

2006

7.060

382

3

385

222

163

113

276

33

309

34

275

2008

6.010

325

3

328

166

162

112

274

34

308

8

300

2009

6.790

367

4

371

204

467

116

283

48

331

331

325

2010

(Source: own data processing)

5.84

316

6

322

154

168

116

284

27

311

11

300

2007

226 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


250

86

336

72

264

108

156

141

297

14

283

5.240

87

337

65

272

112

160

146

306

10

296

5.470

1995

250

1994

5.400

292

15

307

139

168

116

284

99

383

83

300

1996

5.740

310

22

332

172

160

110

270

121

391

41

350

1997

6.050

327

16

343

147

196

135

331

103

434

34

400

1998

6.120

331

22

353

163

190

131

321

109

430

30

400

1999

6.620

358

29

387

196

191

133

324

110

434

34

400

2000

7.190

389

13

408

216

192

134

326

112

438

38

400

2001

6.570

355

22

377

185

192

133

325

106

431

31

400

2002

8.510

460

28

488

238

250

173

423

174

597

97

500

2003

7.800

421

109

530

226

304

212

516

176

692

92

600

2004

8.670

469

56

525

261

264

183

447

128

575

75

500

2005

8.490

459

55

514

249

265

184

449

179

628

78

550

2006

8.560

461

50

511

258

253

175

428

268

696

96

600

2008

8.160

441

62

503

325

178

124

302

252

554

54

500

2009

7.920

428

39

467

288

179

125

304

185

489

39

450

2010

(Source: own data processing)

9.300

503

63

566

291

275

192

467

247

714

114

600

2007

(Fonte: Elaborazione propria)

Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import DisponibilitĂ grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Work load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import DisponibilitĂ finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

111. AUSTRIA (000 tons)

XXII World Marble and Stones Report 2011 227


(Fonte: Elaborazione propria)

Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import DisponibilitĂ grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Work load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import DisponibilitĂ finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

700

190

890

162

728

298

430

252

682

186

496

9.180

180

830

157

673

276

397

177

574

163

411

7.600

1995

650

1994

112. BELGIUM (000 tons)

9.430

510

190

700

269

431

300

731

134

865

165

700

1996

629

210

839

354

485

337

822

176

998

248

750

1998

596

329

925

376

549

381

930

159

1.089

289

800

1999

597

285

882

386

496

344

840

237

1.077

227

850

2000

567

345

942

414

528

367

895

240

1.135

235

900

2001

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522

269

791

311

480

334

814

131

945

245

700

1997

598

523

1.121

523

598

416

1.014

234

1.248

298

950

2003

632

616

1.248

587

661

460

1.121

200

1.321

321

1.000

2004

770

654

1.424

800

624

433

1.507

208

1.265

315

950

2005

999

542

1.541

913

628

436

1.064

288

1.352

502

850

2006

1.020

477

1.497

973

524

365

889

391

1.280

480

800

2007

920

410

1.330

926

404

280

684

417

1.101

251

850

2008

871

396

1.267

888

379

263

642

311

953

203

750

2009

1.090

414

1.504

1.016

488

338

826

176

1002

202

800

2010

(Source: own data processing)

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505

450

955

395

560

389

949

178

1.127

227

900

2002

228 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


1994

1995

1996

1997

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1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

(Source: own data processing)

(Fonte: Elaborazione propria)

Produzione di cava 1.980 1.950 1.900 2.000 1.950 2.100 2.250 2.500 2.750 3.200 4.000 4.500 5.500 5.750 6.400 6.000 6.750 Quarry production Import grezzo 2 2 8 6 6 3 4 3 2 6 7 9 11 14 21 16 3 Raw import DisponibilitĂ grezzo 1.982 1.952 1.908 2.006 1.956 2.103 2.254 2.503 2.752 3.206 4.007 4.509 5.511 5.764 6.421 6.016 6.753 Raw availability Export grezzo 584 620 637 778 759 833 807 886 1.022 828 838 1.057 1.259 1.182 913 792 1.187 Raw export Carico di lavoro 1.398 1.332 1.271 1.228 1.197 1.270 1.447 1.617 1.730 2.378 3.169 3.452 4.252 4.582 5.508 5.224 5.566 Work load Sfrido di lavoro 573 546 521 503 491 520 593 663 709 975 1.300 1.415 1.743 1.879 2.258 2.142 2.282 Processing waste Produzione manufatti 825 786 750 725 706 750 854 954 1.021 1.403 1.869 2.037 2.509 2.703 3.250 3.082 3.284 Finished production Import lavorati 7 9 34 55 63 51 47 48 38 33 35 42 49 77 70 51 68 Finished import DisponibilitĂ finiti 832 795 784 780 769 801 901 1.002 1.059 1.436 1.904 2.079 2.558 2.780 3.320 3.133 3.352 Finished availability Export lavorati 53 62 87 121 140 187 277 336 390 680 962 1.100 1.277 1.293 1.077 859 1.039 Finished export Consumo interno 779 733 697 659 629 614 624 666 669 756 942 979 1.281 1.410 2.243 2.274 2.313 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 14.410 13.560 12.900 12.190 11.640 11.360 11.540 12.320 12.380 13.980 17.430 18.120 23.700 26.090 41.500 42.070 42.800 Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

113. BRAZIL (000 tons)

XXII World Marble and Stones Report 2011 229


(Fonte: Elaborazione propria)

Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import DisponibilitĂ grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Work load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import DisponibilitĂ finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

250

61

311

65

246

101

145

44

189

56

133

2.460

66

316

98

218

89

129

74

203

32

171

3.160

1995

250

1994

114. CANADA (000 tons)

2.970

161

88

249

68

181

126

307

74

381

81

300

1996

2.510

136

115

251

85

166

115

281

196

477

77

400

1997

2.330

126

155

281

101

180

125

305

242

547

97

450

1998

2.240

121

178

299

81

218

152

370

229

599

99

500

1999

2.260

122

209

331

93

238

163

401

246

647

97

550

2000

1.950

104

256

360

52

308

214

522

254

776

126

650

2001

2.480

134

253

387

66

321

223

544

88

632

132

500

2002

3.050

165

226

391

79

312

216

528

162

690

140

550

2003

5.100

276

206

482

143

339

235

574

190

764

164

600

2004

6.680

361

201

562

171

391

272

663

189

852

252

600

2005

6.730

364

344

708

294

414

287

701

119

820

170

650

2006

595

160

755

443

312

218

530

69

599

99

500

2009

618

156

774

422

352

245

597

78

675

125

550

2010

9.510 11.000 11.430

514

192

710

371

339

235

574

60

634

134

500

2008

(Source: own data processing)

9.970

539

244

783

371

412

286

698

77

775

325

450

2007

230 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


1994

1995

1996

1997

1998

1999

2007

2008

2009

2010

98 7.342 3.378 3.964

6.575 3.137 3.438

69

55

62

111

102

74

104

5.737

6.104

6.136

6.189

6.287

7.261

6.954

8.842

9.624 11.601

9.292 10.495 11.011 11.286

14.533

11.828

26.361

52

(Source: own data processing)

63.600 73.340 82.160 106.130 113.520 116.310 128.650 163.580 178.050 214.620 268.860

4.441

4.844

9.285 11.841 12.325 13.548 16.246 19.337 20.635 22.887

69

26.309

161

9.216 11.772 12.270 13.486 16.135 19.235 20.561 22.783

9.371 11.215 13.370 14.290 15.832

7.244

8.527

782

6.414

8.181

1.038

8.133

18.283

6.405

1.046

7.143

5.040

1.635

5.896

4.458

1.345

4.492

44.592

888

4.142

10.872 12.284 15.621 19.953 20.797 22.857 27.350 32.605 34.851 38.615

856

3.341

668

1.314

2.477

447

958

2.098

45.260

2006

11.830 13.598 16.477 20.841 22.142 24.492 28.396 33.643 35.633 39.062

2005

12.260

2004

8.062

2003

1.580

2002

33.000

2001

10.250 11.500 14.000 17.500 18.000 20.000 22.500 26.500 27.500 31.000

2000

(Fonte: Elaborazione propria

Produzione di cava 6.500 7.250 7.500 7.750 8.150 9.000 Quarry production Import grezzo 40 118 147 363 476 958 Raw import DisponibilitĂ grezzo 6.540 7.368 7.647 8.113 8.626 9.958 Raw availability Export grezzo 938 737 914 1.055 744 855 Raw export Carico di lavoro 5.602 6.631 6.733 7.058 7.882 9.103 Work load Sfrido di lavoro 2.297 2.719 2.760 2.894 3.252 3.732 Processing waste Produzione manufatti 3.350 3.912 3.973 4.164 4.630 5.371 Finished production Import lavorati 78 164 307 524 432 244 Finished import DisponibilitĂ finiti 3.383 4.076 4.280 4.688 5.062 5.615 Finished availability Export lavorati 1.045 1.656 2.181 2.075 1.824 2.301 Finished export Consumo interno 2.238 2.420 2.099 2.613 3.238 3.314 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 43.250 44.770 38.840 48.300 59.900 61.310 Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

115. CHINA (000 tons)

XXII World Marble and Stones Report 2011 231


(Fonte: Elaborazione propria

Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import DisponibilitĂ grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Work load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import DisponibilitĂ finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

287

118

169

5

174

22

152

218

89

129

5

134

21

113

155

22

177

8

169

117

286

267

164

24

188

10

178

124

302

354

656

153

26

179

11

168

116

284

275

559

9

141

24

165

15

150

103

253

352

605

5

600

1999

167

26

193

18

175

123

298

314

612

12

600

2000

184

30

214

30

184

128

312

295

607

7

600

2001

23

173

22

151

104

255

303

558

8

550

2002

25

162

18

144

100

244

313

557

7

550

2003

2.530

265

285

553

6

550

1998

2.090 2.810 2.870 3.030 2.830 2.610 3.090 3.400 2.780

552

503

3

650

1997

137

2

3

550

1996

150

550

1995

500

1994

116. FINLAND (000 tons)

2.590

140

28

168

29

139

96

235

324

559

9

50

2004

2.830

153

43

196

38

158

110

268

342

610

10

600

2005

2.560

138

73

211

37

174

121

295

312

607

7

600

2006

208

34

242

67

175

120

295

207

502

2

500

2009

189

23

212

35

177

122

299

308

607

7

600

2010

3.580 3.850 3.500

194

10

204

51

153

106

259

301

560

10

550

2008

(Source: own data processing)

3.030

164

55

219

53

166

115

281

325

606

6

600

2007

232 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

(Source: own data processing)

(Fonte: Elaborazione propria)

Produzione di cava 1.050 1.100 1.150 1.200 1.250 1.200 1.200 1.250 1.200 1.250 1.300 1.250 1.150 1.200 1.150 1.100 1.150 Quarry production Import grezzo 369 276 252 283 305 323 405 404 230 261 234 217 225 332 363 319 317 Raw import DisponibilitĂ grezzo 1.419 1.376 1.402 1.483 1.555 1.523 1.605 1.654 1.430 1.511 1.534 1.467 1.375 1.532 1.513 1.419 1.467 Raw availability Export grezzo 78 80 97 141 94 95 103 104 76 76 133 123 110 108 97 103 93 Raw export Carico di lavoro 1.341 1.296 1.305 1.342 1.461 1.428 1.502 1.550 1.354 1.435 1.401 1.344 1.265 1.424 1.416 1.316 1.374 Work load Sfrido di lavoro 550 531 535 550 600 585 616 636 555 588 574 551 518 584 580 589 563 Processing waste Produzione manufatti 791 765 770 792 861 843 886 914 799 847 827 793 747 840 836 777 811 Finished production Import lavorati 413 468 407 512 429 621 677 645 521 665 699 876 1.115 999 923 776 939 Finished import DisponibilitĂ finiti 1.024 1.233 1.177 1.304 1.290 1.464 1.563 1.559 1.320 1.512 1.526 1.669 1.862 1.839 1.759 1.553 1.750 Finished availability Export lavorati 101 106 101 131 124 139 138 144 118 105 104 102 145 177 169 143 164 Finished export Consumo interno 1.103 1.127 1.076 1.173 1.166 1.325 1.425 1.415 1.202 1.407 1.422 1.567 1.717 1.662 1.580 1.410 1.586 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 20.400 20.850 19.910 21.700 24.570 24.510 26.360 26.180 22.240 26.030 26.310 28.990 31.760 30.750 29.230 26.080 29.340 Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

117. FRANCE (000 tons)

XXII World Marble and Stones Report 2011 233


1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

(Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)

Produzione di cava 650 700 650 700 750 750 750 700 650 700 750 850 700 750 750 600 650 Quarry production Import grezzo 514 452 445 451 534 486 411 566 408 433 433 219 321 422 330 242 246 Raw import DisponibilitĂ grezzo 1.164 1.152 1.095 1.151 1.284 1.236 1.161 1.266 1.058 1.133 1.183 1.269 1.021 1.172 1.080 842 896 Raw availability Export grezzo 207 240 149 137 136 204 196 194 227 227 300 415 376 477 482 452 463 Raw export Carico di lavoro 957 912 946 1.014 1.148 1.032 965 1.072 831 906 883 854 645 695 598 390 433 Work load Sfrido di lavoro 392 374 388 416 471 423 395 440 340 372 362 350 264 285 245 160 178 Processing waste Produzione manufatti 565 538 558 598 677 609 570 632 491 534 521 504 381 410 353 230 255 Finished production Import lavorati 1.350 1.774 1.730 1.688 1.866 1.901 1.822 1.850 1.463 2.045 1.478 1.576 2.086 2.174 1.768 1.725 1.516 Finished import DisponibilitĂ finiti 1.915 2.312 2.288 2.286 2.543 2.510 2.392 2.482 1.954 2.579 1.999 2.080 2.467 2.584 2.121 1.955 1.771 Finished availability Export lavorati 78 92 100 111 108 136 215 154 183 178 234 324 266 308 373 285 268 Finished export Consumo interno 1.837 2.220 2.188 2.175 2.435 2.374 2.177 2.328 1.771 2.401 1.765 1.756 2.201 2.276 1.748 1.670 1.503 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 33.980 41.070 40.480 40.240 45.050 43.920 40.270 43.060 32.760 44.420 32.650 32.490 40.720 42.100 32.340 30.900 27.810 Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

118. GERMANY (000 tons)

234 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


1994

1995

1996

1997

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2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

(Source: own data processing)

(Fonte: Elaborazione propria)

Produzione di cava 1.700 1.750 1.800 1.850 1.750 1.650 1.700 1.600 1.500 1.450 1.400 1.350 1.400 1.250 1.300 1.250 1.650 Quarry production Import grezzo 7 6 30 50 52 68 82 50 175 229 291 312 355 542 355 284 209 Raw import DisponibilitĂ grezzo 1.707 1.756 1.830 1.900 1.802 1.718 1.782 1.650 1.675 1.679 1.691 1.662 1.755 1.792 1.655 1.534 1.859 Raw availability Export grezzo 51 34 49 98 84 95 175 137 213 251 246 234 284 252 254 245 424 Raw export Carico di lavoro 1.656 1.722 1.781 1.802 1.718 1.623 1.607 1.513 1.462 1.428 1.445 1.428 1.471 1.540 1.401 1.289 1.435 Work load Sfrido di lavoro 679 706 730 739 704 665 659 620 600 585 592 585 603 631 574 528 588 Processing waste Produzione manufatti 977 1.016 1.051 1.063 1.014 958 948 893 862 843 853 843 868 909 827 761 847 Finished production Import lavorati 1 2 5 14 19 15 59 22 34 52 81 93 114 153 149 114 119 Finished import DisponibilitĂ finiti 978 1.018 1.056 1.077 1.033 973 1.007 915 896 895 934 936 982 1.062 976 875 966 Finished availability Export lavorati 145 155 185 207 183 156 156 140 127 119 131 115 120 113 122 131 324 Finished export Consumo interno 833 863 871 870 850 817 851 775 769 776 803 821 862 949 854 744 642 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 15.410 15.960 16.110 16.100 15.730 15.120 15.750 14.340 14.230 14.360 14.850 15.190 15.950 17.550 15.800 13.760 11.880 Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

119. GREECE (000 tons)

XXII World Marble and Stones Report 2011 235


1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

(Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)

Produzione di cava 3.000 3.250 3.500 4.000 4.250 4.600 5.200 6.000 6.500 8.500 9.500 10.000 11.500 13.000 13.500 13.200 13.250 Quarry production Import grezzo 11 19 32 42 23 20 18 35 55 60 55 70 141 172 202 286 374 Raw import Disponibilità grezzo 3.011 3.269 3.532 4.042 4.273 4.620 5.218 6.035 6.555 8.560 9.555 10.070 11.641 13.172 13.702 13.486 13.624 Raw availability Export grezzo 985 1.131 1.168 1.737 1.349 1.496 1.842 1.773 1.950 2.284 2.712 2.609 3.058 3.983 4.454 4.163 3.886 Raw export Carico di lavoro 2.026 2.138 2.364 2.305 2.924 3.124 3.376 4.262 4.605 6.276 6.843 7.461 8.583 9.189 9.248 9.323 9.738 Work load Sfrido di lavoro 831 877 970 945 1.200 1.280 1.384 1.748 1.888 2.574 2.805 3.059 3.519 3.767 3.790 3.822 3.993 Processing waste Produzione manufatti 1.195 1.261 1.394 1.360 1.724 1.844 1.992 2.514 2.717 3.702 4.038 4.402 5.064 5.422 5.458 5.501 5.745 Finished production Import lavorati – 1 – – 1 1 1 4 12 13 15 18 68 97 96 106 86 Finished import Disponibilità finiti 1.195 1.262 1.394 1.360 1.725 1.845 1.993 2.518 2.729 3.715 4.053 4.420 5.132 5.519 5.564 5.607 5.831 Finished availability Export lavorati 212 199 178 333 375 392 465 521 481 908 1.163 1.435 1.415 1.590 1.072 1.148 1.119 Finished export Consumo interno 983 1.063 1.216 1.027 1.350 1.453 1.528 1.997 2.248 2.807 2.890 2.985 3.717 3.832 4.492 4.459 4.712 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 18.190 19.670 22.490 19.000 24.970 26.880 28.270 36.940 41.590 51.930 53.460 55.220 68.760 70.900 83.100 82.500 87.170 Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

120. INDIA (000 tons)

236 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

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2006

2007

2008

2009

2010

(Source: own data processing)

(Fonte: Elaborazione propria)

Produzione di cava 7.650 8.000 8.250 8.500 8.350 8.250 8.500 8.400 8.000 7.850 7.650 7.500 7.650 7.750 7.900 7.500 7.800 Quarry production Import grezzo 1.624 1.959 1.830 2.026 2.009 2.011 2.198 2.157 1.976 2.020 2.295 2.017 2.268 2.216 1.851 1.186 1.310 Raw import DisponibilitĂ grezzo 9.274 9.959 10.080 10.526 10.359 10.261 10.698 10.557 9.976 9.870 9.945 9.517 9.918 9.966 9.751 8.686 9.110 Raw availability Export grezzo 659 766 804 800 852 809 900 940 861 863 706 991 1.074 1.168 1.177 1.237 1.496 Raw export Carico di lavoro 8.615 9.193 9.276 9.726 9.507 9.452 9.798 9.617 9.115 9.007 9.239 8.526 8.844 8.798 8.574 7.449 7.614 Work load Sfrido di lavoro 3.532 3.769 3.803 3.988 3.898 3.875 4.018 3.943 3.737 3.693 3.788 3.495 3.626 3.607 3.515 3.054 3.122 Processing waste Produzione manufatti 5.083 5.424 5.473 5.738 5.609 5.577 5.780 5.674 5.378 5.314 5.451 5.031 5.218 5.191 5.059 4.395 4.492 Finished production Import lavorati 59 85 116 118 123 185 161 167 194 251 386 466 470 439 456 408 388 Finished import DisponibilitĂ finiti 5.142 5.509 5.589 5.856 5.732 5.762 5.941 5.841 5.572 5.565 5.837 5.497 5.688 5.630 5.515 4.803 4.880 Finished availability Export lavorati 2.442 2.625 2.634 2.763 2.656 2.620 2.735 2.610 2.330 2.208 2.383 2.131 2.187 2.174 1.977 1.598 1.648 Finished export Consumo interno 2.700 2.884 2.955 3.093 3.076 3.142 3.206 3.231 3.242 3.357 3.454 3.366 3.501 3.456 3.538 3.205 3.232 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 49.950 53.350 54.670 57.220 56.910 58.130 59.310 59.780 59.980 62.100 63.900 62.270 64.760 63.940 65.450 59.300 59.800 Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

121. ITALY (000 tons)

XXII World Marble and Stones Report 2011 237


1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

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2003

2004

2005

2006

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2008

2009

2010

(Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)

Produzione di cava 500 550 500 450 400 400 350 300 250 200 250 300 300 250 200 300 250 Quarry production Import grezzo 1.171 875 707 576 455 391 300 262 163 103 95 78 62 61 43 40 25 Raw import Disponibilità grezzo 1.671 1.425 1.207 1.026 855 791 650 562 413 303 345 378 362 311 243 340 275 Raw availability Export grezzo 2 – 2 2 5 11 18 27 30 38 53 63 56 47 43 47 Raw export Carico di lavoro 1.671 1.423 1.207 1.024 853 786 639 544 386 273 307 325 299 255 196 297 228 Work load Sfrido di lavoro 685 583 495 420 350 323 262 223 158 112 126 133 122 105 80 122 93 Processing waste Produzione manufatti 986 840 712 604 503 463 377 321 228 161 181 192 173 150 116 175 135 Finished production Import lavorati 1.070 1.298 1.826 1.509 1.280 1.353 1.438 1.543 1.592 1.571 1.585 1.657 1.501 1.398 1.195 1.183 1.012 Finished import Disponibilità finiti 2.056 2.138 2.538 2.113 1.783 1.816 1.815 1.864 1.820 1.732 1.766 1.849 1.674 1.548 1.311 1.358 1.147 Finished availability Export lavorati 2 1 1 3 2 13 5 2 2 1 1 2 2 4 5 6 2 Finished export Consumo interno 2.054 2.137 2.537 2.110 1.781 1.803 1.810 1.862 1.818 1.731 1.765 1.847 1.672 1.544 1.306 1.352 1.149 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 38.000 39.530 46.930 39.040 32.950 33.360 33.480 34.450 33.630 32.020 32.650 34.170 30.930 28.560 24.160 25.010 21.250 Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

122. JAPAN (000 tons)

238 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


174

72

102

46

148

22

126

110

45

65

33

98

8

90

121

26

147

40

107

74

181

235

142

20

162

43

119

83

202

218

420

149

21

170

47

123

86

209

215

424

24

146

13

159

50

109

76

185

236

421

21

400

1999

150

27

177

61

116

80

196

270

466

16

450

2000

169

26

195

59

136

97

233

289

522

22

500

2001

193

26

219

74

145

100

245

326

571

21

550

2002

195

14

209

74

135

94

229

348

577

27

550

2003

208

13

221

86

135

93

228

399

627

27

600

2004

238

11

249

111

138

96

234

354

588

38

550

2005

228

31

259

124

135

93

228

299

527

27

500

2006

16

311

165

146

101

247

303

550

50

500

2008

13

247

127

120

83

203

337

540

40

500

2009

4.510

244

15

259

152

107

75

182

397

579

29

550

2010

(Source: own data processing)

191

64

255

79

176

121

297

315

612

12

600

2007

4.320

186

247

416

20

400

1998

1.670 2.330 2.240 2.630 2.760 2.740 2.780 3.120 3.570 3.610 3.850 4.400 4.220 3.530 5.450

360

357

16

400

1997

234

10

7

400

1996

295

350

1995

350

1994

(Fonte: Elaborazione propria)

Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import DisponibilitĂ grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Work load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import DisponibilitĂ finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

123. NORWAY (000 tons)

XXII World Marble and Stones Report 2011 239


(Fonte: Elaborazione propria)

Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import DisponibilitĂ grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Work load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import DisponibilitĂ finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

1.950

49

1.999

247

1.752

718

1.034

19

1.053

707

346

6.400

34

2.034

259

1.775

728

1.047

10

1.057

743

314

5.810

1995

2.000

1994

124. PORTUGAL (000 tons)

7.710

417

634

1.051

28

1.023

710

1.733

269

2.002

52

1.950

1996

9.970

539

613

1.152

30

1.122

780

1.902

301

2.203

53

2.150

1997

9.560

517

595

1.112

46

1.066

741

1.807

469

2.276

76

2.200

1998

8.670

469

842

1.311

46

1.265

878

2.143

291

2.434

84

2.350

1999

9.140

494

931

1.425

71

1.354

942

2.296

286

2.582

82

2.500

2000

631

604

1.235

72

1.163

808

1.971

450

2.421

121

2.300

2002

620

633

1.253

118

1.135

789

1.924

413

2.337

87

2.250

2003

626

688

1.314

77

1.237

858

2.095

459

2.554

104

2.450

2004

586

686

1.272

71

1.201

835

2.036

549

2.585

85

2.500

2005

673

752

1.425

104

1.321

918

2.239

583

2.822

72

2.750

2006

653

777

1.430

75

1.355

942

2.297

755

3.052

102

2.950

2007

629

719

1.348

58

1.290

895

2.185

547

2.732

82

2.650

2008

632

638

1.270

36

1234

857

2.091

451

2.542

92

2.450

2009

601

691

1.292

30

1.262

877

2.139

690

2.829

79

2.750

2010

(Source: own data processing)

9.380 11.670 11.470 11.580 10.840 12.450 12.080 11.640 11.690 11.120

507

823

1.338

71

1.267

879

2.146

386

2.532

132

2.400

2001

240 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


50

700

16

684

280

404

45

449

8

441

15

665

22

643

264

379

31

348

10

338

511

7

518

59

459

319

778

10

788

88

700

1996

464

3

467

62

405

280

685

8

693

43

650

1997

384

10

394

39

355

247

602

9

611

11

600

1998

340

9

349

35

314

218

532

14

546

46

500

1999

369

8

377

54

323

224

547

8

555

55

500

2000

400

3

403

89

314

319

533

9

542

42

500

2001

413

3

416

94

322

223

545

10

555

55

500

2002

436

3

439

121

318

221

539

13

552

52

500

2003

475

5

480

150

330

229

559

13

572

72

500

2004

407

21

428

59

369

257

626

8

634

34

600

2005

413

6

419

44

375

261

636

13

649

49

600

2006

396

4

400

73

327

226

553

13

566

16

550

2007

393

1

399

69

330

229

559

10

569

19

550

2008

701

16

717

375

342

238

580

9

589

89

500

2010

8.270 12.970

447

7

454

154

300

207

507

8

515

15

500

2009

(Source: own data processing)

6.250 8.160 9.450 8.580 7.100 6.290 6.830 7.400 7.640 8.070 8.790 7.530 7.640 7.330 7.360

650

1995

650

1994

(Fonte: Elaborazione propria)

Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import DisponibilitĂ grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Work load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import DisponibilitĂ finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

125. RUSSIA (000 tons)

XXII World Marble and Stones Report 2011 241


(Fonte: Elaborazione propria)

Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import Disponibilità grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Work load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import Disponibilità finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

850

2

852

678

174

71

103

5

108

30

78

1.450

2

652

518

134

54

80

2

82

20

62

1.150

1995

650

1994

126. SOUTH AFRICA (000 tons)

3.630

196

65

261

8

253

175

428

775

1.203

3

1.200

1996

3.640

197

55

252

10

242

168

410

845

1.255

5

1.250

1997

3.680

199

27

226

11

215

148

363

840

1.203

3

1.200

1998

4.010

217

26

243

19

224

155

379

921

1.300

1.300

1999

4.490

243

23

266

23

243

170

413

937

1.350

1.350

2000

5.440

294

18

312

7

305

212

517

885

1.402

2

1.400

2001

4.460

241

31

272

8

264

183

447

905

1.352

2

1.350

2002

5.160

279

25

304

34

270

187

457

717

1.174

24

1.150

2003

5.090

275

27

302

31

271

189

460

660

1.120

20

1.100

2004

5.020

271

23

294

34

260

179

439

637

1.076

16

1.050

2005

5.640

305

47

352

90

262

182

444

573

1.017

17

1.000

2006

5.610

303

48

351

88

263

183

446

465

911

11

900

2008

5.090

275

64

319

41

278

192

470

339

809

9

800

2009

5.950

322

40

362

69

293

203

496

363

859

9

850

2010

(Source: own data processing)

5.920

320

45

365

90

275

190

465

506

971

21

950

2007

242 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

(Source: own data processing)

(Fonte: Elaborazione propria)

Produzione di cava 1.450 1.400 1.400 1.350 1.250 1.500 1.400 1.250 1.000 750 700 650 500 400 350 300 350 Quarry production Import grezzo 164 204 213 197 113 144 82 46 94 66 57 90 79 71 46 125 90 Raw import DisponibilitĂ grezzo 1.614 1.604 1.613 1.547 1.363 1.644 1.482 1.296 1.094 816 757 740 579 471 396 425 440 Raw availability Export grezzo 179 122 76 72 57 62 25 63 9 5 7 12 5 5 6 12 10 Raw export Carico di lavoro 1.435 1.482 1.537 1.475 1.306 1.582 1.457 1.233 1.085 811 750 728 574 466 390 413 430 Work load Sfrido di lavoro 588 608 630 605 535 648 597 505 445 332 308 298 235 191 160 169 176 Processing waste Produzione manufatti 847 874 907 870 771 934 860 728 640 479 442 430 339 275 230 244 254 Finished production Import lavorati 41 73 165 233 76 132 362 659 1.447 1.791 1.767 1.743 2.031 2.455 2.482 2.345 2.428 Finished import DisponibilitĂ finiti 888 947 1.072 1.103 847 1.066 1.222 1.387 2.087 2.270 2.209 2.173 2.370 2.730 2.712 2.589 2.682 Finished availability Export lavorati 121 94 73 51 33 31 27 16 10 7 9 10 8 7 3 4 3 Finished export Consumo interno 767 853 999 1.052 814 1.035 1.195 1.371 2.077 2.263 2.200 2.163 2.362 2.723 2.709 2.585 2.679 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 14.190 15.780 14.480 19.460 15.060 19.150 22.100 25.360 38.420 41.860 40.700 40.020 43.690 50.380 50.120 47.820 49.620 Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

127. south korea (000 tons)

XXII World Marble and Stones Report 2011 243


1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

(Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)

Produzione di cava 4.050 4.200 4.250 4.350 4.600 5.000 5.850 5.500 5.350 5.750 6.250 6.300 6.000 6.000 5.800 5.200 5.750 Quarry production Import grezzo 321 368 435 473 565 614 680 828 822 1.277 1.038 1.096 944 1.062 853 518 539 Raw import DisponibilitĂ grezzo 4.371 4.568 4.685 4.823 5.165 5.614 6.530 6.328 6.172 7.027 7.288 7.396 6.944 7.062 6.653 5.718 6.289 Raw availability Export grezzo 616 668 635 757 693 712 829 780 896 1.080 1.353 1.296 1.137 1.305 1.289 952 1.414 Raw export Carico di lavoro 3.755 3.900 4.050 4.066 4.472 4.902 5.701 5.548 5.276 5.947 5.935 6.100 5.807 5.757 5.364 4.766 4.875 Work load Sfrido di lavoro 1.540 1.600 1.660 1.667 1.834 2.010 2.337 2.275 2.163 2.438 2.433 2.500 2.380 2.360 2.200 1.955 1.998 Processing waste Produzione manufatti 2.215 2.300 2.390 2.399 2.638 2.892 3.364 3.273 3.113 3.509 3.502 3.600 3.427 3.397 3.164 2.811 2.877 Finished production Import lavorati 57 114 106 90 148 181 163 245 151 276 306 334 629 591 420 340 290 Finished import DisponibilitĂ finiti 2.272 2.414 2.496 2.489 2.786 3.073 3.527 3.518 3.264 3.785 3.808 3.934 4.056 3.988 3.584 3.151 3.167 Finished availability Export lavorati 793 846 862 836 893 947 1.199 1.081 947 1.133 1.017 1.146 1.266 1.330 1.156 1.016 1.054 Finished export Consumo interno 1.479 1.568 1.634 1.653 1.893 2.126 2.328 2.437 2.317 2.652 2.791 2.788 2.790 2.658 2.428 2.135 2.113 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 27.360 29.000 30.230 30.580 35.020 39.330 43.070 45.080 42.870 49.060 51.630 51.580 51.620 49.180 44.920 39.500 39.100 Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

128. Spain (000 tons)

244 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

(Source: own data processing)

(Fonte: Elaborazione propria)

Produzione di cava 300 300 350 400 400 350 300 300 250 250 300 300 300 350 350 300 350 Quarry production Import grezzo 778 867 1.009 1.554 1.273 1.595 1.275 1.282 1.158 788 1.317 1.448 1.451 1.244 1.137 961 1.251 Raw import DisponibilitĂ grezzo 1.078 1.167 1.359 1.954 1.673 1.945 1.575 1.582 1.408 1.038 1.617 1.748 1.751 1.594 1.487 1.261 1.601 Raw availability Export grezzo 2 17 35 26 29 41 48 21 14 9 9 9 7 16 6 5 7 Raw export Carico di lavoro 1.076 1.150 1.324 1.928 1.644 1.904 1.527 1.561 1.394 1.029 1.608 1.739 1.742 1.578 1.481 1.256 1.608 Work load Sfrido di lavoro 441 470 543 790 674 781 626 640 572 422 660 713 715 647 607 515 660 Processing waste Produzione manufatti 635 680 781 1.138 970 1.123 901 921 822 607 948 1.026 1.027 931 874 741 948 Finished production Import lavorati 59 88 110 160 156 201 196 177 300 260 451 458 487 364 347 351 346 Finished import DisponibilitĂ finiti 694 768 891 1.298 1.126 1.324 1.097 1.098 1.122 867 1.399 1.484 1.514 1.295 1.221 1.092 1.294 Finished availability Export lavorati 38 42 99 192 147 139 79 57 55 77 71 75 76 63 49 57 52 Finished export Consumo interno 656 726 792 1.106 979 1.185 1.018 1.041 1.067 790 1.328 1.409 1.438 1.232 1.172 1.035 1.242 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 12.140 13.430 14.650 20.460 18.110 21.920 18.840 19.250 19.740 14.620 24.570 26.070 26.600 22.800 21.680 19.150 22.980 Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

129. TAIWAN (000 tons)

XXII World Marble and Stones Report 2011 245


(Fonte: Elaborazione propria)

Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import DisponibilitĂ grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Work load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import DisponibilitĂ finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

130. TURKEY (000 tons)

641

262

379

7

386

125

261

553

227

326

5

331

110

221

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

32

49

52

58

49

59

68

112

170

220

275

217

492

18

474

330

804

141

225

204

276

410

789 1.266 1.538

315

286

601

20

581

403

401

244

645

41

604

420

501

242

743

36

707

491

775

725

841 1.137

39

42

61

87

401

244

575

680

629

170

712

874

1287 1.706

1999 2.580

133

1866 2.410

1296 1.675

3162 4.085

1758 2.335

1035

1725

2764

241

2523

1754

4277

2906

7183

183

7000

2007

1324

1639

2963

240

2723

1893

4616

3312

7928

128

7800

2008

2010

71

1.821

1.495

3.316

253

3.063

2.129

5.192

3.373

1.611

1.731

3.342

275

3.067

2.132

5.199

4.872

8.565 10.071

65

8.500 10.000

2009

(Source: own data processing)

3.750 11.640 13.170 16.160 19220 24500 33.690 29.800

473

799 1.095

645 1.153 1.087 1.272 1.724

41

904 1.114 1.045 1.211 1.637

628

984 1.024 1.198 1.532 1.889 1.770 2.052 2.774

148

945 1.132 1.249 1.402 1.808 2.299 2.559 3.318 4.312 4.920 6.420

45

7.530

132

104

1999

4.090 4.830 5.090 5.830 3.420 3.420 3.420 10.700

773

657

1998

407

23

7

1997

900 1.100 1.200 1.350 1.750 2.250 2.500 3.250 4.200 4.750 6.200

1996

578

750

1995

650

1994

246 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


50

59

109

4

105

43

62

131

193

17

176

3.260

45

95

3

92

38

54

87

141

20

121

9.240

1995

50

1994

3.680

199

17

216

122

94

66

160

2

162

62

100

1996

5.010

271

22

293

177

116

80

196

6

202

102

100

1997

5.120

277

19

296

206

90

62

152

9

161

61

100

1998

5.550

300

25

325

191

134

93

227

10

237

87

150

1999

6.850

370

24

394

231

163

113

276

34

310

110

200

2000

8.450

457

22

479

340

139

96

235

9

246

96

150

2001

629

28

657

469

188

131

319

13

332

182

150

2003

885

32

917

693

224

156

380

8

388

238

150

2004

934

45

979

679

300

206

506

9

515

315

200

2005

1.230

29

1.259

876

383

266

649

11

660

460

200

2006

1.257

33

1.290

826

464

323

787

24

811

561

250

2007

1.097

31

1.128

703

425

295

720

12

732

482

250

2008

921

34

955

558

397

276

673

10

683

433

250

2009

1.127

31

1.158

657

501

349

850

31

881

581

300

2010

(Source: own data processing)

8.750 11.640 16.370 17.280 22.750 23.250 20.300 17.040 20.850

473

21

494

341

153

105

258

10

268

118

150

2002

(Fonte: Elaborazione propria)

Produzione di cava Quarry production Import grezzo Raw import DisponibilitĂ grezzo Raw availability Export grezzo Raw export Carico di lavoro Work load Sfrido di lavoro Processing waste Produzione manufatti Finished production Import lavorati Finished import DisponibilitĂ finiti Finished availability Export lavorati Finished export Consumo interno Internal uses Ragguaglio a 000 mq. Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

131. UNITED KINGDOM (000 tons)

XXII World Marble and Stones Report 2011 247


1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

(Fonte: Elaborazione propria)

(Source: own data processing)

Produzione di cava 1.200 1.300 1.350 1.500 1.650 1.700 1.750 1.850 2.000 2.250 2.300 2.400 2.250 2.000 1.950 1.800 1.850 Quarry production Import grezzo 94 64 179 231 214 326 383 435 453 441 392 341 446 259 317 146 233 Raw import DisponibilitĂ grezzo 1.294 1.364 1.529 1.731 1.864 2.026 2.133 2.285 2.453 2.691 2.692 2.741 2.696 2.259 2.267 1.946 2.083 Raw availability Export grezzo 208 87 170 207 249 226 179 191 188 192 204 282 210 202 166 133 177 Raw export Carico di lavoro 1.086 1.277 1.359 1.525 1.565 1.800 1.954 2.094 2.265 2.499 2.488 2.459 2.486 2.057 2.101 1.813 1.906 Work load Sfrido di lavoro 445 524 557 624 642 738 801 859 929 1.024 1.020 1.008 1.019 843 861 743 781 Processing waste Produzione manufatti 641 753 802 900 923 1.062 1.153 1.235 1.336 1.475 1.468 1.451 1.467 1.214 1.240 1.070 1.125 Finished production Import lavorati 637 856 678 933 1.106 1.314 1.432 1.716 1.903 2.430 2.881 3.386 4.497 5.018 3.639 3.001 3.156 Finished import DisponibilitĂ finiti 1.278 1.609 1.480 1.833 2.029 2.376 2.585 2.951 3.239 3.905 4.349 4.837 5.964 6.232 4.879 4.071 4.281 Finished availability Export lavorati 58 50 113 98 115 110 64 62 79 73 72 82 161 185 121 236 572 Finished export Consumo interno 1.220 1.559 1.367 1.735 1.914 2.266 2.521 2.889 3.160 3.832 4.277 4.755 5.803 6.047 4.758 3.835 4.009 Internal uses Ragguaglio a 000 mq. 22.570 28.840 25.290 32.100 35.410 41.920 46.630 53.450 58.460 70.890 79.120 87.970 107.350 111.870 88.020 70.950 74.170 Equiv. in 000 sq.mt.

PARAMETERS

132. UNITED STATES (000 tons)

248 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


Appendice critica

La raccolta e l’elaborazione dei dati contenuti nel Rapporto hanno richiesto particolari attenzioni, stanti il carattere talvolta disomogeneo delle fonti e le discrasie rilevate anche nei volumi dell’interscambio, nonostante l’ufficialità delle fonti. Pertanto, è funzionale fornire le informazioni essenziali circa la metodologia assunta, in modo da consentire l’analisi ottimale delle serie storiche e da promuovere giudizi attendibili sull’andamento della congiuntura di settore. Le notizie più elastiche sono quelle riferite alla produzione: in questo caso le fonti locali debbono essere oggetto di costanti verifiche perché talune stime sono estese ai materiali poveri, come accade per la Cina, dove le tonnellate estratte evidenziano escursioni che si collocano, secondo i casi, nell’ordine delle decine di milioni. In misura minore, ciò vale anche per alcuni Paesi europei di notevole rilievo, quali Croazia e Norvegia, il cui dato produttivo

è stato opportunamente corretto. Si è reso necessario procedere alle modifiche espungendo i predetti materiali, facendo riferimento ai volumi dell’interscambio ed a quello del consumo interno riveniente dai consuntivi dell’attività costruttiva, e laddove possibile, richiamandosi alle variazioni della consistenza impiantistica fornite dagli approvvigionamenti di tecnologie. Per altri Paesi di cospicua rilevanza settoriale esistono dati ufficiali, sia pure non aggiornati al 2010: in questi casi, tra cui si possono citare quelli di Brasile e Portogallo, è agevole predisporre stime produttive più attendibili, avuto riguardo agli aggiustamenti marginali introdotti a fronte dell’interscambio rilevato per l’ultimo esercizio. Nelle tavole illustrative dei parametri di base nei Paesi leader, fino al consumo domestico, il dato dello scarto di lavorazione, stante l’impossibilità di valutazioni analitiche, è stato oggetto di una quota


250

attribuita con criteri di omogeneità. Ne deriva una sovrastima potenziale del volume di manufatti prodotti, a vantaggio dei Paesi meno sviluppati, dove le perdite di segheria e di lavorazione sono generalmente più alte. L’escursione non è comunque decisiva, riguardando pochi punti percentuali, ed è parzialmente corretta dall’incidenza dei lavorati semplici, in cui lo scarto di trasformazione risulta più contenuto. La struttura informativa assunta a base del Rapporto resta quella dell’export e dell’import, arricchita dalla disponibilità dei dati sia in volumi che in valori e dal carattere generalmente tempestivo dei flussi essenziali d’informazione. Tuttavia, non mancano problemi ricorrenti di interpretazione e perequazione dei dati, in specie nell’applicazione del modello input-output relativa ai Paesi settorialmente determinanti, per i cinque codici doganali di base a quattro cifre (calcarei grezzi, silicei grezzi, lavorati semplici, lavorati con alto valore aggiunto, lavorati di ardesia). L’import lapideo statunitense del prodotto finito, data la sua rilevanza strategica, è stato illustrato, limitatamente al 2010, anche nei disaggregati ad otto cifre. Nella classificazione del lavorato (e talvolta anche nella qualificazione merceologica del grezzo) può accadere che sussistano attribuzioni a carattere disomogeneo, cui è possibile apportare i correttivi del caso attraverso l’analisi dei va-

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

lori medi per unità di prodotto, come nel caso dell’India, dove esiste un ulteriore problema perequativo per la diversità del calendario rispetto a quello occidentale (cosa che si verifica anche in Iran ed in altri Paesi dell’area islamica). Quando il controllo incrociato ha posto in luce divergenze di qualche rilievo si è conservata, anche in chiave di omogeneità, la scelta di considerare prevalente il dato di maggiore affidabilità statistica. Il modello input-output, che non è stato possibile utilizzare per le tecnologie ed i beni strumentali anche alla stregua delle diverse unità di misura (riferite spesso al numero di pezzi anziché al peso), ha trovato integrazione, sempre con criteri di uniformità rispetto a quelli utilizzati nei precedenti Rapporti, con la stima delle movimentazioni tra i cosiddetti “altri” intendendo per tali i Paesi minori che non sono oggetto di rilevazioni specifiche ma il cui numero si è ridotto: infatti, quelli monitorati sono saliti a 90, in guisa da incrementare ulteriormente l’attendibilità del Rapporto. Per il gruppo degli “altri” è stato riveduto l’apporto convenzionale di un volume pari al tre per cento del totale riveniente dall’input-output degli aggregati di base, portandolo a cinque punti, con l’eccezione dell’ardesia che è rimasta invariata perché più circoscritta in cifra assoluta globale: l’assunto trova giustificazione metodologicamente accettabile nel progressivo incremento degli scambi speci-


XXII World Marble and Stones Report 2011

fici tra gli “altri”. Si deve aggiungere che talune rilevazioni statistiche di base relative all’impiantistica (cod. 84.64), diversamente da quelle riguardanti i materiali, sono state ridotte dalle otto cifre del massimo disaggregato a sei, con ovvie conseguenze sull’analisi in termini omogenei. In conseguenza, si è provveduto, con particolare riguardo all’Italia, a presentare un quadro esaustivo dell’aggregato, anche in riferimento alla sua posizione di Paese leader, in ciascun mercato di sbocco. Va precisato, sempre a proposito dell’Italia, che la scomposizione dell’interscambio nei due grandi gruppi delle macchine e dei beni strumentali non rende immediatamente comparabili le cifre di consuntivo con quelle ufficiali di fonte associativa. Resta da dire che i valori medi per unità di prodotto, evidenziati con particolare riguardo al prodotto finito, integrano l’informazione quantitativa e presentano, come d’uso, un quadro congiunturale più esauriente, in grado di evidenziare, alla luce di taluni regressi significativi, la permanenza di un “trend” mediamente favorevole ai materiali correnti.

Fonti statistiche La raccolta selettiva dei dati di base e la ricerca delle fonti sono state condotte con riferimento ai maggiori Soggetti preposti alla fornitura di informazioni statistiche

251

nell’ambito di rispettiva competenza, in modo da garantirne il carattere ufficiale e la conseguente attendibilità. In primo luogo si è fatto riferimento ad Eurostat per tutte le cifre dell’interscambio riguardante l’Unione Europea, ed a Comtrade, banca dati dell’ONU, per quanto attiene ai Paesi extra-europei. Altre fonti di comprovata attendibilità, citate in calce alle tavole, sono state utilizzate per il reperimento delle statistiche macroeconomiche. Per alcuni monitoraggi è stata di utile supporto la fruizione di informazioni dell’ICE o delle Camere di Commercio, mentre i dati produttivi, salvo eccezioni, sono stati oggetto di stime in base ai criteri indicati nella precedente nota metodologica. In proposito, un supporto significativo è stato fornito, per taluni Paesi, dalle rispettive Organizzazioni e dal confronto con altre fonti, tra cui quella dell’Osservatorio di IMM Carrara: talvolta, con gli adeguamenti consigliati dai volumi dell’interscambio. Giova ribadire che, in chiave di omogeneità coi precedenti Rapporti, sono state escluse dalle cifre di movimentazione internazionale quelle relative allo scambio di materiali correnti per uso strutturale, sebbene rilevato tra le voci doganali del manufatto lapideo. È il caso, ad esempio, di taluni flussi tra Paesi scandinavi e Olanda per l’apprestamento di opere marittime, e dell’export di lavorati semplici da Indonesia o Malaysia con destinazioni


252

a Singapore od in misura minore per altri mercati dell’area. Per quanto riguarda i maggiori Paesi di cui alle schede riassuntive inserite a conclusione del Rapporto, è da aggiungere che le verifiche di compatibilità dei dati,

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

in aggiunta a quella del modello inputoutput, sono state messe a punto anche sulla scorta dei valori unitari dell’interscambio, con esclusione di taluni movimenti effettuati a prezzi minimi.


Critical Appendix

A study based essentially on acquisition, elaboration and interpretation of data, partly inductive and non homogeneous, as those concerning the extraction process, cannot leave apart from the information on the adopted criterions that on the other hand are generally homogeneous to those of the previous Reports, thus to make the historical series comparable and the evaluations concerning the evolution of the conjuncture reliable. In the production, important divergences had been recorded (even on a local level) mainly for China, because with regard to extraction volumes some sources publish definitely abnormal quantities of current materials assigned to structural purposes. From this point of view it has been necessary to proceed afterwards to a reconstruction of the production data, moving from the volumes of the interchange and as far as possible from the variations of the process plant engineering structure

supported by the import of machines, with particular respect to those of sawmill and of primary cut. Regarding the interchange, the official nature of the available sources doesn’t exclude the existence of interpretative and equalized problems, especially in the application of the input-output model. This happens, on one hand, when the custom codes are originally recorded in an approximate way, especially in the classification of the manufactured products or the end products with a high added value; on the other hand, for the different articulation of observations of a calendar that doesn’t coincide with the western one, as it happens in India and in Iran. When the cross check has put in evidence further differences, the routine is maintained to give the preference to the data of greater reliability and particularly to the European ones. In the application of the input-output


254

system, the rating criterion of the movements has been likewise confirmed among the so-called “others�, meaning the smaller Countries that have not been matter of analytical surveys. For this purpose, a three percent increase has been inserted for the five base aggregates (raw calcareous, raw siliceous, simple manufactured, special manufactured, slate), additionally to the hash total of import and export, that also guarantees the continuity of a homogeneous assessment. The quotations of the materials especially if manufactured, that have been extended to a larger group of Countries, which are more important for the productive and transformation activities, shun the surveys of the market range, but the impression borrowed by the reflexive tendency of the middle prices supposes that the current

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

products have acquired new market segments in line with the course of the economic situation. The input-output model wouldn’t be applicable with respect to interchange of machines, because available data are mainly referring to the value and as to the turnover, data are only referred to the number of pieces, thus foreclosing an exhaustive processing also in front of a high variability due to the blend of commercialized items. With regard to technologies, an enhancement concerning information about capital goods has been suggested, particularly considering abrasive means, grinding materials and diamond tools, focusing on quantity, currency flow as well as mean values of the European trade interchange.


Indice dei nomi geografici Geographical Names Index

Africa 12, 26, 27, 43, 44, 56, 60, 65, 200, 222 Afyon 200, 222 Albania 31, 62, 191, 214 Alentejo 193, 216 Alicante 10, 42 America 9, 12, 35, 41, 43, 44, 51, 65, 213 Angola 193, 216 Anversa / Antwerpen 181, 205 Arabia Saudita / Saudi Arabia 19, 26, 50, 56, 190, 193, 214, 216 Armenia 31, 62 Asia 9, 12, 35, 40, 41, 43, 46, 52, 65.195, 210, 218, 222 Australia 8, 9, 40, 41, 179, 203, 204 Austria 30, 33, 60, 63, 180, 204 Balikesir 200, 222 Bangalore 194, 217 Belgio / Belgium 30, 34, 60, 64, 181, 182, 187, 190, 198, 205, 210, 218, 222 Brasile / Brazil 9, 11, 15, 16, 20, 22, 23, 24, 28, 31, 41, 43, 46, 47, 48, 51, 52, 53, 54, 58, 61, 62, 182, 201, 206, 223, 249 Bulgaria 10, 42 Cachoeiro 183, 206 Canada 9, 23, 24, 31, 41, 53, 55, 61, 182, 183, 206 Canakkale 200, 222 Carrara 18, 27, 49, 58, 185, 208, 251

Cina / China 7, 8, 9, 11, 15, 16, 19, 20, 22, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 31, 32, 33, 35, 39, 40, 41, 43, 46, 47, 48, 50, 51, 52, 53, 54, 55, 56, 57, 58, 59, 60, 61, 62, 63, 65, 179, 180, 181, 183, 184, 185, 187, 189, 190, 191, 192, 193, 194, 196, 197, 199, 200, 201, 203, 204, 205, 207, 208, 209, 210, 211, 212, 214, 215, 216, 217, 219, 220, 221, 222, 223, 249, 253 Corea / Korea 9, 15, 16, 22, 25, 30, 40, 46, 47, 48, 52, 55, 60, 185, 186, 199, 208, 209, 221 Croazia / Croatia 31, 62, 249 Danimarca / Denmark 30, 33, 60, 63 Denizli 200, 222 Egitto / Egypt 11, 12, 15, 20, 21, 25, 27, 31, 43, 44, 51, 52, 55, 57, 62, 184, 191, 208, 214 Emirati / Emirates 19, 26, 50, 56, 194, 217 Europa / Europe 7, 8, 9, 10, 12, 15, 16, 18, 26, 27, 28, 29, 30, 32, 33, 34, 35, 39, 40, 41, 42, 43, 46, 47, 48, 49, 50, 51, 56, 58, 59, 60, 61, 62, 63, 65, 180, 181, 186, 188, 190, 192, 193, 194, 195, 196, 197, 204, 205, 209, 210, 211, 214, 215, 216, 217, 218, 219, 220, 221, 251, 253, 254 Far East 55, 199, 203, 207 Finlandia / Finland 25, 30, 56, 60, 184, 186, 208, 209, 210 Firenze / Florence 5, 37


256

Francia / France 7, 8, 12, 19, 20, 22, 33, 39, 40, 44, 50, 53, 63, 182, 187, 194, 196, 197, 205, 210, 211, 217, 219, 220 Germania / Germany 7, 8, 16, 19, 20, 24, 29, 31, 32, 39, 40, 48, 50, 51, 54, 60, 61, 62, 180, 181, 182, 188, 189, 194, 196, 204, 205, 210, 211, 212, 213, 216, 217, 219 Giappone / Japan 7, 8, 15, 16, 22, 24, 29, 32, 40, 46, 48, 52, 55, 60, 62, 184, 189, 199, 208, 212, 213, 221 Giordania / Jordan 12, 26, 43, 56 Grecia / Greece 7, 10, 12, 16, 19, 22, 29, 30.33, 34, 39, 42, 44, 47, 50, 53, 60, 63, 64, 181, 189, 190, 191, 205, 213, 214 Harvard 22, 52 Hong-Kong 24, 54, 194, 216 India 9, 11, 15, 16, 17, 20, 23, 24, 28, 29, 31, 34, 35, 43, 46, 47, 48, 51, 53, 54, 55, 58, 60, 61, 64, 179, 180, 192, 193, 196, 199, 201, 203, 204, 211, 215, 216, 219, 222, 223, 250 Indonesia 12, 43, 179, 203, 251 Iran 12, 21, 31, 52, 61, 179, 250 Irlanda / Ireland 18, 30, 33, 49, 60, 63, 195, 218 Istanbul 27, 200, 223 Italia / Italy 7, 9, 12, 17, 18, 20, 22, 23, 24, 25, 27, 28, 29, 30.31, 32, 33, 41, 43, 44, 47, 48, 49, 51, 53, 54, 55, 56, 58, 59, 60, 61, 62, 179, 180, 185, 186, 187, 191, 194, 196, 197, 198, 199, 200, 201, 203, 204 Izmir 27, 200, 223

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

Libano/Lebanon 25, 56, 190, 200, 214, 222 Libia / Libya 25, 56, 191, 214 Liegi / Liege 182, 205 Lombardia / Lombardy 18, 49 Londra / London 195, 218 Los Angeles 22, 53 Lucca 18, 49 Lussemburgo / Luxembourg 18, 30, 49, 60, 182, 205 Macao / Macau 193, 216 Macedonia 31, 62 Malaysia 251 Malta 31, 62 Marocco / Morocco 19, 51 Massa 18, 49 Messico / Mexico 24, 55, 182, 206 Middle East 26, 57, 213, 214 Minas Gerais 197, 220 Mosca / Moscow 196, 218 Mozambico / Mozambique 193, 216 New York 22, 53 Nigeria 26, 30, 56, 60 Norimberga / Nuernberg 189, 212 Norvegia / Norway 25, 56, 184, 192, 208, 215, 249 Oceania 179, 203 Olanda / Holland 9, 10, 29, 42, 60, 182, 251 Oman 12, 26, 43, 56 Orlando 201, 224

Jaipur 194, 217 Larvik 192, 215 Lazio 18, 49 Lettonia / Latvia 31, 62

Paesi Bassi/Netherlands 24, 41, 54, 55, 205 Pakistan 30, 60 Palestina 26, 56 Polonia / Poland 9, 25, 40, 56, 186, 188, 198,


XXII World Marble and Stones Report 2011

209, 212, 221 Portogallo / Portugal 7, 12, 16, 19, 20, 22, 30, 33, 34, 39, 44, 47, 50, 51, 53, 60, 63, 64, 187, 192, 193, 210, 215, 216, 249 Qatar 19, 26, 51, 56 Queensland 179, 203 Regno Unito / UK 7, 19, 24, 39, 50, 54, 55, 183, 194, 195, 197, 206, 217, 218, 220 Repubblica Ceca / Czech Rep. 188, 212 Romania 10, 31, 42, 62 Russia 8, 9, 15, 19, 26, 30, 31, 40, 41, 46, 50, 57, 60, 61, 195, 196, 200, 218, 219, 220, 222 Salisburgo / Salzburg 180, 204 Scandinavia 195, 218 Serbia 31, 62 Seul 28, 59 Shandong 184, 207 Siberia 186, 209 Singapore 28, 59, 190, 214, 252 Slovacchia / Slovakia 180, 204 Slovenia 31, 62, 181, 204 Spagna / Spain 9, 10, 12, 16, 19, 20, 22, 24, 25, 29, 32, 33, 41, 42, 44, 47, 48, 50, 51, 53, 55, 56, 60, 62, 63, 185, 186, 187, 193, 195, 196, 199, 201, 209, 210, 216, 218, 219, 221, 223 Stati Uniti / USA 7, 8, 9, 15, 16, 19, 23, 27, 28, 29, 31, 32, 39, 40, 41, 46, 47, 48, 50, 52, 53, 54, 56, 57, 58, 59, 60, 61, 62, 182, 183, 193, 194, 200, 201, 206, 207, 216, 217, 222, 223, 224 Sudafrica / South Africa 12, 20, 44, 51, 198, 220, 221 Svezia / Sweden 33, 63 Svizzera / Switzerland 15, 19, 30, 31, 32, 46,

257

50, 60, 61, 62, 180, 181, 184, 204, 205, 208

Tagikistan 196, 219 Thailandia / Thailand 12, 43 Tasmania 179, 203 Tokat 200, 222 Tokyo 28, 59, 190, 213 Toscana / Tuscany 18, 49, 191, 215 Tromso 192, 215 Turchia / Turkey 9, 11, 15, 16, 17, 20, 21, 23, 26, 27, 31, 34, 40, 43, 46, 47, 48, 51, 52, 53, 54, 56, 57, 58, 61, 64, 179, 184, 185, 187, 191, 194, 196, 199, 201, 203, 208, 209, 210, 214, 217, 219, 221, 222, 223 Turkmenistan 196, 219 Ucraina / Ukraine 196, 219 Vallonia / Wallonie 182, 205 Veneto 18, 49, 191, 215 Venezuela 24, 55, 182, 206 Vermont 23, 53 Verona 11, 28, 59 Vietnam 12, 20, 43, 51, 179, 203 Vitoria 183, 206 Xiamen 28, 59, 184, 207

N.B. - Non sono elencati i nomi geografici delle tavole fuori testo e quelli riportati nel saggio sul comprensorio lapideo di Carrara, Massa e Lucca. R. - The geographical names reported in the statistical tables and in the final check concerning the stone district of Carrara, Massa and Lucca are not listed.


Sommario XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011 Presentazione

5

1.

Congiuntura mondiale

7

2.

Attività edilizia

8

3.

Costo della manodopera e questioni del lavoro

10

4.

Produzione lapidea globale

11

5.

Stato dell’arte

12

6.

Evoluzione dell’interscambio

14

7.

Dinamica di mercato e tipologie di materiali

15

8.

Italia: un ristagno strutturale

17

9.

Unione Europea

18

10. Cina superstar

20

11. Contrasti nella ripresa statunitense

22

12. Gli altri leader extra-europei

23

13. Forze complementari

25

14. Il caso della Turchia

26

15. Attese di investimenti

27

16. Trend dei consumi

29

17. Macchine e impianti

30

18. Beni strumentali e utensili diamantati

32

19. Potenzialità di sviluppo

33

Conclusione

69

Documentazione statistica

67

Schede dei maggiori Paesi 1994-2010

179

Appendice critica - Fonti statistiche

249

Indice dei nomi geografici

255

Inserto: Considerazioni sul distretto lapideo apuano di Massimo Marcesini

261


Summary XXII World Marble and Stones Report 2011 Preface

37

1.

Global economy

39

2.

Building activity

40

3.

Labor costs and labor issues

42

4.

Global stone production

43

5.

State of the art

44

6.

Evolution of the interchange

45

7.

Market dynamics and types of materials

47

8.

Italy: a structural stagnation

48

9.

European Union

50

10. China superstar

51

11. Clashes resumed in U.S. recovery

52

12. The other non-European leaders

54

13. Complementary strengths

55

14. The case of Turkey

56

15. Expectations of investment

58

16. Consumption trend

59

17. Machinery and equipment

61

18. Capital equipment and diamond tools

62

19. Development potential

63

Conclusion

65

Statistical documents

67

Leading Countries files 1994-2010

203

Critical Appendix

253

Geographical Names Index

255

Insert: Evaluations around Carrara’s marble district by Massimo Marcesini

261



Considerazioni sul distretto lapideo apuano a cura di

Massimo Marcesini Ricercatore Istituto Studi e Ricerche (I.S.R.) Carrara

SOMMARIO Prefazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 262 L’identità persiste. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 262 Congiuntura locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 263 Imprese e occupazione lapidea. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 265 Attività edile. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 266 Mercato del lavoro. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 267 Produzione di cava . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 269 Quantità esportate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 270 Le vendite lapidee. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 273 Distretti a confronto. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 276 Evoluzione dei mercati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 279 L’area del Mediterraneo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 286 Porto: meno lapidei movimentati. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 287 I granulati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 290 I primi mesi del 2011 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 290


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Prefazione Il segnale che i più attendevano nel corso del 2010, dopo la profonda crisi internazionale del biennio precedente, era rappresentato dall’individuazione, attenta e spesso ricercata, di tendenze produttive in ripresa che potessero mostrare un nuovo start-up economico generale, in maniera che l’auspicio di una rinnovata crescita accompagnasse l’uscita da uno dei periodi più difficili dagli anni ‘50 ad oggi. Se alcuni dei Paesi delle cosiddette economie in ascesa, primi fra tutti Cina, India e Brasile, hanno evidenziato una maggiore forza di reazione, per altre econom1ie più mature le difficoltà sono state maggiori. In questo scenario gran parte dell’Unione Europea, ed in particolare l’Italia, sembrerebbero subire le tendenze globali più che determinarne le mutazioni, rischiando una marginalità dipendente più dalle proprie debolezze che dai meriti altrui; una nuova fase, quindi, nella quale la ripresa produttiva evidenzia ritmi e processi distinti dal passato e meno garantiti, nei quali una delle poche certezze, in un panorama di criticità, sarebbe delineata dalla crescita delle vendite all’estero dei propri prodotti, quale principale fattore per una possibile e favorevole inversione di rotta. Se questo paradigma è sostanzialmente rintracciabile nei maggiori opinion leader di settore è anche vero che la regione Toscana ed in particolare, per ciò che interessa in queste considerazioni, la provincia di Massa-Carrara, con la forte propensione all’esportazione dei propri prodotti, che ne caratterizza da sempre le dinamiche economiche, legherebbe il proprio sviluppo in maniera più decisa rispetto ad altre realtà territoriali all’andamento del commercio mondiale; un mercato globale che diviene non solo luogo di sfida produttiva con altri competitor ma anche spazio dove rintracciare quelle opportunità e vantaggi che possono permettere di incrementare, diversificare e migliorare la propria rete distributiva commerciale. Queste valutazioni assumono un valore strategico significativo se poste in relazione con il settore lapideo apuano che permane, nonostante le difficoltà, l’asse portante dell’economia locale e più di qualsiasi altro comparto unisce le proprie dinamiche a quelle dei mercati mondiali.

L’identità persiste L’importanza per il territorio apuo-ligure-versiliese della lavorazione lapidea, dalla fase estrattiva a quella del prodotto finale, è indiscutibile; una lavorazione millenaria che ha caratterizzato la nascita della colonia romana di Luni e che da quel tempo, per più di due millenni, ha visto il marmo di Carrara colonizzare l’intero pianeta. Un prestigio storico che nella fase attuale si traduce in una capacità produttiva che ancora influenza l’economia locale e determina, a caduta, effetti sulle scelte sociali, ambientali e politiche che caratterizzano le comunità interessate. Una materia prima che ancora oggi, nelle cave come nelle segherie, dal monte al porto, nel settore industriale oppure in quello artigianale rappresenta un unicum con la comunità locale;


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un’importanza ancora decisiva sebbene per alcuni aspetti, di ricaduta economica ed ambientale, parte della comunità locale è sempre più contornata da elementi di allontanamento da quell’attaccamento storico connaturato al mondo del marmo. Seppur in maniera meno decisa rispetto al recente passato il comparto lapideo permane imprescindibilmente connesso al tessuto produttivo locale, sia per attività dirette che collaterali, rimanendo al centro di qualsiasi scelta strategica per il presente ed il futuro del territorio. La produzione di cava, la trasformazione dei materiali, la commercializzazione degli stessi rappresentano la base dell’attività lapidea, intorno alla quale ruotano una serie innumerevole e complessa di molti altri comparti economici. Il settore lapideo attiva infatti altre branche dell’economia locale, dalle attività portuali a quelle metalmeccaniche, dalle attività complementari alla lavorazione dei materiali non metalliferi, ai trasporti ed alle attività bancarie e assicurative, oltre ad una quota consistente di attività dei servizi, da quelli avanzati a quelli legati alle attività culturali e turistiche. L’apporto lapideo alla crescita dell’economia locale è pertanto determinante ed incide non solo sul territorio di Carrara o di Massa ma interessa anche la Lunigiana ed in maniera consistente la Versilia e la Garfagnana, senza dimenticare l’importanza di comuni limitrofi quali Ortonovo, ed infrastrutture quali il porto di La Spezia, terminal spesso utilizzato per la vendita all’estero dei materiali locali. Un settore strategico dell’economia locale costituito da centinaia di attività produttive, che attivano migliaia di occupati, tra diretti e indiretti, e produce un fatturato stimato superiore al miliardo di euro.

Congiuntura locale Diventa difficile per un’economia piccola come quella apuana presentare una sintesi dei risultati ottenuti nel corso dell’anno 2010, sia per la diversificazioni dei settori economici, sia per il perdurare in alcune componenti produttive degli effetti della crisi internazionale. E’ possibile comunque iniziare dall’andamento dell’interscambio commerciale perché proprio nelle vendite all’estero dei prodotti locali si riscontra lo stato generale della salute dei settori più rappresentativi dell’economia. Non si può eludere infatti che la provincia di Massa-Carrara è storicamente orientata all’export e nel 2010 il 31,3 per cento del valore aggiunto è stato determinato dalle esportazioni, in Toscana il 27,9 per cento, in Italia il 24,3 per cento; se si sommano le importazioni il valore diventa del 44,1 per cento sul totale del valore aggiunto locale a fronte del 49,1 per cento per la Toscana e del 50,7 per cento dell’Italia. Si esporta mediamente più del resto del paese ma si importa meno. Nel suo complesso i dati annuali Istat mostrano come le esportazioni generali della provincia apuana siano diminuite. Ancora una volta la dinamica della provincia apuana è totalmente


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in controtendenza, per altro solamente statistica, con quanto avviene nelle altre aree della regione Toscana, infatti ad una perdita locale del -8,8 per cento, in termini assoluti meno 125 milioni di euro, ha corrisposto mediamente una crescita della Toscana del +15,6 per cento. Separando dal dato totale l’export delle macchine e degli apparecchi meccanici, riferibile ad una sola azienda e che influenza fortemente il dato complessivo, si è registrato nell’insieme una variazione positiva e pari al +19,7 per cento, che in termini assoluti significa più 92 milioni di euro circa, a testimonianza che l’andamento locale nel 2010 è stato per taluni settori produttivi più che soddisfacente. Nel dettaglio si osserva che il marmo presenta andamenti apprezzabili all’export. Per quanto riguarda i grezzi la crescita è stata pari al 22,8 per cento, un andamento positivo più accentuato sia rispetto alla provincia di Lucca che al resto d’Italia, e notevolmente superiore al distretto Veneto (+6,4%). Per i lavorati il trend cambia segno +10,7 per cento rispetto al 2009, ma il recupero in valore non è sufficiente a riportare Massa-Carrara ai livelli del 2008. Il lapideo lavorato ha inciso per il 18,8 per cento sul totale delle esportazioni locali mentre il lapideo grezzo il 10,4 per cento. Nell’analisi più strettamente congiunturale delle imprese manifatturiere lapidee della provincia di Massa-Carrara si evidenzia che la produzione ha registrato un -6,5 per cento, un dato negativo ma inferiore al -21 per cento ottenuto a consuntivo 2009. Sono comunque tre esercizi consecutivi che le aziende ottengono andamenti della produzione in rosso. La stessa situazione è stata rilevata anche per gli altri indicatori di settore. Il fatturato perde il -3,6 per cento, gli ordini interni -4,7 per cento, gli ordini esteri -8,8 per cento, in calo anche l’occupazione -8 per cento e gli investimenti -8,5 per cento, mentre l’utilizzo degli impianti con un valore del 70,2 per cento, aumenta lievemente rispetto al 68,5 per cento di fine 2009. Continua in maniera sempre più allarmante la crisi per l’artigianato apuano che vede diminuire il fatturato nella specializzazione distrettuale lapidea del -5,5 per cento, nel 2009 la perdita era stata addirittura del -18,8 per cento. Nel 2010 la movimentazione totale delle merci del porto di Marina di Carrara ha registrato un incremento notevole del +64,9 per cento, annullando del tutto le perdite degli ultimi tre anni. Il fatto nuovo è rappresentato dalla crescente importanza dei rotabili che ha influito di conseguenza sull’incidenza dei prodotti lapidei che è scesa, pur con oltre un milione di tonnellate movimentate, al 39 per cento; era l’85 per cento nel 1997 e il 75 per cento nel 2005. Il valore più basso dal 1952 . Ricordiamo inoltre che cala dell’1,5 per cento, nell’ultimo anno, il reddito pro-capite: la disponibilità reale dei cittadini apuani è ancora lontana da quella della Toscana e dell’Italia (22.816 euro a Massa-Carrara, 28.414 in Toscana, 25.615 in Italia), ma, nella variazione di lungo periodo, 1995-2010, la ricchezza personale è salita del +4,5 per cento, in linea con la regione, e più dell’Italia. Infine si osserva che il tasso di disoccupazione nel 2010 è stato pari al 10,1 per cento purtroppo più alto di quello regionale (6,1%) sia di quello nazionale (8,4%).


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In ascesa il fenomeno delle persone che sembrano aver desistito nella ricerca continua di un posto di lavoro. Nel 2010 le ore per cassa integrazione ordinaria sono diminuite mentre quelle relative alla componente straordinaria sono aumentate.2

Imprese e occupazione lapidea L’industria lapidea apuana si estende su tutta la provincia di Massa-Carrara, su un parte limitrofa della provincia di Lucca, la Versilia, la Garfagnana e comprende anche la zona ligure di confine, in specie alcuni comuni della Valle del Magra, da sempre territori legati e integrati con la produzione lapidea comprensoriale. Questa descrizione geografica permette di ottenere, sulla base delle collocazioni delle sedi legali delle imprese, informazioni significative sul radicamento territoriale della produzione lapidea e offre la possibilità di misurare qual è il valore oggi in termini di localizzazione aziendale e presenza occupazionale del settore lapideo. Il ruolo centrale del settore non è in discussione ma le cifre ci dicono che la forza occupazionale del passato è ormai solo un ricordo. Già nell’ultimo censimento del settore (realizzato da IMM del 2001) si rimarcava la caduta degli addetti subordinati nel comparto dell’estrazione ed in quello della trasformazione del materiale, una diminuzione progressiva del settore dovuta da un lato, alla contrazione delle aziende della lavorazione del materiale, percepita talvolta come fisiologica e dovuta a processi evolutivi di ristrutturazione aziendale, e, dall’altro, alla perdita di occupazione al monte soprattutto per il profilo riguardante l’aumentata tecnologia della fase estrattiva. Resta difficile l’interpretazione della componente commerciale, in valore assoluto importante ma spesso collegata ad altre attività oppure svolta direttamente, come attività secondaria, da imprese ed intermediari legati alle aziende più dimensionate. A distanza di dieci anni da tale rilevazione il quadro è ancora quello di un costante e progressivo rallentamento sia della presenza imprenditoriale diretta che del livello occupazionale. Questo dato ha ovviamente subito una fortissima accelerazione nell’ultimo periodo: specie nel corso del 2009 la perdita di addetti e la difficoltà di sopravvivenza delle aziende meno strutturate è risultata evidente. A fine 2010 le aziende estrattive attive della provincia di Massa-Carrara sono risultate 97, con un totale di addetti pari a circa 690 unità, quelle della provincia di Lucca, comprendendo quindi Versilia e Garfagnana, all’incirca 68 unità per più di 440 addetti. Il dato spezzino è di 15 imprese attive per circa 66 addetti. Il totale delle imprese che nel comprensorio svolgono attività di estrazione di pietra risultano quindi 180, con quasi 1.200 addetti subordinati. Nel raffronto con

1 Vedi Rapporto Economia Massa-Carrara, ISR maggio 2011.


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il 2009 le attività al monte sembrano tenere difatti la diminuzione di aziende è minima, solo due imprese in meno, ed anche il numero di addetti diminuisce lievemente e di sole 12 unità (elaborazioni proprie su dati Infocamere). Il discorso è invece nettamente distinto per la parte inerente la lavorazione dei materiali, in questo caso le difficoltà nell’ultimo anno sono ancora evidenti; nel 2010 le aziende di taglio, modellatura e finitura di materiale lapideo sono risultate 458 nella provincia di Massa-Carrara per un totale di circa 2.012 addetti, per Lucca 395 aziende e 1.299 addetti, e per i comuni spezzini 67 attività per 175 dipendenti. Nel 2009 gli addetti a Massa-Carrara risultavano 2.161 e 2.208 nel 2008 per una diminuzione riferita all’ultimo biennio di circa 200 unità lavorative, mentre nella provincia di Lucca nello stesso arco di tempo la perdita è stata di 160 unità. E’ importante sottolineare che la distanza tra la provincia apuana e quella lucchese, in termini di aziende che si occupano della fase di trasformazione dei materiali, è sempre più corta, con una differenza di circa una sessantina di imprese. Una stima degli addetti con variazione storica decennale mostra l’indiscusso ridimensionamento del settore: i circa 10mila addetti diretti degli anni ’80, divenuti meno di 9mila negli anni ’90 e poco più di 6.600 all’inizio del nuovo secolo, possono oggi essere stimati, per il distretto apuo-ligure-versiliese, in meno di 5mila unità, fra estrazione al monte, trasformazione e attività complementari quali quella degli abrasivi e utensili diamantati. Inoltre aggiungendo le attività lapidee da identificarsi con la fase commerciale, in particolare all’ingrosso, le attività complessive del comparto possono essere stimate in un aumento del 50 per cento circa per quanto concerne le imprese e di un 30 per cento per gli addetti.

Attività edile Il settore delle costruzioni mostra ancora, in Italia come nell’insieme dell’area dell’euro, una tendenza negativa: l’indice della produzione, che era caduto dell’11,6 per cento nel 2009, è diminuito del 3,5 per cento nella media del 2010. Una stagnazione che le imprese operanti nel settore hanno verificato nei fatti come diretta conseguenza della stretta creditizia e del calo della fiducia delle famiglie. Le imprese manifestano sensibili difficoltà per tutti i comparti di attività: nel ritardo dei cantieri per le opere pubbliche dovute alle problematicità dei bilanci degli enti locali, nell’edilizia residenziale, sia quella di nuova costruzione sia quella di ristrutturazione e manutenzione delle abitazioni private, fino agli investimenti industriali. Pertanto, anche a livello apuano le compravendite hanno mostrato livelli di affari ancora distanti dai valori degli ultimi anni precedenti la crisi, anche se il 2010 si è chiuso con variazioni leggermente superiori nel raffronto con il 2009, vero anno nero per il mercato locale delle costruzioni. Sempre nel corso del 2010 è comunque aumentato dell’1,5 per cento rispetto al 2009 l’indice del costo di costruzione di un fabbricato residenziale.


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E’ continuata a livello provinciale la frammentazione dell’imprenditoria edile, il dato è estensibile anche a realtà limitrofe, registrando un tasso di sviluppo del +0,75 per cento, nel 2009 era stato del +1,59 per cento, per un totale di aziende edili pari a 4.032 unità che rappresentano il 18 per cento del totale delle imprese apuane. In particolare si pone in evidenza che la componente più rappresentativa del settore è quella dei lavori di costruzione specializzati, con 2.574 aziende, seguono con 1.414 unità le costruzioni di edifici, che hanno invece registrato un saldo negativo di ben 28 unità, ed infine il comparto dell’ingegneria civile con solo 44 aziende registrate. Oltre a ciò si rileva la sempre più consistente presenza nella categoria dell’edilizia di imprese dirette da imprenditori extracomunitari, notevole negli ultimi anni la partecipazione di rumeni e albanesi. Inoltre nelle imprese artigiane edili si è registrata nell’ultimo anno, una diminuzione del -8,8 per cento del fatturato, nel 2009 era stato del -16,8 per cento e sembrerebbe, nell’anno in corso, il persistere di questa tendenza negativa del settore edile locale. Se la vitalità edile locale vive un momento di smarrimento, dovuto principalmente alla contrazione delle disponibilità finanziarie delle famiglie e delle imprese, la produzione di materiale da costruzione finito, ossia marmo lavorato, guarda con fiducia alla ripresa degli ordini nel mercato del Nord America, dove l’iniezione di denaro pubblico e le conseguenti riprese di interventi pubblici sembrano offrire interessanti prospettive; la ripresa valutata in qualche punto percentuale di crescita del settore edile non ha comunque ancora compensato il crollo degli ordinativi e dei lavori registratosi nel biennio 2008-2009. Più difficile appare la situazione europea dove invece il mercato immobiliare e degli interventi pubblici non mostrano segnali di ripresa, con particolari criticità in mercati come quello spagnolo.

Mercato del lavoro Un punto d’osservazione particolare merita l’aspetto occupazionale locale, una difficoltà del mercato del lavoro distribuita in tutti i comparti economici che produce verosimilmente delle contrazioni nei consumi delle famiglie e si ripercuote anche sugli investimenti delle stesse. Gli elementi più preoccupanti non provengono dai consueti indicatori statistici quanto da un clima generale di sfiducia che sembra attraversare trasversalmente tutto il territorio apuano, categorie economiche, associazioni rappresentative, lavoratori e cittadini, senza distinzioni di sesso, età o luoghi di residenza. Le difficoltà degli anni passati affrontate con dispendio di energie ma unità d’intenti avevano ridotto la fuoruscita dal mercato del lavoro di coloro che si trovavano in crisi aziendali anche di lungo corso. Risultava favorita l’entrata nel mondo del lavoro di quelle fasce giovanili o categorie sociali, le donne in primis, che incontravano problematiche


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d’inserimento, grazie anche al ricorso diffuso a strumenti come i contratti atipici; tutto questo sforzo, nel breve arco di un biennio è stato in buona parte spazzato via. Le forze lavoro a fine 2010 sono risultate leggermente inferiori alle 90mila unità, di cui 80mila classificate come occupati e la quota restante, pari a poco più di 9mila, come persona in cerca di occupazione. Le forze lavoro apuane hanno registrato, nel raffronto con il 2009, una perdita di circa 2.800 unità, un decremento distribuito totalmente sulla componente femminile: sono state le donne coloro che sono uscite dalle forze lavoro locali e non si trovano nella situazione di occupati ma nemmeno in quella di coloro che esercitano azioni per la ricerca di occupazione. Una tendenza confermata dal tasso di attività dove la componente femminile perde ben 5 punti a fronte di una crescita dell’1,4 per cento di quella maschile. Il tasso di occupazione locale è stato del 59,8 per cento, maggiore rispetto al dato medio nazionale pari al 56,9 per cento, ma minore del 63,8 per cento della Toscana. Soffermando l’attenzione in modo particolare sulla dinamica inerente le persone in cerca di occupazione si sottolinea che nel 2009 erano notevolmente aumentate, circa 1.795 unità rispetto al 2008 e divenivano addirittura più di 4mila nell’ultimo quadriennio 2006-09. A consuntivo 2010 osserviamo che le persone in cerca di occupazione sono risultate 9.044, un valore inferiore di circa 1.352 unità rispetto al 2009 (elaborazioni proprie su dati Istat). Questa variazione, frutto di un aumento delle persone in cerca di lavoro di sesso maschile a fronte di una forte decrescita della componente femminile, nell’ordine di meno 2.234 unità, deve essere valutata con cautela. La diminuzione delle persone disoccupate convaliderebbe la tesi secondo cui nell’ultimo periodo vi è stata una diminuzione delle forze lavoro ed in specifico di coloro che sono alla ricerca di un posto di lavoro; una quota rilevante di individui, soprattutto femminili, motivati dalla sfiducia e dallo sconforto dovuti alla mancanza di esito positivo delle proprie azioni di ricerca di lavoro. Siamo di fronte ai cosiddetti scoraggiati che andrebbero ad aumentare le fila degli inattivi, diminuendo al contempo il valore assoluto di coloro che sono alla ricerca di un’occupazione e di conseguenza anche del relativo tasso di disoccupazione. Inoltre, se il 2009 era stato contrassegnato dall’espressione la crisi la stanno pagando prevalentemente le donne, il 2010 conferma che le donne, assieme ai giovani, rappresentano l’anello debole della catena produttiva, poiché sono per antonomasia il genere più precario, quello con una minore copertura degli ammortizzatori sociali, lavorando prevalentemente nel settore terziario, ed inoltre, nella nostra realtà, hanno più degli uomini contratti di lavoro a termine. Tutti questi elementi avvalorano l’interpretazione che siano proprio le donne in una situazione di crisi, dopo aver tentato invano di trovare lavoro, ad entrare a far parte di quella zona grigia della popolazione che tende ad incrementare il numero di quanti non cercano più lavoro attivamente.


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Produzione di cava La produzione delle cave del territorio apuano alla fine dell’anno 2010 è stata di circa 1 milione e 300mila tonnellate di marmo escavato. Questo dato è comprensivo della zona di Carrara e di Massa e delle zone della Versilia e della Garfagnana. Il dato complessivo è in leggero aumento nella variazione rispetto al 2009 (+7,7%), mentre nel 2009 nel raffronto con il 2008 aveva registrato, all’opposto, una lieve diminuzione (-5,3%). Il livello generale è stato quindi superiore all’anno 2009 e bisogna tornare ben sette anni addietro, fino al 2002, per ritrovare un risultato migliore. Le 979mila tonnellate estratte nelle sole cave di Carrara rappresentano il 75 per cento del totale della produzione, il rimanente è distribuito per l’11 per cento nelle cave del comune di Massa, il 10 per cento in Versilia ed il 4 per cento in Garfagnana (elaborazioni proprie su dati vari Comuni e IMM). L’elemento da sottolineare è quello di una tendenza ormai consolidata negli ultimi anni per quanto concerne i quantitativi estratti al monte; si registrano comunque, in una disamina più storica riferita al bacino carrarese, valori decennali di molto superiori ai 5,4 milioni di tonnellate estratte nel periodo 1971 al 1980. L’evoluzione sia delle tecniche di escavazione e taglio dei blocchi, con l’introduzione del filo diamantato, sia il miglioramento delle strutture viarie di collegamento con i bacini marmiferi, permisero nel decennio 1981-90 di implementare notevolmente la produzione di blocchi che raggiunse 8 milioni e 444.632 tonnellate, crescita maggiore del 50 per cento nel raffronto con il 1971-80. Fu però nei primi anni novanta, fino all’inizio del nuovo secolo, il periodo di maggiore produttività del settore con l’estrazione nel decennio 1991-00 di 10 milioni e 844.055 tonnellate di marmo in blocchi. Nell’ultimo periodo 2001-2010 possiamo affermare che l’attività estrattiva si è stabilizzata, con valori medi annuali inferiori a quelli del periodo precedente e con un totale decennale di 9 milioni e 652.435 tonnellate, valore inferiore del -10,9 per cento rispetto ai dieci anni precedenti. Nell’ultimo periodo le cave apuane hanno superato il milione di tonnellate estratte solo in due anni, 2001-e 2002, mentre tale livello, nel decennio 1991-2000 venne superato in ben 9 esercizi su dieci. Sul complesso del materiale estratto nell’ultimo anno il totale quantitativo proveniente dalle sole cave carraresi è stato di poco superiore ai 4 milioni di tonnellate di cui il 24 per cento blocchi, pari a 980mila tonnellate, il 6 per cento terre, con 237mila tonnellate ed un valore dimezzatosi nell’arco di un quinquennio, il 34 per cento scaglie scure, per 1,3 milioni ed in aumento di 10 punti nel raffronto con il 2005. Mentre le scaglie bianche, 1,5 milioni di tonnellate, subiscono, all’opposto, una riduzione di 10 punti percentuali per un’ incidenza sul totale proveniente dai bacini marmiferi del 36 per cento. Infine troviamo i materiali da scogliera con valori molto vicini allo zero, ed in diminuzione di circa 80mila tonnellate rispetto al 2005 (elaborazioni proprie su dati comune di Carrara). Dopo aver esaminato quanto materiale lapideo si estrae dalle cave di Carrara si può affrontare un altro tema di sicuro interesse riferito a quanto materiale lapideo grezzo viene esportato e


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quanto no. Se i dati ufficiali dicono che sono all’incirca 1,3 milioni di tonnellate di materiale lapideo in blocchi estratto alle cave del distretto apuano, di questi circa 750mila tonnellate (elaborazioni IMM su dati Istat), sono quelle che vengono esportate all’estero. Questo permette di stimare che il materiale lapideo delle cave che resta nel territorio locale per essere trasformato, oppure prende strade di lavorazione riferibili al mercato nazionale extra-distrettuale, si aggira sulle circa 550mila tonnellate. A questa valutazione, ma senza eccessive elaborazioni statistiche che potrebbero portare a conclusioni errate, si aggiunge che il marmo lavorato esportato, sempre dal distretto, è valutato all’incirca sulle 264 mila tonnellate, mentre quello grezzo importato, per essere lavorato in loco o per essere diretto in altre località, trattandosi soprattutto di materiali silicei, si aggira sulle 250mila tonnellate. MARMO ESCAVATO NELLA ZONA APUANA Quantità in tonnellate

Variazione % rispetto anno precedente

Carrarese

Massese

Totale

Versilia

Garfagnana

Totale

TOTALE ZONA APUANA

2000

1.087.393

137.110

1.224.503

128.135

70.000

198.135

1.422.638

2001

1.171.966

111.610

1.283.576

128.439

66.983

195.422

1.478.998

3,96

2002

1.079.145

105.975

1.185.120

157.536

67.000

224.536

1.409.656

-4,69

2003

953.700

90.861

1.044.561

152.918

73.485

226.403

1.270.964

-9,84

2004

912.436

89.826

1.002.262

152.319

82.581

234.900

1.237.162

-2,66

2005

877.965

72.990

950.955

109.326

84.732

194.058

1.145.013

-7,45

2006

900.181

82.839

983.020

131.526

60.385

191.911

1.174.931

2,61

2007

914.746

94.957

1.009.703

93.950

64.073

158.023

1.167.726

-0,61

2008

936.434

109.799

1.046.233

171.636

59.000

230.636

1.276.869

9,35

ANNI

2009

925.933

134.185

1.060.118

99.428

50.000

149.428

1.209.546

-5,27

2010

979.929

137.705

1.117.634

126.364

58.365

184.729

1.302.363

7,67

Fonte: Elaborazioni proprie su dati Comuni e IMM * sono stimati alcuni dati riferiti alla zona Versilia e Garfagnana

Quantità esportate Il 2009 si era chiuso complessivamente con una forte diminuzione del materiale lapideo esportato dal distretto apuano, una riduzione delle quantità pari al -3,3 per cento (elaborazioni IMM su dati Istat); le perdite hanno riguardato il granito in blocchi (-20,1%), i marmi lavorati (-29,4%) ed i graniti lavorati (-25,5%). La crisi globale aveva pertanto inciso fortemente soprattutto sulla componente dei lavorati e principalmente sulla voce riferita ai lapidei, che rappresentavano il 23 per cento circa del totale delle quantità di materiali calcarei e silicei esportati dal territorio.


XXII World Marble and Stones Report 2011

271

Otteneva invece una variazione del tutto opposta il quantitativo di materiale estratto al monte, il quale aumentava le quantità esportate del 16 per cento circa, con un totale di 693mila tonnellate che avevano rappresentato il 68 per cento del totale del materiale esportato. In sostanza la crisi internazionale aveva colpito soprattutto i materiali da costruzione e le conseguenze negative ricadevano direttamente sui prodotti finiti locali, il cui mercato di riferimento, quello statunitense, subiva le ripercussioni maggiori. La congiuntura finale del 2009 mostrava pertanto delle variazioni negative dell’export apuano ad eccezione del prodotto grezzo calcareo. Una situazione insoddisfacente che invece ha mostrato segnali di ripresa a consuntivo 2010. Nel corso dell’anno appena terminato le quantità di marmo in blocchi e lastre sono state pari a 748mila tonnellate, in aumento del 7,8 per cento rispetto al 2009, un trend in costante ascesa che mostra per l’ennesima volta una variazione positiva, stabilendo il nuovo record storico di quantità di materiale esportato. In valori assoluti si è passati dalle 515mila tonnellate dell’anno 2000 alle 439 del 2005 per arrivare alle attuali 747mila, con variazioni del +45 per cento nell’arco del decennio e del +70 per cento nel raffronto con gli ultimi 5 anni. Il marmo estratto al monte ed esportato sotto forma di blocchi o lastre grezze non ha risentito della crisi, né dell’ultima 2008-09, né di quelle precedenti, rappresentando sempre e comunque un materiale di pregio che trova sbocchi commerciali anche in periodi difficili per il commercio internazionale delle pietre. Diversa è invece la situazione riguardante il materiale siliceo; il granito che aveva rappresentato una vera intuizione dell’imprenditoria apuana negli ’80 e ’90, oggi presenta forme residuali di lavorazioni ed i volumi sono in costate diminuzione. Nella valutazione congiunturale il granito grezzo esportato dal comprensorio è stato pari a 13mila tonnellate circa e leggermente in aumento rispetto alle 8mila dell’anno 2009. Si tratta comunque di una voce da sempre minoritaria nella commercializzazione locale, e ulteriormente contrattasi nell’arco dell’ultimo decennio (-54%), ed anche negli ultimi 5 anni (-36%). Più attenta deve essere invece l’analisi dell’andamento del granito lavorato che ha sempre rappresentato una quota importante delle lavorazioni locali. Dalle 262mila tonnellate dell’anno 2000 si è passati purtroppo alle sole 88mila dell’ultimo anno, per una contrazione decennale del -67 per cento, che diviene del -53 per cento nel raffronto con il 2005. Il territorio apuano ha smarrito con il passare degli anni quella caratteristica di distretto conosciuto anche per la lavorazione dei graniti perdendo quote sempre più rilevanti, sebbene il 2010 abbia rappresentato una piccola svolta, con valori comunque ancora lontani da quelli degli anni ’90 ed anche dei primi anni 2000, mostrando un incremento del +4,3 per cento delle quantità di granito lavorato nel comprensorio e successivamente esportato. La voce più significativa dell’insieme dei prodotti lapidei locali e dalla quale si può ricavare lo stato di salute della filiera lapidea locale è in ogni caso quella inerente le lavorazioni di materiale calcareo. Se a inizio anni 2000 le quantità di marmo lavorato esportato erano all’incirca sulle 490mila tonnellate annue, questo valore assoluto si è progressivamente ridotto.


272

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

Nell’anno 2005 le tonnellate hanno toccato le 275mila, prima vera contrazione del settore della lavorazione, riprendendo vigore nei due anni successivi con le 358mila tonnellate di fine 2007. Nel 2008 il comparto si contrae nuovamente ma il livello più basso della storia recente del settore si ha nell’anno 2009, con una crisi del mercato internazionale delle costruzioni che ha influito direttamente sulle attività di trasformazione del materiale lapideo del distretto. A fine 2009 le quantità di marmo lavorato vendute all’estero sono state 238mila, il valore più basso degli ultimi decenni. Dal punto di vista congiunturale nel 2010 possiamo osservare che, dopo aver toccato il fondo con la crisi nera del 2009, il settore ha reagito è si è manifestata una lieve ripresa; un rilancio da valutare con cautela perché, se da un lato potrebbe rappresentare uno scatto in avanti del comparto per una nuova fase produttiva, dall’altro, potrebbe rappresentare un apprezzabile tentativo di rilancio ma senza una prospettiva di settore delineata e comunque priva delle visioni di sviluppo necessarie per il rilancio dell’intera filiera della trasformazione locale. Nel 2010 si sono esportate 264mila tonnellate di marmo lavorato, che rappresentano ancora il peggior risultato dell’ultimo decennio, dopo quello del 2009, con una variazione positiva del +11 per cento rispetto al 2009, ma fortemente negativa nel raffronto sia con il 2005, -4 per cento, sia in particolare con l’anno 2000 -46 per cento. In sintesi il settore lapideo locale continua a mostrare una forza derivante dall’estrazione della materia prima al monte e della sua esportazione diretta, mentre permangono, e la crisi le ha accentuate, le problematiche della lavorazione in loco. La leadership del granito lavorato è stata ormai persa da parecchi anni e il rilancio produttivo non puo’ che passare da una ripresa anche della lavorazione dei materiali marmorei, ma, soprattutto, da un nuovo approccio ai mercati, che chiedono oltre al prodotto nuovi servizi, servizi d’eccellenza e in particolare sempre più personalizzati a seconda delle esigenze del cliente. Si ricorda infine che sempre dal territorio apuano vengono esportate circa 15 mila tonnellate di materiale inerente l’ardesia, soprattutto lavorata, e circa 1.000 tonnellate di pietra pomice. Per quanto attiene alle dinamiche inerenti le importazioni si conferma la perdita di leadership del comprensorio nell’acquisizione di materiale grezzo dai mercati di origine, soprattutto granito, per la lavorazione in loco e per la successiva esportazione sia all’interno del mercato italiano sia all’estero.


XXII World Marble and Stones Report 2011

273

EXPORT Distretto apuano MS-LU-SP/Mondo TUTTI I PAESI

2000

2005

2010

tonn.

Euro

tonn.

Euro

tonn.

Euro

514.518

72.798.044

438.756

62.419.788

746.956

130.825.462

27.481

10.175.661

19.984

10.178.356

12.708

3.566.240

Marmo lavorato

489.609

329.174.816

274.993

222.384.997

264.027

Granito lavorato

262.022

240.424.447

188.038

168.758.753

Granulati e polveri

916.815

27.831.358

967.092

36.035.576

Totale

Marmo in blocchi e lastre Granito in blocchi e lastre

diff.% 2010/2005 % % Qt.à Val.

diff.% 2010/2000 % % Qt.à Val.

70,2

45,2

109,6

79,7

-36,4 -65,0

-53,8 -65,0

264.626.990

-4,0

19,0

-46,1 -19,6

87.701

89.214.735

-53,4 -47,1

-66,5 -62,9

591.816

21.285.315

-38,8 -40,9

-35,4 -23,5

2.210.445 680.404.326 1.888.863 499.777.470 1.703.208

509.518.742

-9,8

-22,9 -25,1

1,9

Fonte: Elaborazioni proprie su dati IMM-Istat

Le nostre importazioni nel complesso a fine 2010 sono state pari a circa 278mila tonnellate e sono diminuite del -41,7 per cento rispetto al 2005 e del -65 per cento nell’ultimo decennio. Il granito in blocchi e lastre, la voce principale, era pari a circa 565mila tonnellate ad inizio del nuovo secolo e dopo dieci anni è di sole 134mila tonnellate, una perdita del -76 per cento delle quantità di materiale importato che testimonia per l’ennesima volta la fortissima diminuzione della lavorazione del granito nel nostro comprensorio e rileva, se ancora vi fossero dei dubbi, il quasi totale abbandono delle aziende locali della produzione legata ai materiali silicei che aveva spesso, nel passato, fatto primeggiare le nostre imprese a livello mondiale.

Le vendite lapidee Si approfondisce l’analisi del settore introducendo delle osservazioni inerenti il comparto lapideo locale per valore di materiali esportati grazie ad elaborazioni effettuate sui dati ufficiali Istat. Si inizia dalle esportazioni di pietra, sabbia e argilla, in sostanza marmo grezzo, per poi passare alle vendite di pietre tagliate, modellate e finite, in sostanza marmo lavorato, il tutto sia dal punto di vista strettamente congiunturale sia da quello tendenziale. Il marmo in blocchi e lastre esportato dal distretto apuano nell’anno 2010 è stato pari a 161.009.047 euro, un valore in crescita del 22,2 per cento rispetto al 2009 ed in valore assoluto di circa 30 milioni di euro. Quanto ottenuto dal comprensorio testimonia l’ottimo stato di salute del comparto confermando un trend ormai pluriennale che non ha subito flessioni nemmeno


274

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

nel corso della crisi internazionale: un mercato quello del bianco di Carrara che non soffre le crisi congiunturali neanche quando sono di portata generale e particolarmente acute. Le vendite all’estero del nostro prodotto grezzo mostrano incrementi percentuali e di valore assoluto dal 2003 ad oggi, e nell’arco degli ultimi vent’anni, il valore delle vendite ha ottenuto decrementi solo negli anni 1996, 1997, 1999 e 2003. Nel raffronto tra il 2010 ed il 1991 l’aumento in valore è stato del +144,8 per cento, rispetto all’anno 2000 del +42,5 per cento e sempre del +42,5 per cento nel raffronto con il 2005. Se invece si osserva l’andamento dell’import si assiste al graduale ma costante decremento dei valori di prodotti grezzi importati. Partendo dai 135 milioni di euro del 1991 ai 183 milioni dell’anno 2000 il trend è stato sostanzialmente stabile. Da quella data l’accentuarsi della progressiva erosione di quote di mercato ha determinato una caduta del valore dell’ import di materiali grezzi nel comprensorio, con la punta più bassa degli ultimi dieci anni proprio nel 2009, con soli 62 milioni di euro di valori importati. Nella congiuntura del 2010 si registra una lieve ripresa che mostra un +20 per cento, in valori assoluti circa 12 milioni di euro in più; valori in ogni modo ancora distanti dalle medie degli anni antecedenti la crisi e posizionabili, nella graduatoria degli ultimi 20 anni, come il secondo peggior risultato. Serie storica esportazioni in valore dal Distretto apuano di Pietra, sabbia e argilla EXP1991 EXP1992 EXP1993 EXP1994 EXP1995 EXP1996 EXP1997 EXP1998 EXP1999 EXP2000 EXP2001 EXP2002 EXP2003 EXP2004 EXP2005 EXP2006 EXP2007 EXP2008 EXP2009 EXP2010

Massa-Carrara 45.167.521 39.091.588 59.789.157 75.057.964 82.120.429 76.521.195 75.961.503 78.891.325 72.189.187 88.259.244 89.403.959 92.049.426 76.956.937 86.840.249 93.512.970 101.292.404 103.128.591 105.929.647 110.916.563 136.240.426

Lucca 18.561.801 22.705.626 22.734.652 26.066.580 27.837.891 25.976.295 26.678.179 27.792.694 21.030.565 21.764.671 20.216.937 19.550.483 19.382.058 18.416.621 16.541.206 16.948.831 18.811.221 18.894.453 17.770.857 21.274.006

Fonte: Elaborazioni proprie su dati Istat

La Spezia 2.044.693 3.114.003 4.663.226 5.780.004 3.916.718 5.727.623 4.227.111 2.720.863 2.007.749 2.943.403 2.293.041 1.878.695 2.438.789 2.466.230 2.940.521 2.382.236 2.017.245 2.033.097 3.061.620 3.494.615

Distretto MS-LU-SP 65.774.015 64.911.217 87.187.035 106.904.548 113.875.038 108.225.113 106.866.793 109.404.882 95.227.501 112.967.318 111.913.937 113.478.604 98.777.784 107.723.100 112.994.697 120.623.471 123.957.057 126.857.197 131.749.040 161.009.047

Var. % -1,3 34,3 22,6 6,5 -5,0 -1,3 2,4 -13,0 18,6 -0,9 1,4 -13,0 9,1 4,9 6,8 2,8 2,3 3,9 22,2


XXII World Marble and Stones Report 2011

275

L’altra componente di rilievo del settore, che in termini di valore rappresenta la quota più consistente, è quella delle pietre tagliate, modellate e finite, in sostanza marmo lavorato venduto all’estero dal comprensorio locale. Nel 2009 la quota in valore di prodotti finiti venduti all’estero è stata pari a circa 324 milioni di euro, il valore più basso degli ultimi 20 anni. Si è registrata una flessione consistente, 76 milioni di euro, rispetto al 2008, che a sua volta aveva ottenuto una contrazione nell’ordine di 45 milioni di euro rispetto al 2007. Le difficoltà del comparto si sono pertanto accentuate nel momento della crisi con perdite che nel solo biennio 2008-09 hanno superato i 120 milioni di euro. Siamo ben lontani dalle preformances di fine anni ’90 quando spesso si superavano i 500 milioni di marmo lavorato venduto dal comprensorio, vendite favorite anche dall’apprezzamento della lira sul dollaro; mentre le criticità dei primi anni duemila si sono intensificate particolarmente nella seconda parte del decennio ed hanno subito un colpo decisivo dalla crisi del mercato delle costruzioni, ed in particolare quello statunitense, fortemente colpito dalla recessione internazionale. Nel consuntivo 2010 la situazione è mutata per l’ennesima volta con un bilancio positivo della congiuntura di fine anno con un aumento del 9,3 per cento rispetto al 2009, in valore assoluto 30 milioni di euro ed un totale esportato dal comprensorio di circa 355 milioni di euro, valore in ogni caso ancora inferiore ai livelli di vendite registrati negli anni precedenti alla crisi. Il 69 per cento del lapideo lavorato esportato dal comprensorio è attribuibile alla provincia di Massa-Carrara, il 28 per cento circa 100 milioni di euro è riferibile alla Versilia e Garfagnana, mentre il restante 3 per cento alla provincia di La Spezia; negli ultimi anni si è lievemente incrementato il peso della componente di materiale prodotto e venduto all’estero dalla zona della Versilia. In crescita anche le importazioni di materiale lapideo lavorato con un aumento in valore di 5 milioni nel raffronto con il 2009 per un totale venduto a consuntivo 2010 di circa 17 milioni di euro. Questa voce che rappresenta il marmo e granito lavorato importato nel comprensorio incide con un percentuale veramente esigua sui traffici lapidei del nostro territorio.


276

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

Serie storica esportazioni in valore dal Distretto apuano di Pietre tagliate, modellate e finite

Massa-Carrara

Lucca

La Spezia

Distretto MS-LU-SP

Var. %

EXP1991

259.387.001

158.158.044

11.571.820

429.116.865

EXP1992

223.337.615

137.387.523

21.711.624

382.436.762

-10,9

EXP1993

250.023.753

131.839.980

24.675.239

406.538.972

6,3

EXP1994

301.869.441

157.368.356

41.154.049

500.391.846

23,1

EXP1995

345.047.850

180.295.758

32.727.693

558.071.301

11,5

EXP1996

338.779.480

172.733.790

23.115.351

534.628.621

-4,2

EXP1997

373.653.665

166.508.836

24.198.428

564.360.929

5,6

EXP1998

348.809.396

137.978.500

20.488.521

507.276.417

-10,1

EXP1999

342.065.038

129.233.505

15.029.663

486.328.206

-4,1

EXP2000

402.056.694

147.649.424

20.523.070

570.229.188

17,3

EXP2001

396.191.050

136.458.081

18.665.234

551.314.365

-3,3

EXP2002

356.785.347

114.651.263

15.778.115

487.214.725

-11,6

EXP2003

295.182.289

103.491.538

26.052.760

424.726.587

-12,8

EXP2004

276.046.917

101.249.843

19.242.461

396.539.221

-6,6

EXP2005

268.417.345

108.556.412

15.607.482

392.581.239

-1,0

EXP2006

298.695.892

107.098.425

18.207.968

424.002.285

8,0

EXP2007

316.641.324

111.784.425

16.883.566

445.309.315

5,0

EXP2008

272.837.892

110.354.884

17.341.244

400.534.020

-10,1

EXP2009

221.068.348

92.153.199

10.936.229

324.157.776

-19,1

EXP2010

244.747.133

100.447.639

9.091.964

354.286.736

9,3

Fonte: Elaborazioni proprie su dati Istat

Distretti a confronto Affrontare l’andamento congiunturale dell’interscambio commerciale apuo–ligure-versiliese, assume maggiore rilevanza se posto a confronto con l’andamento del distretto veneto ed anche con l’Italia. A tale proposito, secondo le elaborazioni effettuate su dati base Istat, si evidenza che nell’anno della crisi, il 2009, le esportazioni italiane di marmi e graniti, sia grezzi che lavorati, erano state pari a circa 1.506 milioni di euro, con un calo consistente rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in valore assoluto 367 milioni di euro e in termini percentuali -20 per cento; all’interno delle varie componenti le maggiori difficoltà erano state registrate per i prodotti lavorati che rappresentavano il 77 per cento del settore. Nel 2009 il distretto apuano aveva esportato 455 milioni di prodotti lapidei, superiori ai 417 milioni circa ottenuti dal distretto veneto nelle province di Vicenza e Verona. In una situazione di


XXII World Marble and Stones Report 2011

277

generale contrazione di quote di export il nostro sistema locale perdeva meno rispetto a quello veneto, riconquistando la leadership nel panorama nazionale. Un dato positivo che dipendeva non tanto dal rilancio del distretto locale quanto dalle perdite, nettamente superiori, che avevano fortemente marcato le produzioni di lavorati del distretto veneto, che nel solo anno della crisi segnalavano decrementi in valore di circa 137 milioni di euro, la cui motivazione poteva essere riscontrata nella forte diminuzione della lavorazione di granito, materiale maggiormente trattato nel comprensorio veneto. L’unico dato favorevole nel panorama distrettuale risultava quello delle vendite di marmo grezzo del distretto apuano, con un saldo positivo di circa 5 milioni di euro. Osservando i dodici mesi del 2010 si pone in evidenza che le esportazioni italiane di marmi e graniti, sia grezzi che lavorati, sono state pari a circa 1.638 milioni di euro, con un aumento consistente rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in valore assoluto 133 milioni di euro e in termini percentuali +8,8 per cento; entrambe le componenti hanno ottenuto variazioni positive anche se i prodotti lavorati hanno rappresentato quasi il 75 per cento del settore. Nell’anno 2010 il mercato della pietra da costruzione sembrerebbe aver ritrovato una linfa positiva, sia a livello nazionale che a livello di singoli distretti, per una sorta di ripresa che tuttavia non può far eludere le criticità che ancora attraversano il settore. Si rileva che nel complesso delle vendite all’estero il distretto apuano ha registrato 515 milioni di euro, maggiori dei 422 milioni rilevati per il distretto veneto delle province di Vicenza e Verona. In particolare si deve considerare che le vendite di lavorati da parte del distretto veneto sono influenzate da due fattori rilevanti, da un lato il persistere della forte crisi del granito e, dall’altro, le criticità dei mercati del Centro Europa, in particolare quello della Germania, storicamente punto di riferimento per le imprese venete. Questi fattori, e non solo, determinano per le aziende venete delle tendenze di recupero ancora difficili. Nel 2010 i prodotti finiti esportati dalle province di Verona e Vicenza sono stati pari a circa 383 milioni di euro, lievemente superiori al dato 2009; una tenuta del territorio veneto che sui lavorati arresta la brusca caduta del 2009, ma si mostra ancora in perdita rispetto all’anno 2008. Addirittura comparando il risultato dell’ultimo esercizio con quello del 2005, la variazione negativa è del -32 per cento, in valore assoluto, ben 181 milioni di euro di prodotti in meno venduti all’estero. Persiste, dopo il 2009, la leadership distrettuale apuana ma è ancora una posizione di vantaggio frutto delle maggiori difficoltà altrui che non delle performances del comprensorio. In effetti un dato che ricorre e premia le produzioni anche nell’anno appena concluso è quello dei lapidei grezzi; il marmo estratto dalle apuane e venduto sui mercati esteri ha registrato un totale all’export di circa 161 milioni di euro, di cui 136 della sola provincia di Massa-Carrara, per un variazione positiva del +22,2 per cento rispetto al 2009, che sale addirittura al +42,5 per cento se il raffronto viene fatto con l’anno 2005. Per i prodotti lavorati invece è stato l’anno nel quale si è certificata una ripresa delle vendite per il distretto apuano con un incremento del +9,3 per cento, che divine del 10,7 per cento per


93.512.970

37.334.300

171.270.072

321.599.069

Distretto Apuo-Ligure -Versiliese

di cui Massa-Carrara

Distretto Veneto

Resto d’Italia

Italia

268.417.345

564.619.391

562.598.599

1.519.799.229

di cui Massa-Carrara

Distretto Veneto

Resto d’Italia

Italia

505.575.936

361.930.315

601.953.691

733.868.671

1.841.398.298

Distretto Apuo-Ligure -Versiliese

di cui Massa-Carrara

Distretto Veneto

Resto d’Italia

Italia

2005

392.581.239

Distretto Apuo-Ligure -Versiliese

2005

2005 112.994.697

Fonte: Elaborazioni proprie su dati Istat

362.125.538

198.181.944

39.986.537

103.128.591

2007 123.957.057

358.881.614

192.896.156

39.128.261

105.929.647

2008 126.857.197

1.973.715.208

786.125.449

642.964.003

399.988.296

544.625.756

2006

1.645.762.548

602.211.752

598.241.481

316.641.324

445.309.315

2007

2.007.888.086

800.393.696

638.228.018

419.769.915

569.266.372

2007

2008

1.873.547.203

789.020.646

557.135.340

378.767.539

527.391.217

2008

1.514.665.589

596.124.490

518.007.079

272.837.892

400.534.020

Totale produzione lapidea

1.629.697.755

601.176.229

604.519.241

298.695.892

424.002.285

2006

CG237-Pietre tagliate, modellate e finite

344.017.453

184.949.220

38.444.762

101.292.404

2006 120.623.471

BB081-Pietra, sabbia e argilla

1.506.372.507

632.496.377

417.969.314

331.984.911

455.906.816

2009

1.167.562.811

461.437.062

381.967.973

221.068.348

324.157.776

2009

338.809.696

171.059.315

36.001.341

110.916.563

2009 131.749.040

Esportazioni commerciale lapidee per distretto dal 2005 al 2010

1.638.297.848

701.326.513

421.675.552

380.987.559

515.295.783

2010

1.226.433.841

488.777.404

383.369.701

244.747.133

354.286.736

2010

411.864.007

212.549.109

38.305.851

136.240.426

2010 161.009.047

-11,0

-4,4

-29,9

5,3

diff. % 10-05 1,9

-19,3

-13,1

-32,1

-8,8

diff. % 10-05 -9,8

28,1

24,1

2,6

45,7

diff. % 10-05 42,5

8,8

10,9

0,9

14,8

diff. % 10-09 13,0

5,0

5,9

0,4

10,7

diff. % 10-09 9,3

21,6

24,3

6,4

22,8

diff. % 10-09 22,2

278 XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011


XXII World Marble and Stones Report 2011

279

Massa-Carrara, ed in valore una crescita di circa 30 milioni di euro, per la provincia apuana l’aumento è stato di 23 milioni. Per il distretto apuano, ma vale anche per quello veneto, i segnali positivi del 2010 non significano affatto che il comparto sia fuori dalla crisi, tutt’altro, ciò nondimeno è opportuno sottolineare i numeri favorevoli che offrono fiducia per il futuro, anche alla luce dell’incremento del commercio mondiale dei lapidei: un 2010 in sostanza che apre nuove opportunità pur non compensando le perdite degli anni precedenti, in particolare per quanto attiene ai lapidei lavorati. All’orizzonte del mercato lapideo locale sembra delinearsi una situazione più difficile e complessa rispetto al passato, ma anche un mercato dei lapidei molto più ampio e allargato che può intimorire ma allo stesso tempo offrire opportunità di sviluppo senza precedenti. Non si può legger pertanto la dimensione locale e l’eventuale ripresa produttiva del comparto lapideo comprensoriale al di fuori o malgrado i trend internazionali, che sempre maggiormente influenzeranno le scelte strategiche locali. La concorrenza dei paesi emergenti quali Cina, India e Turchia, dev’essere stimolo per l’imprenditoria locale e spunto per perfezionare la filiera produttiva lapidea; il tradizionale collegamento della fase estrattiva con quella della trasformazione e poi successiva commercializzazione sembrano processi produttivi sempre più distanti e autonomi l’uno dall’altro, mentre le sfide globali richiedono altro.

Evoluzione dei mercati Il quadro di riferimento del settore lapideo locale a livello internazionale, in particolare per la componente grezza, è fortemente cambiato rispetto a quanto registrato anche solo cinque, dieci o quindici anni fa. Il forte incremento dai primi anni duemila del commercio mondiale di materiali da costruzioni, dovuto principalmente all’emergere di paesi quali la Cina e l’India, ma non solo, ha contribuito al mutamento dello scenario internazionale: la produzione, la trasformazione, il mercato, i servizi avanzati e le richieste dei consumatori finali sono irreversibilmente cambiati, come, di conseguenza, si sono modificati i ruoli dei produttori e dei protagonisti precedenti. Paesi storicamente al vertice delle produzioni e soprattutto leader internazionali, come l’Italia, oppure distretti produttivi come quello apuano, definito anni addietro l’emporio mondiale dei marmi, delle pietre e dei graniti, hanno visto trasformare profondamente la loro incidenza, il volume del loro circuito d’affari, e, soprattutto, la loro collocazione e importanza economica nel nuovo panorama globale. Marmo grezzo Nel 1995 il principale mercato di riferimento del materiale lapideo grezzo esportato dal distretto locale, con un valore di circa 9,6 milioni di euro, l’8,5 per cento del totale, era la Spa-


280

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

gna. Verso il mercato iberico andavano quei materiali grezzi, granito ma soprattutto marmo, che lavorati in quei luoghi venivano successivamente riesportati in tutto il mondo. Con valori e peso praticamente identici incontravamo come secondo mercato di riferimento quello del Giappone, seguivano Libano (7,8%), Tunisia (7,4%), Germania (6,6%), Egitto (6,4%) e Hong Kong (6,2%), tutti gli altri mercati avevano un peso inferiore ai cinque punti percentuali. Dopo un quinquennio, nell’anno 2000, la leadership passava all’ Egitto, che risultava destinatario dell’8,5 per cento dell’ export del comprensorio locale per un valore superiore ai 9,6 milioni di euro, salendo di ben 5 posizioni rispetto al 1995. Seguivano, con valori e incidenza similare a quella di cinque anni prima la Spagna (7,8%), la Germania (7,2%), la Tunisia (6,8%) e il Libano (5,5%). Il dato che si evidenziava, e che per la prima volta risultava di una certa importanza economica per le vendite dei prodotti lapidei grezzi estratti nel nostro territorio, era quello riferito all’apparire di due nuovi mercati di riferimento, che da allora, e negli anni successivi, avrebbero assunto un ruolo sempre più importante nei rapporti tra il distretto locale e le conseguenti vendite all’estero. Il riferiamo è all’India, che con all’incirca 5,6 milioni di euro divenne il sesto mercato verso il quale erano indirizzate le nostre esportazioni, con un balzo in avanti di ben 26 posizioni rispetto a cinque anni prima, ed alla Cina. Il gigante asiatico cinese che da alcuni anni registrava cifre di sviluppo assai considerevoli e si apprestava ad insidiare leadership storiche in vari settori merceologici comparve anche nell’interscambio locale del marmo prodotto dai bacini apuani, con valori minimi ma già significativi (5,1 milioni di euro per un peso del 4,5% sul totale dell’export), e ottenendo un’ascesa di 18 posizioni rispetto all’anno 1995. Nel 2005 si registrava invece la progressiva marginalizzazione di mercati che erano stati punti di riferimento storici per gli operatori locali nel decennio precedente. Il ruolo del Giappone scomparve quasi del tutto limitando i rapporti con il territorio locale a circa 2,3 milioni di euro di materiali importati, lo stesso dicasi di Hong Kong, dato comunque compensato dalla crescita del mercato cinese. Si poteva ridefinire il ruolo di paesi come il Libano sceso nell’arco di un quinquennio di circa 10 posizioni nella graduatoria dei paesi verso i quali veniva esportato il nostro marmo grezzo, limitandosi a valori vicini ai 2,5 milioni di euro. L’Egitto da paese leader nell’anno 2000 perdeva dodici posizioni e passava da un peso dell’8,5 per cento a meno del 3 per cento. Ma in particolare si concludeva l’importante esperienza dei mercati spagnoli che acquisito un ruolo di primordine nello scenario internazionale attenuavano le importazioni del materiale grezzo apuano; la Spagna che era stata nel decennio precedente uno dei paesi verso i quali veniva diretto il maggior quantitativo di marmo in blocchi e lastre che usciva dal distretto, a fine 2005 rappresentava il 4,4 per cento del totale, perdendo otto posizioni nell’arco dei soli ultimi cinque anni. A fine 2005 il primo paese risultava la Tunisia con più di 10 milioni di euro di materiali venduti, seguita dagli Stati Uniti, per un valore pressoché identico, dalla Germania e dalla Cina. Quest’ultima cresceva nell’arco degli ultimi cinque anni di 4 posizioni nella graduatoria dei


XXII World Marble and Stones Report 2011

281

mercati verso cui erano dirette le esportazioni locali, con un valore di 8,7 milioni di euro ed un peso sul totale del 7,7 per cento. L’ultimo anno, il 2010, permette di osservare la situazione all’oggi e di analizzare quei cambiamenti che si sono verificati rispetto ai partner commerciali delle aziende locali con riferimento al marmo grezzo in uscita dal comprensorio apuo-ligure-versiliese. Il leader incontrastato è diventata la Cina, la super potenza asiatica conferma nel corso dell’ultimo esercizio il predominio iniziato fin dal 2006 quando sulla scena locale divenne il principale mercato di riferimento per le imprese locali che commercializzavano il prodotto lapideo grezzo. Una posizione di egemonia ormai quinquennale cresciuta con il crescere delle esportazioni locali e che si è attestata a fine 2010 ad un valore superiore ai 42 milioni di euro; uno sviluppo fortissimo basti porre in evidenza che si è passati in soli cinque anni ad un incremento superiore ai 33 milioni di euro, in termini percentuali più 385 per cento. Un’incidenza che ha raggiunto il 26 per cento del totale e permette di affermare che un blocco di marmo ogni quattro che esce dal distretto apuano è diretto al mercato cinese, dove viene trasformato in prodotto finito e immesso nella quasi totalità sul mercato interno. La Cina è cresciuta di 25 posizioni dal 1995 ad oggi e di 3 posizioni rispetto al 2005. Il gigante asiatico è seguito da un’altra superpotenza, l’India, che apparsa nel panorama locale ad inizio degli anni duemila pareva essersi eclissata dopo alcuni anni ed è invece ricomparsa con decisione nell’ultimo periodo, registrando a consuntivo 2010 circa 21 milioni di euro di materiale venduto. Rappresenta il secondo mercato di riferimento delle vendite locali di materiale grezzo, con un peso sul totale del 13 per cento; rispetto al 2005 l’India cresce di 7 posizioni nella graduatoria generale e di ben 30 posizioni rispetto al 1995. La Cina e l’India occupano attualmente il 40 per cento circa del mercato verso cui viene diretto il marmo in blocchi e lastre che viene venduto dal distretto apuano. Aggiungendo una valutazione di ordine congiunturale, annotiamo che nel raffronto 2010-2009 , la Cina ha aumentato il proprio valore di materiale importato di circa 4,5 milioni di euro, +11,8 per cento, e l’India di circa 11 milioni di euro, +117 per cento. Seguono i giganti asiatici i paesi dell’area del Mediterraneo, le posizioni terza, quarta e quinta sono infatti occupate rispettivamente dall’Algeria, con 15 milioni di euro, dalla Tunisia con 12,6 milioni e dalla Libia con un valore identico; in sostanza questi tre paesi rappresentano i mercati di riferimento del 25 per cento del totale del marmo grezzo che viene venduto dal nostro territorio. L’Algeria è un partner commerciale cresciuto in questi ultimi anni scalando 8 posizioni nell’ultimo quinquennio e ben 77 rispetto al 1995, lo stesso si può affermare anche per la Libia in crescita di 3 posizioni rispetto al 2005 e di 40 nel raffronto con il 1995. Appare invece differente la situazione della Tunisia che rappresenta da molto tempo un mercato favorevole per le relazioni di alcune imprese del nostro territorio ed occupa, infatti, la stessa posizione che aveva nel 1995. Nel panorama europeo resiste la Germania verso cui si dirigono quote del 5 per cento circa del nostro materiale e la Francia con un peso del 2 per cento sul totale, mentre si è definitivamente esautorata l’importanza del mercato spagnolo.


282

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

Interscambio commerciale in valore Pietra, sabbia e argilla 2010 per i primi 20 paesi di destinazione e variazione posizioni rispetto 2005 e1995 Distretto apuano MS-LU-SP Graduatoria

Paese

Val. ass.

Inc. %

Var. posizione rispetto 2005

Var. posizione rispetto 1995

1

Cina

42.218.876

26,2

3

25

2

India

20.770.327

12,9

7

30

3

Algeria

15.044.369

9,3

8

77

4

Tunisia

12.646.941

7,9

-3

=

5

Libia

12.610.051

7,8

3

40

6

Germania

7.835.265

4,9

-3

-1

7

Taiwan

4.922.977

3,1

17

13

8

Francia

3.517.471

2,2

4

3

9

Indonesia

3.244.406

2,0

19

5

10

Libano

2.917.040

1,8

5

-7

11

Egitto

2.805.983

1,7

2

-5

12

Stati Uniti

2.545.697

1,6

-10

-2

13

Siria

2.402.191

1,5

1

49

14

Regno Unito

2.073.668

1,3

-9

-1

15

Hong Kong

2.164.136

1,3

2

-8

16

Svizzera

1.672.763

1,0

10

=

17

Spagna

1.660.659

1,0

-7

-16

18

Slovenia

1.228.897

0,8

2

62

19

Ungheria

984.429

0,6

10

25

20

Marocco

993.571

0,6

1

10

Resto Paesi

16.749.330

10,4

Totale

161.009.047

100,0

Fonte: Elaborazioni proprie su dati Istat

Marmo lavorato Nella componente del materiale lavorato in uscita dal distretto apuano il ruolo odierno è quasi esclusivamente riferibile al marmo mentre la lavorazione del granito, che ottenne negli anni ottanta un vero e proprio boom a livello locale, sembrerebbe quasi definitivamente avere esaurito il proprio ruolo, quantomeno come materiale lavorato in loco. Se molti sono stati i


XXII World Marble and Stones Report 2011

283

cambiamenti avvenuti negli ultimi quindici anni nei mercati di sbocco dei materiali grezzi non altrettanto può affermarsi per quanto concerne i prodotti lavorati. I materiali finiti, in specie il marmo, vengono da sempre, spesso con grandi commesse pluriennali, utilizzati nelle grandi opere infrastrutturali, nella costruzione di edifici di culto nel Medio Oriente, oppure venduti nei mercati più maturi, quelli del Nord America, nei quali il prodotto locale ha creato un proprio brand ormai qualificato. Se da un lato questo è indubbiamente un aspetto positivo, dall’altro, in particolare alla luce dell’ascesa di nuovi paesi emergenti, che mostrano una fortissima potenzialità sia come produttori che come consumatori finali, la mancata diversificazione nella distribuzione estera dei nostri prodotti lavorati, spesso con alta specializzazione, potrebbe rappresentare un limite che minerebbe ancor più di quanto non lo è già la trasformazione locale del prodotto lapideo. Sembrerebbe pertanto esistere, al di là dei canali tradizionali, e grazie a produzioni di alto livello qualitativo e l’implementazioni di servizi avanzati rivolti non solo agli art designer o agli architetti di settore, ma anche ai consumatori finali, la possibilità di rilanciare una vendita del prodotto locale anche in mercati che mostrano un livello dei consumi privati, e anche pubblici, in fortissima ascesa, e ancora una volta non si può fare a meno di riferirsi ai paesi asiatici, in particolare India e Cina. Nell’ultimo esercizio il 29,7 per cento del totale del materiale lavorato venduto dal comprensorio apuano è stato diretto negli Stati Uniti, con un valore di circa 105 milioni di euro, in ascesa del più 5,4 per cento nel raffronto con il 2009. La leadership degli Stati Uniti è storicamente incontrastata, variando a seconda dei periodi e determinando ascese o diminuzioni delle nostre esportazioni. La fine degli anni novanta, con il cambio favorevole del dollaro sulla lira e quindi la convenienza dei nostri prodotti nel mercato nord- americano, era stata caratterizzata da un soddisfacente andamento dei lavorati in quel mercato, ed il prodotto locale di qualità affiancato a specializzazioni produttive d’eccellenza aveva fatto il resto, si raggiungevano a consuntivo duemila ben 204 milioni di euro di prodotti lavorati venduti verso gli Stati Uniti. Variazioni positive che invece si attenuavano negli anni successivi, con l’introduzione dell’euro, la concorrenza sempre maggiore di prodotti e lavorazioni di altri paesi emergenti, nonché da avvenimenti che creavano conseguenze sul clima di fiducia dei consumatori, come l’attentato alle torri gemelle. A fine 2005 comunque le esportazioni pari a 186 milioni di euro negli Stati Uniti, seppure in diminuzione rispetto al periodo precedente, potevano ritenersi accettabili. Si modificava sensibilmente invece la situazione nel corso degli ultimi cinque anni quando le difficoltà strutturali del distretto apuano determinavano un accorciamento della filiera produttiva locale, sempre maggiormente caratterizzata dalla vendita all’estero del prodotto grezzo, e le conseguenti criticità ricadevano sulla vendita dei prodotti finiti, le cui problematicità si sono da ultimo notevolmente accentuate alla luce della crisi economico- finanziaria del 2008-09, la peggiore dal dopoguerra ad oggi. Lo scoppio della bolla immobiliare negli Stati Uniti, la nota vicenda dei mutui subprime a


284

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

tasso variabile, il conseguente crollo dell’attività nell’edilizia residenziale, la stagnazione dei salari, ed il record storico per il cambio dell’euro sul dollaro nel settembre 2007, hanno portato gli Stati Uniti in una crisi strutturale senza precedenti, con ricadute internazionali fortissime. Di questa condizione difficile il comprensorio apuano ne ha risentito in maniera particolare vista la storica propensione dei lavorati lapidei verso i mercati del Nord America. Si è raggiunto infatti nel 2009, il momento peggiore della crisi internazionale, una quota di vendite di marmo lavorato verso gli Usa pari all’incirca a 100 milioni di euro, il valore più basso dell’ultimo decennio ed in diminuzione rispetto al 2008 del -30 per cento, in valore assoluto 44 milioni di euro. A questo risultato negativo si sommava il già critico consuntivo del 2008, quando, nel raffronto con il 2007, si segnalava una perdita nell’ordine di 37 milioni di euro. Il biennio della crisi portava pertanto a diminuire le vendite di marmo lavorato verso il solo mercato degli Stati Uniti per circa 81 milioni di euro, una profonda ferita alla lavorazione lapidea del distretto che ha causato conseguenze negative su tutta la filiera produttiva, dalle imprese più strutturate a quelle meno, con chiusura di aziende e ricorso agli ammortizzatori sociali, determinando anche una ricaduta pesante sul livello occupazionale del settore. Nell’ultimo esercizio invece, dopo un triennio di segni meno, abbiamo registrato un’inversione di rotta che ovviamente deve essere valutata con accortezza anche se è doveroso mettere in evidenza che il 2010 a consuntivo ha ottenuto verso gli USA una variazione positiva del +5,4 per cento, per un saldo positivo di circa 6 milioni di euro; nonostante il livello di prodotto esportato sia ancora decisamente lontano dai valori degli anni precedenti e quindi non compensativo delle diminuzioni avvenute nel biennio della crisi 2009-2008. Dopo il mercato statunitense il più vivace è risultato quello degli Emirati Arabi Uniti, anch’esso da sempre mercato tradizionale delle vendite dei lavorati locali. Con 32 milioni di euro rappresenta il 9,1 per cento del totale, segue il Qatar, mercato emergente dell’ultimo periodo con 17 milioni di euro, poi troviamo il primo partner europeo, il Regno Unito, e il Canada, entrambi con circa 14 milioni di euro e quest’ultimo in ascesa di 19 posizioni rispetto al 1995 e di 10 rispetto al 2005. Non trovano invece grandi flussi le relazioni con Cina e India, veri paesi leader invece per quanto concerne il marmo grezzo. Inoltre si osserva la minor incidenza che ha caratterizzato i rapporti con gli altri paesi dell’Europa; la Francia con 12 milioni di euro ed un peso del 3,3 per cento mantiene la stessa posizione del 1995 e perde qualcosa nel raffronto con gli ultimi cinque anni, mentre la Germania con solo 6 milioni di prodotti retrocede di 10 posizioni rispetto al 1995 e di 5 nel raffronto con il 2005. Tengono le posizioni, anche rispetto agli anni precedenti, mercati come quello dell’Arabia Saudita, Kuwait, Singapore, Australia e Russia, mentre nell’ultimo anno la sorpresa piacevole è stata registrata dal Turkmenistan con un valore di prodotti esportati pari a 6,2 milioni di euro.


XXII World Marble and Stones Report 2011

285

Interscambio commerciale in valore di Pietre tagliate, modellate e finite 2010 per i primi 20 paesi di destinazione e variazione posizioni rispetto 2005 e1995 Distretto apuano MS-LU-SP Graduatoria

Paese

Val. ass.

Inc. %

Var. posizione rispetto 2005

Var. posizione rispetto 1995

1

Stati Uniti

105.233.120

29,7

=

1

2

Emirati Arabi Uniti

32.406.911

9,1

=

8

3

Qatar

17.120.563

4,8

30

44

4

Regno Unito

14.266.770

4,0

-1

6

5

Canada

13.865.636

3,9

10

19

6

Arabia Saudita

11.781.952

3,3

-2

=

7

Francia

11.613.130

3,3

-2

=

8

India

10.784.636

3,0

16

19

9

Kuwait

9.321.437

2,6

-2

-1

10

Singapore

8.733.483

2,5

13

-5

11

Australia

7.827.972

2,2

-2

6

12

Russia

7.007.762

2,0

9

2

13

Germania

6.299.867

1,8

-5

-10

14

Turkmenistan

6.287.230

1,8

37

43

15

Hong Kong

5.935.156

1,7

-1

-14

16

Indonesia

5.081.556

1,4

-6

13

17

Cina

4.796.245

1,4

11

-4

18

Marocco

4.229.499

1,2

11

12

19

Belgio

3.663.753

1,0

=

-4

20

Brasile

3.531.325

1,0

=

2

Resto Paesi

64.498.733

18,2

Totale

354.286.736

100,0

Fonte: Elaborazioni proprie su dati Istat

Import graniti Non molte sono invece le considerazioni che attengono alla distribuzione commerciale inerenti le importazioni di materiali lapidei. Se l’import di lavorati è da sempre influente sulle dinamiche di settore non altrettanto si può affermare per quanto concerne l’importazione di materiali grezzi. Di là da valutazioni sugli aspetti quantitativi già analizzati e che testimoniano una storica marginalizzazione nell’importazione dei graniti, merita ancora attenzione l’osserva-


286

XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

zione inerente i mercati di approvvigionamento da parte delle aziende del comprensorio. A tale proposito si può rilevare che a fine 2010 con più di 16 milioni di import e per un peso del 22 per cento sul totale, il paese leader è risultato il Brasile. L’import di graniti dal Brasile è storicamente datato essendo questo paese l’incontrastato mercato di riferimento per le importazioni di materiale grezzo da parte delle aziende locali, sin dai lontani anni novanta. Segue a consuntivo 2010 l’Iran, con 5,4 milioni di import e un’incidenza del 7,3 per cento; in ascesa di tre posizioni rispetto al 2005 e di 12 nel raffronto con 1995. L’India rappresenta il terzo mercato di riferimento con 5,2 milioni di euro, un peso del 7,1 per cento, mantenendo stabile la posizione rispetto ai quinquenni recedenti. Seguono, con peso inferiore al 5 per cento, Turchia, Bulgaria, Tunisia, Francia, Spagna, Portogallo ed Egitto. Infine si registra che è riemerso nell’ultimo periodo dopo anni di oblio il mercato del Mozambico, mentre perde importanza il mercato della Norvegia con solo 1,4 milioni di euro ed in calo di 10 posizioni rispetto al 2005.

L’area del Mediterraneo Prima la Tunisia, poi l’Egitto, la Libia, la Siria, in tutta l’area del Mediterraneo è salita la tensione politica e sociale nel corso dei primi mesi del 2011 e in taluni casi le ricadute economiche per molte aziende italiane sono state immediate. Se la difficile uscita dalla crisi internazionale mostra ancora forti incertezze, le difficoltà degli ultimi mesi dei paesi della sponda del Mediterraneo accentuano le criticità della ripresa economica. Le forti turbolenze dei mercati esteri incidono anche sulla produttività delle imprese di Massa-Carrara, da sempre fortemente propense all’esportazione dei propri prodotti. E’ proprio sotto la lente dell’interscambio commerciale del territorio apuano con le aree del Mediterraneo l’elemento che fa presagire che le tensioni in Tunisia, Egitto, Libia e altri paesi ancora, possano avere ricadute dirette anche sul nostro sistema imprenditoriale. Uno dei settori più coinvolti pare essere proprio quello del lapideo e se l’export italiano del settore verso la sponda mediterranea esprime il due per cento di quello totale, e le vendite di tecnologie per il lapideo si pongono nell’ordine di un punto o poco più, distinta è l’importanza invece di tali aree per le vendite del distretto apuano. In particolare si evidenzia che per quanto concerne il lapideo, ed in speciale modo la produzione di marmo grezzo, si rileva a fine 2010 una robusta incidenza dei paesi dell’Africa Settentrionale che si affacciano sulle sponde del Mediterraneo, superiore nel complesso a quanto riferito della Cina. Si osserva infatti che nel corso dell’ultimo anno le vendite di materiale lapideo grezzo dal distretto sono state indirizzate, per un valore di circa 12,6 milioni di euro e per un peso del 7,9 per cento sul totale dell’export di settore, verso la Tunisia, paese che a sua volta nell’ultimo esercizio ha incrementato i propri acquisti del più 6,2 per cento. Con un


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valore in termini assoluti pressoché identico si registra la presenza della Libia che però perde, nel raffronto con il 2009, più di tre milioni di prodotti esportati. La leadership spetta all’Algeria con più di 15 milioni di marmo grezzo acquistato e con un’incidenza sul totale del 9,3 per cento, nell’ultimo anno ha ottenuto una variazione positiva nell’ordine del +26 per cento. Dopo questi tre paesi leader come mercati di destinazione del prodotto grezzo in uscita dal distretto s’incontrano, con valori minori, rispettivamente il Libano, 2,9 milioni di valori esportati per un peso dell’1,8 per cento, poi l’Egitto con 2,8 milioni di euro ed un peso dell’1,7 per cento e la Siria con 2,4 milioni di euro di marmo grezzo, il cui peso è all’incirca dell’1,5 per cento sul totale. Con valori inferiori al milione di euro si rileva anche la presenza del Marocco. Nel complesso questi 7 paesi dell’area del Mediterraneo hanno rappresentato più del 30 per cento del totale del materiale lapideo grezzo in uscita dal nostro comprensorio ed in crescita nell’ultimo anno rispetto al 2009. Se quindi le vendite di marmo grezzo sulla sponda mediterranea dell’Africa Settentrionale risultano rilevanti ed in crescita, altrettanto significative saranno le ripercussioni che l’agitazione sociale e politica, che continua ad attraversare alcuni di quei paesi, avrà sulle fluttuazioni commerciali dell’anno in corso. Meno importanti sul piano del valore gli scambi commerciali inerenti l’export locale di materiali lapidei lavorati. Nell’ultimo anno sono stati venduti nell’area Africana circa 15 milioni di euro di marmo lavorato, il paese leader è risultato il Marocco con circa 4,2 milioni di euro, per un’incidenza che comunque non supera l’1,2 per cento del totale dell’export locale. Da ricordare inoltre che dal lato delle importazioni di materiali lapidei grezzi la Tunisia con più di 2,5 milioni di euro rappresenta il sesto paese nella graduatoria dei territori da cui proviene il materiale grezzo per il distretto apuano, segue con circa 1,5 milioni l’import proveniente dall’Egitto. Infine si conferma che risulta veramente minimo il materiale lavorato importato dalle aziende locali dall’Africa Settentrionale.

Porto: meno lapidei movimentati Il porto di Marina di Carrara cresciuto e sviluppatosi nel passato grazie soprattutto alla forte connessione con il comparto lapideo locale e quindi con le vendite all’estero dei prodotti grezzi e lavorati delle imprese localizzate nel territorio ad oggi ha rapporti commerciali con più di 80 porti in circa 50 nazioni sparse nei vari continenti. Con riferimento ai prodotti lapidei si specifica che i marmi lavorati o in blocchi, quest’ultimi rappresentano oggi la quasi totalità, che vengono imbarcati dal porto Marinello sono destinati ovunque nel mondo ma, con particolare riferimento ai lavorati, le aree di attinenza sono gli Stati Uniti d’America, l’Estremo Oriente, il Golfo Persico, il Mar Rosso, etc., mentre, relativamente ai blocchi non lavorati o informi, le destinazioni principali sono quelle dei Paesi della


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sponda africana del mediterraneo, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Libano e Siria, oltre alle destinazioni asiatiche, Cina e India in primis. Gli sbarchi, invece, quasi esclusivamente granito in blocchi, provengono principalmente dall’India e dal Brasile e per la restante parte dal Sud Africa e dal Nord Europa, anche se in questo caso ci riferiamo a materiale grezzo che trova destinazione per la parte maggioritaria fuori dalla zona apuana, in particolare Verona, dove viene lavorato e successivamente riesportato come prodotto finito. Negli ultimi anni si è comunque allentato il ruolo dello scalo, come luogo essenzialmente deputato all’imbarco oppure allo sbarco di materiali lapidei, sviluppando all’opposto ulteriori specializzazioni merceologiche, che hanno diminuito l’incidenza, pur sempre determinante ma in calo, dei traffici legati alle pietre. Nel dettaglio si osserva che i prodotti lapidei imbarcati, in particolare blocchi di marmo, nel corso del 2010 sono stati pari a 304.431 tonnellate in diminuzione del -7,5 per cento rispetto al 2009, circa 25 mila tonnellate in meno; un trend in controtendenza rispetto a quanto verificato per le esportazioni complessive di materiali lapidei, ed in specifico per il marmo grezzo, venduti dalle aziende del comprensorio. In questo caso si deve sottolineare l’importanza, sempre maggiore, che viene esercitata dal vicino porto di La Spezia, fortemente collegato a mercati importanti per le nostre esportazioni e soprattutto specializzato nel trasporto di merce in container: quest’ultimo è un mezzo molto utilizzato sia per la vendita di prodotti finiti, che per prodotti grezzi o semilavorati. In specifico, per quanto attiene al marmo grezzo, mettiamo in evidenza che dal porto spezzino nel corso dell’anno 2010 sono partite 165.330 tonnellate, un valore in crescita del +36 per cento rispetto al 2009, per circa 44 mila tonnellate. Un dato molto significativo che mostra come il collegamento decisamente più intenso con mercati come quello della Cina e dell’India, da parte del porto di La Spezia, favorisca anche i traffici di marmo grezzo apuano, che una volta sceso dal monte prende la via dello scalo spezzino per raggiungere quei paesi che rappresentano più del 40 per cento dei mercati di riferimento del settore. Il valore quantitativo imbarcato dallo scalo spezzino raggiunto nell’ultimo anno è superiore anche alle 158 mila tonnellate del 2008 ed alle 161 mila del 2007; mentre si ricorda che sono state sbarcate circa 11 mila tonnellate di materiale lapideo, in sostanza graniti, in diminuzione di circa 1.380 tonnellate rispetto al 2009, ma soprattutto in deciso calo, meno 45 mila tonnellate nel raffronto con il 2007. Tornando allo scalo apuano si osserva che per quanto attiene gli sbarchi di materiale grezzo, graniti, sono stati pari a 752.155 tonnellate in crescita del +30,8 rispetto al 2009, in valore assoluto più 178 mila tonnellate; una ripresa che si valuta con fiducia dopo un 2009 che aveva rappresentato il valore decisamente più basso degli ultimi anni e che testimoniava lo stato di crisi della lavorazione del granito non solo del distretto apuano ma anche del resto d’Italia, in particolare del distretto Veneto, località verso la quale sono diretti in prevalenza i materiali silicei che sbarcano nel porto di Carrara.


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In sintesi si sottolinea che il totale del materiale lapideo movimentato dal porto apuano nel 2010 è stato di circa 1,3 milione di tonnellate, per un incidenza del 38,8 per cento sul totale delle movimentazioni portuali; in valore assoluto solo il 2009, con 1,1 milioni di prodotti lapidei movimentati, ha ottenuto negli ultimi decenni un valore cosÏ basso (elaborazioni proprie su dati Porto di Carrara). Movimentazioni Porto Marina di Carrara ANNO

IMBARCHI

SBARCHI

TOTALE

Valori in tonnellate

PRODOTTI LAPIDEI Valori

Incidenza

1989

1.156.206

1.852.891

3.009.097

1.759.539

58,5

1990

1.024.337

1.939.898

2.964.235

1.838.502

62

1991

901.762

1.720.834

2.622.596

1.859.192

70,9

1992

889.887

1.505.926

2.395.813

1.619.935

67,6

1993

1.078.440

1.534.464

2.612.904

1.890.850

72,4

1994

1.262.888

1.521.235

2.784.123

2.185.106

78,5

1995

1.266.378

1.944.926

3.211.304

2.600.831

81

1996

1.211.037

1.712.086

2.923.123

2.442.737

83,6

1997

1.136.931

1.876.880

3.013.811

2.553.590

84,7

1998

1.329.550

1.827.158

3.156.708

2.548.577

80,7

1999

1.377.899

1.681.871

3.059.770

2.405.925

78,6

2000

1.558.643

1.824.887

3.383.530

2.693.611

79,6

2001

1.480.041

1.675.241

3.155.282

2.417.239

76,6

2002

1.516.143

1.755.673

3.271.816

2.536.406

77,5

2003

1.208.472

1.851.549

3.060.021

2.304.512

75,3

2004

1.094.756

1.937.724

3.032.480

2.183.357

72

2005

1.258.703

1.803.033

3.061.736

2.296.647

75

2006

1.295.471

1.974.392

3.269.863

2.405.726

73,6

2007

1.134.459

1.765.834

2.900.293

2.208.029

76,1

2008

1.102.591

1.467.616

2.570.207

1.841.718

71,6

2009

1.080.118

946.738

2.026.856

1.147.131

56,6

2010

1.526.602

1.815.228

3.341.830

1.297.548

38,8

Fonte: Elaborazioni proprie su dati Porto Spa


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XXII Rapporto Marmo e Pietre nel Mondo 2011

I granulati Altro comparto degno di attenzione e che molto ha influito sull’evolversi del settore negli ultimi decenni è quello riferito alla produzione di granulati. Il comparto in forte espansione negli anni ’90 e primi anni 2000 sembrerebbe subire nell’ultimo periodo una contrazione dei livelli produttivi, a causa soprattutto di una azienda del settore che ha preferito diversificare la propria attività puntato su altri mercati ed approvvigionamenti, preferendo ai bacini marmiferi locali quelli di altre località, in primis la Turchia. Tendenzialmente l’ascesa della produzione di granulati, salve alcune annualità, è costante fino all’anno 2006, nel quale si arriva a sfiorare circa 1 milione di tonnellate di prodotto esportato. Da quel momento, anche per i motivi sopra esposti, la produzione cala toccando il punto più basso nel corso del 2009 con 450mila tonnellate di prodotto esportato. Nel 2010 la congiuntura offre spunti di ripresa registrando un incremento nell’ordine del +31 per cento per un totale di esportato pari a circa 592mila tonnellate (elaborazioni IMM su dati Istat). La quantità odierna, seppur in diminuzione del -39 per cento rispetto al 2005 e del -35 per cento rispetto all’anno 2000, rappresenta ancora una quota significativa di materiale rappresentando il 35 per cento del totale della produzione lapidea esportata dal distretto, nell’anno 2000 era il 41 per cento e nel 2005 il 51 per cento. Un altro indicatore del commercio dei granulati ci è offerto dalle dinamiche portuali. Nel 2010 le tonnellate di granulati e scaglie imbarcate sono state 240.972, ancora in leggera diminuzione rispetto al 2009, meno 0,9 per cento, ma con una tendenza che verosimilmente sembrerebbe stabilizzare le fluttuazioni di questo comparto. La forte diminuzione delle quantità esportate sono da imputarsi al fatto, come sopra già evidenziato, che la multinazionale che operava sul territorio ha preferito spostare la propria attività in Turchia. La perdita ha iniziato a verificarsi nell’anno 2007, a fronte comunque di un 2006 che aveva rappresentato il massimo storico con 750mila tonnellate di granulati e scaglie imbarcate; alla leggera perdita del 2007 si era succeduta la fortissima contrazione dell’anno seguente, quando si erano raggiunte le circa 380mila tonnellate di merce imbarcata, pari ad una diminuzione nell’arco di un solo anno superiore alle 200mila tonnellate. Una contrazione che è proseguita fino all’ultimo anno nel quale le circa 241mila tonnellate di granulati e scaglie movimentate sono lontanissime dal massimo valore raggiunto nel 2006 e testimoniano una perdita nell’ordine delle 509mila tonnellate e pertanto un netto ridimensionamento di tale attività nel territorio apuano.

I primi mesi del 2011 Secondo i dati Istat continuano nel primo trimestre dell’anno 2011 le abbastanza soddisfacenti tendenze che si erano registrate nel corso dell’anno 2010 e che si mostravano come una sorta di ripresa delle vendite all’estero di lapideo da parte del distretto apuano dopo la crisi del bien-


XXII World Marble and Stones Report 2011

291

nio 2008-2009. Una ripresa che comunque riguardava esclusivamente le vendite di materiale lavorato, la componente che maggiormente negli ultimi periodi aveva risentito delle criticità dei mercati e aveva subito le maggiori ripercussioni economiche dovute alla crisi, mentre l’altro comparto, quello del marmo grezzo, non solo non aveva risentito della crisi internazionale ma aveva ottenuto all’opposto ottime performances che sembrano proseguire anche nei primi mesi dell’anno in corso. Il distretto apuano ha esportato materiale lapideo grezzo per un valore di circa 37 milioni di euro, un dato in crescita del 12 per cento rispetto al primo trimestre dell’anno 2010; un valore maggiore di circa 4 milioni di euro nel raffronto con il 2010 e addirittura di 11 milioni rispetto ai primi tre mesi del 2009. Si confermano pertanto le favorevoli condizioni che caratterizzano le vendite della materia prima apuana i cui mercati prevalenti di destinazione permangono la Cina (20%), Algeria (13%), India (13%), Libia (7%), Arabia Saudita (6%), Tunisia (6%), etc. In questi primi mesi non si sono ancora avvertite le ripercussioni della problematica situazione dell’area del Mediterraneo, in particolare della Libia, difficoltà che certamente verranno riscontrate nei consuntivi dei mesi successivi. Stazionarie sono invece risultate le importazioni di materiale grezzo, soprattutto granito, in linea con quanto avvenuto nel 2010 (+0,3%) e leggermente superiori anche nel raffronto con i primi tre mesi del 2009, quando invece la crisi colpiva fortemente il comparto dei materiali silicei registrando una forte contrazione, circa 10 milioni di euro, delle importazioni rispetto ai primi mesi del 2008. Il principale mercato di approvvigionamento resta il Brasile, seguito dalla sorpresa Bulgaria e dall’Iran. Trova conferma, e questo è il dato maggiormente interessante, la ripresa delle vendite all’estero di materiale lapideo lavorato. Il comprensorio locale ha registrato nel corso del primo trimestre dell’anno vendite per un valore di circa 83 milioni di euro, in aumento del 19 per cento rispetto allo stesso periodo del 2010, più 13 milioni. Nei primi tre mesi del 2010 il risultato era stato negativo rispetto ai primi tre mesi del 2009, meno 7 milioni circa di euro, compensato nei mesi successivi che avevano portato ad ottenere un consuntivo annuale all’incirca del +9 per cento, in valore assoluto un saldo di 30 milioni di euro. Nelle variazioni trimestrali si osserva che pur non raggiungendo ancora i valori pre-crisi l’interscambio di lavorati sembrerebbe aver imboccato una sorta di ripresa produttiva dovuta essenzialmente alla ripresa degli investimenti in costruzioni nei mercati di riferimento principali per le nostre imprese che permangono ancora quelli del Nord America, Stati Uniti (25%) e Canada (5%), e quelli del Medio Oriente, Arabia Saudita (8%), Emirati (6%) e Qatar (6%), e per quanto concerne i mercati dell’Europa segnali incoraggianti provengono dalla Francia (6%) e dal Regno Unito (5%).



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