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Il Magazine dei farmacisti al servizio dei cittadini Periodico di informazione a cura dei Farmacisti Associati Anno 6 / n. 1 / Aprile 2013
Stop all’osteoporosi I consigli per curarla e nelle farmacie Farmapiù il semplice esame per valutare la salute delle ossa
all’interno pag. 3 e 5
Osteoporosi l’esperto risponde - il test per scoprirla
pag. 8
Piaghe da decubito i rimedi e la prevenzione
pag. 19
La stevia più buona e meno dannosa dello zucchero www.farmapiu.net
Osteoporosi, l’esame agli ultrasuoni per scoprirla
di Ernesto Straziota
Meno di dieci minuti per diagnosticarla con l’analisi del calcagno
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icordate la famosa pubblicità dello yogurt della Danone con l’attrice Stefania Sandrelli che recita “Danaos più calcio per le tue ossa”? Davvero basta un vasetto al giorno di questo yogurt per assumere il 50% del calcio quotidiano raccomandato? O, ancora, è vero che per garantire la salute delle nostre ossa è bene assumere un integratore specifico di Calcio e vitamina D? Sin da piccoli ci hanno insegnato che il Calcio fa bene alle ossa ma da solo non basta ad assicurare uno scheletro sano. Fattori importanti sono una alimentazione equilibrata con un giusto apporto di proteine, calcio, fibre e sodio. Inoltre bisogna bere 2 litri di acqua al giorno e associare un sano stile di vita (niente fumo ed eccessivo uso di alcool) con regolare attività fisica e adeguata esposizione al sole che assicura la sintesi cutanea della vitamina D. Tuttavia una fisiologica perdita della massa ossea si verifica già dopo i 35 anni, aggravata dai cambiamenti ormonali che si verificano con l’avanzare dell’età (menopausa) e da altre concause legate ad varie problematiche come l’ipertiroidismo o l’assunzione prolungata di farmaci cortisonici. Tutto ciò indebolisce le ossa e in alcuni soggetti porta all’osteoporosi, patologia difficile da riconoscere fino al verificarsi delle prime fratture. Chi è affetto da questa “malattia” ha le ossa molto fragili e piccoli traumi come una semplice caduta potrebbero provocare fratture importanti che interessano soprattutto polso, vertebre e femore. È una malattia fortemente invalidante ed è importante conoscere la soglia di frattura delle ossa perché una volta raggiunto e superato il valore limite le terapie che riducono l’impoverimento della massa ossea non saranno più sufficienti e diventerà necessaria anche l’applicazione di misure che stimolino la formazione di osso. Per riconoscere la condizione di rischio da oggi è possibile verificare la robustezza e lo stato di
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salute delle proprie ossa con un semplice esame in farmacia. In tutte le farmacie della Rete Farmapiù è disponibile l’Achilles Insight, uno dei più moderni densitometri ossei ad ultrasuoni che, attraverso lo studio del calcagno, consente in meno di dieci minuti di avere una risposta computerizzata precisa e molto attendibile. Si tratta di una metodologia non invasiva, semplice e assolutamente indolore, quindi sicuramente indicata per un primo screening della popolazione, per prevenire complicanze serie perché l’osteoporosi è una malattia molto più diffusa di quel che si pensa e la prevenzione è senz’altro l’aspetto più importante nella lotta a questa patologia. Se vi riconoscete nella categoria di soggetti a rischio di osteoporosi esaminando i fattori indicati in tabella, non resta che mettersi alla ricerca della più vicina farmacia FarmaPiù e prenotare la visita.
Fattori di rischio per osteoporosi • Ipogonadismo (ridotta attività delle ghiandole sessuali: riguarda sia i maschi che le femmine)
• Alterazioni ormonali • Diabete • Menopausa precoce o prematura • Lunghi periodi di amenorrea (mancanza delle mestruazioni)
• Magrezza • Ipertiroidismo • Eccessivo uso di alcool • Tabagismo • Vita sedentaria • Lunghi periodi di immobilizzazione • Alimentazione non equilibrata • Ereditarietà • Uso prolungato di cortisonico • Malattie croniche gastrointestinali 3
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Osteoporosi, per prevenirla più sport e meno fumo
di Francesco Iato
I consigli dell’esperto, il dottor Nicola Petruzzellis dell’ospedale Miulli
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econdo un’autorevole rivista scientifica inglese l’osteoporosi è una “non malattia”. Una patologia diffusa, ma spesso difficile da riconoscere. Per questo abbiamo chiesto il parere di un esperto, il dottor Nicola Petruzzellis, primario del reparto di Ortopedia dell’Ospedale Generale Regionale “F. Miulli” ad Acquaviva delle Fonti (Bari). Dottore, ma cos’è esattamente l’osteoporosi? “È una malattia sistemica dello scheletro caratterizzata da riduzione della massa ossea e della microarchitettura, ciò comporta una minore resistenza meccanica e quindi la predisposizione alle fratture, anche per traumi minini”. Come si sviluppa? “Diciamo che il tessuto osseo è in continua evoluzione nella nostra vita per alternanza di processi osteoformativi ed osteodistruttivi, cioè di formazione e distruzione. Fino ai vent’anni prevale la formazione poi assistiamo ad un periodo di equilibrio mentre dai 60 anni in poi inizia la fase in cui prevale il processo distruttivo”. Quali sono i fattori che incidono? “Nell’evoluzione osteodistruttiva hanno un peso il sesso, le abitudini di vita, il tabagismo, i dismetabolismi”. Quando una persona sana finisce nel tunnel della malattia? “La normale evoluzione dei processi osteoformativi e osteodistruttivi con la prevalenza di quest’ultimi della età avanzata, è un processo fisiologico, che diventa una malattia allorquando si manifestino le conseguenze come le fratture per traumi modesti, le deformità vertebrali e dolori diffusi a livello scheletrico”. Come si può prevenire? “Innanzitutto curare i fattori di rischio: tabagismo e disendocrinie. Poi è bene eseguire giornalmente esercizi ginnici di mobilizzazio-
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ne delle articolazioni e di bonificazione muscolare per un maggior equilibrio dinamico”. È vero che l’osteoporosi può colpire anche soggetti giovani? “Sì, può accadere, ma bisogna fare una distinzione. Il soggetto giovane può essere affetto da un’osteoporosi che non ha le caratteristiche patogenetiche dell’osteoporosi post menopausa e senile. In questo caso ci troviamo di fronte ad un disturbo della struttura proteica del tessuto osseo legato a patologia acquisite o congenite che viene definita come osteomalacia (osteomalacia renale, dell’emofilico)”. Dottore, che tipo di incidenza ha l’osteoporosi sul nostro territorio regionale? “È in linea col resto delle regioni italiane e meridionali. In particolare registriamo deformità rachidee (Cjfosi da crolli osteoporitici), le fratture del collo del femore, le fratture spontanee del bacino. La malattia osteoporotica tuttavia è in crescendo in quanto l’età media dei pazienti è notevolmente aumentata”. Cosa consiglia ad un malato di osteoporosi e quali sono i centri di eccellenza in Puglia? “Sicuramente mantenere l’efficienza muscolare con esercizi ginnici giornalieri anche all’aria aperta. La cura dei fattori di rischio (tabagismo, dimetabolismi, obesità, alcolismo), controlli clinici e strumentali periodici (densitometrici, rx grafici) che consentano di monitore l’evoluzione. E ancora terapie farmacologiche adeguate secondo il giudizio dello specialista. Lo studio dell’osteoporosi ha ormai coinvolto tutti i Centri Reumatologici e Geriatrici presenti nelle strutture sanitarie pugliesi. Ai Centri Ortopedici, infine, il compito di curare le fratture e le deformità.
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Basta col mal di schiena La prevenzione parte dal riposo notturno e dal materasso
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on è una vita facile quella della nostra colonna vertebrale: reggere l’intero peso corporeo, adattarsi a posizioni non sempre comode e confortevoli e assorbire i microtraumi a cui siamo esposti nell’arco della giornata. E al suo benessere chi ci pensa? Per proteggerla e prevenire l’insorgenza di problematiche degenerative a suo carico, è necessario assicurarle un giusto e corretto riposo durante le ore notturne. Il mal di schiena, infatti, non è legato soltanto a traumi e a posizioni inadatte assunte durante il giorno mentre siamo a casa, in ufficio o in auto, ma anche a posture scorrette che assumiamo quando dormiamo. Il mal di schiena è solo una delle tante problematiche associate ad abitudini posturali scorrette nelle ore di riposo. Altre possibili conseguenze sono disturbi alle articolazioni, alla cervicale, al tunnel carpale, tendiniti e infiammazioni muscolari, oltre a tutti gli effetti sul piano psicologico di un cattivo riposo quali irritabilità, ansia, stanchezza generalizzata, senso di spossatezza, difficoltà di attenzione e concentrazione, ecc. Dormire bene è un bisogno vitale per ognuno di noi, è ciò che ci dà l’energia per affrontare la giornata, ciò da cui dipende il nostro benessere psico-fisico. La scelta di un buon sistema di riposo è fondamentale per assicurare un buon riposo e prevenire molte problematiche associate al sonno. Recenti studi hanno dimostrato che un materasso troppo rigido (erroneamente chiamato ortopedico) accentua le curve naturali del corpo inducendoci ad assumere posture scorrette, provocando contrazioni muscolari e dolori diffusi, come potete osservare nell’immagine che segue.
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di Piero Napoletano
Uno troppo morbido, invece, impedisce alla colonna vertebrale il suo naturale allineamento, costringendo la muscolatura ad assumere curvature innaturali e posture in cui i carichi sono mal distribuiti.
Come può un sistema di riposo prevenire o attenuare il mal di schiena? Per un riposo efficace, il materasso deve essere anatomico ossia garantire l’allineamento corretto della colonna vertebrale, assorbendo le sporgenze (come spalla e bacino) e sostenendo l’arco lombare, in modo da ottenere il rilassamento muscolare e la riduzione del carico sui dischi vertebrali. Per ottimizzare la qualità del nostro riposo occorre che a un buon materasso siano associati una doga in legno anatomica e dei guanciali specifici.
Ulteriori consigli La posizione fetale (adagiato sul fianco con le gambe leggermente piegate) e quella supina con un cuscino in mezzo alle gambe sono le più indicate perché favoriscono l’allineamento della colonna vertebrale e il rilassamento dei muscoli.
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Le piaghe dei pazienti allettati, cure e prevenzione I consigli giusti per familiari, badanti e infermieri
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e piaghe o ulcere da decubito (del malato allettato) sono parti di pelle danneggiate da una pressione protratta che interrompe il flusso sanguigno diretto verso una zona dell’organismo. I pazienti a rischio sono quelli costretti a letto per gravi malattie, lesioni o fratture, la più comune è quella del femore. Ma vanno incontro al disturbo i malati dopo un’anestesia, un ricovero prolungato, chi usa la sedia a rotelle o non è in grado di cambiare posizione da solo. Le piaghe da decubito possono essere classificate in quattro stadi a seconda della loro gravità e riguardano: il bacino (osso sacro e natiche), scapole e zona intorno alla colonna vertebrale, nuca e margini delle orecchie, retro delle braccia e delle gambe, delle caviglie e dei talloni.
Prevenzione Le piaghe sono più facili da prevenire che da curare. Esse si possono formare anche se il paziente è assistito scrupolosamente. Persino la cura più
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di Fedele Natuzzi
attenta non è sempre in grado di prevenire le infezioni della pelle, dei muscoli. L’osservazione quotidiana alla ricerca di segni da decubito sono una misura di prevenzione fondamentale. Può farla il paziente, ma soprattutto devono farla i familiari e l’assistente infermiere. Il primo passo è quello di consultare il medico o il farmacista e l’infermiere per elaborare un piano d’azione da girare ai badanti dell’allettato. In un soggetto bloccato a letto, fate attenzione soprattutto al bacino, alla colonna vertebrale e ai talloni. Se è sulla sedia a rotelle, invece, verificate le piaghe in corrispondenza dell’osso sacro.
Cura e terapia La terapia delle piaghe da decubito è impegnativa e la guarigione non è mai perfetta. La maggior parte delle piaghe al primo e al secondo stadio guarisce entro alcune settimane. Per le piaghe più gravi può rivelarsi necessario l’intervento chirurgico. Chiamate il medico se notate una qualsiasi ferita aperta. Consultare uno specialista in caso di febbre, comparsa di pus con cattivo odore ed aumento della temperatura e del rossore nella pelle circostante. Per la cura: • Cambiare spesso posizione: ogni 15 minuti circa se sulla sedia a rotelle e almeno una volta ogni due ore se a letto. • Usare speciali cuscini, materassi e letti in grado di alleviare la pressione e proteggere le zone vulnerabili alle lesioni. Per le sedie a rotelle è da scegliere rivestimenti di lattice, ad aria o ad acqua; evitare i cuscini e le sedute in gomma, che comprimono la pelle. Materassi gonfiabili o a flusso di aria risultano utili in situazioni difficili.
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• La detersione è essenziale per prevenire le infezioni. Lavate delicatamente con acqua e sapone non aggressivo, asciugate con attenzione tamponando senza strofinare e applicate una protezione apposita (spray, paste e creme). Le ferite aperte devono essere pulite con una soluzione fisiologica ad ogni cambio. Evitare gli antisettici come acqua ossigenata e tintura di iodio. • Controllare l’incontinenza usando i pannoloni o farmaci. • Rimuovere il tessuto “morto” o infetto secondo modalità prescritte dal medico. • Medicazioni. Sono disponibili diversi tipi di medicazioni e bendaggi: la scelta dipende dallo stadio in cui si trova la lesione. L’approccio è quello di tenere la lesione idratata e la pelle intorno ad essa asciutta. Per le piaghe al primo stadio si usano gli spray antimicrobici e potrebbe non necessitare alcuna medicazione; le lesioni contaminate possono anche essere curate con una pomata antibiotica per uso topico. Le piaghe al secondo stadio vengono curate di solito con gli idrocolloidi, medicazioni avanzate semipermeabili che trattengono l’umidità e facilitano il rinnovamento cellulare.
Consigli per la famiglia Per molti aspetti della vita quotidiana l’anziano può aver bisogno di assistenza, ma deve intraprendere alcune importanti misure preventive, tra cui: • Smettere di fumare. L’uso del tabacco danneggia la pelle e rallenta il processo di guarigione delle lesioni. • Fare esercizio fisico. L’esercizio fisico quotidiano migliora la circolazione, aiuta a formare il tessuto muscolare, stimola l’appetito e rafforza tutto l’organismo. Il fisioterapista potrà consigliarvi un programma su misura. • Farsi aiutare. Il benessere fisico ed emotivo dipende anche dalla presenza di un sistema di supporto efficace. Non abbiate paura di chiedere aiuto per i normali compiti quotidiani. Se un vostro famigliare è ricoverato (ospedale/ casa di riposo) controllate le sue condizioni della pelle, il peso e lo stato di salute tutte le volte che andate a trovarlo. Se notate qualsiasi segno di piaghe da decubito avvisate immediatamente gli infermieri e il medico competente.
Freddo e geloni, difendiamo mani e viso Rimedi naturali, consigli e creme giuste Il viso e le mani sono le parti del corpo più esposte alle aggressioni esterne e pertanto vanno adeguatamente curate e protette. L’inverno con le sue intemperie, pioggia, vento, freddo, mette a dura prova la nostra pelle rendendola estremamente sofferente. I geloni sono l’espressione più comune di questa sofferenza; derivano da disturbi circolatori (infatti più frequenti nei soggetti predisposti) e sono accentuati dagli sbalzi termici. Il passaggio improvviso dal caldo al freddo e viceversa provoca shock dei vasi capillari con conseguente arrossamento della cute, gonfiore, prurito e dolore. I geloni possono manifestarsi a livello di mani, pieAnno 6 / n. 1 / Aprile 2013
di, orecchie, ginocchia e glutei. Le mani in particolare appaiono secche, screpolate, in molti casi gonfie e di colore rosso violaceo, la pelle ispessita. Come ovviare a questo antipatico oltre che antiestetico disturbo? Innanzitutto trattiamo bene le nostre mani lavandole con acqua tiepida e un detergente a ph neutro che garantisca una giusta idratazione; asciughiamole con cura senza lasciar traccia di bagnato soprattutto negli spazi tra le dita per evitare la formazione di piccole ragadi e proteggiamole con una buona crema idratante da applicare preferibilmente più volte al giorno. Anche la sera prima di dormire una buona abitudine sarebbe quella di news
di Anna Tanzi applicare la nostra crema idratante arricchita con un cucchiaio di olio d’oliva ed uno di succo di limone che contribuiranno a rendere la nostra pelle più liscia, morbida e levigata. Invece per alleviare il dolore e il bruciore delle nostre mani saranno utili creme a base di arnica, escina, calendula e ippocastano con azione antinfiammatoria, decongestionante, emolliente, lenitiva e protettiva dei vasi capillari. Anche una sana alimentazione ricca di betacaroteni, Vit E, Vit B, Vit C e zinco (spinaci, asparagi, carote, cavoli, broccoli, prezzemolo, peperoni) ci aiuterà a mantenere in forma i nostri vasi sanguigni e a combattere meglio le noie invernali!
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Parassitosi, l’incubo degli animali domestici
di Elisabetta Tricarico
Come curare l’inevitabile contagio dei nostri piccoli amici
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osì come scherzosamente un parassita è chi vive a spese di altri, i parassiti infestanti gli animali (o gli uomini) sono microrganismi che approfittano dell’organismo del loro ospite per vivere e riprodursi. I nostri amici a quattro zampe contraggono i cosiddetti vermi intestinali semplicemente leccando escrementi infetti di altri animali. I cuccioli inoltre, soprattutto se trovatelli, hanno spesso il pancino gonfio perché infettati dalle mamme sia per via transplacentare che durante l’allattamento. È quasi impossibile evitare che il proprio animale entri in contatto con questi parassiti, che, vivendo nell’intestino, possono causare vomito, diarrea sanguinolenta, anemia e rallentamento della crescita. Alcuni sono trasmissibili anche all’uomo, e ai bambini in particolare, quando portano le mani sporche alla bocca. Il trattamento delle parassitosi si effettua con antielmintici per via orale, specifici per un determinato parassita o in formulazioni polivalenti. Sarà il Veterinario, dopo un esame coprologico, a indicare il farmaco più adatto. Per i cani esistono forme in
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compresse o sciroppi (per i cuccioli). Un’unica somministrazione è sufficiente a uccidere sia le larve che i parassiti adulti. Essendo alcuni vermi trasmessi dalle mamme ai cuccioli, il trattamento si inizia nelle ultime fasi della gestazione e durante tutto il periodo dell’allattamento, e nei cuccioli a partire dalle due settimane di vita, secondo un programma concordato col Veterinario. Le compresse si somministrano direttamente in bocca o frantumate nel cibo, e non è necessario il digiuno. È opportuno distruggere le feci delle successive 24 ore. Nel caso di infestazione di Dipylidium (un tipo di Tenia) le pulci sono coinvolte nella trasmissione delle forme immature del parassita, quindi associare un buon trattamento repellente. Anche per i gatti esistono prodotti polivalenti in compresse o paste. La somministrazione è sempre direttamente in bocca o mescolati al cibo; un’alternativa è spalmare la pasta sulla zampa. Programmiamo per i nostri animali trattamenti periodici, circa ogni 6mesi. Abituiamoli a non leccare o ingerire ciò che trovano a terra, feci o carne cruda. Abituiamoci noi stessi a seguire basilari norme igieniche, non facendoci leccare mani e viso, lavandoci spesso le mani, e non permettiamo ai cuccioli di dormire nel nostro letto. Se volete approfondire le modalità di infestazione, vi consiglio due video pubblicati su YouTube, della durata di pochi minuti: http:// youtu.be/7A32QnmE3SQ e http://youtu.be/j8OA xfHPxY.
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Omeopatia, ottima contro stitichezza e diarrea La guida utile per utilizzare da soli i farmaci naturali
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l principio non è di facile comprensione. Combattere una sostanza dannosa per l’organismo iniettandola in dosi infinitesimali per farla scomparire. La medicina omeopatica si basa proprio su questo assunto. Per esempio la caffeina disturba il sonno di tante persone, ma la si impiegherà in dosi omeopatiche contro l’insonnia. I medicinali omeopatici possono essere assunti dai bambini anche molto piccoli, dagli adulti e dalle donne in gravidanza e allattamento, perché privi di effetti collaterali. Si assumono lontano dai pasti ed i più utilizzati sono in forma di granuli o gocce e la posologia è uguale per adulti e bambini: 5 granuli 3 volte al giorno o 10 gocce 3 volte al giorno. Nelle fasi acute è possibile assumere 5 granuli anche ogni mezz’ora fino a diradamento dei sintomi. Il nome del medicinale è seguito da un numero che indica il grado di diluizione, per esempio 9CH. Ecco un breve ma utile elenco di medicinali omeopatici che possono essere utilizzati in caso di disturbi dell’apparato gastrointestinale:
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Diarrea Arsenicum Album: utile in tutte le forme di diarrea con feci brucianti (l’arsenico è urticante). Per esempio il neonato che ha una scarica di diarrea e si irrita tutto il culetto e la diarrea peggiora tra l’una e le tre di notte. Chamomilla: utile nella diarrea provocata dallo spuntare dei dentini che di solito si manifesta tra le 21 e le 24. Argentum Nitricum: diarrea con impellenza evacuativa, per esempio prima di una prova, diarrea da ansia. Assumere la mattina della prova 5 granuli alla 30CH ogni due ore.
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di Fulvia Corvasce
Podophillum Peltatum: diarrea acuta in vacanza, detta “del turista”. Si manifesta al mattino verso le 4, si accompagna a rumori e movimenti intestinali, impellenza: assumere 3 granuli alla 9CH a scarica. In tutti i casi di diarrea è necessario assumere la China Rubra, medicinale omeopatico utile per una rapida ripresa dell’organismo fortemente debilitato dalla perdita di liquidi biologici (5 granuli alla 9CH 3volte al giorno per 1 settimana).
Stitichezza Alumina: è una stitichezza senza il bisogno di andare di corpo, non c’è stimolo, pareti intestinali senza tono, l’intestino è come paralizzato, l’ano può essere irritato e sanguinare dopo avere evacuato. Assumere alumina alla 5CH, 4 granuli al giorno se necessario per alcuni mesi. Plumbum: è una stitichezza dolorosa, c’è lo stimolo ma non si riesce ad evacuare, assumere plumbum alla 5CH, 4 granuli al giorno fino a risoluzione.
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ECOMER
Olio purificato di fegato di squalo (Alchilgliceroli)
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olio di fegato di squalo è un rimedio naturale dalle sorprendenti proprietà e per questo è anche denominato “oro marino”. Nel corso dei secoli è stato impiegato dalle popolazioni costiere come medicina da impiegare in caso d’immunodeficienze, infezioni, allergie, per migliorare la rimarginazione delle ferite e come ricostituente. L’olio di fegato di squalo era anche utilizzato come alimento per favorire una rapida riabilitazione fisica e riacquistare le forze. Le moderne ricerche hanno confermato le straordinarie qualità di quest’alimento. Lo squalo è conosciuto come l’animale più sano, estremamente resistente al cancro e ad altre malattie, ed è insuperato in quanto a vigore e forza fisica da oltre 350 milioni di anni, nel 1922 gli scienziati isolarono un componente terapeuticamente attivo, gli Alchilgliceroli, presenti in abbondanza nel loro fegato. La ricerca attribuisce agli Alchilgliceroli le propietà di resistenza e vigore degli squali. Quando uno squalo muore, ci dicono i biologi, è solo per “vecchiaia “. Anche nell’uomo sono contenuti gli Alchilgliceroli, presenti soprattutto nel latte materno i quali danno ai bambini una protezione naturale dalle infezioni, come è
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pure di aiuto per lo sviluppo del sistema immunitario. Nell’olio di fegato di squalo, gli Alchilgliceroli sono presenti 1000 volte di più che nel latte materno, e gli adulti hanno bisogno, in proporzione, di alte dosi di Alchilgliceroli rispetto ai bambini per continuare a sostenere e ad accrescere le difese immunitarie. Quando cominciamo ad invecchiare, il nostro complesso sistema immunitario si deteriora a causa delle condizioni in cui viviamo: abitudini non salutari, un ambiente bombardato dall’inquinamento dell’aria, del suolo e dell’acqua. Il nostro cibo è pieno di conservanti, pesticidi ed insetticidi. I medicinali che dobbiamo assumere, da quelli che non necessitano di ricetta, agli antibiotici o di altro genere, tutti questi indeboliscono il nostro sistema immunitario. Esistono sostanze chimiche, nuove o vecchie ed introdotte ovunque, che il nostro corpo riesce a tollerare con grande difficoltà. Anche lo stress è un fattore importante. L’ECOMER (olio di fegato di squalo), che è solo “cibo “nel senso più stretto del termine senza effetti collaterali, è un supplemento nutritivo che contiene gli Alchilgliceroli in abbondanza, questi sono gli unici antiossidanti capaci di penetrare all’interno della cellula. La loro particolarità sta nell’efficacia con cui catturano ed espellono dall’organismo quei radicali liberi che sono già penetrati attraverso la membrana all’interno della cellula e possono pericolosamente causare lesioni a livello cellulare. Ad esempio, un’alterazione del DNA può scatenare l’inizio di un cancro. Gli alchilgliceroli esercitano un’influenza diretta sui macrofagi, aumentando la secrezione di più di 50 fattori di immunità, fra cui un posto importante occupano le interleuchine; ad essere stimolati sono anche i linfociti T-killer che hanno la funzione di distruggere i virus.
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Presto sarà pronta la ricetta elettronica Il ministero della Salute diffonde le nuove regole sui principi attivi di Francesco Iato
L’ECOMER (olio di fegato di squalo) è un prodotto assolutamente naturale ricavato dal fegato di squali di alta profondità e purificato. La specie che ne rappresenta la fonte principale è il cosiddetto squalo della Groenlandia, anche conosciuto come lo «squalo dormiente» o Somniosus microcephalus. Questa popolazione di squali è particolarmente sana e abbondante e non è affatto minacciata dalla pesca in profondità. Il fegato di questi animali corrisponde a circa 1/3 della dimensione e del peso dell’intero animale e può fornire fino a 220 Kg di olio, con un contenuto di Alchilgliceroli superiore al 30%.
Impiego L’integratore ECOMER (Olio di Fegato di Squalo) ha le seguenti finalità: • rafforzamento del sistema immunitario; • prevenzione delle malattie allergiche; • prevenzione della riduzione della vista; • fase di ripresa dopo una convalescenza o un periodo di forte stress; • prevenzione di disturbi legati ai fattori inquinanti. Gli effetti collaterali sono praticamente nulli e possono essere somministrati anche in concomitanza con altre terapie. Anno 6 / n. 1 / Aprile 2013
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Sono arrivate le nuove istruzioni per la prescrizione attraverso la ricetta elettronica del principio attivo, e le nuove funzionalita’ saranno attive dal 15 marzo. Sul Portale della Tessera Sanitaria (www.sistemats. it) è stato pubblicato il documento aggiornato delle Linee guida per l’adeguamento delle procedure informatiche della ricetta elettronica dopo l’entrata in vigore dell’obbligo di indicazione del principio attivo nella ricetta del Servizio sanitario nazionale, introdotto con la legge sulla spending review. Il documento fornisce le nuove indicazioni per l’adeguamento dei sistemi informatici da parte dei medici, delle farmacie e delle Regioni autorizzate, ai fini della compilazione della ricetta online e della trasmissione dei relativi dati. Il testo, spiega il ministero, è stato elaborato tenendo conto del lavoro del Tavolo tecnico istituito presso il Ministero della Salute, con il supporto del Ministero dell’Economia e delle finanze, che gestisce il sistema Tessera Sanitaria, e della Sogei. Le nuove funzionalità saranno rese disponibili dal sistema Tessera Sanitaria dal 15 marzo 2013, anche per l’applicazione ‘’ricetta web’’. In attesa che vengano adeguati tutti i sistemi informatici, a partire da quella data un apposito messaggio segnalerà l’eventuale incongruenza qualora gli invii dei dati da parte dei medici e farmacisti non siano rispondenti alle modalità indicate nelle Linee guida. Ciò in ogni caso non precluderà l’acquisizione delle ricette al sistema TS. Il Ministero della Salute e il Ministero dell’Economia e delle finanze procederanno a monitoraggi periodici, al fine di rilevare il graduale adeguamento dei sistemi informatici da parte dei prescrittori ed erogatori alle procedure contenute nelle Linee guida.
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Ciclo, il decalogo anti dolore Medicinali e rimedi naturali per alleviare la sindrome pre-mestruale
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l ciclo mestruale è una sequenza di cambiamenti fisiologici, periodici, a cui la donna va incontro dalla pubertà alla menopausa. Sono processi legati alla produzione ciclica di ormoni, regolata da diverse strutture recettoriali collegate tra loro come il S.N.C., l’Ipotalamo, l’Ipofisi e l’Ovaio. Il ciclo mestruale si divide in: • Fase mestruale compare il flusso mestruale e dura mediamente tra 1 e 5 giorni. • Fase follicolare o proliferativa Il follicolo matura grazie ad un progressivo aumento degli estrogeni ed ha una durata di circa 10-12 giorni. • Fase ovulatoria avviene lo scoppio del follicolo e la liberazione dell’ovulo maturo pronto per essere fecondato. • Fase luteinica o secretiva caratterizzata dalla produzione di progesterone ad opera del corpo luteo, e che ha una durata che va dai 12 ai 16 giorni.
La durata varia ma richiede dai 25 ai 35 giorni. Il ciclo mestruale è spesso preceduto dalla cosiddetta “sindrome premestruale” ricca di fastidi e disagi, tra cui: ansia, irritabilità, tristezza, mastodinia, mal di testa, ritenzione idrica e aumento dell’appetito. Per fortuna le soluzioni naturali per riportare armonia e benessere in quei giorni esistono e vaidissime. Anno 6 / n. 1 / Aprile 2013
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di Giovanni Matarese
Un rimedio naturale ed efficace è l’Agnocasto. L’agnocasto contiene fitoestrogeni particolarmente efficaci come gli antiestrogenici. Questa pianta ristabilisce i normali livelli di prolattina e contribuisce a mantenere in equilibrio estrogeni e progesterone. L’agnocasto riduce, quindi, la sintomatologia della fase premestruale e il dolore alla mammella. Inoltre è utile nella regolazione Agnocasto (Vitex agnus castus del ciclo e per alleviare le L), pianta arbustiva perenne alterazioni dell’umore e che cresce spontanea nei l’aggressività. Paesi dell’Europa meridionale, Altri rimedi utili sono i tra cui l’Italia Fans come l’ibuprofene e la pillola contraccettiva, farmaci ben tollerati ma non privi di effetti collaterali. Vi sono poi una serie di regole da seguire: limitare il sale che favorisce la ritenzione idrica e i cibi grassi (burro e maionese). No a bevande con caffeina (caffè, thè, coca cola) che favoriscono la tensione al seno, l’irritabilità e gli sbalzi di umore. Bere, invece, 2-3 volte al giorno tisane calde a base di erbe. Si a frutta e pesce e alimenti ricchi di carboidrati complessi che aiutano a mantenere costante i livelli di zucchero nel sangue (cereali, riso, pasta, pane, legumi e patate). Si ai latticini, ma con latte parzialmente scremato e yogurt. Infine preferire spinaci, vegetali e carciofi ricchi di magnesio. L’ultimo consiglio riguarda l’attività fisica ottima per il rilascio di endorfine, sostanze naturali antidolorifiche che calano durante la fase premestruale.
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Dieta mediterranea, l’alleato della salute
di Pina Laddaga
I segreti e le regole dell’antica ricetta italiana
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la dieta l’assillo principale dei nostri tempi. Perdere peso e apparire in forma sono gli obblighi imposti ad ogni età, senza distinzioni tra sessi e condizione sociale. Le riviste pullulano di rimedi e vademecum buoni per ogni stagione. A tratti sembra una vera e propria “moda”. Ma come districarsi tra mille consigli? Non è sempre agevole visto che alla parola dieta si associa un’immagine negativa, la limitazione dei piaceri della tavola. Recentemente le più gettonate sono la dieta iperproteica, la dissociata, la low carb o l’antica mediterranea. Ma a guardar bene la parola dieta deriva dal greco diaita, ovvero “vita”, “stile di vita”, o “modo di vivere”. E se dovessimo scegliere quella più rispondente all’origine del termine certamente la risposta è la dieta mediterranea. Un modo di vivere in cui il cibo diventa un potente farmaco in grado di interagire con importanti sistemi ormonali del nostro organismo. Mangiare bene, dunque, significa vivere in salute. Tra i pregi della mediterranea c’è il basso indice glicemico (pochi zuccheri) che mantiene costante il livello di insulina. Si basa su un taglio delle calorie, la suddivisione scientifica dei pasti durante la giornata, l’integrazione di acidi grassi omega 3 e una moderata
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ma regolare attività fisica. Nel 2010 l’Unesco l’ha eletta patrimonio immateriale dell’umanità riconoscendola in tutto il mondo. Pomodoro, mozzarella e basilico sono gli ingredienti più rinomati e apprezzati del mangiare italiano e l’olio extravergine d’oliva diventa un ottimo alleato per la salute. La nostra dieta riduce al minimo carni rosse, salumi e grassi animali, cereali raffinati, patate e dolci. Impone di moderare il consumo di latte e derivati, di alternare uova, pollo e pesce, di mangiare legumi e frutta secca ed “esagerare” con frutta fresca e verdure. Fondamentale è anche la crono endocrinologia, ossia il mangiare un determinato alimento nel momento giusto della giornata. Ad esempio va bene assumere i carboidrati a colazione. Essi vengono depositati o bruciati come glicogeno nel fegato e nei muscoli e forniscono l’energia sufficiente per affrontare la giornata. A cena, viceversa, producono fermentazioni intestinali e aumento dell’insulina. Il colesterolo assunto al mattino (le uova, ad esempio) impedisce l’ulteriore produzione da parte del fegato. A sera, invece, non fa danni perché si somma a quello sintetizzato dal fegato. Le proteine di qualsiasi tipo a pranzo sono più digeribili, mentre la sera è meglio il pesce. A cena dillo a FarmaPiù redazione@farmapiu.net
bisognerebbe, quindi, evitare carboidrati come pane, pasta, pizza, patate, dolci, formaggi, uova, carne rossa e salumi e privilegiare carni bianche, pesce e verdura. Occhio anche agli stili di comportamento a tavola. Vietato lavorare o guardare la tv in quanto l’attenzione non si concentra su ciò che si mangia finendo per assumere più calorie di quelle necessarie. E allora lasciamo che il cibo sia un occasione per ritrovarsi con famiglia, amici o colleghi. Per stare bene insieme agli altri e gustare i nostri prodotti, tutti, ovviamente, “made in Italy”.
Acufeni, come combattere i maledetti ronzii Dall’800 ad oggi non esistono terapie efficaci
I
l primo impatto coi cosiddetti “acufeni” risale al mio secondo anno di laurea, il primo di lavoro in una farmacia dell’Abruzzo. Ricordo perfettamente le grosse difficoltà ad interpretare il “caso” quando un paziente me lo sottopose in stretto vernacolo locale. Lo slang mi venne tradotto gentilmente dall’anziano magazziniere che si era fatto carico del mio deficit linguistico e in questo caso anche sostanziale. Il cliente, in pratica, mi implorava di “salvarlo” letteralmente da una fastidiosa e insistente orchestra che suonava nell’orecchio, una sinfonia tremenda in cui il ronzio di zanzara si univa ad un cicaleccio di migliaia di insetti. Mi sentì impotente di fronte a questa iattura insostenibile e l’unico consiglio fu di prenotare subito una visita da un otorino con la preghiera di ritornare per farmi sapere l’esito. Il cliente mi ascoltò e dopo il consulto con lo specialista mi riferì, sconsolato, che era affetto da acufeni. Una patologia senza scampo visto che non c’erano terapie adeguate. Non paga del referto approfondì il caso e scoprì che le suonerie indesiderate (ronzii, fischi, ecc) partivano dall’orecchio interno. Chi ne soffre, invece, è convinto che il suono persistente proviene dall’ambiente esterno. In effetti, e questo trova conferma anche oggi, il disturbo non è curabile con terapie e protocolli medici riconosciuti. Spesso è di natura psicosomatico e viene anche trattato con blandi sedativi nei casi più gravi. Ad ogni modo per prevenirlo si consiglia una corretta igiene dei condotti uditivi. Anno 6 / n. 1 / Aprile 2013
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di Rosa Giorgio
Negli ultimi anni anche l’uso di applicazioni appropriate con il laser ha dato buoni risultati. Inoltre è risultato efficace anche il trattamento con shock acustici che talvolta riescono a interrompere il problema. La malattia, del resto, era già nota e trattata all’inizio dell’800. In un testo di Otorino trovato nella biblioteca del mio bisnonno ho scoperto con sorpresa che, laser a parte, inimmaginabile all’epoca, i consigli e le considerazioni sugli acufeni non sono cambiati anche a distanza di oltre un secolo.
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Al posto dello zucchero la stevia
di Francesco Stilo
Le straordinarie qualità dell’antica erba latino-americana
L
a stevia è una pianta, originaria del Sud America, da cui si può estrarre un dolcificante del tutto naturale e senza calorie. Dalle foglie è estratto il rebaudioside A, un dolcificante naturale 300 volte più dolce del saccarosio. È un’alternativa naturale al saccarosio e con indice glicemico pari a zero (garantita senza zucchero e senza calorie). È adatta per i diabetici e per chi segue una dieta o semplicemente per chi vuol mettere la museruola allo zucchero. Della stevia possono essere utilizzate le foglie fresche (per esempio in una macedonia) o essiccate. Gli estratti, invece, servono per dolcificare bevande o nella preparazione di prodotti da forno e dolci vari con alcuni limiti (manca di volume e non caramella). La stevia ed i suoi derivati sono stati a lungo fuorilegge, per il sospetto che alcuni suoi costituenti fossero cancerogeni. La FAO e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, però, l’hanno escluso promuovendo la pianta come un’autentica sicurezza per la salute umana. E lo testimoniano quei popoli che l’hanno impiegata tradizionalmente per millenni. Eppure c’è grande difficoltà nella sua commercializzazione che necessita di lunghi e arzigogolati passaggi legislativi e burocratici nell’autorizzazione. Forse perché la stevia è uno sgradito concorrente commerciale dei dolcificanti sintetici e degli edulcoranti artificiali: aspartame, saccarina, acesulfame, spesso non privi di effetti nocivi gravi. La stevia, al contrario, è una delle migliori piante officinali esistente. Le foglie contengono glucosidi che la rendono un dolcificante con proteine, fibre, carboidrati, ferro, fosforo, calcio, sodio, potassio, magnesio, zinco, rutin (un flavonoide), vitamina A e C ed un olio che contiene a sua volta 53 elementi. Le produzioni sono valutate in base ad aroma, sapore, aspetto e potere dolcificante. Il gusto è unico e combina il dolce ad un leggero retrogusto di liquirizia. Può essere usata in foglie fresche, foglie in polvere (20/30 volte più dolci dello zucchero) estratto in polvere (2/300 volte più dolce dello
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zucchero) e concentrato liquido da estrazione acquosa e/o idroalcolica (circa 70 volte più dolce dello zucchero). L’utilizzo dell’erba è vario. Surrogato dello zucchero e dei dolcificanti artificiali, ma anche usata in vari prodotti alimentari. Grazie alla stevia si dolcificano caramelle, gomme da masticare, alimenti secchi e cereali, yogurt e gelati, the, dentifrici e collutori, ma quel che sorprende è l’uso negli alimenti salati, dove contribuisce ad attenuare il gusto del sale. Oltre che nell’industria alimentare, l’uso privilegiato è direttamente sulla tavola. Basta cospargere il cibo prescelto con le particelle della foglia che non si sciolgono e danno una sensazione di dolcezza più duratura ed intensa. Il tutto senza calorie e controindicazioni tanto che è consigliata per i diabetici, soggetti in soprappeso e bambini. La stevia, infatti, non alza l’indice glicemico ed è il miglior alleato dei programmi di dimagrimento. La sensazione di fame risulta ridotta quando vengono prese 10/15 gocce di concentrato 20 minuti prima dei pasti. La stevia, infine, inibisce lo sviluppo della placca, contribuendo, di fatto, a prevenire l’insorgenza di carie dentarie. A distanza di pochi anni da quando la pianta era stata considerata insicura e dagli effetti sconosciuti, i consumatori europei potranno oggi usufruire delle proprietà della stevia, trovando in commercio appositi prodotti dolcificati.
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Il distanziatore, che bella invenzione!
di Antonio Marco Masi
L’apparecchio che facilita l’inalazione dei farmaci a spray
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er migliorare l’efficacia terapeutica dei medicinali spray a spruzzo può risultare utilissimo il distanziatore. Un apparecchio fondamentale soprattutto nei pazienti asmatici e ancor di più nei bambini. Medici di famiglia e pediatri lo consigliano in numerosi casi visti i grandi riscontri ottenuti durante le terapie per inalazione. Ma vediamo come funziona e com’è fatto. Un distanziatore per inalatori spray pre dosati è essenzialmente una camera di materiale plastico (esistono diversi modelli in commercio), con una lunghezza e diametro variabili, dotata generalmente di un’apertura in cui inserire l’inalatore spray e di una seconda apertura su cui appoggiare la bocca.
Di seguito vi suggeriamo le operazioni da effettuare per utilizzarlo correttamente. 1. Per prima cosa prendere l’inalatore spray, rimuovere il cappuccio e scuotere la confezione. 2. Togliere il cappuccio dal distanziatore e inserirvi l’inalatore. 3. Tirare fuori l’aria e avvicinare il boccaglio del distanziatore alla bocca. 4. Ora effettuiamo il puff e respiriamo il contenuto del distanziatore per 5 secondi. 5. Passiamo a trattenere il respiro per 10 secondi ed espirare. Ove necessario l’operazione va ripetuta. Dopo aver finito ricordarsi di lavare l’apparecchio. Basta immergerlo per pochi minuti in acqua aggiungendo un po’ di amuchina.
Perché è utile? Il distanziatore migliora l’assorbimento del farmaco direttamente nei polmoni, evitando che il medicinale (usando la boccettina direttamente in bocca) urti contro il cavo orale lasciando in quel punto gran parte del medicinale e perdendo gli effetti benefici. Tra l’altro questo anomalo assorbimento viene captato dalla mucosa orale e riversato nel sangue causando diversi effetti collaterali. Va da sé che il distanziatore è un potente ottimizzatore del farmaco limitando al contempo tutte le conseguenze negative.
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Bellezze di Puglia
Daunia, l’incantevole Bovino Un viaggio mozzafiato tra storia, arte e cultura
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o scoperto la Daunia grazie alla nostra Farpas. L’acquisizione della società Vem, mi portò per la prima volta in vita mia in provincia di Foggia, a Lucera. La visita all’anfiteatro romano e agli imponenti resti del castello Federiciano, mi emozionarono profondamente e mi convinsi che per provare tali forti emozioni non era necessario affrontare grandi viaggi. Dietro l’angolo c’è questo spettacolare scrigno, un prezioso concentrato di storia, bellezza e natura. È la dolcezza del paesaggio dell’appennino dauno, il fascino e il mistero di quella terra e le storie dei briganti. Spicca, tra i tanti, nella Daunia, il comune di Bovino, di origini antichissime. Ricco di fascino e un’austera bellezza tutt’oggi splendidamente conservata. Bovino è al confine tra Puglia e Campania e nel corso dei secoli ha svolto un ruolo strategico nei collegamenti tra Adriatico e Tirreno. Tracce del suo illustre
Il Castello Ducale di Bovino dal sito www.viaggiareinpuglia.it
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passato si ammirano nel borgo antico più volte distrutto e ricostruito. Notiamo nelle strade tratti dell’antica pavimentazione romana, e un tratto di mura di cinta anch’esse di epoca romana, e nel locale Museo Civico ammiriamo steli antropomorfe, statuette di Ercole, e numerosi altri reperti che attestano le antichissime origini e l’importanza che il borgo ha avuto nell’antichità. Che meraviglia gli oltre 800 portali in pietra, opera di scalpellini locali che abbelliscono le facciate di altrettanti palazzetti cittadini, e le sette chiese una più antica dell’altra che sono un esempio di purissimo ed antichissimo stile romanico. Le più interessanti sono la cattedrale, risalente al 1200 e la chiesa di S. Marco, particolarmente interessante in quanto custodisce all’interno le tombe millenarie dei vescovi della ricchissima diocesi di Bovino. Ma è il castello l’autentica “perla”. Si staglia maestoso e imponente con la sua torre circolare Normanna, ingrandito da Federico II nel 1600 venne trasformato in abitazione gentilizia. La famiglia dei duchi di Guevara potentissima, vi ha abitato sino al 1961 quando fu ceduto alla diocesi di Bovino. Attraversando le sue sale immense, con madillo a FarmaPiù redazione@farmapiu.net
di Rosa Giorgio gnifici soffitti lignei a cassettoni dipinti, si ha subito la certezza che era una delle residenze nobiliari più ricche del Sud. Suoi ospiti illustri sono stati Torquato Tasso, Giovanbattista Marino, Papa Benedetto XII e Maria Teresa d’Austria. È entusiasmante aggirarsi a curiosare nelle immense sale, perfettamente conservate, attualmente sede di una preziosissima collezione di oggetti sacri in oro e gemme. Ma Bovino è anche artigianato locale e gastronomia. Famose le paste fatte in casa e il pane prodotto col famoso grano duro “senatore Cappelli” che meritano da soli una visita “golosa”. V’è da raccontare, inoltre, il capitolo sui briganti, cacciati solo dopo l’unità d’Italia. Fino alla fine dell’800 la cittadina era tristemente nota per l’assalto dei briganti. Le diligenze dell’epoca dovevano rallentare per superare le ripide gole di Bovino, passaggio obbligato tra Napoli e le Puglie. Zone regolarmente depredate con grandi rischi anche per i passeggeri. Ed in effetti sono testimone indiretta dei misfatti grazie ad un documento storico della mia famiglia. Un testamento olografo di un mio antenato che, costretto per i suoi studi di Medicina a recarsi spesso a Napoli, così recita: “queste le mie disposizioni testamentarie se non dovessi far ritorno vivo per colpa dei briganti di Bovino”.
La posta dei lettori Risponde la dr.ssa Ilaria Licciulli
i farmacisti il magazine de cittadini i de io iz al serv i lettori a iù: la post de .net dillo a FarmaP iu ap rm fa e@ redazion
Ciao, sono al settimo mese di gravidanza e mi hanno consigliato di tenere già pronta la valigia da portare in ospedale. Sono alla mia prima esperienza e temo di dimenticare qualcosa di importante: oltre ai soliti effetti personali, biancheria ecc... cosa devo mettere nel borsone? Anna.
mento, rende morbida ed elastica la cute del seno, proteggendola da ragadi e lesioni causate dal bambino mentre allatta.
Cara neo mamma, per te occorrono:
Per una maggiore igiene: copriwater monouso e spray disinfettante degli ambienti.
Assorbenti post partum: per contenere le perdire molto abbondanti successive al parto, soprattutto se naturale. Per evitare che si sporchino gli slip puoi indossare le mutande usa e getta. Coppette assorbilatte: indossate nel reggiseno, dopo aver deterso il seno, tengono il capezzolo pulito, protetto e catturano le perdite di latte. Vanno sostituite dopo ogni poppata. Detergente o salviettine specifiche per detergere il capezzolo: prima e dopo ogni poppata, aiutandoti con garze di cotone, il capezzolo va deterso e risciacquato con un detergente delicato e senza profumo (per non alterare l’odore naturale del seno e disturbare il lattante). Crema o olio per la protezione del capezzolo e la prevenzione delle ragadi: l’idratazione quotidiana del capezzolo, iniziando anche qualche giorno prima dell’allatta-
Detergente intimo: la ferita del parto e lo stress fisico a cui sono sottoposte le parti intime rendono necessario l’utilizzo di un detergente a ph acido, antibatterico e lenitivo.
Per il tuo piccolo: Biberon, succhietto, portasucchietto e kit per sterilizzare. Detergenti corpo capelli e detergenti a risciacquo. Spazzola, pettine e forbicine per tagliare le unghie ed evitare che il piccolo si graffi. Kit ombelicale: consta di rete ombelicale, garze in cotone, alcol denaturato, acqua ossigenata e crema cicatrizzante (solitamente provvede l’ospedale). Pannolini e crema per il cambio: dopo ogni cambio del pannolino per prevenire gli arrossamenti del sedere va applicato uno strato abbondante di crema sui glutei detersi e asciutti del bambino. Sono certa che non dimenticherai nulla; ma soprattutto non dimenticare di vivere appieno questa gioia immensa!
FARMAPIÙ INFORMA - Anno 6 / n. 1 / Aprile 2013 - N. Reg. Generale 1740/2008 - N. Reg. Stampa 16/2008 Tribunale di Bari Periodico a distribuzione gratuita - Editore: FARMAURORA Società Consortile a r.l. - Via Speziale 30, Taranto - P. IVA 02633890732 Direttore responsabile: Francesco Iato - Comitato di Redazione: Vito Novielli, Rosa Martina Giorgio, Raffaello Recchia, Ernesto Straziota Sede: via delle Violette, n.c. - Z.I. ASI - 70026 Modugno (BA) - Tiratura: 70.000 copie Progetto grafico e impaginazione: Proforma - Foto: Istockphoto - Illustrazioni: Carlo Barbanente Gli articoli sono a cura della Redazione - Stampa: Pubblicità & Stampa - via dei Gladioli 6 Lotto E/5 - 70026 Modugno (BA) news
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