Di glifo in glifo.

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Di glifo in glifo. Espansioni e influenza di variabili locali sui rapporti di espansione specifici.

exp exp

exp

exp exp

exp

Tipografia 1

ISIA Urbino

prof. Luciano Perondi

1째 anno

Daniele De Rosa

Triennio in Progettazione Grafica e Comunicazione Visiva


abstract

Il seguente articolo illustra l’iter progettuale che si è affrontato nella definizione del rapporto di espansione che intercorre tra i glifi di un carattere parametrico. Oltre al tema principale dell’espansione, si affronterà l’applicazione della variabile in funzione di variabili locali, in alcuni casi particolari. Inoltre ci sarà un breve focus sulla definizione della variabile “peso” secondo indici di spessori ed il conseguente variare dell’overshooting in funzione del peso. Lo script che ne è risultato è un’omogenizzazione di diverse questioni trattate dai miei colleghi.


apertura

carattere + aperto.

carattere + chiuso.


highlights

Lavoro svolto in gruppo > Lavoro di ricerca > Introduzione delle variabili indipendenti:

1. espansione generale;

2. rapporto n/o.

> Introduzione delle variabili “delta” per definire la variazione di espansione tra i glifi in funzione di un’espansione generale e del rapporto tra i glifi “n” [006E] e “o” [006F]. > Introduzione di variabili locali che vadano ad influire sull’espansione. In particolare:

1. apertura della “c” [0063]

2. tipologia di innesti

in “b” [0062] e “q” [0071]


Approfondimenti personali > Definizione di un indice di variabili boleane in funzione dello spessore che definiscono la tipologia di peso e sono implementate da un valore indicale che permette di decidere, all’interno di un range di valori, l’entità dello spessore. > Definizione dell’ overshooting come variabile dipendente, in seguito ad una ricerca sul comportamento in funzione del peso.

x-height


sommario

/Abstract /Highlights /Introduzione /exp, n/o /delta_exp /delta_exp_b & delta_exp_c /variabili di peso


<

<

<

< diretto

<

<

innesti

curvilineo


intro

La prima fase è stata volta alla ricerca di un carattere “standard”, con un’ espansione generale e un rapporto n/o abbastanza regolare ed equilibrato. Dopo aver analizzato differenti caratteri [vedi tabella di analisi alla pagina successiva] abbiamo individuato il nostro carattere standard nell’Helvetica Neue. Più tardi continuando la ricerca mi sono interrogato sul perchè due caratteri con espansioni generali e rapporti n/o molto vicini potessero essere tanto diversi; soprattutto ho posto la mia attenzione sull’Helvetica Neue e il Frutiger. Questa parte della ricerca mi ha suggerito di prendere in considerazioni alcune variabili locali per definire a priori la “posizione” di particolari glifi nel range n/o.


/ a confronto.

I rapporti di espansione sono simili, ma i caratteri sono molto diversi tra loro.

<

<

<

Frutiger ed Helvetica Neue

<

#

<

<

<

/

<


intro

I risultati ci hanno portato inizialmente a scegliere come carattere standard l’Helvetica Neue, poi abbiamo pensato ad un possibile carattere ideale che invece sarebbe stato interessante che fosse “aperto” in stile Frutiger o Myriad e non “chiuso” come lo è l’Helvetica.


ricerca

exp. “n”

exp. “o”

n/o

din

300 - 0.60

310 - 0.62

0.95

dosis

300 - 0.64

330 - 0.66

0.98

gill sans

325 - 0.65

420 - 0.84

0.77

helvetica neue

331 - 0.66

397 - 0.79

0.83

frutiger lt std

350 - 0.70

419 - 0.82

0.85

myriad pro

335 - 0.67

396 - 0.79

0.85

univers

340 - 0.68

400 - 0.80

0.85

auto 1

316 - 0.63

370 - 0.74

0.85

eurostile

345 - 0.69

443 - 0.88

0.78

thesis

319 - 0.64

466 - 0.93

0.69

[0.656]

[0.789]

[0.838]

Helvetica Neue

0.83


risultati

exp

n/o

exp = 0.5 n/o = 0.8

exp =0.7 n/o = 0.5

exp =0.76 n/o = 0.85 # Qui sono riportati alcuni esempi delle variazioni delle espansioni al variare di “exp” [espansione generale] ed “n/o” [rapporto n/o].


discussione

delta_exp

I risultati mostrati precedentemente dimostrano come il glifo “o” [006F] ed “n” [006E] cambino di conseguenza al valore di exp e n_o. Il terzo caso è il valore standard riscontrato nel Frutiger. Da questo caso standard ci si può discostare abbassando solo l’espansione generale senza diminuire il rapporto n/o o , al contrario, rendere il rapporto n/o al minimo (0.5; la “n” [006E] è metà della “o” [006F] ). Il rapporto tra i valori è limitato per ottenere espansioni coerenti. Abbassando troppo i valori, le espansioni, che sono contenute nel disegno dei glifi, portano ad una distorsione troppo estrema. I glifi sopportano tutti gli spessori abbastanza bene anche in casi estremi (da 0.05 a 0.52) e tutti i valori di squadratura anche se andrebbero approfonditi i rapporti con aste e gambe e soprattutto il rapporto con gli innesti.


procedure progettuali

Per mantenere indipendenti l’espansione generale e il rapporto n/o, abbiamo deciso di utilizzare una combinazione di “delta” che ci permettessero di poter gestire al meglio tutti i glifi disegnati e i loro rapporti. Inizialmente abbiamo provato a mantenere l’espansione della “o” [006F] indipendente ma, nonostante lo script producesse valori validi e verificabili, sembrava sempre che tutto si adattasse alla “o” [006F]. Visti i risultati abbiamo deciso di far muovere anche la “o” [006F] insieme alla “n” [006E]. Attraverso diversi dati di ricerca, questa volta basati sostanzialmente su Frutiger, Myriad e Gill Sans, siamo riusciti a costruire una parabola che potesse riportare i dati del rapporto n/o e il loro punto di incontro con l’espansione della “o” [006F]. Il punto di incontro corrisponde al valore exp = 0.76 ed n/o =1.


glifo “n” [006E] gsq = 1 con = 0.5 peso = regular tcv = 0.18 # sono applicate le variabili “rient_n” che fa rientrare il punto medio e “dis_n” che disallinea i punti e manipolatori esterni con quelli interni.

glifo “n” [006E] gsq = 1 con = 0.5 peso = ultra tcv = 0.52 # in questo caso è applicata anche una variabile di compressione del manipolatore orizzontale destro superiore che, altriementi, a causa del disallineamento, uscirebbe dalla figura a pesi così alti.


procedure progettuali

Gill Sans

Frutiger

exp_n=exp_o

exp_o

o.86 o.82 o.76 o.76 o.7

exp_n

o.64

n/o

n/o

n/o

n/o

0.6

0.74

0.85

1

# La variazione di espansione [delta_exp] mantiene la relazione con la variazione del rapporto n/o [deltan_o].


script

n_o = 0.85 ## rapporto n/o --> (n=o)= 1 Frut.= 0.85 gill = 0.74 deltan_o = 1 - n_o ## delta n/o ##delta espansione “o” delta_espo=par(deltan_o/2,0.26/2,-0.104,0.15/2,-0.06,0/2,0) ##delta espansione “n” delta_espn=par(deltan_o/2,0.26/2,0.12,0.15/2,0.06,0/2,0) # CODICE PYTHON #


intro

exp_c

exp_b

Andrea Antinori, che ha lavorato con me alla questione delle espansioni, si è concentrato maggiormente sulla definizione in codice dei delta in funzione delle espansioni. Decisi a trattare un buon numero di glifi io ho continuato la ricerca, soprattutto sulla “c” [0063], “b” [0062] e “q” [0071]. Riguardo alla “c” [0063] mi ha aperto gli occhi il lavoro di Claudia Colombo sulle aperture. La ricerca da lei effettuata è risultata fondamentale per definire l’espansione della “c” [0063] proprio in funzione del suo grado di apertura (come abbiamo già visto nella comparazione tra Frutiger ed Helvetica Neue). La scelta di fare un carattere più o meno aperto, determina anche la distribuzione delle espansioni. In un carattere aperto tutti i glifi saranno molto più vicini all’espansione della “n” [006E]; il contrario accade in un carattere chiuso.


Questo approccio, legato all’inserimento di una variabile locale che contribuisca alla definizione di espansione, può essere applicato a molti glifi. A questo proposito il lavoro del gruppo “Inception” [Mannucci, Dalai, Ruggeri] è stato molto utile. Infatti gli innesti “diretti” da loro definiti non sono altro che la conseguenza di un’apertura nei glifi “b” [0062], “p” [0070], “q” [0071], “d” [0064]. La possibilità di inserire le due varianti di innesto (curvilinei e diretti) mi ha permesso di creare una più precisa variazione del glifo a seconda della tipologia di innesto scelta e, riferendoci alla c, accade lo stesso a seconda del grado di apertura scelto.


risultati

exp_c

30°

60°

# glifo “c” [0063]

la “c” [0063] con un

con un angolo di

gsq = 0.6

angolo di apertura

apertura più alto

con = 1

basso (da 0° a 45°)

(da 45° a 90°),

peso = regular

avrà un’ espansione

al contrario,

tcv = 0.18

simile alla “o”

avrà un valore

[006F];

di espansione siminle alla “n” [006E]


discussione

exp_c

Il disegno del glifo “c” [0063] e le sue variabili sono state definite da Claudia Colombo. Una volta studiata la casistica, ho deciso di far variare quest’espansione a seconda del tipo di grado di apertura che viene applicato. Il movimento della “c” [0063] è semplificato al massimo soprattutto grazie alla variante in angoli che permette di controllare perfettamente l’apertura. Attraverso i dati di ricerca, e il lavoro di Andrea sui delta, ho definito l’espansione della “c” [0063] a seconda della variazione di apertura.


risultati

exp_b

glifo “c” [0063] gsq = 0.6 con = 1 peso = regular tcv = 0.18 #

#

esempio di

esempio di

innesto diretto;

innesto curvilineo;

in questo caso

in questo caso

il glifo ci appare

il glifo ci appare

molto più aperto.

molto più chiuso.

L’ espansione

L’ espansione

è più simile a quella

è più simile a quella

della “n” [006E].

della “o” [006F].


discussione

exp_b

È stato più ostico trattare le variazione di innesti del gruppo “Inception”. Infatti mi è risultato difficile riuscire ad adattare le loro variabili al mio script e soprattutto riuscire a gestire le parabole che controllano i manipolatori. Nel caso dell’innesto curvilineo sono riuscito a spingere a 0.52 il limite di spessorre e quindi di peso. L’innesto diretto è stato inserito ma non sono riuscito a controllarne i limiti scelti dai loro “creatori”, quindi il suo peso è limitato allo 0.38. Anche in questo caso ho applicato i dati ricavati dalla ricerca e dal lavoro di Andrea e sono riuscito ad applicare una variazione di espansione a seconda del tipo di innesto.


procedure progettuali

Credo che questa sia stata la parte più interessante del lavoro. La possibilità di omogenizzare buona parte del lavoro di altri per sviluppare alcuni elementi penso sia lo scopo finale di un lavoro simile. La prima parte del lavoro deriva, ovviamente, dalla ricerca iniziale e soprattutto dalle considerazioni fatte in precedenza sull’apertura di un carattere, a mio parere, molto determinante nella scelta dei rapporti di espansioni tra i glifi. Una volta che il lavoro è entrato nel vivo, e mentre si tentava anche di definire le variabili dei delta, ho scambiato informazioni con gli altri gruppi e alla fine ho pensato che i nostri lavori potessero coincidere o almeno incontrarsi. Il risultato è l’unione di questi elementi e di differenti variabili, mantendo il nostro delta_exp_b.


script

#espansione_c ## in base al grado di apertura exp_c= exp_n+lin(apt_ang_c,0,45,0.12,0.06)

exp_c= exp_o-lin(apt_ang_c,45,90,0.06,0.12) # La variabile exp_c va in funzione dell’espansione della “o” [006F] e della “n” [006E] e di una variazione calcolata nei delta di espansione. A seconda dell’ angolo di apertura scelto, la sua espansione è più vicina all’espansione di “o” o di “n”. La variabile “apt_ang_c” determina l’angolo di apertura. Il tutto è gestito dalla funzione della retta passante per due punti.

#espansione b,q ## in base alla tipologia di innesto if innesto == ‘curvilineo’:

exp_b = (exp_o + delta_exp_d)

exp_b = (exp_n - delta_exp_d)

elif innesto == ‘diretto’: #

La variabile exp_b si comporta in maniera simile a quella della “c”. È decisa da un “if ” a seconda della scelta di innesto che si fa, definita dal gruppo “Inception” e varia su un delta_b definito in funzione del delta_exp_o. Il tipo di variazione è meglio spiegata nello script di Andrea Antinori ma intuibile dalla prima parte di questo articolo.


intro

peso

Il peso non è un’innovazione, ma mi sembrava interessante il metodo di definizione che ho deciso di utilizzare. Facendo una ricerca incrociata sui valori di peso di diverse font ho trovato dei valori di spessore distribuite in maniera non lineare per i diversi pesi. Ho deciso di rendere il tutto attraverso l’uso di diverse rette che si incontrano in punti in comune.


thin peso = 0.06

extra light peso = 0.08 light peso = 0.12

regular peso = 0.18 medium peso = 0.22

bold peso = 0.27 extra bold peso = 0.33

extra bold peso = 0.38


procedure progettuali

Il peso si basa sul rapporto tra spessore ed x-height. Dopo aver analizzato diversi caratteri ho notato che il peso si sviluppa in maniera non lineare. Una volta individuati i punti di variazione, ho definito un indice di spostamento dello spessore che individuasse il peso. Ciò permette all’utente di scegliere il peso tramite una variabile boleana e poi deciderne l’incidenza tramite l’indice di variazione. Il peso è gestito da una serie di “if ” che permettono la possibilità di avere diverse scelte. Sullo stesso principio si basa la scelta dell’innesto

##gestione delle variabili peso## ##spessore “medio” a wgt_r= 0.5## if peso == ‘thin’:

wgt = lin (wgt_r,0,1,0.05,0.07)

wgt = lin (wgt_r,0,1,0.07,0.09)

wgt = lin (wgt_r,0,1,0.09,0.15)

elif peso == ‘extra light’: elif peso == ‘light’:


x-height xht

0

wgtn

1

medium

regular light

0.18

0.20

0.16

spessore wgt

regular 0.16

regular 0.18

regular 0.20

medium 0.22


bibliografia

> Gerrit Noordzij. Il tratto. Teoria della scrittura.

Edizioni Sylvestre Bonnard, Milano, 2007

> Walter Tracy. A View of type design.

David R. Godine Publisher, 1987

> Mauro Zennaro. Calligrafia, fondamenti e procedure.

Nuovi Equilibri, Viterbo,1997

> Donald E. Knuth. Mathematical typography.

Bullettin of American Mathematical Society [Vol. 1, n. 2 - March 1979]


credits

Ringrazio Andrea Antinori per l’aiuto e la pazienza al mio caratteraccio. Roberto Arista e Marie Povolieri per le funzioni “par” e “lin”. Un grazie a tutta la classe per l’unione e il continuo aiuto che ci si è dati.



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