Foto di Alberto Ghizzi Panizza
w w w. l a o w a . i t
12mm f/2,8 Zero-D Angolo di ripresa
121,96°
Struttura ottica 16 elementi in 10 gruppi Lamelle diaframma Distanza minima fuoco Ingrandimento massimo
7 18cm 1:5
€ 1.089 Distributore esclusivo per l’Italia: Image consult srl, Via Cavalcanti 5, 20127 Milano 0226829315 info@imageconsult.it – www.laowa.it – www.imageconsult.it Rivenditori per il Friuli Venezia Giulia: Attualfoto, via dell’Istria 8, Trieste 040771326 2 Emme Foto, via San Rocco 20, Udine 0432205994 info@ attualfoto.it – www.attualfoto.it udine@emmefoto.it – www.emmefoto.it
sommario 7
Lettere
di Luca Vivan
8
Magie d’inverno di Willy Di Giulian
16
Il ghiaccio autori vari
22
Lo smeraldo in bianco
di Gabriele Bano e Willy Di Giulian
30
I camosci marittimi del Carso di Paolo Molinari e Lucio Tolar
38
Damigelle e dragoni di Tiziano Fiorenza
46
L’azzurro nel sottobosco di Michele Zanetti
52
La comparsa dello storno roseo di Bruno Dentesani
54
La notte degli alberi caduti di Marco Virgilio
RUBRICHE 58
Escursioni a cura di SentieriNatura
63
Appuntamenti
64
Libri
IN COPERTINA
Il lago di Bordaglia Foto di Gabriele Bano
3 | sottocapitolo
3
Occhiello Val Cellina
Magie d’inverno La galaverna, un fenomeno suggestivo sempre piÚ raro anche nelle nostre valli di Willy Di Giulian
8 | val cellina
Panoramica della vallata in prossimitĂ della localitĂ di Pinedo, si nota il vapore acqueo che con le basse temperature si trasforma successivamente nei cristalli di ghiaccio della galaverna.
val cellina | 9
Carnia
Lo smeraldo in bianco L’idilliaco lago di Bordaglia nella sua veste invernale Testi di Gabriele Bano immagini di Gabriele Bano e Willy Di Giulian
22 | carnia
carnia | 23
Carso
I camosci “marittimi� del Carso Una inconsueta e straordinaria presenza di una specie spiccatamente alpina sulla costa adriatica
Testi di Paolo Molinari Foto di Lucio Tolar
30 | carso
Una giovane femmina e un maschio subadulto, verosimilmente imparentati tra di loro, si scambiano qualche attenzione.
carso | 31
Libellule
Damigelle e dragoni di Tiziano Fiorenza, Ivan Chiandetti e Pietro Zandigiacomo
38 | torrente leale
Guardaruscello dei Balcani (Cordulegaster heros); si tratta della piĂš grande libellula del continente europeo che trova nelle Prealpi Giulie meidionali il limite nord occidentale del suo areale di diffusione.
libellule | 39
Fiori & piante
L’azzurro del sottobosco l’erba trinità Testi di Michele Zanetti
46 | fiori
L’inconfondibile, leggero azzurro di Hepatica nobilis con gli organi sessuali del fiore. Foto di Diana Crestan.
fiori | 47
Meteo & Clima
La notte degli alberi caduti La devastante tempesta di fine ottobre 2018 di Marco Virgilio
È
difficile esprimere lo sgomento provato nel trovarmi di fronte alla distruzione totale di vaste aree boschive della nostra montagna nei giorni successivi alla violentissima tempesta di fine ottobre 2018. Assieme a Ivo Pecile e all’Ispettore del Corpo Forestale Regionale Flavio Cimenti avevamo raggiunto alcune delle località più colpite della Carnia: l’alta Val Pesarina, Forni Avoltri, Sappada, Timau. Con Ivo Pecile dovevamo girare delle riprese video da inserire in un documentario dedicato al cambiamento climatico in corso per RAI 3 Regione. In alcune delle zone visitate non si aveva l’immediata percezione di quanto accaduto perché in diversi siti le prime file di abeti, larici e faggi avevano resistito alla furia degli eventi atmosferici. Ma quando abbiamo fatto decollare i droni sono bastate poche decine di metri di quota per rimanere attoniti di fronte alla devastazione, mai vista prima, che si svelava sul display di controllo. Nel titolo di questo articolo ho utilizzato il termine “caduti” non solo come participio passato del verbo cadere ma, soprattutto, come rimando figurato ai morti in un campo di battaglia. La sensazione, abbinata a sentimenti di tristezza e malinconia, è stata proprio quella di trovarmi osservatore di un’enorme dramma, migliaia di alberi accatastati come soldati annichiliti da un’arma potente. Poi è subentrata la naturale curiosità di capire che cosa fosse successo quella notte del 29 ottobre. Quale dinamica atmosferica avesse potuto determinare lo scempio dei boschi. Diversi giorni prima dell’evento
54 | sottocapitolo
di maltempo che ha investito il Friuli Venezia Giulia tra il 27 ottobre ed il 2 novembre, mi ero reso conto che si stava profilando una situazione di rischio per la nostra regione. Analizzando le carte meteorologiche, ad ogni uscita si consolidava la possibilità di un’ondata di intenso maltempo di stampo autunnale con forte richiamo di aria umida e mite dal Mediterraneo. Il punto è, tuttavia, che se pure configurazioni sinottiche di questo tipo possono indubbiamente generare situazioni critiche sul territorio, sono da considerarsi tutto sommato ordinarie nella stagione autunnale in una regione come il Friuli Venezia Giulia. Quali sono stati, dunque, gli elementi che hanno enfatizzato i fenomeni in quei giorni di fine ottobre? Ricapitolando: una saccatura depressionaria in quota fa il suo ingresso sulla penisola iberica. Successivamente la situazione di aggrava con la formazione di un profondo minimo depressionario al suolo (985 hPa) tra le isole Baleari ed il nordovest italiano in veloce risalita verso nord il 29 ottobre. Proprio in quella fase sulle nostre zone montuose si è scatenato l’inferno. L’esame dei modelli indicava il rischio di Scirocco forte al suolo con acqua alta lungo la costa e venti meridionali fino a 120/140 km/h alle quote medie e basse sulle Prealpi. Nella realtà, invece, un’alchimia di ingredienti imprevedibile, ha ampiamente superato le già notevoli proiezioni. Raffiche di vento comprese tra 160 e 200 km/h, hanno investito i rilievi e le valli prealpine e alpine già provate da piogge molto intense, fino a 600/900 mm nelle zone più colpite. Eppure, anche raffiche di vento
I boschi della valle del Bรปt devastati dalla tempesta di fine ottobre 2018 (foto da drone di Ivo Pecile)
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