N. 1 settembre 2020
MONTAGNE SENZA CONFINI Alpi Giulie
daniele marson editore
ph.Mario Verin
OGNI PASSO È UNA SCOPERTA. Vivi la montagna del Friuli Venezia Giulia, vivi tutta la magia di una natura incontaminata. Qui lasciarsi trasportare dalla bellezza mozzafiato delle Dolomiti friulane, patrimonio mondiale dell’Unesco, è semplice come scegliere tra i tanti sport e attività dedicati a tutta la famiglia. Tesori naturali come il Piancavallo, la Carnia e il Tarvisiano ti aspettano con i loro alpeggi soleggiati, foreste e laghi incantevoli, da scoprire grazie a divertenti pedalate su lunghe piste ciclabili, appassionanti arrampicate, avvincenti escursioni. La montagna che non ti aspetti, ti aspetta in Friuli Venezia Giulia.
Per dettagli e offerte: www.turismofvg.it go live
fvg
Alpi Giulie 1/2020
2
MONTAGNE SENZA CONFINI
EDITORIALE
Alpi Giulie n.1 settembre 2020
Hanno collaborato a questo numero: Alberto Cancian, Luca Vivan, Gabriele Bano, Diana Crestan, Willy Di Giulian, Paolo Da Pozzo, Daniele Marson, Luigino Snidero, Luigi Gallone, marco Zamò, Bruno Dentesani, Riccardo Carulli, Tiziano Fiorenza, Matteo Di Nicola, Ivo Pecile, Sandra Tubaro, Marco Virgilio, Michele Zanetti.
Il Presidente Diana Crestan
© 2015 Daniele Marson Editore Liberazione 6 | 33070 Budoia - PN - Italy Tel. e fax + 39 0434 654322 mail: edizioni@danielemarson.com http://www.danielemarson.com
daniele marson editore Via della
Stampa: Lito Immagine - Rive D’Arcano UD
Tutti i diritti di riproduzione anche parziale del testo e delle immagini sono riservati in tutto il mondo.
La seconda edizione del BioPhotoContest con il tema dedicato ai fiumi, laghi, paludi e lagune del nostro pianeta ha riscontrato un notevole successo con un incremento dei fotografi partecipanti di tutto rispetto. Sono stati più che raddoppiati i numeri dell’anno precedente con la presenza di 26 Paesi tra cui gli Stati Uniti, la Colombia, il Sud Africa, l’India e l’Australia dando al concorso quel tocco di internazionalità a livello globale a cui ci vogliamo avvicinare. La ricchezza delle immagini pervenute, per varietà e soprattutto per qualità, ha valorizzato la competizione e reso il lavoro della giuria interessante e impegnativo. Anche quest’anno la celebrazione dei vincitori si svolgerà all’interno di una manifestazione, il BioPhotoFestival, ricca di eventi legati alla fotografia e non solo. Una dozzina di fotografi, tra italiani e stranieri, vi mostreranno la loro arte attraverso le loro immagini e la loro presenza agli stand vi darà modo di conoscerli personalmente e condividere con loro idee e emozioni. Per quattro giorni il festival saprà intrattenervi con incontri con l’autore, mostre fotografiche, workshop, proiezioni digitali su grande schermo e attività di tipo turistico atti a far conoscere la nostra incantevole Regione. Questa edizione deve ancora volgere al termine che già stiamo lavorando alla prossima. La nuova giuria per l’anno 2016 ha aderito con entusiasmo e mentre il festival sarà in atto già troverete il bando di concorso pronto per continuare questa avventura, sperando che possiate aiutarci a percorrere le lunghe strade che portano ai grandi biomi della Terra e, insieme, a raccontarli e proteggerli. Alpi Giulie 1/2020 3
Foresta di Tarvisio
Inverno ai laghi di Fusine Una visione particolare di un logo incantevole di Diana Crestan fotografie di Luciano Gaudenzio resso l’abitato millenario di Andreis al limite sud-est del Parco delle Dolomiti Friulane nella provincia di Pordenone, la Val Susaibes custodisce silenziosamente i segreti della sua stessa creazione vecchia di milioni di anni. Entrarvi ci catapulta improvvisamente in un mondo antico, primordiale, quasi fossimo saliti senza accorgercene in una macchina del tempo e avessimo premuto il pulsante con data “duecento milioni di anni fa”, anno più anno meno. I dinosauri l’hanno abbandonata da tempo, ma sembra quasi di sentirne l’impalpabile presenza, come se la loro estinzione fosse avvenuta da poco. Andandosene hanno lasciato qualche orma fossile su alcuni massi di non facile localizzazione. Ora regna il silenzio e il torrente Susaibes scorre placido, ma nell’era geologica dell’Oligocene le forze immani della Terra si davano da fare per forgiare la valle. Le due placche tettoniche, quella euroasiatica e quella africana, scelsero qui il loro campo di battaglia, e si affrontarono come fanno i giganti. In un clima tipicamente tropicale, ma con già timidi segnali del raffreddamento che di lì a
P
Le acque del torrente cercano la loro strada tra le rocce colorate che sono le indiscusse protagoniste di questo luogo.
Alpi Giulie 1/2020
poco avrebbe avuto inizio, si sono concentrate le più importanti fasi di sollevamento dell’area alpina. L’orogenesi alpina responsabile del sollevamento della catena montuosa delle Alpi e dell’Himalaya è un insieme di eventi geologici iniziato nel Cretaceo e conclusosi nel Miocene in un periodo compreso tra i cento milioni e quindici milioni di anni fa. Questi due grossi blocchi terresti o cratoni spingendosi, quasi giocassero a braccio di ferro, provocarono la compressione del fondale marino del piccolo bacino oceanico ora scomparso, presente tra l’antica Europa e una timida Africa che stava prendendo forma. Le rocce del fondale si sono compresse e ripiegate fino a formare la più imponente catena montuosa d’Europa, le Alpi per l’appunto. Seppur in misura minore questo processo continua tuttora. In questo gioco di forza, la roccia di Dolomia Principale sormonta strati rocciosi sedimentari di milioni di anni più giovane di lei, quasi arrogandosi tale diritto per anzianità, muovendosi di pochi millimetri all’anno. Possiamo accorgerci della potenza di questo fenomeno quando l’energia delle spinte continue tra le due zolle si libera generando 4
Alpi Giulie 1/2020 5
Le acque del torrente cercano la loro strada tra le rocce colorate che sono le indiscusse protagoniste di questo luogo.
Alpi Giulie 1/2020
6
Le acque del torrente cercano la loro strada tra le rocce colorate che sono le indiscusse protagoniste di questo luogo. Le acque del torrente cercano la loro strada tra le rocce colorate che sono le indiscusse protagoniste di questo luogo.
Alpi Giulie 1/2020 7
Le acque del torrente cercano la loro strada tra le rocce colorate che sono le indiscusse protagoniste di questo luogo.
onde sismiche. Questa struttura tettonica o faglia, che riferita al nostro territorio prende il nome di Linea Barcis - Staro Selo, si estende dalla Valcellina fin oltre il confine sloveno per ben cento chilometri ed è responsabile del terremoto del 1976 che colpì duramente la regione. Uno dei punti di osservazione più significativi della linea tettonica è proprio la gola del torrente Susaibes, diventato un geosito di interesse regionale. Un luogo meritevole di protezione e conservazione per i suoi importanti aspetti geologici. Qui è evidente l’attività di frizione con conseguente produzione di detrito ghiaioso e formazione di calanchi. Sui versanti la vegetazione è quasi assente, a dominare sono le rocce. Sono loro infatti ad attirare la nostra attenzione con i loro colori e forme. Tuttavia in questo singolare paesaggio dall’aspetto quasi lunare a stupire maggiormente è la posizione della Dolomia rispetto al suolo. Osservandola sembra quasi di scorgere qualcosa privo di logica. Le stratificazioni rocciose non sono orizzontali come ci aspetteremmo, ma in posizione verticale. Questa deformazione è una diretta conseguenza delle spinte che sono all’origine dello sovrascorrimento fra le due zolle. Ora regna il silenzio e il torrente Susaibes scorre Alpi Giulie 1/2020
placido, ma nell’era geologica dell’Oligocene le forze immani della Terra si davano da fare per forgiare la valle. Le due placche tettoniche, quella euroasiatica e quella africana, scelsero qui il loro campo di battaglia, e si affrontarono come fanno i giganti. In un clima tipicamente tropicale, ma con già timidi segnali del raffreddamento che di lì a poco avrebbe avuto inizio, si sono concentrate le più importanti fasi di sollevamento dell’area alpina. L’orogenesi alpina responsabile del sollevamento della catena montuosa delle Alpi e dell’Himalaya è un insieme di eventi geologici iniziato nel Cretaceo e conclusosi nel Miocene in un periodo compreso tra i cento milioni e quindici milioni di anni fa. Questi due grossi blocchi terresti o cratoni spingendosi, quasi giocassero a braccio di ferro, provocarono la compressione del fondale marino del piccolo bacino oceanico ora scomparso, presente tra l’antica Europa e una timida Africa che stava prendendo forma. Le rocce del fondale si sono compresse e ripiegate fino a formare la più imponente catena montuosa d’Europa, le Alpi per l’appunto. Seppur in misura minore questo processo continua tuttora. In questo gioco di forza, la roccia di Dolomia Principale sormonta strati rocciosi sedimentari di milioni di anni più giovane di lei, quasi arrogandosi 8
tale diritto per anzianità, muovendosi di pochi millimetri all’anno. Possiamo accorgerci della potenza di questo fenomeno quando l’energia delle spinte continue tra le due zolle si libera generando onde sismiche. Questa struttura tettonica o faglia, che riferita al nostro territorio prende il nome di Linea Barcis - Staro Selo, si estende dalla Valcellina fin oltre il confine sloveno per ben cento chilometri ed è responsabile del terremoto del 1976 che colpì duramente la regione. Quasi riusciamo a immaginare le forze necessarie per rizzare lastre di rocce così imponenti e non possiamo fare a meno di provare una mista sensazione di ammirazione e sgomento. Emozioni che la valle offre, grazie alle sue peculiarità, a chi vi si avventura. Un luogo di indubbio fascino non solo per i geologi, ma anche per tutti gli amanti della montagna e della natura. @ Diana Crestan www.dianacrestan.com
Le acque del torrente cercano la loro strada tra le rocce colorate che sono le indiscusse protagoniste di questo luogo.
Alpi Giulie 1/2020 9
Le acque del torrente cercano la loro strada tra le rocce colorate che sono le indiscusse protagoniste di questo luogo.
L’Altopiano Foran del Mus
Un deserto ricco di vita Rocce, grotte e ghiaioni, un ambiente solo in apparenza inospitale ma che riserva molte sorprese di Diana Crestan fotografie di Luciano Gaudenzio resso l’abitato millenario di Andreis al limite sud-est del Parco delle Dolomiti Friulane nella provincia di Pordenone, la Val Susaibes custodisce silenziosamente i segreti della sua stessa creazione vecchia di milioni di anni. Entrarvi ci catapulta improvvisamente in un mondo antico, primordiale, quasi fossimo saliti senza accorgercene in una macchina del tempo e avessimo premuto il pulsante con data “duecento milioni di anni fa”, anno più anno meno. I dinosauri l’hanno abbandonata da tempo, ma sembra quasi di sentirne l’impalpabile presenza, come se la loro estinzione fosse avvenuta da poco. Andandosene hanno lasciato qualche orma fossile su alcuni massi di non facile localizzazione. Ora regna il silenzio e il torrente Susaibes scorre placido, ma nell’era geologica dell’Oligocene le forze immani della Terra si davano da fare per forgiare la valle. Le due placche tettoniche, quella euroasiatica e quella africana, scelsero qui il loro campo di battaglia, e si affrontarono come fanno i giganti. In un clima tipicamente tropicale, ma con già timidi segnali del raffreddamento che di lì a
P
Le acque del torrente cercano la loro strada tra le rocce colorate che sono le indiscusse protagoniste di questo luogo.
Alpi Giulie 1/2020
poco avrebbe avuto inizio, si sono concentrate le più importanti fasi di sollevamento dell’area alpina. L’orogenesi alpina responsabile del sollevamento della catena montuosa delle Alpi e dell’Himalaya è un insieme di eventi geologici iniziato nel Cretaceo e conclusosi nel Miocene in un periodo compreso tra i cento milioni e quindici milioni di anni fa. Questi due grossi blocchi terresti o cratoni spingendosi, quasi giocassero a braccio di ferro, provocarono la compressione del fondale marino del piccolo bacino oceanico ora scomparso, presente tra l’antica Europa e una timida Africa che stava prendendo forma. Le rocce del fondale si sono compresse e ripiegate fino a formare la più imponente catena montuosa d’Europa, le Alpi per l’appunto. Seppur in misura minore questo processo continua tuttora. In questo gioco di forza, la roccia di Dolomia Principale sormonta strati rocciosi sedimentari di milioni di anni più giovane di lei, quasi arrogandosi tale diritto per anzianità, muovendosi di pochi millimetri all’anno. Possiamo accorgerci della potenza di questo fenomeno quando l’energia delle spinte continue tra le due zolle si libera generando 10
Alpi Giulie 1/2020 11
Le acque del torrente cercano la loro strada tra le rocce colorate che sono le indiscusse protagoniste di questo luogo.
Alpi Giulie 1/2020
onde sismiche. Questa struttura tettonica o faglia, che riferita al nostro territorio prende il nome di Linea Barcis - Staro Selo, si estende dalla Valcellina fin oltre il confine sloveno per ben cento chilometri ed è responsabile del terremoto del 1976 che colpì duramente la regione. Uno dei punti di osservazione più significativi della linea tettonica è proprio la gola del torrente Susaibes, diventato un geosito di interesse regionale. Un luogo meritevole di protezione e conservazione per i suoi importanti aspetti geologici. Qui è evidente l’attività di frizione con conseguente produzione di detrito ghiaioso e formazione di calanchi. Sui versanti la vegetazione è quasi assente, a dominare sono le rocce. Sono loro infatti ad attirare la nostra attenzione con i loro colori e forme. Tuttavia in questo singolare paesaggio dall’aspetto quasi lunare a stupire maggiormente è la posizione della Dolomia rispetto al suolo. Osservandola sembra quasi di scorgere qualcosa privo di logica. Le stratificazioni rocciose non sono orizzontali come ci aspetteremmo, ma in posizione verticale. Questa deformazione è una diretta conseguenza delle spinte che sono all’origine dello sovrascorrimento fra le due zolle. Ora regna il silenzio e il torrente Susaibes scorre placido, ma nell’era geologica dell’Oligocene le forze immani della Terra si davano da fare per forgiare la valle. Le due placche tettoniche, quella euroasiatica e quella africana, scelsero qui il loro campo di battaglia, e si affrontarono come fanno i giganti. In un clima tipicamente tropicale, ma con già timidi segnali del raffreddamento che di lì a poco avrebbe avuto inizio, si sono concentrate le più importanti fasi di sollevamento dell’area alpina. L’orogenesi alpina responsabile del sollevamento della catena montuosa delle Alpi e dell’Himalaya è un insieme di eventi geologici iniziato nel Cretaceo e conclusosi nel Miocene in un periodo compreso tra i cento milioni e quindici milioni di anni fa. Questi due grossi blocchi terresti o cratoni spingendosi, quasi giocassero a braccio di ferro, provocarono la compressione del fondale marino del piccolo bacino oceanico ora scomparso, 12
Le acque del torrente cercano la loro strada tra le rocce colorate che sono le indiscusse protagoniste di questo luogo.
Alpi Giulie 1/2020 13
Alpi Giulie 1/2020
14
presente tra l’antica Europa e una timida Africa che stava prendendo forma. Le rocce del fondale si sono compresse e ripiegate fino a formare la più imponente catena montuosa d’Europa, le Alpi per l’appunto. In questo gioco di forza, la roccia di Dolomia Possiamo accorgerci della potenza di questo fenomeno quando l’energia delle spinte continue tra le due zolle si libera generando onde sismiche. Questa struttura tettonica o faglia, che riferita al nostro territorio prende il nome di Linea Barcis - Staro Selo, si estende dalla Valcellina fin oltre il confine sloveno per ben cento chilometri ed è
responsabile del terremoto del 1976 che colpì duramente la regione. Quasi riusciamo a immaginare le forze necessarie per rizzare lastre di rocce così imponenti e non possiamo fare a meno di provare una mista sensazione di ammirazione e sgomento. Emozioni che la valle offre, grazie alle sue peculiarità, a chi vi si avventura. Un luogo di indubbio fascino non solo per i geologi, ma anche per tutti gli amanti della montagna e della natura. @ Diana Crestan www.dianacrestan.com Alpi Giulie 1/2020 15
Le acque del torrente cercano la loro strada tra le rocce colorate che sono le indiscusse protagoniste di questo luogo. Le acque del torrente cercano la loro strada tra le rocce colorate che sono le indiscusse protagoniste di questo luogo.
#ifeelsLOVEnia #myway www.slovenia.info www.julian-alps.com
BLED
BOHINJ
BRDA
VALLE DELL’ISONZO
GORJE
KRANJSKA GORA
JESENIcE
RADOVLJIcA
žirovnica