Cantine d’autore Un viaggio in Toscana
e d i t r i c e
CANTINE D’AUTORE UN VIAGGIO IN TOSCANA
e d i t r i c e
Cantine d’autore. Un viaggio in Toscana ISBN 978-88-903947-1-3 © 2010 DNA Editrice via XX Settembre, 100 Firenze info@dnaeditrice.it
Promotore: WineTown Firenze Concept: Paolo Di Nardo, Agnese Mazzei Redazione: Giulia Pellegrini, Fabio Rosseti Progetto grafico e layout: Davide Ciaroni, Giulia Pellegrini Ideazione e allestimento mostra: Pierpaolo Rapanà Comunicazione e marketing: Niccolò Natali Ufficio Stampa: Complemento Oggetto – Ilaria Pontello Stampa: Grafiche Gelli, Calenzano (FI) Finito di stampare nel mese di settembre 2010
Cantine
8
Ammiraglia Piero Sartogo, Nathalie Grenon ArgentierA Stefano e Bernardo Tori e Associati
20
Badia a Coltibuono Nathalie Grenon, Piero Sartogo
26
Bargino Studio Archea
32
Ca’ Marcanda Giovanni Bo
38
Castello Fonterutoli Agnese Mazzei
44
Enoteca Barone Ricasoli Agnese Mazzei
50
Icario Studio Valle Progettazioni
56
Petra Mario Botta
62
Rocca di Frassinello Renzo Piano Building Workshop
68
Rocca di Montemassi Mirko Amatori
74
San Polo Michele Giannetti
80
Sassicaia Agnese Mazzei
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WineTownFirenze>2010 FRANCESCO SPANò Presidente WineTownFirenze>2010
WineTownFirenze>2010 WineTownFirenze>2010 WineTownFir
renze>2010 WineTownFirenze>2010 WineTownFirenze>2010 di suggestioni? Così desideriamo solamente stimolare una riflessione, un dibattito magari, sulle grandi e piccole cantine progettate da quei professionisti interpreti della nostra epoca che sono gli architetti. Sono queste cantine funzionali al ‘mestiere’ di fare il vino? Quali sono i pensieri che hanno ispirato queste opere? Come si inseriscono sul territorio? Come rispettano l’ambiente, come si inseriscono nel contesto, che esiste e si trasforma secolo dopo secolo? Quale cultura contemporanea vogliono trasmettere? Solo domande, noi non possiamo far altro che dare voce agli esperti. Consapevoli che solo il tempo, come per il vino, ci dirà se una cosa è giusta e ben fatta...
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Nella sua prima edizione WineTown Firenze, con una delle sue dieci ‘tracce’, ospiterà la questione ‘vino e architettura’. Così, assieme all’Associazione Culturale DNA, editrice della rivista di architettura AND, abbiamo deciso di ospitare una mostra, di organizzare un dibattito, infine di stampare questa pubblicazione. Questi eventi si focalizzeranno sulle ‘cantine d’autore’. WineTown vuole parlare al popolo, agli appassionati, agli addetti ai lavori del mondo del vino, e lo vuol fare raccontando il vino come trasmissione di culture, di storia, di pensieri, di emozioni. E cosa sono gli architetti se non costruttori di idee, trasmettitori di idee, di pensieri,
Innovazione in Toscana AGNESE MAZZEI Architetto
Innovazione in Toscana Innovazione in Toscana Innovazione in
n Toscana Innovazione in Toscana Innovazione in Toscana che si riflette nell’architettura, nel rapporto con il paesaggio, nell’uso dei materiali, nella dimensione, nel linguaggio di forme e stili che raggiunge spesso risultati di eccellenza. Non è da sottovalutare lo sforzo da parte di tutti, anche degli enti pubblici che si sono trovati ad amministrare una trasformazione del territorio che ha visto protagonisti operatori di un settore, quello agricolo, che era ormai immobile da decine e decine di anni. Inoltre tutti i progetti hanno consapevolmente puntato alla qualità architettonica proprio per dare quel valore aggiunto a una delle attività agricole più antiche della storia dell’uomo, nel senso di collocarla in un contesto architettonico aulico, talvolta grandioso, ma sempre con un taglio contemporaneo, funzionale e mirato alla qualità. Oggi tutti questi progetti potrebbero sembrare velleitari alla luce di un processo economico assai rallentato: in realtà non si deve dimenticare che nella maggior parte dei casi la costruzione di nuovi spazi è stata vitale per poter essere in grado di produrre, invecchiare e conservare dei vini di alta
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La Toscana ha beneficiato di una congiuntura favorevole dovuta a una stagione di finanziamenti eccezionali e un momento di mercato del vino così promettente, che dalla prima metà degli anni Novanta a oggi è stata il territorio ove si sono concentrati i maggiori progetti e realizzazioni di nuove cantine. Uno sforzo encomiabile che ha visto protagoniste aziende agricole che sono passate da una realtà arcaica a una di notevole modernità e dinamismo. Tutte particolari, diverse fra loro, le nuove cantine sono espressioni di tecnologie avanzate applicate alla tradizione, di nuove concezioni spaziali derivanti da un’attività che negli anni è passata da quella della fattoria a quella dell’azienda agricola, dove l’obiettivo non è solo finalizzato alla produzione, ma anche al mostrare, in questo caso degustare, quel prodotto nella propria sede per trasmettere il mondo di sapori, profumi, territorio e sapere che c’è dietro il progetto vino. Per questo ognuna di loro è un’espressione di uno specifico modo di concepire e di comunicare il proprio prodotto,
qualità. Infatti nella maggior parte dei casi non c’erano strutture vecchie da poter convertire e soprattutto bisognava riunire le varie fasi produttive in un unico edificio. L’uso del sistema a gravità naturale per trasferire le uve e il vino da una fase all’altra, usato in molte di queste costruzioni, è stato il fulcro attorno al quale si è sviluppata la progettazione, così come ricorrere a risorse naturali nei sistemi climatici, in molti casi, ha sviluppato la sperimentazione nel campo delle energie alternative. Con questa prima pubblicazione sulle cantine toscane, che ne raccoglie una parte significativa ma sicuramente non tutte, vorremmo creare un ‘sistema cantine della Toscana’, che promuova e illustri un turismo dell’architettura del vino diffuso in varie parti del territorio, che ci porti a esplorare nuovi confini, più vari interessi culturali, e le speciali particolarità dei vini da degustare che, così come gli edifici in cui vengono prodotti ed affinati, esprimono ognuno una loro precisa personalità.
ammiraglia
Per la famiglia Frescobaldi, che da 30 generazioni produce grandi vini, ogni tenuta è un’espressione unica del proprio territorio, con la propria identità, storia e personalità, pur condividendo uno spirito e uno scopo comune: credere nel rispetto del territorio, puntare sull’eccellenza delle proprie uve, investire in comunicazione e nella professionalità delle risorse umane. Per questo, quando si è trattato di progettare la nuova cantina della Tenuta dell’Ammiraglia a Magliano, vicino a Grosseto, si è rivolta allo studio di Piero Sartogo e Nathalie Grenon. La cantina Ammiraglia rappresenta oggi uno dei migliori esempi di innovazione e tecnologia nel pieno rispetto della natura, integrandosi perfettamente nell’ambiente circostante. La struttura, che copre circa 3.000 mq, accoglie sotto la sua slanciata copertura l’impianto di vinificazione e invecchiamento,
Piero Sartogo, Nathalie Grenon AMMIRAGLIA, Magliano in Toscana (GR) gli uffici, oltre agli spazi per l’accoglienza, la vendita, la degustazione e una sala convegni con una foresteria. Ciò che colpisce in questa architettura è la sua capacità di divenire parte essenziale del paesaggio pur essendo, di fatto, un edificio concepito per assicurare alla produzione del vino le condizioni perfette. Qui le esigenze funzionali di una cantina che produce grandi vini sono pienamente rispettate all’interno di una struttura caratterizzata da un design essenziale, le cui forme rispettano tuttavia i più stretti criteri funzionali e ambientali, senza rinunciare alla qualità estetica e materica dell’edificio. La cantina sembra aprirsi direttamente nel terreno per effetto della sua copertura, un’ala di gabbiano su cui è stato riportato il terreno scavato per la posa delle fondazioni. Se questa soluzione integra il corpo edilizio con l’ambiente circostante, dall’altro lato non rinuncia a una complessità geometrica che ha saputo trovare nelle tecnologie del legno e dell’acciaio (le stesse che entrano in gioco
Tenuta dell’Ammiraglia località La Capitana, 222 58051 Magliano in Toscana (GR) tel. 0564 50411 www.frescobaldi.it/it/tenute/tenuta-dellammiraglia.html
Š Andrea Jemolo
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a destra: schizzo progettuale di Piero Sartogo
Š Andrea Jemolo paesaggio e architettura pagina seguente: schema del progetto architettonico
nella realizzazione del vino) gli strumenti per esprimersi in maniera così efficace sia dal punto di vista costruttivo/funzionale che estetico. La cantina è organizzata lungo un asse prevalente, alle cui estremità si trovano rispettivamente gli spazi aperti al pubblico, sottolineati dall’accogliente slancio della copertura, e quelli destinati alla produzione, evitando così ogni interferenza funzionale. Il rispetto dell’ambiente non si esplica solo con il basso impatto visivo dell’architettura sull’ambiente circostante ma anche attraverso l’uso dei materiali e le soluzioni strutturali e progettuali adottate, che sono in grado di creare all’interno della cantina un microclima ottimale per la produzione del vino, senza ricorrere a impianti termici o meccanici: il tetto coperto di terra, il suo aggetto, la disposizione in pianta delle diverse zone produttive, l’orientamento, tutto fa sì che nella maniera più naturale possibile si creino quelle condizioni di temperatura e umidità necessarie.
Piero Sartogo, Nathalie Grenon AMMIRAGLIA, Magliano in Toscana (GR)
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progetto Piero Sartogo, Nathalie Grenon tecnica costruttiva struttura con pilastri in acciaio e copertura in legno lamellare cronologia 2004-2008 superficie coperta 3.500 mq committente Marchesi de’ Frescobaldi Spa
prospetto ovest
prospetto sud
Š Archivio Marchesi de’ Frescobaldi
il locale barriques
Š Andrea Jemolo
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paesaggio e architettura
bargino
Piero Antinori Non volevamo una cantina monumento, magari in vetro e acciaio come vuole certa architettura moderna, ma un intervento che rilanciasse i materiali della tradizione per tracciare un segno forte, innovativo eppure rispettoso del paesaggio, della sua storia e cultura. Un luogo concepito in modo da accompagnare l’uva dalla sua genesi ai singoli passaggi della fermentazione, dell’affinamento, dell’imbottigliamento, per culminare in un percorso museale aperto al pubblico. In questo caso l’architettura si cimenta con antichi materiali (il cotto, la pietra serena, il marmo) per sfidare il futuro, nel segno della continuità e del rispetto del paesaggio. Il cuore della nostra cantina avrà l’interno rivestito in cotto rosso e ospiterà anche tutte quelle funzioni tipiche di una fattoria toscana rivista in chiave moderna.
Studio Archea BARGINO, San Casciano Val di Pesa (FI) Infatti al suo interno si lavorerà ovviamente alla produzione del vino, ma anche dell’olio, del vinsanto, del pane e sarà in funzione persino una falegnameria dove si realizzeranno le barriques. Ogni singolo dettaglio mostra la capacità di conciliare naturale e costruito senza soluzione di continuità: dalla facciata della struttura, adagiata quasi orizzontalmente sul pendio naturale della collina e rivestita dai filari delle viti, agli uffici che partono dalla prima fenditura del terreno come una sorta di belvedere, sino all’ingresso visitatori che penetra nel fianco della collina per lasciare le zone parcheggio nella parte sotterranea, invisibile, del complesso. Il progetto è riuscito a darci quello che volevamo: un insieme di tradizione, di luogo per una produzione di qualità, di valorizzazione del paesaggio toscano e al tempo stesso un segno di innovazione ben rappresentato dal linguaggio moderno di quei due tagli nella collina. Si tratta di un luogo baricentrico per la nostra produzione che ci consente di razionalizzare le strutture aziendali. Ma è anche un progetto con cui diamo una risposta ad un’esigenza che oggi si sviluppa
Cantina il Bargino Marchesi Antinori località Bargino, San Casciano Val di Pesa (FI) tel. 055 23595 antinori@antinori.it www.antinori.it
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Š Valentina Muscedra
Š Valentina Muscedra in queste pagine: viste dei lavori di cantiere
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Š Valentina Muscedra
progetto architettonico Studio Archea – Laura Andreini, Marco Casamonti, Silvia Fabi, Giovanni Polazzi project management Hydea – Paolo Giustiniani strutture AEI progetti – Massimo Toni, Niccolò De Robertis impianti enologici Technique Trading impianti tecnologici M&E – Stefano Mignani, Paolo Bonaccorsi direzione artistica Marco Casamonti direzione lavori Paolo Giustiniani impresa Consorzio Etruria cronologia 2004-2008 superificie costruita 41.165 mq volume 287.260 mc committente Marchesi Antinori Srl
sempre di più con il fenomeno del turismo del vino: consentire al consumatore di guardare dietro la bottiglia. Volevamo che fosse una struttura importante, che lasciasse il segno nella storia ma non un edificio monumentale e soprattutto che non rovinasse il paesaggio, anzi quasi invisibile. Ci sono voluti 2-3 anni per trovare la posizione adatta, doveva essere nel Chianti e nel Comune di San Casciano, vicino alle tenute storiche di Tignanello, Pèppoli e Badia a Passignano. Questa collina del Bargino, nel Chianti Classico, diventerà simbolo dell’unione simbiotica tra natura arcaica e produttività contemporanea, simbolo della rinata consapevolezza del ruolo dell’architettura come arte della trasformazione del territorio ed espressione dei valori e delle tradizioni del contesto in cui si inserisce.
Studio Archea BARGINO, San Casciano Val di Pesa (FI)
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sopra: sezione prospettica trasversale a destra: pianta a quota + 174 m pagina precedente: sezione prospettica longitudinale
ca’ marcanda
Angelo Gaja Iniziai a lavorare con l’architetto Giovanni Bo, di Asti, nel 1982 ed ebbi subito modo di apprezzarne l’architettura sobria, essenziale, che non cerca di stupire, che rifiuta la stravaganza, l’esibizione, l’ostentazione. Durante il decennio Ottanta, visitai con lui diverse cantine in Francia, California, Italia. Quando nel 1996 acquistai a Bolgheri i terreni di Ca’ Marcanda pensai subito di affidargli il progetto architettonico della nuova cantina dandogli carta bianca, accordandogli la facoltà di progettare come meglio riteneva opportuno. Ancorché io appartenga ad una famiglia che da quattro generazioni opera nel mondo del vino, non misi lingua nel progetto e cercai tenacemente di mantenere fede a questo impegno, tanto da poter oggi affermare che il merito del progetto architettonico appartiene esclusivamente all’architetto Giovanni Bo. Sono state premiate praticità e funzionalità, non si sono cercati effetti speciali, si sono tenuti i costi sotto controllo. Ca’ Marcanda è stato il primo esempio in Italia di cantina in pianura pressoché completamente interrata; solo il corpo degli uffici e della sala di degustazione sono fuori terra. L’impatto è moderato e ne ha giovato straordinariamente
Ca’ Marcanda località Santa Teresa, 272 57022 Castagneto Carducci (LI) tel. 0173 635158 info@gaja.com
Giovanni Bo CA’ MARCANDA, Castagneto Carducci (LI) l’integrazione con l’ambiente circostante. L’architetto Bo ha saputo interpretare al meglio il mio desiderio di un approccio discreto con il mondo del vino di Bolgheri, laddove esistono produttori storici insediati da tempo e largamente affermati. Mi avrebbe messo a disagio un arrivo fragoroso annunciato da squilli di tromba, non avrei gradito una cantina che si imponesse al territorio, che sarebbe stato difficile non vedere.
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dettaglio della scala al livello -7,30 m
Š Oliviero Toscani dettaglio dell’entrata principale
pianta livello 0,00
pianta livello -7,30 m
Ho tolto la cantina dal percorso delle strade dei vini; ho cercato di evitare articoli da parte di giornali locali; ci è sembrato normale perseguire una strategia di comunicazione di basso profilo. Ca’ Marcanda non è aperta al pubblico (non è un obbligo che le cantine siano aperte al pubblico; sono innanzi tutto luoghi di lavoro). È aperta invece ai professionisti: bastano loro a essere meravigliati e a parlarne.
Giovanni Bo Ca’ MARCANDA, Castagneto Carducci (LI)
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progetto Giovanni Bo cronologia 1996 committente Angelo Gaja
Š Oliviero Toscani ingresso alla zona degli uffici
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vista del locale serbatoi
Andrea Cecchetti Il complesso architettonico che ospita la Cantina Icario nasce da un intervento di ampliamento del nucleo originario dell’azienda. Alla base del progetto c’è stata la volontà di seguire una concezione contemporanea di cantina, capace di coniugare funzionalità dei processi produttivi, rispetto dell’ambiente, con un linguaggio che riproducesse le molteplici risonanze tipiche del nostro tempo. Una scelta dunque dettata non solo da questioni estetiche, ma da esigenze soprattutto di funzionalità, perché ritengo che soluzioni architettoniche e tecnologie all’avanguardia debbano essere a servizio del prodotto finale. Nel nostro caso: un vino di eccellenza. Questo principio ha guidato anche lo studio degli spazi interni della cantina, progettati in modo da ricalcare
icario
Studio Valle Progettazioni CANTINA ICARIO, Montepulciano (SI)
la sequenzialità del processo vinicolo, in una logica di organizzazione produttiva moderna. La struttura si sviluppa su tre livelli e risponde a specifici requisiti termo-igrometrici e alle più avanzate tecniche in campo enologico, come la vinificazione ‘a caduta’ che sfrutta la forza di gravità nelle varie fasi di lavorazione, così da limitare al minimo l’impiego di pompe e non compromettere la qualità del vino. Nella Cantina Icario ritornano la grande tradizione vitivinicola di Montepulciano e la tipologia delle costruzioni rurali toscane, entrambe rivisitate in chiave contemporanea. A lungo avevo coltivato il sogno di una cantina nella quale far convergere esperienze diverse, in una logica di contaminazione continua e di ricerca multisensoriale. Un luogo dove condividere con gli altri – in un contesto di convivialità – alcune delle mie grandi passioni: il buon vino e l’arte. Infatti il progetto architettonico ha previsto da subito degli spazi di apertura al pubblico, anche in funzione
Azienda agricola Icario via delle Pietrose, 2 53045 Montepulciano (SI) tel. 0578 758845 www.icario.it
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Š Andrea Jemolo fronte di ingresso a destra: planimetria originaria in apertura: vista del locale barriques
pianta delle coperture, impostazione geometrica della composizione
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sezione longitudinale
progetto architettonico, strutture e impianti Studio Valle Progettazioni gruppo di progettazione Tommaso Valle, Cesare Valle, Gianluca Valle, Gianluigi Valle con Giuseppe Mura, Stefano Rosa, Paolo Vacatello coordinamento generale e supervisione artistica Gianluigi Valle consulenti SPAC Engineering (strutture), Salvatore Baldassarra (impianti elettrici), Alberto Borgogni (impianti meccanici) direzione lavori Marco Maggi impresa PC Compagnia Progetti & Costruzioni cronologia 2002-2007 superficie 3.390 mq committente Azienda Agricola Icario fotografi Gianluigi Valle, Andrea Jemolo, Pier Maulini, Fabio Speranza (fotoritocchi)
dell’attività artistica. Volevo una struttura che consentisse una certa flessibilità, con ampie sale open space trasformabili in spazi dedicati, a seconda delle esigenze contingenti. Ho seguito passo per passo l’avanzamento del progetto affidato allo Studio Valle di Roma, partecipando ad ogni fase della sua realizzazione, cercando di trasmettere ai progettisti quei principi che volevo confluissero nell’edificio e che imprimessero una forte identità alla Cantina Icario: funzionalità, innovazione, minimo impatto ambientale, forte immagine architettonica. Sono soddisfatto del risultato finale, e penso che Icario, nel suo complesso, comunichi questi valori. Con mio padre Giancarlo e mia sorella Alessandra ho visitato la Toscana per individuare il luogo più adatto dove costruire la Cantina Icario. A Montepulciano abbiamo trovato il luogo ideale. Ho sentito subito una forte responsabilità nei confronti del contesto naturalistico che avevo di fronte. Credo che alla base di ogni progetto, anche architettonico, debba esservi un principio di responsabilità e ritengo che sia doveroso considerare le peculiarità del luogo, in questo caso le bellissime colline della Val d’Orcia. Posso affermare con orgoglio che Icario rispetta questo straordinario territorio, valorizzandolo. Icario è la dimostrazione che è possibile – con interventi accorti – aggiungere bellezza a un paesaggio già di per sé affascinante, cogliendo lo spirito dei luoghi e trasferendolo in qualche modo nell’architettura e in ciò che qui si produce. Nel caso di Icario la costruzione risolve l’impatto ambientale in un rapporto armonioso con la natura circostante: la cantina è immersa in un’atmosfera suggestiva, pur conservando un’immagine forte, una sua identità, al contempo di tradizione e innovazione.
Studio Valle Progettazioni CANTINA ICARIO, Montepulciano (SI)
Š Pier Maulini
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interno, la zona espositiva
petra
Vittorio Moretti Petra è la storia di un’ambizione realizzata. In questa cantina si è concretizzato il desiderio di costruire una struttura in grado di evidenziare la bellezza del luogo in cui sorge e il fascino del lavoro che in essa si svolge. Un concetto antico che i francesi, per primi, hanno applicato al mondo del vino realizzando i grandi Chateaux, costruiti per rendere immediatamente evidente all’occhio, che pare sia il primo strumento di giudizio dell’uomo, l’unicità di un vino e del territorio in cui esso è prodotto. In essi, infatti, il disegno architettonico diventa così significativo da essere l’elemento identificativo per il vino, per le vigne e persino per chi vi abita e lavora. Anche in etichetta, il profilo architettonico della cantina diventa segno distintivo del vino ed il nome del
Mario Botta PETRA, Suvereto (LI) ‘Castello’ coincide con il nome del vino. Il luogo La mia ambizione è stata di ripercorrere questa strada individuando innanzitutto un luogo che si prestasse a questo tipo di intervento. Tra i numerosi poderi visitati, mi ha colpito questo angolo di Maremma, ricco di storia e di intatta bellezza paesaggistica, ma al contempo non ancora così noto dal punto di vista vitivinicolo come altri territori toscani. L’ho acquistato nel 1997 riuscendo, in un anno, a recuperare i migliori appezzamenti di bosco e vigne sino a raggiungere gli attuali 300 ettari. Il vino e il vigneto Avevo le idee molto chiare sulla concezione del ciclo produttivo che doveva essere moderno, funzionale, ma rispettoso della tradizione e quindi con il minimo impatto meccanico sulle uve e sul mosto. La lavorazione per gravità doveva essere uno dei punti fermi di questa cantina. Anche sulla concezione del vigneto, non avevo dubbi. Mi avvalevo dell’esperienza di quasi 30 anni in Franciacorta, dove abbiamo creato due realtà importanti con la costanza e l’umiltà di attendere dal territorio, e solo dal territorio, suggerimenti su come fare un vino
Petra Azienda Agricola località San Lorenzo Alto, 131 58028 Suvereto (LI) tel. 0565 845308 info@petrawine.it www.petrawine.it
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Š Enrico Cano
Š Enrico Cano vista notturna dell’entrata principale pagina seguente: schizzo di studio dei volumi
espressivo, che suscita emozioni e rimane nella memoria. Proprio in Franciacorta, è iniziata la collaborazione con il professor Attilio Scienza, conosciuto in tutto il modo per i suoi studi sulla vocazionalità dei territori vitivinicoli. A Petra, l’amico Attilio ha iniziato subito una mappatura delle terre per individuare i vitigni più idonei al microclima di Petra e per disegnare chiaramente i prossimi 30 anni del progetto vino. L’architettura A questo punto serviva un architetto che fosse in grado di subordinare e integrare le proprie scelte estetiche alla nostra filosofia di produzione e al carattere del territorio. Conoscevo già Mario Botta e di lui ho sempre apprezzato le scelte innovative e coraggiose, ma anche la linearità, il rigore filologico e il rispetto per i luoghi in cui ha costruito. Credo sia riuscito a esprimere al meglio le esigenze di funzionalità e di impatto estetico. Con la sua verticalità, Petra esprime l’idealità del ‘fare vino’ e al contempo soddisfa le esigenze di razionalità e naturalità in cantina. Nel progetto Petra, ho realizzato pienamente un’ambizione e un desiderio. Come imprenditore, l’ambizione e la volontà di creare un’azienda moderna, bella e funzionale. Come produttore, il desiderio di realizzare una cantina perfettamente integrata nel territorio, sia a livello architettonico che a livello vitivinicolo.
Mario Botta PETRA, Suvereto (LI)
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progetto architettonico Mario Botta collaboratori Maurizio Pelli, Antonio Annaloro, Gabriele Priami progetto esecutivo ufficio tecnico Moretti direttore tecnico Evangelista Zampatti coordinatore Leonardo Pedrali esecutivo strutturale e architettonico Stefano Franzoni strutture in cemento armato Carlo Montagnoli strutture in legno lamellare Renzo Garuffini responsabile sicurezza in fase di progetto Dario Tognali impianti Glauco Fontanive indagine geologica S.G.A. – Uffreduzzi, Sabatini direzione lavori: direzione generale Vittorio Moretti direzione architettonica Mario Botta direzione strutturale Evangelista Zampatti impresa Moretti direttore di cantiere Luca Moretti responsabile sicurezza in fase di esecuzione Dario Tognali strutture prefabbricate Moretti montaggio strutture prefabbricate Montedil Due responsabile del montaggio Maurizio Mandelli strutture in legno lamellare Interholz Italia direttore di produzione Franco Cucchi montaggio strutture legno lamellare Angelo Capoferri responsabile del montaggio Pierangelo Delaidelli cronologia 1999-2003 superficie 8.000 mq committente Terra Moretti Srl
rocca di frassinello
Paolo Panerai L’idea di Rocca di Frassinello, prima di diventare il grande progetto che si è rivelato, è nata da un’esigenza concreta: cercare nuovi terreni per produrre grande vino in Toscana. Dal 1979 sono proprietario di un’azienda che ha contribuito a fare la storia del Chianti, Castellare di Castellina, ma dalla fine degli anni ‘90 era ormai evidente che in quella zona era diventato impossibile espandersi, dato il costo e la scarsità di terreni di alta qualità. La scelta è stata così quella di cercare un nuovo sbocco verso la Maremma. Dopo lunghe ricerche ho deciso di puntare verso le colline che si formano ai due lati della vecchia Aurelia, nel territorio del comune di Gavorrano, in una sorta di canyon nel quale si infila il vento di mare proveniente dalla piana fra Castiglion della Pescaia e Grosseto. La bontà della scelta ha convinto Domaines Barons de Rothschild Lafite ad unirsi in questa avventura, facendo nascere la prima joint venture fra un’azienda italiana e una francese e facendo assumere al progetto un rilievo assoluto. Sanzione ricevuta in maniera definitiva con il progetto della cantina
Renzo Piano ROCCA DI FRASSINELLO, Gavorrano (GR)
realizzato da Renzo Piano. Con Renzo ci siamo conosciuti alla fine degli anni Sessanta. Io ero un giovanissimo cronista de Il Secolo XIX e lui un architetto ancora sconosciuto. Senza l’amicizia che ci lega da allora, Renzo non avrebbe accettato di progettare Rocca di Frassinello, un edificio troppo piccolo rispetto alle dimensioni per le quali i suoi studi di Parigi e Genova sono organizzati. Ma non è stata solo l’amicizia a spingere Renzo ad accettare la proposta, vi ha certamente contribuito anche la sua passione per il vino, ereditata dal padre, produttore di Dolcetto. E infatti la sua straordinaria attenzione si è rivolta non solo all’estetica, ma anche alla produzione. «Non dimenticatevi mai che una cantina è uno stabilimento, non un salotto o un monumento», ha continuato a ripetere negli anni fra il primo progetto e la fine dei lavori. Significativa, in questo senso, la scelta di usare per Rocca di Frassinello cemento faccia a vista, anche se nobilitato da casseri di legno di betulla che lasciano sulla superficie come un segno
Rocca di Frassinello Poggio La Guardia località Giuncarico, Gavorrano (GR) tel. 0577 742903 info@castellare.it www.castellare.it/ita/introFrassinello.html
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serie di schizzi di studio per definire sia la posizione della torre che i materiale del pavillon e circostanti la torre
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il pavillon sul sagrato e il disegno di sintesi divenuto simbolo di Rocca di Frassinello pagina precedente: vista generale dalla vigna
pagina precedente: la barriccaia
di velluto. Il progetto di Renzo ha un valore rivoluzionario anche per la collocazione delle varie funzioni. «Qual è il cuore di una cantina se non lo spazio dove il vino si eleva in botte?», si domandava retoricamente. E allora, è stata la sua conclusione, la barriccaia la mettiamo al centro, sottoterra, perché il vino abbia la temperatura e l’umidità ideale. Un quadrato di 40 metri per 40. Il primo disegno al computer che mi ha consegnato è stato proprio il progetto strutturale dell’immenso solaio senza alcuna colonna a sostegno, di Favero & Milan, che abitualmente fanno per Renzo i calcoli del cemento armato. Intorno, come una cornice larga oltre 20 m, la distribuzione di tutte le funzioni del ciclo: su due lati per un’unica altezza, la vinaia in acciaio, con ogni tino in corrispondenza di un chiusino su, nel grande sagrato, come Renzo chiama l’immenso piazzale nato dalla copertura della barriccaia e della cornice intorno. Da quei chiusini, per caduta, scende l’uva che arriva sul sagrato in cassette. Sugli altri due lati, a due piani, tutte le altre funzioni, magazzini, zone di stoccaggio delle bottiglie e via dicendo. Il sagrato è una grande piazza a cielo aperto, rivestita del colore naturale e tenue del cotto. Un tappeto volante sulle colline morbide della Maremma. Al centro, orientato verso nord, un pavillon in vetro, tutto trasparente, con profili disegnati ad hoc in acciaio satinato, dedicato al ricevimento, vendita diretta, alle attività commerciali, ma anche alla musica o a mostre visive. Ed è proprio da lì che si eleva la torre tecnologica, e allo stesso tempo belvedere, che può essere vista da ogni punto dei 500 ettari circostanti, come riferimento di dove si trova l’azienda. Così come da ogni punto all’interno della cantina è possibile scorgerne il cuore vero e proprio, le 2.500 barriques, allineate sui gradoni dei quattro lati, degradanti in un quadrato illuminato da un raggio del sole. E il raggio di sole che scende al centro della barriccaia è catturato da una serie di specchi collocati proprio sulla torre. Un raggio di sole all’interno di una cantina, che aggiunge emozione allo stupore di chi vi fa ingresso.
Renzo Piano ROCCA DI FRASSINELLO, Gavorrano (GR) 66 / 69
architetti Renzo Piano Building Workshop gruppo di progetto L. Couton (associate in charge), B. Plattner (senior partner) con L. Dal Cerro, G. Ducci e G. Pasquini, P. Hendier, K. Demirkan; Y. Kyrkos, C. Colson, O. Aubert (modelli) consulenti: strutture e costi Favero & Milan impianti Enoconsult, Manens Intertecnica architetto consulente e sopralluoghi Alvisi Kirimoto & Partners architettura del paesaggio G. Crespi direzione lavori A. Poli, M. Alessi con L. Ferri cronologia 2001-2007 superficie 8.000 mq committente Rocca di Frassinello
San polo
Marilisa Allegrini Che significa contemporaneità per una cantina? Francamene in questo caso il concetto di ‘contemporaneità’ mi lascia un po’ perplessa. Da produttrice di vino sono interessata (e con me credo i miei agronomi, i miei enologi, i miei operai, i miei contadini) in primo luogo alla funzionalità; naturalmente amo pensare ad una cantina funzionale rispetto ai miei obiettivi produttivi di adesso e di quelli futuri. Poi penso, passando all’estetica, che il problema non sia se classica o contemporanea. Ci sono stupende cantine contemporanee in giro per il mondo ed altrettanto stupende cantine classiche, oppure alcune classiche che si camuffano da contemporanee ed anche l’opposto (e qui il gioco si fa più duro perché reggere il dialogo fra impostazioni e culture progettuali differenti senza barare
Dalpiaz Giannetti Architekten SAN POLO, Montalcino (SI)
ma con il gusto della contaminazione, immagino costituisca un’impresa di notevole densità teorica e pratica). Nel mio caso volevo una cantina a Montalcino, è capitata l’occasione, ho acquistato una cantina già progettata e devo dire che, fortunatamente, si trattava di un progetto che mi piaceva, intrigante perfino, così intrigante da pesare in modo significativo sulle motivazioni d’acquisto. Di fattura moderna, certo, ma non escludo, tanto per restare dialettici, che avrei preso egualmente un manufatto classico, se si fosse trattato di un classico funzionale e dotato di un suo fascino. Arrivando in seconda battuta, ho apportato necessariamente qualche piccola modifica e valorizzato alcuni particolari della cantina realizzata dall’architetto Giannetti per i suoi committenti originari, dando così espressione del mio modo di ‘sentire le cose’. Naturalmente ciò che io, meglio noi donne ed uomini del vino, cerchiamo in una cantina, è che essa rispetti il nostro profilo identitario, la nostra unicità. Questa questione fondamentale della forza dell’identità l’ho sperimentata anche nelle realizzazioni della mia Famiglia in Valpolicella con Allegrini ed a Bolgheri con Poggio al Tesoro, cui sono profondamente legata. Il progettista deve ascoltare, esercitare con pazienza e curiosità l’arte del comprendere, proporre, confrontarsi, scontrarsi anche, se occorre. Alla fine del percorso, desidero sentire la cantina come la mia cantina, starci bene
Allegrini Società Agricola località San Polo, Montalcino (SI) tel. 045 6832011 info@allegrini.it www.allegrini.it
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vista dell’esterno, ingresso est pagina precedente: ingresso ovest
perché è un ambiente di lavoro dove si producono buoni e grandi vini, ma è anche il mio primo biglietto da visita, la mia faccia. Un terroir è tale in quanto è un insieme, mi verrebbe da dire una moltitudine di elementi ormai codificati da una letteratura così vasta che è impossibile solo citare. Si parla, sempre nel mio caso, di Montalcino, zona di altissima vocazione enologica, riconosciuto ed apprezzato riferimento mondiale. Chi sa appena un po’ di vino, distingue bene, in Montalcino, l’importanza degli scarti altimetrici, dell’esposizione al sole, della composizione pedologica dei terreni, del ruolo dei versanti. Ecco, dove c’è San Polo, a Podernovi, noi abbiamo l’obbligo, mi concedete, quasi morale di difendere la dimensione paesaggistica particolare del luogo, la sua specifica natura, la sua bellezza. Pensate che un vino dell’azienda, non un Brunello, si chiama Mezzopane, epiteto che, nel gergale contadino, sta a significare questo: «Da qui si vede un panorama splendido, tale da restarne sazio». Non può certo essere una cantina che interrompe questo feeling, anzi serve che lo accompagni, lo integri, lo esalti. In questo senso la Cantina di San Polo è perfetta: moderna, cosa che non guasta in un contesto saturo di storia e di classicità, ma nello stesso tempo capace di interpretare, attraverso le innovative tecniche di costruzione, la bioarchitettura, lo sfruttamento intelligente delle generose risorse naturali, tutto il bene che noi vogliamo a questa terra, alle sue uve ed alla sua vena innata di donare emozioni. Abbiamo sbagliato a chiamare San Polo la Cantina degli esteti e degli ambientalisti?
Dalpiaz Giannetti Architekten SAN POLO, Montalcino (SI)
sezione trasversale
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progetto architettonico studio Dalpiaz Giannetti Architekten – Alessandro Dalpiaz, Michele Giannetti responsabile Michele Giannetti strutture IBS Progetti coordinatore della sicurezza Gianni Benedetti impianti e climatizzazione HL-Technik, K. Daniels impianto elettrico Studio VR progetto fitoproduzione Massimo Solaroli indagini geologiche Alessandro Lorenzini scavi e terre armate Benocci struttura prefabbricati Martini solai prefabbricati FAM opere edili Teknoedilizia impianti di climatizzazione Termosanitaria impianti elettrici Moscatelli impianti finiture interne Prisma intonaci impresa Baglioni completamento lavori 2007 superficie coperta 1.300 mq
planivolumetrico pianta piano terra
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vista del locale barriques
sassicaia
Nicolò Incisa della Rocchetta Bolgheri stava vivendo un momento di pieno fermento nel settore del vino. Molte aziende viticole, dalle piccole alle grandi, dalle più note a quelle di più recente insediamento, erano in preda all’euforia di realizzare la propria nuova cantina. Noi non ci siamo fatti trasportare da questo entusiasmo generale. Abbiamo deciso di realizzare una nuova cantina solo perché era necessario, data la crescita che anche la nostra azienda aveva avuto in termini di produzione e di impegni lavorativi. Avevamo bisogno di un locale ben distinto per l’affinamento del Sassicaia. Tra le varie soluzioni a cui abbiamo pensato, abbiamo ritenuto giusto indirizzare la scelta verso un progetto di cantina ‘contemporanea’, poiché un ‘finto antico’ non rientrava nelle
Agnese Mazzei, CANTINA SASSICAIA, Bolgheri (LI) tradizioni della mia famiglia. L’obiettivo era quello di coniugare, con la massima attenzione, il rispetto delle tradizioni storicoarchitettoniche tipiche dei manufatti di questo territorio, con le esigenze che oggi la modernizzazione delle tecnologie, da una parte e le giuste norme di tutela del lavoro, dall’altra, ci impongono. Non è stato un compito facile quello che abbiamo affidato all’architetto Mazzei, ma le sono riconoscente, ogni giorno di più, constatando l’ottima riuscita del suo lavoro. Da parte nostra abbiamo fornito supporto al progettista con le nostre idee, cercando di suggerire quelle che erano le nostre esigenze tecniche. Ma è all’architetto Mazzei che dobbiamo tutto. Lei ha dimostrato una pazienza encomiabile che del resto era quello che potevo aspettarmi da un’amicizia che ci unisce da tantissimi anni. La realizzazione di una nuova cantina per il Sassicaia, e per giunta a Bolgheri, non era un’impresa facile. A fare i conti con le nostre esigenze c’erano le norme delle
Tenuta San Guido località Le Capanne, 27 57022 Bolgheri (LI) tel. 0565 762003 www.sassicaia.com
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Š Pietro Savorelli
Š Pietro Savorelli vista generale
pianta
prosepetto tergale
amministrazioni e la necessaria tutela di un paesaggio che va protetto a tutti i costi proprio perché tutti ce lo invidiano. In un qualsiasi contesto rurale la realizzazione di una nuova struttura deve sempre rispettare l’armonia e la semplicità, tipica di un paesaggio agrario. Non dobbiamo mai dimenticare che nel passato le cantine preindustriali erano costruite con materiali poveri, del tutto riciclabili, pensate in relazione al contesto geografico e perfettamente adatte al microclima di ciascun luogo. Le cantine moderne, invece, sono spesso realizzate con materiali inquinanti o comunque realizzati con processi produttivi troppo lontani dai contesti rurali e troppo frequentemente realizzate più per un effetto scenografico che per l’effettiva necessità. Oggi però, mi ritengo felice della scelta che abbiamo intrapreso. Le esigenze tecniche e di lavoro che avevamo a San Guido, sono state raggiunte dando vita ad una struttura che si è insediata con massima attenzione e rispetto in un ambiente delicato, di grande pregio, dove abbiamo la fortuna di vivere e lavorare ogni giorno!
Agnese Mazzei, CANTINA SASSICAIA, Bolgheri (LI)
prospetto laterale corpo centrale
sezione trasversale
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progetto Agnese Mazzei – Agnese Mazzei Architetti collaboratori Gabriele Becattini strutture Piero Caliterna direzione lavori Agnese Mazzei impresa Cerbioni cronologia 2007-2008 superficie utile lorda 750 mq volume 3.680 mc committente Tenuta San Guido, CITAI Spa
Š Pietro Savorelli interni con apertura verso la campagna pagina seguente: la barriccaia
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Š Pietro Savorelli
Sguardo d’insieme
ISBN 978-88-903947-1-3
9 788890 394713 >