Come un Angelo

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Come un angelo sei volata via

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Nel 1°Anniversario della scomparsa di Teresa, è importante omaggiare la sua persona, ricordando la sua vita e la sua brillante carriera. Tale ricorrenza rappresenta un momento per far riflettere tutta la comunità scolastica sul valore culturale e morale profuso da Teresa, sia sul piano lavorativo che umano. Vorrei rivolgermi anche a tutte le persone che hanno conosciuto Teresa, che hanno potuto godere della sua compagnia, le hanno voluto bene e l’hanno amata per tutte le sue innumerevoli qualità. Amata, stimata e rispettata da tutti, Teresa ha lasciato nei cuori di ognuno di noi un’immagine indelebile, che nulla potrà cancellare. Neanche il tempo, con il suo scorrere veloce ed inesorabile, potrà farci dimenticare il grande esempio di vita, passione ed altruismo rappresentato da Teresa. Il suo sorriso, la sua simpatia, la sua ammirabile e straordinaria capacità di stringere amicizie con tutti, la sua irrefrenabile voglia di parlare, condividere problemi ed aiutare chiunque ne avesse bisogno, fanno di Lei una donna unica, speciale nel suo genere. Grazie Teresa, un grazie sentito da tutti noi. Voglio dedicarti, attraverso queste pagine, tutto il mio amore, la mia riconoscenza e gratitudine e ricordare, ancora una volta, che donna meravigliosa eri e sarai sempre…

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La morte non è niente. Sono solamente passato dall'altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo. Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace. Sant’Agostino.

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Due vite che si uniscono Teresa Di Santo, nata nel 1949 a Patti, in provincia di Messina, trascorse qui la sua prima giovinezza. Patti è uno dei maggiori centri della fascia tirrenica messinese e la sua origine viene datata intorno all’ VIII secolo a.C. In questo comune, ricco di storia, turismo e tradizioni, Teresa passò la sua infanzia e crebbe dimostrando, da subito, le innumerevoli qualità che la rendevano una bambina sveglia e dal carattere allegro e solare. Dalla sua origine siciliana, Teresa ereditò il temperamento tipico degli abitanti del meridione, inclini per natura a una maggiore dimostrazione d’affetto e calore. Tratto distintivo di Teresa era proprio il suo sorriso, sempre impresso sulle labbra, che si illuminava a contatto con la gente, e i suoi occhi profondi e sinceri, dentro i quali si poteva leggere ogni suo pensiero. Era come se il calore dei raggi del sole e l’acqua cristallina del mare siciliano, fossero rimasti impressi nel suo sorriso e nei suoi occhi, dandole un’espressione serena, pacifica e cordiale nel volto. Una volta compiuti gli studi presso l’Istituto delle Suore del Sacro Cuore, Teresa si iscrisse, sempre a Messina, alla facoltà di Scienze Naturali. Ben presto, però, si accorse di possedere una naturale vocazione e passione per l’insegnamento. A causa delle poche offerte di lavoro all’interno del mondo scolastico siciliano, fu costretta ad abbandonare la sua terra natale, in cerca di migliori condizioni lavorative. Nel 1969, ebbe la fortuna, come prima esperienza lavorativa, di svolgere il ruolo di istitutrice presso l’Istituto profughi Giuliani e Dalmati di Roma. L’Istituto ospitava bambine profughe provenienti dall’Etiopia, Eritrea e Somalia. Fu proprio a Roma, in un pomeriggio di settembre del 1973, che avvenne il nostro primo incontro. Era una bella giornata di settembre: il cielo era azzurro, limpido e sereno, ed il sole, ancora caldo, mi spinse ad uscire un po’ all’aria aperta. Mi trovavo a passeggiare per i laghetti dell’Eur, quartiere dove abitavo, quando, improvvisamente, come per dono divino, vidi arrivare verso di me un gruppo di ragazze che tenevano per mano due bambine di colore. Non 4


ero per nulla interessato ad un incontro, ma il mio sguardo si fermò su una delle ragazze. Mi sentii quasi imbarazzato, poiché avevo capito che la mia attenzione non era passata inosservata: Lei, infatti, si era accorta che la guardavo e percepii il suo disagio, ma allo stesso tempo la vidi lusingata. Mi rimase impressa nella mente la candida luce che emanava mentre accudiva amorevolmente le due bambine di colore. Per la prima volta nella mia vita, sentii il cuore sciogliersi nel petto alla vista di quella ragazza così solare, simpatica e speciale; da subito capii che poteva divenire la mia guida, il mio punto di riferimento, la persona capace di comprendermi e donarmi amore. Figura esile, dalla carnagione scura e dai capelli neri, ha assunto dinnanzi ai miei occhi la grandezza, la saggezza e la pacatezza della tipica donna siciliana, che tanto avevo cercato e desiderato. Quella ragazza, incontrata quasi per caso, conquistò immediatamente il mio cuore e seppe ricambiarmi con lo stesso amore ed affetto che io provavo nei suoi confronti. Teresa era capace di leggermi negli occhi; le parole non servivano, le bastava semplicemente osservare le mie espressioni per capire ciò che non riuscivo ad esprimere a voce. Mi innamorai di Teresa e delle sue innumerevoli qualità; mi innamorai della sua immensa generosità nei confronti della famiglia, della sua disponibilità verso gli altri, e del suo essere sempre motivo di incoraggiamento per affrontare la vita quotidiana. Ho capito quanto per lei fosse importante ciò che si faceva e come lo si faceva: non contava l'aspetto formale o pratico, contava, al contrario, ciò che c’era dietro, la motivazione e la sincerità di una persona e del suo intento. Per Teresa, ogni gesto d’affetto era importante, poiché riteneva che rappresentasse la parte più preziosa ed intima che una persona possiede e che dona all’altro. E’ sempre stata capace di parlare con determinazione e fermezza, dimostrando di possedere carattere e per questo le affidavo tutte le mie sensazioni ed emozioni. Le cose difficili non la spaventavano, anzi la motivavano. 5


Ho sempre tenuto alla sua vita come fosse la mia... voler bene alla compagna della propria vita, significa essere disposti a condividere con Lei qualsiasi cosa e tenerla per mano giorno dopo giorno. Tutto mi sembrava vuoto, privo di significato e vano, se non veniva condiviso con Lei. Il Signore mi ha dato un dono meraviglioso: la voglia continua di vivere accanto al suo respiro, alle sue sensazioni , al suo modo di essere. Teresa si è sempre lasciata affascinare dall’amore verso il prossimo. La sua natura era quella di una donna semplice e libera, che con occhio attento era sempre pronta a registrare le diverse sfumature del mondo circostante e riflettere sulle sue impressioni. Persona leale, sincera e disponibile, che anche sul lavoro dimostrava le sue qualità: era serena e pacata anche durante le attività didattiche; le sue lezioni erano piacevoli e le sue spiegazioni davvero interessanti, poiché parlava ai ragazzi non solo di argomenti relativi al programma, ma spaziava anche su temi di attualità. Con lei potevano discutere di tutto, di qualsiasi tema o problema, perché sapeva dialogare con i suoi alunni e scambiare con loro opinioni senza che mai venisse meno il suo ruolo di insegnante. Forse, qualche volta sarà pur stata severa, avrà rimproverato qualche alunno meno diligente, ma lo avrà fatto per il loro bene perché li ha sempre amati, facendo di tutto per aiutarli e sostenerli in ogni difficoltà. Grazie al suo lavoro, svolto con passione e competenza, ha saputo insegnare ai ragazzi a rispettare le regole e dedicarsi allo studio, aiutandoli così ad affrontare situazioni difficili che, spesso, li potevano condurre su pericolose strade.

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Dedicato a Te Se la vita è un dono, la morte è privazione. Quando perdiamo una persona amata, dobbiamo tenere viva la sua immagine e ricordarla attraverso la memoria per continuare a farla vivere, dentro di noi e fra noi, in eterno. Voglio ricordare Teresa per perpetuare nel tempo il suo esempio ed imprimerlo nella memoria di tutti coloro che hanno avuto la fortuna e il piacere di conoscerla, di condividere con Lei emozioni , parole e splendidi momenti. Teresa è stata una moglie, madre ed insegnante saggia, assennata, a volte severa, ma al tempo stesso comprensiva, disponibile, generosa ed affettuosa; una donna dal carattere allegro e solare, sempre pronta a donare un sorriso ed offrire il suo aiuto a chiunque ne avesse avuto bisogno, senza mai chiedere nulla in cambio. Ogni anno, quando si avvicinava il periodo estivo, a Limbadi, mio paese natale, l’arrivo di Teresa era fonte di gioia ed allegria , poiché era conosciuta da molti compaesani e tutti l’attendevano per poter godere della sua piacevole compagnia. Questo, verso Teresa, era per me un motivo di grande stima ed ammirazione, poiché dovunque Ella andasse, faceva nascere amicizie che, coltivate nel tempo, davano vita a sinceri e profondi legami, tali da non farla mai sentire sola, triste o annoiata. Teresa era infatti sempre vitale, energica ed estroversa come un’eterna ragazza; voleva bene a tutti e, di conseguenza, veniva ricambiata con lo stesso affetto ed amore che trasmetteva dal suo sorriso solare e dai suoi occhi profondi e sinceri. Era uno spirito libero, non amava vincoli o condizionamenti, faceva ciò che più sentiva giusto per Lei e per gli altri ed ammetto che raramente sbagliava. Faceva bene a fidarsi del suo istinto, a seguire ciò che le diceva il cuore e viveva la sua vita condividendola con i suoi affetti più cari come la famiglia, gli amici e anche la scuola, ma sempre conservando quella sua sfera di individualità ed indipendenza, a cui non avrebbe mai potuto rinunciare. Ricordo che uscire con Lei era quasi “imbarazzante” poiché ero costretto a fermarmi ad ogni passo ed aspettare, pazientemente, che Teresa finisse di 7


salutare e di chiacchierare con le persone che incontrava per strada o nei negozi; conosceva moltissima gente ed a tutti regalava il suo grande sorriso come segno di saluto. Amava andare in giro per negozi ed uscire con le amiche e, soprattutto, aveva a cuore i suoi ex-alunni, in particolar modo le ragazze. Ricordo che le piaceva informarsi di come andassero gli studi universitari delle sue ex-alunne ed incontrarle per una piacevole ed amichevole chiacchierata; le ragazze ricambiavano con sincerità le attenzioni di Teresa e si confidavano con Lei, istaurando un rapporto di reciproca stima e fiducia. Teresa prendeva a cuore ogni problema o preoccupazione delle persone a cui voleva bene; faceva di tutto per cercarne una soluzione ed offrire, come meglio poteva, il suo conforto ed aiuto. Era sempre disponibile con tutti, e ad ogni sofferenza ed ostacolo che la vita le poneva sul suo cammino, Lei rispondeva con un sorriso, forte e determinato; non la intimoriva nessuna difficoltà e non amava rassegnarsi, anzi ogni problema era una prova da superare ed affrontare a testa alta e con coraggio. La vita ha voluto mettere duramente alla prova Teresa, chiedendole di superare un ostacolo troppo grande e insormontabile, come quello della sua malattia, di fronte alla quale, però, non si è mai arresa, dimostrando sempre la sua forza, tenacia, pazienza ed invidiabile coraggio. Credo che Teresa rappresenti un esempio di vita per tutti noi proprio per la sua umanità, bontà d’animo, gioia ed immenso attaccamento alla vita. Teresa metteva passione e dedizione in tutto ciò che faceva, sia nell’ambito familiare che scolastico. Un modo per ricordare ed omaggiare Teresa per il suo ruolo di insegnante svolto presso la scuola media statale Giuliano da Sangallo, è stato quello di dedicarle un premio, intitolato “A Teresa Di Santo”. Tale premio è un riconoscimento e insieme il simbolo del lavoro che Teresa ha compiuto come insegnante, con continua diligenza e dedizione ogni giorno della sua vita. L’iniziativa è stata fortemente voluta anche per offrire spunti di riflessione sull’importanza del rapporto docente-discente per il raggiungimento del successo formativo ed educativo degli alunni e per fare in modo che tutta la 8


comunità scolastica possa rendere omaggio a Teresa, la quale ha saputo conciliare i suoi numerosi impegni sociali e scolastici con quelli familiari ed affettivi, fungendo da punto di riferimento per tutti noi. Il progetto è stato patrocinato dal Comune di Roma e dal Municipio XIII, oltre che dalla fondazione Mondo Digitale, dal Coordinamento Genitori Democratici e dai Lions club Roma Mare. All’iniziativa, aperta a tutti gli studenti di terza media del XIII Municipio del Comune di Roma, si poteva partecipare inviando un’opera inedita sul tema “Io e la scuola” ed è stata una giuria presieduta dal professor F. Facciolo a stabilire il vincitore, durante la premiazione avvenuta il giorno 17 maggio 2010. Lo scopo di tale progetto non è solo quello di ricordare Teresa ed il suo ruolo di insegnante, ma anche quello di rivolgere un’ulteriore lezione ai ragazzi, che non devono dimenticare che la Scuola può e deve essere per loro un esempio di formazione, educazione e stimolo a un miglioramento continuo. Il giorno 8 marzo 2010, in occasione della Festa della Donna, nella sala consiliare Massimo Di Somma, sono state premiate le “donne dell’anno”, che si sono distinte per il loro lavoro ed operato. Prima fra tutte è stata premiata Teresa. Le è stato assegnato un premio alla memoria per rendere un ulteriore omaggio alla sua continua dedizione all’insegnamento e lodare il suo costante impegno, che non si è mai esaurito nonostante l’avanzare della malattia. All’interno dell’ambiente scolastico, Teresa era stimata ed amata da tutti, non solo colleghi e colleghe, bensì da tutti i suoi allievi, che le sono stati vicini durante tutto il corso della malattia, con frequenti visite in ospedale e dimostrandole il loro affetto attraverso lettere e poesie. La classe IIID le ha dedicato un breve scritto, consegnato in una cornice d’argento, in cui gli alunni ringraziano con dolcezza ed affetto la professoressa Di Santo per i suoi “mille” importanti insegnamenti. È vero, il destino mi ha privato di una donna speciale come Teresa, ma trovo forza e conforto nel vedere il sentito e profondo affetto con cui è stata ed è ricordata da tutti, perché il suo ricordo deve rimanere vivo dentro di noi in eterno. 9


Chiesa di San Pantaleone

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Con Te, la vita è un dono A volte, nella vita, una necessità si trasforma in preghiera ed un dono diviene una consolazione. Cerco un po’ di pace tra le riflessioni e la vita della persona che ho tanto amato. Oggi sono un uomo diverso, il corso della Vita ha cambiato anche me; il mio animo è in balìa di emozioni contrastanti, oscilla da un senso di angoscia ed intensa tristezza, ad uno stato d’insonnia, d’inerzia e d’inappetenza, arrivando a percepire la vita come vana e priva di significato. A causa del dolore e della sofferenza vissuta da Teresa nell’ultimo periodo, più volte, mi sono domandato com’era possibile che io fossi ancora vivo e che il mio cuore continuasse a battere, nonostante il suo si fosse fermato. Con l’aiuto dei miei familiari, delle persone a me care e del meraviglioso mondo della scuola, che mi è stato sempre vicino, ho capito il valore della speranza. Sperare non vuol dire, però, dimenticare, ma credere e confidare in un domani migliore. Cara Teresa, sei stata la persona più importante della mia vita, la persona a cui più mi sia legato. Il mio amore per te era troppo grande e mi rendeva incapace di accettare l’idea che tu non fossi più accanto a me. Quando arriverà il mio ultimo giorno, non avrò timore poiché potrò raggiungerti e condividere con te un percorso comune. Te ne sei andata via troppo presto e mi hai lasciato solo in questo viaggio, che tutti chiamano Vita; le nostre strade si sono divise, ma finiranno col ricongiungersi per proseguire poi unite, inseparabili, per sempre. La mia mano nella tua, io e te di nuovo…

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Il triste viaggio Ricordo che Teresa amava la vita. Aveva tanti progetti ed una grande voglia di vederli realizzati; era una persona dinamica, attiva e dalle mille idee. Purtroppo, la sua gioia di vivere dovette fare i conti con un avvenimento inaspettato. Si trovò a dover impegnare tutte le sue forze per combattere un temibile avversario, che finì per essere il suo orrendo compagno di viaggio: il linfoma non Hodgkin. Non era così che sarebbe dovuta andare, lo so, ma la Vita è un prisma dalle mille facce, un quadro dalle mille sfumature, un attore dai tanti volti, che può mostrare il suo lato migliore o deluderti con quello peggiore. Ogni mattina guardavo Teresa prepararsi per andare a scuola, la osservavo prendere i libri per la lezione ed uscire di corsa da casa, dopo essersi data una veloce occhiata allo specchio. Una mattina d’inverno del 2002 le cose andarono diversamente. Teresa, guardandosi allo specchio, non aveva fatto caso ad un leggero gonfiore sulla guancia destra, o per lo meno non gliene aveva dato peso, forse troppo presa dal pensiero del figlio, che quella mattina doveva sostenere un esame importante. Non si preoccupò di quel gonfiore e si recò a scuola come di consueto, ma durante l’intervallo, alcune colleghe notarono la guancia di Teresa e le chiesero se si sentisse qualcosa di strano sul viso. Effettivamente, il gonfiore non le arrecava nessun dolore o fastidio nonostante risultasse sempre più visibile. Una volta rientrata a casa, il suo primo pensiero fu quello di sapere l’esito dell’esame del figlio; fu molto contenta nel sentire che l’esame era andato bene e che si era concluso in modo positivo. Si vedeva che avevano un bel rapporto, lei e suo figlio, quasi due amici, erano legati da un sentimento fortissimo.

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Dopo aver avuto la buona notizia, iniziò ad interessarsi a quello strano gonfiore per cercarne di capire la causa. Fece una serie di analisi, visite odontoiatriche, radiografie e prelievi ematologici per conoscere le ragioni di tale rigonfiamento, il cui motivo ci venne svelato, in seguito, e ci bastò per farci crollare il modo addosso. Al reparto di ematologia di via Benevento la diagnosi del medico fu la seguente: “Signora, lei ha un linfoma non Hodgkin, ad alto grado di aggressività, bisogna iniziare subito la chemioterapia”, queste furono le parole pronunciate dall’ematologo, che ci lasciarono impietriti, sconvolti e incapaci di rispondere . Fu un attimo, mi ricordo che ci guardammo negli occhi e quell’attimo sembrò un’eternità; come un fulmine, dal nostro sguardo scaturì un pensiero comune: dovevamo, a tutti i costi, combattere questo spietato nemico e lottare con tutte le nostre forze per vincere questa battaglia. Dovevamo vincere e l’avremmo fatto insieme, io e lei, con l’aiuto del Signore, della Madonna del Tindari e di tutti coloro che ci circondavano quotidianamente. Dal 9 Marzo del 2002 al 7 Giugno dello stesso anno, Teresa iniziò il calvario della chemioterapia per un totale di dodici cicli, seguite da tre rachicentesi diagnostiche e terapeutiche di profilassi. La prima puntura lombare diagnostica e terapeutica è stata fatta il 17 Novembre 2002 e dal 7 al 31 Luglio ha effettuato la radioterapia. A causa di queste cure, perse tutti i capelli, vomitava di continuo, aveva tanti dolori, le mancavano le forze: vivevamo in un vero incubo. Tutte le cure furono svolte ed effettuate in day hospital. I mesi passavano veloci, ma proprio quando ce lo aspettavamo di meno, proprio quando sembrava che quel temibile avversario fosse troppo forte per essere sconfitto, dopo quindici giorni dall’ultima chemioterapia, la PET indicò una remissione totale del linfoma . Adesso, la battaglia poteva avere un risvolto positivo, potevamo vincerla. 1 3


Ci sembrò un sogno, ma era la realtà. Questo straordinario avvenimento ci consentiva di andare avanti e di vivere una vita più serena, rassicurati dal fatto che, di lì a poco, saremmo usciti dall’incubo. Purtroppo, la nostra gioia e serenità durarono poco. La speranza, il nostro essere fiduciosi, il nostro confidare nell’effettiva guarigione furono distrutte all’improvviso. Un giorno, infatti, verso le quattro di mattina, Teresa accusò una forte emicrania e forti capogiri con conseguente mancanza di equilibrio: dopo capimmo che il vestibolare destro era compromesso. Da quella mattina, Teresa non riuscì più a riposare e stare tranquilla , poiché, tre giorni a settimana, doveva sottoporsi a sedute di fisioterapia, per cercare di riottenere, almeno in parte, l’equilibrio e il controllo del suo corpo. Fu grazie a Marco, ottimo fisioterapista e uomo meraviglioso, che Teresa riuscì, dopo circa tre mesi, ad essere di nuovo autonoma ed a riacquistare l’equilibrio, potendo reggersi in piedi da sola e muoversi senza il costante rischio di cadere. Per cinque anni e sei mesi siamo andati avanti un po’ più sereni, anche se i controlli semestrali o trimestrali non mancavano mai e ci tenevano sempre in apprensione. Teresa si era ripresa velocemente, pensava spesso ai suoi alunni, alla sua famiglia, alle amiche e alle lunghe passeggiate all’aria aperta. Sembrava che il linfoma si fosse “addormentato” nel corpo di Teresa, si fosse assopito o addirittura fosse stato sconfitto. I giorni passavano e Teresa continuava la sua vita di sempre. Come ogni anno, nel mese di luglio, lasciammo Ostia e ci recammo a Limbadi, mio paese natale, per passare con i miei compaesani e amici le vacanze estive e la festa del patrono San Pantaleone, il 27 luglio. Intorno al 4 e 5 agosto, come facevamo ogni anno, da Limbadi ci spostammo in Sicilia, a Patti, per concludere il periodo estivo nel paese d’origine di Teresa. 1 4


Il sole caldo, la brezza estiva, il mare limpido e luccicante rendevano il paesaggio siciliano un luogo ancora più affascinante. Sentivo il calore dei giorni estivi avvolgere il comune di Patti, e, allo stesso tempo, sentivo più caldo il mio cuore, che ardeva di speranza , di fede e di nuove aspettative. Il 10 Agosto del 2007, mentre ci trovavamo a Patti, un altro avvenimento minò la pur sempre fragile tranquillità e serenità che avevamo assunto. Il linfoma, purtroppo, si era risvegliato dal suo “letargo” e si era manifestato attraverso un forte gonfiore nel cavo popliteo, in sede latero-cervicale. Quel gonfiore fu un fulmine a ciel sereno, che ci spiazzò tutti. Avevamo confidato in un miglioramento, ma fummo costretti a ricrederci; nonostante la grande tristezza e preoccupazione, eravamo pronti a combattere di nuovo quel male, anche se adesso era diverso, poiché urgevano i preparativi per il matrimonio di nostro figlio, Giuseppe, che si sarebbe spostato il 15 Settembre 2007. Con la grinta di sempre, abbiamo affrontato insieme le ulteriori avversità presentateci dalla malattia. Il giorno in cui il gonfiore si ripresentò, fu un giorno di preghiera: il pomeriggio visitammo il Santuario del Tindari per pregare e chiedere aiuto alla “Madonnuzza”, così chiamava la Madonna, Teresa. L’indomani, dopo aver salutato parenti ed amici, siamo ripartiti , alle prime luci dell’alba, per tornare a Roma e raggiungere, poi, quella che era diventata “la nostra seconda casa”, ossia il reparto di ematologia di via Benevento. Dopo una lunga serie di analisi, visite specialistiche, ulteriori radiografie e prelievi del sangue, Teresa iniziò il trattamento polichemioterapico di II linea, che si svolse dal 28 agosto 2007 all’11 novembre dello stesso, per tre cicli, e seguito da un ciclo di chemioterapia. In questo periodo di incessanti esami, visite e cure, la nostra vita non cambiò poi così tanto: nonostante i numerosi e, spesso invasivi, trattamenti a cui Teresa era sottoposta , riuscimmo a proseguire il nostro cammino coniugale e 1 5


svolgere sempre il nostro ruolo di genitori. Fondamentale e fonte di enorme conforto e sostegno sono stati tutti i nostri amici, le colleghe di Teresa e i nostri cari, che non ci hanno mai lasciati soli e non ci hanno mai fatto mancare il loro affetto. Le gioie si alternavano ai dolori, come due pesi sulla bilancia in continuo equilibrio. A lenire le paure e le sofferenze di Teresa, riempiendole il cuore di orgoglio, felicità e contentezza, fu il matrimonio del caro figlio Giuseppe, celebratosi il 15 settembre del 2007. L’amore che una madre può nutrire nei confronti di un figlio, è un amore indescrivibile, incondizionato, che va oltre qualsiasi semplice aggettivo. Teresa amava più d’ogni altra cosa la sua famiglia, ma in particolar modo si sentiva legata a suo figlio da un rapporto di intesa, fiducia e stima reciproca. Vederlo camminare lungo il corridoio di una chiesa e giurare fedeltà alla sua futura moglie, era quello a cui avrebbe sempre desiderato di assistere, un giorno, e non le importava della malattia, di quel maledetto “compagno di viaggio”, che non avrebbe potuto impedirle di partecipare alla cerimonia. Così, con la forza e l’ardore che le erano proprie, Teresa, senza farsi intimorire dal suo stato di salute, partì per andare in Calabria e celebrare il matrimonio di Giuseppe. Ritornò a Roma il giorno dopo, senza potersi trattenere qualche giorno in compagnia di suo figlio, poiché doveva continuare il ciclo di chemioterapie. A dicembre, esattamente il 18 dicembre del 2007, fu ricoverata. Doveva iniziare il trattamento e la preparazione al trapianto autologo di cellule staminali da sangue venoso periferico, avvenuto l’11 gennaio del 2008 . Dopo il trapianto, Teresa era degente in una camera, situata al terzo piano del reparto di ematologia; c’era la continua e ossessiva paura che Teresa potesse prendere un’infezione o contrarre un qualsiasi virus, cosa che sarebbe stata molto rischiosa a causa delle condizioni post-autotrapianto in cui si trovava. 1 6


Durante l’orario di visita, potevo entrare in camera solo se munito di camice sterile e mascherina, in modo da evitare possibili trasmissioni di batteri. Durante tutto il periodo in cui era ricoverata, la vedevo soffrire molto; aveva continui e lancinanti dolori, non riusciva a chiudere occhio e a riposare tranquilla, ma nonostante tutto non perse mai la forza di sorridere e di andare avanti in questa dura lotta. Finalmente, il 25 gennaio del 2008 fu dimessa. Le sue condizioni erano buone e questo bastò a renderci più sereni e sciogliere la tensione, che avevamo accumulato durante tutto il mese del ricovero. Le dimissioni di Teresa, l’esito positivo dell’autotrapianto, la sua apparente buona salute ci fecero tirare un sospiro di sollievo, dandoci conforto e rendendoci sempre più fiduciosi. Purtroppo questa luce di speranza si offuscò presto. A settembre si ripresentò, inesorabile, il gonfiore, questa volta sul lato esterno del ginocchio. Fu l’ennesimo segno dell’ irriducibilità del linfoma, che scompariva per poi ripresentarsi all’improvviso. Non capivo come fosse possibile che si potesse ripresentare anche dopo tutte le cure e le terapie svolte. Davvero, allora, non eravamo riusciti ad ottenere nulla , neanche un leggero miglioramento? Dal 26 settembre 2008 al 09 febbraio 2009, Teresa fu sottoposta ad una serie di cicli chemioterapici, che si svolgevano ogni 21 giorni. Qualcosa, però, stava cambiando nelle condizioni generali di Teresa, il cui corpo lasciava intravedere segni di indebolimento. Il suo fisico iniziava a sopportare meno le terapie di chemio, troppo invasive e aggressive per un corpo già affaticato e duramente provato. Vederla sempre più debole , lei che aveva sempre avuto una grande forza e voglia di vivere, mi distruggeva. Fui assalito dallo sconforto, ma non volevo si tramutasse in disperazione, che mi avrebbe impedito di continuare a lottare accanto a mia moglie, a confidare nella sua guarigione. Un giorno, mi feci coraggio e decisi di chiedere maggiori chiarimenti all’ematologo, riguardo le condizioni di salute di Teresa. Il medico mi rispose che avevano fatto il 1 7


possibile per lei, ma non bisognava arrendersi e mi consigliò di provare una terapia sperimentale, praticata solo a Bologna. Da subito, armato di fiducia e speranza, mi adoperai per ottenere e fissare un appuntamento con il gruppo medico di Bologna. Il primo di aprile, Teresa iniziò la terapia sperimentale, che venne, però, sospesa e poi interrotta definitivamente il 27 Aprile. La terapia non stava dando nessun segno di miglioramento, anzi provocò l’effetto contrario: la situazione peggiorò col crearsi di un embolo all’altezza del cavo popliteo. Teresa, nonostante i negativi esiti della terapia, non si perdeva mai d’animo e non era intenzionata ad arrendersi. Al contrario, tutte queste difficoltà servirono a darle più coraggio e voglia di lottare e di continuare le cure nel tentativo di vincere la sua malattia e tornare alla vita di sempre. Ricordo con immensa ammirazione e quasi stupore la perenne tenacia, grinta e forza d’animo di Teresa, che non si lasciava intimorire da nulla e, anche quando la malattia sembrava farla soffrire di più, reagiva con stoicismo e coraggio, senza mai farsi vedere triste o rassegnata, ma anzi capace sempre di rassicurarci, donandoci amorevoli sorrisi e sguardi di speranza e fiducia.

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Questa battaglia l’abbiamo persa, ma non mi arrendo Non è bastato lottare con tutte le nostre forze. Questa battaglia, sul cui esito positivo avevamo tanto sperato, si chiude con una tremenda sconfitta, che scende giù amara, impossibile da accettare. La malattia ci ha piegati, distrutti e consumati senza avere, nemmeno, una possibilità di rivincita. Ho perso, ho fallito. No, non ci credo. Ogni segnale di miglioramento, ogni speranza e fiducia nelle terapie, ogni ottimismo…. tutto è stato spazzato via, in un attimo, dalla cruda constatazione della realtà. Tutto ciò che prima serviva a rassicurarci e a darci forza, facendoci andare avanti e affrontare le varie fasi della malattia, è venuta a mancare. La malattia di Teresa andava peggiorando giorno dopo giorno e non le consentiva più di muoversi e alzarsi dal letto. Nonostante l’aggravarsi delle sue condizioni, mia moglie non ebbe mai un solo attimo di disperazione, al contrario di quanto accadde a me: iniziai a rendermi conto che la situazione stava peggiorando e la forza, di cui mi ero armato, stava svanendo per lasciare il posto ad un devastante dolore. La voce di Teresa con il passare dei giorni si affievoliva sempre di più, come una candela dalla luce sempre più fioca, che si andava spegnendo. Ci impiegò tre giorni , la candela, a spegnersi del tutto. La sera del 14 giugno, Teresa, dal letto su cui era sdraiata, volse un tenero sguardo a noi familiari, riuniti attorno a lei . Riconobbe suo fratello, sua madre e il suo adorato figlio. Poco dopo, nello stesso giorno, non fu più in grado di ingoiare né cibo, né acqua. Durante la notte le salì la febbre alta, a 41, e iniziò lo strazio. Immobile, senza dare alcun segno di vita, giaceva supina sul letto; l’edema cerebrale si era presentato violento e non lasciava scampo o vie d’uscita. Soffrivo tremendamente nel vederla respirare a fatica, con la maschera d’ossigeno, per tre giorni e tre notti. Poi, il 17 giugno alle ore 10.30, il respiro di Teresa si fece meno affannoso, divenne debole, lento e di lì a poco sempre più fioco ed impercettibile; vidi il suo capo reclinarsi lentamente sulle mie mani, mentre io e Giuseppe l’accarezzavamo dolcemente . L’orologio segnava le 11.25. La baciai e le feci il segno della croce. 1 9


Guardavo la sua mano giacere immobile, priva di forze. La sua grinta, la sua tenacia, la sua inesauribile gioia di vivere si erano spente, come fioche fiammelle di un fuoco ormai estinto, ma restava impresso sulle sue labbra un tenero sorriso. Quel sorriso sembrava un ultimo saluto, che rivolgeva a tutti noi, come se volesse addolcire il momento del doloroso e straziante distacco. Teresa adesso, non è più con noi, il Signore l’ha presa con sé. Nel mio cuore deserto resta la nostalgia: rivorrei la sua allegria, il suo contagioso sorriso, la sua irrefrenabile gioia di vivere; vorrei riavere il suo sguardo pieno d’amore, i gesti affettuosi che rivolgeva non solo a me o a Giuseppe, ma a tutti quelli che le stavano accanto. Con lei si allontana anche una parte di me, della mia vita . Ho sempre ammirato il suo carattere, la sua figura di donna, e il suo saper essere, allo stesso tempo, una brava moglie e ottima mamma. Donna sincera, persona sensibile ed amorevole, che tutti hanno saputo apprezzare e stimare per le sue invidiabili qualità. La sua profonda intelligenza e saggezza l’hanno resa, per tutti noi che l’abbiamo conosciuta, un punto di riferimento. Ha sempre dimostrato un grande amore per la vita; ha saputo adoperare al meglio, fino alla fine, tutte le energie non solo per combattere e sconfiggere il suo tremendo male, ma per dare un senso costruttivo al suo dolore e una svolta di positività ad una vita segnata dal “male del secolo”. Cara Teresa, hai sempre saputo accettare e, al tempo stesso, superare i numerosi limiti che la malattia ti ha imposto. Ho sperato tanto in quel farmaco che ti avrebbe guarita, ma così non è stato . Oggi, se guardo al passato per cercare il ricordo del tuo viso, ti vedo comparire dappertutto; quante volte mi domando il perché io sia ancora vivo e il mio cuore continua a battere… Nella solitudine non vedo che Te. So che adesso non soffri più e da lassù, irradiata da luce e amore infiniti, potrai aiutare coloro che tanto ti hanno amata e voluta bene. Ci sarai accanto, sempre, e noi ti porteremo nei nostri cuori. Dammi la forza di andare avanti e di capire che non ti ho persa per sempre, ma che mi hai solo preceduto lì dove, un giorno, ci riuniremo di nuovo. 2 0


Ti vedo, mi illumini, non svanire … Una sera di Novembre, accadde qualcosa che mi fece provare una grande ed intensa emozione. Eri Tu, che mi parlavi e mi sussurravi dolcemente: “Non piangere per la mia lontananza, perché, se mi ami, io per te ci sarò sempre ”. Il tuo corpo è lontano su una stella del firmamento, ma Tu sei nel mio cuore e in esso continui a vivere. Sento che mi sei vicina e che continui a ripetermi di non preoccuparmi, perché dovunque vada tu sarai con me; l’anima sopravvive al corpo, che è effimero e destinato a scomparire, così tu continui a vivere dentro di me. Il tuo amore va oltre ogni limite e confine e rimarrà eterno ed immutabile. Mi sembra di averti accanto, sento il profumo della tua pelle; di notte mi sveglio e ti chiamo per nome. Tu riesci a tornare da me avvolta da una luce bianca splendente. Sei bellissima, mi avvicino, ma il bagliore mi acceca , chiudo gli occhi, ma tu non ci sei più. Grido “sono qui”, perché non esiste altro luogo in cui vorrei essere. Indietreggi nella luce, mi saluti aprendo lentamente le braccia e scompari dissolvendoti nel buio. Vorrei seguirti , ma mi fai capire, scuotendo lentamente il capo, che non è ancora tempo per me di compiere questo viaggio. Ti penso, ti cerco e rievoco il tuo ricordo ogni volta che sento di aver più bisogno di te. Sento il cuore riempirsi d’amore ogni volta che ti ricordo, e provo una gioia infinita quando ripenso ai tuoi lavori ed impegni scolastici , al tuo essere parte attiva nella vita del quartiere, ai tuoi numerosi successi e gratificazioni. Tutto quello che hai fatto, l’hai sempre fatto perché ci credevi; portavi avanti ogni impegno con grande serietà e dedizione, senza mai vantartene. Donna risoluta e decisa, dal carattere invidiabile, che attirava a sé, per il suo essere e per ciò che faceva, grande stima, simpatia ed ammirazione.

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Mi vengono in mente alcune espressioni che Teresa usava più spesso, come “La grandezza di chi vuole apparire, deriva da quello che abbiamo dentro” e proseguiva, “ il nostro essere deriva dai nostri sentimenti più intimi”. Ripeteva sempre che è ciò che abbiamo dentro che modella il nostro aspetto esteriore. Esteriormente, sul viso può apparire un leggero rossore, gli occhi possono luccicare e inumidirsi, le labbra possono schiudersi in un sorriso, ma tutto ciò non potrà mai offrire l’esatta percezione della profondità dei sentimenti che risiedono dentro di noi . Il ricordo di Teresa, delle sue parole e della sua capacità di affrontare le difficoltà della vita, mi sono servite, col tempo, per acquistare la forza di andare avanti. Sono riuscito a trovare ciò che riesce a darmi conforto e consolazione e alleviare il mio immenso dolore, come il miele che addolcisce la medicina più amara. Gli affetti sinceri non richiedono molto tempo per essere capiti in tutta la loro forza e purezza. Chi cerca veramente dentro di sé , troverà la grandezza del suo cuore. Capita spesso di non riuscire a trovare le giuste parole, di non essere in grado di spiegare quello che si sente: le emozioni sono ineffabili , si vivono, si sentono sulla pelle e nell’animo, ma non sono fatte per essere tradotte . Il Signore mi ha seguito in questo percorso e non mi sono sentito solo. La virtù della Fede, della Speranza e della Carità mi hanno dato la forza di andare avanti e non smettere mai di pregare il Signore misericordioso.

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In conclusione

Ho fortemente voluto scrivere questa testimonianza, come ringraziamento personale e come amorevole omaggio a Teresa. Spero che tutte le persone che lo leggeranno, possano trovarvi un barlume di conforto ed un messaggio di speranza. Ogni volta vi sentiate sul punto di cedere e di non farcela, alzate gli occhi al cielo e cercate una Stella, quella più luminosa che c’è e affidatevi a lei, perché esiste ….. Teresa è una di quelle stelle . Brilla per me e mi rischiara la notte, senza mai lasciarmi solo, lei mi segue con la sua luce; mi è sempre accanto e adesso vive con me, in me …

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Un ringraziamento a Voi del Reparto di ematologia Desidero esprimere tutta la mia riconoscenza per la grande professionalità dimostrata da tutto il corpo dei medici ed infermieri del reparto di ematologia. Ho apprezzato, inoltre, con quale discrezione, disponibilità ed amore avete svolto il vostro lavoro, standoci accanto e sostenendoci per tutto il percorso della malattia. Siete riusciti a farci sentire a nostro agio, come a casa nostra. Teresa era una donna speciale, e questo l’ha dimostrato anche attraverso l’empatia che si era creata tra voi medici e lei paziente. Grazie di cuore.

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Dedicato con Amore A Mio Cognato Gianni

Gianni, non ho parole, ma tanta tristezza, ammirazione per averti conosciuto. Tu e la mia Teresa, tua sorella, avete trovato il tempo e la gioia di aiutarmi anche nei momenti difficili, nonostante i vostri ……… fossero infinitamente più grandi dei miei. Che dire… mi piace per un momento immaginarti felice e sorridente, sei partito per un lungo viaggio, hai concluso la tua missione terrena e adesso, anche tu, sei in cielo; da lassù ci accompagnerai nel prosieguo del nostro cammino. Il tuo coraggio hanno fatto di te un esempio di come si possa vivere sereni nella preghiera. Nella loro forza le persone sincere non hanno bisogno di lunghi periodi per essere capiti; l'attenzione che riponevi nelle piccole cose, i tuoi modi affettuosi... hanno fatto di te un uomo meraviglioso Quello che hai fatto per me è stato davvero speciale. Voglio dirti grazie per tutte le volte che sei stato al mio fianco: nei momenti di gioia come nelle avversità, sei sempre stato una presenza importante nella vita mia e in quella di Teresa . Hai sempre condiviso l’amaro percorso, sostenendo con affetto e composta sofferenza la malattia. Ti voglio bene Gaetano

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Poesie

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“Se ne avessi la forza………..

Se ne avessi la forza, farei tornare indietro il tempo per rinnamorarmi di te. Se ne avessi la forza , aprirei la casa difesa dal marmo per accarezzare le tue dolci e morbide labbra. Se ne avessi la forza , vorrei condividere con te la tua vita eterna. Giorno dopo giorno sei nel mio cuore

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Natale 2009

Vedo in lontananza Punte di alberi di natale Non piÚ con le stelle comete montate Ma visi di angeli che contornano visi di donna. Copro e strofino i miei occhi increduli !! Sei tu che fendendo le distanze dell’eterno destino Accarezzi la mia solitudine Con sorrisi e tenere carezze Gai

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Melodie Come una melodia, sei sempre nei miei pensieri Ti ascolto ti vedo ti cerco Mi strappa il cuore la solitudine senza Te. Non vivo in questo silenzio, mi manchi, mia vita. Non vivo piÚ nel mondo esterno Ma sempre con te nell’Eterno cielo.

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La morte !!

Tu che non sei nemico da combattere, ma un alleato; quando la crosticina cadrà , quando la ferita si sarà rimarginata, forse scoprirò il nettare da trasformare in miele per addolcire la sofferenza per il grande amore che ho sempre per Te . Gai.

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Il dolore 2005 Dolce musica del mio cuore, mia roccia e mio rifugio, non temere il terrore del dolore. Ti reggeranno gli angeli del cielo, ti solleveranno i Santi, ti solleverò io vivrai nelle mie braccia, solo tu al centro del mio cuore!!! Seme della nostra felicità . Gai

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Tienila vicino Da te, è arrivata una donna meravigliosa, non puoi sbagliare, é così bella !!!!????? l'affido al tuo immenso amore tienila vicino. E' mia moglie, quando tu lo vuoi io verrò a cercarla. Gioia e felicità, tu mi hai regalato Amore mio , veglia su di noi e dacci coraggio. Gai

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Preghiera Sei una parte di me !!!!! Nel cuore avevo una speranza Averti cosĂŹ come sei !!! O mare profondo, misterioso Pieno di tesori nascosti Nella tua allegria estiva Dammi il sorriso delle tue onde turchine Una lacrima scende dai miei occhi Sei tu amore mio. Gai

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Natale 2007 Festa di luce e di gioia, ricerca di giustizia e sentieri di pace Natale!!! Vicinanza di Dio all’uomo, festa di solidarietà . Natale!!!! Vetrine adornate a festa Tavole imbandite Natale !!!! Freddo che avvolge il mio corpo e buio nel mio Io, segno della festa Divina : dai Luce al mio cuore. Gai

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Mamma mi hai dato le emozioni più forti, sei stata la mia prima parola La morte, ora non mi fa più paura, perché so che ci sei tu dall'altra parte ad aspettarmi. Quando Dio lo vorrà riscoprirò il tuo viso coperto dal velo. il tuo Giuseppe

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Il tuo cammino con noi……… Spiegato Hai le vele ad un vento impetuoso, Investito energie in ogni tua impresa, Percorso impavida un arduo cammino, Hai intravisto per tempo l’umano traguardo, sopportato pensieri di un buio profondo. Con modestia hai obbedito alle leggi del mondo, hai arginato nel tempo perigliosi cammini, Hai inseguito caparbia la tigre nel vento, Il mestiere di vivere hai coniugato, hai domato onde le più tempestose, in approdo sicuro vai verso spiagge lucenti. Ti allontani da noi ma lasci qui la tua impronta Nel silenzio assordante di un grido di addio, Ci rimane la presenza del tuo vivere intenso, il coraggio infuso in chi non sa lottare il raccontare la vita a chi non sa apprezzare. Sarà il testamento da serbare nel tempo: la passione che lotta è segnale di vita. SIMO 2000

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A te… A te !!! che non sei più di questa terra, ho chiuso i tuoi occhi, A te !!! che non sei più di questa terra ho messo un velo sul tuo viso, A te !!! che non sei più di questa terra, nel mio cuore rimarrai per sempre.

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Fotografia Silenzio ……… Volgo il pensiero a te Silenzio……………. Amami come mi hai sempre amato Con gli occhi del cuore mi chino al tuo petto. Solo e disperato

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A TERESA

Così ho rivisitato il nostro tempo. La scuola, le lunghe passeggiate, le chiacchierate. E Ostia rideva, cullata dal suo mare. Ricordo pure quei gelati, al sapor di nocciola. Stringo, ora, nella mano una conchiglia e… ascolto il mare il suo rumore, rumore d’eterno. A piccoli passi Hai attraversato lo spazio Oltre la linea del mare, là dove spariscono i gabbiani. Il sole, innamorato, davanti a te Scivola una lacrima con dentro i tuoi occhi scuri Gioia! il rumore del mare, un tuffo nell’eterno. …Gioia…il vento dello Spirito mi accarezza…un profumo e…ti ritrovo come un tempo. tua Bianca

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Vola a Te mio pensiero I tuoi occhi sono pieni di amore Hai saputo conquistare con pazienza ! Con dolcezza mi hai preso per mano Pi첫 volte mi hai coccolato ! Le mie emozioni, i miei sogni Sono stati tuoi Questa sera incantata Il mio pensiero vola a Te !!!!!!!!!!!!!! Gai

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Testimonianze di affettuositĂ

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Carissima Teresa Amica e Collega, con la tua Grande assenza non viene strappato un capitolo dal libro a Te dedicato, ma viene tradotto in una lingua migliore. Non piangere caro Gaetano, fai quello che faceva Lei e continuerà vivendo in te, ricordati non si perdono mai coloro che amiamo, perché possiamo amarli in colui che non si può perdere. Dolce Teresa sei solamente passata dall’altra parte: è come fossi nascosta nella stanza accanto e a Te che sussurro le frasi del Testo di Sant'Agostino “Se mi ami non piangere. Non piangere per la mia dipartita. Ascolta questo messaggio. Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo; se tu potessi vedere e sentire ciò che io vedo e sento in questi orizzonti senza fine, e in quella luce che tutto investe e penetra, non piangeresti. Sono ormai assorbito dall’incanto di Dio, dalla sua sconfinata bellezza. Le cose di un tempo sono così piccole e meschine al confronto. Mi è rimasto l’affetto per te, una tenerezza che non hai mai conosciuto. Ci siamo visti e amati nel tempo: ma tutto era allora fugace e limitato. Ora vivo nella serena speranza e nella gioiosa attesa del tuo arrivo tra noi. Tu pensami così. Nelle tue battaglie, orientati a questa meravigliosa casa dove non esiste la morte e dove ci disseteremo insieme, nell’anelito più puro e più intenso, alla fonte inestinguibile della gioia e dell’amore. Non piangere, se veramente mi ami” "La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai vostri pensieri e dalla vostra mente, solo perché sono fuori dalla vostra vista? Non sono lontano…………………. Ciao Teresa Prof.ssa Marie Rita Gouskos

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A Teresa Ostia 18 Giugno 2009 Si è fermato ieri il cuore grande e stanco di Teresa. Un cuore ancora giovane che ha smesso i suoi battiti dopo un lungo, lunghissimo calvario di sofferenza perché un alieno si è impossessato del suo corpo. Non è facile scrivere quando il dolore è così forte e quando si affacciano infiniti pensieri. E’ soprattutto difficile parlare in questo contesto a Gaetano, amico fraterno più che collega, marito esemplare ed affettuoso che ha accompagnato Teresa per lunghi anni nel percorso della vita fino all’estrema soluzione. Ancora più difficile parlare a Giuseppe figlio amatissimo di cui era fiera. Impossibile parlare al cuore di una mamma per la perdita, oso dire ingiusta di una figlia. A tutti i parenti la nostra intima commozione. Non sarà facile convincere noi amici, riuniti intorno ad una bara che custodisce per sempre quel volto amico. Teresa Di Santo, per molti anni docente, ma soprattutto educatrice e severa custode dei diritti degli alunni, ha spento il suo corpo ma non l’intelletto. E’ indimenticabili, carissima Teresa, saranno quel tuo dare essenziale, quel tuo essere partecipe dei problemi di tutti, la tua disponibilità che non aveva fine. Le parole non hanno senso davanti ad una cattedra vuota. Nel rispetto di quello che riteniamo un nostro preciso dovere davanti a chi ci ha preceduto nel lungo viaggio verso l’Infinito, non possiamo che ringraziarti per quanto hai saputo infondere in tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerti: il profondo rispetto per i problemi di ognuno. Siamo convinti che non ci lascerai soli! Il Tuo pensiero, il Tuo senso del dovere, il Tuo impegno costante a favore dei giovani e di tutto il personale della scuola, ci sono cari. In un mondo in cui i valori vanno sempre più sfumando, il Tuo modello di vita dovrà confortare ed aiutare coloro che sono rimasti a rimpiangerti. Interprete dei sentimenti di tutti i colleghi docenti e di tutti gli operatori scolastici, posso dirti che ricorderemo la collega, la Sua disponibilità per la 4 4


fattiva collaborazione e l’impegno nel realizzare insieme iniziative con l’intento di rispondere non solo alle esigenze culturali ma anche di creare momenti di elaborazione di valori affinché ai nostri alunni, uniti nel nome del processo educativo e formativo, fosse riconosciuta la reale possibilità di vivere in una società più umana e più giusta. Hai condiviso con tutti noi che il mondo della scuola impegnato nel settore dell’educazione, non è più concepito come mero supporto all’istruzione della popolazione scolastica ma all’intera cittadinanza, tenuto conto delle sollecitazioni di una società che diviene sempre più complessa e soggetta a rapidi processi di trasformazione. Al pensiero di questi ricordi resta tanta tristezza. Resta il dolore. Te ne sei andata in punta di piedi, com’era nel tuo stile di persona discreta, pacata, aliena dai toni gridati, sempre cortese. Con quella voce calma e serena, che sembrava fatta per mettere a proprio agio, con quella tua costante ricerca del dialogo e l’attenzione per le ragioni dell’interlocutore. Da te mai, per quanto io sappia, un tono urlato, il tuo DNA non contemplava l’arroganza, non ti apparteneva la concezione manichea che anima tante persone. Una donna sincera, una moglie esemplare, una madre affettuosa, dai principi sani, attenta ai valori (si può dire?) di una volta. Allo stesso tempo, però, Teresa è stata una donna di forti passioni. Due essenzialmente: la famiglia e la scuola. Alla prima ha dedicato l’intera sua vita, di moglie e di madre appassionata e affettuosa; alla seconda ha riservato un amore vivo, sincero che vedeva ingiustamente penalizzato. Ecco l’immagine di Teresa che conserverò e conserveranno amici e colleghi è proprio quella di una gentildonna di antico stampo, di una signora dai modi gentili e cortesi che forse viveva con disagio un’epoca in cui quei suoi valori perdevano progressivamente terreno. Sit tibi terra levis, amica e collega Teresa. E grazie a nome di tutti noi. F. Facciolo

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Affettuosità 3 Luglio 2009 In certe situazioni purtroppo non si trovano mai le parole adatte…. Anche le migliori non possono colmare il vuoto che una persona amata lascia quando viene a mancare al nostro affetto. Ho una idea di sua moglie come di una vera compagna di vita, di una persona dolce e al tempo stesso forte, che ha combattuto con energia e ha amato la vita con tutte le sue gioie e tutti i dolori, forte dell’amore che riceveva. Le parole di chi ha avuto la fortuna di conoscerla, sono state davvero belle e commoventi, ne hanno descritto proprio l’impegno speso nell’arricchire chi le stava attorno e chi la amava. Attraverso le sue parole, Preside, abbiamo più volte compreso il forte legame che vi univa. In questo troverà la forza di andare avanti, quella forza che sua moglie ha mostrato nel doloroso percorso che ha dovuto seguire. Ricordare i momenti felici insieme, i progetti portati avanti, l’amore che vi ha uniti vi sarà di sicuro conforto. Le auguro davvero, con la fede nel Signore, di guardare sempre davanti a sé, per riuscire a vedere ancora i frutti di quanto ha costruito con lei. Questo sarà il modo migliore di farla vivere in lei. Sua moglie le sarà sempre vicina e le ha dimostrato che bisogna avere forza soprattutto nei momenti che ci sembrano più bui, per questo la aiuterà ad andare avanti. Ins. Sabrina

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Ricordo in Chiesa Cara Teresa, chi scrive questa lettera è una amica a cui tu con la Tua amicizia hai dato. Mi hai sempre aiutato con le tue belle parole, mi hai dato conforto nei momenti tristi che ho avuto. Tu con il tuo sorriso riuscivi sempre a tirare su le persone; eri forte e coraggiosa, mi dicevi sempre “ quando la vita ti riserva delle avversità, anche se dolorose, bisogna lottare !!! E cercare di andare sempre avanti e mai voltarsi indietro a pensare quello che già avevamo passato. Ti ringrazio per tutto il bene che hai avuto per tutta la mia famiglia e per me. Spero che mi resterai vicina come hai sempre fatto. Teresa, sei stata una amica eccezionale e speciale per tutti noi. Non mi sento di dirti addio ti dico solo arrivederci Un’amica

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Affettuosità Roma 19 Giugno 2009 Caro Gaetano , sono così confusa che non so da dove cominciare. Non sono potuta venire a salutare per l’ultima volta la carissima Teresa perché, quasi incredibilmente, nello stesso giorno se n’è andata anche mia madre. Il funerale era alle 14.30 a Santa Monica, praticamente a precedere quello di Teresa. Cosa ti devo dire, non sapevo per chi piangere, la mamma è una figura importantissima nella vita, quando se ne va, a qualunque età, è sempre una tragedia. Poi Teresa, la carissima Teresa, alla quale ero molto affezionata, era una persona splendida. Non ha mai fatto pesare a nessuno la sua malattia, era capace di consolare gli altri, che magari avevano un piccolo problema, pur convivendo costantemente con quel terribile pensiero, che sembrava quasi non riguardarla. Era davvero una donna eccezionale, sempre sorridente e apparentemente serena, pronta a parlare di altro che non dei suoi problemi, capace di darti un sorriso o una parola di conforto per qualcosa che non si poteva minimamente paragonare alla sua tragedia. L’ultima volta che l’ho sentita, poco tempo fa, aveva forti dolori alla gamba ed ha parlato pochissimo, ricorderò sempre le ultime parole che mi ha detto…… scusami devo chiudere perché non mi sento bene…….cosa devo dirti, la vita non è giusta, Teresa ha tanto lottato per guarire, ce l’ha davvero messa tutta, il tuo aiuto ( come quello di vostro figlio), è stato molto importante, aveva te accanto che l’hai sempre sostenuta, incoraggiata, seguita costantemente……lei ne era consapevole! La ricorderò sempre con tanto affetto, stima e rispetto perché ha saputo con il suo sorriso alleggerire gli altri dal suo dramma. Un’amica R. Chiappone

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Sentimenti ……..

Non è facile racchiudere in parole i sentimenti che mi uniscono a Teresa, collega di scuola, di corso e...di vita. Anni di lavoro gomito a gomito nei lunghi consigli di classe....mi meravigliavo di quanto riuscisse sempre a farci conoscere qualcosa di più di ogni alunno per capirlo meglio ed aiutarlo. Lei sapeva comunicare bene con i ragazzi, li sapeva ascoltare, consigliare, costruiva con loro un rapporto di amicizia che vinceva sulle difficoltà tipiche dell'adolescenza, devo dire sinceramente che Teresa mi ha fatto, a sua insaputa, da guida in questo importantissimo aspetto dell'insegnamento, ho cercato di imparare e le sono grata. Era fantastica nell'organizzare i pranzi insieme, tra colleghi, nei posti che lei conosceva, dove andava a contrattare il menù migliore perché tutti fossimo soddisfatti. Era il punto di riferimento quando si voleva partecipare ad una ricorrenza importante: Teresa si prendeva spontaneamente l'incarico di raccogliere i fondi e di scegliere il regalo più adatto , disponibile e generosissima, sempre! Il fatto che ci ha fatto sentire più vicine e silenziosamente solidali è stato, però, il condividere le ansie e i problemi legati alla nostra salute. Quando lei ha iniziato a lottare con il suo male io ero reduce da chemio e radioterapia, abbiamo condiviso le paure e le speranze, con poche parole, le prime, dei mali si parlava lo stretto necessario, per sfogarci un po' e cacciarli via......, ma speravamo insieme, quello sì, cercando di dare una all'altra la forza che ci vuole per non buttare niente della positività della vita che ci è dato di vivere. Sono poche parole, le mie, ma racchiudono tanta vita condivisa e tanto affetto che ci ha unito...ciao Teresa! Paola

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A Teresa Limbadi 19 Giugno 2009 Si stava avvicinando l’estate e tutti noi pensavamo di aspettarti quando saresti rientrata come ogni anno assieme ai tuoi familiari. Oggi tutto questo non sarà più possibile, le cose sono andate diversamente, sei stata chiamata alla casa del Padre, siamo qui a darti l’ultimo saluto. La morte di una madre non è paragonabile a nulla, perché significa vita, una antica leggenda vuole che ogni qualvolta muore una madre una stella si spegne in cielo, oggi si è spenta la tua. Come dimenticare, le giornate passate assieme con chi ti ha conosciuto, alle tue telefonate lunghe ma sempre disponibile a parlare ad ascoltare tutti. Quanta attività, quanto impegno nella tua vita lavorativa hai dato per gli altri, quanta gioia, quanta serenità esprimevi nello stare assieme con la tua famiglia, i parenti, gli amici. Non è davvero difficile, anche ai più distratti, percepire lo spessore umano, sociale i valori positivi che Teresa riusciva a comunicare e a partecipare. Una vita straordinaria ed inimitabile: ricca di cultura di impegno, di studio, di feconda operatività, rigorosa ma disarmante per la sua semplicità e la sua capacità di accogliere le persone, con uno sguardo sereno, sincero, sorridente, sempre disponibile con gli adulti e soprattutto con i bambini. Una vita per la scuola, tanta passione per i ragazzi, tanti ragazzi educati con sapiente pedagogia, la disponibilità data a loro e alle loro famiglie, accostate con vicinanza sincera, con stima; lascia in dono quanto fatto, lascia in dono questo tesoro, lascia in dono un patrimonio di valori umani, sociali e culturali, sicuramente indimenticabili. Nella tua vita, cara Teresa, sei andata oltre, proponendoci l’espressione di valori condivisibili, arricchite da quella emotività che rende significativi gli avvenimenti, le vicende umane, i bisogni reali di ciascuno. 5 0


Ci mancherai ma siamo certi, che dal cielo non ci farai mancare il tuo appoggio e ci darai la forza per continuare, ed anche se fisicamente non sarai più fra di noi, continuerai a vivere in noi, nel nostro cuore e nella nostra mente, continuerai a vivere senza morire mai ! Rimane forte il desiderio di dire grazie a Teresa , per tutto quello che era e per tutto quello che ha fatto, per la sua personalità così semplice e così vera, per la sua azione così discreta e così profonda, per la sua signorile sicurezza di madre e di moglie esemplare. Hai voluto sino all’ultimo momento manifestare la tua indole di donna generosa pensando agli altri, alle persone a te care, anche nella semplice ricorrenza quotidiana. Stasera hai raccolto tutta la popolazione che è qui vicino a te, lo testimonia una chiesa così gremita di tanta gente, incredula per il distacco improvviso e in silenzio dolorante. A te Padre sale la nostra preghiera, e accogli Teresa, perché come Te, sia luce per sempre; sia luce per tutti i suoi cari; sia luce per tutti quei ragazzi che l’hanno conosciuta nella sua attività di professoressa e che hanno perso una mamma, una guida, un punto di riferimento. Riposa in pace, Riposa in pace Paolo Campanaro

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In ricordo di Teresa Di santo Ostia 1 Luglio 2009 L’ho conosciuta come la più cara amica di mia figlia Simonetta: ”Ti presento una mia collega” mi disse la prima volta che l’incontrai. Ma mi resi subito conto che l’affetto che la legava era ben più profondo e sincero. Di giorno in giorno, ad ogni incontro, l’ho sentita più vicina, più affettuosa: una persona di famiglia che conosceva e seguiva la nostra vita attraverso Simonetta, pronta a partecipare ad ogni nostra vicenda, a condividere gioie e dispiaceri. La sua generosità, il suo altruismo trasparivano ogni volta dal suo viso allegro ed espressivo, dalle sue parole di comprensione e di affetto. La malattia ce l’ha avvicinata ancora di più.” Come sta preside”? mi chiedeva ad ogni incontro, lei che covava dentro di sé quel male atroce. E togliendosi quel suo curioso berrettino: “vede che stanno ricrescendo”? diceva mostrandomi i suoi capelli corti con un volto pieno di speranza. Era una donna coraggiosa, che ha affrontato cure dolorose con strenua fermezza, fiduciosa nell’aiuto del Signore. Era una donna sensibile e generosa, sempre pronta ad offrire se stessa per collaborare nelle difficoltà altrui. Ma soprattutto Teresa era una persona buona nel profondo dell’animo, di alti e nobili sentimenti, piena di garbo e di gentilezze. Così l’ho conosciuta sia pure di riflesso così ho imparato a stimarla e ad averla cara. Possa Iddio, nel suo amore infinito, accoglierla presso di Sé e darle quella ricompensa che ha meritato sulla terra: a noi resta soltanto il ricordo ed il rimpianto. Francesco Bareato

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Affettuosità……. Cari Gaetano e Giuseppe, Anche se fisicamente così lontana, sono stata con Teresa nelle sue ultime ore con tutto l’affetto che ci ha sempre legate. Con Teresa ho condiviso molto, ma soprattutto il valore alto della famiglia. Teresa vi ha amati profondamente, siete sempre orgogliosi di questa moglie e mamma “ speciale”. Teresa era speciale perché sapeva donare in maniera incondizionata solo per il piacere di vedere gli altri felici. Per me e per mio figlio, Teresa ha significato moltissimo, noi le siamo grati che sia esistita e che ci sia stata amica. Vi abbraccio come lei avrebbe voluto che facessi, con infinito affetto. Un’amica

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Buenos Aires In questo momento di profondo dispiacere voglio fare una considerazione alla memoria di Teresa . L’ho conosciuta nel mese di maggio del 1977 in occasione del mio rientro in Italia dopo venti anni d’emigrato in Argentina. Sono stato invitato a soggiornare a casa di Gaetano, mio cugino e marito di Teresa. Passarono alcuni giorni insieme a loro, è sono stati sufficienti per rendermi conto della sua sensibilità umana, padrona di una grande generosità. Rientrato in Argentina ho raccontato a mia moglie Maria Teresa, l`esperienza vissuta in Italia sottolineando i pregi di Teresa moglie di Gaetano. Poi il rapporto continua tramite il telefono; quando nel 1987 ritornai in Italia in compagnia di mia moglie Maria Teresa, subito è nato tra Teresa e Maria Teresa un legame di affetto, che poi si coltiva con le lunghe telefonate frequentemente. Nell`anno 2007 abbiamo vissuto insieme l`estate e quel giorno meraviglioso il matrimonio del figlio Giuseppe e Rita. Teresa non stava bene, lottava per accompagnare il figlio nel migliore della condizione, ricordo quel giorno sembrava una regina, ho avuto l`occasione di scattare alcune foto così all’improvviso e si vedeva in loro la gioia di come il suo caro figlio Giuseppe formava la sua famiglia con la cara Rita. Subito dopo la sua salute continua a dare dei problemi ma lei non abbandona con forza e coraggio continua a lottare contro un male che non perdona nemmeno, alle brave persone. Cosi il giorno 17 giugno 2009 Iddio la chiama a raggiungerlo e formar parte della sua famiglia, Lasciando in noi oltre al dolore una sensazione di vuoto, per cui cara Teresa ci manchi. Maria Teresa e Francesco Brancolino.

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Affettuosità…… 24 Giugno 2009 Caro Gaetano , A una settimana dalla morte della cara Teresa, quando cessata la confusione e il comprensibile trambusto, il silenzio rischia di far avvertire il vuoto e l’assenza della persona cara, tengo particolarmente a manifestare la mia vicinanza e l’affetto della mia famiglia a te, a Giuseppe, alla mamma e al caro Gianni. Da quando ho saputo delle gravi condizioni di Teresa, non ho smesso di pregare la Madonna che qui veneriamo, perché l’assistesse nella sua malattia. Non potendo purtroppo partecipare al funerale, ho affidato la sua anima benedetta alla grande misericordia di Dio, che per noi credenti è la certezza più bella sul nostro destino futuro. Siamo certi che i nostri cari sono con il signore e questo rende la loro assenza fisica più sopportabile, dato che non si perdono mai coloro che amiamo; la Preghiera, unita al loro esempio di vita e al loro grande affetto, ci unisce superando ogni barriera. L’amore, la dedizione e la forza d’animo di Teresa restano scolpiti in tutti noi. Per questo chiediamo, con sincerità di cuore e autentica speranza, che il Signore vi consoli con la Sua Grazia. Con le parole di S. Agostino al momento della morte della mamma Monica proprio a Ostia, possiate dire anche voi per Teresa:” Non ti chiediamo, Signore, perché ce l’hai tolta, ma Ti ringraziamo perché ce l’hai data”. Sac. Emanuele Di Santo

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Mia adorata mamma, tu mi hai donato la vita, il più prezioso regalo che si possa ricevere, dono da custodire con estrema cura. Io sono riuscito a sbocciare e fiorire grazie al tuo aiuto, ai tuoi consigli e anche ai tuoi rimproveri. Ti sembrerà strano, ma è anche e soprattutto per i tuoi rimproveri che ti voglio bene; la tua durezza alternata da tanta dolcezza hanno saputo colmare il mio animo di affetto e arricchito la mia mente e il mio cuore di bontà, solidarietà e di coraggio. Ti chiedo scusa se in qualche momento ho ferito il tuo animo e ti ho fatta soffrire. A volte vorrei tornare bambino per guardare il mondo con occhi diversi, per vivere con spensieratezza e per non affrontare questo dramma. Ma quando penso che ad aiutarmi ci sarai sempre tu che mi segui dal cielo tiro un sospiro di sollievo. Ricordo sempre i bei momenti trascorsi insieme, tra litigi, lacrime, risate e incomprensioni. Ricordo sempre i tempi di emozioni forti e travolgenti, tatuaggi stampati nei nostri cuori che mai potranno essere cancellati. Ricordo , quando adolescente cercavo la libertà, l’indipendenza quante battaglie!!!!! Mi hai aiutato a maturare non facendomi vivere in gabbia, a lasciarmi fare delle scelte. Ti voglio bene, te l’ho sempre saputo dimostrare, manifestandoti sempre le mie sensazioni, le mie debolezze. Tu sei stata un esempio, una guida da seguire. Il nostro rapporto non è mai stato quello classico del figlio unico: pochi baci, poche carezze, poche "smancerie" ma tanti baci, tante carezze tante “smancerie” sguardi intensi, profondi, forti e che dicevano tutto. Grazie perché riempi la mia vita davvero tanto di belle emozioni, di sensazioni uniche, mi hai dato insegnamenti nonostante il mio carattere difficile. Mamma grazie di avermi educato al coraggio. Tu sei sempre stata grande, forte, sana meno che nell'ultima brevissima parte di vita e sei stata mamma anche per tanti che non sono tuoi figli, donando sempre consigli, affetto e tutto ciò che potevi a chiunque te lo abbia chiesto anche se 5 6


vado molto fiero del fatto che quando hai chiuso gli occhi e non li hai piĂš riaperti davanti a te ci fossi proprio io, il tuo unico figlio. Mamma dal cielo non permettere che i miei timori suscitino la tua ansia perchĂŠ allora diventerei piĂš ansioso. Giuseppe

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Ricordo “A Teresa “ Ostia 15 Settembre 2009 Nei semplici, ma particolarmente significativi, versi di un ignoto poeta, qui di seguito trascritti, sembra di ravvisare il ritratto fedele di Teresa: “ci vuole così poco per farsi volere bene; una parola buona detta quando conviene, un semplice sorriso che ci illumini il viso, un pò di tenerezza, una sola carezza, il cuore sempre aperto per ognuno che viene. Ci vuole così poco a farsi voler bene”. Erano queste le doti di Teresa? Indubbiamente si. Sposa e madre esemplare, ha saputo legare a se con vincoli indissolubili di amore e comprensione la sua famiglia, pur non tralasciando di soccorrere, nelle difficoltà e nel dolore, la propria famiglia di origine. Nella vita sociale è stata una creatura amabile, affettuosa, comunicativa nei rapporti con quanti l’hanno conosciuta. Superando la differenza d’età, ha introdotto me, Anna Maria nella cerchia delle sue giovani amiche, cogliendo ogni occasione per farmi partecipare alle loro riunioni, permettendomi, in tal modo, di ampliare le mie conoscenze. A scuola era stimata ed apprezzata per la sua disponibilità, soprattutto perché non si sottraeva alla richiesta di provvedere alla scelta dei doni da offrire ai colleghi che sarebbero andati in pensione, vincendo con il suo pacato “savoire faire” la reticenza di talune persone più distaccate delle altre. Si è sempre distinta per la sua professionalità: con fermezza ed autorevolezza ha educato i suoi allievi che, intuendo la sua materna tenerezza nei loro riguardi, la ricambiavano spontaneamente con affetto e riconoscenza. Abituale era la sua presenza in aula e, durante le riunioni del consiglio di classe, dirimeva con moderazione e spesso, con simpatico umorismo le divergenze di giudizio di altri colleghi.

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Poiché anche mia sorella l’ha conosciuta e, sinceramente, amata, la ricorda con me, particolarmente quando rinveniamo un oggetto di gusto raffinato da lei recatoci in dono durante i nostri incontri a casa nostra. Entrambi noi, ora, desideriamo esprimere in uno scritto ideale il nostro particolare ricordo per questa amica che mai dimenticheremo. Questo appellativo inconsueto, tenero e gaio, con cui ti rivolgevi a ciascuna di noi, rimane indelebile nel nostro cuore come la memoria della tua minuta figurina, degli sguardi e del sorriso luminosi. Rimane impressa nella nostra mente e non desideriamo aggiungere cupe parole di rimpianto, che ci ricondurrebbero, dolenti, ad una fine immatura che non avremmo mai immaginato. Ora, amica cara, il nostro pensiero ti configura serena nei pascoli del cielo, presso fresche e limpide acque, sotto lo sguardo benevolo del Signore. A Lui chiederai di addolcire la pena dei tuoi familiari e dei tuoi amici ed Egli accoglierà, sicuramente, la tua prece. Con Sant’Agostino ci rivolgiamo per te all’Altissimo Non ti chiediamo, Signore, perché ce l’hai tolta, ma Ti ringraziamo per avercela donata. Ciao gioia Anna Maria e Maria Nesi

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A chi mi ha tanto voluto bene…… Sarebbe facile tessere le lodi di qualcuno che non c’è più, sembra sempre facile farlo, d’altronde è uso comune ai più parlar bene di qualcuno che non c’è più, ma la verità è che questo falso buonismo non ha mai fatto parte di me. Forse un po’ cinicamente, forse per mancanza di tatto o forse per semplice sincerità verso me stesso e verso gli altri sono sempre stato in grado di definire ciò che io vedevo negli altri senza abbellimenti o omissioni, e quindi per me elogiare Teresa Di Santo non è solamente un qualcosa che faccio perché per convenzione comune sarebbe giusto così, ma perché è giusto così! Quando penso al mio passato riesco sempre a sorridere, avvolte anche nostalgicamente, perché sono stato davvero un bambino fortunato, uno di quei bambini a cui è stato sempre dato tutto e a cui soprattutto è stato sempre detto che poteva essere tutto ciò che avrebbe voluto essere. Ho avuto due Genitori che mi hanno amato e che mi amano, ma non sono stati i soli, perché oltre a loro, da bambino fortunato quale sono stato, ho avuto il dono di altri due genitori “spirituali”, che non mi stancherò mai di ripetere, sono stati e “sono” tra le colonne che mi hanno aiutato ad essere quello che sono, quello che sono stato, e quello che sarò. Con tre di queste persone il legame è naturale, è un legame di sangue, quindi potrei dire che l’amore che proviamo l’uno per l’altro è quasi “consequenziale”, ma con la quarta, con Teresa Di Santo, questo tipo di legame mancava, ma ciò non ci ha impedito di amarci come ci si ama tra fratelli, tra genitori e figli, tra consanguinei. Io e mia Zia abbiamo sempre avuto una particolare affinità elettiva, una passione l’uno per l’altro che non ci ha mai permesso di allontanarci, anzi ci ha spinto a cercarci ed avvicinarci sempre di più anno dopo anno. Lei è stata per me prima “madre” e poi amica, supportandomi e consigliandomi, raramente a torto, in tutte quelle piccole e grandi scelte che mi si sono presentate in questi 21 anni. 6 0


Teresa Di Santo era una donna che amava dare, e poco ricevere. E lei dava in tutti i modi in cui era possibile farlo. Una donna che ha amato, ed è stata amata, moltissimo, e che metteva amore in tutto ciò che faceva, e tutto sembrava ricambiarla. Ha amato suo marito e suo figlio, ma cosa più lodevole ha amato anche i figli degli altri, partendo dai suoi nipoti, passando per i figli dei suoi innumerevoli amici e finendo ai suoi alunni, che considerava piccoli esseri non solo a cui insegnare, ma soprattutto da cui imparare sempre qualcosa. Nella mia ottica forse la frase che la rispecchia meglio è l’aforisma di John Keats che recita “la bellezza è verità, la verità è bellezza”, perché lei era un’amante del bello, in tutte le sue forme e in tutte le sue espressioni. Vivendola ho avuto l’occasione di poter osservare e imparare forse la lezione più importante che bisognerebbe imparare nella vita, e che sfortunatamente molti non hanno la capacità di capire. Il suo aggrapparsi alla vita, divorarla, gustarla, è stato e è per me motivo d’ispirazione che mi spinge a non dare mai nulla per scontato, a sforzarmi per avere ciò che tutti vogliono, un po’ di serenità che mi permetta di vivere in pace con me stesso e con il mondo. E quando penso che forse tanti anni ci sarebbero potuti essere davanti a noi e che ci sono stati tolti, mi irrigidisco, mi arrabbio, soffro, ma poi penso a quanto sono stato fortunato ad avere ciò che ho avuto e ringrazio ugualmente, perché anche se qualcosa mi è stato tolto, questo non riuscirà mai ad eguagliare quello che mi è stato dato. E ringrazio soprattutto la capacità che mia Zia ha avuto di non permettere al pensiero della morte di impedirle di vivere e di esserci per noi che l’abbiamo conosciuta ed amata. Salvatore Cucinotta

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Teresa, un’amica sempre presente Era il settembre del 1998. Ho conosciuto Teresa arrivando come preside nella scuola media Giuliano da Sangallo di Ostia, dove lavorava da anni come docente. Di lei avevo già sentito parlare, ma, nel conoscerla, mi sono subito resa conto che non avevo davanti solo una docente, ma una PERSONA SPECIALE! La sua professionalità, la sua dedizione al lavoro, l’amore per gli alunni, sempre da lei considerati come persone, degne di attenzione e rispetto, il senso di appartenenza alla comunità scolastica, di cui condivideva attivamente ogni aspetto, sono qualità che non potevano passare inosservate. Mai alcun alunno, alcun genitore, alcun collega ha espresso lamentele nei suoi confronti: Teresa svolgeva il suo lavoro con senso di responsabilità e con grande considerazione della personalità di chiunque interagisse con lei. Non c'era bisogno di sentirla, di incontrarla nei corridoi della scuola per avere la certezza della sua presenza e del suo operato: sempre pronta a dare una mano a tutti, lo faceva con entusiasmo, trovando sempre le parole giuste, al momento giusto, parole convincenti, amorevoli, rassicuranti. Teresa manteneva l’armonia tra tutti: con discrezione, ma anche con tenacia, ha saputo incidere positivamente sui rapporti interpersonali tra i colleghi, favorendo un clima sereno e positivo all’interno della scuola. Ancora di più si avvertiva la sua importanza, il suo ruolo indispensabile, quando la necessità di cure la costringeva ad allontanarsi temporaneamente dalla scuola; un senso di vuoto, di mancanza pervadeva l’atmosfera scolastica. Era una fonte inesauribile di disponibilità, di intuizione, di dedizione intelligente, per tutti. La sua sensibilità la rendeva preziosa. Dove c'era un problema, lì si concentrava la tua attenzione: non importava se esso riguardasse un alunno, un collega, un amico, un estraneo. Ho sempre apprezzato Teresa anche per la sua tenerezza di madre e di moglie, per la sua capacità di aver saputo educare con amore il suo splendido figlio, per aver saputo essere sempre presente e disponibile verso i suoi cari nei momenti di 6 2


bisogno. Né le sofferenze, né le preoccupazioni hanno mai incrinato il suo stile di vita, come docente e come amica. E se il rapporto professionale con Teresa è terminato con la fine dei miei quattro anni trascorsi presso la Giuliano da Sangallo, non è mai cessato il rapporto di amicizia, che non poteva non instaurarsi con una Persona che ha sempre perseguito e realizzato il suo obiettivo primario: vivere in armonia con tutti, con il sorriso e con il cuore! Ancora oggi questo rapporto è vivo e quando, come spesso accade, il mio pensiero corre a lei, la sento presente, accanto a me. “A te, Teresa, sento di parlare e ti dico grazie per tutto ciò che mi hai saputo comunicare e che continui a trasmettermi”. Giuseppina

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Articoli pubblicati dal Giornale di Ostia

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Dal Giornale di Ostia Cronaca XIII Municipio IL RICORDO 16 Luglio 2009 Teresa Di Santo: un sorriso che non si spegnerà mai

Sarà ricordata domani pomeriggio alle 17 nella chiesa di Santa Monica. A un mese dalla sua scomparsa, Teresa Di Santo è sempre più viva nel cuore di molte persone che si sono strette al dolore dei familiari. Una cerimonia alla quale prenderanno parte quanti nella vita hanno avuto la fortuna di conoscere la professoressa che dal 1981 insegnava presso la Scuola media Statale Giuliano Da Sangallo e scomparsa il 17 giugno al termine di una lunghissima malattia. Nonostante tutto, Teresa Di Santo non si è mai allontanata dalla scuola, dai libri, dai suoi adorati studenti. Tante le persone che l’hanno ricordata con affetto nel giorno dei funerali e tanti quelli che continuano ad indirizzare al marito della professoressa, il dirigente scolastico del 154° circolo didattico, Gaetano Cuiuli, attestati di vicinanza. “In certe situazioni- scrive chi l’ha conosciuta- purtroppo non si trovano mai le parole adatte, non solo per colmare il vuoto che una persona amata lascia quando viene a mancare al nostro affetto, ma è difficile descrivere gli stati d’animo che i presenti hanno provato nel ricordare momenti belli, appassionati, difficili, duri della vita di Teresa. E’ stata un’insegnante dedita completamente al suo lavoro che ha portato avanti con passione, professionalità e serietà, riconosciute dai suoi colleghi e dai suoi alunni. Per i primi è stata un esempio di rettitudine e impegno anche nei momenti della difficoltà ed una compagna di avventure; per i ragazzi non è stata solo 6 5


una professoressa, ma una vera e propria guida che si è sempre prodigata e preoccupata di infondere in loro cultura e soprattutto quegli aspetti e quei valori che rendono ogni individuo una ‘vera persona ’ , riuscendo a dare spazio alla voce dei loro cuori. Ma Teresa è stata principalmente madre e moglie. Mamma premurosa ed affettuosa, sempre attenta ai bisogni del suo Giuseppe, a cogliere, sostenere e infondere forza e fiducia al bambino che diventa uomo; ad accompagnarlo con entusiasmo e soddisfazione nel momento più bello che una mamma possa vivere quando, davanti all’Altare, il proprio figlio compie quel passo decisivo per creare una sua nuova famiglia. Moglie e vera compagna di vita, unita al suo Gaetano da un forte legame, da un amore infinito, costruito sui progetti di vita condivisi insieme, dolce e al tempo stesso forte, che ha combattuto con energia e ha amato la vita con tutte le sue gioie e con tutti i suoi dolori, forte dell’amore che riceveva. Il pensiero della forza, della tenacia che ha mostrato nel doloroso percorso, nella dura battaglia contro la malattia, l’instancabile voglia di vincere e di guardare sempre e comunque oltre, sono il modo migliore per continuare a farla vivere, in chi l’ha amata e conosciuta”. Le belle parole di chi ha avuto la fortuna di conoscerla, sono state commoventi e ne hanno descritto la personalità e l’immagine che di Teresa resterà per sempre. Come il suo sorriso che non si spegnerà mai. Il suo l’impegno speso nell’arricchire chi le stava attorno e chi la amava, la sua capacità di guardare sempre avanti oltre le difficoltà, la sua tenacia ed energia, i valori che ha trasmesso, saranno visibili nei fruttini ciò che ha costruito nella sua breve ma intensa vita. Che la fede possa consolare gli affetti cari di Teresa, il marito Gaetano e il figlio Giuseppe. A loro tutta la vicinanza, profonda e sincera, della direzione, della redazione e dell’amministrazione de il Giornale di Ostia.

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Dal Giornale di Ostia Cronaca XIII Municipio Giovedì 21 Gennaio 2010 IN RICORDO L’opera può essere un testo dattiloscritto, della dimensione massima di tre cartelle, oppure un prodotto multimediale o una poesia. La stessa dovrà essere spedita ad un breve profilo personale, in un plico contenente tre copie con i dati dell’autore. “ A Teresa Di Santo”, al via la prima edizione Il premio è aperto a tutti i ragazzi delle medie del XIII Municipio che tratteranno il tema “ Io ….. e la scuola”

Un premio dedicato alla professoressa Teresa Di Santo, prematuramente scomparsa alcuni mesi fa. Un riconoscimento che vuole simboleggiare e perpetrare il lavoro che l’insegnante ha compiuto con dedizione ogni giorno della sua vita. L’iniziativa, alla sua prima edizione, intitolata “ A Teresa Di Santo” è stata presentata, insieme alla famiglia Cuiuli, presso l’Istituto secondario di primo grado Giuliano Da Sangallo di Ostia, la stessa scuola nella quale la professoressa dal 1981 ha esercitato la sua professione fino alla sua dipartita, il 17 giugno scorso, al termine di una lunga malattia. Teresa nonostante la sofferenza, appassionata del suo lavoro, ha continuato ad insegnare ed è rimasta con i suoi libri e i suoi studenti, fino a quando le forze le hanno concesso di farlo. Ed è proprio il suo stoicismo di donna, madre e moglie che vuole essere ricordato e che possa essere, grazie a questa iniziativa, anche di insegnamento per gli adulti di domani. 6 7


“ Finché vivrò porterò avanti questo premio- ha commentato il preside del 154° circolo didattico Gaetano Cuiuli, marito della defunta. Mia moglie credeva fortemente nel suo lavoro e l’ha amato tanto. Questo riconoscimento è un modesto accorgimento per mantenere viva la sua vocazione”. Il premio è riservato a giovani autori, studenti delle classi terze di scuola secondaria di primo grado ( scuola media) del territorio lidense e vede il patrocinio del Comune di Roma Presidente del XIII Municipio, oltre che della Fondazione Mondo Digitale, del Coordinamento genitori Democratici e dei Lions Roma mare. Tra le finalità dell’iniziativa, la promozione di azioni e riflessioni sull’importanza del rapporto docente-discente per il raggiungimento del successo formativo degli alunni. Al premio possono concorrere ragazzi autori di una opera inedita sul tema “ Io ….e la scuola”. L’opera può essere un testo dattiloscritto, della dimensione massima di tre cartelle, oppure un prodotto multimediale o una poesia. La stessa dovrà essere spedita ad un breve profilo personale, in un plico contenente tre copie con i dati dell’autore ( nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico, scuola e classe frequentata, e mail personale e della scuola frequentata. Il tutto va indirizzato a : Premio “ A Teresa Di Santo”, segreteria della scuola statale secondaria di primo grado Giuliano Da Sangallo, via g. da Sangallo ,11 – 00121 Ostia Lido.RM Le opere che dovranno pervenire entro il 15 Aprile, saranno valutate da una commissione presieduta dal Prof. Francesco Facciolo che assegnerà il premio il 17 maggio 2010 . Al vincitore andrà un notebook con webcam incorporata.

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Articolo pubblicato dalla redazione di Ostia TV. www.ostiatv.it PREMIO DONNA DELL’ANNO 2010

In una Sala consiliare Massimo Di Somma gremita sono state premiate oggi le donne dell’anno nel nostro territorio. Le nove protagoniste vengono tutte da storie di vita differenti e sono state selezionate dalla Commissione delle elette del municipio XIII (Monica Picca, Adriana Vartolo e Ornella Bergamini). Dopo il saluto del presidente Giacomo Vizzani, presidente della commissione delle elette, Monica Picca ha tenuto a ribadire lo spirito che anima questo 7 0


riconoscimento e il significato di questa giornata all’insegna del gentil sesso. “Per noi è fondamentale premiare donne del territorio impegnate in silenzio, giorno dopo giorno e quindi dare voce a chi in genere non ne ha. Questo premio è il fiore all’occhiello della Commissione e sia io che le mie colleghe teniamo in modo particolare a questa giornata”, ha introdotto così la Presidente Picca. Il presidente del consiglio municipale Adriana Vartolo si è invece soffermata sulle “complicate e complesse situazioni che le donne vivono e sul fatto che devono saper conciliare tutto sin da piccole. Questo riconoscimento non va a grandi personalità ma a donne in situazioni particolari”. Alla premiazione erano presenti anche l’assessore allo sport e turismo, Giancarlo Innocenzi e i consiglieri Pierfrancesco Marchesi e Stefano Salvemme. Il primo ha evidenziato il ruolo femminile nella società e ha rivolto un augurio a tutte le donne ma anche agli uomini, padri, figli, mariti, fratelli. Il consigliere e presidente della commissione lavori pubblici, Marchesi, nel portare i suoi personali auguri alle donne premiate, ha voluto ricordare anche quante lavorano negli uffici del municipio XIII e il consigliere e presidente della commissione attività produttive Salvemme si è invece soffermato sul ruolo della casalinga “il più duro e di grande responsabilità”. Particolarmente toccante il momento del premio a Teresa Di Santo, insegnante prematuramente scomparsa. La Professoressa che ha lasciato un vuoto nel cuore di alunni, parenti e amici è stata ricordata dalla Presidente della sua scuola e da suo marito che hanno voluto ricordare come Teresa fosse “molto amata dai suoi allievi”, e con quanta dedizione “ha continuato il suo impegno nonostante la grave malattia che l’aveva colpita”.

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Chiesa San Pantaleone Limbadi

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Ringraziamenti Desidero estendere la piÚ profonda riconoscenza e il mio Amore a tutti coloro che in modi diversi, mi hanno sostenuto per la stesura di questo lavoro. A Don Giuseppe Sarago, parroco di Limbadi (VV) , paese mio natale, per l’incoraggiamento costante e le continue preghiere offerte per la stesura del testo. A Daniela Corallo per tutte le attenzioni dimostrate nella preparazione del Premio alla memoria di Mia Moglie. A tutti gli amici, parenti, troppo numerosi per poterli elencare, che mi hanno sostenuto in questo straordinario viaggio. Alle Istituzioni e alle Associazioni che mi hanno dato quella sollecitazione costante per continuare a realizzare questo sogno. A tutti gli operatori scolastici e

genitori degli alunni del 154° Circolo

Didattico che mi hanno dato la forza di continuare il mio lavoro. Alla Vergine Madre di Dio che in ogni istante della mia vita è sempre vigile su di me.

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