Premiare la voglia di esserci raccolta dei lavori presentati dai partecipanti alle prime tre edizioni del premio “Esserci sempre�
A Sofia e Gaetano
Premessa Questo libro raccoglie gli elaborati tra i più significativi ricevuti nelle prime tre edizioni del premio “Esserci sempre...”. Il premio “Esserci sempre...”, che ho istituito insieme alla SMS Sangallo per ricordare la memoria di Teresa Di Santo, prematuramente scomparsa, è diventato in pochi anni un importante appuntamento nel Comune di Roma e nel comune di Patti per rinnovare, in modo sempre più incisivo, il valore del dialogo e di una formazione culturale che vada al di là dei suoi concetti verbali, affermando quei valori che rendono ogni individuo una “vera persona”. Siamo così arrivati alla quarta edizione, e non credevo che saremmo riusciti a far diventare questo premio un riferimento per tutto il municipio, per Roma e riuscire anche a coinvolgere gli amici di Patti. Certo, lo speravo, lo desideravo fin dall’inizio di questa avventura, quando ho pensato di accogliere i suggerimenti di amici e colleghi di organizzare un concorso in memoria di Teresa. E adesso che questo libro ci ha dato l’opportunità di rivivere questi tre anni di concorso, è ancora forte l’emozione di leggere o ammirare i lavori dei ragazzi che hanno partecipato alle passate edizioni, tutti entusiasti ed entusiasmanti, alcuni finalisti, alcuni premiati. Ma in tutti la voglia di esprimere le proprie idee e la propria visione della vita, con quella passione e quella sensibilità
che è la ragione di questo concorso, il piacere di “fare” la scuola, di esserci. E così, ringrazio tutti i partecipanti e i colleghi che hanno sostenuto questa impresa, di cui sono insieme orgoglioso e onorato, con l’auspicio che questo libro sia qui a raccontare una bellissima ma piccola parte di un lungo percorso. Gaetano Cuiuli
Sotto il patrocinio di:
Presidenza
del
XIII
Municipio;
Fondazione Mondo Digitale;
Coordinamento Genitori Democratici
Provincia di Roma
Lions Club Roma Mare
Comune CittĂ di Patti (ME);
Fondazione Mondo Digitale
L’educazione del 21° secolo deve tendere allo sviluppo di competenze per la vita come la creatività, il pensiero critico, la capacità di comunicare e di lavorare in squadra, la responsabilità personale e sociale. Tutti aspetti che non sempre sono presenti, purtroppo, nel sistema dell’educazione formale ma che tuttavia risultano cruciali per il successo nella vita così come nel lavoro. Scuola e famiglia devono stringere sempre più un’alleanza decisiva per affrontare questa grande sfida. Partendo da questo presupposto, Fondazione Mondo Digitale non poteva e non può non apprezzare e appoggiare “Esserci sempre”. Il Premio, voluto e promosso dalla famiglia Cuiuli, persegue proprio quegli obiettivi che anche noi condividiamo. E’ importante riuscire a offrire ai ragazzi la possibilità di far emergere il proprio talento e di mettersi in gioco, di sviluppare la capacità di trovare soluzioni anche e soprattutto quando i mezzi sono pochi. Che sia un lavoro grafico, una poesia, un racconto, un’opera multimediale l’importante è esprimersi, condividere, riflettere su temi importanti quali ad esempio il rapporto con la natura e il mondo interiore. Tutto attraverso le nuove tecnologie, la porta verso una società più consapevole e più solidale. Ma cosa è la tecnologia senza l’apporto umano? Al centro di ogni progresso, di ogni miglioramento, di ogni singolo passo in avanti c’è l’uomo col suo slancio vitale, con il suo
impegno, con la passione e la creatività. Ecco che “Esserci sempre” vuole rappresentare anche un’occasione per rendere ancora più forte l’amore per l’insegnamento da parte dei docenti, proprio ricordando Teresa Di Santo che dell’impegno e dell’entusiasmo aveva fatto il suo segno distintivo. L’augurio che facciamo ai nostri giovani è di incontrare, almeno una volta nella vita, una “Teresa Di Santo”, un insegnante capace di creare un rapporto speciale con i suoi alunni, di coinvolgerli, di accompagnarli per mano lungo la strada della scuola e che li aiuti a capire come gestire responsabilmente la propria crescente autonomia e libertà e le intemperanze, come convogliare energie ed esuberanze verso obiettivi positivi. Un docente da ricordare con amore, il cui ricordo scaldi il cuore tutta la vita, qualcuno che appunto ci sia sempre e per sempre. Direttore Generale Mirta Michilli
Coordinamento Genitori Democratici Si parla molto oggi di scuola. I media, quotidianamente, si interessano del pianeta scuola per denunciarne o solo evidenziarne le carenze, le povertà, le debolezze. Quasi nessuno entra, in punta di piedi e con rispetto, in quella relazione delicata, quotidiana che è la relazione educativa. Eppure essa è un versante decisivo perché nell'esperienza universale della scuola prendono forma i diritti delle persone; è nella scuola che parole come “solidarietà e comunità” possono diventare situazioni concrete. Sarebbe necessaria una riflessione più serena da parte di tutti gli attori dell’educazione: la scuola oggi è un bene indispensabile, è quello che si può definire un bene comune, soprattutto perché l’unico luogo in cui le generazioni si incontrano realmente e non solo virtualmente. Sono questi i motivi per cui il premio “Teresa Di Santo” costituisce un’esperienza preziosa e singolare: valorizza il lavoro generoso ed appassionato di un’insegnante troppo presto scomparsa, intessendo il dialogo con le giovani generazioni che si affacciano alla vita.
Memoria, senza la quale nessuno di noi avrebbe radici e progetto per il futuro che i nostri ragazzi rappresentano. Ci sentiamo particolarmente vicini a questa iniziativa a cui auguriamo di mettere sempre pi첫 radici.
Presidente nazionale Angela Nava
Dalla comunità di Patti
L’istituzione del premio “Esserci sempre”, promossa dalla famiglia Cuiuli in memoria della Professoressa Teresa Di Santo, ha almeno un duplice valore. Anzitutto è un attestato di fiducia nella capacità delle giovani generazioni di non lasciar cadere nell’oblio una figura di insegnante e maestra di vita, quale è stata Teresa, in particolare durante la sua docenza presso la Scuola Media Sangallo di Ostia. Inoltre è un gesto lungimirante, perché afferma che il bene realizzato, la formazione ricevuta, la cultura generata, la fede testimoniata non si arrestano con la morte. Voler far sopravvivere non una semplice memoria, ma l’insegnamento e la personalità di Teresa: ecco lo scopo di questo premio, che pertanto merita il plauso e l’incoraggiamento sia a livello scolastico che sociale. Oggi siamo tutti maggiormente consapevoli che l’educazione dei giovani non è solo trasmissione di nozioni, ma empatia amorevole, autorevolezza di coscienza e coerenza di vita. Teresa ha saputo incarnare questo modello di “maestro” e lo ha fatto con una caratteristica da imitare: la gioia, quella che nasce dalla pace interiore e si rivela nel sorriso, che resta stampato sul volto di chi compie la sua missione e sa di non aver sprecato la vita ricevuta in dono da Dio. Sac. Emanuele Di Santo
Le Finalità Nel contesto di una scuola che si pone come comunità educante, il concorso vuole essere per gli alunni uno stimolo per lo sviluppo di una espressione creativa che si coniuga con l'impegno sociale e con il valore attribuito alla relazione con il proprio insegnante. La lezione rivolta ai ragazzi è costituita da un ricordo che continua a vivere, da una comunità che non dimentica, da un esempio che diventa cento, mille opere nuove e vive, da una Scuola che dimostra di credere nelle risorse e nelle capacità dei propri alunni, da una comunità che rende omaggio ad una donna che ha saputo conciliare i suoi numerosi impegni sociali e scolastici con quelli familiari ed affettivi. L'iniziativa del Premio “Esserci sempre...” cerca di dare una risposta all'esigenza di incentivare gli studenti a confrontarsi con temi difficili come il valore fondamentale del rapporto tra docenti e studenti, come il rapporto con gli altri e con il territorio. I ragazzi sono stati infatti sollecitati a misurarsi in una competizione che privilegia le capacità espressivocomunicative e la combinazione di creatività e utilizzo delle nuove tecnologie multimediali, coniugandoli la loro formazione sociale di futuri cittadini e premiando la capacità di lettura del proprio territorio e la capacità di inserimento sociale con senso di responsabilità e di appartenenza.
Questa filosofia, che è alla base del premio, spinge a dare piÚ spazio a tematiche legate sia alla realtà territoriale e sociale sia alle problematiche del mondo giovanile che si prospettano alla loro riflessione.
Breve storia delle prime tre edizioni Alla prima edizione, conclusasi il 17 maggio 2010, hanno partecipato ben 120 alunni, provenienti da 12 scuole medie del XIII Municipio, che hanno sottoposto i loro lavori, tutti di buona qualità e originalità. Il premio è stato inserito sulla piattaforma del Ministero della pubblica istruzione, ufficio scolastico regionale “ Bandi e concorsi “ ed è stato inserito anche sul sito del sindacato provinciale dello SNALS -bandi e concorsi. Il risultato positivo è stato anche testimoniato dal riscontro della stampa e delle televisioni locali: la manifestazione finale è stata infatti divulgata da alcune televisioni locali (“Canale 10”, “Ostia TV”, “TV 2000”) e da alcune pubblicazioni locali (“Il giornale di Ostia”, “La gazzetta di Casal Palocco”, “Il Messaggero”, “L’eco d’Italia”, “Zeus”, “Spazio Oltre”). Il successo dell'evento della prima edizione è stato superiore alle previsioni, grazie ad una grande partecipazione sia da parte dei patrocinanti che delle scuole. Il premio, arricchendo il nostro Municipio di una nuova proposta culturale, è così diventato un appuntamento annuale, per parlare di scuola e dei valori che la scuola non “trasmette” ma costruisce insieme alle famiglie e al territorio. La seconda edizione del premio ha avuto il patrocinio dell'Ufficio Scolastico Regionale, della Presidenza del XIII Municipio, della Provincia di Roma, della Fondazione Mondo Digitale, del Lions Club Roma Mare, del Coordinamento Genitori Democratici. Grande partecipazione alla manifestazione finale del Premio
“...Esserci sempre”, tenutasi il 17 maggio a Ostia, presenti i ragazzi, gli insegnanti, i rappresentanti degli enti e delle associazioni dei patrocini. Il tema di questa edizione è stato “Il mio mondo, sinfonia di emozioni”, e la piena interpretazione da parte dei ragazzi ha fatto sì che tutti i partecipanti alla manifestazione ne fossero coinvolti, grazie ad opere di alta intensità e qualità, con testi narrativi, poetici e con elaborazioni grafiche e video, che ha determinato nella giuria la necessità di aumentare il numero dei premiati. I docenti delle scuole hanno avuto l'opportunità di promuovere la libertà di espressione dei propri alunni anche dal punto di vista critico, fornendo così alla giuria una possibilità di lettura della realtà scolastica come vita ed esperienza quotidiana, costituendo quasi un “osservatorio” utile a tutti sul rapporto docente-discente. La terza edizione ha avuto come tema: “Mi guardo intorno ... sono parte della natura”, tema sul quale gli goduto del patrocinio della Presidenza del XIII Municipio, del Comune di Patti (Me), della Presidenza della Provincia di Roma, del Coordinamento Genitori Democratici, della Fondazione Mondo Digitale, della Presidenza del Lions Club Roma Mare. Assegnazione dei premi prime tre edizioni Il tema dell'edizione era : "IO E ..... GLI INSEGNANTI". L'alunna vincitrice della prima edizione (2009-2010) è stata Musumeci Francesca della Scuola Media Alessandro Magno di Roma. L'opera vincitrice è un elaborato scritto
sul significato del rapporto tra alunni ed insegnanti. Il premio ancora si intitolava Premio "a Teresa Di Santo". Il tema della seconda edizione era: "IL MIO MONDO ..... UNA SINFONIA DI EMOZIONI". L'alunna vincitrice della seconda edizione (2010-2011) è stata Giada Curiale della Scuola Media Sangallo di Ostia. Nella seconda edizione il premio è stato intitolato "...Esserci sempre". L'opera vincitrice è una raccolta di poesie chiamata "Ossimorando", per questa edizione sono stati assegnati anche un secondo premio ed un premio della giuria. Il secondo premio è andato a Daniele Migani della scuola Media "A. W. Mozart" che ha partecipato con un'opera grafica, mentre il premio della giuria è andato a Federico Franchi della scuola Media Sangallo che ha partecipato con una poesia (in memoria della madre).
IL tema della terza edizione era "MI GUARDO INTORNO ....... SONO PARTE DELLA NATURA ...." Il primo premio è stato attribuito al video di Beatrice Barbitta della scuola L. Radice – Patti (Me), il secondo premio al video di Sara Petrillo della scuola L. Radice Roma, il terzo alla poesia e al disegno di Emiliano Ludovici della scuola G. da Sangallo. Finalisti sono stati anche gli alunni Chiara Duca, della scuola Amendola Guttuso, Gabriel Faur, della scuola A. Leonori, e Leon Nericka, della scuola Ulpio Traiano.
La manifestazione finale è stata divulgata tramite stampa e televisione locali. Per la stampa si citano:
“Il giornale di Ostia”; “La gazzetta di Casal Palocco”; “Il Messaggero”; “L’eco d’Italia” (settimanale indipendente); “Zeus”; “Spazio Oltre”; per la TV “Canale 10”; “Ostia TV”; “TV 2000” (riferimenti su internet :
“Canale 10”www.canaledieci.it ;
“Ostia TV” http://www.ostiatv.com/ostiatv_wp/;
“TV 2000” http://www.ostiatv.com/ostiatv_wp/).
Raccolta Brani 2009-2012
.. con questo elaborato ho voluto rappresentare il ritorno dell’uomo alla natura: in un paesaggio incontaminato ho inserito la sagoma di un uomo che si immerge completamente in essa fino ad assumere gli stessi colori dello sfondo
Chiara De Francisci 3a A Scuola Media “W.A. Mozart�
Io e...la Scuola Dopo anni di permanenza a Dragona i miei genitori hanno realizzato il loro sogno, e ci siamo trasferiti ad Ardea. Ormai, tutti i giorni mi sveglio alle sei per venire a scuola. E da quando ho iniziato quest’anno scolastico la stanchezza, si fa sentire! É difficile abitare a 40km di distanza dal posto in cui passo tutti i giorni!!! Mi sembra di avere più compiti e meno ore per potermi rilassare. Nelle ultime settimane sto sempre andando a letto presto, e... non é da me! Ogni mattina quando mi sveglio mi passa per la testa l'idea di non andare a scuola. Quanto mi piacerebbe studiare vicino casa, almeno potrei conoscere i ragazzi e le ragazze che vivono nelle vicinanze!!! Ma non posso, perché dove vivo io, é piena campagna, ci sono solo serpenti e cinghiali, e se devo fare una passeggiata devo prendere la macchina e andare a Torvajanica. Adesso, tutto é più difficile, torno a casa tutti i giorni alle sette e finisco i compiti sempre alle nove di sera. Qualche Volta me la prendo con mamma e papa, li rimprovero per il fatto di non avermi fatto cambiare scuola. Qualche volta corro in giardino per farmi venire la febbre, pur di restare a casa! A scuola, penso che ai miei compagni che io ci sia o no non cambi niente. Siamo tutti amici, è vero, ma non credo che soffrirò quando li lascerò, se li lascerò... del resto ci
lasceremo lo stesso quando andremo alle superiori. I professori quest’anno sembrano tutti più buoni. Sopratutto la professoressa di educazione fisica,ma... anche se è più buona non riesco lo stesso ad avere un voto decente in pagella! Ho solo un problema, se già sono stanca di andare a scuola, riuscirò ad arrivare all’ università? La scuola dovrebbe essere un luogo dove s’impara e si lavora per il futuro. Ma al giorno d’oggi non è sempre un luogo tranquillo e sereno. Ci sono ragazzi poco interessati che tutto vogliono fare tranne studiare perciò disturbano e impediscono di ascoltare la lezione, di crescere imparando. Io penso che la scuola per me é in pari misura motivo di delusione e di soddisfazione; è motivo di delusione perché non mi aiuta a superare i problemi, ma li amplifica ed è motivo di soddisfazione perché mi tira su il morale quando prendo un bel voto! In certe cose sono delusa, ma, capisco che un giorno mi torneranno utili questi anni di studio. Chiara Ranaldi 3a E Scuola Media “U. Traiano”
Io e...la Scuola Stavo sognando la Polinesia quando la sveglia suonò alle 6:30. Ero troppo stanco, non ce l'avrei fatta ad alzarmi per andare sotto casa di Kevin...presi il cellulare, premetti il bottone e la luce dello schermo entrò nei miei occhi. Fui immediatamente sveglio. Mi alzai stando attento al materasso che scricchiolava e andai in cucina. Accesi la luce della cappa per svegliarmi un altro po' e aprii il frigorifero, presi il latte, lo versai nel bicchiere e ci misi dentro i cereali. Dopo aver fatto colazione mi lavai e mi vestii. “Perché non mi preparo mai lo zaino la sera?” Pensai. Lo feci in fretta e furia. Stavo per uscire da casa quando mi ricordai che era giovedì. Corsi in camera e presi la cartellina. Finalmente scesi le scale e uscii dal portone. La fresca aria mattutina ancora non contaminata dallo smog mi investii e mi svegliai all'improvviso. Continuai a camminare con l'iPod in tasca e le cuffiette nelle orecchie. Arrivato a casa di Kevin lo salutai ed insieme aspettammo Riccardo e Simone. “Fatti tutti i compiti?” Chiesi. Kevin annui. “Tu?” Chiese. “Quando arriviamo a scuola mi devo finire un espressione ma tutto il resto l'ho fatto...”. “Che espressione!?!” Urlò in preda al panico. “Mi pare la 203... ...perché non l'hai fatta?” “Oddio mi sono completamente scordato”. Risi e mi alzai per salutare Riccardo che era arrivato proprio in quel momento. “Simone arriverà in ritardo come sempre vero?” “Penso di sì...”. Sentimmo il rumore dell'autobus
avvicinarsi ed uscirono dal cancelletto per andare alla fermata. “Mi dispiace per Simone ma devo ancora fare l'espressione...”. Salimmo tutti sull'autobus e dopo qualche fermata arrivammo all'alimentari dove ogni giorno prendiamo la merenda. Dopo mezz'ora entrammo a scuola e ci recammo in classe. La professoressa di Matematica entrò puntualmente come tutti i giorni e poggiò la borsa di pelle vicino alla cattedra. Era alta con lunghi capelli tendenti al rosso, aveva 40 anni ed era molto gentile con noi. Prese il registro di classe e cominciò a fare l'appello. “Bene, vedo che ci siete tutti...interroghiamo un po'...” Il silenzio calò immediatamente. “Diamine ma che c'era da studiare?” “Non lo so, c'erano i monomi mi sembra...” “Insomma un po' di silenzio” La professoressa scorse il dito sull'elenco dei nomi... “Cescutti parlami dei monomi” Ma è mai possibile che su ventitré persone proprio a me dovesse toccare? Dissi tutto quello che chiese ed alla fine presi nove. Passammo la prima ora tra calcoli ed interrogazioni. “Allora fate la numero 203...” “Scusi prof. Ma la 203 non era...” Ecco il solito spione. Per fortuna vicino a lui c'era Luca che con un calcio ben assestato lo zittì. “Scusa dicevi?” “No niente prof...” “Tornando a noi, fate la 203 e tutte quelle che seguono fino alla 206”, “Dobbiamo copiare il testo sul quaderno?” "By-passiamo questa domanda...ma certo che si! Mi pare ovvio!” La prof diceva spesso queste frasi con aggettivi inventati da lei. Finita la seconda ora, la campanella suonò era il momento della ricreazione. “Or la squilla da segno della ricreazione che viene, e a quel suon diresti che il cor si
riconforta!” Aveva proprio ragione Davide. Tutti si piombarono all'entrata della classe e cominciarono a spingere ed a parlare con i vicini. La ricreazione trascorse veloce e, purtroppo, tornammo ai banchi. Entrò la prof di spagnolo che appena entrata disse: “Chi mi vuole seguire mi segua, chi non vuole faccia silenzio!” Ci diede delle schede da fare e naturalmente cominciò a parlare di quello che accade a casa sua. “Scusa..” Mi disse Andrea vicino a me “...ma a noi che cavolo ce ne importa di quello che le capita a casa! Mamma mia questa non la sopporto!” Finite le schede con noia e lentezza, cominciammo a parlare tra noi visto che mancavano solo due minuti alla fine dell'ora. Alla terza ora arrivo la bidella con una faccia sorridente... “Ci dividono!” Gridò Federico dalla porta. Urli, pianti, abbracci, strette di mano e risa si materializzarono dentro la classe e tutti insieme uscimmo dalla porta rossa accompagnati dalla bidella. La scuola era molto grande e le pareti erano bianche con porte e muri portanti rossi. Era divisa in due ali: sinistra e destra. C'erano tre piani e noi stavamo al piano terra. Inoltre c'erano una biblioteca, una palestra ed una segreteria. Ognuno voleva essere messo in una classe diversa cosi Marina, la bidella, ci divise a caso. Capitai in 3a L con Kevin ed Andrea. “Meno male” Dissi ad Andrea. “Non mi andava proprio di fare grammatica...” “Silenzio per favore, stiamo lavorando qui!” “Scusi prof.” Passarono dieci minuti e chiesi alla professoressa se potevo scendere a prendere qualcosa da fare. Lei acconsentì e scesi le scale. Voltai l'angolo e...terrore puro. Davanti a me, a pochi metri di distanza
c'era “Lui”. “Lui” era il più terribile dei professori, entrava nelle classi a suo piacimento, in qualunque momento ed a qualsiasi ora e controllava che in classe ci fosse ordine. Se non ce n'era, urlava a tutti quelli che stavano in piedi e li minacciava dicendo che se non si fossero subito messi seduti li avrebbe mandati dalla vicepreside. Il bello era che lui era l'addetto alla biblioteca e non aveva alcun “potere” come diciamo noi. Indietreggiai lentamente, ma nulla gli sfugge. Si girò con un sorrisetto beffardo e mi disse, anzi mi urlò “Vi ho detto che non potete stare in giro per la classe! Ma non lo capite?!? Insomma dai che devi fare?” “Dovrei prendere un libro..” “E rispondi pure? Non si risponde mai ad un professore!” “Ma se non sei nemmeno un professore!” Pensai dentro di me. “Ora, non è che ce l'ho con te ma i professori devono capire che gli alunni non possono girare per la scuola così senza un motivo! Forza vai in classe e prendi ciò che ti serve” Andai in classe e presi quello che mi serviva. Tomai su e... davanti alla porta c'era la professoressa di italiano. “Cavolo! Ora mi tocca pure fare grammatica!” Pensai. Dopo aver riunito tutta la classe tornammo in aula e cominciammo la lezione. C'era chi dormiva, chi “reggeva il muro”, chi leggeva qualcos'altro e chi si lanciava foglietti di carta. “Insomma chi viene volontario per l'interrogazione? Giulia vieni tu?” Giulia si alzò borbottando “Anche se non è molto volontaria...” L'interrogazione andò avanti per dieci minuti circa e poi correggemmo gli esercizi che c'erano per casa. Solo dieci persone su ventitre avevano fatto i compiti. La prof si alzò e controllò i quaderni e i libri con conseguenze
abbastanza gravi.... una sfilza di note e quattro. L'ora si concluse con l'interrogazione di Matteo e Marco con i rispettivi voti. Sei meno e sette e mezzo. Finalmente, dopo un' ora di agonia suonò la campanella della seconda ricreazione. C'era chi si copiava i compiti, chi ascoltava musica e chi parlava. Finimmo di mangiare e cominciò l'ultimo terzo dell'orario scolastico composto da Inglese ed Educazione Fisica, per fortuna tutte a due materie leggere. Cominciammo subito con un “Bella Prof!” (Abbiamo molta confidenza con la professoressa di inglese) e iniziammo la lezione. Fu serena e tutti erano attenti. Parlammo di Walt Disney e del modo in cui aveva cambiato il mondo dei cartoni animati e dei film, naturalmente tutto in inglese! Facemmo qualche esercizio per allenarci con il “Present Perfect” e finimmo la lezione parlando tutti con la professoressa. Dopo cinque lunghissime ore arrivò la lezione più bella del mondo...Educazione Fisica. Dopo aver controllato che ci fossimo tutti, il prof ci portò in palestra. Mentre scendevamo Riccardo mi chiese “Davide, ma ci vieni a mangiare dopo scuola?” “E quando...oggi?” “Certo!” “Non lo so. Se magari avverti prima!” In palestra aspettammo dieci minuti perché come al solito le femmine ci misero tantissimo a cambiarsi. Corremmo per tre minuti seguendo la linea di campo. Finito il riscaldamento il professore si sentì chiedere la solita frase “Prof, la prego, possiamo giocare a pallavolo?” Annui e prese la palla. Formammo le squadre che naturalmente erano “squilibrate” e cominciammo la partita. Dopo lunghi scambi e schiacciate da serie A, vincemmo contro tutte a
due le squadre. “Forza, andate a campanella è già suonata da un pezzo!” Disse il prof rimettendo la palla nel sacco. Ci cambiammo velocemente e prendemmo gli zaini. La giornata di scuola era finita. Presi il cellulare e chiamai mio padre per sapere se potevo mangiare vicino a scuola. Mi rispose di si ed insieme ai miei amici mi incamminai verso il chiosco dei panini. “Ma che giorno è oggi?” Chiesi senza pensarci. “Lunedì...perché?” “Cavolo ho il Cambridge!!! Devo andare ciao!” E corsi verso la strada. Con grande delusione mi accorsi che dovevo fare altre due ore di Inglese.
Opera di Giulia Migliaccio 3a Scuola Media “W. A. Mozart”
Io e... i Professori Avevo una voglia tremenda di tornare a casa quel giorno...mai avevo desiderato così tanto raccontare qualcosa a qualcuno: era stato il mio primo giorno alla scuola media, ed avevo tantissime cose da raccontare...quelle ore erano state come un giorno d'inverno: erano finite subito. La scuola l'avevo già vista quando mi ero iscritta, ma ciò che mi aveva stuzzicato la curiosità per tutta l”estate, era scoprire come fossero i professori! Professori...mi ero creata tutto uno strano pensiero intorno a quella parola...una parola forte, secca, ma anche con una punta di mistero che le aleggiava intorno, e che mi, faceva trovare qualcosa di caro... Insomma l'idea non era affatto chiara, ma forse questo mi aveva reso più gradevole l'attesa di arrivare alle medie. Quando finalmente vidi un professore, all'inizio non seppi che pensare...cosa c'era dietro quegli occhiali? Occhi rasserenanti o uno sguardo intimidatorio? Cosa dietro quel registro che teneva sul petto? Un buon cuore? Poi, nel corso della giornata, li conobbi meglio. Non nego che mi ci volle un po' per superare i pregiudizi che normalmente aleggiano intorno ai professori, ma è pur' vero che alla fine della giornata mi erano quasi simpatici, tanto che ora ho con loro un ottimo rapporto. Quella sera, feci un sogno molto strano...sognai la mia classe, tutto corrispondeva al vero. Poi qualcuno entro dalla porta ...i soliti occhiali, il solito registro, ma con il mio corpo...non ricordavo che data scrivere sul registro, e guardai sul calendario: qualcosa non corrispondeva, era
una data futura...Guardai la classe per capire cosa succedesse e, seduti ai banchi. C'erano dei ragazzi con dei visi praticamente identici a quelli dei professori che avevo visto la mattina... riguardai il calendario, e la data era cambiata di nuovo: ora si stava negli anni sessanta. Ora, come ho già accennato, ho un ottimo rapporto con i miei professori. Apprezzo molto i loro metodi di insegnamento, che trovo molto comprensibili; mi piace chiedere loro spiegazioni ed interagirvi durante la lezione. Ma oltre che insegnanti di specifiche materie, molti di loro sono anche insegnanti di vita: ho notato spesso che con noi sono sempre pronti a dare consigli e ad ascoltare i nostri problemi, quasi come dei genitori. Ho capito inoltre che gli insegnanti non sono poi terribili come immaginavo, anzi ho compreso che severità non è sempre sinonimo di cattiveria, perché piuttosto un rimprovero può significare avere fiducia nell'alunno e sapere che questo può migliorare, mentre indulgenza non è sempre sinonimo di bontà, perché si possono tranquillamente lasciar passare alcune piccole cose ma, non sforzarsi mai di far capire gli errori al ragazzo, può essere inteso come un grande disinteresse per l'avvenire degli alunni. In ogni caso, qualunque sia la mia opinione sui professori, penso che non dimenticherò mai quel sogno che ho fatto tre anni fa, che mi ha aiutata ad avvicinarmici e a capirli, a capire che non sono affatto diversi da noi, perché anche loro hanno temuto lo sguardo dietro quegli occhiali e il cuore dietro quel registro, e probabilmente un giorno tanti ragazzi, come
siamo noi e come sono stati loro, proveranno la stessa cosa vedendo, magari uno di noi diventato professore, entrare dalla porta, e per sempre continuerà l'enigma degli occhiali e del registro...
Diana Iannello 3a C Scuola Media “Fanelli – Marini”
Io e...la Scuola lo e la scuola è un tema veramente complicato perché durante tutti gli anni che ho passato tra i banchi ho cambiato tantissime volte opinione. Alle elementari probabilmente ero troppo piccolo per rendermi conto di tante cose e la maggior parte del tempo non lo ricordo quasi più. Mi tornano in mente a volte dei particolari momenti o delle situazioni che sono accadute, ma ho pochi ricordi delle lezioni vere e proprie. Invece del periodo delle medie ho ancor in mente il ricordo sin dal primo giorno. Forse perché sono stati anni un po' difficili per me e soprattutto perché è stato doloroso staccarmi da un mondo di giochi e divertimenti, da insegnanti che mi coccolavano se avevo qualcosa, per andare in una scuola dove la prima cosa che si pretendeva dame era crescere ed essere corretto, quando io mi sentivo ancora un bambino e purtroppo per me, non avevo ancora capito che invece dovevo cominciare a cambiare, a far vedere più quanto studiavo e quanto capivo, che quanto ero simpatico e divertente. Devo dire che è stato difficile, che ci sono stati momenti in cui volevo mollare tutto e avrei voluto tornare indietro nel tempo. Momenti in cui mi venivano gli attacchi di panico soprattutto di notte, quando pensavo che stavo sbagliando tutto, che non volevo più comportarmi male, far arrabbiare i miei genitori per le note che prendevo, i professori per il mio comportamento. Ma rendendomi conto che non sempre ci riuscivo. Mi sembrava così difficile, che per non dover affrontare tutto quello, avrei preferito non andare a scuola. Poi con il tempo le cose sono un po' cambiate. Con l'aiuto della mia famiglia e di alcuni professori, ho cominciato a capire che la scuola può darci molto. Cominciando dagli
insegnamenti che ci aiutano nella vita e che ci preparano a costruire il nostro futuro, ai discorsi con i professori che ci aiutano a crescere, alle amicizie che nascono tra i banchi di scuola e che ci fanno sentire meno soli. Per non parlare poi di importanti progetti ai quali stando a scuola abbiamo potuto partecipare, come quello per la raccolta fondi a favore dei bambini del Burundi. La recita da noi eseguita nel teatro della scuola ci ha fatto raccogliere i soldi per le zanzariere e ci ha dato a tutti una grande felicità e una soddisfazione, che ancora ricordo come se fosse oggi l'abbraccio che ci siamo dati alla fine dello spettacolo. Di campo-scuola non se ne è mai parlato nella nostra classe. Ci piacerebbe tanto farne uno in quest' ultimo anno delle medie, perché dopo ognuno andrà per la sua strada e la maggior parte di noi non avrà più occasione per vedersi. Almeno così ci rimarrebbe un bellissimo ricordo. Durante le medie ho conosciuto tante persone, professori, compagni, bidelli e ognuno mi ha dato qualcosa di nuovo. Ho imparato che se i professori a volte sono severi, è perché vogliono portarci alle superiori preparati e con un comportamento adeguato. Ho capito che il professore ideale per me è quello che dà pochi compiti per casa, facendoci studiare di più in classe, che non è sempre severo ma solo quando serve e che a volte ci fa anche divertire con battute o cose varie. Non so se sono ancora abbastanza maturo per affrontare le superiori, ma adesso sono certo del fatto che voglio diventare sempre migliore e anche se la strada sarà lunga, so che in questo la scuola mi potrà aiutare. Andrea Morganti 3a E Scuola Media “Tersilla Fenoglio“
Opera di Ascone Fabrizio 3a D Scuola Media “Ulpio Traiano”
Io e...la Scuola Fin dall'età di cinque anni ho avuto una vita “raminga”. Ho infatti cambiato più volte luogo di residenza e di conseguenza sono stato costretto a cambiare scuola. All'inizio con la scuola avevo un buon rapporto poi pian piano il mio entusiasmo è diminuito. In fondo la scuola dovrebbe essere una certezza e io non l'avevo più. Poi con l'ultimo trasferimento non sono riuscito a recuperare o meglio non ho iniziato con il piede giusto. Questo non per colpa dei compagni o dei professori, anzi. Ho impiegato molto tempo per mettermi in pari, mi sono sentito insicuro e ho erroneamente pensato che qualunque cosa facessi fosse sbagliata. In realtà sarebbe stato facile entrare in sintonia con i compagni, e i professori si erano mostrati comprensivi nei miei confronti e nei confronti degli altri alunni, ma ero io che non lo capivo. Oggi ho capito che con la comprensione gli studenti trovano lo stimolo giusto e diamo di più. In classe poi ci vuole anche un po' di solarità per spezzare un po' la lezione con una frase e dare anche a noi alunni la possibilità di fare una piccola battuta senza però far perdere il filo del discorso. Se devo essere sincero potrei fare molto di più se solo mi impegnassi e me ne sto rendendo conto solo ora che la scuola sta per finire e gli esami sono vicini. Forse se avessi cominciato subito a dare il meglio di me non avrebbero convocato tante e tante volte mia madre,avrei rischiato meno,sarei andato avanti più sereno alzando la media dei voti e non avrei avuto oggi tutti questi pensieri. So che ormai il tempo è passato e indietro non si può andare ma si può guardare avanti. Penso,anzi sono sicuro che andrà meglio perché finalmente ho trovato il ritmo giusto per recuperare e da adesso comincerò a fare sul
serio stando attento alle lezioni in classe e studiando un po' di più a casa. Il mio rapporto con la scuola è ancora lungo e sicuramente difficile,ma sarà ogni giorno una nuova sfida come i giochi della playstation da portare fino alla fine. D'altronde, la vita è così, e lo sarà anche quando entrerò nel mondo del lavoro dopo la scuola. Stefano Arriga Scuola Media “Ulpio Traiano”
Io e...la Scuola La scuola all'apparenza può sembrare un luogo ostile , pieno di ostacoli , e piena di professori o maestri pronti a fermarti e a rovinarti la vita ; però tutto ciò è solo una vaga impressione , che viene la prima volta che si entra in un edificio scolastico. La maggior parte delle volte , gli alunni fanno un po' di fatica a relazionarsi con i professori , perché credono che essendo adulti , non riescano a capire ciò che provano i ragazzi. E per questo motivo i ragazzi credono sempre che il professore ce l'abbia con loro. Questa però è un'idea sbagliata : il professore si arrabbia , ci sgrida , non perché ci odia o ce l'ha con noi, ma perché ci vuole far capire il nostro errore. Io per primo , inizialmente , pensavo che i professori ce l'avessero con me, ma poi ho capito che agivano per il mio bene. Un altro problema che può sorgere è il relazionarsi con i compagni , il che non è sempre facile. Io lo dico per esperienza , perché in otto anni di scuola ho avuto sempre qualche difficoltà a relazionarmi con gli altri ; ma anche gli altri ne hanno avute , di difficoltà. Però questa “paura” passa perché poi , dopo qualche giorno,sembra di conoscersi da una vita. Quando si intraprende l'anno scolastico , accanto al vasto universo della cultura scolastica , sorge un altro universo parallelo , quello dei rapporti familiari riguardanti la scuola. Ogni volta che si racconta alla propria famiglia ciò che successo a scuola , il ragazzo racconterà la “sua” scuola, e così in ogni casa verranno raccontate ventiquattro scuole diverse, l'una dall'altra, perché ognuno vive la scuola in modo diverso.
Però alcune volte è difficile esprimersi con la famiglia , perchè si ha paura che i familiari non capiscano il problema che si ha. Però è allo stesso tempo molto semplice , se si ha abitualmente un rapporto aperto con la famiglia. Oltre raccontare com'è andata la giornata , i genitori servono anche ad aiutarti e a darti consigli sui problemi e le difficoltà che hai , perché , diversamente da un amico o da una persona esterna , i tuoi genitori possono darti consigli sinceri , non avendo nessun altro interesse oltre a quello di aiutarti. Per questo motivo la miglior cosa da fare è avere un rapporto aperto coni genitori. L'Articolo 28 della Costituzione italiana sui diritti dei ragazzi dice: “Ogni ragazzo ha diritto di ricevere un”istruzione ” Questo articolo è fondamentale, ma riuscire comprendere l'importanza di questo articolo è difficile, perché i ragazzi pensano che la cultura non serva a niente , e che la scuola serva solo a trattenere i ragazzi , contro la loro volontà , dentro un edificio dove vengono applicate regole che sono fatte appositamente per rovinare la vita a noi giovani sognatori ribelli. Infatti tutti i ragazzi non vorrebbero mai andare a scuola, ma, essendo obbligati, ci vanno comunque , anche contro voglia. Però per far capire l'importanza della cultura ci aiuta l'Articolo 29 , sempre riguardante i diritti dei ragazzi: “Lo scopo dell'istruzione è di sviluppare al meglio la tua personalità , .. ” In ogni scuola ci sono sempre ragazzi che vanno bene nello studio , e quelli che non vanno molto bene. I ragazzi
che vanno male , spesso si sentono isolati , perché credono che il loro voto , per esempio cinque , sia il voto che descrive la loro personalità , ma una cosa che si dovrebbe far capire a tutti i ragazzi è che tu non sei il tuo voto , tu non sei il tuo errore. Io non ho mai avuto problemi del genere , ma purtroppo ho conosciuto ragazzi che ne hanno avuti di problemi di questo genere. Anche le persone che vanno bene a scuola si sentono spesso isolate , perchè credono che essere una persona colta, equivalga ad essere una persona vuota e fredda , che non è capace di divertirsi come gli altri , perchè ha come punto fisso solo lo studio, e di conseguenza antipatica. Secondo il mio parere la scuola ha un aspetto magnifico perchè all'interno troviamo molte persone sempre pronte ad esserci amiche e sempre pronte ad aiutarci. La scuola aiuta a far conoscere i ragazzi l'uno con l'altro. La scuola non è bella solo perchè aiuta a conoscere, ma è bella perchè insegna forme di rispetto e di attenzione, gli uni verso gli altri, le quali ci rendono migliori.
Alessandro Desogus 3aA Scuola Media Tersilla Fenoglio
Matteo Pietrini 3a A Scuola Media Sangallo
Io e... i Professori E' molto diverso il rapporto che avevo con le mie maestre delle elementari da quello che ho con i miei professori. Quando frequentavo le elementari avevo due sole insegnanti che mi hanno aiutato a crescere,ad esprimermi. Ora,alle medie,abbiamo tanti professori e la difficoltà all'inizio,per me,era quella di trovare un punto fermo, una professoressa di riferimento, che ci avrebbe seguiti più di ogni altra. Il primo giorno di scuola ero molto agitata non sapevo come sarebbero stati i miei professori se severi o buoni,sapevo però di voler apparire al meglio ai loro occhi. Il mio rapporto cambia anche a seconda della materia che insegnano sia per le ore che trascorriamo insieme; preferirne una ad un'altra è naturale,è questione di simpatia,di sensibilità del loro modo di capire i nostri giorni brutti o quelli belli e non tutti hanno questa abilità. La scuola della quale ci lamentiamo tanto è un luogo importante per noi ragazzi si,si studia ma ci si diverte,si sta in compagnia e in questo i professori sono fondamentali perchè sostituiscono i genitori,ci aiutano a crescere,a maturare e ci mettono in guardia contro le difficoltà che incontreremo nel nostro percorso di crescita.
Cecchettini Claudia – 2a H Istituto Comprensivo "W.A. Mozart"
Io e...la Scuola L'inizio della scuola media è stato come un salto nel buio, un salto in una realtà tutta nuova ....tutta da scoprire! Conoscere i compagni è stato facile, al contrario imparare a capire gli insegnanti ha richiesto del tempo...non troppo, però! Sono ormai trascorsi quasi due anni e il rapporto con i miei insegnati di giorno in giorno continua a cambiare: loro imparano a conoscermi sempre di più ed io, crescendo, comprendo meglio alcuni loro comportamenti che all'inizio mi sembravano un po' severi. Credo che insegnare sia uno dei mestieri più difficili e importanti del mondo. Gli insegnanti, infatti, hanno un'importante missione da compiere e una grande responsabilità che è quella di istruire e formare gli uomini del futuro. A questo proposito io penso che il migliore di tutti gli insegnanti sia quello che svolge il suo lavoro con passione, trasmettendola anche agli alunni. Infatti, se un insegnante non ama il suo lavoro non sarà mai capace di insegnare bene. Il trucco è quello di trasmettere l'amore che gli insegnanti nutrono nei confronti delle loro materie anche ai ragazzi, cercando di far comprendere loro l'importanza dello studio. Io, mi posso ritenere una ragazza fortunata: nei miei insegnanti ho trovato persone che amano il loro lavoro e che, oltre a spiegare, cercano di instaurare un ottimo rapporto con noi. Ci danno consigli per tenere unita la classe, hanno sempre le parole giuste per aiutarci nei
momenti di difficoltà ma al momento giusto, quando ce lo meritiamo, ci rimproverano e ci fanno riflettere sui nostri sbagli. I professori credono molto nelle mie capacità e questo, da un lato mi fa molto piacere ma ,dall'altro mi da' un grande senso di responsabilità ; loro si aspettano molto da me e quando sbaglio ho sempre paura che rimangano delusi. Per fortuna, questo mio pensiero dura ben poco perché denaro di me reagisco pensando Pazienza, poi si recupera!! La strada scolastica è ancora molo lunga e per questo spero di incontrare sempre ottimi insegnanti, pronti a capire i nostri problemi e a crescere con noi, rimanendo sempre al nostro fianco.
Ciambellini Martina 2°H Istituto Comprensivo "W.A. Mozart"
Io e... i Professori Io penso che il rapporto tra alunni e insegnante sia l'aspetto , uno dei tanti , più importante della scuola, perché il professore trasmette sicurezza all'alunno, emozione e interesse per quanto riguarda la materia, ma in altri può farla odiare, e in questo caso dipende ovviamente anche da noi ragazzi , con la personalità , con il nostro carattere. Quasi tutti i miei professori sanno fare il loro lavoro , non tanto nel sapere la propria materia ma soprattutto riguardo alla capacità che hanno nel farci interessare all'argomento e la passione che mettono nel proprio lavoro . Anche se in prima media mi sono dovuto scontrare con parecchie difficoltà , in varie materie sia per colpa mia che non trovavo il giusto metodo di studio ma devo dire anche per i miei professori . L'insegnate di lettere aveva i suoi preferiti , e cioè, tutti quelli che facevano i ruffiani , io non l'ho mai fatto e mai non lo farò . Ovviamente ero tra gli “scartati” cioè tra quelli che anche se ripetevano un libro intero a memoria il voto non sarebbe mai stato più alto di sufficiente. Molti reputano musica , artistica , tecnica delle materie secondarie , e quindi, secondo questo ragionamento , i professori di queste materie possono essere ingiusti nei nostri confronti , perché l'importante è che quelli bravi siano di lettere o matematica, secondo me è l'esatto contrario , nel senso che , i professori con le materie con meno ore , e non secondarie , sono quelli più importanti ,
perché il loro compito è quello di farci amare la materia e se ci riuscissero , sarebbe un grande successo da entrambi le parti , per loro ovviamente riuscire nel proprio lavoro , ma per noi ragazzi invece è un motivo per stimolarci a fare meglio, per rilassarci e quindi anche per acculturarci. Io quest'anno mi sono particolarmente appassionato alla musica ( tanto da comprarmi una chitarra elettrica e passarci le ore a suonarla ) e alla storia dell'arte , soprattutto contemporanea e moderna , questo grazie ai miei professori . Mentre , sempre quest'anno , in una materia che vado bene , il professore non mi dà alcuna sicurezza; anzi, quando faccio i compiti a casa mi appassiono , però in classe non vedo l'ora che passino quelle ore , anche nei compiti in classe faccio errori di distrazione che in altri non faccio , questa è colpa mia ma penso che accada perché non sono sicuro , in feeling con l'insegnante . Secondo me l'insegnante perfetto è quello che , spiega sempre, cerca il dialogo con noi ragazzi, capisce chi ha bisogno di aiuto , capire le difficoltà di tutti i ragazzi, perciò in qualche modo di instaurare un rapporto, rimanendo completamente imparziale . Spero che questo mio desiderio non rimanga solo un'utopia. Massimiliano Pagliccia 3a C Istituto Comprensivo "W.A. Mozart"
Opera di Federica Peloso 3a A Scuola Media “ U. Traiano”
Io e... i Professori In questi anni scolastici trascorsi, ho conosciuto tantissimi insegnanti che mi hanno aiutato a crescere nel corso dei miei studi. Alcuni li ricordo con molto piacere perché mi hanno dato la forza di continuare a studiare quando mi sentivo stanco e avvilito. Altri per molto tempo ho cercato di dimenticarli perché credevo fossero incapaci di capire le mie difficoltà; ora invece penso che essi volessero incitarmi all'impegno così usavano un metodo abbastanza severo che ora ritengo fosse giusto. Durante la scuola elementare la mia maestra, dolce e gentile, mi aveva abituato ad essere continuamente aiutato nello studio; così, quando sono arrivato alla scuola media mi sono sentito inadeguato ad affrontare gli studi più impegnativi e ho faticato molto per diventare più autonomo. Nella scuola media, ci sono tanti insegnanti ognuno con un carattere e con metodi di insegnamento diversi. Sono diventato più grande ed essi pretendono di più, affinché io abbia una preparazione più adeguata e un corretto sviluppo della mia intelligenza, per poter affrontare le scuole superiori. Non sempre sono d'accordo con ì miei insegnanti e alle volte vorrei ribellarmi dopo aver ricevuto un rimprovero, ma poi rifletto su quello che è accaduto e capisco che essi lo fanno per il mio bene. Alla fine di quest'anno posso dire che la maggior parte degli insegnanti sono ormai diventati, per me, simpatici,
in quanto hanno cercato di conoscermi e capirmi e io sono contento di questo. Tommaso Tosca 3a G Istituto Comprensivo "W.A. Mozart"
Io e... i Professori Gli insegnanti per noi alunni sono come dei soldati che, se non rispondi bene alla domanda che ti fanno, ti fucilano all'istante, ma loro non hanno il fucile come arma, ma di peggio, hanno il registro e la penna. Quanta paura fa quella penna quando inizia a scrivere non so quanti e quali numeri e parole, che tu non potrai mai conoscere, se non alla consegna delle pagelle. La cosa che mi fa più paura però, sono le interrogazioni. Noi alunni le definiamo come vere e proprie torture e agonie, che durano una lunga e interminabile ora. Io so parlando per quegli alunni che il giorno prima hanno pensato, (come alle volte faccio anch' io) che non fosse possibile, che il giorno dopo la professoressa potesse interrogare proprio loro. Invece è così il giorno successivo ti senti chiamare, con quella voce stridula e ansiosa di sentire cosa la dirai, anche con un certo gusto nel chiamarti, e tu senti rimbombare il tua nome nella classe, e incredulo chiedi:" Ne è sicura? Proprio io? ". In quel momento speri si sia sbagliata, e invece no, ti senti dire quel "Si" squillante e arrabbiato, come se credesse che la stai prendendo in giro. Inizi a pensare velocemente a delle scuse da dirle così che non ti interroghi; le più famose sono di sicuro: che non avevi scritto i compiti sul diario (invece li avevi cancellati cosi che tua madre non ti chiedesse di ripeterle la lezione), che il giorno prima ti sei sentito male, certe volte salta fuori che il cane ti ha mangiato il foglio dove avevi scritto i compiti perché avevi perso il diario, insomma di tutto. Poi, dopo averle detto la tua scusa, la prof ti minaccia: se non ti fai interrogare, ti mette due. A quel punto non ci sono molte cose da fare, ti fai interrogare! In classe cerchi i compagni più intelligenti e cerchi di farti suggerire, ma la professoressa se ne accorge
e ti vuole piazzare due, ma la cosa che fa più ridere è quando cerchi di farti mettere un quattro... Si, si, in classe si racimolano anche i quattro! Oltre a questi episodi il rapporto alunni insegnanti, alle volte, può essere meraviglioso. A scuola puoi trovare un insegnante che ti sa prendere, che riesce a staccare il momento della risata al momento del lavoro, riesce a cogliere la tua attenzione come è successo quest' anno a me con una professoressa che spiega una lezione che non mi è mai piaciuta, in cui di solito prendevo anche cinque. Lei mi ha fatto arrivare, con le sue spiegazioni chiare e concise e con la sua schiettezza nel dirti le cose come le pensa lei, al sei quasi sette. Gli insegnanti molte volte possono essere noiosi, possono spiegare una lezione che non ti piace, possono essere brutti e incuterti timore, ma quest' anno ho capito una cosa molto importante! I professori non sono dei nemici, non sono dei soldati come ho detto prima, ma sono coloro che (oltre ai genitori) ci aiutano anzi ci orientano verso quello che sarà il nostro futuro. Io so di non essere stata una alunna modello in questi anni ma ringrazio tutti i miei professori per avermi aiutata e, alle volte, anche giustificata.
Aurora Trecapelli 3a I Scuola Media “Antonio Vivaldi”
Opera di Giorgia Lozupone 3a E Scuola Media “ G. Da Sangallo”
Io e... i Professori C'è da dire che il mio rapporto con i professori è molto comune. Diciamo che per questo tipo di rapporto, tra docente-discendente , mi sono creata una “scaletta”. Ci sono professori che in classe mi fanno stare serena, non mi fanno preoccupare più di tanto,quelli sono i professori che “adoro”,con loro è tutto più semplice e i risultati delle interrogazioni sono positivi; intervengo e tengo ad essere presente alle loro lezioni. Quindi il rapporto con loro è ottimo. Poi ci sono quei professori di cui non capisco bene il carattere; ci sono giornate in cui ti fanno ammazzare dalle risate e,il giorno dopo, sono tutto il contrario; diciamo che questa cosa mi provoca un po' di disagio che si manifesta durante le interrogazioni. Questi sono i prof “strani”(in senso buono); con loro non riesco a essere me stessa, ad esprimermi liberamente. Infine, ci sono quei professori che non sopporto o che sono troppo severi o ”freddi”. Si può facilmente capire che il rapporto con loro sarà molto differente rispetto a quello che ho con quelli che “adoro”. Il rapporto con loro è molto complicato, infatti cerco di parlarci meno possibile pur di non fare brutte figure e, quando spiegano pongono domande a tutta la classe, io, anche se la risposta la so e se la domanda non è rivolta a me; non alzo la mano; molte volte così i professori pensano che sono impreparata,ma in realtà ho solo paura. C'è comunque da dire che il rapporto con un professore non potrà mai essere come quello che abbiamo con un amico o con un genitore. Certo,anche con loro possiamo
parlare ma, comunque, di argomenti scolastici o che in qualche modo riguardano l'andamento scolastico di noi alunni non certo, di cose strettamente personali. Comunque sia, docente simpatico o meno, è importante portargli rispetto. Penso che un po' tutti desiderino avere un professore un po' come quelli dei film con cui si può parlare veramente di tutto, che se si hanno problemi al di fuori delle mura scolastiche,ti aiutino a superarli...insomma dei professori che diventino un po' dei secondi genitori! Crescendo, ho capito che questo è praticamente impossibile e, forse, è una cosa negativa o forse no, questo devo ancora capirlo...so solo che il rapporto che ho con i miei professori , con i loro pregi e difetti,a me va bene così. Ilaria Mascaro 2a H Istituto Comprensivo "W.A. Mozart"
Io e... i Professori Il mio rapporto con i docenti è stato sempre contrapposto a quello con i compagni, perché nel mio percorso scolastico ho incontrato persone che mi sento onorato e fortunato di aver conosciuto, al contrario di alcuni compagni, con cui invece ho avuto un rapporto difficile visto che, forse a causa dei miei ottimi voti, spesso mi prendevano in giro. Questo è continuato anche alle medie, perché non mi sono mai uniformato alla massa grazie agli insegnamenti della mia maestra, del mio maestro e di mia madre, che continua a ricordarmeli, quando non li seguo. L'insegnamento di base è: “non cedere mai ed impegnati sempre in quello in cui credi essendo te stesso, senza annullarti nel gruppo, fino a non avere più una personalità”. Questo mi ha permesso di stare fuori da tutti i problemi esistenziali e generazionali dell'adolescenza. Il mio maestro delle elementari si chiamava Alessandro Marzullo, ora in pensione e finalmente dedito completamente alla sua seconda passione: la Storia. Lui, infatti, si reputa uno storico. La mia maestra, invece era Daniela Cesarani , ora maestra di mio fratello, psico pedagoga che ha iniziato la sua carriera a 18 anni come insegnante per diversamente abili e ragazzi affetti dalla sindrome di “Down”. Con queste due persone ho avuto un rapporto molto speciale, di stima e ammirazione reciproca; loro dicevano che anche essi imparavano sempre qualcosa da noi. E' stato anche un rapporto basato sulla fiducia, che a volte ho perso e poi ho riconquistato con fatica. Il maestro, soprattutto, e la maestra davano
un'importanza enorme all'impegno nello studio, che ho soddisfatto pienamente per cinque anni. Poi, arrivato alle medie, questo impegno è andato man mano diradandosi e ammetto di essermi applicato di meno. Un esempio sono le ricerche fatte in quarta e quinta che ripetevo alla classe e sono state lunghe anche fino a sedici pagine. Altra frase rimasta celebre è il commento del maestro, che dopo una mia relazione disse: << Abbiamo assistito a venti interrogazioni ed a una conferenza>>. Quell'interrogazione mi fruttò un eccellente e una nota di merito. Le note di merito erano un altro “must” della mia vita scolastica. Erano le uniche note esistenti perché quelle di demerito non venivano adottate. C'erano le sanzioni, che consistevano nello stare seduti giù in giardino invece di giocare. In più noi non avevamo i giudizi o i numeri come voti ma le lettere dalla A alla E; si evitava così la non trasparenza dei giudizi o il peso dell'insufficienza da 0 a 5. Anche la mia classe delle elementari aveva la nomea di incontenibile e scalmanata, ma abbiamo fatto comunque uscite usando i mezzi pubblici da Ostia a Roma per visitare musei e teatri e in quinta siamo partiti per un campo-scuola di cinque giorni a Paestum. Il maestro e la maestra non hanno mai rifiutato l'amicizia con i genitori degli alunni e anzi frequentavano alcuni che conoscevano già da prima della scuola. Questo onore l'ho raggiunto nell'estate fra la quinta e la prima media; siamo stati invitati a casa loro (i maestri sono una coppia
nella vita e in quinta si sono sposati) nel paese di origine del maestro e con loro ho esplorato i posti, pieni di storia, del Molise. Alle medie purtroppo i professori sono stati molto meno illuminanti e non ho mai avuto un rapporto, neanche superficiale, perché credo che alle medie ci debba essere un distacco forzato. L'unico professore che è riuscito a tirarmi su dal fango in cui ero caduto è arrivato in terza media, il prof. D'Angerio, che ha fatto riavviare il mio amore per lo studio e l'impegno che si è poi (per fortuna) riflesso sui risultati a scherma come testimonia la mia ascesa del ranking. Credo che forse, grazie a lui e allo stato di maturità raggiunto, ho avuto un nuovo approccio alla vita scolastica e sportiva e a qualunque cosa richieda un minimo di impegno. Tutto questo per mia madre si riassume nel “click” del cervello; per lei i miei ingranaggi sono scattati solo a metà ed è indispensabile che si muovano correttamente prima dell'ingresso al liceo per poter continuare ad avere risultati nello studio e nello sport, e quindi per poter sostenere il ritmo delle superiori e anche il cambio di categoria a scherma (il prossimo anno dovrò gareggiare con ragazzi di età fino ai sedici anni). Per ora cerco di concentrarmi in questo, ma non credo di riuscirci abbastanza; non controllo gli stati d'animo e divento scorbutico, come dice la mia compagna Melissa, scontroso come mi reputo io, arrogante e saccente per alcune mie professoresse, mentre per mia madre rispondo in maniera errata e con un tono irrispettoso verso di lei, di papà e di mio fratello. A volte anche la prof.ssa Frani mi ha dato consigli utili,
ma il suo lato di madre perfetta con ottimi figli, nominandoceli ogni volta che ci riprende, mi infastidisce. Un'altra professoressa che reputo preparata nella sua materia è la prof.ssa D'Agostino, che però sbaglia approccio con gli studenti perché non si fa del sarcasmo con ragazzi della nostra età. Si finisce per sfociare nella polemica perché ci sentiamo punti nel vivo. La professoressa che riesce a tenere sempre a bada la classe, facendo la maggior parte delle lezioni in relativa pace, è la prof.ssa Nardacci che con i suoi modi rigidi ma più morbidi all'occorrenza, dimostra rispetto e non intolleranza, almeno per quanto mi riguarda. Sono convinto, purtroppo, che anche alle superiori i professori non ti prendano minimamente in considerazione e che le elementari resteranno, per me, gli anni scolastici migliori. .
Lorenzo Cimmino 3a B Scuola Media Statale “Antonio Vivaldi”
Opera di Carla Zanzarri 3a E Scuola Media “A.Magno”
Io e... i Professori Sono una studentessa di 13 anni e frequento la classe 3 a C della scuola media Fanelli Marini di Ostia Antica. In questo ultimo anno il mio profitto a scuola è abbastanza sufficiente ; non appartengo, ovviamente alla categoria dei più bravi, ma nemmeno a quella dei meno bravi. Non so se questo dipenda dai miei insegnanti, ma, la mia attenzione cambia a seconda dell'attività didattica e, se una materia non mi piace, la mia attenzione è minima. Spesso tendo a distrarmi e ad avere un andamento non molto proficuo . Invece in alcune materie presto maggiore attenzione in quanto sono più motivata e di conseguenza raggiungo un profitto migliore rispetto a quelle che non mi piacciono. La mia attenzione non cambia solo in base alla materia ma anche all'insegnante che la svolge. Per come la penso io, nella scuola gli insegnanti, si dividono in due gruppi. Il primo è il gruppo dei professori “interessanti”, cioè quelle persone che mettono entusiasmo nel proprio lavoro, spiegano facendoti sentire protagonista della lezione e usano mezzi e parole semplici per catturare l'attenzione ; l'altro gruppo è quello dei professori “monotoni”. I monotoni, sono tutti quei professori che non svolgono con interesse la propria materia: non spiegano, passano il tempo ad assegnare o correggere i compiti senza alcuna spiegazione e non hanno per niente pazienza. Per questo è difficile avere un legame uguale con tutti loro.
Anche il mio rapporto con loro cambia a seconda della materia, del metodo di insegnamento, della pazienza e della simpatia. Se devo definire il rapporto con i miei insegnanti direi che non è buonissimo. Questo dipende anche in parte da me: sono una persona un po' timida nel relazionarsi con gli adulti e come forma di difesa assumo un atteggiamento un po' arrogante. Un altro motivo forse è quello che non ho mai provato a parlare apertamente con loro in quanto temo molto il loro “giudizio”. Comunque credo che questo disagio, questa difficoltà di dialogo non sia solo un mio problema, ma credo appartenga alla maggior parte degli adolescenti. Sono consapevole che anche noi alunni dovremmo cercare di guardare le varie situazioni da “angolazioni diverse”, non partire sempre dal presupposto che “la ragione è dalla nostra parte”, non dobbiamo sempre sentirci “vittime” dei docenti. Ma è altrettanto vero che alcuni professori dovrebbero a loro volta operare un po' di autocritica, ed ammettere che non sempre sono gli unici detentori della “verità”. Dovrebbero essere loro per primi ad instaurare con gli alunni un rapporto di reciproco rispetto, stima e fiducia. Il sapere non passa solo attraverso la trasmissione di conoscenze, ma, perché queste diventino patrimonio di ognuno di noi, bisogna attivare anche il canale dell' “empatia”, che secondo me è quello più diretto e che produce i risultati migliori.
Fortunatamente una buona parte dei miei docenti adotta questo tipo di approccio metodologico ed è proprio grazie a loro che oggi ho potuto fare questa analisi, per me piuttosto approfondita del “microcosmo docenti ”.
Giulia Giunta 3a C Istituto Comprensivo “Fanelli Marini”
Io e...la Scuola Oggi, la scuola è un luogo in cui le persone ricevono l'educazione e l'istruzione. lo personalmente, frequento la scuola da quasi otto anni e posso dire chiaramente di aver imparato moltissime cose che solo a scuola si imparano. Secondo me è giusto dire che la scuola sia un diritto, perchè ci sono persone nel mondo che non hanno la possibilità di andarci e quindi rimangono analfabete. Al contrario di quei ragazzi che andrebbero a scuola ben volentieri, noi che ne abbiamo la possibilità, ci andiamo controvoglia. Devo dire, che neanche a me piace la scuola, ma sono consapevole del fatto che sia molto importante essere istruiti, per avere un futuro migliore. Qui, si imparano nozioni, ma la scuola ha anche la funzione di educare I'individuo, facendogli capire che la vita è nostra e siamo noi i protagonisti. Quindi, quello che noi saremo da grandi, lo stiamo costruendo adesso. Oggi, noi ragazzi sentiamo dire sempre dagli adulti che bisogna studiare se vogliamo avere una vita facilitata. Ma noi non comprendiamo il vero significato di queste parole. La scuola quindi è anche un dovere, perchè serve a migliorare il livello culturale della società! Inoltre potenzia l'economia, perchè le persone istruite hanno meno difficoltà a dialogare e lavorare. lo a scuola ho imparato delle cose che mi hanno fatto capire il valore e l'importanza della mia vita e di quanto sia unica. Ho compreso delle cose che mi hanno aiutata a crescere, a superare forti difficoltà e ad andare sempre
avanti. Inutile dire che la scuola sia fondamentale e importante se non lo si crede veramente. A scuola ho imparato a non arrendermi mai di fronte ai primi ostacoli e di lottare sempre. La cultura è come un piccolo nido in cui si rifugia la libertà! Infatti, secondo me la scuola rende liberi. Infatti mi sono resa conto che la libertà, in effetti è una facoltà e un diritto di pensare a proprio modo, con la propria testa, senza farsi influenzare dagli altri. Ognuno ha un modo di pensare diverso, insuperabile, straordinariamente complesso. Siamo come tantissimi fiori differenti, con tanti petali I'uno diverso dall'altro. Ed è questo che rende il mondo più colorato. Comunque la scuola, non è solo un luogo in cui l'istruzione e l'educazione prevalgono, ma anche un posto in cui fioriscono le amicizie; si apprende l'importanza delle diversità, che sono alla base di una profonda e leale amicizia. lo, ho conosciuto proprio a scuola la persona che è riuscita a comprendere le mie emozioni, i miei pensieri e i miei problemi...ed è la mia migliore amica, colei che mi ha sempre aiutata. Ritornando al discorso della scuola, posso dire di aver scoperto il mio aspetto introspettivo, e tutto quello che non conoscevo di me. Mi ha aiutata a relazionarmi molto meglio con gli altri e superare un po' la mia timidezza. Inoltre, ho capito una cosa veramente importante: tutte le persone hanno una parte più buona, a prescindere dall'aspetto esteriore, che può sembrare diverso da come dovrebbe sembrare.
La parte buona è qualcosa di difficile ma non impossibile da scoprire. E' come una profonda scintilla che alimenta il cuore di ciascun individuo. Quindi, ho inteso anche l'importanza della comprensione degli altri. Dobbiamo andare oltre all'apparenza e scoprire le qualità. Questo è il fondamento per poter vivere in pace con tutti. Noi siamo il futuro della società e la cultura servirà a nutrire le nostre capacità e le conoscenze ci renderanno unici nel campo del lavoro. La scuola, tutto quello che si acquisisce imparando, ha un prezzo inestimabilmente prezioso. Concludo dicendo che io, ciò che sono, I'ho imparato ascoltando. Spero che la scuola riuscirà a rendermi una persona libera, istruita, e che l'istruzione non solo mi renda felice nella vita, ma anche soddisfatta di me stessa!
Andrea Bogdan 3a A Scuola Media “Tersilla Fenoglio”
Io e...la Scuola lo e la scuola siamo un corpo unico. Collaboriamo insieme, ci spartiamo le diverse esperienze giornaliere, passiamo gran parte della nostra vita insieme. lo e la scuola siamo come un unico organo, costituito da tanti apparati che collaborano unitamente ma che è incarnato solo da me e lei. lo e la scuola siamo una sola persona. Mi ha visto crescere con l'apparecchio ai denti, mi ha visto crescere con frequenti litigi, mi ha visto crescere con il primo trucco agli occhi e mi ha fatto compagnia, mi ha rallegrato quando ero triste, diventando progressivamente un qualcosa in cui rifugiarmi. Non mi ha mai abbandonato, mi è sempre stata accanto. Eppure di amicizie me ne sono fatte in più di dieci anni, ma lei più di tutte mi è stata fedele e non mi ha fatto seguire strade sbagliate, mi ha consigliato le cose giuste, mi ha sempre dato le nozioni che mi servivano ed è stata lì, ferma come sempre ad aspettarmi, un po' come un amico che attende di giocare e passare un po' di tempo con te, fiduciosa. Qualche volta l'ho tradita, crescendo e maturando i miei ideali l'ho trascurata e mi sono comportata da egoista, da falsa, da traditrice; non se lo meritava, non lei che mi è sempre stata accanto, non lei che fa parte di me, della mia vita, del mio agire e che sarà parte del mio futuro, un futuro si spera migliore, carico di positive aspettative. E ripenso a tutte quell' esilaranti ed entusiasmanti avventure passate ora in giardino, ora in classe che sono mie, mi appartengono e non possono sfuggirmi. Se
ripenso a tutte quelle volte che pur di rimanere a scuola e di non perdermi ogni prezioso momento fingevo di stare bene mentre invece pativo dolorosi voltastomaco o mal di testa mi viene da ridere e allora una valanga di ricordi, emozioni positive e negative mi invadono la testa , e mi offuscano la vista facendomi estraniare per poco dal mondo che mi circonda. Ricordo perfettamente il primo giorno di scuola ,il primo giorno in cui conobbi quella che sarebbe stata la mia migliore amica perla vita, la prima volta in cui litigai con lei per un insensato motivo, la prima nota sul diario e le prime punizioni, le prime pagelle...e allora penso...cosa più della scuola potrà aiutarmi nella vita?.Cosa c'è di più entusiasmante ed emozionante della scuola, dei suoi tristi a volte malinconici momenti, delle gioie e piaceri cui ognuno ogni tanto fa ricorrenza? Poi, come mai, mi appare ben chiara un'immagine. Quella delle mie insegnanti. La mia prima maestra delle elementari, le mie numerose supplenti di italiano e poi, le mie professoresse. Su queste ultime mi ci soffermo per più tempo ed allora comincio a valutare numerosi aspetti che prima mai mi ero preoccupata di analizzare. Molti pensano che i professori siano persone potenti, capaci di "distruggere"la vita ad un ragazzo anche con un minimo gesto. Molti pensano che i professori non abbiamo altra vita, altra passione che la scuola , che sia la loro"famiglia". La verità è che non si riuscirà mai a vedere i professori come comuni esseri viventi, ma li si vedrà sempre e
soltanto come gente ostile, severa, senza invece saper cogliere ciò che di buono c'è in loro. lo però la penso diversamente, credo invece che coloro che passano anni della propria esistenza cercando di coinvolgere culturalmente le persone che saranno l'avvenire, nonostante le insufficienze affibbiate, le numerose e monotone arrabbiature, verranno sempre ricordati come grandi persone, da cui prendere esempio, e solo allora un professore si renderà conto che, in fin dei conti, ciò che ha fatto evidentemente è servito a qualcosa, che tutta la fatica impiegata in anni di insegnamento ha portato, la rendita, la dovuta rendita. E io stessa confermo che i professori, i miei professori, insegnanti, me li porterò sempre dentro, ci sarà sempre una luce per loro che illuminerà i miei, ormai, vecchi ricordi. Trovo che molte persone farebbero di tutto per poter rivivere anche solo un attimo di tutti quei momenti che ho passato, che passo e che passerò e credo che anche a me, quando ormai avrò finito i miei studi, farà piacere ricordare oltre la scuola, le persone che la "eressero",coloro che hanno fatto e faranno sempre parte del mio fare e agire , perchè anche se gli anni saranno passati , manterrò sempre vivo il loro ricordo portandomeli dentro.
Francesca Musumeci 3a I Scuola Media “A. Magno”
Opera di Martina Santonati 3a F Scuola Media â&#x20AC;&#x153;A. Magnoâ&#x20AC;?
Io e...la Scuola Il mio rapporto con la scuola non è mai stato dei più fiorenti, infatti ho vissuto nei miei anni scolastici molti eventi dei più vari, da quelli più brutti a quelli più belli. lo provo maggiore interesse per alcune materie come l'arte o la tecnica che mi appassionano; in queste materie, infatti, vado abbastanza bene, ma il mio problema è con le materie di tipologia linguistica infatti inglese, italiano e francese sono materie in cui non raggiungo la sufficienza, e per tutte e tre il vero problema è la grammatica: io e questa sottomateria siamo due entità totalmente differenti, due strade parallele destinate, purtroppo, a non incontrarsi. Una situazione ambigua mi è capitata e mi capita per le nozioni imparate a memoria, si proprio non riesco ad imparare a memoria schemi, poesie o desinenze e se ci riesco ci metto moltissimo tempo, tanto è vero che molte volte per imparare anche un piccolo brano lo devo iniziare a studiare anche tre giorni prima. Ma nella mia carriera di studente ho avuto anche problemi di amicizia, infatti in prima media ho ferocemente litigato con un mio odierno amico. Oggi a livello di relazioni interpersonali non litigo più con nessuno, infatti ho stretto parecchie amicizie e ho capito e risolto i miei problemi nei confronti dei miei rivali e automaticamente anche loro nei miei confronti e ciò ha portato all'instaurazione di vere e sincere amicizie. Dopo molte litigate ho capito che il giusto non sta mai agli estremi, ma sta sempre al centro. Dunque, il rapporto con gli amici è ora abbastanza buono,
ma con molti di essi non ci si può quasi mai scambiare opinioni di carattere scolastico. Mi ricordo che l' anno scorso io e Adriano, un mio compagno, abbiamo iniziato un dialogo sulla seconda guerra mondiale e come spettatori avevamo Luca, Nicola e Lorenzo che increduli pendevano dalle nostre labbra. Questo dibattito mi ha arricchito, infatti, solo dopo di esso ho scoperto che nella seconda guerra mondiale furono attribuite medaglie a degli animali. Allo stesso tempo ho arricchito Adriano di ben due nozioni cioè: gli aerei più potenti della seconda guerra mondiale furono l' F4U Corsaire e lo Spitfire entrambi di fabbricazione americana. La seconda nozione è stata che l” intervento americano partì solamente dopo I' attacco aereo di Pearl Harbour, dove più di 100 zero giapponesi bombardarono la bellissima flotta delle stupende Hawaii. Questi sono quegli amici che prima o poi nella vita torneranno utili. Spesso riparlando di questi fatti mi accorgo di avere molte qualità e innumerevoli potenzialità, che però sono sepolte sotto molta pigrizia, che è uno dei miei difetti principali. Certo ora è facile dirmi che sono pigro e che dovrei svegliarmi e darmi da fare molto di più, ma quando sto davanti ai problemi tendo a scappare come in prima media, in cui volevo cambiare scuola, ma grazie a mio padre e alla mia professoressa di italiano sono rimasto alla “Alessandro Magno”, questo mi ha fatto trovare le parti buone degli
altri e mi ha fatto capire che le persone non sono sempre ciò che vogliono sembrare. . Con i professori ho sempre avuto un buon rapporto, anche perché mio papà mi ha fatto capire due cose fondamentali: la prima è che se dai rispetto avrai rispetto, la seconda è che tutto ciò che i professori fanno per te, anche se ti sembra “cattivo”, lo fanno solamente per il tuo bene, che io credo gli stia abbastanza a cuore, questo mi ha aiutato a capirlo, anche, mia zia, che fa la professoressa di storia e filosofia al liceo “Democrito”. Quelli che per me sono professori "modello” sono uguali alla professoressa di matematica del libro “Come un pinguino” di Flavio Maracchia, dove un ragazzo che ha dei problemi viene considerato alla pari degli altri, lei gli fornisce un computer per eseguire i compiti in classe. Lì per lì il ragazzo non apprezzò molto, ma poi capi che la professoressa lo faceva solo per farlo sembrare più simile agli altri e per non farlo sentire un emarginato. Nel mio futuro da scolaro vorrei intraprendere una carriera di tipo artistico, frequentando il liceo artistico e poi vorrei continuare gli studi all' Accademia delle Belle Arti oppure all' università per conseguire la laurea in architettura. A me alla fine la scuola piace e mi rendo conto che non è nemmeno così difficile. Me ne sono accorto dal fatto che alle elementari, che ho frequentato rigorosamente e perfettamente “Montessori”, non pensavo che ci fosse qualcosa di più duro o di difficile, ma arrivato alle medie me ne resi veramente conto. Questa “catena” sono sicuro che proseguirà per tutta la mia carriera scolastica.
Solo ora posso affermare che la scuola è un luogo da me tanto odiato, ma anche tanto amato e chi possiede questo privilegio lo rifiuta e chi non lo ha, lo cerca incessantemente come si può cercare l” acqua o il cibo, perché senza istruzione non si va molto lontano e come dice un vecchio proverbio "Se dai un pesce a un povero lo sfami per un giorno, se gli insegni a pescare lo sfami per sempre" e dunque è sempre basilare l'istruzione che la scuola ti può aiutare a raffinare.
Francesco Antonaroli 3a A Scuola Media”A. Magno”
Io e...la Scuola La scuola, insieme alla famiglia, è una delle principali agenzie formative, con il preciso ed importante compito di aiutare a crescere ogni ragazzo preparandolo alla vita nel cosiddetto “mondo degli adulti”. Fondamentale affinché la scuola consenta uno sviluppo sano ed equilibrato, è la collaborazione con la famiglia. Spesso è proprio la mancanza di dialogo e di rapporto con la scuola ad impedire la corretta formazione dell'individuo, che sente la scuola e la famiglia come due realtà completamente diverse, senza alcuna attinenza alla propria educazione. Occorre invece che tali agenzie collaborino tra loro instaurando un legame diretto fondato sul reciproco riconoscimento.Ma cosa è la scuola? E' innanzi tutto un diritto, ma anche un dovere. Spesso gli alunni tendono a considerarla solo in base al secondo aspetto, senza cogliere però il piacere e l'utilità dell'imparare. Metaforicamente il percorso scolastico è come un grande disegno: visto dal basso, mentre lo si dipinge, è impossibile coglierne la bellezza effettiva. Ma, terminato di disegnarlo, ci si rende conto della sua vera armonia e magnificenza. Oltre all'istruzione, altro ruolo fondamentale è quello di permettere di instaurare rapporti interpersonali e di confrontarsi con i propri coetanei. Importante, ma spesso minimizzato, è lo spirito competitivo. In un contesto di amicizia e di condivisione la competizione si crea
spontaneamente; spesso si tratta di un fenomeno sano e costruttivo. Spesso anche gli insegnanti ne stimolano la formazione, pur prestando però attenzione affinché non divenga eccessivo. Ritengo che la competizione sia un importante forma di relazione se vissuta in modo corretto. Difatti il desiderio di superare gli altri, ma non di prevalere, stimola l'individuo a sfruttare al massimo le proprie capacità, accrescendo la propria autostima e la considerazione dei talenti personali. Nel corso degli anni sono stati elaborati vari metodi di insegnamento, suddivisibili in due principali categorie. Personalmente, ritengo che quello migliore sia il metodo che presenta una maggiore attinenza con la vita quotidiana insegnando contemporaneamente la fondamentale coerenza tra cultura e comportamento. E' un metodo “umanistico" che valorizza l'insegnamento di materie utili all'individuo. L'alto metodo, meno adatto e attuale, mira allo sviluppo di una cultura nozionistica, in cui il compito dell'insegnante si limita ad impartire concetti prevalentemente teorici, senza però alcuna attinenza con la vita. A mio parere, tale metodo è assolutamente improduttivo e addirittura controproducente, soprattutto alle scuole elementari e medie il cui compito è, appunto, la formazione. Altro elemento che caratterizza la scuola è la valorizzazione della personalità di ciascun allievo. Difatti, fornire a tutti le stesse opportunità per quanto riguarda l'istruzione non significa omologare ciascun ragazzo creando la figura ideale dell'alunno modello,
bensì dare importanza alle qualità di ciascuno. Ogni ragazzo è uguale e meravigliosamente diverso rispetto ad un altro, caratteristico con tutti i suoi talenti e i suoi difetti. L'arduo compito che spetta agli insegnanti è quello di trasmettere quei valori che fanno di un ragazzo un uomo, preparandolo non solo per quanto riguarda l'istruzione, ma soprattutto per ciò che interessa la formazione della sua etica e della sua personalità.
Gabriele Sciortino 3a A Scuola Media “Tersilla Fenoglio”
Opera di Federica Cecchi 3a D Scuola Media “U. Traiano”
Io e...la Scuola In questi anni passati alle medie ho capito molte cose. Prima quando ero alle scuole elementari io non avevo molte amiche e tendevo ad isolarmi ,credevo di non essere all'altezza delle persone che mi circondavano! Poi invece arrivata alle medie ho capito che non era così e grazie a tutte le ragazze che ho conosciuto e che ancora oggi mi aiutano e mi sostengono ora riesco a fare tutte le mie scelte e a prendere decisioni. Poi ho compreso che nulla è impossibile e irraggiungibile basta solo credere in quello che si fa e metterci tutto l'impegno possibile e non demoralizzarsi ai primi tentativi falliti. Ho anche imparato molte cose nuove che hanno arricchito le mie conoscenze e sviluppato le mie capacità. Prima, ad esempio, io non ero un genio in matematica ed ora in vece sono persino arrivata terza nella gara dei giochi matematici a cui ho partecipato anche negli anni passati senza ottenere buoni risultati come adesso. Io, al contrario di altri vado molto volentieri a scuola perchè proprio in quel luogo anche se si studia, si affrontano delle belle esperienze di vita che restando a casa non si possono fare . Molte persone pensano che io sia pazza perché la penso così, ma io sono sicura che quando essi saranno più grandi rimpiangeranno i momenti che si sono persi. Io invece,cerco di vivere giorno per giorno affrontando tutte le sfide che il destino mi riserva con ottimismo
senza tirarmi indietro. Per concludere, io penso di dover molto alla scuola e ai miei insegnanti perchè è merito loro se oggi sono cosi e se molti mi considerano una persona adulta e matura e non più una bambina.
Gessica Zoppo 3a F Scuola Media “U. Traiano”
Io e...la Scuola Il mio è sempre stato un ottimo rapporto con la scuola, qui ho incontrato tanti amici e bravi professori che mi hanno sempre sostenuto nei momenti di difficoltà. Ed è proprio dei professori che vorrei parlare, qual' è il loro ruolo oggi rispetto a cinquanta anni fa? È cambiato qualcosa ? Beh ,io credo proprio di si... Immaginiamo di trovarci nell'Italia di fine Ottocento, quella descritta da Edmondo De Amicis nel libro "Cuore", ci si forma nella mente l'immagine di quei maestri distinti, di alta statura e di muscolatura robusta, contraddistinti dai classici baffoni neri, che nel corso della storia hanno sempre dato l'idea della persona colta e saggia. A quel tempo e fino alla prima metà del Novecento, quello del maestro è stato sempre un ruolo agiato e di rilievo nella società, soprattutto perché il pensiero di educare e quindi creare le basi di un' identità per i propri figli, creava nei genitori quei senso di immensa gratitudine nei confronti dell'insegnante. I bambini dell'epoca, grazie alla testimonianza diretta di mio nonno, vedevano l'insegnante come una persona dal cuore di pietra, senza scrupoli, disposta ad infliggere punizioni agli alunni, considerati con un termine molto brutto “asini” e quindi maleducati. Poi tutto ad un tratto ,l'immagine quasi sacra del professore è crollata, forse accompagnata dai sensi di libertà e "rivoluzione" che accompagnarono l'Italia negli anni '60, '70 e '80. Il professore è stato visto e considerato
come una figura ormai vecchia, da restaurare. Nei medesimi anni infatti vengono abolite le punizioni "severe" ed i professori iniziano ai “sciogliersi” in quei lineamenti sempre tesi e rigidi. Forse è stato questo l'errore degli insegnanti, quello di adattarsi sempre più alla nostra società ed alle sue perverse tendenze, che in qualche modo stavano trascinando la figura del professore in un lento e inevitabile declino. Siamo arrivati ai giorni nostri ed ora vedo i professori sorridenti e disponibili, vestiti come noi ragazzi ed anche propensi ad accogliere qualche nostra "innocente" battuta. Come nei libro " Diario di scuola” di Daniel Pennac, dove quest'ultimo racconta la sua autobiografia, parla della sua infanzia da "asino" e del suo presente di eccellente professore di lettere. Il suo metodo di lavoro si basa sul dialogo e la collaborazione con i suoi alunni. Fino a qui sembrerebbe tutto rose e fiori e che il professore sia il mestiere più bello del mondo, ma purtroppo non è cosi. Parlando in particolare dell'Italia, alle elementari è difficile incontrare degli insegnanti che gettino le basi per la vita futura dell'alunno e gli creino delle solide fondamenta, tanto da far rimpiangere i vecchi e rigidi maestri a causa della loro, passatemi il termine, ignoranza nella materia assegnata. Questo alcune volte scoraggia i giovani laureandi, che per paura di cimentarsi in furiose liti con i genitori degli alunni a causa del loro metodo d'insegnamento, si ritirano dal presentare la domanda per intraprendere la carriera di insegnante.
Un altro problema, che penso sia la causa principale della scarsa considerazione dei mestiere del professore, è quello del basso stipendio percepito, perché come si sa, il dio danaro prevale sempre. Alcune volte penso come sia possibile che i calciatori guadagnino cosi tanti soldi, pur esibendo spesso e volentieri uno spettacolo volgare e violento a differenza dei professori, che hanno l'esatto compito, ovvero quello di insegnare ai propri alunni, come me, l'educazione e la convivenza civile. Infine, concludo dicendo che per me il mestiere dei professore è un mestiere per il quale una persone deve sentire una specie di vocazione. Io penso che i veri professori trovino il piacere di spiegare lo stesso argomento per decenni a tantissimi alunni diversi, che sempre con la stessa espressione ti guarderanno a te insegnante, e non dovrai più usare le parole per farti capire, ma dei gesti universali e validi in tutte le scuole dei mondo, a New York come a Pechino. Per questo spero che ì giovani della mia generazione, ritrovino questo piacere e questa emozione di entrare in classe e dire ad alta voce con quel tono penetrante e inconfondibile: "Ragazzi, ho riportato i compiti in classe”, che io sento molto spesso da parte dei miei docenti.
Giuseppe Guerriero 3a A Scuola Media "A. Magno"
Io e...la Scuola Non ho mai pensato alla scuola come a un posto divertente. Ma in questi ultimi tempi, in cui ho riflettuto molto sull'argomento della scuola, ho dedotto che in questo posto, tutto sommato mi trovo bene. C'è quasi sempre l'occasione per scherzare con i professori e gli alunni della propria classe. E' anche vero che quest'anno, avendo gli esami, nelle nostre piccole menti vagano solamente: ansia, paura e insicurezza. C'è anche da considerare il fatto che, in questa età si cresce talmente tanto velocemente che è difficile dire: ”Che tipo di persona sono io? Posso farcela?” E' veramente un dilemma... Noi adolescenti siamo molto complicati le siamo anche molto bravi a far nascere incomprensioni e litigi soprattutto a scuola dove sorgono spesso antipatie e gelosie tra compagni e anche piccole sfide inutili con i professori. Tutti questi elementi creano così spiacevoli complicazioni e difficoltà poi a superare l'anno scolastico. Tornando al discorso di “io e la scuola”, noi ragazzi siamo molto indecisi a partire dal fatto di dover decidere la scuola superiore, che indirizzo prendere, anche perché fa parte del nostro piccolo ma importante futuro. E la parola futuro a volte ci terrorizza come normale che sia, ma dobbiamo saper superare queste decisioni e magari anche sbagliando ripetutamente. lo credo che la scuola alla fine sia come una grande famiglia, questo perché passando molto più tempo con
loro che con la mia di famiglia, li conosco molto bene so come si muovono e so come si comportano. E' vero che spesso femmine e maschi litighiamo e non ci sopportiamo ci verrebbe da strangolarci a vicenda...ma alla fine è tutto inutile, sarebbe meglio essere in pace, aiutarsi soprattutto perché siamo grandi e siamo in 3 media dove dobbiamo superare degli ostacoli precisi. Sarebbe meglio essere tutti uniti in questa paura. Negli anni passati' a me personalmente la scuola mi ha saputo insegnare moltissime cose. Io stessa me ne sono potuta accorgere. Sono stata moltissime volte presa di mira dai professori, questo non perché ero una demonio ma perché ero e credo molto, che sia stata la bambina più vivace della classe. Non mi sono mai comportata come i maschi, ma ero la bambina più vivace. Ma alla fine ho saputo sempre sapermi comportare. Credo e sostengo che la scuola va seguita,va continuata, sia perché non si finisce mai di imparare, sia perché più avanti si va e più bello, si presume sarà, il tuo futuro. Io ho molte speranze nel cassetto,sono sempre stata molto ambiziosa, per mia fortuna, e continuo ad esserlo.
Comunque sono molto contenta delle mie scelte passate e di quelle che continuerò a prendere perché non darò né responsabilità,ne`merito a nessuno se non a me. Non sono mai stata molto soddisfatta di me, al livello scolastico ma sono sempre riuscita a cavarmela. Continuerò così e do una consiglio ai giovani più giovani
di me,che anche non essendo una ragazza modello so
come comportarmi e so come si fanno le cose, quindi il mio consiglio e mettercela tutta e raggiungere i propri scopi.
Ramona Recupero 3a E Scuola Media â&#x20AC;&#x153;Tersilla Fenoglioâ&#x20AC;?
Opera di Gabriel Muzi 3a H Scuola Media “G. Da Sangallo”
Io e...la Scuola La scuola. Pensando immediatamente alla scuola, nella nostra mente appare un unico pensiero: lo studio. Ma la scuola non è solo questo, è molto altro. La scuola è divertimento con gli amici, è stare insieme, è aiutarsi lungo con l'altro. Si diventa amici tra banchi di scuola, si litiga e ci si chiarisce. È innamorarsi, anche se non lo si vuole, piangere di nascosto e alla fine andare avanti con un sorriso. Si cresce, si cambia, si fanno nuove amicizie si vedono quelli che abbiamo ritenuto non importanti. Nel bene e nel male è come una seconda famiglia, ci si può trovare bene o non. Ma alla fine si torva sempre un compromesso e si accetta quello che il destino ci ha dato senza lamentarci. La scuola a volte è competizione, anche se non lo si vuole ammettere. È gelosia e anche odio. Questa la scuola. Io con la scuola un buon rapporto, in tutti i sensi, nello studio e anche in fatto di emozioni che mi hanno accompagnato in questi tre anni speciali sotto ogni punto di vista. Penso che la scuola in un certo senso serva a farci capire come si vive al di fuori delle mura di casa perché la vera vita è fuori da esse. Valentina De Sanctis 3a B Scuola Media “Giuliano da Sangallo”
Io e...la Scuola Non ho mai avuto un buon rapporto con la scuola, ma ho anche sempre saputo che è importante andarci e bisogna ovviamente avere un buon profitto ma, per fare che accada ciò, bisogna impegnarsi e io ne so qualcosa L' ho sempre presa (ancora oggi) come una “cosa” noiosa e che non serve a niente, ma a mano a mano che cresci, ti rendi conto che è una delle “cose” più importanti. Oltre a questi aspetti importanti e un po' noiosi, bisogna calcolare che comunque quando entri a scuola e rivedi tutti i tuoi compagni, con cui puoi parlare fino a che arriva l'insegnante, è l'aspetto che mi piace di più, ma questo avviene solo quando riesci a instaurare un buon rapporto con i compagni. Io, per esempio, sin dall'asilo venivo trattata malissimo da due antipatiche gemelle e alla scuola materna venivo presa in giro soprattutto dai maschi e trattata male dalle femmine, e questo fino alla TERZA MEDIA! Sono dovuta arrivare a scuola con il mio “scudo” immaginario per proteggermi dalle stupide cattiverie di tutti. Solo quest'anno sembra che tutti psicologicamente siamo migliorati, e ora molti adolescenti (soprattutto ragazzi) non fanno più riferimento al fisico, all'aspetto esteriore e pensano soprattutto ai momenti belli che si possono passare insieme e non ad altro. Erano anni che speravo di fare amicizia con una ragazzo perché mi ha sempre ispirato, e ho sempre pensato che le amicizie più belle sono quelle con i maschi, che possono
essere molto confidenziali e porgerti sempre una spalla su cui piangere o consolarti. Questo, finalmente, è avvenuto quest'anno. E' importante però anche essere stimato (ciò che a me manca) dai Professori o perlomeno non essere considerato un cattivo elemento dai professori in modo tale che abbiano fiducia in te. Ma per ottenere questo non c'è bisogno solo dei buoni voti, ma devono accorgersi che ti stai impegnando. Io non vado bene a scuola, soprattutto nei compiti in classe, ma l'aspetto che mi dispiace è che io studio, ma poi è come se le domande che mi trovo davanti mi mettano in soggezione e quell'argomento che mi viene richiesto, che ho sulla punta della lingua, non riesco proprio a ricordarlo. Un giorno sono stata quasi 8 ore su di un libro di geografia, l'argomento lo avevo ripetuto 2 volte nello stesso giorno per sicurezza, perché avevo la sensazione di non ricordare nulla e al compito ho preso soltanto 6-. Non che non fossi contenta, dopo tutte quelle insufficienze precedenti, ma non capivo come fosse possibile che mi ero meritata un misero 6- dopo tutto quello studio... Allora ho deciso che devo migliorare il mio metodo di studio, deve essere più efficace. Dopo la recente pagella con ben 7 insufficienze sto cercando di impegnarmi per passare l”esame ed arrivare alla sospirata scuola superiore. Penso di andare al liceo artistico I.S.A., dove andranno anche Andrea e Claudia, due mie grandi amiche. E' un bellissimo liceo, anche
divertente, dove ci sono molti indirizzi che mi piacciono tutti, ma per fortuna bisogna aspettare fino al III anno prima di scegliere. Ho già deciso che non seguirò nessuno nelle scelte, deciderò con la mia testa, quest'anno ho fatto il contrario ed ho commesso un errore. Ho deciso di essere indipendente di fare le mie scelte, per me questa è una decisione sensata. Anche se non vado bene a scuola , credo che mi dispiacerebbe cambiare anche il più severe e antipatico dei miei professori, perchè non bisogna dimenticare che ci hanno e ci stanno tuttora accompagnando nell'età più difficile: l' "adolescenza". Sono molto affezionata anche alla scuola, ai bidelli simpatici di ora e quelli che se ne sono andati , ma soprattutto ai compagni che saranno le persone più difficili da abbandonare il prossimo anno, sia se verrò bocciata, sia se andrò alle scuole superiori. Alice Caccuri 3° A Scuola Media “
Io e...la Scuola Sono arrivato in questa scuola quest'anno da una città della Moldavia. Il mio primo giorno di scuola in Italia, è stato un giorno molto lungo: tutto era nuovo e non conoscevo nessuno. Dopo man mano che i giorni passavano, tutto e migliorato e, soprattutto, ho fatto amicizia con tanti ragazzi della scuola. A scuola mi trovo bene come a casa anche se è un po' pesante per i compiti . La nuova scuola mi è piaciuta subito, ho visto tante cose interessanti e piacevoli. I professori sono buoni con gli alunni e sanno che devono aiutarli per farli crescere e farli diventare qualcuno nella vita lavorativa e personale. La scuola è un posto dove puoi imparare tante nuove cose che sono importanti per la vita e per il futuro. Nel mio futuro vorrei frequentare l'istituto per diventare odontotecnico, e dopo cinque anni iscrivermi all'università per diventare dentista. Se mi impegnerò e farò tutto il possibile potrò trovare un lavoro di grande soddisfazione , così quando mi sposerò potrò dimostrare a tutti che sono stato un ragazzo che si è impegnato nello studio. Se invece adesso non mi impegno nello studio, potrò diventare solo come uno dei tanti che hanno finito la scuola media e per pigrizia hanno pensato che fosse più facile mettersi subito a lavorare piuttosto che studiare di più per diventare qualcuno ed arrivare ad avere una
buona occupazione. Da quando sono giunto in Italia ho scoperto che devo studiare di più e che sono fortunato perché posso veramente cambiare il mio futuro, purtroppo invece ci sono ragazzi poveri e senza questa possibilità che saranno obbligati a svolgere lavori che magari non li soddisfano. Spero che anche loro possano un giorno scoprire il tesoro che ho scoperto io. Bostan Viorel Scuola Media “U Traiano”
Io e...la Scuola Negli anni che ho passato a scuola, a scrivere, a leggere, ad imparare, mi sono sempre chiesto il fine di questo progetto, la scuola. La scuola è una specie di mondo separato dalla realtà, creato apposta per noi; un luogo dove il giorno finisce dopo 6 ore, un paese di conoscenti e amici; un edificio dove imprigionare i ragazzi; un posto, cupo e vuoto, privo di alcun interesse. Tutte queste affermazioni sono arrivate da vari pensieri, da persone, che con la scuola hanno avuto approcci diversi, a volte scomodi, altre volte piacevoli e così via. Nella lunga riflessione sulla scuola entra anche l'interazione con i professori. Nella maggior parte dei casi, gli alunni si differenziano in due gruppi: - Il primo segue con attenzione il professore e si distingue, mettendosi in mostra con varie notizie che danno piacere all' insegnante e quindi guadagnare la sua stima. - Nel secondo caso, gli alunni ritengono il professore un'autorità non adatta ad atteggiamenti di amicizia o ad intenzioni all'infuori dell'edificio scolastico. Parlando sempre di quest' insieme, quelli che ne fanno parte spesso assumono atteggiamenti di riservatezza nei confronti del docente, e a volte vengono fraintesi. Sempre restando in tema ora parliamo della concentrazione dentro (e fuori) dalla scuola. L'acquisto della concentrazione non è totale, ma si può sviluppare con il passare del tempo e imparare a utilizzarla. In breve
ciò che ci interessa è il fatto che I'abilità a concentrarsi può essere "coltivata" con numerose attività che svolgono un lavoro di esercizio, vale a dire lo studio, il tempo speso in lezioni e spiegazioni e via dicendo. Come per un' auto, con il passare del tempo si impara ad utilizzarla e a sfruttarla per i nostri interessi. Si ricorda che connessa alla concentrazione c'è anche il comportamento a scuola. Con il passare del tempo a scuola si iniziano le interazioni con altri compagni che molto presto possono diventare amici. L'amicizia è un dono che ci viene fatto da una persona e che noi stessi a volte ricambiamo. Difficile da trovarsi, una persona di cui hai fiducia e che ti dà fiducia, una per cui hai stima e lei di te, in breve che condivide le tue emozioni. Gli amici sono quelle persone che ti vogliono bene e che, all'occorrenza, sono le prime a starti vicino e darti l'aiuto che ti necessita. Penso che bisognerebbe contrapporre questa specie ad un altro tipo che spesso chiamiamo "amici", quelle persone che incontriamo nella vita e con le quali facciamo un percorso di vita "parallelo", ma non ci "incontriamo" mai veramente. Tornando in argomento, bisogna mettere la scuola sempre al primo posto, anche se si va contro le proprie preferenze. Le decisioni per il futuro dipendono puramente dalle scelte che si fanno nel passato, per questo dobbiamo consolidare il nostro presente con scelte chiare e ideali precisi, imparare a vivere in società e avere come obbiettivo "cercare di vivere bene". L'obbiettivo si allarga: vivere bene non solo con se stessi e nel proprio gruppo ma anche negli spazi pubblici e con persone che
non si conoscono. E' importantissimo riflettere sul rapporto tra esigenze personali e esigenze convettive, sulla necessità di rispettare le regole del vivere civile, per costruire una società in cui sono garantiti la libertà e i diritti di tutti. Ritorniamo al tema e spieghiamo cos'è la scuola. - La scuola è un luogo dove poter incontrare altre persone - La scuola è il luogo dove poter imparare - La scuola ti aiuta a crescere e a diventare adulto - La scuola ti permette di conoscere cose nuove - La scuola significa sacrificio Finora ho fatto affermazioni ovvie che dovrebbero portare il lettore ad una domanda: - "La scuola siamo noi? Si".
Simone Laratro 3a A Scuola Media “Tersilla Fenoglio”
Opera di Martyna Izworska 3a D Scuola Media “U. Traiano”
Poesie 2009-2010
Io e gli Insegnanti
Nella vita di ogni persona c'è bisogno di un'istruzione buona che possa formarti per il futuro che ti renda più sicuro. Per questo la scuola è importante come lo è l”insegnante. Che sia di scienze o d'italiano che parli forte o che parli piano può sempre darti una mano. E ti insegnano tante cose da quelle semplici alle più curiose e io mi trovo bene con loro perché amano questo lavoro.
Ci sono quelli a cui piace scherzare e quelli che ti fanno lavorare ma lo fanno per noi soltanto anche se li facciamo faticare tanto. Stare a scuola non è un'agonia come forse questa poesia ma la sapete una cosa? Non volevo fare la prosa!
Andrea De Donato 3a D Istituto Comprensivo â&#x20AC;&#x153;Fanelli - Mariniâ&#x20AC;?
Io e gli Insegnanti
Ogni mattina la stessa tiritera alle otto si entra in “galera”. Ci sono poliziotti, e anche tanti puoi chiamarli professori o insegnanti Se dimentichi a casa il quaderno allora si scatena l'inferno: oh caro studente, è inutile replicare comunque una nota ti devi beccare L'ora di storia è una guerra mondiale quella di geografia un confine da tracciare L'ora di italiano è un'analisi grammaticale quella di antologia una novella da ascoltare Poi ci sono spagnolo e inglese (ci manca solo che studi il francese!)
Dopo con arte, non ne parliamo la prof. interroga a tutto spiano Le ore di tecnica e di geometria volano tra un solido e un'assonometria Musica, educazione fisica e religione passano tutte in rapida successione Il mio rapporto con gli insegnanti è dei migliori, non come tanti; siccome m'impegno e continuo a studiare la terza media mi aiuteranno a superare La mia poesia ora è finita grazie ai prof., per tutta la vita ! Federico Galluzzo 3a D Istituto Comprensivo Fanelli Marini
Io e gli Insegnanti
Ogni mattina mi sveglio e faccio colazione Ma un giorno a settimana mi viene il magone: -Oh, no!! E' lunedì! Alle vacanze mancano ancora molti lunghi dì! Così, sconsolato davvero Vado a scuola con in mente un atroce pensiero: -Uffa, devo imparare, Ma potrei stare a casa a giocare! Ma dopo che in classe sono entrato E il prof. ho salutato Vado al banco rincuorato Perché “il boss” ha comunicato: Ho riportato i test: Tortora, "you're the best"!!
Durante le ore successive Sono come alle Maldive. Sono grato agli insegnanti, Non a uno, ma a tutti quanti; PerchĂŠ oltre alle solite materie Ci insegnano anche le buone maniere E le regole di convivenza Di cui non posso fare senza. Ho un buon rapporto con gli istitutori, Anche se non son sempre rose e fiori. All' inizio soprattutto, Che fatica, ero distrutto! Non sapevo cosa fare Per farmi apprezzare, Ma oggi grazie al loro aiuto Non mi sento piĂš cosĂŹ sperduto
Ho più fiducia in me stesso E non mi sento più così fesso.
Lorenzo Tortora 3a-D I.C. “Fanelli – Marini”
Io e...la Scuola
La scuola è un traghetto, che ti trasporta nel lavoro, c'è chi la vive con affetto, pensando sia un tempo d'oro. E' molto facile giudicare, per chi è già passato, e chi deve ancora passare, si sente soffocato, sotto mari di parole, che non son sempre divertenti, dizionari dalla grande mole, e zaini assai pesanti. La scuola è un’arena, dove ci son battuti e combattenti, in cui è difficile capire come si frena, in cui “lottano” alunni e insegnanti.
E' la base del futuro, senza la quale non si può continuare, sarebbe come essere davanti a un muro che non si può oltrepassare. Tanti sono i sospiri e i ripensamenti, per chi non è riuscito, per i numerosi fallimenti, e per il tempo che è ormai scaduto. La scuola è sicuramente molte cose, ma soprattutto una tra le fasi della vita più preziose, da considerare solo una grande fortuna. Emiliano Ragusa 3a F Scuola Media “U Traiano”
Opera di Sara De Monte 3a H
Scuola Media Sangalloâ&#x20AC;?
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Da
Io e...la Scuola
E mi ricordo ancora il prima giorno di scuola quando mi sentivo un po' sola e il cuore mi batteva forte in gola. Nella mia mente riaffioravano Ininterrottamente scene allegre e spensierate trascorse con le mie amiche adorate. Però poi pian piano i ricordi del passato volavano via lasciando nei mio cuore
un po' di malinconia. Ora sto crescendo nuove amicizie mi sapranno dare la forza e i! coraggio di affrontare la nuova realtà che sta per arrivare. I professori con passione e pazienza, ci daranno una buona preparazione. Ho tante cose da imparare ed un esame da affrontare e niente. ora m'importerà più fermare!
Ilaria Bisonni 3a A Scuola Media “Alessandro Magno”
Io e...la Scuola
Al sorger del sole, mi desto dal mio comodo letto Con estrema fiacchezza mi stiracchio guardando il tetto; sento che questa giornata di scuola sarà affascinante eppure non sono un ragazzo militante. Preparo la lezione di storia, algebra e geografia E in un batter d'occhio son già volato via, senza che me ne accorga in ritardo sono arrivato e allora corro veloce per entrare, ma mi han beccato sfortunatamente, non so perché, capitano tutte a me. Malgrado io mi dirigo in classe 3a A Oddio! È vero è di là!
Pronto ad una lezione entusiasmante Mi siedo al banco e tutto sembra invitante. Arriva la professoressa di italiano, oddio non ho studiato e subito sento la voce “Bruni interrogato." Anche questa interrogazione è passata e la professoressa se ne va indignata; sarà mica per il brutto voto, me ne faccio una ragione anche perche non avevo parlato. Ah la scuola, luogo di studio e disciplina ma io non ho neanche la cartellina, a proposito di cartella dove ho messo la mia? Ma è quella di mia sorella, che sbadato, e ora che faccio, tutto ho dimenticato.
Credo però, nonostante tutto che io e la scuola siamo come pane e prosciutto e se in futuro dovessi sbagliare c'è sempre la lezione dopo per ripassare (rimediare).
Lorenzo Bruni 3a A Scuola Media - Alessandro Magno
Opera di Giulia Succi 3a B Scuola Media “ Fanelli – Marini”
Io e...la Scuola: "E' l'occasione"
Per molti la scuola è una prigione per me è “l”occasione”. E' l'occasione di socializzare senza nessuno prevaricare conoscere ragazzi e professori , per condividere studio, gioie, sconfitti e onori. E' l'occasione di imparare a tollerare anche chi non riesci a sopportare. E' l'occasione di mettermi alla prova per superare le difficoltà che ognuno trova. E'l'occasione di uno studio più maturo che aprirà le porte al mio futuro. E' l'occasione per imparare la libertà che nessuno mai mi toglierà.
E' l'occasione per potersi annoiare quando i professori non mi sanno stimolare Le ore corrono lente se la lezione non è coinvolgente così noi ragazzi cominciamo a scherzare sperando di sentire la campanella suonare. Ma se per molti la scuola è una prigione per me resta la vera occasione.
Mattia Tarquinio 3a I Scuola Media “Alessandro Magno”
Io e gli Insegnanti
Già dai tempi dell'asilo ne abbiam tutti avuto a che fare; c'era sempre quello buono, quello cattivo, quello solare, quello che ogni tanto si concedeva riposo, e quello che presto sarebbe stato sposo, cosicchè il posto ad un altro doveva lasciare e noi eravam tutti felici e pronti ad esultare. C'era anche chi ti dava lezioni di vita e chi ti insegnava cos'è il carovita. Poi ci sei tu, con le tue paure, con i tuoi grandi timori; in vista dei colloqui con loro: “i tuoi professori”. I professori non son tutti uguali; col tempo questo l'ho imparato,
c'è quello che parla e ti cattura e c'è quello che sa solo assegnare. Tutti han qualcosa da dare: l'entusiasmo, la voglia di fare, la voglia di imparare ma a volte anche tanta voglia di scappare. Questa è la scuola, questo è il mondo docente. l miei professori non son tutti uguali Ognuno ha il suo modo di fare: li ami, li odi, li temi, li ammiri. in questi anni tutti mi han
dato qualcosa. Quanto di quello che han detto in me rimarrà? Questo proprio dirlo non so Ma sicuro tra loro, quelli che ricoderò saran coloro che in me han smosso la curiosità la voglia di dire, la voglia di fare.
Giulia Di Gilio 3a C Istituto Comprensivo “Fanelli – Marini”
Poesie e Prosa
2010-2011
Opera di Alessia Mittica 3a D Scuola Media “ U. Traiano”
Il Mare di Notte
Il mare di notte senza la luna, senza una stella mi incuriosisce, mi impaurisce. Resto a guardarlo nell' infinito, mi sento avvolto, travolto, sconvolto. D' un tratto mi sveglio non è questo il mio mare non è questo il mio azzurro che di giorno ho ammirato non è questo l' azzurro che ho amato e sognato. Valerio Disantantonio 3a B Scuola Media “Giuliano Da Sangallo”
Il mio Mondo... ...una sinfonia di Emozioni
Stanchezza, che domina la mia mente e non la fa pensare che m'avvolge l'anima e non la fa liberare pian piano come la nebbia al sole si sta dissolvendo e finalmente il mio cuore sta battendo. Forse sarĂ questa profumata brezza primaverile sarĂ la tiepida sabbia di questo arenile, sarĂ quel gabbiano che si tuffa nel mare ma dentro me nasce una nuova sinfonia, come una voglia d'amare. Ero qui, mi sentivo pesante come un sasso incapace di fare un passo
e tutt' ad un tratto questo bozzolo riesco a spezzare e da farfalla, con le mie nuove ali, inizio a volare. Ogni onda, ogni sospiro del vento mi sembrano sussurrare di vivere e non lasciarmi trasportare, volano le parole, volano le emozioni, volano i momenti, vivere ogni istante ed i sentimenti. Il giorno è passato ed attendo che il Sole si fondi con il Mare, prendo le mie cose ed i miei pensieri e la voglia di lottare cancello la tristezza che ferisce il cuore ed apro me stessa alla ricerca dell'amore.
Questo è il mio mondo questa è la mia sinfonia di emozioni.
Alessia D'Aquino 3a H Scuola Media “Giuliano Da Sangallo”
Oltre lo Sguardo " Premio Giuria"
Ho I 'anima strappata e ferite invisibili mi invadono il corpo tutto intorno è vuoto c'è un velo azzurro sui miei occhi che con Io stesso colore del tuo sguardo mi impedisce di vedere al di là però è qui che voglio stare a rivederti con la mente mentre cammini al mio fragile fianco ed io alzo lo sguardo segnando il tuo profilo e manchi già al mio respiro. Federico Franche 3a G Scuola Media “Giuliano Da Sangallo”
Opera di Sara De Monte 3a H Scuola Media “G. Da Sangallo”
Recitare...che Emozione! Io sono una ragazza di 14 anni e come tutti i ragazzi della mia età ho una passione, la mia è recitare. All'inizio, nonostante avessi praticato molti sport, non hanno trovato qualcosa carburassi fare distaccavo quasi subito. Ho praticato, nuoto, basket, equitazione, karate e hockey con la squadra della scuola. Nell'estate della prima media decisi di frequentare un centro estivo dove il pomeriggio era possibile svolgere attività come cucina, pitture teatro. Io ero stata inserita nel gruppo di teatro che doveva rappresentare "Titanic" e io avevo il ruolo di Raffaella Carrà che avrebbe dovuto far incontrare i protagonisti. Fu proprio da quell'estate che nel mio cuore nacque la passione per la recitazione. Quest'anno frequento una scuola di teatro dove mi è possibile partecipare, oltre che al corso di recitazione, anche quello di ballo e di canto. Amo recitare, non solo perché mi diverto in compagnia ma anche perchè riesco ad esprimere ciò che provo ed a condividerlo con gli altri. Ormai dedico tutti i miei sabati pomeriggio dalle tre alle sette, alla recitazione, al ballo e al canto, un po' mi dispiace di non utilizzare quel tempo per vedermi con i miei amici ma ormai anche lì al corso di teatro ho trovato amici molto simpatici che riempiono di allegria i miei sabati. Dopo "Titanic" ho rappresentato altri due spettacoli il primo l' anno successivo a casa di una mia amica dove era organizzato tutto da noi ragazzi: la scenografia era formata da cartoni che noi avevamo dipinto, alcuni vestiti
erano stati creati con vecchie stoffe e dipinti con la tempera per alcuni ruoli un po' particolari, il copione lo avevamo scritto noi e avevamo inventato anche i balli. L'altro spettacolo, che ho rappresentato quest'anno con i ragazzi del mio corso di teatro, era una piccola improvvisazione teatrale della durata di circa 20 minuti; ora invece stiamo preparando uno spettacolo di durata maggiore "Ubu Re", una rappresentazione fantasiosa ricca anche di alcune nostre improvvisazioni.
Ringrazio molto la recitazione perché mi ha permesso di conoscere gente nuova, di divertirmi con loro e di aprirmi con gli altri ma, soprattutto, perché mi ha regalato momenti d’emozioni che non dimenticherò mai. Sono felice soprattutto perché quando recito canto o ballo un elemento fondamentale per coltivare una passione... Il cuore.
Sara Santolamazza 3a H Istituto Comprensivo "W.A. Mozart"
Il mio Mondo! "Il mio mondo... una sinfonia di emozioni": che titolo azzeccato ha questo concorso! Infatti credo che ogni persona nella sua adolescenza sia sempre circondata da nuove esperienze che la portano ad essere felice, triste, allegra, emozionata, gelosa o arrabbiata... lo personalmente sono una ragazza molto precisa, rispettosa delle regole e cerco sempre di dare il meglio di me, specialmente a scuola. Tuttavia, quando esco con le mie amiche mi trasformo completamente! Divento più estroversa, sicura di me e spesso anche ebriosa proprio perchè penso che I 'adolescenza ci sia solo una volta nella vita e per questo vada vissuta fino in fondo. Essendo appunto un'adolescente, le mie emozioni più belle le provo con loro... le mie divertentissime amiche. Con loro tutto diventa speciale: da una semplice risata a un'intera nottata trascorsa insieme! Se non lo aveste capito, io adoro stare in compagnia delle persone a cui voglio bene. Infatti ultimamente non vedo l'ora che arrivi il primo aprile perchè partirò e andrò per tre giorni a Napoli, con mia cugina, che considero una delle persone più speciali che conosco! Proprio per questo sono molto ansiosa di vivere questa nuova esperienza che sicuramente porterò sempre nel cuore come un bel ricordo.
A breve, inoltre, mi aspetta un altro "appuntamento": gli esami di terza media, il mio primo vero e proprio esame. Fino a poco tempo fa non ci pensavo proprio, mi sembravano così lontani; ora, invece, piano piano sto realizzando che mancano solo due mesi e mezzo e questo mi preoccupa un po' come sarà quel giorno? Sarà come tutti gli altri? Saprò dominare le mie emozioni?
In tutte le prove che ho dovuto sostenere finora, come ad esempio una competizione sportiva, ho sempre cercato di pensare in modo positivo e di dare sempre il massimo di me stessa. Spero quindi che anche questa volta l'ansia non prenda il sopravvento e di riuscire a fare un buon esame! Beh... auguratemi "in bocca al lupo! "
Martina Ciambellini 3a H Istituto Comprensivo “W.A. Mozart”
Mi Guardo intorno sono parte della Natura Prosa e Poesie a.s. 2011-2012
Mi Guardo intorno sono parte della Natura Sono sulla spiaggia, e cammino nell'acqua. L'acqua è trasparente, vedo i ciottoli grandi e piccoli, vedo il fondo con pesciolini che si affannano a girarmi intorno ai piedi. Giro lo sguardo e resto affascinata dalla superficie grigioazzurra con la lunga scia abbagliante di sole, che risplende nel cielo sereno. Il mare è un'immensa discesa, è profondo ed è popolato di esseri minuscoli e grandi, è questo un paesaggio che amo moltissimo, con cui cerco di comunicare. Anche se, infatti, intorno è silenzio, mi sembra di percepire una voce amica che mi tiene compagnia e non mi sento sola. Vorrei ringraziare le onde del mare, la sabbia, le conchiglie che allietano la mia anima. Anche il bosco è un ambiente a me molto caro, passeggiare per sentieri, respirare l'aria pura, mi fa sentire bene. E' vero, sono piccola vicino ai grandi alberi, ma non sono sola, il cinguettio degli uccelli, lo stormire delle foglie, il fruscio di qualche piccolo animaletto che scappa, mi fanno sentire parte di questo mondo e ho il desiderio di abbracciare il grande fusto del mio amico albero. Nel silenzio sento la sua energia e scende dentro me una grande pace; alzo lo sguardo verso la cima e quindi verso il cielo, mi commuovo e quasi mi viene una preghiera di ringraziamento.
La natura, infatti, nel suo silenzio, ci parla e ci trasmette energia necessaria per vivere la vita, infatti, è un continuo movimento e mi piace pensare di poter crescere e maturare con l'aiuto dell'ambiente che mi circonda. Amo l'ambiente in cui vivo e rispetto ogni animale, ogni pianta, ogni insetto, ogni fiore, perché ricevo da essi il dono della gioia di vivere. Il profumo dei fiori mi riempie il cuore di dolcezza e mi suscita sentimenti positivi verso tutti. Mi piace, infatti, vivere in compagnia e se il mio stato d'animo è sereno, capisco che posso dare serenità a chi mi sta intorno. L'ambiente che mi circonda è per me molto importante e lo amo: è parte di me perché mi aiuta a mantenere viva la mia spiritualità .
Elisa Tosca 3a G Istituto Comprensivo "W.A. Mozart"
Mi Guardo intorno sono parte della Natura La natura è la semplicità e la genuinità che è dentro di noi. Quella parte un po' nascosta nei recessi della nostra mente e del nostro cuore, quella che a volte non siamo capaci di tirare fuori e la teniamo stretta a noi come un tesoro o quella che a volte ci vergogniamo di far vedere. Infondo non c'è niente di più difficile di essere se stessi. C'è chi si imbarazza di fronte a ciò che è e pretende di sembrare qualcun altro ... C'è chi cerca di nascondere pensieri dietro a un sorriso falso e abbraccia e pugnala allo stesso tempo ... C'e chi offende , deride e denigra , chi se ne infischia di ciò che provi , chi passa sopra il tuo cuore come se fosse uno stupido pezzo di carne , chi lancia il sasso e nasconde la mano e chi il coraggio non sa neanche cosa sia. Poi ci sono quelle persone capaci di fare tutto questo contemporaneamente ma sono creature rare e ricche di immaginazione , capaci di inventarsi situazioni mai realmente accadute e di saltellare come una farfallina da un fiore a l'altro lasciando sfortunatamente il segno. Ancora più rare sono le persone cosi, si possono chiamare solo “così”. Così come? Così ,cosi. Ma non perché sono mediocri o prive di un qualunque talento, ma così perché sono libere da qualunque schema, un po' sopra le righe e troppo tra le nuvole ,quelle persone che imparano dalla vita e dagli errori.
Si parla di gente un po' goffa che quando ride fa entrare il sole ma non se ne rende conto, gente piena di rosso che sprofonda nel nero. Gente semplice. Natura. Gente che non si emoziona davanti al primo gelato della stagione dopo mesi di inverno ma gente che nonostante i pregiudizi il gelato quando fa freddo lo mangia lo stesso proprio perché gli piace. Gente speciale iscritta a Tumblr, lì accidenti si può scrivere è dire ciò che realmente si pensa. Lì si può essere Natura. Gente che se vuole sorridere sorride , e se vuole tenere il broncio lo tiene, per motivi probabilmente sconosciuti anche a loro stessi. Gente chiara come l'alba, bella come il sole d'inverno e inaspettata come la pioggia in un periodo di siccità. Gente che è bella punto. Ma non perché passa pomeriggi dall'estetista o sedute periodiche dal parrucchiere bella perché dentro è natura: è tramonto, aurora, inverno, estate, caldo, freddo. Bel viso non vuol dire bel cuore. Un bel cuore ama la vita e chi la rende migliore; non un telefono da 600 euro, l'ultima borsa di Armani o i jeans firmati. Si ama poi il tempo. Che solo le fotografie fermano. Si amano le fotografie che anche esse sono natura trasfigurata. L'amore è natura come l'amicizia e il rispetto. L'odio, l'astio, l'egoismo e la superficialità sono di tutt'altra provenienza. Io dentro sono natura. Il mio cuore è natura.
Ludovica di Clemente 3a G Istituto Comprensivo "W.A. Mozart"
Mi Guardo intorno sono parte della Natura Mi guardo intorno e sì, mi sento parte della natura, in quanto rientro nel grande cerchio vitale che racchiude tutta questa bellezza. Mi guardo intorno e la natura mi propone molteplici maestosità, anche banali ma significative. Meraviglie che bisogna assaporare fino all'ultimo, ogni momento, anche se siamo presi dalla frenesia della vita poiché, purtroppo, un giorno non potremo più godere di tutto ciò. Gli uomini sono parte della natura, membri del regno naturale, ma senza dubbio membri speciali. Ad eccezione dell'uomo, infatti, nessun essere si stupisce di fronte allo spettacolo della natura, in quanto essa vive in tutti gli esseri senza che essi ne abbiano coscienza. Invece l'uomo, dotato di ragione, venendo a contatto con la natura, comincia a stupirsi, a chiedersi cosa essa sia, quale sia il suo significato e il senso delle sue opere. Proprio questa meraviglia, però, produce nell'uomo un turbamento quando, davanti alla natura, si accorge che tutto cambia in continuazione e che, prima o poi, arriva per ognuno la fine. Così emerge nell'uomo la domanda fondamentale sul senso della propria esistenza e, quindi, il desiderio di trovare qualcosa che rimanga per sempre. Beatrice Natale 3a I Scuola Media “Alessandro Magno”
Opera di Cristofer Gasienica 3a C Scuola Media “ G. Da Sangallo”
Esserci Sempre
Mi guardo attorno... Sono parte della natura... Il mondo, il mondo attorno a me è verde, profumato, allegro, il vento agita i miei capelli e sul mio volto nasce un sorriso. Per la prima volta mi sembra di far parte di qualcosa di strano, di magico, che vola nell'aria. Sento una pace meravigliosa ,
un silenzio che si avvolge nei miei pensieri. Mi arrivano da lontano i rintocchi di una campana, che mi invitano alla preghiera. Mi sembra di essere tornata bambina, senza problemi, piena di gioia per una vita ancora davanti a me, in questo momento magico, rimango a sognare.
Joelle Guerci 3a I Scuola Media Alessandro Magno
Immaginando tra i banchi di Scuola
Guardo verso destra al di fuori di quella finestra. Osservando la natura intravedo qualche figura poi dove lo sguardo non può arrivare la mente inizia ad elaborare cosa nella natura si può trovare... Forse un uccellino con grandi occhioni ma andando oltre all'immagine provo ad ascoltare i suoni. Ci sarà qualche civetta un po' maldestra con una tale armonia da formare una piccola orchestra. E anche se teoricamente sono a scuola, e sto studiando solo immaginando mi diverto giocando...
Con la mano accarezzando un agnellino mi accorgo che dietro un albero c'è un piccolo fortino nel quale non so ancora cosa c'è custodito. E prima che possa scoprirlo una voce mi dice di non aprirlo. Mi fermo un attimo e guardandomi intorno mi accorgo che anche io faccio parte del mondo.
Valeria Lo Mastro 3a E Scuola Medai. "W.A. Mozart"
La Natura...
La natura è armonia, perfetta coreografia, sentimento profondo che dà vita La natura è vita.
Eleonora Attura 3a C Scuola Media “Ulpio Traiano”
Io e Lei
Sto seduta sulla riva di una spiaggia bianca davanti a me c'è solo il cielo ormai del colore delle pesche, il mare e le sue onde che si infrangono come una dolce carezza sulla riva producendo un armonico suono che non può non sembrare musica. Sento il vento che con la delicatezza di una madre mi sfiora il viso e il calore del sole che pian piano diminuisce come la nostra forza dopo una lunga giornata di lavoro. Riesco a scorgere delle piccole girandole blu in lontananza; sono i delfini che mi stanno donando con i loro salti acrobatici uno spettacolo eclatante. Riesco a
percepire in me tutti questi fenomeni che avvengono quotidianamente nella natura, riesco ad ammirane la semplicitĂ della bellezza, riesco a sentirmi parte della natura soltanto 3 appoggiando le mani nei granelli ruvidi e caldi della sabbia, riesco a capire di non essere nessuno in confronto all'immensitĂ che mi circonda perchĂŠ la natura mi appartiene ma io appartengo a lei. a
Giulia Lockmann 3a N Istituto Comprensivo "W.A. Mozart"
Opera di Marianna Raia 3a H Scuola Media “ G. Da Sangallo”
Mi Guardo intorno sono parte della Natura
Mi guardo intorno vedo il verde dei prati e alberi immensi i cui rami si spingono verso il cielo. Sono ornati di fiori, come se fossero gioielli in cui brillano gemme preziose multicolori. Cammino e mi immergo in questo grande bosco tra fiori, cespugli e bacche rosse che emergono dal terreno, ne vedo migliaia, dai colori smaglianti e dai profumi eccezionali. Dopo tanto camminare, mi avvio in un sentiero bordato d'edera, lo percorro, vedo un ingresso, entro e al di lĂ di questo vedo lei, la Natura. Mi chiedo da dove nasce
tanta bellezza nel mondo? Gli animali, il verde e l'aria pura? Ora ho capito, ora mi è chiaro, ne sono felice, ho trovato quel che cercavo da tempo, finalmente ho trovato la mia pace interiore, la beatitudine, è lei ,la Natura che finalmente mi rasserena. Sento il suo richiamo... devo tornare a casa, ma io non voglio, per la prima volta mi sento veramente felice. Siamo solo io e la Natura, per sempre e solo... io e lei. Azzurra Parenti 3 N a
Istituto Comprensivo "W.A. Mozart"
Mi Guardo intorno sono parte della Natura
Distesa in un prato colorato, immersa in un mare profondo, in cima ad un'alta montagna o circondata da alberi giganteschi, osservo in silenzio il miracolo della'natura: ne annuso l'odore, ne sento i rumori nascosti, assaporo le calde carezze del sole e mi sento in pace con me e con il mondo che mi circonda.
Un piccolo atomo di un immenso tutto, figlia affezionata ma timorosa di una madre severa e generosa.
Benedetta Capobianco 3 N , Istituto Comprensivo "W.A. Mozart" a
Mi Guardo intorno sono parte della Natura
Poggiata ad una quercia osservo il sole risplendere nel cielo illuminando il bosco di una luce dorata, incantevole. Dentro me percepisco un piacevole tepore ed un brivido mi percorre la schiena. Grandi alberi verdi si stagliano imponenti sopra di me, un lieve fruscio muove le foglie, è come se quei giganti mi stessero parlando. La Natura è misteriosa, imprevedibile, eppure io qui, mi sento al sicuro.
All'improvviso vedo l'orizzonte coprirsi di nuvole nere, cariche di pioggia, piccole gocce d'acqua iniziano a cadere lievi sul mio volto, mi carezzano,mi coccolano come se fossimo un tutt'uno. Mi alzo ed inizio a camminare tra i ciuffi d'erba bagnati. Il vento mi scompiglia i capelli. Mi sembra quasi di volare. Mi fermo. Osservo ciò che ho intorno. Solo ora mi rendo conto quanto sia meravigliosa
la Natura. CosÏ bella e sconfinata. Corro corro all'infinito e giÚ per la vallata scorgo il mare immenso, impetuoso. Stordita dalle onde sonore che si infrangono contro gli scogli, affascinata dalle sue creste argentate, inghiottita dalla sua potenza, rimango immobile, sussurro al vento ciò che vorrei urlare al mondo, mi rifugio nel mare che abbraccia il mio pensare Punto gli occhi all'orizzonte, ammiro il sole sparire sotto il grande mare senza fine.
Lentamente si inoltra la sera e come per incanto una miriade di luci tremule ammantano il cielo. Come un faro, adornata da un manto regale appare la luna, regina della notte. Che amore incondizionato il mio perla Natura... Sarà forse perché.....ne faccio parte.
Chiara Duca 3a A Istituto Comprensivo “Amendola - Guttuso”
Alessio Mastronardi 3a F. Scuola Media “U. Traiano”
Mi Guardo intorno sono parte della Natura
E' sera. Sono in un bosco. Il senso d'inquietudine attrae Ma nello stesso tempo spaventa. Avanzo correndo. Silenzio assoluto. Solo il rumore dei miei passi sopra le foglie a disturbare la quiete del buio. l primi animali notturni si fermano dal loro volo Per scrutarmi con diffidenza. Cominciano ad avvicinarsi prima cauti poi amichevoli.
E io mi sento parte di loro, parte della natura. Apparteniamo tutti allo stesso cerchio. Claudia Silvestri 3a F Scuola Media “Ulpio Traiano”
Opera di Maura Pozzebon 3a E Scuola media “U. Taiano”
Mi guardo intorno sono parte della Natura
Mi guardo intorno...ecco il mare, faccio parte della natura e gioisco. A volte il animo è burrascoso come le onde del mare che si infrangono sugli scogli. Quando sono felice vorrei volare come i gabbiani che invadono il cielo in voli lontani. Faccio parte della natura, sono una sua creatura. Mi guardo intorno e vedo i fiori, su quelle rocce essi si piegano al vento. Anch'io mi piego alla vita e ai suoi momenti belli e brutti.
Mi guardo intorno e vedo il cielo blu, immenso. Immenso è il mio desiderio di vivere, di godere ogni attimo... di questa natura e di tutto ciò che ne fa parte. Anch'io ne faccio parte...
Eleonora Cassalini 3a N Istituto Comprensivo "W.A. Mozart"
Opera di Bordi Noemi 3 C Scuola Media “ A.W. Mozart”
Mi Guardo intorno sono parte della Natura
Alzo lo sguardo al cielo, vedo volare un uccello di tanto in tanto. Le nuvole prendono la forma dei miei pensieri quasi come si trasformassero in misteri. Mi guardo intorno e cerco qualcosa, sento profumo di rosa che sale nel cielo fino a mostrarmi un pensiero. Il sole illumina il cammino, e io ci passo vicino,
sento il suo calore che mi attraversa il cuore. I petali dei fiori colorati sembrano quelli dei cartoni animati. Il vento passa tra i capelli che ondeggiano e tintinnano come se fossero campanelli. Io son qui Natura. ..ti osservo, ti ammiro e penso che anch'io sono una tua creatura.
Federica Parenti 3a N
Istituto Comprensivo "W. A. Mozart" Mi guardo intorno sono parte della Natura
Sento il vento leggero che sfiora la mia pelle, mi avvolge un profumo fresco e delicato... improvvisamente, come per magia, mi sento allegra e un sincero sorriso compare sulle mie labbra... del quale neanche io so spiegare il perchè. Intorno a me tutto sembra rinascere... i fiori sbocciano, la pioggia e le nuvole lasciano spazio ad un sole tiepido e rassicurante che illumina un intero mondo che ora si sente migliore... percepisco l'inizio della Primavera ;
nulla è comparabile all'emozione che provo ora...
Mi sento parte della natura e riconosco che è una cosa meravigliosa, la quale dovrebbe essere rispettata e conservata per sempre cosÏ com'è .
Francesca Andreucci 3a N Istituto Comprensivo "W.A. Mozart"
Opera di Francesca Scalfo 3a E Scuola Media “U.Traiano”
Mi Guardo intorno sono parte della Natura
Quando mi guardo intorno vedo la cosa piĂš bella che esista la natura, di cui io ne faccio parte. Con il suo verde mette allegria a ogni persona, con i suoi generi e colori.
Purtroppo questa cosa meravigliosa sta scomparendo con i continui disboscamenti e incendi e potrebbe scomparire per sempre.
Il suo verde sarĂ sostituito dal grigio cupo,
gli alberi dalle industrie inquinanti...
Noi siamo gli unici che possiamo salvarla però il nostro tempo sta per finire.
Matteo Ridolfi 3a N Istituto Comprensivo "W.A. Mozart"
Mi Guardo intorno sono parte della Natura
Sono parte della natura, splendo, brillo agli occhi delle gente. Sono serena; respiro I' aria fresca primaverile. Le giornate sono piene di allegria, di semplicitĂ , di solidarietĂ . Ho l'odore di affetto, di amore, di coccolositĂ , di bello. Mi sento come un bambino tra le braccia della madre. Sono un fiore.
Nericka De Leon 3a F Scuola Media “Ulpio Traiano”
Opera di Gabriel Faur 3a E
Scuola Media “A. Leonori”
Mi Guardo intorno sono parte della Natura
Mi guardo intorno e vedo che tu non ci sei... Se tu fossi una farfalla ti cercherei tra i fiori Se tu fossi un fiore ti annaffierei senza scordarmi mai di Te Ti chiamerei con tutta la mia voce con tutte le mie forze.
Continuerò a camminare ad andare avanti senza guardare mai indietro. Per Noi il sole non tramonterà mai... Vanessa Zaccari 3a D Scuola Media “Amendola Guttuso”
Opera di Adina Irimea 3a E Scuola Media “U. Traiano”
Natura è...
Natura è vita, Natura è madre, è affetto donato senza esser ricambiato. Natura è montagna gelida e alta come un muro; è allegri ruscelli, fiumi caldi e mare aperto Natura è Sole e Luna, che illuminano il cammino senza mai stancarsi. Natura è terra, cosi umile si fa calpestare e generosa si dona tutta.
Non disprezzarla. Amala. Rispettala.
Alessio Ortuso 3a C Scuola Media “Ulpio Traiano”
Opera di Zoe Sgroi 3a E Scuola Media “U.Traiano”