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SOFROLOGIA

LA SOFROLOGIA COME ARMA CONTRO LO STRESS PANDEMICO

NEL 2003 IN SEGUITO ALLA PANDEMIA DOVUTA ALLA SARS SI REGISTRO UN AUMENTO DI 30% DEI CASI DI SUICIDIO NELLA FASCIA DI ETA SUPERIORE AI 45 ANNI E CIRCA 50% OSPEDALIZZATI SVILUPPÒ UN DISTURBO D’ ANSIA.

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L’attuale situazione pandemica impatta sulla qualità della vita sociale di ciascuno di noi, questo disagio prolungato lascia il segno sull’equilibrio psico-fisico della popolazione, soprattutto per i soggetti più esposti.

I principali fattori di rischio psicologico coinvolti sono:

- pregressa malattia psichiatrica - giovane età (16-24) - non avere figli oppure avere un figlio solo. - condizione di immigrato, inteso anche come studente in Erasmus in italia. - peggioramento condizioni socio-economiche. - isolamento sociale -basso livello di istruzione

Un approccio multidisciplinare appare essere la soluzione più completa per contrastare gli aspetti della crisi e le ripercussioni che essa provoca. Da questo punto di vista il sofrologo rappresenta il trait d’union tra il soggetto in difficoltà e la medicina clinica. Egli dovrà in primo luogo tradurre il linguaggio delle informazioni, in un messaggio corretto e preciso per il paziente soprattutto in termini di SEMANTICA, assicurandosi l’efficacia delle enunciazioni al destinatario. La mancanza di coralità da parte delle istituzioni nelle divulgazioni pubbliche si concretizza infatti in un aumento dello stato ansioso della popolazione, dovuto al futuro sempre più incerto, il quale a sua volta è uno dei fattori trigger di comportamenti psicotici e suicidari in particolare nei giovani. Anche tra i professionisti sanitari si registrano aumenti di PTSD (disturbo da stress post traumatico) con sintomi come: - alterazioni ritmo sonno-veglia - aumento del consumo di psicofarmaci. - perdita di peso. - aumento di consumo di caffè - isolamento sociale.

a cura di GIULIA DEAMINA

Quali proposte terapeutiche può intraprendere il SOFROLOGO in situazioni del genere?

Innanzitutto il sofrologo dovrà: - fotografare lo “status” psicologico del paziente, riconoscendo la causa del disagio, i sintomi dello stress associato (fisici, psicologici e comportamentali) - il tipo di stress: ACUTO, di recente insorgenza e più facile risoluzione oppure CRONICO nel quale il paziente si trova spesso intrappolato in una serie di

tentativi di risoluzioni vani. - valutare eventuali SINDROMI DA ADATTAMENTO: situazioni in cui la persistente situazione di stress, cronicizza portando l’individuo ad esaurimento nervoso per fallimento dei meccanismi di compensazione ALLOSTASI.

SUCCCESSIVAMENTE, attraverso a cosiddetta MARCIA SOFRONICA, il sofrologo tenterà di ripristinare la naturale connessione tra il paziente ed il proprio corpo, dopo aver indotto il paziente ad entrare in uno stato di rilassamento attraverso la respirazione e l’allentamento delle tensioni muscolari. I benefici del rilassamento ormai sono ben conosciuti, ma in questo caso risultano indispensabili per favorire il cosiddetto “stato sofrologico”, condizione ideale in cui l’operatore Sofrologo può operare il cambiamento di benessere nel paziente. Dovranno inoltre essere eliminati tutti i fattori di condizionamento negativi in grado di incidere sul rilassamento ossia: - tensioni dei muscoli lisci - tensioni dei muscoli striati - tensioni articolari - tensioni vascolari. In questo modo, seduta dopo seduta, il paziente imparerà’ a rapportarsi nuovamente con il proprio corpo, allentando tutte le chiusure psicologiche impostate dal proprio inconscio che, come sappiamo, raccoglie tutte le esperienze di vita vissuta, anche quelle che noi consciamente “cestiniamo” considerandole dannose o poco rilevanti. Questa riscoperta interiore permettere di sviluppare nuove abitudini mentali, e a gestire il corpo, la respirazione e le emozioni come veri e propri strumenti per il MANAGING dello stress. OVVIAMENTE è indispensabile che il percorso predisposto dal sofrologo venga seguito scrupolosamente senza interruzioni, ed esclusivo: cioè cucito su misura per il paziente in questione. La professionalità, la neutralità di giudizio e l’empatia del sofrologo saranno gli ingredienti chiave nel percorso riabilitativo del paziente.

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