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Meeting leaders - Fedrigoni
from Italia Publishers 01/2021
by Density
Fedrigoni entra a pieno titolo tra i big globali dell'autoadesivo e delle carte premium
Con l’integrazione di Arconvert, Ritrama e Papelera Venus, il gruppo cartario italiano conquista una posizione di leadership nei materiali autoadesivi ad elevata marginalità
Carta, stampa e packaging sono industrie sempre più globali, in cui l’Italia è da tempo un grande assente. Se quasi sempre si rivelano ingranaggi di valore di organizzazioni globali, le PMI e le “multinazionali tascabili” di casa nostra si sono infatti dimostrate incapaci di giocare un ruolo trainante sui mercati.
In questo scenario, la recente concentrazione di attività di produzione e trasformazione di carta e supporti autoadesivi, sotto l’egida di Fedrigoni, risulta ancor più rilevante. L’operazione, avviata a fine 2017 con l’acquisizione della stessa Fedrigoni da parte del fondo Bain Capital, è proseguita nel 2018 con l’acquisizione di Gruppo Cordenons, quindi con l’integrazione di Ritrama e l’acquisizione della messicana Papelera Venus, completate nel 2020.
A garantire continuità e tradizione è la partecipazione al 10% della famiglia Fedrigoni, rappresentata nel board da Chiara Medioli, esponente della quinta generazione della dinastia cartaria veronese. Il gruppo conta oggi 4.000 dipendenti, 21 siti produttivi e un fatturato aggregato di 1,3 miliardi di euro (stima 2020), che ne fa un player di prim’ordine nel campo delle carte d’alta gamma e dei supporti autoadesivi per applicazioni specialistiche. Quest’ultimo segmento vede il gruppo italiano posizionato tra i primi tre al mondo, e rappresenta un’area di sviluppo strategica.
Per parlarne, abbiamo incontrato alcuni dei protagonisti del processo di aggregazione e della strategia di sviluppo del gruppo.
Verso le nuove sfide globali
Ad accoglierci tra le mura della “nuova” Fedrigoni è Chiara Medioli Fedrigoni, Chief Sustainability and Communication Officer. È sua la responsabilità di garantire coerenza e continuità al prestigioso brand cartario, assecondando al tempo stesso il profondo processo di trasformazione in atto.
«Già da tempo ci muoviamo su due fronti. Da un lato sviluppiamo carte e materiali specialistici, rifuggendo la tentazione delle commodity. Dall’altro cresciamo per acquisizioni, specializzandoci in prodotti e mercati contigui», afferma Medioli. «L’acquisto di Manter, nel 1993, delle cartiere Miliani Fabriano, nel 2002, e l’investimento in Ritrama, sono emblematici. Fabriano è un marchio storico e di nicchia, che evoca tradizione, ma in realtà tratta carte molto tecnologiche e sfidanti. Ritrama è più giovane, e focalizzata sulla fornitura globale di adesivi nei settori manifatturiero, farmaceutico, sanitario e grafico. Per questo è l’ideale complemento della nostra Arconvert, leader nel comparto vinicolo».
All’insegna della complementarità è anche l’acquisizione di Gruppo Cordenons, che ha portato in dote a Fedrigoni nuove unità produttive, e nuove competenze, come quelle relative alle carte per il contatto con gli alimenti. L’acquisizione di Papelera Venus, ultima in ordine di tempo, supporterà invece lo sviluppo geografico del gruppo nel Centro-Sud America. Mosse diverse, che testimoniano la volontà e capacità di Fedrigoni di valorizzare i marchi acquisiti, ampliare i vantaggi per i propri clienti, ed efficientare la supply chain, a partire dall’acquisto di materie prime.
«Vogliamo costruire valore attorno ai clienti, che chiedono sempre più specializzazione e prossimità geografica», spiega Medioli. «I converter esigono forniture certe e ripetibili, che possiamo garantire solo attraverso una rete capillare di trasformazione e logistica, e un team globale di sviluppo e supporto che oggi parla inglese, italiano, spagnolo, cinese e portoghese».
La sfida più grande, che culminerà in un ambizioso rebranding nella primavera del 2021, riguarda l’armonizzazione dei marchi del gruppo, a partire da Fedrigoni, Arconvert e Ritrama, ciascuno forte di una storia pluridecennale, e di una propria rete internazionale di partner e clienti finali.
«Il percorso di governance avviato è il migliore possibile per continuare a crescere, garantire posti di lavoro e prevenire turbolenze nell’azionariato», sostiene Medioli. «Per l’imprenditore italiano, è traumatico perdere la maggioranza azionaria. Le grandi aziende come Fedrigoni sono come le foreste: tanti alberi diversi che crescono insieme».
Eco-sostenibilità, estetica, funzionalità e sicurezza, fattori trainanti di un processo di R&D olistico e distribuito
L’integrazione di Gruppo Cordenons e le ultime acquisizioni conferiscono a Fedrigoni la fisionomia di produttore globale integrato, in grado di fabbricare e veicolare una vasta gamma di carte speciali, frontali e supporti autoadesivi premium. Oltre ai settori del vino e dei beni di lusso – da sempre mercati chiave di Fedrigoni e Arconvert – ora il gruppo può puntare con più decisione sugli innumerevoli settori merceologici che, nel prossimo futuro, richiederanno etichette a più elevato impatto visivo ed emozionale.
«Sfruttare la potenza di fuoco delle nostre cartiere per creare materiali trasformati d’alta gamma, ci ha permesso di acquisire massa critica e conferire al prodotto una fisionomia unica», rimarca Medioli. Inoltre, i nostri brand dell’autoadesivo non sono più costretti a rivolgersi a terze parti per i loro acquisti di carta».
La crescente rilevanza del packaging nelle strategie dei marchi comprova e rafforza la strategia di Fedrigoni. Il gruppo, oggi, può supportare efficacemente progetti di imballaggio monomateriale, primario e secondario, migliorandone la riciclabilità e garantendo piena coerenza tra scatola ed etichetta autoadesiva.
«È elettrizzante osservare come le nostre carte trovino utilizzi inediti», racconta Medioli. «È il caso di Imitlin, un supporto cartaceo colorato inventato da mio nonno negli anni Cinquanta. Testandolo, abbiamo scoperto che, anche senza laminazione, il suo pigmento resiste alle soluzioni alcoliche e ai graffi, e ha una naturale repellenza ai grassi».
In campo ambientale, Fedrigoni ha promosso un confronto serrato con i propri fornitori e con gli altri protagonisti della filiera. Tra le priorità, il lavoro con i clienti per progettare imballaggi monomateriale e, laddove possibile, sostituire progressivamente la plastica con la carta, a partire dai settori cosmetico e alimentare. Inoltre, il gruppo è impegnato in progetti di smaltimento sostenibile del liner e nella progressiva eliminazione dei materiali di scarto non riciclabili.
«Abbiamo proposto a tutti di lavorare insieme a soluzioni tecniche e di processo atte a ridurre l’impatto ambientale dell’etichetta», racconta Medioli. «Fare squadra, se necessario anche con un concorrente, è l’unico modo per riuscirci».
La sicurezza degli imballaggi è un tema urgente, specie per i grandi brand consumer, che devono proteggere la loro reputazione, offrire garanzie ai consumatori e contrastare la contraffazione. In questo campo, Arconvert e Ritrama hanno messo a punto soluzioni autoadesive antimanomissione e anticontraffazione, che sfruttano film olografici e delaminanti, e integrano chip RFID.
«Nel 2020 molti stampati tradizionali hanno sofferto, a partire dai cataloghi. Sono però emersi nuovi bisogni, correlati anche alla sicurezza», spiega Medioli «Secondo un sondaggio di US Foods, ad esempio, un terzo dei pasti recapitati a domicilio viene aperto durante il transito. Questo è motivo di ansia per retailer e consumatori, ed è un’opportunità enorme per i sigilli autoadesivi tamper-evident».
L’interazione tra i gruppi di R&D di Fedrigoni, Arconvert e Ritrama, ha favorito il dialogo e la contaminazione reciproca, e l’elaborazione di risposte alle istanze sempre più specifiche dei clienti.
In uno scenario geopolitico incerto, capillarità geografica e diversità si sono trasformate per Fedrigoni in un vantaggio competitivo. Le unità produttive e di R&D nel Regno Unito, in Brasile e in Nord America, ad esempio, hanno permesso di intercettare rapidamente nuovi bisogni determinati dall’emergenza COVID-19 e dalla Brexit, ed elaborare soluzioni tecniche, produttive e logistiche efficaci.
«Non abbiamo mai interrotto le forniture, e abbiamo supportato la supply chain, giocando il nostro ruolo nella catena del valore», conclude Medioli. «È stata un’operazione di logistica militare, di cui siamo orgogliosi».
La centralità dei materiali autoadesivi
Forte di una laurea in Ingegneria Chimica e di una carriera ultradecennale nel campo delle carte speciali e dei liner, Fulvio Capussotti si è unito al team di Fedrigoni a metà del 2019 nel ruolo di Executive Vice President della divisione Self-Adhesives.
«L’ambizione di Fedrigoni è crescere in modo sostanziale nell’autoadesivo, infrangendo un duopolio che dura da molti anni», spiega il manager. «Un obiettivo possibile solo attraverso una crescita organica sopra la media, e tramite acquisizioni strategiche».
L’integrazione di Arconvert e Ritrama ha imposto l’armonizzazione di modelli di business e reti commerciali preesistenti. Una missione che il team di Capussotti ha completato con successo già a fine 2020, scommettendo sulla comunione di competenze, valori e culture aziendali delle due aziende. Sul fronte dei prodotti, le singolarità superavano infatti le sovrapposizioni, e la proposizione di valore dei due marchi era peculiare, al punto da giustificarne la coesistenza.
Anche sul fronte degli stabilimenti, il gruppo ha beneficiato della specializzazione di Arconvert sui frontali cartacei, e della forza di Ritrama nella trasformazione dei film. La sfida, anch’essa vinta, era piuttosto quella di ottimizzare la produzione nei vari siti, in base agli ordinativi. Contrariamente a quanto avviene in occasione di fusioni e acquisizioni, la razionalizzazione della produzione non ha portato alla chiusura di alcuno stabilimento.
«Prima dell’integrazione, Arconvert e Ritrama dovevano produrre un po’ di tutto nei loro impianti, talvolta generando inefficienze», spiega Capussotti. «Oggi abbiamo specializzato le linee su produzioni specifiche, senza tuttavia pregiudicare agilità e flessibilità».
Per garantire continuità della fornitura, e una gestione efficiente delle scorte, il gruppo è in grado di realizzare la quasi totalità dei prodotti presso il sito più idoneo, mantenendo piena ridondanza su tutti gli altri stabilimenti.
«Nel 2020 abbiamo dovuto fronteggiare l’improvvisa chiusura di frontiere nazionali, passi alpini, reti di trasporto. Questo ci ha costretti a prendere decisioni rapide per garantire le forniture», spiega il manager. «Per farlo, abbiamo riorganizzato l’intera supply chain globale, slegandola dallo stabilimento, e lavorando a livello di business unit».
Cinque imperativi strategici per servire il mercato globale
A fine 2020, il settore etichette costituiva circa il 50% del fatturato di gruppo, per un controvalore di oltre 700 milioni di euro. Una quota destinata a crescere nei prossimi anni, grazie all’ulteriore sviluppo della gamma di prodotti, al potenziamento delle infrastrutture logistiche e commerciali, e ad ulteriori acquisizioni.
«Nell’autoadesivo siamo il numero tre, a distanza dai due leader storici. Ma vogliamo crescere di taglia», afferma Capussotti. «Per farlo ci siamo posti cinque imperativi strategici, di eguale importanza, che riguardano la trasformazione della società dall’interno».
Il primo pilastro sono le persone, e la loro crescita umana e professionale. A tal fine, Fedrigoni ha attivato percorsi formativi per il personale e promosso una cultura aziendale basata sulla prestazione. Inoltre, il gruppo ha avviato un programma di reclutamento, mirato ad attrarre i migliori talenti sul mercato. La seconda priorità è l’efficientamento produttivo, che negli ultimi due anni ha riguardato gli stabilimenti Arconvert. A livello di gruppo, una produzione snella e l’ottimizzazione dei costi sono prerequisiti per acquisire competitività, e trasformarla in fattore distintivo. Il terzo punto della strategia è l’ampliamento del perimetro aziendale. Le risorse e le competenze di Bain Capital consentiranno a Fedrigoni di rafforzarsi come aggregatore specialistico, accelerando la crescita inorganica. La quarta area di intervento riguarda la customer experience. In quest’ambito, la priorità è consolidare una relazione intima col cliente, rendendo sempre più facile e appagante l’interazione col prodotto. In questo campo, il gruppo punta su risorse umane, piattaforme IT, programmi di assistenza tecnica, ricerca e sviluppo. Infine, Fedrigoni punta ad alzare l’asticella nella costruzione di un portfolio materiali autoadesivi sempre più distintivo.
Co-design e prodotti unici
Fedrigoni conduce studi approfonditi per identificare i mercati verticali a più alta potenzialità, sia per le proprie carte che per i supporti adesivi. Tra questi ci sono il comparto vinicolo e l’industria alimentare, specie nel segmento dei cibi gourmet, dove è più sentita l’esigenza di personalizzare e nobilitare i contenitori. In questo, e in altri ambiti, il gruppo italiano punta da sempre sul coinvolgimento e sulla collaborazione tra marchi, creativi e converter.
«Dove è richiesta una progettazione partecipativa, crediamo di avere una proposizione di valore unica», afferma Capussotti. «Non adottiamo un approccio preconfezionato, ma sappiamo che per fare progressi è necessario coinvolgere l’intera catena del valore».
Per supportare i progetti più ambiziosi e tecnicamente complessi, Fedrigoni dispiega gruppi di lavoro multidisciplinari, composti da esperti di carta e specialisti di autoadesivo, a partire dai segmenti premium in cui è leader. Nel medio termine, il gruppo punta ad estendere questo approccio all’intero portfolio prodotti.
Trasformazione come valore e asset strategico
Per accelerare il processo di integrazione, a gennaio dello scorso anno Fedrigoni ha nominato Antonio Linardi (studi ingegneristici ed economici, e una carriera da consulente manageriale) quale Chief Transformation Officer.
«Ciò che mi ha attratto era la concretezza del progetto industriale, e l’ambizione di creare un leader globale con radici italiane», racconta il manager. «La priorità per il 2020 era l’integrazione di Ritrama, unita a un piano di sfide, obiettivi annuali da raggiungere al 2023, e asset strategici su cui lavorare».
Nel primo anno di attività, Linardi affianca i responsabili delle unità di business, definisce indirizzi strategici e valorizza interdipendenze e sinergie. L’integrazione di Ritrama si rivela così più rapida e indolore di quanto previsto.
«Avevamo identificato nelle differenti culture aziendali il principale ostacolo all’integrazione, ma il team ha dimostrato una coesione spontanea straordinaria», racconta Linardi. «Questo ci ha permesso di concentrarci su una sfida urgente: quella di essere più digitali nell’interazione col cliente e in ogni fase del processo, anche alla luce della pandemia globale».
Nel corso del 2020, l’azienda ha iniziato a lavorare al nuovo sito web di gruppo, al nuovo portale e all’integrazione delle infrastrutture IT.
Qualità e specializzazione, fattori decisivi per uno sviluppo sostenibile
Fedrigoni ha saputo distinguersi, e conquistarsi una reputazione globale, puntando su una gamma di prodotti premium. Una peculiarità che guida gli investimenti del gruppo in ricerca, sviluppo, design e marketing.
«Abbiamo un portfolio ampio, già ricco di unicità ed eccellenze. Ora l’obiettivo è rendere unico e distintivo ogni singolo prodotto», afferma Linardi.
Nel campo dei materiali autoadesivi, Fedrigoni ha separato la ricerca e sviluppo dalle attività di controllo qualità, che sono affidate al team di Customer Success. Sebbene le funzioni siano correlate, e condividano i laboratori, esse possiedono organigrammi separati, e perseguono obiettivi specifici.
«Fino al 2019, tecnici e ingegneri erano generalisti, e operavano a livello di singolo stabilimento. Questo creava inefficienze nell’allocazione delle risorse, e disomogeneità nelle pratiche e nei processi», sottolinea Linardi. «Oggi lavoriamo per categorie di prodotto, con team verticalizzati su carte, film per la stampa, materiali per la grafica, prodotti di sovralaminazione».
Il gruppo si è anche dotato di centri di eccellenza globali, come quello dedicato ai materiali per la comunicazione visiva, basato presso lo stabilimento Ritrama, alle porte di Milano. Qui opera un team interfunzionale, con competenze di R&D, project manager, marketing e acquisti per supportare lo sviluppo dei prodotti. La responsabilità del team è sviluppare soluzioni che combinino esigenze dei clienti, fattibilità tecnica, sostenibilità ambientale ed economica, e reperibilità delle materie prime. Su quest’ultimo fronte, Fedrigoni ha costituito la figura del Commodity Manager, un professionista esperto nel mercato verticale, che ne conosce dinamiche produttive e di utilizzo, fornitori, regolamentazioni e materiali.
Leadership, focus sul cliente e sostenibilità: valori fondanti della Fedrigoni di domani
Per preparare l’intera organizzazione alle sfide del prossimo futuro, Fedrigoni ha avviato un programma formativo a favore del management, destinato ad accrescere le doti di leadership e gestione del team, oltre a incrementare i livelli di interazione ed empatia con tutte le controparti. Parallelamente, il gruppo sta ridisegnando le sue infrastrutture IT, con l’obiettivo di conseguire la piena integrazione di tutte le consociate entro il 2021. Insieme alle iniziative su persone, processi e prodotti, anche questo programma contribuirà a rendere unica l’esperienza del cliente.
«La nostra stella polare è la centralità del cliente, che si declina in comprensione profonda delle esigenze, tempi di consegna ridotti, costante disponibilità dei prodotti a stock, servizi post vendita di valore, e attenzione all’ambiente», conclude Linardi.
Il 2021 di Fedrigoni inizia all’insegna dell’ulteriore ammodernamento e ottimizzazione delle infrastrutture produttive, che includono le cartiere e gli impianti di spalmatura e converting dei materiali autoadesivi.
Al tempo stesso, il gruppo aumenterà ulteriormente i suoi sforzi e investimenti nel campo della sostenibilità ambientale e della responsabilità sociale. Nella sola produzione di autoadesivi, tra il 2013 e il 2019 Fedrigoni ha ridotto il consumo di acqua del 46%, ridotto l’impiego di energia elettrica del 12%, tagliato le emissioni di CO? del 20%, e prodotto il 14% di rifiuti in meno. Sul fronte della sicurezza sul lavoro, nel 2019 il gruppo ha poi ridotto del 37% l’indice di frequenza degli infortuni sul lavoro, e del 42% l’indice di gravità degli stessi.
Lo scorso novembre, su un terreno adiacente al sito produttivo Ritrama, i membri del board di Fedrigoni hanno piantato personalmente le prime piante autoctone, che costituiranno un nuovo bosco urbano di 1.530 alberi, su un terreno incolto di 15.000 m²? di superficie. Il Bosco Fedrigoni è un progetto pratico e pragmatico, che rispecchia la cultura aziendale che permea tutte le società del gruppo. Al tempo stesso, rappresenta un gesto dal grande valore simbolico, che suggella l’inizio di una nuova, avvincente, avventura industriale italiana.