11 minute read

Speciale - Copertina stampata da PressUP con HP Indigo 100K

Creatività, carta, tradizione tipografica e HP Indigo 100K ci rendono (di nuovo) unici

Ogni copertina di questo numero è unica, grazie alle illustrazioni variabilizzate di Sara Ciprandi, alla carta Mondi Pergraphica, alla tecnologia e alle competenze di PressUP

di Lorenzo Villa

Trasformare un’industria è un concetto che a molti continua ad apparire astratto, o frutto di qualche sortilegio. Chi ne è stato protagonista, o spettatore attivo, sa che invece è un’attività molto pratica, fatta di studio, scelte tecnologiche, investimenti e duro lavoro per raggiungere l’obiettivo. Se così non fosse, i pionieri della tecnologia digitale si sarebbero fermati al primo ostacolo, e i più grandi brand dell’imaging non sarebbero diventati fornitori chiave della nostra industria. Insomma, quello delle arti grafiche sarebbe ancora un comparto analogico.

Alcuni esempi di copertine variabilizzate

In questo 2020 di (mancata) drupa, l’intera industria si è interrogata sull’opportunità di muovere un passo decisivo verso la digitalizzazione dei processi di stampa, e su quali tecnologie possano supportarla. Per questo motivo, realizzando un’uscita di Italia Publishers dedicata alla trasformazione delle arti grafiche, abbiamo compiuto, a nostra volta, un’azione “trasformativa” molto pratica e tangibile, ibridando il processo produttivo della nostra rivista, e variabilizzandone il layout grafico. Per farlo, abbiamo sviluppato un progetto originale, coinvolgendo un gruppo di professionisti e fornitori di valore. Scopriamone insieme i dettagli.

La macchina da stampa HP Indigo 100K, durante la produzione delle copertine

Sara Ciprandi, tra arte visiva e tecnologia digitale

Sin dalla creazione di Density, abbiamo scelto di caratterizzare le copertine di Italia Publishers con illustrazioni esclusive e carte di pregio. Dal 2018, abbiamo commissionato la creatività delle nostre copertine a Sara Ciprandi, affidandole l’arduo compito di asservire la sua arte visiva ai nostri argomenti tecnici.

Per il numero che state sfogliando, le abbiamo chiesto di elaborare un progetto illustrativo in grado di enfatizzare le funzionalità di variabilizzazione offerte dalla stampa digitale. Da questo briefing è nata la copertina “Endless Landscapes”, un viaggio immaginario tra i principali habitat naturali del pianeta.

L’illustratrice Sara Ciprandi lavora, nel suo studio, alla copertina “Endless Landscapes”.

«È davvero emozionante immaginare che, partendo da un disegno e tre palette cromatiche, si siano potute realizzare 4.500 copertine diverse le une dalle altre; in pratica dei pezzi unici», spiega Ciprandi.

Una tecnologia digitale di rottura, e uno stampatore con un mindset digitale

Per realizzare efficacemente un simile progetto, non solo volevamo utilizzare una piattaforma di stampa innovativa, ma desideravamo coinvolgere uno stampatore che l’avesse scelta, testata e valutata a fondo. La scintilla è scoccata pochi mesi fa, quando abbiamo appreso che l’italiana PressUP era stata protagonista del beta program di HP Indigo 100K.

Sara Ciprandi lavora alla copertina “Endless Landscapes”.

Fondata nel 2010 dal suo attuale CEO, Vincenzo Cirimele, PressUP è tra i più grandi operatori italiani della stampa online. L’azienda si regge su una solida tradizione tipografica, su cui Cirimele e il suo team hanno innestato una newco dal mindset digitale.

«Il mondo odierno è digitalizzato a tutti i livelli, dalla musica ai videogiochi, fino all’abbigliamento. La digitalizzazione, insieme alla globalizzazione, ha stravolto le nostre vite, e ha permesso a tutte le industrie di calibrare meglio la propria offerta alla mutata domanda dei clienti», spiega Cirimele. «Le leve sono il time-to-market, la personalizzazione dei prodotti, ma anche fattori inattesi come la pandemia di COVID-19. Per chi non si è ancora adattato, non è più tempo di tatticismi, ma di agire e costruire strategie di business. O sei digitale, o rischi l’estinzione».

La creazione delle 4.500 copertine uniche, eseguita da Density utilizzando Adobe InDesign e uno script proprietario.

Su questo credo Cirimele ha incentrato la sua azione, e ha posto le basi di PressUP: un’azienda di stampa dai fondamentali digitali. A partire dal canale di vendita – il web – su cui transita la quasi totalità delle commesse. Digitali sono anche i processi, la supply chain, le modalità di produzione e le fasi di lavorazione. Un paradigma in cui PressUP ha coinvolto tutti i propri fornitori di beni e servizi. «Avere un fornitore agile, che ti procura on-demand i prodotti e i consumabili, la banda larga per spostare file di grandi dimensioni, o un servizio di logistica integrato nel workflow, è la chiave per essere competitivi», afferma Cirimele. «Sul fronte della stampa e del software, abbiamo identificato in HP il miglior partner per completare con successo il nostro processo di trasformazione digitale».

PressUP e HP Indigo: una relazione speciale

Ispirato dai primi business di stampa online, Cirimele elabora un nuovo modello di offerta 100% digitale, capace di coniugare alta qualità e giusto prezzo, con preventivi veloci, tempi di consegna certi e un’esperienza d’acquisto gratificante. Un modello su cui HP Indigo sembra calzare a pennello.

«Ho intuito che – in un mercato globale da centinaia di miliardi di euro, tra editoria, packaging, etichette e stampa commerciale – c’erano enormi opportunità inespresse», spiega Cirimele. «Soprattutto in Italia c’erano ancora staticità e, salvo rare eccezioni, modelli di relazione cliente-fornitore fermi agli anni Novanta».

HP PrintOS Production Pro. durante l’elaborazione e l’invio in stampa delle 4.500 copertine uniche di Italia Publishers.

PressUP introduce la sua prima HP Indigo nel 2009, e da quel momento nasce un legame speciale e inscindibile tra lo stampatore italiano e il costruttore israeliano. Una relazione tanto forte da coinvolgere Cirimele all’interno del board di Dscoop EMEA, la user community europea di HP Indigo.

«Indigo non è solo una piattaforma di stampa di altissima qualità, ma un mondo di soluzioni digitali end-to-end, aperto ad altri fornitori di tecnologie e di supporti», spiega Cirimele. «Già dieci anni fa, ad esempio, la possibilità di stampare bianco e colori speciali rendeva la tecnologia Indigo differente, specie per un mercato abituato all’alta qualità, come l’Italia».

Offset e digitale, due mondi sempre più convergenti

HP Indigo 100K non rappresenta solo la quinta generazione di attrezzature rilasciate dal costruttore, ma l’avvio di una nuova strategia di posizionamento. La macchina da stampa, che vanta il titolo di “B2 digitale più produttiva al mondo”, supera infatti la naturale evoluzione della specie. Se il formato B2+ era già appannaggio di HP Indigo 10000 e 12000, con i suoi 6.000 fogli/ora, la nuova 100K riduce considerevolmente il gap tra offset e digitale.

I quattro cassetti carta e il mettifoglio alta pila della nuova HP Indigo 100K.

«Quando ho acquistato la prima 7000, che apparteneva alla serie 3, la distanza tra offset e digitale era siderale. La qualità era già eccellente, ma il formato carta era un quarto del 70x100 che utilizziamo in offset, e la produttività era molto bassa», spiega Cirimele. «Con la serie 4, il formato carta è raddoppiato e la produttività è cresciuta, ma ancora non bastava a produrre efficacemente migliaia di volantini, poster o cataloghi».

La svolta arriva ad aprile 2019, quando HP seleziona PressUP, e un ristretto gruppo di utenti fidelizzati, per il programma di beta testing di una nuova generazione di attrezzature. Forte di sei unità già installate, e dell’esperienza maturata tra la tecnologia HP Indigo e la community di Dscoop, l’azienda italiana accoglie con entusiasmo questa opportunità.

Protetta da occhi indiscreti, HP Indigo 100K entra in produzione all’interno del parco macchine di PressUP, sotto il coordinamento di Francesco Marra, responsabile di produzione dell’azienda.

«È stata una bella sperimentazione, che ci ha consentito di approfondire aspetti tecnici e strategici. Con 100K, infatti, HP ha introdotto significative innovazioni del processo di stampa, velocizzato il flusso di lavoro, ottimizzato il trasporto carta», spiega Marra. «A fronte di questi miglioramenti, ci hanno chiesto di comprovare l’aumento di prestazioni promesso, e comparare i risultati ottenuti sulla 100K con le stesse lavorazioni eseguite su HP Indigo 12000».

Il caricamento della carta Mondi Pergraphica all’interno di uno dei quattro cassetti di HP Indigo 100K.

Per nove mesi, il team di Marra sottopone HP Indigo 100K a ogni genere di test, stampando su carte patinate e naturali, alimentandole in fibra e controfibra, e su numerosi supporti non certificati. Questo consente di rilevare puntualmente dati, problematiche, differenze rispetto alla serie precedente, e valutare l’esperienza d’uso complessiva degli operatori.

«I cambiamenti più evidenti riguardano alcuni componenti, e la loro manutenzione», spiega Marra. «Il nuovo conveyor belt, ad esempio, rende il percorso carta più affidabile. Mentre la nuova testa laser, un monoblocco sigillato, riduce drasticamente le esigenze di manutenzione, e previene decadimenti qualitativi inattesi».

Al sistema di trasporto carta si aggiungono numerosi altri accorgimenti, che rendono l’architettura e le prestazioni di HP Indigo 100K radicalmente diverse dalle serie precedenti, con un aumento della produttività stimato di circa il 50% rispetto ad HP Indigo 12000. Tra gli altri, il sistema di alimentazione dei supporti, che consente di gestire in contemporanea fino a quattro carte differenti, un nuovo sistema di ispezione e un software completamente ridisegnato.

Una crescita di prestazioni che PressUP ha riscontrato nella propria operatività quotidiana, caratterizzata da frequenti cambi di lavoro, carta e operatore, e da un utilizzo intensivo dell’attrezzatura, impiegata su più turni.

«Già sulla Serie 4, HP aveva implementato funzionalità imprescindibili per uno stampatore, come l’alimentazione carta da pallet», precisa Cirimele. «Su 100K ha introdotto un nuovo software che riduce sostanzialmente i tempi di calibrazione, velocizza la gestione delle code e delle stampe di prova. Insieme alla velocità di punta, anche questi sono gli elementi che rendono un sistema realmente produttivo».

Fogli in uscita dal vassoio superiore della macchina, utilizzato per l’espulsione dei soli fogli sottoposti a controllo qualità manuale.

Stampatori digitali crescono

«Perché un modello di produzione digitale sia scalabile, è necessario avere meno macchine da stampa, ma unitariamente più produttive», spiega Marra. «Non potremmo continuare indefinitamente a spostare pareti, creare infrastrutture, o, ancor peggio, ritrovaci a dover occupare nuovi edifici e assumere nuovi operatori».

Temi quali produttività, affidabilità e saturazione delle risorse produttive sono centrali, specie per un’azienda abituata ad operare 24/7, in un contesto di massima efficienza operativa. In prospettiva, attrezzature come HP Indigo 100K consentiranno a PressUP di gestire in modo più flessibile sia i bassi volumi che le tirature più lunghe, oggi realizzate esclusivamente in offset.

«Riceviamo ancora numerosi ordini per diecimila volantini, o mille poster, ma quando parliamo di cataloghi e brochure di qualità, oggi i clienti tendono ad acquistarne poche centinaia di pezzi per volta, riordinandoli con maggiore frequenza», spiega Cirimele. «Per sfruttare al meglio l’indotto generato da agenzie che ordinano sia le piccole che le medie e grandi quantità, è quindi necessario essere pronti a gestire in chiave digitale migliaia di ordini e riordini».

Con una base installata che include macchine da stampa offset Heidelberg e Komori H-UV, e sistemi di nobilitazione digitale Scodix, PressUP incarna un modello di ibridazione evoluto ed efficiente, che accomuna l’azienda ai più grandi stampatori online europei. In queste organizzazioni, tuttavia, la tecnologia digitale occupa quasi sempre una posizione di subordine, soprattutto a causa delle sue ridotte prestazioni. Proprio l’obiettivo di HP di dare vita ad una macchina digitale più produttiva e affidabile ha convinto Cirimele e il suo team a contribuire allo sviluppo di 100K.

Un progetto inusuale, che valorizza il digitale

Commissionando a PressUP la stampa della nostra copertina, sapevamo di affidarci a un fornitore in grado di padroneggiare progetti creativi complessi, e flussi di prestampa con dati e layout variabili. C’è tuttavia da chiedersi quanto un simile progetto sia usuale e facilmente gestibile per uno stampatore.

Vincenzo Cirimele, fondatore e CEO di PressUP, verifica personalmente la qualità del prodotto, analizzando più varianti cromatiche della copertina.

«La stampa variabilizzata è un’opportunità percorribile per un pubblico sempre più vasto. Per incoraggiarne l’adozione, organizziamo eventi per tipografi e designer, cui mostriamo le potenzialità del digitale e le funzionalità degli applicativi HP SmartStream», afferma Cirimele. «Il messaggio, tuttavia, si ferma ai livelli più alti. Chi deve progettare e creare i file, spesso si blocca per pigrizia, o per il timore di non saper generare e gestire correttamente centinaia di PDF uno diverso dall’altro».

Carte “crossover”, compatibili con ogni tipo di tecnologia di stampa: utopia o realtà?

Sin dagli esordi della stampa digitale, la compatibilità dei supporti con toner, ElectroInk e (più recentemente) inchiostri gettabili a base acqua e UV-curable, è considerata un fattore critico. Alcuni operatori hanno ovviato al problema utilizzando carte differenti per l’offset e per il digitale. Altri hanno tentato di unificare il tipo di supporto, acquistando carta offset in formato B1 e poi tagliandola in formati più piccoli, secondo il bisogno.

Compromessi sempre meno accettabili per gli stampatori digitali più maturi, che consumano decine di migliaia di fogli ogni giorno, e percepiscono l’urgenza di poter acquistare la medesima carta in risme, pacchi o interi pallet, eseguendo la stampa su macchine offset e digitali, in funzione di quantitativi, formati macchina, qualità attesa e disponibilità dell’hardware.

A riprova di questo, il parco macchine di PressUP, si è progressivamente ampliato dalle sole macchine offset B1 ai sistemi digitali HP Indigo in formato A3+ (prima 320x460 mm, poi 330x480 mm), e negli ultimi anni si è arricchito delle nuove serie di HP Indigo in formato B2+ (530x750 mm).

«È anacronistico e inefficiente pensare, o tentare di spiegare a un cliente, che l’uso di una carta specifica per il digitale possa implicare un aumento di costo. O ipotizzare di dover sempre acquistare carta offset, ed effettuare il taglio in formati più piccoli», afferma Cirimele. «Per questo, le cartiere più attente hanno creato carte versatili, disponibili nei formati digitali e offset più diffusi, compatibili con entrambe le tecnologie, dotate delle certificazioni richieste e proposte al giusto prezzo».

Pergraphica, la carta naturale che abbiamo scelto per la nostra copertina, si propone come la risposta ideale a queste istanze. Prodotta da Mondi presso la cartiera austriaca di Neusiedler, Pergraphica è infatti disponibile in differenti finiture, grammature e punti di bianco, sia a foglio che in bobina, in una varietà di formati. La gamma Pergraphica si è via via arricchita di versioni colorate (con tre palette di colori scuri, accesi e tenui) e grammature fino a 400 g/m². Tra le ultime aggiunte, una versione nera denominata Infinite Black, pensata per il packaging e per progetti creativi premium.

This article is from: