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Editoriale

E se un giorno il parente povero diventa “cool”?

di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com

C’è stato un tempo in cui nel nostro settore eri un figo se sapevi usare una workstation per la fotocomposizione o il fotoritocco, pilotavi scanner a tamburo multimilionari e maneggiavi preziosi hard disk SCSI. Per questo indossavi un camice bianco, lavoravi in locali asettici, guadagnavi cifre da urlo e non ti sporcavi troppo le mani. In anni più recenti, complici la stampa digitale e l’automazione dei workflow in prestampa, il luogo di vera tendenza è diventata la sala stampa. E con lei – “ubi maior, minor cessat” – le gigantesche, costosissime, luccicanti macchine da stampa, non importa se analogiche o digitali. Due trend durati ciascuno almeno un paio di decenni, che hanno inciso sui percorsi professionali degli operatori, sulle strategie di ricerca e sviluppo dei vendor, sulle dinamiche di vendita e distribuzione. E in qualche misura anche sui contenuti editoriali delle nostre riviste. Oggi la prestampa e i flussi di lavoro sono in larga parte automatizzati. Tutto il settore ha accettato tacitamente (e colpevolmente) che a progettare e gestire commesse di stampa e packaging non siano più professionisti formati, ma autodidatti della suite Adobe senza competenze. Per la gioia di chi ha fatto del preflight, del color management e della parametrizzazione automatica il proprio business. E una conseguente riduzione della complessità nelle fasi produttive, al punto che per imprenditori e operatori è sempre più difficile fare la differenza e ritagliarsi buone marginalità. Già da qualche anno, benché non tutti lo abbiano capito, a segnare il vero scarto tecnico è infatti il modo in cui il materiale stampato si trasforma in un prodotto finito. Sia esso una semplice segnatura rifilata, piegata, incollata e brossurata. O uno stampato di pregio fustellato, nobilitato e arricchito di effetti speciali oggettivamente differenzianti. Per questo nelle prossime pagine, come già negli ultimi numeri di Italia Publishers e sempre di più nei prossimi, vi parliamo del finishing come di un vero game changer. Ovvero di quel parente povero che è diventato, improvvisamente, cool!

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