VENERDÌ 2 APRILE 2010 ANNO 135 - N. 78
In Italia
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Conversazioni
Il secolo del Male senza guide
di Beppe Severgnini a pagina 56 con F. Monti
di Dario Fertilio alle pagine 46 e 47
IL TRIENNIO DI BOSSI E BERLUSCONI
UNO SCENARIO COMPLICATO gazione trionfale, o comunque senza più problemi che lo infastidiscano personalmente, le opposizioni non possono negare di essere nei guai. Sono nei guai in parte perché sono state variamente ammaccate o sconfitte. La sinistra può esibire, è vero, due vincitori: Di Pietro e Vendola. Ma sono entrambi vincitori scomodi, quantomeno per il Pd. Vendola sposta la sinistra a sinistra, mentre alla sinistra occorrono soprattutto elettori di centro-sinistra. Invece Di Pietro carica sempre a testa bassa; e sempre è troppo spesso. Però la sinistra è nei guai soprattutto perché è gestita da menti confuse. Primum vivere, si è sempre detto. Ma il Porcellum, la legge elettorale vigente, promette di renderla un quasi-defunto perpetuo. Il Porcellum attribuisce un premio di maggioranza del 55% dei seggi a chi ottiene la maggioranza relativa dei voti. Così è già sicuro che nel 2013 Berlusconi più Bossi vincerebbero, con il Porcellum, una comoda maggioranza di governo. Pertanto l’interesse prioritario di tutte le opposizioni è di battersi per un sistema elettorale meno iniquo. Ma Bersani ci fa soltanto sapere, di passata, che lui vedrebbe bene un ritorno al Mattarellum (ricorderete: un sistema uninominale per il 75% dei seggi). Sarebbe, per il Pd, passare dalla padella nella brace. Perché non punta, invece, sul sistema tedesco tenacemente chiesto da Casini? E’ che per Bersani il problema pare che sia di ammazzare il «centrino» di Casini. Invece è, dovrebbe essere, di salvare se stesso. Come dicevo, primum vivere. Poi, sul resto, si vedrà. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Perché la Lega ha vinto.
TIM
più il prezzo del quotidiano
Il governo non esclude un decreto per abbattere il divario tra Italia e Paesi europei
Benzina, il prezzo scandalo I carburanti toccano prezzi record (oltre 1,4 euro per un litro di verde, quota 1,23 per il gasolio) e il sottosegretario Saglia (ministero dello Sviluppo) non esclude che il governo intervenga con un decreto legge.
Sandra Bullock e noi
E il premier dà la linea sulla Moratti: sosteniamola
ALLE PAGINE 16 E 17
Un caso nazionale. Ora l’imperativo del Pdl è di disinnescare la bomba che rischia di esplodere a Milano tra il governatore Formigoni e il sindaco Moratti, con la Lega che chiede la poltrona di sindaco per il 2010. Il «big bang» è arrivato con la lettera dei consiglieri regionali Pdl. L’accusa: i milanesi sono scontenti della Moratti e noi abbiamo faticato a essere rieletti. Ieri sul caso Moratti c’è stato un vertice da Berlusconi. E il premier ha detto ai suoi: sosteniamola.
Agnoli e Baccaro
A PAGINA 14
Distribuzione. La crescita dei prezzi si deve all’aumento della quotazione del greggio e al peggioramento del cambio euro/dollaro. Ma Saglia punta il dito sul sistema distributivo: «Indispensabile una riforma».
Ru486 Il no di Zaia in Veneto e Cota in Piemonte. Il Pd: non sono imperatori
La Lega contro la pillola abortiva Elogio del Vaticano: atti concreti Dopo le Regionali
LA NUOVA STRATEGIA CATTOLICO-PADANA di MASSIMO FRANCO
Meglio felici in famiglia o vincenti sul lavoro? di DAVID BROOKS
A
Sandra Bullock (foto) sono successe due cose questo mese. Primo, ha vinto un Academy Award come migliore attrice. Poi è trapelata la notizia che il marito l’ha tradita. La questione filosofica che si pone è la seguente: siete disposti ad accettare un favoloso trionfo professionale in cambio di una grave umiliazione? Ci stareste, a questo baratto? CONTINUA A PAGINA 33
E
ra prevedibile che uno degli effetti collaterali della vittoria leghista alle regionali fosse l’accentuazione della sua strategia cattolico-padana. I veti sulla pillola abortiva lanciati ieri da Roberto Cota e Luca Zaia, neogovernatori di Piemonte e Veneto, sorprendono solo in parte; e altrettanto prevedibile era la «benedizione» di monsignor Rino Fisichella. Si tratta di un asse impostato e rinsaldato da mesi, più o meno sotto traccia. Umberto Bossi e il suo partito l’hanno coltivato cancellando i ricordi di un paganesimo leghista che associava i papi e i vescovi a «Roma ladrona» e preferiva i riti celtici a quelli cristiani.
Dopo Roberto Cota, Luca Zaia. Il neo presidente leghista della Regione Veneto si è affiancato al suo «collega» piemontese nell’opposizione alla pillola abortiva Ru486, da ieri distribuita in Italia. «Studieremo tutti i modi per non far arrivare la pillola negli ospedali veneti — ha detto —. Siamo nettamente contrari a questo strumento, banalizza una procedura così delicata come l'aborto, lascia sole le donne e deresponsabilizza i più giovani». Soddisfazione in Vaticano («Sono atti concreti», ha detto monsignor Rino Fisichella), malumore tra i «laici» del Pdl. Pier Luigi Bersani (Pd): i nuovi presidenti «si credono imperatori».
Le interviste
Schifani: sulle riforme collaborino tutti di MARCO GALLUZZO
«Le riforme nascono dalla collaborazione tra le forze politiche», afferma Renato Schifani. A PAGINA 9
Franceschini: è l’ora di difendere i Piccoli di MARIA TERESA MELI
«Un artigiano che fallisce vale quanto un precario senza lavoro», dice Dario Franceschini.
DA PAGINA 2 A PAGINA 5
Cavalli, Iossa Piccolillo, Vecchi
CONTINUA A PAGINA 18
Fisco Elicottero, palazzo cinquecentesco e 164 milioni di tasse non pagate
COMUNE
I trucchi del grande evasore cremonese
A PAGINA 13
DI FERRARA
Esportazioni militari in crescita del 61% di MICHELE NONES A PAGINA 19 con Guido Olimpio
Furbetto del quartierino e campione di evasione: la Guardia di finanza contesta a un imprenditore di Cremona di aver nascosto al fisco ben 164 milioni di euro. Residenza a Montecarlo e sede sociale in Lussemburgo: dal 2001 a oggi non ha pagato un centesimo di tasse. In compenso, possedeva elicottero, fuoriserie e un palazzo del ’500. A PAGINA 26
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e elezioni dell’altro giorno pongono parecchi problemi, o anche problemoni, ai tre anni «tranquilli» (senza elezioni) durante i quali Berlusconi continuerà a governare. E’ chiaro che il Cavaliere resta in sella; ma indebolito nei confronti di Bossi, anche perché il suo partito, il Pdl, diventa sempre più un partito «meridionalizzato» e per ciò stesso in inevitabile rotta di collisione contro il federalismo fiscale della Lega. Beninteso, questi non sono problemi che toccano personalmente il Cavaliere. E quindi non sono, per lui, problemi veri, problemi seri. La Lega lo incalza sul federalismo (non solo fiscale ma anche nazionale)? Berlusconi concederà il concedibile senza alcuna sofferenza. Il Vaticano invade sempre più la sfera del «libero Stato» (in libera Chiesa)? Il Cavaliere è notoriamente persona molto devota (bacia, forse per sbaglio o per lunga abitudine, persino l’anello di Gheddafi); e quindi anche qui nessun problema. Il gran capo si risente solo quando è accusato di non saper governare. Ohibò, questo no. La verità è che i giudici e una cattiva Costituzione che lo intralcia da mattina a sera gli impediscono di governare. Ma ora basta. Ora chiederà (Bossi consenziente) il presidenzialismo, da lui inteso all’ingrosso come il pieno potere di fare quel che vuole, e contestualmente metterà finalmente la mordacchia alle «toghe rosse». Dopodiché tutti vedranno quale sia la sua statura di uomo di governo. Ma se il capo dei capi prevede per sé una navi-
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Primo Piano
Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
Aborto Lo scontro
La trincea dei leghisti «La Ru486 non passa» La Chiesa: atti concreti
Le domande
Che cos’è la Ru486?
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Il Papa e l’aborto: rifiutare le leggi ingiuste Dubbi nel Pdl. Bersani: non sono imperatori
La pillola Ru486 è un’alternativa all’aborto chirurgico: provoca l’interruzione di una gravidanza in corso in modo farmacologico, senza bisogno di anestesia e di intervento. Il farmaco utilizzato si chiama mifepristone: la pillola agisce direttamente sui recettori del progesterone, ormone necessario a sostenere la crescita dell’embrione fecondato, bloccandone l’azione. Per aumentare l’efficacia della molecola viene usata una seconda sostanza: la prostaglandina. Questa seconda pillola viene somministrata, ma non in tutti i casi, a due giorni dall’assunzione della prima.
Come funziona?
? R
La prima pillola di mifepristone causa il distacco e l’eliminazione della mucosa uterina, con un processo simile a quello che avviene durante il ciclo mestruale. La seconda pillola di prostaglandina provoca contrazioni uterine e favorisce l’eliminazione dell’embrione senza bisogno di ricorrere all’intervento chirurgico. Gli eventuali effetti collaterali (crampi, nausea, vomito) sono minori rispetto all’aborto tradizionale. Se la procedura è usata in modo corretto, funziona nel 95% dei casi. Non va confusa con la pillola del giorno dopo che si basa su principi diversi e va assunta entro 48-72 ore dal rapporto sessuale.
A quando risale la scoperta?
? R
Neoeletti I governatori del Piemonte Roberto Cota (a sinistra) e del Veneto Luca Zaia (ItalyPhotoPress/Emblema)
ROMA — Sulla pillola abortiva, la Ru486, la Lega si scopre profondamente cattolica. E si lancia in un abbraccio ideale della Chiesa al quale il Vaticano non solo non si sottrae ma che, al contrario, ricambia con fervore. Così abbracciati, Lega e Vaticano vanno alla guerra della pillola che l’ospedale Sant’Anna di Torino ha già richiesto alla farmacia ospedaliera. «Per quanto mi riguarda, le scatole di Ru486 che la ex governatrice Mercedes Bresso ha ordinato, resteranno nei magazzini», ha detto Roberto Cota, come primo impegno del suo mandato da governatore del Piemonte. «Per quanto riguarda me — gli ha fatto eco dal lato est del Settentrione il collega di partito Luca Zaia, eletto lunedì scorso nuovo presidente del Veneto — non daremo mai l’autorizzazione ad acquistare e utilizzare questa pillola nei nostri ospedali». Che sta succedendo? La Lega è diventata un’alleata della Chiesa cattolica sui temi bioetici più della stessa destra, più del Pdl? Proprio nel giorno in cui il Papa, durante la messa del Crisma, celebrata in San Pietro definisce l’aborto una «ingiustizia elevata a diritto» e invita i cittadini a non accettare
l’aborto che non è un diritto ma solo «l’uccisione di bambini innocenti non ancora nati», la risposta a quella domanda la offre con convinzione monsignor Rino Fisichella, per il quale, quelli di Cota e di Zaia «sono atti concreti che parlano da sé e questi atti concreti che parlano da sé non fanno altro che manifestare una azione politica che certamente ha il supporto del proprio elettorato». Dunque,
bene la Lega per il Vaticano, se prende posizioni così nette su Ru486 e, di conseguenza, sull’aborto. Bene anche perché se la Lega si muove così significa che il suo elettorato vuole così. «In questo momento — continua il presidente della Pontificia Accademia per la Vita — il primo atto che è stato compiuto è in difesa della vita e quindi c’è il mio plauso, vedremo adesso quando ci saranno altre azio-
Da ieri in commercio Il medico Silvio Viale mostra una pillola Ru486: ieri, primo giorno di commercializzazione in Italia, è stata ordinata solo dall’Entav di Pisa e da un ospedale di Bari
ni». Si vedrà, dunque, intanto sono moltissime, e molto critiche, le reazioni a Cota e a Zaia che con le loro parole hanno scatenato un grande putiferio politico. E anche all’interno della stessa maggioranza, non tutti li seguono. L’esempio più clamoroso è quello del sindaco leghista di Verona Flavio Tosi per il quale «è sbagliato vietare la pillola abortiva a prescindere. Va somministrata in ospedale, e nell’ambito della legge 194». Ma anche Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera prende le distanze. E lo fa per tutto il centrodestra. «Sulla Ru486 va mantenuto fermo il punto di approdo a cui si era arrivati, la gestione ospedaliera nel rispetto della legge 194. Altre ipotesi oggi francamente non sono condivisibili perché il senso di responsabilità richiede soluzioni che non spacchino la nostra società in modo frontale». Nell’opposizione il leader del Pd Pier Luigi Bersani insorge: «Andrà evidentemente ricordato ai governatori di Piemonte e Veneto che non sono imperatori, non gli è stata messa una corona sulla testa, ma sono presidenti di Regione. E Piemonte e Veneto restano in Italia e in Europa». A Maurizio Gasparri, pre-
sidente dei senatori del Pdl, che dice «dal risultato delle regionali arrivano notizie negative per il partito della morte», e che attacca il direttore dell’Agenzia del farmaco Rasi, «colpevole» a suo avviso di aver dichiarato che i governatori delle Regioni non possono impedire l’utilizzo della pillola abortiva, la presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro ribatte: «Le parole di Gasparri sembrano minacce e sono quindi fuori luogo. Cota poi deve rispettare le leggi, l’utilizzo della Ru486 è stato autorizzato dopo un lungo iter». Anche Livia Turco attacca: «La destra usa la clava ideologica invece di affrontare politiche di tutela concreta della famiglia e di prevenzione dell’aborto». «Il centrodestra ignora la legge 194», gli fa eco Antonio Palagiano, capogruppo di Italia dei valori in commissione Affari sociali alla Camera. E Cittadinanza attiva vuole ricorrere ad azioni legali. «Non entriamo nel merito di come le Regioni intenderanno attuare la deliberazione dell'Aifa — ha detto il segretario generale Teresa Petrangolini — ma è certo che non possono opporsi pregiudizialmente all'utilizzo della Ru486».
Mariolina Iossa
La Ru486 è stata inventata nel 1980 da Etienne-Emile Baulieu nei laboratori francesi Roussel-Uclaf, durante alcuni esperimenti su derivati del progesterone. La sperimentazione è iniziata subito, agli inizi degli anni Ottanta, in molti Paesi europei e negli Stati Uniti. Il primo Paese ad averla adottata nel 1988 è stata la Francia. Nel 1991 è arrivata sul mercato della Gran Bretagna, l’anno dopo su quello della Svezia, nel 2000 è stata autorizzata negli Usa. Oggi è registrata in 15 Paesi dell’Ue (altri stanno per autorizzarla) e altrettanti in tutto il mondo.
I primi in Italia a sperimentarla?
? R
La pillola Ru486 è stata sperimentata nel 2005 in Piemonte e in Toscana: 132 le pazienti coinvolte. Il ginecologo Silvio Viale, sperimentatore della pillola abortiva al Sant’Anna di Torino ed esponente dei radicali, è finito sotto inchiesta. Nel 2006 i test sono partiti in modo più diffuso in Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Marche e Trento. Lo stesso anno l’Oms ha inserito il mifepristone nella lista dei farmaci essenziali alla salute riproduttiva. Nel giugno 2007 l’Ente europeo per il controllo sui farmaci (Emea) ne ha approvato l’uso e ne ha ribadito la sicurezza.
Quando è stata autorizzata?
? R
Nel luglio 2009, con quattro voti favorevoli su cinque, anche l’Agenzia italiana del farmaco (l’ente che autorizza i nuovi farmaci) ha dato il via libera alla commercializzazione nelle strutture ospedaliere italiane del Mifegyne (Mifeprostone) prodotto dalla Exelgyne. Le regole: la Ru486 può essere somministrata, nel rispetto della legge 194, solo in ambito ospedaliero e con l’obbligo di ricovero dal momento dell’assunzione all’avvenuto aborto. Dallo scorso dicembre, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, la Ru486 è commerciabile anche in Italia.
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Primo Piano
Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
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Le posizioni dei nuovi governatori lasciano sperare per la prevenzione dell’aborto Eugenia Roccella, sottosegretario alla Salute
Il giurista / 1
Il giurista / 2
«Lo stop delle Regioni contrario alla Carta»
«I presidenti però hanno potere sulle Asl»
MILANO — «Atto incostituzionale». Esplicito il giurista Amedeo Santosuosso, docente di Diritto e scienze della vita all’università di Pavia, di fronte all’annuncio dei neogovernatori leghisti di Piemonte e Veneto di bloccare l’uso della pillola abortiva (la Ru486) nelle Regioni da loro amministrate. Non sarebbe legittimo? «No. Il potere politico ha dei limiti rispetto all’atto medico deciso con il cittadino che ha bisogno di una cura o di un intervento medico. Lo ha stabilito la Consulta (sentenza 151 del 2009) definendo incostituzionale la legge 40 (sulla fecondazione artificiale) là dove imponeva ai medici di seguire determinate procedure (per esempio l’impianto di tre soli embrioni) indipendentemente dalla concreta situazione della donna-paziente. Venivano inoltre violate l’autonomia del medico fondata sulla libertà della ricerca scientifica e il diritto della paziente ad avere i migliori trattamenti nell’interesse della sua salute. Lo stesso vale per la Ru486, approvata dalle autorità competenti europee e italiane. Qualsiasi decisione amministrativa ispirata a ideologie si pone in radicale contrasto con la Costituzione, che vale per tutte le Regioni». Ma la Chiesa plaude? «I giudici amministrativi (Tar) della Lombardia definirono illegittimo il rifiuto della Regione di indicare un ospedale dove attuare la sentenza per Eluana Englaro: una discriminazione ispirata solamente da convinzioni religiose. Potremmo accettare una sanità pubblica in cui, al momento del ricovero in ospedale ci venissero richieste attestazioni di fede o di convinzioni politiche? Saremmo alla barbarie».
ROMA — Nicola Zanon, ordinario di diritto costituzionale alla Statale di Milano, la Ru486 è solo al debutto ed è già tempo di consultare i codici? «Io immagino che Cota sappia benissimo che non può dire quello che dice, cioè "lascio la pillola in magazzino". L’articolo 120 della Costituzione lo vieterebbe, la Regione non può ostacolare la libera circolazione dei beni...». E allora? «Forse il governatore ha già in mente un suo percorso, escogiterà dei protocolli, vedremo. Sarebbe impensabile una situazione a macchia di leopardo: in Emilia pillola sì, in Piemonte pillola no, per dire...». Dalla parte di Cota, però, c’è l’articolo 117. «È vero, le Regioni hanno anche loro dei poteri in materia di sanità. E visto che l’uso della Ru486 si inserisce nella disciplina della 194, applicata dal Servizio Sanitario Nazionale, ecco che il presidente della Regione, che ha la responsabilità dell’organizzazione dei servizi, può intervenire per esempio sulle Asl. Ma ricordandosi di rispettare sempre la sfera riservata alla "buona pratica" dei medici dell’ospedale». Lei è cattolico, professore? «Sì. E capisco la posizione della Chiesa. Anch’io sono perplesso sull’uso di certi farmaci che banalizzano un momento tanto delicato nella vita di una persona. Ma il diritto ha una sua oggettività e va rispettato, altrimenti si andrà incontro a errori, contenziosi, annullamenti. Com’è già successo».
Mario Pappagallo
Fabrizio Caccia
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L’incontro È il 14 novembre del 2002: Giovanni Paolo II, seduto tra Marcello Pera e Pier Ferdinando Casini, che all’epoca erano rispettivamente presidenti del Senato e della Camera, riceve il saluto dell’allora ministro delle Riforme Umberto Bossi durante la sua storica visita al Parlamento italiano: ma i rapporti fra la Lega e la Santa Sede non sempre sono stati facili, in particolare sui temi dell’immigrazione o del dialogo fra la Chiesa e l’Islam
La svolta I rapporti tra il Carroccio e la Santa Sede
«Sono radicati come la Dc» Vaticano, l’ora del disgelo Dalle polemiche sui clandestini agli elogi di Bertone CITTÀ DEL VATICANO — Ne è passata di acqua sotto i ponti padani, da quando nel ’96 Bossi organizzò una staffetta lungo il corso del «Dio Po» per portare l’ampolla sacra dal Monviso a Venezia e proclamare («gli italiani, los italianos, fuori dalle scatole!») la nascita del «governo provvisorio» della Padania e la «separazione consensuale dall’Italia» nel giro d’un anno. A chi gli chiedeva che cosa avrebbe fatto in caso di secessione, l’arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini rispose sereno: «Rimarrei al mio posto, come Schuster» e i leghisti non la presero bene, anche perché il cardinale Schuster era rimasto al suo posto nel ’43, con la Repubblica di Salò. Ancora tre anni fa, del resto, lo stato maggiore del Carroccio chiamò a benedire il parlamento padano quel don Floriano Abrahamowicz, capo dei lefebvriani del Nordest, che l’anno scorso sosteneva il vescovo negazionista Williamson («Le camere a gas sono state usate per disinfettare, è l’unica cosa certa»), uno così moderato da mettere al rogo i documenti del Concilio ed essere cacciato pu-
Gli attriti
Il voto agli immigrati Novembre 2003: la Cei parla di voto alle amministrative per gli immigrati. Bossi: «Farebbero bene a non entrare nelle questioni dello Stato italiano» Le moschee Dicembre 2008, il cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi: «Una moschea in ogni quartiere». La Lega: «Esterrefatti»
re dai seguaci di Lefèbvre. Ma i tempi cambiano, e non è da ora che la Chiesa ha riconosciuto alla Lega quel processo di «maturazione» del quale ha scritto dopo le elezioni l’Osservatore Romano, pur tra qualche crisi ricorrente su immigrazione, Islam e unità d’Italia. Se la Lega negli ultimi mesi ha cercato di accreditarsi come «cristiana», con bimillenario realismo la Chiesa ha mostrato di apprezzare la difesa dei «valori non negoziabili» ricordati dal cardinale Angelo Bagnasco prima del voto, si parlasse di biotestamento o di Ru486, intervenendo peraltro quando il Carroccio usciva dal seminato — vedi gli attacchi di inizio dicembre al cardinale Dionigi Tettamanzi, definito «un imam» e paragonato dal ministro Calderoli a «un sacerdote mafioso in Sicilia» — e c’era il rischio di derive xenofobe. Il segnale pubblico che il clima era cambiato risale al 10 dicembre, convegno all’università Lumsa su Don Sturzo, con D’Alema di qua, Cota di là e il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano, che elogia quel «presidio
La farmacia dei frati e i preservativi «nascosti» tata, è una follia». Contro i frati ospedalieri incombe la minaccia di una denuncia: «Quel loro no è illegale». L’immuno-infettivologo Ferdinando Aiuti, presidente della commissione Politiche sanitarie del Campidoglio è severissimo: «I preservativi non solo sono un anticoncezionale, ma prevengono malattie sessualmente trasmissibili, quindi non ci si può rifiutare di venderli. Sono tenuti a farlo, a tutela della salute. L’etica deve prevalere sulla religione». Contro i farmacisti «bigotti» del presidio in mezzo al Tevere, davanti alla Chiesa di San Bartolomeo, si schiera anche l’Aied (associazione per la tutela demografica): «Un fatto grave e da condannare, dal quale prendiamo le
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Andrà ricordato ai presidenti leghisti che Piemonte e Veneto restano in Italia e in Europa Pier Luigi Bersani, segretario del Pd
Roma Le accuse dei consumatori al Fatebenefratelli. La replica: ne teniamo pochi in un cassetto, li diamo solo in alcuni casi
ROMA — «Niente condom, siamo cattolici e qui non ne vendiamo». Così avrebbero risposto ai clienti, più volte, i dottori di turno alla farmacia dell’Isola Tiberina, accanto all’Ospedale Fatebenefratelli di Roma. Struttura pubblica ma gestita direttamente dai religiosi dell’ordine di San Giovanni di Dio. Contrari, per ovvi motivi dottrinali, allo smercio di profilattici. «Ma i preservativi sono presìdi sanitari nazionali e venderli è un obbligo», hanno protestato alcuni cittadini. Affidando la questione alle associazioni di consumatori. Subito è intervenuto l’avvocato Carlo Rienzi del Codacons: «Sono atteggiamenti pericolosi, questa farmacia va boicot-
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distanze. Chiediamo un intervento per tutelare la libera scelta dei cittadini». È colta un po’ alla sprovvista la dottoressa Isabella Sementilli, direttrice della farmacia del Fatebenefratelli. «Ma siete sicuri? A me personalmente non è mai capitato che me ne chiedessero. E non avrei risposto così. Comunque qui ci regoliamo in modo da conciliare il volere dei frati, che ci hanno chiesto di non fare pubblicità all’artico-
Lo scontro La denuncia di Codacons, Aied e Arcigay. L’Ordine dei farmacisti: attacco strumentale
lo, con la deontologia medica». Come, è presto detto: «Ne teniamo una minima quantità in un cassetto, per prevenzione. Ma assolutamente non li esponiamo sul bancone». In caso d’emergenza, una confezione di profilattici, però, si trova. «Se mi capita un ragazzo che non sta bene, o un tossico, non sto nemmeno lì a fare troppe domande, uno o due glieli do pure. E in questi casi è d’accordo anche il confratello. Oppure se è domenica, quando tutte le altre farmacie sono chiuse...». Intanto si indigna Fabrizio Marrazzo, presidente dell’Arcigay romano: «Le istituzioni intervengano contro una presa di posizione illegale e scellerata. Ci aspettiamo maggiore responsabilità
da chi si occupa della salute dei cittadini». Così Giovanni Russo, medico del reparto malattie infettive dell’Umberto I, che collabora con Anlaids: «Ogni anno in Italia ci sono 4 mila nuovi casi di infezione da Hiv. E soprattutto a Roma sono numerosi i sieropositivi tra gli eterosessuali». Ma il presidente dell’ordine dei farmacisti di Roma, Emilio Croce, sostiene che «la denuncia mi sembra strumentale, i preservativi sono sanitari, non farmaci e si trovano dovunque». Osserva la dottoressa Sementilli: «Qui di condom non ce ne chiedono quasi mai. Stiamo in un ospedale che fa 4 mila parti all’anno, tutto il contrario».
Hanno detto
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Ferdinando Aiuti Sono tenuti a venderli. L’etica deve prevalere sulla religione
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Croce (Farmacisti) I preservativi sono sanitari, non farmaci E si trovano Giovanna Cavalli dovunque
del territorio» che «una volta era appannaggio dei vescovi e dei parroci» e «ora è sottolineato in modo speciale, come ha detto l’onorevole Cota, dal partito della Lega, molto radicato sul territorio». Un punto chiave, questo, specie in un Paese dove «la Chiesa di popolo» — espressione cara alla Cei e al suo presidente — conosce bene la sua gente. «Noi siamo abituati a rispettare il consenso elettorale», ha spiegato al Corriere l’arcivescovo Rino Fisichella nel giorno del trionfo leghista, «dobbiamo prendere atto dell’affermarsi della Lega, di un radicamento nel territorio che le permette di sentire più direttamente alcuni problemi presenti nel tessuto sociale. Quanto ai problemi etici, mi pare che manifesti una piena condivisione con il pensiero della Chiesa». Anche L’Osservatore Romano ha fatto notare come il Carroccio abbia «un radicamento sul territorio analogo a quello che, qualche decennio fa, riuscivano ad avere formazioni come la Dc e il Pci». Chiaro che Oltretevere, come alla Cei, se ne tenga conto. L’elettorato leghista è quello che fu «bianco». Bossi salutò Wojtyla in Parlamento nel 2002, ma i rapporti si fermavano qui e nell’ultimo anno ha lavorato per avvicinare i vertici ecclesiastici, mentre la Padania insiste-
Fisichella «È un partito radicato che sente i problemi del tessuto sociale E sulle questioni etiche condivide pienamente il nostro pensiero» va sull’identità cristiana. E le porte si sono aperte: il 23 settembre il cardinale Bertone ha ricevuto in Vaticano Bossi, il figlio Renzo e i vertici parlamentari del Carroccio, compreso Cota. E venti giorni prima, il 3 settembre, proprio nel giorno in cui Dino Boffo si dimetteva da Avvenire dopo gli attacchi del Giornale berlusconiano, era stato il cardinale Bagnasco a incontrare il Senatur. Certo, Vaticano e vescovi tengono d’occhio la Lega. Dall’attacco a Tettamanzi, alla campagna anticlandestini «Bianco Natale» o la «crociata» contro i minareti svizzeri, le risposte dure non sono mancate: la Chiesa non vuole guerre di religione né eccessi identitari, invita a «coniugare accoglienza e legalità» ma esorta con il Papa a rispettare gli immigrati come persone, non tollera attacchi né tentativi di dividerla. E continua a invocare, come nel documento Cei sul Sud, un «federalismo solidale». Resta il fatto che la difesa della vita e i valori etici «fondano» anche quelli sociali, come diceva Bagnasco prima delle elezioni. Di qui il sostegno alle iniziative dei Cota e degli Zaia, nuova generazione leghista: la storia dirà se anche loro faranno parte di quella «nuova generazione di politici cattolici» che la Chiesa auspica da anni.
Gian Guido Vecchi © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
Aborto Le Regioni
L’utilizzo nel mondo
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Le donne che nel mondo hanno utilizzato la pillola abortiva Ru 486
La pillola divide i governatori Le Regioni pdl: seguire la legge I presidenti e l’Italia dei «distinguo». Anche negli stessi schieramenti
ROMA — Il federalismo parte dalla Ru486. I neo-governatori leghisti promettono battaglia contro la pillola abortiva. Quelli del Pdl si attengono al parere del Consiglio superiore di Sanità che prevede il ricovero per i tre giorni del trattamento. Quelli di centrosinistra sono divisi tra ricovero e day hospital. Ieri, primo giorno di commercializzazione in Italia del farmaco, sono arrivati solo due ordini uno dall’Entav di Pisa, l’altro da un’ospedale di Bari. Da Milano (San Carlo, Mangiagalli e Fatebenefratelli) sono partite richieste di informazioni, anche dalla Puglia e dalla Toscana. Niente da Roma. Alla Nordic Pharma che distribuisce il Mifegyne si aspettavano di più. Forse un effetto dell’offensiva aperta contro la Ru486 dal neo-governatore leghista del Piemonte, Roberto Cota: «Lasceremo marcire il farmaco nei magazzini». Ma Mercedes Bresso aveva dato il via libera. E al Sant’Anna di Torino Silvio Viale ha già chiesto 50 confezioni. Anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha dichiarato: «Non daremo mai l’autorizzazione per poter trovare questa pillola nei nostri ospedali». Ma il Veneto, assieme a Lombardia e Toscana, ha già deliberato per il sì al trattamento con il ricovero. La Lombardia, malgrado il presidente Formigoni sia contrario a ogni tipo di interruzione di gravidanza, si sta attrezzando
La normativa Dal Trentino alla Calabria le posizioni su medici, day hospital ed effetti da dicembre, con un’apposita delibera sono stati previsti posti in più in ospedale: da 50 a 100. Vanno avanti i neo-presi-
denti pdl. Renata Polverini, che ha vinto al fotofinish la regione Lazio, grazie anche al sostegno della Cei, ieri ha ribadito: «È un aborto provocato chimicamente e non chirurgicamente. Nella legge 194 c’è la salvaguardia della salute della donna e quindi devono avere lo stesso trattamento con il ricorso al ricovero ospedaliero». «L’unica ipotesi percorribile per la somministrazione
della pillola abortiva è quella dell’ospedale», conferma il governatore Pdl della Calabria, Giuseppe Scopelliti. Il neopresidente della Campania, Stefano Caldoro, è sulla stessa linea: «La pillola abortiva, la Ru486, deve essere prevista in regime di ricovero». L’Emilia Romagna ha optato per il day hospital, prevedendo appositi protocolli che consentono comunque il mo-
nitoraggio costante della donna, anche fuori dall’ospedale. Claudio Burlando, riconfermato governatore della Liguria, lascia decidere ai medici: «Sulla Ru486 ha già deliberato l’Agenzia italiana del farmaco, c’è la legge 194 che regola il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza, c’è stata un’indagine parlamentare, ritengo che spetti ai medici attuare quanto previsto e decide-
re come usare la pillola abortiva, non a un presidente di Regione». Il Trentino aveva optato per il day hospital ma ha cambiato idea. La pillola verrà distribuita solo in regime di assistenza ospedaliera. In Basilicata, il presidente pd Vito de Filippo, dice: «Sono di orientamento cattolico. Ma essendo un farmaco autorizzato dall’Aifa deve decidere il medico in regi-
me ospedaliero». In Puglia, Nichi Vendola, riconfermato governatore, aveva dichiarato che «questa battaglia non può essere combattuta sul corpo della donna». La sperimentazione della pillola abortiva Ru486 nel Policlinico di Bari e nell’ospedale Vito Fazzi di Lecce va avanti. Si attendono le linee guida. L’Umbria non ha ancora una normativa. La neo governatrice, Catiuscia Marini, Pd, prima dell’elezione aveva detto: «Sì alla Ru486 con il vaglio medico-scientifico, a cui spetta stabilire se vada somministrata in day hospital o in degenza ospedaliera». Anche l’assessore alla sanità della Val D’Aosta, Albert Laniece, si dice «al momento convinto che non basti il regime di day hospital ma piuttosto serva il ricovero per evitare complicanze». Le Marche hanno avviato la sperimentazione. Le altre regioni devono decidere. La Sicilia ha convocato un tavolo tecnico. Attende informazioni e parlerà tra 15 giorni. Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ieri ha annunciato che dopo Pasqua si insedierà «un tavolo tecnico di monitoraggio sulla pillola Ru486». Il sottosegretario Eugenia Roccella aggiunge: «Lavorerà in fretta, per cercare soluzioni immediate. E capire se il farmaco viene usato in modo compatibile con la legge 194».
Virginia Piccolillo © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il primario
Il monsignore
«Scelta di libertà ma le donne saranno più sole»
«La Chiesa delusa dalla Polverini? Siamo per la vita»
MILANO — Si è attivato tre giorni fa per ordinare la Ru486, eppure Mauro Buscaglia (nella foto), primario al San Carlo di Milano con 39 anni di carriera da non obiettore, va controcorrente: «La pillola non alleggerirà il peso dell’aborto. Anzi, rischia di fare sentire le donne ancora più in colpa». Abortista, ma contrario alla Ru486? «È giusto farla arrivare in ospedale in nome della libertà di scelta di ciascuno, ma per le pazienti può essere un boomerang dal punto di vista psicologico». Il motivo? «Nell’aborto chirurgico le donne possono condividere il peso della loro decisione con il medico che esegue materialmente l’intervento; con la Ru486, invece, sono giocoforza più sole». Anche i tempi dell’aborto con la Ru486 sono più lunghi. «Con quello chirurgico il tutto si risolve nel giro di poche ore, con la pillola sono necessari anche 3 giorni. Da trascorrere in ospedale in attesa che il farmaco faccia il suo effetto». Eppure in Paesi come la Francia la Ru486 ha avuto giudizi positivi. Quella contro la pillola abortiva non rischia di essere una polemica tutta italiana? «È possibile. Se il farmaco si dimostrerà utile, io sono pronto a cambiare idea».
CITTÀ DEL VATICANO — Che ne dice, eccellenza? «Penso che la difesa della vita, dal concepimento fino alla conclusione naturale, costituisce una grande testimonianza che la Chiesa deve dare di fronte al mondo...». Monsignor Luigi Negri (nella foto), vescovo di San Marino e Montefeltro, alla vigilia delle elezioni lo aveva detto chiaro: «È proprio in ambito regionale che alcuni valori non negoziabili possono trovare accoglimento oppure essere rigettati». Parlando al Giornale, aveva commentato «con profondo dolore» i dati dell’Emilia Romagna, «si compiono 16 mila aborti all’anno, 12 mila chirurgici e 4 mila per mezzo della pillola Ru486». È soddisfatto dell’iniziativa dei presidenti di Regione leghisti? «Siamo grati a coloro che lavorano perché la difesa della vita informi per quanto possibile anche la legislazione civile». Non c’è un po’ di delusione, invece, per la posizione della Polverini nel Lazio? «Non do giudizi su chi non conosco. Dico però che quanti lavorano alla difesa della vita, anche partendo da una posizione diversa dalla nostra, trovano la nostra cordiale adesione. Non posso essere più esplicito...».
Simona Ravizza
G. G. V.
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Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
Politica e media Il premier
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Utilizzeremo Internet prestando a voi la massima attenzione. Insieme costruiremo una grande rivoluzione liberale Silvio Berlusconi
«Nuova stagione al via» Berlusconi debutta nella piazza di Facebook
Financial Times
«Ha vinto la Lega Ma le riforme?»
«I vertici pdl hanno fatto bene». E «salva» Fitto ROMA — No, non è un pesce d’aprile. È proprio Silvio Berlusconi, dal vivo, a parlare ai lettori del Giornale dalla pagina di Facebook. È la prima volta, certo, ma altre ne seguiranno perché il Cavaliere, come confermano dal suo staff, è intenzionato a sfruttare questo strumento per dialogare direttamente, senza alcuna mediazione, con il suo popolo. Non solo. Parlare attraverso i social network, si fa notare, è anche un modo per mobilitare i propri supporter. Nel messaggio audio auspica che si «avvii la stagione delle riforme» e garantisce che li consulterà. E con un altro messaggio, dal sito online del Pdl, si rivolge ai Promotori della libertà e li incita a conquistare nuovi sostenitori. «Tutto ciò fa parte di una strategia comunicativa che si ispira — ricorda Antonio Palmieri, responsabile new media del Pdl — al modello di Barack Obama e corona la campagna elettorale avviata con la creazione del sito Forzasilvio.it». La prima volta di Berlusconi su Facebook avviene mentre il Consiglio dei ministri respinge
le dimissioni di Raffaele Fitto (resta ancora da definire chi sostituirà alle Politiche agricole Luca Zaia diventato nel frattempo governatore del Veneto). Il Pdl, dirà poi in serata Berlusconi, «ha funzionato bene» e non si cambieranno i dirigenti di vertice «salvo in alcune realtà locali, ma non in Puglia, aprendo ai giovani e alle donne». Ma
«Come Obama» Il responsabile new media del Pdl: è una strategia comunicativa che si ispira al modello di Obama c’è di più. Il finiano Italo Bocchino, presentando la sua Generazione Italia, gli tributa un riconoscimento inatteso: «È un genio». «Facebook — esordisce il Cavaliere — è una nuova occasione per conoscersi, è una piazza virtuale dove è possibile presentare e difendere le proprie idee e soprattutto qua si accende il confronto politico». Veniamo
Su «Forzasilvio.it»
da una difficile campagna elettorale, prosegue Berlusconi, «ma adesso inizia un periodo di tregua elettorale e potremo finalmente avviare la stagione delle grandi riforme: la riforma dello Stato, una grande e profonda riforma della giustizia, una grande riforma con l’ammodernamento del fisco». Ed ecco il punto, inedito, con il quale Berlusconi intende sondare gli umori dei propri sostenitori: «Sono convinto che nel momento in cui si interviene su temi così importanti sia fondamentale ascoltare i suggerimenti dei cittadini e formulare delle scelte in sintonia con il sentire del nostro popolo». Per raggiungere questo scopo, osserva, «utilizzeremo Internet e naturalmente Facebook prestando a voi, amici del Giornale, la massima attenzione. InsieEsordio su Youtube di Bocchino e dei me potremo costruire una finiani con www.generazioneitalia.it, il grande rivoluzione liberale loro web giornale: «Berlusconi ha messo per rendere il nostro Paese più insieme Lega e An: è un genio» moderno e libero». Questo concetto ritorna nel
«Silvio? È un genio»
«Il Pdl di Berlusconi ha preso 6 regioni su 13, anche se il vero vincitore è la Lega. Ma adesso l’Italia ha bisogno di riforme». È l’analisi del Financial Times, che in un articolo dal titolo «L’Italia si trascina» sottolinea che ora la Lega avrà più peso nella coalizione di governo. messaggio ai Promotori della libertà. Il richiamo alla mobilitazione è chiarissimo. Conto ancora su di voi, è il suo incitamento, sulla vostra capacità di fare proselitismo e di comunicare agli italiani il lavoro svolto dal governo e dalla maggioranza, perché «la sfida che ci attende è ancora è più importante. Dagli italiani abbiamo ricevuto un preciso mandato per completare la rivoluzione liberale nel nostro Paese: noi onoreremo questo impegno. E nei prossimi tre anni dunque realizzeremo le grandi riforme: l’architettura costituzionale dello Stato,
Audio online Berlusconi, 73 anni, ieri ha dato appuntamento su Facebook ai lettori del Giornale, ai quali ha inviato un audio messaggio: «Abbiamo vinto anche grazie a voi»
la giustizia, il fisco». Un lavoro importante e che non potrà essere portato a compito da soli, è il sottinteso del suo ragionamento. Ma c’è un’incognita. «Non sappiamo — si domanda — se l’opposizione o almeno una parte di essa abbandonerà finalmente i toni e gli atteggiamenti di ostilità preconcetta sinora messi in campo. Me lo auguro. Noi, comunque, avvieremo il percorso delle riforme e giungeremo all’obiettivo di fare dell’Italia una nazione più efficiente e moderna».
Lorenzo Fuccaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
Dalla tv a Internet
«Dite da che cosa volete partire» Sondaggio sul sito per fissare le priorità
SALTO MEDIATICO DOPO LE ELEZIONI CHE HANNO VISTO VINCERE IL WEB
ROMA — Niente di improvvisato, nulla di casuale. L’idea di Silvio Berlusconi di sbarcare sul web non è una novità dell’ultima ora, e non sembra nemmeno un gioco del momento. Come racconta il responsabile Internet del Pdl Antonio Palmieri «noi sul web ci siamo dal ’95, e abbiamo intensificato la nostra presenza negli ultimi due-tre anni». Con l’iniziativa, targata novembre 2007, per decidere il nome del partito. Con quella del 2008 per votare in rete le priorità del programma di governo. Iniziative affiancate a quelle più tradizionali dei gazebo in piazza, che Berlusconi promette di riproporre a breve, per chiedere agli italiani come la pensano sulla grande riforma istituzionale che si prepara a portare in Parlamento. Ma più capillari, rivolte a utenti motivati, polso di un elettorato in movimento. E soprattutto, questa è la novità, iniziative tanto agili da essere già partite. Sì perché sul sito Forzasilvio.it — nato dieci mesi fa e assurto agli onori delle cronache per aver ricevuto il primo messaggio sull’«amore che vince l’odio» mandato da Berlusconi all’indomani della sua aggressione di Milano — la consultazione su quali riforme vogliono gli elettori del Pdl è già in corso. Registrandosi al sito, si può entrare nella sezione e rispondere a tre quesiti: vuoi l’elezione diretta del presidente della Repubblica o del premier? Vuoi un Parlamento con 175 parlamentari, con la metà degli attuali o con 100 senatori e 500 deputati? E infine: vuoi una Camera che legifera e un Senato delle Regioni o il bicameralismo perfetto ma con le leggi del governo approvate in tempi certi e definiti? Un sondaggio vero, che — nelle intenzioni dei promotori — potrà essere esteso a gazebo e a siti Internet aperti a tutti quando, tra qualche mese, sarà chiaro un testo base targato Pdl: «A quel punto — dice Mario Valducci, presidente dei Club della Libertà — faremo esprimere la gente, e sapremo cosa vuole il popolo. Se il Parlamento non ci starà, si potrà andare al voto anticipato: e gli italiani sceglieranno».
di ALDO GRASSO
A
Paola Di Caro
nche Silvio Berlusconi si è convertito a Facebook e si è servito del social network per ringraziare gli elettori. Su Internet circolano pagine molto poco simpatiche nei confronti del premier e bisognava in qualche modo chiamare a raccolta nella «piazza virtuale» i suoi molti fan per non lasciare all’avversario neppure la consolazione del web. Così impara. La novità di Berlusconi su Facebook è una di quelle notizie a due facce. Da un lato fa sorridere l’idea di un Berlusconi che si sfoga su Facebook, che passa ore e ore a «postare» con i maniaci della tastiera (gente grafomane che non gli lesinerà consigli o insulti, trattandolo come un qualunque «iscritto»), a ritrovare torme di compagni di scuola, vecchie presunte fidanzate, ad affidare alla bacheca i suoi stati d’animo, anche i più intimi. Passata una certa età, Facebook fa sorridere: come accompagnarsi a una morosa minorenne, o rispolverare il mitico borsello, o mettersi in tuta la domenica mattina per la corsetta nel parco. Per questo, ne siamo sicuri, il premier lascerà a qualche giovane collaboratore l’incombenza degli annunci. Però c’è l’altra faccia, molto più interessante. Un aspetto di queste elezioni su cui riflettere è che, proprio grazie a Berlusconi, si è rotto il monolito della tv generalista: Raiperunanotte di Michele Santoro non è stata decisiva per gli esiti elettorali ma sicuramente è stato top of the mind degli eventi mediatici recenti; anche Mentana Condicio ha rappresentato una svolta comunicativa di notevole interesse. Ci sono partiti, come la Lega, così ben radicati sul territorio da non dipendere per forza dai media. Ma ce ne sono altri, Pdl e Pd, ormai totalmente mediatici, angosciati dalla rappresentazione (specie gli sconfitti), prigionieri delle leggi dello spettacolo della politica. Padrone assoluto della tv generalista, Berlusconi sa che bisogna occupare tutti gli spazi mediatici, anche quelli dei nuovi media, problematici per leader tradizionali come Pierluigi Bersani. A quando Twitter?
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Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
Chaise-Longue LC4 di Le Corbusier, Perriand, Jeanneret e Cassina. Il design prima di tutto. Nel 1928, dalle menti di tre grandi maestri nasce LC4. Dal 1965 Cassina ne detiene l’esclusiva di produzione mondiale. Una produzione affidata alle sapienti mani dei suoi artigiani e certificata dalla firma degli autori, dal logotipo e dal numero progressivo di produzione inciso su ogni opera. Inclinazione variabile, culla in acciaio a slittamento continuo e regolabile a piacimento. Un pezzo di storia del design presente nei più grandi musei del mondo. www.cassina.com Presenti al
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Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
Istituzioni L’incontro
Ieri a Positano Pasqua in Costiera per Napolitano
Il premier porta il suo piano al Quirinale Disgelo tra Berlusconi e il presidente. Il «rebus» del legittimo impedimento ROMA — Qualcuno, minimizzando, diceva che sarebbe stata soltanto l’occasione per uno scambio di auguri. In realtà il faccia a faccia di ieri mattina al Quirinale tra Silvio Berlusconi e Giorgio Napolitano (definito «sereno e disteso») è un passaggio cruciale verso una normalizzazione dei rapporti al vertice dello Stato, dopo mesi di strappi e alta tensione, al limite dell’incomunicabilità. E un esempio in questo senso veniva dall’interruzione della consuetudine dei «colloqui al caminetto», nei quali i premier di solito informano il presidente della Repubblica sui temi in agenda del governo, prima di ogni Consiglio dei ministri. Un incontro, questo che ha preceduto la partenza del capo dello Stato per una breve vacanza sulla Costiera Amalfitana, a Positano, chiesto da Palaz-
Le ultime tensioni tra i due presidenti
zo Chigi e durato poco meno di un’ora. Con un Cavaliere naturalmente euforico per i risultati del voto, che ha preso la parola quasi senza interruzioni e si è infervorato a spiegare la svolta che intende imprimere agli ultimi tre anni di legislatu-
Il rinvio del «ddl lavoro» Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano mercoledì ha rinviato alle Camere il ddl che riforma alcune parti del diritto del lavoro tra cui l’articolo 18 sul licenziamento attraverso l’introduzione dell’arbitrato per «il contraente debole», ovvero il lavoratore dipendente al momento dell’assunzione. L’arbitrato è apprezzabile, dice Napolitano, ma servono più equilibrio e garanzie
Il «caminetto» Dopo mesi di alta tensione tornano i consueti incontri tra il Cavaliere e il capo dello Stato
ra. Che saranno anche tre anni di tregua elettorale, con il capitolo delle riforme sopra ogni altro e la promessa di ricercare l’intesa con le opposizioni. Berlusconi, conciliante, ha anzitutto sdrammatizzato la bocciatura della legge sul lavo-
Lo scontro del 6 marzo Il confronto più duro che Napolitano abbia mai avuto con Berlusconi è dello scorso 6 marzo: il premier è al Colle per sapere se il presidente firmerà il decreto salvaliste (per Lazio e Lombardia) che però il presidente giudica costituzionalmente inaccettabile. Berlusconi è irritato e, dice chi c’era, si rivolge a Napolitano «con brutalità». Fondamentale la mediazione di Letta (foto) ro, per la quale ha assicurato correzioni coerenti con i rilievi indicati da Napolitano nelle motivazioni del rinvio alle Camere. Per il resto, a parte qualche digressione sulla nostra diplomazia (la settimana scorsa si è chiuso un delicato Consi-
glio d’Europa), i ragionamenti del premier si sono concentrati sui temi della giustizia. Che restano lo snodo potenzialmente più conflittuale della prossima stagione politica. Tra la legge sulle intercettazioni (che il ministro Guardasigilli, accelerando, vuole varare nell’arco di poche settimane) e la legge sul processo breve (per ora ferma su un binario morto parlamentare, ma alla quale l’esecutivo non ha mai del tutto rinunciato), si inserisce la questione del «legittimo impedimento». Una norma decisiva per il Cavaliere, sotto processo a Milano per il caso Mills, e che il capo dello Stato, a termini di Costituzione, dovrà ratificare o respingere en-
La decisione Il presidente dovrà decidere entro il 10 aprile se ratificare o respingere il legittimo impedimento tro il 10 aprile. Ha dunque ancora qualche giorno in più per rifletterci sopra. Difficile azzardare ipotesi sulla sua scelta finale. Da un lato si osserva che sembra poco probabile che il Quirinale voglia assestare un secondo e consecutivo stop ad un provvedimento del governo: il fair play appena ritrovato potrebbe sparire di colpo. I sostenitori di questa tesi ispirata a una sorta di opportunità politica tale da condizionare il vaglio tecnico costituzionale, rafforzano la loro scommessa ricordando che Napolitano aveva a suo tempo approvato il Lodo Alfano. Come dire che, con quella firma, aveva di fatto convenu-
to sulla necessità di adottare un qualche strumento legislativo per consentire al premier di lavorare senza l’incubo delle udienze processuali. Se non che, andrebbe pure rammentato che quel lodo fu poi cassato dalla Corte Costituzionale, ciò che complica parecchio il compito del Colle. Ancora: andrebbe messo in evidenza che in un passaggio del testo sul «legittimo impedimento» sotto esame, si parla di legge-ponte, anticipando così la prospettiva di disciplinare in seguito la materia attraverso una legge costituzionale. E questa in fondo è un’esplicita ammissione che il metodo della legge ordinaria non è adeguato a offrire lo «scudo» preteso da Palazzo Chigi. Sono dilemmi che per essere sciolti richiederanno tutta la sottigliezza giuridica dei consiglieri del Quirinale e tutto il rigore e l’equilibrio cui può attingere, con la sua lunga esperienza, Giorgio Napolitano.
Marzio Breda © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il capogruppo alla Camera
Cicchitto: pronta una nostra proposta
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Pdl Fabrizio Cicchitto, 69 anni, presidente dei gruppo del Pdl alla Camera e membro del Copasir
MILANO — «Siamo impegnati a definire, come gruppi parlamentari del Pdl, una nostra proposta organica sui temi della riforma istituzionale». Fabrizio Cicchitto annuncia la linea del partito di Berlusconi in tema di riforme. Fin qui, la base della discussione era stata rappresentata dalla cosiddetta «bozza Violante» presentata nella scorsa legislatura e indicata sia da Gianfranco Fini che da Massimo D’Alema come un buon punto di partenza. Spiega il capogruppo pdl alla Camera che «terremo certamente conto anche della cosiddetta bozza Violante, però è anche chiaro che nessuno ci può chiedere di farne una fotocopia». Quanto al presidenzialismo, «che può avere varie versioni, come anche il Senato federale, noi approfondiremo le questioni al di là delle piattaforme precedenti».
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Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
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Giustizia, occorre una riforma costituzionale che consenta al cittadino di sentirsi in posizione paritaria Renato Schifani
L’intervista
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Il presidente del Senato: apprezzo la disponibilità di Alfano a rivedere la formulazione del ddl sulle intercettazioni
«I rapporti con Napolitano? Ho sempre difeso le sue prerogative»
«Ho messo Kerry in contatto con Netanyahu» MILANO — Telefonate internazionali. Ieri il premier Silvio Berlusconi ha raccontato ai cronisti di aver avuto un colloquio con il senatore democratico e presidente della Commissione Esteri del Senato americano John Kerry, «di ritorno da Damasco. Abbiamo parlato del Medio Oriente. Mentre ero con lui ha telefonato il premier israeliano Benjamin Netanyahu per complimentarsi del risultato elettorale: gli ho passato Kerry al telefono così hanno fatto il punto della situazione».
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Berlusconi e Fini? Il loro percorso non può che essere unitario, non si può tornare indietro Renato Schifani
Schifani: fiducioso sulle riforme Ma con la collaborazione di tutti
Il Cavaliere
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ROMA — Il presidente del Senato, Renato Schifani, è moderatamente ottimista sulle riforme. A patto che si arrivi a definirle entro una cornice di confronto proficuo con l’opposizione, perché «la storia insegna che tutte le buone riforme costituzionali sono state quelle che hanno visto un’ampia collaborazione fra le forze politiche». Il testo sulle intercettazioni sarà un banco di prova. «Circa un anno fa ho lanciato un appello per una pausa di riflessione, ora mi aspetto che questo dia i suoi frutti, da parte di tutte le forze politiche. Sarebbe imperdonabile il contrario». Non crede che i magistrati avranno uno strumento in meno per indagare? «Occorre un giusto bilanciamento tra due esigenze. Quella di impedire l’ormai consuetudinaria pubblicazione di intercettazioni che non solo violano con violenza la privacy dei cittadini, ma che a volte addirittura danneggiano l’andamento delle indagini. E quella tesa a disciplinare l’utilizzo delle stesse come mezzo di indagine, per regolarne meglio la durata oltre alla tipologia dei reati per i quali possono essere utilizzate. Ritengo che il ddl affronti abbastanza compiutamente il primo problema, mentre sul secondo aspetto è nato un confronto acceso sul pericolo che la formula "evidenti indizi di colpevolezza" vanifichi l’uso di un importante mezzo istruttorio». E’ la denuncia dell’opposizione e dei magistrati. «Il problema in effetti esiste ed ecco perché ho apprezzato la disponibilità a rivedere la formulazione da parte del ministro Alfano: a volte dietro gli aggettivi si nasconde la sostanza di problemi. Mi sento personalmente fiducioso e ottimista. E mi auguro che il raggiungimento di un’intesa sul tema possa costituire l’inizio di un nuovo clima di collaborazione sul principale tema delle riforme costituzionali». Dopo anni di dibattito è la volta buona, come ritiene il governo? «Abbiamo la fortuna di avere davanti tre anni di legislatura senza elezioni, fisiologicamente portatrici di tensioni e scontri tra le parti. Sono fiducioso per il semplice motivo che i temi oggetto di riforma costituzionale sono ampiamente noti agli schieramenti, sono stati a lungo dibattuti in Bicamerale e nelle legislature successive. Vi è consenso unanime sulla semplificazione legislativa, attraverso l’abolizione del bicameralismo perfetto e l’istituzione del Senato federale. Altrettanto consenso si registra sulla riduzione del numero dei parlamentari e su una maggiore stabilità della forma di governo, attraverso l’elezione diretta del presidente della Repubblica o del premier.
L’agenda
L’incontro Al termine del Consiglio dei ministri, ieri il premier Silvio Berlusconi ha indicato le direttrici sulle quali si muoveranno le prossime riforme nelle intenzioni dell’esecutivo
Palazzo Madama Il presidente del Senato Renato Schifani, 59 anni
Si tratta a questo punto di partire subito dai temi condivisi per poi sviluppare un ragionamento più ampio sulla forma di governo. Sono di più i punti condivisi rispetto ai punti in cui esistono divergenze. Occorre soltanto che le due parti rimuovano gli steccati e si incontrino». Visti i precedenti... «Si può e si deve fare, ne va dell’interesse del Paese». Berlusconi parla da anni di grande riforma della giustizia. Si farà? «Tre anni non sono molti. Secondo me occorre partire con un progetto organico di riforma costituzionale. Altrimenti si rischia di realizzare un lavoro incompiuto. Se vogliamo fare le riforme seriamente occorre partire in modo parallelo, e mi auguro vivamente che l’opposizione, ove non dovesse condividere le proposte sulla giustizia, non si trinceri pregiudizialmente sul dibattito relativo alle riforme costituzionali». Per il presidente della Camera le riforme devono essere fatte in modo condiviso. E’ d’accordo? «La Costituzione disciplina le ipotesi di riforme con maggioranze non qualificate e referendum. Il governo può legittimamente anche riferirsi a questa strada, tuttavia la storia insegna che tutte le buone riforme sono state quelle che hanno visto un’ampia collaborazione fra tutte le forze politiche». Cosa crede debba essere modificato
dell’ordinamento giudiziario? «Occorre una riforma che consenta al cittadino di sentirsi in una posizione paritaria tra chi lo difende e chi lo accusa, con una reale e organica autonomia del giudice rispetto al pm. Poi, naturalmente, è necessario che si accorcino i tempi di attesa». La separazione delle carriere? «Già la normativa attuale della separazione delle funzioni sta producendo dei frutti, ma il problema è anche culturale, la separazione delle carriere opera un netto distinguo psicologico e istituzionale tra chi accusa e chi giudica». L’altro punto riguarda il Csm. «Lungi da me il criticarne l’operato ma non vi è dubbio che per riconoscimento unanime si muove su basi correntizie, che
Le riforme Sono tre le riforme «necessarie al Paese» secondo l’opinione del presidente del Consiglio condivisa dai ministri del governo: «Penseremo all’assetto istituzionale, ovvero alla riforma dello Stato, poi a una grande e profonda riforma della giustizia e infine una grande riforma con l’ammodernamento del fisco»
Aspetto che il mio appello a una pausa di riflessione dia i suoi frutti
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di per sé non costituiscono garanzia di piena e totale neutralità di giudizio». Berlusconi ha avuto diversi scontri con Napolitano. Lei è parso più vicino a Palazzo Chigi. E’ così? «Non è questione di distanze, il mio rapporto con il presidente del Consiglio nasce da una lunga e stretta collaborazione politica, protrattasi per ben 7 anni come capogruppo di Forza Italia. Del presidente Napolitano ho sempre difeso le prerogative, oltre ad elogiarne l’equilibrio e la saggezza. Lo faccio sia in pubblico che in privato. Bisogna riconoscere al Colle un grande, apprezzabile ed ammirevole impegno nel richiamare sistematicamente la politica a procedere a riforme costituzionali, un grande stimolo che non può e non deve essere mortificato perché mosso da un’esigenza imprescindibile: migliorare il funzionamento del sistema Paese». Il controllo del Quirinale sugli atti del governo più di una volta ha suscitato l’irritazione del Cavaliere. Chi ha ragione? «Non è in questi ultimi anni che la Presidenza della Repubblica ha accentuato un
❜❜ Lungi da me l’intenzione di
criticare l’operato del Csm, ma non vi è dubbio che esso si muove su basi correntizie, che non costituiscono garanzia controllo più attento sulla costituzionalità del processo legislativo, questo nuovo scenario non nasce con Napolitano. Prima evidentemente questo filtro era più debole, ma visto che è finalizzato ad evitare interventi della Consulta, non può essere che virtuoso». Berlusconi e Fini hanno avuto parecchie incomprensioni. Come finirà? «Entrambi hanno attuato il secondo importante progetto di semplificazione della vita politica italiana, il Pdl, il primo è stato la costituzione del Pd. E’ stato un passaggio storico, di cui avvertono la responsabilità. Al di là di eventuali episodiche diversificazioni il loro percorso non può che essere unitario. Non si può né si deve tornare indietro: sanno bene entrambi che la nascita del Pdl è stata voluta dalla base elettorale». L’exploit della Lega sposterà il baricentro dell’azione di governo? «Ritengo che l’alleanza fra Bossi e Berlusconi sia strategica e granitica». Cosa pensa delle accuse al presidente della Regione Sicilia? «Sono un garantista, credo fermamente nella presunzione di non colpevolezza, mi auguro che il presidente Lombardo possa dimostrare la sua totale estraneità alle accuse. Anche nell’interesse della stabilità dell’importante istituzione che guida».
Marco Galluzzo © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
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Primo Piano 11
Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
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Le riforme Il nodo
Follini: centristi irrilevanti? Il bipolarismo mal si adatta a un Paese «equilibrista» E in più ostacola le riforme
Il Pd: bene Alfano sulle intercettazioni Ma si può fare di più po del Pd al Senato, Nicola Latorre: «Le intercettazioni servono per perseguire i reati e non per attaccare le persone e gli avversari; ecco, su questo si può essere d’accordo anche se con il Pdl siamo abituati alle finte...». E dunque Felice Casson (Pd) dice che prima «di tutto bisogna vedere gli emendamenti del go-
Bongiorno «Positivo l’atteggiamento del Guardasigilli». Ma i finiani temono per i tempi delle riforme «vere» verno anche perché non basta cambiare un aggettivo». La sortita di Alfano avrebbe colpito favorevolmente il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che da tempo non risparmia le sue raccomandazioni affinché la maggioranza tenga nel dovuto conto le osservazioni del
capo dello Stato sul testo licenziato dalla Camera. Così Giulia Bongiorno — plenipotenziaria di Fini sulla giustizia — elogia il Guardasigilli: «Quello del ministro è un atteggiamento estremamente positivo perché, pur essendo il testo della Camera un buon punto di equilibrio, è doveroso tener conto delle osservazioni del presidente della Repubblica». Eppure, tra i finiani, tanto entusiasmo nasconde il timore che la «vera riforma» della giustizia — la separazione delle carriere di giudici — prenda una strada molto lenta. E se Alfano sposta la data di partenza a giugno, Oreste Dominioni, presidente dell’Unione delle camere penali, ricorda al Pdl, «che la politica deve avere più coraggio sulla strada delle riforme». Il capogruppo dell’Udc, Michele Vietti, parla di «interessante novità di Alfano ma c’è da auspicare che il Pdl metta sul piatto delle riforme qualcosa di più sostanzioso
Aperture L’intervista al Corriere rilasciata ieri dal ministro della Giustizia Angelino Alfano (nella foto in alto), 39 anni
perché finora Berlusconi ha incantato con le solite promesse da marinaio». Ostile a «questo dialogo» l’Idv: «Parliamo di lavoro e di fisco ma di questa norma il paese non ha davvero bisogno», taglia corto il capogruppo Felice Belisario.
Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il termine chiave Borraccetti: discutere di aggettivi significa avviare un dibattito senza sostanza
«Il vero problema è la "colpevolezza"» Mancino: così non si può intercettare se non si sa già chi ha commesso un reato ROMA — C’erano una volta i «gravi indizi di colpevolezza» richiesti dal disegno di legge del governo per autorizzare le intercettazioni a carico di un indagato, in luogo degli attuali «gravi indizi di reato». Il che significava aver raggiunto un livello di prove sufficienti a mettere in galera quello stesso indagato, così da rendere inutile ascoltarne le conversazioni. Il paradosso portò la Camera, un anno fa, a far diventare «evidenti» gli indizi di colpevolezza prescritti, e ora il ministro della Giustizia Angelino Alfano si mostra disponibile a un ulteriore sforzo: l’aggettivo «evidenti» può anche cadere, purché la riforma sia varata entro giugno. Sarebbe questa la «mano tesa» governativa per verificare la buona fede dell’opposizione. Ma è una mossa destinata a modificare poco o niente la situazione, a sentire il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Nicola Mancino: «Il problema non è l’aggettivo, bensì il sostantivo». Cioè la parola «colpevolezza», che impedirebbe di intercettare qualcuno in presenza di un reato (come avviene ora) se non quando sono già stati raccolti elementi che lo indicano come colpevole. «Il ministro della Giustizia sa bene che il punto è questo — prosegue Mancino —, perché un anno fa il Consiglio ha espresso un’approfondita e articolata riflessione contenuta nel parere che gli è stato inviato, al quale anch’io ho dato il mio contributo». Lì si ragionava ancora sui «gravi» indizi di colpevolezza richiesti dalla precedente formulazione, ma gli argomenti erano già rivolti più al sostantivo che all’aggettivo: «Si tratta di una modificazione radicale dello strumento investigativo — scriveva il Csm —. Il ritrovamento di un cadavere e l’evidenza che si tratta di una persona uccisa non sarebbero più sufficienti per autorizzare le intercettazioni e avviare le indagini, essendo necessario aver già individuato il possibile autore e aver già raggiunto nei suoi confronti un livello del quadro indiziario specifi-
Il parere Per Nicola Mancino, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, «se già si conosce o c’è la prova di chi sia il colpevole, come prescrive la riforma indipendentemente dall’aggettivo che si vuole anteporre al sostantivo, l’intercettazione è inutile»
co e congruo». E ancora: «L’indagine penale serve proprio ed esclusivamente a scoprire non il fatto, ma chi ne è l’autore, e una siffatta modifica potrebbe condurre a impedire od ostacolare proprio questa attività di ricerca». Mancino ricorda quel testo e spiega: «Se già si conosce o c’è la prova di chi sia il colpevole, come prescrive la rifor-
ma indipendentemente dall’aggettivo che si vuole anteporre al sostantivo, l’intercettazione diventa inutile. In più si aprirebbe il problema di chi debba stabilire, e in base a quali criteri, il livello di colpevolezza della persona da intercettare». Quella che il ministro considera una «mano tesa», insomma, assomiglia se non a un bluff a un diversivo:
L’aggettivo
Il sostantivo
Evidenti
Colpevolezza
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Secondo il Guardasigilli Angelino Alfano si può eliminare dal testo della riforma l’aggettivo «evidenti», riferito agli «indizi di colpevolezza», purché la nuova norma sia varata entro giugno. La capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, replica: «Non basta cambiare qualche aggettivo per modificare la sostanza di un provvedimento "ammazza indagini"»
Caro direttore, sul Corriere di ieri Ostellino condanna i centristi all'irrilevanza («Le illusioni dei centristi»). In effetti la pagella degli elettori assegna voti deludenti all’estremo centro e finisce per avvolgere in una nuvola di irrilevanza quanti restano convinti, nel Pd e perfino nel Pdl, che la partita decisiva per la conquista del Paese si gioca a metà campo. Al netto delle astensioni, il verdetto elettorale ha premiato in effetti le posizioni forti e ha dato ai bipolaristi l’ebbrezza di aver vinto una volta per tutte. Dal mio angolino mi permetto però di obiettare. Lo schema di un’Italia politicamente divisa in due, sul modello delle grandi democrazie europee, si accompagna da anni a un sentimento di crescente delusione del Paese verso la politica. Forse non è un caso. Il punto è che il bipolarismo funziona se — e solo se — le correnti populiste sono marginali. Funziona se — e solo se — le scorie dell’antipolitica sono state (quasi) tutte bruciate. Funziona se — e solo se — tra i due poli si stende un reticolo fatto di gesti condivisi e di regole scritte assieme. Tutte condizioni che noi auspichiamo col fervore dei devoti e disattendiamo con la radicata abitudine dei peccatori più incalliti. Noi siamo approdati a una variante tutta nostra del bipolarismo europeo. Da noi la lotta politica somiglia più a una corrida di particolarismi contrapposti che a una misurata competizione tra forze votate all’interesse generale. È la vendetta di Guicciardini, se vogliamo. Ma neppure questo è un caso. Il fatto è che siamo arrivati all’alternanza Particolarismi Marco Follini seguendo il sentiero (Pd), 55 anni, è convinto che il impervio prevalere dei particolarismi dell’antipolitica, impedisca il dispiegarsi di un dato che la strada bipolarismo compiuto maestra della politica che ci avrebbe dovuto condurre lì si è rivelata impraticabile. Berlusconi è stato in questi anni l’anima del nostro bipolarismo. Gli schieramenti si sono formati intorno a lui, pro e contro. Ma Berlusconi è stato anche il campione di una politica sopra le righe, tutta giocata sul rapporto carismatico tra il leader e la sua folla, visibilmente insofferente di quelle procedure e di quei passaggi intermedi che sono il cuore di una democrazia faticosa ma vitale. Nel suo caso bipolarismo e populismo fanno rima. E non solo nel suo caso, ovviamente. La rinascita di una sinistra più radicale aggiunge molte altre fascine a quello stesso falò. Così noi oggi ci troviamo a celebrare il punto forse più alto della contesa bipolare. E insieme il punto più basso del consenso popolare verso le istituzioni. Le due cose a me appaiono inestricabilmente connesse. Siccome il bipolarismo si adatta male a un Paese tendenzialmente centrista, abituato a cercare e a trovare equilibri a metà strada, allora noi ci illudiamo di venire a capo della difficoltà calcando la mano. Ma è, appunto, un’illusione. Il malato non guarisce e noi, invece di ripensare la terapia, aumentiamo le dosi. Peccato che nel frattempo il termometro delle astensioni segnali che la febbre continua a salire. Aggiungo che l’apogeo del bipolarismo coincide con il perigeo delle riforme. Più prendiamo gusto a dividere rigorosamente in due il campo politico e più quel campo si rivela sterile, incapace di generare quei frutti innovativi che pure continua a promettere. La realtà virtuale annuncia che si sta riformando tutto. La vita del Paese ci dice che stiamo ripetendo noi stessi, ogni volta scendendo un gradino più giù. Magari i centristi delle più diverse scuole stanno scomparendo. Ma i bipolaristi, a occhio, non se la stanno passando troppo bene.
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«Non basta cambiare la parola "evidenti"» ROMA — Bene il dialogo sulle intercettazioni ma il passo compiuto dal ministro Angelino Alfano ancora non è sufficiente. Dopo la correzione di rotta annunciata dal Guardasigilli — smussando la soglia sotto la quale sarà vietato al gip disporre le intercettazioni, il ddl all’esame del Senato può esser modificato e quindi approvato alla Camera entro giugno — l’opposizione prende le misure con il «triennio delle riforme. E il Pd, per ora, non chiude la porta: «È apprezzabile il buon senso di Alfano che corregge una contraddizione logica contenuta nel testo ma non la possiamo ancora considerare un’apertura...», avverte il responsabile giustizia del Pd Andrea Orlando. Che aggiunge: «Le intercettazioni come mezzo investigativo non possono essere compresse». Ma quali sono gli spazi di manovra per un’eventuale intesa? Spiega il vice capogrup-
La lettera
Secondo il vicepresidente del Csm Nicola Mancino, «il problema non è l’aggettivo, bensì il sostantivo»: la parola «colpevolezza», che nel ddl sulle intercettazioni sostituisce «reato». L’attuale versione impedirebbe di intercettare qualcuno in presenza di un reato se non dopo aver già raccolto elementi che lo indichino come colpevole. D’accordo anche l’Idv. Per Belisario, «la colpevolezza è certa solo dopo che c'è stato un giudizio»
«Il confronto tra maggioranza e opposizione è auspicabile, però credo che difficilmente il risultato di un confronto sugli aggettivi possa aprire la strada a intese, semmai servirà a ribadire le forti differenziazioni esistenti». Per Mancino «è anche inutile continuare a parlarsi a distanza, mentre sarebbe opportuno aprire un tavolo di confronto fra tutte le forze politiche. Il che non significa realizzare un’intesa, naturalmente, ma bisogna essere consapevoli che se c’è l’intenzione di realizzare una riforma che duri oltre l’arco di una legislatura, allora è necessario raggiungere un’intesa». Il vicepresidente del Csm punta il dito anche su altre proposte in cantiere, come quella che modifica i rapporti tra polizia giudiziaria e pubblico ministero, giudicata «censurabile» sotto vari aspetti da un altro parere del suo Consiglio. In cima all’agenda però resta la riforma delle intercettazioni, sulla quale ha qualcosa da dire anche il procuratore di Venezia Vittorio Borraccetti, quasi certo componente del prossimo Csm per conto di Magistratura democratica, dopo la vittoria alle elezioni primarie indette dalla corrente. «Si può capire la scelta di limitare la possibilità di intercettare solo per certe tipologie di reato — spiega Borraccetti —, o nella loro durata. Io non la condivido ma sarebbe una scelta legislativa legittima e coerente, mentre è del tutto irrazionale introdurre il criterio della colpevolezza. Discutere di aggettivi significa avviare un dibattito inconsistente, dando peso all’apparenza anziché alla sostanza. Molto spesso oggi chiediamo intercettazioni proprio quando è stato commesso un reato di cui non conosciamo il colpevole; pretendere che per intercettare qualcuno gli si debba già attribuire la responsabilità di quel reato è un non senso. Sarebbe una scelta irragionevole». E l’irragionevolezza di una norma, insegnano i giuristi, è uno dei presupposti della sua incostituzionalità.
Marco Follini
senatore del Partito democratico
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12 Primo Piano
Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
Dopo il voto L’opposizione
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Sulle riforme spero che il Pd non segua la strategia di Di Pietro, De Magistris e Beppe Grillo. Sarebbe irresponsabile Giorgio Merlo, Pd
Grillo, stop a De Magistris: non tocchi il mio movimento
7% Se in Piemonte il successo ha avuto effetti più dirompenti, per le 5 stelle di Beppe Grillo il record di consensi è stato raccolto in Emilia Romagna: 161 mila voti, pari al 7% dei votanti. Due gli eletti in Regione, uno dei quali è Giovanni Favia.
L’accusa: è sempre in tv invece di lavorare a Strasburgo ROMA — Usa lo stesso tono Beppe Grillo, sia per parlare di Pier Luigi Bersani o di Luigi De Magistris. Poco importa. Usa il gelido sarcasmo del web. E non fa sconti. Al segretario del Pd il comico genovese aveva mandato a dire, con un suo post: «Basta. Che vada a casa. Che vada a lavorare». Con l’ex magistrato napoletano ieri non è stato certo più tenero. Anzi. «I passi se li faccia da solo», ha scritto ieri Grillo in un post del suo blog che ha scatenato il suo popolo della Rete contro l’ex-magistrato ora all’Idv Luigi De Magistris. Una sorta di guerra civile. Perché? Cosa è successo? Semplice. Agli occhi di Beppe Grillo Luigi De Magistris si è messo lì a pontificare. In televisione. Sui giornali. Un affronto. Cosa ha detto? «Dobbiamo dialogare con i movimenti, non soltanto con Grillo. E io ho intenzione di fare passi politici concreti, tutti in questo senso». Non avesse mai pronunciato queste parole. I passi politici di De Magistris? Beppe Grillo non ha avuto esitazione: se li faccia
L’Api
Rutelli in campo «C’è lo spazio per un terzo polo» ROMA — È uno dei fondatori del Pd. Ma agli ex compagni di viaggio, «senza inimicizia», Francesco Rutelli dice che «il Pd non ha alternative». È un partito «mai nato», al quale manca «anche la vocazione maggioritaria» e che non riesce a interpretare l’alternativa. L’ex leader della Margherita vede aprirsi un ampio spazio per un «terzo polo» che, negli anni, si candidi a diventare il «primo». L’Api, Alleanza per l’Italia, la nuova formazione di Rutelli e Tabacci, non ha fretta. Sprona Casini a rinunciare alla politica dei due forni e indica in Gianfranco Fini l’altro interlocutore gradito all’ex sindaco di Roma.
da solo, appunto. Il comico ha raccolto gli umori della Rete. E ha sparato i suoi colpi. Dritti al cuore dell’ex-pm: «De Magistris è stato eletto come indipendente e poi ha preso la tessera dell’Idv. Parla a nome del Movimento a 5 Stelle senza averne l’autorità». Non poche parole. Ma una vera raffica. «Luigi De Magistris è stato eletto con i voti dell’Italia dei valori e del blog. L’obiettivo era di avere un eurodeputato a Bruxelles e non in televisione. Uno che avrebbe dovuto fare luce sui capitali mafiosi in Europa e sui finanziamenti europei, in Italia. Attraverso la Rete, ogni giorno. Un lavoro che fatto a tempo pieno non consentirebbe di vedere nemmeno la famiglia». Le parole del capo hanno scatenato un putiferio sul blog di Grillo. Il punto di riferimento principale dei grillini che si alimentano e vivono sulla Rete e per la Rete. Le critiche a De Magistris non sono cosa nuova. Ma ieri ha raccolto il malcontento anche Giovanni Favia, il neo eletto consigliere regionale in Emilia Romagna con il Movimento 5 stelle, ro-
ba da 160 mila preferenze. Roba che Favia ha sfiorato il 7% e oltrepassato la barriera del 10 in alcuni quartieri della rossa Bologna. Dice, infatti, Favia: «Noi ci avevamo creduto davvero che De Magistris si mettesse a testa bassa in Europa, a studiare sulle carte. Non lo avevamo certo eletto anche con tutti i nostri voti della Rete perché si occupasse di politica nazionale. Che andasse in
3,66%
Canotto Beppe Grillo a Bologna (Ansa)
L’Idv e le sue due anime Il fondatore dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro insieme con Luigi De Magistris, duramente contestato dai sostenitori di Beppe Grillo
televisione». Già, la televisione. Alcune presenze di De Magistris nei programmi sul piccolo schermo hanno fatto male, e non poco, al popolo dei grillini. «Si è rivolto a noi con molto, troppo distacco», commenta Giovanni Favia, prima di puntare dritto al cuore del problema: la nuova tessera
Sono stati il caso delle Regionali 2010: in Piemonte, i «grillini» della lista 5 stelle, con 70 mila voti e il 3,6% dei consensi sono stati accusati dal Pd di aver impedito la rielezione di Mercedes Bresso. Due gli eletti: Fabrizio Biolé e Davide Bono.
di De Magistris. «Ha detto che il 26 marzo si è iscritto all’Italia dei valori a Napoli. Ma lui era stato eletto come indipendente, non come uomo di partito. Quella iscrizione segna senza dubbio uno spartiacque, per lui. Rispetto a noi».
Alessandra Arachi © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Primo Piano 13
Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
Occorre una rete di alleanze molto larga. L’Udc ci vuole, ma non basta Enrico Letta, Pd
❜❜ Bersani ai circoli pd: noi in piedi ma delusi per Lazio e Piemonte
E Letta: il colpo è duro, non basta l’Udc Ad «Annozero»
Santoro torna in tv «Raiperunanotte visto da 6 milioni» E attacca Alfano ROMA — «Io sono qui per fare Annozero alla faccia di chi ci vuole male e stasera torno in onda». Così dice Michele Santoro aprendo ieri sera la puntata di «Annozero» su Raidue, la prima dopo la sospensione dovuta allo stop in periodo di par condicio e interamente dedicata al tema «Ha vinto lui?», ovvero Berlusconi. La puntata si apre con le immagini di «Raiperunanotte» — l’evento santoriano del 25 marzo trasmesso sul web e su alcune emittenti — e della mobilitazione per la manifestazione di piazza San Giovanni del Pdl. Poi Santoro mostra le foto dei gruppi di ascolto di
ROMA — Basta con i «dibattiti autoreferenziali», dopo la prova deludente delle Regionali Pier Luigi Bersani prova a stoppare le critiche e s’ingegna per far ripartire il treno del consenso. Scrive una lettera ai coordinatori dei circoli del Pd, afferma che «il Partito democratico è in piedi» e ammette ufficialmente che le cose non sono andate al meglio: «Sentiamo forte in queste ore la delusione per avere perso la guida di alcune Regioni e il Lazio e il Piemonte per una manciata di voti...». Non è ancora quel che Veltroni, Franceschini, Fioroni, Fassino, Marino e gli altri «big» della minoranza vanno chiedendo da giorni — e cioè la presa d’atto di una sconfitta e l’azzeramento del Pd di Bersani — ma adesso il segretario, assediato da tutti i lati, comincia a raccogliere le critiche e prova a volgerle in positivo. «Dobbiamo accelerare» scrive ancora ai coordinatori delle «cellule» territoriali, mostrando di aver raccolto le argomentazioni che Massimo D’Alema
L’intervista
ha posto l’altra notte al coordinamento politico. «La possibilità di cambiare il corso delle cose — riconosce Bersani — è legata alla nostra capacità di offrire un’alternativa positiva e credibile». Alternativa che al momento, come ha detto il presidente del Copasir, non c’è. Manca il progetto? Il Pd non ha una visione? Ed ecco che il segretario comincia a delineare un’idea di partito, una forza «popolare» e riformista che non dica solo dei no. «Le nostre proposte ci sono — risponde al premier —. Se la maggioranza vuole che si discuta in Parlamento, Berlusconi non la meni con dialogo sì dialogo no». Accerchiato dalle correnti il segretario del Pd scopre, a sorpresa, un alleato in Sergio Chiamparino. Indicato da più parti come uno dei più quotati aspiranti alla guida dei democratici, il sindaco di Torino si è messo a disposizione. Bersani lo ha chiamato e si vedranno a Roma tra dieci giorni e chissà se, faccia a faccia con il leader, Chiamparino parlerà del suo ruolo futuro nel Pd. A Radio2
«Dobbiamo accelerare» Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, in una lettera ai coordinatori dei circoli del partito
gli hanno chiesto quante possibilità ci siano di vederlo segretario del Pd o candidato premier. E Chiamparino: «Zero probabilità». A sentire Franco Marini ne ha di più Bersani,
uno che «può guidare sia il partito sia il confronto con Berlusconi». Dopo Pasqua il segretario incontrerà i 49 senatori «ribelli» guidati da Gian Piero Scanu,
Vincino
che per via epistolare hanno denunciato l’«imborghesimento» del Pd e le «stanche liturgie della casa» democratica. «Le elezioni sono state un colpo molto duro, bisogna cambiare le cose — ammette il vicesegretario Enrico Letta —. Non possiamo andare alle Politiche del 2013 con l’idea di perderle, o finiremo alla vocazione minoritaria. Il centrodestra è maggioranza e per scardinarlo occorre partire dalle idee e da una rete di alleanze molto larga. L’Udc ci vuole, ma non basta». L’assalto degli ex segretari però non si ferma. Franceschini prepara il seminario di Area democratica a Cortona, Veltroni sprona Bersani a «dire la verità» e Piero Fassino riunisce i suoi per una controanalisi del
voto. «La prima mossa di Bersani da segretario è stata nominare Franceschini capogruppo, non è vero che il gruppo dirigente è chiuso — replica all’assalto Letta —. Dobbiamo stare uniti e difendere il segretario, per vincere serve il contributo di tutti». Adesso però, nel Pd, volano stracci anche tra le giovani promesse. Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, smentisce di aver dato del «vile» a Nicola Zingaretti per non essersi candidato nel Lazio. E il presidente della Provincia di Roma replica sul Corriere: «La politica non è carriera». La polemica si chiude a sera, con il sindaco di Firenze che invita Zingaretti a mangiare assieme una bistecca alla fiorentina.
Monica Guerzoni © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ex segretario dei Democratici: nessun assedio al leader, ma è il momento di scegliere una linea chiara
Franceschini: è ora di difendere i Piccoli E sulle pensioni: i genitori lavorino di più per dare ai figli ammortizzatori e futuro «Raiperunanotte», e ritorna sui calcoli dell’ascolto di quella serata alla mano: «I conteggi sono stati rifatti e tra tv generalista, satellite e Internet sono stati 6 milioni e 300 mila gli individui che ci hanno seguito». Un’altra osservazione: «Il mio amico Costanzo disse che non è possibile che il pubblico scenda in piazza per chiedere che i programmi di un conduttore vadano in onda, questa volta l’hanno fatto. L’hanno fatto anche in passato, come quando hanno votato per me alle elezioni europee. Cosa che il ministro Alfano non ha capito». E risponde ad Alfano che ha parlato di lui a Ballarò («In nessun Paese un conduttore tv diventa europarlamentare, poi si stanca e torna a fare il conduttore»). Replica di Santoro: «Devo ricordare al nostro ministro della Giustizia, il principio di libertà e che tutto quello che le norme non vietano è consentito, ma sono comunque pronto a collaborare per cambiare le norme». © RIPRODUZIONE RISERVATA
di tutti. Dobbiamo scegliere adesso, con chiarezza, la strada. Ma per fare questo occorre sciogliere alcuni nodi. Il dibattito nel Pd non deve quindi essere scambiato per litigiosità: se non sciogliamo questi nodi non sappiamo dove andare». E su che cosa dovrebbe incentrarsi questo dibattito? «Primo, sul fatto che purtroppo in Italia serve la vigilanza democratica, basti pensare ai rischi che corriamo se si somIl risultato del Pd mano la Padania a guida Franceschini e il presidenzialialle ultime Europee smo senza garanzie. Secondo, il della legislatura non consentono Pd deve difendere l’unica conquista proprio lotte interne. Tra l’altro, i no- condivisa dai due schieramenti in stri elettori sono stanchi della questi quindici anni, cioè il bipolarilitigiosità che ha caratterizzato da smo. Il terzo punto è il più importansempre il campo del centrosini- te e riguarda l’impostazione riformista del nostro partito. Non dobbiastra». Scusi, sta dicendo che «tutto va mo dimenticare mai che il Pd non è nato solo per affrontare le elezioni bene madama la Marchesa»? «No, fatta questa premessa, vo- ma per portare avanti un progetto glio anche dire che è il momento di molto ambizioso di cambiamento scegliere una linea chiara che deve del Paese, con l’idea di mettere in partire dall’analisi di come siamo campo una gerarchia di valori totalmessi adesso, sapendo che questo la- mente alternativa a quella della destra italiana». voro durerà i prossimi tre anni». Progetto di cambiamento, lei, diE come siete messi adesso? «Partiamo da un punto piuttosto ce, ma non è che si sia visto granbasso. E non è colpa di Bersani, è un ché. «Perché se noi vogliamo portare problema collegiale dei gruppi dirigenti. Guardiamo a questi dati: nel avanti il nostro progetto dobbiamo 2006 il centrosinistra era al governo avere il coraggio di non coltivare sonazionale e guidava sedici regioni. lo il nostro orto o i mondi a noi storiAdesso siamo all’opposizione e go- camente più vicini. Dobbiamo fare verniamo non più sedici regioni ma delle battaglie di cambiamento». Qualche esempio concreto, onootto, in un perimetro circoscritto, quello dove è sempre stata forte la revole. «Prendiamo il mondo del lavoro. sinistra, e, cioè, le vecchie regioni rosse. Tutto ciò fa ancora più rabbia Bisogna avere il coraggio di difendese si pensa che siamo di fronte a re i lavoratori e i piccoli imprenditoun’assoluta assenza del governo. ri allo stesso modo. Noi ci stupiamo Per risalire la china serve uno sforzo perché perdiamo voti. Ma per forza, Onorevole Franceschini, voi di Area democratica siete entrati nella riunione del coordinamento del Pd dicendo «unità, unità» e poi avete fatto partire l’assedio al segretario. «Non è così. Lo ripeto anche ora: unità. È una scelta politica, non uno slogan. Perciò, nessun assedio a Bersani, anche perché le sfide che abbiamo davanti in questa seconda parte
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colpevolmente, abbiamo dato l’impressione di non occuparci della parte più dinamica del Paese. Non c’è differenza tra un artigiano che fallisce e un precario che perde il lavoro. Il lavoro, infatti, è un valore universale, e chiunque lo perde, sia costui un dipendente o un autonomo, deve sapere che lo Stato non lo abbandonerà. Un sistema di welfare uni-
❜❜ Il dibattito nel Pd non
deve essere scambiato per litigiosità: se non sciogliamo certi nodi non sappiamo dove andare
❜❜ Il lavoro è un valore
universale: non c’è differenza tra un artigiano che fallisce e un precario senza lavoro Critiche Dario Franceschini, ex segretario Pd, ha dato un giudizio severo sull’operato di Pier Luigi Bersani
versale per il lavoro come fu introdotto per il sistema sanitario più di trent’anni fa». Sarà complicato far digerire tutto ciò alla sinistra. Un altro esempio? «Dobbiamo recuperare un meccanismo di solidarietà tra generazioni». Scusi? «Mi riferisco al sistema previdenziale: in una comunità solidale è giusto chiedere ai genitori di lavorare qualche anno di più per dare ammortizzatori sociali e futuro ai loro figli». Altra proposta che potrebbe risultare indigesta a una parte del centrosinistra. «Il Pd è nato per uscire dal recinto tradizionale, dobbiamo parlare a tutto il Paese e fare grandi battaglie
di cambiamento. Le alleanze vengono dopo. L’errore più grave sarebbe quello di far diventare il punto centrale dell’azione del Pd la sola costruzione di un’alleanza. Abbiamo già visto in passato quali risultati porta il limitarsi a sommare le sigle: anche se vinci non governi o comunque non cambi il Paese. Certo non entusiasmi i tuoi elettori e non recuperi l’astensionismo limitandoti a mettere insieme tutti quelli che ci stanno, da Casini a Grillo». E per fortuna che la sua premessa sembrava un plauso al segretario... «Guardi che tra la litigiosità e il silenzio c’è una via di mezzo, e consiste nel dire le cose con chiarezza. Lo faremo il 7, 8 e 9 maggio, nel convegno di Area Democratica a Cortona. È questo il modo migliore per aiutare la ditta, come la chiama Bersani. Non lo è certo il silenzio». Franceschini, lei ha parlato di previdenza e lavoro. Ma le riforme istituzionali che Berlusconi vuole proporre? «Non c’è dubbio che l’Italia abbia bisogno di riforme istituzionali, ma la priorità è quella di occuparsi delle persone e delle imprese che non ce la fanno a sopravvivere alla crisi. Non si vive di pane e riforme costituzionali. Che, tra l’altro, possono diventare facilmente un alibi per non occuparsi del resto». E le alleanze? «Prima il Pd rimetta in campo il grande progetto ambizioso per cui era nato, poi, su quel progetto si costruiranno le alleanze».
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Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
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Dopo il voto Milano
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Tra sei mesi noi tireremo le somme, ma la mia idea è che il sindaco debba necessariamente durare 10 anni Ignazio La Russa, ministro della Difesa
Caso Moratti, «tavolo» pdl fino alle Comunali Accanto a lei i vertici del partito e Formigoni. Bossi: non farò guerre. Il premier ai suoi: sostenere Letizia MILANO — Farli sedere intorno a un tavolo. Costruirgli intorno una cabina di regia. Moderare, stemperare, appianare e tutti gli altri sinonimi che si trovano sul Devoto-Oli. Perché l’imperativo categorico del Pdl è quello di sminare la bomba che rischia di esplodere a Milano tra il governatore Roberto Formigoni e il sindaco Letizia Moratti a un anno dalle elezioni comunali. Situazione delicatissima.
Orgoglio «Milano è la città italiana in cui il Pdl ha registrato la percentuale di voti più alta, il 36%» Con la Lega che pressa e chiede la poltrona del sindaco. Con il centrosinistra che spera in una rivincita. Una resa dei conti che va avanti da anni, che ha infiniti sfondi e scenari: personali, politici, di potere, non ultimo l’Expo, la partita delle partite. Ma che mercoledì ha conosciuto il suo big-bang con la lettera degli otto consiglieri regionali del Pdl appena rieletti contro il sindaco. L’accusa: i milanesi sono scontenti della Moratti e noi abbiamo fatto una grande fatica a essere rieletti. Milano, caso nazionale. Con i vertici del partito che si sono presentati da Silvio Berlusconi perché la materia è esplosiva. A più tappe il vicepresidente del Consiglio, Maurizio Lupi e il sottosegretario Luigi Casero hanno contatta-
to il premier per sottoporgli il nuovo scenario milanese. Poche le parole di Berlusconi. «Sosteniamo la Moratti». A Milano coordinava, Guido Podestà, segretario lombardo del Pdl. Ecco la sintesi: «Istituiremo un tavolo che ci accompagni fino alle elezioni comunali — attacca Podestà — dove accanto ai vertici del Pdl inviteremo il sindaco Moratti e il presidente Formigoni. È l’anno della campagna elettorale, vogliamo arrivarci al meglio. Studieremo i temi e affronteremo anche i problemi se ci sono. Ma nella massima concordia. Dobbiamo stringere le file». Nessun commissariamento assicura Podestà che solo a sentir la parola gli viene l’orticaria. Quanto una «camera di compensazione» per abbassare la tensione e cercare di arrivare uniti alle comunali. «Tra sei mesi tireremo le somme — attacca il ministro, Ignazio La Russa — ma la mia idea è che il sindaco debba durare 10 anni». Accetteranno i due big? Le posizioni sono agli antipodi. Formigoni ripete ai suoi collaboratori che difficilmente il Pdl potrà ottenere un buon risultato con la Moratti candidata sindaco e che l’insofferenza verso il sindaco cresce anche nel partito. Dall’altra, gli uomini della Moratti, velenosamente, ricordano che il Formigoni quater finirà ad aprile 2015. Un mese prima dell’apertura di Expo. E allora Formigoni non sarà né a Roma né a Milano. Né carne, né pesce. Da qui partono le considerazioni appartenenti al ge-
In Lombardia A sinistra, il governatore della Regione Lombardia Roberto Formigoni, rieletto per la quarta volta. A queste ultime elezioni regionali ha raccolto 2 milioni 704mila e 57 voti, mentre la coalizione che lo sostiene «ha fatto registrare 2 milioni 479mila e 368 voti». A destra, invece, il sindaco di Milano Letizia Moratti, 60 anni. È stata la prima donna, tra l’altro, a essere stata nominata presidente della Rai. Fu eletta al primo turno, col 52%, sindaco di Milano nel 2006. Si presentò con due liste civiche, Lista Moratti e Lista Giovani per Milano.
nere fantasy: Formigoni in realtà attacca la Moratti perché accarezza l’idea di candidarsi sindaco al posto suo. Un cambio di Statuto, la possibilità di affidare in mani sicure la Regione e poi di corsa alle elezioni per diventare l’unico che conta a Expo 2015. Fatto sta, che al di là delle ricostruzioni di amici e nemici, è un tutti contro tutti. Delicatissimo per il Pdl.
I risultati Poche dichiarazioni ufficiali. La Moratti non risponde ai rieletti in Regione. Da San Marino, dove è stata chiamata come «madrina» del cambio della guardia per l’insediamento dei nuovi Capitani Reggenti, torna sui risultati elettorali. Risponde alla richiesta del sindaco da parte della Lega, ma ribadisce anche le frasi che hanno mandato in bestia i consiglieri regionali: «Milano
si è confermata tra tutte le città italiane che hanno votato quella che ha registrato una percentuale più alta per il Pdl, il 36%. La Lega è al 14% e il Pd al 26%». Poi cerca di smorzare i toni: «Non sono il delfino di Berlusconi. Ci sono tanti delfini e tutti validissimi. Sono solo una persona che vuole lavorare con tutti coloro che hanno voglia di fare grande la città di Milano e il Paese». An-
Il Pdl ha ottenuto in Lombardia il 31,78 per cento. Mentre a Milano, a queste ultime elezioni regionali, ha ottenuto il 36,1 per cento
che Umberto Bossi che alcuni giorni fa aveva rivendicato per se la poltrona di Palazzo Marino ha smorzato i toni con una frase abbastanza criptica: «Io sono al servizio di ciò che dice il consiglio federale, che è l’organo superiore della Lega. Ci sono persone che aspettano da anni. Non voglio fare delle guerre per questo».
Maurizio Giannattasio
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Gabriele Albertini L’ex sindaco di Milano: «L’Expo è stata solo un’operazione d’immagine»
«Il sindaco? Ha commesso molti errori Ma è troppo blasonata per essere esclusa» MILANO — «Troppo blasonata e troppo ricca per restare fuori». Sarà Letizia Moratti il prossimo candidato sindaco del Pdl, su questo l’europarlamentare Gabriele Albertini è pronto a scommetterci. «Però...». C’è un però, onorevole Albertini? «Gli otto consiglieri regionali rieletti a Milano hanno ragione. È stata una fatica per loro raccogliere consensi in città. Anch’io ne sono stato testimone». Sta dicendo che ha intercettato proteste sull’amministrazione Moratti? «Ho sostenuto il lavoro di alcuni candidati del Pdl in questa campagna elettorale e ho raccolto personalmente molte critiche sulla gestione della città. C’è un dissenso molto diffuso su come Milano è amministrata. Il contenuto della lettera degli assessori e consiglieri uscenti non è un’affermazione pretestuosa, è un dato di realtà». Molti sospettano che ci sia dietro Formigoni. «E quale sarebbe lo scopo? La Moratti non è antagonista per nessuno». Non è irrituale una guerra al sindaco all’indomani di una vittoria elettorale? «Il dissenso è un argomento che in genere si tenta di nascondere finché si è al governo, ma qui tra un anno ci sono le elezioni comunali e qualcuno immagina che si possa perdere se il candidato non è abbastanza popolare». Lei cosa dice?
«I sondaggi sulla percentuale di gradimento a Letizia Moratti non sono brillanti». Qual è il dato? «Nel luglio del 2009 mi era stato detto che era al 28 per cento. Oggi qualcuno riferisce che ha perso ancora un punto, anche se mi pare strano con l’imponente investimento mediatico per rendersi simpatica ai milanesi: da Internet ai media nazionali alle visite nei mercati. A meno che certe iniziative siano state vissute come una recita. Diceva Oscar Wilde: non c’è una seconda opportunità per cambiare la prima impressione». Tornando all’amministrazione, c’è spazio per cambiare?
Richiesta legittima «Bossi ci pensi, è un lavoro massacrante. Ma è legittimo che la Lega chieda: con me era al 4%, oggi è a circa il 14%» «Bisogna vedere se c’è il tempo, comunque bisogna provarci. Si deve cambiare passo». Cosa dovrebbe fare il sindaco? «Lo sta già facendo: occuparsi di più della città. Mostrare interesse diretto per le cose importanti per i milanesi. Pulizia, ordine, sicurezza. Per tutta la prima parte del mandato Letizia Moratti ha pensato più all’immagine internazionale e all’Expo che al quotidiano lavoro dell’amministrato-
re di condominio». Ha citato la sicurezza. La Moratti ha fatto 250 sgomberi. Quando è arrivata, dopo il mandato da lei ricoperto, erano solo 3. «Allora non c’era bisogno di fare sgomberi. I 120mila rom sono arrivati negli ultimi tre anni. E, in ogni caso, un conto è fare gli sgomberi, un altro non creare nuovi insediamenti. Mi sembra che adesso la giunta si trovi con il problema di chiudere i campi regolari che ha aperto. Su questo la Lega trova ampi consensi nelle periferie». Alla Moratti politica quale consiglio dà? «Deve insistere nel processo di identificazione nel blocco elettorale di riferimento». È entrata nel Pdl. «Sì, ma il suo problema è quello di agganciare il consenso della lista. Di solito accade il contrario e il sindaco uscente o il presidente, come nel caso di Formigoni, è un valore aggiunto». Dipinge l’attuale amministrazione come un fallimento. Eppure l’Expo è un successo del sindaco. «Successo di immagine: a due anni dall’assegnazione a Milano non si è ancora visto partire un progetto. Questo percepisce il sciur Brambilla». Nel Pdl è già partito l’attacco alla poltrona dell’amministratore Lucio Stanca. «Non si va al cuore del problema ma si cambia il pilota. Il punto è che il meccanismo in cui si è trovato Stanca non sta funzionando».
Tuttavia è convinto che il partito ricandiderà Letizia Moratti? «A un sindaco con quel nome non si può dire grazie e arrivederci. La terra gira attorno al sole ma in questo caso il sole gira intorno alla terra: bisognerà ragionare intorno a questa scelta. Il problema non sarà tanto il voto di lista, ma il voto disgiunto. Si tratterà di vedere se dall’altra parte ci sarà un candidato in grado di intercettare il voto moderato». Allora si dirà «no grazie» a Bossi? «Se gli si vuole bene si dovrebbe dissuaderlo dal fare il sindaco: è un impegno fisico infinitamente superiore a quello del ministro. Io l’ho provato per nove anni e conosco bene quale sia la fatica quotidiana». Ma è legittimo che la Lega chieda la poltrona? «È normale che voglia più di quanto ha adesso. Con me aveva un assessore ed era al 4 per cento. Oggi è al 14, è legittimo che chieda molto di più».
Rossella Verga
Il Pd in Lombardia, a queste regionali, ha ottenuto il 22,8 per cento. A Milano, invece, ha raggiunto il 26,3 per cento
La Lega alle Regionali ha ottenuto in Lombardia il 26,2 per cento. Mentre a Milano il 14,49 per cento dei consensi
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Ex sindaco Gabriele Albertini, 59 anni, è stato sindaco di Milano per due , legislature dal 1997 al 2006, a na capo di u coalizione di centrodestra
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Primo Piano 15
Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
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Il motivo del nostro successo è semplice. Siamo rintracciabili 24 ore su 24. Andiamo in tutte le fabbriche dove ci sono vertenze. Purtroppo le occasioni non mancano Francesco Giusti, Lega Nord Siena
Il Carroccio sbarca nella Regione più «rossa» d’Italia
Il reportage
Toscana, arrivano i «granducati» leghisti dalla Garfagnana alle terre del Brunello Il record (40%) in un borgo degli Appennini: non ci dà retta nessuno, loro sì DAL NOSTRO INVIATO
GIUNCUGNANO (Lucca) — Non solo, come si stupiva Flaiano, «c’è gente che vive e lavora a Macerata», ma pure a Giuncugnano, sull’Appennino della Toscana; e al 40% vota Lega Nord. Dell’immensa provincia italiana, questo borgo di 500 abitanti a 880 metri è uno degli angoli più remoti. Per arrivarci si esce dall’autostrada ad Aulla, dove lo storico sindaco socialista Barani ora parlamentare berlusconiano ha fatto erigere la statua di Craxi, si prende per Fivizzano dov’è nato Verdini e dove fu sindaco comunista l’altro coordinatore Pdl Bondi. Poi si sale verso la Garfagnana, sui monti che ispirarono a Ludovico Ariosto, mandato dagli Estensi come governatore, le sue pagine più tristi. Non è la Toscana dell’immaginario: non ulivi ma pini, non vigne ma castagneti. Rocche diroccate. Un falco attraversa la strada, che si può percorrere per chilometri senza incontrare nessuno. Nel paese si entra solo a piedi. Fuori è parcheggiato qualche Suv, che qui però serve. Casette di pietra, infissi di legno verde che sono il segno della montagna toscana dall’Abetone all’Amiata, nanetti in giardino. Abitanti ospitali e cortesissimi — «dov’è che lo fate il Corriere? A Milano? Quello sì che è un grande paese» —, cataste di legna, la piazzetta con la chiesa, la fontana, il lavabo. La neve incombe sul monte Pisanino. Comincia a grandinare. E’ nei borghi come questo che la Lega ha piantato le sue radici in Toscana: 9% a Buggiano, 9,5 all’Abetone e a Cutigliano, 9,8 a Sambuca Pistoiese e Castiglione di Garfagnana, 11,7 a Licciana Nardi, 12,2 a Vaglio Sotto, 12,4 a Fosciandora, 16,3 a Fabbriche di Vallico. A Marradi, patria di Dino Campana, quindici allevatori sono andati a votare sottobraccio, tutti per la Lega. Nessun paese però si è avvicinato al 40%. Perché proprio Giuncugnano? «Perché abbiamo paura — dice il sindaco, Fabio Reali, 53 anni —. Paura delle cose che succedono nel mon-
do». Il mondo sembra piuttosto lontano da qui. «Guardi che abbiamo anche noi gli stranieri. Brave persone, per carità. Albanesi, romeni. Lavorano, non danno noia. Fanno i boscaioli, portano su a 1600 metri le mucche della Giovannoni Rosa, un allevamento di nicchia, insaccano i salumi della Monte Argenia: il mondiolo, un salame tondo, e il biroldo, nelle due versioni classico e macinato...». Che cos’è il biroldo? «Lei non ha mai mangiato il biroldo? Testa e sangue cotti e bolliti, senza conservanti, da tenere in frigo se no va a male: buonissimo. Sì, i nostri stranieri sono davvero bravi. Ma se invece ne arrivano altri cattivi? E poi a noi nessuno ci dà retta. I dirigenti provinciali del Pdl non ci considerano. Io non ho tessere di partito, ma se devo par-
6,5%
Il sindaco Fabio Reali «Sì, i nostri stranieri sono davvero bravi. Albanesi, romeni... Ma se invece ne arrivano altri cattivi?»
la percentuale di voti ottenuti dalla Lega Nord in Toscana, pari a 98.523 preferenze
lare chiamo la Lega; almeno mi rispondono». Con i voti della Garfagnana è stata eletta in consiglio regionale la combattiva Marina Staccioli, che però si scalda al sole di Pietrasanta, a un’ora e mezza da qui. Questa era terra bianca, a Giuncugnano si votava Dc o Msi, poi An, ora Lega perché «Fini non è più di destra». E c’è un altro motivo, di cui in paese non si parla volentieri. Solo un signore, dietro la promessa dell’anonimato — «non posso farmi dei nemici» —, racconta che dopo il 25 aprile una sera i partigiani vennero a prendere il fratello di suo padre, lo portarono qui sopra, sul Monte Tondo, e gli fecero scavare la fossa. «Non aveva fatto nulla, non era neppure fascista. Solo, aveva un po’ di commercio. Lo salvò un parente, che era con loro. Altri tre però furono uccisi. Tempo dopo dissero alle vedove — una credo fosse incinta — dove ritrovare i corpi». A Monticiano, nel Senese, hanno sfregiato la stele che ricorda la cattura di venti partigiani, dopo un agguato in cui era caduto un soldato di Salò: dieci furono fucilati sul posto, al-
tri quattro nella caserma di Siena. Sino al 25 aprile rimase sul posto un cartello: «Qui dove un nostro milite ha trovato la morte per mano dei ribelli, questi traditori sono stati raggiunti dalla giustizia. La giustizia arriva sempre per 1 a 10». Il monumento che commemora la strage è stato deturpato da scritte fasciste: la Lega ha votato con il Pd il documento di
a Gaiole e Castellina. Ma la vera sorpresa — 6,4% — è a Siena, la città della banca rossa. Dice il segretario provinciale, Francesco Giusti, che «qui il Monte dei Paschi è tutto. Anche io, il mio vice Maurizio Montigiani, il nostro consigliere provinciale Gabor Rossi lavoriamo al Monte. Ma non siamo dirigenti; io poi faccio l’"operaio", lavoro al contact-center, banca telefonica. Però non perdiamo un’assemblea. Siamo gli unici che rompiamo le scatole. Il Pdl è palesemente complice. Vota sempre con la sinistra, in cambio di due posti nel cda e di qualche briciola nelle controllate. Quando il Monte strapagò l’Antonveneta un minuto prima che crollasse il sistema bancario, anche il Pdl benedisse l’operazione, compresi Galan in Veneto e qui da noi Denis Verdini, con cui abbiamo rapporti conflittuali. Ha persino detto che il nostro leader Morganti andava "impacchettato e rispedito al Nord"; ma se è nato a Prato!». Giusti, nipote del priore della con-
condanna. E a Monticiano è arrivata al 13,6%, il miglior risultato del Senese (dopo il 17,6 della frazione Badia di Colle Val d’Elsa, dove hanno fatto la moschea). Questa sì è terra rossa. La Lega non solo raggiunge il 10% nelle città del turismo — Montecatini, Forte dei Marmi, Pescia, Camaiore — e sulle isole, dall’Elba al Giglio a Capraia.
Non solo si è insediata a Firenze, con il segretario nazionale (che vorrebbe dire regionale) Claudio Morganti e con Mario Razzanelli, che ha condotto la battaglia contro la sciagurata tramvia. La Lega è arrivata anche nel Senese. In particolare nei paesi del vino, dov’è passato il ministro Zaia a offrire garanzie ai produttori: 8,5% a Montalcino, 7,9 a Radda in Chianti, 6
trada dell’Aquila, ha trent’anni, ma era già commissario della Lega a Siena quando ne aveva 19. «Il motivo del nostro successo è semplice — dice Giusti —. Siamo rintracciabili 24 ore su 24. Andiamo in tutte le fabbriche dove ci sono vertenze. Purtroppo le occasioni non mancano: la crisi nel Senese è terribile. A Poggibonsi, dove fanno i camper, ci sono 4 mila famiglie a rischio; a Colle Val d’Elsa, dove lavorano il cristallo, oltre metà degli operai è in cassa integrazione. Il Monte quest’anno non distribuisce dividendi, il che aggraverà la crisi delle due altre "industrie" di Siena, l’ospedale e l’università, che ha quasi un impiegato per ogni studente e non a caso ha 120 milioni di buco». Massimo sfregio, la Sapori trasferirà la produzione dei ricciarelli a Tavarnelle, nel Fiorentino. «E’ tra i leghisti di Firenze che è nato il mito del ritorno del Granducato. A noi senesi non garba proprio. Ma la Toscana, con i suoi mille campanili, è fatta apposta per far crescere la Lega, no?».
Aldo Cazzullo © RIPRODUZIONE RISERVATA
Strategie La Padania: la Lega fa politica 365 giorni all’anno. Salvini: siamo in campagna elettorale permanente
«Sempre sul territorio» I lumbard ripescano il «modello Pisoni» MILANO — Si potrebbe cominciare dalle mogli dei leghisti. «Santa donna, ormai la mia non mi chiede più neanche se torno a cenare, ma solo se torno. Che ci vuoi fare? Questa è una missione, militanti tutto l’anno: come i testimoni di Geova...». Mauro Manfredini ha 68 anni. I primi 50, o giù di lì, li ha passati tra le braccia del Pci modenese. I restanti a convincere più emiliani possibile che con Bossi qualcosa può cambiare. È stato appena rieletto in consiglio regionale. Il suo più grande nemico è il correttore del computer: «Mi cambia regolarmente le parole che scrivo in dialetto: ma io con la gente parlo così; e
per chi non capisce, ci sono i sottotitoli...». Ma si potrebbe anche cominciare dai modelli dei leghisti. Ad esempio, da tal Nino Pisoni, che in realtà non era affatto «tal» e nemmeno leghista, ma uno che attraverso la Coldiretti, di cui è stato per decenni anima e motore (è scomparso nel 2002 a 76 anni), ha portato una marea di voti alla Dc dell’epoca: lui, «il Nino», come lo chiamavano, che conosceva cascina per cascina, quasi dava del tu alle mucche, sindacalista, prima che politico, di cui si ricordano le trattative allo spasimo con «il Romeo», al secolo Invernizzi. «Pisoni? L’ho sentito nominare. Io vengo da una fami-
glia bianca: uno zio ex sindaco di Saluzzo, un altro di Lagnasco. Vecchi dc, dai quali noi leghisti abbiamo imparato come stare con la gente, come battere il territorio: sempre, non solo quando si vota». Claudio Sacchetto ha 30 anni. Ed è il leghista più votato in Piemonte alle ultime Regionali, 11.780 voti, consigliere comunale a Cuneo, assessore provinciale, imprenditore agricolo. Uno che storce il naso quando gli raccontano che molti leghisti emiliani vengono dal Pci: «Preferisco i comitati civici...» sbotta. Lui che, alla vigilia del voto, così ha titolato un editoriale sul suo giornale: «La Lega è il Partito Popolare del Nord» con tanto di appello sturziano «agli uomini liberi e forti». Non c’è mai il cartello «ferie» davanti alla bottega di Bossi. «La Lega fa politica 365 giorni all’anno, mentre molti altri partiti tendono più che altro ad essere dei comitati elettorali» ha detto sulla Padania il sociologo Luca Ricolfi. D’accordo, con quello che è successo alle Regionali, è facile cadere nella mitizzazione. Però, a sentirli, sembra davvero che molti di loro siano anima-
ti dal sacro fuoco. Matteo Salvini, leghista uno e trino (europarlamentare, capogruppo in Comune a Milano, direttore di Radio Padania) ha visto l’alba di ieri mattina con i 300 operai della «Maflow», a Trezzano sul Naviglio, gente con l’acqua alla gola dopo che la Bmw ha tagliato gli ordinativi: «Qualcuno si è stupito. "Che ci fai qui? Si è già votato..."
mi ha detto. Però per noi è normale. Siamo in servizio permanente: come l’esercito svizzero...». Il Pci aveva come scuola le Frattocchie. La Dc le parrocchie. La Lega, autodidatta, ha preso un po’ da tutte e due. A Fiumalbo, 1500 anime nel profondo Appennino modenese, c’è un trentaduenne, Gabriele Nizzi, ribattezzato dalla gente di
paese «il Cocomero»: verde fuori, rosso dentro. Diventato leghista ai tempi della scuola «per antipatia verso alcuni compagni di classe» e figlio di famiglia rigorosamente «rossa», è un bossiano a tempo pieno. «Busso alle porte, parlo con la gente, ci metto soldi miei, organizzo feste, spiego cos’è il federalismo: sì, ogni tanto critico anche Berlusconi...». Morale: un terzo di Fiumalbo ora vota Lega, 29% alle Regionali, nel segno del «Cocomero», naturalmente consigliere comunale. Roberto Calderoli l’ha detto pubblicamente: «Ai nostri comizi vengono esponenti del Pd, amministratori di piccoli Comuni, che ci dicono che non riescono a parlare nemmeno al telefono con i loro capi, anche nel Pdl a volte succede...». Federico Gregorio, 39 anni, altro leghista piemontese che ha fatto il botto (quasi 6 mila preferenze, eletto in Regione) la fa semplice: «Bisogna metterci la faccia, anche quando rischiano di rompertela. Il territorio non è solo fonte di consensi, ma anche di consigli...». Semplice?
Francesco Alberti Nella fabbrica occupata Matteo Salvini, 37 anni, l’altra notte alla Maflow
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16 Primo Piano
Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
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Consumi L’energia
Benzina record: va oltre quota 1,4 «Sui prezzi c’è troppa speculazione» Scattano i rincari per i pacchetti turistici. Saglia: pronto un decreto Divina (Lega Nord)
Sergio Divina (Lega Nord, presidente della commissione straordinaria sui prezzi
Il commissario: «Ho scritto a Scaroni, l’Eni dia l’esempio» ROMA — Non le manda a dire Sergio Divina, leghista, presidente della commissione straordinaria del Senato sui prezzi, a proposito del caro-carburante, su cui ha aperto un’indagine parlamentare. Che idea si è fatto? «Che c’è speculazione nel passaggio dal prezzo del greggio a quello alla pompa. I petrolieri mi devono ancora spiegare come mai se un barile costava 82 dollari tre mesi fa e costa, mettiamo, di nuovo 82 oggi, il prezzo della benzina una volta è 1,20 euro e una volta 1,10...». E poi c’è il problema della doppia velocità. «Sì, i prezzi sono lenti a adeguarsi verso il basso, veloci verso l’alto. Gli operatori la chiamano "prudenza"». L’accusa Lei se l’è presa anche con l’Eni. «Sì, perché a volte è la capofila dei rialzi. È una contraddizione: se il governo dà soldi sotto forma di Perché se un per rilanciare i consumi, barile costava 82 incentivi un’azienda pubblica come l’Eni dollari tre mesi fa non può mangiarseli scatenando i e costa 82 oggi, rialzi». L’ha detto a Paolo Scaroni, l’ad la benzina è una volta a 1,20 euro di Eni? «Gliel’ho scritto. Non mi ha rie un’altra a 1,10? sposto ma comunque lui ha capito che il nocciolo è altrove: nel rialzo dei prezzi da parte dei Paesi produttori. A loro è andato a dire che se i rincari sono eccessivi crescerà il ricorso alle energie alternative. E ha chiesto un tavolo sui prezzi». Intanto a Pasqua la benzina si pagherà di più. «Così in pochi giorni i petrolieri si rifanno di quello che non hanno incassato finora. Difficile non pensarlo». Lei che può fare? «Io non ho strumenti sanzionatori. Posso fare delle segnalazioni e ne ho già fatte all’Antitrust, a Catricalà. Ci capiamo: a volte è lui a suggerirci su cosa indagare...».
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A. Bac. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ROMA — Un decreto contro il caro-carburante. La riforma del settore, cui il governo sta lavorando da qualche tempo, potrebbe arrivare anche attraverso un provvedimento d’urgenza per rilanciare le liberalizzazioni. Non l’ha escluso ieri Stefano Saglia, sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico con delega all’Energia. Ieri i prezzi della benzina praticati alla pompa, che in prossimità del fine settimana di Pasqua hanno ampiamente superato per tutti i gestori l’1,4 euro al litro (1,23 per il diesel), sono rimasti fermi. Si va così dall’1,407 euro al litro della Esso all’1,419 della Shell per la benzina. Mentre, per il diesel, dall’1,231 al litro della Esso all’1,249 della Shell. A scatenare la polemica è stato il confronto tra i listini correnti e quelli della Pasqua 2009, quando la benzina costava mediamente 1,214 euro e il diesel 1,074. Fare un pieno, durante queste feste, significherà sborsare circa 10 euro in più. Senza contare che anche i tour operator, a fronte dei rincari, chiederanno ai viaggiatori l’adeguamento delle proprie tariffe ai nuovi prezzi del carburante. A fronte di questi aumenti, c’è quello del petrolio grezzo, quotato ieri ai massimi da 18 mesi: a 84,9 dollari al barile dopo aver superato gli 85. Mentre di questi tempi, l’anno scorso, il prezzo al barile si aggirava sui 50 dollari. Sono in molti a chiedersi la ragione di questo rialzo, anche perché gli Usa hanno appena provveduto a fare scorta di greggio, dunque il mercato ha già scontato da tempo il relativo rincaro. Tuttavia ad alimentare il prezzo della materia prima sarebbe la congiuntura economica in miglioramento, come testimonierebbero, tra l’altro, il calo delle nuove richieste di sussidi alla disoccupazione negli Usa, per la quinta settimana di fila, e l’accelerazione dell'attività manifatturiera nello scorso mese in Cina, Giappone, Regno Unito e nella zona euro. Ipotesi che rendono ancora più urgente rivedere la di-
La scheda La benzina Secondo la rilevazione di Quotidiano Energia i prezzi della benzina alla pompa in Italia ieri erano a 1,407 al litro per Esso, a 1,408 per Eni, Api, Erg, Tamoil e Ip, mentre per Q8 erano di 1,410, per Total erano di 1,411 e per Shell di 1,419 euro al litro.
Il diesel
Per quanto riguarda invece il diesel, queste solo le quotazioni rilevate da Quotidiano Energia: Esso, 1,231 euro al litro; Erg, 1,234 euro; Eni, Api e Ip 1,235 euro; Tamoil, 1,239; Q8 e Total, 1,241 euro al litro; Shell, 1,249 euro al litro. Per la benzina, l’aumento dall’inizio dell’anno è stato per alcuni distributori di 18 centesimi al litro.
Il barile
Il petrolio ieri ha toccato i massimi dell’anno a 84 dollari al barile.
sciplina del settore della vendita carburanti nel nostro Paese. «Occorre una riforma per superare il divario del prezzo della benzina tra Italia e i Paesi Ue — ha detto ieri il sottosegretario Saglia —. Quale sarà lo strumento per la riforma si deciderà successivamente. Non abbiamo mai escluso la possibilità di un decreto legge che finora non è stato possibile assumere anche perché è necessario discuterne con i neoeletti presidenti delle Regioni». La precisazione sullo strumento normativo sembra una risposta all’Adiconsum che, commentando l’annuncio di una riforma da parte di Saglia, paventava tempi lunghi e auspicava il ricorso al decreto. Nel mirino del governo c’è soprattutto il cosiddetto stacco speculativo, vale a dire il divario tra il prezzo industriale del carburante in Italia e quello nei Paesi europei, escluse le tasse: l’ultima rilevazione, che risale al 29 marzo scorso, indica un maggior costo in Italia di 2,6 centesi-
Un anno dopo A Pasqua 2009 la verde costava mediamente 1,214 euro, il diesel era a quota 1,074
Il mercato
I listini e il confronto in autostrada
Un pannello autostradale sulla Napoli-Roma con il confronto tra i prezzi della benzina e del gasolio nelle stazioni di rifornimento della tratta, nel maggio del 2008: erano i mesi della grande impennata delle quotazioni del greggio, che sarebbe culminata con valori vicini ai 147 dollari al barile nel luglio dello stesso anno.
mi rispetto ai Paesi dell’area euro. «Lo stacco speculativo — ha commentato Saglia — è strutturale. Occorre tempo però affinché una riforma dia i propri effetti. Il governo quindi sta lavorando con tutte le categorie interessate e terrà presenti anche le indicazioni che sono state date dalle associazioni dei consumatori». Si parla di interventi di rilancio delle liberalizzazioni che armonizzino «gli interessi delle imprese e dei consumatori». I prezzi, secondo il sottosegretario, potranno scendere «anche incrementando self e iperself fino all’80%», dunque modificando il sistema di distribuzione. Intanto piovono proposte: il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ritenendo «una stangata davvero inaccettabile» gli ultimi aumenti, chiede al governo di «sterilizzare con un decreto le tasse l’Iva e le accise», inoltre auspica l’immediato confronto fra governo, Regioni, imprese e sindacati sul tema dell'energia e delle fonti rinnovabili. Tra le associazioni dei consumatori invece viene avanzata l’idea di eliminare i millesimi dai listini per rendere i prezzi più comprensibili e trasparenti.
Antonella Baccaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
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Cinque regole per risparmiare
Dieci centesimi in meno al litro per chi fa il pieno senza marchio
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Sono 1.400 circa e si trovano soprattutto al Centro Nord. Sono le «pompe bianche»: i distributori indipendenti, senza marchio, non correlati ai brand delle tradizionali compagnie petrolifere. Facendo il pieno al cosiddetto mercato extrarete, si possono risparmiare in genere dai 6 ai 10 centesimi per litro rispetto ai distributori dei grandi nomi del greggio. Ad auspicare un aumento delle pompe bianche è stato solo poche settimane fa il presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà. Ma la loro percentuale sul totale dei distributori da Nord a Sud è ancora bassa: intorno al 6%.
Fare benzina all’ipermercato Un taglio che vale 12 centesimi al litro
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Un’altra opportunità di risparmio è rappresentata dai distributori con marchi della grande distribuzione. L’accoppiata ipermercato e pompa di benzina, stesso marchio e stesso indirizzo, può abbattere il costo di un litro di carburante, generalmente, dai 7 ai 12 centesimi per litro, come racconta Antonello Minciaroni, specialista del mercato petrolifero di Quotidiano Energia. Ma, se già è contenuto il numero delle pompe bianche, quello delle stazioni di rifornimento della grande distribuzione è addirittura esiguo: circa 100 su un totale di 22.500 pompe in tutta Italia, vale a dire lo 0,4% del totale.
Vale 8 centesimi la strada del self service Le differenze tra le diverse compagnie
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L’alternativa classica per chi vuole «alleggerire» il caro benzina è il rifornimento «self service». Lo sconto è in genere limitato a 2-3 centesimi il litro durante il giorno, quando la stazione di rifornimento è aperta ed è possibile anche farsi servire. Ma può salire a 6-8 centesimi la notte o durante il weekend. Self service a parte, non bisogna dimenticare le variazioni di prezzo tra le diverse compagnie (e le eventuali offerte promozionali): la forbice dei prezzi di riferimento della benzina verde viaggia in questi giorni tra 1,407 a 1,419 euro al litro, a seconda del fornitore. Sul diesel si va da 1,231 a 1,249 euro al litro.
Con il Gpl la spesa guadagna il 30-40% Il nodo della rete di distributori
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Un risparmio che vale un taglio ai costi del 30-40%: è quello che permette l’opzione Gpl secondo Paolo Landi, segretario generale di Adiconsum. Il motivo è semplice, spiega il responsabile dell’associazione di consumatori: un litro di Gpl costa più o meno la metà di un litro di classico carburante, ma dall’altra parte ha una resa inferiore. Resta però il problema della rete dei distributori di Gpl, ancora poco diffusa. Se, per chi oggi ha un modello diesel o a benzina, cambiare auto e passare a una nuova «Gpl» risulta troppo costoso, Landi ricorda, quando si viaggia soli e quindi non si può dividere i costi, la classica alternativa dei mezzi pubblici.
Le informazioni sui prezzi in autostrada E i risparmi da 9 euro per un pieno
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I prezzi tra una compagnia e l’altra possono variare dai 12 centesimi sulla benzina verde ai 18 centesimi sul diesel (valori di riferimento). E, per chi viaggia in autostrada, una buona guida possono essere i cartelloni che indicano i prezzi di diesel e benzina negli autogrill successivi. Per un pieno di 50 litri, il risparmio tra una compagnia e l’altra può quindi arrivare a 6 euro con la benzina verde e a 9 euro per il diesel. A livello aggregato nazionale, dove ogni anno sono erogati 46 miliardi di litri di carburante, un centesimo di risparmio vale quindi circa 500 milioni di euro (fonte centro studi Cres).
Gli indipendenti
Internet
Il boom dei «senza marchio»
E sul web campagna anti-Esso
Qualcuno le utilizza già sistematicamente contro il caro-carburante. Sono le «pompe bianche», i distributori senza marchio, indipendenti, attivi sul territorio nazionale, tranne sulle autostrade, che praticano prezzi più bassi. Federconsumatori ne ha censiti circa 300, soprattutto nelle Marche, in Lombardia, Veneto, Lazio Emilia Romagna. L'Adiconsum ne ha chiesto la presenza anche sulla rete autostradale «per eliminare il peso delle royalty che incidono per circa 10 centesimi su ogni litro di benzina fatto in autostrada». Ma per ottenere risparmi concreti per chi fa il pieno, questi distributori dovrebbero costituire almeno il 10% del sistema attuale: circa 2 mila impianti.
La protesta parte dalla vicina Francia, ma Beppe Grillo l’ha fatta subito sua, rilanciandola sulla rete con la consueta risonanza. Si tratta di protestare contro il caro-carburante boicottando i produttori che più di tutti hanno alzato i prezzi: Esso e Shell. «Se non venderanno più benzina (o ne venderanno molta meno), — si legge nel blog di Grillo — saranno obbligate a calare i prezzi. Se queste due compagnie caleranno i prezzi — si argomenta — le altre dovranno per forza adeguarsi. Per farcela, però — avvisa l’ex comico genovese — dobbiamo essere milioni di NON clienti in tutto il mondo». Il meccanismo è quello della «catena di Sant’Antonio».
Il caso Il Fisco pesa per il 60% sul costo finale, dall’Etiopia ai contratti le voci che lo Stato ha messo sul conto
Il mistero (poco) buffo degli aumenti Il pieno? Corre più veloce del petrolio Il viaggio del greggio dai giacimenti alla stazione di servizio MILANO — Letto da un blog: «Se prezzi Platts). Ma malgrado gli studi volete fare salire il prezzo della benzi- econometrici provino a mostrare il na mandatemi in vacanza...». Visto in contrario, si tratterebbe di un’attitudiquesti termini il problema potrebbe ne che chi ha lavorato nel settore non essere facilmente risolto. Niente fanta- riesce a negare: «Non sono cose che si siosi scenari con opulenti sceicchi me- fanno per politica precisa — dice un diorientali, petrolieri speculatori, ga- raffinatore privato che opta per la ribellieri di Stato o avidi gestori per servatezza — ma i petrolieri sono tenspiegare le oscillazioni sospette dei li- denzialmente più solleciti a intervenistini che avvengono nelle piazzole dei re quando il barile sale piuttosto che distributori tra Ferragosto, Natale, Pa- quando scende. A volte anticipano adsqua e Pasquetta: con l’abolizione del- dirittura gli aumenti, e invece aspettale feste comandate la stabilità sarebbe no uno o due giorni quando il petroassicurata. lio va giù». Con altrettanta schiettezMa la verve ironica dei consumato- za, però, aggiunge: «L’idea che aspettiri, quando non si tramuta in rabbia no scientemente che la gente si muoimpotente, non aiuta a dar conto di va in massa con l’auto per alzare i quanto effettivamente accade con il prezzi non è realistica. Se non altro prezzo della benzina. Un mistero (lai- perché sanno che in quei periodi si è co) anche questo? In parte sì, condito molto più controllati, e che ci si trova con il dubbio ricorrente che all’opera nell’occhio del ciclone». ci sia la «solita» speculazione. È vero Bisogna ammettere, in effetti, che che la trasparenza non è il tratto distintivo della distribuzione petrolifera: per un lungo periodo dopo il 2002, coposto me ricordava temm e è com po fa Gustavo Ghi- Co rezzo di un litro p il dini, sulle autostrao di benzina de nazionali non si di solio? La a g sono più visti i tomponente tem che consentiva- co dustriale» (nella n «i osito), no di leggere il prezto un dep zo prima di entrare fo e comprende la h c nella stazione di servie Platts uotazion zio o quelli che segna- q l mercato su ale e i lavano dove trovare il ternazion valore più basso. La in argini che m «nobilissima» ragione no remunera , della scomparsa era che io stoccagg ne e avrebbero distratto i guio distribuzi lizzazioia datori e messo a repentacommerc er il 40% glio la loro sicurezza. ne, pesa p materia Non le tasche dell’intera (il 31% la 0% è 6 catena, comunque, Staprima). Il le: più a to compreso. peso fisc ccisa e l’a I petrolieri non lo amdel 40% nte l’Iva. metteranno mai, ma la il rimane cosiddetta «doppia velocità» di adeguamento dei listini sembra proprio essere una pratica diffusa. Difficilmente La materia prima dimostrabile e magari più facilmente La «materia prima», cioè la smentibile se, come spesso accade, benzina una volta uscita dalla consumatori e produttori parlano lingue diverse: chi si riferisce ai prezzi raffineria, pesa per il 30% sul del petrolio greggio e chi a quelli del prezzo alla pompa prodotto già raffinato (e ai cosiddetti
sfiorando gli 84 dollari al barile, proprio ieri il brent del mare del Nord ha toccato il suo livello più alto dall’ottobre del 2008. Una (sfortunata) coincidenza per le tasche degli automobilisti, dunque. Ma non ci si può fermare lì. La «materia prima», cioè la quotazione della benzina una volta uscita dalla raffineria, pesa per poco più del 30% sul cosiddetto prezzo alla pompa. E sulla materia prima si scaricano non solo gli andamenti del greggio, ma anche il cambio tra l’euro e il dollaro (il petrolio si scambia in dollari) che ha visto la moneta europea perdere un po’ meno del 10% dall’inizio dell’anno. Un’altra sfortuna? Si direbbe di sì se non fosse che, in realtà, è il Fisco a incamerare un buon 60% del prezzo di un litro di carburante. Intanto con le «acci-
Sterilizzare l’Iva Pare difficile che di questi tempi l’Erario possa rinunciare a parte dei 30 miliardi tra accise e Iva che incassa
se», le imposte fisse (più del 40%) che incorporano addizionali a dir poco curiose, e ancora in legittimo vigore. Nella loro sequenza storica vanno dal prelievo per il finanziamento della guerra di Etiopia del 1935, la crisi di Suez del ’56, il Vajont (’63), l’alluvione di Firenze (’66), il Belice (’68), il Friuli (’76), l’Irpinia (’80), la guerra in Libano (’83), la missione in Bosnia (’96) e, da ultimo, il contratto dei ferrofilotramvieri del 2004. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse di mezzo anche l’Iva, con il suo 20%, che grava a sua volta anche sull’accisa, producendo l’effetto della «tassa sulle tasse» che fa sì che a ogni incremento del litro di verde (o di gasolio) lo Stato si sdoppi. Da una parte fa la voce grossa promettendo di vigilare. Ma dall’altra incassa, e non poco. Spesso si parla di «sterilizzazione» dell’Iva ed è accaduto anche in questi giorni, a conferma che il dibattito è ormai un po’ trito. Pare difficile, infatti, che di questi tempi l’Erario rinunci anche solo a una piccola fetta dei 30 miliardi di euro tra accise e Iva incamerati nel 2009, in cambio del ruolo di «stabilizzatore» del prezzo di benzina e gasolio. Infine ci sono loro, i gestori, che pesano però per una parte minima di tutta la catena. Sono solo una frazione di quel 9-10% che rimane da spartire del prezzo alla pompa e che deve remunerare tutta la filiera: stoccaggio, distribuzione, commercializzazione e relativi oneri relativi. Il margine del gestore, insomma, si aggirerebbe sui 5 centesimi al litro. Non si può escludere che, come parte più debole del sistema, qualcuno interpreti in modo un po’ più «fantasioso» il suo ruolo e ci marci. Ma per loro il futuro non è radioso. Solo per il fatto che in Italia ci sono 24mila punti vendita (contro i 15 mila della Germania e i 12mila della Francia) e nel giro di pochi anni 5-6.000 potrebbero chiudere.
Stefano Agnoli © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
Idee&opinioni
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TENSIONE TRA WASHINGTON E GERUSALEMME
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Ed eccoci al capitolo intitolato «La Guerra dei Cloni», per dirla con George Lucas. La messa in scena potrebbe quasi far sorridere, se non fosse terribilmente seria. Il presidente russo Dmitrj Medvedev che si precipita nel Caucaso in versione fotocopia del Putin più rambistico: t-shirt nera a girocollo sotto la giacca scura, occhiali a specchio da picchiatore, mascella serrata. Le parole seguono il look: con i terroristi d’ora in poi bisogna usare «tattiche più crudeli», dice il presidente. Un blitz che ricalca sequenza per sequenza le incursioni compiute in passato da Putin dopo altri fatti di sangue analoghi a quelli dei giorni scorsi in Russia. Una questione di immagine? Non solo. Lo sfondo di questo «teatrino» è il progetto «Russia 2020» elaborato dal Cremlino: uno scenario che prevede la stabilizzazione del sistema autoritario costruito da Putin negli anni 2000 attraverso l’introduzione di elementi di flessibilità, rappresentati proprio da Medvedev. L’avvocato quarantenne che siede alla presidenza, con i suoi discorsi sulla modernizzazione del Paese e i cauti segni di liberalizzazione, serve a fornire
maggiore legittimità al blocco di potere raccolto attorno a Putin e agli uomini che detengono le leve economico-politiche della Russia. È questo il senso del tandem Putin-Medvedev: una coppia che già dicono essere pronta a scambiarsi i ruoli nel 2012. Con Putin che ritornerebbe alla presidenza e Medvedev che assumerebbe la guida del governo al suo posto. Potrebbe essere questo lo scopo dell’«operazione clone»: un modo per dire che i due sono intercambiabili. Ma c’è anche dell’altro. Nelle ultime settimane il regime russo ha dovuto confrontarsi per la prima volta con la contestazione di piazza. E allora potremmo essere all’inizio di una nuova fase di irrigidimento. A Mosca storicamente ogni stagione di bombe ha segnato un accentuarsi della spinta repressiva, come ricordava l’altro giorno sul Corriere il leader dell’opposizione Nemtsov: e la serie di attentati degli ultimi giorni è arrivata proprio nel momento in cui si udivano dei pericolosi scricchiolii. La guerra dei cloni è probabilmente solo all’inizio.
Luigi Ippolito © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA RETE STA DIVENTANDO UN PUZZLE E L’IPAD FA VEDERE SOLO ALCUNI PEZZI
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«L’età dell’oro di Internet si avvia verso il tramonto, prepariamoci per lo Splinternet». Sembra una profezia di Nostradamus quella della frantumazione del web (il termine splinter nel dizionario di inglese sta per frammento, scheggia). Soprattutto alla vigilia del lancio dell’oggetto che si candida già a prodotto tecnologico di maggior successo del 2010: da domani l’iPad, il camaleontico tablet della Apple, a metà tra un iPhone, un computer e un eBook, sarà in vendita in 221 negozi Usa. Ma il commento di Josh Bernoff che ha battezzato il nuovo fenomeno spiega bene proprio ciò che sta avvenendo con il successo di prodotti come il Kindle, il lettore digitale di libri della Amazon, gli smartphone, i tablet pc e l’ormai classico iPod. Nonostante la sempre maggiore diffusione di prodotti connessi al Web, la fruizione dei contenuti si sta trasformando in un puzzle di cui possiamo vedere solo alcuni pezzi. Insomma, non ci sono più le praterie libere, la libertà anarchica che ha caratterizzato l’età dell’oro del web, ma delle belle autostrade dal cui percorso non possia-
mo deragliare. Un esempio lampante è il Kindle: è connesso al web, ma in sostanza porta solo sulla piattaforma di Amazon per acquistare i loro libri. Stessa storia per l’iPod e il mercato musicale di iTunes. In realtà lo scontro è tra due grandi modelli (di business): da una parte quello di Google del tutto gratis — leggi tutto pagato dagli spot online —, dall’altra quella della Apple, dove si paga. Dunque, più banalmente la questione è una delle più antiche del mondo: money. Denaro. Per intaccare la filosofia apparentemente «anti capitalistica» del tutto gratis le società stanno frammentando il web. Con il risultato, apparentemente paradossale, che il tutto è gratis, mentre una parte del tutto si paga. Certo non è così banale: per far pagare quella parte bisogna puntare sulla qualità. La musica sul web c’era, e si poteva piratare gratis. La Apple e altre aziende sono riuscite a farla pagare. Ma — in compenso — il risultato per le nostre orecchie è stato il ritorno a standard di suono accettabili.
Massimo Sideri © RIPRODUZIONE RISERVATA
QUEL FEDERALISMO DELLA RU486 CHE IGNORA UNA LEGGE DELLO STATO
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A sentire le primissime dichiarazioni dei nuovi governatori leghisti Roberto Cota e Luca Zaia, abortire secondo la legge italiana sarà diverso in Piemonte e in Veneto dal resto d’Italia. Cota annuncia che farà marcire nei magazzini le dosi di Ru486 ordinate dagli ospedali piemontesi e che già da ieri avrebbero potuto essere usate. Zaia addirittura dichiara che la sua «attività amministrativa sarà volta a evitare assolutamente che venga diffusa la pillola perché il percorso da seguire in questi casi non deve mai portare all’abbandono di una vita umana». Insomma vorrebbe vietare l’aborto in Veneto, non solo — sembra di capire — quello farmacologico. Il risultato semplicistico potrà anche essere la diminuzione del numero di interruzioni volontarie di gravidanza nelle loro regioni, ma non avrà alcun effetto sul triste calcolo finale degli aborti in Italia, legali o clandestini. Perché le donne — chi potrà — dovranno «emigrare» verso Emilia Romagna o Lombardia, se non più lontano per abortire secondo quanto previsto dalla
legge da oltre 35 anni. Ma sospendere una legge dello Stato non è solo ingiusto per coloro ai quali questa garantisce una scelta. Si capisce che i due governatori vogliono fare della Ru 486 — peraltro usata in tutta Europa — una bandiera politica. E sono legittimi i dubbi e le obiezioni che esprimono diverse sensibilità. Una legge però non si può cestinare con un voto amministrativo. Si può sempre provare a modificarla. Se si contesta l’aborto bisogna farlo a viso aperto in Parlamento, con un referendum, con gli strumenti previsti dalla legge e dalla Costituzione, con una ampia e responsabile discussione nelle regioni e nel Paese, non creando confusione in nome del proprio carisma e dell’investitura popolare. Pensando anche che non basta una pillola a cambiare una decisione: sarebbe meglio provare a immaginare protezioni sociali e misure di welfare per frenare gli aborti. Il federalismo della pillola non è una soluzione.
Gianna Fregonara © RIPRODUZIONE RISERVATA
Usa amici di Israele finché c’è Obama Ma l’alleanza non è un dogma eterno di BERNARD-HENRI LÉVY
M
olte sciocchezze si scrivono sulla presunta «crisi» che attualmente attraversano le relazioni israelo-americane. La verità è che in questa storia conviene separare due livelli d'analisi ben distinti. A breve termine, innanzitutto, non credo che la decisione di avviare la costruzione di 1.600 nuovi alloggi a Gerusalemme Est possa generare una rottura simile a quella del 1975 (quando Israele rifiutò di evacuare il Sinai) o del 1991 (quando Bush padre minacciò gli israeliani di sanzioni economiche se avessero boicottato la Conferenza di Madrid). Obama è un amico di Israele. È l'unico presidente democratico che abbia osato dire, nella famosa intervista a Jeffrey Goldberg, di aver attinto nel «sionismo» la propria «idea di giustizia sociale». È l'unico presidente in assoluto ad aver insistito sull’importanza che hanno avuto, nella propria formazione politica generale, i viaggi che da giovane intraprese nell’Israele dei kibbutz. È, ed è sempre stato, nella comunità nera americana, una delle persone più ostinate nel ripetere che quel ritorno verso la terra promessa che è il sionismo entra «in risonanza con l'esperienza afroamericana» e, quindi, con la «propria storia di sradicamento e di esodo». E poiché si suppone che la tensione di oggi abbia per oggetto la questione di Gerusalemme, non bisogna dimenticare che fu Obama, e non McCain, a dichiarare, il 4 giugno 2008, in piena corsa alla presidenza, che Gerusalemme doveva rimanere la capitale «indivisibile» dello Stato ebraico! Queste dichiarazioni, la confessione secondo cui la sua visione del mondo si è forgiata nella lettura dell’Esodo e dei romanzi di Philip Roth, la sua fermezza nei confronti di un Hamas con cui è impossibile negoziare finché non avrà rinunciato, non soltanto al terrorismo, ma al suo odio radicale per Israele: nulla consente di pensare che egli abbia rinnegato tutto questo in 15 mesi. È la ragione per cui non credo che la circostanza dei 1.600 nuovi alloggi basti a influenzare un sentimento, un credo, quasi una fede, profondamente radicati nella sua biografia di presidente e di uomo. A lungo termine, invece, e anche a medio termine, il quadro della situazione è molto meno rassicurante. Prima di tutto, non si deve mai dimenticare che gli Stati Uniti, contrariamente a quanto dice la leggenda, non furono fra i Paesi più entusiasti a riconoscere Israele al momento della sua creazione. L’immagine delle due nazioni «elette» e in comunione nella loro duplice e simile «elezione» non deve occultare il fatto che Harry Truman prese la
BEPPE GIACOBBE
«GUERRA DEI CLONI» DEI LEADER RUSSI NEL CAUCASO MEDVEDEV IMITA PUTIN
decisione storica di rendere omaggio alla nascita del nuovo Stato contro la propria amministrazione, contro il segretario di Stato, contro tutta una parte dell'opinione pubblica americana. L'immagine, bisognerebbe dire il cliché, dell'alleanza privilegiata, quando non predestinata, fra le due democrazie «messianiche» non deve né può cancellare il fatto che, per vent’anni, non furono gli Stati Uniti, ma fu la Francia a dover fornire armi, tecnologie di punta e, in particolare, tecnologie nucleari, al giovane Stato. E se tutto questo appartiene ormai al passato, se la sicurezza di Israele è diventata, dopo Kennedy, un principio non negoziabile per tutte le amministrazioni americane, non si devono perdere di vista altri dati non trascurabili. Gli Stati Uniti non sono affatto immuni da un antisionismo militante, che un po’ frettolosamente si è considerato essere una prerogativa dell'Europa: lo testimonia il libro di John Mearsheimer e Stephen Walt, «La Israel Lobby e la politica estera americana» (Mondadori, 2009), di cui non vedo equivalenti in Europa, dove si difende la tesi di un complotto ebraico che sottometterebbe la democrazia americana agli interessi di quella potenza straniera che è Israele. È l'unico Paese dove un ex presidente dell'importanza di Jimmy Carter può entrare nella classifica dei bestseller con un testo, «Palestine: peace not apartheid» (Simon & Schuster, 2006), che riprende gli stereotipi più logori dell'antisionismo più ambi-
guo e da cui, occorre precisarlo, ha dovuto ritirare le parole più ingiuriose in un messaggio agli ebrei americani del 21 dicembre 2009. E poi, lobby per lobby, gli Stati Uniti sono una nazione altrettanto pragmatica che idealista o religiosa e nulla assicura quindi che i loro sei milioni di ebrei manterranno lo stesso peso il giorno in cui sarà organizzata, di fronte alla loro, un'altra lobby di uguale importanza, e che magari difenda sia le tesi del partito del petrolio (l’«intransigenza» israeliana, ostacolo alla prosperità del pianeta) sia quelle di un’altra minoranza (per esempio la Nation of Islam). Tutto questo per dire che l'alleanza israelo-americana non è un dogma inciso, da sempre, nel marmo di una storia predestinata. E tutto questo per ripetere quello che continuo a suggerire, ogni volta che ne ho l'occasione, ai dirigenti israeliani: nulla garantisce che Israele avrà sempre alleati così sinceri e quindi, lo si voglia o no, così solidi come la coppia Obama-Clinton. Lungi dall’essere i primi dirigenti americani a mettere in questione l'alleanza, saranno forse gli ultimi a considerarla un assioma; e anche se per fortuna non è ancora mezzanotte nel secolo di Israele, forse, per questa ragione e qualche altra, le circostanze sono più propizie che mai al grande gesto politico, alla riaffermazione dei principi fondatori del sionismo, insomma alla dichiarazione di pace, che Israele e il mondo aspettano. traduzione di Daniela Maggioni
DOPO LE REGIONALI
La strategia della Lega per i cattolici di MASSIMO FRANCO SEGUE DALLA PRIMA
E la Chiesa cattolica da tempo osserva compiaciuta questa conversione, perché è a caccia di sponde politiche che sostengano la sua agenda. Basta pensare ai colloqui che il ministro e capo leghista aveva avuto nell’autunno scorso prima col presidente della Cei, Angelo Bagnasco, e poi col segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone: mosse che il quotidiano la Padania aveva celebrato come l'ufficializzazione di un legame identitario. Allora, si indovinò la voglia di Bossi di entrare in competizione con Silvio Berlusconi su un terreno che era stato sempre monopolio del presidente del Consiglio; e di riempire lo spazio lasciato libero da Gianfranco Fini, un interlocutore dal quale la Santa Sede si è sentita trascurata, se non tradita. Ma l'iniziativa controversa di Cota e Zaia sembra aprire la seconda fase della strategia cristiana della Lega: una battaglia «sui valori» giocata di nuovo dentro il centrodestra, con il supplemento di potere dato al Carroccio dal voto regionale; ma rivolta anche ad insidiare le sacche cattoliche residue nell’opposizione. È come se Bossi applicasse la tecnica del partito pigliatutto anche nei rapporti con il Vaticano. In fondo, Cota non si è lasciato sfuggire l'appoggio dell'Udc di Pier Ferdinando Casini e di Rocco Buttiglione alla candidata piemon-
tese del centrosinistra, Mercedes Bresso: una delle bestie nere dei vescovi proprio sulla pillola Ru486. È stato un passo falso che ha finito per mettere l’Udc sulla difensiva soprattutto per il successo del Carroccio. Quanto ad Emma Bonino, sconfitta nel Lazio, il centrosinistra ha tentato un po’ goffamente di escludere l'esistenza di un caso fra l'esponente radicale e il Vaticano: anche dopo il monito duro e ai confini dell'ingerenza di Bagnasco alla vigilia delle elezioni. La stessa Bonino ha cercato di accreditare questa tesi, tranne poi spiegare di essere stata battuta perché nelle province laziali il peso della Chiesa cattolica è molto forte: una spiegazione che ha un po’ il sapore dell'alibi. C'è dunque un secondo vuoto che la Lega si ripropone di coprire nei rapporti con il mondo cattolico, ed è quello lasciato da alcune
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Bossi cerca di piegare le posizioni della Cei alle priorità leghiste in materia di lotta alla diffusione dell’islamismo
scelte contraddittorie del Pd. L'operazione, dunque, è a tutto campo. Bossi sfrutta le difficoltà attuali delle gerarchie ecclesiastiche. E cerca di piegare le posizioni della Cei alle priorità leghiste in materia di lotta alla diffusione dell'islamismo; all’immigrazione clandestina; e di competizione sia col Pdl che con la sinistra. Per raggiungere lo scopo non esita a bacchettare i cardinali che ritiene «fuori linea», come avvenne nel dicembre scorso contro l'arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, considerato dai leghisti troppo «filo-islamico». L'offensiva di Cota e Zaia riflette un leghismo popolare, cristiano e padano che offre i propri «crociati» alla Chiesa cattolica; ma in cambio pretende un collateralismo senza cedimenti sui temi che interessano al partito. Al Carroccio il Vaticano serve per accentuare il suo ruolo di perno del centrodestra e, in prospettiva, del sistema. E ai vescovi, in questa fase convulsa, l'appoggio astuto di Bossi è utile forse perfino di più per arginare la sensazione di una solitudine inedita. Ma il «federalismo della pillola abortiva» è una di quelle iniziative destinate a dimostrare quanto sia complicato e discutibile bloccare una legge dello Stato; e come l’alleanza Lega-Vaticano abbia confini geografici e politici che finiscono per esaltarne non la forza ma i limiti e l’ambiguità. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
Focus Industria e Difesa Il rapporto I nuovi dati della presidenza del Consiglio. Metà delle commesse assorbite dai Paesi europei e dalla Nato
Tagli Le spese per investimenti nelle nostre forze armate sono diminuite. Di qui la strada obbligata del mercato internazionale
Cresce l’export militare dell’Italia L
e esportazioni militari autorizzate nel 2009 sono salite a 4,9 miliardi di euro con un aumento del 61% sull’anno precedente, confermando ed accentuando un trend di crescita che si era già evidenziato con un aumento del 29% nel 2008 e dell'8% nel 2007. I dati sono stati pubblicati nel Rapporto del Presidente del Consiglio dei Ministri sulle esportazioni militari. A queste autorizzazioni vanno aggiunti circa 1,8 miliardi dei programmi intergovernativi, destinati ad equipaggiare anche le nostre Forze Armate. Ma in questo caso l'attività esportativa è compensata da analoghe importazioni volte ad assicurare il rispetto del principio cost sharing/work sharing: l'industria italiana partecipa, infatti, ai programmi intergovernativi per la quota corrispondente al valore dei nostri acquisti. In ogni caso si conferma anche su questo terreno il riconoscimento delle capacità tecnologiche e industriali italiane da parte degli altri partner internazionali che accettano un alto grado di interdipendenza per componenti e parti tecnologicamente avanzate. Il forte aumento delle autorizzazioni non è legato tanto all’aumento del loro numero totale (2181 contro 1880 del 2008), quanto all’aumento di quelle più significative (sopra i 50 milioni di euro) passate da 8 a 22, che da sole coprono quasi il 60% delle autorizzazioni concesse. Fra i principali clienti al primo posto vi è l'Arabia Saudita col 16% (soprattutto grazie ai velivoli Eurofighter venduti dal Regno Unito, ma realizzati da un consorzio europeo), seguita da Germania con l'8%, Stati Uniti con il 7%, Regno Unito con il 5,6%, Qatar con il 4,7% (elicotteri medio-pesanti AW 101), India con il 3,6% (nave logistica classe Etna), Romania con il 3,2%, Spagna con il 2,9%, Emirati Arabi Uniti il 2,6%, Marocco con il 2,3%. I paesi Ue/Nato hanno assorbito quasi metà delle esportazioni autorizzate (con una certa diminuzione sul 2008 quando erano state quasi il 70%). Va, però, tenuto presente che la più importante commessa, quella degli Eurofighter all'Arabia Saudita, ha fatto crescere moltissimo la quota di esportazioni a paesi terzi: senza di essa il peso dell'area Ue/Nato sarebbe stato del 60%.
Nel 2009 aumento del 61% rispetto all’anno precedente Fra i principali clienti Arabia Saudita, Germania e Usa Se, invece, si considerano le esportazioni effettuate nel 2009 il valore complessivo si attesta su 2205 milioni di euro con un aumento di quasi il 25% sull'anno precedente. Di queste 924 milioni di euro, pari al 42%, sono dovuti ai programmi intergovernativi. Va, però, sottolineato che c'è una sfasatura temporale fra
le esportazioni autorizzate (che si svilupperanno, ma a volte non completamente, negli anni successivi) e quelle effettuate (a loro volta autorizzate in anni precedenti). Questi positivi risultati sono stati conseguiti dall’industria italiana anche grazie al supporto delle Amministrazioni pubbliche e del Governo, nella
consapevolezza che solo le esportazioni possono compensare le ridotte dimensioni del mercato nazionale. L'industria italiana della difesa si è rafforzata e internazionalizzata nell’ultimo decennio ed è diventata un player nel mercato mondiale. Le spese per investimenti della Difesa sono, invece,
diminuite nel quadro dei tagli alla spesa militare legati anche alla crisi economica e finanziaria. Di qui la strada obbligata dei nuovi sbocchi sul mercato internazionale. Questa strategia comporta, però, l'assunzione di impegni verso i Paesi clienti che coinvolgono la credibilità non solo dell'industria, ma del sistema-Paese, anche considerando che in questo mercato è importante il sostegno e l'intervento governativo. Ma i lacci e laccioli che caratterizzano il nostro sistema di controllo delle esportazioni sul piano normativo e procedurale rappresentano un fattore di alto rischio e creano seri problemi soprattutto per quanto riguarda: 1) l'acquisizione di nuovi contratti quando, come avviene sempre più spesso, sono complessi e di lunga durata, non rientrando nella rigida casistica delle semplici vendite; 2) la gestione dei programmi intergovernativi in cui il processo di produzione comporta una continua movimentazione delle parti; 3) le attività di supporto logistico e manutenzione che richiedono un'elevata flessibilità e tempestività (e con tutte le nuove vendite realizzate in questi anni questo potrebbe diventare il problema più grave). Per questo è da tempo indispensabile adeguare la nostra normativa ed allinearla con quello dei principali Paesi europei. I nuovi impegni assunti dall’Italia in sede europea e, in particolare, il recepimento della Direttiva europea sui trasferimenti intracomunitari e della Posizione Comune sulle esportazioni verso i Paesi terzi (oltre che quella sull'intermediazione nella vendita di armi sottoscritto sette anni fa) sono un'occasione unica per dare al nostro Paese un moderno sistema di controllo delle esportazioni militari che sia efficiente senza essere inutilmente rigido e complicato.
Michele Nones
direttore Area Sicurezza e Difesa Istituto Affari Internazionali © RIPRODUZIONE RISERVATA
Le classifiche di compratori e venditori
America Latina e Asia, scacchieri emergenti Quando gli Stati non possono o non vogliono vendere direttamente delle armi si rivolgono a personaggi tanto veri da sembrare finti. È il caso di Victor Bout, oggi in galera in Thailandia. Un uomo che ha piazzato cannoni e fucili ovunque. Vendendo agli islamisti del Pakistan come ai marxisti delle Farc. Oppure il belga Jacques Monsieur, detto «la volpe» o anche «il generale», diventato ricco procurando qualsiasi cosa per gli ayatollah iraniani. Denaro che però non si può più godere, visto che è finito in una galera dell’Alabama. Ma queste figure con le loro attività — a volte clandestine, a volte aperte — contribuiscono solo a una piccola parte del grande bazar delle armi. C’è la recessione, le casse di molti governi sono vuote eppure si continua a comprare e vendere materiale bellico. L’Istituto Sipri (Stockholm International Peace Research Institute) — un centro di ricerche di assoluto valore — ha certificato che, negli ultimi 5 anni, vi è stato un aumento del 22 per
cento delle vendite. Velivoli senza pilota, tank, sistemi, tecnologia, jet sofisticati ma anche semplici fucili. Qualsiasi cosa possa servire a sconfiggere un nemico presente o futuro. In cima alla lista degli esportatori ci sono gli Stati Uniti con il 30% del mercato, seguiti dalla Russia (23%), Germania (11%) e Francia (8%). Le vendite tedesche — segnala ancora il Sipri — sono andate molto bene, con un incremento del 100%, grazie a massicce forniture di veicoli blindati. Due scacchieri — a parte il solito Medio Oriente — si sono distinti per le ac-
Giro d’affari Negli ultimi cinque anni, sul piano globale, le vendite di armi sono cresciute del 22 per cento. Un commercio che ai soli Stati Uniti ha fruttato ricavi per 34,5 miliardi di dollari
quisizioni. Il primo è rappresentato dall’America Latina dove le tensioni tra Venezuela e Colombia hanno spinto a cercare di riempire gli arsenali. L’aumento della spesa è stato del 150 per cento. Con il presidente venezuelano Hugo Chavez pronto a usare gli introiti petroliferi per rifornirsi di nuovi mezzi in Russia. L’altro quadrante è l’Asia. I cinesi guidano la classifica degli acquirenti — con un 9 per cento — ma si segnalano anche Paesi più piccoli. Singapore — specifica il Sipri — è tra i primi dieci, non meno attivi la Malaysia e il Vietnam, che hanno deciso di ammodernare i loro apparati. Interessante la lista dei maggiori clienti degli Stati Uniti. Nel periodo 2005-2009 gli americani hanno piazzato armamenti per 34.5 miliardi di dollari: l’elenco dei fedelissimi è aperto dalla Corea del Sud (4.7 miliardi di dollari), quindi Emirati Arabi Uniti (3.9), Israele (3.8), Giappone (2), Australia (1.9), Egitto (1.9). Se un Paese compra un tank, il
suo vicino ne vuole uno uguale se non migliore. E così scatta la consueta «corsa agli armamenti». Oltre a ragioni di prestigio nazionale, vi sono quelle legate a particolari situazioni geopolitiche. Le tensioni lungo le rotte del petrolio, con i ricorrenti scenari di un possibile confronto con l’Iran, vengono evocate per spiegare le acquisizioni belliche dei Paesi del Golfo. Ed è così che un mini-stato come gli Emirati continua a far felice le industrie belliche: è al quarto posto tra i compratori e non dimostra di voler smettere. Gli analisti ritengono che gli sceicchi continueranno a sborsare dollari visti i programmi ambiziosi approvati.
Guido Olimpio © RIPRODUZIONE RISERVATA
Strategie Gli Stati decidono di rafforzare i propri arsenali per ragioni legate a particolari situazioni geopolitiche, come le tensioni lungo le rotte del petrolio, o per motivi di prestigio nazionale
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Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
Esteri
Discorso Il presidente afghano Hamid Karzai ieri a Kabul (Ap/Rafiq Maqbool)
Afghanistan A settembre in programma le elezioni parlamentari
Karzai accusa Onu e Nato «È loro la colpa dei brogli» Contestato il ruolo degli osservatori stranieri nel voto Hamid Karzai rilancia lo scontro polemico con la comunità occidentale. Non è un fatto nuovo. Sono almeno due anni che i rapporti tra il presidente afgano e la coalizione Nato-Isaf appaiono in netto peggioramento. Nella primavera 2009 Barack Obama aveva addirittura ventilato di negargli il sostegno Usa alle presidenziali del 20 agosto scorso. Ma questa volta i toni raggiungono nuovi livelli di gravità. In sostanza Karzai riprende le accuse di brogli che gli erano state profferite dopo il voto e le rivolta con intensificato livore contro i commissari internazionali «colpevoli», a suo dire, di interferire indebitamen-
te nella politica interna del Paese. «Durante le operazioni di scrutinio non solo siete stati minacciati col terrore, ma avete anche subito la massiccia interferenza di forze straniere», ha sostenuto durante una conferenza stampa da lui convocata a Kabul. E non ha esitato a nominare specificamente alcuni di coloro che considera «parti-
Accerchiato L’ambasciatore Sequi: «Momenti di grande tensione, il presidente si sente accerchiato»
colarmente responsabili dei brogli elettorali». Karzai ha quindi puntato il dito contro Peter Galbraith, l’americano che fu vice capo della missione Onu, e il generale francese Philippe Morillon, che a sua volta guidava la squadra di osservatori dell’Unione Europea. «Non ci sono dubbi che vi furono brogli. Ma la colpa non fu degli afgani, bensì straniera», ha aggiunto. Polemiche vecchie. Nelle settimane seguenti il 20 agosto, Karzai si trovò via via sotto accusa. Gli osservatori segnalarono che circa un terzo delle sue preferenze erano invalide. Sino a che il 19 ottobre i commissari Onu decretarono che
Karzai aveva ottenuto il 48 per cento delle preferenze, meno della soglia del 50 più uno necessaria per la vittoria secca. Il presidente avrebbe dunque dovuto sfidare al ballottaggio il suo diretto rivale Abdullah Abdullah, che aveva ricevuto il 31,5. La soluzione di compromesso era infine giunta il 7 novembre, quando l’inverno alle porte (e le conseguenti nevicate destinate a chiudere i seggi di montagna), oltre al rischio terrorismo e al ritiro di Abdullah avevano spinto ad accettare comunque la conferma di Karzai. Una vittoria che lo ha lasciato però fortemente indebolito,
delegittimato e soprattutto in aperto dissidio con gli ex alleati. «Si vivono settimane di grande tensione tra gli ambienti diplomatici di Kabul. È un momento difficile. Karzai si sente accerchiato», ci ha detto ieri anche l’ambasciatore italiano Etto-
re Sequi, che proprio in queste ore sta lasciando Kabul dopo quattro anni a capo della missione italiana e altrettanti alla guida della rappresentanza europea. Non sembra abbia aiutato la visita improvvisa di Barack Obama in Afghanistan lo scorso weekend (la prima di Obama dall’inizio del mandato). In buona sostanza il presidente americano è giunto a chiedergli di fare molto di più nella lotta contro la corruzione e per migliorare l’efficienza degli apparati dello Stato. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il voto del parlamento di Kabul, che nelle ultime ore ha bocciato il tentativo di Karzai di ridurre il ruolo degli osservatori stranieri alle elezioni parlamentari previste per settembre. E su questo punto le accuse di Karzai sono state ancora più taglienti: «Gli stranieri cercheranno un alibi per boicottare anche le prossime elezioni. Vogliono un parlamento debole, battuto. E un presidente inefficace».
Lorenzo Cremonesi
Gli osservatori
Peter Galbraith Numero 2 della missione Onu a Kabul rimosso per un litigio con il capo su come gestire i brogli
Philippe Morillon Ex generale francese, guidava la squadra di osservatori elettorali dell’Ue
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✒
L’analisi
I TROPPI SOSPETTI DI UN MATRIMONIO DA SEPARATI IN CASA di DAVIDE FRATTINI
L'Air Force One è in volo sul Mar Caspio. Un giornalista al seguito di Barack Obama chiede: «Quando è stato avvertito Karzai di questa visita segreta?». «Lo sta scoprendo adesso», risponde ironico James Jones. Eppure la stampa americana era stata informata del viaggio — con discrezione — due giorni prima. Il preavviso al presidente afgano (se si crede alla battuta del consigliere per la Sicurezza nazionale, raccontata dal settimanale Time) sarebbe stato dato solo a due ore dall’atterraggio. I sospetti (reciproci) tra la Casa Bianca e Kabul si misurano in quelle quarantasei ore di differenza, emergono negli sgarbi cerimoniali. A Karzai è stato notificato con una lettera stringata che la sua visita a Washington, prevista in marzo, era stata rinviata. Invece di disfare le valigie, è partito per la Cina e ha invitato Mahmoud Ahmadinejad. Dal palazzo presidenziale, il leader iraniano si è Ai ferri corti lanciato in una tirata contro gli Stati Uniti, senza che l'ospite interveDiffidenze, sgarbi nisse per spalleggiare l’alleato-tutoe incomprensioni re. dividono gli Usa Karzai sta costruendo la strategia dal governo di Kabul che gli permetta di distanziarsi da Washington. A un pranzo in gennaio, invitati uomini di affari afghani, ha offerto la sua spiegazione della presenza americana nel Paese. «Vogliono dominare la regione e hanno bisogno che il conflitto continui», avrebbe commentato, secondo la ricostruzione del New York Times. Gli occidentali la vedono al contrario: il governo afghano ha interesse che la guerra non finisca, perché favorisce il mercato della corruzione. Quello che sta diventando un matrimonio forzato verrà messo alla prova tra due mesi, con l'offensiva su Kandahar. «L'operazione serve a liberare la città dal controllo dei talebani o da quello di Ahmed Wali Karzai? Tutt’e due», scherza un diplomatico. Non solo Ahmadinejad, la Cina o il Pakistan. Tra Obama e Karzai, c'è di mezzo il destino di un fratellastro troppo ingombrante. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Esteri 21
Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
Dagestan Visita a sorpresa del presidente russo
Nuova strategia Medvedev ha chiesto alle autorità del Dagestan clemenza per i pentiti e sviluppo dell’economia
Medvedev promette: «Misure più crudeli contro i terroristi»
Due uomini morti in un’auto che esplode DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
MOSCA — Nel giorno in cui la capitale russa ha pianto i suoi morti con funerali in quattro diversi cimiteri, il presidente Dmitrij Medvedev ha compiuto un viaggio lampo in Dagestan, teatro delle ultime azioni dei terroristi, per motivare le forze di sicurezza e lanciare la sua strategia. Con dichiarazioni in parte contraddittorie, Medvedev ha interpretato allo stesso tempo sia il ruolo del «poliziotto cattivo» (in genere affidato al premier Vladimir Putin) che quello dell’agente «buono». Ha esordito dicendo che la Russia ha già «ammazzato i peggiori banditi». Ed ha subito aggiunto: «Comunque li troveremo tutti e li puniremo». Poi ha annunciato che le misure per combattere il terrorismo «dovranno essere allargate, dovranno diventare più efficienti, più dure. Anzi, più crudeli». Subito dopo però ha sostenuto che bisogna assolutamente distinguere tra terroristi e tranquilli abitanti del Caucaso. «È sbagliato confondere la lotta contro i delinquenti con la vita della gente
normale». Poi ha proseguito: «Quelli che abitano nel Caucaso sono la nostra gente, esattamente come qualsiasi altro cittadino della Russia... Non è una provincia straniera, questo è il nostro paese e la stragrande maggioranza della gente che abita qui è onesta e per bene».
Gli attacchi Doppio attentato Lunedì mattina due esplosioni fanno 39 morti alle stazioni del metrò di Mosca Park Kultury e Lubyanka
L’arrivo Il presidente Dmitrij Medvedev a Makhachkala (Ap)
La visita del presidente russo nella repubblica che confina con la Cecenia è durata cinque ore ed è stata, ovviamente, blindatissima. Dopo il doppio attentato di lunedì alla metropolitana di Mosca con 39 morti, altri due kamikaze hanno colpito nella cittadina di Kizlyar mercoledì scorso
Rivendicazione Rivendica l’azione il leader dei ribelli ceceni Doku Umarov Strage in Dagestan Mercoledì due kamikaze in azione a Kizlyar: 12 morti, 9 sono poliziotti
uccidendo altre 12 persone, in buona parte poliziotti. Ieri un’auto piena di esplosivo è saltata in aria sempre in Dagestan uccidendo due passeggeri della vettura e ferendone un altro (probabilmente si trattava di terroristi). Nei colloqui con le autorità di Makhachkala, la capitale del Dagestan, Medvedev ha
delineato una strategia in cinque punti per sconfiggere il terrorismo nel Caucaso. 1) Rafforzare i servizi di sicurezza e quelli giudiziari direttamente impegnati in queste zone. 2) Attuare operazioni speciali e di precisione contro i terroristi e i loro nascondigli. 3) Pubblicizzare offerte di clemenza per coloro che decido-
no di lasciare i gruppi armati. 4) Sviluppare l’economia e l’educazione in queste aree. 5) Rafforzare la componente morale e spirituale. Il presidente si è anche appellato agli imprenditori russi perché si impegnino direttamente per migliorare le condizioni di vita nel Caucaso: «Non tutti gli investimenti devono essere
concentrati a Mosca o all’estero». È chiaro che il Cremlino deve cambiare sostanzialmente la sua strategia se vuole uscire dal pantano nel quale si trova. Fino a qualche tempo fa sembrava che il problema fosse confinato a questa regione, con l’estendersi della malattia cecena alle altre repubbliche islamiche. Ma così non è. La semplice eliminazione dei capi guerriglieri non basta e l’uso di metodi brutali con i civili è estremamente controproducente. Doku Umarov, che si è proclamato capo dell’Emirato del Caucaso, può contare in continuazione su nuove reclute fra le persone esasperate per i metodi della soldataglia fedele a Mosca. Proprio ieri alla Corte europea per i diritti umani la Russia è stata condannata per un caso tipico. Un padre di famiglia di 28 anni, Bashir Mutsolgov, residente in un villaggio dell’Inguscezia era stato prelevato da uomini armati e mascherati che si erano diretti in auto verso il locale ministero dell’Interno. Dopo settimane, agenti dei servizi di sicurezza avevano offerto alla famiglia notizie dell’uomo in cambio di denaro. Ma Bashir, che sarebbe stato torturato e ucciso in una base russa, non è mai tornato a casa.
Fabrizio Dragosei © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il caso Il libanese condannato a morte per stregoneria
Ali il mago, la star della tv che i sauditi vogliono uccidere Attesa Ali Sibat, 49 anni, originario del villaggio sciita di An-Nain nel Nord del Libano, è in carcere in Arabia Saudita da quasi due anni. Il suo avvocato ha avvertito che verrà messo a morte oggi
Problemi di cuore? Sul lavoro? Il mago Ali prediceva il futuro e dava consigli per affrontarlo. Quando andava in onda sulla tv satellitare libanese Sheherazade, gli ascolti decollavano e gli spettatori telefonavano da tutto il Medio Oriente. Il suo stesso futuro però probabilmente non l’aveva visto: altrimenti non avrebbe mai intrapreso un pellegrinaggio in Arabia Saudita. Arrestato dalla polizia religiosa di Medina nel maggio 2008, Ali Sibat è stato processato (senza avvocato difensore) e condannato a morte per stregoneria lo scorso novembre. Il suo avvocato (in Libano) ha avvertito che sarà decapitato oggi, benché non vi sia stato alcun annuncio ufficiale. Quando nel 2008 il canale tv chiuse, Ali — sposato e padre di cinque figli — decise di visitare i luoghi sacri dell’Islam. Essendo sciita, si recò in Iran oltre che nel Regno Saudita. In Arabia si applica la sharia (la
legge islamica). Non c’è una legge precisa sulla stregoneria ma pratiche come magia nera e divinazione vengono considerate politeistiche. Benché proibite dalla rigorosa interpretazione wahabita dell’Islam le superstizioni sono diffuse nel Paese, e la polizia religiosa ha una sezione speciale per sradicarle. In assenza di norme scritte, ogni giudice interpreta la sharia a modo proprio, osserva l’organizzazione Human Rights Watch, che ha denunciato come «arbitrarie» le numerose condanne a morte per stregoneria. L’ultima esecuzione nota è del 2007: un farmacista egiziano che avrebbe tentato di sepa-
Appelli Amnesty International ha rivolto un appello a re Abdullah. Proteste a Beirut: «Salvatelo»
rare due sposi con la «magia nera». Amnesty International ha fatto appello al re Abdullah per il rilascio di Ali. E l’avvocato osserva che non ha commesso il «crimine» nel Regno: al massimo, dovrebbero espellerlo. Altri leggono dietro la sentenza ragioni politiche. «E’ perché si chiama Ali — ha detto il fratello a Le Monde —. E’ sciita e aveva un visto iraniano sul passaporto». Le tensioni tra comunità sunnite e sciite e tra Riad e Teheran sono una possibile spiegazione. Un’altra è il braccio di ferro tra il re e alcune autorità islamiche, che non accettano le riforme e la riduzione del loro potere. Il caso imbarazza anche il Libano, diviso tra sunniti e sciiti, e il cui premier ha sponsor influenti nella famiglia reale saudita. Ieri a Beirut, una piccola folla davanti all’ambasciata saudita pregava: «Non uccidete Ali».
Viviana Mazza © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
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Esteri 23
Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
La storia
Le pietre della villa del Führer utilizzate per una cappella
Il pavimento di Hitler che imbarazza la Baviera
Nel rifugio Hitler con Eva Braun e il suo cane lupo davanti al suo rifugio, il Berghof. Sotto, la cappella dove sono state utilizzate le pietre del terrazzo del Berghof
Gli abitanti temono i pellegrinaggi nostalgici DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BERLINO — Se quelle pietre parlassero… Racconterebbero di Eva Braun che ci si stendeva al sole delle Alpi. Dei cani del Führer che vi scodinzolavano sopra, alla voce del padrone. Di Hitler stesso che le calpestava mentre studiava i piani di conquista della Polonia. E di una curiosa storia che le vede protagoniste in questi giorni e divide la comunità di Berchtesgaden, Baviera del Sud. Maledette esse stesse — secondo molti — perché formavano il pavimento del terrazzo del Berghof, la villa-ritiro del dittatore sulla Obersalzberg, sono finite a pavimentare una cappella, una piccola costruzione al lato della strade. Non lo sapeva quasi nessuno, fino a un paio di mesi fa. Ora, molti abitanti della zona vorrebbero abbattere il monumento sacro, ridurle in polvere. Il Berghof fu la dimora nella quale Hitler trascorse «i momenti più piacevoli» (parole sue). Riceveva dignitari e ambasciatori, si rilassava con Himmler, accarezzava bambini del posto, si faceva filmare sul terrazzo. A fine guerra fu bombardato e poi confiscato dagli americani che ne distrussero quel che era rimasto. Crebbero erbacce, sullo spazio della vicina caserma delle SS fu costruito un campo di calcio. Nel 1995, gli americani se ne andarono e la responsabilità del luogo passò al governo bavarese. Il quale, assieme alla Bayerische Landesbank, ci ha da allora investito cento milioni di euro per fare della Obersalzberg, montagna famosa, un luogo di villeggiatura di lusso: parte forte del progetto, l’indicazione di distruggere ogni resto dell’epoca nazista, compresa la riduzione in piccoli pezzi delle pietre che avevano abbellito il Berghof. Negli anni, infatti, la zona era diventata luogo di pellegrinaggio di nostalgici, che lasciavano simboli filo-nazisti nei boschi e lungo la strada che porta all’altra villa del Führer nella zona, il Nido dell’Aquila, oggi un ristorante. Inaccettabile. Non tutto andò per il meglio, però. Anzi, a molti abitanti della zona
lo spreco sembrava eccessivo e una buona parte delle strutture della casa di Hitler sono diventate utile materiale da costruzione. Se ne trova (anonimo) nei negozi degli artigiani, pare che alcune ville lussuose abbiano colonnati in pietra del Berghof e così via. Anche tazze, strumenti musicali, posate, cornici un
La storia
tempo nella villa furono messe in vendita. A Matthias Ferwanger, capo dell’autorità locale in fatto di costruzioni, sembrò uno spreco ridurre in pezzi le belle pietre del terrazzo del Berghof in via di smantellamento. Le mise da parte. E quando si trattò di costruire la Wegmacher Kapelle, la chiesetta ai bordi della strada, se ne ricordò. Oggi dice che dispose le pietre infernali a forma di croce, «per essere ripulite, benedette». E sopra ci fece un soffitto di vetro azzurro, uno «spirito santo» che ci vola sopra. Ovviamente, sperava che l’origine del pavimento non diventasse pubblica. Lo scorso febbraio, però, l’Agenzia per la protezione dei monumenti bavaresi ha rivelato tutto. Le autorità sono in imbarazzo, soprattutto per il fatto che i luoghi in Germania in cui furono uccise milio-
ni di persone — in particolare i campi di concentramento — sono gestiti, curati e resi testimonianze storiche importanti. Ma per i luoghi in cui agivano i nazisti non c’è una politica chiara: il bunker di Berlino distrutto, la zona dove stavano le sedi della Gestapo e dell’apparato del terrore saranno recuperate nei prossimi anni, il Berghof mezzo demolito e mez-
zo rubato. Gli abitanti della zona, invece, temono che il pavimento di quella cappella, quelle pietre comunque sporche di sangue ridiventino un’attrazione per i gruppi neonazisti che negli ultimi tempi avevano diradato i loro pellegrinaggi. Meglio distruggere tutto, dicono molti. Anche per non turbare i turisti.
Danilo Taino © RIPRODUZIONE RISERVATA
Proprietà Il Berghof, chalet sull’Obersaltzberg, vetta nei pressi di Berchtesgaden, fu acquistato da Hitler nel 1933 Posto preferito Il Berghof era il luogo dove il Fürhrer amava risiedere. Hitler riceveva nello chalet i suoi ospiti, anche stranieri. Lì fu pianificata la guerra contro la Polonia La guerra Nel 1945, gli americani conquistarono il Berghof riducendolo a una rovina. Il controllo dello chalet di Hitler passò nel 1995 al governo bavarese che ordinò di distruggere in piccoli pezzi le pietre del terrazzo, finite invece in una cappella
Spagna
Un patto anti-corruzione tra governo e opposizione
Premier José Luis Zapatero
Popolare Mariano Rajoy
MADRID — Sarà pronto per l’estate il primo patto anticorruzione in Spagna fra governo e opposizione, dopo l’ultima ondata di scandali che ha coinvolto politici di ogni colore impantanati in vicende di tangenti, regali e favori. Secondo il quotidiano El Mundo, l’accordo tra il Psoe del premier José Luis Zapatero e il Partido Popular di Mariano Rajoy è quasi fatto. Il patto sarà trasformato in disegno di legge e sottoposto al voto del Parlamento, e dovrebbe entrare in vigore entro le elezioni amministrative e regionali del 2011. Fra le nuove misure previste dal decalogo anticorrotti a livello locale e regionale, la sostituzione dei politici con tecnici nelle commissioni per l’urbanistica, il divieto assoluto di accettare regali, la pubblicazione delle retribuzioni di assessori regionali e locali, e delle loro proprietà, con aggiornamenti regolari. E ancora la sospensione da ogni incarico esecutivo dei dirigenti finiti in carcere con l’accusa di corruzione.
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Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
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Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
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Cronache Milano È stato condannato a due anni e dieci mesi
Nel Milanese
Restituisce la mazzetta e patteggia la pena: Pennisi ai domiciliari
Un pacco bomba per l’imprenditore ma sbaglia indirizzo MILANO — Il primo arrivò a destinazione. Ma ce n’era in giro un altro, gemello, che ha vagato per l’Italia e, ieri, per errore, è finito in provincia di Milano. A Carpiano, per la precisione, in un centro smistamento Sda. Una scatola, più piccola di una scatola di scarpe. Dentro, della polvere pirica e un innesco elettrico. L’ordigno è stato rinvenuto intorno alle 18. Ogni pacco ha un codice di segnalamento, una sorta di carta d’identità. Quando i varchi del centro hanno intercettato la scatola con il suo codice, è partito l’allarme. Sono arrivati i carabinieri. E la bomba è stata fatta brillare. Bomba che, dai primi rilievi, è pressoché identica a quella recapitata il 22 marzo a Giancarlo Facecchia, di 40 anni, che gestisce il servizio di pulizia nell’ospedale Perrino, a Brindisi. In quell’occasione, Facecchia si insospettì per la presenza di alcuni fili, e chiamò, anche lì, i carabinieri. Il pacco di Carpiano non è andato consegnato in più riprese, è finito tra i resi, dopodiché per un errore di smistamento ha preso la strada della Lombardia. Chi è il bombarolo? È, questa, una storia di vendette per gare d’appalto, oppure una ritorsione dopo un licenziamento? Comunque sia, e su questo gli investigatori sono stati abbastanza categorici, la vicenda nulla c’entra con il pacco esploso alla vigilia delle elezioni nel centro smistamento poste di piazzale Lugano a Milano. Nessuna matrice politica, dunque. Poche, al momento, le certezze. Si sa da dove i pacchi siano partiti: Lecce. Si sa che, sia pure per mano artigianale, la fabbricazione lascia pensare a una certa dimestichezza con gli ordigni. In Puglia, soprattutto nella zona di Brindisi, l’allerta è già stata alzata sul finire dello scorso mese. Nell’arco di tre giorni, a parte la bomba per Facecchia, l’auto di un agricoltore era stata raggiunta da sette colpi di pistola, altri due proiettili erano finiti addosso alla saracinesca di un commerciante, una famiglia era stata sequestrata e rapinata.
L’ex consigliere comunale smascherato in un video MILANO — Restituisce i soldi della mazzetta al legittimo proprietario, risarcisce il Comune con 5.000 euro, patteggia due anni e 10 mesi di carcere, esce da San Vittore e va agli arresti domiciliari: in soli 50 giorni la giustizia chiude il primo round con Camillo Milko Pennisi dopo l’arresto per concussione dell’11 febbraio, quando l’allora consigliere comunale Pdl fu preso per strada mentre, a due passi dal suo ufficio di presidente della commissione urbanistica, in campagna elettorale intascava da un imprenditore la seconda metà di una tangente da 10.000 euro. Pennisi trascorrerà la Pasqua a casa della madre grazie a un accordo raggiunto con i pm Laura Pedio, Grazia Pradella e Tiziana Siciliano e ratificato ieri dal gip Gaetano Brusa. All’accordo si è arrivati dopo che per prima cosa ha ammesso di aver preteso 10.000 euro dall’imprenditore bresciano Mario Basso per agevolare l’iter di una pratica per la costruzione di una palazzina di tre piani alla Bovisa, poi si è dimesso da ogni incarico e, infine, ha restituito la tangente aggiungendo altri 5.000 euro per il Comune. Quest’ultima «è stata una sua iniziativa spontanea — spiega il difensore, l’avvocato Antonio Bana —, una somma simbolica come risarcimento per il danno d’immagine subito dall’ente». È così che Pennisi si è guadagnato il plau-
Il caso
La vicenda
L’arresto Milko Pennisi, ex consigliere comunale (FI e Pdl) è stato arrestato l’11 febbraio scorso mentre intascava una tangente da 5 mila euro da un imprenditore edile, Mario Basso, la seconda tranche di una mazzetta già pagata a novembre. In cambio del denaro Pennisi si era impegnato a favorire una pratica relativa a una palazzina da ristrutturare Il video Mario Basso videoregistra la consegna della tangente, nascosta in un pacchetto di sigarette, grazie a una microcamera prestata dall’ex collaboratore di Fabrizio Corona, «Bicio». Il pacchetto di sigarette viene consegnato alla segretaria (foto) di Pennisi, mentre lui accanto parla al cellulare. Pennisi cambia una banconota da 500 euro alla Hoepli e le altre le nasconde nel bagno della libreria
so del giudice. «Ha definito la sua posizione in termini solerti», scrive Brusa. Camillo Milko Pennisi fu arrestato dietro Palazzo Marino, sede del Comune, dopo che aveva ricevuto dall’imprenditore una busta con i contanti per una pratica dell’immobiliare Style ferma da quattro anni. Non poteva immaginare che, quando Basso a novembre gli aveva consegnato la prima rata con le banconote in un pacchetto di sigarette, l’imprenditore aveva filmato tutto con una microtelecamera nascosta datagli da Fabrizio «Bicio» Pensa, ex collaboratore di Fabrizio Corona e teste di Vallettopoli. Ci vollero quasi tre mesi a Basso (ora assistito dall’avvocato Daniela Covini) per decidersi a presentarsi al procuratore aggiunto Francesco Greco. Lo fece l’8 febbraio quando, oltre Pennisi, denunciò an-
eucaristiche per il periodo pasquale. La decisione della procura s’è resa necessaria per permettere agli investigatori di allargare le indagine. Oggi la polizia si soffermerà nei luoghi dove Elisa incontrò Danilo Restivo, unico indagato per l’omicidio della ragazza.
si chiude con la politica, ma non con la legge. Almeno per ora. In Procura, infatti, resta aperto il fascicolo dell’inchiesta sulle pratiche edilizie evase dalla Commissione durante la sua presidenza. Per verificare se la vicenda «Basso» sia stata la sola nella carriera del politico azzurro, i magistrati stanno esaminando una serie di versamenti in contanti per importi tra i 1.500 e i 4.500 euro sui conti di Pennisi che l’ex consigliere comunale ha giustificato come regali del padre o fondi personali. Anche per questo il gip Brusa non gli ha concesso subito la libertà, ma l’avvocato Bana è categorico: «Con il patteggiamento Pennisi ha chiuso con il passato. È stato un incidente unico nella sua vita». Prossimo passaggio potrebbe essere l’affidamento in prova ai servizi sociali.
C.M.
Giuseppe Guastella
che un presunto tentativo di ricatto di «Bicio» legato a una copia del filmato della tangente. Due giorni dopo scattò la trappola. All’appuntamento con Pennisi si presentarono anche Polizia e Guardia di Finanza. Dopo tre mandati in consiglio comunale eletto nelle fila di Forza Italia, a 48 anni Penni-
Domiciliari Camillo Milko Pennisi, che ha patteggiato due anni e 10 mesi di carcere, è uscito da San Vittore. Ora è agli arresti domiciliari
Potenza
Sequestrata la chiesa del delitto Claps POTENZA — Sigilli alla chiesa della Santissima Trinità. L’ha deciso la procura della Repubblica di Salerno che indaga sulla morte di Elisa Claps. Il divieto d’accesso al Tempio si protrarrà sino a quando la polizia scientifica non avrà ultimato i sopralluoghi, alla ricerca di elementi utili alle indagini. I fedeli non potranno assistere alle celebrazioni
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Barbara Sanaldi
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Si tratterebbe di un imprenditore che opera nel settore della produzione di energia ricavata dagli scarti del legno
Elicottero, palazzo del ’500 e fuoriserie Caccia al maxi-evasore da 164 milioni È di Cremona ma ha la residenza (fiscale) a Montecarlo DAL NOSTRO INVIATO
CREMONA — Mettere assieme in un colpo solo i peccati fiscali dei furbetti del quartierino e quelli di Valentino Rossi: l’impresa è riuscita a un imprenditore di Cremona al quale la Guardia di finanza contesta di aver nascosto al fisco ben 164 milioni di euro. Residenza formale a Montecarlo e sede legale della società in Lussemburgo hanno consentito al campione dell’evasione di non pagare dal 2001 a oggi un centesimo di tasse; in compenso il mago degli affari aveva — e ha tuttora — un elicottero parcheggiato in una piazzola dell’aeroporto cremonese di Migliaro e secondo indiscrezioni possiede un palazzo cinquecentesco nel centro storico della città. Le Fiamme Gialle e il procuratore capo di Cremona Francesco Di Martino respingono ogni tentativo di conoscere l’identità dell’imprenditore ma in città è già partita la caccia all’evasore totale agevolata dal fatto che sono già emersi dettagli che circoscrivono molto la ricerca: anche in un capoluogo del benessere come Cremona, non
sono molti infatti i businessman dotati di elicottero e di residenza nel Principato di Monaco; in più il misterioso personaggio opera in un settore economico molto specifico, la produzione di energia elettrica attraverso gli scarti del legno. Energia pulita, che non lascia traccia nell’ambiente ma che dovrebbe lasciarne nella dichiarazione dei redditi di chi la produce anche perché questa attività economica
2001 L’anno dal quale l’imprenditore cremonese ha smesso di pagare le tasse
gode di sostanziose agevolazioni statali. Quattro società riconducibili a mister X sono state sottoposte a verifica fiscale della polizia tributaria comandata dal maggiore Pierangelo Samaja; l’accertamento sarebbe stato agevolato anche da un fatto particolare: l’imprenditore cremonese negli anni scorsi sarebbe stato messo sotto inchiesta da una procura del Sud Italia per la costruzione di una centrale termica. Per
questa ragione egli non ha potuto cancellare i conti in sospeso con l’erario ricorrendo allo scudo fiscale. Gli inquirenti, insomma, si sono trovati davanti una «foresta vergine» di carte tutta da esplorare. Una delle società oggetto dei controlli aveva negli anni scorsi condotto in porto un contratto da 38 milioni di euro nel campo delle energie alternative. Benché la sede amministrativa della società fosse a Cremona, benché tutte le decisioni operative fossero state prese nella città di Stradivari, la firma degli atti e le riunioni di vertice avevano avuto luogo in Lussemburgo, sede fiscale della società. Per questa ragione l’operazione da 38 milioni di euro non era mai stata denunciata al fisco. «Ma quella era solo una società "esterovestita", di fatto operante in Italia» dichiara la Finanza cremonese.
Beni da nababbo
Lo yacht L’imprenditore cremonese possiede uno yacht di 18 metri
L’elicottero Per guadagnare tempo nei trasferimenti si è comprato un elicottero
Il bolide L’imprenditore è stato visto a Cremona al volante di una Lamborghini
Altro capitolo è quello della residenza personale del manager: formalmente era a Montecarlo, ragion per cui l’indagato non ha mai presentato una denuncia dei redditi dal 2001 a oggi ma di fatto l’uomo avrebbe trascorso gran parte del suo tempo in Italia e a Cremona. Gli inquirenti lo hanno accertato seguendo piccole ma continue tracce: l’abbonamento a Sky, il pagamento dei caselli autostradali con la carta di credito, i passaggi della Lamborghini con l’imprenditore al volante nel centro della città. Risultato: contestazione del mancato versamento per sette anni dell’Irpef che messi assieme ai 38 milioni dell’operazione targata Lussemburgo portano il conto della maxi evasione a 164 milioni. E il diretto interessato? Da quando ha intuito che la Finanza si è messa sulle sue tracce ha «fiutato l’aria» ed è sparito da Cremona; probabilmente se ne sta nel Principato e potrà sempre consolarsi facendo qualche gita con il suo yacht da 18 metri solitamente ormeggiato ad Antibes. Poiché i reati contestati al manager sono stati commessi precedentemente al 2007, la giustizia italiana non ha potuto «aggredire» i beni dell’evasore che restano dunque tutti nella disponibilità dell’uomo. Può anche darsi che «mister 164 milioni» si ritrovi al di là del confine in buona compagnia: proprio ieri il Ministero dell’Economia ha infatti ricordato che soltanto l’1% degli italiani dichiara più di 100mila euro di reddito.
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Cronache 27
Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
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Brescia Nell’interrogatorio i due minorenni si accusano tra di loro. L’ufficio scolastico: situazione anormale
I ragazzi della violenza tornano in classe Salò, convalidati i domiciliari. Il consiglio d’istituto: gogna mediatica DAL NOSTRO INVIATO
BRESCIA — Eccoli qua, uno accanto all’altro, a raccontare davanti al giudice di quella mattina a scuola in cui tutto «era nato per gioco» con una compagna dodicenne ed è finito, un mese dopo, con l’arresto dei due (più la denuncia di un compagno di 13 anni) accusati di violenza sessuale di gruppo e atti osceni. Per un’ora si accusano a vicenda cercando di scaricarsi la responsabilità, ma la storiaccia di Salò nel
pomeriggio arriva a un primo punto fermo: confermando gli elementi raccolti dai carabinieri e vagliati dalla procura, il gip convalida i domiciliari concedendo ai due ragazzi di uscire solo per frequentare la scuola. Va in scena la «bravata» di un piccola banda di bulli in una scuola di provincia, classe seconda della media D’Annunzio di Salò, ricostruita nei dettagli in quei temi che la professoressa di italiano due giorni dopo aveva fatto scrivere alla classe, raccogliendo una confessione corale che ora i due giovani imputati cercano di smentire. Hanno scritto tutti (e ieri lo hanno ripetuto i due principali protagonisti, uno 14 e l’altro 15 anni) che quando Anna (nome di fantasia) — durante la lezione di francese — ha accettato di inginocchiarsi sotto il banco mentre tre compagni si calavano i pantaloni, tutti ridevano, scherzavano, si divertivano. Di certo quella mattina del 20 febbraio, quando si sono svolti i fatti, nell’aula (27 ragazzi scatenati) regnava il caos. Il professore, che non ha visto nulla, stava interrogando tre studenti in piedi davanti alla cattedra. «Si, è vero — racconta il docente — c’era chiasso, nell’ultimo banco
La vicenda
In classe Il 20 febbraio, nella scuola media D’Annunzio di Salò (Brescia), una dodicenne sarebbe stata costretta a
inginocchiarsi da due compagni che cercavano di indurla a un rapporto orale. Due ragazzi sono ai domiciliari Indagata La preside Tullia Roghi (foto) non ha denunciato il fatto e per questo è indagata
ho visto tre ragazzi in piedi e li ho ripresi, ad altri due che si scambiavano continuamente il posto ho messo pure una nota sul registro. Ma non mi sono accorto assolutamente di altro e non è vero che c’erano in piedi dodici alunni a coprire l’ultima fila». Ieri davanti al giudice il quattordicenne considerato l’istigatore ha raccontato di essere stato chiamato alla cattedra per essere interrogato mentre il «gioco» era in corso ma di essere stato rimandato al suo posto perché non aveva studiato, riprendendo così da dove era rimasto. «Ma io non mi sono spogliato», si difende, accusando il compagno che ammette di essersi calato i pantaloni davanti alla ragazza perché obbligato dall’amico. La preside Tullia Roghi, che dopo aver letto i temi-confessione ha sospeso i tre (e anche la ragazza) ma non ha denunciato il fatto e per questo è indagata, ha contestato al professore di essere «troppo buono e amicale con gli studenti», sospendendolo per 10 giorni. Lui racconta di aver saputo dell’accaduto solo una settimana dopo, dai carabinieri. Dice ora la preside: «Da quando è uscita la notizia abbiamo passato il tempo cercando di tamponare il disastro causato dai media che hanno raccontato un sacco di balle. Abbiamo spiegato agli studenti quello che era accaduto, abbiamo coinvolto i genitori. Qui è successo un fatto
Davanti alla scuola L’ingresso della scuola media D’Annunzio di Salò: i due ragazzi ai domiciliari possono frequentarla di nuovo
grave ed è altrettanto grave che il professore non si sia accorto di nulla, ma non c’è stato nessuno stupro». Di «gogna mediatica» parla anche il consiglio di istituto che esprime solidarietà alla preside e si ribella ai toni «gravissimi e pesantemente infamanti» usati dai media. Anna intanto ha cambiato scuola, lontano da Salò, e i genitori la proteggono. A loro e ai carabinieri ha raccontato che era ricattata dal gruppetto di bulli, i quali la tenevano in pugno minacciando di rivelare a un ragazzo di un altra classe che lei si era invaghita di lui. Versione smentita da tutta la classe così come dalla preside, secondo la quale era Anna che faceva favori al quattordicenne affinché questi la presentasse a quel tipo che le piaceva e per questo si sarebbe prestata al gioco sessuale, interrotto solo dal suono della campanella. «Non possiamo pensare che episodi del genere siano la normalità», dice la dirigente dell’ufficio scolastico provinciale, Maria Rosa Raimondi, che invita però a una riflessione: «Ci sono troppi messaggi mediatici e sociali che arrivano ai ragazzi senza filtro trasmettendo loro la convinzione che tutto quello che è possibile è lecito. È su questo messaggio sbagliato che, tutti insieme, scuola, genitori e istituzioni dobbiamo lavorare».
Luigi Corvi © RIPRODUZIONE RISERVATA
GENOVA — Abbronzato, vestito grigio, camicia azzurra, l’attore Paolo Calissano (foto) è stato ascoltato ieri in Questura, a Genova, come «persona informata sui fatti» nell’indagine sull’omicidio del piccolo Alessandro, il figlio di Katerina Mathas. Quando è entrato l’attore ha visto, formato manifesto, sul muro dell’ufficio, la foto del suo arresto per droga avvenuto cinque anni fa. «Quella storia mi perseguita — dice —.
Sto cercando di costruirmi una vita, una carriera, una famiglia e poi mi ritrovo sempre punto a capo, con il mio nome accostato a qualunque vicenda di cocaina. Un altro si sarebbe già ammazzato». A portare Calissano come teste negli uffici della Mobile è stata la conoscenza con Katerina e con Antonio Rasero, «conoscenza superficiale» sottolinea il suo avvocato. Risaliva più o meno a gennaio. I verbali (tutto è durato circa due ore) sono stati secretati ma Calissano ha avuto l’autorizzazione del pm a dire che «mai ci sono stati festini a casa mia con Katerina Mathas». Le aveva dato l’auto, la Smart, perché Katerina aveva detto di volerla provare per acquistarla. Poi non solo era sparita con la Smart ma l’aveva prestata a un amico, Haller Maroni, che l’ha sfasciata in un incidente. A farsi
restituire le chiavi dell’auto è stato l’avvocato di Calissano, con un’ingiunzione. Adesso l’attore dichiara il suo «stupore» davanti alla notizia dell’omicidio di Alessandro, un bimbo che ha visto «solo qualche volta». «Ma come si fa — dice — a portare un bambino morto in ospedale facendo finta che sia ancora vivo, mettendo in piedi una specie di sceneggiata? È una storia molto triste. Penso al bambino che io ho perso, ma chiunque non può che provare un profondo dolore per quel piccolo». Però, conclude, lui con questa vicenda non ha «nulla a che fare».
Erika Dellacasa © RIPRODUZIONE RISERVATA
Pedofilia Hotline in Germania: 5.000 chiamate in un giorno
Sospesi due sacerdoti Le autorità giudiziarie di Rouen, nella regione francese della Normandia, hanno aperto un’indagine nei confronti di padre Jacques Gaimard, dopo una denuncia per violenze commesse tra il 1992 e il 1993. L’uomo è sospettato, negli ultimi venti anni, di abusi sessuali su minori. Sotto inchiesta anche un altro sacerdote della diocesi per possesso di immagini pedopornografiche. Entrambi sono stati sospesi. Anche la Congregazione per la dottrina e la fede ha aperto un’indagine.
CITTA’ DEL VATICANO — Le accuse quotidiane contro le presunte copertura dei vertici della Chiesa nei riguardi di preti pedofili, toccano anche Paolo VI. Ieri il sito web della catena tv americana Abc ha scritto, citando i legali delle vittime degli abusi sessuali in California, che Papa Montini fu messo al corrente degli episodi. E ha citato una lettera, che risale al 1963, inviata dal reverendo Gerard M.C. Fitzgerald. Ieri l’Osservatore romano riportava ben tre titoli sullo scandalo, a partire dalle dichiarazioni del Cancelliere tedesco Angela Merkel intervenuta a difesa di Benedetto XVI. Di un intervento del cardinale Angelo Scola a Venezia sulla «questione del peccato e del crimine commesso da sacerdoti e consacrati», l’Osservatore Romano mette in evidenza le parole di affetto per Benedetto XVI che «tanto ha
Mariti disoccupati «vendono» le mogli «A.A.A.A.A., nuovissima palermitana giovanissima riceve...». È il testo di uno degli annunci apparsi su un quotidiano di Palermo. Così una coppia di mariti faceva prostituire le proprie mogli. È accaduto fra Misilmeri e Bolognetta e sono finiti in cella A.B. e G.S., di 28 e 35 anni, disoccupati, che per pagare le rate di auto e moto vendevano le mogli per tariffe tra i 50 e i 150 euro. Intanto loro accudivano i figli.
Contraffatti
Sequestrate dai Nas 270 tonnellate di dolci
Adulterati, materie prime scadute e in cattivo stato di conservazione. Così i carabinieri dei Nas (nella foto) hanno sequestrato in tutta Italia oltre 270 tonnellate di prodotti dolciari, tra colombe pasquali, torte, uova e alimenti vari (valore di oltre due milioni di euro). Bilancio: sono state compiute 1.662 ispezioni, rilevate 869 irregolarità, denunciate 648 persone e chiuse 57 strutture.
Papa Montini Ieri il sito web della Abc ha scritto, citando i legali delle vittime degli abusi sessuali in California, che Papa Montini fu messo al corrente degli episodi
fatto e tanto fa per togliere "ogni sporcizia" dalla compagine degli uomini di Chiesa» e al quale «vengono rivolte accuse menzognere». Poi «avverte»: «I vescovi italiani moltipli-
cheranno i loro sforzi per prevenire i casi di pedofilia», anche attraverso «una leale collaborazione con le autorità dello Stato». Il giornale vaticano apre il
Racket, in manette la finta vittima I carabinieri di Gela hanno arrestato Nicola Fabrizio Niky Interlici, commerciante apparentemente antiracket con l’accusa di avere ordinato gli attentati contro di lui, per apparire vittima del pizzo e incassare i soldi dell’assicurazione. Il 2 marzo, l’uomo aveva annunciato la sua resa al racket dopo avere subito due attentati, ottenendo la solidarietà di associazioni e società civile.
In Austria Waltraud Klasnic, che indaga sugli abusi in Austria, e il cardinale Christoph Schoenborn
Dagli Usa attacchi anche a Paolo VI Scola: leale collaborazione con i pm Francia
Palermo
Gela
L’attore sentito come testimone
Calissano in questura: «Nessun festino con la mamma di Ale»
Brevi
suo servizio con l’omelia del cardinale Angelo Bagnasco che ha sottolineato con forza che «nessuna ombra, per quanto grave, dolorosa e deprecabile può annullare il bene compiuto» da tantissimi sacerdoti. Da parte sua il cardinale Levada fa sue le accuse rilanciate al New York Times di «mancanza di quella giustizia che dovrebbe essere la caratteristica di ogni giornale che goda
di buona reputazione» per aver ignorato le disposizioni severe e trasparenti del motu-proprio di Giovanni Paolo II del 2001. Un documento che metteva fine, secondo il Vaticano, a quella politica dell’insabbiamento durata fino a tutto il pontificato di Paolo VI, ieri chiamato in causa anche lui. L’arcivescovo di Milwaukee, dopo aver definito un «orrore» il peccato di pedo-
filia commesso dai sacerdoti, ha difeso il cardinale Joseph Ratzinger: «Gli errori non sono stati fatti a Roma nel 1966, 1997 e 1998, ma qui nella nostra arcidiocesi, dalle autorità civili, da funzionari ecclesiastici e dai vescovi». Ma proprio il suo predecessore, monsignor Robert Weakland, dopo un incontro in Vaticano nel 1998 con il cardinale Bertone, il vice di Ratzinger, definì di «lieve entità» le misure proposte dal prelato per chiudere la vicenda del prete pedofilo Lawrence Murphy, secondo un documento pubblicato dal New York Times. In Germania il telefono amico attivato dalla Conferenza episcopale ha ricevuto nel suo primo giorno di attività quasi cinquemila chiamate. Mentre in Austria sarà pronta entro fine aprile la squadra di Waltraud Klasnic, presidente della commissione d’indagine voluta dalla Chiesa cattolica per indagare sui casi di abuso sessuale.
Bruno Bartoloni © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
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Cronache 29
Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
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La storia
È riuscito a salvarsi sotto le macerie. «Ho capito di aver perso mia moglie e i due figli anche se ero in stato di incoscienza all’ospedale»
«Ero in coma, tutto bruciato ma sentivo di voler vivere» Parla Piagentini, l’uomo simbolo della strage di Viareggio Distrutta Nella foto a sinistra e qui a destra (indicata dal puntino rosso in una veduta dall’alto del disastro di Viareggio, all’altezza della stazione), l’area della casa della famiglia Piagentini devastata dallo scoppio del 29 giugno 2009 DAL NOSTRO INVIATO
VIAREGGIO (Lucca) — Quella sera lui era un filo d’erba piegato, la falce della morte non l’ha visto. Poi in coma un mese e mezzo e la morte non l’ha vinto. In sei mesi di camera sterile, operazioni, medicazioni, ha sopportato il dolore fisico, l’attesa, i ricordi che fanno male, assenze più pericolose delle infezioni. Adesso Marco Piagentini è salvo, se salvo può essere una parola possibile per un grande ustionato che ha perduto la moglie e due bambini. «Salvo» vuol dire che ha fatto il miracolo di resistere a ustiodi secondo e terzo graIl dramma ni do sul 90 per cento del corpo. Resistere finché ha riavuto lo scudo fra lui e il mondo: la pelle. A contare i suoi anni per intero si arriva a 41 (compiuti quattro mesi Il disastro fa) ma questo è un nuoIl 29 giugno vo Marco Piagentini, «na2009 un treno to» il 29 giugno 2009, ore merci 23.48. composto da 14 È stata la notte più carri cisterna drammatica che Viaregderaglia gio ricordi. Il treno carico nella stazione di di gpl che arriva in stazioViareggio: da un ne, deraglia, la cisterna convoglio che si buca, le esplosioni, fuoriesce gas un quartiere illuminato a gpl che innesca giorno dalle fiamme e l’incendio poi soltanto il suono delI morti le sirene, per ore. Lui era L’esplosione lì, fra fuoco e macerie. distrugge i C’era sua moglie Stefapalazzi che nia, 40 anni, e c’erano i sorgono di suoi tre figlioli, come si fronte ai binari dice da queste parti: Lonei pressi renzo, due anni, Luca, del sovrappasso quattro e mezzo, e Leopedonale: il nardo, che oggi ha nove bilancio finale anni e ferite di poco conè di 31 morti e to a ricordargli quella not15 feriti. Il 7 te. luglio si sono Marco insegue un ricordo: «Sembrerà strano svolti i funerali ma io ho saputo che mi di Stato era rimasto soltanto Leonardo mentre ero in coma farmacologico. Quando mi sono svegliato vedevo gli occhi dei miei genitori che cercavano in modo disperato di farsi e farmi forza. Non potevano andare avanti a lungo senza dirmi cos'era successo e così un giorno è stato mio cognato ad affrontare la questione. Stefania e i bambini erano morti. Però per me non è stata una sorpresa. Lo sapevo già, non c’era bisogno delle parole. Non saprei come spiegarlo ma in qualche modo dal coma l’avevo percepito. Avevo la sensazione fortissima di sentire la voce di Leonardo, ma soltanto la sua, gli altri no, nemmeno un lamento. Avevo incubi e in questi incubi Leonardo era una presenza positiva, l'unica. Gli altri erano assenti, non li ho mai nemmeno sogna-
❜❜
Sto ancora curando le ustioni nel 90 per cento del corpo ma non posso arrendermi
ti e la mia mente ha tradotto tutto questo nella certezza che niente sogni voleva dire niente vita. Erano morti». Eppure la sera del 29, prima che i medici lo costringessero al sonno, Marco (rimasto fino ad allora cosciente) ha chiuso gli occhi pensando esattamente il contrario. E cioè di aver perduto soltanto Leonardo. «Vedo Stefania come fosse qui, adesso. La vedo in piedi sul marciapiede davanti a casa nostra, con Lorenzo fra le braccia. E rivedo Luca nella macchina dove io l'avevo messo credendolo più al sicuro». Ci sono ricordi che hanno bisogno di pause per diventare parole. Marco riprende fiato, guarda negli occhi il suo avvocato, Graziano Maffei, e riprende il racconto. «Il mio Luca… Dopo il rumore del treno che deragliava e do-
Ricordi Marco Piagentini con la moglie e i tre figli (al centro Leonardo, l’unico figlio sopravvissuto). Sotto, con Luca, morto anche lui
po quell’odore fortissimo di gas avevo capito che eravamo tutti in pericolo. L’ho strappato dal letto mentre dormiva e sono corso fuori. Si è svegliato un momento e mi ha guardato. Avrà pensato «sono fra le braccia di mio papà, al sicuro» e si è rimesso a dormire. L'istinto mi ha detto di metterlo in macchina e così ho fatto. Li ho lasciati lì fuori e sono corso in casa di nuovo, a prendere Leonardo. E in quel momento è stato il finimondo. Ho visto arrivare la fiamma, blu, alta come questa stanza. Sono salvo perché ho trattenuto il fiato e mi dicono che se avessi inalato il gas mi sarei bruciato gola e polmoni, senza scampo. Le macerie mi hanno sommerso e io pensavo a Leonardo, lo credevo morto. Non immaginavo proprio che il fuoco potesse prendersi
Stefania e Lorenzo o raggiungere la macchina dove dormiva Luca. Ora quando penso a loro mi dico sempre che sapevano far felici gli altri. Li ricordo partendo da questa premessa». La famiglia Piagentini viveva al numero 36 di via Pietrasanta, quasi all’angolo con via Ponchielli, la strada-simbolo della strage, distrutta dalla prima all’ultima casa. «Da dicembre, quando sono tornato a Viareggio, sono stato più volte davanti a casa mia e in via Ponchielli, inseguito da ricordi e angosce. È un luogo che mi fa paura. Rivedere casa mia la prima volta dopo l’ospedale è stata una sensazione pazze- La famiglia sca ma dovevo farlo. Non voglio vivere con i fantasmi addosso, voglio affrontarli». Dalle macerie spuntano dettagli che fanno male: «Per esempio le mattonelle del bagno o della cucina» dice I superstiti Marco. Se ne vede qualcuna. La famiglia «Impossibile non ripensare Piagentini è il agli spazi e ai momenti conun simbolo della divisi con la mia famiglia fra strage di quelle mattonelle». Viareggio. Il nastro della memoria Leonardo, 8 rincorre un giorno di dicemanni, è l’unico bre, quando Leonardo andò dei bambini a trovarlo per la prima volsopravvissuto. I ta, in ospedale. «Avevo midue fratellini liardi di cose da dirgli ma Luca, 2 anni, e per l’emozione non sono riuLorenzo di 5 scito a dire niente. L’ho tocsono morti cato, lei sa cosa significa poinsieme con la ter toccare qualcuno dopo mamma mesi di camera sterile fra i Stefania grandi ustionati?». Il papà Nessuno può saperlo salSalvo anche il vo chi l’ha vissuto. Difficile papà. Marco persino immaginare la catePiagentini, ma na di emozioni e difficoltà nell’incendio il nei giorni di un grande suo corpo ustionato. Prima di uscire, rimase coperto ogni mattina, Marco deve per il 90 per medicarsi, farsi aiutare per cento dalle indossare i tutori che protegustioni. Si sta gono la pelle. Ne porta uno anche sul volto, trasparente curando ma non abbastanza perché qualcuno non si volti a guardarlo. «Non ci faccio caso. Esco e faccio una vita il più possibile normale. Non posso arrendermi e chiudermi in casa. Buttarmi via sarebbe un gesto che Stefania e i bambini non meritano. Io sono cattolico. Loro sono qui, accanto a me e non posso deluderli». Di delusioni, semmai, Marco ne ha incassate. «Il silenzio sulla strage è stato deludente. E poi trovo sconcertante la misteriosa lunghezza delle indagini». Ne avrebbe di cose da dire, Marco. Di rabbia da smaltire. Ma naviga a vista ogni giorno e stavolta all’orizzonte vede la sua famiglia, mille volte più importante di ogni polemica.
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Cronache 31
Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
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Il personaggio
Femminista e saggista, Roberta Tatafiore si chiuse tre mesi in casa prima di uccidersi
UNA DONNA SEMPRE CONTRO DIARIO DI UN ADDIO ROMA — «Non credo che il suicidio sia una morte come un’altra. Ciononostante credo che vada annoverato tra i modi di morire che l’essere umano può scegliere pur nei limiti stretti di una condizione molto dolorosa». Così Roberta Tatafiore descriveva la sua scelta di darsi la morte. Era il 26 febbraio dell’anno scorso. Si è uccisa l’8 aprile, a 66 anni, con un misto di psicofarmaci e alcol, in una stanza dell’hotel Novecento all’Esquilino, dopo una vita passata a studiare e a lottare per i diritti delle donne e tre mesi di autoreclusione nel suo appartamento, per prepararsi alla scelta estrema, mettersi «in fuga dai legami», separarsi dal vivere. È morta dopo sei giorni di coma, proprio la mattina in cui cinque suoi amici ricevevano la raccomandata con il testo del suo diario di questi mesi di sofferenza e di ricerca. Che mercoledì prossimo — nel primo anniversario della sua scomparsa — sarà in libreria: «La parola fine, diario di un suicidio» (Rizzoli, 160 pagine, 17.00 euro). Non è solo una cronaca della disperazione, è anche una meditazione sulla morte, una riflessione sulla vita e uno studio con un soggetto singolare: se stessa e il proprio dolore. Un testamento. Con sincerità la Tatafiore indaga sul suo proposito («c’è risentimento e rabbia nel suicidio» scrive l’11 gennaio), che in realtà l’ha accompagnata lungo tutta la vita, dalla morte drammatica del padre ucciso da un operaio uscito di senno. Una vita che nella prefazione il suo amico Daniele Scalise definisce «ricca e confusa, frastornata e dolorosa, coraggiosa fino alla temerarietà», certamente anticonformista, come i suoi studi che l’hanno portata dal femminismo, alle indagini sul mondo del sesso a pagamento e poi negli ultimi anni a ripensare all’eredità delle battaglie femministe e a scegliere il confronto con la destra laica, dalla collaborazione con il Secolo d’Italia al lavoro presso l’associazione per l’assistenza dei malati di cancro di Francesco De Lorenzo. In questi tre mesi in cui costruisce la propria morte, per tutti loro, come anche per gli amici, confeziona una serie di bugie, una vita parallela che le permette di isolarsi nella sua casa vicino a Piazza Vittorio, di chiudersi in quella zona grigia in cui «mi fa male vivere ma anche morire», perdersi nelle letture di Marguerite Yourcenar, di Sylvia Plath. Le consente di studiare e indagare le storie di donne suicide, interrogarsi anche sul dopo («Non escludo a priori l’esistenza di un luogo/non luogo che precede la vita, l’accompagna e le va oltre»), avviarsi verso la fine, ripensando agli amori e ai dolori della vita. Rinuncia alle «relazioni», Roberta Tatafiore, agli amici e alla vita, ma non al tran tran: cucina con cura i suoi pasti, con una certa disciplina «niente alcol ma una canna forte e una birra corona prima di cena», si distrae con Dallas e Scherzi a Parte, non lesina sul parrucchiere né sull’estetista, congeda la colf, saluta la gatta e si commuove nell’ultima visita alla banca.
Cucina con cura nei giorni che precedono la fine. Congeda la colf, saluta la gatta, si commuove in banca Cerca in modo disperato la morfina e rinuncia alla fuga in una clinica svizzera per paura di essere rifiutata L’addio Roberta Tatafiore, morta suicida a 66 anni, fu femminista e saggista, sociologa, studiosa di sessualità e pornografia
Il libro
Si confida soltanto con un’amica di vecchia data, che la accompagna fino alla fine, silenziosa e comprensiva: «Quando uno sente la necessità di morire, ciò che più desidera è di avere un angelo al suo fianco... una presenza capace di fare pulizia nella confusione emotiva e di instaurare l’ordine necessario perché la morte volontaria po-
❜❜ Si intitola «La parola fine. Diario di un suicidio» (Rizzoli) il libro che raccoglie le pagine scritte da Roberta Tatafiore nei 3 mesi prima di togliersi la vita
C’è risentimento e rabbia nel suicidio. Mi fa male vivere ma anche morire. Forse c’è un altro luogo
tesse realizzarsi in piena coscienza e nelle migliori condizioni possibili», scrive a fine gennaio. Negli ultimi giorni cerca in modo disperato anche la morfina, dopo aver deciso di rinunciare alla Dignitas di Zurigo per paura che la rimandino indietro, se non dovesse superare l’esame dello psichiatra previsto dalla legislazione svizzera: «Pensare di affrontare un viaggio senza esito mi angoscia». Racconta anche i suoi tentennamenti. È il 16 febbraio, subito dopo il caso Englaro che non può lasciarla indifferente: «Un po’ di buona volontà e da domani riprendere le cure, un po’ di speranza e farmi aiutare a rimettere a posto la vite-vita». Ma è l’ultimo cedimento alla vita prima di «dichiarare fallimento». L’8 aprile esce di casa con un libro di Leopardi, passa dal parrucchiere e prende possesso della stanza al Novecento. Ma in quell’istante è «già da un’altra parte».
Gianna Fregonara © RIPRODUZIONE RISERVATA
Condannato a morte
Il serial killer americano e le foto di cento vittime WASHINGTON — Rodney Alcala ha compiuto il suo primo omicidio nel 1979, dopo aver vinto il programma «Il gioco delle coppie». Chi era al suo fianco in tv ricorda un tipo che «pareva tranquillo ma poteva diventare arrogante e oppressivo». Certo, i concorrenti dello show mai avrebbero pensato che Rodney sarebbe diventato un serial killer, che godeva delle sofferenze delle sue prede. Quante persone Il processo ha ucciso Rodney Alcala? Trenta, è una stima. Molte di più azRodney Alcala in zardano altri. Per ora lo hanno tribunale martedì scorso. A destra, foto condannato a morte (tre volte) per l’assassinio di una ragazzina diffuse dalla polizia di 12 anni, Robin Samsoe, e di altre 4 persone. L’ultima sentenza è stata pronunciata martedì da un tribunale della California dove, come al solito, l’omicida si è difeso da solo.
Il caso Alcala rischia di non chiudersi mai. Nel ’79, quando la polizia lo ha arrestato, ha scovato in un garage di Seattle il suo archivio. Quasi mille foto di minori e donne. Più i «trofei» sottratti ad alcune vittime. Di recente gli investigatori hanno diffuso un centinaio di immagini: vogliono capire se le persone ritratte sono ancora in vita o possono essere state uccise da Alca-
la. All’appello hanno risposto da ogni angolo degli Usa e persino dalla Norvegia: persone che si sono riconosciute e altre che, invece, volevano notizie temendo un legame tra il killer e la scomparsa di una figlia o di una madre. Nato in Texas nel 1943 e cresciuto con la mamma in California, Rodney non è mai stato normale. Arruolatosi nell’esercito è stato congedato per disturbi mentali, poi ha frequentato l’università Ucla uscendone con una laurea e l’idea di «avere un quoziente di intelligenza superlativo». Di sicuro aveva una mente criminale. Raccontano che abbia studiato recitazione sotto la guida di Roman Polanski (ma il particolare è dubbio) e fa il fotografo, professione ideale per la sua missione di mor-
te. I file della polizia sul suo conto registrano il primo caso serio nel ’68, quando Rodney violenta una bambina. Inseguito dalla Legge, cambia nome e diventa insegnante in un centro artistico riservato ai minori. È qui che lo scoverà, 3 anni dopo, un poliziotto pivellino di Los Angeles. L’arresto e due condanne per lui sono l’inizio. Liberato nel 1974, Alcala torna predatore. La sua firma sono le torture e gli strumenti che usa per i supplizi. Fa scempio di un corpo e poi scatta foto. In certi casi arriva a rianimare la vittima per prolungarne l’agonia. Chi ha indagato su Rodney ha trovato le sue tracce da New York al Pacifico. Il lugubre vagabondare del fotografo della morte.
Guido Olimpio © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Cronache 33
Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
Meglio il successo sul lavoro o la felicità privata?
I due volti
Il caso di Sandra Bullock
Sandra Bullock questo mese ha prima vinto l’Oscar e poi ha visto trapelare la notizia del tradimento del marito Il columnist del New York Times si chiede se valga la pena di barattare il successo pubblico con l’insuccesso privato
L’attrice in pochi giorni ha vinto un Oscar e ha subito l’umiliazione del tradimento del marito. Il premio fa guadagnare soldi e, secondo una ricerca, fa anche vivere mediamente quattro anni in più Altri studi dicono, però, che la felicità che conta è quella degli affetti
Columnist David Brooks (nella foto) è un editorialista americano, nato a Toronto (’61). Ha scritto per diversi giornali (Washington Times, The Wall Street Journal, Newsweek). Ora è editorialista del New York Times, che ha pubblicato l’articolo riportato qui di fianco. Provocazione Scrive Brooks: «Negli anni in cui si fanno i passi avanti più significativi nella carriera, la gente non sembra particolarmente felice»
Da un lato, l’Academy Award è un prestigioso riconoscimento e la Bullock si è guadagnata l’ammirazione dei colleghi come ben poche attrici hanno saputo fare. Negli anni a venire, guadagnerà soldi a palate. E per di più potrebbe godere di lunga vita. I ricercatori Donald A. Redelmeier e Sheldon M. Singh hanno infatti scoperto che i vincitori degli Oscar vivono in media quasi quattro anni in più rispetto ai candidati perdenti. Tuttavia, se ci mettete più di tre secondi per rispondere alla mia domanda, siete proprio pazzi. La felicità coniugale è di gran lunga più importante di qualsiasi altra cosa nel garantire il vostro benessere. Se il vostro matrimonio è felice, non importa quante crisi professionali dovrete subire, resterete comunque assai contenti. Ma se il vostro matrimonio è in cattive acque, non importa quanti trionfi saprete collezionare nella vostra carriera professionale, vi sentirete lo stesso profondamente insoddisfatti. Non vi sto facendo la predica. Viviamo nell’era della ricerca scientifica e ci sono dati inconfutabili a conferma di tutto ciò. Nel corso degli ultimi decenni, i ricercatori si sono dati allo studio della felicità. Il loro lavoro, per quanto potesse apparire assai fatuo agli esordi, ha sviluppato negli anni un rigore ammirevole, e tra le scoperte più sorprendenti si annovera questa, proprio come dicevano i nostri vecchi: il successo mondano è transitorio, mentre è sui legami affettivi che fondiamo le nostre certezze. Prendiamo, per esempio, il rapporto complicato che esiste tra felicità e reddito: al di sopra di un certo limite, esso diventa irrilevante. È vero che le nazioni povere si dichiarano più felici se riescono a raggiungere la qualità di vita dei Paesi più prosperi. Ma è anche vero che, una volta soddisfatti i bisogni primari, un reddito più elevato non conduce necessariamente a un maggior senso di benessere. I Paesi in crescita economica sono leggermente meno felici di quelli che procedono a rilento, secondo Carol Graham, del Brookings Institution, e Eduardo Lora. Gli Stati Uniti sono molto più ricchi rispetto a cinquant’anni fa, ma non si è vi-
DATTOLA
SEGUE DALLA PRIMA
L’autore
sta una crescita parallela nella felicità complessiva. D’altro canto, in America le disuguaglianze sociali sono molto più marcate oggi rispetto al passato, senza che questo abbia provocato un calo nel livello di felicità nazionale. Sul fronte personale, vincere la lotteria non offre vantaggi duraturi per il proprio benessere. Negli anni in cui si fanno i passi avanti più significativi nella carriera, la gente non sembra particolarmente felice. Si è felici invece dai 20 ai 30 anni, con un calo verso la mezza età, e una risalita successiva per toccare il culmine della felicità subito dopo il pensionamento, verso i 65 anni. Ci si sente marginalmente più felici nell’incrementare il proprio reddito, ma
I soldi e il benessere Un reddito più elevato non conduce per forza a un maggior senso di benessere. Secondo Graham e Lora, i Paesi in crescita sono un po’ meno felici di quelli che vanno a rilento
questo dipende da come si percepisce la crescita. La ricchezza va ad alimentare aspettative poco realistiche? Oppure destabilizza rapporti consolidati? O deriva invece da un circolo virtuoso, in cui un lavoro interessante vi costringe a impegnarvi di più, ma questo a sua volta porta a nuove e più ghiotte opportunità? Se il nesso tra soldi e benessere è complicato, non così la corrispondenza tra relazioni personali e felicità. Le attività giornaliere maggiormente associate alla felicità sono il sesso, la vita sociale dopo il lavoro, e uscire a cena con gli amici. L’attività quotidiana che uccide la felicità è il pendolarismo. Secondo uno studio, entrare a far parte di un gruppo che si riunisce una volta al mese produce lo stesso
incremento di felicità che raddoppiare il proprio reddito. Secondo un altro, il matrimonio regala un benessere psichico pari a un reddito di oltre 100.000 dollari l’anno. Se volete trovare il posto ideale dove abitare, chiedete agli abitanti del quartiere se hanno fiducia nei loro vicini. I livelli di fiducia sociale variano enormemente, ma laddove essi sono elevati, in quei Paesi i cittadini sono più felici, godono di salute migliore, hanno un governo efficiente, una buona crescita economica, e minor timore per la delinquenza (indipendentemente dall’effettivo calo o aumento dei tassi di criminalità). La ricerca ci fa capire, nel suo complesso, che il successo economico e professionale nella vita è superficiale, mentre la felicità scaturisce dai rapporti interpersonali, percepiti universalmente come molto più importanti e profondi. La seconda impressione è che gran parte di noi presta attenzione alle cose sbagliate. Si esagera l’importanza del denaro nel migliorare la nostra vita. Scuole e università sprecano troppo tempo nel preparare gli studenti alla carriera e non abbastanza nel fornire loro gli strumenti per prendere le decisioni importanti della vita. I governi pubblicano montagne di dati sui trend economici, ma non a sufficienza sulla fiducia e altri parametri sociali. In breve, le società moderne si sono sviluppate in vaste istituzioni orientate verso cose che sono facili da conteggiare, non verso quelle che contano veramente. Propendono per i beni materiali, mentre nutrono una diffidenza atavica verso i beni morali e sociali. Ma le cose stanno cambiando. Di recente sono state pubblicate numerose opere — tra cui «La ricchezza nascosta delle nazioni», di David Halpern, e «La politica della felicità», di Derek Bok — che incoraggiano le istituzioni pubbliche a prestare maggiore attenzione al benessere dei cittadini, e non esclusivamente alla crescita materiale, per di più in un’accezione molto riduttiva. I governi, tuttavia, continuano a emanare politiche mirate alla produzione della prosperità, e vengono immancabilmente smentiti dalla zona cieca della spiritualità.
David Brooks
traduzione di Rita Baldassarre © The New York Times Syndicate © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Musei Oggi il vertice tra il direttore della valorizzazione dei Beni culturali Resca e i sindacati
Cenacolo e Brera, si tratta per l’apertura a Pasquetta MILANO — La speranza sembra fare, timidamente, la sua comparsa. E il Segretario generale del ministero, Roberto Cecchi, dopo una giornata passata a lavorare «di bisturi» parla di chiusura forse solo «paventata» dell’Accademia di Brera e del Cenacolo per il lunedì di Pasquetta. A far ben sperare Cecchi è l’incontro, in programma per oggi, tra il Direttore generale per la valorizzazione Mario Resca e le parti sindacali con l’obiettivo, appunto, di permettere l’apertura straordinaria di Brera e del Cenacolo per il lunedì dell’Angelo. Un incontro più volte richiesto dai lavoratori stando alle parole del segretario generale Uil Beni culturali, Gianfranco Cerasoli che ieri aveva paventato che la vertenza
«se non viene gestita, rischia di allargarsi a macchia d’olio». Cerasoli aveva anche parlato di un sindacato che aveva a suo tempo già dimostrato la responsabilità sperata da Cecchi «proponendo e favorendo l’apertura di cenacolo e Brera in occasione di Sant’Ambrogio». E questo nonostante «un incontro concordato e mai avvenuto» per risolvere «una vicenda che si trascina ormai da mesi per l’incapacità della dirigenza locale a parti-
Il ministero Il segretario generale Cecchi è ottimista: credo nel senso di responsabilità
re dal soprintendente Bandera e dell’ex direttore regionale Turetta». Conclude Cerasoli: «La mobilitazione è per risolvere i problemi non per acuirli» (alla base del blocco un pignoramento di 114 milioni di euro che di fatto impedisce tutte l’attività del Mibac in Lombardia, dal pagamento del personale agli interventi di tutela e restauro). Dice Cecchi: «Credo molto nel senso di responsabilità delle parti in causa. Capisco che ci siano grossi problemi sul territorio, ma penso anche che in questo momento sia necessario fare tutti uno sforzo». E in questo ricorda «come il ministero si sia mosso al massimo livello per risolvere il contenzioso che ha portato al pignoramento». Ma anche come «con il buon
In fila Visitatori in fila per vedere il Cenacolo (foto): è una scena che si nota di frequente. Una situazione che potrebbe non «ripetersi» il giorno di Pasquetta per chiusura (anche di Brera). Il precedente: solo nel 2007 i due musei rimasero chiusi
senso» si sia riusciti a recuperare l’episodio del Pantheon, con un concerto interrotto dalla chiusura imposta dai custodi e dai loro orari. Cecchi sembra però essere l’unico disposto a parlare. Segno forse di una situazione comunque delicata. Andrea Carandini, attuale Presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, da Parigi definisce «la chiusura» di musei e gallerie come una cosa «mai bellissima», ma al tempo stesso preferisce glissare («non ho seguito io direttamente la vicenda»), mentre la soprintendente di Brera, Sandrina Bandera, si chiude in un freddo «no comment» (a lei il sindacato contesta, tra l’altro, «di averli tenuti all’oscuro»). A rendere Cecchi fiducioso è soprattutto quello che chiama «il senso di responsabilità» (ammette però che, quello di ieri, «è stato un pomeriggio davvero intenso»). A proposito della
possibilità di utilizzare per l’emergenza gruppi volontari (visto anche il successo delle recentissime giornate del Fai), il segretario generale si mostra disponibile: «Credo molto nell’importanza del volontariato. Occorre verificare la disponibilità ad accettare il loro impiego da parte delle forze sociali». Italia Nostra, per bocca di Luca Carra, presidente di Italia Nostra di Milano, definisce quantomeno «singolare» che il ministero «si possa trovare nell’incapacità di fare fronte a questa situazione e che non possa garantire una continuità e un’adeguatezza di finanziamento ai nostri musei». Certo, dice ancora Carra, «la chiusura a Pasquetta è stata decisa anche per fare notizia», ma è altrettanto «giusto che le persone possano usufruire di Cenacolo e Brera sempre, lunedì dell’Angelo compreso».
Stefano Bucci © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Cronache 35
Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
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In Rete
Voto e news mese record per il sito Corriere.it
Conviviale Una scena del film «Friends with Money» (2006): la moda americana del tavolo rotondo al ristorante ora è arrivata anche in Italia
Tendenze Nei locali è ormai una priorità, persino più importante del tipo di menu
Il ritorno del tavolo rotondo Al ristorante senza gerarchie
I VANTAGGI Annulla le gerarchie: non c’è un capotavola
Crescono le prenotazioni. Gli chef: basta indecisioni sul capotavola MILANO — L’indecisione su chi far sedere a capotavola. Le lunghe tavolate (con le temibili varianti a L o a U) dove la conversazione non supera il vicino di sedia. Inconvenienti che si dileguano davanti alla nuova frontiera della socialità: il tavolo rotondo. Annulla le gerarchie, è democratico e favorisce il dialogo: nei ristoranti la lista per prenotarlo è affollata. «Una volta ti chiamavano per sapere cosa c’era nel menu, oggi vogliono la certezza di cenare al tavolo tondo», dice Alfredo Tomaselli, patron del Bolognese, che sia a Roma che a Milano asseconda da anni il piacere del tavolo circolare. «Il principe Ruspoli era un fanatico e Mario D’Urso cena preferibilmente in tavoli tondi. Quando non riesci ad accontentarli e li sistemi in un tavolo quadrato, i clienti si sentono trattati da serie B». Piace alle comitive, si addice alle coppie («si sta più
vicini, senza spigoli e barriere», osserva Tomaselli) ed è adatto per le rimpatriate familiari. Al ristorante Rigolo di Milano, lo stesso tavolo rotondo è prenotato ogni domenica, da 40 anni, dalla stessa famiglia. «Ha iniziato la bisnonna, oggi siamo arrivati ai pronipoti», dice il proprietario Renato Simoncini. «Mano a mano che la famiglia si allarga il posto a tavola si restringe». Tanto meglio, perché più la tavola è compressa più la riuscita della conversazione è assicurata. «A tavola si deve stare ben bene appiccicati, a garanzia di una godibile chiacchierata», suggerisce la marchesa Bona Frescobaldi. Le regole del galateo non cambiano, anzi in qualche caso la buona educazione ne guadagna. «Non si alza più di tanto la voce per attirare l’attenzione e i gomiti rimangono sospesi in aria, invece che comodamente adagiati sui bor-
di». Intanto anche il termometro sociale Facebook registra la tendenza: nel social network è nato lo sparuto gruppo «Chi rompe per il tavolo rotondo e poi pacca». «Segno concreto di come tra le comitive, ormai il tavolo rotondo sia la regola», dice Enrico Roffi, proprietario del ristorante milanese il Giardinetto. I tavoli rotondi del suo locale ospitano 3, 5 o 7 persone «perché è proprio il numero dispari ad essere problematico», dice Roffi. Tra gli affezionati anche clienti anziani («accostando l’orecchio eliminano i problemi d’udito) e uomini d’affari. «Parlare di business guardandosi in faccia è più rassicurante: e quando l’affare va in porto, per scaramanzia, prenotano per la volta successiva». Dopo l’esordio in sordina nei ristoranti orientali — tra i primi a far sedere la gente in cerchio — ora il nuovo modo di mangiare travalica i confi-
In sala Andrea Berton Trussardi alla Scala
Alfredo Tomaselli Dal Bolognese
❜❜ ❜❜ Anche la degustazione È un nuovo «status»:
Italo Manca Ristorante La Libera
❜❜ Fa sentire tutti in
diventa «circolare»: i quando i clienti lo famiglia, come nel clienti scambiano i piatti chiedono senza ottenerlo, cucinotto: è lo specchio senza dare nell’occhio si sentono trascurati della società del tinello
ni dell’Oriente. Il ristorante Mandarin di Milano riceve prenotazioni di settimana in settimana per i soli due tavoli tondi disponibili. «Le persone si guardano in faccia ed è più facile "pescare" tutti dallo stesso piatto», dice il proprietario. E anche Andrea Berton, chef stellato del Trussardi Alla Scala, riconosce la «circolarità» delle vivande grazie al tavolo tondo. «È più facile degustare nei piatti dei vicini senza dare troppo nell’occhio: così ne guadagna il gusto e la familiarità». Con la filosofia dell’atmosfera rilassata a Rimini è nato il circolo enogastronomico Empty Space, dove i tavoli sono solo tondi: «lo stile è minimal, ma la scelta dei tavoli fa sentire tutti a casa», dicono i proprietari. Anche il dandy-ristoratore Italo Manca asseconda la nuova mania: i due tavoli tondi del suo bistrot «La Libera», vengono prenotati con largo anticipo dai clienti. «La gente si sente in famiglia, come nel cucinotto di casa: è un po’ lo specchio della società del tinello, ma va bene così», ironizza Manca, che confida nella buona educazione dei clienti, per non trasgredire troppo alle vecchie regole di Monsignor Della Casa. «Ma alcuni trucchi ci sono anche nel tavolo tondo», spiegano Ivan e Masa, celebre coppia del catering. «La persona più "importante" della comitiva dovrebbe conquistare la posizione di visuale che domina la stanza. Le signore, invece, dovrebbero volgere le spalle alla sala, per non svelare troppo velocemente la loro identità».
È conviviale: la conversazione «gira» tra i commensali e nessuno rischia di rimanere isolato È più romantico: le coppie non sono divise dalla «barriera» di angoli e spigoli del tavolo quadrato
Lezionee ddi ggalateo «Pretty nel film «Prett etty woman»
IL GALATEO A capotavola siede chi ha formulato l’invito al ristorante I posti a tavola vanno disposti secondo una rigida alternanza uomo-donna Se c’è un invitato straniero è preferibile sistemarlo a fianco di chi parla la sua lingua CORRIERE DELLA SERA
MILANO — Le campagna elettorale e i risultati del voto, le analisi, i commenti e i video. Sono state le elezioni regionali l’argomento più cliccato su Corriere.it in marzo. Un mese record per il sito, visitato da oltre 1 milione e 600mila lettori al giorno (1,628,567 utenti unici nei giorni feriali, 1,462,201 come media). Due milioni e 689mila, invece, i navigatori di CorriereTv, il canale con le videonews, i tg e le rubriche (l’aumento rispetto allo stesso mese del 2009 è stato dell’87%): quasi 13 milioni i filmati visti (+138%). Ottimo il risultato dei nuovi format lanciati durante il periodo elettorale. Per «Mentana Condicio: vietati in tv, liberi sul web», condotto da Enrico Mentana durante lo stop ai talk show, ci sono stati 650mila streaming nelle 19 puntate. Il duello più cliccato è stato quello tra Ignazio La Russa ed Enrico Letta (oltre 100 mila streaming). «Il voto in diretta», la maratona elettorale in video ha raggiunto 100mila streaming, mentre 35mila ne hanno registrati le videochat della serie «Uno contro tutti», dibattiti seguiti e commentati anche sulla pagina del Corriere su Facebook. Numeri da record anche per la versione mobile del sito (quella cioè per i telefoni cellulari): 632.000 utenti unici (+30% rispetto a febbraio) per una media giornaliera di 52 mila lettori (+33%). Sempre più persone, insomma, utilizzano il telefonino per informarsi. Lunedì 29 marzo, il giorno della chiusura dei seggi e dei risultati delle Regionali, circa 88 mila navigatori si sono collegati all’indirizzo mobile.corriere.it per seguire gli aggiornamenti sul voto. Molti lo hanno fatto attraverso il proprio smartphone: l’applicazione «Corriere», che permette di visitare la versione ottimizzata del sito e di accedere a tutti i servizi «premium», ha totalizzato finora 77 mila download.
Michela Proietti
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Pesce d’aprile In Rete e sui giornali gli scherzi per celebrare il primo del mese. E Google diventa «Topeka»
Shakespeare francese e gli alieni di Obama-Sarko MILANO — La burla più geniale targata aprile 2010? C’è solo l’imbarazzo della scelta. Ma in un’ipotetica classifica italiana dei «pesci» più riusciti non potrebbe mancare quello di Veroli, un paesino del Frusinate. A lanciare lo scoop è la «Provincia Quotidiano», che svela ai propri lettori la nuova campagna con cui il Comune vorrebbe arginare il rosso in bilancio. Chi acquista tre loculi cimiteriali, ne riceverà uno in omaggio. «Un investimento sicuro» devono avere pensato le decine di pensionati che, di buon mattino, si sono presentati all’ufficio tecnico comunale per prenotare l’allettante 3X2. Era un pesce d’Aprile anche la Lamborghini bianca parcheggiata, con tanto di lampeggian-
te e stemma ufficiale, fuori dalla sede della provincia di Bergamo. Ma come, le casse piangono e il presidente Ettore Pirovano si fa il bolide? Infatti i passanti si sono indignati e ai giornali sono giunte lettere inferocite. Nel pomeriggio è stato lo
stesso deputato-presidente leghista a svelare il falso, facendo piazzare sull’auto un bel pesce imbalsamato. Altrettanto fasulle erano le notizie di un imminente pedaggio per entrate in Valsassina, della scoperta di una sorgente di acqua minera-
Bergamo La Lamborghini di Ettore Pirovano
le nella discarica della Maza di Arco nel Trentino e della partecipazione di Francesco Totti in veste di protagonista all’ultimo film di Verdone. Uscendo dai confini nostrani, la notizia bomba è sicuramente quella diffusa dalla Bbc:
Il sito Le Point con lo scoop su Obama e Sarkozy
cari sudditi, William Shakespeare era... francese! Già, perché il nome della madre del drammaturgo non era affatto Mary Arden, bensì Mary Ardenne. Quel che è giusto è giusto: il Bardo va restituito a Parigi. «Lo onoreremo insieme a Racine e Molière», assicurava l’ex ministro francese Jack Lang complice dello scherzo. Restiamo in Francia, dove il sito del settimanale «Le Point» riportava un colloquio privato di un paio di giorni prima tra Barack Obama e Nicolas Sarkozy. Ebbene, il presidente americano avrebbe rivelato al collega francese l’esistenza di un pianeta con oceani e continenti simili a quelli terrestri: i messaggi dei suoi abitanti sono già stati decrittati dal Penta-
gono. Se qualcuno non si fosse ancora reso conto della burla, la risposta di Sarkozy non lascia più dubbi: perché non spedire sulla stazione orbitale come ambasciatore umano un francese, magari Rachida Dati? C’è dello spirito anche in Danimarca, dove al posto della celebre Sirenetta simbolo di Copenhagen i turisti in visita al porto si sono imbattuti in uno scheletro con la coda di un pesce (il monumento originale si
Il bolide del politico Una Lamborghini con lampeggiante fuori dalla Provincia di Bergamo E i cittadini si infuriano
trova all’Esposizione Universale di Shangai). Nel mare della rete i pesci d’Aprile hanno sguazzato più liberi che mai. E chissà quanti internauti hanno abboccato ieri mattina all’annuncio del cambio di nome di Google in Topeka (più di un sospetto poteva venire dal fatto che Topeka è la città del Kansas che, per un mese, ha cambiato il suo nome proprio in «Google»). Su Firebox si poteva fare un acquisto davvero eccezionale: per più o meno 55 mila euro il sito proponeva un kit per ibernarsi e risvegliarsi tra 30 anni. Non male anche la nuova versione in 3D di Street View: per vedere gli effetti speciali è però necessario indossare gli stessi occhialini che si usano al cinema per «Avatar» o «Piovono Polpette». Qualcuno ha provato?
Fabio Cutri © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Economia FTSE MIB La settimana
Indici delle Borse
Banco Popolare La settimana
Cambi
Titoli di Stato Titolo
-0,08%
23.206,66
1,57%
Londra
5.744,89
1,15%
1 euro
FTSE It.All Share 23.718,93
1,50%
Francoforte
6.235,56
1,33%
1 euro 126,2800 yen
FTSE It.Star
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FTSE MIB
La lente POCHI SOLDI, L’ISTAT NON FA PIÙ I CONTI SUGLI SCIOPERI
C
i eravamo abituati a conoscere assieme alle rilevazioni sulle retribuzioni orarie dei lavoratori italiani anche quelle sugli scioperi. L’Istat però ha annunciato ieri che non darà più queste informazioni: non sono di buona qualità statistica, ha fatto sapere. E dire che arrivano dalle questure. Ma lì funzionano ancora i vecchi modi di rilevazione e costerebbe troppo ammodernarli, rendere più dettagliati, e quindi credibili, i dati, ha concluso l’istituto guidato da Enrico Giovannini che preferisce investire su meccanismi più avanzati.
1,3468 dollari
Ced.
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Stefania Tamburello © RIPRODUZIONE RISERVATA
Titolo
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Quot. Rend. eff. 01-04 netto %
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Btp 02-01/02/13 4,750% 108,22 Btp 04-15/09/14 2,150% 107,04 Btp 04-01/02/15 4,250% 107,56
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Btp 02-01/02/33 5,750% 115,07 Btp 03-01/08/34 5,000% 104,72 Cct 04-01/05/11 0,450% 100,16
4,05 4,10 0,64
Btp 02-01/08/17 5,250% 113,51 Btp 08-01/08/18 4,500% 107,38 Btp 08-15/09/19 2,350% 104,79
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0,75 0,88 0,59
Governance Primo sì alla figura del responsabile territoriale. Profumo lavora alle deleghe. Il titolo corre (+2,5%)
Unicredit, un supermanager per l’Italia Il comitato strategico: avanti sulla banca unica. Spunta il nome di Peluso MILANO — Non sarà, per dirla con gli anglosassoni, un «breakfast director», un direttore «leggero», di rappresentanza. Il nuovo manager per l’Italia della Grande Unicredit europea riorganizzata, entro fine anno, secondo il modello della «banca unica», avrà deleghe e compiti adeguati a coordinare e sviluppare una macchina complessa, che rappresenta pur sempre il 42% del fatturato del gruppo. Su questo schema si basa la proposta portata ieri dall’amministratore delegato Alessandro Profumo al comitato strategico permanente, l’organo nel quale siedono i rappresentanti degli azionisti. Questi ultimi, proprio sulla richiesta di introdurre nella nuova governance una figura di riferimento per le attività italiane avevano chiesto e ottenuto il rinvio di un mese, al prossimo 13 aprile, dell’approvazione del
riassetto. Il progetto prevede il taglio della catena che porta ai territori, con la fusione nella capogruppo Unicredit di sette controllate, la cancellazione di altrettanti consigli di amministrazione e la contestuale creazione di oltre 100 direzioni commerciali. Il piano fortissimamente voluto da Profumo — che secondo alcune ricostruzioni, fin qui smentite dall’interessato, sarebbe arrivato sul punto di minacciare le di-
missioni pur di sbloccarne il percorso in consiglio di amministrazione — promette tra le altre cose la profonda riorganizzazione dei servizi alla clientela. Intorno alla parola d’ordine «semplificazione» si starebbe dunque costruendo anche la figura di «country manager» o «country chairman» come già in Unicredit vengono chiamati i responsabili delle attività in Germania, Austria e Polonia. E
Sopra, il presidente Dieter Rampl. Accanto, l’amministratore delegato Alessandro Profumo. A destra, il vicepresidente Fabrizio Palenzona e il presidente della fondazione Cariverona Paolo Biasi
Piazza Affari Capuano lascia: pronto a nuove opportunità Già perché l’Istat non naviga, dice, nell’oro e deve fare economia nell’uso delle sue risorse. E non solo perché ancora attende dallo Stato il pagamento di 600 milioni, cifra residua del conto per predisporre i censimenti a cominciare da quello della popolazione del prossimo anno. Ma perché, rilevano i contabili dell’Istat, è progressivamente diminuito il budget assegnato all’istituto dalla finanza pubblica. Si tratta per il 2010 di 153 milioni di euro, 20 in meno dell’anno precedente, che lascia l’Italia al penultimo posto dell’Europa, avanti solo alla Turchia, per il rapporto tra Pil e investimenti statistici. Sparirà quindi, ed era in piedi sin dal 1949, la statistica sulle ore perdute complessivamente per gli scioperi. Resterà, a segnalare le proteste dei lavoratori, il dato registrato solo presso le grandi imprese, in attesa di una nuova rilevazione statistica che fornirà, anche se non subito, la possibilità di quantificare le ore lavorate e quelle invece saltate per effetto dei conflitti di lavoro.
Quot. Rend. eff. 01-04 netto %
Btp 99-01/11/10 5,500% 102,74
Borsa, la spinta della City Jerusalmi va al timone MILANO — Cambio della guardia al vertice di Borsa Italiana. Dopo dodici anni l’amministratore delegato, Massimo Capuano, lascia e al suo posto arriva Raffaele Jerusalmi, che del listino milanese è il responsabile Capital Markets. L’annuncio ufficiale è arrivato ieri dopo giorni di indiscrezioni sull’imminente uscita di Capuano, il quale ha spiegato di aver atteso la chiusura del bilancio del London Stock Exchange (l’anno fiscale in Gran Bretagna chiude a fine marzo) per consegnare le sue dimissioni. La decisione è stata condivisa con il numero uno del Lse, Xavier Rolet: «È stata una cosa di comune accordo, una combinazione ideale, senza contrasti, tra interessi e opportunità che si sono incrociati». Capuano non ha rivelato ulteriori dettagli sui motivi della decisione e dunque su quali sono gli «interessi e le opportunità» che l’hanno portato la passo indietro, limitandosi a spiegare che «era terminato un ciclo». Ciclo culminato con la fusione, l’anno scorso, con il London Stock Exchange, di cui Capuano è stato tessitore, e che ieri ha difeso: «Senza Londra — ha spiegato — saremmo in una posizione più debole, più difficile, in uno scenario che è sempre più competitivo e avremmo molte meno chance di partecipare alla ridefinizione di quanto sta avvenendo sui mercati». Il manager ha smentito le voci di contrasti all’interno della Borsa di Londra, che erano circolate l’anno scorso quando venne scelto Rolet per sostituire alla guida del Lse
Clara Furse, di cui Capuano era vice e i cui strascichi, secondo alcune ricostruzioni, avrebbero provocato le dimissioni. «Si possono avere riflessi lenti — ha scherzato — ma dopo un anno bisognerebbe essere molto lenti. Non c’è nessun mistero o contesa, il 31 marRaffaele Jerusalmi, nuovo ad di Borsa Italiana
zo finiva l’esercizio del London Stock Exchange e temporalmente era quindi il momento migliore». Adesso «avrò tempo per guardarmi attorno e riflettere, vediamo quello che sarà opportuno e interessante fare, certo vorrò continuare a dare il mio contributo nei campi in cui mi sono specializzato non solo negli ultimi 12 anni in Borsa Italiana ma anche in tutta la mia carriera professionale». Alcune indiscrezioni hanno parlato di un possibile approdo alla Consob. «Non ci sono assolutamente commenti da fare» ha tagliato corto Capuano, che oltre alle deleghe da amministratore delegato ha lasciato ieri anche tutte le cariche che ricopriva in Borsa Italiana, e il board della holding del London Stock Exchange, passan-
In uscita Massimo Capuano
❜❜ Il nuovo
amministratore delegato: Milano vuole giocare un ruolo nel cambiamento
Acciaio, accuse di oligopolio Eurofer, l’associazione europea dei produttori di acciaio, accusa i principali gruppi minerari, Rio Tinto, Bhb Billiton e Vale, di operare un oligopolio illegale
non è detto che il lavoro di definizione non porti a una revisione, o a un’armonizzazione, nel resto d’Europa. Tra i nodi da sciogliere in tema di «country manager» ci sono anche quelli giuridici e regolatori, dopo che la Banca d’Italia ha avanzato alcune osservazioni in tema di Vigilanza. Un altro passaggio tecnico sarà necessario prima del consiglio del 13 aprile e una nuova riunione del comitato strategico è già fissata per venerdì 9. La Borsa ha registrato il nuovo passo avanti del piano con una fiammata del 2,51%, mentre si scatena puntuale il toto nomine. «Prima i contenuti, poi i nomi» ripetono in Piazza Cordusio, ma dopo l’ipotesi Paolo Fiorentino, uno dei vice di Profumo, spunta il nome di Piergiorgio Peluso, il quarantenne capo del Corporate, la divisione con sede a Verona, in quel Nordest che tanto si è fatto sentire in questi giorni. Bocconiano, Peluso ha lavorato in Mediobanca con Matteo Arpe che poi ha seguito in Capitalia. Nella banca romana in seguito acquisita da Unicredit, Peluso è cresciuto alla scuola di Fabio Gallia, oggi amministratore delegato di Bnl-Bnp Paribas.
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do il testimone a Jerusalmi che non sarà probabilmente cooptato nel consiglio della società britannica. «Può apparire banale dirlo, ma la mia nomina è un segnale di continuità, la filosofia che ha guidato la società fino a oggi non cambierà» ha chiarito ieri Jerusalmi. «Il contesto esterno è molto cambiato negli ultimi anni — ha proseguito — sia a causa della crisi sia con l’introduzione della Mifid, che ha introdotto dinamiche pseudocompetitive che continuano a cambiare gli scenari dove noi operiamo. La sfida è vedere se riusciamo a giocare un ruolo in questi cambiamenti». Il manager è ben consapevole di qual è questa sfida. Jerusalmi è in Borsa Italiana da oltre 12 anni e attualmente è responsabile Capital Markets di Piazza Affari e dei mercati azionari, derivati e reddito fisso del Lse. Attività che, ha spiegato, intende mantenere.
Federico De Rosa © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Economia 37
Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
L’intervista
«La governance? Senza toccare il voto capitario, si possono alzare i tetti al possesso»
Saviotti: l’emergenza è finita, il Banco adesso può crescere «Il caso Italease è in sicurezza. Le popolari? Vincono sul territorio» DAL NOSTRO INVIATO
VERONA — «La banca va bene. Italease è stata messa in sicurezza. Possiamo dire che il più è fatto. In condizioni di normalità potremmo dire di essere, più ancora che una banca grande, una grande banca». Pier Francesco Saviotti ha preso il timone del Banco Popolare nel dicembre 2008, due mesi dopo il crac Lehman e quando era ancora «fresco» il no dei tedeschi di Dz bank all’acquisto degli asset Italease. Oggi, nel suo ufficio a Verona, si trattiene dal dire missione compiuta: «Dobbiamo completare il lavoro». Cosa resta da fare? «Anzitutto chiudere il capitolo Italease, che resta una "palla al piede": ora però sappiamo cosa abbiamo in pancia e cosa dobbiamo fare. Non è poco». Quanto vi frena? «Rallenta la crescita. Da una parte ci sono 7,3 miliardi di attivi fra leasing e mutui, dall’altra 7 miliardi di passività, principalmente bond che il Banco deve pagare: 1,5 miliardi nel 2010, 1,5 l’anno prossimo, 2 miliardi nel 2012. Non abbiamo problemi e fra due anni Italease avrà sostanzialmente zero debiti e asset in portafoglio». E gli insoluti? «Si negozia. Una squadra di 60 persone è dedicata al recupero di queste partite». Stime 2010 per Italease? «Prevediamo possa perdere alcune decine di milioni perché il costo del credito è il doppio rispetto al Banco. Ma il tax asset che ci attendiamo dal consolidato fiscale potrà compensare il segno negativo». E per Release, la «bad bank»? «Si parte da 5 miliardi di crediti non performing relativi soprattutto a leasing immobiliare. Non potevamo aspettare di rientrare nella disponibilità degli immobili e abbiamo avviato negoziati con le principali controparti debitorie. Fra queste Statuto: l’accordo è chiuso, solo
Il piano
Pier Francesco Saviotti, 67 anni, di Alessandria, è stato chiamato alla guida del Banco Popolare nel dicembre 2008 e il dossier più difficile è il «caso» Italease (nella foto la sede). Inizia la carriera nel
1962 alla Comit dove svolge un lungo percorso professionale, principalmente focalizzato su rete e settore crediti. Nell’aprile ’97 diventa direttore generale e da febbraio ’98 a giugno ’99 è amministratore delegato. Poi un’esperienza in Intesa con responsabilità dei crediti. Prima di arrivare al Banco è stato senior advisor di Merrill Lynch
❜❜ Appoggio a famiglie e
"piccoli", il 93% della clientela. Ma da parte delle imprese la richiesta di credito è modesta
❜❜ Credo che l’anno si
chiuderà meglio del 2009 Il dividendo è un segno di normalità: è giusto ricompensare i soci da perfezionare. Coppola ha venduto sul mercato alcuni immobili: si va a una soluzione inquadrabile nella nuova legge fallimentare» Dunque, Release? «Non la chiamerei più "bad bank", sta assumendo una configurazione diversa. Perfezionate le trattative avrà all’attivo 1,2 miliardi di immobili, 900 milioni di crediti ristrutturati, 1 miliardo in bonus e solo 1,6 di crediti incagliati. La situazione cambia, sono soddisfatto». Italease ha un miliardo di contenzioso con il fisco. «Dalle nostre valutazioni, basate su pareri pro veritate, le richieste sono da ritenere perlopiù infondate. Abbiamo le carte a posto e confidiamo in una soluzione». Perché delistare Italease? «Non è il caso di tenere quotata una società che deve solo gestire operazioni in essere». C’è chi dice: per voi è un affare. «Affare? Abbiamo speso 1,2 miliardi di aumento di capitale, 255 milioni in Opa e delisting, 500 per Alba leasing e Release». Italease a parte, la banca? «Va bene, nel 2009 abbiamo guadagnato 267 milioni e l’utile normalizzato è salito a 377 milioni, sopra le attese».
E il 2010? «I primi tre mesi sono andati bene. Ringrazio la rete, che lavora in modo straordinario: in 11 giorni ha collocato 700 milioni del convertibile soft mandatory oltre ai nostri prodotti, con un ottimo andamento di bancassurance, credito al con-
Pier Francesco Saviotti. In alto l’ultima assemblea dei soci del Banco, 25 aprile 2009
sumo e mutui, cresciuti del 60% dopo il più 38% del 2009». Gli impieghi? «Crescono di un altro 1,8% dopo che nel 2009 li abbiamo aumentati del 6,1% con una spinta maggiore (più 8%) verso famiglie e "piccoli", il 93% della clientela. Nel large corporate operiamo con attenzione in modo selettivo. Non chiudiamo i rubinetti: è modesta la domanda di credito». Sofferenze? «Le rettifiche su crediti registrano un calo: sono del 25% minori rispetto al budget. Ma è troppo poco e presto per parlare di ripresa». Confermerete il dividendo per l'esercizio 2010? «Credo che l’anno si chiuderà leggermente meglio del 2009. Il dividendo è un segno di normalità: i soci ci hanno consentito i risultati raggiunti, è giusto ricompensarli». Dopo i Tremonti bond siete soddisfatti dei ratio? «Il core tier 1 è al 6,2%, il tier1 al 7,7%. Con il soft mandatory il core tier 1 passa a 7,30. Non è male, ma in vista di Basilea 3 dovremo rafforzarci ancora. Con qualche mirata dismissione non strettamente core».
Caripe, Popolari di Crema e Cremona, Efibanca? «Su Caripe un serio dialogo è in corso. Per le altre vedremo, solo se sarà proprio necessario. Efibanca? Se non riusciamo a spuntare il "nostro" prezzo, la rilanceremo». Pensate a un riassetto? «La territorialità è il nostro punto forte. Ci ha permesso soddisfazioni nel difficile 2009. In caso di modifiche, saranno marginali». Alcuni banchieri hanno alzato paletti verso la politica. «Mai stati influenzati dalla politica. Continueremo così, a fare il nostro mestiere con professionalità. Rispettosi della politica, ma il credito si fa valutando solo il merito». Bankitalia chiede una riforma delle Popolari, cosa ne dice? «Il tema riguarda più il presidente del consiglio di sorveglianza Fratta Pasini, presidente anche di Assopopolari, che ringrazio per il sostegno in quest’anno di lavoro duro ma proficuo. Solo una considerazione sui tetti al possesso, oggi allo 0,5%: lasciando invariato il voto capitario si potrebbero alzare».
Sergio Bocconi © RIPRODUZIONE RISERVATA
Immatricolazioni Marzo in recupero, il mercato sale del 20%
Ultimo effetto incentivi Per Fiat più 14% nelle vendite
Il Lingotto al 31,3% La Panda e la Punto restano i modelli più richiesti in Italia, per il Lingotto quota al 31,3%
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più vendute (Punto e Panda) e chiudere tuttavia l’ultimo mese con una performance inferiore al mercato: +14,8%, con la quota che scende dal 32,58% al 31,27%. E il peggio deve ancora venire. «Il 2010 sarà molto complicato», ha ripetuto Sergio Marchionne all’ultima assemblea, e i prevedibili nuovi ricorsi alla cassa integrazione sono una delle preannunciate, inevitabili strade di gestione dell’«anno più difficile». A Torino, però, tutto quello che dovevano dire sulle conseguenze della fine incentivi l’hanno detto, lo considerano un capitolo chiuso. A fare i conti degli effetti sono allora le case estere: 800 mila ordini in meno rispetto al 2009 significano tra l’altro, sottolinea l’Unrae, 10 miliardi di calo del fatturato, 2 miliardi in meno di Iva per lo Stato e, sul fronte occupazione, la possibile perdita di 15 mila posti di lavoro nelle reti commerciali e di assistenza.
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to attenuato, sì, dalle «code» di inizio 2010. Ma resterà un conto pesante. Il Centro Studi Promotor non vede per le immatricolazioni un traguardo oltre gli 1,750 milioni (da 2,160). Un livello mai più toccato da un’altra epoca nera per l’auto italiana, il 1993-1996, e di fronte alla quale oggi sono soprattutto gli stranieri a lanciare l’allarme. Non che in Fiat non siano preoccupati. Gli incentivi avevano premiato i motori ecologici e le piccole cilindrate e dunque, così come il Lingotto aveva approfittato più di altri del boom, ora più di altri ne pagherà probabilmente l’impatto. Lo si nota già dai dati di marzo, che vedono il gruppo mantenere la classifica trimestrale delle auto
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MILANO — Ultimo mese utile per consegnare le auto ordinate a fine 2009. Ultimo boom da effetto incentivi. Chiude ancora con un bilancio ricco, il mercato delle quattro ruote: marzo va in archivio con un aumento del 19,6% su un anno fa. Ma è un dato fuorviante, ripetono le case italiane e straniere, la vera fotografia del settore edizione 2010 potrà essere scattata solo da adesso in poi. Ed è una foto a tinte fosche. I primi flash parlano di un calo degli ordini del 35% solo a marzo e del 30% nel trimestre. Con proiezioni che non migliorano da qui a fine anno. Anzi: sia l’Anfia che l’Unrae — le associazioni che riuniscono i costruttori nazionali e quelli esteri — non prevedono di superare gli 1,5 milioni di contratti. Oltre 800 mila in meno sui livelli del 2009. Conterà poco, a quel punto, il contributo record del primo trimestre. La disintossicazione dagli aiuti che hanno tenuto in piedi il mercato nell’anno della Grande Crisi presenterà un con-
Raffaella Polato © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
Avviso al pubblico CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA ORDINARIA E STRAORDINARIA
statuto. Per quanto riguarda le situazioni di ineleggibilità ed i limiti al cumulo degli incarichi di amministrazione e controllo che possono essere ricoperti da parte dei componenti il Collegio Sindacale, trovano applicazione le disposizioni di legge e di regolamento vigenti. Le liste dei candidati alla carica di Sindaco potranno essere presentate dagli azionisti che, da soli o insieme ad altri azionisti, rappresentino almeno l’1% delle azioni aventi diritto di voto nell’Assemblea. La presentazione, il deposito e la pubblicazione delle liste dovranno avvenire secondo le modalità e nei termini previsti dallo statuto. Quest’ultimo richiede che il deposito e la pubblicazione delle liste debbano essere effettuati almeno dieci giorni prima di quello fissato per l’Assemblea in prima convocazione, quindi entro il 17 aprile 2010; si ricorda tuttavia che il Codice di Autodisciplina delle società quotate raccomanda che le liste vengano depositate almeno quindici giorni prima della data prevista per l’Assemblea, quindi entro il 12 aprile 2010. Si evidenzia inoltre che lo stesso Codice di Autodisciplina delle società quotate prevede che, unitamente alle liste, venga depositata presso la sede sociale un’esauriente informativa sulle caratteristiche personali e professionali dei candidati, richiamata anche dall’art. 144-octies della Deliberazione Consob 14 maggio 1999, n. 11971 e destinata a formare oggetto di tempestiva pubblicazione sul sito internet ENEL unitamente alle liste. Tenuto conto del fatto che, ai sensi dell’art. 2400, ultimo comma, cod. civ., al momento della nomina e prima dell’accettazione dell’incarico dovranno essere resi noti all’Assemblea gli incarichi di amministrazione e controllo ricoperti dai Sindaci presso altre società, si invita a volere fornire in tal senso apposita dichiarazione nell’ambito dell’informativa sulle caratteristiche personali e professionali dei candidati, con raccomandazione di curarne l’aggiornamento fino al giorno di effettivo svolgimento della riunione assembleare. Si ricorda infine che, ai sensi di legge e di statuto, la presidenza del Collegio Sindacale spetta al Sindaco effettivo tratto dalle liste di minoranza. Per agevolare la verifica della propria legittimazione all’intervento in Assemblea, gli azionisti e gli altri titolari di diritto di voto possono far pervenire la documentazione comprovante tale legittimazione alla Segreteria Societaria dell’ENEL S.p.a. per posta (ENEL S.p.a. – Segreteria Societaria – Viale Regina Margherita n. 137 – 00198 Roma), anche in copia o via fax al n. 06/83055028, almeno due giorni prima della data fissata per l’Assemblea in prima convocazione. Per agevolare la verifica dei poteri rappresentativi loro spettanti, coloro che intendano intervenire in Assemblea in rappresentanza legale o volontaria di azionisti e di altri titolari di diritto di voto possono far pervenire la documentazione comprovante i loro poteri alla Segreteria Societaria dell’ENEL S.p.a. secondo le modalità e nei termini di cui al periodo precedente. Si fa presente che gli uffici preposti alla identificazione personale ed alla verifica della legittimazione all’intervento in Assemblea saranno a disposizione sin dalle ore 13:00 del 27 aprile 2010 (per la prima convocazione sia di parte ordinaria che straordinaria), del 28 aprile 2010 (per la seconda convocazione di parte straordinaria) e del 29 aprile 2010 (per la seconda convocazione di parte ordinaria e la terza convocazione di parte straordinaria). Si invitano gli azionisti e gli altri titolari di diritto di voto ad esibire a tali uffici la copia della comunicazione effettuata alla Società che l’intermediario autorizzato, ai sensi della normativa vigente, è tenuto a mettere a loro disposizione. Un servizio di assistenza assembleare è a disposizione per eventuali ulteriori informazioni ai seguenti numeri: telefono n. 06/88345112 - fax n. 06/88345203.
L’Assemblea degli azionisti è convocata in sede ordinaria i giorni 27 aprile e 29 aprile 2010, rispettivamente in prima ed in seconda convocazione, alle ore 15:00 in Roma, presso il Centro Congressi Enel in Viale Regina Margherita n. 125, ed in sede straordinaria i giorni 27 aprile, 28 aprile e 29 aprile 2010, rispettivamente in prima, seconda e terza convocazione, stessi ora e luogo, per discutere e deliberare sul seguente ORDINE DEL GIORNO Parte ordinaria: 1. Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2009. Relazioni del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale e della Società di revisione. Deliberazioni relative. Presentazione del bilancio consolidato al 31 dicembre 2009. 2. Destinazione dell’utile di esercizio. 3. Nomina del Collegio Sindacale. 4. Determinazione della retribuzione dei membri effettivi del Collegio Sindacale. 5. Adeguamento del regolamento assembleare alle disposizioni del Decreto Legislativo 27 gennaio 2010, n. 27. Modificazione degli articoli 1.2, 2.1, 2.2, 2.3, 3.2, 3.4, 3.5, 4.2, 4.8, 6.4, 6.6 ed abrogazione dell’articolo 4.9 del regolamento assembleare. Parte straordinaria: 1. Adeguamento dello statuto alle disposizioni del Decreto Legislativo 27 gennaio 2010, n. 27. Modificazione degli articoli 9.2, 13.2, 14.3 ed introduzione dell’articolo 31.1 dello statuto. Hanno diritto di intervenire all’Assemblea gli azionisti e gli altri titolari di diritto di voto per i quali sia pervenuta alla Società tempestiva comunicazione effettuata da un intermediario autorizzato ai sensi della normativa vigente. Si segnala al riguardo che l’art. 10.1 dello statuto prevede che possa intervenire all’Assemblea solamente chi abbia depositato le azioni almeno due giorni prima della data fissata per la singola riunione e non le abbia ritirate prima che l’Assemblea abbia avuto luogo. Gli azionisti e gli altri titolari di diritto di voto possono farsi rappresentare in Assemblea ai sensi di legge mediante delega scritta, utilizzando a tal fine il modulo di delega riportato in calce alla copia della comunicazione effettuata alla Società che l’intermediario autorizzato, ai sensi della normativa vigente, è tenuto a mettere a loro disposizione. Il capitale sociale è suddiviso in n. 9.403.357.795 azioni ordinarie del valore nominale di 1 euro ciascuna, nominative, ognuna delle quali dà diritto ad un voto sia nelle assemblee ordinarie che in quelle straordinarie. I fascicoli contenenti il progetto di bilancio di esercizio ed il bilancio consolidato al 31 dicembre 2009, unitamente alle rispettive relazioni del Consiglio di Amministrazione, saranno depositati a disposizione del pubblico presso la sede sociale e presso la sede della Borsa Italiana S.p.a. entro il 12 aprile 2010. Parimenti, le relazioni illustrative degli Amministratori sugli argomenti posti all’ordine del giorno, previste dalla normativa vigente, verranno messe a disposizione del pubblico presso la sede sociale e presso la sede della Borsa Italiana S.p.a. entro il 12 aprile 2010; gli azionisti hanno facoltà di ottenerne copia. Per quanto riguarda la nomina del Collegio Sindacale, si ricorda che ai sensi di legge e di statuto i Sindaci effettivi e i Sindaci supplenti sono nominati dall’Assemblea sulla base di liste presentate dagli azionisti, nelle quali i candidati devono essere elencati mediante un numero progressivo. Ai sensi di statuto le liste dei candidati alla carica di Sindaco dovranno essere articolate in due sezioni, una per i candidati alla carica di Sindaco effettivo e l’altra per i candidati alla carica di Sindaco supplente. Il primo dei candidati di ciascuna sezione dovrà risultare iscritto nel registro dei revisori contabili ed avere esercitato l’attività di controllo legale dei conti per un periodo non inferiore a tre anni. I candidati alla carica di Sindaco dovranno essere in possesso dei requisiti di onorabilità e professionalità previsti, relativamente ai sindaci delle società con azioni quotate, dal Decreto del Ministro della giustizia n. 162 del 30 marzo 2000, quali integrati dalle disposizioni dell’art. 25.1 dello
CASSA DEPOSITI e PRESTITI spa BUONI FRUTTIFERI POSTALI (BFP) E LIBRETTI DI RISPARMIO EMISSIONE APRILE 2010: SERIE M46 - I51 - 16M - D04 - B66 - P31
I BFP sono garantiti dallo Stato italiano, esenti da spese e commissioni, disponibili presso tutti gli uffici postali. Sono rimborsabili in anticipo con restituzione del capitale investito e, al termine del periodo di infruttiferità, anche degli interessi maturati e degli eventuali premi. BFP DEDICATO AI MINORI - SERIE M46
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Esemplificazione del tasso di rendimento effettivo a scadenza al variare dell’inflazione Tasso di inflazione medio (%)
0,05 0,05 0,05 0,05 0,05 0,05 0,05 0,05 0,05 0,05
0* 1,00 2,00 3,00 4,00
Tasso di rendimento effettivo a scadenza
lordo (%) netto (%) 0,05 1,05 2,05 3,05 4,05
0,04 0,92 1,81 2,71 3,62
BFP INDICIZZATO A SCADENZA - SERIE 16M Premio massimo: 16% del capitale investito
premio legato allʼandamento dellʼIndice azionario Dow Jones EURO STOXX 50 durata massima: 5 anni dalla data di sottoscrizione rendimento minimo annuo lordo a scadenza: 0,05% Tassi nominali annui lordi (%)
ISMEA
1
Roma, Via Nomentana n.183
AVVISO BANDO DI GARA
4
5
0,05
0,05 0,05
0,05
0,05
minore o uguale;
VI
*
Esemplificazione per il calcolo del premio a scadenza Variazione Premio a scadenza dell’Indice sul valore nominale di riferimento (%) del buono (%) 0* 8 16 *
VI
2 3
maggiore o uguale
0 8 16
Tasso nominale lordo su base annua (%)
1 2 3
durata massima: 10 anni dalla data di sottoscrizione capitale rivalutato sulla base dell’Indice nazionale dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (ISTAT FOI) Tassi reali annui lordi (%)
durata massima: 18 mesi dalla data di sottoscrizione Semestre
0,45 0,65 1,00
BFP ORDINARIO VENTENNALE - SERIE B66
BFP INDICIZZATO ALL’INFLAZIONE ITALIANA - SERIE I51
Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare L’Ismea indice una gara a procedura ristretta comunitaria ai sensi dell’art. 55 del D.Lgs. 163/2006 e s.m.i. per l’affidamento del servizio di organizzazione seminari OIGA su tutto il territorio nazionale” – cig n. 0397834EFC. Importo a base d’asta Euro 150.000,00, oltre IVA. Il testo integrale del bando di gara, in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea ed il disciplinare di gara sono reperibili c/o ISMEA (U.R.P. tel. 0685568319/260), Via Nomentana, 183 – 00161 Roma o sul sito www.ismea.it nella sezione dedicata ai bandi di gara. La scadenza del termine per la ricezione delle domande di partecipazione, formulate come indicato nel bando e nel disciplinare di gara, è fissata per il giorno 17/05/2010, ore 12.00. IL DIRETTORE GENERALE Ezio Castiglione
BFP A 18 MESI - SERIE D04
intestabile solo ai minori da 0 a 16 anni e mezzo scade al compimento del 18° anno di età offre un capitale rivalutato in funzione dellʼetà del minore al momento della sottoscrizione
1 2 3 4 5
durata massima: 20 anni dalla data di sottoscrizione Tassi nominali annui lordi (%) 6 1,30 11 2,35 7 1,30 12 2,35 8 1,45 13 2,35 9 1,45 14 2,35 10 1,65 15 3,00
0,55 0,60 0,80 0,95 1,10
“BFP Premia ” - SERIE P31
16 17 18 19 20
3,00 3,00 4,00 4,00 4,00
durata massima: 7 anni dalla data di sottoscrizione premi al compimento del 2°, 3°, 4°, 5°, 6° e 7° anno, in funzione dell'andamento dell'Indice azionario Dow Jones EURO STOXX 50
Scadenze premi anno periodo compiuto 2° 3° 4° 5° 6° 7°
aprile 2012 aprile 2013 aprile 2014 aprile 2015 aprile 2016 aprile 2017
Premio eventuale % 6,00 3,50 4,00 4,50 5,00 5,50
Variazione dellʼIndice % 20 * 10 10 10 10 10
IV IV IV IV IV IV
VI
Via U. Foscolo, 5 - 20121 Milano tel. 02/89459.478 telefax 02/88453334 www.milanoexpo-2015.com ESTRATTO DI BANDO DI GARA. P.R. N. 02/2010 Expo 2015 S.p.A. indice Procedura Ristretta n. 02/2010, con termini d’urgenza per l’affidamento del servizio di eProcurement in Expo 2015 SpA. Importo a base di Gara: €. 700.000,00 IVA esclusa, con opzione per l’affidamento di servizi analoghi per un ulteriore periodo di 24 mesi per un importo di €. 300.000,00 IVA esclusa. Periodo: 36 mesi decorrenti dalla data di sottoscrizione del contratto. Documenti di gara disponibili sul sito www.expo2015.org. Termine ricezione domande di partecipazione: 16/04/2010 ore 12,00. Il Bando è stato inviato alla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea in data 29/03/2010. Il Direttore Acquisti - ing. Angelo Paris
Enel S.p.a. - Sede in Roma Viale Regina Margherita, n. 137 Capitale sociale €9.403.357.795 (al 9.7.2009) interamente versato Codice Fiscale e Registro delle Imprese di Roma n. 00811720580 R.E.A. di Roma n. 756032 - Partita I.V.A. n. 00934061003
IV
AMMINISTRAZIONEAGGIUDICATRICE: TRENTINO SVILUPPO S.p.A. VIAF. ZENI, 8 ROVERETO 38068 - Telefono: +390464443111 - info@trentinosviluppo.it - (URL): www.trentinosviluppo.it TIPO DI AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE società per azioni/ immobiliare - finanziaria Luogo principale di consegna: Mezzocorona (TN) Codice NUTS ITD20 DESCRIZIONE DELL’APPALTO: L’appalto ha per oggetto la fornitura e posa in opera di un impianto per la disidratazione dei fanghi biologici per mezzo di decanter, presso l’impianto di depurazione di Mezzocorona in Provincia di Trento, di proprietà di Trentino Sviluppo S.p.A. e gestito dal Consorzio Lavoro Ambiente soc. coop. CODICE CIG: 0456309E15 – CPV Oggetto principale 45252200 QUANTITATIVO O ENTITÀ DELL’APPALTO: Valore stimato a base d’asta, IVA esclusa: 251.000,00 EURO Termine per il ricevimento delle offerte: 28/05/2010 ore 12:30 DATA DI SPEDIZIONE ALLA GUUE: 22 marzo 2010 Il Bando integrale e tutta la documentazione di gara è disponibile sul sito www.trentinosviluppo.it nella sezione “Bandi e Appalti”. Rovereto, 2 aprile 2010 TRENTINO SVILUPPO S.p.A. Il Consigliere Delegato Dr. Diego Laner
ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLA LOMBARDIA E DELL’EMILIA-ROMAGNA “BRUNO UBERTINI”BRESCIA SI RENDE NOTO CHE IN ESECUZIONE DELLA DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE N. 100 IN DATA 12 MARZO 2010 VENGONO BANDITI I SEGUENTI CONCORSI: A) AVVISO DI CONCORSO PUBBLICO PER TITOLI ED ESAMI PER LA COPERTURA DI N. 1 POSTO A TEMPO INDETERMINATO - TEMPO PIENO - DI OPERATORE TECNICO SPECIALIZZATO CAT. Bs (MAGAZZINIERE) - DA ASSEGNARE ALLA SEDE DI BRESCIA - UNITA’ OPERATIVA PROVVEDITORATO ECONOMATO E VENDITE; B) AVVISO DI CONCORSO PUBBLICO PER TITOLI ED ESAMI PER LA COPERTURA DI N. 1 POSTO A TEMPO INDETERMINATO TEMPO PIENO - DI COLLABORATORE AMMINISTRATIVO PROFESSIONALE CATEGORIA D DA ASSEGNARE ALLA SEDE DI BRESCIA - UNITA’ OPERATIVA PROGETTI DI RICERCA; C) AVVISO DI CONCORSO PUBBLICO PER TITOLI ED ESAMI PER LA COPERTURA DI N. 1 POSTO A TEMPO INDETERMINATO TEMPO PIENO - DI ASSISTENTE AMMINISTRATIVO CATEGORIA C - DA ASSEGNARE ALLA SEZIONE DI PARMA. Le domande dovranno pervenire a: Direttore Generale Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, Via A. Bianchi 9, 25124 Brescia. La domanda e i documenti richiesti dovranno pervenire, a pena di esclusione dal concorso, entro Il 26 APRILE 2010. La data di presentazione delle domande di ammissione e dei documenti è stabilita dal timbro a data apposto dal Protocollo Generale dell’Istituto, presso la sede di Brescia o dalle postazioni decentrate presso le sezioni, al momento della consegna eccezione fatta per le domande e i documenti spediti a mezzo del servizio postale per i quali farà fede il timbro a data dell’Ufficio postale accettante. Le domande recapitate a mano dovranno essere consegnate esclusivamente all’Ufficio Protocollo che effettua il seguente orario: 9.00/12.30 e 13.30/15.30. dal lunedì al venerdì. Si precisa che non verranno prese in considerazione istanze trasmesse in via telematica. Per ritiro bandi, rivolgersi alla Segreteria dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Via Bianchi 9, Brescia o presso le Sezioni Provinciali dell’Istituto. I bandi integrali vengono pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia e sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia Romagna e sono inoltre disponibili sul SITO INTERNET: www.izsler.it. Per ulteriori informazioni rivolgersi all’U.O. Gestione del Personale dell’Istituto Telefono 030/2290568 - 030/2290346 dalle ore 10.00 alle ore 12.30 dei giorni lavorativi. Brescia, 29 marzo 2010 IL DIRIGENTE RESPONSABILE Elisabetta Poviani
L’avviso di convocazione dell’Assemblea ordinaria e straordinaria è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Parte II, del 27 marzo 2010, n. 37, con successivo errata corrige pubblicato sulla medesima Gazzetta Ufficiale, parte II, del 30 marzo 2010, n. 38.
IV
ESTRATTO BANDO DI GARA FORNITURA DI UN DECANTER PER LA DISIDRATAZIONE DI FANGHI BIOLOGICI DERIVANTI DA PROCESSI DI DEPURAZIONE DELLE ACQUE
Il Presidente del Consiglio di Amministrazione Dott. Piero Gnudi
Tasso effettivo di rendimento lordo min % max % 0,05 0,05 0,05 0,05 0,05 0,05
LIBRETTI DI RISPARMIO Tassi di rendimento lordi (%) dal 1° febbraio 2010 Libretti Nominativi
Ordinari Giallo Ordinari Oro **
0,50 1,00
Ordinari
0,50
Giudiziari
0,50
Io cresco Io conosco Io capisco
Minori
3,00 3,12 3,26 3,41 3,56 3,69
1,15 1,15 1,15
Libretti al Portatore
** Ai risparmiatori che nel corso del 2009 hanno incrementato la giacenza media sul Libretto di oltre il 35% rispetto allʼanno precedente, è assegnata la classe di rendimento “Oro”, che prevede una maggiorazione dello 0,50% rispetto alla classe di rendimento “Giallo”.
- Gazzetta Ufficiale n° 75 del 31/03/10 -
Con lʼemissione dei BFP di aprile 2010 non sono più sottoscrivibili i BFP delle serie M45 - I50 - 16L - D03 - B65 - P30
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Economia 39
Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
Mercati Segnali di ripresa manifatturiera anche in Gran Bretagna. Marcegaglia: ancora rischi sul credito
Riassetti
Milano sale dell’1,4%. Listini europei verso i massimi dal crac Lehman
Malacalza tratta per entrare nella Gpi di Tronchetti
Le fabbriche spingono le Borse Net-a-porter
Il lusso di Richemont tutto online (a.jac.) Richemont scommette sulla rete. Il colosso svizzero del lusso (con marchi come Cartier, Iwc, Van Cleef & Arpels) intende acquisire il portale britannico di vendita online Net-a-porter, di cui possiede già un terzo delle azioni. Stando all’offerta d’acquisto, Net-a-porter ha un valore di 350 milioni di sterline e offre sul sito collezioni di oltre 300 stilisti. D’accordo il vertice della società inglese, Natalie Massenet, che ha fondato il portale e continuerà a gestirlo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
MILANO — Dall’Asia agli Stati Uniti, fino all’Europa l’industria manifatturiera accelera il passo e trascina le borse mondiali a livelli che non si vedevano da prima del crac di Lehman Brothers. Nella mattinata di ieri Jp Morgan ha reso noto che il suo «global index», messo a punto insieme alle organizzazioni internazionali dei direttori acquisti delle grandi imprese, è salito in marzo a 56,7 punti, contro i 55,4 di febbraio, ben oltre quella soglia dei 50 punti che sancisce la linea di demarcazione fra crescita economica e recessione. Un balzo analogo, dai 57,7 punti di febbraio ai 58,8 di marzo, lo ha messo a segno l’indice sulla produzione industriale. Si tratta, per entrambi gli indicatori dell’incremento più ampio dal maggio 2004. Gli effetti si sono visti subito sulle piazze azionarie di tutto il mondo, alimentate anche dal rialzi dei prezzi delle mate-
Concorrenza
«Wsj» taglia i prezzi a New York Per la sua edizione newyorkese il Wall Street Journal taglia i prezzi dei nuovi abbonamenti nella battaglia per competere con il concorrente New York Times rie prime. In Asia, la Borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo dell’1,40% e quella di Hong Kong dell’1,39%. Guadagni analoghi anche per i listini europei: più 1,57% a Milano, 1,52% a Parigi, 1,15% a Londra, 1,33% a Francoforte. Sugli stessi ritmi sembrava destinata a procedere anche Wall Street, che
però ha rallentato nelle ultime due ore, terminando con l’indice Dow Jones a più 0,65%. A confermare la forte ripresa mondiale dell’attività manifatturiera sono stati ieri un po’ tutti gli indicatori nazionali. In Cina, l’indice dei direttori degli acquisti è salito dai 52 punti di febbraio ai 55,1 di
marzo e in India la produzione industriale ha collezionato il dodicesimo rialzo mensile consecutivo. Ma, soprattutto, a dare fiato all’ottimismo globale sono arrivati i dati di marzo dell’Institute for Supply Management americano, che dai 56,5 punti di febbraio s’è portato a 59,6 punti il mese scorso. E segnali altrettanto positivi per gli Usa sono giunti sul fronte dell’occupazione e dei nuovi ordinativi dell’industria. «Si tratta di incrementi che fanno pensare che il prodotto interno lordo stia crescendo di oltre il 5% su base annuale», osserva Paul Ashworth, economista della società Capital Economics. Lo stesso vale per l’Europa. In Francia e Germania l’attività manifatturiera è quasi ai livelli di 4 anni fa. E in Gran Bretagna la produzione industriale in marzo è cresciuta al ritmo più elevato dal 1994.
MILANO — La famiglia Malacalza si avvicina al cuore della galassia Pirelli. Dopo l’ingresso in Camfin, avvenuto l’anno scorso, gli imprenditori genovesi sono pronti a fare il bis entrando in Gpi, la holding a monte della filiera di controllo dalla Bicocca di cui Marco Tronchetti Provera ha il 50,3%. I negoziati sono molto avanzati e l’accordo potrebbe essere questione di poche settimane. Le «distanze sono minime», spiega una fonte vicina al negoziato per il quale è possibile che si arrivi a un accordo entro pochi giorni. O meglio, entro pochi giorni si dovrebbe capire se la cosa andrà avanti. Per i Malacalza si tratterebbe indubbiamente di un bel colLa cassaforte po, con cui rafforzerebbero la presa sul gruppo controllato La famiglia da Marco Tronchetti Provera, genovese pronta diventando i principali partner a crescere anche strategici. La decisione di salire in Camfin in Gpi, oltre ad essere una logica conseguenza dell’ingresso con il 3,5% in Camfin, sarebbe maturata anche in seguito ai progetti messi in cantiere da Tronchetti per riorganizzare il gruppo scorporando Pirelli Re. L’ingresso di Malacalza porterebbe anche capitali freschi in Gpi, aumentando così il margine di sicurezza della cassaforte. L’operazione prevederebbe infatti un aumento di capitale e il contestuale acquisto di azioni Camfin in pancia a Gpi, con l’aggiunta di un pacchetto di azioni della cassaforte che verrebbe ceduto da Carlo Puri Negri.
Giancarlo Radice
Federico De Rosa © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il decreto Arriva l’alt della Fieg
Editoria, coro di no all’abolizione delle tariffe agevolate ROMA — L’hanno già classificato come «un bruttissimo pesce d’aprile all’editoria». Il decreto che sospende le tariffe postali agevolate per quotidiani, periodici e pubblicazioni varie in abbonamento, in vigore di colpo da ieri, sta suscitando proteste accorate nell’intero settore. Il presidente della Fieg,
200 milioni di euro, le perdite annue stimate per il settore editoriale, con il decreto che sospende le tariffe postali agevolate per le testate in abbonamento
Carlo Malinconico, che ha lanciato l’allarme, ha ottenuto un incontro urgente con il vice ministro delle Comunicazioni, Paolo Romani. Da cui è uscita una possibile soluzione: liberare risorse previste per altri capitoli di spesa nel bilancio della presidenza del Consiglio. La tariffa base di spedizione
è di 28 centesimi a copia, 15 a carico delle case editrici, il resto rimborsato dallo Stato. Con il taglio del principale aiuto indiretto, il settore perderebbe intorno ai 200 milioni di euro all’anno. Una mazzata sia per i grandi gruppi editoriali che per la piccola e media editoria. Alessio Butti e Maurizio Gasparri (Pdl) sono pronti «ad interventi parlamentari per ristabilire il giusto e corretto contributo economico». Per Paolo Gentiloni (Pd) «il governo non può togliere dalla sera alla mattina un’agevolazione su cui contano circa 8 mila testate». La Federazione nazionale della Stampa accusa: «Lo Stato strangolatore è davvero troppo». «Siamo allibiti e indignati», dichiara Marco Polillo dell’Associazione italiana editori. «Questa misura colpisce duramente ogni nostra raccolta fondi», denunciano 23 associazioni non profit tra cui Medici senza Frontiere, ActionAid, Greenpeace, Unicef.
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L’assemblea Il pressing sui dividendi
E Bondi non rispose alle richieste dei fondi MILANO — Più che uno scontro è stato un muro di gomma quello che hanno trovato ieri i fondi azionisti all’assemblea della Parmalat. Quando l’avvocato Dario Trevisan ha preso la parola per chiedere se è normale, nel quadro delle regole di governance europee, che i soci non abbiano poteri decisionali sui dividendi, non ha ricevuto risposta. O meglio, il presidente Apicella ha risposto ma solo per dire che l’argomento non era all’ordine del giorno. Sicché l’atteso annoso scontro sul divi-
dendo tra hedge fund e l’amministratore delegato Enrico Bondi anche se si è palesato non è stato consumato. Comunque, secondo alcune stime dello stesso Trevisan, il fronte della rottura sul tema dei dividendi — lo statuto prevede che il 50% degli utili vengano distribuiti, ma non un euro di più — conterebbe il 16% del capitale. Da registrare un minimo di scopertura da parte di Bondi sul fronte delle acquisizioni, annunciate più volte e attese dal mercato: «In corso ci sono diversi dossier e siamo confidenti che qualcosa possa arrivare». Mai, fino ad ora, il manager si era spinto a tanto.
Massimo Sideri © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
Acquisti Information & Communication Technology
TRIBUNALE DI PARMA FALLIMENTO JAM SESSION HOLDING S.R.L. IN LIQUIDAZIONE N. 22/08 AVVISO DI VENDITA IMMOBILIARE CON INCANTO ESTRATTO DELLE PRECISAZIONI ALL’ORDINANZA DI VENDITA IN DATA 28 GENNAIO 2010
AVVISO DI GARA PROCEDURA APERTA Si rende noto che in data 31/03/2010 ai sensi del D.L.vo n. 163/06 è stato pubblicato sulla 5^ Serie Speciale della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 37, trasmesso alla GUCE il 24 marzo 2010, il bando di gara relativo all’Appalto ai sensi D.lgs n° 163/2006 e s.m.i. - Fornitura del servizio di manutenzione degli Apparati di Sicurezza di Rete di Poste Italiane. Importo complessivo massimo a base di gara IVA esclusa € 1.800.000,00 al netto di eventuali opzioni e/o rinnovi. I costi della sicurezza per il presente appalto sono pari a Euro 36.000,00. Codice CIG n. 0451048893. La gara sarà espletata con il supporto di strumenti elettronici ai sensi degli artt. 74 e 77 del D.Lgs.163/06 mediante procedura telematica. Le Imprese interessate dovranno preventivamente e obbligatoriamente registrarsi al portale www.posteprocurement.it entro il giorno 5 maggio 2010 ore 13:00 e secondo le modalità indicate nel CSO. Le Imprese interessate possono presentare domanda di partecipazione/offerta, entro le ore 13 del 12 maggio 2010 secondo le modalità indicate nel Capitolato Speciale d’Oneri che potrà essere scaricato, congiuntamente al bando di gara, entro le ore 13 del 5 maggio 2010 dai seguenti siti Internet: www.poste.it e www.posteprocurement.it. Il bando integrale è visibile sul sito Internet: www.poste.it. IL RESPONSABILE ACQUISTI Dott. Manlio Caporali
Il Giudice delegato, vista l’ordinanza in data 28 gennaio 2010
***
DISPONE le seguenti precisazioni 1) in ordine alle condizioni di vendita del lotto immobiliare n. 1), si stabilisce, a precisazione dell’ordinanza predetta, che al punto 3) delle condizioni di vendita dei singoli lotti, devono intendersi elise le seguenti parole “con indicazione del prezzo offerto (superiore a quello “base” almeno dell’offerta minima in aumento)”; 2) in ordine alle condizioni di vendita dei lotti immobiliari dal n. 2) al n. 10) inclusi, si stabilisce, a precisazione dell’ordinanza predetta, che al punto 4) delle condizioni di vendita dei singoli lotti, devono intendersi elise le seguenti parole “con indicazione del prezzo offerto (superiore a quello “base” almeno dell’offerta minima in aumento)”; 3) in ordine alle questioni attinenti al Condominio in cui è posto il bene immobile di cui al lotto 3), si dispone, a integrazione dell’ordinanza in data 28 gennaio 2010, di allegare al fascicolo della vendita la documentazione allegata alla suestesa istanza nonché la Relazione del Geom. Luca Pianforini in data 29 marzo 2010. *** Maggiori informazioni sul sito internet www.fallimentojamsession.it o presso la Cancelleria Fallimentare del Tribunale di Parma. Parma, 30 marzo 2010 Il Cancelliere - Dott. Ferdinando Vicariotto
PROCEDURA COMPETITIVA (DENOMINATA “OMEGA”) PER L’ACQUISTO, AI SENSI DELL’ART. 90, COMMA 2, DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 385/93, DI UN INSIEME DI ATTIVITA’, NONCHE’ DELLE PASSIVITA’ CONNESSE CON LE POSIZIONI ATTIVE CEDUTE DELLA SICILCASSA S.p.A. in l.c.a.: PREMESSO CHE
Consip S.p.A. a socio unico
TRIBUNALE CIVILE E PENALE DI VOGHERA
Via Isonzo, n. 19/E 00198 Roma Avviso di rettifica Bando di gara Su istanza delle imprese potenzialmente interessate alla partecipazione alla gara, a rettifica del Bando di gara pubblicato sulla GUUE n. S-33 del 17/02/2010 e sulla GURI n. 19 del 17/02/2010, relativo alla procedura aperta per la stipula di una Convenzione, ai sensi dell’art. 26 Legge n. 488/99 e s.m.i., dell’art. 58 Legge n. 388/2000, del D.M. 24.02.2000 e del D.M. 2.05.2001, per l’affidamento dei servizi di telefonia mobile in favore delle Pubbliche Amministrazioni, ed in conseguenza, a modifica di quanto disposto negli atti di gara in tema di termine ultimo di ricezione delle offerte, si apportano le seguenti modifiche al predetto Bando di gara: III.1.1) Cauzioni e garanzie richieste: cauzione provvisoria valida per tutto il periodo di vincolatività dell’offerta, e, pertanto, con validità fino al 17 ottobre 2010. IV.3.3) Condizioni per ottenere il capitolato d’oneri e la Documentazione complementare: fino al 20 aprile 2010, ore 12:00. IV.3.4) Termine per il ricevimento delle offerte o delle domande di partecipazione: entro e non oltre il termine perentorio delle ore 12:00 del 20 aprile 2010. IV.3.7) Periodo minimo durante il quale l’offerente è vincolato dalla propria offerta: Fino al 17 ottobre 2010. IV.3.8) Modalità di apertura delle offerte: 20 aprile 2010, alle ore 15:00 presso l’indirizzo: Consip S.p.A. Via Isonzo, 19/E - 00198 Roma, nel rispetto della procedura indicata nel Disciplinare di gara. Tali modifiche devono essere considerate apportate anche nei relativi punti del Disciplinare di gara e dei suoi allegati. Quanto altro stabilito nel Disciplinare di gara e nel Bando di gara resta fermo ed invariato. Il presente avviso di rettifica è stato inviato all’ufficio delle pubblicazioni G.U.U.E. in data 31/03/2010. Dott. Danilo Oreste Broggi L’Amministratore Delegato
Sezione Fallimentare Fallimento n. 10/2009: M.M.P. S.r.l. Con sede legale in Godiasco fraz. Salice Terme, viale Diviani 27, insegna Ristorante Ca’ Vegia GIUDICE DELEGATO: Dott. Fabrizio Poppi CURATORE: Rag. Stefano Berti AVVISO DI VENDITA CON GARA INFORMALE SENZA INCANTO Il Giudice Delegato, Dott. Fabrizio Poppi, ha disposto la vendita con gara informale senza incanto del complesso aziendale denominato Ristorante Ca’ Vegia (ristorante/bar) sito in Godiasco fraz. Salice Terme, viale Diviani 27. La vendita avrà luogo avanti al Giudice Delegato presso il Tribunale di Voghera, il giorno 05 Maggio 2010 alle ore 12.00. L’esercizio è tuttora in attività a seguito contratto di affitto azienda scadente il giorno 02/05/2010. Il complesso aziendale è composto oltre che dalle licenze ed autorizzazioni amministrative anche da mobili, arredi, attrezzature e merci. PREZZO BASE OFFERTE D’ACQUISTO EURO 106.000,00 (centoseimila/00) OLTRE AD EURO 35.000,00 (trentacinquemila/00) circa per le merci in fase di quantificazione. L’importo definitivo delle merci, vini e liquori, verrà comunicato con precisione il giorno stesso dell’asta. I beni e le attrezzature facenti parte del complesso aziendale sono venduti nello stato e nel luogo in cui si trovano, gli offerenti potranno prenderne visione rivolgendosi al curatore. Tutte le spese, imposte e tasse inerenti e conseguenti alla vendita sono poste totalmente a carico dell’acquirente. E’ stato predisposto regolamento di gara per la vendita dell’azienda. Maggiori informazioni presso il curatore rag. Stefano Berti, Piazza Cornaggia 52, Rivanazzano Terme PV; tel. 0383/91265 - 41366.
TRIBUNALE CIVILE DI MONZA
ARSENALE DI VENEZIA s.p.a.
Dichiarazione di morte presunta In esito al giudizio n. 670/08 R.V., il Tribunale di Monza ha dichiarato, con sentenza depositata e pubblicata il 11 marzo 2010, N. 6/10, la morte presunta alla data del 3 febbraio 1996, di Cazzaniga Paolo Antonio, nato a Milano l’11 gennaio 1954, ordinandone la pubblicazione per estratto. Avv. Adriana Benini
Esito di gara d’appalto Si comunica che in data 19.03.2010 è stato aggiudicato l’appalto per Lavori di Recupero della Tesa 105 all’Arsenale di Venezia con procedura aperta, al prezzo più basso. E’ risultato aggiudicatario il RTI costituito da Ing. Pio Guaraldo SpA e MAEG Costruzioni SpA. Il presidente della Società: arch. Roberto D’Agostino.
SETTORE URBANISTICA E TRASPORTI Via Mario Greppi, 7 - 28100 NOVARA AVVISO DI GARE Si rende noto che saranno esperite procedure ristrette per i servizi sottoelencati: ID.N.016/2010 - AFFIDAMENTO DEI SERVIZI DI TRASPORTO PUBBLICO LOCALE DI PERSONE NELL’AMBITO DELLO SPECCHIO ACQUEO DEL LAGO D’ORTA CUP: D79E10000020002. - Importo a base di gara: Euro 1.052.150,50, IVA esente. ID.N.017/2010 - AFFIDAMENTO DEI SERVIZI DI TRASPORTO PUBBLICO LOCALE EXTRAURBANO DEL BACINO DELLA PROVINCIA DI NOVARA - CUP: D99E10000020002. - Importo a base di gara: Euro 35.998.343,82, oltre IVA. Le domande relative alla richiesta di partecipazione alla gara dovranno pervenire entro le ore 12 del giorno 15/04/2010. Responsabile del Procedimento: Dott. Arch. Iorio Luigi. I servizi sono finanziati con contributo della Regione Piemonte. Il bando integrale, cui si fa rinvio per quanto riguarda i requisiti e le modalità, è pubblicato agli Albi Pretori dei Comuni di Novara, Pella e Orta San Giulio (per ID.N.016/2010) - dei Comuni di Novara, Arona, Borgomanero, Oleggio, Romagnano Sesia (per ID.N.017/2010) e della Provincia, nonché sui siti Internet: www.provincia.novara.it e della Regione Piemonte: www.regione.piemonte.it/oopp/osservatorio.
- la Sicilcassa S.p.a. in l.c.a. (d’ora in poi Sicilcassa) l’11 gennaio 2010 ha pubblicato avviso per la presentazione di offerte per la cessione di un insieme di posizioni attive di cui è in atto titolare, costituite da contenzioso, crediti “non performing” e “performing” e da alcune partecipazioni sociali, nonché delle posizioni passive connesse alle posizioni attive oggetto di cessione; - la Sicilcassa ha deciso di avvalersi per la presente procedura competitiva di una Data Room in formato digitale, in ordine alla quale la gestione degli accessi avverrà presso la propria sede operativa in Roma, Via Cavour, 71; - la Sicilcassa ha fissato la chiusura della data room al 15 aprile 2010; Tutto ciò premesso, i sottoscritti Commissari Liquidatori della Sicilcassa
INFORMAZIONE DIRETTA AI POSSESSORI ED AGLI UTILIZZATORI DI LAMPADINE
SYLVANIA 15W MINI-LYNX FAST START 10.000 H (10 ANNI)
Un esiguo numero di lampadine a risparmio energetico 15 W Mini-Lynx Fast Start 10.000 h (10 anni), può subire fenomeni di surriscaldamento in presenza di certe condizioni di utilizzo. Sono state individuate le cause del potenziale problema e la produzione è stata immediatamente modificata di conseguenza. Chiediamo agli acquirenti delle suddette lampadine, in uso o in magazzino, di contattarci al fine di consentirci di provvedere alla sostituzione delle stesse senza alcun costo. Le lampadine con altro wattaggio non sono interessate dalla presente campagna. Si prega di chiamare il numero 02 24125857 dalle 10.00 alle 16.00, durante la settimana, esclusi giorni festivi. Havells Sylvania si scusa per l‘inconveniente e ringrazia per la collaborazione.
Per ulteriori informazioni consultare: www.havells-sylvania.com
INFORMANO tutti i soggetti interessati a partecipare alla Procedura competitiva di vendita “Omega”, che, ferme le condizioni e la procedura illustrata in dettaglio nell’INVITO AD OFFRIRE pubblicato in versione integrale sulle pagine del sito www.sicilia-web.com/sicilcassa appositamente dedicate alla presente Procedura, e raggiungibili liberamente senza restrizioni di accesso, la chiusura della data room è prorogata dal 15 aprile 2010 al 19 maggio 2010. Roma, 2 aprile 2010 I Commissari Liquidatori Dott. Salvatore Furnari Prof. Avv. Mario Libertini COMUNE DI SALERNO
Novara, lì 22/03/2010
Ai sensi del D.Lgs. 163/2006 si rende noto: - che è stata espletata la gara relativa all’affidamento dei lavori del “Programma di edilizia pubblica sostitutiva” in località S. Eustachio e Rufoli di Ogliara - intervento “B” - Rufoli di Ogliara. Importo appalto complessivo di € 6.567.839,45. di cui 4.831.244,39 per lavori di costruzione alloggi, € 1.736.595,06 per lavori relativi ad opere di urbanizzazione; - che l’affidamento dei lavori di cui trattasi è avvenuto mediante gara, con procedura aperta con aggiudica da effettuarsi con il criterio dell’offerta più vantaggiosa ai sensi dell’art. 83 del D. Lgs 163/06, applicando i seguenti criteri di valutazione dell’offerta; - che sono pervenute n. 5 offerte; - che sono state ammesse n. 3 offerte; - che aggiudicataria della gara è risultata l’impresa A.T.I. SCERMINO ANTONIO - SCERMINO COSTRUZIONI s.r.l. con sede in SALERNO 84125 - alla Via Largo Plebiscito n. 6, C.F. SCRNTN39A17H703Y e P.IVA n. 00273890657, con il ribasso offerto del 15,000% con il punteggio totale conseguito di 89,268, sull’importo a base di gara e quindi per l’importo di € 4.244.305,33 oltre IVA. Il Dirigente del Servizio Appalti Contratti e Ass.ni avv. Aniello Di Mauro
IL Dirigente del Settore Urbanistica e Trasporti - Dott. Arch. Luigi Iorio
COMUNE DI SALERNO ATAC SpA Via Ostiense, 131/L - 00154 Roma P.IVA 06341981006 - www.atac.roma.it AVVISI DI GARA ESPERITA n. 12/2010 n. 13/2010; n. 14/2010; n. 15/2010 Si informa che sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee (G.U.C.E.), sul Foglio Inserzioni della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (G.U.R.I.) n. 38 del 02.04.2010 V^ serie speciale, nell’Albo Pretorio del Comune di Roma dal 02.04.2010 al 26.04.2010, nel sito internet www.atac.roma.it sono pubblicati gli avvisi di gara esperita recante i risultati delle procedure negoziate senza pubblicazione del bando per l’assegnazione dei contratti-quadro di fornitura triennale 2010-2012 di ricambi metroferroviari alle ditte esclusiviste: a) VAPOR EUROPE srl, per l’importo complessivo di euro 2.490.000,oo oltre IVA. b) ATS srl, per l’importo complessivo di euro 9.000.000,oo oltre IVA. c) SPITEK srl, per l’importo complessivo di euro 1.800.000,oo oltre IVA. d) BRIGHEL srl, per l’importo complessivo di euro 480.000,oo oltre IVA. L’Amministratore Delegato - Dott. Adalberto Bertucci
Ai sensi del D.Lgs. 163/2006 e s.m.i. si rende noto: che è stata espletata la gara relativa all’affidamento dei lavori di realizzazione dei nuovi uffici giudiziari - Cittadella Giudiziaria. Importo a base d’asta di € 23.479.923,51 oltre IVA (compresi € 498.509,56 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso di gara); che l’affidamento dei lavori di cui trattasi avvenisse mediante il ricorso alla procedura aperta, con il criterio dell’offerta più vantaggiosa ex art. 83 D.Lgs.163/06 e s.m.i.; che sono pervenute n. 17 offerte; che aggiudicataria della gara è risultata l’A.T.I. Consorzio Stabile Soledil s.r.l. - Sieme “Società Idro - Elettro - Meccanica Edile” con sede alla via Dei Mille, 13 - 80100 Napoli (NA) - C.F. e Partita. IVA n. 0611642121, per il ribasso offerto del 27,150% sull’importo a base di gara, quindi per € 17.240.469,62 oltre IVA (compresi € 498.509,56 per oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso di gara). Il Dirigente del Servizio Appalti e Contratti avv. Aniello Di Mauro
INFRASTRUTTURE LOMBARDE S.P.A. Infrastrutture Lombarde S.p.A., Via N. Copernico n. 38 - 20125 Milano, in qualità di amministrazione aggiudicatrice, ha indetto una Procedura Aperta per l’affidamento dell’appalto avente ad oggetto la fornitura e la posa in opera di segnaletica di orientamento e di sicurezza dell’altra sede di Regione Lombardia (“Palazzo Lombardia”), sita in Milano, via Melchiorre Gioia 35” così come meglio descritto nella documentazione posta a base di gara. Importo complessivo dell’appalto: 1.663.992,28 EUR IVA esclusa (comprensivo di fornitura e oneri della sicurezza), di cui 1.654.972 EUR IVA esclusa soggetti a ribasso per la fornitura e posa in opera della segnaletica e 9.020,28 EUR non soggetti a ribasso per costi relativi alla sicurezza. Il corrispettivo è fissato a corpo. Criterio di aggiudicazione: Prezzo più basso. Le domande di partecipazione dovranno pervenire presso Infrastrutture Lombarde S.p.A. entro le ore 12:00 del 3 Maggio 2010. Il bando integrale è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea - 2010/S 58-086168 del 24 Marzo 2010 ed è scaricabile dal sito www.ilspa.it - Gare in corso. Per informazioni: Ufficio gare tel. 02.6797.1711 fax 02.6797.1787 e-mail: ufficiogare@ilspa.it. Il Responsabile Unico del Procedimento ing. Alberto Porro
SELEZIONE PUBBLICA, PER TITOLI ED ESAMI, PER LA COPERTURA DI COMPLESSIVI N. 50 POSTI, A TEMPO INDETERMINATO, DEL PROFILO PROFESSIONALE DI ISTRUTTORE DEI SERVIZI EDUCATIVI - CATEGORIA C - POSIZIONE ECONOMICA 1. I requisiti richiesti per la partecipazione sono indicati nel bando di selezione disponibile presso il Settore Programmazione e Gestione Risorse Umane Via Bergognone, 30 - Milano e sul sito: www.comune.milano.it. Per ulteriori informazioni - INFOLINE 020202. Il termine per la presentazione delle domande scade il 26 aprile 2010. IL DIRETTORE DEL SETTORE PROGRAMMAZIONE E GESTIONE RISORSE UMANE D.ssa Beatrice Arcari
INFRASTRUTTURE LOMBARDE S.P.A. Infrastrutture Lombarde S.p.A., Via N. Copernico n. 38 - 20125 Milano, in qualità di amministrazione aggiudicatrice, ha indetto una Procedura aperta per il servizio di movimentazione di beni mobili ubicati presso gli immobili regionali siti in Milano, via F. Filzi n. 22, via Taramelli - Pola - Rossellini, via Pola n. 9/11, via Sassetti n. 32, via Restelli n. 1, via Cardano n. 10, e destinati presso l’edificio denominato “Palazzo Lombardia” sito in Milano, via Melchiorre Gioia n. 35, comprensivo del trasferimento e stoccaggio temporaneo di arredi e materiale vario in apposito magazzino messo a disposizione dall’aggiudicataria ovvero del conferimento a pubblica discarica di quanto oggetto di dismissione. Importo complessivo dell’appalto (comprensivo di importo servizi e oneri per la sicurezza): 908.458,00 EUR (IVA esclusa), così ripartito: A1) 738.458,00 EUR (IVA esclusa) per l’espletamento del servizio di movimentazione, comprensivo del trasferimento e stoccaggio temporaneo di arredi e materiale vario in apposito magazzino messo a disposizione dell’aggiudicataria ovvero del conferimento a pubblica discarica di quanto oggetto di dismissione (di cui 720.000,00 EUR soggetti a ribasso e 18.458,00 EUR per oneri per la sicurezza, non soggetti a ribasso); A2) 170.000,00 EUR (IVA esclusa) quale soglia massima per il servizio di movimentazione a richiesta così come meglio descritto nel capitolato tecnico. Il corrispettivo è fissato a corpo. Criterio di aggiudicazione: Prezzo più basso. Le domande di partecipazione dovranno pervenire presso Infrastrutture Lombarde S.p.A. entro le ore 12:00 del 29 Aprile 2010. Il bando integrale è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea - 2010/S 58-086400 del 24 Marzo 2010 ed è scaricabile dal sito www.ilspa.it - Gare in corso. Per informazioni: Ufficio gare tel. 02.6797.1711 fax 02.6797.1787 e-mail: ufficiogare@ilspa.it. Il Responsabile Unico del Procedimento ing. Alberto Porro
FONDAZIONE I.R.C.C.S. OSPEDALE MAGGIORE POLICLINICO, MANGIAGALLI E REGINA ELENA Via F. Sforza, 28 - 20122 Milano tel. 02/5503.8265 - fax 02/5830.6067 Responsabile del procedimento: Dirigente Responsabile U.O. Approvvigionamenti E’ indetta procedura aperta, da esperirsi ai sensi dell’art. 55 del D.L.vo n. 163/2006 (aggiudicazione a favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi degli artt. 83 e 81, comma 3), e degli artt. 86, 87 e 88 del medesimo D.L.vo per la fornitura in “service” di un sistema diagnostico multifunzionale automatico per l’esecuzione di determinazioni immunoistochimiche di preparati citoistologici, occorrenti alla FONDAZIONE IRCCS CA’ GRANDA OSPEDALE MAGGIORE POLICLINICO (capofila), ALL’AZIENDA OSPEDALIERA SAN PAOLO ED ALL’ISTITUTO ORTOPEDICO GAETANO PINI, per trentasei mesi (Determina a contrattare n. 684 del 24/3/2010). La spesa complessiva presunta annua è di € 300.000,00.= I.V.A. esclusa. Il bando di gara è stato inviato alla GUCE in data 31/03/2010. La documentazione di gara (bando integrale, capitolato speciale e disciplinare di gara) può essere ritirata presso l’U.O. Approvvigionamenti dal lunedì al venerdì, dalle ore 9,30 alle ore 12,00 o scaricata dal sito www.policlinico.mi.it nella sezione “Gare e concorsi” - “Bandi/Esiti di gara”. Non è previsto l’invio del bando a mezzo fax. IL DIRETTORE GENERALE - Dr. Giuseppe Di Benedetto IL DIRETTORE AMMINISTRATIVO - Dr. Roberto Midolo
CASSA CONGUAGLIO PER IL SETTORE ELETTRICO Via Cesare Beccaria n. 94, 00196 - Roma
Selezione per il finanziamento di attività di formazione e aggiornamento finalizzate all’attuazione di protocolli d’intesa in materia di procedure conciliative tra imprese e clienti finali dei servizi elettrico e gas per il biennio 2010-2011 “Bando PCS1” e Avviso di erogazione contributo dei costi sostenuti dai conciliatori “Progetto PCS2” - delibera Autorità per l’energia elettrica e il gas GOP 13/10
La Cassa conguaglio per il settore elettrico - CCSE - indice una selezione per il finanziamento di attività di formazione e aggiornamento in materia di procedure conciliative tra imprese e consumatori del mercato energetico “PCS1”. La CCSE procede, inoltre, alla pubblicazione di un avviso pubblico per l’erogazione di contributi ai costi sostenuti dai conciliatori “PCS2”. Il bando e l’avviso sono destinati alle Associazioni dei consumatori iscritte al CNCU. Le domande di partecipazione alla selezione PCS1 dovranno pervenire entro e non oltre le ore 12.00 del 31 maggio 2010 presso la sede della CCSE. Il bando di selezione e l’avviso, sono consultabili, con i documenti allegati, sul sito internet della Cassa conguaglio per il settore elettrico: www.ccse.cc.
DISPOSITIVO DELL’ORDINANZA N. 550/09 DEL 28/7/2009 DEL TRIBUNALE DI MILANO DEPOSITATA IN CANCELLERIA IL 1/8/2009 Visti gli artt. 44 T.U. sull’immigrazione (D.L.vo 286/1998), 4 D.L.vo 215 del 2003, 669 octies e 91 c.p.c. - in accoglimento del ricorso proposto dalle associazioni AVVOCATI PER NIENTE ONLUS e NAGA-ASSOCIAZIONE VOLONTARIA DI ASSISTENZA SOCIO SANITARIA E PER I DIRITTI DEGLI STRANIERI E NOMADI-ONLUS nei confronti della PROVINCIA DI SONDRIO, accertata la condotta discriminatoria tenuta dall’ente territoriale convenuto in occasione del “Bando di concorso per il conferimento di alloggi a Milano per studenti universitari della Provincia di Sondrio” approvato con deliberazione del 25/6/2008, ordina alla Provincia di Sondrio di cessare il comportamento discriminatorio nei confronti degli studenti universitari stranieri, di rimuovere con gli strumenti che riterrà più opportuni gli effetti di tale condotta e di astenersi per il futuro dall’inserire il requisito della cittadinanza fra quelli previsti per l’assegnazione degli alloggi agli studenti universitari provenienti dalla Provincia di Sondrio e che frequentano l’università a Milano; - ordina la pubblicazione del dispositivo del presente provvedimento per una sola volta sul quotidiano “Il Corriere della Sera” a spese dell’ente territoriale convenuto; - condanna la Provincia di Sondrio in persona del presidente pro-tempore a rifondere alle associazioni ricorrenti le spese del presente procedimento, liquidate in complessivi euro 3.000,00, di cui euro 200,00 per esborsi, euro 1.000,00 per diritti ed euro 1.800,00 per onorario, oltre al rimborso di spese generali, I.V.A. e C.P.A. sulle componenti imponibili come per legge.
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Economia 41
Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
La revisione degli studi di settore
Un bonus per le imprese che non hanno licenziato
AI professionisti uno sconto per i ritardati pagamenti
Tra i correttivi anticrisi che verranno inseriti negli studi di settore è previsto un bonus che tiene conto delle rigidità della struttura dei costi delle imprese. Premierà quindi chi, nonostante la crisi, ha deciso di non licenziare manodopera
Correttivi per tenere conto delle scorte invendute
Per tenere conto degli squilibri tra le variabili contabili e i ricavi effettivi, i correttivi anticrisi per gli studi di settore terranno conto dei ritardati pagamenti, ovvero delle dilazioni operate dai clienti dei liberi professionisti
Oltre al correttivo di settore ne è previsto uno di «normalità economica» che inciderà in modo particolare sulla durata delle scorte e la rotazione di magazzino, tenendo conto di merci e prodotti invenduti a seguito della contrazione delle vendite
La riforma I decreti attuativi del federalismo. Le imposte saranno stabilite per finalità, arrivano i costi standard
Meno deficit, nuovo Fisco nel Dpef
A marzo fabbisogno a 27 miliardi. Verso la separazione tra tasse e assistenza ROMA - Marzo non è stato un mese positivo, ma nonostante questo i conti pubblici italiani restano in linea con l’obiettivo di una riduzione del deficit pubblico. A marzo, secondo i dati comunicati ieri dal Tesoro, il fabbisogno del settore statale è risultato pari, in via provvisoria, a circa 18,1 miliardi di euro, superiore di circa 3,5 miliardi rispetto a quello registrato nel mese di marzo del 2009, pari a 14,6 miliardi di euro. La crescita del deficit di marzo, secondo il Tesoro, è dovuta unicamente «ai maggiori prelievi delle amministrazioni locali dai conti di tesoreria e ai maggiori interessi sui titoli del debito pubblico», mentre sull’altro fronte il gettito tributario e contributivo ha manifestato «una sostanziale tenuta». Malgrado il peggioramento di marzo, il disavanzo pubblico dei primi tre mesi dell’anno si mantiene su un livello decisamente più basso rispetto al primo trimestre dell’anno scorso. Tra gennaio e marzo il fabbisogno accumulato dal settore statale è ammontato a 26,9 miliardi di euro, 3,2 miliardi in meno rispetto allo stesso periodo del 2009. Un buon margine, dunque, nella prospettiva di una riduzione del deficit pubblico dal 5,3% con cui si è chiuso il 2009, al 5% fissato come obiettivo di quest’anno. Un livello che permetterebbe la riduzione del disavanzo strutturale (il deficit depurato dalle una tantum
La riforma Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti. Verso un Fisco più federale
e dalla componente dovuta all’andamento della congiuntura) di mezzo punto (dal 3,6% del 2009 al 3,1%) come il governo ha promesso alla Ue e ribadito appena pochi giorni fa al Fondo Monetario Internazionale. Il percorso di rientro dei conti pubblici non dovrebbe, allo stato, subire modifiche. Il governo fornirà il quadro aggiornato della situazione entro il mese di aprile con la Relazione Unificata sull’economica e la finanza pubblica. Dopodiché, a luglio, si comincerà a mettere a punto la Decisione di Finanza Pubblica (la Dfp, da concordare con le regioni ed approvare a metà ottobre) che sostituirà il Documento di Programmazione economica e sul quale si costruiranno entro dicembre la Legge di stabilità triennale (l’ex Finanziaria e la Legge di bilancio). Proprio nella Dfp di luglio dovrebbe cominciare a delinearsi il profilo della futura riforma fiscale nei programmi del governo. Una riforma che troverà attuazione in tempi non brevi, si parla della fine della legislatura, e che si intreccia con il federalismo fiscale che sta procedendo speditamente su un binario parallelo. Anzi, sarà il federalismo a dare la prima spallata verso la semplificazione del sistema fiscale, uno degli obiettivi della riforma. Ci sarà un accorpamento dei tributi, ma soprattutto le tasse saranno collegate a pre-
18,1 Miliardi di euro: il fabbisogno pubblico registrato nel mese di marzo, di 3,5 miliardi sopra al marzo 2009
cise funzioni di spesa affidate a regioni ed enti locali. Nello stesso tempo si metterà mano alla razionalizzazione con la ritrasformazione delle attuali detrazioni fiscali (che si sottraggono all’imposta lorda) in deduzioni (che si scomputano dal reddito imponibile). L’altro passaggio sarà l’affidamento all’Inps dell’assistenza svolta oggi impropriamente dal fisco (ad esempio
con le attuali detrazioni per figli e familiari a carico, disabili, asili nido, badanti, spese sanitarie). E solo a quel punto, ed in funzione di quanto non sarà già stato affidato all’autonomia impositiva degli enti locali, si aprirà il dibattito sul numero e il livello delle aliquote delle imposte sui redditi.
Mario Sensini © RIPRODUZIONE RISERVATA
Processo tributario
Liti fiscali, l’Agenzia taglia i tempi MILANO — Si abbreviano i tempi del processo tributario. L’Agenzia delle Entrate ha reso noto ieri alcune modifiche per l’impugnazione della decisione del giudice nell’ipotesi in cui non sia stata notificata. Per i giudizi instaurati in primo grado dopo la
data di entrata in vigore della legge 69 del 2009, in vigore dal 4 luglio dello scorso anno, si riduce da un anno a sei mesi il termine per contestare la sentenza mediante appello, ricorso in Cassazione o revocazione ordinaria. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Panorama
Retribuzioni ferme a febbraio, nell’anno aumenti del 2,1% Le retribuzioni contrattuali orarie a febbraio hanno registrato una variazione nulla rispetto al mese precedente e un incremento del 2,1% su febbraio 2009. È quanto rileva l’Istat, ricordando che anche il dato relativo a gennaio ha presentato un incremento congiunturale dello 0,4% e tendenziale del 2,4%. Gli incrementi più elevati nei servizi di comunicazione (4,4%), tessili e abbigliamento (3,9%), acqua e smaltimento rifiuti (3,8%), autonomie locali (3,6%). Il 40% di Alicos ceduto ad Almaviva: il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi (nella foto), ha ceduto il 40% delle azioni del servizio di call center, alla società Almaviva The Italian Innovation Company. Assoreti, boom del risparmio gestito in Italia nel 2010: in gennaio secondo i dati di Assoreti la raccolta è stata di 1.079 milioni di euro (+649% sul gennaio 2009 che fu comunque particolarmente difficile) e in febbraio si è arrivati a 1.755 milioni di raccolta (+183%). L’assemblea di Assoreti ha rinnovato le cariche associative per il biennio 2010-2012, confermando alla presidenza Antonio Spallanzani. La Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì cede a Intesa Sanpaolo un altro 8% di Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna (Cariromagna) pari a 17.154.277 azioni ordinarie a 2,96 euro per azione. A oggi il capitale sociale di Cariromagna è detenuto al 68,43% da Intesa Sanpaolo, al 18,74% dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e all’11,52% da circa 10 mila altri azionisti.
Lavoro Il governo prepara le modifiche. In commissione l’8 aprile
L’arbitrato? Non si sceglierà al momento dell’assunzione ROMA — Il governo punta a chiedere rapidamente e senza nuovi incidenti la partita sull’introduzione dell’arbitrato nelle controversie di lavoro. L’iter parlamentare del disegno di legge sul lavoro, che il presidente della Repubblica ha rinviato al Parlamento, riprenderà già giovedì prossimo. Per l’8 aprile è infatti convocato l’ufficio di presidenza della commissione Lavoro della Camera che stabilirà il calendario per l’esame del testo e il relatore, che potrebbe essere lo stesso presidente della commissione, Silvano Moffa (Pdl). Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, spera di ottenere il via libera alla legge nel giro di un paio di mesi, comunque prima dell’estate. L’intenzione è quella di accogliere i rilievi di Giorgio Napolitano. La questione è stata toccata ieri anche nell’incontro che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha avuto con lo stesso Napolitano al Quirinale. Il governo ha apprezzato che il capo dello Stato non abbia bocciato l’arbitra-
to in sé, ma chiesto invece delle correzioni per evitare rischi di incostituzionalità. Di alcune modifiche si faranno carico maggioranza e governo. La più importante riguarderà la clausola compromissoria, quella secondo la quale il datore di lavoro e il lavoratore possono, al momento dell’assunzione, decidere di far dirimere a un arbitro scelto dalle parti, e non più al giudice del lavoro, eventuali controversie che dovessero sorgere. Napolitano ha bocciato questa possibilità perché al momento dell’assunzione il lavoratore sarebbe ricattabile e quindi la sua scelta di rinunciare al giudice non sarebbe pienamente volontaria come richiede la Costituzione. Altro punto da correggere il riferi-
Il Quirinale Dopo i rilievi del Quirinale Verso l’abolizione della clausola compromissoria
mento al giudizio «secondo equità» da parte dell’arbitro. Verrà esplicitato che nell’arbitrato si dovrà comunque tener conto dei principi generali del diritto del lavoro. Attraverso queste correzioni la legge dovrebbe precludere la possibilità che attraverso l’arbitro si possa aggirare l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, quello che tutela dai licenziamenti senza giusta causa. Di altre modifiche si faranno carico Camera e Senato perché riguardano norme introdotte in Parlamento, come quelle che escludono in personale del Naviglio di Stato esposto all’amianto dalla disciplina sugli infortuni, anche questa bocciata dal Quirinale e che potrebbe essere soppressa. La Cgil, che fin dall’inizio si era opposta alla legge ritenendola incostituzionale, chiede intanto di essere ascoltata dalla commissione Lavoro e annuncia che preparerà un vademecum per i lavoratori contro le nuove norme.
Enrico Marro © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
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AZ FUND MANAGEMENT SA www.albertinisyz.it Tel 02 30306.1 Albertini Syz Multistrategy Albertini Syz Long Short Equity Albertini Syz Innovation
26/02 EUR 631412,521 629933,486 26/02 EUR 605869,028 608558,664 26/02 EUR 644347,653 641293,234
www.gestiellehedge.it G. Hedge Credit Fund G. Hedge High Volatility G. Hedge Long Short World G. Hedge Low Volatility G. Hedge Multi- Strategy G. Hedge Opportunity G. Hedge Concentr Low 1 G. Hedge Concentr Medium 1
Amundi Absolute Amundi Azioni QEuro Amundi Breve Termine Amundi Corporate 3 anni Amundi Corporate Giugno 2012 Amundi Dynamic Allocation Amundi EONIA Amundi Equipe 1 Amundi Equipe 2 Amundi Equipe 3 Amundi Equipe 4 Amundi Eureka China Double Win Amundi Eureka Double Call Amundi Eureka Double Win Amundi Eureka Double Win 2013 Amundi Eureka Dragon Amundi Eureka Ripresa 2014 Amundi Europe Equity Amundi For. E. Eq. Op. 2013 Amundi For. E. Eq. Op. Due 2013 Amundi For. Em.MktEq.R.2014 Amundi For. Gar. Hi. Div. 2014 Amundi Form Gar.E.Mk.Eq.R 2013 Amundi Form Gar.Eq.R.DUE 2013 Amundi Form Gar.Eq.Recall 2013 Amundi Form Gar.Mer.Emergenti Amundi Form Garantita 2012 Amundi Form Garantita 2013 Amundi Form Garantita Due 2013 Amundi Form Priv.Div.Opportunity Amundi Global Emerging Equity Amundi Global Equity Amundi Liquidità Amundi Obbligazionario Euro Amundi Pacific Equity Amundi Più Amundi Premium Power Amundi Private Alfa 2007 Amundi QBalanced Amundi QReturn Amundi USA Equity Unibanca Plus
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AZ F. Active Selection AZ F. Alpha Man. Credit AZ F. Alpha Man. H.Vol AZ F. Alpha Man. Them. AZ F. American Trend AZ F. Asset Plus AZ F. Asset Power AZ F. Bond Trend AZ F. Bot Plus AZ F. Conservative AZ F. Emer. Mkt Asia AZ F. Emer. Mkt Europe AZ F. Emer. Mkt Lat. Am. AZ F. European Dynamic AZ F. European Trend AZ F. Formula 1 Alpha Plus AZ F. Formula 1 Alpha Plus Euro AZ F. Formula 1 Absolute AZ F. Formula 1 Alpha Plus 20 AZ F. Formula 1 Conserv. AZ F. Formula 1 Dynamic Trading AZ F. Income AZ F. US Income AZ F. Italian Trend AZ F. Opportunities AZ F. Pacific Trend AZ F. Qbond AZ F. QProtection AZ F. Qtrend AZ F. Reserve Short Term AZ F. Solidity AZ F. Strategic Trend AZ F. Trend
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EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR
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Num tel: 178 311 01 00 www.compamfund.com - info@compamfund.com
Numero Verde 800 255783 info@animasgr.it - www.animasgr.it Anima America Anima Asia Anima Convertibile Anima Emerging Markets Anima Europa Anima Fondattivo Anima Fondimpiego Anima Fondo Trading Anima Liquidità Anima Obbligaz Euro Americhe Corporate Bd Emerging Markets Bd Emerging Markets Eq Euroland Europa Europe Bd Flessibile Fondo Liquidità Iniziativa Europa Internazionale Italia Mix Monetario Obiettivo Rendimento Pacifico Pianeta Premium Risparmio Sforzesco Tesoreria F.per le Imprese Valore Globale Visconteo Capitale Piu' C.Azionario Capitale Piu' C.Bilanc. 15 Capitale Piu' C.Bilanc. 30 Capitale Piu' C.Obbligaz. Managers & Co. Comp.30 Managers & Co. Comp.50 Managers & Co. Comp.70 Managers & Co. Comp.90
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EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR
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DB Platinum IV Balanced Curr Harv. Euro R1C Balanced Curr Harv. Euro R1C A Balanced Curr Harv. Euro R2C Corporate Cash R1C A Croci Alpha Pairs Sect Euro R1C Croci Euro R1C B Croci Japan R1C B Croci US R1C B Dyn. Alt. Port. R2C Dyn. Bd Plus R1C Dyn. Bd Plus R1C A Dyn. Bd Port. R2C Dyn. Bd Stabilität Plus R1C Dyn. Bd Stabilität Plus R1C A Dyn. Cash R1C Dyn. Cash R1C A Dyn. ETF Selector 3 R1C A Dyn. ETF Selector 6 R1C A Dyn. ETF Selector 8 R1C A Eur.Top Stars Fd R1C A Long Short Momen. R1C Long Short Momen. R1C A Long Short Momen. R1D D Sovereign Plus Sovereign Plus R1C
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Quota/pre.
Nome
Data Valuta
Quota/od.
Quota/pre.
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3,590
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Duemme Sicav Asian Equities C Bond Euro Area C Corporate Bond Euro C Dynamic Allocation Equity Opportunity C Euro Equities C Gov Bond Euro Medium Term C Italian Stocks Money Market C Private Equity Strategies C Trading US Equities C Usa Short Term C
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Duemme Sgr BPVI Hedge Strategy CrevalHedge Duemme Hedge Aggressive Duemme Hedge Div.Advanced Duemme Hedge Dynamic Duemme Hedge Gl Equity Duemme Hedge Performance Duemme Hedge Protection Mediolanum Strategy
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Invesco PowerShares EQQQ FTSE RAFI Asia Pacific Ex-Jap FTSE RAFI Emerg. Mkts FTSE RAFI Europe FTSE RAFI Italy 30 FTSE RAFI Switzerland FTSE RAFI US 1000 EuroMTS Cash 3 Months Global Agriculture NASDAQ OMX Global Clean Energy MENA NASDAQ OMX Palisades Global Water
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Tel: 848 58 58 20 Sito web: www.ingdirect.it Dividendo Arancio Convertibile Arancio Euro Arancio Bilancio Arancio Borsa Protetta Agosto Borsa Protetta Maggio Borsa Protetta Novembre Inflazione Più Arancio Mattone Arancio Profilo Dinamico Arancio Profilo Equilibrato Arancio Profilo Moderato Arancio Top Italia Arancio
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KAIROS INTERNATIONAL SICAV KIS - America A KIS - Asia A KIS - Credit A KIS - Credit I KIS - Dynamic A KIS - Dynamic D KIS - Dynamic I KIS - Dynamic X KIS - Fl. Equity A KIS - Fl. Equity D KIS - Fl. Equity I KIS - Fl. Equity X KIS - Income A KIS - Income D KIS - Income I KIS - Income X KIS - Long - Short A KIS - Long - Short D KIS - Long - Short I KIS - Long - Short X KIS - Sm. Cap A KIS - Sm. Cap D KIS - Sm. Cap I KIS - Sm. Cap X KIS - Target 2014 X KIS - Trading A KIS - Trading D KIS - Trading I KIS - Trading X
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www.newmillenniumsicav.com Distributore Principale: Banca Finnat Euramerica - Tel: 06/69933475 NM Euro Bonds Short Term A NM Euro Equities A NM Global Equities A NM Inflation Linked Bond Europe A NM Large Europe Corp A NM Previra World Cons A NM Q7 Active Eq. Int. A NM Q7 Corporate Bond A NM Q7 Globalflex A NM Q7 High Quality Bond A NM Q7 Pan European Eq. A NM Total Return Flexible A
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Numero verde 800 124811 www.nextampartners.com-info@nextampartners.com 39,710 48,230 55,210 46,450 52,210 53,350 51,770 51,040 34,400 54,370 53,120 51,530 51,540
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*I LIVELLI DI PROTEZIONE RELATIVI AI FONDI DEFENSIVE SONO CONSULTABILI SUL SITO INTERNET WWW.SCHRODERS.IT
Tel: 800/614614
Tel: 02 77718.1 www.kairospartners.com
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KAIROS PARTNERS SGR
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AZIMUT SGR - tel.02.88981 www.azimut.it - info@azimut.it
Data Valuta
Invesco Funds Series
Invesco Funds
Azimut Bilanciato Azimut Formula 1 Alp +20 Azimut Formula 1 Conserv Azimut Formula 1 Hi. Risk Azimut Formula 1 Low Risk Azimut Formula 1 Risk Azimut Garanzia Azimut Prev. Com. Crescita
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NEXTAM PARTNERS SICAV AAM Pro Select A AAM Pro Select I Abs Return Strategy A Abs Return Strategy I Income A Income I International Equity A International Equity I Italian Selection A Italian Selection I Fidela A Fidela I Free A Free I Liquidity A Liquidity I Multimanager American Eq.A Multimanager American Eq.I Multimanager Asia Pacific Eq.A Multimanager Asia Pacific Eq.I Multimanager Emerg.Mkts Eq.A Multimanager Emerg.Mkts Eq.I Multimanager European Eq.A Multimanager European Eq.I Strategic A Strategic I
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Tel: 0041916403780 www.pharusfunds.com info@pharusfunds.com PS - Absolute Return PS - Bond Opportunities PS - International Equity PS - Liquidity PS - Market Neutral PS - Market Neutral B PS - Strategic Colibrì PS - Valeur Income PS - Value
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Bim Az. Small Cap Italia Bim Azionario Europa Bim Azionario Globale Bim Azionario Italia Bim Azionario USA Bim Bilanciato Bim Corporate Mix Bim Flessibile Bim Obblig. Breve Term. Bim Obblig. Globale Bim Obbligazionario Euro Sicav Asia Flessibile Sicav Az. Italia Small Cap Sicav Azionario Euro Sicav Azionario Intern. Sicav Azionario Italia Sicav Bil.Equ. Italia Sicav Bond Flessibile Sicav Fortissimo Sicav Italia Flessibile Sicav Monetario Sicav Obblig. Area Europa Sicav Patrimonio Globale Sicav Patrimonio G. Reddito Synergia Azionario Europa Synergia Azionario Globale Synergia Azionario Italia Synergia Az. Small Cap Italia Synergia Azionario USA Synergia Bilanciato 15 Synergia Bilanciato 30 Synergia Bilanciato 50 Synergia Monetaria Synergia Obbl. Corporate Synergia Obbl. Euro B.T. Synergia Obbl. Euro M.T. Synergia Tesoreria Synergia Total Return Symphonia MS Adagio Symphonia MS America Symphonia MS Asia Symphonia MS Europa Symphonia MS Largo Symphonia MS P. Emer. Symphonia MS Vivace
EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR EUR
7,167 9,937 3,990 7,126 6,037 22,430 5,501 3,955 6,541 5,797 6,878 5,941 3,725 5,718 6,464 11,204 5,474 5,132 2,648 5,115 7,432 9,444 5,232 7,109 6,205 6,193 6,110 5,814 6,413 5,299 5,485 5,700 5,025 5,401 5,065 5,180 5,049 5,250 5,861 3,925 5,177 5,413 5,658 12,387 5,147
7,215 9,939 4,003 7,177 6,054 22,477 5,498 3,954 6,540 5,797 6,873 5,945 3,746 5,725 6,483 11,269 5,485 5,127 2,656 5,133 7,433 9,435 5,244 7,110 6,204 6,211 6,148 5,846 6,432 5,299 5,488 5,708 5,025 5,398 5,065 5,176 5,049 5,249 5,863 3,935 5,197 5,416 5,662 12,385 5,154
4,720 5,679 5,135 5,111 5,659 5,662 4,352 5,047 10,141 6,243 4,036 5,909 6,746 7,291 7,803 6,920 4,905 8,586 5,618 6,713 5,308 5,559 5,878 6,071 5,584 5,565 5,440 5,212 4,958 5,136 5,153 5,010 10,537
4,724 5,676 5,131 5,125 5,667 5,674 4,394 5,058 10,211 6,337 4,072 5,917 6,744 7,291 7,796 6,913 4,931 8,592 5,641 6,701 5,330 5,581 5,891 6,074 5,594 5,583 5,464 5,241 4,994 5,135 5,152 5,016 10,534
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Tel. 02 - 430241 www.ubipramerica.it Numero Verde 800-533377 - www.schroders.it Schroder International Selection Fund SICAV Asia Pacific Property Sec. A Asian Bond A Asian Convertible Bd A Asian Convertible Bd A Hd Asian Equity Yield A Asian Smaller Companies A BRIC (BR,RU,IN,CH) A BRIC (BR,RU,IN,CH) A China Opportunities A Em. Eur. Dbt Abs. Ret. A Em. Mkts Dbt Ab.Ret.EUR Hdg A Emerging Asia A Emerging Asia A Emerging Europe A Emerging Markets A Emerging Markets A Emerging Mkts Dbt Abs Ret A EURO Active Value A EURO Bond A EURO Corporate Bond A EURO Dynamic Growth A EURO Equity A EURO Government Bond A EURO Liquidity A EURO Short Term Bond A European Allocation A European Defens 6 Monthly A European Defensive A* European Defensive Monthly A European Dividend Max. A European Dividend Max. A European Equity Alpha A European Equity Yield A European Large Cap A European Smaller Comp A European Special Sit A Glb Emer Mkt Opps A Glb Emer Mkt Opps EUR A Global Bond A Global Convertible Bd A Global Convertible Bd A Hd Global Corp B Eur Hedge A Global Clim.ChgeEq.A hdg Global Clim.ChgeEq.A Global Corporate A Global Credit Duration A Global Div.Maximiser A Global Div.Maximiser A Global Energy A Global Equity A Global Equity Alpha A Global Equity Alpha A Global Equity Yield A Global Equity Yield A Global High Yield A Global HYield EUR Hedge A Global Infl L B USD Hed A Global Infl Linked Bond A Global Prop Securities A Global Prop. Sec. EUR Hdgd A Global Smal Companies A Greater China A Indian Equity A Italian Equity A Japanese Equity A Japanese Equity EUR Hdgd A Japanese Large Cap A Japanese Smal Companies A Latin American Fund A Latin American Fund A Middle East A Pacific Equity A Pacific Equity A QEP Global Quant Act Val A
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105,810 11,700 100,910 101,490 17,050 170,170 145,520 196,460 229,790 17,910 28,290 16,390 22,140 20,800 9,050 12,240 26,240 26,880 15,200 15,980 2,920 19,880 8,560 121,180 6,700 19,070 86,020 9,830 87,690 70,500 57,620 37,260 10,740 141,730 18,300 92,330 13,690 13,110 10,080 100,930 100,090 122,420 8,020 8,430 8,280 108,770 6,770 5,430 34,010 13,820 87,620 118,420 72,270 97,570 28,240 26,870 24,770 24,260 102,330 97,610 107,570 34,880 125,490 22,910 603,570 62,240 819,490 54,790 37,040 50,300 8,140 7,210 9,750 94,480
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UBI Pr. Active Beta UBI Pr. Active Duration UBI Pr. Alpha Equity UBI Pr. Azionario Etico UBI Pr. Azioni Euro UBI Pr. Azioni Europa UBI Pr. Azioni Globali UBI Pr. Azioni Italia UBI Pr. Azioni Mercati Emerg. UBI Pr. Azioni Pacifico UBI Pr. Azioni USA UBI Pr. Bilanc. Euro Rischio Cont. UBI Pr. Euro B.T. UBI Pr. Euro Cash UBI Pr. Euro Corporate UBI Pr. Euro Medio/Lungo Ter. UBI Pr. Obblig. Dollari UBI Pr. Obblig. Glob. Alto Rend. UBI Pr. Obblig. Globali UBI Pr. Obblig. Globali Corp. UBI Pr. Portafoglio Aggressivo UBI Pr. Portafoglio Dinamico UBI Pr. Portafoglio Moderato UBI Pr. Portafoglio Prudente UBI Pr. Privilege 1 UBI Pr. Privilege 2 UBI Pr. Privilege 3 UBI Pr. Privilege 4 UBI Pr. Privilege 5 UBI Pr. Tot. Ret. Mod. A UBI Pr. Tot. Ret. Mod. B UBI Pr. Tot.Ret. Dinamico UBI Pr. Total Return Prudente
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www.vitruviussicav.com Asian Equity B Asian Equity B Capital Opportunities Capital Opportunities Hdg Emerg Mkts Equity Emerg Mkts Equity Hdg European Equity Greater China Equity Greater China Equity Growth Opportunities Growth Opportunities Hdg Italian Equity Japanese Equity Japanese Equity Hdg Reserve Liquidity Swiss Equity Swiss Equity Hdg US Equity US Equity Hdg
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Tel 0332 251411 www.ottoapiu.it 8a+ Eiger 8a+ Gran Paradiso 8a+ Latemar 8a+ Matterhorn 8a+ Monviso
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Legenda: Quota/pre. = Quota precedente;
4,671 4,682 EUR 5,259 5,246 EUR 5,137 5,139 EUR EUR 533469,725 523776,156 5,111 5,115 EUR Quota/od. = Quota odierna
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Economia/Mercati Finanziari 43
Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
Sussurri & Grida
Piazza Affari I PETROLIFERI GUIDANO
StM e la seconda vita dell’impianto di Phoenix
LA CORSA DEI LISTINI l segnale è arrivato da Wall Street, in netta ripresa dopo la diffusione dell'indice Ism manifatturiero, positivo oltre le attese. L’ultima seduta prima del lungo ponte di Pasqua ha infatti cambiato direzione sia a Piazza Affari sia nelle altre Borse europee proprio dopo l’avvio del listino Usa, permettendo per esempio all’indice Ftse Mib di mettere a segno un rimbalzo dell’1,57%. In decisa ripresa quasi tutti i titoli principali, a cominciare da Azimut, che ha reagito con un progresso del 3,47% al calo della vigilia. Ma per almeno altri tre dei valori appartenenti al paniere delle blue chips i rialzi hanno superato i tre punti percentuali. È il caso, nell’ordine, di Lottomatica (+3,4%), Cir (+3,14%), promossa dagli analisti di Kepler) e Saipem (+3,11%). In quest’ultimo caso ha giocato a favore la buona intonazione del comparto petrolifero, che ha coinvolto anche le società della raffinazione, come Saras ed Erg. In controtendenza, invece, Campari (-1,45%), colpita anche ieri dalle vendite di beneficio dopo la diffusione dei dati di bilancio, ma soprattutto Pirelli (-1,98%, maglia nera dell'Ftse Mib). Il titolo della Bicocca, reduce da un lungo periodo di rialzi, ieri ha sofferto per l'aumento dei prezzi delle materie prime.
(m.sid.) Se andate su Google Street, al numero 1000 di East Bell Road, Phoenix, Arizona, troverete una fabbrica che non dovrebbe più esistere. Al suo posto avrebbe dovuto sorgere un mall. Un business plan di StMicroelectronics, in piena crisi, ne aveva già decretato la fine oltre un anno fa. Motivo: il crollo della domanda del settore automotive. Cosa ne ha salvato le sorti? Le proteste delle famiglie dei dipendenti, un cambio di previsioni sull’andamento del mercato? Questioni etiche? No, a far desistere il management del gruppo italo-francese è stato il suo cliente, la Bosch che dopo aver subito la chiusura di Singapore ha posto il suo ultimatum alla girandola delle forniture St. Bosch è un cliente importante. E alla fine i vertici del gruppo hanno deciso a denti stretti di accontentarlo. Ma qui viene il lieto fine che nessuno avrebbe potuto immaginare: nel frattempo la domanda di prodotti St nel settore automotive è ripartita molto sopra le attese. E adesso il gruppo a stento riesce a stare dietro le richieste proprio grazie al numero 1000 di East Bell Road. Anzi: nel sito della fabbrica sono aperte due posizioni, posti di lavoro nuovi laddove doveva esserci un cimitero industriale. Sarebbe facile trarne una morale a uso e consumo dei manager taglia-costi. Ma la verità è che talvolta le fabbriche vanno chiuse. Talvolta no. Anche nell’era di Internet. E nessuno può prevederlo con certezza.
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di GIACOMO FERRARI
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Borsa Italiana Nome Titolo
Tel.
A A.S. Roma .....................(ASR) A2A .......................................(A2A) Acea......................................(ACE) Acegas-Aps...........................(AEG) Acotel Group * ......................(ACO) Acque Potabili .......................(ACP) Acsm ....................................(ACS) Actelios *...............................(ACT) AdF-Aerop.Firenze ..................(AFI) Aedes * ...................................(AE) Aeffe *...................................(AEF) Aicon * ...................................(AIC) Alerion ..................................(ARN) Amplifon...............................(AMP) Ansaldo Sts *.........................(STS) Antichi Pell ..............................(AP) Apulia Pront...........................(APP) Arena ....................................(ARE) Arkimedica ...........................(AKM) Ascopiave *...........................(ASC) Astaldi * ................................(AST) Atlantia ..................................(ATL) Autogrill ................................(AGL) Autostrada To-Mi .....................(AT) Autostrade Mer. ................(AUTME) Azimut..................................(AZM) B B&C Speakers ...............(BEC) Banca Generali .....................(BGN) Banca Ifis *...............................(IF) Banca Italease ........................(BIL) Banca Pop. Emilia R. .............(BPE) Banca Pop. Sondrio.............(BPSO) Banco Popolare .......................(BP) Banco Popolare w10.........(WBP10) Basicnet................................(BAN) Bastogi......................................(B) BB Biotech *............................(BB) Bca Carige ............................(CRG) Bca Carige r........................(CRGR) Bca Finnat * ..........................(BFE) Bca Intermobiliare .................(BIM) Bca Pop.Etruria e Lazio * .......(PEL) Bca Pop.Milano......................(PMI) Bca Pop.Spoleto ....................(SPO) Bca Profilo ............................(PRO) Bco Desio-Brianza ................(BDB) Bco Desio-Brianza rnc ........(BDBR) Bco Santander ....................(SANT) Bco Sardegna rnc ...............(BSRP) Bee Team ..............................(BET) Beghelli ...................................(BE) Benetton Group .....................(BEN) Beni Stabili ...........................(BNS) Best Union Co......................(BEST) Bialetti Industrie *...................(BIA) Biancamano .........................(BCM) Biesse * ................................(BSS) Bioera.....................................(BIE) Boero Bart.............................(BOE) Bolzoni *................................(BLZ) Bon.Ferraresi...........................(BF) Borgosesia..............................(BO) Borgosesia rnc......................(BOR) BPM 09-13 w .................(WPMI13) Brembo * ..............................(BRE) Brioschi..................................(BRI) Bulgari ..................................(BUL) Buongiorno *.........................(BNG) Buzzi Unicem ........................(BZU) Buzzi Unicem rnc ................(BZUR) C Cad It *..........................(CAD) Cairo Comm. *........................(CAI) Caleffi....................................(CLF) Caltagirone ..........................(CALT) Caltagirone Ed.......................(CED) Cam-Fin ...............................(CMF) Camfin 09-11 w ............(WCMF11) Campari ................................(CPR) Cape Live ................................(CL) Carraro ...............................(CARR) Cattolica As.........................(CASS) CDC ......................................(CDC) Cell Therap...........................(CTIC) Cembre * .............................(CMB) Cementir *............................(CEM) Cent. Latte Torino * ................(CLT) Ceram. Ricchetti.....................(RIC) CHL.......................................(CHL) CIA .........................................(CIA) Ciccolella ................................(CC) Cir..........................................(CIR) Class Editori ..........................(CLE) Cobra * .................................(COB) Cofide ...................................(COF) Cogeme Set ..........................(COG) Conafi Prestito' .....................(CNP) Cr Val 2013 CV ................(CVAL13) Cred. Artigiano ......................(CRA) Cred. Bergamasco...................(CB) Cred. Emiliano .........................(CE) Cred. Valtellinese .................(CVAL)
+2,05 +0,72 -0,93 -0,81 +0,22 -0,06 -1,04 -0,27 +0,07 +0,50 +0,62 +3,09 +2,92 +1,05 -0,20 -2,74 -2,10 — -1,78 +0,54 +1,95 +1,50 +2,11 +0,96 +0,21 +3,47 -0,27 +1,57 +2,32 — +1,29 +1,14 +0,68 -1,43 -1,30 — +0,92 -0,87 -1,54 +0,36 +0,38 +2,28 +2,12 +0,53 +2,37 +0,35 -0,37 +2,46 -0,28 +0,11 -0,49 +0,65 +1,46 -0,36 +12,50 -0,62 +1,83 +2,16 — — +1,58 -0,43 -2,51 +0,53 +1,05 +0,36 +2,32 +1,55 +2,95 +2,39 +1,27 +0,43 +1,31 +1,51 +0,93 +0,89 -0,23 -1,45 -3,29 +0,57 +1,07 — +0,73 +0,22 +0,25 +5,00 +14,30 +0,55 +0,17 +7,42 +3,14 +3,42 -0,60 +4,93 -0,56 +0,28 — +1,51 +0,87 +0,59 +0,82
(g.r.) Soltanto 1,4179 franchi svizzeri per comprare un euro. E’ questo il livello raggiunto ieri mattina dalla valuta elvetica, record assoluto da quando esiste la moneta unica europea. Alla base del rialzo il nuovo dato, oltre ogni attesa, dell’indice degli acquisti delle imprese svizzere, che dai 57,4 punti di febbraio è arrivato ai 65,5 punti di marzo. Un balzo come non si vedeva dal novembre del 2006, segno che l’economia d’Oltralpe è in piena ripresa. Ma, così com’era salito in mattinata, altrettanto rapidamente il franco s’è sgonfiato nel pomeriggio, con l’euro tornato a quota 1,4412. Complice anche, secondo indiscrezioni di ambienti finanziari, l’intervento della Banca centrale elvetica per frenare l’apprezzamento della moneta nazionale. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I bilanci delle banche e il doppio valore di Bankitalia
(m.ger.) La Banca d’Italia vale 17 miliardi di euro. No, vale un decimo. Eppure in entrambi i casi le stime sono ufficiali, autorevolissime e, si deve supporre, avallate dalla stessa Bankitalia. Provengono infatti da due grandi
+4,36 -4,77 -0,73 -2,52 -12,01 -11,75 -16,26 -1,43 -5,32 +9,45 -21,09 +5,37 +22,14 +27,25 +13,43 -20,84 -6,48 -8,94 -11,67 +11,08 -6,51 -5,04 +3,49 -0,94 +45,75 -1,87 +9,60 -1,92 -0,21 +4,66 -3,42 +3,30 -1,80 -42,11 +34,52 -7,52 -4,17 +7,17 -2,96 -7,74 +24,77 +0,81 -8,39 -1,67 -11,05 +1,35 -1,33 -15,33 +2,59 -7,19 +2,10 -1,59 +22,27 -4,92 +17,71 -1,96 +11,07 -36,46 — +1,73 -1,92 -14,65 -2,51 -20,59 +10,71 +0,54 +5,02 -6,32 -16,52 -17,22 -7,50 -4,21 +1,89 -10,61 +11,58 -9,90 -20,56 +6,63 +7,29 +14,13 -0,04 +12,14 -47,91 -5,27 -10,51 +14,98 -9,72 -10,57 +0,17 +7,98 -1,50 -11,03 -9,61 +17,98 -25,47 -10,58 — -1,63 +5,65 -6,53 -13,67
0,760 1,247 7,210 3,800 59,020 1,600 0,840 3,405 13,510 0,205 0,402 0,265 0,489 2,910 13,090 0,575 0,375 0,026 0,611 1,483 4,750 16,700 8,445 8,990 15,940 7,875 2,500 6,805 6,465 0,756 9,250 6,545 4,309 0,027 1,915 2,020 49,000 1,796 2,795 0,552 3,132 3,810 4,247 4,260 0,555 3,978 4,000 9,125 10,000 0,437 0,650 5,540 0,575 1,350 0,495 1,345 5,325 1,010 — 1,365 30,010 1,165 1,299 3,674 4,450 0,202 5,335 0,989 9,105 5,685 4,970 2,650 0,951 2,152 1,747 0,247 0,035 7,020 0,327 2,210 21,400 1,850 0,409 4,455 2,790 2,350 0,392 0,145 0,272 0,809 1,533 0,545 1,689 0,628 0,716 0,916 — 1,751 22,800 4,685 4,697
0,898 1,469 8,075 4,175 72,810 1,915 1,089 3,880 14,550 0,253 0,538 0,334 0,650 3,953 15,150 0,785 0,458 0,039 0,740 1,684 6,195 19,000 9,435 11,020 23,950 9,930 2,790 8,650 7,540 0,798 11,362 7,630 5,454 0,083 2,685 2,240 52,180 2,022 2,990 0,619 4,295 4,210 5,455 4,800 0,679 4,345 4,125 12,000 10,980 0,500 0,753 6,700 0,728 1,617 0,640 1,565 6,610 1,700 — 1,530 35,200 1,411 1,396 5,288 5,820 0,239 6,470 1,200 12,120 7,670 5,875 3,223 1,080 2,450 1,975 0,313 0,056 8,340 0,420 2,650 24,000 2,350 0,848 4,820 3,345 2,783 0,573 0,191 0,328 1,042 1,918 0,697 2,170 0,790 0,960 1,200 — 1,909 24,500 5,755 5,720
117,8 4367,9 1590,7 220,2 262,4 60,6 69,7 244,8 122,2 175,5 43,2 36,1 261,3 766,4 1515,6 28,5 94,4 42,9 56,3 391,9 560,9 9972,7 2321,1 918,6 101,9 1374,1 30,3 935,4 249,2 1475,4 2569,8 2307,7 3301,3 — 161,2 36,4 — 3233,6 502,8 201,7 626,4 300,4 1929,8 140,0 405,8 500,5 53,7 — 70,6 31,4 140,9 1128,8 1372,4 12,9 42,3 49,1 164,8 9,0 — 37,7 191,3 79,8 1,2 — 385,3 172,3 1844,5 118,3 1583,4 252,1 45,9 228,7 13,4 259,5 241,7 188,4 — 2250,1 18,4 120,4 1272,5 28,5 — 75,7 473,9 27,4 23,3 25,1 27,7 186,5 1451,8 60,2 38,1 561,6 40,8 50,4 — 514,3 1486,5 1460,7 1019,9
Nome Titolo
Tel.
Crespi ...................................(CRE) Csp .......................................(CSP) D D'Amico *........................(DIS) Dada * ....................................(DA) Damiani *.............................(DMN) Danieli ..................................(DAN) Danieli rnc ..........................(DANR) Datalogic * ............................(DAL) De'Longhi .............................(DLG) Dea Capital *.........................(DEA) Diasorin *...............................(DIA) Digital Bros *..........................(DIB) Dmail Group * ......................(DMA) DMT * ..................................(DMT) E Edison ............................(EDN) Edison r ..............................(EDNR) EEMS * ...............................(EEMS) El.En. * ..................................(ELN) Elica * ...................................(ELC) Emak * ...................................(EM) Enel.....................................(ENEL) Enervit ..................................(ENV) Engineering * ........................(ENG) Eni .........................................(ENI) Enia ........................................(EN) Erg........................................(ERG) Erg Renew ............................(EGR) Ergy Capital...........................(ECA) Ergy Capital w11 ................(WECA) Esprinet * ..............................(PRT) Eurotech * .............................(ETH) Eutelia ...................................(EUT) Everel Group..........................(EVE) Exor ......................................(EXO) Exor prv.................................(EXP) Exor risp................................(EXR)
Exprivia *...............................(XPR) F Fastweb .........................(FWB) Fiat............................................(F) Fiat prv....................................(FP) Fiat rnc....................................(FR) Fidia * ...................................(FDA) Fiera Milano * .........................(FM) Fil. Pollone.............................(FDP) Finarte C.Aste .......................(FCD) Finmeccanica........................(FNC) FNM .....................................(FNM) Fondiaria-Sai .........................(FSA) Fondiaria-Sai rnc.................(FSAR) Fullsix....................................(FUL) G Gabetti 09/13 w ......(WGAB13) Gabetti Pro.Sol. .....................(GAB) Gas Plus................................(GSP) Gefran * ..................................(GE) Gemina ................................(GEM) Gemina rnc ........................(GEMR) Generali ....................................(G) Geox .....................................(GEO) Gewiss .................................(GEW) Granitifiandre *......................(GRF) Greenvision ............................(VIS) Gruppo Coin..........................(GCN) Gruppo Edit. L'Espresso...........(ES) Gruppo Minerali M...............(GMM) H Hera...............................(HER) I I Grandi Viaggi .................(IGV) IGD *......................................(IGD) Il Sole 24 Ore ........................(S24) Ima * .....................................(IMA) Immsi ....................................(IMS) Impregilo................................(IPG) Impregilo rnc........................(IPGR)
Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz Rif. Rif. 04-01-2010 Anno Anno (in milioni (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro) 0,198 0,902 1,220 5,135 0,927 20,040 10,890 4,018 3,237 1,295 28,820 2,123 5,050 16,350 1,143 1,488 1,640 12,670 1,877 4,020 4,180 1,420 26,240 17,560 6,055 10,690 0,765 0,798 0,162 7,825 2,672 0,230 — 13,180 7,595 9,595
1,155 14,310 9,775 6,145 6,355 4,338 4,450 0,748 0,170 10,000 0,559 11,220 7,755 1,140 0,124 0,437 6,145 2,430 0,645 1,551 18,030 5,170 3,190 3,775 5,675 5,165 2,155 5,140 1,727 1,039 1,483 1,740 14,750 0,896 2,580 8,170
+2,49 -1,80 +0,16 -0,29 -0,38 +0,80 -0,27 -0,31 -0,23 +0,31 +3,41 -1,05 -0,39 +2,44 +1,33 +0,54 -0,30 +0,88 -1,21 +0,25 +0,97 — -0,04 +1,09 +1,76 +2,49 +0,39 +0,44 +2,02 +1,43 +0,09 +1,77 — +2,49 +2,29 -0,05
-0,43 +3,32 +1,40 +1,65 +1,68 +1,34 +2,06 +10,81 -0,58 +1,21 +0,72 +0,72 -0,32 +2,06 +0,08 +1,27 +3,02 +0,52 +0,62 — +1,46 +0,68 +0,39 +1,21 +2,44 +0,29 +2,86 +1,78 -0,80 -0,57 -1,07 +1,16 +0,20 +1,07 +0,88 -0,31
-5,81 +19,25 +11,21 -11,85 -12,26 +8,85 +13,32 -1,65 +1,33 +1,97 +14,82 -8,12 -3,16 +0,37 +6,62 +12,39 +31,62 +5,50 -3,25 +13,56 +2,51 -1,39 -5,37 -2,98 +12,13 +7,49 +13,42 +59,28 +55,97 -16,84 -7,61 -34,47 — -4,77 -0,59 -4,91
-6,10 -26,43 -6,82 -0,65 -1,47 -5,29 -1,77 +85,84 -16,87 -10,79 -5,49 +0,36 -2,15 -6,17 -10,18 -32,04 -0,08 +9,58 +11,31 -7,13 -4,75 +6,87 +16,11 +6,49 -8,69 +14,52 -7,41 +8,27 +6,60 +5,27 -6,96 -9,42 +14,43 +5,79 +1,98 -3,88
0,190 0,750 1,095 4,830 0,917 16,280 8,750 3,853 2,800 1,160 23,310 2,080 5,035 13,200 0,971 1,285 1,028 11,230 1,691 3,485 3,730 1,325 24,100 16,010 5,215 9,180 0,650 0,480 0,099 7,540 2,435 0,214 — 10,860 6,075 8,170
1,075 13,640 7,730 4,735 5,020 3,950 4,020 0,394 0,166 9,205 0,506 10,610 7,440 1,117 0,118 0,416 5,855 2,015 0,570 1,466 16,040 4,393 2,605 3,335 5,390 3,990 1,805 4,553 1,605 0,920 1,443 1,661 12,860 0,771 2,163 7,745
0,245 11,6 0,921 30,4 1,378 182,1 6,055 83,5 1,067 76,6 20,110 813,9 10,920 439,3 4,117 231,9 3,257 482,0 1,299 394,5 28,820 1575,6 2,335 29,7 5,750 38,4 17,600 184,7 1,151 5852,6 1,494 164,1 1,719 69,8 13,120 60,3 2,000 119,6 4,050 110,1 4,200 39197,0 1,480 25,3 27,800 324,7 18,560 70197,5 6,055 650,4 10,690 1597,4 0,977 72,6 1,192 58,6 0,250 — 9,870 406,3 2,910 95,1 0,389 14,8 — — 14,130 2091,1 7,780 579,1 10,160 87,5
1,260 59,6 19,450 1130,8 10,870 10624,8 6,345 632,6 6,655 507,5 4,700 22,2 4,588 186,5 0,748 7,6 0,205 8,5 11,320 5757,8 0,592 137,8 12,100 1395,8 8,235 330,4 1,232 12,6 0,143 — 0,655 38,4 6,480 273,3 2,500 34,7 0,656 945,4 1,720 5,7 19,190 27977,9 5,375 1339,0 3,190 378,3 3,815 137,7 7,350 32,5 5,240 722,9 2,390 879,5 5,155 30,7 1,746 1926,3 1,045 46,1 1,594 462,1 1,969 75,7 14,750 499,8 0,902 305,8 2,592 1044,9 8,750 12,9
Nome Titolo
Tel.
Indesit....................................(IND) Indesit rnc ...........................(INDR) Intek.......................................(ITK) Intek r ................................(ITKRP) Intek w11 ..........................(WIT11) Interpump * ..............................(IP) Interpump 09/12 w * .........(WIP12) Intesa Sanpaolo......................(ISP) Intesa Sanpaolo rnc..............(ISPR) Inv e Sviluppo Med w09 ..(WIES12) Invest e Sviluppo ....................(IES) Irce *......................................(IRC) Iride .......................................(IRD) Isagro * ..................................(ISG) It Holding................................(ITH) IT WAY * ................................(ITW) Italcementi................................(IT) Italcementi rnc .......................(ITR) Italmobiliare...........................(ITM) Italmobiliare rnc...................(ITMR) IW Bank...................................(IW) J Juventus FC * ...............(JUVE) K K.R.Energy......................(KRE) Kerself ..................................(KRS) Kinexia..................................(KNX) KME Group ...........................(KME) KME Group 09-11 w......(WKMG11) KME Group rnc ...................(KMER) KME Group w09.............(WKME09) L La Doria *.........................(LD) Landi Renzo *..........................(LR) Lazio .....................................(SSL) Lottomatica ...........................(LTO) Luxottica ...............................(LUX) M Maire Tecnimont ..............(MT) Management e C. .................(MEC)
Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz Rif. Rif. 04-01-2010 Anno Anno (in milioni (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro) 9,100 8,095 0,530 0,789 0,047 3,728 0,267 2,815 2,245 0,010 0,067 1,414 1,452 3,263 — 3,580 8,715 4,855 31,300 22,480 1,925 0,827 0,097 7,050 2,750 0,304 0,021 0,679 0,024 2,357 3,350 0,345 14,600 19,980 2,945 0,145
+2,48 -0,37 +3,92 +6,55 +2,17 +1,98 +3,29 +2,09 +1,24 -1,00 +4,06 +1,87 +1,18 +1,95 — -1,31 +1,81 +1,15 +1,36 +1,22 +1,32 -0,12 +0,72 +0,64 +0,36 -0,33 -6,82 -1,02 -2,04 +0,11 +2,21 +1,47 +3,40 +0,91 +4,43 —
+13,68 +5,20 +68,02 +28,77 +59,32 +2,33 +14,92 -11,06 -5,37 +10,00 -2,20 -9,13 +7,32 -6,25 — -0,56 -10,75 -6,63 -1,29 -2,30 -2,18 -8,47 -35,00 -18,54 +25,14 -2,88 — +20,53 -14,29 +9,40 -4,08 +0,73 +3,11 +8,94 +18,39 +1,54
7,805 7,690 0,315 0,604 0,029 3,145 0,222 2,558 1,937 0,009 0,063 1,365 1,294 3,200 — 3,402 7,915 4,460 26,910 19,380 1,802 0,827 0,090 6,840 2,170 0,300 0,021 0,557 0,023 2,150 3,220 0,334 13,130 17,910 2,268 0,129
9,715 1028,6 8,560 4,1 0,541 67,5 0,850 4,3 0,049 — 3,998 356,2 0,291 — 3,203 33077,4 2,485 2086,4 0,014 — 0,089 15,9 1,590 39,0 1,452 1066,1 3,705 57,4 — — 3,793 15,8 10,250 1536,9 5,445 509,4 33,000 692,9 23,480 367,2 2,000 141,0 0,928 166,5 0,199 91,6 9,100 122,5 2,880 58,4 0,364 115,9 0,025 — 0,700 24,8 0,040 — 2,480 72,9 3,990 374,3 0,374 23,3 14,640 2486,8 20,090 9273,5 2,945 937,9 0,145 68,0
Marcolin ...............................(MCL) 1,526 -0,13 +1,13 1,311 1,550 Mariella Burani FG * ...........(MBFG) — — — — — MARR * ..............................(MARR) 6,860 +0,37 +15,20 5,885 6,955 Mediacontech ......................(MCH) 2,962 +0,51 -10,23 2,913 3,395 Mediaset ................................(MS) 6,415 +0,86 +10,51 5,270 6,415 Mediobanca............................(MB) 8,050 +1,19 -3,94 7,340 8,830 Mediolanum .........................(MED) 4,442 +2,54 -0,50 3,780 4,548 Mediterranea Acque..............(MEA) 2,555 +0,99 -5,89 2,380 2,715 Meridiana Fly........................(MEF) 0,133 +1,30 -15,19 0,129 0,157 Meridie ...................................(ME) 0,580 +9,64 -3,01 0,500 0,600 Meridie w11 ....................(WME11) — — — — — Mid Industry Cap ...................(MIC) 13,010 — -14,97 13,010 15,490 Mid Industry Cap w10 ....(WMIC10) 0,040 — -75,38 0,021 0,179 Milano Ass...............................(MI) 2,118 +0,83 +3,93 1,954 2,178 Milano Ass. rnc......................(MIR) 2,217 +0,34 -0,78 2,130 2,313 Mirato * ................................(MRT) — — — — — Mittel.....................................(MIT) 3,745 +1,22 -7,76 3,250 4,160 MolMed ...............................(MLM) 1,599 -0,99 -10,62 1,599 1,880 Mondadori..............................(MN) 3,123 +1,46 -3,03 2,592 3,220 Mondo HE.............................(MHE) 0,169 +2,49 +1,02 0,143 0,176 Mondo Tv * ...........................(MTV) 8,075 +1,51 +8,83 6,800 8,365 Monrif..................................(MON) 0,479 +2,02 +6,44 0,441 0,485 Monte Paschi Si. ................(BMPS) 1,106 +0,91 -10,66 1,082 1,331 Montefibre ..............................(MF) 0,165 -2,43 +16,21 0,122 0,184 Montefibre rnc....................(MFNC) 0,443 -2,64 +73,73 0,255 0,490 Monti Ascensori....................(MSA) 1,270 -2,68 -10,81 1,270 1,460 Mutuionline *........................(MOL) 5,710 +0,88 +1,42 5,190 5,865 N Nice *............................(NICE) 2,905 +0,96 -3,17 2,500 3,000 Noemalife .............................(NOE) 6,200 +0,81 +12,93 5,450 6,235 Novare ....................................(NR) — — — — — O Olidata ............................(OLI) 0,456 -2,36 -8,62 0,455 0,557 Omnia Network * ..................(ONT) — — — — — P Panariagroup *................(PAN) 1,829 -0,49 -2,04 1,714 2,240 Parmalat ................................(PLT) 2,042 +0,74 +2,64 1,724 2,080 Parmalat w15..................(WPLT15) 0,971 +0,99 -1,97 0,741 1,002 Piaggio ...................................(PIA) 2,373 +0,53 +18,03 1,778 2,447
94,3 — 453,9 53,6 7539,7 6914,4 3229,6 195,2 46,9 27,7 — 49,4 — 1176,6 68,2 — 263,4 169,3 804,6 3,4 35,1 71,1 6055,5 21,6 11,6 16,9 225,6 334,7 26,8 — 15,7 — 82,1 3526,9 — 948,2
Nome Titolo
Tel.
B.O.T.
Pierrel ...................................(PRL) Pierrel 08/12 w ..............(WPRL12) Pininfarina ............................(PINF) Piquadro .................................(PQ) Pirelli & C. ...............................(PC) Pirelli & C. rnc .......................(PCP) Pirelli Real E..........................(PRS) Poligr. S.Faustino *.................(PSF) Poligrafici Editoriale...............(POL) Poltrona Frau.........................(PFG) Pramac .................................(PRA) Premafin Finanziaria ................(PF) Premuda .................................(PR) Prima Ind 09/13 w * ........(WPRI13) Prima Industrie * ....................(PRI) Prysmian ...............................(PRY) R R. De Medici * .................(RM) R. Ginori 1735.........................(RG) Ratti ......................................(RAT) RCF .......................................(RCF) RCS Mediagroup ...................(RCS) RCS Mediagroup risp ..........(RCSR) RDB * ...................................(RDB) Realty Vailog ..........................(RLT) Recordati *............................(REC) Reply * ..................................(REY) Retelit.....................................(LIT) Retelit w08-11.................(WLIT11) Rich Ginori 11 w ..............(WRG11) Risanamento...........................(RN) Rosss....................................(ROS) S Sabaf S.p.a. * .................(SAB) Sadi .......................................(SSI) Saes *.....................................(SG) Saes rnc *.............................(SGR) Safilo Group...........................(SFL) Saipem.................................(SPM) Saipem risp........................(SPMR) Saras ....................................(SRS) Sat ........................................(SAT) Save....................................(SAVE) Screen Service BT.................(SSB) Seat PG...................................(PG) Seat PG r ..............................(PGR) Servizi Italia * .........................(SRI) SIAS .......................................(SIS) Snai ......................................(SNA) Snam Gas .............................(SRG) Snia ........................................(SN) Snia w10 .........................(WSN10) Socotherm.............................(SCT) Sogefi *...................................(SO) Sol ........................................(SOL) Sopaf.....................................(SPF) Sorin.....................................(SRN) Stefanel * ............................(STEF) Stefanel risp * ...................(STEFR) STMicroelectr. ......................(STM) T Tamburi ...........................(TIP) TAS .......................................(TAS) Telecom IT ..............................(TIT) Telecom IT Media .................(TME) Telecom IT Media rnc .........(TMER) Telecom IT rnc......................(TITR) Tenaris ..................................(TEN) Terna ....................................(TRN) TerniEnergia ..........................(TER) Tiscali.....................................(TIS) Tiscali 09/14 w................(WTIS14) Tod's.....................................(TOD) Toscana Fin .............................(TF) Trevi Fin.Ind. ...........................(TFI) Trevisan Cometal * ................(TRV) TXT e-solution *.....................(TXT) U UBI Banca .......................(UBI) UBI w 09-11....................(WUBI11) Uni Land ...............................(UNL) Unicredit ...............................(UCG) Unicredit risp ......................(UCGR) Unipol ....................................(UNI) Unipol pr ..............................(UNIP) V Valsoia...........................(VLS) Viaggi Ventaglio .....................(VVE) Vianini Industria......................(VIN) Vianini Lavori.........................(VLA) Vittoria Ass. *.........................(VAS) W w Cr Val 2010 ..........(WCVA10) w Cr Val 2014.................(WCVA14) W Mediobanca 11 ...........(WMB11) Warr Aedes 14 * ...............(WAE14) Warr Kre 09/12 ..............(WKRE12) Y Yoox *...........................(YOOX) Yorkville Bhn ...........................(BY) Z Zignago Vetro *.................(ZV) Zucchi...................................(ZUC) Zucchi rnc...........................(ZUCR)
4,040 0,299 2,735 1,185 0,446 0,546 0,462 11,350 0,464 0,800 1,490 1,025 0,928 2,920 8,365 14,950 0,209 0,079 0,231 0,919 1,347 0,789 2,145 2,355 5,630 16,900 0,400 0,111 0,035 0,390 1,101 16,330 0,410 5,815 4,900 0,427 29,540 29,000 2,090 9,575 7,190 0,650 0,178 1,400 5,175 6,980 3,000 3,788 0,100 0,003 — 2,315 4,480 0,121 1,554 0,280 — 7,495 1,346 13,400 1,080 0,079 0,082 0,842 16,370 3,208 3,908 0,182 0,004 55,800 1,476 12,830 — 6,860 10,040 0,037 0,820 2,243 2,688 0,849 0,559 4,370 — 1,420 4,652 3,955 0,332 0,430 0,095 0,080 0,042 6,400 0,128 4,487 0,429 0,536
15.04.10 14.05.10 15.06.10 15.07.10 16.08.10 15.09.10
9 38 70 100 132 162
99,987 99,959 99,929 99,878 99,811 99,743
0,26 0,22 0,34 0,41 0,49
Scadenza Giorni Pr.Netto 15.10.10 15.11.10 15.12.10 14.01.11 15.02.11 15.03.11
192 223 253 283 315 343
99,687 99,619 99,546 99,419 99,304 99,217
-1,10 -6,37 — +32,89 +1,67 -7,91 -0,34 +3,49 -1,98 +1,48 +1,11 +17,29 — -14,46 -0,18 -3,40 +1,64 +3,00 -1,11 -4,71 +1,29 +49,75 +0,99 -2,19 -2,83 -11,62 +8,15 — +1,52 +5,89 +2,75 +18,09 +0,43 -15,90 -0,38 -22,96 -0,73 -16,00 -0,97 -2,75 +1,81 +5,32 +0,96 +1,74 -0,12 -5,92 +4,55 -1,46 -0,09 +6,63 — +6,09 -0,13 -9,20 -7,26 +5,81 -5,41 — +0,91 -9,09 -1,34 -12,48 -1,15 -1,27 +1,74 -13,14 +0,95 -4,67 -0,41 -9,84 -0,23 +6,80 +3,11 +20,33 — +20,73 +3,47 -6,70 -0,10 -9,41 +2,35 +21,56 +2,04 -5,73 +1,95 +8,56 -9,68 +27,27 +0,88 -0,86 +2,12 +4,33 -2,28 +0,59 +0,93 +9,70 -0,40 -18,03 -3,85 -58,33 — — +1,20 +8,18 +4,92 +11,93 +0,75 -2,98 +0,26 +18,63 — -19,08 — — +2,53 +15,66 +0,60 +11,13 -1,40 -7,59 +1,31 -0,55 +1,16 -21,12 +0,37 -20,93 +0,78 +8,72 +2,44 +6,16 +0,16 +7,72 +0,39+104,69 +5,28 +7,08 +2,56 -18,37 +2,44 +3,41 +0,54 +18,84 +1,02 +10,99 — — -1,79 +3,16 +0,50 -1,95 +1,09 -25,70 -0,49 -13,41 +2,51 -1,73 +0,66 -2,37 +1,56 -12,34 +0,81 -10,42 -1,80 -1,58 — — -1,32 +1,43 +1,20 -1,79 +1,15 +2,46 +1,22 — -2,71 — +1,50 -15,48 +2,31 +22,77 +5,00 -51,61 +3,64 +12,48 +0,08 -30,09 — +13,61 — -4,24 — -7,35
4,040 0,203 2,675 1,029 0,368 0,432 0,379 10,120 0,422 0,667 0,995 0,970 0,922 1,600 7,200 12,170 0,196 0,079 0,220 0,887 1,030 0,710 2,000 2,090 5,065 15,150 0,385 0,109 0,011 0,364 0,956 15,170 0,399 5,760 4,900 0,305 23,160 23,000 1,664 9,200 5,780 0,637 0,157 1,000 5,080 6,235 2,210 3,377 0,080 0,002 — 1,810 3,690 0,107 1,190 0,276 — 5,775 1,211 12,800 1,014 0,076 0,082 0,760 15,020 2,865 1,705 0,151 0,004 45,830 1,234 11,030 — 6,300 9,020 0,031 0,748 1,830 2,560 0,811 0,536 4,250 — 1,300 4,230 3,560 0,288 0,387 0,090 0,061 0,043 5,095 0,112 3,780 0,389 0,476
5,600 0,340 3,000 1,205 0,469 0,558 0,540 12,240 0,492 0,850 2,280 1,075 1,054 2,837 9,450 14,950 0,256 0,111 0,300 1,000 1,359 0,792 2,400 2,485 5,770 17,400 0,465 0,137 0,040 0,434 1,288 16,940 0,513 6,240 5,600 0,444 29,540 29,000 2,305 10,720 7,265 0,739 0,206 1,550 5,565 6,980 3,070 3,788 0,136 0,006 — 2,330 4,480 0,130 1,563 0,350 — 7,495 1,396 14,900 1,146 0,101 0,105 0,866 17,370 3,230 4,900 0,182 0,005 55,830 1,476 13,000 — 7,155 10,500 0,050 0,947 2,310 2,900 0,976 0,641 4,680 — 1,469 4,737 4,032 0,404 0,513 0,152 0,087 0,087 6,400 0,188 4,487 0,475 0,592
61,1 — 81,9 59,6 2334,5 72,9 388,1 13,6 60,6 112,7 46,2 419,5 129,5 — 72,4 2664,1 78,5 36,2 54,1 29,5 980,2 23,1 98,4 58,3 1174,4 155,9 63,8 — — 106,7 12,8 189,7 37,8 88,1 36,8 490,0 12872,5 4,2 1973,8 92,5 397,8 88,3 342,0 1,0 83,1 1575,1 350,6 13482,5 14,0 — — 267,8 391,9 51,1 730,5 45,2 — — 148,1 24,1 14387,2 258,7 4,5 5058,3 — 6430,3 97,7 336,2 — 1702,6 45,1 822,3 — 18,0 6404,6 — 131,6 42842,7 64,9 1249,5 509,9 46,5 — 42,7 201,8 258,5 — — — — — 325,3 8,9 358,6 10,5 1,8
* Titolo appartenente al segmento Star.
Valuta al 06-04-10
Rend.
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Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz Rif. Rif. 04-01-2010 Anno Anno (in milioni (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro)
Dati a cura dell’agenzia giornalistica Radiocor. Monete Auree: ConFinvest F.L. Milano
Scadenza Giorni Pr.Netto
banche socie di Via Nazionale: Mps e Intesa Sanpaolo. Possibile? Basta mettere a confronto la valutazione del medesimo «bene» (la quota di Bankitalia) nel bilancio ancora caldo dei due gruppi. Intesa Sanpaolo possiede direttamente il 30,3% della Banca centrale e il valore in bilancio è 532 milioni quindi, implicitamente, tutta Bankitalia è valutata 1,8 miliardi. Banca Mps ha il 4,6% in carico a 795 milioni per un implicito 100% pari a 18 miliardi. Curioso il collocamento della partecipazione: nel capitolo «Attività finanziarie disponibili per la vendita», insieme al Consorzio Latterie Sociali di Mantova, alle Cantine cooperative riunite, allo 0,1% di Telecom, eccetera. Sulla stessa linea di Siena è anche Banca Carige che contabilizza per 696 milioni il suo quasi 4% di Banca d’Italia. E’ così quest’anno, era così anche l’anno scorso. Le norme contabili che sovrintendono alle scelte di bilancio autorizzano a valutare la nostra banca centrale 1,8 oppure 18 miliardi. Dipende in quale «cassetto» del bilancio si mette la partecipazione. E quanto sia pressante l’esigenza di rivalutazione (o di non svalutazione) per sostenere i conti. Comunque, tra vendere il 4% delle Latterie di Mantova e il 4% di Bankitalia (caso mai ce ne fosse bisogno) c’è una certa differenza.
Quotazioni in diretta sul telefonino: invia QUOTA <sigla titolo>, ad esempio: QUOTA ACE al numero 482242. Costo 0,5 Euro per SMS ricevuto. Info su www.corriere.it/economia
Prezzo Var. Var. Min Max Capitaliz Rif. Rif. 04-01-2010 Anno Anno (in milioni (euro) (in %) (in %) (euro) (euro) di euro) 0,898 1,399 7,445 3,960 62,890 1,690 0,901 3,630 13,530 0,241 0,404 0,334 0,599 3,853 15,120 0,621 0,397 0,034 0,636 1,684 5,745 17,540 9,200 10,500 23,320 9,700 2,740 8,410 7,275 0,797 10,170 7,520 5,185 0,035 2,650 2,030 49,600 2,005 2,875 0,560 4,005 4,030 4,695 4,700 0,604 4,315 4,070 10,000 10,700 0,459 0,705 6,180 0,728 1,390 0,585 1,451 6,120 1,042 — 1,470 34,180 1,165 1,318 3,800 5,790 0,222 6,170 1,111 9,600 6,200 5,180 2,902 1,080 2,190 1,956 0,282 0,043 7,800 0,353 2,625 23,610 2,333 0,412 4,490 2,980 2,783 0,460 0,166 0,301 1,042 1,841 0,605 1,810 0,788 0,716 1,073 — 1,813 24,300 5,150 4,895
Il franco svizzero ora non si ferma più e torna bene rifugio
Rend. 0,48 0,52 0,53 0,65 0,69 -
Euribor Periodo 1 sett. 1 mese 2 mesi 3 mesi 4 mesi 5 mesi 6 mesi
Monete auree
Oro 01 apr
T. 360
T. 365
Periodo
T.360
T.365
01 apr
0,344 0,400 0,501 0,635 0,743 0,838 0,945
0,349 0,406 0,508 0,644 0,753 0,850 0,958
7 mesi 8 mesi 9 mesi 10 mesi 11 mesi 12 mesi
0,987 1,033 1,088 1,129 1,170 1,214
1,001 1,047 1,103 1,145 1,186 1,231
Sterlina (v.c) Sterlina (n.c) Sterlina (post.74) Krugerrand Marengo Italiano Marengo Svizzero Marengo Francese
Denaro Lettera 178,02 178,02 178,02 754,03 139,44 137,89 137,89
198,32 198,58 198,58 836,66 160,10 154,94 154,94
Oro Milano (Euro/gr.) Oro Londra (usd/oncia)
Tassi Mattino
Sera
26,82
27,02
1.116,00 1.123,50
Oro Zurigo (usd/oncia)
—
Argento Milano (Euro/kg.)
— 442,59
Platino Milano (Euro/gr.)
—
41,53
Palladio Milano (Euro/gr.)
—
12,28
Italia Area Euro Canada Danimarca Finlandia
Sconto
Interv
1,00
1,00 1,00 0,00 0,75 1,00
1,00 0,25 0,75 1,00
Francia Giappone G.B. USA Svezia
Sconto
Interv
1,00
1,00 0,10 0,50 0,25 0,25
0,30 0,00 0,75 0,00
Borse Estere A New York valori espressi in dollari, a Londra in pence, a Zurigo in franchi svizzeri indici MERCATI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 01-04 Amsterdam (Aex) . . . . . . . . . . . . . 351,44 Brent Index . . . . . . . . . . . . . . . . . . 81,91 Bruxelles-Bel 20 . . . . . . . . . . . . 2680,56 DJ Stoxx Euro . . . . . . . . . . . . . . . 281,28 DJ Stoxx Euro50 . . . . . . . . . . . . 2978,50 DJ Stoxx UE . . . . . . . . . . . . . . . . 267,62 DJ Stoxx UE50. . . . . . . . . . . . . . 2668,82 FTSE Eurotr.100. . . . . . . . . . . . . 2320,81 Hong Kong HS . . . . . . . . . . . . . 21537,00 Johannesburg . . . . . . . . . . . . . 26419,13 Londra(FTSE100) . . . . . . . . . . . . 5744,89 Madrid Ibex35 . . . . . . . . . . . . . 11067,90 Oslo Top 25. . . . . . . . . . . . . . . . . 342,61 Singapore ST. . . . . . . . . . . . . . . 2943,02 Sydney (All Ords) . . . . . . . . . . . . 4925,85 Toronto(300Comp) . . . . . . . . . . 12151,06 Vienna (Atx). . . . . . . . . . . . . . . . 2643,87 Zurigo (SMI) . . . . . . . . . . . . . . . 6888,92
var.% +2,10 +2,40 +1,21 +1,55 +1,62 +1,54 +1,51 +1,44 +1,40 -0,32 +1,15 +1,81 +1,92 +0,67 +0,94 +0,37 +0,23
selezione FRANCOFORTE. . . . . . . . . . . . . . . 01-04 Adidas Salomon . . . . . . . . . . . . . . 40,14 Allianz . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94,00 Bayer Ag. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50,64 Beiersdorf . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44,52 Bmw . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35,16 Commerzbank Ag . . . . . . . . . . . . . . 6,38 Deutsche Bank n . . . . . . . . . . . . . . 58,10 Deutsche Post . . . . . . . . . . . . . . . . 13,03 Deutsche Telekom n . . . . . . . . . . . 10,02 Dt Lufthansa Ag. . . . . . . . . . . . . . . 12,65 Hugo Boss Ag . . . . . . . . . . . . . . . . 22,00 Metro Ag. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44,71 Porsche Vz . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45,70 Siemens n . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75,74 Volkswagen Ag . . . . . . . . . . . . . . . 71,60
var.% +1,36 +1,26 +1,12 +0,58 +2,85 +0,60 +1,88 +1,40 -0,15 +3,01 -0,09 +1,80 +1,50 +2,14 +0,14
PARIGI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 01-04 Air France . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12,20 Air Liquide . . . . . . . . . . . . . . . . . . 89,82 Alstom . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46,81 Axa SA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16,71 Bnp . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57,80 Cap Gemini . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37,16 Carrefour . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36,73 Casino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63,37 Ciments Francais. . . . . . . . . . . . . . 72,76 Crédit Agricole. . . . . . . . . . . . . . . . 13,21 Danone. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45,46 Elf-Aquitaine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . France Télécom. . . . . . . . . . . . . . . 17,82 Havas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3,86 L'Oréal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 78,97 Michelin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54,56 Peugeot S.A. . . . . . . . . . . . . . . . . . 21,96 Renault. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35,50 Saint-Gobain . . . . . . . . . . . . . . . . . 36,13 Sanofi-Synthelab . . . . . . . . . . . . . . 55,16 Société Générale . . . . . . . . . . . . . . 47,34 Sodexho Alliance . . . . . . . . . . . . . . 45,05 Total . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43,64 Worms & Co ex Som . . . . . . . . . . . 10,28
var.% +4,19 +1,06 +1,39 +1,46 +1,65 +1,91 +2,91 +1,15 +2,49 +1,93 +1,93 +0,56 +3,49 +1,43 +0,76 +2,31 +1,49 -0,05 +1,68 +1,81 +1,54 +8,44
NEW YORK. . . . . . . . . . . . . . . . . . 01-04 Amazon Com. . . . . . . . . . . . . . . . 131,81 American Express . . . . . . . . . . . . . 41,70 Apple Comp Inc . . . . . . . . . . . . . . 235,97 At&T. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26,11 Bank of America . . . . . . . . . . . . . . 18,04 Boeing . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72,99 Carnival . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39,24 Caterpillar Inc . . . . . . . . . . . . . . . . 63,99 Cisco Systems. . . . . . . . . . . . . . . . 25,83 Citigroup Inc . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4,18 Coca-Cola Co . . . . . . . . . . . . . . . . 55,30 Colgate Palmolive . . . . . . . . . . . . . 85,81 Dow Chemical. . . . . . . . . . . . . . . . 30,31 DuPont . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37,91 Exxon Mobil . . . . . . . . . . . . . . . . . 67,61 Ford Motor . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12,63 General Electric . . . . . . . . . . . . . . . 18,33 Goldman Sachs . . . . . . . . . . . . . . 170,22 Hewlett-Packard . . . . . . . . . . . . . . 53,24 Honeywell . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45,03 Ibm . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 128,25 Industrie Natuzzi Sp. . . . . . . . . . . . . 4,60 Intel Corp . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22,39 Johnson & Johnson . . . . . . . . . . . . 65,77 JP Morgan . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45,18 Lockheed Martin . . . . . . . . . . . . . . 83,88 Luxottica Grp Spa . . . . . . . . . . . . . 27,16 McDonald's. . . . . . . . . . . . . . . . . . 67,58 Merck & Co. . . . . . . . . . . . . . . . . . 37,71 Microsoft . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29,16 Monsanto Co. . . . . . . . . . . . . . . . . 70,83 Morgan Stanley . . . . . . . . . . . . . . . 29,20 Motorola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7,06 Nike Inc. Cl. B . . . . . . . . . . . . . . . . 74,01 Occidental Pet. . . . . . . . . . . . . . . . 86,60 Pfizer . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17,08 Procter & Gamble . . . . . . . . . . . . . 63,36 Texas Instruments . . . . . . . . . . . . . 24,63 Unilever NV . . . . . . . . . . . . . . . . . 31,29 Us Steel Corp. . . . . . . . . . . . . . . . . 65,70 Walt Disney. . . . . . . . . . . . . . . . . . 35,55 Whirlpool . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 87,77 Xerox . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9,99 Yahoo Inc . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16,29
var.% -2,92 +1,07 +0,41 +1,04 +1,06 +0,52 +0,93 +1,81 -0,77 +3,21 +0,55 +0,65 +2,50 +1,80 +0,94 +0,48 +0,71 -0,24 +0,17 -0,53 +2,22 +0,45 +0,87 +0,96 +0,79 +1,42 +1,29 +0,96 -0,44 -0,83 -0,31 +0,57 +0,69 +2,44 -0,41 +0,14 +0,65 +3,75 +3,43 +1,83 +0,60 +2,46 -1,45
LONDRA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 01-04 3i Group . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 293,08 Anglo American . . . . . . . . . . . . . 2881,00 AstraZeneca . . . . . . . . . . . . . . . 2946,00 B Sky B . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 610,81 Barclays Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 362,10 BP . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 625,22 British Airways . . . . . . . . . . . . . . 248,90 British Telecom . . . . . . . . . . . . . . 124,38 Burberry Group . . . . . . . . . . . . . . 725,00 Glaxosmithkline . . . . . . . . . . . . . 1257,00 Marks & Spencer. . . . . . . . . . . . . 371,90 Pearson Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 1044,00 Prudential . . . . . . . . . . . . . . . . . . 564,41 Rolls Royce . . . . . . . . . . . . . . . . . 611,00 Royal & Sun All . . . . . . . . . . . . . . 128,80 Royal Bk of Scot . . . . . . . . . . . . . . 44,25 Schroders Plc . . . . . . . . . . . . . . 1431,00 Unilever Plc . . . . . . . . . . . . . . . . 1970,20 Vodafone Group. . . . . . . . . . . . . . 151,70
var.% +0,65 +0,24 +0,24 +1,46 +0,50 +0,29 +2,43 +0,39 +1,47 -0,67 +0,49 +0,77 +3,09 +2,60 +1,02 +0,57 +1,71 +1,82 -0,20
ZURIGO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 01-04 Nestlé. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53,80 Novartis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56,70 Ubs . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17,76
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Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
IERI LA NOMINA DEL CDA
Un nuovo impegno per Teresa Cremisi (nella foto), uno dei più noti manager italiani nel settore dell’editoria, che è stata nominata ieri vicepresidente di Rcs Libri. La decisione è stata assunta dal consiglio d’amministrazione, riunitosi sotto la presidenza di Paolo Mieli. Il Cda ha innanzitutto preso atto delle dimissioni da tutte le cariche ricoperte di Giulio Lattanzi, che da ieri ricopre la carica di direttore
Teresa Cremisi alla vicepresidenza di Rcs Libri
generale per il settore quotidiani Italia di Rcs Quotidiani. Dopo aver rivolto a Lattanzi un sentito ringraziamento per l’attività svolta, si è quindi proceduto alla nomina di Teresa Cremisi, la quale mantiene le sue attuali cariche di presidente e direttore generale della casa editrice francese Flammarion, appartenente al gruppo Rcs. A Teresa Cremisi il Cda ha assegnato, oltre alla vicepresidenza, poteri analoghi a
Cultura
quelli esercitati in precedenza da Lattanzi per la gestione di Rcs Libri. Nata ad Alessandria d’Egitto, Teresa Cremisi ha iniziato la sua carriera come lessicografa presso la Garzanti, di cui divenne vicedirettore editoriale nel 1985. Nel 1989 fu poi chiamata a Parigi dall’editore Gallimard, al cui vertice è rimasta per sedici anni, fino a quando non ha assunto, nel 2005, la presidenza di Flammarion.
Parigi, nuova sede per il museo delle lettere Sarà Marcel Proust a inaugurare, il 15 aprile, la nuova sede del «Musée des lettres et manuscripts» di Parigi. A lui è consacrata la prima mostra (fino al 29 agosto) di un museo che raccoglie oltre 70 mila documenti (soprattutto lettere e manoscritti). Firmati da Napoleone, Hugo, Mozart e Gauguin. Ma anche da Einstein e Eisenhower
Conversazioni Il ruolo guida dei maestri della letteratura in un tempo privo di anima
Mitteleuropa Perché i «romanzi di frontiera» esprimono meglio totalità e incompiutezza
Novecento, il secolo del Male ancora in cerca di scrittori forti Magris: «Torniamo ai grandi temi superando il pensiero debole» Bettiza: «Nel nichilismo dolce e pigro di oggi non c’è tragedia» di DARIO FERTILIO
F
ossero due personaggi dei loro romanzi, si incontrerebbero probabilmente a Vienna, nel palazzo «discreto e solenne» sulla Herrengasse dove il protagonista dei Fantasmi di Mosca cede a un’ambigua tentazione femminile; meglio, alla Libreria Petöfi di Budapest, nell’«atmosfera di intimità onirica» in cui masse di volumi «sterminate e compatte» si mescolano ai «blocchi delle torte Doboš». O ancora, seguendo il vagabondare capriccioso di Danubio, nell’antica farmacia Al gambero rosso di via Michalskà, a Bratislava, dove un affresco del dio del tempo sembra sfidare i rimedi di pozioni e misture; o anche dietro agli specchi girevoli del caffè Lloyd, a Fiume, in cui Tore Cipiko, dopo l’ultima visione fuggevole di Maria, incomincia il suo viaggio Alla cieca. Ma trattandosi di due personaggi reali e differenti, per quanto collegati sotterraneamente da molte affinità elettive, Enzo Bettiza e Claudio Magris hanno alle spalle una storia lunga di incontri e confronti, iniziata a metà degli anni Sessanta a Gorizia, all’Istituto degli Incontri Culturali Mitteleuropei, e consolidata dalla presentazione successiva, da parte di Magris, a Mila-
no, del bettiziano Diario di Mosca. A partire da allora, il percorso delle loro biografie letterarie si snoda in parallelo, sotto un segno preciso: pur sentendosi entrambi figli della grande koinè mitteleuropea e scrittori di confine, rifiutano di essere epigoni. Per dirla con Bettiza: vogliono usare «l’ironia verso le stesse origini e matrici» della loro cultura. Ecco il segreto, e anche l’apparente contraddizione, di una «dimensione dalmato-europeo-tommaseana» (parole di Magris) che si può tradurre così: senso di italianità ma anche dell’essere outsider; gusto di cercarsi e parlarsi in triestino; con altri amici, in tedesco ( per Magris); in tedesco o in croato (per Bettiza); sempre mantenendo una grande distanza rispetto ai micro-nazionalismi che vanno di moda oggi. Da qui l’incontro fra il discendente dell’antica borghesia spalatina, Enzo Bettiza; il Magris immortalato da Biagio Marin come Claudio de sangue dalmatin per le ascendenze materne; e chi scrive, legato agli antenati dell’isola di Brazza. Dunque, non epigoni dei grandi modelli mitteleuropei novecenteschi, i Musil, Roth, Broch, Krleža o Kafka. Ma neppure omologati al clima letterario corrente, italiano ma anche generale, europeo. Bettiza: «Vogliamo essere europei di lingua italiana, piuttosto che italiani di lingua toscana». Magris: «In letteratura il grande romanzo novecentesco è un romanzo che, come ha detto La Capria, è in qualche modo "fallito", ma grandiosamente e volutamente fallito. Doveva esserlo, per dire la verità dell’epoca rotta, spezzata. Non è un caso, se posso parla-
Esempi ] Alcune opere emblematiche della letteratura e sensibilità centro europee nel Novecento sono «Il processo» (1925) e «Il castello» (1926) del boemo Franz Kafka; «Il ritorno di Filip Latinovicz» (1932) del croato Miroslav
Krleža; «L’uomo senza qualità» dell’austriaco Robert Musil (finito di pubblicare nel 1933); «La Cripta dei Cappuccini» del galiziano Joseph Roth (uscito nel 1938); «La morte di Virgilio» dell’austriaco Hermann Broch (1945); «Il ponte sulla Drina» dello jugoslavo Ivo Andric (1945). Nell’immagine sopra, la caduta del muro di Berlino (foto Ap)
re della mia piccola bottega, il fatto che avessi comin- dunque viva, posta dalle avanguardie. Ciò implica puciato a scrivere Alla cieca in forma di romanzo lineare re una comune preferenza per il genere letterario mie tradizionale, che non ha funzionato, perché il caos sto, come nel mio caso Danubio». Bettiza: «La verità è che la letteratura italiana contidel tema, della verità del tempo, doveva essere assunto anche nella narrazione. L’arte del Novecento ha sen- nua a girare attorno ai soliti tre o quattro nomi: Calvitito di poter alludere alla bellezza solo attraverso la no, Gadda, Pavese... Poi viene soltanto una modesta sua negazione, la constatazione della sua scuola postmoderna nella quale non mi riconosco; irraggiungibilità. Il romanzo, a un certo punto, ha sop- un relativismo che finisce per dissolvere l’idea stessa perito all’esigenza conoscitiva non soddisfatta dalla fi- del male. E diciamo la verità, questo vale anche per losofia, che non riusciva a dare un quadro del mondo. una certa letteratura americana à la page... non certo In una pagina di Arrembaggi e pensieri, il libro scritto Faulkner o Bellow…». Magris: «Ma Gadda è grande e totale! E poi non da voi due, Enzo parla dell’esigenza del «romanzo totale», che risale alla grande narrativa dei Musil, dei sono d’accordo con questa generalizzazione; la letteraBroch e dei Doderer ma che in forme nuove credo an- tura italiana è più varia e ricca di quanto appaia dalle ch’io sia ancor oggi bruciante; romanzo che è pure ro- semplificazioni mediatiche che spesso impongono manzo-saggio, che contiene la riflessione su se stesso criteri e grandezze fasulle. Ci sono molti autori e autrie ne fa materia di racconto, in uno sforzo grandioso, ci interessanti, ribelli o estranei all’ordine del giorno inevitabilmente fallito nella sua ambizione totale, ma del discorso culturale obbligato, e questo vale ovviasolo in tal modo in grado di raccontare il mondo di mente pure per gli Stati Uniti. Del resto, con Faulkoggi, il suo "delirio di molti", come Musil definiva la ner, la letteratura americana ha dato un grandissimo vita contemporanea. Condivido in pieno tale posizio- esempio, fra i più grandi in assoluto, di quella ricerca ne, anche se ovviamente ne traggo soluzioni narrative spezzata di totalità. In ogni modo, ormai, la grande diverse. Ecco perché né io né Enzo scriviamo veri e letteratura totale sembra esistere solo o almeno soprattutto fuori dall’Europa: Sábato, Vargas Llosa, Mo propri tradizionali "romanzi". «L’intreccio ben confezionato, che oggi sembra tor- Yan, o europei particolari come Glissant, scrittore nare di moda, ha davvero superato quella crisi o, co- francese nato nella Martinica». Bettiza: «Leggo volentieri Sgorlon, apprezzo Varme io credo, anzi noi crediamo, fa solo finta di non gas Llosa, non esagero negli vederla? La grandiosità terriabbracci ecumenici. E ammibile del Novecento è stata ro il coraggio di Littell, un davvero messa in soffitta dalebreo americano che scrive le mezze luci del post-moin ottimo francese per incarderno e della sua letteratura narsi in uno sfaccettato criche non colpisce più come minale nazista tedesco». un pugno, come voleva Magris: «Anche se i letteKafka, anche se nel mondo rati postmoderni francesi continuano a succedere tanhanno proclamato la fine te cose terribili? In una lettedel "grande racconto", crera del 1966 Enzo mi parlava do — e penso lo credi anche del suo rifiuto di essere un tu — che sia ancora non soepigono; a parte i risultati Gli scrittori Claudio Magris (a sinistra, lo possibile, ma necessario letterari che solo possono foto di Danilo De Marco) scriverli. Non credo che chi dare risposta a questa doed Enzo Bettiza (foto Morandi / Agf) lo tenta sia avviato al cimitemanda (e non siamo noi a ro degli elefanti, come chi si poter giudicare i nostri libri) non credo affatto che questa sia una posizione epigo- dedicasse a comporre in belle ottave. Credo proprio nale, anzi. Il romanzo del Novecento — scrive De Mi- invece che i conflitti attuali, spaventosamente irrisolchelis nel suo recentissimo Moderno Antimoderno, ti, siano ancora in buona parte novecenteschi, nati fondamentale per il nostro discorso — si è identifica- con lo squarcio attuato dal e nel Novecento, e da esso to con la crisi del Moderno, ma l’attuale postmoderno non sanato. Si tratta di procedere oltre, ma senza illunon sembra un superamento, bensì un "riciclaggio"». dersi di aver pacificamente superato quelle lacerazioPerché questo fantasma ricorrente, ma forse da voi ni. Per ricordare un’immagine di Enzo in Arrembaggi sentito come non del tutto negativo, dell’incompiutez- e pensieri, quella del Titanic che affonda, bisogna chiedersi se sia sprofondato e sparito per sempre o se za? Bettiza: «Sì, la caccia alla totalità, nella letteratura ancora ribolla, magari pronto a riesplodere e vada cui apparteniamo, porta necessariamente all’incom- dunque scandagliato». Bettiza: «Il Novecento, definito da Hobsbawn "sepiutezza. A differenza dello scrittore italiano, quello di frontiera è adatto a travalicare i confini e rompere colo breve", si sta invece rivelando lungo, lunghissile chiusure, favorendo il travaso di un secolo, il Nove- mo. Stermini, esodi, carestie, guerre regionali infinicento, solo apparentemente concluso. Le cinquecen- te, malattie e miracoli inauditi: non si può costringerto pagine del mio Fantasma di Trieste, le duemilaset- lo nella camicia di forza della brevità, facendolo cointe dei Fantasmi di Mosca sono la testimonianza di cidere quasi al millimetro con la durata del comuniquesta mia ricerca della totalità. Non per titanismo o smo reale. Il secolo passato si è innestato su quello superomismo, sia ben chiaro. Ma perché altrimenti, attuale, senza soluzioni di continuità. Ecco perché il secondo me, non si possono più scrivere romanzi seri nichilismo dolce e pigro di questi anni zero del XXI e credibili. Devono confluirvi vari elementi e generi secolo non può esprimerlo, se non stancamente». Un tempo, si usava l’immagine del «filo rosso» per contrastanti, come la narrazione, la filosofia politica, anche certe forme di giornalismo: nel tentativo di ri- collegare ieri e oggi. Magris: «Se alludi all’epoca del comunismo, certo creare, dopo l’antiromanzo, il post-romanzo». Tutto questo sembra vi porti molto lontano dai mo- tragica, direi che è finita per quel che riguarda le sue delli italiani contemporanei. Tu Enzo fai spesso il no- risposte, ma restano invece aperte le sue domande. Non è un caso che il mio Alla cieca e Il libro perduto me semmai di Milan Kundera. Magris: «È una sete di totalità. Ciò implica una di Bettiza siano apparsi, senza che l’uno sapesse delestraneità all’attuale restaurazione della narrativa tra- l’altro, quasi contemporaneamente. E che siano decidizionale, anche se né Enzo né io siamo mai stati samente "altri" e diversi rispetto alla letteratura italiaesplicitamente avanguardisti, pur sentendo fortemen- na corrente e che in entrambi ci sia il corto circuito te — almeno io — l’esigenza, ancora insoddisfatta e tra grandezza e miseria, idealità e tragedia di quel filo
Vedute Budapest divisa dal Danubio in un’opera (olio su tela) realizzata nel 1970 dall’artista americano Robert McIntosh (foto Corbis)
rosso del comunismo col quale inizia (e prosegue con furore) la narrativa di Enzo. Siamo epigoni o scrittori che tentano di avanzare verso il futuro attraverso lo squarcio del Novecento "interrotto"». Bettiza: «Interrotto fino a un certo punto. Non s’erano mai visti altrettanti travasi, scambi fra ieri e l’oggi della nostra stanca civiltà occidentale. Il comunismo ha attraversato il nostro tempo nelle sue dimensioni politiche, moralistiche, criminali. Purtroppo alle domande eccessive, umane troppo umane, il comunismo ha dato la sua risposta: sempre la più disumana. Insomma, l’eterogenesi della risposta finale. Penso alla "Storia come camera di rianimazione" descritta nel tuo Alla cieca, in cui sembri darmi ragione».
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Cultura 47
Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
Modelli
Le opere e i luoghi
Il Duce costrinse Pio XI a tacere sull’Abissinia
Mosca, il Danubio e la Dalmazia Il romanzo centrale nella produzione letteraria di Enzo Bettiza rimane I fantasmi di Mosca (pubblicato nel 1993 da Mondadori), in cui un ruolo fondamentale è svolto dall’hotel Lux di Mosca, dove alloggiavano i capi del comunismo europeo negli anni del terrore staliniano. Anche Il libro perduto (Mondadori, 2005) è un affresco dei grandi drammi novecenteschi, contemplati però dal punto di vista della Jugoslavia. In un libro-conversazione, Arrembaggi e pensieri (Rizzoli, 2001) Enzo Bettiza e Dario Fertilio affrontano i temi storici, politici e letterari del Novecento filtrati attraverso la comune cultura dalmata. Claudio Magris, nel suo Danubio, uscito in prima edizione da Garzanti nel 1986, ripercorre storia, folclore e letteratura mitteleuropei seguendo il corso del fiume. Il tema del viaggio, questa volta rivolto fino alle terre estreme dell’Islanda e della Tasmania, ritorna nel suo romanzo Alla cieca (Garzanti, 2005), dove però sullo sfondo rimane la tragedia di Goli Otok, l’Isola Calva, ovvero il gulag dove Tito fece incarcerare e torturare a morte i suoi oppositori politici.
Magris: «Sì, scrivo che la Storia è una camera di rianimazione ed è facile sbagliare dose e mandare all’altro mondo i pazienti che si volevano salvare». Bettiza: «La coincidenza mi fa pensare a quello "hangar di rianimazione" che in parte sono i miei Fantasmi di Mosca. Un inno tragico e parodistico alla partenogenesi antropologica del comunismo». Magris: «Il Novecento mi sembra segni la rottura di un equilibrio non ancora ricostituito, una tensione convulsa fra totalità — un impulso buono ad una vita unitaria pervasa di senso, ma pervertito in tanti tentativi di realizzazione politica — e frammentazione, anch’essa buona nella rivendicazione dell’individualità, ma pervertita nell’ossessione particolaristica» Bettiza: «Concordo, salvo completare il termine
"totalità" con quello di totalitarismo. Il che mi conduce a riconoscere un’altra continuità storica e ideologica: quel filo che lega il nazionalsocialismo al gemello comunista e, oggi, al nipotino islamista. Una tensione alla totalità, vedi, che ha generato e continua a generare gli orrori sotto gli occhi di tutti». Magris: «Sì, a parte ogni giudizio politico, certo diverso in noi due, il filo rosso del comunismo mi sembra rimanga centrale. E accanto ad esso il tentativo fallito di sottoporre l’economia alla politica. Tentativo di per sé sensato, che nasce da un fondamentale impulso, ma che appunto si è pervertito nei totalitarismi. Ma, anche qui, una domanda rimasta aperta, che segna il mondo e il modo di rappresentarlo, di raccontarlo». È questo fallimento, oltre al tentativo di superarlo, che gli scrittori dovrebbero cercare di esprimere? E si nasconde qui, in questa mancanza, la ragione per cui tanta letteratura contemporanea non ci parla, non ci coinvolge davvero? Bettiza: «Certo, dobbiamo cercare di capire, ed esprimere, il perché alle domande fondamentali poste dal Novecento siano state date risposte così disastrose. Il fallimento di quell’impulso, di quella fede totalitaria sarà stato anche titanico, a tratti superomistico, quasi più nietzschiano che marxiano, ma ha pur sempre portato con sé risposte criminali e nichilistiche». Magris: «Risposte sbagliate, ma forse domande ancora aperte, se riflettiamo su quanto sta accadendo nel mondo. E allora io sostengo la necessità di recuperare una dimensione forte della letteratura, opposta al pensiero debole post-moderno. Si deve ritornare a cogliere la grandezza e la tragedia di ciò che accade. Penso a certe tue pagine che mi hanno sempre colpito in questo senso, ad esempio la descrizione dell’umiliazione di Voroscilov nel Diario di Mosca, del volto di Tito a Praga nel ’68, o di quelli dei fedeli ai suoi funerali, descritti da te, Enzo, nei tuoi ultimi saggi. Sento, ad onta di ogni differenza, un’aria di famiglia col ritratto che cerco di dare di Alberto Cavallari, nel mio Danubio, inviato speciale disperso nel buio e nel fango ungherese durante l’invasione sovietica del ’56…». Bettiza: «... o all’attrazione per i luoghi estremi, in tutto il tuo Alla cieca. Se li confronto con certi passaggi dei romanzi di oggi, che hanno abbandonato Manzoni e discendono senza saperlo da d’Annunzio, ho l’impressione che la grande storia dia fastidio a chi vuol raccontare solo storie minori. Costoro si levano a stento il cappello per Svevo, mentre Saba e Marin, Giotti, Slataper e Michelstaedter, e più in là, nel Veneto occidentale il grande, ignorato e frainteso Piovene, sono dimenticati. Ma io preferisco restare con loro. Della noia e dell’ammirazione stupefatta per quel Cagliostro militarizzato della letteratura che fu d’Annunzio (Italia novecentesca al cubo) oggi non mi resta che la noia. Fiume meritava più navi e commerci che puttanieri in stivali e "alalà"». Una letteratura forte per un secolo lungo. Magris: «Ciò che conta non è tanto il prodotto letterario, ma sono le cose ultime. O almeno, visto che queste inevitabilmente ci sfuggono, le cose penultime, ma pur sempre fondamentali, perché, pur facendoci sentire la nostra inadeguatezza, ci rimandano a quelle…».
Inediti Uno studio di Lucia Ceci sui cattolici e l’impresa coloniale
Ernesto Sábato, 99 anni, argentino, è famoso per il libro di memorie «Prima della fine». Tra i suoi romanzi «Il tunnel», «Sopra eroi e tombe», «L’angelo dell’inferno» (foto Victor Rojas / Afp)
Mario Vargas Llosa, 74 anni, peruviano e già candidato alla presidenza del suo Paese, ha scritto romanzi come «La festa del caprone» e «Il paradiso è altrove» (foto Daniel Aguilar / Reuters)
Jonathan Littell, 43 anni, statunitense naturalizzato francese, è diventato famoso per «Le benevole» dove adotta il punto di vista di un ufficiale delle SS (foto Jean Jacques Ceccarini / Epa / Ansa)
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Il Papa si rassegnò per non sembrare ostile al regime di ANTONIO CARIOTI
A
i primi di dicembre del 1935 Benito Mussolini era inquieto. L’avanzata in Abissinia, dopo i successi iniziali, segnava il passo. Anzi il nemico aveva avviato una controffensiva che stava creando difficoltà alle truppe italiane. Meglio sembravano andare le cose sul fronte interno, visto che la massa della popolazione appoggiava con entusiasmo la guerra d’Etiopia e lo stesso clero guardava con estremo favore all’impresa coloniale. Ma rimaneva un’incognita circa l’atteggiamento della Santa Sede e in particolare di Papa Achille Ratti, Pio XI. Il 18 dicembre era prevista la giornata dell’oro alla patria. E la gerarchia ecclesiastica italiana si stava prodigando per la riuscita dell’iniziativa. I vescovi donavano anelli e croci, esortavano i fedeli a sacrificare le fedi nuziali al sogno imperiale. Ma due giorni prima del rito fascista, il 16 dicembre, era in programma a Roma un concistoro per la nomina di alcuni cardinali. E c’era il rischio che Pio XI cogliesse l’occasione per invocare la pace in Africa orientale, visto che già in agosto il Pontefice si era pronunciato contro la guerra (l’incidente era stato tamponato a fatica con resoconti giornalistici «addomesticati») e più di recente «L’Osservatore Romano» aveva richiamato con favore la prospettiva di una mediazione franco-britannica per chiudere il conflitto iniziato in ottobre. Quel momento cruciale per la crisi abissina è ora ricostruito nei dettagli da Lucia Ceci, storica dell’Università di Roma Tor Vergata, grazie all’ampia documentazione inedita da lei reperita nell’Archivio segreto vaticano. Mussolini fece forti pressioni perché il Pontefice tacesse sulla guerra. E Pio XI si piegò, per non compromettere i buoni rapporti instaurati con il fascismo in seguito ai Patti lateranensi del 1929. Infatti Il Papa non deve parlare (Laterza, pp. 264, € 20) è il titolo del saggio di Lucia Ceci su Chiesa e guerra d’Etiopia appena uscito in libreria con prefazione di Angelo Del Boca. La giornata decisiva fu il 13 dicembre 1935, allorché il conte Bonifacio Pignatti, ambasciatore presso la Santa Sede, si recò a conferire con il segretario di Stato vaticano Eugenio Pacelli (il futuro Papa Pio XII). Il diplomatico italiano chiarì che Mussolini non era interessato alle «proposte irrisorie» avanzate da Londra e Parigi. E quando Pacelli gli fece presente che il Papa avrebbe voluto «annunziare qualche speranza di pace» nella sua allocuzione all’imminente concistoro, Pignatti replicò seccamente che un invito di Pio XI a una tregua «sarebbe stato considerato dal governo fascista e dal Paese un atto inamichevole». Il segretario di Stato dovette rimanere impressionato perché, ancor prima di consultare il Pontefice, rispose subito: «Allora non se ne farà nulla». La conferma venne l’indomani, 14 dicembre, in un colloquio tra Mussolini e padre Pietro Tacchi Venturi, un gesuita che fungeva da «messo pontificio» presso il dittatore. L’inviato di Pio XI garantì che il Papa «non avrebbe nel prossimo concistoro neppur nominato il conflitto italo-etiopico, contenendosi di fronte ad esso tamquam non esset». Cioè come se la guerra non fosse esistita. Infatti Ratti non parlò dell’Abissinia il 16 dicembre e neanche a Natale. Così il clero continuò a sostenere lo sforzo bellico, convinto che la Santa Sede approvasse tacitamente il suo comportamento. Invece in Vaticano si masticava amaro, come
Ogaden, 1936. Un cappellano militare benedice le mitragliatrici di un reparto di camicie nere durante la guerra d’Etiopia (dal libro di Lucia Ceci «Il Papa non deve parlare», Laterza)
mostrano le note riservate stese da monsignor Domenico Tardini, stretto collaboratore di Pio XI, molto severe non solo verso il fascismo, ma anche verso la Chiesa italiana: «Il clero — scriveva — deve essere calmo, disciplinato, obbediente ai richiami della Patria; è chiaro. Ma invece questa volta è tumultuoso, esaltato, guerrafondaio. Almeno si salvassero i vescovi. Niente affatto. Più verbosi, più eccitati, più... squilibrati di tutti». E anche al di là dei giudizi di Tardini era evidente, nota Lucia Ceci, il timore della Santa Sede di apparire, agli occhi del mondo, allineata sulla posizione dell’Italia durante una guerra di aggressione. Molte altre sono le acquisizioni originali di questa ricerca, la prima dedicata complessivamente non solo all’aspetto diplomatico, ma più in generale al comportamento dei cattolici durante il conflitto. Alcune sono già state anticipate dall’autrice in precedenti contributi: per esempio sulla mancata
lettera di Pio XI a Mussolini alla vigilia della guerra (vedi «Corriere», 23 ottobre 2007), o sull’acquiescenza vaticana verso la politica razzista del fascismo in Africa orientale («Corriere», 5 novembre 2008). Ulteriori elementi nuovi riguardano il tentativo della Santa Sede di coinvolgere gli Stati Uniti in un’iniziativa di pace e il sondaggio compiuto a guerra finita dal monarca etiope spodestato, il negus Hailé Selassié, per aprire un negoziato con l’Italia tramite il Vaticano, fra la fine del 1936 e i primi mesi del 1937. L’imperatore abissino era disposto ad abdicare, pur di ottenere alcune garanzie finanziarie e un ruolo per il suo primogenito nel futuro dell’Etiopia, sia pure sotto sovranità italiana. Ma non se ne fece nulla: Mussolini era sicuro di sé e del suo impero. Ben presto però la guerra mondiale gli avrebbe riservato sgradevoli sorprese. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il caso Il romanziere smentisce le dichiarazioni attribuitegli da Tommaso Debenedetti. E annuncia: «Non farò causa»
Roth: «Mai criticato Obama. Capitolo chiuso» di LIVIA MANERA
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apitolo chiuso. Smentite con sdegnata fermezza le critiche a Barack Obama che non ha mai pronunciato, Philip Roth fa marcia indietro e rinuncia a fare causa a «Libero» e al giornalista free-lance Tommaso Debenedetti, colpevole di avere inventato un’intervista in cui lo scrittore si dichiarava delusissimo dal presidente Obama. «Ero deciso ad andare per vie legali ma quando l’avvocato mi ha detto che sarebbe costato molto tempo e denaro ho deciso di lasciar perdere», dice ora Roth. In verità chi lo conosce sa che nel bene e nel male, la vita di questo scrittore di settantasette anni che negli ultimi cinque ha pubblicato cinque libri, ha una sola regola ferrea: non permettere a nulla e a nessuno di distrarlo dal suo lavoro. Tuttavia una piccola distrazione deve essersela concessa, Philip Roth, se dopo aver scoperto la frode nel corso di un’intervista al «Venerdì» di Repubblica in cui Paola Zanuttini gli chiedeva di render conto di quei giudizi così aspri, lo scrittore ha fatto un’indagine in Rete per scoprire che anche
Philip Roth (foto Douglas Healey/ Ap) e John Grisham (Tina Fineberg/Ap)
John Grisham si era detto assai deluso da Obama in un’intervista a Debenedetti uscita sul «Resto del Carlino», «La Nazione» e «Il Giorno». «L’entusiasmo dello scorso anno si è spento. La gente è furiosa con Obama per avere concluso troppo poco dopo avere promesso troppo» avrebbe dichiarato Grisham, il quale, avvisato dall’agente di Roth Andrew Wylie, smentisce «scioccato». Intanto, la giornalista Judith Thurman ha raccontato questi fatti sul «New Yorker» e chiesto ai lettori di segnalare altre possibili interviste fantasma del medesimo autore. E dalla blogosfera sono emersi i nomi di Gore Vidal (anche lui ha smentito di avere mai parlato con Debenedetti) Paulo Coelho, Amos Oz, Banana Yoshimoto, Toni Morrison e John Le Carré (che invece nega col «Guardian» di avere mai elogiato Berlusconi, come risultava dall’intervista). Ora Roth pretende una smentita alle dichiarazioni anti-Obama (riprese anche da Pierluigi Battista in buona fede sul «Corriere della Sera»). Stando all’intervista di Debenedetti, lo scrittore avrebbe infatti accusato Obama di essere «una grandissima delusione. Sono stato tra i primi a credere in lui,
ad appoggiarlo, ma adesso devo confessare che mi è diventato perfino antipatico». Anche la riforma sanitaria sarebbe stata «una bandiera sventolata per mascherare il nulla, perché i risultati di questa presidenza per ora sono il nulla». L’ironia è che non solo per Roth Obama è «un uomo straordinario». Ma era stato anche tra i primi a sostenerlo. Parlando col «Corriere» all’epoca delle primarie, aveva detto che «in questo Paese un nero ha più probabilità di essere eletto di una donna». E se il giudizio era sembrato un po’ spietato, la sconfitta di Hillary Clinton gli aveva dato ragione. Verso la fine della sua intervista, Debenedetti — che è nipote del grande critico letterario Giacomo Debenedetti — diceva a Roth: «Capisco la sua volontà di non parlare di letteratura. Ma non resisto. Posso chiederle chi sono, oggi, i suoi autori preferiti?». «Sto rileggendo Singer», gli rispondeva lo scrittore, «e lo trovo sempre più grande. Splendido e tristissimo. Ma non mi chieda di più». Forse perché fabbricare opinioni letterarie è più arduo che sparare a zero sulla politica. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
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Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
Lettere al Corriere
I GRECI HANNO MOLTE COLPE MA NON SONO GLI UNICI
Risponde Sergio Romano Della crisi economica greca sarebbe opportuno non limitarsi ad analizzare le alternative di soluzione, analisi senz’altro indispensabile ed urgente, ma anche affrontare a fondo il chiarimento sull'origine della stessa crisi. Ci sono stati sforamenti nei bilanci pubblici, questo è certo, ma per fare cosa? Investimenti validi che ancora non hanno prodotto i loro effetti positivi? Investimenti azzardati che non avranno mai un ritorno economico? Spese gestionali senza copertura che hanno arricchito alcuni lasciando il conto da pagare a tutti gli altri greci? Non sembra che i mezzi di informazione diano risposte a questi quesiti. Ascanio De Sanctis ascaniode_sanctis@ hotmail.com
Caro De Sanctis, gni grande crisi esige una attenta analisi «post mortem». Nel caso della Grecia sappiamo per grandi linee che i conti pubblici furono «ritoccati» sin dalla fase che precedette l’adozione dell’euro. La malattia quindi è vecchia e le responsabilità non sono soltanto greche. Sappiamo anche che la Grecia soffre di corruzione, economia sommersa, evasione fiscale e clientelarismo: fenomeni che hanno l’effetto di ridurre considerevolmente il gettito fiscale e di favorire l’indebitamente delle pubbliche amministrazioni. E abbiamo l’impressione infine che Eurostat (l’istituto europeo di statistica) non sia stato in grado di esercitare una sorveglianza adeguata. Occorrerà capire quali rimedi debbano essere adottati per evitare che altri Paesi, soprattutto nella zona euro, possano nascondere per un periodo così lungo i loro vizi e i
SCHEDE BIANCHE E NULLE
sente di lasciarmelo dire, nella sua rubrica?
Dati (ancora) ignoti Caro Romano, non ho visto da nessuna parte il dato relativo alle schede bianche e nulle nel voto regionale. Eppure quelle schede si sommano alle astensioni per misurare l’ampiezza della sfiducia degli elettori nei confronti della classe politica, fenomeno che mi sembra essere il dato più significativo delle recenti consultazioni. Non sarebbe il caso di sollecitare il ministero a pubblicare quei dati? Giuseppe Tamburrano Roma
Aggiungo la mia firma alla sua lettera.
REGOLA VALIDA PER TUTTI
Buona educazione
Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79
O
loro peccati. È interessante che all’ultimo vertice di Bruxelles i capi di Stato e di governo dei Paesi dell’Ue abbiano preso in considerazione la possibilità di conferire a Eurostat il diritto di ispezionare, all’occorrenza, i conti degli Stati membri. Non esiste tuttavia soltanto un problema greco. La crisi ha messo in evidenza anche l’esistenza di un problema tedesco. Per un paradossale rovesciamento dei ruoli uno dei Paesi più europeisti del continente ha frenato o esplicitamente respinto, per alcune settimane, tutte le formule che avrebbero permesso una soluzione europea della crisi greca. La Germania deve all’euro, in buona parte, lo straordinario aumento
Rinaldo Montalenti tzenkova@alice.it
Con piacere. Ma osservo che quando si dà una lezione di buona educazione è meglio non definire l’allievo «banalmente stupido».
DISOCCUPAZIONE GIOVANILE
Le misure della Lega La Lega si vanta si essere un partito che parla dei problemi concreti e così spiega il successo alle elezioni. Benissimo, allora parliamo dei problemi concreti. L’Istat ha comunicato che la disoccupazione giovanile è salita al 28,2%, il 7,6% in più rispetto alla media europea che è del 20,6%. Mi piacerebbe sapere che cosa
Caro Romano, sono certo che a casa sua, come a casa mia e nella casa di milioni di italiani (ma non tutti, evidentemente) offendere una signora di mezza età nel suo aspetto fisico sia una dimostrazione di maleducazione ma anche di banale stupidità. Se la
La tua opinione su corriere.it
sta facendo la Lega per risolvere il problema. Cristiano Martorella Cristiano Martorella amenouzume@libero.it
AUMENTI PREZZI BENZINA
Polemiche inutili? Ogni volta che i prezzi di benzina e gasolio aumentano, salta fuori la polemica tra la Federconsumatori e i petrolieri. Il problema non si risolve sollevando la questione solo quando i prezzi aumentano, perché le responsabilità sono molteplici. Il prezzo alla fonte è sicuramente troppo elevato,
SUL WEB Risposte alle 19 di ieri
«Save the Children» chiede di proibire per legge schiaffi e scapaccioni ai bambini. È giusto?
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Sì 13,7
delle sue esportazioni; e i saldi attivi dei suoi conti corrispondono spesso ai saldi passivi dei Paesi europei importatori. Ma ha lungamente rifiutato di ammettere che questo possa comportare una sua responsabilità e ha reagito con fastidio quando la signora Lagarde, ministro francese della Finanze, si è permessa di ricordare che una tale situazione è alla lunga insostenibile. Conosciamo i motivi di questa politica. Come Berlusconi, anche Angela Merkel legge i sondaggi e sa che i suoi connazionali considerano con indignazione la possibilità che soldi tedeschi vengano usati per aiutare i «fannulloni» mediterranei. Vi sarà una elezione il 9 maggio per il rinnovo del governo del Land Nord-Reno Westfalia e il cancelliere non vuole correre rischi. Non basta. La Corte costituzionale tedesca ha già fissato alcuni limiti alla politica
europea del governo e potrebbe bollare con il marchio della incostituzionalità qualsiasi sostegno finanziario alla Grecia. Ma è possibile avere una moneta unica senza una politica economica comune e, in ultima analisi, un debito pubblico europeo? Fra i compiti della classe dirigente non vi è soltanto quello di raccogliere consensi e sopravvivere. Vi è anche quello di spiegare ai cittadini perché non sia giusto pregiudicare il futuro per compiacere gli elettori d’oggi. Mi sembra che la Germania, alla fine di un lungo negoziato, abbia fatto un passo indietro, sia pure piccolo. Forse l’aspetto più promettente dell’accordo di Bruxelles è la volontà, manifestata dalla Francia e accettata con qualche riserva anche dalla signora Merkel, di rendere più efficace e coordinato il governo economico dell’Unione.
ma anche le accise applicate dal governo sono scandalose e alcune «voci», ormai obsolete e inutili, servono solo a fare cassa. I governi (di qualsiasi colore) non hanno mai avuto il coraggio di eliminarle e ridurre così il prezzo della benzina. C’è anche il progetto di riduzione delle stazioni di servizio, ma io ne vedo sempre di nuove. È ovvio quindi che stupirsi e polemizzare sugli aumenti senza concrete azioni non serve a niente.
pauroso arretrato civile. Lunedì è arrivata a noi una «grossa sorpresa»: la nostra causa è stata rinviata a febbraio 2013! E tutto è iniziato a marzo del 2004. Io cittadino non vorrei dovermi difendere anche da questa «grossa sorpresa».
Alessandro Mauro pippale@gmail.com
DEL MINISTRO ALFANO
La «grossa sorpresa» Il ministro Alfano ha annunciato una «grossa sorpresa» per alleggerire il
La domanda di oggi
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Siete favorevoli all’utilizzo della pillola Ru486 per l’interruzione della gravidanza?
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Mariella Di Benedetto mery.di@tiscali.it
NELLA SETTIMANA SANTA
Feste e balli a Cortina A Cortina d’Ampezzo dal 2 all’11 aprile, proprio a cavallo della Pasqua, si svolgeranno i Campionati mondiali di curling. Come se non bastasse, la sera di Venerdì Santo, in concomitanza alla celebrazione della Via Crucis, allo stadio Olimpico ci sarà la manifestazione d’apertura con musica e balli. Trovo incoerente e poco rispettoso nei confronti della comunità cristiana organizzare l’evento senza tener conto che Venerdì Santo dovrebbe essere la giornata di maggior contrizione, raccoglimento e preghiera di tutto l’anno. Sara Ferro Venas di Cadore (Bl)
Interventi & Repliche Le funzioni dell’Ordine dei medici
L’articolo di Gian Antonio Stella pubblicato sul Corriere del 17 marzo chiede conto all’Ordine di cui sono presidente, delle azioni disciplinari messe in atto nei confronti di medici sanzionati dalla Magistratura penale in vari gradi di giudizio. Il procedimento disciplinare,quando il merito coincide con un eventuale procedimento penale, va in «stand by» (vedi sentenza Cassazione Civile, Sezioni Unite n. 4893 del 08/03/2006) per essere ripreso a sentenza passata in giudicato, con l’acquisizione di tutti gli atti giudiziali utili dovendo il giudizio comunque esprimersi autonomamente e specificamente nel merito delle violazioni deontologiche eventualmente commesse. Nello specifico il dottor Lo
Zito è stato sanzionato, per i dottori Cuffaro e Miceli sono in corso i relativi procedimenti disciplinari, momentaneamente sospesi in attesa del giudizio in Cassazione; allo stato dei fatti non sussistono i presupposti di legittimità per una interdizione all’esercizio professionale comminata dall’Ordine in ragione di una sentenza giudiziaria verso la quale è in corso un appello in Cassazione. Spiace che un editorialista attento e preparato come Stella, riconduca tutte le funzioni dell’Ordine a quella disciplinare sottostimandone altre, quali ad esempio quella della promozione e della valutazione della qualità professionale. Ho assunto l’incarico di presidente dell’Ordine di Agrigento da quindici mesi dando il cambio ad un altro
presidente molto amato e rispettato, che per 45 anni non si è autoproclamato tale, ma è stato voluto con libero voto dalla nostra comunità professionale. Non mi sento un presidente inutile, così come non ritengo inutile il mio Ordine, soprattutto in questa mia terra così bella e così difficile. Giuseppe Augello, presidente Ordine provinciale dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri, Agrigento
(discutibile, come dimostrano vari provvedimenti quali ad esempio la sentenza di undici-pagine-undici con cui l’Ordine degli avvocati di Verona punì Guariente Guarienti reo di avere irriso alla moda dei cellulari girando con un telefonino di plastica) a che serve l’Ordine? Tanto vale che ci teniamo la Cassazione. E basta. (g.a.s.)
Insisto: la vecchissima legge che regola gli ordini professionali dice che «Coloro che non siano di specchiata condotta morale e politica non possono essere iscritti negli albi professionali e, se iscritti, debbono esserne cancellati». Tema: se un Ordine per tenere ordine «deve» ora aspettare la Cassazione
Riguardo alla notevole quantità di carta sciupata (Corriere di ieri), anche quest’anno i modelli per la dichiarazione dei redditi sono distribuiti unitamente alle istruzioni: sarebbe sufficiente fornirli separatamente, perché molte persone compilano più modelli. Ermanno Galice, egalice@alice.it
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Giulio Lattanzi
Visti da lontano di Massimo Gaggi
L’addio dei pionieri al sogno spaziale
«E
come glielo dico a mio figlio di sei anni che ha appena visitato i musei di Washington e New York, entusiasta delle storie dell’uomo esploratore interplanetario, che è tutto finito?», si chiede sconsolato su Usa Today il fisico della Columbia University, Peter Salgo. In effetti l’America innamorata delle sue sfide impossibili, il Paese che, partendo da zero, ha mandato in dieci anni l’uomo sulla Luna, solo ora comincia a capire le conseguenze dei tagli di bilancio (cancellato il progetto «Constellation» per il ritorno sulla Luna) burocraticamente comunicati dal governo Obama un mese fa: fine dei sogni di un popolo di pionieri che, dopo aver esplorato tutto quello che c’era da esplorare sulla Terra, si era arrampicato oltre l’atmosfera, avventurandosi negli spazi interplanetari. La Nasa, l’agenzia che incarna questo sogno, tra poco non sarà più la compagnia dei viaggi verso l’infinito ma, nella migliore delle ipotesi, un ente di ricerca, un incubatore di tecnologie e il trampolino per lo sviluppo dell’industria spaziale privata. Nel peggiore, il gestore di programmi ridotti a puro «hobby» per giustificare lo stipendio di migliaia di tecnici e scienziati. Già oggi l’unico astronauta di cui ancora si parla è Buzz Aldrin: non perché è stato il secondo uomo a calcare il suolo lunare, ma in quanto arzillo ottantenne che partecipa alla versione americana di «Ballando sotto le stelle». Tristezza? Non è ancora nulla: per l’AmeriObama lascia ca la depressione vera arriverà l’iniziativa a fine settembre quando, dopo l’ultimo volo dello «Shuttle», il alle «astronavi Paese dei pionieri si ritroverà giocattolo» senza un vettore capace di portare uomini nello spazio, totaldei privati mente dipendente per questo da astronavi e missili russi. Neanche da dire che in un mondo nel quale comincia ad avverarsi la profezia della guerra dei robot — quelli impegnati in Iraq e Afghanistan e i bombardieri senza pilota della Cia — anche la Nasa punta sulle navi spaziali automatiche: oggi l’Agenzia non sta sviluppando nemmeno una sonda per l’esplorazione dello spazio remoto. Tutti adesso aspettano col fiato sospeso Obama che il 15 aprile andrà in Florida, lo Stato che rischia di vedere Cape Canaveral trasformata in museo, a parlare del futuro dello spazio. Qualcuno dice che un presidente così inspiring rilancerà il sogno più ambizioso, la conquista di Marte, ma con pochi soldi e l’obiettivo spostato in un futuro remoto. Altri pensano che rinvierà il «pensionamento» degli «shuttle» per evitare a un Paese già ferito dalla crisi e dalla dipendenza finanziaria dalla Cina, l’umiliazione della dipendenza spaziale dalla Russia. Ma il presidente accusato dalla destra di «socialismo» per la sua riforma sanitaria, qui si muove da ipercapitalista: basta con missili e astronavi federali pagate dai contribuenti, spazio ai privati. Che, però, per molti anni ancora non andranno oltre le astronavi giocattolo per voli sub-orbitali. massimo.gaggi@rcsnewyork.com
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Francesconi
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Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
Eventi
LA FIERA DI VERONA
Vinitaly
«L
a capacità dimostrata dai produttori italiani di aumentare la quota di vino esportata nel 2009 nonostante la crisi economica mondiale fa pensare a un tessuto imprenditoriale reattivo, che saprà cogliere velocemente i segnali di ripresa e adattarsi ai nuovi stili di acquisto dei consumatori nel mondo». Così Ettore Riello, neopresidente di Veronafiere, invita ad avere fiducia nel futuro i partecipanti al Vinitaly che, giunto alla 44esima edizione in programma dall’8 al 12 aprile, si apre all’insegna del moderato ottimismo. La rassegna veronese con i suoi oltre 92.000 metri quadrati, i 12 padiglioni e i 4.200 espositori provenienti da Oceania, America, Europa e Africa, ha tutte le carte in regola per, come dice lo slogan della fiera, guardare oltre la crisi. Per l’Italia quindi un calice mezzo pieno (o vuoto), dipende dai punti di vista. Nonostante la crisi che ha attana-
Rialziamo i calici Con 4200 espositori la rassegna mostra chiari segnali di ripresa
gliato il settore, il mercato del vino italiano è oggi il 5% sotto il livello del 2006/07. Lo scorso anno è stato registrato il record assoluto per l’export di vino italiano, che ha quasi raggiunto la soglia dei 20 milioni di ettolitri. Secondo i dati Ismea, l’export vitivinicolo ha registrato un incremento del +10,2% in volume, a fronte di un calo del 5,4% in valore ri-
spetto al 2008. Si tratta di un andamento dettato per lo più dall’incremento delle esportazioni di vini sfusi (+18%) che rappresentano ormai un terzo del totale delle esportazioni di vino italiano (33% contro il 30% del 2008). Relativamente ai vini imbottigliati, la performance risulta positiva solo nei quantitativi (+5%) mentre si riducono sostanzialmente i valori (-4% rispet-
to al 2008). I segnali più importanti dell’export arrivano dal mercato europeo, che ha rappresentato nel 2009 il 56% dei nostri sbocchi. Sandro Boscaini è uno dei signori del vino italiani. L’Herald Tribune, nell’edizione domenicale del 28 marzo, gli ha dedicato un’intera pagina elogiando il suo Amarone e segnalandolo come uno dei produttori che segue attentamente la tradizione. «La crisi del 2009 — dice Boscaini, presidente della Masi Agricola — ci ha fatto crescere. Abbiamo scoperto che le esportazioni devono essere mirate e stagionali. La logistica deve essere più snella e più efficiente. Bisogna ripen-
sare a un nuovo modo di far capire il vino. Un grande esempio ci viene dai paesi scandinavi. In quella parte dell’Europa hanno scoperto il vino italiano, stanno crescendo le esportazioni verso questi paesi, ma se noi italiani vogliamo migliorare ancora dobbiamo far conoscere le zone da cui provengono i nostri vini. Nella Napa valley sono transitati 40 milioni di visitatori, noi con le nostre regioni del vino dobbiamo fare molto di più». I vari affluenti che compongono il grande fiume del Vinitaly hanno come al solito vita autonoma e quindi non si può prescindere dal Sol, la fiera dedicata all’olio extravergine di qualità, dove si potrà
esplorare l’intero panorama dell’Italia oleicola. Così come non si possono dimenticare i global network per gli affari, con i contatti tra i buyer esteri di 110 paesi e gli espositori. Anche Agrifood, l’eccellenza agroalimentare italiana, oltre agli scambi commerciali, promuove la cultura del prodotto e delle vere tradizioni gastronomiche del nostro paese. Ma non si vive di soli affa-
Oltre la crisi Nel 2009, con 20 milioni di ettolitri, il vino italiano ha raggiunto il record assoluto per l’export
ri. Le serate di espositori e buyer, oltre alla grande cucina dei ristoranti d’autore, saranno allietate dagli eventi in città. Jazz, funk e blues saranno al centro di Vinitaly for you. Nella splendida cornice del palazzo della Gran Guardia, in piazza Bra fino a mezzanotte, glamour, musica dal vivo e soprattutto una grande enoteca, quella di Vinitaly, gestita anche quest’anno in collaborazione con l’Associazione Donne del Vino e affiancata dai cocktails a base di Durello del Consorzio. Costo del biglietto: 12 € per due degustazioni di vino, una di cocktail e una di sfiziosità. In omaggio, Guida dei Vini e un bicchiere impreziosito da citazioni sul vino di grandi poeti, scrittori e filosofi. Anche quest’anno a dare voce al pubblico di Vinitaly for you la trasmissione Decanter di Rai Radio 2 con le sue dirette serali.
Maurizio Di Gregorio © RIPRODUZIONE RISERVATA
Lo sviluppo Ecco come esportiamo tecnologie e saperi nelle industrie olearie del Mediterraneo riaffermando la nostra leadership internazionale
Il genoma delle olive «made in Italy» sbarca in Africa di LUIGI CARICATO
L’
Italia dell’olivo conosce molto bene le dinamiche della globalizzazione. Con secoli di traffici d’olio alle spalle, da far invidia a tutti, non dovrebbe aver paura di nessun Paese concorrente. Nemmeno di quelli partiti da poco con investimenti da capogiro. Ma da noi più di qualcuno — soprattutto tra le organizzazioni dei produttori — teme una progressiva perdita di leadership mostrando segni di insofferenza e ponendosi in atteggiamento di chiusura, sbagliando tuttavia tattica. La Spagna da parte sua incalza facendoci sentire il fiato sul collo. Si muove con grandi volumi di prodotto, con nuove idee e tre storici marchi italiani oggi tenacemente in loro possesso. Carapelli, Bertolli e Sasso sono infatti utilizzati come testa d’ariete per penetrare nei mercati che contano. Sul quotidiano «El Pais» lo scor-
so settembre si leggeva però il seguente passaggio: «Para la mayoría de los habitantes del planeta, aceite de oliva es sinónimo de aceite italiano». Dovremmo essere tutti orgogliosi se ancora vantiamo tale alta considerazione nel mondo. Non può certo fermarci la paura, perché questa appartiene a chi non ha idee. La concorrenza può solo stimolare l’ingegno e l’intraprendenza. Non è un caso che tanti italiani, nonostante l’imperversare della crisi economica mondiale, continuino ad affrontare con successo la complessità e le contraddizioni dei nuovi scenari operativi, esportando oltre all’olio anche le proprie competenze, e soprattutto tanta tecnologia. L’industria meccanica italiana è sempre stata all’avanguardia e, per ciò che concerne le macchine d’estrazione dell’olio dalle olive, domina incontrastata la scena da sempre. Non c’è Paese al mondo che non abbia macchinari italiani. Le
Prima fila L’industria meccanica italiana è all’avanguardia per ciò che concerne le macchine d’estrazione dell’olio dalle olive. Nella foto, un frantoio in Croazia (afp)
nostre aziende hanno di fatto imposto i propri modelli e la propria competenza su più fronti, dai più piccoli impianti a quelli in grado di molire quantità industriali di olive. Un progresso senza fine che ha visto nettamente perfezionata la tecnologia dei frantoi, al punto che oggi si può conseguire la massima resa d’estrazione in olio e nel contempo un prodotto di ottima qualità. Il
grado di informatizzazione degli impianti permette di programmare e ottimizzare alla perfezione le varie fasi della lavorazione, con la possibilità di gestire anche i dati che se ne ricavano in modo da trarre il massimo vantaggio nel differenziare ed esaltare le peculiarità sensoriali e nutrizionali degli extra vergini. Tutto è in evoluzione. Le attività di ricerca procedono senza sosta e chis-
sà a quali altre innovazioni assisteremo nei prossimi anni. Gli italiani da parte loro riescono ancora a distinguersi per bravura. Infatti, è notizia recente, sono stati i primi a decodificare il genoma delle olive. Grazie a tale scoperta sarà possibile esercitare un’influenza sulle sostanze aromatiche alla base del bouquet dell’olio. È una scoperta importante che ci onora ed è un motivo in più perché si ricorra ai nostri esperti per consulenze internazionali. Sono soprattutto i governi del Nord Africa a cercare di trarre il massimo vantaggio. Il loro primo obiettivo è il recupero della biodiversità. La Tunisia è in testa tra tutti, corre a grandi passi sorprendendo per la qualità degli oli prodotti. Altrettanto motivati sono pure il Marocco, l’Algeria e la Siria: non demordono. Hanno chiesto e ottenuto un sostegno dalla Banca mondiale e ora gestiscono quattro distinti modelli di vivaio pilota per
la produzione di piante moderne. Evitano per quanto possibile di ricorrere a varietà italiane e spagnole, puntando a valorizzare le risorse autoctone. Stessa determinazione in Albania, dove il premier Sali Berisha ha disposto un investimento di oltre 640 milioni di dollari in dieci anni per passare dagli attuali 40 mila ettari olivetati a 100 mila. Non sono casi isolati. Gli italiani vengono coinvolti in ogni dove, in Cile, in Australia e altrove, segno che siamo effettivamente bravi. Peccato che da noi si valorizzino poco le risorse interne. Il rischio, senza una adeguata riforma dell’olivicoltura, è che le nostre professionalità si orientino a lavorare per altri Paesi e a nostro svantaggio. Forse è giunto il tempo di investire di più, ma nessun governo nazionale finora sembra rendersene conto. La concorrenza fa paura solo a chi non ha il coraggio di affrontare la realtà. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Eventi 51
Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
La guida La 44esima edizione del Vinitaly si svolge dall’8 al 12 aprile 2010, organizzato da Veronafiere. Ha una superficie di oltre 91.000 metri quadrati con 12 padiglioni, oltre al secondo piano del Palaexpo. Gli espositori sono più di 4.200 e arrivano da Oceania, America, Europa e Africa. Nell’edizione del 2009 i visitatori sono stati oltre 150.000, dei quali 45.000 stranieri (erano stati 43.000 nel 2008) provenienti da 112 Paesi. Sito internet: www.vinitaly.com
Le signore in rosso Attento e professionale, ecco il panel tasting al femminile che seleziona il Brunello «Prime Donne». Da sinistra: Barbara Magnani, Valérie Lavigne, Daniela Scrobogna e Astrid Schwarz
L’iniziativa «La Gazzetta dello Sport» presenta «I love vino», in edicola dal 12 aprile (12.99 euro più il quotidiano). Un viaggio attraverso sapori e colori, una guida facile a cura del Gambero Rosso. Tutti i tipi di vino, le regole per comprare e conservare, gli abbinamenti migliori, gli itinerari enogastronomici da non mancare. «I love vino» è al Vinitaly nello stand de il Gambero Rosso, presenti il pilota di Formula 1 Jarno Trulli e campione di ciclismo Francesco Moser
La tendenza Sono riunite in un’associazione che conta circa ottocento iscritte
Scocca l’ora delle prime donne «Qualità sì, ma anche business» Cresce sempre più la presenza femminile nel mondo dell’enologia rà presentata ufficialmente l’8 aprile, al Vinitaly, durante la Cena di Gala. Nell’occasione, enuncerà le linee guida del programma. Anticipa: «Il nostro Statuto parla di promozione della cultura del vino. Dati i tempi — e mi riferisco alla crisi — occorre fare un passo in avanti. Puntando anche sull’aspetto commerciale. In altre parole, l’obiettivo vendita è in primo piano». Ma le donne, intraprendenti, sono già su questa strada. Racconta Anna Abbona, piemontese, presidente della storica casa «Marchesi di Barolo»: «Viaggiando all’estero
di MARISA FUMAGALLI
L
Una botte da Guinness «Magnifica» è la botte da affinamento più grande del mondo. Si trova nell’azienda Tommasi Viticoltori ed è costruita con 5.000 kg del miglior rovere, per un volume di 40 mc. e una capacità di 33.300 litri. Il legno delle doghe (spesse da 85 a 110 mm e lunghe 360 cm) proviene da una foresta con oltre 200 anni di vita
a quota, qui, non è rosa ma rosé. Come il vino. E le sue protagoniste. Sempre più numerose, brave, toste, inarrestabili. Visibili, soprattutto. Spiega Tiziana Frescobaldi: «Dietro le quinte, le donne hanno sempre lavorato nelle aziende di famiglia. Ma il fenomeno recente è la loro affermazione personale, in un mondo ancora maschilista. Voglio dire che oggi le signore detengono ruoli chiave. Sia a livello manageriale che tecnico. Un esempio? Le enologhe, fino a pochi anni fa, erano una rarità assoluta. Adesso ce ne sono parecchie; brave, affidabili. E molto capaci nell’interpretare i gusti dei consumatori contemporanei». Se la cantano e se la suonano, si potrebbe osservare. Forse. Tuttavia, il successo ottenuto è indiscutibile. Prendiamo Donatella Cinelli Colombini, senese, 57 anni. Dopo aver lavorato per 14 anni nell’azienda di famiglia, nel ’98 ha cominciato a far da sé, in altri poderi dei genitori. Nel frattempo aveva già fondato il «Movimento del turismo del vino» e inventato «Cantine aperte». Al netto dei libri scritti, dei premi ricevuti, Donatella si è lanciata nel «Progetto Prime Donne». Che mette insieme vino e cultura. La cifra «rosa», esaltata al massimo, sta nella sua cantina di Montalcino, «Casato Prime Donne». Qui l’organico è tutto femminile. Dall’enotecnica Barbara Magnani alle cantiniere. Non è tutto. Di recente, Cinelli Colombini ha ingaggiato come consulente un’enologa francese, con curriculum a dir poco prestigioso. Si chiama Valerie Lavigne, 43 anni, ricer-
Il successo Molte di loro lavorano con i mariti, i padri, i fratelli ma con identità e incarichi imprenditoriali ben marcati
catrice all’Università di Bordeaux; ha lavorato nelle cantine più importanti del mondo. Chateaux d’Yquem, Margaux, Cheval Blanc, per citarne alcune. Va da sé che al Vinitaly il mondo femminile sarà ben rappresentato. Tante signore delle vigne agli stand e non solo. L’immagine forte della
❜❜ Pochi anni fa, le
enologhe erano una rarità. Adesso ce ne sono tante. E brave
categoria riunita è l’Associazione «Donne del vino», fondata da poco più di vent’anni. Così, nuove generazioni crescono. Nel gruppo, ci sono anche le ristoratrici, le enotecarie, le giornaliste del settore. Poco meno di 800. Ma lo zoccolo duro — circa 500 — è composto dalle produttrici. Nomi noti e meno noti della viticoltura italiana. Molte di loro lavorano con i mariti, i padri, i fratelli, ma con identità e ruoli ben marcati: Frescobaldi, Antinori, Allegrini, Boscaini, Moretti, Cinelli Colombini, Gaja, Foradori... La nuova presidente dell’Associazione è Elena Martusciello. Delegata della Campania, subentra a Pia Donata Berlucchi. Sa-
Palati fini Le «Donne del vino» sono 800 signore (500 produttrici). Compaiono: ristoratrici, enotecarie e giornaliste. Nella foto (Murialdo), Anna Abbona dei «Marchesi di Barolo»
con mio marito, ho capito che produrre vino, vino buono, non basta per entrare nel cuore dei consumatori. L’ospitalità è una carta importante da giocare. Fatto sta che, nella sede storica, abbiamo aperto un ristorante. L’idea è stata mia. Abbinare cibo, vino, territorio, è il migliore biglietto da visita». Patrizia Felluga, friulana, «figlia d’arte», presidente del Consorzio Collio e Carso, dopo aver chiuso con l’azienda di famiglia, decide di recuperare un antico vigneto, dal nome austro-ungarico, «Zuani». E nel 2007, a pochi passi dalla cantina, apre la trattoria «Luka» («porto», in sloveno). «Ho mantenuto il nome — osserva — perché interpreta la nuova sfida: un porto dove i viaggiatori possano degustare i vini bianchi del Collio». © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’innovazione Risparmio energetico, basso impatto ambientale e tutela della biodiversità cambiano la produzione nelle aziende vinicole
E con la «green economy» le cantine diventano ecologiche di MAURO REMONDINO
C
oltivare energia. Non spaventa più questo slogan che a suo tempo non sorprese del tutto i giovani produttori del vino sempre più coscienti del dovere di un approccio sostenibile. La green economy ha portato vini biodinamici, viticoltura biologica, cantine messe su secondo principi del risparmio energetico e con un basso impatto ambientale. Ora è il momento del biogas. Ginori Lisci, azienda della Val di Cecina, sta per inaugurare un impianto da 5,6 milioni di chilowatt/ora di energia rinnovabile. Ambiente pulito, vigne più salubri, vino più godibile per la salute. «Migliorarsi non è soltanto una opportunità, ma un dovere», ribadisce Luigi Malenchini, ad dell’azienda e nipote del marchese Ginori Lisci. «Dalla terra — aggiunge il manager — arrivano nuovi impulsi di sviluppo, noi puntiamo decisi a essere un’impresa agri-
cola contemporanea. Un nuovo equilibrio è possibile». Il loro impianto costato 3 milioni di euro sarà alimentato da 280 ettari seminativi suddivisi tra 80 ettari di mais, 100 di sorgo e 100 di triticale, oltre alle vinacce in arrivo dalla produzione di vino. Il biogas contribuisce a ridurre la produzione di energia da combustibili fossili, e dunque da un’alta emissione di gas-serra, aiuta a diminuire considerevolmente le emissioni di CO2, favorisce il riciclo dei residui colturali/vinacce, produce fertilizzanti di qualità e sostiene l’economia dell’azienda stessa. Non poco, tenuto conto
Il nuovo galateo Tasca d’Almerita, storica griffe siciliana, ha messo a punto un codice di comportamento con la Cattolica di Milano
che nel bene e nel male il protocollo di Kyoto sta portando le imprese a interrogarsi su come monitorare efficacemente il loro impatto ambientale. A Verona, organizzato da L’informatore Agrario, venerdì 9 aprile, si svolgerà un convegno sul tema. Proprio Tasca d’Almerita, storica griffe siciliana, azienda modello sin dall’Ottocento, conferma questo ruolo aprendo la strada dell’ecosostenibilità in cantina. Alla tenuta di Regaleali, Alberto e Giuseppe Tasca, figli di Lucio, ultima generazione al lavoro, ne sono fermamente convinti. Il loro programma di sostenibilità, realizzato con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, introduce un codice di comportamento che dovrebbe garantire al viticoltore di ottenere, in modo continuo e nel lungo periodo, benefici sociali e umani, oltre a perseguire obiettivi ambientali ed economici. «Il vino — dicono — risulta frutto di un processo produttivo sensibile all’am-
Vinacce Il disalcolatore a vapore
biente, socialmente equo ed economicamente efficace». Lucio Tasca d’Almerita ha visto lungo quando ha scelto di creare, a Salina, un resort secondo i crismi della bioarchitettura. Certo, il fascino ambientale dell’isola, patrimonio Unesco, non ha nulla a che vedere con le polveri inquinanti del Nord. Ma, dicono alla distilleria Bonollo Umberto, di Padova, secondo la tradizione contadina, «non si butta via niente». In azienda è operativo un programma di recupero delle vinacce esauste. Opportunamente trattate diventano ottimo combustibile per generare calore necessario a ottenere il vapore in distillazione. Gli stessi scarti liquidi della lavorazione vengono recuperati e, attraverso un procedimento anaerobico, consentono di ricavare biogas. Si abbatte l’inquinamento e il biogas, trattato, finisce in un reattore endotermico dal quale si ricava energia. Certo, nella nostra Italia ci si muove
a fatica. I nostri vicini, francesi, nel Languedoc-Roussillon, hanno già intrapreso politiche di sviluppo sostenibile creando un Comitato Direttivo che raggruppa esperti, operatori e ricercatori dell’Università di Montpellier. Da noi si sta ancora a bocca aperta. Per esempio, per quanto sta facendo, a Monforte d’Alba, nelle Langhe, la famiglia Costa, dove sta prendendo forma la prima cantina certificata CasaClima. «Buon senso, creatività e la migliore tecnologia bioedilizia, sono le nostre carte vincenti», dice il trentacinquenne Luca Costa, ultima generazione della green economy. Le chiavi energetiche sono due: risparmio e autoproduzione. Intanto dai filari di undici ettari coltivati a Nebbiolo e Dolcetto, è nato il primo vino dell’azienda. Un Dolcetto in vendita a 15 euro tra poco in enoteca. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
Spettacoli L’anticipazione Il regista 72enne: «Che sia un eroe o un fuorilegge, rende concreto lo spirito di libertà»
LOS ANGELES — «Mi rende felice tornare a Cannes: quando ci portai I duellanti mi sentivo ancora un ragazzo». In effetti sono passati 33 anni e Ridley Scott, oggi settantaduenne, inaugurerà il Festival francese, il prossimo 12 maggio, con il suo Robin Hood. «E la Storia — tiene subito a precisare — è la mia passione. Robin Hood è un personaggio emblematico, che nel mondo di oggi — sovrappopolato e volgarmente globalizzato da piccole e spesso squallide leggende metropolitane — non potrebbe esistere né tantomeno esercitare un’influenza sull’immaginazione popolare. E’ un film che ho fortemente voluto, perseguendolo con diverse riscritture del copione e allontanandomi il più possibile dalle pellicole del passato». «Non voglio fare collegamenti tra Robin, il Medioevo e il mondo di oggi — premette — ma tengo a un concetto: tra i poteri, sempre più confusi e sporchi, della politica e delle religioni, mi pare importantissimo rilanciare il significato della foresta di Sherwood». Scott è impegnato nella fase finale di montaggio assieme a Pietro Scalia nei suoi uffici a West Hollywood; del film è anche produttore assieme alla Universal e a Brian Grazer. Sui monitor, grandi quasi come gli schermi di un cinema, Russell Crowe va a cavallo, chiede la mano della vedova Lady Marian (Cate Blanchett) a sir Walter Loxley (Max Von Sydow). «Faranno anche parte della storia del cinema — aggiunge divertito — ma nessuno dei film del passato sul personaggio mi è mai piaciuto. E il più stereotipato, proprio brutto, è di sicuro quella con Errol Flynn». «Io — prosegue — sono fiero del mio cast, da William Hurt che è un infido William Marshall, a Matthew Macfayden che fa lo sceriffo di Nottingham; da Danny Huston, un magnifico Re Riccardo, alla brava Léa Seydux, la principessa Isabella. Ed è stato straordinario parlare durante le riprese con Eileen Atkins, un’attrice leggendaria: la sua Eleonora D’Aquitania ha momenti centrali in un film che nel suo arco narrativo, tra il 1199 e il 1215, non trascura le donne, co-protagoniste della vita e della Storia» E Russell Crowe? Ridley Scott a questa domanda ride: «È dimagrito grazie al duro training che gli ho imposto tra allenamenti con l’arco, cavalcate e scene appassionate con Cate, perché il film è an-
I precedenti «Attore fisico» Russell Crowe, 46 anni il prossimo 7 aprile. Dice Scott: «La sua sensualità mi è servita per scavare nel personaggio»
1922 - Fairbanks (muto) Douglas Fairbanks ed Enid Bennet nel film muto che fu diretto da Allan Dwan
1938 - Il mito di Flynn Errol Flynn (a sinistra) e Basil Rathbone nel film di Michael Curtiz e William Keighley
«Il mio Robin Hood pacifista per sorprendere tutti a Cannes»
1973 - Il cartone Disney Forse il Robin Hood più famoso: fu diretto da Wolfgang Reithman dopo «Gli aristogatti»
Ridley Scott racconta il kolossal: diverso da tutti quelli del passato
Sul set Cate Blanchett, Russell Crowe e Ridley Scott
che una complessa storia d’amore tra Robin e la sua Marian, che sposerà, ma diversi anni dopo il loro incontro. Mi trovo sempre benissimo con Crowe. È un attore anche molto fisico e la sua naturale sensualità mi è servita per scavare nel personaggio, nella sua complessità, nei travagli del suo passato. Robin non è solo un uomo che rubava ai ricchi per dare ai poveri e io non ho voluto manipolarlo con stereotipi ideologici. Mi interessava parlare di un individuo contrario al concetto stesso del binomio potere-corruzione». Il film, costato oltre 130 milioni di dollari, avrà un’anteprima riservata alla stampa a Londra in anticipo su Cannes
e Ridley Scott spiega il perché: «Tutto è radicato nella mia Inghilterra, dove abbiamo ricostruito il villaggio di Nottingham e interi spaccati del XIII secolo. La povertà estrema di alcune zone è un elemento chiave di questa storia». Le sequenze più comples-
❜❜ Penso anche a un
film su Gorbaciov e Reagan: cercherò l’autenticità degli uomini, i loro errori
Le indiscrezioni sul cartellone del Festival
Attesi Frears, Malick, Godard, Inárritu. Niente Italia CANNES — Il cartellone giusto arriverà il 15 aprile. Nel frattempo le indiscrezioni su chi sarà di scena al prossimo Festival di Cannes, in programma dal 12 al 23 maggio, cominciano a correre veloci. Tra i titoli dati in predicato per la 63ª Palma d’Oro, Tree of life dell’americano Terrence Malick, Biutiful del messicano Alejandro González Inárritu, Tamara Drewe dell’inglese Stephen Frears, Another Year del suo connazionale Mike Leigh. Più un paio di immancabili film coreani: Poetry di Lee Chang-dong e The Housemaid di Im Sang-soo. Ma in gara potrebbero esserci anche Black Swan dell’americano Darren Aronofsky, Miral del suo connazionale Julian Schnabel, Outrage del giapponese Takeshi Kitano e due lungometraggi argentini: Carancho di Pablo Trapero e Ciencias morales di Diego Lerman. E l’Ungheria spera di agganciare la selezione in extremis con The Turin Horse di Bela Tarr, ma anche con
The Frankenstein Project di Kornel Mundruczo. Quanto ai titoli francesi, i giochi non sono ancora fatti: tra i favoriti ci sarebbero Carlos di Olivier Assayas, La princesse de Montpensier di Bertrand Tavernier e Hors-la-loi di Rachid Bouchareb, Les petits mouchoirs di Guillaume Canet. La coproduzione franco-italiana Copie conforme dell’iraniano Abbas Kiarostami potrebbe essere selezionata fuori concorso (la presenza della sua protagonista Juliette Binoche sul cartellone del festival sembrerebbe infatti incompatibile con la competizione), così come You will meet a tall dark stranger di Woody Allen e il titolo francese d’animazione Le chat du rabbin di Joann Sfar e Antoine Delesvaux. Grande attesa anche per Socialisme, che riporterebbe a Cannes Jean-Luc Godard. L’Italia infine potrebbe restare al palo. Il film di Martone non è pronto, tutte le speranze sono su La nostra vita di Luchetti.
se? «Quelle delle battaglie: volevo che fossero cariche di adrenalina, con enormi mezzi, migliaia di figuranti, centinaia di cavalli. Una vera guerra. Il mio è anche un film pacifista, che dimostra l’orrore, l’inutilità di tante guerre per la gloria spesso non di un Paese o di uno Stato, ma del potere perseguito da singoli individui». Lo ha voluto fare per questo? «Non soltanto. Credo al grande cinema che ha appigli nella Storia e nel concetto più profondo e umanistico della parola giustizia. E’ stato appassionante rileggere un personaggio e un periodo storico di cui ritengo di sapere tutto, mi sia concesso, con i costumi splendidi che ho studiato in ogni dettaglio assieme al premio Oscar Janty Yates. Robin, fuorilegge o eroe, rende concreto un ideale spirito dell’avventura e il concetto di una libertà sacra per tutti gli esseri umani». E in futuro, ancora Storia? Si fa pensieroso: «Sì, è vero che sto pensando a un film su Gorbaciov e Reagan. Ancora una volta, cercherò di restare lontano dalle leggende orali, che diventano poi letteratura e storia. Cercherò l’autenticità degli uomini, i loro errori, le eredità che sempre ci lasciano».
Giovanna Grassi
1976 - Robin and Marian Già 007 famoso Sean Connery è un Robin maturo a fianco di Audrey Hepburn, regia di Lester
1991 - Ci prova Costner Con «Robin Hood: principe dei ladri» è la volta di Kevin Costner diretto da Kevin Reynolds
1993 - Robin Hood: un uomo in calzamaglia La parodia firmata Mel Brooks prendeva in giro proprio Costner
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54 Spettacoli
Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
La settimana al Cinema
Per saperne di più tutte le recensioni e i trailer su www.cinema.corriere.it
a cura di MAURIZIO PORRO
Colpo di fulmine Jim Carrey ed Ewan McGregor in una storia sballata
Nat e il segreto di Eleonora
Una fiaba animata sul potere dei libri È un film di animazione istruttivo, divertente e piacevole perché parla di un bambino che eredita da nonna una stanza piena di libri, prime edizioni di favole celebri. Sarà lui prima ancora di poter leggere a proteggerli da una vendita. Graficamente originale, il racconto insegna il primordiale potere dei libri in epoca di trapasso online e molti eroi festeggiano l’infanzia di un capo intellettuale, mentre il perfido affarista perisce. Almeno nei cartoon. Un mini gioiello RRRRRRRR ◗RR
voto
7,5
La vita è una cosa meravigliosa
Morale dei Vanzina senza sceneggiatura C’è carenza di titoli, qui si torna a Capra, ma questa vita romana è tutto fuorché meravigliosa, fa parte delle macerie morali italiane. Ma i Vanzina sono buoni, ci presentano due mostri (banchiere e medico prepotenti e intercettati) e un mezzo mostro, l’intercettatore, ma poi perdonano tutti. Intenzionale critica ai bassi costumi imperiali di oggi, il film ha tre attori bravissimi (Proietti, Salemme, Brignano) serviti da una sceneggiatura zoppa, senza battute. voto
Fonte delle informazioni Focus n. 210
RRRRRRRRRR
5
Due star, ma non bastano C
i sono film così fuori sincrono, sbandati, sballati, praticamente fusi, da risultare eccezionali: quelli in cui non piace nulla, neanche la faccia della cassiera e della maschera. Colpo di fulmine (era un capolavoro di Hawks, sottotitolo Il mago della truffa, mancano le idee) fa parte di questa schiera. Non è un film maledetto: non sarà cult, non sarà riabilitato col tempo, né è in anticipo sul gusto, è solo un tentativo di mescolare generi, ma da qualunque parte lo tiri è clamorosamente fallito. I Love You Philip Morris (così si chiamava e non era male) è prima di tutto una storia d’amore omosessuale tra un truffatore sedicente avvocato, instancabile architetto di imbrogli sempre a suo favore sfruttando la burocrazia, e un compagno, non avanzo, di galera con cui vive a lungo, in salotto e-o in cella. Steven dopo un incidente d’auto esce dalla famigliola del Truman Show, fa outing, passa dalla high society al carcere duro, da un imbroglio all’altro, sempre in attesa di un agente. Il compagno Philip Morris, sarebbe più tranquillo, ma è sempre ingannato fino allo stratagemma finale, il più cinico per avvertirci che tutta la società è
Sul mare
D’Alatri assomiglia a Peppino Di Capri Più che un film che guarda al mare, all’assoluto naturale e ricorda L’isola di Arturo della Morante, questo di D’Alatri sembra il copione d’una canzonetta sentimentale sugli amori estivi, rotonde sul mare. Giovane barcarolo ama capricciosa studentessa, muore sul lavoro (incidenti marroncini, brutto finale!). Viene in mente Peppino Di Capri, di cui l’eroe è figlio, lei è Martina Codecasa, due inesperti ma simpatici. Il resto è campionario sociologico classico. voto
RRRRRR ◗RRRR
5,5
Gamer
Coppia Ewan McGregor (39 anni) e Jim Carrey (48) in una scena di «Colpo di fulmine»
bacata, è il sistema che non funziona (scoop!). Il duo registico Ficarra e Requa (non è lo pseudonimo di Picone) scrivono e dirigono una storia vera (diciamo quasi...) ispirata a un libro di Steve McVicker (Bur extra), svuotando il salvadanaio di Luc Besson. La figura del simpatico imbroglione è ospite fissa nel cinema, da Resnais a Spielberg, senza contare Totò e Peppino: tutto l’arco espressivo registico si è occupato di fuoriusciti della società. Qui abbiamo un prototipo
«all inclusive», anche gay, nonostante la promozione non accenni mai al tema, privandosi così dell’unico pubblico che forse abboccherebbe. Per vedere gli slanci del dinoccolatissimo Jim Carrey (a volte non basta, non ha un attimo di verità e profondità) e del finemente conquistato Ewan McGregor (è la cosa migliore) che si amano dentro e fuori, nel Texas e fuori, in regime romantico e fuori, in una storia che non funziona come action, né come love story, né come comme-
dia, né tanto meno come film carcerario. Perché manca la figura del vero Steven: quello vero intanto sta godendosi 144 anni di pena. Sono 10 film sbagliati al prezzo di uno, 10 finali (si sfrutta il duettino sull’aria del Figaro mozartiano) in disperata ricerca di fuga, cercando di evadere da un racconto poco avvincente ma in compenso molto ripetitivo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Colpo di fulmine di Ficarra e Requa con Jim Carrey, Ewan McGregor
Un altro videogioco tra violenza e sesso Diretto da Neveldine & Taylor, ecco uno di quei videogame-pictures che sono un vero supplizio. Il tema è importante, lo scarto tra vita e realtà virtuale. Ma raccontando di un gioco online tipo Second Life in cui i detenuti disputano la vita in 30 battaglie telecomandati (il ribelle Butler vince 29 round), inserendo un parco a tema sexy sadomaso e infierendo su occhi, orecchie e cervello, il film si rivela un’efferata, inutile sequela di video mosse dove noi siamo i prigionieri. voto
RRRRRRRRRR
4
www.focus.it
Almeno il 3% degli esami medici dà esito sbagliato.
Nei migliori ospedali italiani la probabilità di sopravvivenza è superiore al 99%.*
La maggior parte delle malattie guarisce senza alcun intervento medico.
Sapere conviene. *Dato riferito ad interventi di by-pass coronarico nelle cardiochirurgie italiane dopo 30 giorni.
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Spettacoli 55
Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
Il caso La città da 470 spettacoli e 700 mila biglietti l’anno cambia formula
Brevi
Berlino rivoluziona l’opera: una fondazione per 3 teatri
Il REGALO
Susan Boyle: 49 anni con 4 milioni di sterline Un assegno di 4 milioni di sterline in diritti di vendita dell’album d’esordio «I dreamed a dream» (8 milioni di copie nel mondo): sarebbe questo, secondo il Daily Mail, il regalo che Susan Boyle, la «bruttina» fenomeno musicale inglese, vincitrice del Britain’s Got Talent Show, avrebbe avuto ieri, in occasione dei 49 anni, dalla casa discografica, la Syco. Ed è solo la prima rata.
«Vanno ottimizzate le risorse». Scettico Barenboim BERLINO — A sentire Daniel Barenboim si tratta di «una farsa, una struttura che dovrebbe semplificare la vita dei tre teatri d’opera della città e invece la complica, limitandone l’autonomia artistica». Ma che in tempi faticosi per i teatri, in Germania come in Italia come in tutta Europa, sia necessario inventare e sperimentare forme alternative di gestione che evitino il collasso, nessuno può negarlo. E così, mentre le fondazioni liriche italiane attendono una riforma del settore che il ministero non sembra avere alcuna fretta di inventare, a Berlino (470 spettacoli d’opera l’anno, 700.000 biglietti venduti) hanno provato a dare una risposta al problema. Hanno cioè creato una fondazione (Stiftung Oper in Berlin) che si occupa di ottimizzazione e gestione delle risorse umane e finanziarie dei tre teatri — Staatsoper e Komische Oper dell’ex Berlino Est e Deutsche Oper dell’ex Berlino Ovest —, della compagnia di Balletto e del nuovo «Bühnenservice», istituzione chiamata a confezionare e custodire l’ingente quantità di scenografie e costumi di cui i singoli teatri hanno bisogno. Non solo: poiché gli edifici sede di questi ultimi han ciclicamente bisogno di essere ristrutturati, quale radicalmente, quale parzialmente, la fondazione sta ricostruendo il vecchio Friedrich Schiller Theater, chiuso dai tempi della riunificazione, affinché ospiti provvisoriamente prima la Staatsoper e poi la Komische Oper mentre le rispettive sedi verranno ristrutturate. Sul fronte artistico, in ogni
Volti A destra un momento del Tannhauser in scena alla Deutsche Oper. Da sinistra, la sovrintendente Kirsten Harms e Daniel Barenboim
caso, la Fondazione, guidata da un rappresentante del Land berlinese (in Germania le sovvenzioni culturali non provengono dal governo federale ma appunto dai Länder), assicura l’autonomia di ogni istituzione, salvo evitare che un certo anno due teatri producano allestimenti diversi dello stesso titolo. In altre parole, perché una nuova Traviata alla Staatsoper se è già in programma alla Komische? Funzionerà questo sistema? Potrà ridurre i costi di gestione liberando risorse per le produzioni artistiche? C’è chi come Barenboim lo esclude, chi come i responsabili di Deutsche e Komische Oper è più possibilista. Ma una cosa è certa, anzi due. La prima è che il prodotto dei tre «litiganti» dovrà differenziarsi sempre più per filosofia artistica e modalità di realizzazione. La Staatsoper è la Scala tedesca: da lei si pretende dunque alta qualità musicale, varietà nelle regie, ampiezza di repertorio; la Komische continuerà il suo stile radicalmente sperimentale; la Deutsche punta a spettacoli molto popolari con cantanti di grido. La seconda è che dopo decen-
ni di primato dei registi — lo sono i tre sovrintendenti attuali Kirsten Harms, Andreas Homoki e Ronald Adler, cui presto succederà Jürgen Flimm dimissionario a Salisburgo — si vuole restituire centralità artistico-decisionale ai direttori musicali Donald Runnicles, Carl St. Clair e Daniel Barenboim. E chissà che
questo sistema, ove si rivelasse funzionale, non possa successivamente allargarsi ad alcuni degli ulteriori cento teatri d’opera tedeschi, che insieme producono 35 milioni di spettatori l’anno (più di quanti seguono la Bundesliga). Naturalmente saranno i fatti a dirlo. Ma comunque meglio tentare una strada nuova che
L’ATTRICE DI «TRUE BLOOD»
Anna Paquin fa outing «Sono bisessuale»
Differenziazioni Di sicuro dovranno differenziarsi sempre più le scelte artistiche e registiche
lasciare il letale status quo che si vede da noi. Mesi, ad esempio, a discutere se Venezia, Verona e Trieste non possano far capo a un’unica fondazione, ma intanto i tre si barcamenano eroicamente a cavare pepite d’oro da fiumi ogni anno più in secca.
Enrico Girardi
Anna Paquin, la protagonista del popolare serial True Blood e, al cinema, di X-Men e La 25esima ora (diventata famosa giovanissima con Lezioni di Piano) ha fatto outing, dichiarandosi bisessuale. L’attrice canadese attualmente fidanzata con il collega Stephen Moyer, lo ha annunciato in occasione di una campagna a sostegno dei diritti dei gay.
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Al via il lunedì di Pasqua
Il Festival di Orvieto con Mehta e Ughi ORVIETO — Lunedì di Pasquetta speciale per gli amanti della musica. Il 5 aprile si apre infatti ad Orvieto il Festival «Assisi nel mondo». La rassegna, giunta alla quarta edizione, prenderà il via alle 17.30 in Duomo con un concerto dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Zubin Mehta, che sarà anche trasmesso in mondovisione su Raiuno. In programma l’Aria sulla Quarta Corda di Bach, l’Incompiuta di Schubert, la Sinfonia n.1 di Brahms. Domenica 2 maggio quindi, ci sarà un altro grande appuntamento, con il famoso violinista Uto Ughi, che si esibirà alle 17 insieme ai Filarmonici di Roma nel Teatro Morlacchi di Perugia con un programma che prevede il Concerto n.4 di Paganini, Introduzione e Rondò Capriccioso di Saint Saens, Tzigane di Ravel. Ugo Ughi e Zubin Mehta rappresentano due miti della musica per i giovanissimi strumentisti, tra gli 8 e i 20 anni, provenienti da tutto il mondo e che terranno dodici concerti nei più bei teatri e chiese dell’Umbria. Sabato 5 Zubin Mehta, 73 anni giugno a Bevagna e domenica 6 ad Assisi, le date conclusive della rassegna. Di scena due piccole pianiste «prodigio», Emily Bear di otto anni e Umi Garret di nove. Impegnate la prima sera, insieme con l’arpista Marta Marinelli, 15 anni, in un concerto di musiche di Chopin, Debussy, Prokofiev, Ravel, Liszt ed altri, mentre ad Assisi saranno protagoniste di un happening musicale con molte sorprese. Il Festival è dedicato ogni anno ad un Ente o ad una associazione che si prende cura dei bambini meno fortunati, facendo così propria la finalità sociale di cui è ricco il progetto «Omaggio all’Umbria», nell’ambito del quale il Festival vive. Questa edizione è dedicato all’Unicef-progetto «Schools for Africa».
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Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
Sport
Dialogo Mario Balotelli e José Mourinho: dopo 5 partite saltate dall’attaccante per motivi disciplinari, si prospetta il rientro in squadra domani col Bologna (Pegaso)
Lettura tra le righe
Un messaggio che sembra un armistizio di BEPPE SEVERGNINI
I
l ragazzo sarà impulsivo e recidivo, imprudente e un po’ insolente, ombroso e talentuoso, vulnerabile e influenzabile: ma non è sciocco. Neppure cattivo. E questa, per l’Inter e i suoi tifosi, è un’ottima notizia. Supermario Balotelli s’è scusato, con una dichiarazione apparsa sul sito dell’Inter che somiglia di più a un armistizio tra superpotenze che al messaggio di un ragazzo di (quasi) vent’anni. Proviamo a tradurla, dal linguaggio diplomatico-societario al bresciano sincero. «Mi scuso per la situazione che si è venuta a creare negli ultimi tempi...» Per la si-tua-zio-ne! Non con Mourinho! Con lui sono ancora un po’ incacchiato, ecco! «...sono il primo a soffrire perché adoro il calcio e vorrei giocare...» In effetti in tribuna mi rompo, e poi ci sono un sacco di tifosi che ce l’hanno con me «...e ora aspetto in silenzio...». ..se parlo un’altra volta con Chiambretti o «Striscia la Notizia» è la volta che il Moratti mi scalpa, e allora addio belle pettinature «...per poter tornare a essere utile alla mia squadra». Champions, campionato, Coppa Italia: l’altro giorno Zanetti mi ha detto che a 37 anni s’è rotto di correre anche per me. «Vorrei non dover più pensare al passato...» Niente interviste, basta! Capito? Metà di voi giornalisti mi fa le prediche, l’altra metà mi fa dire cose che non voglio! Basta, se no chiamo mia sorella Cristina.
«...ma guardare invece al futuro per concentrarmi sui prossimi impegni e farmi trovare pronto». ...meglio che mi alleni, perché se dopo tutto ’sto casino entro e gioco male, mamma mia! I tifosi mi corrono dietro con un palo della porta. Ecco dunque, più o meno, quello che voleva dire Mario Balotelli, di professione giocatore di calcio. Le squadre, come gli uffici e le famiglie, sono luoghi complessi: frullati d’orgoglio e d’affetto, dove le cose semplici — talvolta — rischiano di diventare molto complicate. Forse non sapremo mai cos’è accaduto tra il ragazzo e Mourinho. Meglio così, perché la faccenda sarà stata probabilmente banale (prima battute fuori luogo, poi un po’ di strilli, insulti, magari una mano addosso), ma sufficiente a minare la concezione letteraria della gerarchia su cui l’allenatore ha costruito la sua autorità. Tutto bene, quindi? Sì, per adesso: le automobili, alcuni nuovi amici e la concezione del mondo del giovanotto restano vagamente preoccupanti, per chi ha cuore il suo futuro e quello dell’Inter. Tutto a posto, dunque? Sì, giusto in tempo. La squadra, a questo punto della stagione, ha bisogno di un giovane campione in forze come Mario B. (il primo passo falso, d’ora in poi, gli sarebbe stato imputato). E Mario B. ha bisogno della squadra, senza la quale rischia di finire nella solita trappola. Oggi campione del futuro, domani promessa mancata: ci sono caduti dentro in tanti, nella storia dello sport. Un’osservazione, per finire. I tifosi interisti, unanimi nel difendere Balotelli quand’era perseguitato dai «buuuu!» degli idioti, si sono ritrovati d’accordo quando s’è trattato di sgridarlo per i capricci delle ultime due settimane. Prova a riflettere, Supermario: non ti viene il sospetto che, in fondo, ti vogliamo bene? www.corriere.it/italians www.beppesevergnini.com
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Balotelli
MILANO — Un chiarimento senza scuse ad personam. E non è un pesce d’aprile. Dopo la notte post-Cska di parole, ieri mattina, José Mourinho e Mario Balotelli si sono parlati per venti minuti e hanno trovato un punto d’intesa per ripartire, dopo giorni di incomprensioni. La sintesi (in tv) è nelle parole di Lele Oriali, unico dirigente presente ad Appiano, al momento del confronto (fra i due): «Hanno fatto tutto loro. C’è stato questo faccia a faccia e, con reciproca soddisfazione, c’è stato questo riavvicinamento del giocatore che ha ammesso di aver avuto qualche atteggiamento sbagliato nei confronti di tutti e che torna a essere disponibile. Sarà l’allenatore a decidere se convocarlo e se farlo giocare. Anche il presidente era contento che si fosse chiusa questa storia». Le parole di Oriali hanno in qualche modo violato quella che era una specie di consegna del silenzio. Così anche il manager di Balotelli, Mino Raiola, ha voluto intervenire: «Quello che si sono detti Mario e Mourinho lo sanno soltanto loro due e nessun altro. È stato un confronto faccia a faccia come dovrebbe avvenire fra due tesserati della stessa società. Mario si è scusato per la situazione degli ultimi tempi che lo ha addolora-
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pace fatta
L’Inter «riacquista» Supermario ma il rapporto con Mou resta difficile to. Abbiamo chiesto il silenzio intorno al ragazzo; è quello che lui vuole, in modo che possa rimanere concentrato sugli obiettivi sportivi. Questo non è il momento di fare polemiche. Se c’è ancora qualcosa da chiarire, lo faremo a suo tempo». Così Balotelli torna a disposizione, dopo cinque esclusioni per motivi non tecnici, una storia iniziata alla vigilia della sfida di Stamford Bridge con il Chelsea (16 marzo) e proseguita con la non convocazione per le partite con Palermo, Livorno, Roma e Cska Mosca. Un ritorno importante, nel momento decisivo e nella gara in cui, oltre a Zanetti, Lucio e Maicon, mancherà anche Eto’o, pure lui ammonito a Roma e squalificato,
perché diffidato come gli altri tre. Ed è in fortissimo dubbio Sneijder, che ha una forte distorsione alla caviglia sinistra. Il recupero di Balotelli può rappresentare un fatto tecnicamente rilevante, un’opzione anche tattica in più, visto il calendario che aspetta i nerazzurri, con una partita ogni tre giorni e tre fronti aperti (campionato, Champions League e Coppa Italia). Il Cska, invece, domani
I dubbi di Mourinho «In questo momento non sono un uomo felice nel calcio italiano, ma sono felice di allenare l’Inter»
non giocherà con lo Zenit: partita rinviata per motivi di sicurezza. Ora l’Uefa vuole capire se esistono le condizioni per giocare martedì allo stadio Luzhniki. Ancora Oriali: «Abbiamo bisogno di tutti e Mario avrà modo, tempo e spazio per dare un contributo importante. Mi auguro che d’ora in poi si possa parlare di lui soltanto per quanto farà in campo». I rapporti fra Mourinho e Balotelli restano fisiologicamente difficili, come lo sono sempre stati da quando i loro destini si sono incrociati, ma la tregua dovrebbe resistere fino al termine della stagione, quando società, allenatore e giocatore decideranno come muoversi. Al momento, una convivenza fra i
due protagonisti anche nel prossimo anno appare impossibile, ma il calcio è strano. Resta soprattutto da capire che cosa intenda fare Mourinho, perché, anche attraverso le poche parole pronunciate in questi giorni, permane l’impressione di un allenatore legato all’Inter, ma lontanissimo da quanto il calcio italiano propone ogni giorno. L’ultima conferma la si è avuta ieri sera, nell’intervento a Inter Channel: «Il campionato non è una lotta a tre; è una lotta di una squadra contro tante altre cose. In questo momento non sono un uomo felice nel calcio italiano, ma sono felice di allenare l’Inter».
Mi scuso per la situazione che si è creata negli ultimi tempi. Sono il primo a soffrirne perché adoro il calcio e vorrei giocare e ora aspetto in silenzio per poter tornare ad essere utile alla mia squadra. Vorrei non dover più pensare al passato, ma guardare invece al futuro per concentrarmi sui prossimi impegni e farmi trovare pronto Mario Balotelli
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Sport 57
Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
Fabregas, perone rotto Mondiale a rischio Liverpool k.o. in Europa
MILANO — Premier League e Champions finite, Mondiale a forte rischio. Sono le conseguenze dell’infortunio patito da Cesc Fabregas mercoledì durante Arsenal-Barcellona. Lo spagnolo, nello scontro con Puyol che ha provocato il
rigore (da lui segnato) del 2-2 finale, si è procurato una microfrattura al perone destro, aggravata proprio dall’esecuzione del penalty e dai successivi 8 minuti in cui è rimasto in campo. La diagnosi parla di uno stop di almeno 6 settimane. Fra 30 giorni si
saprà se lo spagnolo potrà recuperare per il Mondiale. Ieri i quarti d’andata di Europa League: Benfica-Liverpool 2-1, Fulham-Wolfsburg 2-1, Amburgo-Standard Liegi 2-1, Valencia-Atletico Madrid 2-2. L’8 aprile le gare di ritorno.
Molti lo vedono in bianconero, lui garantisce di voler continuare a lavorare a Genova
L’intervista
«Ecco il modello Samp La Juve può imitarlo»
dale ma nel rispetto dei ruoli. Io ho la mia autonomia, sempre con approvazione finale del presidente. Garrone è un mecenate». Interessante questo modello, andrebbe bene alla Juventus. «Eccolo». Ha introdotto lei l’argomento. Perché pensa di venire indicato spesso come «restauratore» di Madama? «Perché la figura del dirigente è stata sottovalutata. Aveva ragione Allodi quando diceva che nel calcio un muratore può diventare architetto da un giorno all’altro. Il calcio invece è il tredicesimo comparto Se li ricorda soprattutto lui. «Avevamo 15 punti, ci salvammo a 42. industriale italiano e ha bisogno di persone competenti. Lo dico sempre: facciamo Recoba faceva cose micidiali». Cinque anni con Zamparini, resisten- formazione. I dirigenti di un certo tipo scarseggiano. Così salta fuori il mio note. «È un istintivo, ma è abile. Non è un me». Diciamo la verità: quanti contatti ha mangia-allenatori, bisogna saperlo prendere. Alla domenica sera esonera sempre avuto con la Juve? «Uno, nel 2009. Poi la faccenda non si è il tecnico. Lo lasci sfogare, e al martedì ha concretizzata: ho preferito rimanere alla cambiato idea». A Genova dal 2002, nasce il modello Samp dove mi sento realizzato e per un debito di riconoscenza con la famiglia GarroSampdoria. «Un modello facilmente esportabile. ne». Otto anni alla Samp, dalla serie C Proprietà forte, presidente un affermato e saggio imprenditore, una struttura pirami- scampata a Cassano. «Divido il merito con la squadra invisibile: la squadra che va in campo è lo specchio della società». Anche qui si potrebbe ampliare il discorso... Invece parliamo di Cassano. «Una scommessa vinta. Qui abbiamo creato un habitat naturale dove chiunque arriva può dare il massimo. Antonio è un grande talento ma il calcio è un gioco di squadra e il talento è al servizio del gruppo, non viceversa». Quindi sarà d’accordo con Mourinho su Balotelli. «Non conosco i dettagli. I dirigenti devono capire che hanno a che fare con ragazzi di Colpo Antonio Cassano (Ansa/Zennaro) vent’anni, però è anche giusto che, per favorire la crescita, si usino strumenti punitivi». Che opinione ha di Mourinho? «È un comunicatore eccezionale, un Cassano è una scommessa grande gestore del gruppo. In lui non c’è di istintivo, tutto è razionale. Poi chi vinta: Antonio è un grande nulla vince ha sempre ragione». talento e da noi il talento E vince lui o vince Ranieri? «Di Ranieri ho una grande stima. Nel è al servizio del gruppo 2007 lo avevo preso, poi arrivò la Juve. Però vince l’Inter, per la forza del gruppo, per la rosa più ampia». Un consiglio per gli acquisti? «Pastore. Mi meraviglio di come le grandi se lo siano fatte scappare». Cosa vuol fare da grande? Il calcio è il 13˚ comparto «Ho realizzato il sogno di quel bambino che andava allo stadio di Varese. Nel futuindustriale italiano, ha ro mi piacerebbe occuparmi di politica bisogno di dirigenti veri, sportiva».
Marotta: «Ma io resto, ho un debito con Garrone» DAL NOSTRO INVIATO
GENOVA — «Cosa ordiniamo? Faccia lei». Beppe Marotta non perde tempo a tavola. Domicilio a Quinto, 53 anni il 25 marzo, occupazione amministratore delegato e direttore generale della Sampdoria che ha trasformato in una società moderna e solida (in otto anni tre allenatori senza esoneri), Marotta è uno dei dirigenti più navigati, esperti e seri del calcio italiano. E uno dei più accostati alla Juve dal 2006. Alla Juve ci arriviamo, prima alcuni cenni biografici. Perché il calcio? «Abitavo vicino allo stadio. Ero un bimbetto e tutti i pomeriggi andavo agli allenamenti, raccattavo i palloni, facevo piccole commissioni. Era il Varese 1963-64, serie A». Studi? «Liceo classico, lo stesso del ministro Maroni, poi Giurisprudenza alla Statale di Milano. Ma non ho finito». Col pallone tra i piedi? «Tutta la trafila fino all’under 23: mezzala, ma non era il mio mestiere. Finito il liceo subito al settore giovanile. C’erano i Borghi, ma chi mi ha svezzato è stato Mario Colantuoni che, dopo la Sampdoria, acquistò il Varese». Sfiorò la A nell’82 con Fascetti. «Un personaggio, senza peli sulla lingua. Attaccò Bearzot prima del Mondiale. Dopo la vittoria azzurra gli chiesero se avesse cambiato idea. Rincarò la dose. Il
vero grande innovatore anni ’80, prima di Sacchi e Zeman». Dopo Varese, giro d’Italia in provincia. «Rischiai di andare all’Inter, ma ero giovane e Pellegrini preferì Dal Cin. Ebbi un contatto con Dino Viola per la Roma, ma anche lui fece altre scelte». Qualche nome di giocatore che «amministrò» a quei tempi? «Al Monza vendetti Casiraghi a Boniperti, al Ravenna presi Vieri in comproprietà dal Torino, a Venezia Recoba dall’Inter a gennaio. Ricorda quei sei mesi di Recoba?».
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La provocazione
Del Piero: «Ridate i due scudetti alla Juve» TORINO — (g.m.) Alex Del Piero (foto) la condanna di Calciopoli non l’aveva mai digerita. Ieri ha riaperto la questione parlando a Juve Channel, in risposta a una domanda ricevuta da un tifoso durante un forum: «Quella di Calciopoli è una ferita e un argomento ampio. Effettivamente nell’ultimo mese si stanno susseguendo articoli e dichiarazioni che fanno pensare a qualcosa di diverso dalla sentenza. Ma bisogna attenersi ai fatti per ora. Io però mi auguro che quegli scudetti che ci
hanno tolto vengano riconosciuti a livello globale e non solo perché li sentiamo nostri». Del Piero si riferisce a quanto è emerso dalle ultime dichiarazioni dei legali di Luciano Moggi durante il processo di Napoli. Secondo gli avvocati del collegio di difesa di Moggi esisterebbero altre intercettazioni, peraltro finora non reperite, dove Massimo Moratti per l’Inter telefona a Paolo Bergamo e Adriano Galliani per il Milan chiama più volte Pierluigi Pairetto. © RIPRODUZIONE RISERVATA
❜❜ Stratega Giuseppe Marotta (LaPresse)
di persone competenti
Roberto Perrone © RIPRODUZIONE RISERVATA
La sfida Rossoazzurri quasi salvi, rosanero in zona Champions: il derby è la parte migliore di una regione in crisi
La Sicilia prova a ripartire da Catania-Palermo DAL NOSTRO INVIATO
CATANIA — Sarà per i nuvoloni giudiziari che si addensano sulla politica siciliana, ma il derby Palermo-Catania di domani sera sembra davvero la partitissima fra due squadre di serie A in una regione di serie B. Da una parte, crollato Totò Cuffaro fra sospetti e cannoli, scatta una nuova indagine per concorso esterno in associazione mafiosa a carico del governatore Raffaele Lombardo. Il quinto governatore sotto inchiesta. Roba da retrocessione. Dall’altra, freschi di trionfi come la vittoria del Catania sull’Inter o come l’ultima tripletta di Miccoli che cristallizza il quarto posto del Palermo in classifica, ecco le due compagini conquistare fiducia, applausi, consensi che
Al debutto Maxi Lopez (Afp)
la politica nemmeno si sogna. Lombardo traballa e c’è chi nel Palazzo gioisce perché aveva spaccato il Pdl con Gianfranco Micciché. Veleni che dividono pure l’opposizione dove esultano i giustizialisti e appaiono storditi quanti erano pronti, fino a pochi giorni fa, a sottoscrivere i progetti del governatore, a co-
minciare dal Partito del Sud e dalle riforme avviate. Così, mentre la politica è al massimo della litigiosità, appaiono incredibilmente meno rissose le tifoserie che però arrivano al derby ancora con il lutto nel cuore. Tre anni fa la stessa partita giocata a Catania culminò negli scontri con la polizia, nel sacrifi-
In casa Il presidente del Catania Pulvirenti (LaPresse)
In trasferta Il presidente del Palermo Zamparini (Ansa)
cio di Filippo Raciti, l’ispettore ucciso sotto gli spalti. L’isola restò annichilita davanti a una vedova che ha seguito il processo concluso con le condanne di due ragazzotti oggi in carcere. Esperienza agghiacciante. Con prefetti e questori decisi a non rischiare più, impedendo per ogni derby alla squadra ospite di essere applaudita dai tifosi in trasferta. Stadi chiusi agli avversari. Come accadrà anche domani al Massimino. Se calcoliamo pure tutti i dubbi emersi in questi anni sul tentativo dei clan di mettere le mani dentro stadi e società calcistiche, anche il mondo del football risulta contagiato dal mal di Sicilia. Ma in questo finale di campionato protagonisti di un piccolo miracolo sono proprio i due presi-
denti più popolari dell’isola, Maurizio Zamparini e Antonino Pulvirenti, il veneto che ha rilanciato il Palermo e il siciliano che ha rifondato il Catania. Perché forse oggi hanno più credito loro dei big in prima pagina per storiacce di malapolitica. Come riflette un tifoso rosanero spesso inviato negli stadi per «Quelli che il calcio e...», Sasà Salvaggio, il comico che spopola anche sotto l’Etna, pronto a interpretare con le sue battute il malessere sociale e a chiedersi se affidare l’intera Regione a Zamparini e Pulvirenti: «Forse è meglio un veneto come governatore perché Pulvirenti, senza offesa, sempre siciliano è...». Come dire che non si sa mai, che il siciliano la sua quota di sospetto se la porta cucita addosso. Drammatico quadro con-
diviso da un grande attore nato a Catania, Leo Gullotta, in giro per Sicilia e Calabria con «Il piacere dell’onestà» recitato dove ce n’è bisogno, pronto al toto-governatore, ma cancellando dalla scena pure i superpresidenti del derby: «Meglio la Sicilia dell’onestà, magari con Ivan Lo Bello presidente e i ragazzi di Addiopizzo come assessori...». Una provocazione che piace a due leader dell’antiracket. Al presidente dei costruttori di Catania, Andrea Vecchio: «La politica non fa più gol...». E al rosanero Vincenzo Conticello che, da re del «pane con la milza», per la «Sicilia dei viceré» applicherebbe le regole dell’impresa: «Se mancano uomini e manager troviamoli nel mercato...». Tutti d’accordo a sognare una Regione da serie A con amministratori capaci di segnare.
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Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
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Sport 59
Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
Formula 1 La Ferrari e i suoi rivali cercano conferme dal Gp della Malesia
Alonso: «Col passare del tempo io diventerò sempre più forte» Ma Schumi lo stuzzica: «È Vettel l’uomo da battere» DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
SEPANG — Anche il temporale fa le prove libere in Malesia. Anzi, le anticipa di un giorno. Diluvio ieri dalle 17 alle 18, cioè, proiettando il timing a dopodomani, proprio e di nuovo nel cuore del Gp: l’anno scorso, ricordiamo, la corsa fu sospesa dopo 55 minuti e tra i ricordi indimenticabili ci fu la visione di Michael Schumacher, all’epoca uomo del muretto ferrarista, che esponeva la manina con fare interrogativo, piove o non piove? La pena del contrappasso si è
Dal Gp della Cina Gli specchietti aerodinamici sono da cambiare: una seccatura per Ferrari e Red Bull consumata ieri: la bufera ha avuto il clou durante l’incontro di Schumi con la stampa. Con quadretti comici: causa il rimbombare della pioggia sulla tensostruttura, Michael ha confuso la parola ipotesi con protesi. Risate a volontà. Però, a differenza di quanto sostenuto da Niki Lauda («La Red Bull? Ha buttato via due vittorie sicure, può già scordarsi il Mondiale»), è stato anche molto chiaro nel sostenere che «l’uomo da battere è Sebastian Vettel»: si può leggere il tutto come un chirurgico dispetto di Michael a Fernando
Alonso, visto che non era opportuno aggiungere un terzo atto alla diatriba di Melbourne, ormai alle spalle. Lo spagnolo se n’è fatto un baffo, anzi ha tenuto corda con astuzia: «È vero, la Red Bull ha la vettura più veloce. Ma non è che noi abbiamo ottenuto per caso la doppietta in Bahrein e il podio a Melbourne». Sono parole che certificano il momento rilassato e solido di Alonso, pronto addirittura a lanciare un avviso ai naviganti («Non ho avuto problemi di inserimento nel nuovo team, con il passare del tempo sarò sempre più a mio agio e più forte»), e aiuta a comprendere lo stato dell’unione in casa ferrarista. Capita infatti di chiedere a Fernando se, viste le prestazioni della F10 e il buon clima di squadra, la Rossa, alla luce di una sommatoria tecnico-umana, possa essere considerato il team più completo in pista. «Penso proprio di sì, siamo la miglior squadra possibile». L’aveva già sostenuto in inverno, ma ribadirlo sul campo ha un altro valore. Soprattutto perché certe spinte gonfiano le vele dei progetti: «Io ho solo un obiettivo: vincere il titolo. Del resto non me ne importa nulla. E non sto tanto a guardare se qui arriverò primo o meno; l’importante è totalizzare il maggior numero di punti tra Malesia e Cina per arrivare alla gara di Barcellona, la prima del blocco europeo, in testa al Mondiale».
Il personaggio La nuova vita alla Renault
Kubica atto secondo «Felice solo se sfido quelli più bravi» DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
SEPANG — Due mesi fa, dopo i test invernali, Robert Kubica aveva telefonato a un amico e gli aveva detto: «In Australia salgo sul podio». Cos’era, una premonizione? «E pensare che il mio amico non mi ha ascoltato perché non ha scommesso su di me! Era un feeling, ma avevo anche il feeling che la Renault fosse molto più competitiva: da un lato mi sbagliavo, dall’altro è andata davvero così. Forse sentivo che l’Australia mi dovesse qualcosa: negli ultimi tre anni ero da podio, ma sono sempre stato frenato da problemi tecnici o incidenti. Forse i conti alla fine devono essere pari». Però non è stata solo fortuna. «No, ho fatto una buona partenza, ho superato Massa al pit stop, poi ho gestito le gomme. Non è stato un caso, ma non siamo dei fenomeni». La Renault oggi non è da podio. «In condizioni normali no. Ma sono stato pronto a cogliere l’opportunità. Non so se ne avrò altre». Lei è un talento indiscusso: quand’è che le danno una macchina alla sua altezza? «Ma così c’è più soddisfazione! Se fossi uno che ha una macchina che può vincere tutte le gare, uno che arriva, saluta, mette il casco e arriva 2˚, ecco sarebbe bello, ma niente di che. Se invece penso che in inverno ho speso tante energie e veramente tante, tante ore in fabbrica a discutere, cambiare idea, imparare, beh c’è più gusto».
Ok, però non ha voglia di un top team? «Renault è uno dei top team: se cinque anni fa hanno vinto il titolo possono farlo di nuovo. E poi i top team cambiano. Certo se guardi i nomi, statisticamente qualcuno dà più garanzie di altri...». A proposito di quel qualcuno: l’anno scorso è stato molto vicino a sostituire Massa in Ferrari. Cos’è successo poi? «Non siamo mai stati così vicini. Mi ha fatto piacere che il mio nome fosse collegato alla Ferrari, però io ero pilota Bmw e non era così semplice». Ma lei è uno di quelli che da piccolo sognava le macchinine rosse?
Sepang
Terza gara Domenica si corre il 3˚ Gp (su 19) della stagione a Sepang, Malesia: 56 giri (310,408 km). Così oggi orari italiani prove libere: 4-5.30 e 8-9.30. Domani prove libere: ore 7-9 qualifiche: 10-11 (Raidue) Domenica gara in diret-
ta su Raidue dalle 10. Classifica piloti Alonso Massa Button Hamilton Rosberg Kubica Vettel Mondiale Costruttori Ferrari McLaren Mercedes
Stuzzicato a sua volta sul concetto del gioco di squadra che funziona, Felipe Massa è parso invece meno brillante, entusiasta e convinto del collega. Domanda: lei ha la sensazione che alla Ferrari la collaborazione sia superiore rispetto ad altre scuderie? Risposta, un po’ sulle uova: «Ma guardate che noi abbiamo anche lottato! Comunque, sono abbastanza contento di come vanno le cose: io e Fernando lavoriamo bene assieme. Lui vuole essere primo al ritorno in Europa? Io voglio esserlo dopo il Gp di Abu Dhabi, l’ultimo della stagione». L’«abbastanza» è la parola che stona un po’: il concetto non va forzato, ma la sfumatura non passa inosservata. Dettagli, ad ogni modo, rispetto ad esempio alla novità di
Coppia Felipe Massa e Fernando Alonso arrivano al circuito di Sepang. Lo spagnolo, 28 anni, due volte campione del mondo, è alla prima stagione in Ferrari. Il brasiliano, 29 anni il prossimo 25 aprile, è a Maranello dal 2006, dopo essere stato anche collaudatore (Reuters/Prakash)
ieri. Tutti i team dovranno eliminare dal prossimo Gp, in Cina, la soluzione dello specchietto montato in cima a un profilo aerodinamico collocato molto all’esterno rispetto all’abitacolo. Sono stati i «nonni» del circus, De la Rosa e Schumacher, a dire che ci vedono poco e a porre il problema della sicurezza. In realtà pare più una rottura di scatole alla Ferrari e alla Red Bull, che avevano interpretato in maniera estrema la soluzione dell’outdoor mirror. Insomma, il temporale di ieri ha lavato alcune questioni, ad esempio quella delle presunte sospensioni irregolari della stessa Red Bull (la Fia ribadisce che è tutto nella norma e alla McLaren adesso dicono che gli eventuali effetti autolivellanti tra qualifica e gara non sarebbero rilevanti), e ne ha subito proposte altre: è la solita F1.
Flavio Vanetti © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Ambizioso Robert Kubica, 25 anni, è alla sua prima stagione alla guida della Renault. Ha esordito in Formula 1 nel 2006 con la Bmw Sauber, scuderia in cui è rimasto fino all’anno scorso (Ipp)
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«Io sono uno a cui non piace sognare. La speranza è l’ultima a morire, ma sono contento qui. Firmando per la Renault, che veniva da due anni difficili, sapevo che mi sarei trovato di fronte una sfida dura. E magari non con i risultati, ma in tanti altri modi che dal di fuori non si vedono, so che mi toglierò delle soddisfazioni». In Bmw ha colto i primi successi, ma ha avuto anche anni difficili. Ora si sente più importante? «Mah, io mi comportavo nello stesso modo anche in Bmw, perché se faccio le cose le faccio per bene. Il giorno che darò solo il 5% in meno sarà il momento di dire basta». Crede nel destino?
«Credo che ci sia sempre un perché. Nulla avviene per caso. Il perché può dipendere da te o dagli altri. Gli altri non li puoi controllare, l’unica cosa che puoi fare è lavorare su te stesso e sentirti bene. I risultati sono importanti, però devi sentirti soddisfatto da quello che fai. Io lo sono». Pensa ancora che se vince il Mondiale poi si ritira? «Non so, forse un anno fa avrei dato una risposta diversa. Dipende da che atmosfera c’è nel team. Perché il divertimento resta guidare, ma anche le persone sono importanti». Schumacher è tornato: tornerà anche forte come prima? «Norbert Haug dice che è già forte
❜❜ Il podio in Australia non è un miracolo, ho sfruttato una grande occasione, spero che me ne capiti un’altra
❜❜ Non mi va di puntare
dei soldi, ma se dovessi scommettere sul Mondiale lo farei per una macchina Rossa
come prima... Io non voglio giudicare. Ha vinto 7 Mondiali, non vedo perché non dovrebbe esserlo». Il dottor Ceccarelli racconta di partite a tennis in cui lei non vuole mai perdere. Non è che voi piloti siete un po’ fanatici? «È il mio carattere. Io devo vincere. Poi al 90% non vinco. Per esempio, a tennis non sono capace: gioco solo di volontà e di fortuna, ma è quello il bello! Anche un solo punto dà soddisfazione. Sempre sfidare i più forti». Da piccolo aveva qualche poster di pilota di F1? «No, al massimo avevo poster di piloti di kart. In Polonia la F1 non si vedeva in tv, quasi non esisteva. E io preferivo le gare turismo, perché c’erano più botte. O quelle tra i camion americani. Insomma roba più vicina a me. Pensi che da bambino sapevo riconoscere tutte le macchine da mezzo chilometro e solo dai fari posteriori». Ha in programma altri rally? «Un giorno mi viene voglia e quello dopo mi passa. È divertente, però non ho tempo e il rally richiede tanta attenzione. Dunque rally grossi no, rally piccoli forse». Chi vince il Mondiale di F1? «Non mi piace puntare soldi, ma scommetterei su una macchina rossa». Gioca ancora a poker? «Quasi più. Ho ricominciato in Australia ed è andata benino. Sa, io sono uno che si stufa facilmente. E comunque ora il mio divertimento è la F1».
Arianna Ravelli
Fotofinish CALCIO
Serie B in campo alle 19 Il Lecce rischia a Empoli Serie B, 12ª di ritorno, ore 19: Ascoli-Grosseto, Brescia-Mantova, Cesena-Ancona (Sky 1), Empoli-Lecce, GallipoliAlbinoLeffe, PadovaCittadella, Piacenza-Crotone, Salernitana-Reggina, Sassuolo-Frosinone, Torino-Triestina, Vicenza-Modena. Classifica (prime posizioni): Lecce 58, Cesena 52, Sassuolo 51, Torino 50, Brescia, Grosseto 49, Cittadella 47.
CALCIO
Potenza riammesso in Prima divisione Il Potenza, escluso a sette giornate dal termine dal Girone B di Prima divisione per un illecito del 2008, è stato riammesso dal Tnas. I lucani sono considerati comunque retrocessi, ma disputeranno le gare restanti. MUTU — È stata fissata per lunedì 19 aprile alle 10.30 l’udienza del Tribunale nazionale antidoping (Tna) sul caso di Adrian Mutu: la Procura antidoping ha chiesto un anno di stop.
CICLISMO
Pozzato ha la febbre Fiandre compromesso La febbre e un virus intestinale mettono fuori gioco Filippo Pozzato in vista del Giro delle Fiandre di domenica, uno degli obiettivi del vicentino. Al via ci sarà anche Armstrong. Tre giorni di La Panne in Belgio: crono e classifica finale al britannico Millar. Paolini chiude 3˚. Settimana Lombarda: Huzarski vince la prima tappa. Scarponi (vincitore del prologo) resta leader. Ufficializzata la licenza ProTour per il team Lampre.
CALCIO
Liga, 12 squadre rischiano il fallimento Dodici squadre della Liga rischiano l’avvio del procedimento fallimentare, solo il 15% dei club paga regolarmente gli stipendi. Il calcio spagnolo ha un debito complessivo di 3.300 milioni di euro. Per questo i giocatori hanno minacciato di scioperare l’11 aprile, il giorno di Real-Barcellona. VOLLEY — Quarti, gara2: Monza-Treviso 3-0 (serie 1-1); gara1: Cuneo-Piacenza 3-0.
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Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
Francesca, i figli Paolo con Nicoletta e Gabriele, Marta con Massimo, la sorella Anna con Xenio, Giovanni con Alba e Francesca annunciano con grande dolore la perdita di
Mario Bertolini professore di neuropsichiatria infantile, psicoanalista, uomo generoso, intelligente e vitale, artigiano dei sentimenti.- I funerali si svolgeranno in Monza nella chiesa di San Biagio sabato 3 aprile alle ore 10.- Il corteo funebre muoverà dall'abitazione di via San Gottardo 40 alle ore 9.45.- Al termine della cerimonia Mario verrà accompagnato a Sustinente per un saluto nella chiesa parrocchiale alle ore 14.30. - Monza, 1 aprile 2010. Partecipano al lutto: ‒ Fiorenza Broggi e Ottavio Scollo. ‒ Renata Nacinovich. ‒ Annina Balgera e Giorgio Alberti. ‒ Simonetta Bonfiglio Senise. Anna e Matteo ricordano con affetto
Mario e si stringono alla famiglia. - Monza, 1 aprile 2010. Franca con Paolo e Marta è partecipe al grande dolore per la scomparsa di
Mario - Monza, 1 aprile 2010. Donatella, Alessandra e Andrea sono vicini a Franca, Paolo, Nicoletta, Marta, Massimo per la scomparsa dello zio
Mario - Varese, 1 aprile 2010. Carlo e Verjin Casnati con Gaianè Armen e Sirelì abbracciano addolorati Francesca, Paolo, Marta e tutti i familiari nel ricordo della vitalissima umanità di
Mario - Milano, 1 aprile 2010. Alessandra Zanelli Quarantini si stringe a Francesca e ai figli con profondo dolore per la perdita del suo maestro e amico
prof. Mario Bertolini - Vivaia, 1 aprile 2010. Antonia e Andrea commossi partecipano al dolore di Francesca per la morte dell'amico e maestro
prof. Mario Bertolini - Como, 1 aprile 2010.
Prof. Mario Bertolini Cara Marta le persone care non muoiono perché le portiamo sempre nel cuore.- Ti siamo vicine con immenso affetto.- Sonia, Roberta, Laura, Sara, Veronique, Alessandra, Elena. - Milano, 2 aprile 2010.
Mario senza te sarà bruttissimo.- Dario, Teio, Jacopo, Francesca. - Milano, 1 aprile 2010. Fabrizio con Giusy, Stefania, Fabio e Andrea è vicino a Francesca per la perdita del suo caro
Mario e la abbraccia affettuosamente. - Monza, 1 aprile 2010.
Antonio Pesenti, e Roberto Fumagalli profondamente colpiti per l'improvvisa perdita dell'amico
prof. Mario Bertolini sono affettuosamente vicini a Francesca. - Monza, 1 aprile 2010. Partecipano al lutto: ‒ Tutti i colleghi ed il personale di anestesia e rianimazione dell'Ospedale San Gerardo. Giuseppe e Augusta Masera partecipano commossi al profondo dolore di Francesca e dei famigliari per la improvvisa scomparsa del
prof. Mario Bertolini collega e amico di tanti tanti anni. - Milano, 2 aprile 2010. L'esecutivo e il Centro Milanese di Psicoanalisi partecipano al lutto per la morte del
prof. Mario Bertolini - Milano, 2 aprile 2010. Il professore Andrea Biondi, il dottore Paolo Tagliabue, la professoressa Patrizia Vergani e tutti i colleghi della clinica pediatrica, della divisione di neonatologia e della clinica ostetrica, con la direzione amministrativa di Fondazione Monza e Brianza per il Bambino e la sua Mamma, sono affettuosamente vicini ai familiari per la dolorosa perdita del
prof. Mario Bertolini che ricordano per la sua competenza e grande disponibilità. - Monza, 1 aprile 2010. Il presidente, il consiglio direttivo e i soci tutti della Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza (SINPIA), si uniscono al dolore della famiglia per la scomparsa del
prof. Mario Bertolini professore ordinario di neuropsichiatria infantile all'Università di Milano Bicocca. - Milano, 1 aprile 2010. I membri dell'Associazione per lo Sviluppo delle Scienze Neuropsichiatriche Infantili partecipano al grande dolore della moglie, professoressa Francesca Neri e dei figli per la scomparsa del professore
Mario Bertolini fondatore e maestro nel corso dei nostri appassionati anni di studio e di lavoro insieme. - Monza, 1 aprile 2010. Il personale tutto del reparto di neuro psichiatria infantile, delle sedi territoriale e della comunità terapeutica dell'Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza si unisce affranto al dolore della moglie, professoressa Francesca Neri e dei figli, per la triste perdita del caro professore
Mario Bertolini che ha guidato, insegnato e trasmesso la sua profonda passione per lo studio e per la comprensione della mente e dell'animo umano. - Monza, 1 aprile 2010. Gli operatori e i ragazzi tutti della comunità terapeutica "Lo Scarabocchio" di Besana Brianza, con profonda tristezza partecipano al dolore della moglie, professoressa Francesca Neri e dei figli, per l'improvvisa scomparsa del fondatore professor
Mario Bertolini che con la sua grande professionalità, unita all'instancabile e affettuosa presenza in tutti questi anni, è stato loro di guida e sostegno. - Monza, 1 aprile 2010.
Mario vivrai sempre nel mio ricordo.- Enrico Astori. - Milano, 2 aprile 2010.
prof. Mario Bertolini ordinario di neuropsichiatria infantile, stimato professionista e docente apprezzato da studenti e colleghi per le sue doti di grande umanità e intelligenza e per la grande dedizione nell'espletamento dei compiti didattici e di ricerca. - Milano, 1 aprile 2010. Il dipartimento di neuroscienze dell'Università degli Studi Milano-Bicocca ricorda con profondo affetto l'amico e collega
Mario Bertolini Tutto il dipartimento si stringe alla cara Francesca e alla famiglia. - Milano, 1 aprile 2010. Il professore Carlo Lenti e i collaboratori della clinica di neuropsichiatria infantile dell'Università di Milano partecipano al lutto per la scomparsa del
prof. Mario Bertolini ricordando un protagonista della neuropsichiatria infantile italiana. - Milano, 1 aprile 2010. Il dipartimento di scienze chirurgiche dell'Università degli Studi Milano-Bicocca partecipa al dolore della famiglia per la scomparsa del
prof. Mario Bertolini - Milano, 1 aprile 2010. La Fondazione Legrenzi-Cazzullo, l'Associazione Ricerche sulla Schizofrenia e la cattedra di psichiatria dell'Università di Milano Bicocca ricordano con affetto e stima il
prof. Mario Bertolini professore ordinario di neuropsichiatria infantile dell'Università di Milano Bicocca. - Milano, 1 aprile 2010. La scuola di specializzazione in psichiatria dell'Università Milano Bicocca partecipa al gravissimo lutto della famiglia del
prof. Mario Bertolini professore ordinario di neuropsichiatria infantile Università degli Studi di Milano Bicocca. - Milano, 1 aprile 2010. Partecipano al lutto: ‒ Il professore Giorgio Rezzonico. ‒ Il professore Italo Carta e Marité. ‒ Il professore Massimo Clerici.
Il rettore dell'Università degli Studi di MilanoBicocca, i componenti del senato accademico e del consiglio di amministrazione, i colleghi e il personale tecnico-amministrativo partecipano con profondo dolore al lutto della famiglia per la scomparsa del
già ordinario di neuropsichiatria infantile presso la facoltà di medicina e chirurgia dell'ateneo, ricordandone la sua dedizione alla didattica, ricerca e attività clinica. - Milano, 1 aprile 2010.
Si è spento nel sonno tranquillo attorniato dall'affetto dei suoi cari
Leo Ceschi A Santa Croce Lo annunciano addolorati Mimina con i figli Federico con Donatella e Camilla, Alessandro con Amanda e Valentina, Giovanni con Elisabetta, Isabella, Nicolò e Leone, Clemente con Maria e Benedetta, Barbara con Costanza e Rinaldo, Lorenzo, Maria Ludovica con Pietro.- E tutti ringraziano di cuore coloro che gli sono stati vicini con affetto e premura Licia, Lucia, Rosina, Franco, Gigliana, Rachida, Vittorio, dottoressa Daniela Cazzanello, dottor Giorgio Vescovo, dottor Gianni Valerio.- Verrà celebrata una funzione religiosa nella chiesa di Santa Caterina a Vicenza il giorno 3 aprile alle ore 10.30.- Seguirà la tumulazione nella tomba di famiglia al cimitero di Trento il giorno martedì 6 aprile. - Vicenza, 2 aprile 2010. Lu e Mauro con Benedetta e Guido partecipano al grande dolore della famiglia Ceschi per la scomparsa del caro
Leone Ceschi - Milano, 1 aprile 2010. Partecipano al lutto: ‒ Vanna Rivolta Austoni. ‒ Paola e Francesco Donatelli. Miett Bianchi Michiel con le cinque figlie e tutta la famiglia abbraccia con tanto affetto Mimina e i figli per la perdita del caro
Leo Ceschi A Santa Croce - Bassano del Grappa, 1 aprile 2010.
Carlo Croce - Milano, 1 aprile 2010. Valeria si stringe in un abbraccio all'amica Marina per la scomparsa del padre
Carlo - Milano, 1 aprile 2010. Il presidente dello Yacht Club Italiano, la direzione generale ed i soci tutti partecipano al dolore della famiglia per la scomparsa di
Carlo Croce socio ordinario dello YCI dal 1966. - Genova, 1 aprile 2010. Carla, Liliana, Pierluigi Crosta ricordano con affetto l'amico
Fausto Colombo Partecipano al lutto: ‒ Mariuccia e Mario Morganti. ‒ Rosanna Forino Colli. ‒ Achille, Marisa e Chiara Benetti Genolini. Gherardo, Benedicta, Anna e Gianni ricordano
Fausto con grande affetto e sono vicini ai cari Fabio, Marilena e Andrea in questo doloroso momento. - Milano, 1 aprile 2010.
Piero Adriana Elena e Dan stringono con un forte abbraccio affettuoso Mimma Lucia e Alberto nel ricordo indimenticabile di
Franco Giroletti caro amico buono intelligente e saggio.- I tanti momenti sereni trascorsi assieme rimarranno indelebili. - Schio, 2 aprile 2010. Pierfranco e Laura Tanzi Mira costernati partecipano al dolore della famiglia per la grave perdita dell'
ing. Franco Giroletti
dott. ing. Franco stimato per la sua generosità, disponibilità, signorilità, competenza ed equilibrio. - Gallarate, 1 aprile 2010.
Emanuela Marchionni il tuo ricordo vivrà sempre nei nostri cuori.- Ciao!Famiglia Dell'Orto, Donda, Gutti. - Milano, 1 aprile 2010. Si uniscono al dolore della famiglia per la perdita di
Emanuela
Pittalà Calogero unito ai famigliari, annuncia la morte della moglie
Nicoletta Isella
Federico Schiaffino e figli partecipano al dolore di Chigo e della sua famiglia per la perdita del papà
conte
Leo Ceschi A Santa Croce Conte
Leo Ceschi A Santa Croce Insieme a Laura sono vicino a voi tutti con un grande abbraccio, Mully. - Milano, 1 aprile 2010. Ci ha lasciato la nostra amatissima
Marina Neri di 32 anni.- Ne danno il triste annuncio il marito Heider, il papà Manlio con la moglie Susan, la mamma Giulia, Emanuele, la sorella Tessa, la nonna Maria, gli zii Luisa, Gigi, Cristina e Marcello.- Un particolare ringraziamento al personale medico, paramedico e dell'assistenza domiciliare dell'hospice dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.- I funerali si svolgeranno martedì 6 aprile alle ore 14.30 nella chiesa parrocchiale di Gorle (Bergamo). - Milano, 1 aprile 2010. Partecipano al lutto: ‒ Luca e Valeria Marotta. Gianna, Alberto e Leo abbracciano con tanto affetto Manlio, Susan e Tessa nel ricordo di
Marina e del suo immenso coraggio. - Milano, 2 aprile 2010. Simone e Norma salutano con amore
Marina e partecipano commossi all'immenso dolore della famiglia. - Milano, 1 aprile 2010.
Ciao
nonnino Giuliano i tuoi dolci sorrisi ci accompagneranno per tutta la vita.- Stella e Michelangelo. - Milano, 1 aprile 2010.
Anna Maria Angelini Barbieri
Leo Abbracciano la cara Mimmina e tutti i figli. - Milano, 1 aprile 2010.
Lo annunciano la moglie Mara e i figli Emanuela, Ruggero e Elena. - Milano, 1 aprile 2010.
Caro Roberto ti siamo vicini, Alberto e Patrizia Carpaneto, Carla Giai, Donatella Cinzano, Enzo Cucco, Francesco e Federica Vaccarino, Gabriella Nallino, Gustavo e Michela Poggio, Laura Magliano, Luca Lavagnino, Mario Festuccia, Massimo Morelli, Meo Nallino, Monica Aricò, Norina Magnaldi, Paolo Musetti, Stefania Campisi, Velia Capiluppi, Vivien e Gianni Guglielmi. - Torino, 1 aprile 2010.
Giovanni Marilai Elena perdono un amico straordinario di tutta una lunga vita.- Addio
Leo Ceschi
Il consiglio dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Parma porge l'ultimo ringraziamento al
Giuliano Gramatica
- Milano, 1 aprile 2010.
- Gerusalemme, 1 aprile 2010.
conte
È mancato all'affetto dei suoi cari
Il dottor Enrico Colombo, presidente delle Officine Meccaniche Gallaratesi S.p.A. con il collegio sindacale, gli amministratori, i dipendenti tutti partecipano al lutto della famiglia Giroletti per l'improvvisa scomparsa del
Donatella e Andrea, Franco ed Elisa Corradini, Elena e Nicola, Marcello e Liliana Corradini.- Il suo ricordo resterà sempre nei nostri cuori.- La sua forza nei momenti più duri, l'amore per la famiglia, la capacità di andare sempre avanti senza esitare, di vivere sempre e comunque la vita nella sua bellezza e semplicità sono il più grande insegnamento che ci ha lasciato. - Milano, 2 aprile 2010.
Maurizio con Nicoletta Gaia Chiara e Leone sono vicini con affetto a Nanni e a tutta la famiglia Ceschi nel ricordo del
- Genova, 1 aprile 2010. Mario Gallini e Cristina Mondadori partecipano con affetto al dolore di Rosanna e Marina per la perdita del caro amico
- Milano, 1 aprile 2010.
prof. Mario Bertolini
Caro
Il preside professor Andrea Stella, i colleghi e tutto il personale tecnico amministrativo della facoltà di medicina e chirurgia dell'Università degli Studi Milano - Bicocca esprimono il loro vivo cordoglio per l'improvvisa scomparsa del
I funerali si terranno sabato 3 aprile 2010, alle ore 10 presso l'abbazia di Lainate (di fronte alla posta). - Lainate, 1 aprile 2010. I collaboratori e dipendenti della Rettil Moda S.n.c. e della Varese Rettili S.n.c. partecipano con affetto al dolore del signor Pittalà Calogero per l'immatura perdita della moglie
Nicoletta Isella - Milano, 1 aprile 2010. Così è pronta a svanire ogni cosa che brilla.Ciao
Gaetano un abbraccio forte forte da Luciana e Alberto. - Milano, 29 marzo 2010. Siamo tutti molto più soli senza
Gaetano Sansone Se ne è andato un caro amico, un prezioso maestro, una straordinaria persona.- Ciao Gaetano.Diego, Giorgio, Licia, Micol, Nicola, Wilma. - Milano, 29 marzo 2010. Dopo lunga malattia è mancata ai suoi cari
Clelia Enrica Vitali in Meneghini Ne danno notizia il marito Elio Meneghini, i figli Andrea Meneghini e moglie Romana Paris e i nipoti Luca e Matteo, la figlia Chiara Meneghini e marito Giovanni Casabona e i nipoti Carlo e Costanza.- I funerali avverranno il giorno 2 aprile 2010 alle ore 11 nella parrocchia di Sant'Andrea di via Crema in Milano.- Si prega non inviare fiori ma fare opere di bene.- Un vivo ringraziamento a tutti coloro che parteciperanno al lutto. - Milano, 31 marzo 2010. La RCS Pubblicità SpA partecipa al dolore della signora Giancarla Lucca per la scomparsa della madre
Rina Negri
Gli avvocati Franco Toffoletto, Paola Tradati, Elio Cherubini, Paola Pucci, Emanuela Nespoli, Aldo Bottini, Attilio Pavone, Stefano de Santis, Valeria Morosini e Donatella Cungi ricordano con affetto l'avvocato
Roberto Baldi
dott. ing. Alcide Gava vice presidente del consiglio nazionale ingegneri, per il contributo alla categoria sempre profuso, con sincera e disinteressata passione, anche nei difficili momenti della malattia e del dolore.- Un esempio per tutti noi. - Parma, 1 aprile 2010. La Società Medel partecipa al dolore di Alessandra ed Andrea Bassi per la perdita della cara nonna
Angela Rivolta - Bolzano, 1 aprile 2010. 2 aprile 2007 - 2 aprile 2010
Cavaliere ufficiale
Paolo Ferretti fondatore Febo S.p.A.- I familiari, gli amici, le maestranze tutte lo ricordano con immutati sentimenti di affetto e stima. - Montecatini Terme, 2 aprile 2010. 2 aprile 2009 - 2 aprile 2010 E' passato un anno dalla scomparsa del
dott. Eraldo Burdino
per la sua grande professionalità, rettitudine morale e amicizia e sono vicini ai familiari in questo momento di dolore. - Milano, 1 aprile 2010.
Nel vuoto incolmabile che ha lasciato, la moglie Lina lo ricorda con amore, rimpianto e grande nostalgia in un dolore senza fine. - Milano, 2 aprile 2010.
La direzione ed i colleghi della Krauss Maffei Italiana partecipano commossi al dolore della collega Elisabetta Poffio per la perdita del papà
Olga Gatti Colombo
Giovanni Passoni
2009 - 2010
E' trascorso un anno ma il tuo ricordo è ben vivo in chi ti ha voluto bene.- Paolo. - Milano, 2 aprile 2010.
- Abbiategrasso, 1 aprile 2010.
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Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
Il Tempo
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IL SOLE
OGGI
Bari
6.36 19.19
Sorge alle Tramonta alle
Palermo
Bologna
6.51 19.31
6.55 19.43
Firenze 6.56 19.43
Torino 7.09 19.59
Napoli 6.46 19.28
Roma 6.52
19.37
Milano 7.02 19.52
Genova 7.05 19.54
Venezia
LA LUNA
6.50 19.40
Nuova
Primo quarto
Piena
Ultimo quarto
14 Aprile
21 Aprile
28 Aprile
6 Aprile
LE PREVISIONI a cura del Col. Giuliacci Trento Trieste Aosta
<-10
IN EUROPA
LEGENDA
Venezia
Milano
Sole
Nuvoloso
Coperto
Torino Pioggia
Rovesci Temporali
Neve
Nebbia
Bologna
Genova
Debole
Firenze
Moderato
Ancona
Calmo
Forte
Molto forte
Mosso
Agitato
Oslo
Giornata piovosa e ventosa su Isole Britanniche, Francia, Nord Spagna, Sud Norvegia e a fine giornata anche in Belgio, Olanda, Germania occidentale. Tempo perturbato anche in gran parte dell’Europa orientale con piogge in Ucraina, Bielorussia, Repubbliche Baltiche, Polonia, Slovacchia, Ungheria, Serbia, Romania e Bulgaria. Tempo più stabile e soleggiato in molti paesi dell’Europa centrale, Grecia, Portogallo e Spagna centromeridionale .
Edimburgo
ROMA Campobasso
Bari
Potenza Napoli
Catanzaro Cagliari
LE TEMPERATURE DI OGGI Palermo
12
Aosta
17
Genova
17 Roma
16
Torino
17
Bologna
13 Campobasso
15
Milano
17
Firenze
15
Trento
16
Perugia
18 Napoli 20 Bari
16
Venezia
17
Ancona
15 Potenza
20 R. Calabria 20 Catania
16
Alghero
14
Trieste
14
L’Aquila
19 Catanzaro
16 Palermo
21
Cagliari
-10-5
-5-0
10 Dublino
Berlino
11
8
Amsterdam
Berna
10-15
8
10
Belgrado
Milano
15 Roma
20-25
Ankara
20 22
30-35
21
19
>35
40/100
4/4
17
90/240
15/15
95
40/90
5/7
19
40/100 50/120
50/90
165/290
60/130 40/100
3/3 9/9
4/4
16/18
10/10
3/3
10 46
9
33
61
13
60/290
38/38
140
30/60
5/5
23
60/110
20/150 80/150
11/12
2/4
11/13
63
12
59
130/180
21/21
100
50/80
1/4
5
30/150 80/150 40/140
30/70
170/170
50/200 50/100
6/6
13/15
4/10
5/7
9/11
6/6 1/8
21
80
10
16
34
20
2
100/140
48/51
278
30/225
16/18
42
55/300
16/16
110/150
3/5
22
200/350
4/6
27
80/110
40/100
100/180 110/150
6/8
30
6/6
20
9/9
10/11
50
45
38
60/220
32/32
115
105/240
12/12
51
90/268
3/3
10
20/150 30/80
5/5
9/11
30
25
60/110
6/6
15
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3/7
10
80/200 50/180
6/7
12/12
10
35
40/145
6/6
15
50/80
14/17
34
11/13
17
110/200
24/26
53
60/80
14/14
25
10/150 35/135 35/135 60/150
390/400
8/8
8/10
15/15 4/4
24
15
55 10
40/136
20/20
52
100/170
5/5
20
30/140
8/8
27
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19/20
44
180/200
30/30
100
20/40
4/4
Fronte Freddo
25-30
Atene
Tunisi
Algeri
15-20
Bucarest
Tirana
14
17
Fronte Caldo
19
13
17
17
San Giacomo di Roburent Via Lattea DOMANI DOMENICA LUNEDÌ MARTEDÌ LOMBARDIA Aprica Bobbio Valtorta Bormio Borno Carona Chiesa-Valmalenco Colere Foppolo Livigno Lizzola Madesimo Montecampione Pescegallo-Valgerola Ponte di Legno Presolana - Monte Pora San Simone Santa Caterina TRENTINO Domani: nuvole al Nord, con qualche piovasco su valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e Lombardia; qualche nevicata al di sopra di 1200 metri. Bello nel resto d’Italia. Temperature quasi invariate. Pasqua: bello sulle Alba - Ciampac estreme regioni meridionali. Nuvoloso altrove: piogge sparse su Liguria, Lombardia, Nordest, Toscana, Umbria e Appennino Centrale. Massime in calo al Nord, in crescita invece al Sud. Pasquetta: alternanza di nubi Alpe Cermis e sole al Sud e regioni adriatiche, con pochi acquazzoni pomeridiani qua e là. Bello altrove. Martedì: un po’ di nubi innocue al Sud. Bello e soleggiato nel resto d’Italia. Andalo - Fai della Paganella Campitello/Mazzin - Col Rodella LEGENDA : S = Sereno N = Nuvoloso C = Coperto R = Rovesci P = Pioggia T = Temporale V = Neve B = Nebbia LE TEMPERATURE DI IERI IN ITALIA Canazei - Belvedere LEGENDA min max min max min max min max Folgaria R. Calabria Catania Alghero Milano S N T N +7 +18 +14 +19 +9 +20 altezza neve +7 +12 Folgarida - Marilleva min/max Rimini Crotone Ancona Napoli N N T +10 +16 +9 +17 +10 +17 T +8 +18 Ghiacciaio Presena Roma Cuneo Aosta Olbia S N N +5 +12 +7 +19 +7 +15 N +7 +20 Lavarone- Rivetta impianti Torino Firenze Bari Palermo aperti S N T +11 +18 +4 +14 +7 +17 N +12 +17 Madonna di Campiglio Trento Genova Bologna Parma T N T +8 +18 +4 +6 +11 +14 P +7 +15 Moena - Alpe Lusia km di piste aperte P P Trieste Imperia Bolzano Perugia +2 +7 +12 +15 N N +7 +22 +2 +17 Monte Bondone N Udine L’Aquila Brescia Pescara +5 +9 +5 +15 N +4 +14 P N +12 +20 Pampeago - Predazzo - Obereggen = dato non pervenuto R +6 +14 +9 +19 +9 +19 P Venezia Lecce Cagliari Pisa S B +10 +16 Panarotta 2002 = impianti chiusi +7 +12 +14 +20 Verona Messina Campobasso Potenza S P N +5 +13 S +9 +13 Passo del Tonale
5-10
Vienna
Barcellona
SITUAZIONE Con la perturbazione che ieri ha attraversato la Penisola oramai in allontanamento oggi le nubi insisteranno LA NEVE più che altro al Sud e Medio Adriatico, A cura di VAL D’AOSTA ma con poche piogge. Domani una nuoAntagnod-Monterosa Ski va perturbazione atlantica riporterà nuvole e Brusson-Monterosa Ski www.skiinfo.it Cervinia qualche acquazzone al Nord, mentre nel resto Champoluc-Monterosa Ski d’Italia il tempo sarà in prevalenza bello. A PaChamporcher squa giornata nuvolosa in gran parte d’Italia, con Cogne rovesci e temporali qua e là soprattutto al CentroCourmayeur nord, mentre a Pasquetta tornerà quasi ovunque il Gressoney La Trinitè-Monterosa Ski bel tempo. Nei prossimi giorni, fra alti e bassi, le temGressoney St Jean-Monterosa Ski perature rimarranno in generale gradevoli, tipicamente La Thuile primaverili. Pila IL TEMPO OGGI Torgnon Al mattino cielo in generale nuvoloso al Sud, ma senza PIEMONTE Alagna Valsesia-Monterosa Ski piogge; in prevalenza sereno o poco nuvoloso sul resto Artesina - Mondolè Ski d’Italia. Nel pomeriggio nuvole su regioni centrali adriatiche Bardonecchia e Sud Italia, ma alternate a sprazzi di sole e con isolati e breDomobianca vi acquazzoni che bagneranno solo le zone appenniniche; Formazza bello e soleggiato altrove. Di notte qualche piovasco solo sul Limone Levante Ligure. Mari in generale mossi. Temperatura: massiMacugnaga me in leggero rialzo al Nord, senza grandi variazioni altrove, e Mottarone comunque gradevoli e primaverili in tutta Italia. Venti: moderati Prato Nevoso - Mondolè Ski di Maestrale al Centrosud e Isole. Mari: in prevalenza mossi. San Domenico
12
12
Parigi
Madrid
Bassa Pressione
Kiev
Praga
10 Londra 9
0-5
Varsavia
13
10
Alta Pressione
9
Copenaghen
8
17
L Aquila
11 Stoccolma
Lisbona
Perugia
Helsinki
5
18
Passo Rolle Passo San Pellegrino-Falcade Pejo Pinzolo Pozza di Fassa - Aloch-Buffaure San Martino di Castrozza Vigo di Fassa - Pera - Ciampedie ALTO ADIGE Alpe di Siusi Alta Badia Alta Pusteria Belpiano Carezza Corno del Renon Funivie Speikboden Klausberg Ladurns Malga di Tarres Malga San Valentino Merano 2000 Obereggen Plan - Val Passiria Plan de Corones Racines Solda Trafoi Val d’Ultimo Val Gardena Val Senales Valle Isarco Vallelunga Watles VENETO Arabba Marmolada Altopiano di Asiago Auronzo Misurina Comprensorio Civetta Cortina d’Ampezzo Falcade Lessinia Monte Baldo Nevegal San Vito di Cadore Sappada FRIULI VENEZIA GIULIA Forni di Sopra Piancavallo Ravascletto/Zoncolan Sella Nevea Tarvisio APPENNINO Abetone Campo Felice-Rocca di Cambio Cimone Corno alle Scale Monte Amiata Ovindoli Passo Lanciano Roccaraso Terminillo
30/190 40/190
100/170
10/150 30/105
Fronte Occluso
6/6
17/19
3/5
9/9 5/7
15
60
15
23 14
30/190
19/19
46
2/115
20/20
60
35/140
40/120
7/7
51/51
15
130
10/110
23/28
65/80
15/16
40
35/160
6/7
16
2/3
16
40/100
10/60
20/160 30/140
6/6 0/3
7/8
-/-
-/-
65/95
6/7
30/70
4/5
42
65 -
19 -
31 41
85/125
18/18
46
62/110
30/30
105
90/160
10/10
70
52/130 60/160 80/130
10/70
4/4 8/8 3/4
6/6
21 25 18
50
40/120
56/56
115
30/70
9/10
41
60/150
40/90
-/-
100/520
10/150
120/120
12/12
2/2
2/3
29/29
27/41
2/4
105/170
22/25
40/80
19/19
40/110
50/50
100/100
72
20
36
62
40
10
77
32/37
110
2/4
9
0/6
50
-
40/60
2/7
5
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2/12
5
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30/110
100/180
0/3
3/8
4/11
-
11
18
30/100
11/13
28
40/80
11/11
32
160/180
20/21
53
130/260
21/21
49
70/300
30/70
90/150
30/80
6/13
5/13 6/7
4/8
20
10
12
8
70/150
8/8
20
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18/22
100
40/60
130/160
2/5
5/8
4
30
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Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
Programmi Tv Teleraccomando
Rai1 di Maria Volpe
PER RIFLETTERE
PER DISTRARSI
Ricordando Wojtyla
Gli animali sono detective
Certo la Chiesa non sta vivendo un bel momento. Oggi, Venerdì santo, giorno di fondamentale importanza per i cristiani, non resta che pregare (per chi ci crede) e riflettere per tutti. La tv propone la consueta — e sempre intensa — via Crucis dal Colosseo celebrata da sua Santità Papa Benedetto XVI. Nelle Meditazioni, per la Via Crucis, del cardinale Camillo Ruini, c'è un ricordo di Giovanni Paolo II, morto cinque anni fa esattamente il 2 aprile. E anche La7 dedica un intero pomeriggio al ricordo di Wojtyla.
Non è una boutade, o comunque così assicurano gli ideatori del programma: gli animali sono degli ottimi detective. Questa nuova serie racconta storie di animali che hanno agito in qualità di «testimone chiave» in indagini molto delicate. Perché le prove si possono trovare nei luoghi più impensati. Così stasera viene proposto un assassinio a South Park: per la prima volta negli Usa, le indagini per un delitto si servono di Dna canino e Chief, un cucciolo di 10 mesi, diventa il testimone chiave. Saranno consapevoli di tutto ciò i cari amici animali?
Rito della Via Crucis Raiuno, ore 21.10
Csi animali Animal planet, ore 21
Film e programmi Nicole Kidman Paragone: ci sono inganna una bambina tre Italie adesso?
Rai2
Rai3
Rete4
Canale5
Italia1
rai.it
rai.it
rai.it
mediaset.it/rete4
mediaset.it/canale5
6.45 UNOMATTINA. Attualità. Con Michele Cucuzza, Eleonora Daniele 10.00 VERDETTO FINALE. Attualità. Con Veronica Maya 11.00 OCCHIO ALLA SPESA. Attualità. Con Alessandro Di Pietro. Nel programma: Che tempo fa; Tg 1 12.00 LA PROVA DEL CUOCO. Varietà. Con Elisa Isoardi 13.30 TELEGIORNALE. TG1 FOCUS. Attualità 14.00 TG 1 ECONOMIA. Attualità 14.10 A SUA IMMAGINE. Attualità. Con Rosario Carello 15.30 FESTA ITALIANA. Attualità. Con Caterina Balivo 16.15 LA VITA IN DIRETTA. Attualità. Con Lamberto Sposini. Nel programma: Tg Parlamento; Previsioni sulla viabilità; Tg 1; Che tempo fa 18.50 L’EREDITÀ. Quiz. 20.00 TELEGIORNALE. SERA 20.30 PORTA A PORTA SPECIALE VENERDÌ SANTO - LA PASSIONE DELLA GENTE COMUNE Attualità 21.10 RITO DELLA VIA CRUCIS PRESIEDUTO DA SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI. Religione
6.55 QUASI LE SETTE. Att. 7.00 CARTOON FLAKES. Ragazzi 9.15 TGR MONTAGNE. Att. 9.45 TRACY & POLPETTA. Serie 10.00 TG2PUNTO.IT. Att. 11.00 I FATTI VOSTRI. Attualità. Con Giancarlo Magalli, Adriana Volpe, Marcello Cirillo 13.00 TG 2 GIORNO. 13.30 TG 2 COSTUME E SOCIETÀ. Attualità 13.50 TG 2 EAT PARADE. Attualità 14.00 IL FATTO DEL GIORNO. Attualità. Con Monica Setta 14.45 L’ITALIA SUL DUE. Attualità. Con Lorena Bianchetti, Milo Infante 16.10 LA SIGNORA DEL WEST. Telefilm 16.55 CUORE DI MAMMA. Varietà. Con Amadeus 18.05 TG 2 FLASH L.I.S. 18.10 RAI TG SPORT. 18.30 TG 2. 18.50 L’ISOLA DEI FAMOSI. Reality 19.40 SQUADRA SPECIALE COBRA 11. Telefilm
6.30 IL CAFFÈ DI C. MINEO. Attualità 7.30 TGR BUONGIORNO REGIONE. Attualità 8.00 RAI NEWS 24. Att. 8.15 LA STORIA SIAMO NOI. Attualità 9.15 FIGU. Attualità 9.20 SPECIALE COMINCIAMO BENE PRIMA. Attualità 10.00 COMINCIAMO BENE. Attualità 12.00 TG 3. RAI SPORT NOTIZIE. 12.25 TG 3 CIFRE IN CHIARO. Attualità 12.45 LE STORIE - DIARIO ITALIANO. Attualità 13.10 JULIA. Telefilm 14.00 TG REGIONE. 14.20 TG 3. METEO 3. 14.50 TGR LEONARDO. Att. 15.00 TGR NEAPOLIS. Att. 15.10 TG 3 FLASH L.I.S. 15.15 LA TV DEI RAGAZZI. Attualità 16.00 GT RAGAZZI. 16.10 TREBISONDA. Ragazzi 17.00 COSE DELL’ALTRO GEO. Varietà 17.50 GEO & GEO. Documenti 19.00 TG 3. 19.30 TGR. TG REGIONE METEO.
7.05 MAGNUM P.I. Telefilm 7.55 CHARLIE’S ANGELS. Telefilm 8.50 NASH BRIDGE. Telefilm 10.15 CARABINIERI. Telefilm 11.30 TG 4 - METEO 12.00 E.R. - MEDICI IN PRIMA LINEA. Telefilm 12.55 DETECTIVE IN CORSIA. Telefilm 13.50 IL TRIBUNALE DI FORUM ANTEPRIMA. Att. 14.05 IL TRIBUNALE DI FORUM. Attualità. Con Rita Dalla Chiesa 15.25 FILM QUO VADIS? (Storico, Usa, 1951). Regia di Mervyn LeRoy. Con Robert Taylor, Deborah Kerr, Peter Ustinov. Nel programma: Tgcom; Vie d’Italia 18.50 ANTEPRIMA TG 4. 18.55 TG 4 TELEGIORNALE. Nel programma: Meteo 19.35 TEMPESTA D’AMORE. Soap Opera
6.00 TG 5 PRIMA PAGINA. Attualità. Nel programma: Traffico; Meteo 5 8.00 TG 5. 8.40 MATTINO CINQUE. Varietà. Con Federica Panicucci, Paolo Del Debbio. Nel programma: Tg 5 Ore 10 11.00 FORUM. Attualità. Con Rita Dalla Chiesa 13.00 TG 5. Nel programma: Meteo 5 13.40 BEAUTIFUL. Soap Opera 14.10 CENTOVETRINE. Soap 14.45 UOMINI E DONNE. Talk show. Con Maria De Filippi 16.15 POMERIGGIO CINQUE. Varietà. Con Barbara D’Urso. Nel programma: Tg 5 minuti 18.50 CHI VUOL ESSERE MILIONARIO. Quiz. Con Gerry Scotti. Nel programma: Anticipazione Tg 5
6.10 6.40 8.40 9.10 10.40 11.45
20.30 TG 2 20.30. 21.05 FILM LA BUSSOLA D’ORO. (Fantastico, Gb/Usa, 2007). Di Chris Weitz. Con Nicole Kidman, Daniel Craig. 22.55 TG 2. 23.10 L’ULTIMA PAROLA. Attualità
20.00 BLOB. Attualità 20.15 IL PRINCIPE E LA FANCIULLA. Telefilm 20.35 UN POSTO AL SOLE. Soap 21.05 TG 3. 21.10 MI MANDA RAITRE. Attualità. Con Andrea Vianello
20.30 WALKER TEXAS RANGER. Telefilm 21.10 FILM THE TERMINAL. (Dramm., Usa, 2004). Regia di Steven Spielberg. Con Tom Hanks, Catherine Zeta-Jones 23.45 I BELLISSIMI DI RETE 4. Attualità
23.15 SPECIALE 90° MINUTO SERIE B. Rubrica sportiva 24.00 TG3 LINEA NOTTE. 0.10 TG REGIONE. METEO 3.
23.50 FILM INSONNIA D’AMORE. (Comm., Usa, 1993). Regia di Nora Ephron. Con Tom Hanks, Meg Ryan
22.35 TG 1. 22.40 TV 7. Attualità 23.40 L’APPUNTAMENTO. Attualità. Con Gigi Marzullo 0.10 TG 1 - NOTTE
1.15 TG PARLAMENTO. Attualità 1.25 L’ISOLA DEI FAMOSI. Reality 2.10 INCONSCIO E MAGIA PSICHE. Attualità
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la7.it
DEGRASSI. Telefilm CARTONI ANIMATI FRIENDS. Serie POLPETTE. Varietà CAPOGIRO. Doc. JEKYLL - LA VERA FACCIA DELLA TV. Attualità NELLA RETE DI JEKYLL. Attualità STUDIO APERTO. Nel programma: Meteo STUDIO SPORT. AMERICAN DAD. Cartoni I GRIFFIN. Cartoni I SIMPSON. Cartoni KYLE XY. Telefilm. Con Matt Dallas, Jean Luc Bilodeau ZACK & CODY AL GRAND HOTEL. Serie ZOEY 101. Telefilm KILARI. Cartoni BEN TEN. Cartoni I PINGUINI DI MADAGASCAR. Cartoni STUDIO APERTO. Nel programma: Meteo STUDIO SPORT. SPORT MEDIASET WEB. Rubrica sportiva LA VITA SECONDO JIM. Serie
7.00 OMNIBUS. Attualità 9.15 OMNIBUS LIFE. Attualità 10.10 PUNTO TG. 10.15 DUE MINUTI UN LIBRO. Attualità 10.25 MATLOCK. Telefilm 12.30 TG LA7. 12.55 SPORT 7. 13.00 MOVIE FLASH. Attualità 13.05 THE DISTRICT. Telefilm. Con Craig T. Nelson, Jonathan LaPaglia 14.05 FILM NON ABBIATE PAURA - LA VITA DI GIOVANNI PAOLO II. (Biografico, Usa, 2005). Regia di Jeff Bleckner. Con Thomas Kretschmann, Michael Klesic, Bruno Ganz. 16.00 ATLANTIDE STORIE DI UOMINI E DI MONDI. Documentario. Con Greta Mauro 18.00 RELIC HUNTER. Serie 19.00 CROSSING JORDAN. Telefilm. Con Jill Hennessy, Miguel Ferrer, Steve Valentine
20.00 TG 5. METEO 5 20.30 STRISCIA LA NOTIZIA. Tg Satirico. Con Ficarra e Picone 21.10 CIAO DARWIN LA REGRESSIONE. Varietà. Con Paolo Bonolis, Luca Laurenti 24.00 MATRIX. Attualità
20.05 I SIMPSON. Cartoni 20.30 CENTO X CENTO. Quiz. Con Enrico Papi 21.10 C.S.I. - SCENA DEL CRIMINE. Telefilm. Con William L.Peterson 22.10 CSI: NEW YORK. Telefilm. Con Gary Sinise
20.00 TG LA7. 20.30 OTTO E MEZZO. Attualità. Con Lilli Gruber 21.10 BARBARESCHI SCIOCK. Varietà. Con Luca Barbareschi 23.40 EFFETTO DOMINO TUTTO FA ECONOMIA. Attualità
1.30 TG 5 NOTTE. METEO 5 2.00 STRISCIA LA NOTIZIA. Tg Satirico. Con Ficarra e Picone 2.45 CINQUE IN FAMIGLIA. Telefilm
23.05 FILM RADIO KILLER. (Thriller, Usa, 2001). Regia di John Dahl. Con Paul Walker, Leelee Sobieski, Steve Zahn
0.35 BACKSTAGE - NON ABBIATE PAURA. Attualità 0.50 TG LA7. 1.10 PROSSIMA FERMATA. Attualità
12.15 12.25 13.00 13.40 14.05 14.35 15.00 16.00 16.50 17.25 17.50 18.10 18.30 19.00
19.30
LU NEDÌ 5 APRILE DALLE 22.40
mtv.it 13.30 PEAK SEASON. Telefilm 14.00 MTV NEWS. 14.05 SCRUBS. Serie 15.00 MTV NEWS. 15.05 MY TRL VIDEO. Musica 16.00 ONLY HITS. Musica 18.00 LOVE TEST. Varietà 19.00 MTV NEWS. 19.05 TEEN CRIBS. Varietà 19.30 DISASTER DATE. Varietà 20.00 MTV NEWS. 20.05 SCRUBS. Serie 21.00 TAKING THE STAGE. Telefilm 22.00 TAKING THE STAGE. Telefilm 22.30 SOUTH PARK. Cartoni
Deejay TV 9.30 DEEJAY HITS. Musicale 10.00 DEEJAY CHIAMA ITALIA. Varietà 12.00 DEEJAY HITS. Mus. 13.30 THE CLUB. Musicale 13.45 VIA MASSENA. Att. 14.00 DEEJAY HITS. Musicale 14.30 M2.0. Musicale 15.00 DEEJAY TIVUOLE. Varietà 15.30 50 SONGS. Musicale 17.00 ROCK DEEJAY. Musicale 18.00 THE FLOW. Musicale 19.00 FRIDAY. Cartoni 19.30 THE PLAYER. Musicale 20.00 DEEJAY TVUOLE. Varietà 20.35 NIENTOLOGY. Varietà 21.15 DEEJAY TODAY. Musicale 21.45 VIA MASSENA. Att. 22.00 DEEJAY CHIAMA ITALIA. Varietà
SEGUI
NOTTE DEGLI ORR ORI con i film di ROGER CORMAN
Torna Luigi Paragone (foto). Tema: dopo il successo della Lega, si può parlare di tre Italie? In studio: il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, Francesco Storace e altri. L’ultima parola Raidue, ore 23.10
Padania-Sud: è la sfida di Bonolis
Salentine contro Manuela Arcuri
Paolo Bonolis e Luca Laurenti guidano la sfida tra i «territoriali» e «culturali» d'Italia, ovvero la «Padania» capitanata da Fabio Testi e il «Mezzogiorno» guidato da Tosca d’Aquino. Ciao Darwin 6 Canale 5, ore 21.10
Mogli di pescatori contro Manuela Arcuri: non vogliono la sua statua nella piazza di Porto Cesareo (Lecce), vogliono la Madonnina del Mare. Il paese del Salento è spaccato in due. Mi manda Raitre Raitre, ore 21.10
PREMIUM GALLERY
Digitale Terrestre
In una realtà parallela, la piccola Lyra (Dakota Blue Richards) cerca il Bene. Nonostante si fidi solo del suo tutore rimane irretita dalla perfida sig. Coulter (Nicole Kidman, foto). La Bussola d’oro Raidue, ore 21.05
14.12 THE PHILANTHROPIST. Telefilm JOI 14.58 ONE TREE HILL IV. Telefilm MYA 14.59 WORK WITH ME. Telefilm JOI 15.15 THE VILLAGE. Film Premium Cinema 15.30 ALFRED HITCHCOCK PRESENTS I. Telefilm Studio Universal 15.43 SUMMER CRUSH I. Telefilm MYA 15.50 THE DISTRICT III. Telefilm JOI 16.05 URBAN COWBOY. Film Studio Universal 16.30 WEST WING - TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE VII. Telefilm STEEL 16.41 LUNA DI MIELE CON LA MAMMA. Film MYA 17.09 FRATELLO, DOVE SEI?. Film Premium Cinema 17.20 SENZA TRACCIA III. Telefilm STEEL 18.06 ULTRA. Documentario JOI 18.10 DISTRETTO DI POLIZIA 9. Telefilm STEEL 18.30 UNA STREGA IN PARADISO. Film Studio Universal
RAI 4 19.02 THE COMPANY. Film Premium Cinema 19.05 DISTRETTO DI POLIZIA 9. Telefilm STEEL 19.27 MONK VIII. Telefilm JOI 20.10 WEST WING - TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE VII. Telefilm STEEL 20.12 COLD CASE - DELITTI IRRISOLTI III. Telefilm JOI 20.25 ALFRED HITCHCOCK PRESENTS I. Telefilm Studio Universal 21.00 LA VERITÀ È CHE NON GLI PIACI ABBASTANZA. Film Premium Cinema 21.00 THE CLOSER V. Telefilm MYA 21.00 BEING HUMAN I. Telefilm STEEL 21.45 QUEL POMERIGGIO DI UN GIORNO DA CANI. Film Studio Universal 21.47 DIRT I. Telefilm MYA 22.05 BEING HUMAN I. Telefilm STEEL 22.46 UNA MAMMA PER AMICA II. Telefilm MYA 23.05 HEROES IV. Telefilm STEEL
14.00 15.40 15.50 16.35 17.25 18.50 19.40 20.30 21.10
BENNY & JOON. Film LA SITUAZIONE COMICA. Varietà BEVERLY HILLS 90210 VII. Telefilm DEAD LIKE ME II. Serie ISOLA DEI FAMOSI PLUS. Reality STREGHE VI. Serie ANGEL V. Serie ISOLA DEI FAMOSI PLUS. Reality BATTLESTAR GALACTICA III. Serie 22.40 MIRIAM SI SVEGLIA A MEZZANOTTE. Film 0.15 MILLENNIUM III. Telefilm DAHLIA TV 17.30 FORMULA DRIFT 2009. XTREME Automobilismo 19.00 SERIE B: Empoli - Lecce. Calcio (Diretta) DAHLIA CALCIO 1 SERIE B: Brescia - Mantova. Calcio (Diretta) DAHLIA CALCIO 2 SERIE B: Salernitana - Reggina. Calcio (Diretta) DAHLIA CALCIO 3 SERIE B: Torino - Triestina. Calcio (Diretta) DAHLIA CALCIO 4 21.00 RISK TAKERS. Documentario XTREME
Courtney Cox in cerca di gossip
Barriera corallina: quanti misteri
Al via la serie tv con Courtney Cox (foto) che dopo aver interpretato per 10 anni Monica in «Friends», ha deciso di rimettersi in gioco con un ruolo diversissimo. Qui dà il volto a Lucy Spiller, feroce direttrice editoriale di due testate di gossip Dirt Mya/Mediaset Premium, 21.47
«Pericolo sulla barriera corallina»: così si intitola questo documentario. Una giornalista scompare misteriosamente mentre cerca le cause che minacciano l’equilibrio delle barriere coralline. I due conduttori Fred e Jamy vogliono ritrovarla. Non è magia Rai Gulp, ore 19.50
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Corriere della Sera Venerdì 2 Aprile 2010
Dal Satellite Film e programmi Al Pacino avvisato Gli resta poco da vivere
Gramm (Al Pacino, foto) è psichiatra forense e professore. Una sua perizia attribuisce un recente caso di omicidio ad un serial killer che viene condannato a morte ma si dice innocente. Gramm riceve minacce. 88 minuti Sky Cinema Max, ore 21
La vera storia del colonnello Shaw
Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv
Cinema
Sport
17.15 UNDERWORLD: LA RIBELLIONE DEI LYCANS La pellicola chiarisce le origini della terribile guerra tra vampiri e licantropi, che hanno inizio nel Medioevo. Sky Cinema 1 HD 17.25 HAIR Musical diretto da Milos Forman incentrato sulla guerra del Vietnam. David di Donatello. MGM 18.00 LA SECONDA VOLTA NON SI SCORDA MAI Giulio (A. Sani), brillante immobiliare, incontra Ilaria (E. Canalis). Per lui è un colpo di fulmine, ma ci sono delle difficoltà... Sky Cinema Hits HD 18.50 BATTLE IN SEATTLE I 5 giorni di Seattle, nel 1999, quando per il World Trade Organization, migliaia di manifestanti si riversarono per le strade della città. Sky Cinema Mania 18.55 IRON MAN Il film, basato sulle vicende del personaggio della Marvel Comics, vede R. Downey Jr. nei panni di Tony Stark, un magnate che diventa Iron Man. Sky Cinema Max HD 19.15 NOTTE BRAVA A LAS VEGAS Joy (C. Diaz) e Jack (A. Kutcher) hanno qualcosa da dimenticare: per farlo vanno a Las Vegas. Qui si incontrano, vincono e si sposano, ma il giorno dopo... Sky Cinema Family ULTIMATUM ALLA TERRA Un alieno giunge sulla Terra e porta messaggio di pace e intimando la distruzione di tutte le armi. Remake del film omonimo del 1951. Sky Cinema 1 HD
19.25 BEST SELLER Il poliziotto Meechum è vicino alla pensione. S’imbatte in un tale che gli salva la vita. L’uomo, di nome Cleve (J. Woods), è uno spietato killer... MGM 19.45 LEGITTIMA OFFESA - WHILE SHE WAS OUT Della (K. Basinger) sembra una casalinga dalla serena routine, ma vive nell’ombra di un marito che la maltratta e trascura la famiglia. Sky Cinema Hits HD 21.00 EXCALIBUR Nigel Terry interpreta King Arthur nella versione diretta da J. Boorman. Jimmy LE RELAZIONI PERICOLOSE Tre Oscar per il film in costume con G. Close, M. Pfeiffer, J. Malkovich, K. Reeves e U. Thurman. LEI SENZA UN FILO DI CLASSE Gordon (G. Segal), avvocato, è l’unico a prendersi cura dell’anziana genitrice. Quando l’infermiera Louise entra nella sua vita... MGM OMBRE BIANCHE Un eschimese si confronta drammaticamente con la civiltà e la tecnologia. Ne rimarrà schiacciato... Pellicola del 1960. Sky Cinema Classics I PREDATORI DELL’ARCA PERDUTA Oscar a scenografia, montaggio, suono ed effetti speciali per il film di S. Spielberg sulle avventure dell’archeologo Indiana Jones (H. Ford). Sky Cinema Family
Serie Tv
Intrattenimento
Ragazzi
Documentari
15.20 16.25 17.25 17.40 18.20 18.50 19.15 19.20 19.45 19.55 20.00 20.05 20.35 21.00 21.10 21.55 22.00
14.45 DR. 90210 E! 15.35 QUELLI DELL’INTERVALLO Disney Channel 16.20 LIZZIE MCGUIRE Disney Channel 16.25 THE STRIP Jimmy 16.30 AL PASSO CON I KARDASHIAN E! 17.10 VIKI TV DeAkids 17.15 THE STRIP Jimmy 17.30 CHIAMATEMI GIÒ Disney Channel 18.00 LEAVE IT TO LAMAS E! 19.55 QUELLI DELL’INTERVALLO CAFÈ Disney Channel 20.30 LA TATA Fox Life 20.35 VIKI TV DeAkids 21.00 MISSIONE CUCCIOLI DeAkids 21.10 TAKESHI’S CASTLE K2 21.35 TAKESHI’S CASTLE K2 21.50 FIORE E TINELLI Disney Channel 22.00 LE RAGAZZE DI PLAYBOY E!
17.10 17.45 18.05 18.30 18.45 18.50 19.05 19.35 20.15 20.40 20.50
17.00 L’ULTIMO SOPRAVVISSUTO Discovery Channel HD 18.00 DESTROYED IN SECONDS Discovery Channel HD 19.00 COME È FATTO Discovery Channel HD 19.55 SPECIALE ANNIVERSARIO: GIOVANNI PAOLO II History Channel 20.05 SUPERNAVI Discovery Science 21.00 SCIENCE OF THE MOVIES Discovery Channel HD 21.55 NON È MAGIA Rai Gulp 22.00 LE NUOVE ARMI Discovery Channel HD 22.05 MARCHIO DI FABBRICA Discovery Science 22.10 LA BIBBIA DEL DIAVOLO National Geographic
RADIO 2 13.00 28 MINUTI. 13.35 UN GIORNO DA PECORA. 15.00 COSÌ PARLÒ ZAP MANGUSTA. 15.15 OTTOVOLANTE. 16.00 TRAFFIC. 17.00 610 (SEI UNO ZERO). 18.00 CATERPILLAR. 19.50 DECANTER. 21.00 RADIO2 LIVE.
RADIO 3 rai.it 13.00 LA BARCACCIA. 14.00 AD ALTA VOCE. 14.30 ALZA IL VOLUME. MUSICHE NUOVE. 15.00 SPECIALE FAHRENHEIT. 18.00 SEI GRADI. UNA MUSICA DOPO L’ALTRA. 19.00 HOLLYWOOD PARTY. 19.50 RADIO 3 SUITE. 20.00 IL CARTELLONE. 23.30 TRE SOLDI.
21.05
22.00 22.25
23.00
23.10
23.20
88 MINUTI A. Pacino, nei panni di uno psicologo che collabora con il tribunale, ha a disposizione solo 88 minuti per continuare a vivere. Sky Cinema Max HD SPIDER-MAN S. Raimi - regista di “The Gifth” - dirige T. Maguire e K. Dunst nella saga dell’uomo ragno, alias Peter Parker. Sky Cinema 1 HD IL GIGANTE DI FERRO Film d’animazione: l’amicizia tra un ragazzino e un gigante che arriva direttamente dallo spazio. Boomerang EXCALIBUR Nigel Terry interpreta King Arthur nella versione diretta da J. Boorman. Jimmy F.I.S.T. Anni ‘30, America. Uno scaricatore, per l’influenza che esercita sui colleghi, diventa capo del sindacato dei camionisti. Con S. Stallone. MGM ANGELICA Tratto da un libro dei coniugi Anne e Serge Golon, è il primo di cinque film su l’eroina francese. Protagonista M. Mercier. Sky Cinema Classics IL DIAVOLO IN BLU La vita di Ezequiel (D. Washington) nero squattrinato in cerca di fortuna, che si trasferisce a Los Angeles. Noir classico di C. Franklin. Sky Cinema Mania FRONTIERS Dei ragazzi francesi scappano dalla polizia. Durante la fuga il gruppo si divide e quattro di loro fuggono verso la frontiera... Sky Cinema Max HD
17.00 MOTOCICLISMO: 2006 MUGELLO (MOTOGP) Top 10 Valentino Rossi ESPN AUTOMOBILISMO: GARA SOUTH GARDA WSK Kart 2010 RaiSport più CALCIO: MILAN - CAGLIARI Serie A Sky Sport 1 HD SCI DI FONDO: 15 KM MASCHILE Paralimpiadi Vancouver 2010 Sky Sport 2 HD 17.30 CALCIO: BOLOGNA - INTER Serie A Sky Sport 1 HD 18.00 TENNIS: MIAMI - SEMIFINALI Torneo WTA Eurosport BASKET: CANTÙ - ROMA Serie A Sky Sport 2 HD 18.25 MOTOCICLISMO: RACING 2 RaiSport più 19.00 RUGBY: PARMA - GRANPARMA Campionato super 10. Diretta RaiSport più CALCIO: CESENA - ANCONA Serie B. Diretta Sky Sport 1 HD 19.10 TENNIS: MIAMI - SEMIFINALI Torneo WTA Eurosport 20.00 CALCIO: CELTIC - RANGERS & SPARTA - SLAVIA PRAGUE Football Rivalries ESPN 21.00 BILIARDO: GIORNO 5 China Open Eurosport 21.30 CALCIO: INTER - CSKA MOSCA UEFA Champions League Sky Sport 1 HD 22.00 CALCIO: BARI - ROMA, 20/05/2001 Serie A AS Roma ESP
Storia vera sul colonnello Shaw e il 54esimo reggimento in gran parte di soldati di colore, che nel 1863 fu mandato al massacro. Con Morgan Freeman, Matthew Broderick (foto) e Denzel Washington. Glory - Uomini di gloria Sky Cinema Mania ore 21
Ford, l’archeologo diretto da Spielberg
A metà degli anni 30, un audace archeologo americano, Indiana Jones (Harrison Ford, nella foto), sfida i nazisti alla conquista della biblica «Arca dell' Alleanza». L’impresa è piena di insidie mortali. I predatori dell’arca perduta Sky Cinema Family, ore 21
Totò, Peppino e le banconote false Il portinaio Antonio (Totò) e due amici (tra cui Peppino De Filippo) iniziano a stampare banconote false. Quando decidono di provare a farne circolare, si sbagliano e usano l’unica vera. La banda degli onesti Sky Cinema Italia, ore 21
I SEGRETI DEL TEMPO Fox Life LA DONNA BIONICA LEI LA DONNA BIONICA LEI ALLY MCBEAL Fox Life LAW & ORDER C.I. Fox Crime HD MEGA MINDY DeAkids C.S.I. MIAMI Fox Crime HD PIPPI CALZELUNGHE DeAkids PIPPI CALZELUNGHE DeAkids SEX AND THE CITY Fox Life TEEN ANGELS Cartoon Network N.C.I.S. Fox Crime HD ICARLY Nickelodeon CRIMINAL MINDS Fox Crime HD FLASH FORWARD Fox HD NUMB3RS Fox Crime HD MEGA MINDY DeAkids FLASH FORWARD Fox HD 22.25 MODERN FAMILY Fox Life
21.00 21.15 21.25 21.40
SPONGEBOB Nickelodeon DUE FANTAGENITORI K2 TOM & JERRY Boomerang THE GARFIELD SHOW Boomerang TEEN TITANS Cartoon Network AMERICAN DAD Fox HD MR BEAN K2 THE BATMAN Cartoon Network TOM & JERRY Boomerang THE GARFIELD SHOW Boomerang LE NUOVE AVVENTURE DI SCOOBY DOO Cartoon Network I PINGUINI DI MADAGASCAR Nickelodeon RUBY GLOOM Rai Gulp SHIN CHAN Cartoon Network AMAZING SPIEZ! DeAkids GLI AMICI IMMAGINARI DI CASA FOSTER Cartoon Network
A fil di rete di Aldo Grasso
Quando la tv crea strani effetti
O
cchio alla tv, manipolare con cura! Il divertimento massimo della tv è di creare effetti inaspettati, non voluti, una perversa eterogenesi dei fini. Un esempio: Renata Polverini senza le sue partecipazioni a «Ballarò» (chi era prima?) non sarebbe mai diventata governatore del Lazio. Bene, però chissà se questo era nelle intenzioni di Giovanni Floris! Un altro esempio: Davide Bono è uno dei «grillini» pieVincitori e vinti montesi che hanno affondato Mercedes Bresso. A sentirlo, parla come Luca Mercalli, il Simona climatologo e ideologo di Ventura La Tv batte la «Che tempo che fa»: no alla Tv che parla Tav, sì alla Decrescita Felice, di sé. Bene insomma un pasdaran del fusia in prime time ma turo verde. Mercalli ha prefisoprattutto in seconda gurato Bono, prima che queserata, il reality l’«Isola sti si materializzasse. Per una dei Famosi» condotto maligna proprietà di transida Simona Ventura zione, si potrebbe dire che il (inviato Rubicondi): la successo di Luciana Littizzetseguono 4.596.000 to ha contribuito ad azzoppatelespettatori, pari re la Bresso. 20,1% di share. Un altro esempio ancora. In Campania è finita l’era Bassolino, nonostante «Un posto Bruno al sole». Negli anni, la soap di Vespa Raitre ha disegnato una NapoLa tv che li che non c’è, una Napoli molcelebra se to bassoliniana, una Napoli stessa da portineria dove però non superata dal reality. è mai esistito il problema Dopo la politica, «Porta spazzatura (tanto che si è doa porta» torna alle vuto provvedere altrimenti). frivolezze catodiche: Nel segreto dell’urna, i bassoBruno Vespa raccoglie liniani hanno perso il loro po985.000 telespettatori sto al sole. pari all’11,7% di Altri esempi in aggiunta: si share. è sempre detto che la tv ha contribuito all’unificazione linguistica dell’Italia, il che è profondamente vero. Mercoledì sera, per una strana coincidenza, all’«Isola dei famosi» (Raidue, ore 21.10) e alle «Iene» (Italia1, ore 21, 10) ci sono state due prove di lingua italiana. Che disastro! In tv ormai la lingua italiana è un optional, la sintassi un mistero oscuro. A un certo punto Simona Ventura ha urlato: «L’Isola è diventata una specie di portineria, dove tutti sparlano di tutti». È vero, sparlano: parlano male e a sproposito. E intanto la diffusione della tv ha raggiunto il cento per cento della popolazione italiana. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Venerdì 2 Aprile 2010 Corriere della Sera
Notizie in 2 minuti Primo piano Benzina, il record di Pasqua
Un decreto contro il caro-carburante. La riforma del settore, cui il governo sta lavorando, potrebbe arrivare anche attraverso un provvedimento d’urgenza per rilanciare le liberalizzazioni. Intanto, ieri i prezzi della benzina, che in prossimità del fine settimana di Pasqua, hanno superato per tutti i gestori l’1,4 euro al litro (1,23 per il diesel), sono rimasti fermi.
Cota e Zaia contro la Ru486 L’elogio del Vaticano
Dopo Roberto Cota, Luca Zaia. Il neo presidente leghista della Regione Veneto si affianca al «collega» piemontese nell’opposizione alla pillola abortiva Ru486, da ieri distribuita in Italia. «Mai la Ru486 negli ospedali veneti», dice Zaia. Soddisfazione in Vaticano, malumore tra i «laici» del Pdl. Il segretario del Pd, Bersani: «Si credono imperatori». Appello del Papa, che torna a condannare l’aborto: «Non accettare l’ingiustizia elevata a diritto».
Focus Più esportazioni militari
Le esportazioni militari autorizzate nel 2009 sono salite a 4,9 miliardi di euro con un aumento del 61% sull’anno precedente, confermando (e accentuando) un trend di crescita già evidenziato con un aumento del 29% nel 2008 e dell’8% nel 2007.
Esteri Karzai accusa Onu e Ue
Hamid Karzai rilancia lo scontro polemico con la comunità occidentale. Il presidente dell’Afghanistan accusa di aver interferito nella politica del suo Paese con brogli la coalizione Nato-Isaf. E punta l’indice contro Peter Galbraith, l’americano che fu vice capo della missione Onu, e il generale francese Philippe Morillon, che guidava gli osservatori dell’Ue.
Cronache Tangenti, Pennisi patteggia
Restituisce la mazzetta al legittimo proprietario, risarcisce il Comune con 5.000 euro, patteggia due anni e 10 mesi di carcere, esce da San Vittore e va agli arresti domiciliari: Camillo Milko Pennisi chiude così il primo round con la giustizia dopo l’arresto per concussione dell’11 febbraio.
A Cremona il super evasore
Campione di evasione: la Guardia di finanza contesta a un imprenditore di Cremona di aver nascosto al fisco un «tesoro» di ben 164 milioni di euro. Residenza a Montecarlo e sede sociale in Lussemburgo: dal 2001 a oggi non ha pagato un centesimo di tasse. In compenso, possedeva elicottero, parcheggiato in un aeroporto in zona, fuoriserie e un palazzo del ’500.
Cultura Magris, Bettiza e il Novecento
Dialogo tra gli scrittori Claudio Magris ed Enzo Bettiza: il ruolo guida dei maestri della letteratura in un tempo «privo di anima», i «romanzi di frontiera» e la Mitteleuropa, il Novecento secolo del male. Magris: torniamo ai grandi temi superando il pensiero debole. Bettiza: nel nichilismo dolce e pigro di oggi non c’è tragedia.
MADE IN ITALY
Spettacoli Crowe, il nuovo Robin Hood
Sudoku Diabolico
Aprirà il prossimo Festival di Cannes (il 12 maggio) la nuova versione di «Robin Hood» di Ridley Scott con Russell Crowe nei panni del principe dei ladri. Crowe è un Robin Hood che somiglia molto al «gladiatore» Massimo dell’omonimo kolossal, ma che riscrive il mito in senso crepuscolare.
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Sport Pace fatta tra Mourinho e Balotelli. Il giovane attaccante torna a disposizione e potrebbe tornare al suo posto nell’Inter che domani incontra il Bologna dopo sei esclusioni consecutive. I rapporti restano difficili, ma l’allenatore e il giocatore si sono parlati e chiariti.
5 Puzzles by Pappocom
Pace fra Mourinho e Balotelli
2 9 4
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3 1 8 8 4 9 7 9 6 2
Altri giochi su www.corriere.it
Giochi e pronostici Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 LA SOLUZIONE DI IERI 8 3 2 4 5 1 6 7 9
4 6 5 2 7 9 1 8 3
1 7 9 8 6 3 5 4 2
3 4 1 6 8 5 9 2 7
9 2 8 1 3 7 4 5 6
6 5 7 9 2 4 8 3 1
2 1 6 3 4 8 7 9 5
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Estrazioni di giovedì 1 aprile
Immagini
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I colori di Giotto
BARI CAGLIARI FIRENZE GENOVA MILANO NAPOLI PALERMO ROMA TORINO VENEZIA NAZIONALE
11 53 62 38 47 10 74 44 35 14 23
89 87 28 13 85 16 25 90 29 78 49
51 44 66 73 73 68 87 48 74 60 52
16 84 45 37 13 84 14 25 28 81 39
87 46 67 15 69 63 75 19 14 73 12
Superenalotto Combinazione vincente
23 25 43 Numero Jolly
37 38
50 86
31 Numero SuperStar
Jackpot indicativo prossimo concorso: 56.000.000,00 Ai 6: nessuno Ai 5 stella: nessuno Ai 5+ nessuno Ai 4 stella: 39.971,00 Ai 3 stella: 2.034,00 Ai 5: 31.927,28 Ai 2 stella: 100,00 Ai 4: 399,71 Agli 1 stella: 10,00 5,00 Ai 3: 20,34 Agli 0 stella: www.corriere.it/giochiepronostici
Video
Assisi, una mostra virtuale di affreschi della basilica: come erano in origine. Olimpiade
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«Sine die» Il film su papa Wojtyla in esclusiva su Corriere.it: oggi la prima di quattro puntate.
Foto
Settimana santa
Le immagini dei riti e delle celebrazioni nel mondo.
* Con "Sette" e 2,70; con "Io Donna" e 2,70; con "Style Magazine" e 3,20; con "Corriere Enigmistica" e 2,50; con "Tracks 2" e 16,10; con "I grandi classici della letteratura italiana" e 8,70; con "La cucina del Corriere della Sera" e 6,10; con "Il mondo di Patty" e 11,10; con "L’Europeo" e 9,10; con "Viaggio nella scienza" e 11,19; con "Daniel Barenboim" e 12,19; con "Philosophia" e 11,19; con "Il corpo umano" e 8,19; con "Supereroi. Le grandi saghe" e 11,19; con "100 anni di Fumetto italiano" e 11,19; con "Guida al concorso Roma" e 8,10; con "Le inchieste del commissario Maigret" e 8,19; con "Memorie e identità" e 10,00; con "Lucio Battisti" e 12,10; con "Giochi d’ingegno" e 11,19; con "I grandi libri degli ingredienti" e 14,10; con "La Sacra Bibbia" e 14,10; con "English Fitness" e 14,10; con "Brain Trainer" e 14,10; con "Andrea Bocelli. Le Opere" e 14,10; con "Misteri d’Italia" e 12,19; con "Gli anni d’oro di Topolino" e 11,19; con "Il grande cinema di Vittorio De Sica" e 14,10; con "Il Mondo" e 3,20.
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