I Segreti di Marconi - Pier Luigi Ighina

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PREFAZIONE

Gradirei porgere un cordiale ringraziamento alla Scienza Ufficiale la quale ha dato la possibilità di sviluppare in Imola,città tanto cara a Guglielmo Marconi, i segreti da lui lasciati. Una particolare gratitudine a tutti i collaboratori e simpatizzanti che hanno partecipato alla costruzione degli apparecchi scientifìci e che ancora fedelmente perseverano a tale ideale .

Le innovazioni scientifìche che troverete in questa prima edizione non sono controproducenti alla Scienza Ufficiale, ma propongono una più ampia conoscenza sui segreti non ancora svelàti di Madre Natura per portare all'umanità una impronta di maggiore sicurezza fortificando l'armonia con la natura stessa.


Sino ad ora la Scienza Ufficiale ha fondato le proprie basi sulle teorie dei più grandi scienziati del mondo, una delle quali sarebbe che il nostro globo terrestre ruotando su se stesso percorre tante orbite attorno al sole, generando i fenomeni che attualmente tutti possiamo osservare. Questo è giusto, ma Guglielmo Marconi, come tutti i geni, non contento delle evidenze inconfutabili elargite dalla scienza, ha voluto penetrare le indiscusse realtà di fatto, considerando ciò che gli studiosi di tutti i tempi avevano tralasciato di notare e che Madre Natura con lenta costante perseveranza, al di là della mente e dell'occhio umano, produceva con perenne alacrità. Guglielmo Marconi, sensibile acuto captatore di energie, entrava così in quel regno di verità, avvertendo tutte le conseguenze del movimento della Materia. La prima cosa che ha messo in àtto dopo la conoscenza dell'energia solare e terrestre è stata la realizzazione di un antico sogno: la radio trasmittente e ricevente. In seguito ha provato l'emozione di poter constatare che ogni cosa sulla terra come pure la nostra esistenza è subordinata all'influenza , di un effetto stroboscopico, vale a dire un effetto ottico causato dalle due rotazioni di energia, una solare discendente (luminosa), ed una terrestre ascendente (opaca), le quali recano un effetto di movimento sulle materie ferme. Infatti se noi facessimo ruotare una sorgente luminosa in senso destrorso e un'altra opaca nel senso contrario noteremmo in tutte le materie ed in noi stessi un movimento per effetto ottico. La stessa cosa avviene sul nostro pianeta , ma in che modo? Vediamo come Marconi è riuscito a scoprire l'arcano. (Procediamo nelle spiegazioni con una certa metodicità in modo che al lettore non vengano dubbi sull'autenticità delle osservazioni effettuate dallo scienziato). L'energia solare contiene in se stessa tutte le composizioni cellulari esistenti nel nostro pianeta. Vediamo dunque come avviene la trasformazione dell'energia in materia. Marconi cominciò osservando gli effetti che i minerali, i vegetali, e gli animali producevano sulle due energie da lui scoperte. Constatò quindi che ogni materia possedeva forme rotonde per la rotazione a spirale delle due energie. Ne seguì uno studio dettagliato della chiocciola (o lumaca) terrestre e marina, perchè all'esterno ed all'interno di essa (vedi Nautilus), era più che mai evidente la forma della spirale. Dopo varie osservazioni Marconi riuscì a scoprire che l'abitacolo della chiocciola riceveva l'energia solare e terrestre a seconda della posizione in cui ella instintivamente si poneva. Ebbe così la certezza che ciò era dovuto alla forma della spirale in essa contenuta. Effettivamente, se l'abitacolo della lumaca è rivolto verso l'alto ella capta l'energia solare, al contrario, verso il basso assorbe l'energia terrestre, se in posizione orizzontale, può caricarsi sia di energia solare che terrestre contemporaneamente. Da queste considerazioni lo scienziato, riuscì dopo qualche anno a scoprire l'enigma della luminosità solare e, fu qui che mi mise al corrente delle sue scoperte incaricandomi di proseguire nelle ricerche anche dopo la sua morte. Come vedete, così ho fatto. Guglielmo Marconi, per scoprire che cos'era il sole non fece altro che suddividerlo in sette parti. Attraverso i sette colori dell'iride egli comprese che ogniuno di essi possedeva un'energia, ed era mediante codesta energia che si poteva comporre o


scomporre l'intero sole riuscendo così a conoscerne la potenza. Ma la parte principale era il comprendere come poter prelevare l'energia solare ed usufruirla. Le attente osservazioni di Marconi verso la natura lo portarono ad intuire che i pendii delle colline erano scivoli importanti per fare scorrere l'energia solare. Ciò viene tuttora dimostrato dalla finestra del suo laboratorio a Villa Grifone, la quale è situata proprio alla fine di un pendio. Da questo vediamo come lo scienziato tenesse conto delle risorse naturali che Madre Natura metteva a sua disposizione. Il sole, o meglio l'energia solare nello scendere verso il globo terrestre ha una rotazione destrorsa identica a quella osservata nella spirale della lumaca. Tale movimento ha lo scopo di fare penetrare l'energia solare all'interno della terra rendendola satura, ed in un secondo tempo di rilanciare l'energia superflua nuovamente verso il sole tra mite il magma interno che è nel centro della terra. Essendo questa energia una riflessione, il suo moto rotatorio verso il sole sarà così in senso contrario a quello antecedente. Queste due energie rotative contrarie una dall'altra producono un ritmo costante. Dentro questo ritmo si possono prelevare tutti i ritmi corrispondenti alle cellule delle materie esistenti sul nostro pianeta. Prelevando un ritmo completo e bloccando le due velocità rotative, le loro energie si solidificano diventando una cellula di materia con caratteristiche diverse a seconda della distanza del ritmo dal sole. Le cellule di materia di diversa costituzione, possono alimentarsi dal ritmo generale sole è terra e diventare così cellule viventi. Questo è il segreto di Madre Natura, la quale trasforma l'energia in materia, così come avviene in noi e su tutte la materie esistenti nella terra perchè siamo dentro ad un ritmo di energia rotativa. Ecco perchè abbiamo dunque scoperto che la terra è bloccata da questo ritmo e ruota soltanto l'energia solare e terrestre in essa contenuta. Ora vediamo come avviene la rotazione solare. Ogni pianeta esistente nel cosmo forma un ritmo identico a quello della terra. Tutte le energie uscenti dai pianeti che ci circondano sono destinate a tornare al sole. Per penetrare nel sole tali energie producono un cuneo, il quale spostando l'energia solare imprime ad essa una rotazione obbligatoria, nel medesimo tempo con il loro spostamento creano varie intensità di luce più o meno forte generando così pulsazioni luminose. Queste pulsazioni servono al sole per direzionare l'energia in un punto stabilito. La rotazione dell'energia solare ha una grande proprietà, quella di poter penetrare nelle materie in qualsiasi posizione esse si trovino, alimentando continuamente le cellule di cui sono composte. Questa rotazione nel cosmo, produce una condensazione di ritmi che forma una cupola magnetica protettrice della materia esistente.


STROBOSCOPIO Per conoscere il funzionamento dello stroboscopio costruito ad Imola, è necessario osservare ancora una volta ciò che Madre Natura compone per formare le nuvole e l'enorme potenza di energia in esse contenuta .. Osservando l'evaporazione prodotta sulla superfice del nostro pianeta, constatiamo che sono piccole particelle di energia solidificata (cellule di materia), che salgono verso il cielo. Seguiamole nel loro tragitto ed avremo la certezza che assorbono l'energia prelevata dal ritmo generale sole - terra. Queste energie assorbite,producono nelle cellule un peso che aumenterà fino alla loro saturazione, arrivate alla quale si fermeranno e galleggeranno nell'aria come il legno nell'acqua. Le differenti materie che compongono queste cellule sono a loro volta anche diverse cariche di energia le quali in attrazione tra di loro si sommano generando quantità enormi di valori energetici. Suddividendo una massa di energia in due parti disuguali si ottengono per legge di natura due differenti polarità una positiva e l'altra negativa. Quindi come avviene nelle nuvole, quando due masse di differente potenza si urtano, creano una scarica di energia con tuoni e fulmini di forte intensità. Da questa conoscenza abbiamo cercato di imitare Madre Natura adoperando il materiale a nostra disposizione. Siamo venuti nella determinazione di usare l'alluminio perchè secondo. il nostro giudizio crediamo sia il metallo più positivo esistente sulla terra. Abbiano ritenuto opportuno usufruire di contenitori dello stesso metallo sostituendo alle particelle esistenti nelle nuvole polvere di alluminio. Caricando questa polvere con l'energia sole - terra, siamo arrivati ad ottenere sulla superfice del contenitore una fuoriuscita di energia di molto superiore alla carica iniziale. Questo si deve al fatto che le particelle di polvere essendo disuguali tra di loro si attraggono producendo lo stesso fenomeno di moltiplicazione delle energie come si identifica nelle nuvole. Eravamo già a conoscenza che questa energia uscente passando attraverso una sostanza cambiava il suo ritmo iniziale assumendo il ritmo della materia attraversata. Abbiamo pensato così di colorare i contenitori con i sette colori dell'iride considerando che ogni colore attraversato emetteva un ritmo suo proprio. In seguito costruimmo un apparecchio circolare per poter sfruttare al massimo il movimento rotatorio delle due energie solare e terrestre. Su di una superfice avente sette metri di raggio, situata nel terreno adiacente al laboratorio abbiamo impiantato otto elementi rettangolari composti di tubi in alluminio con una lunghezza pari a sette metri sostenuti da tre pali di legno alti da terra due metri. Sopra ad ogni palo si procedette a saldare una lastra di alluminio sporgente dieci centimetri per lato, sulla cui superficie.vennero pitturati i sette colori dell'iride nello stesso ordine come Madre Natura li ha composti. Per aumentare' la potenza del ritmo di ogni colore applicammo due spirali di alluminio una discendente e l'altra ascendente. Questi tubi furono riempiti di polvere, ed all'interno di essi venne applicato un conduttore di rame portatore di energia proveniente dal laboratorio. Al centro di ogni palo che fungeva da sostegno avevamo posto un contenitore sempre in alluminio alto 65 cm alle cui parti superiore ed inferiore fissammo una


spirale per aumentare la potenza del ritmo. Di fronte ai contenitori una lampada elettrica di 150W pulsante, permetteva di potenziare l'energia uscente durante la notte. In questo modo l'energia ritmica era mantenuta entro la circonferenza del terreno. Per riuscire a perforare la cupola magnetica sovrastante l'apparecchio e per poter scandagliare al di là di essa occorreva lanciare tutta questa energia accumulata verso l'alto. Costruimmo quindi un perno rotante e su di esso applicammo un'elica avente un raggio di m. 6, composta a sua volta da tubi in alluminio identici a quelli installati sui sostegni di legno, ad una altezza di m. 4 dal suolo. Il movimento rotativo verso sinistra; (similare al moto di uscita dell'energia terrestre) produceva la mescolanza dei 7 colori dell'iride, sino a comporre un piccolo sole che con il movimento provocato dall'elica generava un vortice uguale a quello creato dalla natura. Perforammo dunque la cupola magnetica ed ottenemmo una luminescenza uguale a quella di una stella. Dopo vari esperimenti potemmo constatare il fenomeno stroboscopico che Madre Natura generava in continuazione. Comprendemmo così che nel cosmo ogni corpo celeste non possedeva un movimento suo proprio, ma si trattava esclusivamente di rotazione di energie. Per quanto ci riguarda il movimento rotativo dell'energia solare e terrestre imprime su di noi un effetto ottico di spostamento. Il giorno e la notte sono prodotti da una condensazione di ritmi che a loro volta si muovono per effetto ottico o stroboscopico. Le continue prove di laboratorio ci fecero conoscere che i 7 colori emessi dal sole erano dovuti ad infiltrazioni di energie di altri sistemi solari. Quindi ogni colore poteva essere un canale magnetico per avere contatti con altri mondi. I continui scandagli eseguiti con lo stroboscopio hanno dato la possibilità di conoscere la conformazione del nostro sistema solare. Con la perforazione della cupola magnetica ci siamo trovati di fronte ad un enorme massa incandescente di origine sconosciuta la quale generava continuamente energia in quantità a sua volta trattenuta dalla cappa magnetica formata dal sole che con il suo movimento creava tra la cupola e la massa incandescente un cuscinetto di energia protettiva, o energia stàtica che perforata dalIe stelle (buchi luminosi) facevano passare nella nostra atmosfera energia vitale. Al contrario i (buchi neri) invece introducevano nel cuscinetto l'energia ritmica uscente dal nostro pianeta. Il sole dunque è una stella, che riuscita a perforare il cuscinetto di energia statica protettiva, immette nel nostro sistema una piccola parte dell'energia con la quale è composta la massa incandescente sconosciuta. Ecco perchè noi rendiamo note due conoscenze: −una, che le stelle sono dei fori, −l'altra, noi pensiamo che nella nostra atmosfera tutto sia fermo, e si muovano

soltanto le due energie solare e terrestre. l sette colori che compongono il sole sono energie provenienti da altri sistemi, le quali mediante i fori prodotti tra un sistema solare e l'altro penetrano nel raggio del nostro sole attratte dalla medesima rotazione di energia che il nostro sistema solare produce in continuazione.


Non soddisfatti di queste conoscenze allo stato teorico abbiamo voluto verificarne il contenuto realizzando esperimenti in laboratorio. −Abbiamo preso un cilindro di alluminio e dopo averlo riempito di polvere dello stesso metallo, lo abbiamo caricato con l'energia del ritmo sole - terra. Facendo in seguito roteare sopra il contenitore una lampada accesa da 150 watt abbiamo notato che avvicinando e allontanando per varie volle la lampada al cilindro, i filamenti di essa assumevano ogni volta uno dei sette colori dell'iride. Questo ci ha convalidato ancora nella nostra ipotesi precedente. In seguito per arrivare a rendere opèrante lo stroboscopio è stato necessario costruire vari apparecchi i quali con il susseguirsi della loro funzione ci hanno permesso di raggiungere il nostro scopo. Diamo quindi qualche cenno su uno dei più importanti, cioè l'apparecchio produttore di atomi magnetici positivi e negativi. Tale conoscenza era già in mio possesso sino dall'anno 1926, ed è stato grazie a questa che io ho avuto il mio incontro con lo scienziato Guglielmo Marconi. Il fatto lo interessò moltissimo tanto che venne subito a trovarmi alla Spezia in un giorno in cui avevo la franchigia; (essendo arruolato a Varignano-Spezia, come radiotelegrafista specializzato). Da questo incontro diventammo amici, dopo di che io diventai un suo collaboratore incognito quindi continuammo in seguito a scambiarci informazioni scientifiche e a programmare i nostri incontri alla insaputa di tutti. Chiusa questa parentesi, torniamo alla costruzione dell'apparecchio produttore di atomi magnetici il quale è stato composto con una elettro calamita di forte intensità avente la proprietà di emettere oltre al flusso magnetico particelle di energia positiva e negativa che ad una certa distanza si solidificano emettendo una energia propria. (Darò complete informazioni di questo apparecchio quando arriverò al termine del secondo volume). I primi effetti degli atomi magnetici positivi e negativi destavano irritazioni cutanee ed arrossamenti, inoltre irrorando queste particelle in prossimità di piante ed animali abbiamo notato che questi assumevano più vitalità. Constatammo quindi che alcuni insetti come mosche e formiche si ingrossavano sino al punto di esplodere. Da queste osservazioni abbiamo compreso che le particelle penetrando nelle materie ne aumentavano il peso ed il volume. Comprendemmo che questi atomi magnetici penetrando in tal une sostanze: oleose, liquide e grasse, venivano immagazzinate nella stessa materia emettendo poi energia nella superficie della medesima. Da principio si credette soprattutto a suggestione, (facile a crearsi in questi casi) sino a che un giorno venne nel laboratorio una commissione da Bologna composta da alcune guardie di pubblica sicurezza assieme ad un medico provinciale. Chiesero di assistere ad un esperimento sugli atomi magnetici. Durante il funzionamento dell'apparecchio il medico cominciò ad accusare irritazioni cutanee e considerati gli arrossamenti che ne derivavano, ci incolpò di diffondere sostanze irritatorie. Questo fatto determinò che tali reazioni non erano affatto dovute a suggestione. Cominciammo dunque a trattenere questi atomi in sostanze grasse; riempimmo alcuni contenitori con vaselina e parafina mescolate a polvere di alluminio e caricammo codeste materie di energia. Saturi che furono , questi contenitori possedevano una emanazione energetica


fortissima , ed i risultati più soddisfacenti li avemmo quando avvicinandoli ad altre materie creavano maggiore vitalità, sopratutto sulle cellule umane, le quali eccitate producevano risultati positivi sull'artrosi e le malattie infiammatorie. Di lì a poco tempo costruimmo una poltrona magnetica atta ad equilibrare le cellule umane. Ciò che ne derivò fu veramente eccezionale i nostri corpi per primi ne ebbero un enorme beneficio. Dopo questi risultati ci estendemmo ad osservare come si comportavano gli atomi positivi nell'etere. Costruimmo quindi sul tetto del nostro laboratorio un grosso tubo di plastica alto quattro metri denominato "Canale Magnetico", composto da un perno di alluminio nella cui parte superiore vi era stato applicato un coperchio, pure questo in plastica, dal quale fuoriuscivano dei perni terminanti con una sfera metallica. Le sfere venivano collegate con gli atomi magnetici prodotti nel laboratorio, mentre tutto il complesso era azionato da un motore rotante sia verso destra che sinistra. l risultati ottenuti con gli atomi magnetici positivi furono assai lusinghieri, poco dopo alla loro emanazione nell'aria potemmo notare con sorpresa che gli alberi di pino nel viale adiacente al laboratorio, si piegavano verso la fonte del canale magnetico assorbendone l'energia, ed aumentando così la crescita delle gemme. Al contrario, irrorando i dintorni di atomi magnetici negativi, la vegetazione arrestava il proprio processo e si essicava. Infatti il Comune di Imola dovette ripiantare parecchi pini e noi ne fummo assai rammaricati, pur servendoci di questo fatto ,quale conferma ai nostri esperimenti. Un altro evento più unico che raro prodotto con il Canale Magnetico si verificò nell'orto vicino al laboratorio, precisamente in un filare di prugne, in cui alcuni alberi, in un qualsiasi periodo dell'anno a seconda della potenza degli atomi positivi fiorivano e mettevano le foglie. Questo evento lo raccontai ad un giornalista di Genova, il quale incredulo volle venire ad Imola per constatare di persona l' accaduto. Egli ebbe quindi l'occasione di distaccare da un albero ricoperto di ghiaccio un ramoscello con fiori e foglie (era il mese di gennaio). In seguito questo signore scrisse un articolo su un giornale di Genova, naturalmente non fu creduto e rischiò di essere licenziato dal direttore per falsità. Dopo questo susseguirsi di fatti ed esperienze ,sia positive che negative, decidemmo di costruire la parabola magnetica. Tale apparecchio consisteva in circa quattro quintali e mezzo di materiale, da dover innalzare sopra il tetto del fienile situato dietro al laboratorio. Prendemmo un rettangolo di quattro metri per uno e cinquanta di legno, lo abbiamo messo sopra una base formata di tubi di ferro con un perno rotante su se stesso, comandato dall'interno. Al centro del rettangolo collocammo otto tubi di alluminio alti metri uno e cinquanta , ripieni di particelle dello stesso metallo. All'interno di essi un conduttore di rame caricava in continuazione con atomi magnetici prodotti dalle apparecchiature che si trovavano all'interno del laboratorio. Dietro questi tubi fu installata una grande parabola di rete sempre in alluminio, la quale aveva lo scopo di direzionare l'energia uscente .. All'interno della parabola funzionavano ventuno lampadine da centocinquanta watt con luminescenza pulsante. Nel laboratorio approntammo in seguito gli apparecchi produttori di atomi magnetici positivi e negativi per caricare il tutto. Quindi cominciammo la rigenerazione della parabola con atomi magnetici positivi per la durata di una settimana. Ciò che vedemmo durante la notte fu uno spettacolo meraviglioso, dai tubi di alluminio fuori uscivano getti ti di energia luminosa, e tutte


le piante adiacenti emettevano la loro aura come se esistesse una seconda pianta di origine eterica, inoltre nell'atmosfera si potevano notare tante piccole scintille che si alternavano componendosi e scomponendosi a vicenda. Dopo quindici giorni, fummo impressionati da due fenomeni, la scomparsa delle nuvole e la ricarica automatica dell'apparecchio senza gli atomi da noi appositamente prodotti. Il fatto cominciò a preoccuparci, sopratutto quando per due mesi non vedemmo più cadere una goccia di pioggia, per cui giunti in prossimità del terzo mese di secca, avvertimmo l'ateneo di Bologna con una lettera, raccontando minuziosamente l'accaduto. Non vi sto a raccontare quanto ci presero in giro, accusandoci di soffrire di traveggole. Decidemmo perciò di riunire tutti i nostri collaboratori e finalmente riuscimmo a scoprire l'enigma. Gli atomi magnetici positivi che noi producevamo erano, guarda caso identici a quelli del sole, avveniva così un'armonia tra le due sorgenti di energia e l'apparecchio ne restava automaticamente caricato. Si pensò allora di caricare l'apparecchio con atomi magnetici negativi, procedendo in senso contrario a quanto avevamo fatto sino a quel momento. Dopo quattro giorni notammo che dall'apparecchio fuoriuscivano energie di colore bluastro e persino sulla superficie del terreno circostante potevamo vedere striscie luminose dello stesso colore le quali si alternavano ad una velocità istantanea. Da lì a pochi giorni ancora, nel cielo cominciarono ad arrivare piccoli gruppi di nuvole, le quali si intensificarono sino a produrre una precipitazione abbondante di pioggia. Con questo esperimento, comprendemmo che gli atomi magnetici positivi che noi producevamo erano identici agli stessi atomi delle nuvole per cui ecco la repulsione, mentre gli atomi negativi generati in un secondo tempo, essendo contrari attiravano le nuvole. Altri fenomeni li potemmo verificare sul campo magnetico di un albero reciso un anno prima, bombardando la zona ove risiedeva con gettiti di atomi magnetici. Potemmo poi rilevare con una fotografia (a nostra grande meraviglia) che l'impronta luminescente del campo magnetico dell'albero era stata perfettamente ritratta. Ci convincemmo che tutte le materie esistenti sulla terra per un periodo più o meno lungo lasciano in quel luogo il loro campo magnetico anche quando la materia non esiste più. Arrivammo alla conclusione che in alcune vecchie abitazioni, o meglio i secolari castelli, impregnati dal susseguirsi di molteplici campi di persone, davano adito a fantastici racconti di spiritismo, ebbene noi spieghiamo questo fatto appunto dicendo che l'energia vive anche quando la materia muore .

TUBO MAGNETICO Con l'entusiasmo dovuto ai risultati raggiunti, costruimmo in seguito un tubo magnetico avente una portata di sette quintali, composto di otto tubi di alluminio di forma rettangolare, lunghi sette metri ed uniti tra di loro con una lamiera sempre dello stesso metallo. L'apertura iniziale del tubo era di un metro, quella finale di un metro e cinquanta. La base del tubo avente lo spessore di un centimetro era a doppio fondo, poichè doveva essere riempita di polvere di alluminio.


Applicate sul fondale vi erano sedici lampade da centocinquanta watt pulsanti. Gli otto tubi componenti, erano stati riempiti anch'essi di polvere di alluminio all'interno dei quali, avevamo collocato un conduttore di rame al fine di poter prelevare gli atomi magnetici provenienti dal laboratorio. Tutto il tubo era sorretto da un traliccio di ferro con rotazione sferica, in modo da poterlo spostare in qualsiasi posizione come un telescopio. Ne equilibrammo poi il peso installando ai lati di esso due grandi aste portanti, le quali recavano'alla base un carico equivalente al peso aereo del tubo. In questo modo potevamo direzionare con facilità il tubo in qualsiasi momento. La prima cosa che ci venne in mente di fare, fu di bombardare la luna per vedere quale effetto ne derivava. Dopo qualche giorno potemmo osservare una aureola luminosa attorno ad essa, la quale si deformava ogni qual volta noi spostavamo il tubo magnetico. Comprendemmo più avanti che bombardando la luna con atomi magnetici positivi diminuiva in un certo punto della terra il suo campo magnetico dando origine alle basse maree, ciò era dovuto alla maggiore uscita dell'energia magnetica terrestre. Contrariamente se si bombardava la luna con atomi magnetici negativi, aumentavamo l'energia lunare verso la terra e la pressione che ne derivava provocava l'alta marea. Da questi esperimenti fu possibile riprodurre l'alta e la bassa marea a nostro piacimento ed in luoghi da noi stabiliti. La maggior soddisfazione l'abbiamo avuta però quando ci fu possibile aiutare gli astronauti americani ad atterrare sulla luna, grazie ad un apparecchio in collegamento con la navicella spaziale, il quale registrava i vari campi magnetici degli apparecchi e delle persone che si trovavano a bordo, nonchè eravamo in grado di percepire tutte le energie magnetiche esterne che continuamente investivano l'abitacolo. Informammo con dei telegrammi la N.A.S.A. su come poter risolvere i guasti che accadevano sull'Apollo XIV, nel febbraio 1971. Ogni nostro scritto ebbe sempre altrettante conferme da parte loro e ne ricevemmo entrambi un beneficio. Non andò così invece con la Russia, la quale fu avvertita nel giugno del 197l, di far ridiscendere immediatamente i tre astronauti Dobrovolski, Volkov, Batsayev, a bordo della Salyut, purtroppo non ci ascoltarono, e le perturbazioni magnetiche che investirono poi l'astronave furono letali per i tre uomini. Un fenomeno al quale vogliamo portare un accenno si verificò sempre durante il periodo delle imprese spaziali, poichè per facilitare l'atterraggio del Lemm sulla Luna, assorbimmo mediante i nostri apparecchi una certa quantità dell'energia magnetica di quel pianeta. Con nostro immenso stupore potemmo rilevare dopo pochi giorni alcuni frammenti di scorie e polvere lunare . Qualche anno dopo, le spese divennero eccessive, nessuno dava più alcun contributo poichè la diffidenza e l'incredulità verso questi studi si era molto diffusa. Pensammo allora di continuare usufruendo di apparecchi che erano già stati costruiti, e li smontammo in ogni loro parte. Cominciammo dal tubo magnetico, al posto del quale costruimmo lo stroboscopio. Con la parabola realizzammo un apparecchio il quale sotterrato ci servì a captare mediante pulsazioni luminose l'energia proveniente dal centro della terra.


Ma la parte più importante doveva ancora venire; l'apparecchio che sarebbe stato il fulcro di tutti i nostri studi, stava per essere costruito sviluppando uno ad uno i segreti che Guglielmo Marconi non ebbe il tempo di poter annunciare a tutta l'umanità. Si trattava della "Centrale Ritmica Magnetica Solare e Terrestre" che noi abbiamo appunto chiamata "Centrale Marconi", per gratitudine nei confronti del grande scienziato. Fu a Vìlla Grifone, residenza dei conti Marconi, a Pontecchio provincia di Bologna che potemmo prelevare tra le macerie di un vecchio pozzo la cassettina di piombo contenente il più importante dei suoi segreti, e nei muri del suo laboratorio gli studi sulla chiocciola o spirale, nonchè l'enigma delle isole Bermude. E' con il testamento di Guglielmo Marconi che termina la prima edizione di questo libro. Nella seconda edizione che seguirà saranno citate le sottoindicate spiegazioni: −Costruzione particolareggiata dello stroboscopio. −La centrale Marconi nella sua suddivisione (energia solare-terra , scivoli

magnetici di energia, parabole, spirale magnetica). −Appareccio per neutralizzare i terremoti. −Apparecchio che evidenzia l'effetto stroboscopico. −Apparecchio per la neutralizzazione dell'energia atomica,elettrica ed i suoi derivati. −Compositore del ritmo solare e terrestre. −Apparecchio per trasformare l'energia solare e terrestre in materia. −Come ricavare l'energia elettrica dal ritmo magnetico solare e terrestre. −Fiore di Marconi −Metodo per prelevare l'energia dal centro della terra. −Metodo per prelevare il ritmo dalla materia. −Formazione del colore della supetjìcie terrestre. −Perchè l'energia uscente dalla terra presenta il colore azzurro . −Il segreto delle isole Bermude descritto da Guglielmo Marconi. −La costruzione dell'apparecchio produttore di atomi magnetici positivi e negativi.


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