Orizzonti 1 2011

Page 1

FEDERLUS

NUMERO 1 • ANNO 9 • GIUGNO 2011

PERIODICO DELLA FEDERAZIONE DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO DEL LAZIO UMBRIA SARDEGNA

CRESCE IL CREDITO COOPERATIVO A PERUGIA

1861-2011

CENTOCINQUANTA ANNI DALL’UNITÀ D’ITALIA


Information Technology &

Network Consulting

DGC

M srl R

your business solution

INNOVAZIONE PROFESSIONALITA’ EFFICIENZA

Piazza S. Maria 1 Sacrofano (RM) Tel. 06 90112371 Cell. 329 4227845 Fax 1782210504

IDENTITA’

www.dgcom.it E-mail: info@dgcom.it


S

O

M

M

A

R

I

O

EDITORIALE DEL PRESIDENTE TESTIMONI DELL’ITALIA CHE GUARDA AVANTI

3

APPUNTI DEL DIRETTORE NUOVI ORIZZONTI

4

DAL MOVIMENTO PRIMO PIANO PERUGIA: CRESCE IL CREDITO COOPERATIVO

6

PUNTO CONGIUNTURALE LA SITUAZIONE DELLE FAMIGLIE TRA PRESENTE E FUTURO

12

POLITICA ASSOCIATIVA LA VOCE DEI PRESIDENTI: VERSO “ROMA 2011”

44

LEONARDO RUBATTU È IL NUOVO DIRETTORE GENERALE DI ICCREA BANCA

46

IL SUPPORTO DEL CREDITO COOPERATIVO AL NASCENTE SISTEMA DELLE CAJAS DE CREDITO COOPERATIVAS

46

ASSEMBLEE 2011

47

14

DALLE BCC

18

NUOVE FILIALI/1 BCC DEL GARIGLIANO PRIMA FILIALE A SESSA AURUNCA

48

NUOVE FILIALI/2 BCC GIUSEPPE TONIOLO INAUGURATA LA SETTIMA FILIALE A CECCHINA

48

BCC DI BELLEGRA IL MICROCREDITO SOCIALE, DUE ANNI DI ESPERIENZE SUL TERRITORIO

49

BCC DI FRASCATI GLI ADEMPIMENTI PREVISTI DALLA NORMATIVA DI ANTIRICICLAGGIO

50

LE ASSEMBLEE 2011 DELLE NOSTRE BCC

51

TESORI DEL TERRITORIO IL TRIANGOLO DELLE NOCCIOLE

I GIOVANI E IL CREDITO COOPERATIVO

NON SOLO BCC ASTROFILI SI DIVENTA

26

LA MIA PET THERAPY

29

IL FASCINO (IN)DISCRETO DEL VINILE

31

DALLA FEDERAZIONE LAVORI IN CORSO

34

VIA AL TERZO BIENNIO DI “REVISIONE ORDINARIA”

35

A TUTTO CAMPO

36

SEGUIRE L’EVOLUZIONE DELLA STRATEGIA

37

NUOVI ORIZZONTI

UN “WORLD WIDE WEB” DI APPRENDIMENTO

40

LO SVILUPPO ATTUALE DELL’E-COMMERCE IN ITALIA E IL FENOMENO DEI DEALS ON LINE

FEDERLUS ON LINE

42

FINANZIAMENTO IN POOL A CODESARROLLO

43

CRONACA EVENTI

43

Direttore Responsabile: Maurizio Aletti

Immagini: Archivio Edicom, Archivio Federlus, Fabrizio Burelli, Simone Pagano, Microimages Fotolia Redazione: Alessandro Ceccarelli, Brunella Venier

52

RECENSIONI STEVE JOBS, L’UOMO CHE HA INVENTATO IL FUTURO

Hanno collaborato a questo numero: Fabrizio Burelli, Sergio Conti, Manuela Ciafro, Antonella Cortese, Sergio Troiani, Giorgio Caporale, Martina Bonaldo Editore: EDICOM srl, iscritta al R.O.C. n. 8961

Finito di stampare: giugno 2011 Tiratura: 2.500 copie

55


Centro Servizi Cooperativi

• back-office bancario • contabilizzazione e quadratura dei conti • carte di debito e di credito • assegni • monetica • bonifici • deleghe fiscali • portafoglio effetti • rete interbancaria • rete trasmissione dati

Ce.Se.Coop. Centro Servizi Cooperativi Viale Oceano Indiano 13/c 00144 Roma Tel. 065286/1 Fax 06 52862342 organizzazione@cesecoop.bcc.it

Un supporto concreto!


EDITORIALE

Testimoni dell’Italia che guarda avanti di Francesco Liberati

L’Assemblea 2011 della nostra Federazione si colloca nella più ampia cornice celebrativa dei Centocinquant’anni dell’Unità d’Italia. Una ricorrenza che nei primi sei mesi dell’anno è stata molto sentita in tutto il Paese e, in particolare, nei territori di riferimento della nostra Federazione. Per questo abbiamo dedicato alla forza dell’Unità l’Assemblea 2011. Per noi che abbiamo sempre perseguito la “forza dell’unione”, il passaggio è stato breve. Lo stare insieme, infatti, è per noi cooperatori un valore fondante, che viene da una lunga tradizione di persone che, attraverso il loro impegno condiviso, costruiscono opportunità di crescita e sviluppo soprattutto per i più deboli. Il movimento cooperativo e il credito cooperativo hanno contribuito al percorso di affrancamento e riscatto di tanta gente, dopo l’avvenuta Unità d’Italia. Un percorso di cui non dobbiamo perdere memoria perché frutto di un impegno collettivo tra i più appassionanti della nostra storia. A tale proposito, è ancora intensa l’impressione del discorso del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, reso davanti alle Camere riunite per l’avvio delle celebrazioni del Centocinquantenario. “L’Unità nazionale è un bene di tutti, frutto di un’impresa ciclopica con tanti drammi e tanti sacrifici in ogni parte d’Italia” disse allora il Presidente Napolitano. Un risultato che ha portato un grande balzo in avanti per l’insieme degli italiani, con meriti e demeriti per i protagonisti che l’hanno voluto e ripercussioni sull’Italia moderna. Certo, oggi non possiamo ignorare l’evidenza di riflessioni sui ritardi che ancora riguardano una parte importante del Paese ma, in ogni caso, il successo del Risorgimento deve darci ancora orgoglio e fiducia nel futuro, un futuro che mai come ora dipende da quello che sapremo costruire in un mondo sempre più complesso e difficile. Ognuno di noi può fare qualcosa per costruire questo futuro, lasciando un Paese migliore alle generazioni che verranno. In questa direzione, noi operatori – donne e uomini – del Credito Cooperativo, dobbiamo avere la consapevolezza non solo dell’importante passato del nostro movimento, ma soprattutto del compito che è davanti a noi. Un compito al servizio della collettività, volto a costruire fiducia e nuove opportunità di crescita per i cittadini, con attenzione costante al bene comune. Un compito, questo, che è insito nel nostro modo di essere e operare e che attuiamo tutti i giorni nel confronto continuo con la nostra gente, i soci, la clientela. Nostro proposito costante è quello di fornire un servizio di prossimità e attenzione, capacità questa che ci è largamente riconosciuta non solo dalla concorrenza ma anche dalle istituzioni. Ma ora siamo chiamati a fare qualcosa di più, organizzandoci meglio al nostro interno, superando quei punti di debolezza che, nonostante i nostri successi, sono elementi di vulnerabilità e quindi di rischio. Migliorando noi stessi, potremo contribuire alla riscossa del Paese: noi non vogliamo essere “piloti della deriva”, deriva che alcuni autorevoli osservatori paventano per il nostro Paese. Siamo, invece, profondamente d’accordo col Governatore Mario Draghi che, alla recente Assemblea della Banca d’Italia, ha affermato che “il declino non è ineluttabile”. Per questo noi vogliamo essere testimoni dell’Italia che guarda avanti e ha voglia di ripartire.

3


APPUNTI DEL DIRETTORE

NUOVI ORIZZONTI Brevi riflessioni sulle considerazioni finali del Governatore della Banca d’Italia e sull’incontro del Credito Cooperativo con il Vicedirettore Generale Anna Maria Tarantola di Paolo Giuseppe Grignaschi

“Le banche di piccola dimensione, anche durante la crisi, hanno fornito sostegno all’economia; hanno ampliato la loro attività sia al di fuori del loro territorio, sia con clienti di grandi dimensioni. Devono ora rendere gli assetti di governo, le strutture organizzative e i sistemi di controllo del rischio di credito adeguati alle maggiori quote di intermediazione”. Mario Draghi, Considerazioni finali all’Assemblea ordinaria della Banca d’Italia, Roma 31 maggio 2011 In questi giorni ogni riflessione, per chi faccia il nostro mestiere, non può che partire dalle considerazioni finali del Governatore consegnate al pubblico il 31 maggio scorso, in occasione dell’Assemblea ordinaria della Banca d’Italia. Le parole sopra riportate, rivolte alle Banche di piccola dimensione, di cui noi del Credito Cooperativo costituiamo la quasi totalità, sono chiare ed inequivocabili. Ma, per essere ancora, se possibile, più chiari, la Banca d’Italia ha voluto incontrare, il 15 giugno scorso presso la sede di Federcasse, i Vertici del Credito Cooperativo (i componenti del Consiglio Nazionale, i Direttori Generali delle Federazioni locali, i Presidenti ed i Direttori degli Istituti Centrali) con una delegazione guidata dal Vicedirettore Generale Anna Maria Tarantola, di cui facevano parte, tra gli altri, i responsabili del Servizio Rapporti Esterni e Affari Generali, Dott. Luigi Donato, dell’Unità di Coordinamento d’Area e Collegamento Filiali, Dott. Maurizio Trifilidis, e il Dott. Vittorio Tusini Cottafavi. Ciò in quanto l’attuale – mi permetto, come anche nel proseguo, di citare le parole della stessa Dott.ssa Tarantola – “è un momento importante e decisivo”. È il momento della responsabilità, quello in cui bisogna saper guardare verso nuovi orizzonti. La responsabilità sta nel prendere atto, con oggettività, delle potenziali criticità del nostro Sistema e nell’agire di conseguenza, con coerenza, per fare di tutto affinché il Credito Cooperativo possa continuare ad esercitare quell’importante ruolo, all’interno del sistema creditizio nazionale, che si è saputo conquistare negli ultimi anni e che è rappresentato da quote di mercato di tutto rispetto, quale il 13% sugli sportelli, il 7,5% sugli impieghi e l’8,3% sulla raccolta. Dalla Dott.ssa Tarantola si è, infatti, appreso che nel 2010, sul totale delle ispezioni di Vigilanza effettuate sulle BCC, il 27% si è concluso con un giudizio sfavorevole, mentre il 4% con un giudizio di elevata anomalia: ciò significa che quasi 1/3 delle nostre Banche, seppur limitatamente a quelle ispezionate, presenta situazioni di seria criticità. ll motivo – cito ancora la Dott.ssa Tarantola – risiede essenzialmente nel fatto che “le politiche espansive non sono state accompagnate da una pianificazione strategica adeguata, soprattutto sotto i profili dell’organizzazione e del sistema dei controlli interni”. In particolare, lo sviluppo verso nuovi territori e nuovi clienti ha comportato la perdita del vantaggio competitivo legato alla gestione della cd. soft information, che non è stata compensata con le necessarie evoluzioni organizzative. Gli elementi di vulnerabilità che ci sono stati snocciolati sono quelli che ben conosciamo: trattasi della vulnerabilità dimensionale (le 65 BCC che, nel 2010, hanno chiuso il bilancio in perdita sono prevalentemente di piccole dimensioni), di quella reddituale (rigidità dei costi e ricavi troppo

4


dipendenti dal margine d’interesse), di quella patrimoniale (soprattutto in prospettiva Basilea 3), di quella nella governance (anche con riguardo alla capacità di autovalutazione dei Vertici sul complesso dei rischi aziendali) e nella gestione dei rischi (compreso quello di liquidità). Gli indicatori che devono essere tenuti sotto controllo sono, innanzitutto, oltre al coefficiente di patrimonializzazione, il cost income ed il rapporto impieghi-raccolta. Le soluzioni non possono che passare attraverso il rafforzamento della capacità organizzativa delle singole BCC, che, nella grande maggioranza dei casi, non può prescindere dal supporto delle strutture di secondo livello, quali le Federazioni locali. Sono tutti aspetti, vale la pena sottolinearlo ancora una volta, sui quali la Federazione ha da tempo attenzionato le proprie Associate compiendo tutti i possibili sforzi per supportarle e rafforzarle in tal senso. I nuovi orizzonti cui tutti dobbiamo tendere e verso i quali dobbiamo tutti lavorare insieme sono, quindi, prevalentemente contrassegnati dalla capacità organizzativa. Lo sviluppo organizzativo dovrà essere il primo obiettivo di crescita per le BCC, sostituendosi, per importanza, allo sviluppo territoriale che aveva dominato la scena fino a ieri e nei confronti del quale le BCC hanno dimostrato di saper raggiungere grandi risultati (la quota di mercato sugli sportelli, evidenziata in precedenza, ne è la prova). Ma il rafforzamento ed il miglioramento dei propri modelli organizzativi – anche in questo caso repetita iuvant – non può che essere perseguito con il concorso della Federazione, altrimenti si rischia di essere risucchiati verso soluzioni “drastiche” di continue e ripetute aggregazioni. Sicuramente il fattore dimensionale, come detto dalla Dott.ssa Tarantola e ricordato in precedenza, è un fattore rilevante ed è un punto sul quale i Consigli di Amministrazione delle Banche si devono interrogare. Sicuramente, quindi, i progetti di aggregazione, alcuni dei quali sono già in atto, mentre altri ne verranno, sono necessari anche all’interno della nostra realtà interregionale. Sicuramente anche su questo fronte la Federazione agirà in maniera proattiva e sarà sempre al fianco delle proprie Associate. Io, però, continuo a sostenere che questa non sia l’unica soluzione alle criticità aziendali; sapete tutti che sono stato e sarò sempre convinto che, rimanendo uniti e mettendo a fattor comune quante più attività possibili, si possano ancora sfruttare, agendo con coerenza, spazi a disposizione sul mercato, affinché la maggior parte delle BCC possa continuare a crescere in autonomia. Probabilmente, per far questo, sono necessari ulteriori interventi sulla governance del Sistema, ivi compresa una revisione dello Statuto-tipo delle Federazioni locali, che ci attendiamo possa costituire un importante tema di discussione al XIV° Congresso Nazionale del Credito Cooperativo. Detto ciò, consentitemi, passando “dal sacro al profano”, o, se preferite, dal “serio al faceto”, di affermare con soddisfazione che questo non poteva essere momento migliore per il lancio del nuovo formato della nostra rivista Orizzonti. La nuova veste grafica e l’arricchimento dei contenuti, frutto di un’attenta analisi svolta su tutte le pubblicazioni circolanti all’interno del nostro Sistema, tiene conto del fatto che la Federazione ha ampliato il ventaglio dei propri strumenti di comunicazione con lo sviluppo del sito internet e della rete intranet - sulla quale, a breve, verrà attivato anche il servizio di newsletter mensile – e nasce anche dall’ambizione di fare della rivista stessa un luogo in cui sempre di più tutti gli attori del nostro sistema interregionale, a cominciare dalle persone, si possano riconoscere e possano dare il proprio contributo, parlando di Banca, ma non solo, di Movimento del Credito Cooperativo, ma non solo. L’impegno dei collaboratori nel dar vita a questo “nuovo Orizzonti” è stato, come sempre, forte e serio ed accompagnato anche da una buona dose di passione. Spero, quindi, che il risultato corrisponda ai propositi, che la nuova rivista vi piaccia e che siate ancor di più invogliati a dare il vostro contributo alla stessa. Non mi rimane che darvi appuntamento all’annuale prossima Assemblea della Federazione, che si svolgerà il 1° luglio nella sede del Museo Archeologico di Palestrina. Sarà, questa, un’ulteriore occasione per rilanciare, sullo sfondo del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, la nostra voglia di essere sempre più uniti e di puntare a traguardi sempre più ambiziosi.

Mario Draghi, Governatore della Banca d’Italia

Anna Maria Tarantola Vicedirettore Generale della Banca d’Italia

5


PRIMO PIANO

Inaugurate a gennaio nel centro del capoluogo umbro una nuova filiale della BCC di Mantignana e la sede di rappresentanza della Federlus. Aperta a giugno in zona Settevalli anche l’undicesima agenzia della BCC di Spello e Bettona

6

PERUGIA: CRESCE IL 1/LA NUOVA AGENZIA DELLA BCC DI MANTIGNANA

Nel cuore di Perugia Il 22 gennaio 2011 si è svolto a Perugia un importante appuntamento: l’inaugurazione della filiale della Banca di Mantignana nel cuore del centro storico del capoluogo umbro, in piazza IV Novembre. Per la BCC di Mantignana si tratta della tredicesima filiale, una tappa importante nella storia cinquantenaria dell’istituto di credito, ma anche per l’intero territorio e la città considerato il valore storico, artistico e archeologico della nuova sede. I lavori per la realizzazione della filiale, ricca di tre sportelli operativi, hanno infatti riguardato anche il recupero e il restauro degli affreschi nell’ingresso, delle mura etrusche e del pozzo etrusco dei piani inferiori, il tutto con il beneplacito della Soprintendenza. “Oggi la banca completa il percorso di inserimento nella città – ha detto il Presidente della BCC di Mantignana Antonio Marinelli – con una scelta che è frutto di una raggiunta maturità. Un passo compiuto puntando a valorizzare le caratteristiche che da sempre contraddistinguono il nostro modo di fare banca, basato sul localismo e sul rapporto relazionale. Non figuriamo tra gli istituti


CREDITO COOPERATIVO Per la BCC di Mantignana si tratta della tredicesima filiale, una tappa importante anche per l’intero territorio e la città considerata la presenza del Credito Cooperativo nel centro di Perugia e il valore storico, artistico e archeologico della nuova sede

7


PRIMO PIANO

maggiori e sappiamo di essere piccoli rispetto all’ampiezza delle cose che ci sarebbero da fare qui a Perugia, come in tutta l’Umbria, ma siamo grandi per l’impegno e la volontà che mettiamo nel nostro lavoro”. “D’altra parte – ha continuato Marinelli – come sa chi già ci conosce, questo non è il nostro primo approccio con la città. La Banca di Mantignana è, infatti, presente a Perugia fin dal 1990. Oggi, dopo aver portato a quattro le filiali presenti nel tessuto urbano, oltre alle otto che gravitano sui principali centri economico-produttivi della Provincia, la Banca completa questo percorso entrando nel cuore storico cittadino. Non è stato un percorso semplice quello che ci ha portato ad aprire questa filiale, ma di certo è stata una decisione basata su una ben delineata pianificazione espansiva, convalidata da accurate analisi. E questo senza ricorrere a mere strategie commerciali, ma valorizzando al massimo il nostro modello di impresa che vuole crescere e, come dice il nostro slogan, vuole farlo insieme alle comunità e al territorio in cui opera”. Marinelli ha poi sottolineato il valore dell’opera di restauro della sede, ospitata in alcuni locali di due storici palazzi. Si tratta del risultato di complessi e delicati lavori che, mentre hanno permesso l’innesto delle più moderne tecnologie bancarie, hanno nello stesso tempo consentito la salvaguardia e la valorizzazione del ricco patrimonio artistico. “In sostanza – ha concluso Marinelli – si tratta di uno spazio riconquistato”. “L’evento odierno - ha invece affermato il presidente Federcasse Alessandro Azzi – può essere letto sotto il segno di tre parole chiave: apertura, prossimità e servizio. L’apertura non soltanto, ovviamente, nel senso dell’inaugurazione, di un nuovo sportello. Ma apertura anche come nuova occasione di incontro con soci e clienti, con le istituzioni locali e le rappresentanze del territorio”. Una seconda parola fondamentale, ha continuato Azzi, è prossimità: “le BCC avvertono fortemente l’esigenza di farsi vicine alle proprie comunità territoriali, non solo geograficamente. È una prossimità fatta di ascolto e di attenzione, di flessibilità e velocità di risposta. È in ragione di questa prossimità che le Banche di Credito Cooperativo, nel tempo della crisi, non hanno smesso di sostenere l’economia reale. Un’ultima parola chiave dell’evento di oggi è servizio. So che rischia di essere una

8

La BCC di Mantignana è una cooperativa di credito ben inserita nel tessuto di riferimento parola abusata, e perciò svilita. Vorrei allora declinarla alla luce di quanto ho detto poc’anzi. Servizio è disponibilità all’ascolto, facilità di accesso, flessibilità di risposta, reattività e dialogo. E, ovviamente, precisione, puntualità, efficienza. Il modello di servizio del Credito Cooperativo mette in ricetta questi ingredienti. Si sforza costantemente e quotidianamente di produrne un risultato in linea con le attese di soci e clienti. Soprattutto negli ultimi anni sembra aver ottenuto importanti riconoscimenti. Ci incoraggiano a proseguire con ancora maggiore decisione nella via del miglioramento. Che, per definizione, è continuo”. Per Francesco Liberati, Presidente della Federlus, “questa nuova filiale è motivo di orgoglio per tutto il credito cooperativo dell’Umbria e per la nostra Federazione interregionale. Con questa nuova agenzia la BCC di Mantignana consolida la sua presenza nel territorio di riferimento, incrementando le opportunità commerciali e la sua azione al servizio delle comunità locali. Si tratta di


LE AUTORITÀ PRESENTI ALL’INAUGURAZIONE DELLA FILIALE DELLA BCC DI MANTIGNANA Oltre ad Antonio Marinelli e al Presidente Azzi, molte le personalità che hanno partecipato all’inaugurazione: il direttore della Banca di Mantignana Marcello Morlandi, l’arcivescovo di Perugia, monsignor Gualtiero Bassetti, il vicesindaco di Perugia, Nilo Arcudi, il sindaco di Corciano, Nadia Ginetti. Dopo la cerimonia officiata da monsignor Bassetti nel Duomo e la benedizione dei locali, si è svolto un incontro nella sala dei Notari, all’interno del Palazzo dei Priori. Presenti Francesco Liberati e Paolo G. Grignaschi, rispettivamente Presidente e Direttore Generale della Federazione, Paolo Pasca, direttore della filiale di Perugia della Banca d’Italia, e, in rappresentanza della Regione Umbria, Franco Tomassoni, assessore alla Programmazione e organizzazione delle risorse finanziarie.

una cooperativa di credito ben inserita nel territorio di riferimento. Un territorio attivo dal punto di vista economico con una struttura consolidata di piccole e medie imprese in diversi settori d’attività”. È importante, ha continuato Liberati, questa nuova presenza operativa nel capoluogo di una regione ricca di risorse storico-culturali, ambientali e umane: “Si tratta di una terra straordinaria, culla di spiritualità arricchita da una storica attività di impresa, nonché da un artigianato e un’agricoltura che conservano e valorizzano le produzioni tipiche regionali. Ma si tratta anche di un territorio vivo dal punto di vista sociale, con una significativa tradizione di accoglienza e ospitalità tipica della gente umbra. Gente operosa e sana nei valori di fondo, con un senso di responsabilità civile che è un modello per altre regioni. Qui la solidarietà e la mutualità sono valori sentiti e non parole vuote. Proprio per questo il credito cooperativo, che a sua volta si fonda sull’attenzione all’uomo e sui valori della mutualità e della solidarietà, trova in questo territorio una felice interpretazione. Arrivando a quota 15 sportelli – ha concluso Liberati – la BCC di Mantignana si rafforza ulteriormente, ampliando il posizionamento nel territorio, condizione questa importante per guardare al futuro con consapevolezza dei propri mezzi”.

INAUGURATA LA NUOVA SEDE DI RAPPRESENTANZA DELLA FEDERLUS Il 22 gennaio, all’inaugurazione della nuova filiale della BCC di Mantignana si è accompagnata anche l’apertura della nuova sede di rappresentanza della Federlus, sempre in Piazza IV novembre a Perugia. Per il Presidente Liberati “questo luogo sarà punto di riferimento per tutto il Credito Cooperativo umbro. Lo sarà tanto più in una fase impegnativa come non mai, una fase nella quale le nostre Banche, è stato detto più volte e da più autorevoli parti, hanno svolto una funzione anticiclica. Ora, con l’auspicabile ripresa che speriamo possa partire al più presto, saremo chiamati ad assecondare la crescita non facendo mancare nuova assistenza creditizia. I primi segnali di incremento dei prestiti alle piccole e medie imprese nell’ultima parte del 2010 fanno presagire un possibile risveglio. Dobbiamo tenerci pronti, lavorando al nostro interno per adeguare sempre più struttura organizzativa e assetti finanziari-patrimoniali ai nuovi standard richiesti. Dobbiamo cogliere le opportunità derivanti dall’accresciuta

9


PRIMO PIANO

visibilità delle BCC, portando a sempre nuove fasce di clienti il modo differente di fare banca del credito cooperativo”. Il confronto competitivo, ha aggiunto Liberati, “è sempre più aspro per le nostre piccole banche locali e non possiamo prescindere dall’acquisizione di una dimensione minima che possa assicurare i necessari assetti reddituali e patrimoniali. Inoltre, come ormai ripeto in ogni occasione, non possiamo prescindere dal fare sistema utilizzando appieno gli strumenti di gruppo sul piano organizzativo, commerciale e finanziario. La nostra Federazione, nel consesso della Federazione nazionale, sta operando il massimo sforzo per alimentare la coesione di sistema, accrescere gli strumenti di gruppo, porre in essere sempre nuove economie di scala e di scopo. Tutti insieme siamo impegnati a condurre in porto importanti progetti strategici per il sistema e tutte le BCC. Come ricordato alla recente assemblea della Federcasse ora è il momento di fabbricare lo sviluppo. E i fattori produttivi di questa fabbrica, sia esterni che interni al nostro sistema, vanno governati con un impegno pieno e condiviso, nella consapevolezza che l’unione è la nostra forza principale. Dobbiamo rivedere le regole del nostro sistema, dandoci un’adeguata e

previdente auto-regolamentazione. Dobbiamo investire di nuovo nelle persone per esaltare sempre più le peculiarità del credito cooperativo. Peculiarità che sono e saranno sempre base di successo della nostra formula di impresa, in una società che chiede sempre più trasparenza, sicurezza e affidabilità nel rapporto bancario. Il clima dei rapporti tra banca e utente sta cambiando: ora anche le grandi banche iniziano a citare i valori etici nei loro programmi d’azione, magari sulla scorta di quanto ha scritto Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate in merito alla necessità di un mercato solidale e al ruolo di imprese e banche socialmente responsabili. Il regime di libero mercato spinto all’estremo corrode la socialità mentre le forme economiche solidali la creano. Servono, pertanto, accanto all’impresa privata orientata al profitto, organizzazioni produttive che perseguano fini mutualistici e sociali. In questo senso le BCC sono un esempio, caratterizzate come sono da mutualismo, voto capitario, solidità patrimoniale. Contiamo su valori di riferimento ben precisi – ha concluso Liberati –, che seguiremo guardando sempre alla stella polare della cooperazione di credito. In questa direzione, continuando a lavorare con fiducia e passione, i risultati non ci mancheranno”.

2/LA NUOVA FILIALE DELLA BCC DI SPELLO E BETTONA

Una grande opportunità di crescita Il taglio del nastro per l’undicesima filiale della BCC di Spello e Bettona si è svolto il 10 giugno, in via Settevalli a Perugia. La succursale, che era già operativa da più di un mese, conta quattro dipendenti, una sala riunioni, due sportelli e tre uffici, e si caratterizza per l’orario continuato dalle 9 alle 17 e per l’apertura il sabato mattina. Per il Vice Presidente Lucio Campagnacci (il Presidente Franco Piermarini era impossibilitato per motivi personali) questa nuova realtà “giunge a Perugia ricca dell’entusiasmo di un giovane e dell’esperienza di un anziano. Rappresenta un atto dovuto in relazione all’importanza che da sempre ha il capoluogo nell’economia regionale per la presenza di tutto il modo istituzionale, ma anche per l’opportunità di estendere la nostra area

10

di competenza a tutti i comuni confinanti”. “La nuova filiale rappresenta un nuovo percorso per questo importante istituto di credito locale – ha aggiunto Maurizio Del Savio, Direttore Generale della BCC di Spello e Bettona – che con l’occasione ha saputo coniugare una positiva miscela fra tradizione e innovazione. L’orientamento verso il cliente, l’andare incontro con spirito razionale e costruttivo alle sue esigenze, si realizza con i fatti e non con mere comunicazioni mediatiche. E i fatti sono quelli di aver promosso per questa nuova filiale, in sintonia e con la condivisione dei dipendenti, l’ampliamento dei tradizionali orari di apertura dello sportello, con l’intenzione di continuare a dare ossigeno al nostro tessuto socio economico, composto in gran parte da famiglie e piccole e medie imprese. Fatti che


AUTORITÀ PRESENTI ALL’INAUGURAZIONE DELLA FILIALE DELLA BCC DI SPELLO E BETTONA Il taglio del nastro è stato anche l’occasione di un forum al quale hanno preso la parola esponenti del mondo istituzionale, imprenditoriale, delle associazioni di categoria, dei consorzi fidi e delle varie società-prodotto del credito cooperativo partner dell’istituto di credito. Oltre al Presidente Liberati, al Vice Presidente Campagnacci e al Direttore Del Savio, presenti anche Cesare Fazi, Direttore della filiale, i Sindaci di Perugia e Spello Wladimiro Boccali e Sandro Vitali, Catiuscia Marini, Presidente della Regione Umbria, Paolo Pasca, Direttore della filiale di Perugia della Banca d’Italia, Giorgio Mencaroni, Presidente della Camera di commercio di Perugia, Paolo Grignaschi, Direttore della Federlus e Monsignor Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia Città della Pieve che ha benedetto i locali della nuova filiale.

abbiamo costruito anche con l’aumento del numero dei riaffermandosi come protagonista nel territorio di riferisoci, giunti a quasi 1600, con l’investimento sulle risorse mento, creando opportunità di crescita e dando lavoro umane, mediante l’assunzione a tempo indeterminato di certo ai giovani. Dovete essere orgogliosi di questo vostro quindici dipendenti precari, e con l’avvio di ruolo sociale ancor prima che economico. La un qualificato e intenso programma di formaBCC di Spello è tornata ai livelli che le compezione tecnica e motivazionale”. tono integrandosi sempre di più nella vita della In Umbria Francesco Liberati, Presidente Federlus, si è nostra Federazione. Vi auguro di cuore che il la solidarietà congratulato con il Presidente Piermarini, con vostro percorso di crescita possa proseguire con e la mutualità il Vice Presidente Campagnacci e con la BCC nuovi successi lungo la strada avviata. L’Umnon sono di Spello e Bettona, istituto che vanta oltre bria, infatti, ha bisogno di nuovo sviluppo e del parole vuote centro anni di storia: una Banca – ha detto Liruolo delle banche di credito cooperativo, in reberati – “che qualche anno fa ha avuto molazione al loro radicamento territoriale, alla loro menti di difficoltà, difficoltà che tuttavia sono dedizione per il territorio, alla loro azione al state superate con efficacia, impegno e dedizione, anche servizio della gente. D’altronde le nostre Banche, come con l’aiuto della nostra Federazione. Lo dimostra l’anla BCC di Spello, – ha concluso Liberati – non hanno damento degli impieghi creditizi che negli ultimi tre anni fatto mancare la propria assistenza creditizia a famiglie sono cresciuti di quasi il 18% e del patrimonio stesso, e imprese nei territori di riferimento durante la crisi del cresciuto del 24%. La vostra Banca ha recuperato terreno 2008-2009 e nel 2010, anno ancora difficile”.

11


PUNTO CONGIUNTURALE

La situazione delle famiglie

tra presente e I dati del primo rapporto Ocse: cresce la povertà

Cresce la povertà nelle famiglie con bambini in quasi tutti i paesi dell’area Ocse. A rilevarlo, il primo rapporto Ocse sul benessere delle famiglie pubblicato il 27 aprile 2011. Il numero di bambini che vivono in famiglie povere è cresciuto notevolmente negli ultimi dieci anni fino a raggiungere il 12,7% nei paesi Ocse mentre in Israele, Messico, Turchia, Usa e Polonia circa un bambino su cinque vive in povertà. Il tasso di povertà infantile in Italia è pari al 15%. Secondo il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, “... si rischiano elevati costi sociali nel lungo periodo per le generazioni future, ecco perché i governi devono mettere in atto politiche di sostegno alla famiglia più efficaci per proteggere i più vulnerabili”. La composizione delle famiglie nei paesi dell’Ocse è cambiata drasticamente nel giro di una generazione, da

12

2,2 figli per donna a 1,7 nel corso degli ultimi tre decenni. Le famiglie, dunque, sono sempre più piccole mentre meno persone si sposano e aumentano i tassi di divorzio. In Italia il tasso di fecondità si assesta intorno a 1,4 figli per donna. Nei paesi dell’Ocse le donne sono più istruite: più di un terzo sotto i 35 anni ha completato una formazione universitaria (rispetto a poco più del 20% di venti anni fa). Crescono le famiglie a doppio reddito. L’occupazione femminile è aumentata negli ultimi La composizione 15 anni di oltre 10 punti delle famiglie nei percentuali, passando a paesi dell’Ocse quasi il 60% nel 2009. Per è cambiata quanto riguarda l’Italia, le drasticamente nel giro donne hanno più difficoltà di una generazione, a conciliare lavoro e famida 2,2 figli per donna glia: il tasso di occupaa 1,7 nel corso degli zione femminile si attesta ultimi tre decenni. al 48% rispetto al 59% Le famiglie, dunque, della media Ocse. sono sempre più Con riferimento ai flussi e piccole mentre meno al relativo equilibrio redpersone si sposano dituale delle famiglie, e aumentano i tassi l’Istat ha pubblicato i dati di divorzio relativi ai redditi, alla propensione al risparmio delle famiglie ed ai profitti delle società, riguardanti il 2010. Relativamente alle famiglie, nel 2010 la propensione al risparmio, ovvero il rapporto tra risparmio lordo ed il loro reddito, si è attestata al 12,1%, facendo così regi-


Fonte: OECD Income Distribution questionnaire, February 2011.

strare una diminuzione del -1,3% rispetto all’anno precedente. Il picco si è registrato nel quarto trimestre del 2010, quando la propensione al risparmio delle famiglie ha fatto registrare una diminuzione, rispetto al medesimo trimestre dell’anno 2009, dello 0,8%, ma un aumento di mezzo punto percentuale rispetto al trimestre precedente, attestandosi al 12,4%. Sul fronte del reddito disponibile l’Istat certifica un aumento dello 0,9% rispetto al dato del 2009, grazie soprattutto alla crescita nell’ultimo trimestre del 2010 che si è attestata al +1,4% rispetto al trimestre precedente. La spesa per consumi è salita invece del 2,5% in media su base annua e dello 0,8% nel solo quarto trimestre. Risulta pertanto in calo il potere d’acquisto delle famiglie italiane, ovvero il reddito disponibile in termini reali, che nel 2010 è diminuito dello 0,6% rispetto all’anno precedente. Anche se va detto che nel quarto trimestre dell’anno il potere d’acquisto ha registrato un incremento dello 0,8% rispetto ai tre mesi precedenti, tornando sui livelli di fine 2009.

Per quanto riguarda invece il tasso di investimento delle famiglie, ovvero la percentuale di reddito destinata a forme di investimenti fissi lordi, quali acquisti di abitazioni ed investimenti strumentali delle piccole imprese classificate nel settore, il dato relativo al 2010 è stato dell’8,9%, superiore dello 0,2% rispetto al 2009. Concludendo con le prospettive percepite dalle famiglie, ad aprile 2011 l’indice del clima di fiducia dei consumatori scende a 103,7 da 105,1 di marzo. Il peggioramento è dovuto soprattutto ad una caduta proprio dell’indicatore relativo alle prospettive future (da 93,7 a 90,1); migliora lievemente, per contro, l’indice sulla situazione corrente (da 113,9 a 114,4). Si deteriorano, in particolare, le previsioni sulla situazione economica del paese e sulle possibilità future di risparmio. Il calo della fiducia dei consumatori registrato a livello nazionale presenta differente intensità sul territorio: il calo è particolarmente marcato nel Nord-Est e nel Centro, più moderato nel Nord-Ovest e soprattutto nel Mezzogiorno.

13


POLITICA ASSOCIATIVA

LA VOCE DEI PRESIDENTI

Verso “Roma 2011” Il prossimo 8 dicembre prenderà avvio il Congresso Nazionale del Credito Cooperativo che, dopo sei anni da Parma, riunirà le varie realtà – a più livelli – del nostro Movimento per fare il punto sullo stato attuale ma, soprattutto, per disegnare il futuro delle BCC italiane. Lo scorso mese di marzo sono partiti i lavori di programmazione ed elaborazione finalizzati a definire la Vision “Credito Cooperativo 2020” propedeutica a traguardare la configurazione prospettica della BCC e, di conseguenza, dell’insieme del Credito Cooperativo – BCC e rete – tra un decennio. I lavori stanno procedendo sulla base della costituzione di tre cantieri: 1. Scenario; 2. Assetto BCC; 3. Sistema a Rete. Quattro le aree di primaria strategicità sulle quali ci si è concentrati: la Competitività quale capacità di reggere il confronto con i concorrenti e di eccellere nei propri mercati di riferimento; il Profilo Identitario quale capacità di essere concretamente aderenti ai valori ed ai principi caratterizzanti il Credito Cooperativo; l’Adeguatezza delle Norme quale capacità di rispondere in maniera efficace e coerente alle diverse richieste regolamentari; la Solidità quale capacità di mantenere un sano equilibrio economico – patrimoniale nel lungo periodo. Su ciascuna area abbiamo voluto sentire la voce dei nostri Presidenti. 14

Dare le giuste risposte Natale Coccia Presidente della BCC di Palestrina Conquistare, mantenere, consolidare il mercato di riferimento nei territori e nei segmenti in cui si opera vuol dire vincere la concorrenza. Oggi con il mercato liberalizzato è sempre più difficile. Bisogna essere competitivi sul piano economico e qualitativo nei servizi che si rendono alla clientela, e ciò si può ottenere unicamente qualificando e specializzando i costi aziendali, attuando un’attenta politica dei ricavi e disponendo di una struttura in grado di dare risposte valide alle richieste della clientela. L’elemento essenziale che caratterizza le BCC è la forma societaria di cooperativa. La compagine sociale cooperativa è un grande patrimonio e come tale va incrementato e valorizzato, stimolando sempre più il senso di


identificazione e l’interesse comune ai principi di mutualità. La BCC, con un rapporto sempre più immediato con i soci, intesi come persone, ma anche come aziende e comunità locali, dovrà individuare e stimolare iniziative volte alla soluzione dei loro bisogni, che spaziano da quelli socio-culturali a quelli finanziari. Per essere competitivi e realizzare i principi di cooperazione e mutualità la BCC deve avere una buona solidità patrimoniale, ottenuta, ovviamente, applicando i principi della “sana e prudente gestione”. Un solido patrimonio, oltre a rendere l’azienda sicura, consente anche una gestione economica dinamica, attuale ed attenta alle variazioni del mercato. La complessità dell’attività degli intermediari ha prodotto una continua regolamentazione, volta alla tutela del sistema, del risparmio e, se vogliamo, del Paese. È quindi elemento di fiducia e di sicurezza avere la struttura e le procedure aziendali che assicurino la conformità alle norme e più in generale, l’essere compliant con le disposizioni emanate. Per avere la capacità di dare le giuste risposte, le BCC dovranno adeguare le dimensioni delle singole aziende e valorizzare sempre più il movimento federativo a livello locale e nazionale, per incrementare il loro peso rappresentativo e contrattuale. Per avere un adeguato ritorno e una maggiore influenza nei circuiti finanziari, economici e commerciali sarà quindi necessario rafforzare il sistema a rete. La competitività, il profilo identitario e la solidità sono gli aspetti strategici più importanti per affrontare le sfide del futuro. Da anni gli organi di governance della BCC di Palestrina sono attenti ed impegnati al rafforzamento ed all’integrazione di queste diverse componenti per ottenere, in termini di efficienza ed efficacia, i risultati attesi.

Obiettivo solidità Gianluca Nera Presidente della BCC di Bellegra La competitività nelle BCC è caratterizzata dal loro radicamento nel territorio, nella consapevolezza dell’importanza del patrimonio di conoscenza, relazioni e dinamismo che esse possiedono. Allo stesso tempo le stesse BCC riescono ad essere competitive attraverso il sistema di rete che gli permette di realizzare economie di scala ma anche di specializzarsi, attraverso gli strumenti che permettono loro di non subire gli svantaggi dell’essere una piccola realtà. La capacità della BCC di Bellegra rispetto al requisito della competitività è corrispondente riguardo alla capacità di radicamento nel territorio, in quanto le politiche aziendali hanno sempre nel corso degli anni sfruttato a pieno questa caratteristica. Allo stesso tempo il posizionamento della BCC di Bellegra rispetto al sistema a rete è stato sempre molto attento, e la nostra

15


POLITICA ASSOCIATIVA

banca ha sempre considerato in maniera adeguata e tempestiva il sistema delle BCC, e tale elemento è stato utilizzato in maniera continua per poter sopperire al deficit di competitività dell’essere una piccola banca. Il profilo d’identità delle BCC inteso come banca cooperativa, con lo scopo mutualistico e con la caratteristica di essere locali, sono stati sempre degli elementi caratterizzanti della BCC di Bellegra; questo in quanto le piccole dimensioni, il rapporto con i soci, continuo e quotidiano ci ha permesso di rispettare il profilo identitario della banca. Rispetto al requisito strategico dell’adeguatezza delle norme la BCC di Bellegra, essendo una entità di piccole dimensioni, trova maggiori difficoltà nel perseguimento dell’obiettivo a causa delle numerose norme che modificano in maniera continuativa gli adempimenti normativi delle BCC in genere. L’apporto dell’organizzazione a rete ci permette comunque di superare le difficoltà di natura operativa. Il requisito strategico della solidità delle BCC, infine, è di importanza fondamentale per il sistema del credito cooperativo. Tale requisito viene soddisfatto con la partecipazione al sistema a rete sia a livello nazionale che internazionale. La solidità delle BCC viene implementata attraverso una consistente “rete di sicurezza”, che si avvale degli strumenti creati dal credito cooperativo nel corso degli anni, a partire dal Fondo di Garanzia dei Depositanti costituito dal 1997, per poi passare al Fondo di Garanzia degli Obbligazionisti, per finire con il Fondo di Garanzia Istituzionale, il quale ha l’obiettivo di salvaguardare la liquidità e solvibilità delle BCC. La Banca di Credito Cooperativo di Bellegra ha sempre partecipato ed aderito a tali strumenti in maniera tempestiva ed immediate la solidità nella nostra banca è stata perseguita con il rafforzamento del patrimonio. Tale elemento ha caratterizzato la politica aziendale della banca nel corso degli anni e continuerà ad essere l’obiettivo principale.

16

Innovazione e cambiamento Antonio Marinelli Presidente della BCC di Mantignana Mentre ciascuno degli argomenti proposti resta suscettibile di maggiori approfondimenti anche sul piano esemplificativo, un quadro di sintesi dei temi stessi, finalizzato ad una funzione introduttiva per la discussione che se ne farà nel prossimo Convegno nazionale del Credito Cooperativo, porta la Banca di Mantignana alle seguenti considerazioni. Nell’ultimo decennio il nostro Istituto ha significativamente potenziato la propria presenza nel territorio secondo un programmato piano di espansione che ha inevitabilmente acuito il confronto con una concorrenza sempre più agguerrita e diversificata e verso controparti talvolta meno conosciute rispetto a quelle dei tradizionali


mercati di inserimento. Tale situazione, accompagnandosi all’incessante evoluzione nei prodotti e nei servizi bancari, ha stimolato il nostro impegno per consentirci di confermare la competitività della Banca secondo una logica tesa, da un lato, a consolidare le sue competenze distintive e, dall’altro, a sviluppare nuove funzioni commerciali, dando adeguata visibilità a questa capacità di fare per accreditarne il ruolo anche in contesti in cui era meno conosciuta. Da qui la necessità per la governance della Banca di dimostrare una mentalità aperta all’innovazione ed al continuo cambiamento, insieme alla capacità di rafforzare l’efficienza e l’efficacia della struttura organizzativa adottando scelte aziendali in grado di consentire economie di scala ed individuando nuove professionalità, sia per l’operatività esterna, che per quella interna.

Oltre a quello di un vigile ed efficace sistema dei controlli interni, l’altro caposaldo su cui si basa la Banca per orientare la sua gestione in modo “sano e prudente” verso un’assunzione controllata del rischio, è quello della sua solidità concepita come esigenza di assicurare l’equilibrio dei flussi per esser sempre in grado di far fronte agli impegni presi e, nel contempo, di generare reddito. Un obiettivo raggiunto sulla base di ben individuate e definite pianificazioni strategiche che hanno previsto per tali specifiche finalità, da un lato, il consolidamento e la fidelizzazione della raccolta diretta attraverso l’emissione di obbligazioni proprie e la “premiazione” di alcune forme di deposito, e dall’altro l’intervento per rafforzare il patrimonio attraverso particolari iniziative quali prestiti obbligazionari subordinati ed incentivazione nei confronti dei soci per la sottoscrizione di ulteriori pacchetti di azioni sociali.

Nel quadro delineato, si è ulteriormente rafforzato il convincimento che per far conciliare la logica economica con la logica etico-sociale che costituisce il nostro profilo identitario, è necessario condividere con sempre maggior senso di responsabilità l’appartenenza al Movimento Cooperativo per usufruire delle sinergie e professionalità che offre e che aumentano, aumentando la coesione di sistema. Supporto fondamentale ed indispensabile a questo salto di qualità compiuto dalla Banca è stata, nel contempo, la convinta esigenza di una costante conformità del suo operare ad una normativa sempre più complessa e diversificata e ciò sia a garanzia delle prestazioni svolte a favore delle comunità locali, quanto a tutela degli stessi organi aziendali. Per tali motivi, fin dal momento in cui l’Istituto di Vigilanza ne ha dato la facoltà, la Banca ha saputo cogliere appieno le opportunità offerte dall’esternalizzazione delle funzioni di verifica sull’adeguatezza normativa, delegandone le competenze, via via ampliate nel tempo, alla Federazione delle Banche di Credito Cooperativo del Lazio, Umbria e Sardegna che ha saputo fare dell’Internal Audit uno dei pilastri della rete di sicurezza del Credito Cooperativo.

17


TESORI DEL TERRITORIO

Ronciglione, Capranica, Barbarano Romano

Il triangolo delle nocciole Le ricchezze della Tuscia tra economia rurale d’eccellenza e turismo di Giuseppe Rescifina

Guardare alla natura, preservarla da contaminazioni, attuare una politica integrata per lo sviluppo dei territorio. Su queste basi si muovono enti locali, aziende ed esperti che operano in una vasta area dei Monti Cimini, a sud di Viterbo, quasi al confine con la provincia di Roma, comprendente i comuni di Capranica, Ronciglione e Barbarano Romano. Punto centrale dell’area è il Lago di Vico, costituito da un La nocciola insieme di rilievi montuosi di origine vulcaè il prodotto nica e composto da due distinti apparati vuldi punta canici: il Monte Cimino, più antico, e Vico, della Tuscia più recente, che ospita nel suo cratere l’omoe volano nimo lago. Lo specchio lacustre è uno dei di un’economia più belli e meglio conservati dell’Italia cenbasata sul turismo trale, con una tipica forma a ferro di cavallo in un territorio dovuta alla presenza, sulla sponda nord, del ricco d’arte, monte Venere, un piccolo cono vulcanico instoria terno al cratere maggiore. e tradizioni In questo splendido scenario naturale spicca il triangolo delle nocciole, cioè l’area compresa tra i comuni di Ronciglione, Capranica e Barbarano Romano, che ha visto crescere la propria coltivazione di nocciole, dagli anni Cinquanta ad oggi, da 2mila a 20mila ettari, ottenendo così un primato a livello regionale ed ultimamente anche a livello nazionale. La nocciola è dunque divenuta il prodotto di punta della Tuscia e, a detta degli enti locali, il volano di un’economia basata sul turismo, in un territorio ricco d’arte, storia e tradizioni. In questi territori con inverni poco rigidi e una medio-alta piovosità, questo frutto ha trovato il terreno ideale dove attecchire. La popolare nocciola cimina è utilizzata soprattutto nell’industria

18


La nocciola, i segreti di un successo La coltivazione della nocciola nella provincia di Viterbo si localizza principalmente nel versante orientale e meridionale del massiccio del Cimino e nell’intero bacino della caldera di Vico, coinvolgendo circa 15 comuni. L’area d’estensione della coltivazione raggiunge circa 20mila ettari con una produzione media annua di circa 300mila quintali: essa rappresenta quindi uno dei più importanti prodotti della nostra agricoltura. La nocciola che si ricava appartiene in gran parte alla cultivar “gentile romana”. Il prodotto si presenta di color marrone chiaro, di forma regolare, con elevata pezzatura media (11 e 15 mm). Il sapore particolarmente gradevole (molto meno grasso di quelle turche) e il notevole peso medio del seme (circa 12 g), ha reso la nocciola dei monti Cimini fra le più richiesta a livello nazionale, soprattutto dall’industria dolciaria. Inoltre il prodotto si lascia apprezzare per l’elevata conservabilità e resa in sgusciato. Gli alberi vengono coltivati secondo la forma cespugliata a vaso, con tre branche a circa 40 cm da terra. Prediligono i terreni sciolti, freschi, a reazione acida o sub-acida, con inverni non molto rigidi e piovosità superiore ai 1000 mm annui. Le piante vengono solitamente allevate secondo la forma di propaggine di trincea, anche se sono presenti dei casi isolati di micro-propagazione. La raccolta può avvenire a mano, ma non sono rari gli aspiratori. Dopo la raccolta le nocciole vengono calibrate e selezionate per pezzatura, quindi confezionate in sacchi. Il prodotto finale è destinato per lo più al consumo fresco, anche se comunque una discreta parte, quella cioè con pezzatura superiore ai 12 mm, viene destinata alla lavorazione industriale.

dolciaria come base di rinomate ricette, quali torroni, croccanti, praline, gianduiotti, cioccolato, confetti, e come ingrediente nei pasticcini di vario genere e nei liquori; è inoltre utilizzata intera, in granella, sminuzzata,

in polvere e per le creme da spalmare. Anche se la sua coltivazione estensiva risale alla fine del XIX secolo, alcuni documenti attestano la sua presenza sin dal XV secolo, ed è stata riscontrata una sua tradizionalità nei Monti Cimini addirittura già dal tempo dei Romani. Partiamo da Ronciglione nel nostro tour della nocciola. Il paese sorge proprio nei pressi meridionali del lago (recentemente oggetto di attenzione per fenomeni di inquinamento delle acque), trovando nell’agricoltura, nell’artigianato e nel turismo le fonti maggiori di reddito. Altri prodotti tipici sono il vino e la castagna. Orticoltura e zootecnia sono le attività agricole delle zone più basse. Un mercato ortofrutticolo giornaliero ed un mercato settimanale sono espressioni della vitalità del sistema economico. L’attività produttiva è sviluppata sin dal passato e gli antichi opifici traevano l’energia necessaria alle loro lavorazioni dal Rio Vicano. Queste antiche attività rivivono oggi nelle multiformi attività artigianali svolte nelle botteghe di fabbri, mastri cartari, restauratori, falegnami, calzolai, “stagnini”. Gran parte dell’economia comunale di Capranica, centro a sud-est del Lago di Vico, è invece retta dall’agricoltura. Ma la realtà economica di Capranica è integrata dalla

19


TESORI DEL TERRITORIO

I tozzetti e altre specialità gastronomiche La nocciola nella tradizione gastronomica di Ronciglione, Caprarola e dei paesi limitrofi sui Cimini è stata sempre usata come ingrediente di pasticcini di vario tipo e solo recentemente ha trovato qualche utilizzazione anche in piatti di carne, come il coniglio in umido alle nocciole. In pasticceria può essere usata intera o sminuzzata in granella, oppure ridotta in polvere e trasformata in pasta. Tritata più o meno finemente, essa è impiegata per farcire dolci e torte, o per essere incorporata in tipici impasti per biscotti e pasticcini, o per servire come guarnizione. È tuttavia nel campo della confetteria che essa trova la sua più completa utilizzazione per la confezione di torroni, croccanti, praline, gianduiotti, cioccolato nocciolato, ripieni per cioccolatini e confetti, caramelle nougatine, dolcetti caramellati e tipiche paste da spalmare. L’utilizzo tipico delle nocciole dell’area dei Cimini riguarda i “tozzetti” che sono dei biscottini della zona del viterbese, apparentemente simili ai cantucci ma dalla consistenza completamente diversa. Sono più friabili, molto meno duri e si accompagnano oltre che con il latte o il té anche con il vino. Sono sinonimo di festa solenne, dunque il Natale e Capodanno, e non mancano mai sulla tavola e nei “rinfreschi” in occasione di matrimoni, battesimi, cresime e comunioni.

Da sempre a supporto dei produttori Giuseppe Ginnasi Presidente della BCC di Ronciglione

20

Nell’area Cimina la coltura delle nocciole è un vero e proprio carattere distintivo... Si, il territorio dei Monti Cimini (il sud-est della provincia di Viterbo) per la quasi totalità è oggi ricoperto da colture arboree che lo qualificano dal punto di vista naturalistico; la riserva del Lago di Vico ne è il nucleo principale, non dimenticando le faggete, i meravigliosi boschi cedui di castagno e quercia per arrivare a quelle colture produttive che si sono andate affermando nel corso degli anni quale i castagneti (oggi purtroppo alle prese con un grosso problema di natura patologica derivato dalla “Cinipide”, insetto di origine asiatica) per arrivare ai noccioleti che ricoprono buona parte dei terreni ubicati nei comuni cimini. Prima ancora di addentrarci nell’analisi economica di questa coltura, voglio sottolineare ancora di più quello che è l’impatto ambientale che ne scaturisce e colpisce subito chi si trova di fronte a questo mare di verde che ricopre circa 20.000 ettari del nostro territorio. I nostri noccioleti sono il polmone verde di cui beneficia la zona altamente urbanizzata quale è l’hinterland della pianura romana, con l’immagazzinamento e organicamento della CO2 che sappiamo essere

uno dei principali problemi di inquinamento del nostro tempo. Garantiscono l’assetto idrogeologico altrimenti molto difficile da sostenere considerando l’orografia del nostro territorio, di natura prettamente collinare. La coltivazione della nocciola ha assunto un ruolo talmente centrale nello sviluppo di questo territorio al punto che non si può scindere l’importanza economica da quella sociale o da quella ambientale. La coltivazione della nocciola si è andata sempre più espandendo, passando da alcuni sporadici impianti all’inizio del 1900 (mentre già nell’Avellinese se ne coltivavano circa 3.000 ettari con una produzione di 25.000 q.li) (F. Carpentieri, “Il Nocciuolo”, 1906), agli attuali 20.000 ettari circa; realizzando, soprattutto dagli anni ’60 ad oggi, il più cospicuo incremento espansivo di questa coltura in Italia. Oggi il Lazio (ma la provincia di Viterbo e quindi il territorio dei Monti Cimini ne rappresenta da sola il 92%) è la regione italiana più importante per la produzione e la valorizzazione delle nocciole e, insieme con il Piemonte, è la regione che ha incrementato più di tutte la “corilicoltura”(così si chiama la coltivazione delle nocciole). Inoltre il Lazio adottando sesti di impianto razionali, con tecniche colturali più inten-


presenza di numerosi impianti produttivi di vario genere tra cui l’utilizzo delle acque (ferruginose-alcaline, efficaci nelle affezioni dello stomaco e dell’intestino), apprezzate da Petrarca nel suo soggiorno del 1337, ospite di Orso Anguillara. Peraltro Capranica è anche favorita dai collegamenti: è nodo importante della Roma-Viterbo (a doppio binario dalla capitale a Cesano) ed è attraversata dalla Cassia. Leggermente diversa è la base economica, pur se sempre di natura rurale, di Barbarano Romano. I principali prodotti dell’agricoltura sono uva e olive. Diffuso l’allevamento bovino i cui ottimi prodotti biologici sono venduti localmente. Si possono trovare presso gli innumerevoli boschi che circondano il territorio varietà di funghi molto apprezzati. Qui, favorito da un più agevole collegamento con la statale Cassia e quindi con Roma, è più sviluppato il turismo legato alla conservazione dell’ambiente. Preservato da contaminazioni urbanistiche moderne il paese costituisce uno splendido esempio di borgo medievale a spina di pesce, con una strada principale centrale fiancheggiata da due parallele secondarie, allungato sul cuneo fra due gole e chiuso, nell’unico tratto non difeso sive e sempre più volte ad una meccanizzazione spinta delle varie fasi lavorative, è la regione che vanta la più alta media produttiva per ettaro, e ormai con una produzione di circa 45.000 tonnellate ha raggiunto la Campania che è stata sempre all’avanguardia nazionale come quantità di nocciole prodotte. Forse la globalizzazione ha reso sempre più necessario per una zona di produzione connotarsi con i suoi prodotti tipici, e questo è quello che è successo per il territorio dei Monti Cimini; oggi parlare di “Tonda Gentile Romana” già indica il luogo di produzione, oltre che essere riconosciuta dalla CEE come DOP (Denominazione di Origine Protetta) e assoggettata al disciplinare relativo. Quanto è importante sul piano economico questa produzione tipica e quali sono i mercati di riferimento delle nocciole cimine? L’impatto economico che la corilicoltura assume ed ha assunto per il territorio dei Monti Cimini, contempla vari aspetti. Il primo chiaramente è il reddito tout court che si riesce a ricavarne e che può variare a seconda del prezzo stagionale da un min di 60 a un max di 90 mln di euro. Reddito che distribuito fra i circa 15.000 addetti nel settore porta a un aiuto molto

importante soprattutto nel menage famigliare, trattandosi per la maggior parte dei casi di persone che integrano con questa entrata la fonte del loro reddito principale che di norma è rappresentato da lavoro dipendente, magari in un altro settore produttivo. Questo è anche evidenziato dal fatto che nella indagine statistica il territorio dei Monti Cimini risulta quello meno agricolo della provincia di Viterbo. Il secondo è rappresentato dall’indotto che si è creato grazie a fattori che si sono andati sviluppando parallelamente all’incremento della corilicoltura, piccole e medie imprese artigianali che man mano hanno saputo creare e mettere a punto macchinari per coprire la meccanizzazione di tutte le fasi produttive della coltura (trinciaerba, trinciasarmenti, macchine per la raccolta) e della prima trasformazione (sgusciatici, calibratici...); riuscendo a creare nuova tecnologia che oggi viene esportata a livello mondiale in tutte le aree interessate dalla produzione di frutta in guscio (mandorleti, noceti...). Il terzo è costituito dal forte sviluppo dell’associazionismo; le iniziali cooperative di produttori degli anni ’60 sono confluite in tre Associazioni di Produttori (Assofrutti, Apronvit, Coprono), che racchiudono circa l’85% della produzione, e da

poco è stata costituita l’A.O.P. (Associazione Organizzazione dei Produttori) organismo di secondo grado, in cui sono rappresentate tutte e tre le associazioni. Esse effettuano in genere la prima trasformazione delle nocciole, insieme con industrie private locali presenti da sempre in questo settore, per arrivare a commercializzare i prodotti richiesti dall’industria dolciaria (nocciole sgusciate e calibrate, granella di nocciole, pasta di nocciole…) portando a valorizzare e identificare questi prodotti proprio con il territorio di provenienza, che forse oggi rappresenta un valore aggiunto sempre più richiesto dal mercato. Infine è da considerare anche l’aspetto sociale; con il reddito aggiuntivo di cui abbiamo parlato prima, le famiglie non hanno abbandonato i terreni contribuendo quindi a mantenere vive queste aree rurali altrimenti destinate al degrado. L’altra considerazione è dovuta al fatto che di solito, alla gestione delle cure colturali del noccioleto, ma soprattutto per la raccolta, sono coinvolti tutti i componenti famigliari, questo costituisce particolarmente per i giovani una importante palestra educativa; si arriva anche al punto che interi gruppi famigliari si aiutano a vicenda, raccogliendo prima l’appezzamento dell’uno poi dell’altro.

21


TESORI DEL TERRITORIO

naturalmente, da mura databili al secolo XIV, completate verso la fine del XV secolo, con torri quadrilatere e circolari. Un borgo incantevole che continua ad attrarre per bellezza, tutela dell’ambiente e, soprattutto, il suo silenzio. Tanto da essere prescelto quale buen retiro da studiosi, professionisti e grandi nomi dell’arte, della cultura e dello spettacolo. Non bisogna, infine, dimenticare i 3.240 ettari della Riserva Naturale di Caprarola, che comprende circa 1.000 ettari di boschi, in gran parte d’alto fusto. Altrettanti sono occupati dal lago e dalle fasce palustri circostanti. I rimanenti ospitano colture agricole, in massima parte di nocciole. La Riserva Naturale è caratterizzata da una grande varietà di ambienti naturali o ecosistemi: l’ambiente boschivo, con estesi boschi d’alto fusto di faggio e cerro che annoverano esemplari di piante plurisecolari; l’ambiente palustre, concentrato nella zona delle pantanacce, formata da acquitrini, canneti e giuncheti che ospitano interessantissime specie di uccelli acquatici e d’ambiente lacustre propriamente detto con una ricca fauna ittica.

Quali sono i mercati di riferimento delle nocciole cimine? Qualche anno fa, il settore risenti pesantemente della concorrenza della Turchia con l’immissione sul mercato di prodotto a basso costo. Com’è ora la situazione? Il mercato delle nocciole si può distinguere in: a) nocciole in guscio o sgusciate per consumo fresco. Questo settore però è molto limitato, raggiungendo il 10% del totale commercializzato. Studi recenti stanno sempre più mettendo in luce che la frutta secca in genere, ma in particolare le nocciole (Corriere della Sera del 6/3/2011, studio dell’European Journal of Clinical Nutrition condotto in Nuova Zelanda), da “minaccia per la linea” si stanno rivelando potenti alleate nel controllo del colesterolo LDL (cattivo), ridotto del 5% dopo un consumo giornaliero di 30 gr. di nocciole (circa 15/20), con un contemporaneo aumento di quello HDL (buono) e di vitamina E, migliorando il profilo del rischio cardiovascolare. b) il grosso, circa il 90%, rappresentato da nocciole sgusciate di norma calibrate secondo i vari diametri utilizzate dall’industria dolciaria, che le impiega intere nei torroni e nelle tavolette di cioccolato, granulate (in frammenti) per pasticceria e ge-

22

lateria, macinate come surrogato del cacao nel cioccolato alle nocciole, in crema per gelati o per le creme da spalmare... c) un mercato inferiore e in genere locale per quanto riguarda i sottoprodotti della sgusciatura. Il mercato mondiale è da sempre dominato dalla Turchia che in media produce circa 550.000 t/anno raggiungendo il 70% (dati 2007) di produzione di nocciole nel mondo. L’Italia ne rappresenta il 18% con 130.000 t/anno ed è il primo produttore europeo. Seguono con il 2/4% altri paesi come USA, Spagna, Georgia... Data la natura delle zone di produzione in aree ben delineate, (vedi appunto la zona dei Monti Cimini nel Lazio, il Cuneese in Piemonte, la zona del Mar Nero in Turchia), la produzione e di conseguenza il mercato mondiale delle nocciole è molto instabile, influenzato come può essere dall’andamento climatico nelle varie aree produttive. Essendo il primo produttore mondiale la Turchia condiziona il mercato delle nocciole stabilendo il prezzo di riferimento. Fino a poco tempo fa il mercato turco veniva regolato dall’azione calmierante di cooperative statali (vedi Fiskobirlik),una sorta di ammasso pubblico, che potevano contingentare o immettere sul mercato il

prodotto a seconda dell’andamento dei prezzi. Oggi è tutto in mano a privati (vedi TMO) per cui molte volte vi sono situazioni di mercato molto critiche; i bassi costi di produzione turchi, la nuova politica di sostegno al reddito (750 /ha) approvata dal governo turco per il triennio 2009/2011, accompagnati dal costante incremento dell’offerta corilicola stanno spingendo verso il basso l’intervallo di oscillazione dei prezzi mondiali. Non va poi trascurato l’andamento del tasso di cambio euro/dollaro/lira turca, che influenza molto il mercato europeo e quindi quello italiano. La speranza è rivolta soprattutto nell’allargamento dei mercati internazionali, come quello cinese o dell’est-asiatico, a cui sembra particolarmente rivolta la Turchia ma che comunque consentirebbe lo smaltimento di notevole quantità di nocciole, che verrebbero sottratte al mercato tradizionale. Gli scarti della produzione possono essere utilizzati come combustibile per il riscaldamento. Quanto è importante questa materia prima? Dal ciclo produttivo corilicolo si ottengono vari sottoprodotti che possono di essere riciclati: a) dalla potatura invernale si può ottenere legna da ardere con le branche più grosse,


Capranica e i dolci di San Terenziano Ogni anno a Capranica, in concomitanza con i festeggiamenti patronali in onore di San Terenziano che si svolgono dalla fine di agosto ai primi giorni di settembre, c’è le possibilità di degustare dolci a base di nocciole distribuite alla popolazione e ai turisti. Nocciole, noci, mandorle, uva passa, canditi, cioccolata fondente, farina e miele sono gli ingredienti necessari per fare i pampepati. E il pepe? Quello non c’è. O meglio, un tempo c’era, ma ora è rimasto soltanto nel nome di questo dolce, sicuramente il più amato dai capranichesi e che va degustato assolutamente. Da non perdere l’occasione per assaggiare altri dolci di particolare fattura chiamati “bozzolosi” e caratteristici di Capranica, che durante l’estate offre tante occasioni di visita grazie a numerosi eventi, feste e tradizioni tra cui in agosto il Palio dei Rioni. Si inizia con il corteo storico in costume, poi le giostre cavalleresche. Quindi una processione fino alla chiesetta di San Rocco e apertura delle cantine per la degustazione. Infine la sagra degli strozza preti, particolare pasta con gustoso condimento.

e questo ha consentito, nelle aree vocate, un certo sviluppo di termo-camini che aiutano il riscaldamento tradizionale. b) la ramaglia residuale di solito viene incenerita sul posto di produzione, anche se si sta sempre più studiando, da parte di quelle industrie locali di cui parlavamo all’inizio, il modo per trasformarle in biomassa da utilizzare nel ciclo delle energie rinnovabili. c) dalla sgusciatura delle nocciole intere si ottengono i gusci legnosi, nella misura del 55/60% in peso, cioè da 100 kg di nocciole in guscio si ottengono 45/40 kg di nocciole e 55/60 kg di gusci. Fino agli anni 1990 trovavano soprattutto impiego nell’estrazione di furfurolo e oli essenziali utilizzati come additivi per combustibili, nel campo delle vernici o della cosmetica. Oggi non essendo questo più possibile trovano utilizzazione come combustibile per il riscaldamento. Anche in questo caso lo sviluppo di caldaie con tecnologia appropriata, operata dalle industrie locali, ha permesso l’utilizzo di questa fonte energetica in completa autonomia e sicurezza. Questa tecnologia viene anche adoperata in molte serre che necessitano di riscaldamento per il loro ciclo produttivo. d) dallo scarto delle nocciole sgusciate si ottengono nocciole con vari processi de-

generativi (semi neri), con vari difetti (cimiciate...) da cui si possono estrarre ancora oli che trovano applicazione nel campo cosmetico o anche aeronautico. Quali sono le prospettive del settore e qual è il ruolo della Banca a supporto dei produttori? Per quanto riguarda il grosso del mercato (utilizzo da parte dell’industria dolciaria), le prospettive non sono rosee, perché si incontrano difficoltà di vario genere oltre a quella già analizzata del problema turco. Si possono citare: a) aumento della produzione mondiale con l’affacciarsi di nuovi paesi produttori fino ad ora importatori: Australia, Cile, Argentina…; b) gli elevati costi di produzione del nostro paese rispetto agli altri; c) la possibilità da parte dell’industria di approvvigionarsi con materie alternative a costi inferiori; d) la staticità dei consumi registrata soprattutto nei paesi occidentali in questi ultimi anni. La speranza è rivolta soprattutto nell’allargamento dei mercati internazionali, come quello cinese o dell’est-asiatico, a cui sembra particolarmente rivolta la Turchia ma che comunque consentirebbe il consumo di notevole quantità di nocciole, che ver-

rebbero sottratte al mercato tradizionale. E ciò consentirebbe di non abbassare ulteriormente l’oscillazione del prezzo, permettendo ancora a questa nostra coltura di poter essere remunerativa, e continuare così a rivestire quel ruolo che le ha permesso tutto questo sviluppo dagli ’60 ad oggi. La BCC di Ronciglione, come tutte le altre banche di Credito Cooperativo presenti sul territorio dei Monti Cimini, (la BCC di Capranica e quella di Barbarano Romano), ha seguito i produttori corilicoli, instaurando rapporti che li seguono da sempre, sia come produttori singoli che con le loro cooperative e poi associazioni. In particolare la nostra banca ha ottimi rapporti con tutte e tre le associazioni di produttori presenti in zona (Assofrutti, Copront, Apronvit), con cui addirittura abbiamo formato una società paritetica per la gestione del nostro magazzino agricolo, costituito dall’allora Cassa Rurale ed Artigiana nel 1905. Questa società vuole essere fornitrice di servizi di vario genere a favore sia dei soci delle tre associazioni che di quelli della BCC, il più importante dei quali è la consulenza tecnica assicurata dai tecnici che seguono i programmi delle tre associazioni, soprattutto dal punto di vista fitosanitario e della buona pratica agricola.

23


TESORI DEL TERRITORIO

Guardando al futuro con ottimismo Stefano Liverani Presidente della BCC di Capranica Nell’area Cimina la coltura delle nocciole è un vero e proprio carattere distintivo: quant’è importante sul piano economico questa produzione tipica? Direi senza dubbio che è fondapiccole e medie dimensione del settore. Le aziende agricole consementale. La coltivazione delle gnano le nocciole raccolte alle cooperative locali che provvedono a nocciole ha rappresentato, fin dal venderle alle industrie di trasformazione del territorio, le quali a dopoguerra, una fonte di reddito loro volta immettono il prodotto trasformato nel mercato. significativa per le famiglie e le Non bisogna tuttavia dimenticare le altre applicazioni industriali aziende agricole dell’area dei Colli della nocciola e dei suoi derivati, quali la produzione di cosmetici, Cimini, permettendo una crescita profumi e medicinali. L’olio di nocciola, per le sue caratteristiche, è economica e sociale superiore ad utilizzato, oltre che per condimento di alimenti, anche in orologeria altre aree rurali italiane. Oggi, con e per la lubrificazione dei reattori degli aerei. la crisi dell’edilizia, che rappresenta l’altro settore strategico per il Gli scarti della produzione possono essere utilizzati come comterritorio, la nocciolicoltura assume un’importanza bustibile per il riscaldamento. Quant’è importante ancora più marcata. La produzione locale si attesta questa materia prima? a circa 40.000 tonnellate di prodotto, per un valore L’uso dei “gusci” delle nocciole nel riscaldamento di La popolare di vendita di circa 80 milioni di euro. I costi di proabitazioni e locali in genere permette di ottenere un nocciola cimina duzione sono di circa il 50% e quindi si comprende forte risparmio economico rispetto ai combustibili tral’entità del valore aggiunto creato dalle nocciole. è utilizzata dizionali quali gasolio e gas. L’unico inconveniente è Oltre al vantaggio di un reddito elevato per le tante rappresentato dall’esigenza di spazi adatti a contenere soprattutto aziende agricole del territorio occorre poi considesufficienti quantità di prodotto. Nel nostro territorio nell’industria rare l’indotto: dai magazzini per la rivendita dei sono molte le abitazioni, i capannoni, le piscine coperte dolciaria come concimi e prodotti per l’agricoltura alla rivendita e che vengono riscaldate con i gusci. Spesso le nuove assistenza dei tanti macchinari che servono per la base di rinomate costruzioni vengono progettate prevedendo il loro uticoltivazione delle nocciole, dai dottori agronomi ricette e come lizzo. Possiamo proprio dire che della nocciola non si che collaborano con le aziende alle cooperative e butta nulla. Il territorio si sta attrezzando addirittura ingrediente nei fabbriche per la trasformazione e commercializzaper utilizzare la legna e gli arbusti, che derivano dalla pasticcini di vario zione del prodotto. potatura delle piante, per produrre energia. genere e nei Quali sono i mercati di riferimento delle nocciole Qualche anno fa, il settore risenti pesantemente cimine? liquori della concorrenza della Turchia con l’immissione Principalmente le nocciole vengono utilizzate dalsul mercato di prodotto a basso costo. Com’è ora la l’industria dolciaria. Intere, in pezzi o in pasta, grazie situazione? all’inconfondibile aroma, sono ingredienti indispenAncora oggi la Turchia rappresenta il maggior concorsabili per la produzione di cioccolato, torroni, croccanti, gelati, rente per le nocciole italiane. Infatti la produzione turca pesa per dolci e pasticceria in genere. Basti pensare alla “nutella”, prodotto circa l’80% sulla produzione mondiale di nocciole. L’Italia è il seitaliano che ha conquistato il Mondo. condo produttore con una quota di circa il 10%. È chiaro, quindi, Quindi il mercato più significativo è rappresentato dalle grandi inche il prezzo di mercato è fortemente influenzato dal livello di offerta dustrie dolciarie italiane, europee e mondiali e dalle aziende di del mercato turco. Le aziende agricole turche godono inoltre di aiuti

24


Vicini all’agricoltura Domenico Didoni Presidente della BCC di Barbarano Romano

economici da parte del Governo di gran lunga superiori a quelli della Comunità Europea, e possono inoltre contare su costi di manodopera molto più bassi. A nostro vantaggio gioca solo la qualità superiore, che non sempre viene premiata dalle spietate leggi del mercato. Quali sono le prospettive del settore e qual è il ruolo della Banca a supporto dei produttori? I consumi di nocciole a livello mondiale potrebbero beneficiare in positivo, nel futuro, dell’apertura di nuovi mercati quali l’Europa dell’Est, la Cina e altri Paesi Emergenti. Quindi la richiesta crescente di prodotto, la riduzione prevista di produzione della Turchia e i tempi lunghi necessari per creare in nuovi Paesi la “cultura” della coltivazione del nocciolo, ci permettono di guardare al futuro a medio termine con ottimismo. La banca di Capranica, vista l’importanza economica e sociale che le nocciole rivestono nel territorio, chiaramente ha una particolare attenzione per il sostegno al settore. Sostegno che si concretizza nel finanziamento alle aziende agricole, cooperative, industrie ed artigiani del territorio impegnati nella produzione e commercializzazione del prodotto. Per le aziende agricole, in particolare, sono stati studiati prodotti bancari specifici per finanziare l’acquisto di terreni e dei costosi macchinari per la raccolta delle nocciole oltre al finanziamento per coprire le spese di gestione dei terreni nel corso dell’anno fino alla vendita del prodotto.

La BCC di Barbarano Romano esercita un ruolo costante di salvaguardia nel settore agricolo del territorio di riferimento. A questo proposito lo scorso ottobre abbiamo sottoscritto una convenzione con la Cia Agricredito di Viterbo che prevede investimenti di dotazione (acquisto di macchine ed attrezzature), investimenti di miglioramento (acquisto di terreni, immobili rurali, magazzini etc.) e il consolidamento di finanziamenti agrari. Tutti gli interventi mirati a tutelare le imprese agricole e a migliorare l’avvicinamento al settore anche di imprese giovanili, sono offerti dalla nostra Banca a tasso fisso e tasso variabile in forma agevolata fino a 100 mila euro, a seconda dell’intervento richiesto. Tale iniziativa, insieme ad altre in corso nel settore agricolo, permette ogni anno di sostenere quelle imprese che vogliono investire in particolare nella coltivazione delle nocciole che, se ben commercializzate, danno ampie prospettive reddituali e di crescita. Nell’area cimina la produzione di nocciole è di circa 40 mila tonnellate annue. I mercati di riferimento di questo prodotto d’eccellenza della nostra agricoltura sono Germania e Francia. Aggiungo che se prima i gusci delle nocciole dovevano essere smaltiti come scarto di lavorazione oggi rappresentano una risorsa e vengono usati per il riscaldamento con notevole risparmio in termini di acquisto di gas e petrolio. Quanto alle prospettive, dopo il superamento della crisi del 2007-2009 che, per inciso, non è stata dovuta alla concorrenza turca, bensì ad una sovrapproduzione mondiale di nocciole, la situazione si è stabilizzata e prevediamo che rimarrà tale per i prossimi 4 o 5 anni.

25


NON SOLO BCC

Conosciamoci meglio

Inauguriamo questa nuova rubrica per incontrare i dipendenti di Federazione e BCC Associate scoprendone i talenti nascosti, hobbies, vocazioni, progetti. I primi protagonisti sono Sergio Conti della Federlus, esperto di bilanci, ma proiettato nel cosmo, Manuela Ciafro della BCC di Riano, segretaria di Presidenza e Direzione che ci parla della sua singolare ma simpaticissima terapia. Quindi Fabrizio Burelli della BCC di Roma, esperto di comunicazione e responsabilità sociale, collezionista di dischi d’epoca, con una raccolta di “vinili” a partire dai mitici anni ’60 e ’70 a quelli della grande musica rock e non solo

Astrofili si diventa Sergio Conti, un profilo “stellare” insospettabile per un collega che nel lavoro di tutti i giorni si occupa di bilanci, ICAAP e dintorni

Ai tempi in cui ho cominciato a lavorare per la Federazione, a 36 anni suonati, l’idea di passare nottate intere sotto il cielo notturno di qualsiasi stagione era ben lontana dalla mia mente, non distinguevo un pianeta da una stella e riconoscevo a malapena due sole costellazioni (Orsa maggiore e Orsa minore). Certo, da bambino, un po’ di fascino per i misteri del cosmo, per le imprese degli astronauti e per le loro passeggiate lunari l’ho provato, ma il mio approccio alla materia era stato superficiale e, oggi lo so, non avevo capito un granché. Fu solo verso la fine del 2004, quando la mia vita si era ormai avventurata per altri e talvolta più complicati universi (quelli dei bilanci, delle normative fiscali e civilistiche, dei consigli di amministrazione e dei dati andamentali), che cominciai a guardare il cielo con più cognizione di causa, grazie a qualche libro e a qualche atlante stellare per amatori. La svolta avvenne però nel-

26


Sopra: oggetto noto anche come Galassia di Andromeda, si trova a circa 2,5 milioni di anni luce dalla Terra ed è l’oggetto più lontano visibile a occhio nudo. Secondo studi recenti conterrebbe circa mille miliardi di stelle. Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale è quello compreso fra settembre e marzo. A sinistra: la famosissima Nebulosa di Orione è una delle nebulose diffuse più brillanti del cielo notturno. Nei mesi compresi tra novembre e marzo è riconoscibile a occhio nudo al centro della cosiddetta Spada di Orione nell’omonima costellazione. Dista dalla Terra circa 1.270 anni luce, si estende per circa 24 anni luce ed è la regione di formazione stellare più vicina al Sistema solare.

l’estate del 2005, una domenica pomeriggio sotto un enorme ciliegio, allorché mio suocero disse: “Mi piacerebbe comprare un telescopio, potresti informarti in qualche negozio di Roma?”. “Certo” risposi “anzi, sa cosa le dico? Anche io voglio comprare un telescopio!” Lo comprammo insieme, un riflettore Newtoniano da 200 mm di apertura e 1000 mm di focale con montatura equatoriale motorizzata, qualsiasi cosa ciò volesse dire! La prima sera vale la pena di essere brevemente raccontata: montare tutto fu relativamente facile, farne uso fu destabilizzante! Il manuale era chiarissimo, ma questo lo scoprii solo successivamente quando lo rilessi dopo aver ormai capito tutto per altre vie. Uno dei problemi fondamentali con i quali si scontra un neo-astrofilo che guarda per la prima volta dentro all’oculare di un telescopio è che la porzione di cielo inquadrata è piccolissima e anche affollata di stelle altrimenti invisibili a occhio nudo. Cercare un oggetto che non si trovi nelle immediate vicinanze di un astro particolarmente evidente (e sono la gran parte) si rivela quindi un’impresa ben più difficile del previsto (almeno se non si è dotati di

27


NON SOLO BCC

Le Pleiadi (conosciute anche come le Sette sorelle) sono un ammasso aperto chiaramente visibile nel periodo invernale anche a occhio nudo nella costellazione del Toro. Tutte le sue componenti sono circondate da leggere nebulose a riflessione. Le Pleiadi sono un ammasso giovane, con un’età stimata di circa 100 milioni di anni e una vita prevista di soli altri 250 milioni di anni.

È qui che gli appassionati di tutti i livelli propongono i loro dilemmi, sottopongono le loro immagini, avanzano i quesiti più disparati, condividono le tecniche più fantasiose e, state pur certi, qualsiasi problema sperimentiate con il vostro telescopio, qualcun altro ha già vissuto la stessa esperienza e, se l’ha trovata, condividerà con voi la soluzione. Ancora meglio se ne rintracciate qualcuno che abita dalle vostre parti: vedere anche solo una volta un astrofilo all’opera vi farà fare un salto cognitivo inimmaginabile, guadagnerete mesi ed entusiasmo! Oppure potete partecipare a qualche raduno, i cosiddetti star party: sono liberi, l’importante è che non vi presentiate sul posto in massa, con i fari della macchina spianati o con torce che non siano a luce rossa (rischiate il linciaggio, io ve l’ho detto!). Peraltro, forse non è a tutti noto che sotto un cielo anche solo discreto, l’osservazione di molti oggetti celesti (e parlo di galassie, nebulose, ammassi globulari, roba distante!) è possibile utilizzando un buon binocolo 7x50 (7 ingrandimenti x 50 mm di apertura), una torcia a luce rossa e un atlante stellare. Per quel che mi riguarda, oggi, grazie alla massa di informazioni disponibili e acquisite ma anche ad una bella tenacia di cui a volte mi sorprendo io stesso, la messa in funzione di un telescopio ai fini di una semplice osservazione visuale (l’astrofotografia è un capitolo a parte, uno sport estremo, altro che il rafting!) è una cosa che sbrigo in qualche decina di minuti, anche perché, a pensarci col senno di poi non è un granché complicata. Successivamente, non contento, mi sono complicato la vita (e le serate) con l’astrofotografia: ma questa è un’altra storia.

La prima sera riuscii a vedere una delle nebulose planetarie più famose, M57 o Nebulosa ad Anello, nella costellazione della Lyra, visibile nel cielo proprio in questa stagione e impreziosita dalla sua componente più famosa: Vega, la quinta stella più luminosa del cielo notturno

montatura computerizzata). Ma il colpo di grazia me lo diede un aereo di passaggio che, attraversando la zona di cielo inquadrata, mi fece d’un tratto realizzare che la visione attraverso l’oculare era totalmente invertita (l’alto con il basso, la destra con la sinistra), e così è in tutti i telescopi. Non si tratta di una malvagità ordita dai costruttori, il fatto è che ogni volta che la luce attraversa un mezzo (tipo il vetro di una lente) subisce un “deterioramento”. Applicare quindi un raddrizzatore di immagine per l’osservazione di un ambiente come il cielo profondo, dove non v’è un riferimento assoluto in base al quale stabilire il “verso” di un oggetto, vuol dire frapporre l’ennesimo ostacolo al cammino di una fonte luminosa che è giunta fino a noi dopo decine, centinaia, migliaia o anche milioni di anni luce, ha attraversato l’atmosfera terrestre, è riuscita a non perdersi nell’inquinamento luminoso prodotto dalle nostre città, è rimbalzata tra gli specchi e le lenti dello schema ottico del nostro telescopio per poi offrirsi, infine, alla visione dei nostri occhi che al buio hanno anch’essi i loro bei limiti! Eppure, non ci crederete, la prima sera riuscii a vedere una delle nebulose planetarie più famose, M57 o Nebulosa ad Anello (Ring Nebula per gli anglofoni), nella costellazione della Lyra, visibile nel cielo proprio in questa stagione e impreziosita dalla sua componente più famosa: Vega, la quinta stella più luminosa del cielo notturno, la seconda nell’emisfero boreale dopo Arturo (ebbene sì, si chiama così, Arturo!). Conscio tuttavia dei molti aspetti tecnici che mi rimanevano oscuri, cominciai a cercare aiuto e ne trovai in gran quantità su internet scoprendo l’esistenza di alcuni virtuali luoghi di incontro degli astrofili di tutta Italia e anche oltre: i forum e i siti specializzati.

28

Sergio Conti www.astrosergio.it

SITI UTILI: forum.astrofili.org: forse il forum più grande d’Italia quasar.teoth.it: un piccolo forum ma ben frequentato www.skylive.it: telescopi in remoto! heritage.stsci.edu/gallery/gallery.html: imperdibile la galleria di immagini del telescopio spaziale Hubble


Conosciamoci meglio La mia pet therapy Manuela Ciafro, della BCC di Riano. Il racconto di una singolare convalescenza a fianco di due “inseparabili infermieri”

Quando il medico mi ha comunicato di dover passare un lungo periodo a casa dopo l’operazione al piede, già mi immaginavo delirante a letto, annoiata dal non poter far nulla, dal non poter uscire né praticare il “mio karate”, probabilmente desiderosa di tornare nel più breve tempo al lavoro. Proprio io, l’iperattiva della famiglia, quella che se non ha impegni… li crea. Poi un giorno il mio fidanzato mi dice: “Manu, te la sentiresti di allevare a mano questi due inseparabili?”. Mi apre una scaLa pet therapy tolina e vedo dentro due pappagallini nati fu scoperta per caso da appena 15 giorni, due inseparabili chiadallo psichiatra Boris mati anche lovebirds, affamatissimi e pronti Lavinson mentre per essere imboccati a mano. lavorava con i bambini Scettica all’inizio, decido poi di accettare la affetti da problemi sfida, perché di una sfida vera e propria si comportamentali: notò trattava: allevare due pappagallini per la che i bambini autistici prima volta non è di certo impresa facile. I erano più spontanei primi giorni sono passati tra pappette sbae disponibili quando gliate, sonni interrotti e il continuo sconforto c’era il suo cane causato dalla consapevolezza che se non ci fossi riuscita, probabilmente avrei rischiato di non farli sopravvivere. Però d’altro canto non mi sentivo sola, non mi sentivo inutile, pure se costretta a vagare

29


NON SOLO BCC

tra letto e divano. Sono così cresciuti con me, condividendo ogni momento della mia convalescenza, condividendo ogni pennetta colorata che spuntava sul loro dorso. A distanza di 7 mesi, sono diventati due fetentissimi e dispettosissimi pappagallini, uno ancestrale (di colore verde a faccia arancio), l’altro lutino (giallo faccia arancio). Signori miei, ho il piacere di presentarvi Chicco & Alby! Mentre scrivo stanno svolazzando dalla mia testa al pc, giocando con il filo del mouse, rosicchiando l’orologio o cantando a squarciagola sopra la mia spalla! Sì, sono sempre loro che adorano sgranocchiare i tasti del computer, il pot pourry, e le ricevute del Superenalotto. Sempre loro che mi tirano gli oggetti da sopra le mensole mentre cammino per casa, loro che quando sono riusciti a scappare dalla gabbietta dopo essersi concessi una “gita intorno casa”, sono tornati senza fiato da me, aggrappandosi ai miei capelli. Adorano fragole e fette biscottate. Adorano l’acqua e distruggere tutte le piante di casa. E io adoro loro! Tornare a casa la sera e trovarli dentro la gabbietta che riconoscono il rumore della mia macchina mentre sto parcheggiando, sentirli cantare a squarciagola perché sanno che sono tornata, aprire la gabbia e trovarseli addosso in un “abbraccio svolazzante”, beh, non ha veramente prezzo. A distanza di qualche mese dal primo incontro con i miei pappagalli, ho iniziato a riflettere su come il mio comportamento fosse cambiato ma soprattutto sul mio diverso modo di affrontare un periodo di malattia prolungato. Posso senza dubbio affermare per esperienza diretta che i pappagalli possono essere utilizzati per quella che viene definita pet therapy, ovvero l’azione di supporto in ambito sociale e medico, come integrazione alle terapie tradizionali, svolta in collaborazione con una animale da compagnia. Il rapporto che nasce e si instaura tra l’uomo e l’animale, non più considerato una semplice compagnia, è un importantissimo veicolo per sviluppare

30

delle interazioni, uno scambio psicologico benefico tra essere umano e l’animale. Normalmente nella terapia si usano gli animali domestici, soprattutto cani e gatti, ma si è scoperto che altri tipi di animali instaurano questo tipo di rapporti come ad esempio i pappagalli. La pet therapy fu scoperta per caso dallo psichiatra Boris Lavinson mentre lavorava con i bambini affetti da problemi comportamentali. Difatti notò che i bambini autistici erano più spontanei e disponibili quando c’era il suo cane, cosa che facilitava l’esternazione delle sensazioni interiori e scambi affettivi durante il gioco. Da allora si è cercato di creare delle vere e proprie terapie con gli animali e non solo con i bambini: sono stati riscontrati infatti risultati notevoli anche con persone adulte. Negli ultimi anni si sono scoperte nuove potenzialità della pet therapy, tra cui, ad esempio, tornando al mio caso specifico, quello della riabilitazione motoria. Probabilmente la mia esperienza è stata adattata alle mie necessità specifiche, ma mi sento di poter consigliare a tutti di affrontare i momenti più difficili della propria vita con un “amico alato e pennuto” vicino!


Conosciamoci meglio Il fascino (in)discreto del vinile Chiacchierata con Fabrizio Burelli collezionista di dischi

Il mondo del collezionismo è molto variegato, popolato da personaggi insospettabili. Ne abbiamo scovato uno alla BCC di Roma. Sposato, tre figli, una laurea in Economia. Una persona posata, ma con un lato oscuro… la passione per i vecchi dischi in vinile. Lo abbiamo incontrato e gli abbiamo fatto qualche domanda, cercando di trattenerlo nel suo parlare a ruota libera del suo wild side. Come è nato il tuo interesse collezionistico per il vinile? All’inizio ero solo un appassionato di musica, dapprima classica poi rock, ai tempi del liceo, nella seconda metà degli anni ’70. Poi, pian piano è andato ad aumentare l’interesse per il contenitore, per il supporto. La musica non mi bastava più; volevo l’edizione originale, la prima stampa magari d’importazione, l’edizione fuori commercio. Sono diventato un COLLEZIONISTA. Parafrasando direi che “collezionisti si nasce”. In effetti il collezionismo è un tarlo, un virus. O ce l’hai, o non ce l’hai. Se non ne sei affetto difficilmente puoi capire un collezionista. Soprattutto quando raccoglie oggetti

un po’ fuori dall’ordinario. Mi spiego meglio. Un collezionista di opere d’arte viene ammirato, spesso invidiato. Un collezionista di libri, di monete o francobolli, quanto meno viene capito. Altri collezionisti, invece, spesso hanno il cruccio di essere incompresi. Tra questi ci sono io, insieme a chi raccoglie lamette da barba, fischietti, tessere telefoniche e così via. Mia moglie spesso mi guarda come un poveretto che si diletta ancora con un vezzo di gioventù che non si vuole estinguere. Quando arrivo a casa con un nuovo acquisto mi dice: “Ma non ne hai già tanti? Non ti bastano quelli che hai? Non hai il tempo di sentirli tutti!” Certo non ha tutti i torti. Ottomila dischi 33 giri occupano uno spazio non indifferente, tanto che sono stato costretto a trovargli un luogo adatto dove collocarli fuori casa. Ed effettivamente ho poco tempo per sentirli. In alto la copertina-giornale di “Thick as a brick”dei Jethro Tull.

31



Cosa collezioni in particolare? Dischi 33 giri, soprattutto di rock italiano e inglese degli anni ’70. Ma anche di musica tedesca, francese e americana. Spazio tra i generi. Amo il “progressive” (Yes, Genesis, Gentle Giant per intenderci) ma anche l’hard rock, il jazz rock e l’avanguardia. Posseggo anche moltissimi 45 giri di cui ho oramai perso il conto.

Il collezionismo è un tarlo, un virus. O ce l’hai, o non ce l’hai. Chi non ne è affetto difficilmente può capire un collezionista. Soprattutto quando raccoglie oggetti un po’ fuori dall’ordinario, come i dischi in vinile

Ma si trovano ancora questi vecchi dischi? Il vinile negli ultimi anni ha avuto una seconda giovinezza. Mentre i CD diventavano irrimediabilmente vecchi, soppiantati dalle nuove tecnologie, il vinile è stato riscoperto per le sue qualità sonore intrinseche – suona meglio! – e per il piacere in sé dell’oggetto. Le copertine degli LP non di rado sono delle piccole opere d’arte. Molto spesso oggi insieme all’edizione in CD esce anche l’edizione in vinile e numerose sono anche le ristampe.

Personalmente non sono attratto dal nuovo. Cerco solo vecchie edizioni che trovo nei mercatini, in negozi specializzati, su internet, ma soprattutto in alcune fiere specializzate all’estero e in Italia.

Un’ultima domanda. Quali sono i tuoi pezzi preferiti? Mi piacciono molto le curiosità, le edizioni speciali, magari ritirate dal mercato per i motivi più disparati, i picture disc sagomati, le copertine bizzarre. Tra i miei preferiti c’è il primo disco del Banco del Mutuo Soccorso, a forma di salvadanaio, e il primo (ed unico) disco del trio Franchi, Giorgetti, Talamo, sulla cui copertina vi è incollata una scatola di plastica a quattro scomparti che contiene sabbia, peperoncini e minuteria metallica varia. Inutile dire che entrambi i dischi sono piuttosto fragili e che a quasi 40 anni dalla loro uscita trovarne esemplari perfetti, come i miei, è piuttosto difficile.

33


DALLA FEDERAZIONE

Le conferenze dei direttori Federlus a febbraio e maggio 2011

Lavori in corso La prima conferenza dei direttori del 2011 si è svolta il 10 febbraio scorso e, come di consueto, ha preso avvio dalle comunicazioni della Federazione e del Gruppo Bancario alle BCC Associate. Tali comunicazioni hanno riguarguarda gli impieghi economici: dato, in prima battuta, i cambia+6,2% per la raccolta e +9,7% per menti verificatesi ai vertici delle Asgli impieghi. In sostanziale stabilità sociate, con il benvenuto ai neo Dianche il rapporto tra rischiosità del rettori della BCC di Roma (Mauro credito e impieghi: rimane stabile Pastore), della BCC “G. al 3,95% il rapToniolo” (Alessandro porto tra le soffePalmieri) e della BCC renze lorde e gli Le dinamiche osservate del Tuscolo Rocca impieghi, stesso per l’esercizio 2010 Priora (Amedeo Iannicvalore di giugno – a livello aggregato – cari). A seguire aggior2010. evidenziano una namenti su progetti istiDal punto di vista crescita sensibile delle tuzionali che hanno rireddituale, sono masse finanziarie guardato, prevalentestate discusse le difgestite con un ritmo mente, la convenzione ficoltà evidenziate superiore per quel che ABI-CDP, la nuova Alnei dati segnaletici, riguarda gli impieghi leanza delle Cooperaanche se 10 BCC economici: +6,2% tive Italiane, il Fondo di hanno mostrato riper la raccolta e +9,7% garanzia Istituzionale, sultati uguali se non per gli impieghi. In la Banca per il Mezzomigliori del 2009. A sostanziale stabilità giorno e Banca Svilivello aggregato, la anche il rapporto tra luppo. differenza tra ricavi rischiosità del credito I lavori successivi si e costi si è ridotta e impieghi sono concentrati in del -3,7% circa. maggior misura sulRelativamente alle l’analisi delle dinamipolitiche distribuche economico-finanziarie delle tive, è stata presentato uno studio BCC Associate al 31 dicembre 2010 dal titolo “Analisi del posizionae su approfondimenti tecnici riferiti mento territoriale delle BCC” – real posizionamento territoriale delle datto dall’Area Consulenza e Forstesse in relazione ai bacini di mazione – nel quale, con l’ausilio utenza ricompresi nei territori di ridegli strumenti e delle fonti inforferimento della nostra Federazione. mative utilizzate in Federazione, Le dinamiche osservate per l’esersono stati analizzati gli ambiti di cizio 2010 – a livello aggregato – presidio ottimale del territorio. È evidenziano una crescita sensibile stato confermato il problema dei ridelle masse finanziarie gestite con schi di sovrapposizione insiti nei un ritmo superiore per quel che rivincoli statutari delle BCC ed evi-

34

denziato dalla correlazione con le potenzialità dei singoli territori. In particolare, i 366 comuni di competenza delle nostre banche costituiscono il 43% circa dell’insieme totale dei comuni esistenti ma, al tempo stesso, rappresentano oltre l’80% della popolazione residente. Quasi un comune su tre tra quelli presidiati da sportelli di nostre BCC è di competenza anche di altre BCC e quindi a rischio sovrapposizione. I comuni in cui c’è effettiva sovrapposizione (più di una consorella opera sul comune attraverso uno sportello) costituiscono invece il 5% ca. del totale. Sono stati successivamente presentati i progetti di Federazione in partenza ad inizio 2011. Ovvero: il progetto ICAAP; i progetti organizzativi riguardanti l’analisi dei costi di struttura e il censimento del manuale anagrafico; il catalogo formativo 2011, il progetto giovani e il progetto sviluppo delle competenze; la banca dati del personale. I lavori si sono conclusi con la presentazione di opportunità di adesione a servizi assicurativi e consulenziali offerti da aziende partner. La seconda conferenza dei direttori dell’anno ha avuto luogo lo scorso 11 maggio scorso, incentrata prevalentemente sul confronto con il neo Direttore Generale di Iccrea Banca, Leonardo Rubattu. Il confronto ha riguardato temi rilevanti


quali la raccolta, la monetica e, soprattutto, il nuovo modello di business dell’Istituto Centrale. Secondo il neo DG, la spinta alla complessità e alla specializzazione del contesto di riferimento ha indotto ad una forte focalizzazione verso le competenze specialistiche e verso il singolo prodotto. Un nuovo modello a tendere dovrà, d’altro canto, partire inevitabilmente dalla relazione con le BCC – da considerare come clienti private – e da una focalizzazione sulle soluzioni offerte. Sono stati in sintesi rappresentati dal Capo del servizio e-Bank di Iccrea Banca, Antonio Galiano, i grandi sforzi che si stanno compiendo anche nell’ambito della monetica. Secondo quest’ultimo la monetica dovrà diventare il primo canale di innovazione per il gruppo, attraverso un rinnovamento, già in corso, del sistema di offerta e dell’approccio di vendita, superando i classici ostacoli che frenano lo sviluppo massivo di questo settore presso la clientela: la sicurezza e il controllo nella spesa. Apprezzamenti e grandi stimoli a far bene sono pervenuti dagli interventi dei Direttori, tutti concordi rispetto alla centralità dell’Istituto centrale nell’ambito delle strategie gestionali e distributive delle nostre Banche. Oltre ad altre comunicazioni della Federazione su prossimi progetti o iniziative in corso (per es. Progetto su Nuove disposizioni antiriciclaggio e viaggio-studio a Parigi), la conferenza ha ospitato l’intervento di Enrico Trevisan, Senior partner di Simon Kucher & partners, che ha illustrato un approfondimento sulle criticità della gestione del pricing nel Sistema Bancario e ha rappresentato possibili percorsi di intervento volti all’ottimizzazione, in generale, della gestione dei ricavi, in un contesto di forte pressione sui margini come quello attuale.

Vigilanza Cooperativa

Via al terzo biennio di “revisione ordinaria” A gennaio 2011 è iniziato il terzo biennio di revisione “ordinaria” delle Banche di Credito Cooperativo aderenti alla Federlus, nel rispetto di quanto stabilito dal Decreto Legislativo 220/2002 e dal Decreto Ministeriale 22/12/2005. Per il biennio in corso è stato dunque già predisposto il “Piano” delle revisioni ordinarie, nonché avviate le verifiche presso le prime Banche,

narie, invece, si segnala come il Ministero dello Sviluppo Economico, in virtù dell’articolo 20 del Decreto del 22 dicembre 2005 che ne disciplina lo svolgimento, abbia recentemente avviato l’attività ispettiva, effettuando le prime revisioni straordinarie presso alcune nostre Associate. Ciò evidenzia la crescente attenzione al mondo cooperativo da parte delle istituzioni pubbliche. Pur essendo stata confermata, infatti, la competenza esclusiva del Ministero dello Sviluppo Economico in materia di qualificazione dei rapporti mutualistici, recentemente, per meglio coordinare l’attività dei due poteri dello Stato che controllano l’operato delle cooperative, il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Agenzia delle Entrate hanno stipulato una convenzione che – fra i vari temi – affronta anche quello della collaborazione nell’attività di controllo finalizzato alla verifica del rispetto dei requisiti di mutualità. Malgrado la massima attenzione rivolta dalla Federazione nel quadriennio passato di revisione cooperativa alle tematiche in oggetto, tali importanti novità ci impongono di essere ancora più attenti, per il futuro, al rispetto della normativa inerente la gestione dei soci, con particolare riguardo alla “compliance” di alcuni aspetti (requisiti dei soci, tenuta libri sociali, ecc).

Antonella Cortese

mediante l’utilizzo della nuova piattaforma web per la gestione del processo di revisione cooperativa, realizzata da BCC Multimedia S.p.A.. Nei prossimi mesi si terrà peraltro una nuova sessione di esame di idoneità per revisori di Banche di Credito Cooperativo, organizzata da Federcasse, alla quale parteciperà, al fine di poter offrire un servizio sempre più capillare alle nostre Associate, un altro dipendente della Federlus. Con riguardo alle ispezioni straordi-

COMUNICAZIONE DI BILANCIO Da quest’anno è necessario inviare al Ministero dello Sviluppo Economico, entro 30 giorni dall’approvazione del bilancio di esercizio da parte dell’assemblea dei soci, una dichiarazione a firma del legale rappresentante, autenticata ai sensi degli artt. 21 e 47 del DPR 28.12.2000, n. 445. Secondo il modello predisposto dal Ministero, poi, un originale di tale dichiarazione dovrà pervenire anche a Federcasse, attraverso la Federlus (presso l’Ufficio Vigilanza Cooperativa).

35


DALLA FEDERAZIONE

Assistenza e verifica

A tutto campo Come noto, le attività che coinvolgono l’Area Assistenza e Verifica sono numerose e diversificate spaziando dalla consulenza contabile e fiscale alle attività relative ai Fondi di Garanzia, dal supporto in materia di Vigilanza prudenziale a quello in materia di lavoro e legale. Già a partire dai primissimi mesi del 2011, è stato fornito alle associate il necessario supporto volto alla quantificazione delle imposte sul reddito da iscrivere nel bilancio al 31 dicembre 2010, mentre nei prossimi mesi analoga assistenza riguarderà la quantificazione dei saldi e degli acconti Ires e Irap da versare all’erario, nonché la predisposizione delle relative dichiarazioni fiscali. Si tratta di un’attività che, come ogni anno, ha richiesto una preventiva preparazione in termini di aggiornamento sulle novità normative, realizzata anche mediante condivisione delle varie soluzioni possibili nell’ambito dei tavoli di lavoro nazionali, e predisposizione

36

Sergio Troiani

di opportuni strumenti di lavoro, questi ultimi realizzati dagli stessi componenti dell’Area. Allo stesso tempo, in vista delle scadenze per l’approvazione dei bilanci dell’esercizio 2010, è stato assicurato il supporto per la predisposizione del relativo fascicolo. Quest’anno, vi è stato un più ampio utilizzo dello strumento software denominato Probil, realizzato per iniziativa della Federazione siciliana ma curato, specie nei contenuti, dall’insieme delle Federazioni regionali; tra queste la Federlus, proprio per il tramite dell’Area Assistenza e Verifica, riveste ormai un ruolo importante, avendo già utilizzato tale strumento per il precedente bilancio ed avendo quindi assunto un ruolo di pioniera nell’ambito di questa importante innovazione, peraltro ormai adottata ufficialmente da Federcasse. Altra area di competenza è anche tutto ciò che concerne la normativa di Vigilanza Prudenziale, fortemente innovata negli ultimi anni con l’emanazione e i successivi aggiornamenti della Circolare BI 263/2006, cui si è poi accompagnata anche la rivisitazione della normativa in tema di segnalazioni periodiche. Proprio nei primi mesi del 2011, in


vista della scadenza del 30 aprile per la predisposizione e la trasmissione alla Banca d’Italia del documento di rendicontazione del processo ICAAP, il personale dell’Area a ciò dedicato ha fornito la necessaria assistenza rispondendo ai quesiti telefonici, aggiornando gli strumenti già messi a disposizione negli anni precedenti, ma anche veicolando le principali novità sull’argomento nell’ambito degli ormai consueti e consolidati gruppi di lavoro con i referenti delle diverse BCC associate. In materia societaria, è stata attuata l’attività finalizzata all’adozione da parte delle BCC del nuovo Statuto tipo predisposto da Federcasse e definitivamente validato dalla Banca d’Italia con missiva del 1° marzo di quest’anno. In sintesi le modifiche apportate concernono la qualità complessiva del governo societario delle BCC ed anche la competitività e la sicurezza del sistema. Il cuore degli interventi mira a incidere su quelle prassi che, nel corso del tempo, possono essersi poste in contrasto con i principi di sana e prudente gestione che devono presiedere all’attività bancaria: equilibrio tra stabilità, competenza e ricambio degli organi sociali – prevenzione di possibili conflitti di interesse – ineleggibilità per soggetti con incarichi politici o che abbiano concorso a generare criticità nella Società – limiti assembleari all’erogazione del credito. Per perseguire tale obiettivo l’organizzazione societaria deve essere in grado di rispettare precisi requisiti che garantiscano un governo equilibrato e virtuoso in sintonia con le diverse componenti del Credito Cooperativo. Maggiori sinergie quindi con le strutture del Movimento e, tra di esse, soprattutto con le Federazioni Regionali. La nostra Federlus, forse

anticipando i tempi, ha avuto da sempre, prima tra le priorità, quella della costante assistenza verso le sue Associate per qualsiasi fatto contingente si possa determinare confortandole nelle decisioni da assumere. In tal senso il nuovo statuto rafforza ancor più il senso di appartenenza e di condivisione della valenza dello scambio mutualistico. Una per tutte, la modifica che potrebbe sembrare minimale ma tale non è, riguarda una aggiunta all’art. 9 che, trattando dei diritti e dei doveri dei soci, ha inserito la frase “operando in modo significativo”. Lo scambio mutualistico, infatti, rimane perno fondante della buona cooperativa di credito nell’accezione “cliente – Socio e Socio – cliente”. Infine, per quanto riguarda la materia sindacale, il primo trimestre 2011 ha visto la ripresa delle trattative con i sindacati per dare seguito alle code contrattuali, già avviate nel corso del 2010; sono inoltre emerse esigenze di confronto, da parte delle Organizzazioni Sindacali, sulle situazioni organizzative di alcune Aziende aderenti alla Federazione, a cui si è risposto con specifici incontri volti a individuare soluzioni utili alle esigenze aziendali. Si è registrato in questo trimestre anche un particolare impegno con il coinvolgimento delle associate per la raccolta di dati finalizzati, oltre che al rispetto degli adempimenti contrattualmente previsti in materia di comunicazione tra Sindacati, Aziende e Federazione anche per la realizzazione, all’interno di un progetto condiviso con Federcasse e con tutte le Federazioni locali, di una banca dati nazionale sui rapporti di lavoro alle dipendenze delle BCC. Ovviamente, i dati vengono raccolti e trattati in maniera conforme alle vigenti norme in materia di riservatezza delle informazioni sensibili e personali.

Consulenza

Seguire l’evoluzione della strategia La strategia non è un elemento immutabile dell’impresa, nonostante si attribuisca ad essa un orizzonte temporale di compimento almeno triennale. E ciò vale soprattutto in presenza di mercati particolarmente competitivi come quelli almeno dell’ultimo decennio nei settori bancari e finanziari internazionali. Se partiamo da questa considerazione nonché dallo scenario di riferimento, emerge immediatamente come diviene necessario affiancare ed integrare le analisi sulla gestione operativa e il processo di pianificazione della strategia aziendale con attività di monitoraggio, nel continuo, del grado di perseguimento degli obiettivi e degli interventi definiti. In tal modo, al verificarsi di disallineamenti dagli obiettivi strategici ritenuti significativi e particolarmente fuorvianti per la strategia stessa sarà possibile dare tempestivamente avvio ad una revisione critica degli indirizzi di sviluppo definiti (vigenti). Storicamente invece, in mercati e contesti competitivi più stabili e pertanto meno aggressivi, si riusciva a mantenere saldi i principi e le linee guida alla base del processo di sviluppo d’impresa per tutto l’arco temporale di attuazione della strategia. Salvo che nei casi di marcato allontanamento dagli obiettivi pluriennali prefissati (in meglio o in peggio) se ne analizzassero le cause solo a posteriori, per la definizione e l’avvio della nuova fase successiva di pianificazione. Il costante ed attento monitoraggio

37


DALLA FEDERAZIONE

dell’evoluzione della strategia aziendale, diviene dunque esso stesso un fattore determinante per un’efficace azione competitiva svolta dall’impresa nel tempo e dunque un elemento di forte vantaggio nei confronti dei suoi competitor se non addirittura in particolari momenti di turbolenza uno dei principali fondamenti, se non il principale, per garantire la continuità aziendale ovvero la gestione anticipata e programmata degli impatti rivenienti dai mutamenti di scenario.

punti di forza e debolezza d’impresa (analisi interna) con cui fronteggiare le sfide di mercato (fase B). Una volta tracciati i presumibili scenari evolutivi previsti, come ulteriori attività specifiche di analisi esterna dei mercati di riferimento (fase B1), viene verificato se strategicamente l’azienda ritiene di voler variare e ridefinire la mission aziendale e le politiche di indirizzo della propria attività su cui ha poggiato le precedenti strategie (fase C). Conseguentemente, si pone tutta l’attività tipica di definizione delle Il processo di pianificazione “prossime” strategie future dell’impresa e del relativo piano di sviluppo della strategia (“nuovo” piano prospettico) detered il suo monitoraggio Giorgio Caporale minate nei lavori tipici del CDA Come già commentato, la pianifidi analisi dello stato attuale delaziendale (fase D). cazione e la “gestione” complessiva l’azienda e del livello di raggiungiChiuso il piano strategico per il della strategia aziendale si complemento degli obiettivi strategici a suo triennio successivo, gli obiettivi tano con le attività di monitoraggio tempo definiti nel piano (fase A). principali in esso definiti vengono dello stato di evoluzione del proSe non si ravvisano particolari diposti sotto monitoraggio (fase E), in cesso di sviluppo aziendale – detersallineamenti e conseguenti criticità funzione di specifici indicatori in minato e programmato in preceche dettano l’esigenza di ripensare grado di anticiparne gli eventuali denza – e la definizione degli evenle politiche di indirizzo aziendali e scostamenti dai risultati attesi. Nel tuali interventi correttivi. il modello di business, si passa alla caso in cui detti scostamenti siano In particolare, al momento della scafase di swot analysis, volta a definire ritenuti significativi e forieri di didenza del piano strategico vigente le principali opportunità e minacce sallineamenti non temporanei dai li(triennio precedente), la “nuova” incombenti sull’azienda dall’esterno velli pianificati, l’analisi delle critipianificazione si avvia con la fase (analisi del mercato) e gli specifici cità intervenute porterà a stabilire se siano necessari e sufficienti solamente degli interventi correttivi Figura 1: Processo di pianificazione strategica e flussi delle attività di monitoraggio “isolati”, oppure occorra ripartire con una vera e propria ridefinizione della strategia (nei casi in cui gli scenari previsionali alla base della pianificazione si rivelino completamente disattesi, ad es. quando a fronte di previsioni di stabilità o crescita si presenti una fase economica di stagnazione o addirittura di recessione). È evidente

38


come non porre sotto controllo, in maniera strutturata ed almeno periodica, l’evoluzione della strategia d’impresa possa potenzialmente comportare per l’impresa quanto meno dei ritardi (e quindi dei costi) nel reindirizzarla successivamente, se non addirittura delle perdite di posizione competitiva che in alcuni frangenti di mercato potrebbero anche rivelarsi molto onerose in termini di costo/opportunità.

così come introdotto dalla specifica normativa di vigilanza settoriale1. Tra i principali ambiti di integrazione dei due processi, Pianificazione ed ICAAP, è sicuramente importante evidenziare come l’attività di monitoraggio del piano strategico debba produrre informazioni di interesse anche per l’ICAAP. Basti pensare alle disposizioni di vigilanza con cui viene richiesto almeno una volta l’anno alla banca, in concomitanza con la rendicontazione annuale di aprile, di mettere a confronto l’evoluzione della situazione complessiva di rischio della banca con le relative determinazioni prese in sede strategica e individuare le principali cause di eventuale disallineamento. Altrettanto interessante è commentare come ridefinizioni della mission aziendale e “cambi di rotta” nella linea strategica perseguita possono potenzialmente introdurre in azienda nuovi tipi di rischi (es. entrata in nuovi settori operativi, nuove aree o lancio di nuovi servizi e prodotti per la clientela) o comunque variare significativamente il profilo di rischio precedente (nell’esposizione o nella propensione della banca), o

ancora variare la “geografia del rischio” aziendale (cd. mappa; si pensi all’attuazione di significativi interventi di tipo organizzativo conseguente al cambio o alla revisione della strategia aziendale). In conclusione, una corretta ed attenta impostazione del processo di pianificazione strategica nella banca necessita di una fase di monitoraggio della strategia stessa strutturata, e quanto meno coerente con il profilo di rischiosità degli attivi azienLa pianificazione strategica dali (esposizione), e con la specifica volontà strategica di crescita sia oggi nella banca quantitativa, nei volumi intermediati Nella Banca l’attività di pianificae gestiti, sia qualitativa nelle tipolozione della strategia oggi giorno rigie di attività e servizi prestati al chiede, in aggiunta al passato, un mercato (propensione). Detta imposerie di interventi e ulteriori sforzi stazione coerente, definita e strutdettati non solo da esigenze ed opturata, oltre ad agevolare nel miportunità prettamente gestionali e gliore dei modi anche il governo e competitive, ma anche da vincoli il controllo di tutti i rischi aziendali, imposti dalle recente innovata regocontribuisce al miglioramento della lamentazione prudenziale. Esempio valutazione che l’organo di vigiprincipale di questi vincoli è certalanza effettua complessivamente sul mente rappresentato dalla necessità sistema organizzativo della banca, di integrare il processo di pianificavalutazione questa che è tenuta in zione con quello di governo e geparticolare considerazione sopratstione di tutti i rischi della Banca, tutto nei momenti aziendali in cui detto anche ICAAP (Internal Capici si potrebbe trovare con livelli di tal Adequacy Assessment Process), patrimonio non particolarmente consistenti rispetto ai rischi assunti. Figura 2: Ambiti di integrazione tra Processo di pianificazione strategica e Processo ICAAP

1

Cfr. Banca d’Italia, Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche - 7° aggiornamento del 28 gennaio 2011, Titolo III, Processo di controllo prudenziale, Cap.1, Sez. II, La valutazione aziendale dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP).

39


DALLA FEDERAZIONE

Formazione

Un “World Wide Web” di apprendimento Curiosando nel web, alla ricerca di spunti per la stesura di questo articolo, mi sono imbattuta nel blog di Gianni Marconato (docente ed esperto di “apprendimento” http://www.giannimarconato.it) ed in particolare mi sono soffermata a leggere questo interessante post, di cui riporto degli stralci: Voglio qui portare un’esperienza vissuta su come apprende un ragazzo d’oggi, su come questo affronta “compiti di apprendimento”. Qui di seguito racconto di Eugenio (mio figlio) 17 anni e mezzo, IV liceo scientifico, alle prese con una sua recente fatica. Eu, che bazzica dalle parti del PC fin da piccino, passa ore e ore a “lavorare” con il computer. Cazzeggia, gioca, sperimenta, sfascia hardware e software. Ma Eu è anche curioso ed un tantino – troppo – audace e si butta in imprese al limite dell’impossibile. Eu è, anche, caparbio e vuole, a tutti i costi, venire a capo dei misteri dell’informatica e non si rassegna a darla vinta al computer. Tra i suoi libri vedo anche qualche testo di informatica e non solo del genere “divulgativo”. Immagino li legga e non guardi solo le figure... Da qualche mese Eu mi stava stressando perché, a suo dire, era ora che cambiassimo il PC “ufficiale”. Troppo vecchio, poco performante. Da mesi Eu divora riviste d’informatica; prende appunti, dimora in pianta stabile nei siti dei venditori online di materiali informatici, frequenta forum, legge, domanda... E compila tabelle di confronto. Final-

40

Martina Bonaldo

mente, pochi giorni fa, mi presenta il suo “progetto” per il nuovo PC: componenti, prestazioni, prezzi, venditori. Eu vuole che io acquisti tutti quei pezzi e vuole essere lui ad assemblarli. La mia prima risposta è un no. Sonoro. Deciso. Inappellabile. Ma lui si dichiara convinto di farcela e mi passa tutta una serie di informazioni su come ha fatto ad arrivare alla proposta che mi lasciano a bocca aperta e che mi fanno intravedere un’esile possibilità che ce la possa fare. Fase 1: ordinativo. Mi vuole al suo fianco e, pezzo per pezzo e a supporto della sua (argomentata e consapevole) scelta, mi fa vedere le differenti opzioni in termini di tipologia del prodotto, prestazioni, consumi, prezzo, mi parla, anche, della compatibilità dei componenti, dei “colli di bottiglia” che si potrebbero creare, dell’importanza di un buon alimentatore, di un case ben ventilato. Considerato che ha deciso di fare le compere presso tre differenti fornitori e che paghiamo (pago) con carta di credito, mi fa vedere di aver controllato anche l’affidabilità degli stessi

girando tra più community di utenti. Suggerisce, infine, di pagare attraverso PayPal come forma di sicurezza aggiuntiva. Fase 2: Montaggio. Qui vuol fare tutto da solo e mi tiene a debita distanza. Il salone di casa disseminato di imballaggi, di viti, di cavi, di fogli delle istruzioni… e lui a trafficare eccitato attorno alla scatola nera che un po’ alla volta si riempie di pezzi, di cavi... Tra imprecazioni irriferibili, esclamazioni di compiacimento, urla di gioia, consultazione delle istruzioni, di community online... un andirivieni continuo tra risorse online e su carta. Poi il fatidico momento del collegamento del tutto alla presa di corrente e il marchingegno testè assemblato… si accende (e, con mio momentaneo sollievo, non sento odore di bruciato, non vedo fumo uscire) e sembra funzionare. Caricato il programma operativo, si testa il funzionamento. Qualcosa non va, il cassettino del HD non viene “visto” dal sistema... Riparte il rosario di imprecazioni... consultazioni affannose di carta, web, carta, web… Dopo la mezzanotte, un Eu raggiante e visibilmente soddisfatto, annuncia che tutto funziona... E io sono qui a scrivere questo post dal nuovo pc. Oltre la cronaca, cos’altro ci dice questa storia? Proviamo a leggerla in termini di compiti di apprendimento. Io, ad Eu, ho insegnato nella notte dei tempi ad accendere il pc, a scrivere qualche parola in word, ad entrare in internet... per il resto ha imparato tutto da solo. Ha imparato: • perché interessato al tema; • risolvendo problemi propri e di altri amici; • identificando le proprie carenze e le tematiche da approfondire; • ricercando, valutando e selezionando risorse presenti nel suo ambiente (testi a stampa, sul web...);


• domandando a chi ne sapeva di più. Ha “studiato”: • senza che nessuno gli chiedesse di farlo; • con impegno; • responsabilmente; • leggendo libri; • prendendo appunti; • dedicandovi parecchio tempo; • approfondendo. Eppure Eugenio, al pari di tanti suoi consimili, è considerato dalla scuola: uno che non studia e non sa studiare, che quando studia fa il minimo necessario, poco interessato ad imparare... Ma, allora, perché Eugenio ha imparato? Eugenio, a dispetto delle diagnosi ufficiali, ha imparato perché: • ha avuto un ruolo attivo; • ha usato quello che ha imparato; • ha potuto dare un significato a ciò che stava imparando; • il compito di apprendimento è stato per lui una “sfida”; • imparando poteva affrontare compiti sempre più impegnativi; • le cose che lui imparava erano valorizzate anche dalla sua “comunità”. ... continua sul blog Eugenio è un ragazzo che, come tanti della sua età, cosiddetti “nativi digitali”, vive in un ambiente nel quale le informazioni e i processi di apprendimento “viaggiano” attraverso canali che fino a soli dieci anni fa, erano considerati assolutamente innovativi (si pensi, ad esempio, all’uso di internet e dei social network). Eugenio, infatti, per la ricerca di dati e per la risoluzione del suo problema, ha utilizzato quale canale preferenziale di reperimento di informazioni, proprio la rete. E in effetti la letteratura al riguardo, seppur molto vasta, è concorde nell’affermare che il web può fornire un contributo importante nei processi di apprendimento proprio perché al cen-

tro delle iniziative c’è il soggetto che impara. È lui che sceglie il percorso didattico, senza vincoli di spazio e tempo, ma soprattutto è lui che produce nuova conoscenza, diventa creatore di contenuti da condividere in rete. Si passa quindi ad un modello di apprendimento collaborativo, proprio della formazione in rete di ultima generazione, quella del web 2.0, nella quale la crescita del singolo, avviene all’interno di obiettivi condivisi da un gruppo. In questa stessa direzione si sono sviluppati gli ormai noti “mondi virtuali 3D”, ovvero ambienti digitali 3D nel quale gli utenti possono interagire tra loro e utilizzare o creare oggetti, attraverso i loro “avatar” e comunicando con testi, immagini, gesti, suoni e rappresentazioni tridimensionali. I mondi virtuali hanno la capacità di adattarsi a bisogni didattici diversi e

con gli altri in maniera attiva: l’utente decide cosa fare, come muoversi, con chi parlare, in quale ambiente andare. Come nel mondo reale, dove una buona esperienza di apprendimento deve essere legata ad una attenta analisi preliminare degli obiettivi formativi, anche nel mondo virtuale occorre creare ambienti strutturati e decidere preventivamente qual è l’utilizzo che si vuol fare di Second Life. Questo infatti può essere utilizzato come medium, dove il contenuto didattico è indipendente dall’ambiente, ovvero ci si ritrova nel mondo virtuale dove la comunicazione avviene attraverso la fruizione di testi, suoni, immagini, navigazione tridimensionale. Può essere utilizzato anche come contenuto didattico (es. sistemi planetari, monumenti...) per poterne fruire in una modalità “immersiva”. Infine può avere valenza di vetrina Esempio di utilizzo di Second Life nell’apprendimento: Università di Torino - servizi per gli studenti, eventi in streaming.

possono superare i limiti dell’ambiente di un’aula tradizionale. Tra i più noti mondi virtuali tridimensionali sviluppatisi negli ultimi anni, ricordiamo Second Life, nel quale è possibile creare una realtà virtuale dove i partecipanti attraverso i loro avatar si incontrano e interagiscono in rete, partecipando attivamente alla buona riuscita dell’incontro. A differenza degli altri strumenti di formazione a distanza (e-learning, video conferenza, ecc.) la realtà virtuale necessita di utenti che “agiscono” e interagiscono

di presentazione dell’ambiente e delle attività non necessariamente legati ad una fruizione didattica. L’utilizzo delle nuove tecnologie per i processi di apprendimento, deve essere interpretato, a mio avviso, come strumento che si integra ai metodi tradizionalmente utilizzati, in grado di superare limiti che altrimenti non si riuscirebbero a superare, siano essi di natura fisica (distanze geografiche) siano essi di natura intellettuale, così come avviene nelle nuove generazioni.

41


DALLA FEDERAZIONE

Comunicazione, marketing e relazioni esterne

Federlus on line Dal canale Youtube all’e-commerce: tutte le novità del sito Questo ambito di attività sta vivendo un momento di intensa evoluzione in Federazione. Sia nei mezzi e negli strumenti, che nell’approccio di servizio nei confronti delle Associate. Il cantiere aperto sul web costituisce senza dubbio il progetto che maggiormente sta impegnando le risorse coinvolte. Oltre infatti alla rivisitazione della struttura e dei contenuti veicolati nell’ambiente pubblico, è stato avviato un progetto di carattere organizzativo volto alla migrazione di alcuni processi on line e alla ridefinizione dei flussi informativi rivolti alle Associate. La ristrutturazione dei contenuti del sito pubblico è rivolta al miglioramento dell’immagine dell’intero sistema interregionale attraverso il presidio di un canale di comunicazione oggigiorno imprescindibile nelle strategie di comunicazione aziendale. Nella sostanza, si è cercato di veicolare i contenuti relativi alle attività di comunicazione e relazioni esterne che la Federazione già realizzava “fisicamente”, sul web, attraverso la pubblicazione del materiale relativo agli eventi – con gallery di immagini, comunicati stampa e video – e delle proprie pubblicazioni. Per i video è stato attivato un apposito canale youtube – da sviluppare ulteriormente, soprattutto dal punto di vista grafico – su cui veicolare l’immagine del marchio BCC. Tutti ambiti questi, aperti al contributo delle BCC che volessero partecipare con il materiale delle proprie iniziative

42

Alessandro Ceccarelli

La ristrutturazione dei contenuti del sito pubblico è rivolta al miglioramento dell’immagine dell’intero sistema interregionale attraverso il presidio di un canale di comunicazione oggi imprescindibile

alla valorizzazione della nostra immagine su tali canali. Nell’ambito del progetto web, giova sottolineare l’iniziativa in corso di avvio relativamente ai partners. Ovvero una sezione sul nostro sito viene dedicata ad ospitare offerte e veri e propri siti di e-commerce costruiti insieme ai partners della Federazione. L’obiettivo è quello di costruire un centro di efficientamento on line legato alle opportunità sottese alla forza del gruppo interregionale nel rapporto con fornitori e, appunto, partners. Le offerte merceologiche proposte sono state regolate da apposite convenzioni con i singoli partner. Per di più, le BCC intenzionate ad offrire questa opportunità a proprie aziende partner (soci storici o clienti di un certo valore), hanno la possibilità di segnalarli alla Federazione per la selezione e il convenzionamento. Anche “Orizzonti”, come avete avuto modo di notare, ha subito un restyling tanto nel formato quanto nei contenuti, volti ad ottimizzare

Brunella Venier

gli spazi di cronaca, estendendo l’approfondimento, ma soprattutto, incrementando lo spazio riservato alle BCC e al territorio. Per quanto riguarda i prossimi eventi, il 1° luglio ci sarà l’assemblea ordinaria dei soci che si svolgerà a Palestrina presso il Museo Archeologico Nazionale, e tema di approfondimento sarà il centocinquantesimo anno dell’Unità di Italia. A parlarci di “Il ruolo della cooperazione bancaria nell’unificazione italiana: ieri e oggi” sarà il Prof. Giulio Sapelli Ordinario di Storia Economica all’Università Statale di Milano. Nel prossimo autunno, invece, ci sarà il viaggio-studio, per i nostri vertici aziendali, a Parigi, con la visita al Crédit Mutuel, che ha una struttura organizzativa simile a quella del Credito Cooperativo Italiano. Un momento conoscitivo che potrà sicuramente portare contributi utili per lo sviluppo delle nostre BCC.


Finanziamento in pool a Codesarrollo Lo scorso 19 maggio nella sede di Federcasse, la nostra Federazione ha consegnato l’assegno simbolico di $ 1.545 milioni che rappresenta la chiusura del finanziamento in pool che sei Associate hanno concesso a Codesarrollo, Cooperativa di risparmio e credito fondata dall’ONG FEPP (Fondo Ecuatoriano Populorum Progressio). A riceverlo, Bepi Tonello – Presidente di Codesarrollo, veneto di ori-

gine, che ha costituito un sistema finanziario etico alternativo in Ecuador – alla presenza di Federcasse, della BCC di Roma, capofila del pool con il Vice Direttore Generale Roberto Gandolfo, della BCC “G. Toniolo” di Genzano, partecipante al pool, con il Presidente Maurizio Capogrossi e della Federazione, che ha coordinato l’operazione, con il Direttore Generale Paolo Grignaschi. Le altre BCC che hanno partecipato al finanziamento sono la

BCC di Arborea, la BCC del Garigliano, la BCC di Bellegra e la CRA dell’Agro Pontino. Il finanziamento sarà destinato alla costituzione del fondo di credito di due nuove succursali di Codesarrollo, in corso di apertura nei quartieri popolari poveri del sud e dell’est di Quito, dove ancora arrivano molti emigranti dalle campagne. Prosegue dunque l’impegno concreto del Credito Cooperativo – in particolare, della nostra Federazione – in progetti di mutualità internazionale, con l’intento di contribuire alla estensione a livello globale dei principi e delle best practices di “Banche differenti”.

BASILEA 3 Marzo 2011 Si è svolto a Roma, presso il Centro Eventi di Piazza di Spagna il seminario nazionale su Basilea 3. L’evento era volto a determinare quelli che saranno i cambiamenti per il Credito Cooperativo. Ai lavori, aperti da Alessandro Azzi, Presidente della Federazione Nazionale, hanno partecipato: Mario Nava, Capo Unità Banche e Conglomerati Finanziari della Commissione Europea, che ha trattato il tema dell’evoluzione delle regole europee di vigilanza prudenziale delle banche; Carlo Calandrini del Servizio Normativa e Politiche di Vigilanza della Banca d’Italia che ha esposto i profili di rilievo di Basilea 3 per le BCC; Federico Cornelli Direttore Operativo di Federcasse, che ha trattato i temi in discussione per il network delle BCC; Andrea Resti docente di Economia dei Mercati e degli Intermediari Finanziari dell’Università Bocconi di Milano, che ha presentato quello che sarà l’impatto di Basilea 3 sul modello organizzativo delle BCC; Giovanni Ferri docente di Economia Politica dell’Università degli Studi di Bari, che ha affrontato il tema di rimanere “banche differenti” rispettando le nuove regole; ed infine Carlo Napoleoni Vice Direttore Vicario di Iccrea Holding, che ha mostrato le strategie e le iniziative per le BCC da parte degli Organismi di Sistema. I lavori sono stati chiusi da Sergio Gatti Direttore Generale di Federcasse.

INSIEME È UN’ALTRA MUSICA Marzo 2011 Lo scorso 10 marzo, nella sede centrale del Movimento in Via Lucrezia Romana a Roma si è svolto il consueto incontro/confronto tra la realtà imprenditoriale del Credito Cooperativo, Iccrea Holding, ed i Vertici delle BCC Associate alla nostra Federazione. Il Gruppo Bancario, come gli altri anni, era rappresentato ai massimi livelli; presenti infatti, sia il Presidente Giulio Magagni che il Direttore Generale Roberto Mazzotti. Per la nostra Federazione, il Presidente Francesco Liberati e il Direttore Generale Paolo Grignaschi. Dopo una disamina degli impatti di natura strategica e quantitativa della crisi economico-finanziaria sullo scenario tecnico del Movimento, il Gruppo ha illustrato le attività e i progetti in corso di avvio per il 2011. Gli sviluppi faranno riferimento a tutti i segmenti presidiati, intervenendo sia sugli aspetti relazionali nei confronti delle BCC che su nuove soluzioni tecniche e piattaforme distributive.

CRONACA EVENTI LE BCC E IL CENTRO-EST EUROPA, ACCORDO CON RAIFFEISEN BANK INTERNATIONAL Gennaio 2011 Nel mese di gennaio il Gruppo Bancario, attraverso Banca Agrileasing, e Raffeisen Bank International di Vienna (Rbi), hanno sottoscritto un accordo per intensificare la collaborazione nei paesi del Centro - Est Europa a sostegno delle imprese italiane (in particolare delle PMI) che intendono sviluppare il proprio business in quest’area specifica. Proprio il posizionamento del suddetto accordo e, soprattutto, quello complessivo della business line ‘Estero’ di Banca Agrileasing, sono stati i temi centrali dell’incontro organizzato dalla nostra Federazione lo scorso 6 maggio, insieme alla stessa Banca Agrileasing, presso la sede centrale di Via Lucrezia Romana. Presenti Iccrea Holding e la nostra Federazione, il Direttore Generale di Banca Agrileasing, Dott. Enrico Duranti, e il Responsabile della business line ‘Estero’, il Dott. Massimo Meliconi. LO STATUTO TIPO DELLE BCC Febbraio 2011 A Lucrezia Romana si sono riuniti i vertici delle nostre BCC per affrontare il tema del nuovo statuto tipo delle Banche di Credito Cooperativo. L’argomento è stato illustrato sotto i vari aspetti dal dott. Stefano Trombani del Servizio Affari Legali di Federcasse.

43


DAL MOVIMENTO

I giovani e il Credito Cooperativo Insieme per progettare il futuro Nei precedenti numeri di Orizzonti abbiamo evidenziato la crescente sensibilità strategica del Movimento verso la tematica “Giovani”, con particolare riferimento al versante giovani soci. Abbiamo visto svilupparsi in questo ambito consulte giovani soci anche all’interno delle nostre Associate e, in generale, la tendenza a favorire e intensificare la partecipazione dei giovani nella vita delle Banche. Tale sensibilità, sta riguardando anche altri ambiti, quali, per esempio, specifiche offerte commerciali, attività di formazione, attività di comunicazione. In questi casi rivolte ai giovani clienti e ai giovani dipendenti. In tal senso, nello scorso mese di marzo, il comitato esecutivo di Federcasse ha approvato la realizzazione dell’iniziativa “Il mio QI è differente”, anch’essa riconducibile al progetto “BCC. La banca dei Giovani”. 44

Il progetto ha l’obiettivo di sostenere l’imprenditoria giovanile con prodotti dedicati e partnership sul territorio. Accanto e assieme alla ideazione di prodotti finanziari concepiti per questo specifico segmento di clienti, è prevista, infatti, anche l’offerta di servizi di accompagnamento e tutoraggio in grado di favorire la sostenibilità delle iniziative imprenditoriali. A tal proposito è stato appena av-

viato un gruppo di lavoro – in seno alla Federazione nazionale stessa – cui partecipa anche la nostra Federazione. I lavori si concentreranno sulla definizione dei prodotti da includere nel “kit” per i giovani imprenditori, sulla selezione delle partnership sul territorio, sulla campagna di comunicazione ad hoc, sul sistema delle garanzie, sulle modalità di erogazione e distribuzione.


Sempre riguardo ai rapporti con questo tipo di clientela, il target Giovani appunto, la Federazione ha avviato un progetto per la realizzazione – in partnership con Iccrea Banca – di una campagna di comunicazione sulle carte prepagate, con l’integrazione di eventuali iniziative commerciali e/o di animazione sul territorio. In questo ambito si cercherà soprattutto di veicolare verso l’utenza giovane BCC un linguaggio moderno, coerente, onde favorire l’azione commerciale delle singole Banche sul territorio. Anche riguardo alla formazione per i giovani dipendenti abbiamo anticipato iniziative progettuali di Federazione. Nello scorso numero di “Orizzonti”, abbiamo infatti presentato un progetto nato per rispondere a quanto definito in sede di contrattazione integrativa interregionale, che prevede, per i giovani neo assunti, un percorso formativo della durata di due anni il cui obiettivo è quello di far comprendere il contesto, l’operatività e l’organizzazione delle BCC e del Credito Cooperativo, fare sviluppare competenze utili per il proprio percorso di crescita e far acquisire uno stile fortemente connotato dal punto di vista dell’identità.

Il percorso, il cui impianto progettuale è in corso di definizione e sarà erogato ad inizio del secondo semestre, vuole gettare le basi per un sistema di formazione permanente che possa, nel tempo, divenire una best practice da condividere all’interno del Sistema. In conclusione, condividendo la rilevanza strategica di queste tematiche, convinti della necessità di sostegno delle iniziative delle Associate sui territori, la Federazione ritiene proficuo avviare un ambito di ascolto interno cui recepire le

istanze, le esigenze specifiche delle Banche, onde veicolarle presso gli altri settori e livelli del Movimento o, laddove possibile, avviare nostre iniziative di Federazione. Nei prossimi mesi si potrebbe dare concretezza a questo ambito di ascolto, creando un nostro gruppo di lavoro interno – BCC e Federazione – portando avanti le attività avviate, mettendo “a sistema” i vari filoni di sviluppo. A presto. Alessandro Ceccarelli

45


DAL MOVIMENTO

Leonardo Rubattu è il nuovo Direttore Generale di Iccrea Banca Il Consiglio di Amministrazione di Iccrea Banca, dando seguito alle indicazioni della Holding, ha nominato Leonardo Rubattu nuovo Direttore Generale. La nomina di Rubattu, in precedenza Vice Direttore Generale presso la Capogruppo e membro del CdA e del Comitato Esecutivo di Iccrea Banca, attua la volontà strategica della Capogruppo di realizzare una sempre più solida governance nei confronti delle proprie Società controllate. Con questa nomina, inoltre, la Capogruppo Iccrea Holding intende dare seguito alla riconfigurazione del ruolo dell’intero Gruppo bancario Iccrea da “fabbrica-prodotto” a partner attivo al fianco delle Banche di Credito Cooperativo. Leonardo Rubattu, subentra a Luciano Giorgio Gornati, verso il quale lo stesso CdA ha espresso ringraziamento per il lavoro svolto dal 2000 fino ad oggi. La squadra di Direzione sarà composta da Giovanni Gelsomino, e da

46

Il supporto del Credito Cooperativo al nascente sistema delle Cajas de credito cooperativas

Roberto Camazzini, rispettivamente Vice Direttore Generale Vicario e Vice Direttore Generale dell’Istituto. 42 anni, coniugato con 4 figli, Rubattu è laureato in economia aziendale alla Bocconi di Milano ed è specializzato presso la Scuola Superiore di Analisi Finanziaria di Parigi. Nella sua carriera, ha vantato esperienze significative all’estero, in particolare a Parigi e a Londra dove, tra le altre, ha ricoperto posizioni di responsabilità presso Société Générale e Morgan Stanley, acquisendo competenze specifiche su strategie, modelli di business, valutazione aziendale, marketing strategico e comunicazione finanziaria dei principali gruppi bancari italiani ed europei.

È stato firmato a Buenos Aires, presso il Palacio San Martin, sede del ministero degli Esteri argentino, alla presenza del ministro degli Affari Esteri Franco Frattini e del ministro degli Esteri argentino Jacobo Timerman, l’Accordo Quadro tra il Centro Internazionale Assistenza al Credito Cooperativo (CIACC – nato nell’ambito del Credito Cooperativo italiano per iniziativa di Federcasse) e sette Comitati Promotori di altrettante Casse Rurali (Cajas de Credito Cooperativas) argentine. L’accordo è finalizzato al sostegno, da parte del Credito Cooperativo italiano, del nascente sistema bancario cooperativo locale. La firma dell’Accordo, ad opera del presidente del CIACC, Nicola Di Santo (presidente del Credito Trevigiano-BCC), e del presidente della futura Caja de Credito Cooperativa Paranà, Angel Emilio Miguel Picazzo, è avvenuta nell’ambito dei lavori della seconda Commissione Economica Bilaterale Italia – Argentina in corso di svolgimento a Buenos Aires ed alla quale partecipa anche una nutrita rappresentanza del mondo istituzionale ed economico del nostro Paese. Della delegazione italiana fanno parte anche il revisore dei conti, Giancarlo Bersan, e il vice direttore generale della Federazione Italiana delle BCC, Roberto Di Salvo. Con questo Accordo il Credito Coo-


ASSEMBLEE 2011

perativo italiano intende formalizzare il proprio contributo tecnico ed organizzativo alla ricostruzione del sistema della cooperazione mutualistica di credito argentina, sostanzialmente scomparso negli anni della dittatura militare e solo dal 2007 oggetto di nuova, specifica, previsione normativa. Si tratta in particolare di una profonda riforma del settore creditizio messa a punto con il Banco Central de la Republica Argentina, con l’obiettivo di favorire una maggiore bancarizzazione delle aree rurali dell’immenso Paese sudamericano, sul modello delle BCC italiane. Oggi la cooperazione bancaria viene difatti considerata dalle Istituzioni argentine il migliore strumento per promuovere uno sviluppo locale partecipato e sostenibile nel lungo periodo. Il CIACC - costituitosi nel 2007 e che oggi annovera 23 soci tra cui Federcasse, Iccrea Banca, 16 BCC, 5 Federazioni locali (tra cui la nostra) - ha da tempo avviato, con la collaborazione dei 16 Comitati Promotori delle Cajas de Credito Cooperativas argentine, iniziative di conoscenza reciproca e di formazione tecnico-organizzativa che adesso, a seguito dell’Accordo, potranno trovare ulteriore impulso e sistematizzazione. Il Direttore Paolo Grignaschi lo scorso 6 giugno, ha incontrato una delegazione dei colleghi argentini.

Continua il sostegno alle Pmi

Sempre più a supporto delle BCC

In un contesto congiunturale particolarmente difficile, anche nel 2010 Banca Agrileasing non ha fatto mancare il sostegno alle PMI. Il valore del nuovo stipulato realizzato a livello corporate è stato di 1.781 milioni di Euro per oltre 12 mila contratti. Nel settore leasing, con 1.334 milioni di euro di stipulato, la Banca detiene la sesta posizione nella classifica generale con una quota di mercato pari a quasi il 5%. I finanziamenti a medio termine hanno registrato uno stipulato complessivo di 267 milioni di euro. Nell’ambito dell’attività di finanza straordinaria sono state perfezionate nuove operazioni per 235 milioni di euro, in sostenuta crescita rispetto all’anno precedente, trainate, tra l’altro, dal settore energia e dal leasing pubblico. Al valore d’affari complessivo hanno contribuito anche le aree di business delle controllate, BCC Factoring e BCC Lease. Il factoring ha registrato 670 milioni di euro di turnover, in aumento dell’11%, e la locazione operativa a quota 55 milioni di euro di stipulato con una crescita del 2,6%. I crediti verso la clientela ammontano a 8,8 miliardi di euro (-3,2%). La redditività 2010 è in linea con quella dell’esercizio precedente mentre il margine di intermediazione, pari a 199,9 milioni di euro, è risultato superiore a quello dell’anno precedente (+16,2%). Il risultato lordo di gestione si è attestato a 17,7 milioni di euro, con un utile di esercizio, al netto delle imposte, pari a 2,1 milioni di euro.

Nel corso del passato esercizio Iccrea Banca ha rafforzato la propria funzione istituzionale di supporto alle Banche di Credito Cooperativo italiane. In prospettiva, in linea con gli orientamenti strategici del Gruppo bancario Iccrea, la Banca tenderà a modificare la propria funzione da “fabbrica-prodotto” a partner attivo al fianco delle Banche di Credito Cooperativo. Il rafforzamento delle relazioni operative con le BCC trova espressione di sintesi, sia nei ricavi totali che si sono attestati a 187,5 milioni di euro, al netto delle commissioni retrocesse alle BCC pari nel 2010 a 170 milioni di euro (su un totale di 192,7 milioni di euro di commissioni passive), sia nel totale delle attività intermediate che ha raggiunto 10,7 miliardi di euro. Nel 2009 le retrocessioni alle BCC erano state pari a 145 milioni di euro su un totale di 160 milioni di euro. Al 31 dicembre 2010 la solidità della Banca trova espressione anzitutto nel patrimonio netto, pari a 318,3 milioni di euro, nel Tier 1 pari al 9,5% e nel Total capital ratio pari all’11%. Il margine di interesse al 31 dicembre 2010 è risultato pari a 45,1 milioni di euro, in calo rispetto al 31 dicembre 2009 (72,4 milioni di euro). Tale riduzione è dovuta anche alla riclassificazione degli effetti economici del trasferimento a Banca Agrileasing del ramo corporate. Il risultato lordo di gestione si è attestato a 44,5 milioni di euro; l’utile ante imposte è risultato di 31,3 milioni di euro, l’utile netto è stato pari a 20,3 milioni di euro.

47


DALLE BCC

NUOVE FILIALI/1

NUOVE FILIALI/2

BCC DEL GARIGLIANO

BCC GIUSEPPE TONIOLO

Prima filiale a Sessa Aurunca

Inaugurata la settima filiale a Cecchina (Albano Laziale)

Sabato 18 aprile 2011, dinanzi ad un nutrito numero di soci e di clienti della Banca intervenuti per l’occasione, è stata inaugurata a Sessa Aurunca (CE) la prima succursale della BCC del Garigliano. Alla cerimonia sono intervenuti il Vescovo di Sessa Aurunca, Antonio Napoletano, il Vice Presidente ed il Direttore della Federlus, rispettivamente Maurizio Capogrossi e Paolo Grignaschi, Carlo Frascone, già Direttore della Filiale di Latina della Banca d’Italia, il Presidente della BCC del Circeo Franco Cardinali, insieme al Presidente Antonio Scarpinella ed al Direttore Salvatore Quattrociocchi della BCC Privernate. Ha portato il saluto amichevole della sua gente anche l’Ambasciatore in Italia dell’Eritrea Zemelte Tackle. Nel breve saluto, il Direttore Generale della BCC del Garigliano Giuseppe Maria Perrotta ha sottolineato come il nuovo sportello consenta da subito l’allargamento della zona di competenza operativa della Banca dagli attuali 5 Comuni a ben 13 Co-

Panoramica intervenuti ed esterno filiale

48

Taglio del nastro (il vescovo di Sessa ed il Presidente Fasulo)

Taglio della torta

muni, facenti parte di tre diverse Province (Latina, Frosinone e Caserta) ed a cavallo di due Regioni (Lazio e Campania): Santi Cosma e Damiano, Castelforte, Coreno Ausonio, Minturno, Sessa Aurunca, Cellole, Mondragone, Teano, Carinola, Falciano del Massico, Galluccio, Rocca d’Evandro, Roccamonfina. Anche il Presidente Michele Fasulo ha sottolineato che “la BCC non si è sottratta al suo dovere di banca del territorio, proseguendo nella politica di affiancamento alle imprese ed alle famiglie…” Sinceri apprezzamenti al management della Banca sono arrivati con gli interventi del Vice Presidente e del Direttore della Federlus.

Domenica 8 maggio 2011 a Cecchina (Albano Laziale), la BCC Giuseppe Toniolo di Genzano di Roma ha inaugurato la sua settima filiale. Hanno preso parte all’evento diverse centinaia di persone tra autorità, soci, clienti storici e cittadini interessati. Si tratta di una nuovo passo, dopo l’apertura dello sportello nel comune di Lanuvio lo scorso 12 settembre 2010, verso la costruzione di un ulteriore punto di riferimento al servizio di soci e clienti. Si è scelto per l’occasione un prestigioso immobile in Via Nettunense 114, ampio, luminoso e al centro della cittadina. La manifestazione è iniziata alle ore 10,00 con la S. Messa presso la Parrocchia di S. Filippo Neri di Cecchina, durante la quale il parroco Padre Ciro Cecchini ha ricordato la figura e l’opera di Giuseppe Toniolo: importante economista e sociologo italiano nonché ideatore della economia sociale cattolica cooperativistica portata avanti dalle Banche di Credito Cooperativo. La cerimonia è proseguita con il benaugurale taglio del nastro e la benedizione dei locali della nuova filiale. Il Sindaco di Albano Laziale, Nicola Marini, nel portare i suoi saluti ha ricordato ai presenti l’importanza di questa nuova agenzia che, nella sua collocazione, rappresenta un importante servizio per la cittadinanza, gli artigiani e i commercianti del luogo. Con questa apertura, dunque, la BCC Giuseppe Toniolo rinnova il suo impegno con il territorio e la


BCC DI BELLEGRA

Il microcredito sociale, due anni di esperienze sul territorio

Con questa apertura, la BCC Giuseppe Toniolo rinnova il suo impegno con il territorio nella volontà di promuovere lo sviluppo economico e sociale della comunità in cui opera, nonchè la crescita socio-culturale dei suoi Soci

volontà di promuovere lo sviluppo economico e sociale della comunità in cui opera e la crescita socio culturale dei suoi Soci. Il Presidente Maurizio Capogrossi, nel felicitarsi per la notevole presenza di partecipanti, ha posto in risalto i valori della BCC Giuseppe Toniolo che fin dalle sue origini ha prestato particolare attenzione nel dialogare e nell’interpretare i bisogni delle famiglie e delle imprese.

Ad aprile 2009 la BCC di Bellegra ha dato vita al Progetto Microcredito Sociale “Crediti di emergenza” per far fronte a forme di povertà ed esclusione sociale che hanno colpito singoli e famiglie. A tal fine, ha instaurato una significativa collaborazione con la Parrocchia di San Sisto II° Martire di Bellegra e, più recentemente, con l’Arcipretura S. Margherita di Olevano Romano. Il progetto si è posto come target i soggetti e le famiglie che si trovano in una situazione di particolare bisogno, con necessità di affrontare le spese legate al soddisfacimento delle esigenze primarie, quali il pagamento delle utenze, dei canoni di affitto e la normale conduzione famigliare, etc. In pratica la BCC di Bellegra ha messo a disposizione un fondo rotativo pari a 25.000 euro. La Parrocchia locale ha costituito un piccolo fondo di garanzia, alimentato con le donazioni della parrocchia stessa e di altre istituzioni, enti e privati cittadini. Per accedere al finanziamento, il cittadino fa richiesta al Parroco che provvede ad una prima istruttoria di carattere economico e sociale. La pratica a questo punto viene valutata da un comitato tecnico costituito dal rappresentante locale della Croce Rossa Italiana, da un rappresentante delle forze dell’ordine o di un altro ente di natura sociale e dalla parrocchia stessa. In caso di esito favorevole da parte del Comitato, il finanziamento viene

erogato dalla Banca su un conto corrente intestato alla Parrocchia. Il comitato tecnico si occupa anche della raccolta dei rientri e dell’attività di monitoraggio dei prestiti. Il tasso di interesse applicato è dell’1% e non vengono richieste garanzie reali. A due anni esatti dal lancio, i numeri testimoniano la bontà dell’iniziativa ma, soprattutto, la validità della costruzione di una rete solidale locale, in grado di esprimere valore reale per il territorio, dando attuazione concreta a quei principi fondativi che troppo spesso citiamo ma che risulta sempre più difficile attuare concretamente. Grazie a questa rete, sono stati erogati prestiti per complessivi 41.000 euro circa, con un ammontare medio di 1.700 euro e, soprattutto, un tasso di insolvenza di gran lunga inferiore a quello dei crediti ordinari. Tali risultati sono stati presentati lo scorso 11 aprile nell’ambito di un evento ad hoc organizzato dalla Banca nella sala consiliare del comune di Bellegra. Sono intervenuti, oltre alla nostra Federazione, Bruno Cassola di Banca Agrileasing – autore del libro Il microcredito sociale edito da Ecra –, Don Paolo Meacci, Abate Ordinario di Subiaco, oltre a Presidente e Direttore Generale della BCC di Bellegra. Presenti, inoltre, numerosi soci ed esponenti della comunità locale. L’iniziativa di microcredito è premiata dalla bontà dei numeri conseguiti, esprimendo valore reale per il territorio

49


DALLE BCC

BCC DI FRASCATI

Gli adempimenti previsti dalla normativa antiriciclaggio Tutto esaurito alle Scuderie Aldobrandini per l’incontro formativo organizzato dalla BCC di Frascati in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Commercialisti di Roma e la nostra Federazione. Esperti professionisti e docenti universitari hanno intrattenuto la qualificata platea analizzando gli aspetti pratici dei provvedimenti entrati recentemente in vigore, miranti a contrastare l’azione delle organizzazioni malavitose. Dopo il saluto ai partecipanti da parte di Claudio Ferri, Presidente della Banca di Frascati, al quale si è aggiunto Carlo Moretti dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Roma, ha preso la parola Francesco Liberati, Presidente della Federlus, il quale si è complimentato con la

50

dirigenza del neonato istituto di credito per l’alto profilo organizzativo e tematico dei suoi incontri pubblici con le realtà economiche dell’area. Per spiegare come funziona la normativa e qual è l’iter seguito dalla Banca d’Italia allorquando vengono sottoposte alla sua attenzione, da parte di banche e professionisti, «segnalazioni» di operazioni economiche sospette, attribuibili a singoli o organizzazioni che cercano di «riciclare» denaro proveniente da frode fiscale o attività illecita, è intervenuto Alfredo Tidu, Direttore dell’Unità di Informazione Finanziaria di via Nazionale. «Già nel 2010 – ha spiegato il dirigente di Bankitalia – le segnalazioni di operazioni sospette sono cresciute in maniera esponenziale. Ciò si deve ovviamente all’entrata in vigore delle norme che determinano la loro obbligatorietà, ma anche a un processo culturale positivo che vede gli italiani sempre più sensibili verso questi argomenti. Imprenditori e professionisti, cittadini e istituzioni,

sono sempre più consapevoli del fatto che chi aggira le leggi lo fa certamente a suo rischio e pericolo, ma soprattutto a danno della collettività. Innanzitutto alterando il mercato della concorrenza tra imprese, dove vince chi può pagare di più, o ottiene appalti al massimo ribasso, perché ha l’esigenza primaria di “lavare” il denaro sporco». Dei grandi risultati ottenuti dal contrasto «economico» all’attività delle organizzazioni criminali ha parlato Emanuele D’Innella, dottore commercialista e docente di diritto penale dell’economia all’Università La Sapienza di Roma, oggi incaricato dall’Autorità giudiziaria di curare la gestione di ben sette aziende sottratte dallo Stato a imprenditori senza scrupoli e organizzazioni malavitose. Bruno Assumma, titolare della cattedra di diritto penale all’Università Federico II di Napoli, ha ricordato che titolari e dirigenti d’azienda hanno visto regolamentare in maniera ancor più stringente gli obblighi di controllo e sana gestione aziendale fin dall’emanazione del decreto 231 del 2001, oggi rafforzato con relative responsabilità penali che prevedono anche la reclusione dalle norme sulla legge antiriciclaggio del 2007. Elisa Dellarosa, consulente Federlus, ha spiegato in maniera dettagliata gli obblighi in funzione antirischio ai quali sono già sottoposti


gli istituti di credito e l’entrata in servizio, dal primo settembre 2011, della funzione «antiriciclaggio». Dello stesso tenore, arricchito da esempi di vita quotidiana e sulle crescenti difficoltà nell’affrontare la domanda di credito che arriva dalla clientela, l’intervento di Paolo Giuseppe Grignaschi, direttore della Federlus, il quale ha ricordato che la funzione di controllo regolata dal decreto di prossima attuazione potrà essere affidata dalle piccole banche anche a organismi esterni, come la stessa federazione. Degli obblighi d’identificazione e segnalazione da parte degli organi sociali e dei consulenti amministrativi ha parlato invece Enrico Crisci dell’Ordine dei Commercialisti di Tivoli, il quale ha rappresentato tutte le sue perplessità sull’effettiva e regolare applicazione delle norme, laddove «l’obbligatorietà della segnalazione entra in conflitto con il vincolo di tutela e segretezza dei dati trattati per conto del cliente, il quale si affida al commercialista, all’avvocato, all’esperto finanziario, ricercando principalmente la funzione di “consulente”». «Oggi – ha commentato Ferri della BCC di Frascati – abbiamo perfettamente centrato l’obiettivo di fare cultura e informazione per lo sviluppo economico del nostro territorio. Le norme antiriciclaggio già ricadono e ricadranno ancor più su professionisti, imprenditori e semplici cittadini, spesso poco informati sui restrittivi provvedimenti entrati in vigore riguardo l’emissione di assegni bancari e l’utilizzo del denaro contante. Questo convegno è stato utilissimo per tutti noi e voglio ringraziare sentitamente la dirigenza dell’Ordine dei Commercialisti e la Federlus per essere al nostro fianco in maniera così professionale e amichevole».

LE ASSEMBLEE 2011 DELLE NOSTRE BCC Si sono concluse le assemblee delle BCC della Federlus. Approvati i bilanci 2010 e in diverse assemblee deliberate le modifiche statutarie previste dalla nuova normativa in vigore. Per quanto riguarda i rinnovi delle cariche sociali, tra i confermati Luciano Sgarbossa per la BCC di Arborea, Domenico Didoni alla BCC di Barbarano Romano, Domenico Caporicci per la BCC dei Castelli Romani, Stefano Liverani alla guida della BCC di Capranica, Alfredo Ballini per la BCC di Fiuggi, Gino Polidori alla BCC di Formello e Trevignano Romano, Luciano Eufemi per la BCC di Nettuno, Fabrizio Chicca per la BCC di Riano, Antonio Scarpinella alla BCC del Privernate e Pietro Mencarini alla presidenza della BCC della Tuscia. Cambio al vertice per la BCC di Bellegra dove è stato nominato Gianluca Nera, già presidente del Collegio Sindacale. Accanto a lui, nuovi consiglieri rispetto al precedente CdA, anche Lisa Colantoni, Luigi De Angelis e Franco Morasca; il nuovo Presidente del Collegio Sindacale è Maria Cristina Ravazzani e nuovo sindaco Roberto Pratesi. Alla BCC di Palestrina nominato Natale Coccia, ex Vice Presidente, nuovi consiglieri anche Vittorio Cerreti, Getulio D’Offizi Lulli e Francesco Mattogno, confermati gli altri consiglieri ed il Collegio Sindacale. Per la Cassa Rurale ed Artigiana dell’Agro Pontino nominato Presidente Maurizio Manfrin già Direttore Generale. Accanto a lui rimane comunque Gianfranco Baldi come Vice Presidente; nuovi consiglieri anche Vincenzo Coluccio e Giancarlo Marchionne. Nuovo sindaco Cunimberto Proietti. Alla Cassa Rurale ed Artigiana di Paliano nominato Giulio Capitani Presidente e consiglieri Paolo Calvario, Maurizio Collalto, Ercole Di Meo, Dino Lenci, Italo Lolli, Carlo Martufi, Graziella Musetti, Antonio Angelo Romani, Amerigo Romolo, Giuseppe Spera. Presidente del Collegio Sindacale Crescenzo Flamini e Sindaci Stefano Cenciarelli e Roberta Coccarelli.

51


NUOVI ORIZZONTI

Lo sviluppo attuale dell’e-commerce in Italia e il fenomeno dei deals on line Da Groupon ad Amazon, in pista i nuovi player mondiali Il 2010 è stato un anno positivo al mese) sta infatti rendendo il merper il commercio elettronico itacato della Penisola sempre più apliano: la conferma arriva dall’ulpetibile anche per i grandi operatori timo rapporto rilasciato a novemesteri. Gli attori italiani ne subiranno bre dal Politecnico di Milano, il la concorrenza, ma in compenso gli quale escludendo i giochi on line, utenti avranno a disposizione prezzi assegnava al settore un giro d’afpiù concorrenziali e una gamma più fari di 6,6 miliardi di euro (14 mld ampia di prodotti in tutti i settori. di euro circa, se stimiamo l’agGroupon, in particolare, è stato tra i giunta del gaming on line). primi a trasferire su internet l’espeLo sviluppo del comparto è stato rienza dei gruppi di acquisto assodeterminato anche dall’ingresso di ciata con offerte promozionali quonuovi player mondiali tidiane, segnalate atcome Groupon e Amatraverso una newzon, i cui effetti nei mersletter e proposte Groupon è stato tra cati di riferimento, sia in dalle attività comi primi a trasferire termini di volumi commerciali in città, su internet plessivi che di polarizzacome ristoranti, bar, l’esperienza zione, si manifesteranno negozi. In soli due dei gruppi di acquisto ulteriormente nel prosanni è cresciuto in associata con offerte simo biennio con l’assormaniera esponenpromozionali bimento, o la scomparsa, ziale trasformandosi quotidiane, segnalate di molte realtà nazionali da piccolo sito web attraverso di medie e piccole diad azienda con circa una newsletter mensioni. Entrambe le 3.000 dipendenti, un e proposte dalle società hanno replicato fatturato annuo di attività commerciali un modello già consoli500 milioni di dolin città, dato in altri Paesi finanlari e, soprattutto, come ristoranti, bar, ziando nel 2010 politiche una presenza in 35 negozi. aggressive per posizionazioni; ed è probaCon una crescita narsi come leader di setbilmente il primo esponenziale tore. Probabilmente, la operatore e-comin soli due anni. stessa loro ‘scesa in merce ad essere campo’ costituisce il misbarcato in Italia con glior indice riguardo al uno staff di 180 perlivello di maturità acquisito da quesone. Il sito già oggi vanta 5,5 misto settore di business in Italia. In lioni di visitatori al mese. Ma sotermini prospettici infatti, la crescita prattutto, ha detto “no, grazie” ai 6 (seppur lenta) degli utenti collegati mld di euro circa messi sul piatto a Internet in Italia (oggi 25 milioni da Google per l’acquisizione, pre-

52


ferendo il mantenimento dell’indipendenza. Quest’ultimo, nel frattempo, ha varato la piattaforma Offers: gestisce l’accesso degli utenti a promozioni e coupon offerti dalle attività commerciali locali a New York e in altre due territori degli Stati Uniti, la baia di San Francisco e l’Oregon. Secondo Google il risparmio arriva fino al 50% del prezzo. Inoltre il sistema operativo Android degli smartphone è predisposto alle transazioni attraverso tecnologia NFC: per pagare basta avvicinare il cellulare a un dispositivo di lettura. Non poteva rimanere a guardare il “re” dei social network a livello mondiale. Ed ecco che, sbarcano su Facebook gli sconti e le promozioni dei negozi in città: il colosso lancia il progetto “Deals” in cinque città degli Stati Uniti (Atlanta, Austin, Dallas, San Diego e San Francisco). Gli utenti leggeranno gli avvisi per risparmiare con le offerte commerciali nella posta elettronica e nella pagina dove appaiono i messaggi pubblicati da chi fa parte del loro network (“Notizie” o “News feed”). Inoltre, potranno completare gli acquisti su internet anche con la moneta digitale di Facebook, i “credits”, già utilizzata in Italia per comprare beni virtuali nei videogiochi

come FarmVille e CityVille. Si tratta di una valuta elettronica gestita dal social network: per la prima volta è spendibile in un progetto di commercio elettronico collegato con il territorio. Sono seicento milioni gli utenti attivi del social network nel mondo: 250 milioni accedono alla rete sociale online da smartphone e altri dispositivi mobili. Che abilitano la visualizzazione degli sconti anche nelle vicinanze dei negozi attraverso il display del cellulare. Al di là delle dinamiche ormai con-

solidate del settore e-commerce, la rete sta lasciando emergere tendenze di business destinate ad incidere sulla morfologia, sui processi e sui canali con cui le aziende si fronteggiano e “ingaggiano” il cliente nei vari mercati. Questo inevitabilmente determinerà la fuoriuscita o il riposizionamento di player “fisici” (se acquisto un coupon on line per un week-end di relax, non scendo in agenzia a chiederne uno al mio agente di fiducia), ma anche l’aborto di iniziative di e-commerce di minori dimensioni e dal differente respiro strategico. Inciderà presumibilmente, sulle nostre abitudini di consumo e sulla nostra percezione del c.d. “value for money”. E ancora – e la cosa ci riguarda da vicino – rivoluzionerà il mondo, già in evoluzione, del sistema dei pagamenti (se pago con i credits Facebook, non utilizzerò un bonifico bancario). Come dicevamo qualche mese fa: “È già domani”. Riflettiamoci, ma non diciamo che “è colpa della crisi”. Alessandro Ceccarelli

53



RECENSIONI

Steve Jobs, l’uomo che ha inventato il futuro In questo numero di Orizzonti inauguriamo una rubrica dedicata alla recensione di qualche libro interessante. Il nostro interesse per i testi che proporremo deriva, in prima battuta, dal riscontro che riscuotono verso il pubblico ma, soprattutto, dalla capacità dei contenuti di trasmetterci valori, indicazioni strategiche e modi di pensare utili rispetto alle attività che portiamo avanti tutti i giorni nel nostro mondo. Un mondo fatto di persone, territori, imprese, organizzazioni, banche, soci, clienti. In questa occasione abbiamo scelto la biografia di Steve Jobs – fondatore e attuale CEO di Apple – realizzata da un suo storico collaboratore, Jay Elliot (Ex senior Vice President di Apple). Il protagonista infatti – che lo si stimi o no – ha rivoluzionato il rapporto quotidiano con la tecnologia. Grazie a questa biografia, potremmo trarre spunti dalla sua gestione aziendale, dal suo stile di leadership, dalla sua gestione dell’innovazione, dalla sua considerazione dell’ottica del cliente, dal suo trattamento dei dettagli. Ma soprattutto, dalle caratteristiche umane e caratteriali. Nelle prime pagine del libro, l’autore riporta la frase pronunciata da Steve Jobs nella sua unica presentazione autobiografica, realizzata nel 2005 ai neolaureati di Stanford (Per gli interessati: su Youtube il video completo): “Siate affamati e folli... solo amando quello che fate, farete grandi cose”. Non frasi visionarie, ma lo specchio della vita raccontata nel libro: ha fondato un azienda di successo come la Apple partendo, a 20 anni da un garage; l’ha portata in cima a Wall Street. Ne è stato licenziato per una dozzina di anni; fondò negli anni suc-

cessivi due aziende di successo come NeXt e Pixar. Fu richiamato alla Apple anni dopo per salvarla dal dissesto, la portò ai successi di questi anni: Mac, iTunes-iPod, iPhone, iPad. L’autore non esita a definirlo un “artista”; gli appassionati considerano le sue creature tecnologiche cona “rivelazioni capaci di far scoprire nuovi mondi di senso, di gratificarli più in modo estetico che funzionale”. Proprio il rapporto tra l’estetica e la funzionalità del prodotto, è uno degli elementi più interessanti che emergono dai racconti di Elliot, in grado secondo noi, di riempire le frasi che da anni affollano i libri di marketing e strategia, i power point dei consulenti, le vision, i piani strategici delle aziende: l’orientamento al cliente, la user experience, etc. L’autore riferisce che negli anni della progettazione del primo grande Mac di successo, Steve Jobs, nelle riunioni con i gruppi di lavoro, si chiedeva con i collaboratori: “Quando arrivi a casa o in ufficio con lo scatolone e lo apri, cosa vedrai? D’accordo, io sono il prodotto, cosa mi succede quando l’acquirente cerca di tirarmi fuori dalla scatola e mi accende? Come possiamo progettare un PC esteticamente gradevole che il cliente sarà fiero di porre sulla scrivania, senza essere un parallelepipedo quadrato? L’utente può iniziare subito ad utiliz-

zarlo senza leggere il libretto delle istruzioni? Quando avvio il sistema quale sarà la prima cosa che vedrò sullo schermo? Ci sono molti altri aneddoti raccontati nel testo, ma ci sembra opportuno concludere con la descrizione che nel libro l’autore fa della visita del giovanissimo Jobs al PARC (Palo Alto Research Center Incorporated), una divisione della Xerox Corporation, deputata nella ricerca e sviluppo di nuove tecnologie informatiche, dove gli fu concesso di visionare l’ultimo progetto in corso: “rimase molto colpito dall’idea di un’icona mobile sullo schermo – un cursore – che si poteva controllare con il movimento della mano (vi ricorda qualcosa...?). Fece infatti molte domande sui motivi di sfondo dei titoli della finestra, sui menu a scomparsa... in un nanosecondo, Steve aveva avuto una visione del futuro dei computer, un computer per tutti!”. Infatti, confidava ai suoi collaboratori, che “fino a quando i computer saranno schermi neri su cui scrivere con la tastiera utilizzando un linguaggio di programmazione... le persone non li ameranno”. A ben vedere, Steve Jobs non ha inventato un computer, ma l’ha reso accessibile a tutti in modo che questo cambiasse la vita delle persone. Forse trattasi proprio di “orientamento al cliente”. E forse, vale la pena chiedersi cosa pensa un nostro socio/cliente quando entra in una filiale o utilizza il nostro sito internet. D’altronde, la banca del futuro non è stata ancora inventata! A.C.

55




CRIF AL L SERVIZIO SERVIZIO DI BANCHE BANCHE DI CREDITO CREDIT EDITO COOPERATIVO COOPERATIVO E BANCHE BANC CHE TERRITORIALI TERRITORIALI Leader Leader in Italia Italia nelle soluzioni soluzioni a supporto supporto dell’erogazione dell’erogazione e gestione gestione del credito, credito, CRIF CR RIF è da oltre oltre 20 20 anni al fianco fi fianc o delle Banche Banche di Credito C edito Cr Cooperativo Cooperativo e delle delle Banche Banche Territoriali Territorialli nelle loro loro scelte scelte di business. business. Grazie Grazie all’esperienza all’esperie enza maturata maturata e alla profonda profonda conoscenza conoscenza delle e dinamiche di mercato, mercato, CRIF coniuga coniuga nella propria p opria gamma completa pr completa di soluzioni informativo soluzioni un patrimonio patrimonio a informativo unico unico sui segmenti segmenti di clientela clientela privati privati e imprese imp prese informazioni informazioni creditizie cred ditizie e business business information inform mation - avanzati sistemi avanzati sis tem mi di supporto supporto decisionale decisio onale e servizi servizi fruibili in outsourcing o sourcing e consulenza out consulenzza sia a livello livello strategico strategico che operativo. operativo. Il sistema di Credito sistema delle Banche Banche a Credito Cooperativo Cooperativo e delle Banche Banche Territoriali, Territoriali, che nella congiuntura congiuntura economica economica negativa negattiva ha confermato confermato il ruolo ru uolo di importante alle famiglie importante sostegno sostegno e famiglie e al tessuto tessuto imprenditoriale, imprenditoriale, avverte avverte oggi con con forza forza la necessità necessità di rispondere risp pondere al mutevole mutevole scenario scenario del credito credito dotandosi dotan ndosi di informazioni informazioni accurate acccurate e puntuali puntuali e di nuovi nuovi potenti potenti strumenti strume enti di valutazione valutazione e di gestione, gestione, che aggiungano aggiung gano e creino creino valore valore nell’intero ne ell’intero ciclo della relazione rela azione con con il cliente. cliente. Attenta Attenta a queste queste esigenze, esigenze, CRIF ha sviluppato svilu uppato soluzioni soluzioni innovative innovattive che spaziano spaziano dalla sempre sempre più ricca ricca gamma di d servizi servizi informativi informativi disponibili disp ponibili grazie grazie a EURISC EURISC 2.0 2.0 ai nuovi nuovi alert, alert, indicatori indicat a ori di sostenibilità sostenibilità finanziaria fin nanziaria e di benchmarking benchmarking basati basati su analisi analissi territoriali territoriali e storiche. storich he. Le Le soluzioni soluzioni CRIF forniscono fornis o cono un efficace efficace supporto supporto decisionale sin dalla pianificazione pianificazione delle azioni di marketing e sviluppo marketing t sviluppo commerciale, comme erciale,

ACQUISITION ACQUISITION PORTFOLIO PORTFOLIO MANAGEMENT MANAGEMENT

Soluzioni Soluzioni per pe er la gestione gestione profittevole profittevole dei mercati mercati retail retail e imprese. imprese.

DEBT COLLECTION DEBT C OLLECTION

PLANNING AND DEVELOPMENT DEVELOPMENT

all’acquisizione gestione all’acquisizione ione della clientela, clientela, alla a gestione del portafoglio fino al recupero portafoglio o recupero degli de egli eventuali eventuali crediti crediti insoluti. insoluti. Tra Tra queste, queste, Portfolio Portfolio Explorer Explorer 2.0, 2.0, la nuova nuova generazione ge enerazione di servizi servizi di gestione gestione del portafoglio portafoglio o basati basati su dati batch, batch, e Full Full Monitor, Monitorr, la funzionalità alità di Operational Operational Risk Advisor Advisor che consente consente di d monitorare monitorare contemporaneamente contempo oraneamente tutte tutte le anagrafiche ana agrafiche presenti presenti nei Report Report Impresa Impresa e Persona Persona di d CRIF. CRIF. Con Con investimenti investimen t ti significativi significativi in progetti progetti e attività attività dedicate, de edicate, CRIF è partner partner di d riferimento riferimento delle BCC BCC e delle Banche Banche Territoriali Territorriali e mette mette a costante costante disposizione disposizione il proprio proprio know-how know-how e competenze competenz e e specialistiche, specialistiche, con con l’obiettivo l’obiettivo di accompagnare accompagnare le risorse risorse di direzione direzione e di rete rete degli Istituti Istituti in un percorso percorso conoscitivo conoscitivo integrato, integrato, grazie grazie ad attività attività di formazione formazione (training, (training, seminari, seminari, ecc.) ecc.) e informazione in nformazione (workshop (workshop direzionali, direzionali, convegni) convegni) sulle sulle tematiche tematiche relative relative alla a gestione gestione profittevole profittevole del d rischio rischio di credito credito e al al marketing marketing finanziario. finanziario. Per Per fare fare è necessario n essario conoscere. nec conoscere. Per Per e conoscere conoscere è necessario necessario avere avere gli strumenti strumenti più più adatti adatti alle proprie proprie esigenze esig genze e un partner partner specializzato speccializzato che aiuti a sfruttarne sfruttarne al meglio le potenzialità. poten nzialità.

www.crif. www.criff.com com


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.