NUMERO 2 • ANNO 9 • OTTOBRE 2011
FEDERLUS
PERIODICO DELLA FEDERAZIONE DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO DEL LAZIO UMBRIA SARDEGNA
ASSEMBLEA SOCIALE 2011
1861-2011
CENTOCINQUANTA ANNI DALL’UNITÀ D’ITALIA
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EDITORIALE DEL PRESIDENTE UN MILIARDO DI RAGIONI
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APPUNTI DEL DIRETTORE TEMPO DI GUERRA. TEMPO DI CONCRETEZZA
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PRIMO PIANO ASSEMBLEA SOCIALE 2011. LA FORZA DELL’UNITÀ
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DAL MOVIMENTO
IL RUOLO DELLA COOPERAZIONE BANCARIA NELL’UNIFICAZIONE ITALIANA
PATTO PER LO SVILUPPO
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PER CRESCERE INSIEME
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DA 2500 ANNI NELLA STORIA
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BANCA AGRILEASING DIVENTA ICCREA BANCAIMPRESA
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PUNTO CONGIUNTURALE IL RILANCIO DELLE (PICCOLE) IMPRESE VINCENTI
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POLITICA ASSOCIATIVA LA VOCE DEI PRESIDENTI VERSO ROMA 2011
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POLITICHE DI SVILUPPO
DALLE BCC BCC DI SPELLO E BETTONA IN 1600 ALLA PRIMA FESTA DEL SOCIO DOPO DIECI ANNI
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BCC DEL VELINO OBIETTIVO FOTOVOLTAICO
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INSIEME PER CRESCERE
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BCC DI ROMA PIANO CASA
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FUSIONI IN CORSO
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LA FESTA DEL SOCIO
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UN MUTUO CASA TARGATO BCC IN “DON MATTEO 8”
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VIA COL VENTO NELL’AZZURRO
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BCC DEL TUSCOLO INSIEME ALLE PMI PER AFFRONTARE LE NUOVE SFIDE DEL MERCATO
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IL DIVULGATORE APPASSIONATO
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LA CHITARRA UNA “RICCHEZZA LIBERA...”
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BCC DI BELLEGRA LA CONVENZIONE CASSAINTEGRATI, UNA MISURA CONTRO LA CRISI
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TESORI DEL TERRITORIO NELL’OLIMPO DEI VINI
NON SOLO BCC
DALLA FEDERAZIONE PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE
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NUOVI ORIZZONTI L’ECONOMIA CRESCE SE ENTRA NELLA RETE
DEDICATO AD AMMINISTRATORI E SINDACI DELLE BCC
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RECENSIONI
LA FUNZIONE ANTICICLICA DELLE BCC
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ITALIA IN CIFRE 2011
Direttore Responsabile: Maurizio Aletti
Immagini: Archivio Edicom, Archivio Federlus, Fabrizio Burelli, Simone Pagano, Microimages Fotolia Redazione: Alessandro Ceccarelli, Brunella Venier
Hanno collaborato a questo numero: Fabrizio Burelli, Giovanni Battista Giulianelli, Stefano Rotondi, Nikolay Pouhlev, Sergio Troiani, Giorgio Caporale, Martina Bonaldo Editore: EDICOM srl, iscritta al R.O.C. n. 8961
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60 Stampa: Iger&Partners Finito di stampare: ottobre 2011 Tiratura: 2.500 copie
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EDITORIALE
Un miliardo di ragioni di Francesco Liberati
Iccrea Holding ha avviato l’operazione di aumento del capitale più importante della sua storia. Tale importanza si lega strettamente all’eccezionalità dello scenario operativo, attuale e prospettico, in cui si muovono le nostre Banche di Credito Cooperativo e, di conseguenza, l’intero Gruppo Bancario Iccrea. Si tratta di uno scenario di cui si è detto molto e, purtroppo, molto rimane ancora da dire per le tante incertezze ancora presenti. Una cosa è sicura: nulla sarà come prima. Stanno cambiando i paradigmi economici e finanziari di fondo nel mondo intero, nulla è più dato per scontato e nessuno può sentirsi al riparo da possibili contagi di crisi. Si stanno ridisegnando gli assetti dei poteri economici e politici su scala planetaria e, in questo enorme scacchiere, l’Italia è alla ricerca di un progetto ancor prima di un ruolo che conti sul piano internazionale. Un progetto che necessariamente dovrà passare per la messa in sicurezza definitiva della finanza pubblica, a partire da un drastico ridimensionamento del debito per riconquistare la fiducia dei mercati e dei partner europei. Il debito pubblico è un fardello ormai insostenibile che condiziona e compromette qualsiasi velleità di ripresa economica del sistema paese. La nostra Italia non merita il declino che si prospetta e che si concretizzerà in mancanza di interventi massicci e decisi di risanamento finanziario e rilancio dell’economia, valorizzando il ruolo propulsivo delle imprese nei diversi comparti d’attività. Tra le imprese del nostre paese, le BCC non intendono arretrare dal proprio ruolo al servizio dei cittadini, delle famiglie, delle piccole imprese. Un ruolo dimostrato nella prima parte della grande crisi nel 2008-2009 e che va confermato ora, malgrado le crescenti difficoltà operative. L’ho detto più volte e lo ripeto, sono tre i terreni di sfida: il controllo dei costi, il contenimento dei rischi e il rafforzamento patrimoniale. Ed è anche con questa consapevolezza che dobbiamo rispondere positivamente all’aumento di capitale di Iccrea Holding. Solo con un gruppo bancario più forte ed efficiente le BCC potranno conseguire nuove economie di scala, ampliare la gamma dei prodotti e dei servizi, disporre di un supporto a tutto campo sempre più essenziale nel confronto competitivo che va configurandosi. Basilea III sembra lontana, ma bisogna prepararsi sin d’ora a garantire l’adeguatezza patrimoniale del nostro Gruppo, non foss’altro per mantenere gli standard richiesti dalle agenzie di rating e continuare ad accrescere la visibilità e il riconoscimento sui mercati finanziari internazionali. Sappiamo bene quanto sia importante oggi il riconoscimento di un rating adeguato, soprattutto quando si va a fare provvista sui mercati. Il declassamento del Gruppo implicherebbe maggiori costi di approvvigionamento e un deterioramento dell’immagine e della fiducia nei confronti del nostro sistema. Per tutti questo motivi, l’obiettivo di Iccrea Holding è il superamento di quota un miliardo di euro, un livello di capitale indispensabile per far fronte alle risposte che le BCC attendono. È necessario quindi uno sforzo straordinario a una richiesta straordinaria, dando prova di responsabilità e solidarietà di gruppo. Valore questo che, da sempre, è nostro punto di forza.
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APPUNTI DEL DIRETTORE
Tempo di guerra. Tempo di concretezza Ma le guerre si possono anche vincere. Dipende esclusivamente da noi di Paolo Giuseppe Grignaschi
Oggi, martedì 4 ottobre, durante la pausa pranzo, leggo sul sito de Il Sole 24 Ore che Goldman Sachs pubblica il proprio scenario sulla crescita globale e sull’Area Euro, dipingendo un quadro peggiore rispetto alle precedenti analisi. In particolare, nel 2012 la variazione del PIL italiano dovrebbe essere di segno negativo di uno 0,4% (entreremmo, quindi, di nuovo in recessione), mentre la media della variazione del PIL dell’eurozona è prevista solo al + 0,1% (ovvero in stagnazione). Guardando più in basso, nell’apposito quadrante, vedo che la Borsa sta perdendo il 3,23% e che lo spread Bund-BTP è arrivato a 381,11 basis point, lasciando presagire ulteriori downgrade sul nostro debito sovrano da parte delle agenzie di rating. In questo contesto si prevede che la BCE, invertendo il percorso di crescita dei tassi di interesse, dovrebbe abbassare il proprio tasso di riferimento entro l’anno di mezzo punto, portandolo all’1%. Dexia, la grande banca franco-belga, sta perdendo in Borsa il 20% del suo valore ed è sull’orlo del fallimento, i Credit Default Swaps delle banche USA tornano ai livelli del crack Lehman Brothers (per le principali Banche vanno dai 400 ai 650 punti base) e la Fiat ha annunciato che uscirà da Confindustria. Non è una giornata particolare, è un’ordinaria giornata di questo tempo di guerra, quando tutto ciò che sino a ieri sembrava inverosimile, diventa cronaca quotidiana. Sono queste le brutte novità dell’oggi, quando alla fondata speranza di una seppur timida ripresa si sta sostituendo il timore che le condizioni congiunturali, per lo meno nei prossimi 12 mesi, debbano ulteriormente deteriorarsi. Non mi soffermo sull’analisi di ciò che sta accadendo nel nostro paese, problema da più parti sviscerato, né sull’impatto che le recenti manovre finanziarie varate dal Governo hanno sul sistema delle BCC, già da altri più autorevolmente e ampiamente illustrate; non voglio nemmeno spingermi in avventurose previsioni sul futuro dell’euro, che è ormai il principale oggetto di dibattito in tutte le assise politico-finanziarie mondiali. Sono persona concreta, interpreto lo svolgimento del mio ruolo nella maniera più concreta possibile e credo fermamente che questo sia anche il tempo della concretezza. È importante interrogarsi, fare analisi approfondite e scevre da qualsiasi riserva mentale, ma tutto deve essere finalizzato a rispondere alla domanda “che fare?”, evitando di incorrere nell’errore di chi, dopo essersi posto questa domanda, suggerisce, nella risposta, ciò che gli altri dovrebbero fare. Serve a poco e può essere addirittura deleterio, rappresentando, in realtà, un alibi. Questo dell’aspettare che sia qualcun altro a fare qualcosa è un atteggiamento che si riscontra anche ai massimi livelli decisionali, soprattutto in merito all’argomento principe,
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qual è l’euro, la sua difesa, il suo salvataggio. Sembra, ormai, quasi dato per scontato che il soccorso alla crisi dei debiti sovrani possa avvenire solo grazie all’intervento di nazioni più forti della nostra, che in passato sono state più virtuose rispetto alla nostra. Ci si riferisce, in particolare, alla Germania, dalle decisioni del cui Governo e del suo Cancelliere Angela Merkel, magari concertate con quello francese, si attende che arrivi la soluzione ai nostri problemi. Difficilmente potrà essere così; guardare agli altri è importante e imprescindibile in un mondo così fortemente globalizzato, ma deve essere fatto con l’intento di apprendere degli insegnamenti, di cogliere delle possibili opportunità e di individuare degli esempi da seguire, non di andare a cercare qualcuno che venga in tuo soccorso. Dobbiamo essere noi ad avere il coraggio di cambiare, di rimuovere tutte quelle incrostazioni che rendono, di fatto, impossibile prendere decisioni e, nel momento in cui queste vengano prese, comunque di attuarle, e dobbiamo credere nel nostro futuro come Sistema Paese. Solo così potremo uscirne vincitori. Ciò vale anche per il Credito Cooperativo. Le semestrali delle Associate alla nostra Federazione hanno fatto registrare, nel complesso, un buon risultato. Se ci si paragona al resto del Sistema, le nostre performance continuano ad essere tra le migliori, se non le migliori in assoluto: anno su anno, la raccolta ha tenuto (+2,2%), gli impieghi sono continuati a crescere (+9,5%) e il risultato economico ha fatto segnare, nel semestre, un miglioramento, in quanto la redditività lorda è aumentata del 31,4% e quella netta del 53,82% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio scorso. Le sofferenze continuano a crescere, ma il rapporto lordo sofferenze-impieghi è diminuito al 3,9%, il rapporto impieghi-raccolta, pur in costante aumento (abbiamo raggiunto il 75,65%), è ancora su livelli di tutta sicurezza e non ci sono particolari difficoltà sul fronte della liquidità. Il nostro Sistema Interregionale continua nel suo percorso di rafforzamento in senso sia orizzontale che verticale e le Associate, pur in rallentamento rispetto al passato, continuano a programmare aperture di nuove sportelli; inoltre, sono in questo momento in atto due importanti operazioni di consolidamento, portate avanti in toto all’interno e con il supporto della Federazione, che vedono protagoniste la BCC di Palestrina con la
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APPUNTI DEL DIRETTORE
BCC “S. Felicita M.” di Affile e la Banca di Mantignana C.C. Umbro con la Banca di Perugia C.C., mentre altre sono allo studio, rimanendo, comunque, la difesa dell’autonomia della singola Banca il nostro primo obiettivo. Sappiamo, però, che non potremo essere immuni da quanto succede intorno Il Credito Cooperativo a noi ed all’interno dei nostri territori. Il flusso di nuove sofferenze e, sopratè qualcosa tutto, la traduzione dell’aumentata rischiosità del credito in perdite che si riper cui vale la pena flettono sui bilanci potrà avvenire ancora con numeri significativi fino a tutto combattere. il prossimo anno. Difficilmente lo spread potrà allargarsi e l’instabilità dei Ce la dobbiamo fare. mercati finanziari grava, comunque, sullo stock dei titoli di stato che deteniamo Dipende nei nostri portafogli e, se quelli classificati in AFS non incidono direttamente esclusivamente sul conto economico, lo fanno comunque sul patrimonio contabile e sulla sida noi tuazione finanziaria, in un contesto di tensioni sul fronte della raccolta mai avvertite prima. Le previsioni per fine anno, quindi, non sono così rosee. In un siffatto scenario, è importante continuare a lavorare con coerenza e determinazione su obiettivi e progetti concreti, soprattutto sul fronte organizzativo, controllando in modo maniacale i costi e i rischi, perseguendo con determinazione e coerenza il rafforzamento patrimoniale a tutti i livelli e cercando, per quanto possibile, di fare sistema, perché questo è l’unico modo per difendersi da una congiuntura così sfavorevole. In tempi di guerra vanno messi da parte gli egoismi, i particolarismi, le antiche rivalità, lottando tutti insieme per un obiettivo comune. Pertanto, va salutata positivamente l’adesione di tutte le Banche all’aumento di capitale delle Federazione, quella al Progetto Antiriciclaggio, che consentirà, con l’esternalizzazione delle attività della Funzione alla Federazione, di ottemperare nel modo migliore alle nuove norme entrate in vigore il 1° settembre u.s., creando economie di scala e non gravando sull’organizzazione delle singole Associate. Importanti economie di scala sono attese anche da un ulteriore progetto avviato dalla Federazione sulla creazione di un centro acquisti telematico, che, sulla base dell’utilizzo da parte delle Associate di un catalogo prodotti standardizzato, dovrebbe consentire notevoli risparmi nei costi generali delle Banche. È positivo, inoltre, che le Banche della Federazione vogliano aderire all’aumento di capitale di Iccrea Holding, facendo, in tal modo, la propria parte ed anzi, per quelle che in passato sono rimaste un po’ alla finestra, anche qualcosa in più. La stessa Federazione parteciperà all’operazione con una quota superiore a quella spettante in opzione. Risposte concrete, fiducia (non incondizionata, ma costruttivamente critica) nel Sistema, volontà di supportare maggiormente quest’ultimo, portando anche al suo interno quell’efficacia e quell’efficienza che la nostra Federazione ha dimostrato nei fatti negli ultimi anni, imparando anche da chi ha fatto o sa fare meglio di noi. È con questo spirito che i Presidenti e i Direttori delle Associate si incontreranno, dal 13 al 16 ottobre p.v. a Parigi, con i Vertici del Credit Mutuel; l’evento dovrà essere l’occasione propizia per identificare possibili scenari evolutivi del nostro Sistema, atti a suggerire immediate azioni concrete all’interno delle nostra Federazione ed anche per elaborare proposte efficaci da presentare, poi, sul tavolo nazionale del Credito Cooperativo nell’ambito del prossimo Congresso Nazionale in programma a Roma dall’8 all’11 dicembre, con il coraggio di sapersi mettere tutti, se necessario, in discussione. Il Credito Cooperativo è qualcosa per cui vale la pena combattere. Ce la dobbiamo fare. Dipende esclusivamente da noi.
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PRIMO PIANO
L’assemblea Federlus si è tenuta quest’anno a Palestrina, sullo sfondo delle celebrazioni dei Centocinquant’anni dell’unificazione dell’Italia. Sede la splendida Sala delle Mostre del Museo Archeologico Nazionale Prenestino, un’emozione in più per un momento celebrativo e non solo
la forza dell’unione
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unità ASSEMBLEA
Dopo l’esecuzione del’inno nazionale, i lavori assembleari sono stati aperti con le parole di saluto di Mons. Domenico Sigalini, Vescovo della Diocesi di Palestrina, che ha ricordato come le banche cooperative siano nate dall’intento pastorale di fornire un Le BCC di Lazio, servizio fattivo alle comunità, in coerenza con Umbria, Sardegna i principi della dottrina sociale della Chiesa. hanno mostrato Adolfo De Angelis, Vicesindaco di Palestrina, capacità di sviluppo ha portato il saluto dell’Amministrazione cocoerente ed munale, ricordando come l’Assemblea Federlus equilibrato e hanno sia un evento importante che la Città è felice di continuato ospitare. Natale Coccia, Presidente BCC di Paa sostenere lestrina, ha sottolineato come la sede museale l’economia reale
che ospita l’assemblea, in linea con il tema dominante della riunione, “sorga sulle pendici di un monte che nel mese di maggio 1848 è stato lo scenario di quella che è passata alla storia come la battaglia di Palestrina. Garibaldi respinse su questi territori le truppe borboniche che erano salite in difesa del Papa Pio IX contro la Repubblica romana, che è stata il primo esempio di governo repubblicano in Italia. Un’Italia che per sanare differenze economiche, culturali, territoriali chiedeva di divenire unita. Ventidue anni dopo l’Unità d’Italia nacque la prima Cassa Rurale e Artigiana a Loreggia, probabilmente per gli stessi motivi: la tutela della persona e l’abbattimento delle differenze economiche e sociali”. Il Presidente Francesco Liberati ha esordito ricordando come il Movimento cooperativo, e il Credito Cooperativo, in particolare, abbiano contribuito al percorso di affrancamento e riscatto di tanta gente dopo l’avvenuta unità d’Italia, un percorso di cui non si deve perdere memoria perché frutto di un impegno collettivo tra i più appassionanti della nostra storia.
SOCIALE 2011 9
PRIMO PIANO
per le Banche di Credito Cooperativo “In questa direzione, noi operatori – con precipuo riferimento al tema donne e uomini – del Credito Coopedella governance. Altro punto cenrativo dobbiamo avere la consapevotrale è quello dello sviluppo da parte lezza non solo dell’importante passato dei vertici aziendali, e degli amministratori in particolare, del nostro Movimento, ma soprattutto del compito che è di un’adeguata capacità di autovalutazione sul complesso davanti a noi. Una vocazione, questa, che è insita nel nostro dei rischi aziendali. Altri fattori di fondamentale presidio modo di essere e operare e che attuiamo tutti i giorni. I risono il patrimonio e la liquidità. È necessario rafforzare conoscimenti di questo ruolo non sono mancati e anche ulteriormente gli assetti patrimoniali – ha spiegato Liberati – nel 2010, in un anno di indubbie difficoltà per l’intero sicon una politica mirata da una parte al controllo del rapporto stema bancario italiano, il Credito Cooperativo delle nostre cost-income e, dall’altra, a promuovere la crescita del caregioni ha dimostrato ancora una volta una buona tenuta”. pitale sociale. “È noto come per le nostre banche il rapporto Nel complesso, ha detto Liberati, le BCC di Lazio, Umbria, cost-income sia strutturalmente più elevato rispetto alle Sardegna hanno mostrato capacità di sviluppo coerente ed banche ordinarie. Tale peculiarità non può esimerci dal miequilibrato e hanno continuato a sostenere l’economia reale: gliorare tale fondamentale rapporto, soprattutto in questi “i prestiti sono cresciuti nel corso del 2010 del 9,7%, tasso anni di tensioni economiche. Pertanto, atteso di sviluppo superiore a quello complessivo che sul denominatore, ovvero la parte reddel Credito Cooperativo (+5,8%) e più che dituale, non si potranno attendere incrementi doppio rispetto a quello registrato per l’inL’obiettivo di fondo rilevanti dati gli andamenti di mercato, è sieme del sistema bancario (+4,3%), arrivando è quello di consentire fondamentale agire sul numeratore, ovvero a superare i 7,6 miliardi di euro. I dati di imalle banche associate sulla parte costi”. L’altra leva per rafforzare piego dimostrano come le BCC di Lazio, Umdi esternalizzare più il patrimonio deve venire dal capitale sociale, bria, Sardegna, nonostante le difficoltà opefunzioni possibili ed è necessaria una partecipazione azionaria rative, proseguano l’assetto di marcia: le nopresso la Federazione dei soci più consistente rispetto ai livelli mistre banche, infatti, hanno potuto spingere la e le società di servizi nimi attuali. In quanto alla liquidità, se le leva finanziaria grazie a indici patrimoniali locali e centrali banche FederLUS non ne hanno mai sofferto adeguati, a una situazione dei rischi che ricollegate, affinché la carenza, oggi la situazione è diversa e pomane sotto controllo e a una raccolta che ha le BCC possano trebbero innestarsi tensioni rilevanti su quedato segni di ulteriore anche se moderato inconcentrarsi sullo sto fronte che, quindi, va presidiato e gestito cremento”. La tenuta e l’ulteriore sviluppo sviluppo commerciale con strumenti adeguati. delle BCC associate, insomma, è motivo di e sulla cura delle Con riferimento ai profili organizzativi, ha ragionevole soddisfazione, segno della bontà relazioni di territorio sottolineato Liberati, “ci sentiamo di condidel lavoro svolto. videre pienamente l‘esortazione del GoverMa a fronte di ciò – ha detto Liberati –, si natore per promuoverne assetti sempre più amplia la responsabilità che comporta la geefficienti. L’ho detto e lo ripeto: l’obiettivo di fondo è quello stione dell’accresciuta quota di mercato. In questo senso è di consentire alle banche associate di esternalizzare più funnecessario porre attenzione a quanto detto dal Governatore zioni possibili presso la Federazione e le società di servizi della Banca d’Italia Mario Draghi, che nelle recenti Consilocali e centrali collegate, affinché le stesse BCC possano derazioni Finali della relazione annuale dell’Organo di Viconcentrarsi sullo sviluppo commerciale e sulla cura delle gilanza, dopo aver ricordato come le banche di piccola direlazioni di territorio. Organizzazione e controlli, in particomensione anche durante la crisi abbiano fornito sostegno lare, debbono essere sempre più rispondenti alla complessità all’economia, ha anche enfatizzato la necessità di revisione operativa e al presidio degli innumerevoli rischi”. Altro comdegli assetti di governo: “In linea con quanto evidenziato parto di impegno riguarda il risk management e i nuovi dal Governatore, come Federazione abbiamo concentrato ambiti da presidiare come nel caso delle due leggi 231, nel e concentreremo sempre più l’impegno per promuovere campo dell’antiriciclaggio e per prevenire la responsabilità assetti di governo adeguati, strutture organizzative efficienti amministrativa delle banche per tutta una serie di nuovi reati, e sistemi di controllo efficaci”. a partire da quelli contro la pubblica amministrazione. Il primo fronte è quello degli assetti di governo: in questo È necessario, ha aggiunto il Presidente, dare il nostro concampo – ha affermato il Presidente – si sta procedendo setributo per costruire con adeguate strategie il futuro che va condo le indicazioni definite dalla Banca d’Italia. Il corpo configurandosi per il mondo del Credito Cooperativo itanormativo mirato all’adeguamento degli assetti di goverliano. “Come Federazione, ci siamo sempre mossi e continance è in fase di recepimento da parte delle nostre banche, nueremo a farlo secondo tre direttrici. La prima è quella e a tale proposito, dopo quella del 2009, è avviata una della coerenza a livello di gruppo, orientando la nostra ponuova stagione di adeguamenti statutari e regolamentari
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litica associativa in sintonia alle scelte che vengono operate a livello di Movimento e interagendo all’interno dello stesso. La seconda è volta a supportare le BCC nel loro posizionamento di mercato e nella loro capacità competitiva, anche attraverso analisi e condivisione di dati comuni. La terza, nel guidarle nelle strategie evolutive fornendo, allo stesso tempo, tutti i possibili servizi esternalizzabili, con particolare attenzione alle funzioni di controllo”. Liberati ha concluso l’intervento richiamando fortemente tutte le BCC associate a stringersi intorno alla Federazione per rafforzare il sistema associativo e, attraverso di esso, ogni singola banca: “Dobbiamo avere massima consapevolezza della nostra vulnerabilità per evitare i pericoli di un lento e strisciante processo di deterioramento, dopo i successi degli ultimi anni. Pertanto, dobbiamo puntare ancora più decisamente a fare sistema, ognuno certamente nella propria autonomia, ma non potendo prescindere – attraverso la Federazione – uno dall’altro e ogni banca dalle proprie consorelle”. Il Direttore Generale Paolo Grignaschi ha concentrato l’attenzione sulla congiuntura economica nelle nostre tre regioni. Nel 2010 – ha detto – l’economia laziale aveva mostrato un recupero rispetto al 2009. Purtroppo nel 2011 l’andamento tende sostanzialmente alla stagnazione. Lo stesso vale per l’Umbria e per la Sardegna. Se in una prima fase della crisi economica, insomma, le nostre tre regioni si erano comportate meglio rispetto alla media nazionale, oggi sembra che ci si avvii verso un fenomeno inverso. Quanto all’andamento delle BCC, “è vero che c’è stata una contrazione di utile, anche se minore rispetto al sistema nazionale, ma vi è da rilevare che il ROE (anche se forse per noi non è indicatore fondamentale) dell’insieme delle BCC FederLUS (che è stato pari al 3,73%) è il migliore a livello di sistema del Credito Cooperativo. La media del ROE del sistema del Credito Cooperativo è stato dell’1,88%, e in tre regioni i ROE sono addirittura negativi”. Il dato è quindi confortante ma bisogna comunque tenere alta la guardia. Per quanto riguarda le quote di mercato, i dati dimostrano che c’è un incremento sia nei depositi sia negli impieghi nelle nostre tre regioni. Sul fronte del Bilancio Sociale e di Missione i dati sono positivi: basti osservare che nei nostri territori nel 2010 il totale del valore aggiunto prodotto calcolato secondo le
metodologie elaborate da Federcasse ammonta a ben 403 milioni, una cifra senza dubbio di tutto rispetto. Sull’andamento della gestione della Federazione Grignaschi ha notato che il conto economico 2010 presenta la restituzione di contributi alle banche socie per ben 400.000 euro, pari al 15,61% del totale dei contributi stanziati: da cinque anni i contributi netti sono in costante diminuzione e ormai la maggior parte delle attività della Federazione è sostenuta direttamente dalle banche remunerando i servizi offerti e non attraverso i contributi. Grignaschi ha poi illustrato il lavoro svolto dal personale della Federazione nel corso dell’anno, sottolineando come le iniziative di comunicazione e marketing siano sempre al centro delle attività della nostra Federazione: “noi investiamo molto su questo, così come investiamo nell’innovazione delle attività. Abbiamo creato un nuovo sito internet, è stata avviata la nuova intranet, abbiamo anche rinnovato la rivista e abbiamo tenuto il convegno annuale di dicembre che ha riscosso un notevole successo”. Il conto economico Il Direttore ha sottolineato la 2010 presenta centralità, per le BCC, dei la restituzione progetti per lo sviluppo e di contributi alle l’adeguamento organizzativo banche socie per in relazione alle esigenze di ben 400.000 euro, adattamento ai profili normapari al 15,61% tivi. Ciò ha richiesto l’elabodel totale dei razione, all’interno della Fecontributi stanziati: derazione, di schemi docuda cinque anni mentali per la regolamentai contributi netti zione interna che quest’anno sono in costante si è incentrata sul progetto dei diminuzione controlli interni. Inoltre è stato ulteriormente sviluppato il processo incassi e pagamenti, che è stato fortemente impattato dalla nuove direttive, in particolare dalla PSD (Payment Service Directive). Importanti sono anche le attività che si svolgono per rafforzare la capacità di presidio commerciale, e ciò al fine di sostenere lo sviluppo verticale che viene richiesto alle BCC. Particolare attenzione è stata spesa per la Formazione e sviluppo delle risorse umane, con un’offerta formativa che si arricchisce di anno in anno: sono stati organizzati percorsi sia di specializzazione sia di formazione su temi chiave e sono stati allestiti dei veri e propri master, il primo dei quali sull’organizzazione, con il contributo anche di Sef Consulting. Il Direttore ha infine ricordato l’importanza dell’assistenza tecnica, dell’internal audit e della funzione compliance, e ha sottolineato il buon lavoro in materia di attività di vigilanza cooperativa che viene svolta su delega del Ministero attraverso Federcasse, un’attività che ormai sta per entrare nel terzo biennio.
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PRIMO PIANO
Il Presidente Iccrea Holding Giulio Magagni ha rilevato come il contesto economico sia piuttosto preoccupante, con il Credito Cooperativo che inizia a risentirne direttamente: “I numeri ci stanno facendo soffrire e noi soffriamo con i nostri territori”. Bisogna reagire prendendo come riferimento l’indicatore cost-income: sull’income si fa fatica a intervenire e dunque si deve iniziare a intervenire sui costi. Magagni ha sottolineato come vi siano nel sistema troppi soggetti (415 banche di credito cooperativo, 15 federazioni, 4 sistemi informatici, un gruppo bancario): è necessario iniziare a concentrare, nell’ambito delle federazioni, tutto quello che è possibile. È anche importante – ha aggiunto il Presidente Iccrea Holding – che il Movimento inizi a parlare la stessa lingua: “abbiamo quattro sistemi informatici diversi che ci creano enormi difficoltà a realizzare economie ed efficienze che sono alla base della gestione di un sistema che ci sta dando strumenti fondamentali come il Fondo di Garanzia Istituzionale”. È poi necessario capitalizzare ulteriormente il gruppo: “Oggi abbiamo 720 milioni di capitale e non è più Magagni: bisogna ammissibile che un gruppo reagire prendendo come il nostro abbia un cacome riferimento pitale di questo tipo”, perché l’indicatore costsolo attraverso il sostegno di income: sull’income patrimonio si può dare sostesi fa fatica a gno alle banche. Pertanto intervenire e dunque verrà presentato alla Federasi deve iniziare a zione il progetto riguardante intervenire sui costi la richiesta di capitale, “perché vogliamo riuscire a concretizzarlo entro l’anno”. Il gruppo bancario – ha concluso Magagni – ha comunque iniziato in questi anni un percorso di efficentamento, ed è necessario evidenziare che da tempo i bilanci vengono chiusi in utile, quindi con una forte capacità di affrontare positivamente i problemi. Il Direttore di Iside Claudio Brazzolotto ha ricordato che quest’anno si celebra il decennio della fondazione di Iside, dieci anni molto importanti e di successo anche grazie al contributo della Federazione: adesso “si apre una nuova era, e la struttura raccoglie quello che ha seminato negli
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anni precedenti”. Il lavoro svolto ha prodotto nuove possibilità e nuovi strumenti messi a disposizione del Movimento. Certo, ha detto Brazolotto, “tutto questo ha un prezzo: oggi le banche sono oberate da mille impegni e fanno fatica a distogliere risorse dalla normale operatività per investire su questi nuovi strumenti. Attesa questa situazione, abbiamo coinvolto le federazioni – compresa la vostra – facendole sedere intorno a un tavolo per capire cosa avremmo potuto fare per aiutare le banche. La nostra idea è stata recepita”. Peraltro – ha concluso il Direttore – c’è in serbo una sorpresa importante, che dovrebbe andare in vigore alla fine del 2011 e che cambierà radicalmente il sistema informatico: “questa è la nuova fase che si apre. Il vento è cambiato e riteniamo di non essere secondi a nessuno sul mercato. Siamo tutti molto ottimisti sul futuro di Iside”. Il Vicepresidente Vicario Federlus Maurizio Capogrossi ha rilevato come siano maturi i tempi per una nuova stagione del Credito Cooperativo, avviandosi a conclusione la stagione aperta nel 1993 con la nascita del Testo Unico Bancario. In questi anni sono cresciuti i soci, sono aumentati gli sportelli, sono nate nuove banche: “Per quello che riguarda la nostra Federazione, basti pensare che il 25% delle nostre Banche di Credito Cooperativo sono state fondate dopo il 1993”. Oggi, ha detto Capogrossi, abbiamo di fronte un nuovo panorama: provvedimenti sempre più stringenti che pesano in modo inversamente proporzionale alle dimensioni delle banche e nuove regole sul capitale. Tutto ciò apre un contesto in cui ci sono alcune banche che, a prescindere dal loro operato, sono too big to fail, troppo grandi per fallire. Si rischia però di avere come contraltare banche too small to survive, troppo piccole per sopravvivere, anche se sane: “forse dovremmo accettare un ripensamento sulla dimensione di alcune nostre banche, divenute
biamo messo fieno in cascina, ma evidentemente non sappiamo fino a quando riusciremo a reggere in questa situazione perché si affacciano anche per noi problemi di capitalizzazione”. Ci troviamo pertanto di fronte a problemi che ci sono sempre stati – ha Il Presidente di Federcasse Alessandro Azzi si è detto certo continuato Azzi – ma che oggi richiedono risposte in termini che il Credito Cooperativo ha dato risposte adeguate alle ridiversi per quanto riguarda i costi e per quanto riguarda chieste delle comunità e dei territori. E le assemblee delle l’insostenibilità della frammentazione del Credito CoopeBCC, in particolare quelle svoltesi a maggio, lo hanno conrativo: “Gestire le nostre masse con quattrocento soggetti, fermato: “abbiamo portato conti economici che sono stati quante sono le BCC, inevitabilmente comporta dispersioni la metà, in termini di utili, rispetto a quelli dell’anno prima, enormi in termini di costi, ma noi non vogliamo diventare che a loro volta erano stati inferiori a quelli dell’anno preuna banca sola, vogliamo fare una rete, un sistema di banche cedente. Ma i nostri soci hanno detto che questo è ciò che si locali. È allora necessario mantenere le nostre autonomie attendono da noi, che c’è saggezza nell’impegno dei consigli ma allo stesso tempo di efficientare sempre più in un perdi amministrazione e delle corso di esternalizzazione che abbatta i costi del mantenidirezioni delle BCC a mento della pluralità dei soggetti”. continuare ad erogare creAzzi ha poi richiamato l’attenzione su tre temi che debbono dito in questo momento di essere affrontati nel prossimo futuro. Lo statuto tipo delle crisi. Se nel 2009 e nel BCC è stato una grande conquista del nostro Movimento, 2010 le Banche di Credito ha detto, ma da rimodernare. “Abbiamo quindi proposto, di Cooperativo hanno increconcerto con Banca d’Italia, quella modifica a ventidue dei mentato gli impieghi del cinquanta e rotti articoli dello statuto tipo, all’insegna della 6-7% all’anno, il dato meprudenza, della trasparenza, della chiarezza dei ruoli, delle dio di sistema è stato inincompatibilità. Dobbiamo dare una risposta: due terzi delle torno al 2%”. BCC in sede di assemblee ordinarie hanno fatto la straordiDi questo bisogna essere naria e lo hanno applicato; anche il restante terzo dovrà orgogliosi, e ricordare che farlo entro la fine dell’anno”. Ha poi ricordato come per si sono comunque increfare sistema occorrano gli strumenti di sistema: mentati i “il Fondo di Garanzia dei Depositanti è uno strunumeri: oggi, ha detto Azzi, possiamo vanmento efficacissimo, ma per tempi ordinari; tare 1 milione e 600 mila soci, 6 milioni di Azzi: oggi possiamo siamo in tempi straordinari, occorre avere capaclienti, 150 miliardi di raccolta diretta, 145 vantare 1 milione cità di monitoraggio tempestivo ed intervento miliardi di impieghi, il 13% degli sportelli e 600 mila soci, sulle banche di Credito Cooperativo che non ribancari in Italia. In questo anno, poi, tre6 milioni di clienti, spondono a logiche di sana e prudente gestione”. centomila italiani si sono riuniti nelle as150 miliardi di Il terzo tema toccato da Azzi ha riguardato l’ausemblee delle banche di Credito Cooperativo raccolta diretta, 145 mento di capitale della Holding: “Non potremo manifestando concretamente cos’è la demomiliardi di impieghi, continuare a stare sul mercato e ad aspettare ricrazia economica, la partecipazione, il coinil 13% degli sportelli sposte che la singola BCC non può dare alle volgimento. Ma non bisogna farsi prendere sfide della concorrenza senza avere dietro una dalla vertigine del successo – ha ammonito bancari in Italia fabbrica che ci dia prodotti e servizi adeguati”. il Presidente di Federcasse – perché queste Il Presidente Azzi ha concluso dando appuntaassemblee, soprattutto quelle delle Federamento al prossimo congresso nazionale di dicembre alla zioni, sono state l’occasione anche di fare la rassegna dei Fiera di Roma e richiamando le parole che il Governatore problemi. In primis c’è l’innovazione normativa, “una mole Draghi ha pronunciato il 31 maggio, con le quali ha afferincessante di normative, di leggi, di regolamenti che ha mato che la ripresa dell’Italia non potrà che essere morale una ricaduta particolarmente problematica su chi ha l’ore politica prima che economica: “Sono davvero convinto goglio di fare una banca in termini di piccola dimensione”. che la crescita non è soltanto un valore economico – ha Ci sono poi problemi di redditività, di deterioramento della detto – e che non dipenderà soltanto dalla nostra capacità qualità del credito; il margine di interesse che non cresce di gestire al meglio fattori e contesti produttivi, la crescita comporta che l’utile complessivo del sistema del Credito scaturirà dalla qualità delle nostre banche e dalla fiducia Cooperativo, che nel 2007 viaggiava tra il miliardo e mezzo che riusciremo a generare all’interno e all’esterno della e i due miliardi di euro, si è ridotto a circa trecento milioni: nostra realtà dalla condivisione di valori e di speranze”. “Per fortuna, come buone formichine, in anni lontani abtroppo piccole per stare da sole. Questa – ha concluso Capogrossi – sarà probabilmente la stagione che ci attende”.
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PRIMO PIANO
la forza dell’unione
unità
Sintesi dell’intervento del prof. Giulio Sapelli, ordinario di Storia economica presso l’Università Statale di Milano
Il ruolo della cooperazione bancaria nell’unificazione italiana Il tipo di unificazione che ha avuto l’Italia è stato affatto diverso dagli altri. L’Italia ha avuto una precoce unificazione culturale, fatta però solo dall’Italia dei dotti. Dante scrive in volgare ma nel De monarchia invoca un imperatore tedesco essendo convinto che da soli gli italiani non si sarebbero mai unificati, Petrarca dà stile eccezionale alla nostra lingua ma lo fa alla corte di Francia, Machiavelli scrive quell’opera straordinaria che è Il Principe e descrive, in un libro pieno di malinconia e di angoscia, l’impossibilità che un imperatore si formi nel seno dell’Italia. Inoltre, l’Italia è un paese che si unifica tardivamente soprattutto per effetto della congiuntura diplomatica internazionale. Di contro, nel mondo alcuni Stati hanno vissuto una precocissima unificazione e in particolare le grandi monarchie assolute. L’unità nella Spagna non è sorta senza conflitti: la reconquista sta a indicare proprio che la nobiltà castigliana (quella che ancora oggi polemizza con gli autonomisti baschi e catalani) ha dovuto riconquistare
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la Spagna invasa dai Mori; si è dunque trattato di una riconquista con le armi, con la fede, però precoce. Passando alla storia della Francia, la sua unificazione risale a Carlo Magno, a Carlo Martello, al Sacro Romano Impero. Altro impero a precoce unificazione, sia pur controversa e caratterizzata da scismi religiosi, è stato quello inglese. Vi è poi la nascita di nazioni piccolissime in conseguenza al crollo dei tre grandi imperi zarista, ottomano e austroungarico. Si tratta di piccoli Stati caratterizzati da gruppi intellettuali molto forti e che ancora oggi creano enormi problemi, ad esempio, nell’Europa centrale; piccoli Stati che litigano continuamente tra loro perché non hanno avuto, al contrario dell’Italia, una grande tradizione culturale. Come viene allora unificata l’Italia? Viene unificata in modo asincrono: innanzi tutto grazie al ruolo della monarchia francese che ha bisogno del Piemonte per arginare l’impero austroungarico e che quindi consente agli italiani di prendersi il Lombardo-Veneto; in secondo luogo per l’intervento del regno di Inghilterra. L’idea degli inglesi, che non volevano che la Francia dominasse il Mediterraneo, era di creare un nuovo Stato: l’Italia unita. In sintesi, siamo il frutto di due grandi cose: da un lato un gioco della diplomazia internazionale, dall’altro lato la presenza dell’unica autorità morale nel nostro paese (la Chiesa Cattolica). In questa difficile situazione per cui l’Italia si unifica tardi e soprattutto soltanto per effetto di una contingenza diplomatica, capita qualcosa di straordinario. Quella stessa potenza morale che non era più una potenza temporale, cioè la Chiesa Cattolica, con la
fascismo, che ha annichilito ogni forma di libero associazionismo, non tocca le banche di Credito Cooperativo. Certo, le fascistizza, le burocratizza creando un ente per cui i soci non possono più eleggere il loro presidente, però capisce che anche per una dittatura è un elemento di unificazione straordinaria del paese. Dopo la fine della Resistenza la cooperazione vede uno sviluppo strepitoso e, ciò che interessa maggiormente, si sviluppa con due movimenti alternativi. Da una parte, si sviluppa quando c’è la crescita: ad esempio, dopo la crisi coreana del 1951, la cooperazione di credito ha avuto uno sviluppo eccezionale in Italia; lo stesso è accaduto quando iniziammo a uscire dalla recessione del 1964; in questi ultimi anni, poi, ha fatto un salto enorme. Dall’altra parte però – e questa è la cosa interessante e nuova – la cooperazione di credito si sviluppa anche nei momenti di crisi, rispondendo ai bisogni che la clientela delle banche capitalistiche non vede più Rerum Novarum mette in moto un prosoddisfatti. E ciò che è accaduto in questo cesso di cittadinanza sociale. Pensare di ultimo decennio è sintomatico. creare un’organizzazione sindacale saQuesta unificazione ha prodotto tre cose. rebbe stato un percorso troppo difficile Prima cosa: spesso l’unità di una nazione perché ci si sarebbe dovuti opporre al è fondata dall’intreccio tra gli interessi e socialismo. C’è invece qualcosa di più la condivisione di valori comuni. In Italia facile, che è proprio frutto della dottrina sociale della questo è stato sempre molto raro: ebbene, in relazione Chiesa: l’associazionismo. L’idea è straordinariamente alla cooperazione, notiamo che molte di queste virtù, moderna. La cooperazione di credito discende da due invece, esistono. Seconda cosa: le banche di credito coograndi filoni che oggi, anche per l’intelliperativo sono state un formidabile elemento gente azione del Presidente Azzi, si stanno di resistenza economica nei momenti di crisi non dico unificando ma certamente parche, in un paese così precariamente unito La Rerum Novarum lando: quello delle banche popolari e come il nostro, avrebbero potuto provocare mette in moto un quello delle banche di Credito Cooperascissioni e separazioni molto forti. Terza processo di tivo. Il filone delle banche popolari è cosa: la banca cooperativa – come la coocittadinanza sociale. l’espressione di una corrente liberale e soperazione in generale – è una delle ultime Pensare di creare ciale (Luzzati, modello Raiffeisen) rivolta speranze che i giovani hanno in un moun’organizzazione più che altro a una classe media, anche mento cruciale come questo. La crisi non è sindacale sarebbe medio-alta. Il filone delle banche di Cresolo economica, è anche evidentemente mostato un percorso dito Cooperativo, invece, nasce dal seno rale, è una crisi di aspettative e i giovani attroppo difficile perché del cristianesimo sociale tedesco e autendono. Attendono non solo dei maestri ci si sarebbe dovuti striaco (Wollemborg) e ha al centro soma anche una via maestra per capire che opporre al socialismo. prattutto il credito alle piccole e medie iml’economia si può fare, come dice l’enciC’è invece qualcosa prese, agli artigiani: è cioè una cooperaclica “Caritas in veritate”, in molti modi, di più facile, che è zione popolare, quella che don Luigi suonando strumenti diversi: c’è l’impresa frutto della dottrina Sturzo denominava “le mezze maniche”. privata, c’è l’impresa pubblica, c’è il no sociale della Chiesa: Questa straordinaria forza in Italia ha avuto profit e c’è l’impresa cooperativa. Per quel’associazionismo. un ruolo aggregativo portentoso, molto più sto la responsabilità cresce perché è la reL’idea è forte di quello che poteva esservi in Gersponsabilità che abbiamo verso i ragazzi e straordinariamente mania o in Francia o in Spagna, già unifile ragazze ai quali dobbiamo dare una rimoderna cate in modo consolidato. Una prova? Il sposta.
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PRIMO PIANO
Da 2500 anni nella storia L’antica “Praeneste” e il Tempio della Fortuna Primigenia Palestrina è collocata su uno sperone del Monte Ginestro e sorge sull’antica Praeneste, città latina celebre in antichità per il Santuario della Fortuna Primigenia, che gli studi più recenti datano agli ultimi decenni del II secolo a.C. La sua posizione, che le consentiva il controllo di numerose vie (come la Labicana e la Latina), ne accrebbe l’importanza e la ricchezza, come attestato dai notevoli corredi orientalizzanti della sua necropoli, datati al VII secolo avanti Cristo. La sua fondazione è narrata da parecchie leggende: il geografo di età imperiale Strabone attesta come fondatore Telegono, figlio di Ulisse e di Circe, oppure l’eroe eponimo Prainestos, figlio del re Latino e nipote di Ulisse. Virgilio, invece, lega la città alla figura di Ceculo, creduto figlio del dio Vulcano e ritrovato in fasce presso alcuni fuochi che gli avrebbero occultato la vista. Nel 499 a.C. si alleò con Roma, ma pochi anni dopo le si ribellò. Dopo
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una strenua resistenza, la città venne definitivamente conquistata da Roma nel 338 a.C. La sua posizione strategica, dominante la Valle del Sacco, passaggio obbligato nei collegamenti tra il Lazio e l’Italia meridionale, ne favorì la fioritura, attestata dalla costruzione di un foro e, soprattutto, del santuario oracolare dedicato alla Fortuna Primigenia, tra i capolavori dell’architettura romana di epoca repubblicana. Nel 90 a.C. gli abitanti di Praeneste ottennero la cittadinanza romana. Ma nell’82, avendo parteggiato durante la guerra civile per Mario, la città fu punita atrocemente da Lucio Cornelio Silla, che in quell’occasione sterminò tutti i cittadini maschi e installò una colonia militare. A partire dal Medioevo fu sede suburbicaria, con patrono Sant’Agapito Martire. Tra i suoi vescovi si contano ben cinque cardinali divenuti in seguito papi. Possedimento storico dei Colonna, fu coinvolta da questi nelle lotte contro il papato, subendo disastrose conseguenze. Nel 1525 diede i natali a Giovanni Pierluigi da Palestrina, tra i maggiori compositori
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PRIMO PIANO
italiani del Rinascimento. Durante la Seconda guerra mondiale il centro storico venne distrutto da un drammatico bombardamento. Ciò permise, però, di rimettere in luce l’antico santuario della Roma repubblicana. Oggi Palestrina fa parte della provincia di Roma, ma è comunemente considerato uno dei centri più importanti della Ciociaria storica. Il nucleo originario del Museo Archeologico è costituito dalle raccolte della famiglia Barberini. I reperti, rinvenuti negli scavi ottocenteschi delle loro tenute prenestine, vennero esposti in alcune sale del palazzo di famiglia a Palestrina, costruito attorno al 1500 sopra la parte alta del santuario della Fortuna Primigenia. Successive integrazioni con pezzi provenienti dal Museo Etrusco di Villa Giulia e dai restauri del santuario dopo i bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale, diedero vita al museo statale nel 1956. Recentemente, dopo il ritrovamento di numerosissimo materiale presso il santuario di Ercole e dopo la donazione della collezione Pietro Giuseppe Tomassi, il museo è stato ulteriormente riordinato con criteri cronologici e topografici, in sedici sale disposte su tre piani, e inaugurato nel 1998. Il primo piano è ricco di otto sale, che ospitano la statuaria romana proveniente dai luoghi di culto prenestini, inquadrata nel periodo II sec. a.C. - III sec. d.C. Nella prima sala vi sono alcune sculture dedicate al culto della dea Fortuna; fra le altre una statua colossale in marmo bigio, raffigurante probabilmente Iside, ma precedentemente attribuita alla dea Fortuna Primigenia e considerata un originale tardo-ellenistico. Nella sala successiva altra statuaria ellenistica testimonia il contatto culturale ed economico fra i mercanti prenestini e la Grecia nel II e I sec. a.C., e il conseguente richiamo di artisti ellenici a Preneste. Da segnalare, fra le altre, una statuetta femminile acefala (originale ellenistica) in marmo greco, vestita di chitone e himation. La terza sala ospita esempi di ritrattistica ispirata ai modelli ellenistici del realismo. Notevole la statua loricata del I sec. d.C. Nella quarta sala è sistemata
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l’importantissima “Triade capitolina”, scultura raffigurante Giove, Giunone e Minerva, rinvenuta durante un recente scavo abusivo presso Guidonia e recuperata in seguito dalle forze dell’ordine. La scultura è l’unico esemplare in eccellenti condizioni, con tutte le tre statue intatte. Seguono due sale dedicate alla statuaria in età imperiale: la prima sala contiene sculture del periodo augusteo (il cosiddetto “Rilievo Grimani”, raffigurante una cinghialessa che allatta i suoi piccoli, facente parte della decorazione di una fontana), mentre la seconda contiene reperti più recenti (II sec. d.C.), come, per esempio il rilievo raffigurante il trionfo partico di Traiano, ed altri ritratti femminili dalle complesse acconciature. La sala VII è dedicata alle epigrafi, rinvenute in grande quantità a Preneste, tutte risalenti a un periodo compreso tra II sec. a.C. e II sec. d.C. L’ultima sala del primo piano mostra reperti di monumenti dedicati ad altri culti religiosi (Ercole, Giove Ottimo Massimo, Atena). Non mancano i culti esotici del II-III sec. d.C., con sculture raffiguranti Mitra tauroctono e Serapide. Al secondo piano la visita prosegue con materiali provenienti dalle necropoli prenestine, in particolare quella di Colombella, la più grande. Nella prima sala vengono mostrati i corredi più antichi del periodo orientalizzante (VII sec. a.C.), pertinenti a tombe scavate nel XIX sec., mentre cippi e segnacoli dell’epoca romana, provenienti da Colombella, sono esposti nella sala seguente. Nella sala XI si prosegue con corredi funerari del V sec., caratterizzati da ciste bronzee, contenitori nuziali di oggetti da toeletta, di forma cilindrica, decorati con scene mitologiche o di vita quotidiana. La sala XII Il nucleo originario ospita mostre temporanee e contiene tre model Museo saici pavimentali di età repubblicana e impeArcheologico riale. Nelle due sale seguenti vengono esposti di Palestrina reperti provenienti dall’importante santuario è costituito dalle di Ercole, rinvenuto nella parte bassa della raccolte della città, probabilmente connesso con la transufamiglia Barberini. manza delle greggi verso l’Abruzzo. TerreI reperti furono cotte architettoniche e altro materiale fittile rinvenuti durante permettono di stabilire una frequentazione del gli scavi tempio a partire dal VI sec fino al II sec. a.C. ottocenteschi Al terzo piano un’unica sala ospita il grande nelle loro tenute ed importantissimo mosaico nilotico dell’80 prenestine a.C., proveniente dal pavimento dell’abside che si apriva sul fondo dell’aula prospiciente il Foro prenestino. Si tratta del più grande mosaico ellenistico esistente, insieme a quello di Alessandro il Grande nel museo di Napoli. L’opera mostra, con molti dettagli di carattere naturalistico, l’idea esotica che i romani avevano dell’Egitto ellenistico. È anche, dunque, un interessantissimo documento culturale dell’epoca.
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PUNTO CONGIUNTURALE
Il rilancio
delle (piccole) imprese
vincenti
È necessario valorizzare la vocazione industriale dell’Italia, che resta uno dei paesi avanzati a maggiore densità manifatturiera. Obiettivo, uscire della crisi “Restiamo un paese industriale? La nostra forza sono le aziende? Il credito deve servire alla crescita industriale?”. Queste le parole e gli interrogativi con cui il Prof. Giacomo Vaciago chiudeva il suo intervento al convegno della nostra Federazione nel dicembre dello scorso anno, evidenziando la forte vocazione industriale dell’Italia ed esortando, tra le righe, a seguire quella strada per uscire dalla crisi, tornando a creare ricchezza e benessere. Il rapporto tra industria e benessere, anche in confronto ad altre regioni europee, è stato l’oggetto di uno studio contenuto negli “Scenari industriali” di Confindustria pubblicato a giugno 2011. Proprio ciò che contraddistingue l’Italia è la forza del legame – presente anche negli altri Paesi europei – tra grado di industrializzazione e livello del benessere raggiunto; cioè, la maggiore o minore presenza del manifatturiero è decisiva nel determinare la ricchezza dei suoi abitanti. Questo legame – sottolineano gli economisti del centro studi Confindustria – è l’altra faccia del dualismo economico e civile tra nord e sud del Paese: il mezzogiorno è rimasto
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arretrato anche perché non si sono create le condizioni per la sua industrializzazione. A livello nazionale due importanti caratteristiche distinguono l’Italia dagli altri paesi europei. In primo luogo, nonostante l’affermarsi di nuovi paesi produttori abbia profondamente cambiato la geografia dell’industria globale, l’Italia resta uno dei paesi avanzati a maggiore vocazione manifatturiera. Nel 2007, ultimo anno prima della recessione, produceva più del 13% del valore aggiunto UE dell’industria in senso stretto, che comprende oltre alla manifattura le attività estrattive e la produzione (e distribuzione) di elettricità, gas e acqua. Se si considera il dato pro-capite, fra i grandi paesi del Vecchio Continente è tuttora seconda solo alla Germania, anche se a livello mondiale la crisi l’ha retrocessa nel 2010 dietro Giappone e Corea del Sud; comunque, resta ai vertici mondiali. In secondo luogo, in Italia coesistono due macro-regioni notevolmente diverse e distanti. Cioè esiste un vero e proprio dualismo economico. Che è cosa diversa dalla distanza di redSe il rilancio del dito tra le regioni più ricche e quelle più manifatturiero si povere (che è ampia anche in altre nazioni mostra l’unica via di europee) e dal livello aggregato di disuuscita per imboccare guaglianza nella distribuzione del reddito. la tanto auspicata Il dualismo è ben rappresentato dai sestrada della crescita, guenti dati: l’Italia è l’unico paese euroquale tipo di peo che abbia contemporaneamente un transizione verso il reddito pro-capite simile a quello della post-crisi si sta media continentale, una quota rilevante osservando nei della sua popolazione (il 29%) che vive modelli di business in province con un reddito pro-capite indelle nostre imprese feriore al 75% della media UE e una quota di successo? altrettanto rilevante (il 26%) che risiede in province con livelli di PIL pro-capite superiori al 125% della media. In Spagna, dove il PIL pro-capite è solo leggermente inferiore a quello italiano, la popolazione che vive in province a basso reddito (inferiore al 75% di quello UE) è meno del 6%. In Francia, che invece ha un reddito pro-capite maggiore, solo l’8,5% della popolazione vive in dipartimenti (l’equivalente delle province italiane) con reddito alto (PIL per abitante maggiore del 125% della media UE). La quota di cittadini che vivono in regioni ricche è invece simile a quella italiana (rispettivamente 25% e 27%) nel Regno Unito e in Germania (dove il reddito pro-capite è però notevolmente più alto). La vocazione industriale dei territori italiani, rispetto a quelli europei, è misurabile con il valore aggiunto dell’industria per abitante. I conti eco-
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PUNTO CONGIUNTURALE
nomici europei su base provinciale (ESA95 Eurostat) dove l’industria ha aumentato rivelano il dominio tedesco: Wolfsburg e Ingolstadt, sedi il suo peso relativo il PIL è rispettivamente della Volkswagen e dell’Audi, sono le cresciuto di più. Una spiegaprime due province industriali nella UE e si trovano enzione di ciò è che nel manitrambe in Germania. A livello più aggregato, la prima fatturiero, attraverso l’innoregione è invece Groninga nei Paesi Bassi, grazie sovazione introdotta nei prodotti e nei processi, si genera prattutto all’estrazione di gas naturale per cui è nota, sel’aumento di produttività anche per gli altri settori (l’inguita da Stoccarda e Tubinga. È tedesca formatizzazione dei servizi non si sarebbe anche la macro-regione con la maggiore mai prodotta senza il manufatto computer!). Nonostante le vocazione industriale, il Baden-WürttemTanto più che nel manifatturiero si effetprovince italiane non berg, sede di grandi imprese manifatturiere tuano ricerca e sviluppo che stanno alla siano ai primissimi come Daimler, Porsche, Bosch. Nonostante base dell’innovazione. posti europei, le province italiane non siano ai primissimi Ma se il rilancio del manifatturiero si mola vocazione posti europei, la vocazione industriale del stra in questo senso l’unica via di uscita industriale del Paese Paese è confermata dal fatto che la loro poper imboccare la tanto auspicata strada è confermata dal fatto sizione è migliore nella classifica pro-capite della crescita, quale tipo di transizione che la loro posizione del valore aggiunto dell’industria che in verso il post-crisi si sta osservando nei moè migliore nella quella del reddito: Milano, la provincia itadelli di business delle nostre imprese di classifica pro-capite liana con il PIL procapite più alto, è solo successo? del valore aggiunto all’88° posto UE; mentre Lecco, prima in Per questo fine, altra analisi interessante dell’industria che Italia nell’industria, è 61ma in Europa. Il contenuta in un’altra sezione degli “Scenari in quella del reddito quadro è simile a livello più aggregato: la industriali” è quella realizzata grazie ad regione più ricca per abitante, la Lombaruno studio condotto dalla SOSA utilizzando dia, è al 29° posto, mentre la stessa Lomla banca dati di informazioni strutturali ribardia è 17ma in quanto a vocazione industriale; il Nord guardanti la piccola impresa manifatturiera, con un fatOvest e il Nord Est, che per il reddito pro-capite si colturato fino a 7,5 milioni di euro, e ottenute dai questionari locano rispettivamente al 20° e al 21° posto, sono invece degli Studi di Settore, patrimonio informativo che copre al 12° e al 13° nella classifica del valore aggiunto indul’intero universo di questa classe dimensionale di imstriale per abitante (vedi tabella). prese, asse portante del nostro sistema produttivo. Si conclude nelle analisi, che il manifatturiero rimane la Lo studio permette di individuare empiricamente i diversi “sala macchine” della crescita economica: nelle regioni modelli di business con cui le piccole imprese manifat-
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da ciascuna impresa conduce a una specifica configurazione dell’attività. Partendo dall’articolazione dei modelli di business individuati per i settori manifatturieri qui esaminati, l’analisi segue i percorsi di spostamento delle imprese tra un modello di business e l’altro, negli anni 2004-2009 e in ciascun settore, attraverso la costruzione di matrici di transizione. A questo scopo, per ogni settore i modelli di business sono stati classificati in ordine crescente di complessità 4: le matrici sono state cioè costruite mettendo al primo posto, nelle righe e nelle colonne, il modello di business più semplice e in sequenza le forme via via più complesse. Le risultanze dell’analisi delle matrici di transizione evidenziano che nelle piccole imprese i modelli di successo hanno le stesse caratteristiche di quelli adottati dalle aziende di medie e grandi dimensioni. E sono quelli sviluppati attorno a catene del valore più complesse e che trovano i fattori competitivi fondamentali nella capacità di gestire marchi, mercati esteri e forza commerciale e nell’abilità di coordinare efficientemente tempi e qualità delle lavorazioni esternalizzate ad altri subfornitori. Cioè, per vincere le sfide del mercato occorre essere impresa vera, indipendentemente dalle dimensioni. A.C. turiere si rivolgono al mercato, comparandone a livello di settore le performance e l’evoluzione nel periodo 2004-2009. Lasso temporale in cui si è verificata, dapprima una graduale ripresa che si configurava come la fine del periodo di stagnazione iniziato nel 2001, e poi la peggiore recessione degli ultimi ottant’anni. Dalla grande varietà dei comportamenti osservati sono stati individuati alcuni fenomeni generali, che interessano tutti i settori manifatturieri considerati. Il profilo di business della piccola impresa manifatturiera è identificabile attraverso una lista di variabili strutturali. Queste rappresentano fattori chiave che descrivono sinteticamente i principali elementi della catena del valore attraverso cui le imprese configurano la loro organizzazione per affrontare la concorrenza. Il mix particolare in cui vengono combinati per effetto delle decisioni assunte
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POLITICA ASSOCIATIVA
LA VOCE DEI PRESIDENTI
Verso “Roma 2011” Il prossimo 8 dicembre prenderà avvio il Congresso Nazionale del Credito Cooperativo che, dopo sei anni da Parma, riunirà le varie realtà – a più livelli – del nostro Movimento per fare il punto sullo stato attuale ma, soprattutto, per disegnare il futuro delle BCC italiane. Lo scorso mese di marzo sono partiti i lavori di programmazione ed elaborazione finalizzati a definire la Vision “Credito Cooperativo 2020” propedeutica a traguardare la configurazione prospettica della BCC e, di conseguenza, dell’insieme del Credito Cooperativo – BCC e rete – tra un decennio. I lavori stanno procedendo sulla base della costituzione di tre cantieri: 1. Scenario; 2. Assetto BCC; 3. Sistema a Rete.
Pianifichiamo un nuovo “percorso”
Quattro le aree di primaria strategicità sulle quali ci si è concentrati:
Franco Piermarini Presidente della BCC di Spello e Bettona
la Competitività quale capacità di reggere il confronto con i concorrenti e di eccellere nei propri mercati di riferimento;
Sono passati 6 anni dall’ultimo Congresso di Parma; si parlava di capacità di “navigare controcorrente, di Autonomia e Coesione”; di capacità di essere “differenti”. In questi anni si può ben dire di essere stati coerenti con la nostra “missione”, e ciò ci è stato riconosciuto dal “mercato” ma anche a diversi livelli Istituzionali. Malgrado il breve lasso temporale, però, la rapida e consistente mutazione degli eventi registrata in particolare negli ultimi anni, rende quantomai opportuna una riflessione congiunta e la pianificazione di un nuovo “percorso” che come dice bene il nuovo slogan, ci consenta di individuare un “futuro da scrivere” tutti insieme.
il Profilo Identitario quale capacità di essere concretamente aderenti ai valori ed ai principi caratterizzanti il Credito Cooperativo; l’Adeguatezza delle Norme quale capacità di rispondere in maniera efficace e coerente alle diverse richieste regolamentari; la Solidità quale capacità di mantenere un sano equilibrio economico – patrimoniale nel lungo periodo. Su ciascuna area abbiamo voluto sentire la voce dei nostri Presidenti. 24
Competitività In tema di competitività la sfida attiene la ricollocazione delle risorse umane in una più intensa attività di assistenza e consulenza della clientela e in un minore assorbimento di risorse nelle attività amministrative e di controllo; lo snodo centrale resta nell’utilizzo di un sistema informatico più evoluto ed efficiente nella
prestazione dei servizi bancari e nella capacità di fare sistema per attenuare gli impatti economici e organizzativi nell’esecuzione degli adempimenti regolamentari, di vigilanza, di controllo interno e gestionale. Occorre in sostanza, la capacità di “liberare risorse” e riqualificare la nostra azione commerciale orientandola in modo più professionale ed intenso al recupero di quote di mercato che ci permettano di migliorare il nostro funding e conseguentemente di continuare a svolgere, attraverso l’assistenza finanziaria a imprese e famiglie, quella funzione socio-economica di “volano” per la “crescita e la ripresa” del nostro sistema paese. Profilo Identitario Nel corso dell’ultimo decennio è indubbio che le singole BCC hanno beneficiato dell’importante sforzo costantemente perseguito a livello federativo nel creare un’“identità di gruppo” che ha consentito di associare “l’agire locale con il pensare globale”, favorendo quindi un’immagine forte, sicura, vicina, competente e completa delle relazioni e dei servizi offerti. È quindi una strada “irreversibile”, anzi da mantenere e potenziare in stretta sintonia con le strutture federative e quelle operative riconducibili alla capogruppo Iccrea Holding, con l’obiettivo di far decollare al più presto anche il fondo di garanzia Istituzionale. Ne conseguono quindi benefici a livello competitivo e territoriale che si traducono nella capacità di trasmettere sicurezza del risparmio, contatto sempre più stringente con l’economia reale e le sue esigenze di sostegno finanziario, trasparenza dei rapporti con la clientela, presa di distanza netta dalla finanza speculativa o di solo trading. Caratteristiche che costituiscono i drivers sui quali continuare a incanalare i valori fondanti del Credito Cooperativo. Adeguatezza delle Norme La BCC con il supporto dell’attività di compliance esternalizzata alla propria Federazione cerca di rispondere in modo efficace, coerente e tempestivo all’“alluvione” normativa che sta continuamente interessando il settore bancario. In quest’ottica stiamo predisponendo il modello organizzativo ai sensi
della normativa 231/01 che monitorerà, verificherà e razionalizzerà i presidi regolamentari. Abbiamo tuttavia stringente necessità che ciò sia supportato dalla efficienza degli strumenti di gestione e di controllo messi a disposizione dai sistemi informativi che devono rapidamente integrarsi ed evolversi nella loro strutturazione e nei tempi di risposta richiesti dalla regolamentazione e dalle esigenze di mercato. Solidità L’ampliamento della base sociale anche con formule partecipative aperte al mercato che prevedano la remunerazione del capitale di rischio, il potenziamento dei rapporti con la clientela e l’espansione dei mercatiterritori serviti, la selezione sempre più attenta nella assunzione del rischio e nella gestione del business, il frazionamento di impiego e raccolta, lo sviluppo a regime di nuove aree di business con i “prodotti e servizi” di sistema, la conseguente continua crescita e qualificazione e sensibilizzazione del “personale” non solo dal punto di vista tecnico ma anche “comunicativo-relazionalecomportamentale, costituiscono la direzione obbligata per conseguire il consolidamento del patrimonio, il finanziamento dello sviluppo, il mantenimento dell’equilibrio economico. Ma soprattutto, come ci ha recentemente ricordato anche Mario Draghi, va recuperato, a tutti i livelli il senso del bene comune, troppo spesso relegato a “predica inutile”. Va riscoperto “l’agire per il bene di tutti” al di là degli interessi particolari o di fazione. Potremo trarre una lezione positiva da una “crisi” che continua ad attanagliarci solo se sapremo mantenere un autentico spirito unitario, in cui si saldano le ragioni di diverse componenti e generazioni del Paese. Mi sia consentito infine un particolare saluto ai “Giovani Soci”, motore e futuro anche del nostro Sistema, ai quali è stato rivolta una particolare attenzione per favorirne la partecipazione e che vedranno uno specifico spazio dedicato con il Forum previsto per il pomeriggio dell’8 dicembre.
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LA VOCE DEI PRESIDENTI Verso “Roma 2011”
La sana e prudente gestione come espressione del “nostro essere” Luciano Sgarbossa Presidente della BCC di Arborea Competitività Da sempre, per chi non opera in regime di monopolio, è un fondamentale requisito strategico che vale sia per l’artigiano che per la multinazionale, oggi più che mai vista la globalizzazione in atto e specie per gli intermediari finanziari. Difficile stabilire la priorità delle componenti la competitività, considerato che i prodotti offerti non sono scindibili in pieno dall’aspetto consulenziale e dal servizio più in generale. Più nel dettaglio, almeno all’interno del mercato domestico, si evidenziano: – la possibilità di offrire prodotti di tipo sartoriale, nel senso di poterli adattare, più che i concorrenti, alle necessità del cliente; certamente, specie nel campo degli investimenti, può darci delle chances in più, anche in termini di prezzo; – la conoscenza del mercato retail può essere considerata un vantaggio competitivo che però, a parer mio, è sempre più esile e risicato dato che l’accorpamento di varie strutture sta disperdendo la specificità della nostra clientela e, almeno sotto questo aspetto, non ci si distingue dai big bancari; – la consulenza, che intendo sopratutto come disponibilità al dialogo e ad un esame congiunto delle esigenze della clientela, credo sia il punto nevralgico cui tutti dobbiamo tendere e cui dedicare energie; – il servizio offerto, nel senso più ampio del termine,
che costituisce e costituirà anch’esso motivo discriminante con la concorrenza. Nell’Istituto che ho l’onore di presiedere le peculiarità sopra esposte sono applicate e la crescita della quota di mercato senza soluzione di continuità induce a credere che siamo sulla strada giusta. Profilo identitario La necessità di rispettare le ormai numerose regole impone scelte operative ed organizzative che in qualche occasione ci fanno perdere di vista quelle che sono le motivazioni del nostro essere e del nostro esistere. Non ce lo possiamo permettere: a lungo andare le soluzioni di breve periodo e di breve respiro porterebbero alla nostra confusione nell’agglomerato bancario più ampio che finirebbe per inglobarci. Questo per dire che intendere il socio come il vero patrimonio della banca non deve essere una frase ad effetto ma deve costituire il nostro credo, anche a costo di non rispettare perfettamente il confronto cost/income, dato che le attenzioni al socio, in termini di tempo, ovviamente costano. Adeguatezza alle norme Mi pare che alle varie richieste regolamentari si sia data risposta efficace ed efficiente, grazie al supporto della nostra Federazione, oggetto di apprezzamento anche da parte della Vigilanza. Dobbiamo proseguire diritti nella strada, fin qui intrapresa, di stretta collaborazione tra BCC e Federazione. Solidità Per poter esplicare al meglio quanto ho prima detto è necessaria una condizione: un solido patrimonio che derivi da un perfetto equilibrio economico. Non dobbiamo mai dimenticare che in questo mondo finanziariamente impazzito, senza una ferrea applicazione di sani principi gestionali le nostre strutture – fossero anche “grandi” – potrebbero essere spazzate via dalla sera alla mattina. Quindi è giusto procedere in una operatività che consenta di accrescere i capitali a presidio dei rischi insiti nell’attività, ma senza pretendere di farlo velocemente e/o accollandosi rischi eccessivi o pervenire ad una “leva” elevata. Certo la sana e prudente gestione può non farci apparire come grandi banchieri e/o manovratori di capitali e farci invece apparire finanche pavidi e non amanti del rischio, ma il nostro essere è un altro. Dobbiamo perseguire la solidità con lavoro paziente e continuo (come le formiche che tanto hanno da insegnarci). I risultati sicuramente si vedranno e ci consentiranno di lasciare buone aziende ai nostri figli.
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POLITICHE DI SVILUPPO
INSIEME PER CRESCERE Firmate le lettere di intenti per due importanti progetti di fusione Nei primi mesi del 2011, dopo aver sentito il parere delle sedi locali della Banca d’Italia, ai sensi dell’art. 7 dello Statuto Federativo, si sono poste le basi per due importanti operazioni di concentrazione tra BCC Associate alla nostra Federazione. In particolare, in data 28 febbraio 2011, è stata firmata la lettera d’intenti che avvia il progetto di fusione per incorporazione della BCC di Perugia nella BCC di Mantignana – Credito Cooperativo Umbro. Lo scopo di tale operazione è quello di dare vita ad un istituto di credito più solido, in grado di rispondere sempre meglio alle esigenze della clientela nonché di fronteggiare la crisi economica attuale. L’accordo è stato siglato nei nuovi uffici della sede distaccata della Federlus a Perugia, alla presenza dei presidenti delle due BCC Antonio Marinelli e Alfredo Ettore Mignini, dei direttori generali Marcello Morlandi e Angelo Barbanera, del presidente della Federlus Francesco Liberati e del direttore della stessa Paolo Giuseppe Grignaschi. La banca nascente sarà la Banca di Mantignana e di Perugia – Credito Cooperativo Umbro e la sede legale sarà quella dell’attuale filiale del centro storico di Perugia in Piazza IV novembre, mentre quella amministrativa sarà presso l’attuale sede di Mantignana. Analogamente, in data 27 giugno 2011, è stata siglata la lettera d’intenti che formalizza l’avvio dell’iter di fusione per incorporazione della BCC “S. Felice Martire” di Affile nella BCC di Palestrina. L’accordo è stato siglato a Roma presso la sede della Federlus, attori dell’incontro i presidenti Natale Coccia di Palestrina e Mariano Alesi di Affile, dei direttori Sergio Castellazzi per Palestrina e di Carlo Giordani di Affile, dei presidenti del Collegio Sindacale Marco Angelini di Palestrina e Gustavo Alimontani di Affile e sempre dei vertici della Federlus Liberati e Grignaschi. Le due fusioni avranno luogo presumibilmente a partire dal nuovo anno e la Federlus in questo periodo continuerà a supervisionare e assistere le BCC interessate lungo tutto l’iter dei progetti, convinta che queste saranno un sicuro successo per l’intera Federazione e un importante contributo allo sviluppo economico dei territori in cui le BCC operano. B.V.
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Aggregazioni per il rafforzamento del sistema
Fusioni in corso Il perdurante momento di difficoltà economica, accentuato dall’attuale situazione dei mercati finanziari, sta obbligando gli amministratori delle BCC a ridisegnare, o perlomeno a rivedere, le strategie aziendali. In taluni casi è maturata l’idea, ovviamente già in gestazione, di realizzare una fusione che permettesse di affrontare il futuro con strutture più adeguate. È ciò che gli organi amministrativi delle associate di Perugia e di Affile hanno deciso trovando nelle consorelle di Mantignana e di Palestrina, rispettivamente, la disponibilità necessaria per il raggiungimento dello scopo. I due progetti di fusione prevedono infatti l’incorporazione della BCC di Perugia in quella di Mantignana e della BCC di Affile in quella di Palestrina. Le due iniziative sono giunte alla conclusione della prima fase dei lavori allorchè sono state inviate alla Banca d’Italia le domande per ottenere le necessarie autorizzazioni: ciò è avvenuto il 15 luglio per le BCC di Mantignana e di Perugia e il 26 luglio le BCC di Palestrina e di Affile. Il processo per addivenire a una fusione è complesso ed è regolato dal codice civile, dal Testo Unico bancario e dalle norme emanate dalla Banca d’Italia. In proposito, le BCC coinvolte hanno ritenuto opportuno e conveniente ricorrere all’assistenza e alla consulenza della Federlus che è stata chiamata ad affiancare le associate nella programmazione nonchè nella predisposizione della documentazione prevista dalla normativa sul tema. In particolare, l’attività è stata ripartita tra l’Area “Consulenza e Formazione” e l’Area “Assistenza e Verifica”. La prima ha re-
capitale sottoscritto e versato, il valore dello stesso viene integralmente riconosciuto e concambiato, appunto, “alla pari”: cioè ad ogni singola azione si riconosce il medesimo valore nominale per il quale è Il processo di fusione stata emessa. bancaria è complesso Si è sopra accennato anche alla necessità di inteed è regolato grare lo statuto con delle norme, definite “transidal codice civile, torie”, atte a regolamentare la vita della banca dal Testo Unico risultante dalla fusione che necessitano anch’esse di specifica approvazione da parte dell’Organo di bancario e dalle Vigilanza. Di solito, dette norme stabiliscono il dinorme emanate verso grado di rappresentatività negli organi soda Bankitalia. Le BCC ciali delle banche partecipanti, con una prevalenza coinvolte hanno rilevante, nei casi specifici, di soci provenienti ritenuto opportuno dalle banche incorporanti. Nelle due fusioni in ricorrere commento, il periodo transitorio è stato limitato a all’assistenza della circa un mandato. Federlus, chiamata L’Area “Assistenza e Verifica” si è inoltre occuad affiancare pata di redigere per tutte le banche interessate, le associate delle bozze di delibera consigliare e un fac simile di lettera da inviare alla Banca d’Italia per richienella programmazione dere l’autorizzazione alle modifiche statutarie e nonchè nella per addivenire alla fusione. predisposizione Tra le numerose attività che le BCC hanno dovuto della documentazione espletare vi è anche la predisposizione, in quanto prevista obbligatoria, di una situazione patrimoniale, redatta osservando le medesime norme previste per datto il “piano industriale” delle banche risulil bilancio d’esercizio; questa, come dispone l’art. tanti dalla fusione, l’altra ha definito i tempi, ha redatto la do2501 quater del codice civile, non deve essere antecedente di cumentazione giuridica, ha prestato la consulenza per la oltre 120 giorni rispetto al giorno in cui il progetto di fusione redazione delle situazioni patrimoniali delle BCC coinvolte e si viene depositato presso i locali delle banche. Per le fusioni in occuperà in seguito della complessa applicazione del principio argomento, le “situazioni” sono state redatte alla data del 30 contabile internazionale “IFRS 3”. giugno 2011, con l’assistenza richiesta da quasi tutte le parteMa procediamo con ordine. Innanzitutto, si è tenuto conto cipanti, per la quantificazione del carico fiscale e della movidelle esigenze delle BCC che hanno ritenuto di fissare la dementazione delle imposte “differite”. correnza giuridica di entrambe le fusioni al 1° gennaio 2012, Attualmente si è in attesa della (auspicata) autorizzazione della il che ha reso necessario procedere speditamente per raggiunBanca d’Italia la quale è tenuta a pronunciarsi entro 90 giorni gere tale obiettivo. Sia le banche di Mantignana e di Perugia dalla ricezione della domanda. Considerate le differenti date che quelle di Palestrina e di Affile hanno inizialmente sottonelle quali le domande sono state inviate, l’iniziativa Mantiscritto delle lettere di intenti dove hanno fissato gli accordi tra gnana-Perugia avrà la risposta entro il 13 ottobre e quella di le parti. Sulla scorta dei contenuti, sono stati quindi predisposti Palestrina-Affile entro il 24 dello stesso mese. i rispettivi “progetti di fusione”, tenendo conto degli elementi Nel frattempo l’Area “Assistenza e Verifica”, anche attraverso minimali previsti dall’art. 2501 ter del c.c.; di questi particoappositi incontri con le banche e con i notai che saranno chialare importanza rivestono il “rapporto di cambio” delle azioni mati a redigere i verbali e gli atti di fusione, sta curando la e le modifiche statutarie necessarie per rispettare la rappresenprogrammazione degli ulteriori adempimenti da effettuare tatività dei soci della banca incorporata almeno nel periodo prima delle assemblee straordinarie delle banche partecipanti transitorio individuato tra le parti. e di quelli che devono essere predisposti dopo le assemblee, Sono state inoltre redatte le “relazioni degli organi amminima entro la data di decorrenza delle fusioni. strativi” volte a giustificare e illustrare, sia da un punto di vista Inoltre, come componenti della Commissione Tributaria della giuridico che economico, il progetto di fusione e in particolare Federazione Italiana, l’Area partecipa attivamente ai lavori per il rapporto di cambio delle azioni. Quest’ultimo, nelle fusioni la predisposizione di un apposito documento che fornisca corin cui sono coinvolte società cooperative, avviene “alla pari” rette indicazioni per l’applicazione del principio contabile inin quanto le riserve da esse accumulate nel tempo non sono ternazionale “IFRS 3”. Ci riproponiamo di aggiornare i lettori nella disponibilità dei soci né durante la vita sociale, né in caso sui passi che verranno compiuti dopo la pubblicazione di quedi perdita della qualità di socio, né infine in caso di scioglisto articolo. mento della medesima società. Pertanto, posta l’integrità del Sergio Troiani
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TESORI DEL TERRITORIO
Affile, Bellegra, Paliano
Nell’Olimpo dei vini La zona del Cesanese, tra Olevano e Affile, con una produzione autoctona di vino di qualità è ormai riconosciuta dagli enologi di Marco Testi
Una “regione” assai composita: la morfologia dolce dei monti Ruffi e la valle del Giovenzano (il maggior affluente dell’Aniene) a nord-ovest, i filari del Cesanese nella zona est e sud-est, e il Parco Regionale dei monti Simbruini a nord. È la zona che custodisce al suo interno la cultura del vino doc, la tradizione di una rara qualità di oliva, la Rosciola, la bellezza di improvvisi panorami carsici, la storia suggerita dalle vestigia proto-latine, romane e alto-medioevali. Qui gli Equi si arroccavano e si scontravano con le tribù latine e soprattutto, nel IV secolo, con Roma, che lentamente risaliva con i suoi eserciti per governare pascoli e vie di comunicazioni, come il passo Stonio. Da questo incontro-scontro nascono insediamenti importanti come Trebula Suffenas, Carseoli, Alba Fucens, queste ultime due in zone più lontane. Legumi e cereali devono essere state le prime forme di coltivazione, alle quali poi si sono affiancate quelle della vite e dell’olivo con la realizzazione delle ville rustiche, come quella attribuita ad Orazio presso Licenza (ma vi è una attribuzione al poeta latino anche di una piccola villa a Tivoli, di fronte alle cascate). Nel medioevo, soprattutto grazie all’attività dell’abbazia di Subiaco, inizia l’attività di incastellamento che favorisce anche la rinascita di coltivazioni e attività artigianali. Le attività più diffuse, soprattutto nella massa dominica,
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Affile, rocca proto-storica realizzata con blocchi poligonali, una parte dei quali è ancora visibile, fu importante avamposto imperiale e monastico nel medioevo
quella sotto il diretto controllo del feudatario o dell’abate erano quelle della coltivazione dei cereali, del mosto, delle olive, della canapa, del lino, delle ghiande. In epoca moderna appaiono attività commerciali, carbonifere, produzione di legna da taglio, allevamento del baco da seta, ovviamente viticoltura, produzione di olio e in alcune zone patate e cereali. Ma, come si diceva, l’area di cui parliamo è talmente vasta che ci obbliga ad una breve carrellata personalizzata, nel rispetto delle individualità storiche ed economiche, a partire dalla rocca medioevale di Cerreto dove esiste una particolare festa della Gatta, animale il cui sacrificio salvò il paese dall’assedio dei briganti di Marco Sciarra, e dove la gastronomia offre caciotta e ricotta e i dolci tipici denominati ciammillitti. Dobbiamo passare poi per Gerano, ai piedi del quale è possibile ammirare l’antica chiesetta di santa Anatolia (del X secolo): dal 9 al 10 luglio si svolge una importante festa con pellegrini e zingari – particolarmente devoti alla santa – che creano un incredibile mosaico di folklore, colori, musiche e danze tradizionali. Altrettanto famosa è l’Infiorata in onore della Madonna
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TESORI DEL TERRITORIO
del Cuore. Viene allestita dal lontano 1750, nella domenica seguente la festa del 25 aprile, quando la piazza del paese si riempie di un tappeto artistico costituito esclusivamente da petali di fiori. Sempre sul versante empolitano troviamo San Vito Romano, con il palazzo Theodoli con la sua facciata che ricorda il profilo di una nave, dominante sulla valle del Sacco, uno dei centri degli Equi: qui vi è una importante presenza ambientale, quella della Macchiarella, un castagneto secolare, aperto al pubblico e curato dal comune. Da ricordare, il 3 febbraio, la festa di San Biagio con la fiera e con la distribuzione delle caratteristiche ciambelle all’anice, e la festa patronale di san Vito con l’Infiorata. I Morzellitti e le ciambelle sono celebrate chicche culinarie locali, assieme alle Nusche, prodotto esclusivamente sanvitese, fette di grandi zucchine essiccate, marinate attraverso un particolare procedimento nel periodo natalizio. Visto che stiamo parlando di vino, è d’obbligo fare una capatina ad Olevano, sul monte Celeste, di cui abbiamo la prima citazione nella Bolla di Papa Giovanni XII (958), produttore importante di Cesanese. Olevano in realtà era abitato già in epoca pre-romana, come dimostrano le possenti mura poligonali ai piedi del castello
In prima linea per la valorizzazione del “Cesanese” Mariano Alesi Presidente della BCC di Affile Quanto è importante sul piano economico questa produzione tipica e quale è il mercato di riferimento del vino Cesanese? Anzitutto è opportuno evidenziare che le tre Doc sono strettamente legate tra loro per il fatto di prevedere all’interno dei propri disciplinari l’utilizzo della stessa tipologia di vitigno, il Cesanese di Affile.
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Questo vitigno, che nasce nel nostro piccolo borgo di Affile, un paese di montagna di appena 1500 abitanti, ha origine antichissime. La tradizione popolare fa addirittura risalire questo nome ai tempi della Roma antica quando i coloni romani, molto spesso veterani di guerra cui venivano affidati piccoli appezzamenti di terra, avviarono un’intensa opera di disboscamento per fare spazio a splendidi vigneti, (il termine cese, da cui Cesanese, era utilizzato per indicare questi luoghi disboscati). Vera o no che sia questa tradizione, quello che è certo è che la storia di Affile è un tutt’uno, o quasi, con la storia del suo vitigno. Si pensi che persino lo stemma araldico del paese è rappresentato da una tralcio di vite dai grappoli neri con un aspide attorcigliato sul tronco. Segni tangibili di un legame profondo tra il popolo di Affile e il suo vino, confermato dalle vaste produzioni di Cesanese di Affile che si avevano fino ai primi del ‘900 nel nostro territorio e dalle medaglie e riconoscimenti ottenuti dal nostro vino negli anni ’30 alle manifestazioni di Parigi, Bruxelles, Roma e Milano. In quegli anni ogni affilano possedeva un piccolo appezzamento di terra nel quale produceva il suo Cesanese, che con grande orgoglio amava offrire a viaggiatori e amici. Nonostante questi importanti traguardi, dal 1973, epoca in cui nasce la nostra doc insieme alle altre due di Piglio e Olevano, per oltre 30 anni non c’è mai stata alcuna produzione ufficiale di Cesanese di Affile Doc. Se tale situazione si fosse protratta ulteriormente, nel momento in cui anche gli ultimi contadini fossero andati in pensione avremmo sicuramente assistito alla scomparsa definitiva di questo prodotto e della sua storia millenaria. Come Banca abbiamo dunque ritenuto fondamentale impegnarci affinché questo importante patrimonio non andasse disperso, non solo per gli aspetti di carattere economico, ma anche per il valore
Colonna sulle quali poi si è innestato il centro medioevale. Ma Olevano è stata, come Tivoli, Anticoli, Subiaco e Palestrina, oggetto d’arte: i grandi paesaggisti d’Ottocento sono spesso venuti qui a raffigurare le bellezze dei luoghi: Arthur John Strutt, Jean-Baptiste Camille Corot, Carlo Knebel, che nel 1849 immortalò l’ingresso di Garibaldi nel paese, Joseph Anton Koch, Franz Theobald Horny, sepolto proprio ad Olevano, e tanti altri. Non è un caso che nel centro storico vi sia un MuseoCentro studi sulla pittura di paesaggio nel Lazio. La festa patronale di Santa Margherita il 23 luglio e quella di san Rocco il 15 e 16 agosto, e, ovviamente, la Sagra del Vino Cesanese ad agosto sono gli appuntamenti da non mancare, perché in essi convivono tradizioni, religiosità popolare e Olevano in realtà storia, ivi compresa quella dell’economia era abitato già in dalle origini ai nostri giorni. A proposito: epoca pre-romana, dal 2007 è stata ufficialmente riconosciuta come dimostrano la Strada del Vino Terra del Cesanese di le possenti mura Olevano Romano, comprendente il comune poligonali ai piedi del paese e in parte quello di Genazzano. del castello Un po’ più in alto, arroccato sui monti AffiColonna, sulle quali lani, ecco Affile, terra di confine tra Ernici poi si è innestato ed Equi, rocca proto-storica realizzata con il centro medioevale storico, culturale e sociale che esso rappresenta. Oggi la produzione che il nostro territorio può assicurare è veramente minima, se confrontata alle altre realtà enologiche italiane, e anche rispetto ai territori delle altre due vicine doc, molto più sviluppate e ampie della nostra. Al momento risultano impiantati per finalità commerciali circa 6 ettari di terreno in tutta la doc di Affile e stimiamo che ne potrebbero essere lavorati al massimo 20, considerando le caratteristiche orografiche del territorio, molto difficile da lavorare, e la necessità di soddisfare condizioni minime di economicità nella produzione. Tuttavia questo per noi non rappresenta un elemento di ostacolo, ma anzi è motivo di profondo orgoglio, poiché ci chiama ad essere custodi della memoria storica di questo antico vitigno, anche nei confronti della altre due Doc, e responsabili di una parte fondamentale della storia di Affile e della sua comunità. Noi confidiamo che con il recupero di questo antico prodotto, nuovi stimoli possano essere offerti ai nostri giovani e al territorio, in una prospettiva più ampia di sviluppo sostenibile e di recupero delle antiche produzioni locali. Quali sono le prospettive del settore del vino e quale è il ruolo della Banca a supporto dei produttori? Il ruolo della nostra Banca è stato di primo piano fin dal 2003, quando insieme al Comune di Affile e a un gruppo di volontari abbiamo dato vita al progetto di recupero del Cesanese. L’obiettivo del progetto è stato in un primo momento quello di recuperare i vecchi vigneti, mai registrati fino ad allora, e poi di promuovere la nascita di realtà produttive sul territorio che potessero dare nuove prospettive di lavoro e di sviluppo ai giovani.
Ci troviamo così dopo circa 8 anni di intenso lavoro con quattro nuove realtà imprenditoriali che oggi operano sul territorio per la produzione di Cesanese di Affile doc, una delle quali conta addirittura 60 soci e copre una dimensione vitata di circa 3 ettari di vigneto. Numeri significativi per una zona come la nostra, che da anni vive una situazione di grave ritardo economico e una totale assenza di nuove iniziative imprenditoriali. Come istituto di credito e banca locale abbiamo dunque ritenuto imprescindibile fornire il nostro supporto per l’avvio e la prosecuzione nel tempo di questa iniziativa, vedendo nel Cesanese di Affile una occasione di rilancio dell’intera zona. Abbiamo dunque messo a disposizione del territorio le nostre risorse e soprattutto le nostre competenze economiche, organizzative e operative, per garantire che le nuove realtà si sviluppassero in maniera sana e con prospettive di sviluppo adeguate. Oggi il settore del vino, come tanti altri settori, è chiamato a rispondere a regole di mercato ferree e molto esigenti. È dunque necessario che anche piccole aziende come le nostre siano pronte ad affrontare le sfida della concorrenza, che sempre più spesso valica i nostri confini nazionali. Non basta dunque essere solo dei bravi produttori di vino, o degli ottimi contadini. Servono multidisciplinarietà, lungimiranza, capacità relazionali e imprenditoriali. Riteniamo che questi siano ingredienti essenziali, che la nostra banca può offrire grazie al patrimonio di competenze accumulato in questi anni, alla possibilità di offrire servizi di supporto tecnico ed economico adeguati e alla profonda conoscenza che ha del territorio. Oltre al vino, quali altre produzioni – agricole e non – sono tipiche del territorio? Quale sostegno la Banca offre loro?
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blocchi poligonali, una parte dei quali è ancora visibile, nonché importante avamposto imperiale e monastico nel medioevo: la più antica testimonianza del periodo è la chiesa di Sant’Angelo supra cisternam, iniziata sotto l’impero di Ottone III nel X secolo. Da non perdere alcuni appuntamenti novembrini che hanno la gola come regina indiscussa: la Sagra del Cacciatore, dove si possono gustare i celebri rigatoni con il cinghiale e la Sagra del Fallone, focaccia rustica di farina gialla e sale, con ripieno di verdure. E, ovviamente, di domenica, la sagra del vino Cesanese. Più a nord, ecco uno dei luoghi preferiti dai cultori del parapendio, il monte Scalambra, sui cui è coricato Serrone, raggiungibile uscendo dall’autostrada Roma-Napoli ad Anagni, un altro dei punti nodali del vino Cesanese, testimoniato dalla importante cantina sociale e dalla presenza dei vari tipi di questo vino esposti nei negozi che popolano il paese. Ma non solo gastronomia e gioielli enologici: Serrone è celebre anche per il Museo dei costumi di teatro, che raccoglie i costumi che una delle “firme” sartoriali della Tv, Beatrice Minori, ha donato al suo paese. Sono gli originali costumi di scena indossati dai mostri sacri del teatro italiano. Il progetto di “Recupero del Cesanese di Affile” rappresenta per noi un modello di sviluppo sostenibile a elevato impatto sociale e potenzialmente estendibile ad altre realtà produttive e imprenditoriali. Ci auguriamo infatti che esso possa fungere da esempio e da richiamo per i nostri giovani, per riportarli sul territorio, o non farli fuggire, e ridare loro nuove prospettive occupazionali e di vita. Il nostro desiderio è infatti che il progetto di recupero del Cesanese venga preso come riferimento per la realizzazione di iniziative simili, riguardanti non solo il vino ma anche altre produzioni locali. Il territorio di Affile e della Valle dell’Aniene, nel quale operiamo da anni e che conosciamo molto bene, presenta delle enormi potenzialità purtroppo tuttora inespresse. Si pensi ad esempio ai fagioli, presenti nella zona di Vallepietra, alle cipolle di Marano Equo, ai marroni di Arcinazzo Romano, ad alcune produzioni emergenti quali ad esempio lo zafferano, l’olio e il miele… Per non parlare del turismo, che tramite lo sviluppo di queste produzioni, da aggiungere all’ottima offerta naturalistica e culturale dei nostri territori, potrebbe sicuramente ricevere enormi benefici. Oggi il turista, il viaggiatore, è in cerca di sensazioni profonde e vere, vuole fare l’esperienza del territorio che visita, vuole toccarlo con mano, anche attraverso la conoscenza dei prodotti e delle tradizioni, per poi portare con sé un ricordo, una parte dell’esperienza vissuta. È dunque fondamentale che il territorio possa offrire servizi e prodotti in grado di rispondere a questa esigenza. Oltretutto i prodotti locali,
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se esportati fuori dal territorio in cui nascono, rappresentano il miglior biglietto da visita e il miglior elemento di richiamo per promuovere il territorio e le sue bellezze. Consapevoli delle ricadute estremamente positive che la messa in moto di un tale circolo virtuoso potrebbe avere Esiste un legame per le nostre comunità, come profondo tra il popolo banca ci siamo resi disponibili di Affile e il suo vino, per fornire tutto l’aiuto e il supconfermato dalle porto possibili. In primo luogo nella fase di start up, in cui rivaste produzioni sultano fondamentali l’accredi Cesanese che scimento delle competenze si avevano fino ai imprenditoriali, il rafforzaprimi del ‘900 mento dei legami tra tutti i soggetti potenzialmente interessati, la definizione e condivisione di strategie comuni. In secondo luogo nella fase di sviluppo, in cui è importante che l’imprenditore si senta parte attiva di una rete che lo aiuti ad affrontare con serenità e prontezza le tante sfide quotidiane. Del resto tutto ciò è insito nella nostra stessa identità cooperativa, dove il fare insieme, l’amore per il territorio, lo sguardo attento alle nuove generazioni, rappresentano gli assi portanti di un percorso che nel tempo può dimostrarsi sicuramente vincente e in grado di affrontare qualsiasi avversità.
BELLEGRA
Immerso nel verde, a circa due chilometri da Bellegra ecco apparire il convento di San Francesco, meta di cammini vocazionali, di pellegrinaggi e di meditazione
Anche Bellegra (uno dei centri più alti della zona, con i suoi 815 metri sul livello del mare) ha avuto il destino di terra di confine tra le popolazioni degli Equi e degli Ernici prima, e poi tra queste etnie autoctone e i romani, con il nome di Vitellia, che era poi, nella sua denominazione completa, Civitas Vitellia, per contrazione divenuta Civitella. Il nome attuale è recente: solo nel 1880 il consiglio comunale ratificò il cambio del nome in Bellegra, in ricordo del centro medioevale di Belecre. Le mura ciclopiche rimaste ancora in piedi sono testimoni di questo passato di confine tra culture diverse, come anche la presenza di un tempio della Dea Bona – un culto assai antico continuato poi anche in età classica: ne rimane una testimonianza analoga a Tivoli, sul monte Arcese. Non solo storia umana, però: anche la geologia fa la sua parte grazie alla Grotta dell’Arco, a 4 chilometri dal paese, tra la valle Cupa e Le Cese, dove fino ai primi del Novecento esisteva un lago poi prosciugato, all’origine di questo interessante fenomeno carsico – di agevole accesso- che assume una veste assai suggestiva nell’arco naturale di pietra che dà il nome all’intero sistema. Le grotte sono rinomate anche per il panorama di stalattiti e stalagmiti e la fauna, soprattutto anfibi, tipica di questo habitat. La religiosità ha qui un importante punto di riferimento: immerso nel verde, a circa due chilometri da Bellegra ecco apparire il convento di san Francesco. Era parte di una proprietà benedettina poi donata al santo di Assisi. Il santuario divenne luogo di vocazioni e chiamate alla santità, oltre che di visite papali, come quella di Giovanni XXIII nel 1959. Anche oggi è meta di cammini vocazionali, di pellegrinaggi e di meditazione: tra l’altro è possibile visitare le originarie celle e ammirare un pezzo importante di storia francescana grazie alla riapertura di un importante museo. Una delle manifestazioni più importanti di Bellegra è la festa delle Tacchie ai funghi porcini: le Tacchie sono un piatto di antica tradizione, tramandato da madre in figlia: acqua, farina e uova, taglio irregolare fatto rigorosamente a mano, con il condimento succulento dei porcini che in questo periodo (siamo nel secondo e nel terzo week-end del mese di ottobre) pullulano sulle montagne. Se restate in paese non mancate alla festa patronale di San Sisto II, con una processione solenne, dal 5 al 6 agosto e la fiera tradizionale nel centro storico il 7.
Garanzia per la qualità Gianluca Nera Presidente della BCC di Bellegra
Quanto è importante sul piano economico questa produzione tipica e quale è il mercato di riferimento del vino Cesanese? La produzione del vino Cesanese è importantissima. Non soltanto per aspetti strettamente economici: il Cesanese è una produzione che caratterizza il nostro territorio, il cui nome collega immediatamente all’immaginario della Valle del Sacco e, in parte, dell’Aniene. È un marchio di fabbrica, una garanzia per la qualità della vita nei nostri paesi. La sua distribuzione, non molto ampia fino a pochi anni fa, delimitata prevalentemente all’area provinciale e regionale, si è dilatata nel corso del tempo su tutto il territorio nazionale e internazionale. Ci sono delle aziende vitivinicole,
molto attente alla qualità del prodotto, che esportano il vino Cesanese in tutto il mondo. Non ci si deve meravigliare di trovare una bottiglia di Cesanese in un’enoteca di New York. Quali sono le prospettive del settore del vino e quale è il ruolo della Banca a supporto dei produttori? Credo che i produttori sappiano benissimo cosa il mercato richiede loro. La tendenza del consumo di vino spinge verso produzioni di qualità. Ricerche documentate dicono che di vino se ne beve sempre meno ma si fa molta attenzione a che il prezzo che si paga per una bottiglia trovi un effettivo riscontro nella qualità del prodotto. La Banca di Credito Cooperativo di Bellegra è stata sempre vicinissima e attenta nel supportare le esigenze dei produttori: è da cinquant’anni che si è a stretto contatto con loro e la fiducia reciproca che tutt’ora caratterizza il legame credo sia la dimostrazione di un buon lavoro svolto. Oltre al vino, quali altre produzioni – agricole e non – sono tipiche del territorio? Quale sostegno la Banca offre loro? Di produzioni agricole potenzialmente importanti nel nostro Territorio ce ne sarebbero eccome, purtroppo non sono lontanamente paragonabili, a livello di fama, commercializzazione e distribuzione, a quella del vino. Un esempio su tutti: l’olio d’oliva. Di ottima qualità e bassissima acidità, non ha mai avuto occasione di dimostrare tutto il suo potenziale. La Banca sarebbe felicissima di supportare un’iniziativa imprenditoriale coraggiosa e lungimirante per la commercializzazione di questo prodotto. Per quanto riguarda la galassia di altri prodotti tipici e locali la BCC supporta attivamente tutti gli enti, pro-loco e associazioni, impegnati nell’organizzazione di sagre e manifestazioni varie che hanno l’obbiettivo di mostrare l’unicità, la semplicità e la genuinità del nostro territorio.
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TESORI DEL TERRITORIO
PALIANO In questa ideale soglia tra ovest ed est benedettino ecco, a quota 470 metri sul livello del mare e con più di ottomila abitanti, Paliano, il luogo della Selva per antonomasia, ideata nel 1974 dal principe Antonello Ruffo di Calabria, che ha fortemente voluto la realizzazione del celebre parco aviario – negli anni d’oro annoverava duecento specie diverse di uccelli – di 470 ettari che, dopo anni di abbandono, è stato recentemente riaperto al pubblico. Se qui la produzione vinicola la fa da protagonista con il vino Cesanese del Piglio, divenuto dal 2008 docg (denominazione di origine controllata e garantita), non dobbiamo dimenticare la presenza della Rosciola, una antica e rarissima qualità di oliva con la quale si produce l’olio extravergine di Paliano, dallo spiccato sapore aromatico. Se volete mangiare un prodotto doc del posto, allora fatevi preparare la pizza gialla al mattone, farcita da cicoria ed erbe pazze (verdure selvatiche come crespigne, borragine, pimpinella), la pasta acqua e farina. Da non tralasciare anche le Pataccacce o gnocchi lunghi, preparati semplicemente con acqua e farina. Anche gli animali sono da sempre molto importanti nella vita di Paliano: molte aziende agricole sono specializzate in allevamenti di bovini, ovini, asini e cavalli, suini (a proposito di questi ultimi, si è stabilito in zona un allevamento di maiale nero garganico, un tipo di carne piuttosto ricercata) con produzione di latte di diverso tipo e anche di yogurt, formaggi e dolci derivati. Ovviamente numerose le aziende produttrici di vino Cesanese (ma anche Passerina del Frusinate e Moscato secco) e di olio di oliva Rosciola. Terra fertile e generosa, quella della zona, che permette anche una intensiva produzione ortofrutticola, che si riversa anche nei mercati della capitale.
Guardare al mercato internazionale Giulio Capitani Presidente della BCC di Paliano Quanto è importante sul piano economico questa produzione tipica e quale è il mercato di riferimento del vino Cesanese? Il Cesanese del Piglio è innanzitutto un DOCG, è prodotto nell’area dei Comuni di Piglio, Serrone, Paliano, Affile, Roiate e Olevano Romano, e a tutt’oggi, nel nostro territorio vanta l’unica DOCG rossa dell’intera Regione Lazio. Le sue peculiare caratteristiche lo rendono un vino unico in tutta Ita-
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lia. Peraltro, il nostro vino sta ottenendo numerosi riconoscimenti a livello Nazionale e non solo. Tramite l’ASPIN (Agenzia internazionale della Camera di Commercio), per esempio, sono state organizzate incoming di buyer con Paesi del Belgio, Danimarca e Norvegia. Riteniamo infatti che sia di strategica importanza, per le aziende vitivinicole della nostra Provincia, introdursi in quei mercati votati all’alta qualità, realizzando un salto in avanti, costruendo il nostro approccio al mercato unico europeo. Quali sono le prospettive del settore del vino e quale è il ruolo della Banca a supporto dei produttori? Le aziende vitivinicole DOCG che io conosco sono principalmente: Antica Cantina Mario Terenzi, Bosco Castello, Cantina Sociale del Piglio, Casale della Loria, Coletti Conti e Giovanni Terenzi. Alcuni di questi produttori sono soci e clienti del nostro istituto, il quale è da sempre al loro fianco nel sostenerne gli sforzi. Oltre al vino, quali altre produzioni – agricole e non – sono tipiche del territorio? Quale sostegno la Banca offre loro? L’olio è sicuramente un altro prodotto di punta del nostro territorio, con ambiti di eccellenza come l’oliva Rosciola. A tal proposito, nel mese di giugno-luglio il Consiglio Comunale di Paliano, con votazione unanime, ha approvato il marchio DOC sull’olio di oliva Rosciola. In questo senso, è mia intenzione organizzare, proprio con la Federlus, un convegno sui prodotti tipici del nostro territorio, che sono appunto quelli illustrati in questo numero di Orizzonti: il Cesanese DOCG e l’olio di oliva Rosciola.
VINO CESANESE C’è un paradiso dei vini, un olimpo delle divinità enologiche, che comprende nomi aristocratici: Barolo, Sagrantino, Pinot, Vernaccia, Brunello. A questi, adesso, bisognerà aggiungere il Cesanese, vino autoctono del Lazio, che si è conquistato l’ambito posto grazie ai riconoscimenti degli esperti e al successo di pubblico, nelle varianti secca e dolce (in questo caso deve essere consumato entro la primavera successiva alla sua produzione), amabile o frizzante, ma sempre rigorosamente rossa. Il Cesanese di Affile è stato infatti scelto tra i migliori vini italiani, uno per regione, per realizzare la “Bottiglia dei 150 anni dell’Unità d’Italia”. La bottiglia è stata presentata in occasione dell’importante Vinitaly – salone internazionale dei vini – a Verona. Il vitigno Cesanese di Affile e Cesanese comune può essere incrociato con altri vitigni, ma rigorosamente entro il limite del 10 per cento, non di più. È un vino, come si diceva, rosso tendente al granato con il passare del tempo, con un sapore morbido leggermente amaro-
gnolo e con un profumo ampio e intenso, che accompagna primi robusti, carne e formaggi stagionati, e che sopporta piuttosto bene l’invecchiamento. La fama di alcuni borghi della zona, come Olevano Romano, è dovuta anche alla diffusione di questo vino che lentamente fu apprezzato da nobili ed artisti, i quali univano l’utile al dilettevole: i soggetti pittoreschi e il gusto vellutato del rosso Cesanese. Caratterizzata da acino piccolo e maturazione tardiva, questa vite si trovava fino a poco tempo fa legata alle famose e gloriose canne incrociate, sostituite oggi da sostegni più moderni ma probabilmente meno poetici. Nel 2000 è stato creato un consorzio che promuove la diffusione e la conoscenza di questo vino. Il riconoscimento della Strada del vino Cesanese, di cui parliamo in queste stesse pagine, ha avuto la sua parte nell’ascesa di questo vitigno alle vette del settore enologico: nella zona di Olevano e Affile si vanta una produzione di 250.000 bottiglie l’anno.
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NON SOLO BCC
Conosciamoci meglio Via col vento nell’azzurro Giovanni Battista Giulianelli, Direttore Generale della BCC di Barbarano Romano: la passione per il volo si impara da piccoli
Non ricordo esattamente da quando è iniziata la mia passione per il volo, però ho un ricordo indelebile. Erano i primi anni ‘60, quindi avrò avuto 7 o 8 anni, e mio padre, dieci anni trascorsi in aeronautica compreso il periodo bellico, mi portò a vedere l’aeroporto di Fiumicino, da poco inaugurato. Allora era possibile accedere alla terrazza sopra l’aerostazione e vedere molto da vicino gli aerei, tanti ancora ad elica, nel sottostante piazzale. Se ci penso li rivedo ancora e risento il rombo dei motori. La prima volta che ho volato è stato nel 1971 con un vecchio bimotore Douglas DC3 dell’Aeronautica Militare. Poi, terminato il liceo, mi sono iscritto ad un corso di pilotaggio presso l’Aero Club di Viterbo ed ho conseguito il brevetto di pilota civile nel 1973, a 20 anni. Il sogno di diventare pilota di linea, mi ricordo, svanì in poco tempo. Infatti subito dopo è iniziata la crisi. Allora
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si chiamava “austerity”. Molti ricorderanno la crisi del petrolio, le macchine che potevano circolare a domeniche alterne. Chi acquistava un’automobile non si preoccupava del modello o del colore ma guardava soltanto l’ultima cifra del numero di targa. Le compagnie aeree non soltanto non assumevano più piloti ma addirittura licenziavano quelli in servizio. Questo era lo scenario. Considerato che volare da professionista era semplicemente impensabile mi sono posto la fatidica domanda: “da grande che vuoi fare?” La risposta che mi sono dato mi ha portato a “pilotare” un personal computer alla BCC di Barbarano Romano. Comunque ho continuato a volare fino agli anni ‘80 quando altre priorità, il matrimonio e l’acquisto della casa (leggi mutuo) prima, e la nascita dei figli poi, mi hanno indotto a riporre il brevetto in un cassetto. La passione è comunque rimasta e, anche con il brevetto ormai scaduto, ho continuato e frequentare il mondo degli aerei. Qualche mese fa, per una fortuita coincidenza, ho rivisto il mio vecchio istruttore di volo Valentino Poli, uno dei padri dell’acrobazia aerea in Italia sia a motore che a vela. Un vero professionista. Ripren-
La prima volta che ho volato è stato nel 1971 con un vecchio bimotore Douglas DC3 dell’Aeronautica Militare. Poi, terminato il liceo, mi sono iscritto ad un corsi di pilotaggio presso l’Aero Club di Viterbo ed ho conseguito il brevetto di pilota civile nel 1973, a 20 anni
dere a volare è stata cosa immediata. Attualmente sto frequentando un corso sia teorico che pratico finalizzato alla rivalidazione del brevetto alla normativa JAR. Come nel mondo bancario anche in questo campo le normative proliferano. Il problema sarà poi conciliare il lavoro con l’attività di volo e la famiglia. In conclusione invito tutti i colleghi Bancari a provare almeno una volta l’esperienza di un volo con un aereo “da turismo”, che dà la possibilità di godere di una visuale a 360°. Il passaggio dal grigiore di un ufficio all’azzurro del cielo, dal fastidioso squillo del telefono al fruscìo del vento farà sicuramente bene allo spirito.
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NON SOLO BCC
Conosciamoci meglio Il divulgatore appassionato Stefano Rotondi, Risk Controller della BCC di Genzano, ha realizzato un mini portale internet con oltre mille pagine di informazioni e una “tiratura” di circa 5.000 visitatori diversi al giorno Le persone si dividono sostanzialmente in due categorie: quelli che vivono per lavorare e quelli che lavorano per vivere. Io appartengo sicuramente al secondo gruppo, cioè a coloro che fanno del lavoro il loro principale mezzo di sussistenza ma a cui piace fare tutt’altro, e non vedono l’ora di farlo (nota per il Direttore: il che ovviamente non significa che del lavoro non gliene importi niente). Mi chiamo Stefano Rotondi e lavoro presso la BCC di Genzano di Roma, banca in cui rivesto la carica di Risk controller e ResponIl contenuto del sito è sabile della istituenda funin grado di soddisfare zione antiriciclaggio, nontutti i palati, da quelli ché delle relative segnalapiù raffinati a quelli zioni all’UIF. Le mie semplicemente alla grandi passioni extra-lavoricerca di svago e rative sono costituite dalcuriosità. Per i primi l’insegnamento didattico e segnalo una dispensa dal giornalismo. Mi consisull’ICAAP che, nei dero cioè un divulgatore di primi tempi di materie tecniche ed econoapplicazione di miche, perché cerco di difBasilea 2, si è fondere nelle lezioni in posizionata al 10° aula ed attraverso i media posto nella classifica – da quelli tradizionali degli articoli più come la stampa e la radio consultati con circa ai new media che utiliz24.000 letture zano la rete Internet – le conoscenze acquisite in al-
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cuni campi, anche molto diversi tra loro. Le materie che mi piace condividere con gli altri spaziano infatti dall’economia politica ed aziendale alla statistica e matematica, dal diritto tributario, commerciale ed internazionale alla filosofia e comunicazione, fino ad arrivare addirittura alla semiotica testuale (niente paura: è molto più difficile il nome che il contenuto). Oltre chiaramente ai settori riguardanti strettamente la banca e senza considerare argomenti molto più prosaici (e per i quali mi sento un esperto), come la fiction cinematografica e televisiva e la narrativa mondiale. Ho iniziato questa attività per una serie di coincidenze, risalenti ai tempi della mia prima Laurea (in Economia e Commercio alla Sapienza di Roma) quando, una volta dato un esame, non facevo come gli altri che passavano all’esame successivo, ma riscrivevo il libro della materia – ovviamente in maniera più sintetica e, diciamo, “a lettura facilitata” – così da venderlo agli studenti, futuri esaminandi nella stessa materia. Questi ultimi preferivano il mio testo a quelli ufficiali e, non ci crederete, ma andavano pure bene agli esami! Chiaramente tale business non era visto di buon occhio dai professori, che se avessero saputo chi fossi me l’avrebbero sicuramente fatta pagare. Poi è iniziata l’avventura delle docenze in scuole private ed in noti istituti di preparazione universitaria. Un’attività in seguito proseguita con i master ed i corsi di alta formazione professionale e che in parte continua tutt’ora, perché insegno occasionalmente in corsi di qualificazione per apprendisti, lavoratori in cassa integrazione ed in mobilità.
Dall’insegnamento didattico al giornalismo il passo è stato breve: prima articoli su periodici locali ed interventi da opinionista per radio del territorio, poi il grande salto di qualità grazie alle importanti amicizie allacciate durante la mia seconda Laurea in Scienze della Comunicazione (tra cui giornalisti Rai e Mediaset). Tali conoscenze mi hanno portato a scrivere per influenti quotidiani nazionali, sui quali i miei articoli appaiono spesso firmati con uno pseudonimo. Nel 2001 infine il mio avvicinamento, quale mezzo di diffusione delle informazioni, al medium di nuova generazione per eccellenza: Internet. Fui infatti chiamato a partecipare, da un notorio portale web, ad uno dei primi progetti italiani di formazione a distanza (oppure, con
dicitura anglosassone, di e-learning). Attraverso una piattaforma informatica estremamente all’avanguardia fornivo lezioni ed assistenza on line agli studenti iscritti ai corsi telematici. Questa produttiva esperienza mi ha permesso di prendere confidenza con gli strumenti informatici e, soprattutto, con la rete delle reti, portandomi a chiedere: perché accontentarmi di una platea limitata di ascoltatori, quando per la mia attività di divulgazione posso avere, teoricamente, un pubblico infinito? È nata così l’idea di realizzare un mio sito web personale, un po’ più di un blog ed un po’ meno di un portale, inizialmente molto artigianale e poi via via sempre più evoluto e colmo di informazioni e risorse didattiche (non solo mie, ma anche dei vari collaboratori che si sono succeduti nel tempo). Vi ho inizialmente riversato tutte le “riscritture” delle materie universitarie sulle quali avevo sostenuto esami. Sono nati in questo modo corsi completi (per esempio quello di economia politica o di contabilità) che hanno ancora adesso il pieno gradimento degli studenti universitari, per la facilità con cui sono affrontati argomenti di per sé molto ostici. Terminati i miei appunti da studente ho continuato a crearne altri in settori nei quali mi sento ferrato, alternando dispense lunghe ad articoli più nozionistici ma pur sempre, a mio avviso, di grande interesse, ed includendovi man mano altri e diversi argomenti, magari relativi a letture che mi hanno particolarmente colpito. Con il passare del tempo questa produzione di risorse ad hoc per il web ha fatto diventare il sito in questione, www.studiamo.it, un mini portale con oltre mille pagine di informazioni ed una “tiratura” di circa 5.000 visitatori diversi al giorno. Per un giornalista queste cifre, ma soprattutto la possibilità di diffondere il proprio pensiero a tutti quelli che dimostrano interesse, costituiscono una grande soddisfazione. Attualmente la platea di visitatori si è ampliata: non solo studenti, imprenditori, professionisti, ovviamente bancari, ma pure semplici privati alla ricerca di notizie utili. Come dimostrano le dettagliate statistiche del sito, anche
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l’area geografica dei frequentatori si è estesa, travalicando i confini nazionali per arrivare in tanti altri Paesi. Mi fa veramente piacere ad esempio sapere che gli appunti di economia politica sono stati letti nella città di Berkeley in California da 9 persone, per un tempo medio di 25 minuti ciascuno (probabilmente, mi piace pensare, da qualche studente italo-americano della locale famosa Università). Negli ultimi anni peraltro ho arricchito il sito con dei programmi in excel molto interessanti, che riscuotono particolare gradimento. Il contenuto del sito è quindi in grado di soddisfare tutti i palati, da quelli più raffinati a quelli semplicemente alla ricerca di svago e curiosità. Per i primi segnalo una dispensa sull’ICAAP che, nei primi tempi di applicazione di Basilea 2, si è posizionata al 10° posto nella classifica degli articoli più consultati con circa 24.000 letture. Al momento, una sintesi delle novità di Basilea 3 ha raggiunto in 4 mesi i 3.000 lettori. Da citare anche il programma per predisporre, con estrema facilità, il bilancio previsionale delle piccole banche, usato per esempio da una Raiffeisen trentina. Inoltre ci sono corsi completi di economia politica, contabilità aziendale, scienza delle finanze, diritto commerciale e legislazione del lavoro. Solo per elencarne alcuni tra quelli con più audience. Per coloro che sono alla ricerca di curiosità, oltre ai tantissimi articoli su vari argomenti di interesse generale, c’è il programma che sviluppa le scritture contabili, quello per il calcolo dell’Irpef ed anche un programma che indica le quote ereditarie in tutti i casi di successione. Desta parecchia curiosità pure il programma per scoprire se i dati contenuti in un documento contabile – bilancio, dichiarazione dei redditi, ecc. – sono veri o falsi (sembra incredibile ma è vero: è fondato su una serissima funzione matematica), nonché quello per scommettere sugli incontri sportivi e vincere a colpo sicuro (sembra incredibile ma è vero anche questo). Inoltre ci sono il programma per il campionato di calcio, per l’analisi di bilancio e per l’elaborazione e la stampa della busta paga di colf e badanti. Insomma di tutto e di più, basta aprire il browser e navigare (cosa che se faceste, mi farebbe alquanto piacere). In Studiamo.it c’è dunque gran parte di me e la sua gestione riempie notevolmente il mio tempo libero, che quest’anno sarà purtroppo molto limitato perché in banca mi aspetta una stagione lavorativa particolarmente intensa. Ho infatti finito tutte le ferie (ne ho prese tantissime in estate), non ho più la banca ore ed ho sprecato pure i giorni di malattia, perché sono stato male davvero! Stefano Rotondi
www.studiamo.it
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Conosciamoci meglio La chitarra, una “ricchezza libera…” Nikolay Pouhlev, Auditor di Federazione. Una passione diffusa in grado di regalare emozioni uniche Quando mi hanno chiesto di scrivere un articolo su un mio particolare interesse al di fuori dell’ambito lavorativo, sapevo benissimo che si sarebbe trattato della mia passione per la musica, ma non sapevo minimamente cosa ne sarebbe uscito fuori. In realtà, anche ora, dopo aver riletto queste righe continuo a domandarmi se si tratti di una piccola storia che possa coinvolgere, oppure no. So di non essere l’unico nel nostro mondo cooperativo ad avere una forte passione per la musica e per uno strumento come la chitarra, e nemmeno pretendo di saperne più di altri, ma nonostante questo ho deciso di dire la mia sull’argomento. Una delle cose più affascinanti della passione per la musica è che dopo averla condivisa con diverse persone, diviene chiaro che ognuno ha una visione completamente personale in merito, la vive in modo diverso e ne trae emozioni e sensazioni esclusivamente a lui note. Ma non potrebbe essere diversamente, in quanto a proposito di note, anche se ce ne sono soltanto sette, dietro a quel piccolo numero primo si cela un universo.
Fra gli appassionati di uno strumento musicale, ci sono coloro che vivono con la musica in senso professionale e coloro che con-vivono con essa, un po’ come con la rispettiva compagna di vita (che bisogna stare attenti a non far ingelosire troppo). Quelli del primo macrogruppo, di norma conoscono le note scritte a menadito e sono in grado di eseguire alla perfezione un pezzo musicale senza averlo mai ascoltato. C’è un bellissimo aforisma di Niccolò Paganini che rappresenta questo tipo di persone: “Se non studio un giorno me ne accorgo io. Se non studio due giorni, se ne accorge il pubblico”. Ecco, questo è uno dei motivi per cui faccio parte del secondo macrogruppo. Ho infatti iniziato in modo completamente autonomo (ed anche un po’ tardino) a 17 anni, ascoltando musica, leggendo dei manuali per chitarra e l’anno dopo ho seguito un corso di teoria e pratica per circa nove mesi. Per il resto, solo esercizi autodidattici nel tempo libero. Tutto ciò, mi ha comunque consentito di suonare in alcune formazioni musicali esplorando una vasta gamma di sonorità dell’immenso genere rock, partendo da classici, come i Led Zeppelin, Pink Floyd, The Doors, Jimi Hendrix e Deep Purple (ma non solo), attraversando sfumature alternative come Pearl Jam, Soundgarden, Faith no More, Alice in Chains, Stone Temple Pilots e Rage Against the Machine, toccando
anche alcune estremità contemporanee del genere in questione come i Korn, Limp Bizkit, Deftones e System of a Down, fino ad arrivare a dilettarmi attualmente, con un duo acustico (con cui riesco tutt’ora a fare una tantum delle serate dal vivo) personalizzando in chiave assimilabile al funk-rock, canzoni di artisti della scena pop come Prince, Stevie Wonder, Michael Jackson e Madonna, senza tuttavia trascurare il “duca bianco” del glam rock David Bowie, oppure i Re del synth-pop Depeche Mode. Il tutto, ovviamente, accompagnato da una discreta dose di pezzi originali, che mi hanno permesso di partecipare anche ad alcune rassegne musicali di interesse nazionale (come Arezzo Wave). Ma trattasi di un bel po’ di tempo fa. Tornando a parlare della mia passione per la chitarra, ho scoperto che in fondo per me non è così importante suonare dal vivo (cosa che comunque mi piace fare), o diventare famoso (anche se confesso che, a suo tempo, non mi sarebbe dispiaciuto), ma semplicemente il fatto di avere la fortuna di possedere e di conservare tale passione, che io definisco “ricchezza libera”, che non dipende cioè dall’andamento dell’economia o dei mercati finanziari e che non si logora nel tempo, anzi può solamente aumentare. Suonare la chitarra, anche solo per mezz’ora alla sera è un po’ come andare in palestra, fare una partita di calcetto o di tennis, è rigenerante. E la cosa buona è che la puoi suonare a tutte le età e non ci sarà mai un medico che ti potrà imporre di smettere, potrai abbandonarla per un periodo e poi riprenderla senza che ti vengano dei crampi muscolari e sarà sempre un’esperienza diversa e piena di sorprese. In questo periodo ad esempio, mi sento sempre più attratto dall’idea di unire la passione per la chitarra con un’altra decisamente più recente, cioè quella per la tecnologia. Quindi, a parte il classico amplificatore valvolare, corredato di alcuni effetti analogici indispensabili, ed oltre ai tradizionali programmi di editing musicale per il personal computer, mi sto per cimentare nell’esplorazione dei nuovi confini musicali tracciati dall’industria rivoluzionaria dei dispositivi touch screen (facilmente individuabili con la parola “Cupertino”), nel tentativo di fondere i due universi (come molti hanno già fatto) e far uscire fuori qualcosa di completamente originale. Spero di riuscirci!
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DALLA FEDERAZIONE
Responsabilità amministrativa degli Enti
Prevenire è meglio che curare Il Decreto legislativo 8 giugno 2001 n. 231 ha introdotto nel nostro ordinamento il principio di “Responsabilità Amministrativa degli Enti” per reati commessi nell’interesse dell’Ente da soggetti che rivestono una posizione apicale, ovvero da soggetti sottoposti alla loro vigilanza, prevedendo sanzioni di carattere amministrativo e pecuniario. La ratio del Legislatore, oltre che l’adeguamento dell’ordinamento giuridico italiano alle convenzioni internazionali in materia di responsabilità degli enti, è stata quella di coinvolgere gli enti sia nella politica di prevenzione, sia nella responsabilità per le condotte dei singoli facenti parte dell’organizzazione, rappresentando pertanto un fondamentale mezzo volto a garantire una generale correttezza ed eticità del mercato. La progressiva introduzione di nuove fattispecie di reato nell’ambito del D.Lgs. 231 riapre periodicamente l’attenzione delle aziende verso la materia e richiama gli interessi di diversi soggetti che a vario titolo partecipano alla sempre più articolata rete di responsabilità ed obblighi determinati nel tempo dal legislatore. Giova ricordare che l’unica possibilità per poter beneficiare dell’esimente dall’imputazione della responsabilità amministrativa derivante dalla commissione di un reato rilevante ex D.Lgs. 231/01, è dimostrare di aver adottato, prima della commissione del reato, ed at-
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tuato un modello di organizzazione, che permettano l’ottimizzazione, in gestione e controllo. termini di risorse investite e risultati Le oramai numerose sentenze interperseguiti, del progetto di impianto venute in materia di applicazione del del Modello e del conseguente avvio decreto 231 non hanno praticamente dell’attività del citato Organismo di mai interessato Enti che avessero già Vigilanza. Naturalmente, a fronte adottato i Modelli, anzi la loro asdei costi di impianto e funzionasenza è stata spesso inserita tra le mento, i benefici devono essere varagioni di condanna. L’adozione dei lutati in una visione più ampia delmodelli organizzativi richiede alle l’esimente da responsabilità, e coraziende investimenti economici ed relati all’opportunità di rafforzaorganizzativi sia per l’impianto, sia mento del sistema dei controlli insoprattutto per il corretto funzionaterni e dei presidi sui processi orgamento, considerato anche che, tra i nizzativi anche attraverso una mirequisiti esimenti dalla gliore qualificazione responsabilità deldelle risorse umane. l’ente, la normativa fa Il recepimento delle Il recepimento delle specifico riferimento previsioni del decreto previsioni del decreto al fatto che il compito 231 può pertanto es231 è un’occasione di vigilare sull’ossersere considerata un’ocper una profonda vanza del modello, casione per una proinnovazione del nonché di curarne fonda innovazione del profilo organizzativo l’aggiornamento, profilo organizzativo aziendale, venga affidato ad un aziendale, trasfortrasformando Organismo di Vigimando quello che saun’implementazione a lanza dotato di autorebbe una decisione di mero scopo difensivo nomi poteri di iniziaimplementazione a in un momento di tiva e di controllo. mero scopo difensivo ripensamento degli Ciò detto, ne consein un momento di riassetti organizzativi e gue l’esigenza di inpensamento degli asdi governance dividuare soluzioni setti organizzativi e di
Giorgio Caporale
governance. La Federazione, nell’ambito delle attività di gestione dei servizi comuni a favore delle proprie Associate, intende avviare un progetto finalizzato alla definizione e implementazione del Modello di Organizzazione Gestione e Controllo ex D.Lgs. 231/01 con i seguenti obiettivi: – dare uno strumento di prevenzione
alla realizzazione degli illeciti rilevanti ai sensi del Decreto, assicurando la conformità alla normativa esterna; – rafforzare il sistema di gestione dei rischi e creare sinergie ed economie di scala e di scopo derivanti dallo sviluppo di soluzioni organizzative e di controllo comuni alle diverse BCC aderenti al progetto.
La possibile metodologia di lavoro potrebbe prevedere la realizzazione di tre fasi progettuali i cui ambiti di attività e risultati sono di seguito riportati: La definizione del Modello 231 comporta la necessità di analizzare ed aggiornare i processi di lavoro interessati, al fine di formalizzare adeguatamente i regolamenti ed i protocolli posti a presidio dei rischireato identificati; in tal senso, la Federazione intende avviare la progettazione di un servizio organizzativo che supporti nel continuo le Associate nell’attività di realizzazione e personalizzazione dei regolamenti e procedure di lavoro. Si prevede di ampliare il perimetro normativo e di processo sino ad ora curato, integrando ed aggiornando anche quanto già attualmente messo a disposizione. Per quanto concerne l’effettivo funzionamento del Modello, l’ulteriore attività che la Federazione intende realizzare consta nell’affiancamento delle banche nella fase di istituzione dell’Organismo di Vigilanza attraverso l’individuazione di professionisti ed esperti nei confronti dei quali potrà essere realizzata, in maniera accentrata, un’attività di aggiornamento rispetto agli scenari normativi di interesse e che costituiranno un network al quale le Associate potranno accedere ottimizzando i costi ed i tempi per l’istituzione dell’OdV. Ciò permetterebbe l’ottenimento di significative economie anche nei budget di spesa per la fase di avvio e funzionamento del Modello Organizzativo 231/01 delle BCC Federlus.
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ne
approfondisce, della normativa più nuovi e riiglio di Ammità di supervianca di Credito
l’approfonegio Sindadella nori l’Autorità ato la funle attribu-
DALLA FEDERAZIONE
Formazione APRILE
LUN MAR MER GIO VEN SAB 2011 DOM
MAGGIO LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM
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GIUGNO LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM
Dedicato ad Amministratori e Sindaci delle BCC 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
LUGLIO
LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 15 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31
AGOSTO
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1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31
SETTEMBRE
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1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
Il contesto regolamentare, i nuovi 1 2 e sempre turbolenti in 1 2 scenari 3 4 5 6 3 4più 5 6 7 8 9 1 2 3 4 7 8 9 10 11 10 11 12 13operano, 12 13 cui le BCC impongono 14 15 16 5 6 7 8 9 10 14 15 16 17 18 11 17 18 19 20 21 19 20 12 13 14 15 16 22 23 21 22 23ed 17 18 24 25un un livello 24 25di 26 27coin26 27attenzione 28 29 30 19 20 21 22 23 28 29 24 30 25 31 27 28 29 30 31 volgimento sempre maggiore 26da parte di tutti gli attori della vita 1 la necessità aziendale. qui 1 2 3 4 5 che, 2 3 4 Di 5 6 7 8 1 2 3 4 6 7 8 9 10 9 10 11 12 13 11 12 5 6 7 8 9 anche 16attraverso 14 15 l’aggiornamento 13 14 15 16 17 10 11 17 18 19 20 21 18 19 12 13 14 15 16 22 20 21 17 18 22 23 23 24 25 26 24 25 formativo, le27competenze e 26la pro19 20 21 22 23 28 29 27 28 29 24 25 30 31 27 28 29 30 31 fessionalità di chi partecipa al26governo della Banca siano coerenti con la sempre maggiore complessità gestionale. Inoltre, la partecipazione del Consiglio di Amministrazione ad attività formative, rientra nell’impegno assunto dagli Amministratori di svolOTTOBRE
LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM
NOVEMBRE
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DICEMBRE
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GENNAIO
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FORMAZIONE COLL EGIO
FEBBRAIO
LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM
SINDACALE
MARZO
LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM
FORMAZIONE PER CONSIGLIO DI AMMINISTRAZ IONE
CATALOGO FO RMATIVO 2011 PER AMMINISTR ATORI E SIND-2012 ACI www.federlus. it
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Titolo evento
Destinatari
Durata evento (giornate aula/ore)
Data
Attività oggetto di delega e relazioni con le funzioni delegate
Amministratori BCC
1/5 h
I sessione - 12 maggio 2011 II sessione - 18 novembre 2011
Sistema dei Controlli Interni e flussi informativi attesi
Amministratori BCC
1/5 h
I sessione - 16 giugno 2011 II sessione - 6 dicembre 2011
Processo interno di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP)
Amministratori BCC
1/5 h
I sessione - 16 settembre 2011 II sessione - 6 febbraio 2012
Amministratori BCC
1/5 h
I sessione - 12 ottobre 2011 II sessione - 23 marzo 2012
Neo - Amministratori BCC
1/8 h
Sessione unica - 8 luglio 2011
Destinatari
Durata evento (in giornate)
Data
Ruolo del Collegio Sindacale nella Corporate Governance aziendale e nel Sistema dei Controlli Interni
Collegio sindacale
1
20 maggio 2011
Metodologie e strumenti per le attività di controllo del Collegio Sindacale
Collegio sindacale
1
24 giugno 2011
Ruolo del Collegio Sindacale in materia di Antiriciclaggio e finanziamento al terrorismo
Collegio sindacale
1
6 ottobre 2011
Ruolo del Collegio Sindacale nel processo ICAAP e nella disciplina dei “fidi a soggetti collegati”
Collegio sindacale
1
25 novembre 2011
Ruolo del Collegio Sindacale nella produzione dell’informativa contabile di periodo
Collegio sindacale
1
19 gennaio 2012
Il ruolo del Consiglio di Amministrazione nell’ambito del processo di concessione del credito L’Identità Cooperativa ed il ruolo dell’Amministratore della BCC - CR: workshop introduttivo per i Neo Amministratori
COLLEGIO SINDACALE Titolo evento
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gere pienamente con senso di responsabilità, volontà e consapevolezza, la propria attività. La stessa Carta dei Valori (Art. 10) definisce la cura della propria formazione e qualificazione professionale, un dovere a cui gli Amministratori non possono sottrarsi per ottemperare al mandato fiduciario ricevuto dai soci. In tal senso la Federazione ha predisposto, ad integrazione delle attività seminariali/convegnistiche tradizionalmente svolte, un vero e proprio catalogo di incontri formativi interaziendali dedicati agli Amministratori e Sindaci. Il programma prevede due differenti percorsi, dedicati ai: Componenti del Consiglio di Amministrazione - il percorso formativo, composto da 5 giornate aula (4 dedicate all’intero consiglio d’Amministrazione ed una rivolta esclusivamente ai Neo Amministratori) esamina ed approfondisce, alla luce delle recenti evoluzioni della normativa di riferimento,
Gli incontri realizzati ad oggi (sei giornate aula, quattro dedicate agli Amministratori BCC e due dedicate ai Membri del Collegio Sindacale) hanno visto una crescente partecipazione. Sono state registrate, infatti, 133 presenze (107 gli Amministratori e 26 i sindaci) per un complessivo di 14 BCC interessate dalle attività formative. Sette infine, le BCC che hanno aderito all’intero percorso. L’intera offerta formativa è rappresentata all’interno dell’area riservata del sito www.federlus.it. All’interno Martina Bonaldo del sito, oltre alla possibilità di conalcuni degli aspetti più nuovi e rilesultare il catalogo delle attività forvanti relativi ai compiti del Consimative, gli eventi e gli incontri vaglio di Amministrazione nell’ambito levoli ai fini dell’ottenimento dei delle attività di supervisione ed increditi formativi, è stata creata dirizzo strategico della Banca di un’apposita procedura per la regiCredito Cooperativo. strazione dei crediti formativi in libretti elettronici che sostituiscono Componenti del quelli cartacei. Collegio Sindacale Ogni Amministratore Gli incontri realizzati il percorso formativo, con utenza potrà viad oggi hanno visto suddiviso in 5 giornate sualizzare in qualsiasi una crescente aula, è focalizzato momento il proprio lipartecipazione. sull’approfondimento bretto formativo che Sono state registrate, dettagliato del ruolo riporterà tutte le inforinfatti, 133 presenze del Collegio Sindacale mazioni già presenti (107 gli alla luce delle recenti in quello cartaceo, Amministratori evoluzioni della norcon i relativi crediti e 26 i sindaci) per un mativa di riferimento, formativi ottenuti nel totale mediante le quali mandato in corso. di 14 BCC interessate l’Autorità di Vigilanza Gli Amministratori alle attività formative. ha ulteriormente valoche non hanno la posSette le BCC che rizzato la funzione sibilità di accedere hanno aderito dello stesso organo all’area riservata del all’intero percorso ampliando le attribusito della Federazione zioni ad esso demanpotranno richiedere il date. proprio libretto formativo al referente formazione della In termini di modalità di erogazione BCC di appartenenza, al quale è delle attività, è data la possibilità di data la possibilità di visualizzare e partecipare a tutto il percorso forstampare tutti i libretti formativi demativo, oppure seguire la singola gli Amministratori della propria giornata oggetto di interesse da parte banca. del Consigliere o del Sindaco, scegliendo per tal via anche l’investimento che la BCC vuole fare.
Comunicazione, marketing e relazioni esterne
La funzione anticiclica delle BCC Il Bilancio Sociale e di Missione è lo strumento che mette in evidenza il valore sociale generato da un’azienda e rappresenta la sua legittimazione nell’ambiente socio-economico dove agisce. La Federazione è ormai solita redigere tale documento per rappresentare il valore sociale prodotto da tutte le associate. Il 2010, come noto, ha visto una contrazione della redditività economica netta del 37% circa su base annua. Ciononostante il valore aggiunto globale netto prodotto dalle nostre BCC ha subito – rispetto ai valori dl 2009 – un decremento limitato al 6,9% ca. Ciò evidenzia la scarsa correlazione tra gli utili economici prodotti e il valore sociale delle proprie attività e, dunque, il carattere “anticiclico” dell’impegno delle Associate sul territorio, in un contesto di così intensa trasformazione e instabilità economica e finanziaria. Il valore aggiunto
Brunella Venier
Alessandro Ceccarelli
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globale lordo stimato di circa 403 milioni è idealmente ripartito fra i vari portatori di interesse del Credito Cooperativo nel seguente modo: alle risorse umane è attribuito un valore di 156,7 milioni, alla comunità locale 15,4 milioni, alla collettività circa 29,8 milioni, allo sviluppo locale 44 milioni, come contributo al sistema cooperativo 1,2 milioni ed ai soci, che sono il fondamentale patrimonio delle Banche di Credito Cooperativo, sono rivolti circa 156 milioni del valore aggiunto stimato prodotto. I soci delle nostre BCC sono in costante aumento. A fine 2010 erano, infatti, 56.489. Essi sono rappresentati principalmente da famiglie consumatrici (59,5%) e famiglie produttrici (18,9%). Le altre categorie
sono formate per il 7,1% da imprese, per il 10,7% da artigiani e per il 3,9% da altro. Anche i clienti sono aumentati rispetto all’anno precedente, passando dai 684.356 del 2009 ai 686.736 nel 2010. Gli sportelli attraverso cui le BCC operavano a fine 2010 erano 309, mentre nel 2009 erano 298; i POS installati 13.754 e gli ATM 353. I dipendenti e i collaboratori rappresentano il nostro fattore critico di successo. A loro è dedicata costante attenzione investendo sulle competenze e sulla formazione; nel corso del 2010 le ore di formazione sono state 99.337 (nel 2009 erano state 78.099). A fine anno i dipendenti erano 2.204, di cui 1.382 uomini e 822 donne; di questi 1.474
sono diplomati e 723 laureati. L’età del nostro personale è tendenzialmente bassa. Infatti il 33,9% del personale ha un età non superiore a 35 anni, il 34,1% un’età compresa tra i 36 e i 45 anni e solo l’6,5% ha un età superiore a 55 anni. Gli Amministratori delle nostre banche sono 247, di cui 156 diplomati, 76 laureati. Di questi il 31,6% è imprenditore, il 23,5% professionista, il 17,3% lavoratore dipendente, il 17,5% pensionato, il 5,3% imprenditore agricolo e il 4,9% artigiano. Infine, per quanto riguarda sponsorizzazioni ed erogazioni liberali alle comunità locali, le BCC del Lazio, Umbria e Sardegna, hanno erogato 5.035 milioni di euro per un totale di 3.891 iniziative. Ciò è dovuto al fatto che la responsabilità sociale delle Banche di Credito Cooperativo è prevista nello statuto, guida le linee strategiche delle banche, è l’obiettivo costante dei piani operativi ed è insita nei comportamenti delle persone che vi lavorano. La ricchezza creata resta nel territorio e questo non solo perchè la quasi totalità degli investimenti economici per lo sviluppo dell’economia è rivolto alla comunità locale, ma perchè il patrimonio delle aziende è ed è destinato a rimanere un bene di tutta l’area di riferimento.
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DAL MOVIMENTO
Patto per lo Sviluppo Accordo strategico tra Federcasse e R.ete. Imprese Italia per sostenere le imprese artigiane, del commercio, del turismo e dei servizi Il 29 giugno Federcasse e R.ete. Imprese Italia, l’associazione cui fanno capo le 2.600.000 micro, piccole e medie imprese aderenti a Confartigianato, CNA, Casartigiani, Confcommercio, Confesercenti, hanno siglato a Milano un “Patto per lo sviluppo”. Obiettivo una serie di interventi di sostegno in ambiti ritenuti prioritari per lo sviluppo delle imprese del settore artigiano, del commercio, del turismo e dei servizi. L’accordo, firmato dal presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, e dal presidente di R.ete. Imprese Italia, Giorgio Guerrini, individua nel sostegno agli investimenti (start up impresa, internazionalizzazione, green economy, sviluppo delle aggregazioni territoriali e delle reti di impresa, ecc.), nella fornitura di liquidità (miglioramento nella gestione del circolante, anticipazione su crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione) e nel riequilibrio della struttura finanziaria delle imprese (incentivi alla capitaliz-
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zazione, allungamento della durata dei finanziamenti a medio lungo termine, sospensione dell’ammortamento dei crediti in essere) gli ambiti di intervento prioritario. Particolare attenzione viene riservata all’obiettivo di favorire, attraverso l’intesa, lo sviluppo della imprenditorialità giovanile e femminile. Le BCC e Iccrea BancaImpresa, di fronte a specifiche esigenze, potranno inoltre progettare e realizzare soluzioni finanziarie mirate, in aggiunta ai servizi e ai prodotti che il sistema del Credito Cooperativo già destina al sostegno delle micro, piccole e medie imprese artigiane, del turismo, del commercio e dei servizi. Un segmento di clientela verso il quale le BCC italiane erogano stabilmente oltre il 17% del totale dei crediti ricevuti dall’industria bancaria. Nell’accordo viene inoltre esplicitamente sancito il comune impegno – ai fini di migliorare l’analisi del merito creditizio delle aziende interessate – a valorizzare le informazioni qualitative (soft information) e a studiare proposte coerenti che, in tale direzione, possano essere presentate alle Autorità di vigilanza. Viene altresì costituito un “Comitato pilota” in rappresentanza delle due
organizzazioni per monitorare costantemente lo stato di avanzamento dell’accordo. “Il Credito Cooperativo è il primo alleato delle imprese italiane”, ha detto il presidente di Federcasse Alessandro Azzi. “La dimensione associativa e la caratteristica federativa che caratterizzano il sistema Federcasse e di R.ete. Imprese Italia rendono del tutto particolare ed unico questo accordo. Molte delle aziende rappresentate da R.ete. Imprese Italia sono difatti anche socie di BCC. Attraverso questo snodo – ha aggiunto Azzi – vogliamo pertanto qualificare e reinterpretare il rapporto banca-impresa nei territori, valorizzando al massimo le sinergie potenziali che insieme possiamo raggiungere”. Per il presidente di R.ete.Imprese, Giorgio Guerrini, “l’accordo con Federcasse rappresenta un traguardo importante per noi, impegnati come siamo a costruire un dialogo diffuso e rinnovato con il mondo bancario per offrire risposte sempre più a misura delle specifiche esigenze creditizie delle micro, piccole e medie imprese. L’intesa siglata oggi amplia e consolida lo stretto rapporto tra le banche di territorio ed il tessuto produttivo del Paese, caratteristica che è da sempre il motore della crescita di questa tipologia di istituti di credito e delle Pmi italiane”.
Per crescere insieme Siglato accordo fra Assopopolari e Federcasse Lo scorso 8 giugno Federcasse e l’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari (Assopopolari) hanno siglato un Patto di Consultazione e collaborazione permanente, al fine di rafforzare e valorizzare ulteriormente la funzione di rappresentanza e di tutela dei valori e degli interessi delle banche cooperative italiane, istituzionalmente svolta dalle due Associazioni di categoria. Lo scopo è quello di svilupparne il ruolo di “parte sociale” e garantire il credito alle PMI e alle famiglie sulla base dei valori comuni e nel rispetto delle proprie identità ed autono- Alessandro Azzi mie. “È nello spirito di servizio verso territori, soci e clienti – ha detto il presidente di Assopopolari, Carlo Fratta Pasini – che le due realtà rappresentanti le anime della cooperazione bancaria del nostro Paese, hanno deciso di mettere a fattor comune le rispettive conoscenze, compe- Carlo Fratta Pasini tenze e capacità organizzative e di estendere i rispettivi sistemi di relazioni con le istituzioni italiane, comunitarie ed internazionali nonché con gli organismi di rappresentanza del movimento cooperativo”. “Questa iniziativa si inserisce nel processo in atto di rafforzamento delle forme di rappresentanza e delle reti di imprese e valorizza la funzione delle banche di territorio particolarmente necessaria in questa delicata fase congiunturale” ha a sua volta sottolineato il Presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, ricordando il generale riconoscimento della funzione anticiclica e di sostegno all’economia reale da parte delle piccole banche. Banche Popolari cooperative e Banche di Credito Cooperativo costituiscono due tipi di intermediario diversi dalla “Banca Spa” ammessi nell’ordinamento italiano, entrambi caratterizzati da una governance che si basa sui principi del voto capitario, del limite al possesso azionario e del gradimento per l’ammissione a socio.
Banca Agrileasing diventa Iccrea Bancaimpresa Banca Agrileasing da banca monoprodotto, che erogava leasing al sistema del Credito Cooperativo, è diventata Iccrea Bancaimpresa, ossia la banca corporate del Credito Cooperativo e sarà l’altra articolazione del Gruppo Bancario Iccrea, accanto a Iccrea Banca che si occupa da sempre del segmento istituzionale. Il processo di trasformazione, iniziato nel 2005, si concluderà quest’autunno e vedrà la realizzazione di una campagna lancio del nuovo brand realizzata ad hoc. Il rebranding, che si traduce in un nuovo nome, nuovo logo e nuova identità aziendale, ha ottenuto in giugno il definitivo via libera autorizzativo da parte dell’Autorità di Vigilanza. Il nome, scelto di concerto con la capogruppo Iccrea Holding, nasce per identificare il nuovo posizionamento di mercato di Banca Agrileasing, che negli ultimi anni ha arricchito la sua offerta con altri prodotti e servizi bancari dedicati alle imprese, in particolare PMI, inclusa l’attività nel segmento estero. L’attuale ragione sociale, pur godendo di un importante capitale reputazionale, non risultava più coerente rispetto al business complessivo della banca. Il cambio di denominazione si accorda con il progetto che il gruppo bancario Iccrea ha avviato nel 2009 per acquisire una nuova identità e una maggiore chiarezza comunicativa nei confronti del mercato. I criteri seguiti nella scelta sono stati quelli di una denominazione chiara e comprensibile dal pubblico finale, una più forte corrispondenza tra la ragione sociale e il business e, non da ultimo, l’esigenza di valorizzare l’appartenenza al Sistema del Credito Cooperativo. Seguendo questi principi si è scelto di inserire il prefisso “Iccrea” nella nuova ragione sociale della banca. Un nome importante e ricco di identità per il sistema del Credito Cooperativo.
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DALLE BCC
BCC DI SPELLO E BETTONA
In 1600 alla prima festa del socio dopo dieci anni
Rafforzare il senso di appartenenza e favorire la conoscenza fra i soci. È con questo spirito che la BCC di Spello e Bettona ha organizzato, dopo 10 anni, la festa del socio dedicando agli oltre 1600 intervenuti una serata all’insegna della musica e della convivialità, nella suggestiva Villa Fidelia di Spello. “Abbiamo voluto organizzare un evento semplice per continuare a svolgere quella funzione aggregativa fra le persone che sono il vero patrimonio di una banca come la nostra”: queste le parole con cui il Presidente Franco Piermarini ha salutato tutti gli intervenuti e avviato i festeggia-
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menti del 3 luglio. L’evento, patrocinato dalla Provincia di Perugia e dal Comune di Spello, ha visto la partecipazione di molte autorità locali, tra le quali Sandro Vitali, Sindaco di Spello, e Donatella Porzi, Assessore alla cultura della Provincia di Perugia. Nel corso della serata sono state consegnate tre targhe celebrative a quei soci che hanno maturato i 45 anni di iscrizione alla compagine sociale della BCC. “Lo scopo della festa è quello di tenere viva la compagine sociale che non solo si è trasformata da una realtà strettamente rurale ad una composta da piccole e medie imprese – ha sottolineato il Vice Presidente della banca Lucio Campagnacci –, ma che, negli ultimi otto anni, si è anche triplicata”. “Momenti come questi, in cui i nostri soci si scambiano opinioni riguardo l’economia del territorio o la crisi economica che stiamo attraversando – ha aggiunto Campagnacci –, rappresentano un elemento importante per lo spirito istituzionale della nostra banca”. Grande successo ha riscosso la festa grazie anche alla partecipazione di diversi artisti. Ad allietare i numerosi intervenuti vi sono stati, infatti, i momenti musicali, a cominciare dal concerto in onore dei 150 anni dell’unità d’Italia, con oltre gli 80 artisti delle bande musicali di Spello, Costano e Pietrafitta dirette dal maestro Giuseppe Cicchetti. Presenti, inoltre, il tenore Paolo Scarponi, David Sotgiu e la cantautrice Mariella Nava, che hanno riproposto inni e brani dei più famosi compositori italiani.
BCC DEL VELINO
Obiettivo fotovoltaico In molti fra amministratori, sindaci e professionisti hanno partecipato alla giornata dedicata all’energia pulita e al fotovoltaico che si è svolta a Petrella Salto nella provincia di Rieti. Grandi sono le opportunità, dirette e indirette, offerte dal fotovoltaico: occupazione, servizi, riqualificazione di spazi ed edifici, nuove prospettive di ricerca, maggior benessere e qualità della vita. Al convegno è intervenuto Andrea Benedetto, docente presso la facoltà di Ingegneria dell’Università Roma Tre e Presidente del comitato tecnico di Legambiente, il quale ha sottolineato l’importanza di vincere la sfida culturale più che tecnica per arrivare ad un modello di energia guidato dalla domanda più che dall’offerta, onde evitare di produrne più del necessario. “Cambiare si può e si deve, anche per rispettare quanto previsto dal protocollo di Kyoto, ratificato dall’Italia nel 2002”: lo ha sottolineato, invece, l’avvocato Annarita
BCC DI ROMA/1
Piano casa: 100 mln euro per finanziamenti a famiglie e piccole imprese
Quirini illustrando le ultime novità normative in ordine allo snellimento dell’iter burocratico, normative nazionali che superano quelle regionali e che per questo “le varie regioni d’Italia devono recepire, poiché ad oggi, per quanto riguarda l’energia pulita, ci troviamo in netto ritardo rispetto ad altri paesi Europei”. Riguardo alla provincia di Rieti un incentivo di tipo economico per l’installazione degli impianti fotovoltaici, con la possibilità di prestiti personali, viene dalla BCC del Velino, che, come ha illustrato il responsabile Area Crediti della BCC, Maurizio Iannello, offrirà un prodotto finanziario sotto forma di mutuo chirografario, tramite il quale si potrà accedere al credito con un impatto sulla spesa familiare pari a zero, essendo il costo coperto dal Gse (gestore servizio energia). “Abbiamo creato un prodotto che calibra l’importo della rata all’importo del contributo” ha spiegato Iannello: la BCC offrirà, infatti, un prestito personale con rate costanti e la durata variabile in base alle esigenze della clientela, sia persone fisiche che imprese.
La Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, e il Presidente della Banca di Credito Cooperativo di Roma, Francesco Liberati, hanno presentato il 14 settembre scorso, presso la Sala Tevere della Giunta regionale, l’intervento attraverso cui la BCC di Roma mette a disposizione un plafond da 100 milioni di euro per famiglie e piccole imprese che vogliono usufruire delle opportunità del nuovo Piano Casa varato dalla Regione Lazio. Le 120 agenzie della Banca distribuite in tutta la regione e, soprattutto
a Roma e provincia, sono operative per fornire dettagli sulle forme tecniche di finanziamento, che sono essenzialmente due: mutuo chirografario a 10 anni sino a 70 mila euro, oppure mutuo fondiario sino a 25 anni per un importo massimo di 200 mila euro. Con questa iniziativa la Banca di Credito cooperativo di Roma offre il proprio contributo per l’attuazione e la realizzazione degli obiettivi del Piano Casa. Attraverso questo strumento creditizio, in linea con lo spirito del provvedimento approvato dalla Regione, viene data una risposta adeguata alle esigenze delle famiglie e delle piccole imprese e, più in generale, un impulso al rilancio del tessuto produttivo e all’occupazione nel Lazio, in una fase congiunturale estremamente delicata. Maggiori dettagli informativi sul sito www.bccroma.it
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DALLE BCC
BCC DI ROMA/3
Un Mutuo Casa targato BCC in “Don Matteo 8” Con la forma del “product placement”, il Credito Cooperativo comparirà in uno dei prossimi episodi della fiction di Rai Uno “Don Matteo 8” (in fase di realizzazione e programmata il prossimo autunno). D’intesa con gli Autori della fortunata serie televisiva è stato individuato un tema di grande “popolarità” e diffusione quale il “mutuo casa” (ed il sostegno di una BCC nel favorire la scelta del prodotto migliore), come quello attraverso il quale veicolare il marchio “BCC Credito Cooperativo” e, con esso, le sue qualità/specificità.
BCC DI ROMA/2
1° maggio 2011: assemblea e festa del socio alla nuova Fiera di Roma Grande la partecipazione per il pranzo cooperativo, che ha visto la presenza dei soci delegati e delle loro famiglie. Oltre 5mila le persone nel grande padiglione 14 della Fiera di Roma, che da quest’anno prende il nome di PALABCC Roma a seguito del rapporto di collaborazione instaurato tra la Banca e la grande struttura convegnistica. Emozionante l’esecuzione dell’Inno di Mameli, cantato da tutti i presenti a celebrazione del 150 anni dell’Unità d’Italia.
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Il “product placement” Il “product placement” costituisce una interessante tecnica di comunicazione che prevede il posizionamento di un prodotto – e/o del marchio ad esso collegato – all’interno, generalmente, di un’opera audiovisiva (ma anche all’interno di un videogioco, di una piece teatrale, di un brano musicale, di un programma televisivo o radiofonico) a scopo pubblicitario. Visivo, verbale, o integrato, il product placement negli ultimi anni sembra trovare sempre maggior spazio, sia per la sempre crescente apertura del mercato ai film statunitensi – dove si utilizza sin dagli anni quaranta – sia per le recenti previsioni legislative, europee ed italiane, che negli ultimi anni hanno iniziato a regolamentarlo. In Italia, il product placement è stato introdotto dal Decreto Legislativo n. 28 del 2004, la cosiddetta Legge Urbani sul Cinema. Attualmente, il posizionamento di prodotto è disciplinato anche dal Decreto Romani n. 44 del 2010, che lo ha esteso anche ai programmi televisivi, nell’ambito del recepimento della Direttiva sui Servizi Media Audiovisivi, prevedendo, con l’art. 15, l’inserimento di prodotti come articolo 40 bis del Testo unico della radiotelevisione – decreto legislativo 177 del 2005.
BCC DEL TUSCOLO
Insieme alle PMI per affrontare le nuove sfide del mercato Grazie all’impegno del Vice Presidente Mauro Ginepri e del Direttore Generale Amedeo Ianniccari, in collaborazione con il Direttore Gene-
In particolare, per chi conosce a grandi linee le vicende della fortunata fiction, è il capitano dei carabinieri Tommasi (l’attore Simone Montedoro) – nella volontà di sposarsi con la figlia del collega, il capitano Cecchini (Nino Frassica) – a cercare un mutuo casa idoneo alle sue necessità. Lo troverà presso una banca che si segnala (come emerge dal dialogo tra i protagonisti) per
professionalità e disponibilità (qualità della relazione). Come nello stile della fiction, ci saranno poi una serie di equivoci e situazioni paradossali che il capitano condivide proprio con il maresciallo e che renderanno il racconto gradevole e divertente. Le scene di nostro interesse sono state girate il 22 luglio, presso la filiale posta nella sede centrale della BCC di Roma (Via Sardegna), scelta dopo adeguati sopralluoghi della casa di produzione (Lux/Vide Film) per la sua funzionalità e comodità di accesso (la maggior parte delle scene della fiction, difatti, vengono girate a Roma). Nella fiction sarà ben visibile e presente – nelle sequenze in questione – il marchio logo BCC Credito Cooperativo, mentre non sarà ovviamente riconoscibile nessuna BCC in particolare, essendo il nostro obiettivo promuovere la presenza e la qualità della relazione di una Banca di Credito Cooperativo sul territorio.
Claudio Ceccarelli
rale di Promo.Ter (Ente di Formazione di Confcommercio Roma) Massimo Di Raimondo, nei mesi di maggio e giugno sono state realizzate presso la sede di S. Cesareo tre edizioni del Corso di Formazione per le Piccole e Medie Imprese, denominato “Le PMI di oggi e le nuove sfide del mercato: contributi alla formazione per la nuova impresa che verrà”. L’iniziativa, che si è avvalsa del contributo della Camera di Commercio Industria Agricoltura e Artigianato e di EBIT Roma, ha previsto per ciascuna edizione tre moduli della durata complessiva di venti ore, distribuite su cinque giornate ed articolate sulle tematiche emergenti nella vita delle
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DALLE BCC
PMI, e cioè innovazione e marketing, pianificazione e gestione finanziaria, ricambio generazionale. La scelta è stata coerente con gli obiettivi individuati in fase di progettazione. La conduzione di una PMI richiede, infatti specifiche abilità nel gestire le complessità di logiche economiche ma anche sociali, in un contesto non particolarmente formalizzato e istituzionalizzato. Peraltro, l’attuale crisi economica e la pervasività della concorrenza hanno evidenziato l’importanza sia di un marketing efficace nel monitorare il contesto e l’andamento del settore di riferimento, sia di un’efficiente gestione finanziaria, economica ed organizzativa delle risorse aziendali. Non bisogna poi dimenticare che le PMI presentano al proprio interno, oltre alla maggior parte dei problemi propri della grande impresa, l’ulteriore elemento di complessità dato dalla importanza dei rapporti personali e, spesso, familiari nel contesto lavorativo. A tal proposito va
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nesse criticità (“prevedere e progettare”); • acquisire maggiore consapevolezza degli strumenti finanziari disponibili per pianificare e soddisfare in modo ottimale i diversi fabbisogni di reperimento dei fondi e di gestione delle risorse a sostegno delle varie fasi dell’avviamento, della continuità e dello sviluppo dell’attività imprenditoriale (“ben ragiona chi ben distingue”); • fornire spunti di riflessione e metodi operativi idonei a garantire l’integrità dell’azienda a conduzione familiare durante il trasferimento transgeneL’attuale crisi razionale, individuando le economica dinamiche relazionali e nee la pervasività goziali sottese ai fattori ordella concorrenza ganizzativi e i fattori di rihanno evidenziato schio del cambio di leaderl’importanza ship interna (“continuare e sia di un marketing sottolineato che intanto cambiare”). efficace nel monitorare il passaggio geDurante l’intervento, imil contesto nerazionale è un prontato ad una forte intee l’andamento momento partirattività, è stata richiesta ai del settore colarmente delipartecipanti una collaboradi riferimento, cato nella vita zione attiva per l’acquisisia di un’efficiente dell’impresa fazione di supporti metodogestione finanziaria, miliare, coinvollogici finalizzati a verifieconomica gendo aspetti lecare, con finalità conoscied organizzativa gali, economicotive ed operative, alcuni delle risorse aziendali finanziari e psiaspetti “impliciti” di natura cologici, attigestionale e comportamennenti alla sfera tale della loro impresa. In affettiva ed emotiva dei protagonisti. particolare ha suscitato interesse la Poichè, secondo recenti dati, nei possibilità di “esplorare” la identità prossimi 10 anni il 40% delle organizzativa dell’ impresa stessa, aziende si troverà ad affrontare il correlandola alle competenze richiepassaggio generazionale, il fenoste al ruolo dell’imprenditore e dei meno deve essere considerato di suoi collaboratori per assicurare la grande interesse. coerenza tra aspettative e realtà. Pertanto, l’intervento formativo ha Nel corso delle tre edizioni, coninteso rispondere alle esigenze del dotte per l’attività formativa d’aula tessuto imprenditoriale di rifericon la collaborazione di Luigi Rumento con l’obiettivo di: giero, Marco Manariti e Domenico • consolidare ed accrescere le comSinopoli della società Techniplant, petenze gestionali necessarie per afhanno partecipato più di 50 iscritti, frontare con prospettiva di successo ai quali è stato rilasciato un attestato i cambiamenti del mercato e le condi frequenza.
BCC DI BELLEGRA
La Convenzione Cassaintegrati, una misura contro la crisi La situazione di crisi sta generando processi di ristrutturazione, riorganizzazione o chiusure di aziende per fronteggiare i quali si ricorre a diversi strumenti, fra i quali, la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (Cigs). Proprio a causa della precaria situazione economica, le imprese interessate da interventi di Cigs generalmente non sono in grado di anticiparne il trattamento ai propri lavoratori, determinando, così, una difficoltà di carattere finanziario per i lavoratori stessi e le loro famiglie. In collaborazione con le Organizzazioni Sindacali, disponibili a diffondere l’iniziativa anche ad altri istituti di credito (BCC – CRA e ABI) e altre sigle sindacali nazionali, è stata pertanto studiata la possibilità di intervenire con forme di anticipazione, da parte della BCC di Bellegra, del trattamento economico che il lavoratore vanta nei confronti dell’Inps. La convenzione ha per oggetto la concessione di credito a lavoratori dipendenti in cassa integrazione guadagni straordinaria, e/o in deroga, residenti nel territorio di competenza della Banca. La procedura per accedere alla convenzione è la seguente: individuati, d’intesa con le Organizzazioni Sindacali, i lavoratori interessati al servizio, la Banca concederà, a condizioni agevolate e limitatamente al periodo di attesa dell’integrazione salariale, una disponibilità finanziaria mensile al lavoratore secondo quanto previ-
avrà effetto solutorio del debito maturato, ovvero all’esito negativo del relativo iter amministrativo. In caso di mancato accoglimento della richiesta di integrazione salariale straordinaria, ovvero del suo pagamento diretto, la Banca potrà richiedere l’importo dell’intero debito relativo all’anticipazione al lavoratore, che provvederà ad estinguerlo entro quindici giorni dalla richiesta. In caso di inadempimento del lavoratore, la Banca potrà richiedere l’importo al datore di lavoro responsabile in solido, che provvesto nella Convenzione Nazionale, a nome del quale verrà aperto un apposito conto corrente di prelevamento e rimborso dedicato all’iniziativa. La Banca si impegna ad applicare quanto previsto dalla Convenzione Nazionale, ferma restando la propria piena autonomia nella valutazione circa la sussistenza delle condizioni di merito creditizio per l’apertura di credito in conto corrente. La Banca fornirà alle La convenzione Organizzazioni Sindaha per oggetto cali la rendicontazione la concessione delle aperture di crederà entro quindici di credito a lavoratori dito in conto corrente giorni. In caso di interdipendenti in cassa concesse ai lavoratori vento del datore di laintegrazione in Cigs e Cigsd. L’anvoro quale responsastraordinaria e/o ticipazione dell’indenbile in solido, l’intero in deroga residenti nità spettante avverrà debito refuso dal danel territorio tramite l’apertura di tore di lavoro costituirà di competenza credito in conto coranticipazione del tratdella Banca rente apposito, se ritamento economico chiesto dalla Banca, complessivamente docon disponibilità crevuto dal datore di lascente per frazioni mensili, per un voro al lavoratore stesso. La Conmassimo di sette, ognuna non supevenzione scade il primo agosto riore all’80% della retribuzione per2012. In caso di proroga, la Banca cepita in servizio al netto degli oneri aderente avrà facoltà di comunicare sociali e fiscali (massimo 900 euro in qualunque momento la propria mensili), per un importo complesdecisione di revocare l’adesione, sivo non superiore a 6.000 euro. sempre fermo restando il completaL’apertura di credito cesserà con il mento delle anticipazioni già in atto. versamento da parte dell’INPS dell’indennità Cigs e/o Cigsd – che
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NUOVI ORIZZONTI
L’economia cresce se entra nella Rete di Alessandro Ceccarelli L’economia di Internet nel 2009 era pari a 28,8 miliardi di euro, ovvero l’1,9% del Pil. Nel 2010 ha raggiunto in Italia un valore di circa 31,6 miliardi di euro, pari al 2% del Pil. Questi dati si ricavano da “Fattore Internet”, il rapporto commissariato da Google a The Boston Consulting Group. Se internet fosse un settore, il suo contributo alla crescita del Pil sarebbe stato dell’8% nell’ultimo anno. La componente consumo ha contribuito a circa il 50% del totale, ovvero 14,5 miliardi di euro nel 2009 e 17,4 nel 2010. Circa il 65% del consumo è dato dall’acquisto di prodotti, servizi e contenuti on line. Tra i prodotti e servizi il turismo è quello più rilevante davanti a informatica, elettronica di consumo, assicurazioni e abbigliamento. Gli investimenti del settore privato in tecnologie legate al web ammontavano a 10,6 miliardi nel 2009 e sono aumentate di un altro mezzo miliardo nel 2010. Questo valore include principalmente gli investimenti fatti dalle società di telecomunicazioni per la costruzione della rete e quelli sostenuti dalle altre imprese private per dotarsi di strumentazione per l’accesso ad internet. Il valore dei prodotti comprati nel mondo reale ma per i quali si sono cercate informazioni in Rete è, invece, di 17 miliardi di euro nel 2010, pari ad una spesa di circa 600 euro per utente.
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Le PMI attive on line crescono e guadagnano di più L’indagine della The Boston Consulting Group, realizzata su 1.000 piccole e medie imprese italiane, ha inoltre individuato le on line attive (possiedono un sito ed effettuano attività di marketing virtuale o di ecommerce), on line (dotate di una
pagina web ma non fanno ne marketing ne e-commerce), offline (prive persino di un sito ma possono avere una connessione a internet). Le on line attive hanno registrato nell’ultimo triennio un incremento annuo dei ricavi del + 1,2% contro il trend negativo delle altre due categorie (- 2,4% per quelle on line e – 4,5% per quelle offline). Il 65% delle aziende on line attive ha affermato di aver migliorato la propria produttività grazie all’uso della Rete contro il 28% di quelle on line e il
La connessione diventa mobile
25% di quelle offline. L’incidenza delle vendite internazionali è mediamente il 14% per le realtà on line attive. Per le on line e le offline il dato si riduce, rispettivamente, al 7,7% e al 4,1%. Internet ha avuto un impatto positivo anche sull’occupazione: negli ultimi 5 anni, il 34% delle aziende on line attive ha riportato un incremento del personale; un dato molto superiore a quello delle offline (11%). Altro aspetto interessante legato all’impatto sulle risorse umane è dato
Nel 2010 l’economia di Internet ha raggiunto in Italia un valore di circa 31,6 miliardi di euro, pari al 2% del Pil. Gli investimenti del settore privato in tecnologie legate al web nel 2009 ammontavano a 10,6 miliardi e sono aumentate di un altro mezzo miliardo nel 2010
Questa decade sarà segnata anche dall’esplosione del consumo di dati attraverso gli smartphone. In questo senso il 2010 è stato un anno di conferme. A livello mondiale la velocità delle connessioni mobili in downstream è mediamente raddoppiata mentre il traffico dati è più che triplicato (+260%), anche a seguito dell’aumento della penetrazione dei tablet, che consumano quasi 5 volte più banda degli smartphone. A trainare questa crescita l’interesse degli utenti per i video, per i quali hanno utilizzato il 49,8% della banda a disposizione dei loro telefonini. Ma non solo: gli oltre 10 miliardi di applicazioni scaricate e acquistate in tutto il mondo hanno costituito un ulteriore impulso al consumo di internet in mobilità. Trend destinati a proseguire grazie all’avvento del LTE, la connessione ultra broadband per mobile. Questo tipo di tecnologia, che porterebbe smartphone e tablet a navigare fino a una velocità massima di 100 Mbps, sarà a disposizione in tempi relativamente brevi. È infatti previsto che il governo indichi entro fine 2011 un’asta per l’assegnazione delle frequenze, con un ricavo previsto di almeno 2,4 miliardi di euro, per renderle così disponibili agli operatori entro fine 2012.
dalla creazione di nuove figure professionali. Esperti di siti web, community manager per i social network, gestori dei portali di e-commerce, sono i ruoli più richiesti sul mercato del lavoro.
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RECENSIONI
Italia in cifre 2011 Siamo un paese in estinzione? In questo secondo appuntamento con la rubrica di “Orizzonti” dedicata alle recensioni abbiamo deciso di non realizzare la classica recensione di un libro tra quelli proposti in libreria, ma ci siamo invece dedicati a leggere con attenzione ed a ragionare, in particolare, su uno dei lavori di ricerca che l’Istat pubblica annualmente: “L’Italia in cifre”. Nell’occasione delle celebrazioni relative ai 150 anni dell’unità d’Italia infatti, anche l’Istituto Nazionale di Statistica a voluto fare qualcosa di particolare, proponendo una integrazione del lavoro che realizza annualmente, costituita dall’evidenza delle principali trasformazioni che hanno caratterizzato questi primi 150 di vita del Paese. A tali evidenze abbiamo aggiunto gli ultimi aggiornamenti relativi milioni. 150 anni fa i 150 anni fa i bambini al bilancio demobambini fino a 5 anni fino a 5 anni grafico 2010 e al rappresentavano il rappresentavano il 13% cambiamento delle 13% della popoladella popolazione; forme familiari. zione; oggi tale valore oggi tale valore è sceso Ne esce un quadro è sceso sotto il 5%. sotto il 5%. “chiaro”, cioè di faSempre alla nascita Nel 1861 solo l’1% cile lettura ma che della nazione unita, della popolazione pone profondi ed insolo l’1% della popoera rappresentata da quietanti interrogalazione era rappresenultrasessantacinquenni; tivi sul futuro del tata da ultrasessantaoggi questa quota Paese. L’Italia unita cinquenni; oggi questa è salita al 10% comincia la sua stoquota è salita al 10%. ria con circa 26 miL’indice di vecchiaia lioni di residenti. (rapporto tra anziani e Quasi un secolo giovani) era pari nel dopo, a seguito del primo censi1861 a 38,9; 129,3 nel 2001 e nel mento post bellico del 1951 gli ita2021 l’Istat lo prevede pari a 169,5. liani ammontano a 47 milioni: ci Anche per il 2010 il saldo naturale vorranno altri 50 anni per superare (differenza tra chi nasce e chi muore) la soglia dei 60 milioni. A fine 2010 è stato negativo, in particolare sono i residenti italiani erano infatti 60,6 nati quasi 7.000 bambini in meno,
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registrando il valore più basso dal 2003. Altro capitolo importante è quello relativo alle trasformazioni delle forme familiari, da dove si evince che le famiglie sono poco più di 25 milioni, con 2,4 componenti per famiglia; nel 1861 erano 4,7. Il tasso di fecondità (numero di figli per donna) ha toccato un altro minimo e si è portato a 1,3. Nel 1862 il numero di matrimoni per 1.000 abitanti erano 8,2; nel 2009 sono stati 3,8. Di numeri ce ne sarebbero molti e tutti rivelatori di evidenti tendenze o di sottili dinamiche. Tuttavia, al di la del singolo aspetto demografico, credo che una considerazione valga su tutte: siamo un Paese che si avvia all’estinzione... La lieve ripresa demografica timidamente emersa nel periodo 2006-2008, anche se sostenuta soprattutto dall’apporto degli immigrati, sembra essersi dissolta. Diminuendo l’influenza degli immigrati (le cui abitudini familiari si allineano velocemente a quelle del paese ospitante) e crollando la fecondità delle giovani coppie, la tendenza si mostra ineluttabile. Nonostante ciò, nelle analisi, nei proclami, nei dibattiti di questi giorni, la demografia trova uno spazio ancora troppo limitato: come si fa a parlare di ripresa della produzione industriale, di incremento della produttività, di ricerca e sviluppo, e in generale di prospettive economiche, se i protagonisti di un Paese stanno scomparendo? Alessandro Ceccarelli
CRIF AL L SERVIZIO SERVIZIO DI BANCHE BANCHE DI CREDITO CREDIT EDITO COOPERATIVO COOPERATIVO E BANCHE BANC CHE TERRITORIALI TERRITORIALI Leader Leader in Italia Italia nelle soluzioni soluzioni a supporto supporto dell’erogazione dell’erogazione e gestione gestione del credito, credito, CRIF CR RIF è da oltre oltre 20 20 anni al fianco fi fianc o delle Banche Banche di Credito C edito Cr Cooperativo Cooperativo e delle delle Banche Banche Territoriali Territorialli nelle loro loro scelte scelte di business. business. Grazie Grazie all’esperienza all’esperie enza maturata maturata e alla profonda profonda conoscenza conoscenza delle e dinamiche di mercato, mercato, CRIF coniuga coniuga nella propria p opria gamma completa pr completa di soluzioni informativo soluzioni un patrimonio patrimonio a informativo unico unico sui segmenti segmenti di clientela clientela privati privati e imprese imp prese informazioni informazioni creditizie cred ditizie e business business information inform mation - avanzati sistemi avanzati sis tem mi di supporto supporto decisionale decisio onale e servizi servizi fruibili in outsourcing o sourcing e consulenza out consulenzza sia a livello livello strategico strategico che operativo. operativo. Il sistema di Credito sistema delle Banche Banche a Credito Cooperativo Cooperativo e delle Banche Banche Territoriali, Territoriali, che nella congiuntura congiuntura economica economica negativa negattiva ha confermato confermato il ruolo ru uolo di importante alle famiglie importante sostegno sostegno e famiglie e al tessuto tessuto imprenditoriale, imprenditoriale, avverte avverte oggi con con forza forza la necessità necessità di rispondere risp pondere al mutevole mutevole scenario scenario del credito credito dotandosi dotan ndosi di informazioni informazioni accurate acccurate e puntuali puntuali e di nuovi nuovi potenti potenti strumenti strume enti di valutazione valutazione e di gestione, gestione, che aggiungano aggiung gano e creino creino valore valore nell’intero ne ell’intero ciclo della relazione rela azione con con il cliente. cliente. Attenta Attenta a queste queste esigenze, esigenze, CRIF ha sviluppato svilu uppato soluzioni soluzioni innovative innovattive che spaziano spaziano dalla sempre sempre più ricca ricca gamma di d servizi servizi informativi informativi disponibili disp ponibili grazie grazie a EURISC EURISC 2.0 2.0 ai nuovi nuovi alert, alert, indicatori indicat a ori di sostenibilità sostenibilità finanziaria fin nanziaria e di benchmarking benchmarking basati basati su analisi analissi territoriali territoriali e storiche. storich he. Le Le soluzioni soluzioni CRIF forniscono fornis o cono un efficace efficace supporto supporto decisionale sin dalla pianificazione pianificazione delle azioni di marketing e sviluppo marketing t sviluppo commerciale, comme erciale,
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