Orizzonti 2 2012

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NUMERO 2 • 2012

FEDERLUS

PERIODICO DELLA FEDERAZIONE DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO DEL LAZIO UMBRIA SARDEGNA

IL MONITO DEL GOVERNATORE: OCCORRE AGIRE



EDITORIALE DEL PRESIDENTE CREDITO E SVILUPPO COOPERATIVO

PROGETTO ECUADOR 3

APPUNTI DEL DIRETTORE

DIOS LES PAGUE (DIO VI RICOMPENSI)

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DALLA FEDERAZIONE

SUSSIDIARIETÀ E INNOVAZIONE. OCCORRE AGIRE SUBITO

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PRIMO PIANO ASSEMBLEA SOCIALE 2012 GUARDIAMO AVANTI

I RISULTATI CI DANNO RAGIONE

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DAL MOVIMENTO SINERGIA. LA FUSIONE CESECOOP, UPS, SOAR

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PUNTO CONGIUNTURALE L’EURO HA RISCHIATO GROSSO, MA OGGI È PIÙ FORTE

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IL PROGETTO DI MONITORAGGIO DEL PIANO SVILUPPO COMPETENZE INDIVIDUALI 40 DOCUMENTO DI CONSULTAZIONE DELLE NUOVE DISPOSIZIONI DI VIGILANZA

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D.LGS. 231/01: START-UP DELLA FUNZIONE DI SUPPORTO AGLI ORGANISMI DI VIGILANZA DELLE BCC

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L’OSSERVATORIO FEDERLUS SUI FINANZIAMENTI 45 SEMPRE PIÙ SERVIZI ALLE BCC

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TUTORING, LEGALE E… NON SOLO

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LAVORI IN CORSO

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TESORI DEL TERRITORIO

DALLE BCC

PERUGIA UNA PROVINCIA TRA SOGNO E REALTÀ

BCC DI RIANO LA DECIMA EDIZIONE DEL PREMIO MICHELE MAZZELLA PER UNA DRAMMATURGIA GIOVANE 52

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INTERVISTE: Antonio Marinelli SITUAZIONE DIFFICILE, INDIVIDUARE LE PRIORITÀ ASPETTANDO LA RIPRESA 24 Alcide Casini CREATIVITÀ E FIDUCIA PER USCIRE DAL TUNNEL 28 FIUGGI, INSIEME ALLA BCC PER SUPERARE LA CRISI E TORNARE AI SUCCCESSI DEL PASSATO 30

CRA DELL’AGRO PONTINO 60 ANNI INSIEME

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BCC DI FORMELLO E TREVIGNANO ROMANO LO SVILUPPO ECONOMICO RIPARTE DAL TURISMO

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BCC DI SPELLO E BETTONA “THIS MUST BE THE PLACE”

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NUOVI ORIZZONTI NON SOLO BCC

“IL” CONTO CORRENTE 2012

LAVORO IN BANCA E DOTTORATO DI RICERCA: CHI L’HA DETTO CHE NON SI POSSONO CONIUGARE?

Direttore Responsabile: Maurizio Aletti

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RECENSIONI 34

Immagini: Archivio Edicom, Archivio Federlus, Fabrizio Burelli, Simone Pagano, Microimages Fotolia Redazione: Alessandro Ceccarelli, Brunella Venier

QUESTA VOLTA È DIVERSO

Hanno collaborato a questo numero: Alfredo Ballini, Martina Bonaldo, Loretana Cacciotti, Manuela Ciafro, Giorgio Caporale, Alessandro Coloricchio, Fabrizio Conti, Armando Finocchi, Laura Leli, Elio Longo, Francesco Manganaro, Ilaria Molinari, Gian Primo Narcisi, Marco Testi, Sergio Troiani

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Editore: EDICOM srl, iscritta al R.O.C. n. 8961 Finito di stampare: dicembre 2012 Tiratura: 2.000 copie



EDITORIALE

Credito e sviluppo cooperativo di Francesco Liberati

Siamo alla fine di un altro anno difficile per il nostro Paese, per le famiglie e le imprese e per le banche. Anche le prospettive per il prossimo anno non sono positive. In una situazione economica generale che continua a essere severa il nostro comparto sconta un quadro regolamentare in pieno divenire e almeno tre variabili condizioneranno la nostra operatività nei prossimi anni, che si possono così a sintetizzare: – una dinamica della raccolta modesta, condizionata dalla fragilità finanziaria delle famiglie e dal prosciugamento del canale estero (a parte la liquidità proveniente dalla BCE), e onerosa, per l’elevato grado di concorrenza; – un peggioramento della qualità del credito per le accresciute probabilità di insolvenza dei prenditori; – una modifica del modello di attività bancaria con una diminuzione dell’importanza degli sportelli ed un ripensamento delle modalità di rapportarsi con i giovani clienti. Molti istituti, poi, non possono ampliare l’attività di intermediazione sia per la necessità di riequilibrare il rapporto tra impieghi e raccolta sia per problemi di adeguatezza patrimoniale. In questo contesto, le banche difficilmente riusciranno ad accrescere i ricavi dalla complessiva attività di intermediazione, per cui dovranno effettuare incisive azioni di contenimento e razionalizzazione dei costi. Ciò premesso, dobbiamo, come Banche di Credito Cooperativo, tenere la barra costantemente a dritta, cercando di prevenire le ondate che possono infrangersi sulle nostre aziende. Come? Con una rinnovata politica di sana e prudente gestione che privilegi da una parte un’azione creditizia molto attenta e, dall’altra, una concezione di sviluppo cooperativo aperto che punti all’ampliamento della compagine sociale e al contestuale aumento della dotazione patrimoniale. Il tutto senza minare le finalità statutarie che vedono le nostre banche impegnate per l’accrescimento dei soci e delle comunità locali di riferimento. Un’attenta politica del credito significa migliorare i processi di valutazione del merito dei nostri soci e clienti, premiando chi merita fiducia. Significa lavorare bene sul piano delle garanzie accessorie al credito, variabile fondamentale questa anche per una mirata ponderazione ai fini di minimizzare l’impatto in termini di assorbimento patrimoniale. Significa, infine, prevenire il possibile deterioramento dei crediti attuando un monitoraggio sempre più continuo e attento nei confronti dei clienti a rischio. Quanto all’ampliamento della base sociale, bisogna rompere gli indugi e imboccare con decisione la logica della “cooperativa aperta”, nella consapevolezza che una compagine sempre più ampia e articolata è fattore di stabilità della governance e non viceversa. Inoltre, è indispensabile promuovere campagne di aumento del capitale sociale. È importante coinvolgere i soci nel rafforzamento delle nostre cooperative di credito, diffondendo il messaggio che avere una banca locale più forte, in grado di fronteggiare eventuali shock esterni, è nell’interesse stesso dei soci. È importante far capire che il nostro ruolo solidaristico orientato ad assicurare il diritto al credito non funziona senza la responsabilità reciproca. Responsabilità della Banca nei confronti dei soci e responsabilità dei soci nei confronti della Banca.

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APPUNTI DEL DIRETTORE

Sussidiarietà e innovazione.

Occorre agire subito! di Paolo Giuseppe Grignaschi

Il richiamo del Governatore Ignazio Visco all’azione per una nuova fase di cambiamento, le risposte concrete della nostra Federazione e i principi e i driver per il cambiamento del Sistema del Credito Cooperativo, con particolare attenzione ai costi Alla presentazione del nuovo volume della più che ventennale collana Italia della nostra gente, intitolato “Civiltà dei borghi: culla di cooperazione”, evento organizzato da Federcasse il 20 novembre scorso, con la partecipazione degli autori – il fotografo Pepi Merisio e, per la parte di commento, Giuliano Amato – è intervenuto il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, il quale, con l’occasione, ci ha consegnato una disamina sulle banche locali ed il Credito Cooperativo. Il Governatore ha cominciato con il fornirci una breve analisi dei dati evolutivi delle BCC dal 1995 ad oggi, nel corso della quale ha ricordato come il rapporto tra impieghi e raccolta sia passato, nel periodo in esame, da poco più del 50% al 90% (dato, questo, che può ben rappresentare un limite da non valicare). Successivamente, ha evidenziato le principali criticità che siamo chiamati ad affrontare e, auspicabilmente, a superare, sulle quali è opportuno soffermarsi. Il primo punto è quello della governance, rispetto al quale il Governatore osserva che ”in molte BCC il passaggio al nuovo modello di operatività (ndr: sostanzialmente dovuto alla forte espansione dell’attività di finanziamento, che ha snaturato la nostra originaria funzione di banche di raccolta) non è stato sostenuto dalla revisione dei meccanismi di governance, necessaria a fronteggiare l’accrescersi dei rischi”. Le principali debolezze riguardano “competenze non sempre adeguate degli esponenti aziendali e scarso rinnovo degli organi collegiali, fattori che facilitano il consolidarsi di posizioni “egemoni”; basso grado di incisività e indipendenza dei Collegi sindacali”. Sull’altro punto, quello strutturale, il Governatore osserva che “il rallentamento dei finanziamenti, l’incremento del costo della provvista e la difficoltà di comprimere gli oneri di gestione condizionano la redditività delle BCC, indebolita anche dal deterioramento della qualità degli attivi”. Tutto ciò inizia “a condizionare la tradizionale robustezza patrimoniale”. In definitiva “la crisi sta accentuando due vulnerabilità strutturali delle BCC: l’elevata dipendenza della redditività dal margine di interesse e la rigidità dei costi operativi”. Questi i problemi. Per quanto riguarda le soluzioni, il Governatore ritiene che “la situazione attuale spinge a consolidare in chiave evolutiva la tradizionale funzione di sostegno a famiglie, artigiani, piccole imprese”. Ma, “per poter continuare a sostenere le comunità

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locali, il Credito Cooperativo deve però rafforzarsi attraverso una nuova fase di cambiamento” e “la prospettiva evolutiva deve avere un respiro più ampio, ponendosi come obiettivo un assetto di sistema adeguato”. Il Governatore entra, poi, ancor più nello specifico, affermando che “occorre perseguire la crescita qualitativa del management delle BCC e il miglioramento di processi e strumenti di supporto per le funzioni di governo e controllo e per la gestione dei rischi creditizi e finanziari, che facilitino tra l’altro la definizione di politiche di rafforzamento strutturale della liquidità in vista della restituzione dei finanziamenti dell’Eurosistema”. Sul tema, per noi particolarmente sensibile, del posizionamento territoriale e dei livelli dimensionali, il Governatore evidenzia che “appaiono altresì necessari interventi di razionalizzazione delle reti di sportelli delle BCC” e che “nelle fasce dimensionali minori, iniziative aggregative possono contribuire a rafforzare le caratteristiche tecnico-organizzative degli organismi più piccoli e innalzarne i livelli di efficienza, a condizione di essere sostenute da adeguati piani industriali e idonei assetti di governance”. L’analisi del Governatore Visco si estende, infine, al livello nazionale, affermando che “per eliminare inefficienze operative non più sostenibili, è necessario affiancare a tali azioni (ndr: quelle ricordate in precedenza, che devono avere, come protagoniste, essenzialmente le singole BCC) la riorganizzazione della rete associativa e di supporto”. Per quanto riguarda il Fondo di Garanzia Istituzionale, ci viene comunicato che “prima dell’avvio dell’operatività, restano da sciogliere alcuni nodi”. In ogni caso, tale iniziativa “non deve essere vista come punto di arrivo”. In merito al versante imprenditoriale, sono necessarie “sempre più incisive azioni di miglioramento…..anche ai fini della qualificazione dell’offerta di prodotti e servizi”. Egli conclude dicendo che “per superare i vincoli operativi e dimensionali senza disperdere i tradizionali valori del localismo e della mutualità”, cosa che noi assolutamente vogliamo, “occorre agire”. Credo che tutti noi operatori del Sistema del Credito Cooperativo dobbiamo essere grati alla Banca d’Italia, in generale, ed al Governatore Visco, in particolare, per l’attenzione che ci viene dedicata, per l’oggettività e la puntualità delle analisi, ma, soprattutto, per le esortazioni e le indicazioni forniteci: chiare, puntuali, precise, inequivocabili. Non si può non condividerle, ma non basta farlo a parole: occorrono i fatti. Bisogna agire subito, nella direzione del cambiamento. Ciò è quanto, da tempo, la nostra Federazione sta facendo, con i risultati che tutti noi conosciamo ed è quanto, da tempo, la stessa nostra Federazione sta chiedendo di fare alle Strutture Centrali. L’intervento di apertura del Presidente Liberati all’ultimo Congresso Nazionale del Credito Cooperativo è stato assolutamente chiaro in proposito. È necessaria coerenza tra le parole ed i fatti. Una coerenza che la nostra Federazione ha sempre praticato e la dimostrazione della quale sta proprio nelle iniziative concrete da tempo avviate, che sono totalmente allineate alle indicazioni del Governatore Visco. È una questione fondamentale, che caratterizza l’agire della nostra Federazione e sulla quale, pertanto, ritengo opportuno soffermarmi punto per punto:

Ignazio Visco, Governatore della Banca d’Italia

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APPUNTI DEL DIRETTORE

daci e ministratori, Sin Formazione Am nismo di Vigilanza rga ll’O Membri de ria Sardegna erativo Lazio Umb Federazione Banc

he Credito Coop

– per quanto riguarda la crescita qualitativa del management ed il miglioramento dei processi e degli strumenti di supporto per le funzioni di governo e controllo per la gestione dei rischi creditizi e finanziari, parlano, innanzitutto, per noi, in modo inequivocabile, le esternalizzazioni totali non solo dell’Internal Audit, ma anche della Compliance, dell’Antiriciclaggio e, dal 2013, anche dell’attività di supporto agli Organismi di Vigilanza ai sensi della Legge 231/01. Gli esiti ispettivi testimoniano la qualità del nostro supporto. Inoltre, da inizio 2013, sarà operativa l’esternalizzazione degli adempimenti fiscali e tributari, cui hanno già aderito tutte le Associate, per le quali è anche a disposizione il servizio di monitoraggio continuo dell’avanzamento dei piani strategici e di adeguamento della regolamentazione interna. È, poi, in fase di conclusione il progetto che consente a ciascuna Associata di ottemperare alle disposizioni in materia di soggetti collegati e conflitti di interesse ed è avviata la progettualità per l’adeguamento alle disposizioni di vigilanza e consultazione in materia di sistema dei controlli interni, sistemi informativi e continuità operativa. Sullo stesso tema si innesta anche l’iniziativa che verrà presentata a tutti i membri degli Organi Collegiali delle nostre Associate il 19 dicembre prossimo, consistente nel nuovo catalogo formativo destinato agli stessi, con particolare attenzione ai percorsi dedicati ai neo Amministratori, ai Sindaci ed anche ai membri degli Organismi di Vigilanza ex Legge 231/01. Si tratta di percorsi formativi articolati e complessi, per i quali ci si avvale anche della collaborazione di alte personalità provenienti dal mondo universitario, delle professioni e dalla consulenza aziendale; – sulla razionalizzazione della rete degli sportelli delle BCC, da tempo la nostra Federazione insiste riguardo alla necessità di una crescita verticale (cfr. Editoriale Orizzonti del novembre 2010), piuttosto che orizzontale e, nel supportare le analisi di posizionamento territoriale delle singole BCC, sia nel contesto dell’elaborazione di piani strategici, che in merito ad esigenze duemila specifiche, le analisi sono corredate di strumenti informativi sempre più puntuali ed articolati, le prospettive economiche e le possibilità di raggiungimento dei break even vengono valutati con estrema prudenza. Tutto ciò si è tradotto in una forte decelerazione del tasso di apertura di nuovi sportelli da parte delle nostre BCC, ma, soprattutto, in prime iniziative, già assunte, di trasferimento di alcuni sportelli o, addirittura, in ipotesi di riduzione del loro numero; – sul tema cruciale delle iniziative aggregative, la Federazione si è mossa, già più di un anno fa, e sta continuando a farlo, in assoluta coerenza con quanto affermato dal Governatore. Queste iniziative riguardano, infatti, soggetti di dimensioni minori e sono portate avanti secondo una metodologia che prevede, innanzitutto, la stesura di una lettera di intenti che disciplini l’idoneità dei futuri assetti di governance e, poi, rigorosi piani industriali volti al raggiungimento dell’innalzamento dei livelli di efficienza dell’attività bancaria cooperativa sui territori di riferimento. Non c’è, quindi, nella nostra Federazione alcuna corsa alle fusioni, nella convinzione che “piccolo è possibile” (è una frase che mi è sembrato di sentire dalla viva voce del Governatore nel corso del suo intervento), se intorno ad ogni BCC esiste una rete di supporto, incentrata sulla Federazione, che si prodighi per far superare loro i vincoli operativi e dimensionali che li caratterizzano. Infine, sul tema del rapporto tra impieghi e raccolta, è dall’inizio della crisi che la Federazione lo ha individuato come “indicatore chiave”, fissando un valore medio di contenimento all’80% (sostanzialmente fino ad oggi rispettato) e monitorando direttamente tutte le Asso-

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fedelus.it

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ciate che vanno oltre il 90%, anche attraverso la predisposizione di specifici piani industriali indirizzati al riequilibrio delle masse amministrate. Per quanto riguarda, invece, il Sistema del Credito Cooperativo nel suo complesso, consentitemi di spendere solo due parole: sussidiarietà e innovazione. Sono questi, a nostro avviso, i principi evolutivi che possono consentire un rinnovamento del Sistema stesso che non prescinda dalla duplice anima delle BCC, bancaria e cooperativa a mutualità prevalente, ma che consentono di trovare quella combinazione di caratteri che, per ciascun fattore oggetto di cambiamento - governance, associazionismo e operatività - garantisca un rapporto virtuoso tra le due anime. La sussidiarietà e l’innovazione come principi guida del cambiamento ci sono stati suggeriti dal confronto con il Credit Mutuel, svolto con i Vertici delle nostre Associate a Parigi poco più di un anno fa e sono stati proposti dal Presidente Liberati sul Tavolo Nazionale nella già citata occasione dell’intervento di apertura dell’ultimo Congresso Nazionale; sono stati, poi, scientificamente approfonditi in un studio, dal titolo “Struttura e governo della cooperazione di credito a supporto del territorio: i casi italiano e francese a confronto” (presentato in occasione del XXIV° Convegno annuale di Sinergia – Il territorio come giacimento di vitalità per l’impresa – organizzato il 18 ed il 19 ottobre scorso dall’Università del Salento), condotto dal Prof. Corrado Gatti dell’Università La Sapienza di Roma (che ci aveva accompagnato nel citato incontro con il Credit Mutuel), coadiuvato dalla Prof.ssa Barbara Aquilani dell’Università della Tuscia e realizzato anche con il mio piccolo contributo. Lo studio è presente sul nostro sito Internet e ad esso si rimanda per maggiori approfondimenti. In questa sede mi limito a riportare le riflessioni sull’idea di innovazione, che “intesa in senso ampio, in un’ottica economico-manageriale, è vista quale decisione imprenditoriale di modificare le linee di governo gestionale esistenti, impostando dinamiche evolutive di portata più o meno ampia, comunque destinate a tradursi in sviluppo ossia in miglioramenti di efficienza, efficacia e redditività” ed è quindi assolutamente coerente con l’idea di cambiamento indicataci dal Governatore Visco. Per quanto riguarda, invece, la sussidiarietà, “essa risiede nell’idea che una società, un’organizzazione, un’istituzione di ordine superiore ad un’altra non debba interferire nelle attività di quest’ultima, limitandone le competenze, ma debba, piuttosto, sostenerla in caso di necessità ed aiutarla a coordinare la propria azione con quella delle altre componenti, in vista del bene comune”. Quello che, quindi, cerchiamo di fare come Federazione è declinare concretamente il principio di sussidiarietà, in quanto siamo convinti che essere una buona Banca di Credito Cooperativo dipenda essenzialmente dalle azioni poste in essere all’interno di ciascuna BCC e che questo sia un obiettivo raggiungibile da ciascuna delle nostre Associate, a prescindere dalla dimensione, purché abbia accanto a sé una struttura di supporto che possa consentire di occuparsi del core business nel miglior modo possibile. Queste strutture di supporto devono necessariamente esistere a livello locale e, a mio avviso, possono e devono essere le Federazioni, principalmente interregionali, che, a loro volta, hanno bisogno di strutture sussidiarie altrettanto efficaci ed efficienti, a livello nazionale. Il problema dell’adeguatezza del complessivo assetto di sistema è cruciale per lo sviluppo di tutte le BCC. È a livello di Sistema che si può declinare efficacemente il principio di innovazione ed è a livello di sistema che, innanzitutto, possono essere attuati quelli che, a nostro avviso, sono i driver di cambiamento: la struttura e il governo di sistema, appunto, in primis, la tecnologia e il capitale.

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Lo studio citato in precedenza contiene, in proposito, precise indicazioni, che non possono essere sviluppate in questo editoriale della nostra rivista. Voglio, però, aggiungere, in conclusione, solo un concetto: la centralità del tema della riduzione dei costi, che rappresenta la cartina di tornasole della correttezza della declinazione dei principi di sussidiarietà e innovazione, delle scelte sulla struttura e sul governo del Sistema, degli investimenti tecnologici (per l’introduzione di nuovi prodotti ed il potenziamento delle infrastrutture) e delle possibili iniziative legislative sulla disciplina del capitale delle BCC. Noi stiamo affrontando un problema di profittabilità del nostro business, che, se non riusciamo a ricostruire, vanificherà qualsiasi iniziativa di cambiamento. La profittabilità è essenzialmente la differenza tra ricavi e costi, con la particolarità che, nell’attuale scenario, è difficile ipotizzare un significativo incremento delle voce “ricavi” (senza un difficilmente sostenibile aumento dei rischi assunti), mente su quella dei “costi” il sistema può e deve fare molto. Anche su questo terreno continueremo ad impegnarci, cercando di fare sempre del nostro meglio, nell’interesse delle nostre Associate, portando anche sul Tavolo Nazionale l’idea che, con la “forza dell’unione”, il Credito Cooperativo potrà vincere la sfida di questi tempi difficili.

RINNOVO AI VERTICI DELLA BANCA D’ITALIA Il Consiglio Superiore di Banca d’Italia, su proposta del Governatore, ha nominato nel Direttorio Fabio Panetta, in qualità di vice direttore generale, in sostituzione della dott.ssa Anna Maria Tarantola chiamata a ricoprire la carica di Presidente in RAI. Fabio Panetta è nato a Roma nel 1959, si è laureato con lode in Economia nel 1982 presso l'università LUISS (Roma). ha proseguito gli studi presso la London School of Economics, dove ha conseguito il Master of Science in Economics, e successivamente presso la London Business School, dove ha ottenuto il Ph.D. in Economics and Finance. Ha ricoperto incarichi presso numerosi organismi internazionali tra cui l’Ocse, il G-10, la Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI), la Banca Centrale Europea (BCE), il Fondo Monetario Internazionale. Dal 2004 partecipa alle riunioni del Consiglio Direttivo della BCE in qualità di Accompanying Person del Governatore della Banca d'Italia. Dal 2011 è supplente del Governatore nel Consiglio di Amministrazione della Banca dei Regolamenti Internazionali.

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PRIMO PIANO

Assemblea sociale 2012 Si è tenuta a Sabaudia nella splendida cornice dell’Oasi di Kufra, ospitata dalla Cassa Rurale e Artigiana dell’Agro Pontino, l’assemblea annuale Federlus. “Il Credito Cooperativo – ha detto il Presidente Liberati – sta facendo il suo dovere e la Federazione ha dato ampia prova di coesione”

GUARDIAMO AVANTI I RISULTATI CI DANNO RAGIONE “Il Credito Cooperativo sta facendo il proprio dovere, lavorando per il bene comune, assistendo famiglie e imprese, e per dare un futuro ai giovani. E forti dei risultati che siamo riusciti ad ottenere in questi anni di crisi, guardiamo avanti con grande prudenza ma anche con serenità, nella consapevolezza che il nostro modello mutualistico bancario e il nostro stile di governo sono una risposta concreta alla crisi di fiducia della gente”. Queste le parole del Presidente della Federazione Francesco Liberati in apertura dei lavori dell’assemblea annuale della Federazione delle Banche di Credito Cooperativo del Lazio, Umbria, Sardegna, ospitata quest’anno dalla Cassa Rurale e Artigiana dell’Agro Pontino, svoltasi

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a Sabaudia nella splendida cornice dell’Oasi di Kufra, presso il Parco Nazionale del Circeo, gemma del più vasto comprensorio pontino. Il Presidente ha sintetizzato gli avvenimenti che hanno terremotato lo scenario mondiale negli ultimi anni, ricordando come tre anni fa, all’Assemblea 2009 che si tenne a Monte Porzio Catone, tema dominante fosse la finanza malata, con le gravissime patologie derivanti da un modello di business che ha esaltato la speculazione a scapito dell’economia reale e dei valori etici. Siamo stati testimoni della scomparsa di grandi gruppi bancari di rilevanza mondiale e, a causa degli interventi messi in atto dai governi di tutto il mondo “occidentale” per sal-


Liberati: “Oggi, diversamente dagli anni ’90, quando i maggiori esperti di banca e finanza davano per spacciato il nostro modello mutualistico, abbiamo la ragionevole certezza che il Credito Cooperativo continuerà a crescere e svilupparsi nel tempo. Dobbiamo essere convinti che è possibile reagire, che è possibile avere delle istituzioni bancarie impegnate nel bene comune”

vaguardare i sistemi bancari, all’innalzamento preoccupante dei livelli di deficit di bilancio e di indebitamento pubblici. Nel 2010, a Perugia, si sottolineò come le cose, forse, stessero andando peggio di quanto previsto. Si stavano manifestando, infatti, i primi attacchi agli stati sovrani. La speculazione finanziaria mondiale, che muove giornalmente masse enormi di denaro, aveva individuato nei paesi deboli dell’area euro gli obiettivi da aggredire per lucrare nuovi guadagni. L’anno scorso, a Palestrina, ha continuato Liberati, fu la Grecia a essere sotto i riflettori. Allora, la crisi delle finanze non aveva ancora toccato il nostro Paese. “Sappiamo come è andata. A partire dall’estate le tensioni nei mercati finanziari si sono propagate violentemente anche all’Italia”. In questo contesto l’Italia ha reagito, e anche la Banca Centrale Europea ha attuato interventi straordinari di finanziamento agli istituti bancari. Tutto ciò, però, non è bastato. Contro le masse enormi di denaro che muove la speculazione, le autorità monetarie europee hanno le armi spuntate. “Ci sarebbe bisogno – ha affermato il Presidente – di una grande visione politica e un forte impulso per una maggiore coesione europea, insomma un reale cambio di passo”. Certo è, ha sottolineato Liberati, che il Credito Cooperativo, anche in un momento critico come quello che stiamo attraversando, non ha fatto passi indietro: “Oggi, diversamente dagli anni ’90, quando i maggiori esperti di banca e finanza davano per spacciato il nostro modello mutualistico, abbiamo la ragionevole certezza che il Credito Cooperativo continuerà a crescere e svilupparsi nel tempo. Dobbiamo essere convinti che è possibile reagire, che è possibile avere delle istituzioni bancarie impegnate per il bene comune, nelle quali le persone che vi lavorano si impegnano per dare risposte concrete e trasparenti alle esigenze delle comunità, delle economie locali e delle imprese”. In anni di grandi difficoltà per l’intero sistema bancario italiano, ha detto Liberati, le nostre banche hanno dimostrato una buona tenuta e la capacità di crescere in modo

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PRIMO PIANO

coerente ed equilibrato, incrementando i volumi dell’attività e i servizi alla clientela. Nel corso del 2011 gli impieghi per le BCC di Lazio, Umbria, Sardegna sono cresciuti del 9,8%, nonostante la crisi e le difficoltà operative, continuando a svolgere con impegno la loro funzione di intermediazione al servizio del territorio. E ciò grazie a indici patrimoniali adeguati, a una situazione dei rischi sotto controllo, a una raccolta in moderato incremento. Per quanto riguarda sistema a rete e gruppo associativo, ha continuato il Presidente, “in questa fase sarebbe più che mai necessario un salto di qualità, come più volte abbiamo avuto modo di ribadire in ambito Federcasse. Le priorità sono state ampiamente focalizzate anche in occasione dell’ultimo convegno nazionale del Credito Cooperativo e, ora, il sistema è impegnato nella difficile fase attuativa. Un percorso non semplice, ed è necessario, oggi più che mai, uno sforzo essenziale di coesione propositiva”. Come Federazione Lazio Umbria Sardegna “abbiamo dato un’ottima prova di coesione con un significativo risultato in termini di apporto alla ricapitalizzazione del Gruppo Bancario Iccrea da parte delle BCC associate. Le nostre BCC, infatti, hanno partecipato con un apporto maggiore rispetto a quello offerto in opzione e questo è senza dubbio motivo di soddisfazione per tutti noi, a conferma del ruolo della nostra Federazione nel consesso nazionale. Abbiamo così contribuito a porre le condizioni per un Gruppo bancario più forte e attrezzato a sostenere le importanti sfide che si prospettano. Con queste nuove risorse il Gruppo potrà continuare ad affiancarsi alle BCC non solo attraverso un’offerta sempre più integrata di prodotti e servizi, ma anche a sostegno delle realtà del sistema particolarmente colpite dalla crisi economico-finanziaria in atto”. Altro ambito molto importante in cui la Holding si sta muovendo, ha continuato Liberati, è la costituzione di un tavolo di lavoro sui servizi informatici, problema questo essenziale per il futuro di tutte le BCC italiane. Finalmente sono stati avviati passi concreti per la concentrazione del frammentato sistema attuale, un sistema che presenta duplicazioni e diseconomie che soltanto attraverso un’aggregazione organica potranno essere superate. Sul piano della ricerca di aggregazioni di sistema, la nostra Federazione è in prima linea. È partito ormai il Piano di integrazione SINERGIA che porterà la nostra Cesecoop, l’UPF, la SOAR, e il ramo Iside di backoffice, in un unico soggetto consortile. Liberati ha poi ricordato che accanto al Gruppo imprenditoriale, indispensabile braccio operativo per la fornitura di prodotti e servizi alle BCC, “è più che mai essenziale

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Maurizio Manfrin Presidente della Cassa Rurale dell’Agro Pontino

il motore politico associativo, costituito dalla Federazione nazionale. Una Federazione che rafforzi sempre più il proprio ruolo di regia e impulso sull’intero sistema, come abbiamo avuto modo di sottolineare nelle diverse sedi. Una Federazione che non solo detti le regole associative e comportamentali per tutto il sistema associativo, ma che, soprattutto, faccia seguire e rispettare queste regole in coerenza con una visione di convivenza cooperativa matura e responsabile”. Anche dal lato organizzativo – ha concluso il Presidente


– “ci siamo mossi per tempo per migliorare i processi di lavoro e promuovere assetti sempre più efficienti. Per una BCC reggersi esclusivamente sull’intermediazione tradizionale, che genera margini sempre più compressi e assorbe capitale, diventa un’impresa sempre più ardua senza una efficiente gestione dei costi. Tutte le attività non strettamente funzionali alla raccolta e agli impieghi vanno esternalizzate. Troppe attività sono ancora effettuate dalle singole banche, con duplicazioni e aumento dei costi. Possiamo affermare che l’efficienza della Fe-

derazione è cresciuta, con l’erogazione di servizi sempre migliori e a condizioni competitive per le associate. A tale proposito va ricordato come, anche nel 2011 e per il quarto anno consecutivo, la Federazione abbia restituito alle banche aderenti una parte dei contributi dalle stesse versati (360.000 euro per il 2011, per un totale di 1.150.000 euro negli ultimi 4 anni)”. Marciando compatte su queste direttrici, le nostre banche potranno continuare a svolgere serenamente la loro missione al servizio dei soci e delle comunità locali nei territori di riferimento. È intervenuto, poi, Maurizio Manfrin Presidente della Cassa Rurale dell’Agro Pontino, che ha ricordato le risorse del territorio pontino, terra bonificata e ricca oggi di tesori ambientali ed eccellenze agricole. Il Presidente Manfrin si è detto fiero ed orgoglioso di ospitare l’asManfrin: “La Federlus semblea della Federaoggi è una delle zione proprio nel 2012 Federazioni Italiane per tre ragioni: “perché più efficaci, efficienti, questo è l’anno internaattiva e ben zionale delle cooperaorganizzata. Riesce tive, poi perchè sempre ad avere una visione quest’anno ricorre il sesattenta e puntuale santesimo anno dalla del futuro che fondazione della Cassa e abbiamo davanti, noi per celebrare questa un futuro da scrivere ricorrenza abbiamo deinsieme” ciso di far realizzare da un noto artista della zona, una statuetta che rappresenta il bonificatore, ossia colui che con tanto lavoro e fatica ha fatto dell’Agro Pontino la splendida terra che è oggi. Infine, ma non per ordine di importanza, perché la Federlus oggi è una delle federazioni locali italiane, più efficaci, efficienti e ben organizzate e grazie alla sue risorse disponibili, riesce ad avere, e quindi a trasmetterci, una visione precisa e puntuale del futuro che abbiamo davanti, un futuro da scrivere assieme”. “Tutto ciò – ha proseguito Manfrin – lo dobbiamo al nostro Presidente Liberati che grazie alla sua determinazione è riuscito a creare nella Federazione una squadra efficace ed efficiente. Il mio ringraziamento va anche a tutte le risorse della Federazione che sotto la guida del Direttore Grignaschi ci hanno portato ad essere, ripeto, una delle Federazioni più attive e propositive”.

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PRIMO PIANO

Manfrin ha poi omaggiato assieme al Vice Presidente della Federlus Maurizio Capogrossi e al Vice Presidente della CRA dell’Agro Pontino Gianfranco Baldi, il Presidente Liberati per la sua nomina a Cavaliere del Lavoro, nomina avuta dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per il suo impegno e la sua dedizione alla Cooperazione. Magagni: Si è proseguito con i saluti del Sindaco “È nell’interesse di Sabaudia, Maurizio Lucci, che ha di tutti che le BCC ringraziato il Credito Cooperativo per il utilizzino appieno suo ruolo di supporto al servizio del teri servizi del Gruppo ritorio pontino. bancario: più le Giulio Magagni, Presidente dell’Iccrea banche utilizzano Holding, ha portato il saluto del Gruppo il Gruppo, più questo imprenditoriale del Credito Cooperativo, si rafforza, dando ringraziando la Federlus per il sostegno ulteriore vigore allo stesso e per la vicinanza fattiva alal Credito Cooperativo l’Emilia Romagna colpita dal terremoto. e creando la Il Gruppo, ha detto, sta portando avanti possibilità di fare progetti importanti che significano un economie di scala. punto di svolta, in particolare il sistema Il Gruppo, da parte informatico unico. È uno di quei prosua, sta facendo getti – ha affermato Magagni – che non e farà il massimo possono trascinarsi a lungo, ma che per migliorare vanno conclusi con rapidità e decisione. il proprio supporto C’è necessità di razionalizzare tutte le al servizio delle BCC” attività, così come vanno razionalizzati i costi, ancor oggi elevatissimi a causa

Giulio Magagni Presidente Iccrea Holding

Alessandro Azzi Presidente Federcasse

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di una inutile frammentazione delle attività. Solo così si può affrontare una crisi che non permette di aumentare i margini di guadagno dall’intermediazione. Mai come in questo momento è necessario essere uniti, con regole più stringenti. Abbiamo bisogno, ha aggiunto, che la gestione delle singole BCC sia in mano a amministratori preparati, in grado di aggiornarsi e di far fronte a un panorama complesso, per evitare che insorgano difficoltà che poi vanno a pesare su tutto il Movimento. In questa situazione è nell’interesse di tutti che le BCC utilizzino appieno i servizi del Gruppo bancario: più le banche utilizzano il Gruppo, più questo si rafforza, dando ulte-


riore vigore al Credito Cooperativo e creando la possibilità di fare economie di scala. Il Gruppo, da parte sua, sta facendo e farà il massimo per migliorare il proprio supporto al servizio delle BCC. “Uniti potremo riuscire a vincere la crisi, affrontando un mondo completamente diverso. Da soli – ha concluso, Magagni – non si va da nessuna parte”. Il Presidente della Federcasse, Alessandro Azzi, ha delineato gli scenari evolutivi di fronte alle nostre banche ricordando come le tendenze in atto siano rese più complesse dalla profonda crisi che ci troviamo di fronte. “Il Credito Cooperativo, come l’Italia, come l’Europa, ha detto, deve prendere atto del cambio di marcia, forse di paradigma, necessario nei processi produttivi e finanziari e trarne le dovute conseguenze. È stato sempre fatto nella nostra storia, in un modo o nell’altro, ottenendo successi oggettivi e per tanti aspetti straordinari. Dobbiamo, e possiamo, farlo anche ora, in una delle fasi storiche più complesse della nostra società, con un disegno ancora più chiaro e condiviso”. A livello di sistema, ha proseguito Azzi, i cantieri aperti sono numerosi e notevoli sia sul piano associativo sia sul piano del supporto esterno per le BCC. Il presidente di Federcasse

Azzi: “L’orgoglio per il buon lavoro fatto in Federlus questa mattina si respira e si apprezza. Tangibilmente. Mi complimento sinceramente. È l’investimento che si raccoglie dopo una buona semina”

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PRIMO PIANO

ha citato l’individuazione del modello organizzativo “minimo” delle BCC, con la focalizzazione delle attività che debbono essere mantenute nella banca e quelle che possono essere esternalizzate; l’ottimizzazione della rete associativa, con la definizione di funzioni precise per ciascun nodo, con l’obiettivo di realizzare una maggiore efficienza ed efficacia dei servizi complessivamente resi alle BCC; e poi – di grande importanza – la ricerca di maggiori sinergie per la rete imprenditoriale, dalle banche di secondo livello ai centri servizio, alle società informatiche. Su questi aspetti la Federazione Lombarda e la Federazione Lazio Umbria Sardegna sono impegnate da anni, con il progetto di Iside e, oggi, con la realizzazione della nuova società Sinergia, che mette insieme quattro realtà: Upf, Soar, Cesecoop ed il ramo di attività di Iside attivo nel comparto dei servizi e che rappresenterà un importante passo avanti nel raggiungimento di una maggiore efficienza a vantaggio delle BCC. Quanto all’impegno per le BCC in difficoltà, il caso del Credito Cooperativo fiorentino, vicenda questa che è stata ben gestita, ma che non deve più ripetersi. “La soluzione trovata dopo venti mesi di commissariamento, ha comportato un importante sacrificio per tutta la categoria. Nessuno lo mette in dubbio. Ma ha consentito di raggiungere tre prioritari obiettivi. Primo: minimizzare il costo aggregato per il sistema. Secondo: proteggere l’immagine e la reputazione del Credito Cooperativo.

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Terzo: salvaguardare la parte sana della banca, le relazioni positive con il territorio, il valore degli asset”. Certo, ha aggiunto, questi sono episodi che invitano tutti a riflettere sulle regole dello stare insieme: “c’è stata un’approfondita discussione in Comitato Esecutivo di Federcasse. Ci siamo chiesti: bastano gli strumenti e i soggetti a disposizione o è necessario crearne di nuovi? Emerge una pluralità di visioni. Si chiedono passi avanti coraggiosi, ma senza mettere a repentaglio l’unità. E a questo riguardo occorrono un codice comportamentale rigoroso; il coinvolgimento dei soggetti imprenditoriali, coerenti e non concorrenti; la supplenza verso Federazioni Locali inadeguate o inefficienti”. È indispensabile per il futuro, insomma, un ruolo attivo delle Federazioni locali per individuare ed espellere le BCC devianti dal percorso della sana e prudente gestione, prima che sia troppo tardi. L’unità – ha affermato Azzi – è sempre stato una valore essenziale nella vita del nostro sistema associativo. Ora però l’unità va coniugata con la sostenibilità, anche a costo di sacrificarla ove richiesto dalla preservazione di quello che può considerarsi unico valore assoluto, ossia la sana sopravvivenza e lo sviluppo del movimento del Credito Cooperativo. Concludendo, Azzi ha ricordato le Considerazioni Finali del Governatore di Bankitalia Ignazio Visco, che ha invitato tutti gli intermediari – e dunque anche noi – a rivedere il proprio modello imprenditoriale. “Ben disponibili a metterci in discussione, se necessario, per migliorarci. Federcasse è in prima linea nell’affrontare, insieme alle Federazioni locali e alle BCC, questa difficile fase storica”, perché “la nostra idea di Federcasse è esattamente quella di una realtà in primo luogo utile, funzionale alle esigenze del sistema; poi attenta, in ascolto, capace di intercettare esigenze e bisogni”. Il Presidente Azzi ha poi concluso il suo intervento affermando “l’orgoglio per il buon lavoro fatto in Federlus questa mattina si respira e si apprezza. Tangibilmente. Mi complimento sinceramente. È l’investimento che si raccoglie dopo una buona semina. Questo spirito conservatelo, accrescetelo, esportatelo, diffondetelo. Io lo porterò con me all’assemblea


pomeridiana di un’altra nostra Federazione, e sarà prezioso per me portarvi a buon esempio. Con questo spirito si alimenta la buona e razionale speranza, che possa scacciare per sempre i fantasmi e le ombre della paura”. Dalla relazione del Direttore Generale Federlus, Paolo Giuseppe Grignaschi, la rappresentazione dei risultati “in controtendenza” del sistema interregionale: “I risultati danno ragione” alle BCC del Lazio Umbria Sardegna che, in un esercizio 2011 estremamente difficile, hanno mostrato ancora segnali incoraggianti, sia in termini di sostegno ai territori di competenza, sia con riferimento alla stabilità degli equilibri tecnici interni. È continuato, infatti, anche per l’esercizio appena concluso l’incremento dei finanziamenti all’economia con un volume complessivo che ormai supera gli 8,6 miliardi di euro e un tasso annuo di crescita del +9,5% (+1,5% il Sistema Bancario). Oltre il 40% dei finanziamenti è andato alle famiglie consumatrici; il 33% è stato canalizzato al settore produttivo attraverso le famiglie produttrici e le imprese. In aumento anche le masse fiduciarie, pari a 10,8 miliardi di euro, con un incremento dell’1,5%. Quanto alla redditualità, a fronte di una lieve riduzione del 4,75% dell’utile aggregato (per svalutazioni su crediti e per attività di negoziazione titoli), il bilancio consolidato delle BCC Federlus mostra un incremento del +13,6% del margine di interesse, una dinamica positiva

del +4,7% del margine di intermediazione e una riduzione dei costi operativi dell’1,4%. La rischiosità del credito rimane tutto sommato sotto controllo con un aumento delle sofferenze lorde del 18,7%, a fronte 37,6% di sistema. Il Direttore Grignaschi ha poi rappresentato come negli ultimi anni ci sia stato un sviluppo quali-quantitativo delle attività da parte della Federazione. Nel triennio trascorso, infatti, si è registrata per la struttura federativa una crescita consistente dei volumi di attività, che ha riguardato tutti i principali servizi offerti alle Associate, evidenziando la sua capacità di supportare le Banche nell’adeguamento normativo con un focus particolare sullo sviluppo organizzativo ritenuto il principale elemento di differenziazione competitiva. Inoltre, mentre i contributi richiesti alle Associate sono costantemente diminuiti negli ultimi anni e sono stati restituiti parte di essi alle Banche, il valore dei servizi erogati ai soci è costantemente aumentato rispetto al loro costo. Si è puntato al perseguimento dell’efficienza tenendo sotto costante controllo i costi e diversificando le fonti di ricavo ampliando anche la compagine dei clienti ed incrementando quindi i non soci, moltiplicando le opportunità di scala e scopo. Durante l’Assemblea si è anche proceduto al rinnovo delle cariche sociali. Confermati Alfredo Ballini, Giulio

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PRIMO PIANO

Capitini, Maurizio Capogrossi, Domenico Caporicci, Franco Cardinali, Claudio Ceccarelli, Fabrizio Chicca, Natale Coccia, Michele Fasulo, Giuseppe Ginnasi, Francesco Liberati, Stefano Liverani, Maurizio Manfrin, Antonio Marinelli, Pietro Mencarini, Pietro Mencattini, Gianluca Nera, Gino Polidori, Antonio Scarpinella e Luciano Sgarbossa. Nominati nuovi consiglieri Alcide Casini, Claudio Ferri e Aldo Pavan e confermati Aldo Anellucci, Luciano Eufemi e Mario Guerrini al Collegio Sindacale. La mattinata dei lavori si è conclusa con un intervento della Professoressa Marina Brogi, docente di Economia e Tecnica dei Mercati Finanziari dell’Università Sapienza di Roma e Vice Preside della facoltà di Economia, che ha trattato il tema della governance e del controllo dei rischi con un approfondimento dal titolo “C’è un futuro nel bene avvenire”.

MARINA BROGI

L’IMPORTANZA DEL PATRIMONIO Marina Brogi, docente di Economia e tecnica dei mercati finanziari all’Università la Sapienza di Roma ha ricordato come le banche mantengano un ruolo importante nel sistema economico mondiale nonostante i rovesci drammatici degli ultimi anni. Per questo la governance e il controllo dei rischi rimangono temi all’ordine del giorno. La governance, ha sottolineato Brogi, è fatta da uomini che devono essere d’esempio alla società, non importa quanto piccola sia la banca. Ha ricordato come ci fosse chi, nel 2008, diceva che la crisi subprime era governabile e non sarebbe arrivata a contagiare l’Europa. Nello stesso torno di tempo però Draghi già ammoniva sulla carente gestione del rischio che minacciava di travolgere gli istituti bancari più importanti. Anche molte società quotate, ha aggiunto Brogi, hanno avuto la pecca di avere amministratori che hanno sottovalutato i segnali di difficoltà. Il problema di molte banche, in particolare, è stato il peggioramento del capitale, inadeguato a fronteggiare rischi sempre crescenti e con la necessità, quindi di ricapitalizzarsi in frangenti estremamente difficili. Non è stato il caso delle BCC che sono risultate adeguatamente patrimonializzate, anche se è necessario tenere acceso il faro sul problema sofferenze e su quello della redditività, da tutelare anche con una attenta politica di contenimento dei costi.

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PAOLO GIUSEPPE GRIGNASCHI

IL CONTENIMENTO DELLA RISCHIOSITÀ Il periodo 2009-2011 è stato caratterizzato, nel nostro Paese, da una evoluzione significativa del conteso di rischio. Tale evoluzione è ben rappresentata dall’incremento consistente dei crediti problematici e dalle connesse esigenze di svalutazione economica. Questo fenomeno ha riguardato anche le Banche di Credito Cooperativo di Lazio Umbria Sardegna, anche se in misura inferiore rispetto al complessivo sistema del Credito Cooperativo e al resto del Sistema Bancario. Le crescenti difficoltà dal lato della raccolta – indotte dall’instabilità finanziaria che tuttora caratterizza i grandi mercati all’ingrosso – hanno comportato inoltre un incremento del rapporto impieghi Vs raccolta, che si mantiene, però, su livelli più contenuti presso le Banche della Federazione, rispetto al resto del Sistema.

LA STABILITÀ PATRIMONIALE L’incremento consistente dei volumi – e per questa via delle attività ponderate per i rischi – non ha comportato per le Banche della Federazione un deterioramento degli indici di adeguatezza patrimoniale, che a tutt’oggi si mostrano ben al di sopra dei vincoli imposti dalla normativa. Nel periodo, infatti, sono complessivamente cresciuti entrambi i riferimenti prudenziali, sia il Tier 1 capital ratio che il Total capital ratio.

DIMINUZIONE COSTANTE DEI CONTRIBUTI E LORO RESTITUZIONE ALLE BCC In termini assoluti, i contributi richiesti dalle associate diminuiscono costantemente da 5 anni al netto di quanto la Federazione contribuisce al resto del Sistema. Sono quattro anni ormai che la Federazione restituisce parte dei contributi annuali delle BCC. Dal 2008 sono stati restituiti complessivamente 1,1 milioni di euro.


DAL MOVIMENTO

Sinergia la fusione

Cesecoop, Ups, Soar Con l’Assemblea del 10 ottobre 2012 (preparte delle BCC toscane), ha determiceduta dall’Assemblea dei Soci di Cesecoop nato la composizione dell’organo amdel 1° agosto 2012 e di quella di UPF del ministrativo e di controllo. 27 luglio 2012) si è conclusa formalmente SINERGIA, con le proprie 4 sedi opela prima parte del percorso societario di SIrative di Treviglio, Firenze, Roma e, da NERGIA, la costituita Società di servizi di gennaio 2013, Palermo, le oltre 380 rilavorazione massiva del back-office bancasorse sul campo una volta concluso il rio, operations e supporto organizzativo alle percorso aggregativo, i propri 12 mila Banche, sintesi dalla comune volontà della clienti finali nelle 180 BCC servite, soFederazione Lombarda, della Federazione cie e clienti, i 45 milioni di euro circa Toscana e della nostra FederLUS (attraverso di fatturato annuo, rappresenta, nei nula partecipazione di rilievo della BCC di meri e nei fatti, una sfida particolarRoma) di far confluire in un Soggetto unimente importante ed impegnativa per tario a disposizione di 115 BCC Socie (di Alessandro Coloricchio l’intero movimento cooperativo. cui 23 del Lazio, Umbria, Sardegna), le pre- Condirettore Generale Sinergia Il gruppo della nostra ex Cesecoop concedenti esperienze legate alla nostra CESEtribuirà alla nuova SINERGIA con tutte COOP, a UPF (per le BCC lombarde e venete) e a SOAR le 41 risorse già operative ed io sarò condirettore gene(per le BCC toscane). rale. Altresì, il percorso già delineato, prospettato ed approvato La riduzione dei costi delle BCC associate attraverso dalle nostre BCC FederLUS in sede della menzionata l’efficientamento delle linee produttive, l’incremento Assemblea straordinaria della incorporanda Cesecoop delle masse critiche che dovranno consentire economie del 1° agosto 2012, potrà dirsi completato con l’acquidi scala e di scopo, l’integrazione delle competenze per sizione da parte di SINERGIA del ramo di azienda di creare un “attore” in grado di competere anche sul merISIDE-Palermo, dedicato, per l’appunto, alle lavorazioni cato non “captive”, il costante miglioramento dei processi di back-office delle BCC Siciliane, previsto a partire dal e dei sistemi attraverso una incrementata capacità di in1° gennaio 2013. vestimento, la possibilità per le BCC di accedere ad una Nel dettaglio, la 1ª Assemblea di SINERGIA, oltre a gamma certamente più estesa di prodotti e servizi, rapdeliberare circa il testo del nuovo Statuto della Società presentano un insieme di componenti fondamentali, che e riguardo la proposta di aumento del capitale sociale in dovranno dettare e caratterizzare il successo futuro del servizio del conferimento in natura del ramo neo-costituito Consorzio. d’azienda back-office da parte di SOAR (onde consentire Alessandro Coloricchio il successivo ingresso nella compagine sociale anche da

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PUNTO CONGIUNTURALE

L’euro ha rischiato grosso,

ma oggi è più forte

Stefano Caselli, pro-rettore della Bocconi: “Le banche in passato hanno avuto responsabilità nella crisi, poi sono riuscite a ricapitalizzarsi. Rimane il problema di uno spread troppo alto”

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Il 2012, anno da archiviare. O quasi. Tra crisi economica, disgregazione politica e importanti successioni alla guida di Governi e Stati, sarà difficile dimenticarsi di questo anno che si avvia alla conclusione. L’Europa è stata completamente trasformata. E il mondo del credito, il sistema bancario nel suo complesso, non è stato da meno. Per capire cosa è accaduto e come è cambiato lo scenario in cui ci troviamo, abbiamo raggiunto Stefano Caselli, pro-rettore dell’Università Bocconi di Milano. Professor Caselli, che cosa è cambiato per il mondo della finanza? Il 2012 è stato l’anno in cui si è passati dal rischio reale di una disgregazione dell’euro e dell’Europa a un cambiamento in termini di progresso verso un’Unione Europea molto più coesa. Dal male è nato qualcosa di buono... Sì, è come se il rischio, la necessità e la ragionevolezza dei singoli capi di Stato li abbia questa volta convinti a mettersi insieme veramente. Non con la stessa voglia che c’era nel ‘57 o nel ‘92 quando la spinta creativa per costruire l’Unione Europea era molto forte. In questa occasione è stata la necessità di dettare le regole del gioco a fare da padrone, ma è andata bene così. In fondo si può realizzare l’incredibile anche senza entusiasmo. Quali sono stati i passaggi fondamentali di quest’anno? Seppur faticosamente raggiunti superando e gestendo al meglio gli scontri con la Germania, i passaggi veri sono stati tre. Il primo... Senza dubbio il fondo salva stati, il bazooka che è stato costituito ed ora è pronto per essere utilizzato. È una sorta di salvadanaio da 500 miliardi di euro di cui l’Unione Europea si è dotata per salvare i paesi che ne hanno bisogno e che possono attingervi in cambio di covenant (garanzie, ndr) di natura politica. Se qualche paese vuole essere aiutato deve perdere una parte della sua sovranità nazionale e questo è un passaggio epocale. Ora lo strumento esiste, c’è e i Paesi possono utilizzarlo. Il secondo....


La super-vigilanza della Banca centrale Europea. Entro sforzi nel ricapitalizzarsi, ovvero nel chiedere ai propri il 2014, infatti, i poteri di controllo sulle grandi banche azionisti altri soldi da iniettare nelle loro casse. Ora però di tutti i Paesi dell’Unione saranno trasferiti dal livello hanno esaurito le scorte. Si sono strutturate ma è come nazionale a quello europeo. Questo significa che ciò che se gli spread alti risucchiassero le loro provviste. è più rilevante in un Paese, ovvero il sistema bancario, E quali sono le vie d’uscita? diventa europeo. Un passaggio, anche questo, storico, Sono due, la prima praticabile la seconda molto difficile che ha una valenza politica molto forte. da attuare. La prima consiste nell’auguIl terzo... rarsi che il sistema paese vada avanti e Non si può non citare il fiscal compact e quindi che, di conseguenza, il sistema “Va studiato l’insieme delle regole per far convergere gli bancario riprenda a raccogliere denaro a un meccanismo assetti fiscali dei singoli stati, un’operazione un costo accettabile. di incentivi e di sconti veramente complessa a cui c’è bisogno di E la seconda? per le banche che lavorare ancora per molto. Ma c’è un ulteÈ molto più complessa. Consiste nel rifanno investimenti riore elemento che va sottolineato... modulare la regolamentazione sul capitale per le piccole e medie Quale? in modo intelligente. imprese. O forme La presenza di un personaggio come il nostro Detto in termini semplici? di supporto premier, Mario Monti, che essendo primo Va studiato, per esempio, un meccanismo per quegli istituti che ministro di uno dei Paesi fondatori della Ue di incentivi e di sconti per le banche che ristrutturano il credito ha svolto un ruolo decisivo sia nella proposta fanno investimenti per le piccole e medie delle aziende in modo del fondo salva stati sia nel lavoro diplomaimprese. O forme di supporto per quegli da incentivarle tico di conciliazione dei punti di vista tra gli istituti che ristrutturano il credito delle a sostenere stati deboli e la Germania. aziende. In modo da incentivarle a sosteil territorio” E l’euro, la nostra moneta, è più forte o nere il territorio. E non a scappare dagli più debole di prima? aiuti al tessuto industriale italiano. L’euro esce bene da questa crisi grazie al fatto che il Ilaria Molinari dollaro non sta benissimo. In fondo resta un progetto credibile e gli investitori stranieri lo sanno. Conta molto la dimensione dei paesi che usano una valuta e il loro peso economico nel panorama mondiale e l’Europa, in fondo, è grande come l’America. Quanto ha rischiato l’Europa e tutti noi europei? Moltissimo. Con la crisi, gli europei si sono trovati a un passo dalla completa distruzione di tutto il sistema. Per la prima volta dalla sua costituzione si è percepito il reale pericolo che l’euro poteva sfaldarsi. Ma siamo riusciti a dare una sterzata decisiva, forte, la volatilità sui mercati si è via via ridotta e il fatidico spread, ovvero la differenza tra il rendimento dei nostri titoli di stato e quello dei titoli di stato tedeschi, si è stabilizzato. È vero, ma comunque resta alto... Sì, e questo pesa moltissimo sulle banche. Perché? Perché il costo della provvista dei soldi dipende dallo spread. All’inizio dell’anno la situazione era drammatica ma gli spread continuavano a oscillare come impazziti. Oggi quantomeno sono stabili ma ancora troppo alti e questo per le banche è un problema. E resterà il problema principale anche nel 2013. Ma le banche hanno qualche responsabilità? Forse in passato. Oggi, di certo, hanno fatto molti

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TESORI DEL TERRITORIO

Perugia

Una provincia

tra sogno e realtà

Quando l’economia è intimamente connessa a bellezza e cultura di Marco Testi

Quando si parla di Umbria, uno pensa subito all’immagine del Santo di Assisi che parla con gli animali, o, non necessariamente in alternativa, di aristocratici profili di eteree fanciulle appartenenti ad un tempo che fu. Soprattutto se si parla di Perugia e del suo territorio vengono in mente i colori di un medioevo che non è stato poi così tetro come qualcuno lo ha immaginato, un medioevo di sfilate e quintane, di madonne assorte in preghiera silente e di affreschi che narrano storie di miracoli e conversioni. A dire la verità, se ci si va oggi, nonostante la crisi si ha come l’idea che quella capacità di fare, di costruire, di realizzare e di continuare le proprie tradizioni non sia mai tramontata. Se ci si riferisce all’Umbria in toto, il tasso di disoccupazione (5,2%) è più basso rispetto a quello nazionale, tenendo conto che questa è una dimensione fatta soprattutto di piccole realtà. I segmenti più importanti sono quelli legati all’industria e all’agricoltura, che ancora oggi ha la sua grande importanza, come nel caso del tartufo nero, con Norcia e Spoleto al primo posto. Come tutti sanno, una delle attività più rilevanti dell’artigianato umbro è quella delle ceramiche, che ci permette, nel 2012, di ammirare – e sognare – le dolci fattezze delle Elene, delle Beatrici, delle Lise immortalate sui celebri piatti e brocche di Deruta e Gualdo Tadino. Certamente commercio, vendita, arte di massa e finalizzata al guadagno: però i sognatori e gli innamorati del medioevo umbro devono convincersi che anche allora, nel XIII secolo, le cose stavano così. Non si andava a

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Anche fuori Perugia si respira aria d’arte: il pensiero va agli affreschi giotteschi della chiesa di San Francesco ad Assisi e ad altre tracce in stupende cittadine come Gubbio, Bettona, Spello e Foligno

dipingere gratis le chiese, non si cedevano gratis le anfore, e non c’è nulla di male in tutto questo, anzi, tutto questo è stato il cuore pulsante di quelli che sono diventati i nostri sogni di un passato pieno di dame e cavalieri cortesi. Ma quell’economia che continua – nonostante tutto – oggi, viene da lì, dalle committenze per gli affreschi e dagli artigiani che nelle loro officine facevano materialmente una cultura che poi si trasferì nell’immaginario collettivo e nei sogni di quanti vagheggiavano il ritorno di cortesia e nobiltà d’animo. Oggi quell’economia è fatta di servizi pubblici, di scuola e istruzione (a livello internazionale, come prova la presenza dell’Università per stranieri di Perugia), di apparecchiature: le industrie meccaniche sono concentrate nella zona di Foligno, quelle per l’agricoltura nel polo


di Città di Castello-San Giustino. Ma non dobbiamo dimenticare un importante segmento, quello delle acque minerali, forte soprattutto a Sangemini e Gualdo Tadino. La provincia perugina è una delle zone in cui il commercio al dettaglio resiste nonostante l’assalto dei centri-città, come resiste il settore tessile e quello, di altrettanto nobile passato, della carta e della filiera della stampa, concentrato soprattutto a Città di Castello e a San Giustino. Ci sono ben 120 imprese legate all’attività editoriale. È, questo settore intimamente connesso alla carta, un’altra testimonianza del legame attivo con il passato, perché dura fin dal Cinquecento e vede accanto a depliant e guide, pregevoli volumi e rinomati cataloghi d’arte, il che prova come l’economia si possa sposare con la bellezza e la cultura. Se pensiamo che l’artigianato della ceramica, che ha contribuito ulteriormente al prestigio umbro nel mondo, risale al XIV secolo, e

Assisi, Basilica superiore

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TESORI DEL TERRITORIO

che probabilmente le botteghe artigiane avevano iniziato ancora prima, in modo più sparso e disorganizzato la loro attività, il lettore avrà un’idea di come questa provincia possa vantare un legame attivo e niente affatto nostalgico con il passato. Però la provincia di Perugia è anche e soprattutto natura, perché siamo in un territorio che ha saputo, anche nei momenti critici dell’assalto cementizio, armonizzare natura, cultura e abitabilità, il che spiega perché molti importanti protagonisti dell’economia, dell’arte, della musica e della cultura internazionale si facciano casa proprio qui. La campagna è uno dei punti qualificanti della regione perugina: la sua dolcezza ha ammaliato poeti e pittori: uno dei essi. l’irruento Carducci, si fermò commosso alle Fonti del Clitunno e scrisse una celebre lirica, raccolta nelle Odi Barbare, nella quale il poeta coglieva l’inestricabile e fecondo nesso tra presente e passato di quella terra:

Veduta di Corciano

Situazione difficile, individuare le priorità aspettando la ripresa

Antonio Marinelli Presidente BCC Mantignana e Perugia

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Il 2012 si è manifestato come un anno molto difficile per l’economia italiana. E purtroppo anche il 2013 non sarà un anno facile. Qual è la situazione nella provincia di Perugia? I lievi segnali di ripresa che avevano caratterizzato l’economia nel corso del 2010 si sono in parte confermati nei primi mesi del 2011, pur in presenza di livelli di attività ben al di sotto di quelli registrati prima della crisi. Ma già nell’ultima parte del 2011 – in particolare a partire dalla fine dell’estate ed a tutt’oggi – si sono evidenziati alcuni segnali di ricaduta sia sul versante dei consumi interni, sia – per quanto riguarda le imprese – sul versante dei fallimenti e dell’equilibrio finanziario. Nello sguardo d’insieme non va sottovalutata la crisi di comparti specifici come l’edilizia e il suo indotto: un settore che ha un peso rilevante nel sistema economico locale e che probabilmente dovrà essere riconsiderato alla luce della nuova situazione economica e dell’esaurirsi dell’impulso straordinario connesso alla ricostruzione post-sisma del 1997 che ha influenzato le dinamiche di questo ambito produttivo per oltre dieci anni.

Allo stesso tempo, il secondo motore dell’economia, il turismo, resta molto esposto alle dinamiche della crisi economica e, pur in presenza di una sostanziale tenuta dei flussi turistici rilevati, cresce in misura molto contenuta e non sembra riuscire a trainare in maniera sufficientemente decisa l’economia del territorio. Nel mondo della produzione, i segnali di preoccupazione si confermano estesi anche alle imprese non artigiane, con i dati relativi alla nati-mortalità che, pur collocandosi sulla media nazionale, presentano tassi di crescita dello stock in progressivo assottigliamento e con andamenti divergenti nelle due province (+0,12% nella provincia di Perugina, -0,05% nella provincia di Terni). Si deteriorano anche i dati relativi all’Insolvency ratio e alla puntualità nei pagamenti, un fenomeno però che presenta forti connessioni anche con la tendenza sempre più diffusa tra i fornitori ad applicare termini di pagamento più stringenti e con le difficoltà di accesso al credito che, contrariamente al passato, sembra coinvolgere con maggior evidenza le imprese di dimensioni inferiori. Gli indicatori che si riferiscono all’andamento dei consumi, limitati al mercato dell’auto, non consentono una valutazione esaustiva di questo fattore essenziale per la ripresa economica. In ogni caso i segnali che si rilevano continuano ad essere piuttosto negativi, seppure migliori di quelli medi nazionali, con il confermarsi del trend discendente delle prime immatricolazioni di automobili.


CORCIANO Corciano fa parte del ristretto club dei Borghi più belli d’Italia, e non è difficile capire perché. Basta entrare nel suo medievale intreccio di vicoli e strette scalinate, un manufatto armonioso protetto da un circuito murario costruito tra il XIII ed il XIV secolo. Sul punto più alto del borgo svetta la torre comunale (sec. XIII), edificata in pietra calcarea e blocchi di travertino. Il periodo rinascimentale fu molto fiorente per la cittadina, che poté permettersi di adornarsi di pregevoli opere d’arte. Il palazzo del Capitano del Popolo è un’elegante costruzione quattrocentesca, un tempo residenza della magistratura che amministrava Corciano per conto della dominante Perugia. Il pozzo a pianta circolare sul lato sinistro di piazza Coragino, intitolata al mitico fondatore di Corciano, è opera della fine del XV sec. L’attuale palazzo Municipale, sorto nel ‘500, era l’antica residenza dei duchi della Corgna, nobile famiglia perugina. L’odierna sala consiliare conserva un soffitto affrescato, opera secentesca della scuola degli Zuccari. Tra le chiese, la parrocchiale dedicata a S. Maria Assunta merita una menzione speciale. Risale al XIII secolo e all’interno, totalmente rinnovata nell’Ottocento, custodisce due capolavori: l’Assunta dipinta dal Perugino nel 1513 e il Gonfalone di Benedetto Bonfigli datato 1472. Sulla facciata della chiesa di S. Cristoforo, eretta nel 1537, spicca il portale di fattura rinascimentale. Oggi la chiesa è sede del Museo della Pievania, un’interessante raccolta di affreschi e di oggetti di arte sacra. Da non dimenticare anche il piatto tipico del borgo: qui si può assaggiare la classica minestra col battuto. Alla normale minestra di verdure si aggiunge un osso di prosciutto e il battuto di lardo, maggiorana e aglio. A cottura ultimata si aggiungono i quadrucci fatti in casa.

Anche i dati sull’occupazione, sostanzialmente positivi per buona parte del 2011, hanno mostrato una battuta d’arresto significativa nell’ultimo trimestre del 2011 e nel primo del 2012 e poi una certa ripresa nel secondo trimestre dell’anno. I dati si caratterizzano per la forte caduta dell’occupazione femminile e sono particolarmente negativi nei settori delle costruzioni e dell’agricoltura. Resta buona la dinamica del lavoro interinale, mentre ha ripreso ad aumentare il ritmo di crescita delle richieste di ricorso alla Cassa integrazione. Più che nella media nazionale cresce infatti il ricorso alla Cassa in deroga e alla Cassa Integrazione ordinaria, mentre si riduce un po’ il ricorso alla Cassa integrazione straordinaria. Fenomeno che segnala un atteggiamento molto prudente da parte delle imprese che continuano a richiedere una forte flessibilità nell’utilizzo dei lavoratori. Il dato delle esportazioni resta ancora positivo e sostanzialmente in linea con la media nazionale. I segnali positivi giunti alla fine del 2011 dal settore turismo sembrano essere confermati anche nei primi mesi del 2012, anche se dal confronto con altre realtà si percepisce una certa debolezza di questo ambito e una certa fatica nel far valere le proprie attrattive. Le città storiche, in particolare, tengono pur non brillando. Il turismo lacuale (Trasimeno) non riesce ad essere realmente competitivo, il turismo termale non assume dimensioni di effettiva forza trainante. Passando all’analisi del cre-

dito anche nel primo semestre 2012 i bilanci bancari presentano una sproporzione della percentuale di prestiti concessi rispetto alla attività di funding (raccolta). I vincoli imposti da Basilea 3, il basso livello della raccolta e la necessità di preservare gli equilibri di bilancio delle banche determineranno con molta probabilità anche per il 2012 una forte difficoltà ad aumentare il volume di credito alle imprese con “nuovi impieghi”. Il tutto in un contesto caratterizzato da una sempre più evidente polarizzazione del mondo produttivo tra imprese ancora in salute e imprese in difficoltà che determinerà la concentrazione del credito bancario verso le prime. A questa criticità va senza dubbio aggiunta l’aggravante rappresentata dal costo di finanziamento, con tassi di interesse più elevati soprattutto a causa dello spread sui titoli del debito pubblico italiano. La situazione – che fino ad ora appariva piuttosto incerta, con luci ed ombre in ciascuna delle aree prese in considerazione – sembra alla metà del 2012 assumere contorni più chiari e, tendenzialmente, connotati un po’ meno positivi. Le imprese faticano, le esportazioni non decollano, i consumi si riducono, l’occupazione è in affanno, il credito diventa sempre più una criticità: segnali di preoccupazione, anche se è bene sempre mantenere una certa prudenza in relazione alla forte volatilità degli indicatori congiunturali. Emerge che la situazione di stallo – di sostanziale attesa della ripresa – che ha ca-

ratterizzato l’economia locale nell’ultimo periodo tende invece a deteriorarsi. Le imprese già indebolite dalla recessione iniziata nel 2008, sembrano faticare a reggere questo nuovo urto, soprattutto perchè caratterizzate da una struttura imprenditoriale fatta prevalentemente di piccole e piccolissime aziende che, se all’inizio della recessione – anche contando sui patrimoni personali degli imprenditori – hanno affrontato meglio le difficoltà della crisi, ora sembrano essere al limite della propria capacità di resistenza. Come se ne può uscire? La lezione che se ne può trarre è sempre la stessa: fare finanza per la finanza consente l’arricchimento di pochissimi e la stagnazione, se non l’arretramento, di molti. Fare finanza per lo sviluppo, per l’economia reale, per la crescita durevole delle comunità e dei territori fa meno notizia. Per uscire da questa situazione, le politiche regionali e, probabilmente, anche quelle nazionali, se pur utili e da perseguire, non sono e non saranno sufficienti: la crisi è globale, di ampio respiro e sta mettendo in discussione alle basi il modello economico della parte più ricca del pianeta. È comunque necessario individuare azioni, priorità e risorse per fronteggiare al meglio questa fase, in attesa della ripresa mondiale. Nella consapevolezza che le pur necessarie riforme strutturali alle quali il paese sta lavorando non determineranno certo da sole e in tempi brevi la ripresa del

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TESORI DEL TERRITORIO

Plaudono i monti al carme e i boschi e l’acque de l’Umbria verde: in faccia a noi fumando ed anelando nuove industrie in corsa fischia il vapore. Trattandosi di una campagna fertile in tutti i sensi, compreso quello imprenditoriale, ecco che non ci meraviglia l’affermazione di vini pregiati come il Montefalco, il Sagrantino, i Colli del Trasimeno e il Torgiano Rosso Riserva, senza tralasciarne altri ormai conosciuti tra coloro che amano passare spesso da queste parti, come quelli di Bettona, Cannara e Spello. La cultura vinicola è così affermata che a Torgiano esiste un vero e proprio museo del vino che documenta le tradizioni millenarie di questa attività. Non solo vino, però, in quanto gli ulivi di questa campagna sono tra i più celebrati al mondo, anche perchè producono un ottimo olio DOP, grazie al clima mite che permette una lenta e proficua maturazione. In realtà esiste una marea di prodotti tipici di Perugia e dintorni che meriterebbe conoscere e soprattutto assaggiare: per esempio il cioccolato Perugina (adesso prociclo economico, anche se solo un concreto processo di modernizzazione del paese – e per certi versi dei territori – ci permetteranno di innalzare il livello di tasso di crescita potenziale dell’economia. Allo stesso tempo temi come l’innovazione, la dimensione e l’organizzazione delle imprese, l’attenzione ai processi comunicativi – dei prodotti come dei territori – devono diventare a tutti i livelli priorità per assicurare il recupero della competitività e della capacità di crescita del sistema produttivo nazionale e locale. Per quanto riguarda le produzioni agricole tipiche del territorio, come si presenta la stagione? L’Umbria è una regione prevalentemente montuosa e collinare: solo il 15% del territorio è sotto i 200m sul livello del mare. È caratterizzata da una gran varietà di terreni, alcuni dei quali dotati di notevole fertilità, freschi, profondi, formati dal deposito delle alluvioni succedutesi nel tempo. Con poca strada si passa dalle sponde lacustri alle ridenti colline ed ai monti, il tutto coperto da una lussureggiante vegetazione che giustifica l’appellativo con cui la regione è universalmente nota: cuore verde dell’Italia. Tralasciando le produzioni cerealicole, peraltro con una resa di tutto rispetto ed una

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prietà Nestlè) che ha creato un vero e proprio mito non solo nazionale, e che ha a Perugia una sua vera e propria casa del cioccolato, e le quasi altrettanto note lenticchie di Castelluccio di Norcia, le più pregiate del settore, o la carne suina di Norcia, che ha dato origine ad una delle più usate antonomasie della letteratura culinaria, perché in ogni parte del mondo il termine norcino sta per negoziante nativo della zona, specializzato in carne di maiale, soprattutto il rinomato prosciutto di Norcia. Nonostante il mito creato dalle immagini di esangui fanciulle medioevali dipinte sulle ceramiche, la provincia di Perugia è prosaicamente moderna, perché fu istituita solo nel 1860, per unire le quattro delegazioni di Rieti, Orvieto, Spoleto e appunto il capoluogo umbro. Solo più tardi, per l’esattezza nel 1927, Rieti diventerà provincia autonoma, come d’altronde accadde per Terni. La storia di questa zona si perde negli albori dei popoli italici, in questo territorio soprattutto Osco-Umbri ed Etruschi, i quali qui fondarono alcune città, Perugia in primis, lasciando resti di mura e necropoli di grande rilievo. Dell’Augusta Perusia di Ottaviano abbiamo testimonianze note, come l’anfiteatro, il tempio di Marte o il

qualità di elevato livello, tra le coltivazioni 50% in bottiglia. Il tabacco, infine, è conche maggiormente caratterizzano il terricentrato quasi totalmente nell’alta Valle del torio umbro ed in particoTevere e fa dell’Umbria il lare quello della provincia primo produttore in Italia della di Perugina c’è l’olivo, che varietà “Bright”. Il comparto, “La lezione che ha permesso la valorizzache assume una fondamentale possiamo trarre zione anche di terreni rocimportanza sotto il profilo ecociosi e scoscesi ove altre nomico ed occupazionale, sta da questa crisi attività agricole mal si saattraversando una fase di riè sempre la rebbero adattate. La prodimensionamento per la ridustessa: fare duzione di olive da olio suzione dei contributi CEE ed è finanza per la pera i 500.000 quintali con tendenzialmente orientato allo finanza consente una resa alla frangitura di sviluppo di nuove colture 100.000 quintali circa di adatte alla formazione di biol’arricchimento olio extravergine di altismasse per la produzione di di pochissimi sima qualità, valutato fra i energia alternativa. e la stagnazione, migliori a livello nazionale. L’annata agraria in corso è se non La vite, poi, è una coltivastata condizionata in modo zione a cui l’Umbria è vodeterminante dall’andamento l’arretramento, cata per antichissima trastagionale, come nel resto del di molti. Fare dizione grazie alle favorePaese, che ha penalizzato in finanza per lo voli condizioni climatiche particolare il raccolto dell’uva sviluppo, per e pedologiche di cui gode. (-50%) e quello dell’olivo (l’economia reale, La produzione supera gli 80%). Sul piano economico, 800.000 quintali di vino di il lieve aumento dei prezzi per la crescita prima qualità (tra cui i fadelle produzioni ha compendurevole delle mosi Rubesco, Rosso di sato in misura insignificante comunità e dei Montefalco, Grechetto, il valore della mancata racterritori fa meno tutti provenienti da vitigni colta. Come è stato accennato autoctoni) e viene comparlando della coltivazione del notizia” mercializzata per oltre il tabacco, anche in Umbria


IL VINO Il vino in questa zona ha dei veri e propri luoghi di culto, anzi dei veri e propri musei, come succede a Torgiano, dove esiste un Museo del vino, un vino rinomato, favorito dalla peculiarità della zona, medio-collinare, presso il Tevere, con componente tufacea ed argillosa adatta a questo tipo di coltura, protetta tra l’altro dai venti freddi grazie ai rilievi di Perugia e di Assisi. Il Torgiano vanta una antichità anch’essa doc, perché lo troviamo citato perfino nei manoscritti dei monasteri benedettini. Il bianco è composto da Trebbiano (dal 50 al 70%), Grechetto (15-40) ed altre uve (massimo 50%) con una gradazione minima di 10,5°, mentre il rosso è affidato a Sangiovese (dal 50 al 70%), Canaiolo (15-30), Trebbiano (10) e altre uve (al massimo 30%), con una gradazione minima di 12°. Il Sagrantino di Montefalco da parte sua ha da sempre diviso gli esperti sulle origini del suo vitigno (italico? Africano?), ma già dal Rinascimento ha cominciato a farsi largo nei gusti di quelli che contavano. Secco o passito, questo vino richiede particolari attenzioni per la sua giusta maturazione. L’ormai famosa produzione dei Colli Martani offre ottimi Trebbiano, Grechetto e Sangiovese.

sono in corso trasformazioni nello sfruttamento dei terreni e si punta ad individuare soluzioni alternative, spesso fortemente innovative. Un esempio, tra i tanti, di cui è stato ampiamente riferito sulla stampa1 è dato dall’iniziativa di un giovane esponente della famiglia Margaritelli (titolare del marchiobrevetto di un famoso pavimento in legno e con cui la nostra Banca intrattiene da anni consolidati rapporti) che ha avuto la brillante idea di destinare all’arboricoltura una porzione della propria azienda agricola di Città della Pieve in provincia di Perugia. Partendo dalla constatazione che l’Italia è uno dei maggiori importatori di legno “nobile” Andrea Margaritelli ha avviato una coltivazione d’avanguardia basata su un albero altamente pregiato, il rovere francese, che – seppur destinata a divenire realmente produttiva non prima di 140/150 anni – rappresenta tuttavia un primo importante passo avanti in questo settore per il nostro Paese, offrendo fin d’ora un essenziale contributo al riequilibrio idrogeologico del territorio . Perugia è caratterizzata da un’economia diversificata. Quali sono i settori di punta?

Il 2011 si è chiuso con una sostanziale tenuta del sistema imprenditoriale perugino, il numero di imprese iscritte ha registrato infatti un incremento dell’1,2%, nel triennio 2009-2011, anche se nel 2011 si è assistito ad un rallentamento nella crescita (le imprese che si sono iscritte nel 2011 sono 4.298 mentre quelle che hanno cessato la propria attività sono 4.188, portando lo stock complessivo a 74.160 imprese registrate). L’incidenza della componente artigiana si attesta al 25% del tessuto produttivo provinciale, pur presentando negli ultimi 3 anni un trend negativo costante (con un calo di 580 unità rispetto al 2009). Le dinamiche settoriali, basate sul numero di imprese attive al giugno 2012, denotano un’intensificazione del processo di terziarizzazione dell’economia locale, con un calo delle imprese attive, nell’agricoltura, nelle costruzioni e nel settore manifatturiero, mentre costante risulta il dato per quelle attive nel commercio (ingrosso e dettaglio). Incoraggianti i dati rilevati a fine 2011 nel comparto del turismo, sia in termini di presenze che di spesa. Settori di punta rimangono quelli dell’alimentare (Nestlè-Perugina) e dell’abbigliamento (Luisa Spagnoli e Cucinelli).

Dal punto di vista della forma giuridica, il numero ed il peso relativo delle società di capitali è aumentato, con un’incidenza percentuale che è passata dal 10,6% del 2008 al 18,8% attuale. Le ditte individuali continuano ad essere la forma giuridica più diffusa. Per la seconda parte del 2012 si prevede un leggero miglioramento della produzione manifatturiera ma accompagnato da una flessione del fatturato. Dato positivo quello degli ordinativi esteri, con un +2,4% su base annua rispetto al +1,8% tendenziale del primo trimestre. Ci sarà poi un perdurante trend negativo, ma con segnali di miglioramento rispetto al primo trimestre dell’anno, per i settori dell’artigianato e del commercio.

Fonti per l’intervista: UnionCamere Umbria, Regione Umbria Servizio programmazione strategica “Andamento congiunturale dell’Umbria tra crisi e ripresa”, Stampa nazionale. 1 Vedi

Sara Gandolfi , L’uomo che coltiva alberi per la raccolta che avverrà tra 150 anni. In “Settegreen” n° 2, supplemento al Corriere della Sera del 28/09/2012.

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TESORI DEL TERRITORIO

bellissimo mosaico del Mito d’Orfeo. Il periodo che fa di Perugia un vero e proprio must dell’immaginario collettivo è quello comunale, che vede nascere la Fontana Maggiore, il Palazzo dei Priori e una delle più antiche università d’Europa, iniziata nel 1308. L’arte è di casa, a Perugia: la città ha visto nascere nel 1452 Bernardino di Betto Betti, meglio conosciuto come il Pinturicchio, mentre chi ha avuto il titolo di Perugino, Pietro di Cristoforo Vannucci, in realtà era nato, forse nel 1448, a Città della Pieve, ad una cinquantina di chilometri da qui. Ma altri grandi, come Raffaello, Vasari o Luca Signorelli, hanno lasciato la loro indelebile impronta nel capoluogo umbro. Anche fuori Perugia si respira aria d’arte: il pensiero va agli affreschi giotteschi della chiesa di san Francesco ad Assisi e ad altre tracce nelle stupende cittadine come Gubbio, Bettona, Spello, Foligno, e al Festival dei Due Mondi di Spoleto, che dal 1958, per merito del suo idea-

tore Gian Carlo Menotti, ha rappresentato un incontro internazionale tra arti figurative, danza, musica e teatro tra i più suggestivi al mondo, anche grazie al magnifico scenario che offre la piazza del Duomo, soprattutto durante il concerto finale. Sarebbe impossibile riassumere in un articolo le ragioni della suggestione che emana questa terra, neanche con un volume probabilmente ci si riuscirebbe, ma non possiamo dimenticare coloro che hanno contribuito a creare la leggenda (e la storia vera) dell’Umbria mistica e insieme ricca, in primis Francesco e Chiara, celebrati dai biografi medioevali, dai geni della pittura di ogni tempo, dagli scrittori, dal cinema e perfino dalla musica popolare. Senza dimenticare che Benedetto, uno dei rifondatori dell’occidente, quando l’impero romano era preda del disordine e dei barbari, veniva da una nobile famiglia di un altro gioiello della provincia perugina, Norcia.

Creatività e fiducia per uscire dal tunnel Veduta di Spello

Alcide Casini Presidente BCC di Spello e Bettona

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Qual è la situazione del vostro territorio in questo contesto di crisi che stiamo vivendo? Come stanno reagendo famiglie e imprese? L’Umbria in generale e la Provincia di Perugia in particolare stanno vivendo questa prolungata crisi con notevole sofferenza sul piano economico e sociale. Più che di una crisi congiunturale e temporanea si tratta ormai di convivere e saper gestire una profonda trasformazione di abitudini, stili di vita personali e familiari, modelli culturali e imprenditoriali che non lasciano più spazio a inefficienze produttive, all’incapacità di innovazione, che richiedono un organizzato presidio dei propri mercati interni e la continua ricerca di nuove opportunità estere, la capacità di “fare” sistema, l’agire in rete per migliorare i fattori produttivi e la competitività. Questa situazione di difficoltà produttiva,

distributiva, finanziaria e strutturale di molte imprese, anche quando non degenera in conclamate crisi aziendali, genera inevitabili ricadute negative sul piano occupazionale e sociale. Ne sono testimonianza i repentini incrementi di indicatori come il tasso di disoccupazione balzato quasi al 10%, la crescita di persone in cerca di lavoro (+30% rispetto a fine 2011), la disoccupazione giovanile e l’elevato grado di sottoutilizzo delle risorse più qualificate, l’esplosivo aumento del ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (CIG) che in 8 mesi del 2012 è cresciuta del 41% (media Italia + 9,8%) rispetto allo stesso periodo 2011 con prevalente ricorso a quella “in deroga”. Reagiscono bene invece alcune realtà industriali e distributive che riescono ad assolvere, seppur parzialmente, anche al ruolo di ammortizzatori sociali con incremento della base occupa-


LA CERAMICA Molti sono i centri di produzione della eccellente ceramica umbra, ma oggi come oggi abbiamo soprattutto due grandi poli artigianali, quelli di Deruta e del Bucchero di Gualdo Tadino. La prima non ha bisogno di presentazione, visto che è conosciuta in tutto il mondo e annovera tra i suoi gioielli il Museo Regionale della ceramica. Un documento notarile del 1336 ci documenta l’esistenza di una corporazione dei vasai, anche se l’attività era in piedi da almeno un secolo. Iniziata come lavorazione artigianale di oggetti di uso comune, diviene ben presto sinonimo di raffinata arte, talmente rinomata da arricchire palazzi e chiese, anche a Roma, nella chiesa di Santa Maria del Popolo. Dal Rinascimento in poi inizia la fortuna di questa tipologia di lavorazione dell’argilla dipinta poi con i canonici giallo dorato e blu cobalto. Il Bucchero è invece la più nota tra le ceramiche artistiche di Gualdo Tadino: una volta lavorato, avviene l’incisione con punta metallica e poi le pennellate d’oro e platino. La sua produzione, favorita dalla presenza di un’ottima argilla, risale a tempi assai lontani, ma la sua fama inizia con il Rinascimento con l’attività dei Biagioli e dei Pignoni, fino ad arrivare all’Ottocento, quando maestri come Alfredo Santarelli, Giuseppe e Pico Discepoli, Giuseppe Pericoli e Antonio Piermatteo consegnano queste ceramiche al mondo dell’arte.

zionale. Sulle famiglie si avverte lo stato d’animo di sfiducia e incertezza, dominato dalla sensazione di impossibilità alla programmazione, quasi impotenti e “paralizzate”, talvolta con più “speranza” che “voglia di lottare”. Uno stato d’animo che inevitabilmente si riflette negativamente sulla propensione ai consumi interni, percepita nel mondo bancario anche dalla spontanea riduzione della domanda di credito sia personale che per investimenti immobiliari. Uno scenario quindi che con realismo definirei fatto ancora di ombre e solo di qualche luce. Quali sono le produzioni di eccellenza del vostro territorio? La Nostra BCC ha una zona di competenza territoriale che si estende dal “Perugino” alla Valle Umbra sud, comprende 32 Comuni di cui 8 con presenza delle nostre 12 Filiali. In tale ambito, associando conoscenze dirette per i rapporti intrattenuti e altre informazioni territoriali, i settori che emergono come eccellenze in questa particolare e prolungata fase congiunturale sono da individuare in quelli maggiormente “export oriented” operanti nel settore industriale della meccanica di precisione con particolare riferimento alla componentistica aerospaziale, delle produzioni nel tessile per “l’Alta Moda”. Eccellenze produttive per l’elevato valore aggiunto qualitativo e innovativo le esprimono anche alcune realtà operanti nel settore della produzione di materiale plastico e tubazioni in pvc per

l’edilizia e le opere pubbliche, nel campo delle energie rinnovabili con l’impiantistica nel termosolare dinamico e nella produzione di materiale d’uso funzionale alle esigenze nei servizi sanitari. Il settore agroalimentare rappresenta poi il patrimonio per eccellenza della nostra Regione, caratterizzato dalla presenza di Cantine produttrici, Frantoi e Aziende Agricole che unitamente all’”Industria del culturale” alimentata dalle ben conservate e valorizzate peculiarità storiche, artistiche architettoniche del nostro territorio, costituiscono importante e qualificata leva del turismo. La capacità di innovazione, la ricerca e sviluppo, l’agire in rete unitamente alla consueta e indispensabile creatività, fiducia e tenacia imprenditoriale potranno rappresentare le “chiavi di successo” per l’affermazione delle nostre eccellenze produttive. Il Vostro territorio è caratterizzato da una importante valenza turistica. Come sta andando il settore? Il turismo rappresenta il secondo motore dell’economia regionale; e tenuto conto che il “primo motore” è, o meglio si può dire, è stato il comparto edilizio e il suo indotto la cui dinamica è stata enfatizzata per molti anni anche dall’impulso straordinario connesso alla ricostruzione post sisma del 1997, si può affermare che certamente rappresenta anche il “cuore” più affidabile della nostra economia. È anch’esso esposto però all’influenza della crisi economica e pur in presenza di una sostanziale tenuta dei flussi turistici, il set-

tore cresce in misura molto contenuta e non sembra riuscire a trainare e sostenere in maniera sufficientemente decisa l’economia regionale. I flussi sono caratterizzati da una stagionalità complementare a quelle destinazioni tipicamente estive, da una permanenza media ancora non adeguatamente soddisfacente per avere sostanziale ricadute economiche, da una incerta programmazione derivante dalla prevalente considerazione dell’Umbria come una metà per turisti “fai da te” che decidono la propria destinazione molto a ridosso della partenza e che quindi generano un livello di prenotazioni più improvvisa e inferiore alla media nazionale. È tuttavia confortante l’analisi sugli “arrivi” e “presenze” del primo semestre 2012 sostenuto dall’incremento (+ 4% circa) di turisti stranieri mentre restano “al palo” quelle interne. Abbiamo ricchezze che spaziano dall’ambiente all’enogastronomia, dalla storia alle città d’arte, dalla religione alle testimonianze artistiche; una invidiabile dotazione che occorre saper ben conservare e promuovere per farne una leva determinante per il rilancio della nostra economia in modo sostenibile e strutturale. In conclusione, il sistema economico-sociale Umbria, pur nelle constatate difficoltà, per le eccellenze che esprime e per la generale sobrietà e fattività a cui è improntato il comportamento dei suoi abitanti, può contare su una tenuta di fondo in attesa di una inversione di tendenza positiva.

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TESORI DEL TERRITORIO

La Banca ha accompagnato la grande crescita dei decenni del dopoguerra e ora è impegnata a difendere un importante tessuto produttivo

Fiuggi insieme alla BCC per superare la crisi e tornare ai successi del passato

Inserita come una gemma dentro una valle fertile circondata da colline lussureggianti di boschi di castagni, di querce, di conifere, di aceri che creano una riserva inesauribile di ossigeno, Fiuggi, fino al 1911 denominata Anticoli di Campagna, si distende dall’alto in basso, quasi coricata in questo “castone” Alfredo Ballini, naturale di verde. Presidente BCC di Fiuggi È famosa nel mondo per le sue acque miracolose, capaci, come afferma il grande Michelangelo, di spaccare la pietra, di rompere ed eliminare i calcoli renali che, considerata l’epoca, non trovavano altra terapia risolutiva. Il Pontefice Bonifacio VIII, che dà il nome alle acque miracolose e a una delle Fonti in cui il prezioso liquido è in mescita, trasse grande giovamento dal consumo giornaliero di questa acqua, essendo malato di calcolosi renale. I documenti dell’epoca affermano che dopo la cura guarì perfettamente. Fiuggi, a seguito del continuo espandersi della fama delle qualità curative delle sue acque, ha accresciuto la propria potenzialità economica fino a diventare una delle località turistico-termali più famose al mondo. La parte della città più vicina alle sorgenti, è cresciuta in modo considerevole, determinando una concentrazione di alberghi, pensioni, locande, che per molti decenni hanno ospitato centinaia di migliaia di persone che cercavano

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sia la cura efficace per i loro malanni sia trascorrere giorni di ferie in tranquillità e svago, degustando l’ottima cucina locale. È qui che a metà degli anni ’50 sorse la Cassa Rurale ed Artigiana di Fiuggi, i cui primi soci fondatori furono persone di umile estrazione ma di grande lungimiranza, perché lentamente ma inesorabilmente la Cassa crebbe fino a raggiungere la dimensione e soprattutto il suo indiscutibile ruolo odierni. L’Istituto in quasi 60 anni si è inserito profondamente nella Città e nell’area in cui è


A metà degli anni ’50 sorse la Cassa Rurale ed Artigiana di Fiuggi, i cui primi soci fondatori furono persone di umile estrazione ma di grande lungimiranza, perché lentamente ma inesorabilmente la Cassa crebbe fino a raggiungere la dimensione e il ruolo odierni. L’Istituto in quasi 60 anni si è inserito profondamente nella Città e nell’area in cui è competente territorialmente attraverso le sue cinque filiali operative

La sede della BCC di Fiuggi

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competente territorialmente attraverso le sue cinque Filiali operative. Il delicato momento che vive l’economia mondiale ha ovviamente influenzato in maniera negativa la nostra economia. Tuttavia bisogna essere in grado di navigare anche in acque agitate. Il Consiglio di Amministrazione della BCC, tenendo ben salda la barra del timone sulla rotta più sicura, guarda con occhio disponibile agli operatori sani della città, fornendo, a richiesta, il sostegno necessario per poter continuare a operare. Occorre tenere presente che le imprese che operano nella città di Fiuggi e nel circondario, nonostante il periodo critico, danno opportunità di lavoro e sostegno a migliaia

di famiglie. Ecco, Fiuggi in questo momento non sta con le mani in mano. Ci si sta adoperando, ognuno nel proprio ruolo, per far sì che al più presto si risalga la china per poter ritornare a realizzare gli obiettivi sbalorditivi ottenuti nel passato. La BCC di Fiuggi si è battuta e si batterà sempre per lo sviluppo della Città. È stata e sarà sempre al fianco di chi, con idee e progetti validi e realizzabili, indicherà la strada per la crescita futura. Detto questo, orgogliosi della nostra autonomia, siamo comunque convinti che far parte della Federlus ci inserisce a pieno diritto nel Movimento Cooperativo, e che la nostra Federazione è il supporto importante per una gestione delle nostre Banche virtuosa e corretta: la consideriamo una mamma che deve guidarci e farci superare agevolmente le difficoltà. Alfredo Ballini

FIUGGI, I NUMERI DI UN’ECONOMIA TURISTICA E NON SOLO Fiuggi possiede, dopo Roma, il maggior numero di alberghi del Lazio (si calcolano circa 15mila posti letto). Si tratta, infatti, di uno dei centri termali più conosciuti d’Europa, che ha sempre attratto un notevole flusso turistico. Solo a Fiuggi, dalla sorgente di Bonifacio VIII e da quella della Fonte Anticolana, sgorga una particolarissima acqua oligominerale, l’unica a unire alle proprietà diuretiche la capacità di sciogliere ed espellere i calcoli renali ed a prevenirne la formazione. L’Acqua di Fiuggi viene imbottigliata e distribuita in tutta Italia, ma il modo migliore per godere dei suoi benefici è, come noto, quello di berla direttamente alla fonte. Nei primi decenni del Novecento la città fu al culmine della sua popolarità, ed anche presidenti del Consiglio come Giovanni Giolitti amavano trascorrervi brevi soggiorni. Poi ha mantenuto la sua posizione grazie ad un’ampia capacità ricettiva che ha fatto decollare negli anni il cosiddetto turismo congressuale, con manifestazioni di rilievo, anche politico, spesso ospitate nel Palaterme. Numerosi anche gli eventi di carattere culturale: il Premio Fiuggi, dedicato alle novità editoriali, il Fiuggi Family Festival, centrato sul cinema e il Festival internazionale della chitarra. Ma Fiuggi è ricca anche di importanti impianti sportivi. Tra di essi il campo da golf a 18 buche, piscine, campi da tennis. Nel 1998, poi, nelle vicinanze del golf è stato aperto un Centro Sportivo Comunale di circa 17 ettari comprendente due campi di calcio, campi sportivi per calcetto, struttura coperta polivalente, Club-House, servizi ausiliari, impianti per l’atletica, pista ciclo pedonale per allenamenti di circa 2 km, piscina olimpionica con tribune. Per questo il Centro è stato sede di ritiro di squadre di calcio della massima serie nazionale.

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NON SOLO BCC

Conosciamoci meglio Lavoro in banca e dottorato di ricerca: chi l’ha detto che non si possono coniugare? Fabrizio Conti, operatore di cassa presso la Filiale di Lanuvio della BCC “G. Toniolo”, ha conseguito il suo sogno: un PhD in storia presso la Central European University di Budapest. Vediamo come ha fatto

Mai come nel corso degli ultimi anni si sono susseguite numerose e importanti novità in tema di istruzione superiore. Tutti gli ultimi governi hanno, infatti, avvertito la necessità di riformare l’architettura di un sistema che risultava obsoleto, sulla base di una evoluzione condivisa a livello europeo. Si tratta del cosiddetto “Processo di Bologna”, un percorso di riforma dell’istruzione universitaria che prende il nome dalla città in cui, nel 1999, quarantacinque paesi europei si sono incontrati per la prima volta con l’obiettivo di realizzare un sistema di convergenza dei modelli dei vari paesi verso uno schema unico e condiviso, conformemente a quanto già stabilito nel 2000 dalla così detta “Strategia di Lisbona”, che dichiarava come obiettivo prioritario dell’Unione Europea fosse quello di diventare un’economia e una società basata sulla conoscenza.

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Come si sa, questo nuovo modello educativo universitario prevede un percorso articolato in tre cicli successivi e progressivamente più complessi: un ciclo di durata triennale consistente generalmente in 180 crediti, un ciclo di due anni per 120 crediti, e un ciclo di tre anni che, almeno in Italia, non è espresso in crediti. In altre parole: Laurea (in ambito internazionale definita “Bachelor”), Laurea magistrale (Master), e Dottorato di ricerca (PhD). Il sistema italiano presenta però alcune peculiarità, sia perchè inserisce la possibilità di percorsi intermedi tra le due lauree definiti “master”, sia perchè – e questo è un elemento particolarmente curioso – riconosce il titolo di “dottore” anche a coloro che ottengano il diploma in uno dei primi due cicli, e quindi non soltanto dopo un dottorato o PhD come è d’uso nella prassi internazionale. PhD è il nome dato al Dottorato di ricerca nel mondo anglosassone, ma deriva dal latino Philosophiae Doctor, cioè “dottore”, “esperto” in un certo ambito di “filosofia”, ovvero di “conoscenza”. Il suo obiettivo è più propriamente legato all’elaborazione di una ricerca originale, e quindi all’acquisizione di strumenti avanzati di indagine e di capacità critiche autonome. Segnaliamo come, purtroppo, in Italia vi sia un minore incoraggiamento rispetto ad altri paesi a progredire verso il terzo ciclo, l’accesso al quale è infatti da noi immotivatamente difficoltoso e rigido e la cui sola esistenza, tra l’altro, è tutto sommato misconosciuta. Esso non trova tra l’altro grande opportunità di messa in pratica nella realtà economica e sociale italiana che, a differenza


ricerca si era rifatto vivo, come una sorta di completamento a tutto il resto. Così, dopo anni di studio nei momenti che gli altri dedicano allo svago, pian piano, sono riuscito a discutere una tesi di PhD in Storia nel settembre 2011, presso la Central European University di Budapest, università privata di modello americano, ma accreditata sia negli Stati Uniti che in Europa. La cerimonia di consegna del diploma è avvenuta lo scorso giugno 2012 a Budapest, direttamente dalle mani del noto finanziere e filantropo di origine ungherese George Soros – teorico del principio di “società aperta” – fondatore e finanziatore dell’università, e alla presenza di personalità quali Bernard Kouchner, ex ministro degli esteri francese con il governo Sarkozy fino al 2010 e tra i fondatori di Medici Senza Frontiere, premiato in quella occasione dalla fondazione di Con George Soros, imprenditore ed economista ungherese naturalizzato statunitense Soros per i meriti legati alla sua attività di medico in paesi in via di di altri paesi, è ancora generalmente strutturata su prassi sviluppo. Mai come nel mio caso, credo, una passione molto gerarchizzate e realtà medio-piccole che inconpersonale si è mescolata a tanti altri fattori, diventando trano difficoltà a far sistema e che sono generalmente elemento vitale delle mie giornate e grande occasione disinteressate a mettere a frutto strumenti di questo tipo. di crescita, senza nulla togliere a tutti gli altri aspetti, e Questa lunga premessa per dire quanto questo argomento superando – come ci si può immaginare – anche belle mi sembri interessante, soprattutto perché trasversale a difficoltà nel gestire il tutto e nel convincere gli altri vari ambiti: da quello personale, a quello dell’importanza (almeno per me) e del sisociale, da quello economico a quello edugnificato di ciò che stavo facendo. cativo. Chi scrive è particolarmente vicino Il coronamento del mio percorso attraMai come nel mio caso a queste tematiche anche perché ne ha visverso tutti e tre i cicli dettati dal “Processo una passione suto in prima persona l’essenza. Dopo la di Bologna” con l’ottenimento del mio personale si è laurea in Lettere e un Master in Marketing PhD è stato reso possibile, nella fase fimescolata a tanti altri ho abbandonato l’idea dello studio e sono nale, grazie alla grande sensibilità del fattori, diventando passato attraverso varie esperienze di laCdA della BCC Toniolo in cui lavoro, nel elemento vitale delle voro, sia in madrepatria che in Europa. Così momento in cui mi sono stati concessi gli mie giornate e grande da uno stage al Conseil dell’Unione Euro8 mesi necessari al completamento della occasione di crescita. pea sono passato ad un altro stage nelle ritesi, permettendo così la sua realizzazione Ho superato anche cerche di mercato a Praga; poi il mio persenza tuttavia perdere il lavoro. Credo il notevoli difficoltà corso è proseguito con una esperienza almio caso costituisca anche un esempio nel gestire il tutto l’ICE di Roma e, ancora, dall’ambito del concreto (e fortunato) di come impresa e nel convincere marketing farmaceutico, a quello dell’aded economia possano cooperare alla reagli altri dell’importanza vertising, a quello di una organizzazione lizzazione dell’individuo con tutte le sue e del significato datoriale, fin quando sono approdato in peculiarità e potenzialità, in un processo di ciò che stavo BCC nel 2006. Nel frattempo l’obiettivo di di scambio che non è mai a senso unico. facendo riprendere la mia passione per la storia e la

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PROGETTO ECUADOR

Dios les pague (Dio vi ricompensi) Laura Leli, collega della BCC Roma, ha partecipato alla missione Federcasse in Ecuador per testimoniare come il Credito Cooperativo italiano sia a fianco dei campesinos

Ovunque, a mò di saluto, non appena capivano che ero italiana e facevo parte della delegazione delle BCC: Dios les pague. Un poco ingenuamente, forse confidando troppo nella potenza della globalizzazione e nell‘uso della medesima lingua dei cugini ispanici, io rispondevo col tanto amato: Hola, buen camino! Ma in cambio ricevevo solo sguardi perplessi. E sì che per chi, come me, ha camminato per tutta la Spagna alla volta di Santiago de Compostela, questa forma di saluto è qualcosa di sacro, qualcosa che accompagna l’incontro fra perfetti sconosciuti che si guardano negli occhi e si scambiano il migliore dei saluti: buen camino, ovunque tu stia andando, buen camino. Poi: Dios les pague? All’inizio non nascondo di essermi chiesta: Dios les pague per cosa? In America Latina c’erano gli Inca prima che arrivassero gli europei (e sottolineo Inca), più o meno vi abbiamo decimato ed abbiamo imposto lingue ed abitudini a voi ignote, quindi: Dios les pague di cosa? Ma qui parliamo di Ecuador, e mi è bastato poco per capire che ero ferma sul capitolo di storia sbagliato, perché effettivamente gli Ecuadoriani con cui mi sono confrontata guardano molto poco al sedicesimo secolo e molto più al presente. Ma spieghiamo un poco di cose: nel 1970 a Quito (capitale dell’Ecuador) sulla scia dell’enciclica sul progresso dei popoli di papa Paolo VI, nasce il Fepp (Fondo Ecuatoriano Populorum Progressio), una Ong che ha nel nome il proprio scopo e che all’epoca era guidata da Monsignor Candido Rada. Quest’ultimo chiama a sé due italiani (e

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qui sì che Dios les Pague): Padre Antonio Polo e Bepi Tonello. Il primo lo si trova ancora a Salinas de Bolivar, a 3.650 metri s.l.m., nel pueblo in cui tutto è cominciato, e che ora forse è la vittoria più bella di questi due uomini. Bepi Tonello, che negli anni è diventato il punto di riferimento del Fepp e di migliaia di campesinos, opera ormai da anni a Quito. In Ecuador più del 40% della popolazione vive sotto il livello di povertà. E quando una persona vive con 2 dollari al giorno non è che sia un soggetto particolarmente ambito dalle banche. Nel 1998 nasce Codesarrollo (Cooperativa Desarrollo de los Pueblos - Coo-


informatico. In cambio, dall’altra parte dell’Oceano, migliaia di campesinos hanno potuto accendere prestiti. In cambio, un modo di fare banca che nel nostro continente ha avuto successo è stato esportato altrove, aiutando un paese ad uscire dallo stato di povertà a cui la storia lo ha condannato, e sta funzionando a tal punto che anche l’attuale Presidente Correa ha voluto dedicare alla solidarietà cooperativa un capitolo a parte nella nuova Costituzione ecuadoriana. Ed una volta l’anno, una delegazione delle BCC italiane parte alla volta dell’Ecuador per passare 10 splendidi giorni a prendere atto di come questo progetto fra Italia ed Ecuador si stia evolvendo. Quest’anno, e per meriti più letterari che professionali, c’ero anch’io. È stata la mia seconda volta in Ecuador. Nella prima, in cui sono andata per conto mio, ho comunque avuto modo di conoscere il Fepp e di vedere come lavora in tutto il paese. Quella volta siamo arrivati in Jeep sino al confine con la

perativa per lo Sviluppo dei Popoli), una specie di Banca di Credito Cooperativo dell’Ecuador, della quale il Fepp detiene la maggioranza del capitale sociale. Ora debbo un poco tirare fuori la bancaria che c’è in me per spiegare che per concedere prestiti le banche debbono avere un patrimonio ed una raccolta “adeguati”. Ed in Ecuador, e per il target di clientela alla quale Codesarrollo puntava a rivolgersi (cioè poveri ed emarginati), raggiungere gli ultimi due obiettivi per arrivare al primo non era proprio facile. Quindi nel 2001 Bepi Tonello torna in Italia e bussa alle porte di Cassa Padana. Nello stesso anno parte il primo finanziamento dall’Italia alla volta di Codesarrollo. Nel 2002 a Quito, Federcasse e Codesarrollo firmano un “Accordo di cooperazione culturale e finanziaria per il reciproco sviluppo di sistemi bancari alternativi in Ecuador e Italia”. Negli anni le BCC che hanno preso parte all’accordo sono andate ad aumentare, anche BCC Roma è parte del gruppo. Nei dieci anni di collaborazione sono stati stanziati circa 37 milioni di dollari. Le BCC italiane hanno concesso prestiti a Codesarrollo senza alcuna garanzia reale, assumendosi il rischio di cambio ed il rischio paese, trasferendo il proprio know how professionale ed

Colombia, accompagnati da Winter (referente del Fepp). In barca sul Rio San Lorenzo, direzione Oceano. Abbiamo raggiunto le comunità più lontane, ed in ognuna di queste una Cooperativa di Credito. Ne ricordo una su tutte, sperduta tra fiume e foresta. La Direttrice della Cooperativa a lungo ha discusso con Winter per stabilire le modalità con le quali il Cangrejo (granchio di fiume) pescato dalla comunità sarebbe stato portato al mercato per la vendita. Poi ci ha spiegato che in ogni famiglia del pueblo c’è un socio della Banca locale. Quindi già da un po’ era chiaro in me quanto sia il Fepp

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PROGETTO ECUADOR

che Codesarrollo facciano per le 360 Cooperative di Credito che a loro sono legate. Finanziano e coordinano. Sono affianco ad ogni cooperativa in ogni momento1. Diffondono e proteggono le tradizioni locali e sono sempre attente che i crediti concessi ai campesinos siano finalizzati all’acquisto di beni produttivi: perché la mucca fa il vitellino, ma la moto non fa il motorino... frase che Bepi Tonello ama ripetere. I prestiti sono di importi mediamente molto piccoli (500 dollari circa) e vengono rimborsati nel giro di 2-3 anni. Il tasso di insolvenza è del 2-3% circa. Quello che colpisce è la bassissima percentuale di credito destinato al consumo. Ho chiesto incuriosita a Bepi Tonello come pensava di proteggere i campesinos dall’ascesa del consumismo, che per me inevitabilmente arriverà se il Fepp riuscisse nel suo scopo. Mi ha risposto che sbagliavo prospettiva, che ero figlia dei miei tempi

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e del mio Paese che ad un certo punto ha preso la strada sbagliata. Un paese in cui si rincorre lo Spread ed il Suv senza accorgersi che la democrazia va morendo, che l’essere umano, la natura ed il benessere collettivo non


sono più priorità per nessuno ormai. In Ecuador c’è, e bisogna difendere, la cultura del Buen vivir, è questo un altro punto fermo di Tonello. Il Buen vivir, è uno dei principi fondamentali delle comunità indigene, che mette al primo posto la persona e la solidarietà fra le persone, e che considera la natura come entità a se stante ed in quanto tale portatrice di diritti. Ed assicuro che tutto questo, in Ecuador, non è retorica2. Il viaggio appena finito è stato più istituzionale ma altrettanto istruttivo. Nel primo ho visto quello che fa il Fepp per il Desarrollo de los Pueblos, nel secondo ho imparato quello che le BCC fanno per questo popolo. Con me c’erano Presidenti e Direttori Generali, Consiglieri e Dirigenti, Soci e Giovani Soci e chi ha potuto si è fatto accompagnare dai figli per condividere l’esperienza. È stato bello vedere il legame creatosi fra le persone. La gratitudine che gli Ecuadoriani nutrono nei confronti del nostro Gruppo Bancario e per le opportunità che stiamo loro offrendo. E vorrei che ognuno dei miei colleghi potesse toccar con mano quanto io ho avuto la fortuna di vedere. Perché cambiano molte prospettive nel vivere quotidiano, lavoro o meno. Il Buen vivir fra le persone mi ha assalito in ogni comunità che abbiamo

visitato, il profondo rispetto per la Pacha Mama (madre natura) non passa inosservato nemmeno agli occhi più disattenti. Tutto è spaventosamente bello e variegato. Perché in un paese che, a latitudine 0, si estende dall’Oceano sino alla vetta più alta delle Ande, di vegetazione ce n’è in varietà infinita. Anche gli insetti sono bellissimi, le farfalle hanno mille colori. La foresta Amazzonica toglie il fiato e fare il bagno nel Rio Napo, con la consapevolezza che qualche chilometro più a valle l’acqua confluirà nel Rio delle Amazzoni, lascia ricordi ed emozioni indelebili. E Quito, le ultime parole non possono non essere spese per questa città sospesa fra le nuvole, questa città che al crepuscolo regala un panorama che mille parole non bastano a descrivere, una città circondata da vulcani attivi che disegnano i ghiacciai col loro calore. Alla fine, quindi, mi è stato facile comprendere il Dios les Pague degli Ecuadoriani, questo popolo grato alla vita, alla natura ed alle Bcc che lo stanno aiutando e che con loro condividono tanti momenti di gioia e piccole vittorie, sulla strada del Desarrollo de los Pueblos. Ma ognuno ha le sue abitudini, ed io migliore augurio non cono~ sco: Buen Camino, companeros campesinos.

1 www.ecuador.bcc.it per tutte le informazioni sul progetto 2 R. Ferrari - C. Piva, Il credito per il Buen vivir, Ecra. Il libro, oltre che spiegare benissimo il concetto di Buen Vivir ecuadoriano, è scritto da colleghe ed amiche, che han rinunciato ad ogni diritto economico sulle vendite, devolvendo tutto al progetto di “Microfinanza Campesina” nel quale il movimento BCC è impegnato. Il Natale è ancora lontano... ma con un solo libro, in questo caso, si farebbero due regali.

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DALLA FEDERAZIONE

Formazione

UNA RAPPRESENTAZIONE DEL PROCESSO

Il progetto di monitoraggio del Piano Sviluppo Competenze Individuali

Martina Bonaldo

In questi ultimi anni, caratterizzati da grande complessità nella gestione delle organizzazioni, il tema dello sviluppo delle risorse umane è diventato sempre più rilevante e l’obiettivo di avere all’interno delle organizzazioni persone competenti, flessibili e innovative diventa sempre più pressante e richiede politiche, sistemi e strumenti sempre più sofisticati e in grado di affrontare problemi sia di sviluppo aziendale sia di sviluppo individuale. Da tali considerazioni discende la scelta della Federazione di sviluppare ulteriormente gli strumenti di Gestione delle Risorse Umane ad oggi implementati.

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Nella riunione del 23 ottobre scorso, infatti, il Comitato Esecutivo di Federazione ha approvato il proseguimento delle attività di supporto per la definizione dei Piani di Sviluppo delle Competenze Individuali (PSCI). Il progetto, avviato nel 2011, ha visto coinvolte 14 BCC e ha quale output finale la sostituzione dei Piani Formativi Annuali con veri e propri Piani di Sviluppo delle Competenze, vale a dire dei piani nei quali si evidenziano le aree di miglioramento per ciascuna risorsa e si progettano interventi formativi ad hoc per il potenziamento delle competenze risultate carenti e per lo sviluppo delle capacità individuali, in coerenza con le indicazioni rivenienti dalla banca e secondo una logica pluriennale, connessa alla pianificazione strategica delle banche stesse. Il progetto di Monitoraggio va oltre. Obiettivo è infatti quello di creare un processo strutturato di gestione della formazione attraverso un monitoraggio costante delle attività svolte e del naturale evolversi delle competenze e dell’organizzazione. Il monitoraggio si struttura in tre specifiche fasi: Fase 1 - Reperimento informa-

zioni sui cambiamenti in BCC. Attraverso un questionario on-line (da erogare al referente del progetto/ responsabile del personale due volte l’anno) verrà effettuata una verifica in merito ai cambi di ruolo, ai nuovi ingressi, oppure all’uscita dall’organico. Per i nuovi ingressi non si prevede nella fase iniziale un questionario di valutazione, ma l’invio di un “kit di benvenuto” riguardante informazioni su sistema cooperativo, sulla carta dei valori e sulle caratteristiche specifiche delle BCC. Al referente formazione della banca verrà invece inviata una mail contenente il piano formativo previsto per la risorsa (percorso giovani). Fase 2 - Rilevazione dei gap. Sulla base dei cambiamenti emersi verrà erogato (sempre in modalità on-line) il questionario di monitoraggio che ha l’obiettivo di indagare in merito alle seguenti tre dimensioni: • Come ero - estratto derivante dal precedente PSCI • Cosa ho fatto - Elenco corsi di formazione effettuati dall’erogazione del PSCI fino al monitoraggio • Come sono adesso - Questionario snello sulle competenze comportamentali e tecniche ed eventuali attività non presenti nella proposta corsi che il dipendente vorrebbe fare.


ESEMPIO DI INTEGRAZIONE TRA PIANO FERIE E PIANO SVILUPPO COMPETENZE

ESEMPIO DI FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI ALERTING

Anche nella fase di monitoraggio, il responsabile è chiamato a dare una sua “valutazione” sulle compe-

tenze della risorsa che gestisce e a fare proposte (modifiche/integrazioni) sulle attività formative previ-

ste. Per le risorse che non hanno mantenuto lo stesso ruolo, la rilevazione sarà più approfondita per le competenze non analizzate in precedenza. Tutte le informazioni verranno gestite all’interno del libretto formativo personale del dipendente. Fase 3 - Piano di sviluppo delle competenze individuali aggiornato, ovvero costruzione di un report individuale con indicazione dei risultati derivanti dalla rilevazione in termini di gap competenziali e con l’indicazione delle eventuali modifiche da effettuare nella proposta corsi. Il progetto prevede, inoltre, lo sviluppo dell’ambiente individuale già esistente all’interno della intranet, dove il singolo e il referente formazione della Banca possano monitorare la loro posizione, vale a dire un “Libretto formativo individuale” dove sono riportate, oltre alle attività formative frequentate dal singolo dipendente i seguenti ulteriori contenuti: • report individuale derivante dal PSCI con indicazione del proprio Piano Formativo; • calendario dei corsi previsti; • integrazione tra Piano Formativo e Piano Ferie del dipendente. Si prevede infine un sistema di alerting che avvisa sia il singolo dipendente che il referente formazione, che il corso previsto dal piano formativo è stato convocato e calendarizzato. Il processo di gestione e di pianificazione della formazione così come rappresentato risponde, a nostro avviso, alla prioritaria esigenza di sviluppare le conoscenze e le competenze necessarie all’organizzazione per la realizzazione degli obiettivi strategici e serve a fornire un reale supporto di processi di cambiamento che inevitabilmente ci sono all’interno di organizzazione vive.

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DALLA FEDERAZIONE

Direzione controlli

Documento di consultazione delle nuove Disposizioni di Vigilanza

Francesco Manganaro

Come noto, nel mese di settembre 2012 Banca d’Italia ha avviato un processo di consultazione – che si chiuderà nel prossimo mese di novembre – sulle nuove Disposizioni di Vigilanza prudenziale per le Banche in materia di “Sistema dei controlli Interni, Sistema informativo e Continuità operativa”. Le nuove disposizioni – che una volta entrate in vigore saranno inserite nella Circolare 263 del 2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche” in sostituzione della parte riguardante “La gestione e il controllo dei rischi. Ruolo degli Organi aziendali” – perseguono gli obiettivi di: • rafforzamento della capacità delle banche di gestire i rischi; • revisione organica dell’attuale qua-

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dro normativo; • definizione di un quadro normativo omogeneo basato sul criterio della proporzionalità; • allineamento alla direttiva comunitaria (CRD IV). Al fine di una prima valutazione degli impatti che la nuova normativa genererà sulle Banche, occorre tenere conto da un lato delle norme che le nuove disposizioni abrogheranno e dall’altro di quelle che rimarranno in vigore. Fanno parte delle prime innanzitutto la Circolare 229 del 1999 “Istruzioni di vigilanza per le banche – Sistema dei controlli interni, compiti del collegio sindacale” e le Disposizioni di vigilanza – la funzione di controllo di conformità alle norme delle banche (Comunicazione del 10 luglio 2007). Fanno parte delle seconde le disposizioni in materia di organizzazione, procedure e controlli interni volti a prevenire l’utilizzo degli intermediari e degli altri soggetti che svolgono attività finanziaria a fini di riciclaggio e di finanziamento al terrorismo e il Regolamento Congiunto Banca d’Italia Consob.

Con riferimento ai temi di Organizzazione risultano rilevanti le novità che riguardano: • adozione di un approccio integrato alla gestione dei rischi – framework integrato per la gestione dei rischi; mappatura controlli di linea – Responsabilità primaria delle strutture operative sul processo di gestione dei rischi; • mantenimento delle competenze essenziali per reinternalizzare le funzioni in outsourcing; • formalizzazione dei criteri per le scelte di esternalizzazione (due diligence del fornitore, contenuto minimo dei contratti di outsourcing, etc...). I principali impatti del nuovo documento in consultazione riguardano sia il sistema dei controlli nel suo complesso – con particolare riguardo alla Governance, all’Organizzazione e ai Sistemi Informativi

Con riferimento ai temi di Governance risultano rilevanti le novità che riguardano: • definizione del livello di rischio accettato/tollerato e delle relative variabili quali quantitative per addivenire a tale determinazione; • definizione dei criteri per l’individuazione delle operazioni di maggiori rilievo oggetto del parere preventivo del Risk management; • revisione delle Modalità di nomina e di revoca dei responsabili delle funzioni di controllo; • assegnazione al Collegio Sindacale delle funzioni proprie dell’Organismo di Vigilanza 231/01; • definizione politica in materia di esternalizzazione di funzioni aziendali; • definizione procedura di allerta interna per la segnalazione da parte dei dipendenti di irregolarità e carenza nei controlli (richiesta approvazione CDA); • verifica almeno annuale del grado di aderenza ai requisiti del sistema dei controlli interni e dell’organizzazione e dell’adozione delle necessarie misure correttive.


Con riferimento ai Sistemi Informativi risultano rilevanti le novità che riguardano: • definizione documento di indirizzo strategico per l’ICT (modello di riferimento architetturale, strategie di sourcing, livello di tolleranza al rischio informatico); • sviluppo di una metodologia di analisi del rischio informatico, che includa il disegno dei processi di gestione dell’ICT; • definizione Policy di sicurezza ICT; • procedura per la gestione degli standard di data governance; • definizione di una procedura di gestione dei cambiamenti; • definizione di una procedura di gestione degli incidenti; • predisposizione di un rapporto sintetico sul valore e costi dell’ICT e sulla gestione del rischio informatico. – sia le funzioni di controllo verticalmente intese. Data la rilevanza della tematica, la Federazione sta valutando l’attivazione di una specifica progettualità atta a consentire alle BCC ed alle Banche Clienti il pieno adeguaCon riferimento ai temi di Compliance risultano rilevanti le novità che riguardano: • rafforzamento del ruolo e ampliamento del perimetro di competenza (presidio sulla normativa fiscale); • rafforzamento obblighi di reporting verso la Banca d’Italia attraverso il referente interno (report annuale su attività di controllo svolte).

Con riferimento ai temi di Internal Auditing risultano rilevanti le novità che riguardano: • valutazione dei processi e delle metodologie di valutazione delle attività e in particolare degli strumenti finanziari; • valutazione della conformità dell’operatività aziendale rispetto al livello di tolleranza al rischio/appetito; • verifica dell’efficacia dei poteri della funzione risk management nel fornire pareri preventivi sulle operazioni di maggiore rilievo; • revisione dell’approccio in materia di ICT Audit; • follow up sulle criticità identificate dalla società di revisione legale; rafforzamento obblighi di reporting verso la Banca d’Italia attraverso referente interno (report annuale su attività di controllo svolte, report su attività esternalizzate). mento alla normativa di riferimento, mirando al perseguimento di obiettivi di efficientamento e potenziamento del Sistema dei Controlli. In particolare, il progetto che la Federazione proporrà di sviluppare, in termini di interventi proposti e durata, si basa sulle seguenti considerazioni/assunzioni: • entrata in vigore delle disposizioni normative nel corso del primo trimestre/semestre 2013; • primo adeguamento stimato in 46 mesi; • focalizzazione sugli interventi che consentono di attivare leve di integrazione tra i diversi attori del Sistema dei Controlli Interni; • utilizzo del principio della “pro-

porzionalità” e minimizzazione dei costi di “compliance” a carico delle Banche. La Direzione Controlli è al lavoro per analizzare dettagliatamente gli impatti della nuova normativa sull’operatività delle BCC associate e delle Banche clienti, con l’obiettivo da un lato di comprendere appieno la portata e gli effetti dei diversi profili innovativi introdotti dalle nuove Disposizioni di Vigilanza e dall’altro di sviluppare la specifica progettualità sopra richiamata di cui a breve verrà data specifica informativa. Con riferimento ai temi di Risk Management risultano rilevanti le novità che riguardano: • collocazione organizzativa alle dirette dipendenze del CdA; • definizione politiche di governo dei rischi (livello di rischio accettato per ciascun rischio, processi, limiti operativi, ruoli e delle responsabilità del processo); • rafforzamento del ruolo del Risk Management (es. parere preventivo sulla coerenza delle operazioni di maggior rilievo con le policy di gestione dei rischi); • rafforzamento obblighi di reporting verso la Banca d’Italia (report annuale su attività di controllo svolte, report su attività esternalizzate); • sviluppo e applicazione di indicatori in grado di evidenziare situazioni di anomalia e di inefficienza dei sistemi di misurazione e controllo dei rischi; • analisi dei nuovi prodotti e servizi e di quelli derivanti dall’ingresso in nuovi segmenti operativi e di mercato.

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DALLA FEDERAZIONE

Servizio conformità normativa

D.Lgs. 231/01: start-up della Funzione di supporto agli Organismi di Vigilanza delle BCC

Alessandro Giannese

Il Decreto legislativo 8 giugno 2001 n. 231 ha, come noto, introdotto nel nostro ordinamento il principio di “Responsabilità Amministrativa degli Enti” per reati commessi, nell’interesse o a vantaggio dell’Ente, da soggetti che rivestono posizione apicale ovvero da soggetti sottoposti alla loro vigilanza, prevedendo sanzioni carattere amministrativo e pecuniario. Il Decreto prevede tuttavia l’esimente dall’applicazione della responsabilità amministrativa dell’Ente, qualora lo stesso dimostri di

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aver affidato il compito di vigilare sul funzionamento, l’aggiornamento e l’osservanza del Modello ad un Organismo dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo. Inoltre l’Ente, per poter beneficiare dell’esimente, deve dimostrare che non vi sia stata omessa o insufficiente vigilanza da parte del citato Organismo. Alla luce delle crescenti richieste da parte delle Associate, derivanti dagli importanti impatti normativi del Decreto ed in considerazione del graduale ampliamento dei reati con fattispecie maggiormente rilevanti in relazione all’operatività delle Banche, la Federazione, ha attivato un progetto finalizzato alla definizione e implementazione del Modello di Organizzazione Gestione e Controllo ex. D.Lgs. 231/01. Riteniamo importante sottolineare che le attività progettuali mirano in particolar modo al perseguimento dei seguenti obiettivi: • prevenire la realizzazione degli illeciti rilevanti ai sensi del Decreto, assicurando la conformità alla normativa esterna; • rafforzare il sistema di gestione dei rischi aziendali (legali e reputazionali) e conseguente ulteriore potenziamento del Sistema dei Controlli Interni; • realizzare sinergie ed economie di scala derivati dallo sviluppo di soluzioni organizzative e di controllo comuni alle diverse BCC aderenti al progetto. Ad oggi sono terminate le prime due fasi del progetto; in particolare, 16

BCC, che si vanno a aggiungere ad ulteriori 3 che già avevano implementato autonomamente i modelli, hanno adottato mediante apposita delibera, il Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo e stanno costituendo i relativi Organismi di Vigilanza. Peraltro, in linea con l’evoluzione del contesto normativo e con la rilevanza della tematica, altre Banche hanno manifestato l’interesse per l’adozione dei Modelli. Ultimate le prime due fasi, la Federazione ha avviato la terza fase del progetto che attiene all’assistenza che sarà fornita nel tempo all’Organismo di Vigilanza per l’effettuazione delle attività di controllo sul funzionamento e l’osservanza del modello stesso. In particolare, la Federazione svolgerà le seguenti attività: • assistenza nelle attività di impianto dell’OdV – ovvero lo start-up – propedeutiche al suo funzionamento (predisposizione degli standard documentali ed effettuazione di attività formative rivolte ai membri dell’OdV); • erogazione del servizio di legal alerting sull’evoluzione della normativa esterna di riferimento e messa a disposizione di una rassegna periodica delle massime della giurisprudenza;


• aggiornamento del Modello definito in seguito a variazioni del contesto normativo di riferimento ovvero in seguito a modifiche del contesto interno aziendale; • supporto nell’effettuazione delle verifiche, previa definizione delle relative metodologie e strumenti di valutazione. In sostanza le attività di manutenzione del Modello 231 nel tempo e la verifica sul corretto funzionamento ed osservanza dello stesso rappresentano a nostro avviso un’opportunità per la Banca per rilevare e rimuovere gli eventuali “deficit organizzativi” verso l’allineamento dell’operatività delle Banche alle best practices previste dalle prescrizioni normative in materia. Dal punto di vista organizzativo, al fine di svolgere le attività di supporto agli OdV, è stata istituita una specifica unità organizzativa all’interno del Servizio Conformità Normativa della Direzione Controlli, sfruttando le sinergie e le esperienze maturate nel corso di questi anni su tale tematica. In particolar modo, per questa nuova attività che richiede elevata preparazione, abbiamo deciso di privilegiare le professionalità già esistenti, affidando il coordinamento operativo della Funzione ad Emanuele Lazzari, risorsa che ha maturato elevata esperienza nel settore dei controlli. L’assistenza della Federazione con riguardo alle sopracitate attività decorrerà dal 1° gennaio 2013. Nell’ultimo trimestre dell’esercizio 2012, nelle more che tutte le Banche aderenti completino la costituzione degli OdV, la Federazione sarà impegnata nello svolgimento delle attività di start-up; al riguardo, sarà previsto un incontro nell’ambito del quale saranno rilasciati i principali documenti elaborati a beneficio degli OdV.

Area consulenza di business e sviluppo organizzativo

L’osservatorio Federlus sui finanziamenti

Giorgio Caporale

Quella che stiamo vivendo in questi anni è senza dubbio, per profondità e potenza di contagio, una delle più difficili crisi finanziarie della storia. Intimoriti da termini anglosassoni (spread, credit crunch, ecc.) fino a qualche tempo fa sconosciuti ai più, si avverte ancor di

più oggi la richiesta di sostegno da parte di famiglie e piccole e medie imprese per superare la difficile situazione attuale. In tale scenario la nostra Federazione supporta sempre con attenzione ed innovazione l’operatività delle banche associate cercando di rispondere alle loro richieste e fornendo indirizzi utili derivanti da una visione a 360° del sistema finanziario. Nella continua ricerca, quindi, di soluzioni per le nostre banche la Federazione ha avviato un Osservatorio sulle forme di finanziamento rateali (mutui e prestiti) che consente agli Istituti un approccio strutturato alla pianificazione strategica, attraverso la valutazione della qualità del mercato del credito, del proprio posizionamento e delle potenzialità di sviluppo presenti sul territorio. Lo strumento utilizzato è MarketManager, il servizio di analisi territoriale fornito da CRIF che si basa sull’esaustività e profondità del patrimonio informativo di EURISC, il SIC di CRIF che raccoglie informazioni sulla gran parte dei finanziamenti erogati nel mercato retail del nostro Paese. L’Osservatorio presenta periodicamente alcuni aspetti del mercato dei finanziamenti, nello specifico analisi

FIGURA 1 – MUTUI CHIROGRAFARI BCC associate

Mercato

BCC associate

Mercato

Fino a 1 anno

8,72%

11,51%

Da 2 a 3

13,86%

11,34%

Da 1 a 1,5

2,20%

Da 1,5 a 2

7,23%

5,27%

Da 3 a 5

40,49%

37,52%

5,32%

Oltre i 5 anni

27,51%

29,05%

FIGURA 2 – MUTUI IPOTECARI BCC associate

Mercato

Fino a 10 anni

23,38%

13,66%

BCC associate

Mercato

da 20 a 25

14,66%

17,52%

Da 10 a 15

28,98%

Da 15 a 20

27,53%

16,01%

da 25 a 30

5,26%

22,89%

21,84%

oltre i 30 anni

0,20%

8,08%

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DALLA FEDERAZIONE

FIGURA 3 – ANDAMENTO PRATICHE

FIGURA 4 – ANDAMENTO IMPORTO

FIGURA 5 – BADRATE3+OSSERVATO A GIUGNO 2012, TOTALE BCC E PER ANNO DI EROGAZIONE

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sulla forma tecnica dei «Mutui» delle BCC associate rispetto al loro mercato di interesse (Lazio, Umbria e Sardegna): • Mutui erogati per fascia di durata; Andamento dell’erogato per numero pratiche e importo; • Rischiosità dei mutui per anno di erogazione. L’analisi per fascia di durata viene suddivisa per tipologia di mutuo e confronta le esposizioni degli Istituti e quelle che insistono sul loro territorio di competenza. L’indagine mostra per i mutui chirografari durate degli erogati simili tra le BCC e il mercato con una incidenza di più del 50 per cento dei finanziamenti con durate superiori ai 3 anni (fig. 1). Considerazioni del tutto diverse derivano dalla lettura dei dati relativi ai mutui ipotecari (fig.2) dove emerge che le nostre banche non presentano significative esposizioni per durate superiori ai 25 anni (appena il 5,46% rispetto al 30,97% del mercato); di contro, si osserva una maggiore incidenza rispetto al mercato per durate inferiori ai 20 anni. Tale fotografia lascia spazi di riflessione sulle motivazioni che si trovano dietro a specifiche scelte di natura strategica che caratterizzano da anni la composizione del portafoglio delle nostre banche. L’analisi della dinamicità dell’erogato prende come punto di partenza della dinamica il valore registrato al I° trimestre del 2011 e segue l’andamento dell’erogato delle banche nel periodo di osservazione considerato, del mercato nel suo complesso e della quota di mercato delle BCC (QdM). Lo studio della dinamicità scompone il fenomeno tra andamento delle pratiche erogate in termini di numerosità e andamento dell’erogato per importi. L’andamento della numerosità delle


pratiche mostra una performance delle banche associate lievemente superiore a quanto proposto dal mercato nonostante entrambe le dinamiche siano in evidente contrazione nel corso dell’arco temporale analizzato. In considerazione di ciò, la quota di mercato delle BCC risulta in crescita passando dal 6% di inizio osservazione al 7,3% del I° semestre del 2012 (fig.3). Passando alla valutazione dell’andamento dell’erogato per importi (fig.4) si rileva come nel corso del periodo considerato gli importi dei mutui sia delle BCC che del mercato nel complesso siano tendenzialmente diminuiti, ma anche in questa fattispecie la performance delle banche associate si presenta al di sopra del mercato e di conseguenza la quota di mercato relativa cresce passando dal 3% del I° trimestre del 2011 al 5% del II° trimestre del 2012. Analizzando nel dettaglio le performance delle BCC e del mercato, sia per pratiche che per importo, si evidenzia come queste siano significativamente condizionate dall’andamento degli erogati specifici dei mutui ipotecari dove le banche riescono ad aggredire le quote di mercato mentre sul fronte dei mutui chirografari le due dinamiche non si di-

sere delle BCC maggiore di quello rilevato nel mercato di riferimento (rispettivamente del 4,6% e del 3,6%). La valutazione viene confermata anche dal dettaglio per singolo anno di erogazione dove, fatta eccezione per il 2008, le BCC presentano tassi di rischiosità maggiori rispetto ai valori registrati dal mercato. Tra tutti spicca la negativa performance del 2010 dove le BCC mostrano un BadRate3+ del 5,4% a fronte di una minore rischiosità da La Federazione parte del territorio con ha avviato un un BadRate3+ del 2,9% Osservatorio sulle scostano molto (fig. 5). forme di finanziamento l’una dall’altra. Anche in questa analisi rateali (mutui e prestiti) L’analisi della risono i mutui ipotecari a che consente agli schiosità consiste incidere sulla rischiosità Istituti un approccio nel valutare le pratotale delle nostre banstrutturato alla tiche utilizzando che. La rischiosità delle pianificazione come indicatore il BCC sulle forme chirostrategica, attraverso BadRate3+ che grafarie risulta difatti inla valutazione della rappresenta il rapferiore rispetto al merqualità del mercato porto tra il numero cato riportando un valore del credito, del proprio di pratiche con aldel BadRate3+ del 4,6% posizionamento e delle meno 3 insoluti a fronte del 5,6% del terpotenzialità di sviluppo alla data di osserritorio. Al contrario, il presenti sul territorio. vazione (incluse mercato nel suo comLo strumento utilizzato quindi le soffeplesso è condizionato in è MarketManager, renze) e il totale particolare dalla dinail servizio di analisi erogato. In questo mica dei mutui chirograterritoriale fornito caso l’arco tempofari mentre sul fronte deda CRIF rale considerato è gli ipotecari è decisamaggiore (dal mente meno rischioso ri2008 al 2012) rispetto alle BCC riporspetto alle precedenti analisi per la tando un valore del 2,8% a fronte poca significatività delle pratiche del 4,5% delle banche associate. erogate esclusivamente nell’ultimo Le analisi qui presentate saranno peanno. Il valore dell’indicatore per riodicamente contenute all’interno ciascun anno fa quindi riferimento dell’Osservatorio della Federazione alle pratiche erogate in quell’anno con successive integrazioni su ulteche attualmente presentano almeno riori profili di interesse per le nostre 3 insoluti (insolvenze serie + soffebanche. Inoltre, tale strumento viene renze) mentre il valore totale indica già utilizzato per supportare le BCC il cumulato dell’intero periodo di nella definizione e monitoraggio dei analisi considerato. loro Piani Strategici e nella pianifiDall’analisi effettuata si evidenzia cazione delle strategie territoriali atun tasso di default calcolato a 90 traverso lo studio dei micro-contesti giorni (BadRate3+) sui mutui in ese del presidio di mercato delle BCC.

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DALLA FEDERAZIONE

Direzione attività e servizi istituzionali

Sempre più servizi alle BCC

Sergio Troiani

Nella precedente rivista sono state illustrate le molteplici attività e i vari compiti attribuiti alla “neonata” struttura “Direzione Attività e Servizi Istituzionali”, in occasione della rivisitazione dell’organigramma della FederLUS, avvenuto lo scorso mese di maggio. Invero, una parte consistente di esse venivano già svolte e il nuovo organigramma ha rappresentato l’opportunità per razionalizzare e anche ampliare il novero delle attività. In questo numero, si coglie l’occasione per esporre in maniera più specifica ciò che effettivamente la “Direzione” ha posto in atto e realizzato, nella sostanziosa fetta di anno che si è consumata. La “Direzione Attività e Servizi Istituzionali” ha svolto, nella prima parte dell’anno, un’apposita attività, congiuntamente con la “Direzione Controlli” e con “l’Area Consulenza

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di Business e Sviluppo Organizzativo”, volta a garantire alle Associate un corretto percorso circa l’obbligo, imposto con lettera del Governatore della Banca d’Italia dell’11 gennaio 2012 in applicazione delle Disposizioni di Vigilanza in materia di organizzazione e governo societario delle banche, di effettuare un’autovalutazione del loro Consiglio di Amministrazione, al fine di rilevare l’efficacia e l’efficienza dell’Organo stesso e di assicurarne la funzionalità nel continuo. Sempre congiuntamente alle altre due strutture che risultano destinatarie, nell’ambito del nuovo organigramma della Federlus, di responsabilità dirette, si è prestata una diretta assistenza alle BCC, anche in loco, sulla normativa riguardante le “Disposizioni di vigilanza prudenziale in materia di attività di rischio e conflitto di interessi nei confronti di soggetti collegati”, per definire, nella prima fase, le procedure deliberative da porre in atto quando si assumono decisioni che riguardano gli amministratori, i sindaci, il direttore e il vicedirettore, i loro stretti familiari o le società a loro collegate, ecc. Un’altra importante attività svolta dalla “Direzione” ha riguardato l’assistenza fornita alle Associate finalizzata a ottenere la garanzia dello Stato sulle obbligazioni da loro emesse, per poi avvalersi dei titoli per ricorrere a operazioni di rifinanziamento presso la BCE, salvaguardando così il profilo di liquidità nell’attuale fase di forte difficoltà nel mantenere la raccolta da clientela. In detta circostanza sono stati avviati specifici incontri con l’Organo di Vigilanza. Passando a un’analisi delle attività maggiormente “standardizzate”, va rilevato che l’ufficio garantisce l’assistenza alle BCC per gli aspetti di natura contabile e di bilancio, per

la corretta applicazione della normativa tributaria e per le problematiche che possono sorgere in materia di segnalazioni di vigilanza da inviare mensilmente alla Banca d’Italia e ha elaborato, nei primi nove mesi di quest’anno, ben 30 circolari esplicative di varie normative. Di queste, 16 si riferiscono ad aspetti inerenti alla contabilità, al bilancio e alle segnalazioni di vigilanza e 14 alla materia tributaria. Nel primo periodo dell’anno, le strutture Amministrative delle BCC, si dedicano, in particolar modo, alla redazione del bilancio di esercizio per addivenire, attraverso gli organi preposti, alla sua approvazione, ed è per questo che talune circolari hanno trattato nello specifico l’argomento fornendo alle Associate tutte quelle informazioni e indicazioni ritenute utili e necessarie che spaziano dalla trattazione dei principali temi contabili e fiscali, alla traccia di delibera del Consiglio di Amministrazione, alla traccia di relazione sia dell’organo amministrativo che di quello di controllo, tanto per citarne alcune. Nell’ambito delle circolari di natura tributaria, oltre a trattare, come è consuetudine, le problematiche relative al carico fiscale annuale, a quello semestrale e alla dichiarazione dei redditi, è stata posta l’attenzione sulle modifiche che hanno riguardato l’imposta di bollo e l’imposta sostitutiva sui redditi di natura finanziaria. Oltre all’emanazione di circolari, si è avuto modo di prestare un’assistenza diretta, anche in loco, per il calcolo delle imposte per la chiusura del bilancio, per la dichiarazione dei redditi, per la redazione del bilancio d’esercizio annuale e per quello semestrale utile ai fini delle segnalazioni di vigilanza da inoltrare alla Banca d’Italia. Vale anche la pena sottolineare che tutti i mesi, come avviene di consueto oramai da molti anni, è stato


emanato lo scadenzario che raccoglie tutti gli adempimenti a carico delle BCC. L’ufficio legale ha emanato 27 circolari, di cui quattro dedicate all’assemblea dei soci, analizzando e fornendo indicazioni sugli adempimenti pre e post assembleari, oltre a una “guida” vera e propria sul corretto svolgimento dei lavori da svolgere nel corso dell’assemblea. Altri argomenti trattati e commentati hanno riguardato la normativa antiriciclaggio (e, in particolare, la limitazione all’uso del contante), la trasparenza delle condizioni contrattuali, la privacy, la “portabilità” del mutuo. La “Direzione Attività e Servizi Istituzionali” ha dedicato, inoltre, una particolare attenzione alla specifica normativa che regolamenta gli strumenti finanziari, emanata dalla Consob, destinando a ciò nove circolari di commento alle modifiche avvenute nel regolamento emittenti, nel regolamento dei mercati e nel regolamento degli Intermediari. L’ufficio che si occupa di assistenza giuslavoristica, ha diffuso 20 circolari. Di peculiare interesse è la circolare dedicata alla riforma del mercato del lavoro (la riforma “Fornero”). Altre sono state dedicate alle corrette modalità di contribuzione ai fini previdenziali (con annessi sgravi previsti dalle norme) e alle detassazioni per le erogazioni correlate agli aumenti di produttività. L’attività per il Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo ha riguardato innanzitutto gli adempimenti correlati agli interventi di sostegno attuati in favore delle BCC associate. È stato poi svolto un costante monitoraggio delle Banche, particolarmente quelle scelte sulla base dei parametri di selezione in uso (interventi in atto, indice sintetico, ecc.). A ciò si è affiancata l’ordinaria atti-

vità di rilevazione e diffusione del sistema degli indicatori. È stata poi resa opportuna informativa e prestata la relativa assistenza in ordine alla quantificazione e alla corretta rilevazione contabile e segnaletica dei più recenti interventi attuati dal Fondo nell’intero territorio nazionale e ciò in virtù della loro eccezionale consistenza e degli elementi di novità operativa di taluni di essi. Per il Fondo di Garanzia degli Obbligazionisti è stata condotta l’attività ordinaria relativa alla fornitura dei dati per la quantificazione delle classi di rischio attribuite alle Consorziate e la successiva diffusione di tali classi e dei corrispondenti impegni e quote contributive. Si è inoltre assolto, per quanto di competenza della Federazione, agli adempimenti relativi alle richieste di plafond di emissione per le BCC che non hanno accesso diretto alla garanzia dei propri prestiti obbligazionari. Per il Fondo di Garanzia Istituzionale, è stato fornito un contribuito ai lavori di impianto partecipando ai tavoli di lavoro tecnici, fornendo i dati di volta in volta richiesti ed esprimendo valutazioni in ordine alle varie implementazioni nel tempo attuate. Con riferimento alla Vigilanza Cooperativa, si sta per concludere il biennio di revisione 2011-2012. L’attività di verifica presso le Banche, iniziata nel 2011, è continuata nel corso del 2012 in linea con il Piano a suo tempo definito (9 BCC) e nel rispetto dei criteri previsti dalla

normativa vigente in materia. Particolare considerazione è stata riservata all’aspetto consulenziale, che ricopre sempre un ruolo significativo, anche come impegno delle risorse coinvolte e, proprio in tale ottica, ha tenuto una giornata di formazione per il personale addetto agli Uffici Soci. Anche quest’anno è proseguita la partecipazione agli incontri e alle riunioni organizzati in Federcasse; particolarmente ai Gruppi di Lavoro costituiti presso di questa su tematiche rientranti nell’ambito del perimetro normativo definito dal Decreto di riferimento e alla Commissione Nazionale sulla Vigilanza Cooperativa, nell’ambito della quale è “partito” un nuovo progetto per la gestione del processo di revisione cooperativa. Si è cercato di sintetizzare, in poche righe, un’attività complessa e variegata, sempre più impegnativa soprattutto in relazione alle molteplici e continue normative emanate dalla Unione Europea, dal Governo italiano e dai vari enti preposti che, pur essendo finalizzate ad evitare, quanto più possibile, l’instabilità delle banche, a garantire i diritti, sacrosanti, della clientela, comportano inevitabilmente carichi di lavoro ulteriori, necessità di professionalità specifiche, tempestività nelle risposte, investimenti sempre più rilevanti, il tutto in un contesto economico difficoltoso anche per le banche. È per questo che la Federazione tutta viene chiamata, ancora più frequentemente del passato, a rispondere alle sempre maggiori esigenze delle Associate, a fornire loro quell’esperienza e professionalità che consentano, in maniera efficace ed efficiente, di poter fronteggiare le nuove esigenze derivanti dall’applicazione delle normative che impattano sull’attività che viene svolta.

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DALLA FEDERAZIONE

Assistenza legale

Tutoring, legale e… non solo

Elio Longo

Elio Longo nato, bancariamente parlando, nel mondo delle popolari con esperienze in Associazione Tecnica “Luzzati”, ABI ed Unicredito, quindi responsabile della Direzione Legale e Contenzioso della BCC di Roma, sul finire del 2007 viene chiamato dalla Federlus a mettere a disposizione delle Associate la sua esperienza bancaria in materia legale e… non solo. “Il 2007, afferma Longo, è stato forse l’anno di avvio dello tsunami normativo che ha colpito il sistema bancario italiano che ha dovuto, in una logica di appartenenza, recepire direttive europee in materia di diritto bancario stravolgendo logiche comportamentali di buone prassi consolidate e sedimentate in tanti anni di placida tranquillità. Antiriciclaggio ed antiterrorismo, con continui adeguamenti dell’operatività bancaria alle fluenti disposizioni in materia; nuove disposizioni in materia di trasparenza per gli intermediari finan-

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ziari, dei sistemi di pagamento e del credito al consumo, con conseguente revisione e costante aggiornamento di tutti i contratti bancari; nuovi statuti delle BCC (due modifiche in due anni), nuove regole in materia di politiche di remunerazione degli esponenti bancari ed in genere di tutto il personale. Eppure, nonostante la concomitanza di tante nuove norme, le nostre BCC sono riuscite in tempi ragionevolmente brevi ad adeguarsi a tutte queste novità. Il mio compito non è solo quello di declinare le nuove regole da seguire, ma anche quello di prestare continua assistenza alle Associate affinché le novità normative vengano compiutamente recepite fugando dubbi interpretativi di sorta mediante una costante attività consulenziale. Perché dico legale e... non solo. La nostra Federazione è la prima ad aver adottato un modello organizzativo che prevede una particolare funzione di supporto e presidio delle sue associate, il Tutoring. In buona sostanza questa nuova funzione si concretizza in una figura professionale che sia pronta ad affiancare la struttura di una Associata nei più svariati ambiti del processo indu-

striale e non solo in momenti di difficoltà”. “Ritengo – continua Longo – che questa attività di tutoring non sia un mero compito assegnatomi bensì una missione molto gratificante ed impegnativa nella misura in cui bisogna saper coniugare le conoscenze tecniche a tutto tondo del ‘mondo banca’ con la capacità di generare capacità reattiva e di coinvolgimento emotivo all’interlocutore di turno sia esso anche l’intera governance della banca. Che tipo di approccio avere con le Banche, mi sono sempre chiesto. La risposta l’ho trovata leggendo J.J. Rousseau, il quale nell’Emilio riteneva che l’attività del tutore/precettore dovesse essere informata al concetto di main cachée (mano nascosta) ovverossia spingere l’assistito verso una certa direzione, convincendolo che sia quella giusta da percorrere, senza prevaricarne la sua autonomia e la sua consapevolezza. Per far ciò ci vogliono tanta passione e tanta disponibilità. Ma poi che soddisfazione vedere che anche con il tuo contributo, forse piccolo, delle criticità sono state rimosse e quella BCC ha ripreso a navigare in acque sicure e con il vento in poppa”.


La Conferenza dei Direttori del 25 luglio 2012

Lavori in corso

Alessandro Ceccarelli

L’ultima conferenza dei direttori del 2012 si è svolta il 25 luglio scorso. Tre sono stati i momenti fondamentali sui quali è stato incentrato il confronto con i Direttori Federlus: le nuove regole d’ingaggio tra il versante imprenditoriale e le BCC, l’aggiornamento sui progetti di Federazione, l’evoluzione normativa.

rio sono state clusterizzate a seconda del volume di attività e della quota di partecipazione nei confronti del Gruppo. Da una parte abbiamo dunque le “BCC Partner”, dall’altra le “BCC socie”. Tale suddivisione è messa nel continuo sotto revisione e basterà mostrare passi di avvicinamento per ottenere il passaggio di categoria da parte del Gruppo. A seguire, numerose come di consueto sono state le presentazioni che hanno avuto ad oggetto le progettualità di Federazione: dalle attività della Direzione Controlli su conflitti di interesse e soggetti collegati al Progetto di sviluppo delle Competenze in ambito risorse umane. Dalla nuova release del portale web di Federazione al Progetto sulla revisione delle procedure standard. Proseguono in questo senso tutti i cantieri, rispetto ai quali sono riprese le attività sottese già dal mese di settembre. In relazione all’evoluzione normativa, il dibattito con i Direttori si è acceso sulle nuove modifiche introdotte all’art. 117 bis del T.U.B. ed

ha previsto l’intervento di Pierfilippo Verzaro, Responsabile dell’Ufficio Legale di Federcasse. I Direttori delle BCC presenti hanno approfittato dell’occasione di confronto per chiarire dubbi interpretativi e recepire spunti operativi in merito alle onerose attività che, nei rispettivi Istituti, stanno portando avanti – con il supporto del Servizio Conformità Normativa della Federazione – per ottemperare alle nuove disposizioni di legge. Sempre in ambio normativo, Iris Pennisi e Giuseppe Zaghini, entrambi di Federcasse, hanno rappresentato ai partecipanti tutte le implicazioni tecnico-gestionali derivanti dal recente provvedimento operato da parte dell’agenzia di rating Moody’s, la quale ha declassato il merito di credito dell’Italia. Rilevanti le implicazioni discusse, tra le quali, in ambito prudenziale, l’incremento della ponderazione delle esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati italiani e verso enti del settore pubblico italiano.

Per quel che concerne il primo tema, la riunione ha visto la partecipazione di Fabio Vasini, Responsabile DAM di Iccrea Holding, il quale ha illustrato il “Patto tra il Gruppo Bancario Iccrea e le BCC”. Il principio che sta alla base della nuova intesa è chiaro: le BCC che mostrano un rapporto stretto e contributi significativi verso il Gruppo Bancario Iccrea beneficeranno di un modello di servizio “superiore”, con servizi aggiuntivi e supporti specifici. In questo senso, l’universo delle BCC che oggi operano con il Gruppo Banca-

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DALLE BCC

BCC DI RIANO

La Decima edizione del premio Michele Mazzella per una drammaturgia giovane Oltre 6.000 le scuole interessate e numerosissimi i copioni giunti alla decima edizione del premio Michele Mazzella per una drammaturgia giovane. La premiazione si è svolta lo scorso 22 ottobre, presso il Teatro Quirino in Roma e al vincitore è stata assegnata una targa del Presidente della Repubblica. Il concorso, l’unico esistente in Italia con queste caratteristiche, prevede la creazione di un testo originale che viene valutato da una giuria di rappresentanti di primo piano del mondo del teatro italiano: Guido Mazzella (presidente), Virgilio Gazzolo, Francesca Massaro, Anna Mazzamauro, Aldo Miranda, Mariano Rigillo, Anna Teresa Rossini, Desiree Sabatini, Tato Russo. Gli studenti vincitori hanno ricevuto premi in denaro per complessivi

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8.000 euro, un riconoscimento simbolico volto a stimolare la loro creatività e la promozione di capacità professionali che possano poi svolgere nel futuro. Sponsor la BCC di Riano insieme alla Federazione Lazio, Umbria, Sardegna, unitamente ad altre otto Banche di Credito Cooperativo (Agro Pontino, Bellegra, Capranica, Formello e Trevignano, Garigliano,

Mantignana e Perugia, Roma e Tuscolo Rocca Priora). Da Desenzano del Garda a Reggio Calabria, da Seregno a Minervino Murge, da Viareggio a Cesena, percorrendo l’Italia in lungo e in largo il Premio Michele Mazzella, anche quest’anno, ha coinvolto giovani ragazzi accomunati dal desiderio di “portare in scena” i loro sogni, i loro desideri, i loro ricordi, le loro speranze… la loro vita! Vincitore del premio per le scuole di 1°grado con Il libro in pancia è stata la Scuola Sec. 1° grado “Viale della Resistenza”, Cesena; mentre per le scuole di 2° grado sezione A, Quando perdo i confini di Rocco Lo Nigro, Istituto Statale d’arte “S. Fiume” Comiso, e sezione B Natale in casa Mizheltoff di Daniele Tagnocchetti, Istituto Tecnico Commerciale “V.Bachelet” di Roma. Migliore spettacolo dell’anno è stato I sette peccati capitali, Liceo Artistico “Monopoli” di Bari, mentre il migliore studente-interprete 2012 è stato Antonio Panice del Liceo Scientifico “Nicolò Copernico” di Brescia. Manuela Ciafro


CRA DELL’AGRO PONTINO

60 anni insieme Il 20 gennaio di quest’anno la Cassa Rurale ed Artigiana dell’Agro Pontino ha compiuto 60 anni dalla fondazione. Quale circostanza migliore per festeggiare, considerando che il 2012 è stato l’anno mondiale della cooperazione? In occasione dell’Assemblea dei Soci, tenutasi il 13 maggio 2012, è stata presentata la statuetta de “Il Bonificatore”, emblema dell’Agro Pontino, allo scopo di rendere omaggio a tutti coloro che hanno lavorato in questi anni per rendere fertili le nostre terre consentendone lo sviluppo. I festeggiamenti non si sono limitati all’Assemblea dei Soci, che di per

sé ha avuto momenti molto emozionanti, sia per l’intervento del maestro Turco, creatore della statuetta, sia per la condivisione dei risultati ottenuti dall’Associazione di Volontariato “La Rete” (associazione per diversamente abili) da anni sostenuta dalla Cassa. La celebrazione è infatti proseguita con la tradizionale Festa del Socio. Per il secondo anno consecutivo, tale festa si è svolta con la collaborazione del Festival Internazionale del Circo di Latina, manifestazione che vede la partecipazione di artisti

di caratura internazionale che competono per aggiudicarsi il premio di miglior artista circense. Alla presenza di una giuria, anch’essa internazionale e alla presenza del nostro pubblico si è assistito ad uno spettacolo sensazionale, che ci ha fatto tornare un po’ tutti bambini. Grande la soddisfazione degli organizzatori e del Consiglio di Amministrazione nel constatare la vasta e sentita partecipazione all’evento, la più importante di quelle registrate negli anni passati, che ha determinato un sold out mai verificato nelle precedenti 13 edizioni del Festival. Un momento particolare della manifestazione si è verificato quando l’artista ha scelto una persona del pubblico per renderla partecipe del numero che si accingeva ad eseguire: tra gli applausi e lo stupore generale si è assistito al connubio tra il mondo circense, la Cassa Rurale e i soci, reso tale dal fatto che la persona che si è sottoposta al numero fa parte dell’organico della Cassa. Rivolgendo un pensiero ai nostri soci si potrebbe concludere affermando: “con loro, per loro”. Loretana Cacciotti

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DALLE BCC

BCC DI FORMELLO E TREVIGNANO ROMANO

Lo sviluppo economico riparte dal turismo Si è tenuto lo scorso 13 ottobre, nella sala dell’ex Consorzio Agrario di Anguillara Sabazia, il convegno “Lo sviluppo economico del territorio”. È stato organizzato dalla BCC di Formello e Trevignano in collaborazione con il Lions Club Bracciano Anguillara S. e Monti Sabatini e con il patrocinio del Comune di Anguillara. Docenti universitari, operatori economici e sindaci sono intervenuti per promuovere il territorio attraverso il turismo, con la sinergia tra associazionismo, istituzioni, imprese e credito cooperativo, come hanno affermato nel saluto iniziale il presidente della BCC Gino Polidori e il Lion Gen. Bruno Riscaldati, moderatore. Nonostante il non facile momento dell’economia laziale, caratterizzata dalla flessione della produzione, del commercio e dell’edilizia, il turismo si conferma infatti un settore ancora in attivo. Secondo le indagini della Banca d’Italia, la spesa dei turisti stranieri rappresenta il 3% del PIL regionale. Il Lazio costituisce del resto la principale destinazione turistica del nostro Paese, ricevendo oltre il 17% dell’intera spesa che affluisce in Italia. La grande meta è ovviamente Roma, ma anche i territori della provincia possono giovarsi di questa grande risorsa economica. I paesaggi di pregio della Campagna romana settentrionale sono impreziositi dai borghi di Formello, Campagnano di Roma, Monterosi e Nepi, proprio sull’itinerario secolare della Via Francigena, che lambisce le comunità del Lago di Bracciano descritte dai viaggiatori fin dai tempi del Grand Tour e oggi

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apprezzati luoghi di villeggiatura. Con la sua ospitalità diffusa il territorio del Lago ha una naturale vocazione turistica, ha ribadito Massimo Luciani, sindaco di Trevignano, mentre per l’assessore Rinaldo Bozzetti, in rappresentanza del sindaco di Bracciano Giuliano Sala, è necessario creare un’identità comune e un marchio di qualità. Francesco Pizzorno, sindaco di Anguillara, ha quindi proposto l’apertura di un tavolo periodico per portare avanti questi temi. Le imprese impegnate nella valorizzazione turistica, dalle strutture ricettive alle filiere agroalimentari, da sempre possono contare sul sostegno del credito cooperativo. Ma devono superare un eccessivo frazionamento del tessuto imprenditoriale e stringere accordi per aumentare la propria competitività. L’obbiettivo non è soltanto quello della crescita economica, ha ricordato Gino Polidori, ma anche di un progresso culturale e sociale attorno ai più autentici valori cooperativi. Armando Finocchi

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bazia Anguillara Sa e 16,30/19,00

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E SALUTI DEI LAVORI Monti Sabatini) caldati APERTURA illara Sabazia . Bruno Ris Bracciano Angu : Lions Gen sidente del L.C. Moderatore ignano) o Marchetti (Pre Formello e Trev com Gia s della BCC di Lion (Presidente Sabazia) dori illara Poli o Angu Gin di Dott. (Sindaco co Pizzorno Avv. Frances

Ore 17,10

Tuscia) (Università della RELAZIONI tiano Sforzini ciano) Lions Dott. Cris iani (Consorzio Lago di Brac Luc Dott. Rolando no) del GAL) (Presidente ello e Trevigna za Form Frez etto 108/L) della BCC di Dott. Aldo i Lions Distr dori (Presidente za Centro Stud egato Presiden Dott. Gino Poli no Ferraro (Del Lions Dott. Bru

Ore 18,10

Ore 18,30 Ore 19,00

ATI I PROGRAMM no Romano) INTERVENT aco di Trevigna o Luciani (Sind di Bracciano) Dott. Massim o Sala (Sindaco illara Sabazia) aco di Angu Signor Giulian (Sind orno co Pizz Avv. Frances I LIBERI INTERVENT RINFRESCO

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DALLE BCC

BCC DI SPELLO E BETTONA

“This must be the place” Foligno, Palazzo Trinci, “I Primi d’Italia” e “I Villaggi del Gusto” hanno fatto da splendida e animata cornice alla Convention 2012 della BCC di Spello e Bettona. L’evento annuale, giunto alla sua 3ª edizione e riservato al personale, agli Amministratori e Sindaci della Banca, è stato anticipato rispetto agli anni precedenti al fine di favorire una tempestiva comunicazione dei dati andamentali della banca, una riflessione sul contesto socio-economico-finanziario di riferimento e la condivisione degli indirizzi operativi delineati a seguito della rinnovata composizione degli organi amministrativi. L’“apparentamento” con un importante evento di valorizzazione territoriale e le particolarità organizzative diverse dalle precedenti edizioni hanno reso “interessante, vivace e gustosa” la partecipazione, integran-

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dosi pienamente con il XIV Festival Nazionale dei Primi Piatti” che si svolto in quei giorni nel centro storico di Foligno, dal 27 al 30 settembre. “This must be the place” (“Questo deve essere il posto”) è il titolo che ha accompagnato quest’anno l’iniziativa con una logica di continuità ed evoluzione dei precedenti “temi” (nel 2010 “Un bel posto dove lavorare”, nel 2011 “Conto su di te”), tesi a favorire l’apprezzamento, il senso di appartenenza, la responsabilità e la dedizione professionale e umana verso “un posto di lavoro” da conservare difendere e far sviluppare nell’interesse proprio e del territorio in cui opera. L’invito alla partecipazione è stato esteso anche ai rappresentanze della

nostra Federazione e delle società partner operative del Gruppo Iccrea Holding. Erano infatti presenti il “nostro” Giorgio Caporale, Ennio Grasso, Gestore d’Impresa Area Affari Imprese Iccrea Banca Impresa e Irene Previti Flesca, Responsabile Area Lazio Umbria Sardegna BCC Vita e Assicurazioni . L’intenso programma è iniziato con l’intervento del Vice Direttore Generale della BCC di Spello e Bettona, Maurizio Carnevale, che partendo dall’analisi della persistente situazione congiunturale ha fornito interessanti spunti per delineare le prossime azioni tese a sostenere un equilibrato e attento sviluppo aziendale. Romeo Negrini, Responsabile Area Crediti, ha basato il suo intervento su diversi aspetti del processo del credito oggi più che mai teso a coniugare qualità, redditività e sostegno al territorio. In particolare si è soffermato sull’importanza delle azioni di prevenzione e sviluppo mediante una tempestiva attività di revisione dei fidi per il cui monito-


raggio la Banca si è dotata di un specifico planning teso a favorire priorità e monitoraggio dei risultati. È seguito poi l’intervento dell’Avvocato Bruno Negrini che con una esaustiva sintesi è riuscito a ben comunicare fasi, tempi e problematicità delle tradizionali procedure concorsuali e a presentare le novità normative in materia di gestione delle crisi aziendali introdotte con il recente “Decreto Sviluppo”. Dalla fase di approfondimento e di “analisi” si è passati alla seconda parte tesa ad enfatizzare, motivare e rilanciare fiducia entusiasmo e obiettivi sin dagli ultimi mesi del 2012. Con “Né ieri, né domani. Oggi!” Gian Primo Narcisi, Responsabile Area Commerciale, ha voluto esprimere in una frase i contenuti del suo intervento nel quale sono stati evidenziati gli importanti risultati positivi commerciali raggiunti in 9 mesi sulla Raccolta Diretta (+10%),sui conti correnti (+771), sui conti deposito (650 per oltre 45 milioni ) ma anche i margini di miglioramento che si rilevano grazie al confronto con i benchmark FederLUS/Iside su alcune performance commerciali per dipendente.

Una particolare attenzione è stata posta sulla fondamentale continuità dell’azione di ampliamento della base sociale a sostegno della quale sono state intraprese anche mirate azione di gratificazione (Kit Socio Ecra, Carta Socio, Gita sociale). Il tema della Convention, “This must be the place”, è stato invece l’argomento su cui si è basato l’intervento del Direttore Generale, Maurizio Del Savio. Tanti sono stati gli argomenti da lui trattati: il senso di appartenenza, la consapevolezza di essere “attori protagonisti” ogni giorno, l’importanza dell’azione di ciascuno, le qualificate e consistenti opportunità formative e di crescita professionale, le quotidiane azioni concrete per il controllo dei “principali rischi operativi” e per “cogliere” ogni nuova opportunità commerciale, la capacità di saper evolvere e far prevalere duttilità e cooperazione, le innovazioni introdotte nelle recenti nuove filiali (sabato mattina aperto, orario continuato, apertura 6 giorni su 7) e gli investimenti infrastrutturali eseguiti per migliorare le condizioni ambientali dei luoghi di lavoro. Argomenti che hanno poi “lanciato”

l’intervento conclusivo del Presidente Alcide Casini dal titolo “pauca multis”. Dopo appena 4 mesi da suo insediamento, è stato un modo per far conoscere dalla sua diretta voce gli indirizzi operativi forniti del rinnovato consiglio di amministrazione. L’obiettivo principale è quello di rafforzare la base patrimoniale per continuare a svolgere in modo attento e frazionato quella funzione di sostegno al tessuto socio-economico del territorio avendo cura di mantenere una equilibrata e mirata distribuzione settoriale degli investimenti, l’attenzione alle esigenze delle famiglie e delle imprese affiancandole e sostenendole con vicinanza, attenzione e collaborazione costruttiva nella consapevolezza di “navigare insieme” tra molteplici e reciproche difficoltà e che “è solo moltiplicando le gocce di acqua pulita che si purifica il mare inquinato”. L’incontro ha poi avuto la sua “prelibata“ conclusione con un intrattenimento gastronomico presso due Villaggi del Gusto tra i tanti allestiti nell’ambito del Festival “I primi d’Italia”, dedicato alle migliori ricette dei primi piatti. Gian Primo Narcisi

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NUOVI ORIZZONTI

Le banche si confrontano colpo su colpo sul lato della raccolta. Vengono lanciate nuove offerte, più costose ma con più servizi. I conti on line “puri” scompaiono. Le promozioni aumentano, soprattutto per giovani e pensionati. I depositi si trasformano da prodotti di liquidità remunerata a prodotti di investimento.

“Il” conto corrente

I dati andamentali sui volumi Federlus continuano a mostrare disallineamenti tra le dinamiche dei volumi di raccolta e quelli di impiego. A differenza degli impieghi, la prima mostra una leggera diminuzione nei primi 8 mesi del 2012 pari allo 0,43%. La stasi della raccolta è riscontrabile anche nell’intero sistema del credito cooperativo e bancario nazionale con tassi di crescita, nei primi 6 mesi dell’anno, rispettivamente dell’1,14% e dello 0,15%. In considerazione di ciò – e dell’accentuata instabilità che tuttora perdura sui mercati all’ingrosso della liquidità – le banche rivedono la struttura e il pricing del catalogo dei prodotti di raccolta diretta per attrarre nuova clientela e rendere maggiormente profittevoli i rapporti in essere. Le armi principali di questa competizione rimangono conti correnti e conti di deposito. Si punta in sostanza sugli strumenti di conto corrente e su tutti quei servizi accessori che ruotano attorno al conto. Come i depositi remunerati, che fanno rendere le giacenze, o i servizi nuovi, extra bancari, da collegare all’operatività tradizionale. Tornano utili, in questo senso, le risultanze che emergono dalla decima edizione del ‘Rapporto Conti Correnti e Depositi di Of-Osservatorio Finanziario’ – www.osservatoriofinanziario.it – unitamente alle evidenze della Competitor Review che periodicamente l’Area Mercato di

Iccrea Holding veicola ai suoi utenti attraverso i vari mezzi di comunicazione. Al di là dei singoli nuovi prodotti che – come in generale si rileva nelle nuove proposizioni delle banche, si rivelano mere manovre di prezzo o restyling di già a catalogo – emergono anche approcci diversi che orientano (o cercano di orientare) le scelte dei clienti, nell’ottica della fidelizzazione e dell’ottimizzazione della profondità di rapporto. Il campione di Osservatorio Finanziario è costituito da 60 conti correnti e 30 conti di deposito, suddivisi nelle quattro categorie 1) Conto low cost, prodotto base e spesso fai-date; 2) Conto completo, che include una serie di servizi bancari e non collegati al conto; 3) Conto Alto Rendimento, che offre una remunerazione libera delle giacenze oltre la media; 4) il Conto di deposito, sia libero che vincolato. Fino al 2010, il miglior conto per Of era tutto a zero spese, o quasi, con operatività di base da gestire prevalentemente on line o via telefono. Ma non è detto che il conto low cost sia per forza la scelta migliore e quindi dal 2011 viene premiato un conto per ogni categoria, tra quelle suindicate. Novità del Rapporto 2012 è l’uscita della categoria “Conto on line”, rientrante nella nuova edizione nella categoria “Conto low cost”; un po’ perché la caratteristica principale di quella tipologia di conti è stata sem-

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pre l’economicità per il cliente (oltre ovviamente alla facilità di accesso), un po’ in considerazione del fatto che oggi viene meno la distinzione tra gestione on line e gestione fisica, si afferma la multicanalità integrata che lascia al cliente la libertà di scegliere la modalità di contatto con la propria banca e, addirittura, banche on line aprono sportelli fisici sul territorio. È una tendenza iniziata già un anno fa. Quando la banca numero uno sul mercato, Intesa Sanpaolo, ha annunciato la cancellazione dello storico conto online a zero spese e zero rendimenti, Zerotondo, in favore di un nuovo prodotto a pacchetto, modulare e su misura, Conto Facile. Che, anzi, ha rimpiazzato l’intera offerta a catalogo. A fine 2011, infatti, la stessa strada è stata intrapresa anche da UniCredit Banca, che ha sostituito il conto a zero canone per Internet, Genius One, con il nuovo Genius Smart con spese fisse di gestione pari a 8 euro al mese, azzerabili. Mentre Banca Carige ha cancellato tutta l’offerta della Linea Stile e ha lanciato nel 2012 il nuovo Carige Solo Tuo, omnicomprensivo e personalizzabile, anche nel prezzo, a seconda dei servizi attivati. BNL Gruppo BNP Paribas ha depennato dal carnet prodotti BNL Revolution, sempre low cost a zero spese, in favore di un’intera gamma di nuovi conti correnti, InNovo. Mentre Banca MPS ha deciso di rivedere l’intero catalogo prodotti rilanciando tutta la gamma di conti correnti, anche quelli dedicati a giovani e pensionati, con il nuovo brand “Italiano”. Si rinnova la gamma complessiva,

con brand ombrella al cui interno trovano spazio diverse tipologie di offerta scalabili e, soprattutto, con pricing spesso variabile e azzerabile a seconda dei servizi attivati e dei saldi di raccolta. Subiscono inoltre rilevanti incrementi le offerte promozionali di conti dedicati a pensionati e giovani under 30, nella quasi totalità caratterizzati e associati a premi e programmi di raccolta punti ad hoc. I conti di deposito, d’altro canto, si trasformano e diventano prodotti di investimento a tutti gli effetti con durate che sfiorano persino i 5 anni. Chi vuole recedere in anticipo ovviamente, sarà obbligato a rinunciare all’extra-rendimento o, in alcuni casi, al pagamento di una penale. Tra le novità, il rendimento più elevato spetta a UniCredit con Conto Risparmio Sicuro che garantisce un tasso massimo del 7%. Funziona così: il rendimento procede a scaglioni e varia a seconda del periodo. Nei primi 12 mesi è applicato un rendimento lordo del 2%, dal 13° al 24° mese del 2,35%, mentre dal 25° al 36° si arriva al 3,25%. Tra il 37° e il 48° si ottiene una remunerazione del 4,75%, ed è solo tra il 48° e il 60° mese che si arriva al 7%. Le somme, a ogni scaglione, possono essere prelevate senza penali. A ben vedere dunque, si rivede la gamma e il linguaggio di comunicazione per orientare le scelte del cliente e diversificare l’offerta di servizio rispetto alle esigenze del mercato, si compete sul rendimento per sviluppare e stabilizzare i volumi di raccolta. Le discriminanti rimangono capacità relazionale/commerciale e conoscenza della sensibilità al prezzo /rendimento dei clienti/segmenti di clienti rispetto alle singole componenti di offerta. Alessandro Ceccarelli

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RECENSIONI

“Questa volta è diverso” Nel corso della Storia, paesi ricchi e paesi poveri hanno contratto debiti e crediti, hanno subìto tracolli e vissuto momenti di ripresa, lungo una sequenza straordinaria di crisi finanziarie. Gli esperti e i politici hanno sempre proclamato “questa volta è diverso”, affermando che la nuova situazione avesse poco a che fare con i disastri del passato. Carmen M. Reinhart e Kenneth S. Rogoff, prestigiosi economisti della Harvard University, per il mezzo di un’ampia base di ricerca, che abbraccia sessantasei paesi e un arco di tempo di quasi otto secoli, provano ad avvalorare un chiaro e semplice messaggio di fondo: le crisi finanziarie non sono una novità. La vera essenza del libro si fonda proprio sul taglio analitico, sistematico e di natura quantitativa, distaccandosi in maniera netta dalle esperienze di approccio discorsivo – con focus su personaggi, politiche e negoziati – che hanno in precedenza caratterizzato lo studio della storia delle crisi finanziarie. Secondo gli autori “il fattore chiave – più importante di qualsiasi altro – che dà origine alla sindrome del questa volta è diverso è il mancato riconoscimento della precarietà e della natura incostante della fiducia. Sembra che stati, banche o imprese molto indebitati possano andare avanti tranquillamente per un lungo periodo: poi, a un certo punto, improvvisamente, la fiducia crolla, i finanziatori svaniscono e soprav-

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viene la crisi”. Il riferimento diretto è alla vulnerabilità delle banche che raccolgono prevalentemente a vista e impiegano a medio e lungo termine, ma il discorso nella premessa dei due economisti vale anche, ovviamente, per gli stati. Proprio i default bancari e degli stati (sia interni che verso l’estero) assorbono gran parte degli sforzi analitici degli autori e la sezione centrale del testo, preceduti da una

Carmen M. Reinhart, Kenneth S. Rogoff Questa volta è diverso. Otto secoli di follia finanziaria Il Saggiatore, 426 pagine Euro 22

prima parte descrittiva-tecorica, anche se mai pesante, che chiarisce le definizioni e i concetti che successivamente vengono sviluppati sulla base delle analisi empiriche. Le pagine finali del libro che, a detta degli stessi economisti, possono essere fruite in autonomia, limitando la parte descrittiva e quantitativa precedente, è rivolta ad individuare ed a illustrare i parametri storici in grado di valutare la traiettoria di una crisi finanziaria globale moderna, la prima del XXI secolo, da essi denominata “Seconda grande contrazione”. Nel periodo infatti che ha preceduto la crisi dei subprime i più comuni indicatori relativi agli Stati Uniti, come l’inflazione dei prezzi degli assets, l’aumento della leva finanziaria, l’elevato e persistente deficit delle partite correnti e il tendenziale rallentamento della crescita dell’economia, mostravano praticamente tutti i segni di un paese sull’orlo di una grave crisi finanziaria. E peggio ancora, gli autori nel libro mostrano come anche il percorso di uscita da una crisi può essere pieno di insidie. Il periodo che segue una crisi bancaria sistemica è caratterizzato da una prolungata e accentuata contrazione dell’attività economica e sottopone a rilevanti tensioni le risorse dello Stato. Se ne rimangono! (ndr) Alessandro Ceccarelli




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